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LA SORGENTE Stampa: Universo Gutenberg - Redazione: P.zza IV Novembre, 2 - Responsabile don O. Checchini. APPUNTI DI VITA DELLA PARROCCHIA DI POVEGLIANO VERONESE Anno XXVIII - N. 224

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APPUNTI DI VITA DELLA PARROCCHIA DI POVEGLIANO VERONESE Anno XXVIII - N. 224

2 LA SORGENTE - giugno 2013

di don Osvaldo

I l 13 ottobre, nel pomeriggio, saremo tutti

invitati in Arena, per la festa della fede.

Siamo nel cuore dell'anno della fede, pro-

clamato da Papa Benedetto, in occasione del

50o dell’inizio del Concilio Vaticano II.

Il Papa ha scritto una lettera, la porta della fe-

de, per indire questo appuntamento straordina-

rio per tutti noi cristiani.

La porta della fede è sempre aperta per tutti,

ma come facciamo ad entrare nel cammino del-

la fede?

1 - Occorre qualcuno che ci intro-

duca.

Papa Francesco racconta gli inizi del suo per-

corso di fede: “Io ho avuto la grazia di cresce-

re in una famiglia in cui la fede si viveva in

modo semplice e concreto; ma è stata soprat-

tutto mia nonna, la mamma di mio padre, che

ha segnato il mio cammino di fede. Era una

donna che ci spiegava, ci parlava di Gesù, ci

insegnava il Catechismo. Ricordo sempre che

il Venerdì Santo ci portava, la sera, alla pro-

cessione delle candele, e alla fine di questa

processione arrivava il “Cristo giacente”, e la

nonna ci faceva – a noi bambini – inginocchia-

re e ci diceva: “Guardate, è morto, ma domani

risuscita”. Ho ricevuto il primo annuncio cri-

stiano proprio da questa donna, da mia non-

na!... Tutte le mamme che sono qui, tutte le

nonne, pensate a questo! Trasmettere la fede.

Perché Dio ci mette accanto delle persone che

aiutano il nostro cammino di fede. Noi non tro-

viamo la fede nell’astratto; no! E’ sempre una

persona che predica, che ci dice chi è Gesù,

che ci trasmette la fede, ci dà il primo annun-

cio. E così è stata la prima esperienza di fede

che ho avuto".

2 - Bisogna che il nostro cuore si la-

sci plasmare dalla grazia che

trasforma.

3 - La fede è un cammino che dura

tutta la vita.

"Esso inizia con il Battesimo, mediante il quale

possiamo chiamare Dio con il nome di Padre, e

si conclude con il passaggio attraverso la morte

alla vita eterna, frutto della risurrezione del Si-

gnore Gesù...

4 - Il suo centro è credere in un solo

Dio che è Amore

5 - La fede va testimoniata.

In parrocchia, durante quest'anno, accanto alle

iniziative normali: celebrazioni, incontri, pre-

ghiera di adorazione, attività di varia natura…

abbiamo partecipato alle celebrazioni per il

1.650 anniversario di San Zeno, si è sviluppa-

to il cammino attorno ai 10 comandamenti, il

venerdì, presso il Santuario, abbiamo pregato

con la Parola di Dio.

La fiducia nel Signore è anche il cuore del

Grest che stiamo vivendo e di tutte le attività

estive. Il Signore ci doni il coraggio di vivere e

testimoniare la nostra fede.

UN ANNO PER SCOPRIRE,

APPROFONDIRE, PREGARE

E TESTIMONIARE LA FEDE

LA SORGENTE 3

di Marcello Montagnoli

C ome ogni anno il 31 di maggio la piccola processio-

ne mariana parte dal sagrato della chiesa e, costeg-

giando il ruscello della "Calfura,"si porta pregan-

do e cantando al Santuario della Madonna dell'Uva secca.

E' la sintesi del mese di maggio.

Ma serve a qualcosa mobilitarsi

per queste forme di culto popola-

ri? Una ridicola processione non

è forse una perdita di tempo di

fronte ai problemi che stanno

massacrando l'umanità? Per l'uo-

mo smarrito e angosciato di oggi

che lotta per sopravvivere ad una

spaventosa crisi economica e

morale, non è meglio discutere,

ridiscutere … fino alla noia?

Seguendo le diatribe tra le varie

formazioni politiche ci si accorge

che la confusione dei linguaggi è

somma e insuperabile. Siamo alla

torre di Babele. Nei rapporti so-

ciali prevale l'odio, il rancore,

l'indifferenza. Cosa possiamo

tirar fuori da un uomo smarrito e

inquieto? Il suo cuore è piccolo e

povero di ideali. Si nutre di sogni

utilitaristici e fugge di fronte agli

impegni che la vita inevitabil-

mente presenta. Sceglie le solu-

zioni di breve respiro e meno impegnative. Tutto è affida-

to all'impulso del momento, alla fruizione del piacere co-

munque sia, anche a danno degli altri. Non accetta la realtà

di ciò che esiste e la vuole barattare con nuove "creazioni"

che si accaniscono a distruggere la natura reale dell'essere.

