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pa/working Atelier per le nuove opportunità Palermo, 15 dicembre 2014 Pa/working è un progetto nato da un’idea dell'Assessorato alle Attività Produttive del Comune di Palermo per favorire il dibattito sul lavoro e sulle nuove opportunità di crescita e sviluppo. Tale dibattito è stato lanciato pubblicamente sul web, attraverso la creazione di un gruppo omonimo su Facebook. Tra gli argomenti più dibattuti e, in seguito messi a votazione, sono emersi i quattro temi, ritenuti più interessanti dai partecipanti, che hanno caratterizzato i quattro tavoli di lavoro durante l’evento Atelier per le nuove opportunità del 15 Dicembre 2014. Obiettivi di Pa/working: la creazione un laboratorio di idee programmato, partecipato e coerente con i temi del lavoro e dell’innovazione; la creazione di una rete di professionisti, stakeholder, giovani imprenditori e associazioni già attivi sul mercato del lavoro che vogliano mettere la loro esperienza a disposizione di chi voglia fare, a Palermo, del lavoro autonomo la propria scelta professionale; la creazione un sano ecosistema cittadino che possa facilitare/supportare l’autoimprenditoria a Palermo. Dal lavoro partecipato di tutti gli iscritti ai tavoli, di seguito sono riportati integralmente i quattro report che riassumono gli argomenti dibattuti all’interno di ciascuna delle sessioni di lavoro. 1

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pa/working ­ Atelier per le nuove opportunità Palermo, 15 dicembre 2014

Pa/working è un progetto nato da un’idea dell'Assessorato alle Attività Produttive del Comune di Palermo per favorire il dibattito sul lavoro e sulle nuove opportunità di crescita e sviluppo. Tale dibattito è stato lanciato pubblicamente sul web, attraverso la creazione di un gruppo omonimo su Facebook. Tra gli argomenti più dibattuti e, in seguito messi a votazione, sono emersi i quattro temi, ritenuti più interessanti dai partecipanti, che hanno caratterizzato i quattro tavoli di lavoro durante l’evento Atelier per le nuove opportunità del 15 Dicembre 2014. Obiettivi di Pa/working: ­ la creazione un laboratorio di idee programmato, partecipato e coerente con i temi del lavoro e

dell’innovazione; ­ la creazione di una rete di professionisti, stakeholder, giovani imprenditori e associazioni già attivi

sul mercato del lavoro che vogliano mettere la loro esperienza a disposizione di chi voglia fare, a Palermo, del lavoro autonomo la propria scelta professionale;

­ la creazione un sano ecosistema cittadino che possa facilitare/supportare l’autoimprenditoria a Palermo. Dal lavoro partecipato di tutti gli iscritti ai tavoli, di seguito sono riportati integralmente i quattro report che riassumono gli argomenti dibattuti all’interno di ciascuna delle sessioni di lavoro.

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Report tavolo 1 Facilitazione alla creazione di nuova impresa

