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Autori;a. Trib. Roma N. 185 del 27 aprile 1994 Sped, n Abb. postale 50% - Roma Anno III - n. 4 - Aprile 1996 35° Anno dalla fondazione mum pciuperibus misit me

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Autor i ;a. Trib. Roma N. 185 del 27 aprile 1994 Sped, n Abb. postale 50% - Roma Anno III - n. 4 - Aprile 1996

35° Anno dalla fondazione

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paupcribus misit me

Anno III - n . 4-Aprile 1996 35 Anno dalla fondazione

Sc omma/^/o

1 E risotto

// seme delta parola 2 Io Maestro e Signore ho lavato i vostri piedi

Alia sorgente 4 Una giornata col Padre e una "pagnottella" 6 Debolezze degli educatori

Alia scuola di Padre Minozzi 8 Ex alunni

Religione, arte, cultura e vita 10 Povera pecorella smarrita e non piu cercata! 12 «Io saro l'amore!» 13 Era sola 14 Giornata vocazionale mondiale 15 C'e bisogno di resurrezione 17 II dono deU'anzianita 18 L'amore piu grande

Dalle case nostre 19 DA FRANCAVILLA AL MARE: Arrivederci Madre

Serafma Persico! 20 DA GIOIA DEL COLLE: Anniversario della morte di

Padre Giovanni Semeria 23 DA SENISE: Non sapevo che fosse cosi fatica morire 24 DA SIPONTO: Vivere la complessita 25 DA AMATRICE: Ancelle in Capitolo 26 Giornate di spiritualita all'Istituto "Darmon" 27 TORRE DE' PASSERI: Una scelta per crescere insieme

La sveglia 28 Momenti importanti 29 Cocktail alSud 30 Crisantemi 32 Spizzicando

EVANGELIZARE pauperibus misit me

BOU.ETTINO MENSILE DELL'OPERA NAZIONALE PER 1L MEZZOGIORNO DITALIA DIRETTA DALLA FAMIGLIA DEI DISCEPOL1

Direttore Responsabile Don Michelc Cclibcrli

Segretario di Amministrazione Michele Leone

Direzione - Redazione - Amministrazione: Via del Pianellari. 7 - Tel. 06/68801409 Fax 06/686102S - C.e.p. 33870007 00186 R O M A

Copertina "Gesii con i fanciulli" di Alfredo Mori. Polenza: Ex-Cappella Istitulo Principe di Piemonte.

Autorizz. Trib. Roma N. 185 del 27 aprile 1994 Sped, in Abb. postale 509f - Roma

Stampa Tipolitogiatia IN.GRA.C. s.r.l. - Tel. (0776) 429988 03049 S. Elia Fiumerapido (FR)

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Crista e risorto. E cioe non e ritornato alia vita di prima, e entrato nella pienezza della vita. Comincia la vita nuova, non ricomincia la vita antica. Comincia la ce­leste non ripristina la terrena.

Ma appunto perche Gesu con la sua resurrezione entra in una vita nuova e piu alta, il mistero della resurrezione e propo-sto non alia nostra ammirazione memore, bensi alia nostra imitazione. Deve essere da noi riprodotto.

C'e una mistica resurrezione per tutti i credenti nel santo battesimo. E ci sara una resurrezione gloriosa per i buoni nel-I'ultimo giorno, quella di cui Gesu ha aperto la serie.

Ma ogni giomo noi dobbiamo risorge-re, ossia sorgere dal letargo spirituale della nostra tiepidezza morale. Piu grave, piu tipico questo nostro letargo quando noi siamo in stato di peccato, di morte spirituale. A questi morti la Chiesa lancia I'invito della resurrezione, proprio neigior-ni pasquali, pieni del ricordo di Gesu risorto. Ma anche senza giungere alia morte si pud cadere nel letargo, nel sonno della tiepidezza, che non e la morte dell'anima, non e pero neanche la vita, quale Gesu la vuole per noi fervida, luminosa, grande. Molta gente vivacchia: dorme dice Paolo. Non fa il male fino a morime, ma non fa neanche il bene sino a poter dire di viveme. Sono una moltitudine spaventosa questi fiacchi, codardi, dormienti, assopiti.

Su di essi tuona colla sua tromba I'Angelo della resurrezione. Sorgiamo; leviamoci anche noi. Fervore di vita vuol essere per non essere indegno della sua vocazione, il nostro cristianesimo. Fervore di bene da contrapporre validamente alle enetgie febbrili del male. Un fervore che lavora e combatte, lavora senza stanchezza, combatte senza ombra di paura. Sono i figli di cui nella storia ha bisogno, per il trionfo della sua causa, il Padre Celeste.

Sono le reclute che Gesu e venuto a raccogliere, istruire, animare con il suo esempio. Quanta bisogno di questo fervore di bene, in tanta oscillazione di spiriti, incertezza di incoscienze, imperversar di male.

P. Giovanni Semen a

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H seme della parola

IO MAESTRO E SIGNORE HO LAVATO I VOSTRI PI EDI

L'immagine di Gesu Maestro prostrato dinanzi a Pietro, sotto le spoglie di Padre Semeria, in atteggiamento di chi lava i pie-di, e emblematico per noi Discepoli, come si evince anche dal recente studio di don Tommaso Molinaro su "I Discepoli".

Padre Minozzi ha voluto che la bellissi-ma pittura di Mori facesse da accoglienza nella nostra casa-madre di Amatrice e stes-se n a significare lo stile di ospitalita che deve contraddistinguere i Discepoli.

Gesu certo ha veramente sconvolto il criterio di giudizio, la logica degli uomini di-ventata troppo distante da quella divina.

Con il termine rivoluzione si intende un passaggio da uno stato di ordine ad uno di disordine e sowersione; applicato a Gesu, la rivoluzione e una distruzione del disordi­ne ed un ritorno ad un ordine nuovo o preesistente.

Tra i tanti disordini penetrati nella storia umana si era introdotto, e permane ancora,

Gesu lava i piedi agli apostoli.

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quello della distinzione, nel senso della su-periorita, espressa in superamento e liberazione dal servizio al prossimo. L'uomo dignitoso e socialmente valido era dunque colui che riscattava se stesso dalla condi-zione di prestatore di servizi per assurgere al ruolo di ricevente servizi. L'uomo signifi-cativo era un servito, non un servente!

Lo studio poi, in quanta titolo di cultura e dottrina, diventava prestigio sociale e diritto ad essere serviti e/o a servire solo a certi livelli. Perso il livello, si perdeva la dignita stessa deiruomo e della professione eser-citata. Come se l'uomo valesse in funzione di quello che, non di come operava.

I maestri erano ascoltati, imitati e serviti. Lontanissima da loro ogni idea di servire i propri discepoli: servirsi di loro, non servire loro era convinzione e prassi comune. Per i discepoli era un onore servire il maestro, un disonore servirsi tra loro.

Ed ecco I'intervento del Maestro divino a sowertire questa mentalita: la grandezza di un uomo sta nell'amore che non esita a farsi servitore, lava-piedi degli altri.

"Quando ebbe lavato loro i piedi e ripre-se le vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Sapete cio che vi ho fatto? Voi mi chiama-te Maestro e Signore e dite bene, perche io lo sono. Se dunque io, il Maestro ed il Si­gnore, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho data infatti I'esempio, perche come ho fatto io, facciate anche voi» (Gv. 13,12-15}'.

Che cosa ha fatto Lui? Ha esercitato il mestiere dei servi, degli

schiavi: quel mestiere propone anche ai di­scepoli come segno di amore umile ed estimativo del fratello.

In altro modo e con diverse parole il divino Maestro confermava la lezione sulla vera grandezza, che non consiste nella strumentalizzazione degli altri al proprio

servizio, ma «nel farsi ultimo e servo di tut-ti... appunto come il Figlio deiruomo che e venuto non per essere servito, ma per ser­vire e dare la vita per gli altri» (Mt. 20,28).

II primo fra tutti trova, nella nuova visio-ne del mondo, il suo giusto posto aH'ultimo, nel piu umile dei servizi. L'esser primo non diventa diritto a ricevere servizi, ma possibi­lity di piu larga estensione delle proprie prestazioni agli altri.

Dio e il padrone supremo di tutti e non si lascia servire. Egli non ha bisogno di nulla: basta a se stesso e si lascia superare tante energie da mettere a disposizione degli al­tri. Per questo Egli vale, e grande, e onnipotente.

Trovarsi allora al posto dell'umile servi­zio e trovarsi al posto giusto, a quello delle persone importanti e sovrabbondanti di ca-pacita.

Alti e grandi perche capaci di scendere giu, in basso, molto in basso.

E I'inutile, I'insufficiente, quegli che non basta a se stesso, e lui ad aver bisogno di essere servito dagli altri, che per necessita di soprawivenza asserve a se.

Quando il primo, il potente, il capo, I'au-torita e questo incapace, cosa sperare dall'esercizio del suo potere se non nuove schiavitu?

Chi non sa servire perche non puo, perche non ha energie interiori, cosa fara ad un posto di comando se non i propri comodi?

II Divin Maestro ci ha messo cos) in mano una singolare misura di giudizio della grandezza deiruomo: e grande chi piu umilmente serve, e piccolo, spregevolmen-te piccolo, chi si fa servire dagli altri.

Voglia il Maestro far uscire dalle ume il nome di uomini veramente grandi perche capaci di grandi ed umili servizi.

D. Michele Celiberti FdD

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Alia sorgente

UNA GIORNATA COL PADRE E UNA "PAGNOTTELLA"

4 ottobre 1952 — II Padre, dal "Principe di Piemonte" di Potenza, deve recarsi a Venosa e Palazzo San Gervasio.

II Direttore, D. Fragola, prenota, come autista, il Prof. Ridola insegnante nella nostra Scuola Media Parificata. «Come -dice il Padre - c'e il Vice... non guida?...».

Preferisce me, sono lieto e... lusingato. Si parte con la nuova 1100.

Prima tappa, Venosa, ricevuti da una certa nobildonna Signora Rapolla che vuol donare all'Opera la sua Casa-Villa

Colonica con un vasto appezzamento di terreni.

Siamo ricevuti, si visita sommariamente e si accetta... tutto pero andra a monte a causa del "Piano Fanfani" per espropri di "Bonifica".

Per le ore 11,00 siamo attesi a Palazzo S. Gervasio dove, dopo una visita lampo alia nostra Casa "Lo Sasso" e un saluto alle Suore, ci rechiamo alia Chiesa Madre per il Matrimonio dell'Ex-alunno, Dott. Sabbatella Franco, allora Direttore di Divisione al

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Ministero della Pubblica Istruzione, e la Gent.ma Signorina Angela D'Aloisi.

II carissimo Sabbatella, ora in pensione Direttore Generale al Ministero stesso, interpellate da me, per telefono onde precisare qualche particolare di allora, mi riferisce una frase del Padre, durante il sermoncino di saluto: "...il nostra e tra i peggiori... ma ha saputo scegliere una delle migliori ragazze del paese che frequentano la nostra Casa con le Suore...".

Per il pranzo (la colazione come diceva sempre il Padre) nonostante le insistenze di tutti, non c'e verso di farci restare... ci sono altri impegni.

«Prepara una "pagnottella" per il figliolo autista... sbrigati». La proposta e immediatamente accolta.

Si parte passando per brevissime visite di saluto alle brave Suore, di Maschito, verso Forenza. L'ora consiglia una sosta presso una fontanella di Banzi, localita che incontriamo lungo il percorso.