E' l'utopia di una nuova era, sganciata ogni regola e verità

"esterne". Siamo inebriati dalla tecnologia, riconosciamo

come unico sapere quello scientifico. Vogliamo quantifi-

care tutto. Persino la validità del nostro pensiero viene

misurato dal criterio della maggioranza. E' il conformismo

allo stato puro. Perché sacrificarsi e lottare?

Non sappiamo più pensare. Riflettere sul bene e sul male.

Insacchiamo nel nostro cervello una quantità enorme di

informazioni che rimangono in superficie. Amiamo il

chiasso, la movida, l'apparire, il dominare. Ci fu una don-

na, invece, che meditava ogni cosa nel suo cuore. Ma sapeva

amare e non fuggiva dalla sua anima. Lì trovava la pienez-

za che tutti cerchiamo e la beatitudine di un amore che

riempiva tutto il suo essere, i suoi sentimenti, i suoi pen-

sieri. Meditare col cuore significa immergersi nelle pro-

fondità del sentire per "vedere, contemplare e trasformare

ogni più piccolo sussulto dell'animo in costruzione d' amo-

re". Questa donna dominava la scena in piazza S. Pietro il 31

maggio. Papa Francesco, attorniato da Cardinali, Vescovi,

Sacerdoti e semplici fedeli volle

concludere il mese di maggio con

il santo rosario. La statua della

Vergine lentamente avanzava

nella piazza "bella come la luna,

fulgida come il sole, terribile

come un esercito schierato in

battaglia". E tutto il suo esercito

era schierato attorno al Papa e

ognuno, sgranava il suo rosario.

Uno strano esercito che ha fatto

sorridere sempre di malcelata

commiserazione i grandi del

mondo di ieri e di oggi che si

battono per il potere e la gloria di

un attimo.

In quella bellissima sera romana,

accanto al Papa, c'eravamo tutti.

Anche la nostra piccola proces-

sione verso il Santuario della

Madonna dell'Uva secca era par-

te integrante e importante della

preghiera che saliva al cospetto

di Dio da tutto il mondo. Guar-

dando a Roma sembrava di rivi-

vere, in una grande luce di comunione, la realtà di un im-

menso cenacolo che abbracciava tutto il mondo: la solitu-

dine dei malati in preghiera, le carrozzelle cariche di dolo-

re silenzioso, le piccole o grandi processioni in cammino

verso i Santuari, i gruppi di preghiera, i movimenti eccle-

siali, i monasteri di clausura... Tutti idealmente attorno a

quella Donna "in cui si rende manifesta la passione mater-

na di Dio" (Benedetto XVI). Tutti i credenti sono stretti a

Lei e al Papa per combattere uniti la battaglia decisiva

della verità contro l'errore, del bene contro il male, dell'a-

more contro l'odio.

Certo, lo spettacolo che il nostro mondo presenta è allar-

mante. Guerre, attentati, omicidi formano la parte più

cospicua dei telegiornali. Le strutture dell'odio scuotono i

fondamenti della convivenza civile dei popoli. C'è troppa

voglia di distruzione, la pace del mondo riposa su basi

troppo fragili. Che fare? Teniamo fissi i nostri sguardi alla

Donna vestita di sole. E' una promessa di Dio.

LA DONNA VESTITA DI SOLE

4 LA SORGENTE - giugno 2013

U n successo così

credo che pochi se

lo sarebbero aspet-

tato. Forse nemme-

no gli organizzatori. E invece la

Festa della Comunità di quest’

anno (la data centrale era dome-

nica 26 maggio) è stata archivia-

ta come un grande en-plein. Le

premesse certamente non erano

le migliori, soprattutto per il

tempo che ci ha fatto tribolare

fino alla fine. Ma perché la Fe-

sta della Comunità (o

“Comunità in Festa” come è sta-

ta ribattezzata) del 2013 era di-

versa rispetto a quella, che ne

so, del 2003?