L’incontro si è aperto con un breve giro di presentazione nel quale i partecipanti al tavolo hanno avuto la possibilità di conoscersi. Una presenza eterogenea di diversi profili e sensibilità al tavolo, dall’associazione culturale al singolo professionista, dalla startup ai ricercatori del CNR (Istituto per le Tecnologie Didattiche). Presenti i due incubatori, “Lati” del Vittorio Emanuele III rappresentato dal prof. Fici, e “Arca” con il prof. La Commare. Facilitatore del tavolo Massimiliano Lombardo, coordinatore della scuola Tempi Moderni e resp. Generazioni Legacoop Sicilia. Dalla discussione è venuta fuori la necessità di una campagna di sensibilizzazione nei confronti delle nuove generazioni alla cultura d’impresa, soffermandosi su bisogni che riguardano sia la ricerca di informazioni corrette e facilmente acquisibili presso gli organi predisposti sia l’emergente necessità di adattarsi ad una domanda del mercato del lavoro che muta costantemente. Non solo quindi sensibilizzazione, ma anche accompagnamento ai nuovi imprenditori, ai quali certamente serve mentoring e formazione. Indispensabile è risultato creare una community per socializzare, scambiare informazioni e ritrovarsi, e più in generale un ecosistema in grado di supportare l’imprenditoria e sostenere le startup. Infatti, dal tavolo è stata condivisa diffusamente la problematica sulla sostenibilità a lungo periodo delle startup: “il problema non è solo la creazione, ma cosa succede immediatamente dopo”. La nostra proposta è quindi quella di dare vita ad incubatori/acceleratori tematici che possano leggere ed analizzare il mercato insieme ai nuovi settori e alle figure professionali emergenti intercettando i bisogni e accompagnando le startup. Il problema iniziale segnalato dal tavolo è l’assenza di informazioni, non solo quelle riguardanti le opportunità (fondi, bandi) ma soprattutto su regolamenti e licenze. Per questo è stata affrontata la questione di un’amministrazione “amica”, che deve essere sempre più trasparente e “open”, e che le informazioni devono essere reali, puntuali e corrette con un personale che sia formato e competente. L’accesso alle informazioni è stato un tema molto dibattuto, anche per questo è stata accolta l’idea di uno “sportello giovani” all’interno del neo sportello unico all’Assessorato alle Attività Produttive che possa risolvere i problemi del disbrigo pratiche dei giovani imprenditori e della diffusione di informazioni e opportunità. Per facilitare l’operato di questo sportello sarebbe opportuno inoltre creare una banca dati che raccolga tutte le attività imprenditoriali del territorio distinguendo per settore e figura professionale mettendola a

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disposizione di tutti i cittadini. Insieme ad essa predisporre una newsletter all’interno del sito per ricevere informazioni inerenti l’ambito di interesse del singolo. Per agevolare lo startup di nuove imprese giovanili all’Assessorato si chiede inoltre la stipula di una convenzione tra Comune e professionisti (notai, commercialisti, consulenti del lavoro, progettisti) a prezzi agevolati in favore dei giovani imprenditori. Inoltre si chiede di poter costituire un fondo di garanzia per garantire il microcredito. Sempre per agevolare lo start up di nuove attività si chiede al Comune di far proprie alcune buone pratiche implementate da altre amministrazioni pubbliche (Comune di Milano, Regione Puglia) come la concessione di spazi pubblici, attraverso opportuni bandi, per la creazione di imprese e di spazi di condivisone (co­work, incubatori). Tanti sono gli spazi in disuso, spesso abbandonati, e per questo è stato proposto di farli rivivere di nuova linfa attraverso la creazione di opportunità di lavoro che vedano protagonisti del nostro territorio le nuove generazioni. Realizzare incubatori, acceleratori d’imprese ed offrire ai giovani spazi di condivisione di idee e di contaminazione dei saperi è fondamentale per formare comunità di giovani imprenditori, per diffondere l’autoimprenditorialità fra i giovani e per sostenere la rigenerazione del tessuto economico e produttivo della città. Per tale ragione è emersa dal confronto nel tavolo la richiesta di dare mandato al Comune di esplorare la disponibilità di spazi sottoutilizzati, in dismissione o in stato di abbandono delle ferrovie e dell'autorità portuale per dare luogo all'innovazione sociale, tecnologica, culturale e produttiva dei giovani con incubatori d'imprese e distretti produttivi in linea con le molteplici vocazioni del territorio e radicate nelle rispettive comunità di riferimento. Anche i tanti beni confiscati, sempre in mano al Comune, troppo spesso vengono poco utilizzati, e per questo il tavolo chiede di rivedere il regolamento comunale sui Beni confiscati alla mafia. Durante il tavolo è emersa poi la necessità di rivedere i regolamenti in atto per lo sviluppo del territorio per affrontare in modo più incisivo la grave crisi economica. Uno fra tutti la grave crisi commerciale dei nostro centro­città, dei nostri piccoli commercianti che sono stati costretti a chiudere procurando un danno al valore immobiliare. Per questo si chiede di valorizzare la funzione dei Centri Commerciali Naturali e ridefinire per obiettivi i finanziamenti stanziati, perché così come per principio essi sono per se stessi una agglomerazione di diverse professionalità non meramente commerciali, ma anche turistiche (settore vitale per la nostra Città di cui l’Amministrazione sembra avere accantonato) e di tutti gli stakeholder del territorio apportando un beneficio all’intero indotto. E’ auspicabile, sempre sui CCN che si ‘copino’ best practice (o modelli virtuosi) già funzionanti all’estero (Belgio, UK, Canada Usa), a cominciare dal modello dei Town Centre Management, piuttosto che dare contributi a pioggia a improbabili piani di CCN inventati spesso su due piedi a livello locale. Infine sembra rilevante sostenere che, alla base dell’azione che l’Assessorato intende adottare, è necessaria una sinergia dei diversi organi competenti e assessorati comunali (attività produttive, turismo, politiche giovanili, cultura, formazione) affinché il cittadino possa realmente interloquire con un’unica amministrazione. E’ importante sapere, visto il luogo che ci ospita, che progetti ha il Comune in corso, ed in particolare l’ufficio progetti speciali che fa capo al dottor Basile, considerato che da un paio di anni il Comune parla di un urban incubator, e che ora questo ufficio se ne sta occupando, con ingenti possibilità (PON metro) oltre ad avere costituito già un incubatore settoriale dedicato alla cultura presso i Cantieri Culturali alla Zisa. E’ inoltre giusto porsi il problema se questi spazi di sviluppo futuro, tipo Centri Commerciali Naturali ma anche Innovation Building, debbano essere creati solo in grandi aree dismesse, magari decentrate, con il rischio di farne ‘i giardini dorati, ma isolati, delle startup’, oppure abbia senso utilizzare anche locali commerciali non più affittati, di cui il centro e le periferie sono pieni, il che rivitalizzerebbe le nostre strade. Per fare ciò i proprietari privati andrebbero sensibilizzati, (ovviamente il Comune non può imporre loro usi, ma agire una moral suasion, nel loro stesso interesse, visto che gli edifici abbandonati in zone che si spopolano perdono valore essi stessi).