Mentre il Padre sbocconcella un po', io divoro I'imbottita pagnottella... (oggi la si chiama panino, ma non ha nulla a che fare con quella... preparata da due grosse fette caserecce, tagliate ad arte casalinga, direttamente da una "schianata paesana"...) e che buon prosciutto!

Intanto la fontanella ci disseta e qui comincia una lezione di Letteratura Latina su Orazio e la sua vena poetica.

Scherzosamente tento di declamare il verso oraziano: "... o fons Bandusiae, splendidior vitro..." «Tonto, non hai fatto la metrica al ginnasio?...» quindi Lui: "... o fons Bandusiae splendidior vitro...".

Era poeta nato il Padre, di famiglia direi, ... I'ho notato rileggendo in questi giorni i "Rifugi dello Spirito", "Con lei su le orme di lui" (Vol. I), "Manoscritti" (Vol. IV)... e, immediato mi e balzato alia mente il verso famoso deH'altro poeta latino abruzzese.

Ovidio: "...quod tentabam scribere-versus erat...".

Dopo questa breve sosta, salutare sotto tutti i punti di vista, si riprende il viaggio. Passiamo da Forenza lassu, poi a Barile, Rionero in Vulture, le altre tre Case e ci incamminiamo verso Rapone, un piccolo centra montano verso San Fele.

Ci accolgono il Parroco, il Sindaco e si attende il Vescovo per I'eventuale istituzione di un Asilo dell'Opera.

Si intuisce subito, dai discorsi di approccio, che I'Asilo si desidera in un locale da adattare vicino alia Chiesa Parrocchiale. II Padre non ci sta. Lui ed io, seguiti poi da tutti, ci incamminiamo verso il centra della via principale dell'abitato, e ci si ferma davanti ad un ampio posto recintato con un cancelletto sulla strada.

«Qui voglio I'Asilo, le mamme dovranno ammirare i loro piccolini e le figliuole piu grandicelle affidati alle Suore».

Naturalmente c'e protesta, discussioni, preferenze... il Vescovo insiste per la vicinanza alia Parrocchia...

Categorico il Padre: «Eccellenza, con tutto il rispetto e la venerazione alle autorita, I'Asilo "o si costruisce qui, o non se ne fa nulla... chiaro"».

E non se ne fece nulla. Si riparte per Potenza passando nei

pressi di Lagopesole, vicino al famoso Castello del Principe Doria, e qui lezioni di Storia e... storie sulla Lucania, il brigantaggio e tante altre cose che lascio immaginare a chi ha conosciuto il Padre...

Ho voluto riportare una quasi cronaca di una delle tante giomate indimenticabili, a distanza di anni, ma con sempre "...impressa la cara e dolce immagine patema... "e proprio il caso di ripere il verso dantesco.

Don Virginio FdD

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Debolezze degli educatori

In tempi in cui si indulgeva ancora a forme di punizioni corporali da parte di educatori, pa­dre Minozzi aveva ammonito severo: «Vogliamo proprio sperare sinceramente che nessuno mai, comunque attediato e innervosi-to, sia trascorso, in momenti di particolare stanchezza e di mancato controllo su se stes-so, ad alzare le mani contro un alunno qualunque, per qualsiasi motive. Ripugna a noi ogni scatto bestiale, ogni lercia violenza; lontanissima da noi e ogni punizione corporale, ogni cieca materialita» (da norme di Vita).

Principi inviolabili diventati poi leggi dello Stato e qualificanti per ogni societa degna di chiamarsi civile.

Tutti lo sapevamo il pensiero di don Gio­vanni. Ma la debolezza umana tante volte prevaleva sulle buone intenzioni. E che special-mente nell'immediato dopo guerra, nei nostri collegi gli alunni, orfani e non orfani, erano tan-tissimi, i Discepoli invece erano sempre pochissimi. Specialmente il Vice-rettore, per tanti aspetti, era come un "condannato ai fan-ciulli": solo con-contro 200-250 alunni, per 24 ore al giorno, per tutti i giomi della settimana, per tutte le settimane dell'anno, domeniche,

Natale, Pasqua e periodo estivo compresi. La stanchezza non la perdevi mai, perche mai i ragazzi ti concedevano riposo con i loro innu-merevoli bisogni, le loro tante esigenze. Ricoverati erano spesso anche alunni superiori ai 18 anni, veri adulti costretti ad un ritmo di vita adatto ai bambini. La disciplina doveva essere la padrona di casa, I'ideale e I'espressione della buona conduzione di un Istituto. Misura insie-me delle capacita educative del responsabile. II rischio di essere sopraffatti dal disordine che avrebbe reso impossibile la convivenza giova-nile era a portata di mano. La mentalita comune era quella di controllare la situazione con un amore di forza, oltreche con la forza dell'amore. Anche nelle famiglie i genitori la pensavano cosi! Consegnando i propri figli non mancavano di raccomandare di «dare loro quattro schiaffi se non si comportassero bene!» Mentalita del tempo! I castighi facevano percio parte ordinaria della vita dei ragazzi in famiglia, a scuola, e anche in collegio. La bacchetta dei maestri delle elementari la ricordiamo tutti!

Talora si arrivava purtroppo anche alia pu­nizione corporale con qualche schiaffo che sfuggiva di mano all'educatore. Cosa mortifi-

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cante per il ricevente ed awelenante per chi dolorosamente cadeva in tanta bassezza, che lo privava di gioia e di dignita e copriva di nuvolaglie cupe il cielo della sua anima.

Viene un giomo a sapere Padre Minozzi di un suo giovane confratello facile e recidivo in questo peccato. Lo affronta con decisione e gli chiede sdegnato: «E vera che picchi i figliuo-li?».

«Padre, come faccio!.. Sono tanti e sono grandi e spesso malintenzionati! lo debbo pure difendermi!.. Son capitati tanti episodi incresciosi gli altri anni!..»

«Anche questo e vera! Ma tu non puoi per-

metterti di farti sfuggire di mano il controllo dei tuoi nervi. Devi stare attento! L'educatore non pub essere un domatore! I figliuoli vanno amati e rispettati! E anch'essi ti ameranno e ti rispet-teranno». Va da se che talora quel gesto, che non va comunque scusato, non rompeva I'ami-cizia e la stima tra superiori ed alunni. Era mutua la comprensione. Ancora oggi gli ex rac-contano di queste awenture, ma con cuore svelenito con compiacente umorismo, che co­munque fa arrossire gli interessati che non possono non chiedere scusa oggi per allora.

Ma padre Minozzi aveva ragione! Mea culpa! m.c.

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Ai nostri abbonati I

Due preghiere semplici semplici, e chiarissime:

I. Rinnovar presto I'abbonamento, mandandoci la tenue offerta abituale. II. Trovarci altri abbonati per aliargare la famiglia, per moltiplicare il bene e

renderlo piu forte, piu simpatico, piu vivo.

E cost il bene: deve diffondersi: Chi I'ama, non puo che diffonderlo per goderne piu, sempre di piu. Che il bene e caritd. E la caritd e Dio.

P.G.M c.c.p. 33870007 intestate a:

OPERA NAZIONALE PER IL MEZZOGIORNO D'lTALIA Via dei Pianellari, 7 - 00186 ROMA

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ALLA SCUOLA Dl PADRE MINOZZI

E la nuova rubrica, che gia da alcuni mesi, e stampata nel nostra bollettino a finna del dott. Luigi (Jalaffu.

Egli si propone di ripresentare, uno al mese, attualizzandoli, tutti i pensieri di padre Minozzi espressi nella "BUONA NOTTE" (COME PAR-LO AI MIEI FIGLIUOLI).

Gli accenni fugaci che il Padre presenta in forma di immagini rapide ai giovani, diventano meditazione e filtro per la rilettura della vita alia luce delle sollecitazioni minozziane.

Ne deriva un apprezzabile lavoro, che la penna, 1'

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j j •il esperienza, la spiritualita e l'amore di Gigino per

il padre Minozzi rendono prezioso ed utillssimo per chi vuole fare della propria esLstenza un canto di lode a Dio.

Noi ne raccomandiamo vivamente la meditata lettura. La Redazione

EXALUNNI

« Venuti con una freschezza gioconda di vita, incaloriti via via e rosati i volti dagli animosi ricordi degli anni rigogliosi nelle belle Case del-I'Opera, onde trassero la nobile alterezza morale e il giusto sapere, una folia di ex alunni s'e riversata stamane per le aule varie e i van piazzali dell'Orfanotrofio.

Come un'ondata di ariosa musicalita ha in-vaso, aleggiandola, tutta la Casa.

Sfavillavano gli occhi innamorati, sonavan di riso i corridoi, le scuole, le officine.

E io godevo immensamente a vedere, in specie, i cari figli cresciuti e fatti gia, molti uomi-ni maturi, aggirarsi attomo in festa con le loro spose e i loro piccoli e ricercare e additare con pacata compiacenza, scherzevolmente, i posti della fanciullezza lontana.

Che splendore!

Era un raduno di ex alunni, uno dei tanti, ad Amatrice, e lui era affascinato dalla presenza

dei suoi «figli» divenuti ormai adulti. Erano di certo i primi, quelli delle prime ansie e delle speranze ancora tenere; quei figliuoli degli inizi faticosi che avevano messo a prova I'intento suo e del P. Semeria, di accoglierli, di nutriiii nel corpo e nello spirito e awiarli alia vita e al lavo­ro in modo degno.

Li aveva seguiti per anni, li conosceva uno per uno, ne aveva serbato il ricordo e di molti aveva benedetto le nozze. Ora erano li, "venuti con una freschezza gioconda di vita», con le spose e coi figlioletti, ai quali mostravano com-piaciuti i posti della loro fanciullezza.

Due le scene che ci colpiscono. La prima e quella degli ex che tomano gioiosi, festanti, che girano per la casa, rivedendo i posti che li ave­vano accolti ragazzi appena. Ogni angolo ridesta immediati ricordi assopiti, emozioni, amicizie conservate poi nel tempo.

Se quei posti sono riguardati con affettuosa carezza, e segno che conservano I'incanto del-

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Gruppo di Ex-Alunni ed amid a Napoli con il Vescovo di Pozzuoli ed il Padre Generate.

le cose buone, che hanno avuto il grande pre-gio d'essere vicine quando si cercava I'affannoso aiuto per trarre «l'alterezza morale e ilgiustosapere».

Scaturisce spontaneo il senso della gratitu-dine commossa, evidente nel modo di «additare alle spose e ai loro piccoli, con paca-ta compiacenza, scherzevolmente, i posti della fanciullezza lontana.

Lo facciamo sempre, ancora oggi, quando tomiamo alle Case della nostra fanciullezza e dell'adolescenza. E come rinverdire la nostra vita riportandola alia radice della formazlone piu intensa, di cui oggi misuriamo renorme ricchez-za. In fondo la commozione che assale discreta e piacevole e segno di autentica grati-tudine, inespressa magari, ma profondamente sentita.

L'altra scena che ci tocca e I'immagine del Padre. «E io godevo immensamente». Par di vederlo con un sorriso commosso, le mani ai fianchi, il cappello sbarazzino tirato all'indietro per lasciare ampia la fronte spaziosa lambita dagli ultimi riccioli arruffati.

Forse pensava ai sacrifici che aveva affron-tato col Grande Amico? O forse aveva come un sospiro di sollievo dopo I'accavallarsi tumul-tuoso di preoccupazioni specie nei primi anni?

No, di certo. L'amore vera e godimento del bene che balza evidente all'istante, e compiaci-mento del presente. Per il Padre, che mai vedeva se al centra delle attenzioni, che mai reclamava la riconoscenza dei suoi figliuoli per quanto aveva fatto, la visione che lo rendeva felice era canto di lode a Dio che concedeva ai suoi ragazzi la bellezza di ritrovarsi nell'attualita di un sogno awerato, e a lui di poter godere in perfetta letizia patema.