Alla base c’è un progetto di co-

involgimento di tutte le forze

associative e istituzionali del

Paese, per trasformare la Festa

della Comunità non più nella

classica “festa dei preti” ma di

tutti i cittadini. In più, si è deci-

so di non investire solamente

nel pranzo classico, ma di cerca-

re di catalizzare molti eventi

nella intera giornata, coinvol-

gendo un gran numero di perso-

ne nell’organizzazione. Oltre

alle Messe di festeggiamento

degli anniversari e oltre al pran-

zo, la piazza e gli spazi parroc-

chiali sono diventati per una

giornata il centro di tutte le atti-

vità del paese. Dalle ore 14,30

infatti l’Amministrazione Co-

munale, in collaborazione con le

associazioni sportive del paese,

ha organizzato la classica “Festa

degli Sport” per i ragazzi delle

elementari, mentre i più grandi-

celli (medie & ado & adulti &

nonni) hanno potuto giocare e

divertirsi nei tornei organizzati

dietro la chiesa, nel campo par-

rocchiale. Dalle ore 18 invece,

con l’abile presentazione di

Piergiorgio Sartori e il sottofon-

do di dj Reca, si è svolta la pri-

ma edizione della rassegna

“Comunità in Live”, con giova-

ni gruppi emergenti della pro-

vincia. Soul’s Scream, Valentina

Poledri; The Rook, Maria Cle-

menti, Matteo Viviani e i Terzo

Tempo ci hanno intrattenuto

fino a sera, mentre erano in fun-

zione stands enogastronomici

per tutti.

Mi sembra doveroso ringraziare

personalmente il Circolo Noi

per l’aiuto che ci ha dato nella

fase di preparazione, il Gruppo

Alpini che ha garantito il servi-

zio di ristorazione (un grazie

veramente dal cuore), ovvia-

mente la Parrocchia e i vari

sponsor e associazioni coinvol-

te per la buona riuscita della fe-

sta complessiva (Pro Loco, Ra-

mi tra i Capelli, Fidas).

Certamente c’è stata un po’ di

paura da parte di qualcuno che

non ha voluto collaborare (la

prima volta che si fa qualcosa è

sempre rischioso metterci la fac-

cia), ma a volte serve coraggio

per iniziare qualcosa di nuovo.

L’anno prossimo si farà il bis e,

sperando nel bel tempo, il no-

stro invito va alla prossima edi-

zione di “Comunità in Festa”.

Perché siamo noi (non il prete e

basta) a far comunità.

Gianfranco Bonomini

NONOSTANTE IL MALTEMPO LA

“FESTA DELLA COMUNITA’ ” E’ STATA UN GRANDE SUCCESSO

Foto FIN - Povegliano

LA SORGENTE 5

O GNI BAMBINO HA

DIRITTO AL GIOCO,

recita l'articolo 31 della

Convenzione dell'Orga-

nizzazione delle Nazioni Unite, per i

diritti dell'infanzia.

Ma per il diritto di ogni bambino

ci vogliono adulti che si impegnano

perchè il diritto venga rispettato.

Sabato 18 Maggio la Scuola dell'Infanzia Mons.

Bressan, con una festa, ha voluto celebrare l'im-

pegno e la collaborazione ottenuti da adulti che si

sono impegnati affinché sia rispettato il diritto al

gioco, inteso come riconoscimento di diritto di

ogni bambino alla crescita.

Chi sono questi adulti?

Sono i genitori della scuola (aiutati da nonni,

zii, simpatizzanti...) e alcuni membri delle asso-

ciazioni "GIOCO ANCH'IO", " MARINA-

MU ENSEMBLE", "FAVOLAVA'".

Cosa hanno fatto?

I genitori si sono trasformati in "giocattolai",

hanno riparato, costruito, e acquistato per la

scuola giochi PENSATI per far vivere ai bambi-

ni autentiche esperienze di crescita.

Sabbiere, ponti da

attraversare in bicicletta,

semafori, corredi per

le bambole, altalene,

scivoli

..... troppo lungo l'elenco per essere riportato, il

tutto sempre accompagnato da un incontenibile

SCUOLA

DELL’INFANZIA

“MONS. BRESSAN”

Alcuni genitori

costruiscono

giochi per i

bambini ! ! !

La Scuola dell'infanzia “Mons. Bressan” ha accettato con entusiasmo di essere stata selezionata dall'U.L.S.S. quale Scuola adeguata per realizza-re lo stimolante e impegnati-vo progetto educativo "GIULIA NEL PAESE DEI BA-LOCCHI". E' stato necessario tanto im-pegno e tanta sinergia tra Scuola, U.L.S.S. e i Volontari delle Associazioni. Impegno e sinergia che han-no reso visibile il comune sentire dell'attenzione alla di-sabilità dentro una logica di dono reciproco. (C. R.)

6 LA SORGENTE - giugno 2013

entusia-

smo.

Le associazioni sopra citate hanno scelto la scuo-

la Bressan per attuare, (impegnandosi gratuita-

mente e con notevole coinvolgimento) un pro-

getto mirato a valorizzare il gioco inclusivo.