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Report Tavolo 2 Potenzialità territoriale per lo sviluppo locale

Riassunto tematiche trattate Il tavolo tecnico ha costruito il lavoro analizzando i bisogni e le esigenze sul territorio a partire da quelle condivise da tutti i partecipanti. Si è partiti con un breve dibattito teso a analizzare punti in comune e differenze tra associazionismo e imprenditoria. Ciò a seguito del fatto che, dopo le presentazioni di rito, è stato evidenziato come la maggior parte dei partecipanti fossero accorsi in rappresentanza di un’associazione. Sono stati espressi pareri contrastanti sulle reali opportunità di sviluppo economico generabili dalle associazioni e, successivamente, si è discusso sul significato di no profit all’interno del contesto economico locale. Diversi sono stati gli esempi portati al tavolo di proficua collaborazione tra mondo profit e no profit. Quindi si è passati a individuare e riassumere le principali necessità da soddisfare per permettere uno sviluppo territoriale reale. Bisogni ed esigenze per lo sviluppo locale

1. Professionisti formati ad hoc – creare una rete di professionisti specializzati nella creazione di nuova imprenditorialità;

2. Sostenibilità economica – prevedere/supportare per il tramite degli enti preposti e stipulando accordi accessi al credito facilitato per rendere sostenibili le nuove attività;

3. Canoni agevolati – prevedere il pagamento di canoni di locazione agevolati stipulando accordi con i locatari. Una modalità percorribile potrebbe essere quella dell’associazione in partecipazione (http://it.wikipedia.org/wiki/Associazione_in_partecipazione).

Successivamente, si è passati ad un’analisi sulle potenzialità del territorio che è sfociata in una serie di proposte mirate allo sviluppo del territorio.

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Potenzialità

1. Previsione di spazi di condivisione comune (coworking civico); 2. Mappatura degli spazi pubblici e privati in disuso; 3. Necessità di prevedere commercio di prossimità; 4. Mappatura dei bisogni di quartiere. 5. Marketing territoriale; 6. Smart cities; 7. Innovazione e startup;

Proposte per lo sviluppo del territorio per la creazione di nuove opportunità

1. Programmazione di una rete tra imprese e associazioni; 2. Sviluppo di un piano regolatore della città redatto attraverso un processo partecipato; 3. Valorizzazione delle differenti figure professionali specialistiche che si occupano di sviluppo

territoriale, quali pianificatori territoriali, paesaggisti, ecc.. 4. Creazione di sondaggi di quartiere al fine di conoscere i bisogni reali del territorio e colmarne i vuoti; 5. Supporto e informazione per la ricerca e partecipazione ai progetti (informazione/formazione); 6. Ripresa dei mestieri ormai in disuso attraverso la creazione delle botteghe di mestiere; 7. Apertura di coworking civici al fine di aumentare il dialogo tra i diversi attori della città; luoghi

permanenti di condivisione dei saperi, laboratori di idee per lo sviluppo culturale, economico e sociale;