«Miei, certo, nostri, un po' nostri que' vispi frugoletti, quegli allegri bambini, nipoti nostri, dello spirito nostro.

Quanta gratitudine al Signore per tanta gio-ia, per si grand! doni!».

Quando ci incontriamo, reduci alle Case dell'Opera, non ci pare che stia ancora accanto anoi?

Luigi Galaffu

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Religione, arte, cvltura e vita

POVERA PECORELLA SMARRITA E NON PIU CERCATA!

E un tesoro questa brevissima parabola. E una eccezionale espressione dell'amore di Dio. Essa ci rivela I'alta stima di che gode presso Dio ogni uomo, anche quando e smarrito, cioe lontano da Lui e in preda ai suoi devastanti piaceri.

Insieme la parabola e fortemente pedagogi-ca e pastorale.

Una pedagogia pastorale estremamente coraggiosa o, meglio, paradossale, come tante altre proposte evangeliche.

E di una attualita sconcertante per il suo

riscontro negativo in una cristianita di smarriti e dimenticati.

Stupisce un Gesu che per una trascura novantanove pecorelle, che lascia per andare a cercare la smarrita, la capricciosa... Certo il nu-mero cento e fatto di tante unita: trascurare una e distruggere il cento. Un gregge va bene, ma dove ogni individuality ha la sua importanza ed il suo ruolo e la cui assenza non puo non esse­re awertita, non puo non essere causa di insonne preoccupazione.

Non cosl oggi nel nostra stile pastorale!

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Paurosa la situazione che caratterizza i nostri tempi.

La maggior parte delle pecore oggi sono smarrite. Si riscontra esattamente il contrario di quanto annunciato da Gesu: novantanove fuori ed una dentro! L'assurdo e quello che segue a questa constatazione: non si cercano le novantanove, ci si accontenta dell'una presen­ts, considerata grande come una diocesi e solo per la quale solo Gesu sarebbe morto. Essa viene molto ben servita e abbondatemente nu-trita, saziata di preghiere, messe, partecipazione a tanti gruppi: viene subissata di cure e di attenzioni di ogni genere con pastori in concorrenza tra loro, attenti a non farsela sfuggire verso altri ovili.

Le altre pecore, quelle smarrite e lontane, non interessano: non sono smarrite, hanno semplicemente fatto scelte diverse., percio possono restare fuori, smarrite ed ignorate!

"Formazione alia Meditazione" leggo sulla porta di una chiesa. Mi incuriosisco e chiedo, chissa!?. La risposta? «Non sanno piu che dare a questi pochi cattolici che frequentano le chiese... Tanto il timore che diventino proseliti del buddismol... Li stanno letteralmente ingol-fando. E son sempre le stesse persone, che non hanno bisogno di conversione!.. Spendes-sero un po' di forze per raggiungere i lontani, che pure mostrano tanta sete di sacro, di divi-no!»

Cosl I'impressione estema: le forze cattoli-che si consumano per i cattolici frequentanti, non per i lontani. Forse hanno ragione i Testi-moni di Geova quando ci accusano che siamo seduti ad aspettare chi viene a trovarci. Non siamo piu cercatori di anime! Salvare i salvati, cercare i giusti. Ma Gesu dice di non essere venuto per questa categoria. Non era necessa-ria la sua venuta e la sua morte per bonificare i gia buoni.

Pochi i sacerdoti, scarse la vocazioni: per-che dovrebbero essere piu numerosi, ci si chiede in giro? In tanti luoghi ci si danno gomitate feroci tra pastori di pecorelle fedeli!..

E poi anche i religiosi si son messi a fare i preti, i custodi cioe dei non smarriti!...

Ritornero al pensiero di padre Minozzi quando afferma che sono troppi i preti, ma po­chi gli apostoli, gli operai! A che serve aumentame il numero? II padrone che continua ad ingaggiare operai da tenere oziosi, mentre le messi si perdono, non rivela molto buon sen­se Chiamare per dare stipendi? O per far lavorare su un terreno gia lavorato? Sarebbe assurdo! Riporto un brano delle forti parole del nostra Fondatore: «C'e da vergognarsi di noi come di traditori della nostra fede, noi che ci culliamo nella mondanita delle lodi onde e fatal-mente pieno il pur necessario ministero cittadino, e dimentichiamo i fratelli che gemono vicino desolati, noi che saziamo troppo sovente i gia sazi, e lasciamo morir di inedia chi ha fame e chi ha sete.

Occorre guardare lontano con animo gran­de". E siamo al 10 giugno 1921, quando ancora le chiese italiane erano affollate e le pecorelle smarrite poi non preoccupavano piu di tanto.

Nel 1927, scrivendo ai Discepolini da Spinazzola ancora rileva: «Ho inteso, oggi piu di ieri, la freddezza desolata del mondo verso Gesu, la tremenda stoltezza dell'umanita che cerca la vita lungi dalla vita, pe' i bassifondi oscuri della morte.. Non ho visto che scarsa, — ahi, quanto scarsa! — gente partecipare di-stratta e fredda al memore rito della Sposa fedele.. il resto turbina nel vento della vanita. Che squallore religioso, che miseria morale. Quanto poco si e fatto nei secoli per conquista-re il mondo a Gesu! Quanta messe e caduta e cade tuttora, non raccolta dagli operai sonnacchiosi, per gli aridi campi. Figliuoli miei, crescete degni della missione divina. Sia in voi una febbre di conquista che vi divori a ora a ora!»

Chi ci dara forza e coraggio per liberarci da tante assurdita? E chi ci difendera dalla aggres-sioni dei fedeli che non ci vedranno in chiesa ad intonare il rosario perche impegnati in perife-ria, nelle case di chi ignora le chiese o nelle piazze dove innumerevoli sono le pecorelle smarrite?

M. Celiberti

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«IO SARO L'AMORE!»

Alia fine di febbraio, il noviziato dei Discepo-li ha partecipato alia XXXVII settimana di spiritualita promossa dal Pontificio Istituto di Spiritualita Teresianum' di Roma.

Con il tema: 'Teresa di Lisieux, Genio Spiri­tuale e Magistero Ecclesiale", la settimana si e proposto come scopo una riflessione sulla dot-trina spirituale della giovane carmelitana, in preparazione al centenario della sua morte.

Vogliamo, nei limiti del possibile, fare una breve sintesi di uno dei tanti aspetti della dottri-na teresiana vissuta come momento forte in questi giomi: il suo messaggio di amore.

Nata il 2 gennaio del 1873, in Alengon, Francia, Maria Francesca Teresa entra a 15 anni nel Carmelo di Lisieux, dove vive 9 anni di intensa e straordinaria vita spirituale. Scrive, per obbedienza, prima di morire, nel 1897, le

sue esperienze interiori: "Storia di un'anima", in cui narra la sua vocazione. "Si, ho trovato il mio posto nella Chiesa, e questo posto, Dio mio, me I'avete dato Voi! Nella Chiesa io saro I'amo-re". Cos! ha vissuto e fatto conoscere la piccola via dell'infanzia spirituale, significando la forza dell'Amore di Dio nel cuore della Chiesa.

Istruita dal Divino Maestro: «E Lui che si inclina sul mio cuore e mi istruisce», la giovane carmelitana ci ricorda, con una semplicita scon-certante e convincente, la piu radicale verita evangelica: Dio e Amore.

Sorto per opera dello Spirito Santo, il mes­saggio teresiano si ispira interamente al Vangelo, che illumina ogni attimo della esisten-za della santa e ne impregna ogni fibra del cuore. Per lei il Vangelo e tutto Amore: Amore di Dio per noi, prima di tutto e amore nostro verso Dio e verso il Prossimo.

Maestra delle novizie per alcuni anni, Tere­sa di Lisieux, condotta da Dio al cuore del Vangelo, e diventata maestra di vita spirituale autentica per tutti i cristiani. E, secondo Io spiri­to delle beatitudini, lei ci insegna ad amare I'Amore.

II suo segreto sta nell'essere pienamente consapevole d'essere piccola, debole: «lo mi considero come un uccellino debole... Nono-stante la mia piccolezza, oso fissare il Sole divino, il Sole deH'Amore».

Suo profondo desiderio e abbandonarsi completamente alia volonta divina. «Oh com'e dolce la via dell'Amore! Voglio dedicarmi a fare sempre, con il piu grande abbandono, la volon­ta del Signore».

Teresa ha vissuto una breve esistenza. Ma il suo brevissimo passaggio attraverso questo mondo continua a far risuonare nel cuore della Chiesa I'Amore di Dio per tutti gli uomini.

Facendo tesoro dell'esempio di Teresa, possiamo anche noi dire ad alta voce: "Gesu, Amore mio, la mia vocazione I'ho trovata final-mente: la mia vocazione e I'amore".

Claudio Domingos Fernandes novizio

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ERO SOLA

Ero sola, lungo la via. Una tristezza terribile. Ero immersa nelle

mie cose, e non ne uscivo. Sentivo il peso enorme di una croce e, stranamente, le mie spalle erano vuote: dov'era quella croce che tanto mi pesava?

Cera, piu avanti di me, un uomo curvo, sanguinante: la portava Lui. E stato un attimo incredibile. lo piangevo per una croce che un altro portava per me: era Gesu!

Allora, vedendo la via vuota, mi sono resa conto che ero rimasta molto indietro, mentre Gesu avanti, portava il suo fardello, che era il mio.

Non so che cosa mi e accaduto: ho amato quell'uomo, I'ho chiamato; era sanguinante, ma aveva uno sguardo incredibile, denso di amore, indescrivibile, talmente povero da lasciarmi in-credula e stupita.

Allora I'ho chiamato e gli ho detto: «Gesu, fermati, Gesu! Sono rimasta indietro, vieni a prendermi, rimetti sulle mie spalle questa cro­ce; dammi la mano, fammi camminare con te, perche da sola non posso portarla. Lasciala sulle mie spalle e portami dove vuoi. Non ho la fede dei santi, ne dei grandi, ma una piccola fiammella, che oscilla tra la luce e le tenebre, una fiammella che brucia e rischia di spegnersi aiprimiventi".

Non mi rispose, ma nel suo sguar­do lessi la compassione, per­che ancora non uscivo dallo stri-sciare del mondo: ancora dubbi, an­cora piccinerie, senza grandezze. Ancora false umilta, senza purezza, un cuore senza santi-ta. Una pochezza d'animo senza ar-dore.

Ma allora, Signore, che cos'e la santita del-I'amore?

Mi ripose: «Chi non rinnega se stesso, e prende la sua croce non puo che fare pochi passi, e cadere, e restare a piangere sulla ca-duta, senza avere la semplicita di alzarsi, chiedere scusa e continuare sapendo che non il suo piccolo cuore puo sostenere il grande amor di Dio, ma che il suo piccolo amore lo rallegra, lo rende vivo, autentico, vera, senza false resistenze; sapendo che I'amore di Dio e fedele, puo sfidare il mondo, nella fede, perche la croce non e che la chiave del Regno di Dio, per il cuore dell'uomo e del mondo. Che la fede di Dio nell'uomo e piu grande della fede dell'uo­mo in Dio; eppure si completano nell'abbraccio della croce, per essere un unico amore, indis­soluble ed etemo.