Partendo dalle difficoltà di Giulia ed a quali pro-

poste concrete di gioco inventare, per coinvolger-

la nell'attività scolastica, sono state create possi-

bilità di gioco per tutti.

Come?

Creando otto intensi laboratori, dove i bambini

hanno vissuto esperienze significative, perché

arricchite da un’ottica di inclusione, che trasfor-

ma le differenze in opportunità.

Regalandoci una giornata luminosa, il sole sem-

brava volesse partecipare al GRAZIE che ci sia-

mo detti per i rispettivi doni scambiati.

LA SORGENTE 7

I l referendum a cui sono

stati chiamati i cittadini di

Bologna in merito alle

scuole paritarie ci fa capire

come sia presente un movimento

che vede nel pubblico l’unico siste-

ma scolastico vincente. Nelle scuo-

le paritarie sono comprese sia le

scuole private ma anche le scuole

cattoliche. È dunque in discussione

tutto ciò che ruota intorno alle

scuole non pubbliche, soprattutto

(sia per tradizione che per cultura)

ciò che riguarda le scuole cattoli-

che. In proposito lo stesso Papa

Francesco ha sottolineato come

“La scuola cattolica costituisce

una realtà preziosa per l’intera

società, soprattutto per il servizio

educativo che svolge, in collabora-

zione con le famiglie, ed è bene che

ne sia riconosciuto il ruolo in mo-

do appropriato”.

Don Maurizio Viviani, direttore

dell’ufficio nazionale per

l’educazione della Cei, in merito

alle scuole cattoliche ha dichiarato

che “La scuola cattolica è una

scuola per la persona: la scuola

punta ad un umanesimo integrale e

sviluppa una significativa attenzio-

ne alla persona, inclusa la sua di-

mensione spirituale” rilevando co-

me “da indagini fatte e realizzate

in questi ultimi anni si vede come

le scuole cattoliche costituiscano

una grande risorsa finanziaria an-

che per lo Stato, in quanto a questo

fanno risparmiare una grossa ci-

fra, che è di 6 miliardi di euro (il

rapporto FISM ci dimostra come

un allievo paritario privato costi

3000 € invece che gli oltre 6000 di

una scuola pubblica o i circa 5000

delle scuole comunali paritarie). In

verità quello che si chiede è di es-

sere particolarmente attenti a chi

vorrebbe mettere il proprio figlio

nelle scuole paritarie, dando un

contributo”.

Proprio in materia di contributi si

sta sviluppando una lotta feroce fra

comuni e scuole. E’ chiaro che i

fondi pubblici sono sempre meno,

ma è altrettanto evidente come sia-

no le scelte a determinare la so-

pravvivenza o la morte di ogni isti-

tuto, sia esso sportivo, educativo,

assistenziale o altro. In momenti di

ristrettezze proprio queste scelte

fanno la differenza. Puntare sulle

scuole e sulla assistenza alle fami-

glie dando un ottimo servizio edu-

cativo è fondamentale sia per cre-

scere i nostri figli in maniera giusta

che per alleviare le famiglie che

mai come ora hanno necessità di

lavorare un po’ di più. Ridurre i

contributi significa inevitabilmente

far aumentare le rette delle scuole e

questo non va incontro alle esigen-

ze delle famiglie in tempi di crisi.

In un recente report di Save The

Children è stato evidenziato come

l’Italia sia agli ultimi posti come

“povertà di futuro” di bambini e

adolescenti, ed in fondo a 7 indici

su 27 degli indicatori relativi

all’infanzia. Sempre lo stesso rap-

porto ci illustra come il cosiddetto

“furto di futuro” dei bambini è det-

tato principalmente dal taglio dei

fondi per i minori da parte degli

enti pubblici oltre che dal “furto di

istruzione”, ossia il basso livello di

istruzione dovuto al mancato inve-

stimento nelle scuole infantili. E-

merge come la povertà economica

equivale a povertà di istruzione. E’

quindi basilare che i Comuni siano

vicini alle scuole, soprattutto alle

più virtuose e ben gestite. Un e-

sempio di accortezza amministrati-

va ci arriva da Adria, dove nono-

stante i 3,5 milioni di euro in meno

di trasferimenti statali

l’Amministrazione ha scelto di ta-

gliare tutto ma non su sociale e

scuole. Sono state sospese opere

pubbliche e manutenzioni ma sono

rimaste invariate tariffe e servizi

per scuola e sociale. Barack Oba-

ma, presidente degli Stati Uniti,

poco tempo fa ebbe a dire “Un bra-

vo professore ed una buona scuola

sono un investimento, perché da-

ranno buoni alunni che faranno

bene nella loro vita”.