8. Rafforzamento delle reti tra le differenti aree amministrative; 9. Promozione di Palermo come “Città Resiliente”: investire sul proprio capitale umano ripartendo da

chi ha deciso di sviluppare le proprie competenze qui in Sicilia e attrarre chi ha deciso di andare via.

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Report Tavolo 3 Network, condivisione e strumenti per la partecipazione

I lavori sono iniziati con una breve presentazione dei partecipanti e immediatamente è emerso un carattere eterogeneo legato ad una fascia d’età differente e alle differenti organizzazioni rappresentate. Presenti studenti, insegnanti, imprenditori, responsabili di associazioni no profit, incubatori di impresa, banche e dipendenti comunali. In una fase iniziale si è definito il perimetro del networking ideale e si è subito compreso che questo dovrà essere formato dall’intero ecosistema urbano costituito da tutti quei soggetti in grado di innescare ed agevolare i processi di innovazione sociale, attraverso la messa a disposizione delle proprie competenze e professionalità. Per riuscire a sviluppare e mettere a sistema la rete sarà necessario:

­ potenziare l’ecosistema urbano esistente che in parte ha già cominciato a delinearsi. In tal senso la grande e qualificata affluenza cittadina ad incontri sulla partecipazione civica, la creazione spontanea di reti locali, la nascita e lo sviluppo di esperienze singole e collettive di aggregazione (es. coworking) ci fa comprendere che esistono i buoni presupposti culturali per la creazione di una modalità operativa che generi una città intelligente e collaborativa. A tal riguardo è utile sottolineare l'adozione, da parte degli aderenti all'iniziativa pa/working, dei database di GDrive (Google) per la raccolta dei dati delle associazioni e cittadini, e delle mappe georeferenziate di Openstreetmap (Umap) per la rappresentazione geografica dei dati raccolti, strumenti di lavoro importanti che hanno permesso il rafforzamento del senso di comunità e il potenziamento della rete locale di lavoro. Ciò dimostra che l'ecosistema palermitano dei soggetti aderenti a pa/working è già capace di autorganizzarsi per cogestire dati,informazioni, idee e progettualità. E' necessario quindi che l'Amministrazione comunale prenda atto delle potenzialità di questo ecosistema urbano di soggetti dotati di abilità nel costruire rete con adeguati strumenti ICT, e che quindi sostenga costantemente l'operatività della rete di pa/working con azioni specifiche (progetti ad hoc, incontri mensili), risorse umane interne (referenti motivati per ogni settore) e strumenti operativi adeguati (cominciando da quelli ICT);

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­ creare le infrastrutture ed i servizi legati all’accesso e riuso dei dati e delle informazioni;mettere a

disposizione gli spazi fisici per favorire lo sviluppo del networking attraverso il coworking civico (attraverso tavoli di lavoro mensili e grazie ad uno spazio per la partecipazione costante sempre a disposizione per imprese o associazioni);

­ fare un censimento dei rapporti di rete dei singoli componenti del gruppo e in generale dell’ecosistema dell’innovazione digitale a Palermo, ad esempio reti come quelli di progetti Europei, la rete Startup Weekend, la rete Hub, ecc.;