E difficile togliere a Crista la croce, impossi­ble; Egli vi regna e con Lui anche I'uomo. Eppure non v'e tristezza nei suoi occhi, ma solo la gioia di avere donate tutto, proprio come un bambino quando regala il suo bene piu grande senza ripensamenti; vivo, piu vivo che mai, sbalordisce gli increduli e gli insofferenti come me, perche nessuno e obbligato a por­tarla o ad essere crocifisso: lo fa Lui per tutti. E chi vuole lo segue.

Liliana Claps

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GIORNATA VOCAZIONALE MONDIALE

La quarta domenica di Pasqua e consa-crata dalla Chiesa alia preghiera per le vocazioni sacerdotali e religiose.

Rispetto a tutte le altre Giornate, quella del-le vocazioni non si prefigge tanto di raccogliere offerte quanta di corrispondere all'invita di Gesu: "La messe e molta, gli operai sono po-chi. Pregate il Padrone della messe che mandi operai nella sua messe".

La preghiera e quindi la prima, la piu impor-tante e la ineludibile delle strategie per risolvere il problema della carenza di sacerdoti e di con-sacrati nella Chiesa.

Dall'orazione scaturiranno poi tutte quelle energie e dinamiche atte a rispondere alle istanze attuali.

In questo contesto noi, non solo vogliamo sperare, ma siamo fiduciosi che una particolare intenzione di preghiera costantemente sale al Padrone delle messi da parte dei nostri Lettori per le vocazioni nella Famiglia dei Discepoli e tra le Ancelle del Signore, chiamate a pro-lungare nel tempo lo spirito e I'Opera di carita awiata dai venerati Fondatori P. Giovanni Semeria e P. Giovanni Minozzi.

In prima linea amiamo vedere gli Ex-Alunni

dell'Opera, per un doveroso senso di ricono­scenza. Beneficiati dalla carita delle nostre Istituzioni e dall'operosita di tanti Discepoli, de-vono sentirsi debitori e restituire con la preghiera quanta sentono in coscienza d'aver ricevuto con tanta gratuita. Preghiera "perche il Padre celeste benedica e moltiplichi i Discepoli suoi, li accenda tutti d'ardore divino, li faccia seminatori infaticati di bonta, suscitatori perenni di speranza e di fede pel mondo che n'arde".

Immediatamente dopo riconosciamo la gio-vane, ma numerosa e promettente schiera della Famiglia Minozziana, quanti cioe gravi-tano attorno alle nostre Case ne respirano e ne vivono la spiritualita e lo slancio apostolico. Di molti siamo a conoscenza del loro impegno di intercessione per ottenere dal Signore I'adesio-ne di anime generose nella Famiglia dei Discepoli e tra le Ancelle del Signore. Pensia-mo al Gruppo Maria Marchetta e ai Gruppi di Intercessione di Potenza, Gioia del Colle e di Siponto. Mentre esprimiamo riconoscenza a tanta sensibilita, invitiamo a perseverare in que­sto nobile servizio di memoria.

Un grazie tutto speciale va a tutte le Suore operanti nei nostri Istituti, delle quali ci com-

Ex-Alunni ed Amici in preghiera con il Padre Generate.

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muove il vivo attaccamento alia nostra Opera e alia Famiglia dei Discepoli. Ci e nota la loro quotidiana preghiera e I'opera di sensibilizzazione a favore delle nostre vocazio-ni. Da esse speriamo ancora molto per una rinnovata primavera di consacrati.

Da tanta corale preghiera di intercessione siamo sicuri di ottenere quel manipolo di operai evangelici che il mondo oggi attende, special-mente fra i poveri, destinatari della nostra sollecitudine.

Con la supplica fiduciosa noi vogliamo che quanti sono stati sopra citati mettano in atto anche iniziative concrete di sensibilizzazione e di proposta e che si facciano banditori e soste-nitori di tutte quelle attivita che come Opera e come Discepoli conduciamo.

E veramente difficile per la mentalita mo-dema con I'ideologia liberale che le appartiene, dove lo spirito si libera di ogni trascendente, entrare nella dualita del bene e del male; e assai piu, riconoscere che "le tenebre" nello specifico significato salvifico biblico, si identifica-no con il peccato, provocazione della persona aliena che c'e, esiste e in tutto il suo potere, conferitogli ai primordi del pensiero divino, si contrappone in continuo agonismo al suo crea-tore, Dio.

Sempre piu i mass media ci danno informa-zioni di una realta negativa che prende piede, purtroppo, soprattutto nei nostri giovani.

I punti di richiamo, che per noi potevano sempficemente essere un buon posto di lavoro per tirar su uniti una famiglia con prole, o una bella vocazione sostenuta orgogliosamente dai familiari, ebbene i punti di riferimento si sono ora spostati e.... di molto.

II bombardamento continuo per tutti diseducativo (vedi films, telefilms, telegiomali con notizie devastanti durante i pasti quotidiani, cassette pornografiche liberamente in vendita)

Dagli Ex-Alunni auspichiamo una piu entu-siasta testimonianza e divulgazione della figura e dell'Opera dei Padri Fondatori specie tra i loro figli e nipoti (ed anche pronipoti!) e la segnala-zione o I'invio di giovani volenterosi alia nostra Sede Centrale di Roma, per un'esperienza vocazionale.

Come primo gesto concreto e collettivo pro-poniamo un'Ora di Preghiera personale o comunitaria il giomo 29 aprile dalle ore 21 alle ore 22.

Sospenderemo ogni nostra attivita, spegne-remo i televisori, rinunceremo all'uscita con gli amici, ecc. per trovarci idealmente e spiritual-mente tutti insieme per perorare dal Divino Maestro numerosi e santi Discepoli ed Ancelle del Signore.

Cesare Faiazza FdD

cade essenzialmente su: sesso smodato e malsano, scalate a carriere prive di scrupoli e denaro, con ampi e facili guadagni che possa-no permettere, attraverso esibizionismi

C'E BISOGNO DI RESURREZIONE

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paradossali, di emergere in un protagonismo con assoluta mancanza di contenuti morali.

Per questi dei idolatrati si fa tutto, fino a violenze dell'odiema nostra gioventu per pro-blemi non risolti o per obiettivi non immediatamente raggiunti (come la scuola, I'universita, il lavoro, la precarieta degli affetti nella famiglia e nella coppia) e la carenza di valori veri altemativi, sono causa di incapacita a perseguire con tenacia e pazienza quanta si dovrebbe raggiungere.

Percio anche il suicidio viene scelto come conseguenza limite di suggestioni deliranti per un fallimento spesso affidato, come si usa oggi, a pratiche occulte, piuttosto che alia grazia di Dio sicuramente edificante e sicuramente riso-lutiva.

II liberismo delle coscienze, con il voler fare individualmente cio che si vuole, porta poi a scombinare la compattezza del sociale, dove invece e in gioco la vera liberta delle persone, liberta che arriva la dove non intralcia e non nuoce all'altro.

Siamo dawero nel periodo in cui:

"Anche il prof eta e ilsacerdote si aggirano per il paese e non sanno cosa fare"? (Ger. 14).

E ci chiediamo se noi adulti credenti siamo riusciti, anche con la nostra coerenza, a ben presentare, a dare il fascino dovuto alia figura del Dio creatore, che proprio per definizione e Signore della vita, in quanta crea e non distrug-ge, non ha nemici perche non li coltiva, non conosce e quindi non nutre odio o rivalsa per­che porgendo I'altra guancia annulla in se tutte le offese; e sempre si propone in tutto il suo splendore come vivezza d'amore e tenerezza nel perdono, sobbalzo e stimolo all'anima per uscire dal giogo tenebroso dell'opposto.

E proprio questa continua energia positiva scaturita dal divino che rovescia le posizioni patrimoniali del male, perche piu stiamo nella miserabile ostinatezza deH'errore, piu lo spirito ci attrae a se per farci intendere sulPimportanza della rinuncia al male; ci consiglia e ci converte se siamo duttili nel recepire e nell'ascolto, per riportarci poi giustificati agli occhi compiaciuti del Padre. Dio e un continuo farci divenire se stesso (...a sua immagine e somiglianza). E la luce emanata dalla resurrezione e il riflettore che, speranza per noi di un programma finale, inquadra il nostra profilo di vita battesimale sovrapposto e inserito al profilo del risorto, me-diatore tra noi esseri muniti di pensiero e sensi e una verita assoluta unica che abbia ragione di giovare a tutti e formi un corporativismo di

benessere sia spirituale che terreno, per poter vive-re dawero meglio nel rispetto del prossimo, tra uomini di ispirata coscien-za.

"Quando il Signore elargira il suo bene

la nostra terra dark il suo frutto"6\ce il salmo 64.

E il bene del Signore e sempre abbondantemente elargito su tutti dal sangue copiosamente versato di un figlio unico, che risor-gendo perche Dio, ha tratto

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fuori tanti altri figli dai disastri morali, accollandosi e tramutando la cellula umana in quella divina.

Siamo dunque nel binario giusto se appro-fittiamo e ci agganciamo alia salvezza di Cristo, guida ad un piano sopraelevato da cui e piu visibile la nebbia e I'oscurita che c'e in basso; la sotto nelle tenebre dove ci si scontra, s'inciam-pa, si cade e si versa nel male.

Percio dentro di noi abbiamo bisogno di riscoprire la resurrezione, per capire e non sot-tovalutare le necessita ohe sorgono da un periodo storico che si presenta diverso da quel-lo passato. Cerchiamo una cultura evangelica piu idonea e piu veemente che accompagni il

continuo frenetico evolversi del mondo che per-sino le scatole magiche dei computers in un batter di ciglia riescono a stravolgere.

Le cose cambiano troppo in fretta, proviamo anche noi a reggeme il passo accompagnati dalla fede, magari non piu con il lumicino ad olio che fievole nelle metropoli tenderebbe a spe-gnersi, con fasci rinnovati di luce dalla parola di Dio, a getto continuo senza stancarsi come la­ser rigeneratore sulle ossa fiaccate, e allora

"sulla terra anche ilsuo messaggio correra i/e/oce"(salmo 147)

Rita D'Annunzio Lombard!

IL DONO DELL'ANZIANITA

Spesso mi capita sentir dire, da persone anziane che sono stanche di vivere. E tale espressione mi sgomenta. Sono anche io an-ziana, ma vivo questa mia condizione abbastanza serenamente. La vita e dono me-raviglioso di Dio e non dobbiamo amareggiarla con ingrate recriminazioni auspicando la fine dei nostri giomi terreni.

Non e vera che la no­stra esistenza e ormai inutile e gravosa o quanto mai triste.

Ora, che non abbiamo piu ambizioni per le cose del mondo, possiamo fare analisi approfondite della nostra fede, liberi da ogni distrazione e da ogni egoi-smo, ed arricchirci interiormente aprendo il proprio cuore agli altri nei rapporti quotidiani, donan-do amore. E poter giungere cosi al traguardo finale con cuore leggero, forti della Fede in Lui, so-

stenuti dalla certezza che Dio non abbandona chi ripone in Lui la speranza di salvezza.

A tutti i miei coetanei il piu affettuoso augu-rio di serenita fino a quando il Signore ci accogliera nella sua gioia.

Romano Letizia Casa per Anziani "Padre Semeria"

Gioia del Colle (BA)

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L'AMORE PIU GRANDE

«Nessuno ha un amore piu grande di questo, dare la vita per i propri amici» (Gv. 15, 12). E questa I'espressione sovrana, la massima rivelazione d'amore che chi ama possa produrre; fu Gesii stesso a sancirlo instaurandone la moda con I'esempio.

Consapevoli del rischio che si corre a ridurre la croce a sapienza di discorsi, riproponiamo un aspetto sempre nuovo dei nostri modelli, sempre oggetto di riflessione e di domanda.