Sempre Don Maurizio Viviani ci

chiarisce come “non è importante

quanto un comune mette a bilancio

come impegno di spesa, ma quanto

poi effettivamente dà. Se l’impegno

di spesa è una cifra che rappresen-

ta il tetto massimo ed è la cifra che

va sui giornali, nella quasi totalità

dei casi il contributo che poi fini-

sce effettivamente nelle casse delle

scuole cattoliche è molto inferio-

re”. Investire nel futuro dei nostri

bambini ha un valore altissimo per-

ché si tratta di soldi che vanno a

creare una società migliore.

In tempo di crisi sono tantissimi gli

esempi di enti pubblici che preferi-

scono non tagliare su scuole e cul-

tura ma piuttosto fermare un ponte,

una strada, un edificio. Perché fino

a prova contraria, il futuro dei no-

stri figli si costruisce ora ed ogni

giorno, mentre un ponte o un edifi-

cio possono anche aspettare.

Scuole Cattoliche e paritarie: SOSTENERLE E’ UN BENE

8 LA SORGENTE - giugno 2013

di Vanessa Bertaiola

M olti vorrebbero

pronunciare que-

sta frase ma la lun-

ga e pigra burocra-

zia italiana non glielo permette,

almeno a livello giuridico e costitu-

zionale.

Cecile Kyenge, ministra per

l’integrazione del governo Letta, ha

proposto il ius soli, il diritto dei

figli di stranieri a “nascere” italia-

ni, cioè ad avere la cittadinanza

appena venuti al mondo in modo

da non dover aspettare fino alla

maggiore età. Fa riferimento alla

nascita sul “suolo”, sul territorio

dello Stato.

Lo ius sanguinis invece è imper-

niato sull’elemento della discen-

denza o della filiazione.

Anche di fronte a questa proposta il

popolo italiano si è diviso: chi a

favore e chi contro. Stupisce però il

fatto che ancora una volta, in que-

sta società moderna avanzata, che

guarda in là, che si proclama

all’avanguardia e progressista, c’è

ancora chi non va oltre il colore

della pelle e la diversità di genere.

La scelta di nominare due

ministre italiane con origi-

ni straniere - l’altra è Jo-

sefa Idem - è la conferma

di una pluralità che non

può più essere ignorata.

Le barriere della discrimi-

nazione razziale si fanno

ancora sentire, ma noi

stessi italiani abbiamo

vissuto la fatica

dell’emigrazione, andare

in una terra totalmente

sconosciuta, affrontare

l’indifferenza, l’astio e

l’odio delle popolazioni

autoctone, che ci vedeva-

no come una minaccia. Eravamo

minatori, camerieri, abbiamo aper-

to bar, abbiamo fatto valere la no-

stra cucina e la nostra capacità pro-

duttiva e ci hanno accettato. Infatti

molti italiani sono rimasti nei paesi

dove sono immigrati, riuscendo ad

aprire anche proficue attività com-

merciali.

Nel libro “L’orda,quando gli alba-

nesi eravamo noi”, Gian Antonio

Stella scrive sugli italiani emigrati

all’estero: “La feccia del piane-

ta,questo eravamo. Meglio: così

eravamo visti. (…) Venivamo mar-

tellati da campagne di stampa in-

decenti che ci dipingevano come

una “maledetta razza di assassi-

ni”. Cercavamo casa schiacciati

dalla fama d’essere ‘sporchi come

maiali’. (…) Bel paese, brutta gen-

te”. “Oggi raccontiamo a noi stes-

si, con patriottica ipocrisia, che

eravamo “poveri ma belli”, che i

nostri nonni erano molto diversi

dai curdi o dai cingalesi che sbar-

cano sulle nostre coste, che ci inse-

diavamo senza creare problemi,

che nei paesi di immigrazione era-

vamo ben accolti o ci guadagnava-

mo comunque la stima, il rispetto,

l’affetto delle popolazioni locali.

Ma non è così”.

Ho scelto queste citazioni perché

credo che rispecchino al meglio la

situazione odierna, solo in maniera

un po’ differente.

Oggi tutto questo risentimento lo si

prova nei confronti dei figli di stra-

nieri, immigrati in Italia da paesi

dove le condizioni di vita non era-

no certo delle più accettabili.

Nati in Italia, questi bambini SO-

NO ITALIANI, perché crescendo

nel “bel paese” apprendono le no-

stre tradizioni, parlano la nostra

lingua, frequentano le nostre scuo-

le, in molti casi vengono battezzati.

Fanno tutto ciò che fanno i figli

degli italiani. E allora la domanda

è: perché non possono essere con-

siderati italiani a tutti i livelli?