­ alimentare il rapporto di fiducia tra amministrazione e cittadinanza. Le amministrazioni devono sviluppare metodologie operative trasparenti e partecipate di governo creando opportunità di innovazione sociale e favorendo lo sviluppo di quelle realtà che dimostrano di porre in essere azioni con un forte impatto sociale,economico, ambientale e culturale sul territorio urbano. Sono emerse forti critiche sulla gestione del bando per le attività natalizie, sul portale della partecipazione del Comune e su tutta la gestione legata ai temi della comunicazione e dell’innovazione tecnologica (dalla qualità e quantità dei servizi erogati dal sito internet a quella degli open data pubblicati). I cittadini, attraverso una vigorosa e costante cittadinanza attiva saranno i principali alleati degli amministratori pubblici per cocreare servizi innovativi e favorire l'adozione delle scelte da intraprendere per il miglioramento della qualità della vita della collettività. Il rapporto di fiducia dovrà essere fondato sull'assunzione delle responsabilità individuali e sulla verifica delle competenze reali. Spesso la scarsa competenza di un singolo dipendente comunale può causare una cattiva gestione dell'amministrazione della res publica. A tal riguardo la collaborazione tra dipendenti e soggetti esterni con comprovate competenze professionali digitali (vedi il caso degli hackathon con gli open data pubblici e la creazione di app/web service degli sviluppatori) può permettere, come accade in diverse città del mondo (vedi Digital Chicago), una contaminazione culturale tale da generare un progressivo miglioramento delle competenze dei dipendenti, un ottimizzazione dei processi gestionali di un amministrazione pubblica e l'erogazione di servizi innovativi ed efficienti. I cittadini dell’ecosistema dell’innovazione locale richiedono che l’amministrazione trovi dei meccanismi di coordinamento al suo interno, combinato con dei meccanismi di apertura verso il mondo fuori dall’amministrazione stessa, che lo rendano in grado di recepire le istanze che provengono dalla comunità: ciò in riferimento sia a questa iniziativa sia a quelli degli assessorati trasporto, partecipazione, pianificazione, del sociale, ecc. sia a programmi come il PON METRO. Tra le principali proposte emerse:

­ Open Data Favorire ed implementare l'adozione di strumenti per la creazione e diffusione degli open data (dati in formato aperto) stimolando la partecipazione attiva di dipendenti e cittadini per la e pubblicazione e riuso (su questo argomento si apprezzano le attività intraprese dall'amministrazione comunale, ma i risultati sembrano essere insoddisfacenti al fine di creare servizi innovativi, per esempio il contest sugli open data non ha prodotto risultati reali sul territorio). Immaginare l’infrastruttura comunale per l’Open Data non soltanto come deposito di dataset generati dall’amministrazione cittadina ma anche aperto ad ospitare dataset prodotti da altri enti, associazioni, gruppi di cittadini, a tutto il territorio anche a scala dell’area metropolitana. I dati aperti sono, oggi, il principale carburante per la creazione di servizi innovativi nel territorio. I dati aperti principalmente devono essere rilasciati e aggiornati tempestivamente dalla pubblica amministrazione che detiene un enorme patrimonio informativo. Anche la comunità locale contribuisce ad arricchire le banche dati pubbliche, con aggiornamenti costanti in diversi ambiti (ambiente, cultura, economia, sociale,..). Sarebbe auspicabile ospitare nel portale web dei dati aperti del Comune, anche

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dataset creati dai cittadini, compresi quelli contenenti informazioni generate dalla collettività e aggiornate in tempo reale (sull'esempio del dataset degli eventi condivisi del portale open data del Comune di Matera). Si invita altresì il Comune ad attuare quanto già previsto dalle proprie linee guida Open Data,approvate con Delibera di Giunta Municipale il 13 dicembre 2013 ed a organizzare eventi pubblici costanti (nel format degli hackathon o barcamp) nel tempo, al fine di permettere lo scambio di conoscenze con gli sviluppatori, associazioni attive e civic hackers, finalizzato a dimostrare l'utilità del riuso dei dati aperti pubblicati sul portale open data per la creazione di servizi innovativi. Di questa proposta di lavoro verrà data comunicazione al “team Open Data” del Comune, con l’obiettivo di affinarla e svilupparla con la loro collaborazione.