Nel 30° anniversario celebriamo questa volta la mor-te di Maria Marchetta, quella che nelle modalita, nei desideri e negli scopi assomiglia tanto, per donazione, a quella del suo Modello supremo. Bruciata dalla passione di vedere realizzata flnalmente in unita il Corpo di Cristo, le Chiese, con il movimento ecumenico instaurato dal Concilio, che trovava applicazione negli incontri di Papa Paolo VI con Atenagora e Michael Ramsey, non sapen-do come rendere piu potente la sua richiesta al Padre, impegno la sua vita in olo-causto.

Offerta accettata e con-sumata il 7 aprile 1966 in Grassano (Mt).

Fu la suprema offerta, I'ultima grande offerta, che concludeva, motivava e co-ronava altri tentativi in tal senso, numerosi quante le richieste e le tragicita dei casi a lei presentati. Maria non si limitava a presentare al Padre sporadiche e palli-de preghiere per la soluzione dei problemi altrui: per lei I'impegno di preghie­ra era assunzione di responsabilita e profusione di energie spirituali e di vita in vista di una reale soluzio­ne del caso. A costo anche di rimetterci personalmente, di far ricadere su di se i disa-gi, i guai fisici, la stessa morte degli altri pur di libe-rarli e far scendere su di essi piogge di benedizioni. Non amava lasciare a mezz'aria, cioe insoluti i problemi dei fratelli applicandovisi con generici riferimenti. Un pio ed accorato desiderio di ve­dere nella gioia fratelli aggravati dal peso di croci pesantissime, non risolve piu di tanto. Una robusta, insi-stente preghiera di intercessione, sostanziata e corroborata anche di sacriflci ed azione apostolica non pub non produrre gia sorprendenti effetti.

Maria e I'Unita delle Chiese interpretata da Caterina Liuzzi.

Le quotidiane preghiere, notturne specialmente, di Gesu di Nazaret rendevano sempre piu efficace e splen-dido il suo ministero ed illuminata la sua azione apostolica. Quando pero Egli voile la realizzazione del grande progetto della salvezza del mondo, cioe dell'attra-zione a se per il Padre di tutti gli uomini, ricorse non soltanto alle preghiere, ma fece diventare preghiera-co-mando I'offerta della sua vita, lo spegnimento straziante della sua giovinezza, costrerta alia croce, per la causa redentiva. Allora tuffo cambiera e la storia sara sowertita perche riportata e reinquadrata nel progetto divino.

«Non c'e amore amore piu grande di questo: dare la vita ..» Parafrasando diro: « non c'e preghiera piu grande e piu efficace di quella associata all'offerta della propria vita».

Non si puo usare una piccola preghiera per una grande causa. Si nchiede una giusta proporzione tra mezzo e fine per rendere onnipotente I'intercessione dei

credenti. L'offerta della vita rap-

presenta in tale contesto il vertice di ogni intercessio­ne.

L'unita delle Chiese non e problema di facile so­luzione: molto richiede. Esige l'offerta di vite sante, di non comune levatura mo­rale, che nella lieta sopportazione delle soffe-renze completino nella propria «carne quello che manca ai patimenti di Cri­sto, a favore del suo Corpo che e la Chiesa» (Col 1.24).

La conversione del maestro Carbone, dovuta senz'altro alle preghiere di Maria, non e dello stesso spessore della ricostruzione dell'unita delle Chiese! Va-rieranno percio modalita, quantita e stile di preghiera: l'unita richiedera il tutto dal­la giovane orante, ne richiedera la vita stessa. Ed Ella non esitera a metterla in offerta veramente spe-ciale.

Quest'amore grande di-venta cosi anche la misura

e la manifestazione della grandezza dell'offerente. Con questa misura va misurata Maria Marchetta:

sara questa la misura stessa deH'altezza della sua santita.

Mix

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DaJle case nostre • m

Francavilla al Mare - Casa di Riposo "Madonna delta Pace"

ARRIVEDERCI MADRE SERAFINA PERSICO!

Cos! ora e ufficiale: la Madre Superiora di questa Comunita, giunta a Francavilla al Mare died anni or sono e, stata trasferita.

E giunto il momento degli abbracci, degli addii, delle lacrime e della partenza.

Ho conosciuto molto profondamente questa Suora Giannellina e per lei nutro un affetto filia-le; per questo e molto difficile per me vincere la naturale commozione per questo distacco e scrivere il saluto ufficiale, senza cadere nella retorica e senza esaltare il personaggio. Le no­stre Suore, quelle che operano collaborando con la Famiglia dei Discepoli, sanno bene che le esaltazioni della personality, non valgono quelle dello spirito.

Certo, per Madre Serafina si tratta di un distacco doloroso.

Nei lunghi anni trascorsi a Francavilla, Ma­dre Serafina e stata sempre sollecita con tutti, sia con le opere sia con parole di conforto, su tutto e tutti ha sempre vigilato con amore ma-temo senza mai risparmiarsi. Chi I'ha vista al lavoro e rimasto colpito da tanto impegno; sempre di corsa, sempre vicina a quelli che piu degli altri avevano bisogno di aiuto.

Ora e giunto il momento triste dei saluti. La famiglia dei Discepoli e cosciente di perdere una Suora di levatura eccezionale e tutti, il Su-periore Generale D. Michele Celiberti in testa, la salutano con vero amore filiale e con infinita gratitudine. Noi tutti che abbiamo avuto la fortu-na di starle vicino, ringraziamo Dio per avercela donata per questi died anni. Mi sgorga sponta­nea, dal cuore, questa preghiera: Signore, proteggila e dalle ancora la forza di vivere la

Fede, sempre da protagonista silenziosa e fa che la generosita, la virtu e I'amore che Madre Serafina ha profuso senza risparmiarsi, siamo dei semi fecondi per le vocazioni di giovani Re­ligiose.

Arrivederci, cara Madre Serafini; di nuovo grazie!

In sostituzione di Madre Serafina e gia giun-

Madrc Serafina in abituale atteggiamento di servizio.

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ta la nuova Superiora Suor Maria della Pace, giunta da Roma. Certo di interpretare il pensie-ro di Don Michele Celiberti e di tutti i Sacerdoti della Famiglia dei Discepoli, esprimo a Madre Maria il piu cordiale benvenuto fra noi e insie-

me a questo affettuoso saluto, I'augurio piu caro per un periodo denso di opere importanti. Coraggio, Madre Maria della Pace, qui c'e mol-to da fare e con I'aiuto di Dio... buon lavoro!

Sergio Di Nardo

Da Gioia del Colle

ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI PADRE GIOVANNI SEMERIA

Dal Nord e dal Sud, dal centra e dalle peri-ferie della penisola, Discepoli, Ancelle, fratelli laici, ex alunni, amici, donne, giovani, ragazzi accorrono verso la Casa per Anziani Padre Semeria di Gioia del Colle dove domenica 17 marzo, si celebra I'anniversario della morte di Padre Giovanni Semeria.

Un via vai gioioso e trepidante aveva prepa-rato 1'awenimento nei mesi precedents Tante le persone sollecitate. Tutte in riflessione. Tutte in azione. Coinvolgimento totale! Era necessa-rio irraggiare e rallegrare in profondita Urgeva arrivare a tanti.

Inoltre.... come rendere viva una presenza? Alle ore 10.00 il cine-teatro parrocchiale del Sa­cra Cuore, annesso alia Casa, accoglie con canti festosi rarrivo dei convenuti dalle varie Case dell'Opera, Roma, Potenza, Matera, Policoro, Napoli, Ofena, Bari, Gioia del Colle: II

salone, ormai gremito, e salutato dal Presiden-te dell'Associazione ex alunni e dalla Famiglia Minozziana, Michele Leone, che awia la gior-nata. II Padre barnabita professor Sergio Pagano, vice prefetto deH'Archivio Segreto Va-ticano, illustra il tema: "Scienza della Carita, Carita della Scienza".

Immediatamente dimostra la stragrande in-novazione e I'estrema validita del pensiero Semeriano. La carita va fatta con studio, con scienza, con lungimiranza, diffondendo cultura a tutti... La carita mira a risollevare la dignita di tutti quegli uomini che rischiano di non averla. La carita fa superare la prowisoria elemosina per innalzare I'uomo alia sua vera natura di figlio di Dio. La carita non tace ai ricchi i loro doveri verso i poveri e ai poveri le loro respon-sabilita verso i vecchi... La carita e un bene sociale.

// Padre Generate, D. Michele Celiberti con Padre Sergio Pagano e gli Ex Becci, Del Tiglio, Granieri e Giovanni Colapietro.

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Guizzano a destra e a sinistra gli occhi per-spicaci dell'oratore. S'innalza e si abbassa la voce, ora calma e suadente, ora vivace e pro-rompente. Nella foga, si leva alto il braccio, proteso in avanti ad elevare piu e piu il popolo. Volano neH'aria intomo la lunga barba brizzola-ta e i capelli incolti, magnifica corona al volto appassionato. Ribelle come un vulcano. Pene-tra come una pioggerella benefica. Prende tutti. Awolge. Sconvolge, I'oratore!

A tratti il popolo si fa muto e stupito in sano ascolto, a tratti esplode in fragorose risate e in applausi scroscianti. Tutti all'unisono. Tutti affratellati. Tutti insieme. E insieme si mettono in cammino, subito dopo, verso la Chiesa Ma-trice del paese. Calzati i sandali, cammina I'Educatore con il popolo, ma ora avanza ora indietreggia, ora si ferma ora si affretta, ora ritarda. Si affianca sia all'uno sia all'altro, guar-da ciascuno in volto, dispensa a tutti un sorriso, chiama ciascuno per nome, conosce, ama... Contatta tutti, guida ed incoraggia, sollecita e sospinge, consola. Instancabile e determinato. Dolce e forte. L'educatore.

Alle ore 11,30 ha inizio la solenne concelebrazione presieduta dal Superiore Ge­nerate dei Discepoli, Padre Michele'Celiberti,

Amici ed Ex in attesa della conferenza di Padre Pagano.

Gruppo di Matera guidato da D. Alba Carmenio.

che invita I'assemblea a pregare per le medesi-me intenzioni, costruendola in unita. Collega quindi il tema Semeriano "Scienza della Carita,

Carita della Scienza" con il metodo e il contenuto Evan-gelico "II cieco nato". Indica quest'ultimo come I'uomo recuperato pienamente dal-I'incontro con Gesu Nazareno alia sua grandezza e alia sua dignita di uomo tra gli uomini, capace di pensiero e di vivere autonomamente, capace di decidere del pro-prio destino, capace di influire su quello degli altri. Acquista-re statura alta di carita occorre! Conquistare la visio-ne che vuole divinizzare I'uomo urge!

II Servo di Dio, immerso nella preghiera, gli occhi leva-ti al cielo si abbandona

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amorevolmente tra le braccia del Divino Piro-mane che lo sospinge a fomentare il fuoco per accendere ogni uomo e per divampare tutta la terra. Estremamente concentrato. Assoluta-mente contemplativo. II Servo di Dio!

Intomo a lui, in preghiera, uomini, donne, giovani, angeli, Santi. Armoniose le voci innal-zate a rendere grazie. Intenso il profumo di Paradiso. Delizioso il sapore di Santita. Terra e cielo meravigliosamente insieme!