La chiusura troglodita di molte per-

sone di fronte a questo tema fa sor-

ridere, sembra che si sentano mi-

nacciate da questa onda di “nuovi

italiani” che invece possono costru-

ire, generazione dopo generazione,

la nuova Italia e possono diventare

il nuovo orgoglio nazionale. Co-

minciamo ad apprendere e ad im-

parare dagli altri paesi, in particolar

modo dalla Germania, dove la po-

polazione turca è ormai pienamente

integrata nei meccanismi della so-

cietà tedesca. Non solo, anche nel

calcio, sport che riunisce tutto il

popolo davanti alla televisione, i

tedeschi fanno scuola con ben due

giocatori di origini straniere: Mesut

Ozil, turco, e Kevin Prince Boa-

teng, cittadino tedesco naturalizza-

to ghanese.

Solo garantendo il diritto di

“nascere, crescere e vivere italia-

ni”, nel rispetto della cultura intrin-

seca in ogni persona, potremmo

sperare in un futuro migliore. Ov-

viamente italiano.

IO SONO ITALIANO!

LA SORGENTE 9

- GREST 2013 -

POVEGLIANO CAMP (Grest Sport) Stiamo organizzando il “Grest sportivo” per i ragazzi tra il 2006

e il 1999 che sarà dall’ 8 al 27 luglio.

VOGLIAMO CHE QUESTO GREST SIA INDIMENTICABILE

VUOI AIUTARCI ANCHE TU?

Ci serve questo materiale: Guanti e mazze da baseball (normali e spugna), racchette da volano e volani, palloni da rugby, racchette e palline da ping-pong, freesby e corde.

OVVIAMENTE IL MATERIALE VERRA’ RESTITUITO. Per informazioni: Michele Cazzador cel. 3469410982 / Matteo Zanon cel. 3478444003 /

Anna Conigliaro cel. 3402980034.

di don Osvaldo

O gni giorno del Grest, quando ter-minano le attività con i ragazzi, c'è

un momento di verifica e di programmazione.

I ragazzi sono con noi matti-na e pomeriggio, tranne il lu-nedì. Abbiamo fatto questa scelta per darci del tempo un po' disteso per preparare le attività e per confrontarci tra di noi.

Tutti, animatori, aiuto e re-sponsabili hanno la possibili-tà di proporre idee e di fare osservazioni. All'inizio però

preghiamo insieme perché siamo profondamente con-vinti che non basta la nostra buona volontà e il nostro im-pegno ma ci occorre un aiuto in più e lo chiediamo al Si-gnore.

Lunedì scorso ho preparato 115 foglietti con la "preghiera dell'animatore" … sono stati appena abba-stanza.

Oggi è venuta a trovarmi Sa-brina per parlarmi dei labora-tori, occorrerebbe un numero intero di “La Sorgente” per descriverli (avete mai sentito parlare delle figure tridi-mensionali con chiodi ed

elastici? o dei diari di le-gno? e di altri 16 laborato-ri?).

Che spettacolo tutte le perso-ne che si sono messe in gio-co per realizzarli!

Avete idea di cosa voglia dire tenere in ordine e puliti tutti gli ambienti che usiamo? Quante mamme/nonne ser-vono? Ebbene, le abbiamo! E il tiro con l'arco? e … dav-vero tanto, tanto altro … il tutto con uno scopo: fai cen-tro nella vita, Gesù ci aiuta a non sbagliare bersaglio, Maria e l'Angelo custode, che preghiamo ogni giorno, sono sempre con noi.

Fai centro nella vita

10 LA SORGENTE - giugno 2013

di Damiano Puggia

C i sono princìpi che vanno avanti al di là

del surreale contorno raccontato dai tele-

giornali. Al di là della temporaneità che

ci pervade. Ci sono ideali e sogni che si

concretizzano in direzione ostinata e contraria. Ci

sono persone che non vogliono dimenticarsi dell'in-

giustizia. Persone che rendono il torto subito con

carità.

Ecuador, venti chilometri da La Concepcion la città

di Ibarra. Quarantottomila dollari inviati dalla comu-

nità di Povegliano tramite l’impegno

dell’associazione Hermandad (donazioni private,

raccolta fondi con il 5x1000, lotterie) e la direzione

dei lavori seguita sul posto dai fidati collaboratori

del F.E.P.P. (vedi sito web). Si materializza così la

ristrutturazione della casa "Centro Pastoral Afro

Martina Carrillo" di Ibarra. Una struttura creata dai

Comboniani per le popolazioni afro forzatamente

traslate nel continente sudamericano dai mercanti di

schiavi secoli or sono.

In questa casa di proprietà del Mons. Arellano, com-

boniano vescovo di Esmeraldas, si andrà a costituire

un’associazione che gestirà in comodato d’uso que-

sto importante gioiello in grado di ospitare persone

per circa trenta posti letto. Riunioni. Serate di appro-

fondimento, di condivisione. Persone, etnie, associa-

zioni, gente di chiesa che fanno della loro triste sto-

ria un punto d’unione. Un punto saldo da cui riparti-

re.