Via via, altri entrano incuriositi e si uniscono al popolo orante. Lo stuolo si accresce, si infol-tisce, si propaga. Su tutti, la luce a tratti tenue soffusa delicata, a tratti vivida, intensa, brillante supera lo scuro della penombra, oltrepassa il buio della notte, squarcia il velo delle tenebre. A poco a poco, ogni uomo apre gli occhi e ... vede! E tutti si sparpagliano riconciliandosi con I'umano... e il divino e ritornano alia propria quotidianita con una decisione piu radicale, con una volonta piu tenace, con una spinta piu forte

alia generosita, alia carita che si fa dono di se, alia lezione muta del fare. Accresce la Fede! Dilata la Forza! Ingigantisce la Spe-ranza! Non dimenticano "Scienza della carita, carita del­la scienza".

L'Oratore, I'Educa-tore, il Servo di Dio ha colmato di se ogni cuore! Ma, dov'e in questo momento? Come? II 15 marzo 1931?65annifa?Sie unito al Padre Cele­ste? Eppure, tutti I'hanno visto, I'hanno udito, I'hanno tocca­ta... Possibile?

Si, Padre Giovanni Semeria e diventato una nutrita Famiglia che, come quercia ve-

geta e rigogliosa, protende le sue radici nel piu profondo dell'umanita e svetta i suoi rami nel piii elevato della Divinita. Riparo sicuro per nidi e cinguettii. Si accresce sempre di piu lo stuolo dei suoi fedeli, dei suoi seguaci, dei suoi imitatori. Echeggiano i suoi insegnamenti in tut­ta la Chiesa, nella Societa degli uomini, sulla terra intera.

Sara una presenza viva fino a quando non si esaurira il ricordo e non terminera I'Opera dell'ultimo dei suoi figli. Esaurirsi? Terminare? Ma no! Crescere ancora, lievitare, dilatarsi, dif-fondersi, estendersi, espandersi ingigantirsi: tutti in cammino verso la Perfetta santita. Tutti pronti a cantare in etemo la liturgia festosa del­la lode e della gloria nel tempio immutabile avente per colonne gli alberi e per tetto il cielo, vivificato dall'abbagliante sole!

Presente, Padre Giovanni Semeria!

Gina Celiberti

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Da Senise

NON SAPEVO CHE FOSSE COSI FATICA MORIRE

"Signore, insegnaci a contare i nostri giomi e giungeremo alia sapienza del cuore" (Sal 90,12).

Alia sapienza del cuore! A quella sapienza cioe che dice al cuore cosa e chi vale e va amato, per chi o perche va vissuta e donata la vita. Perche e proprio l'«amore che sa» a ge-nerare donazione radicale ed irreversibile di vita. Questa sapienza del cuore ha motivato tutta I'esistenza di

Suor Maura Solazzi

delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore, fon-date da Mons. Carlo Liviero, vescovo di Citta di Castello.

Da giovane ebbe il sentore deH'amore di Dio e decisa ad essere solo e tutta di Gesu, e, in Lui, tutta e sempre degli fratelli bisognosi, sotto le cui spoglie, Egli, il Nazareno, si vela, non esito ad abbracciare eroicamente la via delta sapienza, tanto grande e stupenda, quan-to stretta e spinosa, entrando nella vita consacrata.

«Voi che avete lasciato case o campi, fra­telli... figli... avrete il centuplo su questa terra» (Mt 19, 29).

Parola mantenuta ed awerata! Suor Maura ha avuto figli a cento a cento in

tutte le istituzioni in cui la Prowidenza I'ha chia-mata a servire.

Fu proprio Lei ad aprire la Scuola Materna di Senise (Pz), e, in una diecina di anni prima ed in questi due ultimi poi, ha avuto una marea di figli per i quali si e consumata tutta, fino a non avere piu respiro, fino a lasciarci la pelle sulla breccia, senza concedersi riposo, anche quando le spettava di diritto, e senza aver mai riguardo per se stessa, che ha bistrattato "disu-manamente".

Lo stile e la moda delle Suore! Sempre e prima gli altri, dopo, se c'e tempo e spazio, se stesse!

Anche il pensiero della paura della sua mor-te fu per gli altri, per le sue consorelle, alle quali si preoccupo tempestivamente di raccomanda-

re: «Non abbiate paura se dovessi morire!» Stupenda! Aveva dato sempre serenita a tutti, non voleva proprio che da morta diventasse "spauracchio" per le persone che aveva tanto amato.

Per lei fu dura la morte, non in quanto tale, ma per i dolori che I'accompagnarono. Dira im-mediatamente prima di chiudere gli occhi a questo mondo:«Non sapevo che fosse cosi fa-tica morire!» Si, il Signore I'ha trattata come tratto il Figlio suo, sulla croce: nessuno sconto, un calice amarissimo senza alcun dolcificante! Perche cos) cresce il valore del sacrificio per amore, del dolore redentivo per gli altri, merito-rio per se!

"Preziosa e al cospetto del Signore la morte dei suoi fedeli!» (Sal. 116,15).

«Voi che avete lasciato tutto e mi avete seguito avrete il centuplo su questa terra e la gioia etema nell'altra» (Mt w, 29).

E parola di onore di Gesu! Da questa intuia-mo il felice destino di Suor Maura!

Cos) si spiega la vita di una Suora! M.C.

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Da Siponto

VIVERE LA COMPLESSITA

Se un nostra parrocchiano avesse avuto la ventura di partecipare aH'incontro dei Superiori dei Discepoli, tenutosi a Siponto il 5-6 marzo scorso, senz'altro sarebbe rimasto interdetto dalla qualita e quantita di argomenti trattati e dai relatori non certamente esperti di mistica.

L'aw. Vincenzo Montariello di Napoli, il dott. Giulio de Oratiis, funzionario dei Vigili del Fuo-co di Roma, I'arch. Enzo Scardina di Roma: sono stati questi gli oratori che si sono awicendati al microfono per aggiomare i Di­scepoli sulle discipline civili che regolano le strutture e I'amministrazione dei beni ecclesia-stici. Un mondo complesso, una richiesta di norme senza fine da conoscere, in continua evoluzione e spesso in contraddizione tra loro, e di non facile interpretazione. Nulla di lineare, di semplice e di chiaro. Tutto sotto il segno della complessita, del pressappochismo, del-I'incertezza, dell'incompletezza, del soggettivismo dell'ultimo ispettore, diventato or-mai esattore piu che presenza promozionale. Senti di non essere mai in regola con uno Stato diffidente, che in qualche modo ti pensa nemi-co da controllare e punire.

La responsabilita di conduzione di una Casa religiosa senza fini di lucro, ordinata solo

al bene degli ultimi della societa e percio a vantaggio dello stesso Stato, la senti pesante e gravosa. II sacerdote, che sente in se I'ansia del bene spirituale e fisico dei fratelli, per il qua­le si e specializzato dandosi una proporzionata cultura sostenuta da forte passione, si trova a fare spesso I'esperienza di essere dalle circo-stanze obbligato a mettere da parte tutte queste idealita religiose per diventare rapida-mente tecnico col patentino, se non si vuole vedere sospesa o chiusa la propria attivita. Una corsa col fiatone per mettersi in regola con tutto!

Tutto che? Strutture con piu o meno 25 ricoverati, cucine GPL, Kilocalorie, ascensori, scale di sicurezza, porte rei, materiali ignifughi, rilevatori di fumo, antincendio, percorsi d'esodo, estintori omologati, naspi, registri di contralto, registri IVA, registri di bordo, legge 46/90, im-pianti elettrici, messa a terra, sezione-fili, valvole di sicurezza, abbattimento barriere architettoniche, nullaosta prowisorio o definiti­ve e... via dicendo. E asfissia!

Si ha I'impressione di dover necessaria-mente diventare dei manager, dei tecnici, degli consulenti, dei sindacalisti... e forse anche dei preti, tempo permettendo. E ci si chiede: E di-

Gruppo di Superiori in convegno a Policoro.

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ventato cos) difficile fare il bene con gratuita, senza fini di lucro?». Senti quasi una subdola e perfida persecuzione, che serpeggia sotterra-nea, che ti colpevolizza perche fai il bene o non lo fai bene, cioe con la farraginosa complessita voluta da altri. E ti accorgi che con questo cre­scendo di normative europee, nazionali e regionali sei sempre in pericolo, tra Scilla e Cariddi, e che non ti bastano piu i fondi per regolarizzare la posizione, a tutto scapito della gratuita. Occorre allora necessariamente alza-re le rette, che e come dire che le strutture nate per i diseredati, i nullatenenti devono subire una cambio di destinatari: dai poveri passeran-no ai ricchi, a quelli almeno che possono pagare adeguatamente. Come spiegare allora un'Opera ed una Famiglia religiosa fatta per gli ultimi ed utilizzata, se pure, dai primi? Questo il dilemma!

Ma perche non liberare il bene, invece di tarpargli le ali?

I consacrati sono disposti a sgobbare dura

Da Amatrice

'Celebrare il Signore, perche e buono; perche eterna e la sua misericordia"' (Sal. 117,1)

Siamo liete di comunicare che quesfanno la Famiglia religiosa "Ancelle del Signore", fon-data dai venerato Padre Giovanni Minozzi, celebrera, a Dio piacendo, il 5° Capitolo gene-rale ordinario.

Questo importante evento avra luogo il 6 luglio c.a. nella nostra Casa generalizia in Ascoli Piceno. Esso sara preceduto, come di consueto, da un corso di Esercizi spirituali che si terra in Amatrice nella Casa madre delle Ancelle dai 30 giugno al 5 luglio.

Siamo pienamente coscienti deH'importan-za del delicato compito che ci attende, per questo, sin d'ora chiediamo il quotidiano ricordo nella preghiera a tutti e a quanti sentono nel-I'animo la necessita che le opere di Dio si sviluppino e progrediscano nel Bene a gloria Sua.

II nostra Padre Fondatore, di venerata me-

senza limiti di sacrificio, senza limiti di tempo e qualita di servizio, ma quanto sono infastiditi dai lacci grovigliosi ed esasperanti della burocrazia!

Eppure bisogna andare avanti, senza farsi scoraggiare nel fare il bene: bisogna far di tutto per far quadrare il cerchio. Non si possono la-sciare i poveri, che sono la realta vivente dai Vangelo. Dobbiamo allora entrare e vivere nel­la complessita cercando di piegarla ad esigenza e strumento di carita. Sempre, d'altra parte, e stato difficile operare il bene, ma la Chiesa non si e mai fermata. Neppure noi vo-gliamo o possiamo fermarci.

Saremmo pero veramente tanto grati a quanti, tra i neo-legislatori che le prossime ele-zioni esprimeranno, volessero attuare un passaggio dai complesso al semplice, a quanti volessero rendere piu agevole il cammino a chi nutre un unico interesse: quello di coloro di cui non si interessano altri.

Michele Celiberti FdD

Un gruppo di Ancelle attorno alia loro Madre confondatrice, Suor Maria Valenti.

moria, ha fondato le sue Ancelle del Signore perche collaborino nella Chiesa con amore in­tegrate ed oblativo all'opera redentiva di Cristo sull'esempio della Vergine Madre, sotto la cui speciale protezione, P. Minozzi ha voluto met-tere tutte le sue opere di Bene.

Una Ancella

ANCELLE IN CAPITOLO

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GIORNATE DI SPIRITUALITA ALL'ISTITUTO "DARMON"

Trasmettiamo cronaca e considerazioni del-le due giomate altamente signifi'cative vissute all'lstituto "R. Darmon" nelle domeniche 3 e 10 marzo.

La prima domenica del mese, presente il Padre Superiore don Michele Celiberti, la Co­munita ha accolto per la prima volta II nuovo Vescovo della Diocesi S. Eccza Mons. Sil­vio Padoin per sentirci sempre piu Chiesa e lavorare in sinergia con questa porzione del Popolo di Dio.