Persone che alla guancia colpita mostrano la loro

mano aperta: rifugiati colombiani, sfuggiti all'occu-

pazioni dei loro territori da parte dei terroristi, sono

ora ospitati nella casa per frequentare corsi di inte-

grazione nella comunità ecuatoriana. Insomma gli

“ultimi” cambiano; la carità rimane.

Ci sono donne e uomini di buona volontà che alla

propria condizione umana riescono a dare un senso...

nonostante il passato. Esempi.

GLI “ULTIMI” CAMBIANO.

LA CARITA’ RIMANE

HERMANDAD ONLUS / IBAN IT32 L084 1659 6700 0007 0130 118 / Indirizzo e-mail: [email protected]

Per tale scopo raccolti a Povegliano 48.000 dollari

con donazioni private,

fondi del 5x1000, lotterie

IBARRA EQUADOR

CENTRO PASTORAL AFRO MARTINA CARRILLO

LA SORGENTE 11

A prile, è stato il tempo

pasquale a riempire il

mese. Quindi clima di

grande pace e di gioia interiore.

Sono questi i doni pasquali che

il Risorto ci offre. “Nei cieli un

grido risuonò” è l’inno che ab-

biamo cantato con slancio. Un

grido la cui eco ha raggiunto la

terra e tutti i suoi abitanti: un

grido di liberazione.

Lo esprimono bene molti brevi

testi che impreziosiscono il qua-

derno delle preghiere posto

all’entrata del Santuario:

- “Grazie, Signore”;

- “Un grazie a te, o Ma-

ria”;

- “Ci sei stato vicino, Ge-

sù”;

- “Continua ad accom-

pagnarci”;

- “In te pongo tutta la

mia fiducia”;

- “Prego con i miei cari

che sono già vicino a

Te”;

- “Dammi forza in que-

sto momento di prova”.

Tutte espressioni che dicono

bene la fede e la familiarità con

cui si entra in San-

tuario e ci si pone a

parlare con Dio.

Molti “santini” so-

no stati portati via:

segno che si vuole

continuare a prega-

re anche fuori dalle

mura del Santuario, nella pro-

pria casa, nell’intimità della pro-

pria vita.

Chi è venuto anche da lontano

(un pulman da Pecetto Torinese

il 30 aprile) ha potuto constatare

che il nostro Santuario è un luo-

go vivo, un prezioso spazio per

lo spirito, che merita di essere

conosciuto e frequentato. Così

dicono tutti coloro che per la

prima volta entrano nel Santua-

rio. E così dimostrano tutti colo-

ro che continuano a venire so-

vente e anche ogni domenica

alla messa.

Maggio, come sempre, è stato

segnato dalla preghiera del Ro-

sario: grandi e piccoli si sono

trovati ogni sera, anche con la

pioggia, quasi come per una

gara di devozione. La soddisfa-

zione dei piccoli è stata molta e

hanno espresso con un prolun-

gato “nooo!” il loro rammarico

per la fine del mese.

Altri momenti significativi sono

stati il concerto, le adorazioni,

la consacrazione a Maria di chi

ha fatto la prima comunione, il

raduno dei malati, alcuni ritiri e

matrimoni.

Proseguono i lavori di ristruttu-

razione (grazie a chi contribui-

sce con la busta mensile!).

Adesso cominciano i preparati-

vi per la sagra di agosto. Arri-

vederci dunque all’Assunta!

CRONACHE

Santuario

dal

a cura di Fratel Vincenzo

Maria, madre buona,

a te salga la nostra invocazione:

donaci giorni di pace,

rendici attenti allo Spirito Santo,

fa’ che diventiamo ogni giorno

conformi al tuo figlio Gesù. Amen!

12 LA SORGENTE - giugno 2013

di Matteo Zanon

A l Master di golf di Augusta, ha esor-dito Guan Tian-lang, giovane cine-

sino di 14 anni.

Davanti allo stupore di tutti, ha ottenuto un buon risultato e si è preso i complimenti di molti giocatori professionisti che lo hanno definito uno dei giocatori più forti “sul corto”. E’ stato premiato con la cop-pa d’argento, destinata al mi-glior atleta dilettante. Guan vive per il golf: ha iniziato a giocare all’asilo e si allena ogni giorno dalla mattina alla sera. La passione gli è stata

trasmessa dal padre, che da buon golfista ha messo in mano al figlio la mazza da golf per la prima volta a 4 an-ni. A 9 anni si è accorto che il golf poteva dare molte soddi-sfazioni a Guan. Il giovane cinese si alza tutte le mattine alle 6.30, fa un’ora di pale-stra, va a scuola, suo padre lo passa a prendere e si diri-gono al club. Dopo un’ora di macchina arrivano e Tian-lang prende subito i ferri e comincia a tirare palline, sen-za maestro, e smette di tirare solo quando fa buio. Torna a casa e dopo la cena si mette a fare i compiti.