Nella domenica successiva, abbiamo volu­te- ricordare ufficialmente in loco il Padre Giovanni Semeria. Per la commemorazione sono stati invitati i Padri Bamabiti di Napoli. Erano presenti: P. Giuseppe Montesano, Ret-tore e Preside dell'1st. "Denza"; P. Giuseppe D'Angelo, Supeniore del "Denza"; P. Giovanni Mancino, Vicario Superiore del "Denza"; P. Pa-

squale Lubreglia, Superiore della Comunita "S. Maria di Caravaggio". La conferenza rievocativa e stata magistralmente proposta dal P. Giovanni Mancino il quale ha saputo ren-dere viva e attuale la splendida figura del P. Fondatore, entusiasmando I'interessato udito-rio.

Nel volgere di poche settimane, il Signore ha manifestato all'lstituto "Darmon" di Napoli, la sua misericordiosa benevolenza a quanti diret-tamente o indirettamente partecipano della sua vita.

Prima con la sperata visita del Vescovo di Pozzuoli, Mons. Silvio Padoin la comunita dei Discepoli unitamente alle comunita laiche che fanno ad essa riferimento, ha vissuto una gior-nata di toccante commozione.

II Pastore infatti ha avuto parole di affettuo-

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sita paterna per tutti; e tutti hanno voluto awici-narlo ricevendo parole di conforto e I'incoraggiante benedizione. Ha espresso com-piacimento per I'iniziativa che comincia a svilupparsi attomo ai Discepoli di una comunita di preghiera che si e voluta denominare "Co­munita del pellegrini del Vangelo".

La seconda circostanza invece ha visto pre-senti, in una solenne concelebrazione, alcuni qualificati esponenti dell'ordine dei Padri Barnabiti, congregazione di provenienza di Padre Semeria.

I religiosi hanno conferito all'intera mattinata un'atmosfera di delicata nostalgia per un pas-

sato che si e fatto presente attraverso i Barnabiti prima e i Discepoli dopo. Attraverso una presentazione viva ed illuminata di P. Semeria, moiti di noi abbiamo respirato per la prima volta la tenereza del clima che questo gigante buono ci ha lasciato in eredita.

Oggi, 15 marzo, nel rileggere il testamento ricchissimo del Servo di Dio, Padre Semeria, ci fermiamo con silenzioso rispetto a riflettere sul-I'ultima parola da lul pronunciata: "andiamo!" E allora, religiosi e laici tutti, conquistati dall'invito, andiamo e diffondiamo la Buona Novella tra-sformandoci in Pellegrini del Vangelo.

Gaetano Miele

Torre de' Passeri • Scuola Mat. "P.G. Minozzi"

UNA SCELTA PER CRESCERE INSIEME

Noi genitori della Scuola Materna "P.G. Minozzi" giovedl 18 genn. 1996 ci siamo incon-trati in maniera molto cordiale ed amichevole con il P. Generale dei Discepoli don Michele Celiberti, che gestisce I'Opera per il Mezzogior-no.

E stata un'occasione molto importante oltre che per conoscerci, anche per discutere insie-me sul nostra ruolo di genitori e di educatori oggi. Abbiamo riflettuto a lungo suH'importanza di dare ai nostri figli una educa-zione fatta di esempi di vita cristiana. La nostra scuola Mat. cattolica che noi abbiamo scelto non vuole soltanto educare i bambini nella crescita e nella preparazione da parte di noi ge­nitori per migliorare sia le attivita didattiche e psico-pedagogiche

Torre de' Passeri, genitori in ascolto.

sia per creare stimoli di incontri, scambi di esperienze e di socializzazione.

L'incontro con don Michele e stato piacevo-le ed interessante e noi genitori ci auguriamo di rivederci ancora insieme a lui in futuro.

/ genitori della Scuola Materna "P.G. Minozzi"

Torre de' Passeri

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LA SVEGLIA NOTIZIARIO DELLA ASSOCIAZIONE EX - ALUNNI

MOMENTI IMPORTANTI

La nostra azione prosegue e coinvolge sempre piu Amici e conoscenti. II giorno 17 marzo, infatti, abbiamo rievocato la nobile figu­re di Padre Giovanni Semeria a Gioia del Colle.

II Prof. Padre Sergio Pagano, Barnabita, ha pariato di tanto Padre in modo eccezionale. La sala del cinema era gremita. I gruppi intervenuti veramente tanti: Potenza, Policoro, Matera, Napoli, Ofena, Roma e vari Ex Alunni... che alia spicciolata si sono aggregati con i gruppi: Del Tiglio, Becci, Ambrigo, Fasano, Perri... e tanti altri.

La S. Pasqua a Roccadimezzo il 30 e 31 marzo, altra tappa maestra, sara certamente una giomata eccezionale.

II 28 aprile ci sara un altro incontro, questa volta ad Ofena per ricordare Padre Tito Pa-

squali che di quella casa fu I'Animatore per molti anni ed in cui ore riposa. Questa occasio-ne sara importante anche per una semi inaugurazione della casa. I lavori, infatti, prose-guono... verso il ridisegno programmato, essendone mutata la destinazione. La bella casa immersa nella quiete delle Vigne di Calascio, comune di Ofena, a breve iniziera a lavorare come "Casa di incontro e Spiritualita". Sara, insomma, un centra di "formazione per-manente" per coloro che vorranno una vita cristiana piu vera e piu consapevole.

Tutti gli Amici che ci leggono sono invitati a questi incontri; I'unico vincolo: prenotarsi per tempo. Mi auguro di incontrarne tanti.

Michele Leone Presidente

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L'attesa dei giorni era trepida dawero.

Non ci ferma nessuno, la lira traballante, il freddo, I'influenza, niente, andiamo avanti, voglia-mo tastare ancora il sud e vogliamo soprattutto vivere la giornata commemorativa di Pa­dre Semeria pienamente.

Sul pullman I'atmosfera e quella ideale, barzellette, musi-ca, video, canzoni e allegria. A volte piove, a volte tira vento, ma noi corriamo bene, anche per-che il traffico e sotto la media. In un'area di servizio tranquilla con-sumiamo il pranzo al sacco, ed e bello scambiarci panini al sala-me e frittatine varie e gustare il vino dawero ottimo offerto a tutti dai fratelli Forlani, ai quali chie-diamo volentieri il bis.

Siamo ora a Castellana per sorseggiare un caffe bollente e poi via tutti ad Alberobello, ai fa-mosi trulli a fare foto, comprare souvenirs ed ammirare con tan-ta sorpresa le bellezze dawero uniche e rare.

Restiamo altresl sorpresi a sera a Gioia del Colle, in albergo, I'Hotel Svevo, per la calorosa accoglienza, I'eleganza, la squi-sita cortesia di tutti, indistintamente.

Notiamo e sottolineiamo I'ampiezza dei sa-loni, il conforto delle camere e il gusto della cucina dawero superbo e delizioso.

La cerimonia in Chiesa, con tanti Discepoli ed il Padre Superiore Don Michele Celiberti, e stata semplicemente grande, magnifica.... La gente stipata in ogni angolo.

Anche prima nel teatro, I'oratore Padre Pa-gano, ha mandato in visibilio la gente con la sua oratoria scintillante, sfavillante, concreta, vera, raccogliendo consensi e applausi a non finire.

Awiandoci al ristorante, rivedo tutti con tan-to piacere ... don Alba, don Cesare, don

Cocktail al Sud

Amici ed Ex-Alunni ad Alberobello.

Rocco, don Innocenzo e tutti i gruppi da Poten-za, Matera, Napoli, Policoro e tanti ex sempre affettuosi tutti.

A tavola poi e stato un fitto, simpatico e allegro ripassare di anni con Pascucci e Fasano, dawero vulcanici.

C'e una chitarra, c'e da festeggiare una si-gnora nonna novantenne e via a cantare: "Vivere senza malinconia, vivere di gioventu perche la vita e bella e la voglio vivere sempre piu"!!!!

Grazie a Padre Celiberti, grazie all'Opera Nazionale, grazie al Sud, terra garganica e me-ravigliosa, ricca e verdeggiante: terremo nei nostri occhi la vostra simpatia, il vostro calore, il sapore, lo splendore nella cornice piu bella del­la vita.

Alvaro Vitale

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VMi

E il caso proprio di dire con la Bibbia la sazieta dei giomi che ha caratterizzato la vita di

PASQUALE LAURENZA

di Rionero, ma ormai naturalizzato potentino a tutti gli effetti.

Potrebbero sembrare ecccessive le espres-sioni laudative in sua memoria. Per I'Opera egli ha rappresentato la stirpe dei "fedelissimi fino alle fine". Chi tra gli ex-alunni degli anni '50 non ricor-da il portiere Pasquale con la signora Savinella a guardia dell'lstituto Principe di Piemonte di Poten-za? Succeduto aH'indimenticabile Roso, Pasquale si e distinto per costanza di impegno, per quantita e qualita di lavoro, sempre in esube-ranza rispetto al cosi detto stipendio mensile, che per lui non era fatto solo di moneta. Stipendio era anche I'amore, la gratitudine, I'apprezza-mento e la tranquillita di coscienza, la gioia di contribuire al buon andamento di una casa che si gloriava di essere a servizio dei poveri. E a servizio di questi voile anch'egli sempre sentirsi. Nella dipendenza percio non trovo la prigione e la mortificazione della generosita, come la diffusa mentalita sindacale di oggi come ieri comanda fino a far sentire sciocchi i generosi e colpevoli i buoni. Con dei Discepoli-servitori dirigenti dell'lstituto, non si sent! mai uno sfruttato da padroni, perche padroni erano i ragazzi assistiti, non i Discepoli. E aver per padroni i giovani bisognosi e un onore per un cristiano.

Essere servi dei poveri era ed e I'ideale che i Discepoli ed i loro collaborator! laid, anche se ufficialmente dipendenti, devono ambire di raggiungere. Ogni altra visione e ripugnante, perche anti-crsistiana. Contratti sindacali e numero di ore di lavoro erano molto relative per lui, anzi non contavano e non si contavano. La sua era misura diversa, e diversa era anche la concezione del calcolo ed del profitto. C'e una logica evangelica (direi una super-logica) che va lasciata vivere ed ammirata!

E non era ricco Pasquale di soldi, ma lo era tanto di generosita. Per questa non gli mancarono neppure quelli!

Uomo rettilineo e giusto, non ammetteva ragionamenti distort, che bruscamente evidenziava e snobbava, pur nel giusto rispetto della persona. Non c'era in lui un doppio linguaggio, neppure espressioni troppo sofisticate o addolcite nei modi. Sembrava addirittuta burbero, perche non accettava la mancanza di buon senso e di onesta, che sono i connotati fisionomici di ogni uomo meritevole di tal nome.

Egli era sempre vero e basta. Per questo fu e lo si deve ritenere anche un educatore dei giovani, che patermamente e severamente ammoniva a ben pensare e a rettamente agire.

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Anche quando lascera la custodia dell'lstituto, Pasquale, sempre in pienissimo accordo con la sua Savinella, restera legatissimo al Principe di Piemonte e ai Discepoli, che fara oggetto dl generose offerte, di premure continue, di fratemi awisi.

Dalla sua casetta prospiciente il nostra campo sportivo, continuera a veglilare su tutto, di tutto awisando, con passione interessata, i confratelli responsabili.

Attentissimo alia chiesa Gesu Maestro, da poco diventata parrocchia, si preoccupava ed operava concretamente perche non solo brillasse strutturalmente, ma conquistasse anche il massimo dell'ammirazione per qualita di apostolato nell'intero ambiente cittadino. E si accorava come di cosa propria di ogni disfunzione o giudizio men che buono nei suoi riguardi. E affettuosamente esortava, consigliava, proponeva sognando il bene.

"La carita copre una moltitudine di peccati" (1 Pt 4,8) che nonostante le tante preghiere, comunioni, certo anch'egli ebbe e fece. Ma la grandezza dei cristiani non sta tanto nella impeccabilita, quanto nella propria riconosciuta debolezza, che fa scattare la misericordia di Dio che perdona, e nella produzione di opere buone. Che in Pasquale furono numerose e di buona qualita e consistenza!

Con lui, con la sua veneranda eta, scompare anche un tipo di uomo che i nuovi tempi forse non sapranno ri-produrre.

In lui, anche se infermo, Savinella ha perso I'insostituibile consorte, ma nel suo nome e nel suo ricordo vivra per continuare ad operare abbondante il bene con I'entusiasmo e la gioia di Pasquale, che sempre ricorderemo.

M.C.

28 Aprfle 1996:

23Giugno 1996:

24-29 Giugno 1996:

8 Settembre 1996:

10 Novembre 1996:

Appuntamenti da annotare

OFENA - Casa dei Discepoli «Ricordando don Tito Pasquali».

AMATRICE - Consegna Premio Bonta e Solidarieta "Padre Minozzi".

ROCCA DI MEZZO - Esercizi Spirituali per tutta la Famiglia Minozziana.

AMATRICE - Celebrazione centenario morte di don PEPPE MINOZZI.

AMATRICE - Incontro Nazionale Famiglia Minozziana.

1' Domenica di ogni mese: Ore 10,00: ROMA - Incontro Ex-Alunni ed Amici. Ultimo giovedi di ogni mese: Incontro culturale.

Altre iniztative, anche locali, ma di rilievo, saranno comunicate tempestivamente.

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SPIZZICANDOSPIZZICANDO SPIZZICANDO

Oramai ci siamo: H21 aprile i Cittadini Italianl andranno ancora una volta a votare e ad esprimere le loro preferenze per la mlriade di Partiti candidati alia guida del Paese.

II compito e certamente arduo perche le forze politiche hanno fatto di tutto per rendere lo scenario ancora piii confuso del solito. Gia la nuova legge elettorale, con la parte maggioritaria ed il residuo proporzionale, non aiuta a capire ed a semplificare le idee del tanti cittadini che devono votare. L'aver, poi, fatto proliferare i Partiti (se ne sono presentati oltre 200) e altro motivo di complicanze.

La campagna elettorale iniziera nei prossimi giorni, di fatto e gia cominciata. Non sono mancate uscite clamorose sia di persone dall'agone politico sia di parole grosse.

Ora il cittadino e, come al solito, solo con se stesso e con la sua responsabilita di scelta. Come scegliere in tutta questa grossa confusione? Al di la del fatto che il nostro giornale non e un giornale politico e che siamo convinti dell'intelligenza di

chi ci legge e della maturita del Popolo italiano nelle sue scelte, possiamo cercare di semplificare un po' lo scenario e, quindi, far fare qualche piccola riflessione che poi possa ritornar utile al momento del voto.

Lo scenario e confuso, abbiamo detto; esiste, pero, I'esigenza di charirlo. Solo i Cittadini potranno farlo perche i politici, preoccupati solo della loro poltrona, non lo hanno fatto ne tanto meno hanno finito le riforme.

II Cittadino che vuole chiarezza deve tener conto che la nostra democrazia deve fare un salto di qualita; per fare tale salto e necessario individuare le forze politiche piu preparate e meno invischiate nelle pastoie partitocratiche e nelle division'! delle poltrone. A questo punto una grossa fetta di candidati viene gia tagliata fuori. Sono molti, forse troppi, i candidati che hanno fatto della politica il loro mestiere. Questi candidati sarebbe meglio rimandarli a lavorare, perche solo cosi potranno capire i problem! della gente e potranno, speriamolo per loro, ritornare uomini fra gli uomini. Ci sono, poi, i candidati nati dagli apparati del partiti; anche questi sarebbe bene rispedire a casa perche quando siedono in Parlamento non votano per il bene dei Cittadini, ma seguono le "direttive" del partito che nella maggior parte dei casi fa gli interessi propri e solo quelli, dimentico di tutte le promesse elettorali.

Inline c'e il problema dei contenuti presentati dai vari candidati. Quanti ad oggi hanno chiarito perche vogliono andare in Parlamento ed a vantaggio di chi?

Se dovessimo seguire in modo ferreo questo ragionamento credo che nel prossimo Parlamento siede-rebbero pochissime persone (una decina, forse). Essendo, invece, i nostri rappresentanti quasi mille... e necessario scendere a compromesso e cercare di scegliere i 'meno peggio'.

Per quanto riguarda la scelta concreta dei candidati possiamo dire che vanno privilegiati i candidati che nei loro programmi mirano a fare la Politica come servizio; che non hanno nessuna voglia di occupare il potere a qualsiasi costo; che sono attend alle istanze sociali come il lavoro (specie dei giovani e dellltalia meridionale), la sanita (in particolar modo per i piu indigenti), la scuola (compresa quella cattolica), la previdenza; che vogliono la crescita vera delle persone e delle loro idee e, quindi, sono disposti ad investire per far crescere le nuove generazioni sempre piu forti idealmente e sempre meno soggette ai lavaggi del cervello imposti dai mass media e dalle ideologie partitiche... insomma che credono veramente nell'UOMO.

La scelta, pertanto, deve innanzitutto privilegiare coloro che quanto meno rispettano la LIBERTA delle URNE... altrimenti... non viviamo piu in una democrazia... ma siamo gia nel bel mezzo della Democrazia del Proletariato... almeno una volta si chiamava cosi! E questo il nostro punto di arrivo? Pensiamo e ci auguriamo proprio di no.

m.l.

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I BBBONflM€NTI € RINNOVI ~) ELENCO ABBONATI DAL 17 GENNAIO 29 FEBBRAIO 1996

Lire 5.000 Lo Bello Gerardo, Ascoli Satriano.

Lire 10.000 Barbalinardo Mauro Rocco, Scanzano Jonico; Bloise Rocco, Scanzano Jonico; Canala Alfredo, Ascoli Piceno; Cicci Paolo, Roma; Isernia Irma, Roma; Mangifesta Tommaso, Castelvecchio Calvisio; Manglaviti Luisa, Belluno; Muscillo Domenico, Genzano di Lucania; Nissi Piero, Pescara; Spalvieri G. Battista, Roma; Telesca Maria, Rionero in Vulture; Tracchegiani Ireneo, Narni Scalo; Trevisan Don Giovanni, Cervignano del Friuli; Vinella Mario, Foggia; Vitale Alvaro, Roma.

Lire 15.000 De Gregorio Pasquale, Fuorigrotta; Di Fazio Giuseppina, Bricherasio; Mansueto Antonino, Piana degli Albanesi; Orioli Luigia, Seveso; Vannoni Ivo, Massa Marittima.

Lire 20.000 Aquilio Marisa, Pescara; Baldassarre Guido, Santerano in Colle; Bonfandini Suor Rosanna, Bologna; Caffio Antonio, Banzi; Ghionda Solari Maria, San Pietro Vernotico; lannuzziello Maria, Pisticci; Italiano Rocco, Palazzo S. Gervasio; Leone Carmelo, Roma; Lombardi Achille, Scafati; Maino Alberto e Claudia, Roma; Mariani Elisabetta, Ascoli Piceno; Medugno Felicita, Roma; Palumbo Teodoro, Roma; Patuelli Pietro, Treviso; Provenzano Giuseppe, S. Martino delle Scale; Roberto Donato, Satriano di Lucania; Sala P. Felice, Genova; Scuola Materna Benincasa, S. Giovanni in Fiore; Suore Stimmatine, Modugno; Veglia Vincenzo, Rocca di Mezzo; Vista Vincenzo, Potenza; Zilio Domenico, Laterza.

Lire 22.000 Tomiello Paola, Schio Magre.

Lire 25.000 Cocco Quarantelli Lea, Velletri; Di Marco Brunella, Muggio; Di Somma Licia, Francavilla al Mare; Giura Rosa, Albano di Lucania; Lagonigro Enzo, Signa; Lisio Temistocle, L'Aquila; Pomponio Nicola, Roma; Siggia Rosario, Palermo; Vespa Lucia, Ofena.

Lire 30.000 Capparella Angelo, Fabbrica di Roma; Caterina Giovanni, Potenza; Cesareo Vittorio, Roma; Ciccone Teobaldo, L'Aquila; Claps Giovanni, Potenza; Collarini Cardena Cleonice, Garlasco; De Luca Sofia, Napoli; Delia Lilia, Policoro; Di Pierro Maria, Genzano di Lucania; Ficorilli Fernando, Avezzano; La Marcia Vincenzo, Nola; Mainieri Pace Gabriella, Morena; Marraudino Antonio, Gioia del Colle; Oddone Laviero, Roma; Pisciella Margherita, Atri; Real Collegio "C. Alberto", Moncalieri; Salvatore Emidio, Roccacinquemiglia; Scuola Materna P. Del Tosto, Pizzoli; Valenti Rosina, Rieti.

Lire 35.000 Dapelo Francesco, Camogli.

Lire 40.000 Di Gregorio Don Giuseppe, Cantalupo nel Sannio; Lodovici Luciana, Rho; Pensini Fernando, Treviso; Rosati Dr. Licio, Collecorvino.

Lire 50.000 Acciaccaferro Gaetano, Ofena; Amici De Franceschi Maria, Roma. Amiconi Livia, Roma; Bailoni Guido, Povo; Bartoletti Don Domenico, Sigillo; Bozzetti Pietro, Rivarolo Mantovano; Buonopane Ing. Alberto, Roma; De Bartolo Cav. Vincenzo, Bari; Del Tiglio Mario, Udine; Del Tosto Maggini Assunta, Roma; Del Tosto Pia in Belli, Roma; Di Domizio Croce, Montesilvano Spiaggia; Di Tursi Angela, Roma; Fasino Enza, Palermo; Gianni Francesca c/o Alb. S. Chiara, Roma; lacovelli Maria in Delfini, Roma; Istituto Maria Immacolata, Catanzaro Lido; Istituto S. Maria Annunciata, Velo d'Astico; Maccallini Loreto, Collarmele; Manserra Bruno, Benevento; Margiotta Leonardo, Potenza; Mariotti Franca, Roma; Morello Suor Domizia, Matera; Muner Tullio, Gradisca D'Isonzo; Nana Maria, Gioia del Colle; Pasero Lena e Fausto, Bareggio; Pie Operaie Immacolata Concez., Roma; Ruggeri Silvia, Roma; Scuola Materna P. G. Minozzi, Torre dei Passeri; Serafini Antonio, Gioia del Colle; Tocci Filippo c/o Collegio Universitario, Roma; Zeuli Franco, Saronno.

Lire 60.000 Panessa Lucia, Gioia del Colle; Zaccardo Gerardo, Roma.

Lire 75.000 Cappucci Agnese, Passo Corese; Dell'Orso Giuseppe, L'Aquila.

Lire 80.000 Valenti Mario, Roma

Lire 100.000 Buratti Alberto, Pratovecchio; Casa per Anziani "Stella Maris", Siponto; Cottone Luigia, Roma; Japadre Leandro, L'Aquila.

Lire 130.000 Perri Vittorio, Bari.

Lire 150.000 Casa di Riposo "Casa della Letizia", Bonefro; Istituto P. G. Semeria, Sparanise.

Lire 200.000 D'Agostino Vincenzo, Cassino; Gizzi Maria, Roma

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