In Cina lo dipingono già co-

me il nuovo Tiger Woods.

Gli esperti al contrario invita-no alla prudenza, visti i molti precedenti di ragazzi che da giovanissimi sembravano fe-nomeni e che poi si sono bruciati (nello sport e alcuni anche nella vita). La saggista Alissa Quart in un suo libro, “Hothouse Kids”, spiega il dilemma dei bambini dotati di grande ta-lento:

“Coltivare il talento di quei bambini che secondo tutte le apparenze sembrano super-dotati” scrive, “non solo può rivelarsi una perdita di dana-ro, ma soprattutto un atteg-giamento molto nocivo: quasi

sempre sviluppano problemi di autosti-ma e di ansia da prestazione”.

Il migliore augurio che si possa fare a Guan non è quello di diventare il pros-simo Woods, ma crescere nel modo più equilibrato pos-sibile. Se poi riusci-rà a diventare nu-mero 1 al mondo, sarà solo merito su-o.

Guan Tianlang

TALENTO PRECOCE, GIUSTO COLTIVARLO? A 14 anni viene già considerato il nuovo Woods. Riuscirà a imitarlo?

LA SORGENTE - giugno 2013 13

110o

ANNO di

FONDAZIONE

dell’

U.N.I.T.A.L.S.I.

PROPOSTE DI PELLEGRINAGGI

1) - Pellegrinaggio a LORETO - 27/30 luglio. Iscrizioni entro il 30 giugno.

2) - Pellegrinaggio ad ARS-NEVERS - 2/5 settembre. Posti limitati - Quota € 300.

3) - Pellegrinaggio a ROMA dal 7/10 novembre quota 300 € - dal 8/10 novembre quota € 200. Precedenza ai soci UNITALSI. Udien-za particolare dal SANTO PADRE sabato 9 novembre. Prenotazioni entro il 30 luglio.

ISCRIZIONI PRESSO: BERTINI GIUSEPPE tel. 045 7970094 MURARO GIUSEPPE tel. 045 7970569

Giugno --- Luglio Dal Lunedì al Venerdì dalle ore 21 apertura degli spazi parrocchiali con Tornei, Giochi, Attività Varie … e possibilità di passare qualche

ora in compagnia;

Ogni Lunedì - GREST ADULTI – Giochi per che si sente giovane. Ogni Martedì - SERATA COUNTRY – Impariamo a ballare come i Cow-Boy. Ogni Mercoledì - LUDUS GATE “SUMMER” Giochi in scatola. Ogni Venerdì – FESTA GREST.

Giovedì 04 Luglio – PROSIT in musica – Degustazione birre artigianali, stuzzichini

e ballo Country (In collaborazione con PROSIT negozio birre arti-

gianali).

Venerdì 19 Luglio – CENA CON DELITTO – Cena con giallo Quiz.

INOLTRE ALTRI APPUNTAMENTI IN PROGRAMMA:

Serata di festa con animazione gruppo N-JOY.

Serata giochi “NOI-NON solo Play” gioco-tornei con calcio-balilla e Ping Pong.

VIENI A TROVARCI SUL NOSTRO SITO WWW.NOIPOVEGLIANO.IT -- E TIENI D’OCCHIO IL

CALENDARIO PER ESSERE AGGIORNATO SULLE DATE DEGLI APPUNTAMENTI.

Appuntamenti NOI … Estate 2013

NEGLI SPAZI PARROCCHIALI ALL'APERTO

14 LA SORGENTE - giugno 2013

ANAGRAFE

Vivono nel Signore

FAVARO Maria di anni 88

PERIZZOLO Marcellina di anni 56

PERINA Grazia di anni 72

CORDIOLI Bruna di anni 94

NOVAGLIA Renzo di anni 66

Rinati in Cristo

LUIGI DOMENICO Chignola

RICCARDO Fianco

ELISEO Kapaj

ALESSANDRO Gaburro

RICCARDO Ferri

STEFANO Grobberio

Sposati in Cristo

PASQUETTO Niccolò con RAMANZINI Eleonora

BRAGATO Daniele con BUZZI Silvia

PERINA Massimo con GALVANI Ilaria

RENATO LEONARDO De Togni

VALENTINA Ruggiero

GAIA Biasi

BARTHOLOMAY Leonie Estelle

CRISTIAN Polato

NICOLA Montresor

AISA Dall’Avanzi

FRANCESCO Polato