­ Piattaforma Utilizzare uno spazio online diverso da Facebook per continuare il lavoro iniziato, partendo da un censimento di piattaforme disponibili. La modalità e lo spirito di sviluppo legato a Pa/working sono stati ampiamente apprezzati e la non verticalità nella gestione delle attività e nell'animazione del dialogo ha favorito un ampia partecipazione, tutti i presenti al tavolo si sono sentiti coinvolti e hanno partecipato mettendo a disposizione per gli sviluppi futuri le loro professionalità e competenze anche a titolo gratuito. Tutti i presenti hanno evidenziato la necessità di creare una piattaforma digitale utile a raccogliere i lavori sviluppati, i dati ritenuti utili, i documenti, e le progettualità condivise, ritenendo necessario creare o adottare uno strumento ottimale per favorire il metodo gestionale intrapreso e che accompagni cittadini e imprese nella ricerca e condivisione delle informazioni e dei dati necessari. Si è pensato alla creazione di un S.U.A.P. 2.0 interattivo che favorisca il dialogo con le imprese attraverso metodologie innovative (chat download documenti compilazione,modulistica,online open data del mondo economico newsletter tematica forum). In una piattaforma ognuno potrà trovare il luogo idoneo nel quale individuare le competenze, i servizi, i dati e gli spazi per favorire la nascita di azioni di networking. E’ stata creata una mailing list di progetto http://groups.google.com/group/paworking che potrebbe essere utilizzata per scegliere, discutere e costruire insieme quanto detto sopra. La mailing è trasversale a tutti i tavoli di lavoro e ne verrà data comunicazione a tutti i partecipanti.

­ Rispetto delle regole Tutte le imprese presenti al tavolo richiedono una maggiore lotta alle attività abusive che esercitano costantemente una concorrenza sleale che non permette alle aziende oneste di continuare ad esercitare. Le azioni intraprese questa estate sono state un buon punto d’inizio e si richiede un continuo controllo sul territorio e una formazione alla legalità con attività di comunicazione orientate a stimolare un bisogno di legalità in tutti i cittadini.

­ Bilancio partecipativo I cittadini vogliono essere messi in grado di interagire e dialogare con le scelte delle amministrazioni pubbliche. Grazie alla quota di bilancio (minimo il 2%) del trasferimento erogato dalla Regione si potrebbero intraprendere le attività proposte e si potrebbe creare quel clima ideale che favorisce la creazione del networking.

­ Agenda digitale Il networking per funzionare dovrebbe attivare le indicazioni dell’agenda digitale per riorganizzare i processi interni delle amministrazioni pubbliche e per migliorare la qualità di vita dei cittadini, attraverso l'erogazione di servizi digitali, anche in mobilità. L'Obiettivo Tematico 2 dell'Accordo di Partenariato 20142020 ItaliaEU prevede tra le azioni:

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­ "Soluzioni tecnologiche per la realizzazione di servizi di eGovernment interoperabili, integrati (joined up services) e progettati con cittadini e imprese, e soluzioni integrate per le smart cities and communities".

­ "Interventi per assicurare l’interoperabilità delle banche dati pubbliche". ­ "Soluzioni tecnologiche per l’alfabetizzazione e l’inclusione digitale, per l’acquisizione di

competenze avanzate da parte delle imprese e lo sviluppo delle nuove competenze ICT (eSkills), nonché per stimolare la diffusione e l’utilizzo del web, dei servizi pubblici digitali e degli strumenti di dialogo, la collaborazione e partecipazione civica in rete (open government)".

L'Amministrazione comunale dovrebbe porre in essere le necessarie attività per organizzare la sua struttura interna con l'obiettivo finale di erogare tutti i suoi servizi nella modalità digitale, così come previsti dai risultati attesi dell'O.T.2 dell'Accordo di Partenariato 20142020 ItaliaEU. Ciò richiede anche una maggiore collaborazione tra il Comune e le sue comunità digitali e gli uffici e le iniziative della programmazione regionale, per una Agenda Digitale partecipata. E' auspicabile che il Comune attivi azioni costanti per la coprogettazione e il codesign dei propri servizi con la partecipazione dei cittadini, associazioni e aziende, così da renderli citizen oriented. E' indispensabile che le banche dati dei diversi Uffici e Servizi del Comune siano rese totalmente interoperabili a livello tecnologico, permettendo, in tal maniera, l'erogazione totale di servizi pubblici al cittadino e alle imprese, evitando spostamenti fisici per raggiungere i front office pubblici. L'open government, per una efficace attuazione, richiede l'adozione da parte dell'amministrazione pubblica, di piattaforme collaborative realmente in grado di permettere l'interazione proattiva dei cittadini, a tal riguardo si sottolinea la scarsa efficacia della piattaforma web comunale "Partecipa" che per la sua strutturazione non favorisce affatto un ideale collaborazione civica. In una piattaforma collaborativa pubblica i cittadini devono potere fornire dati, informazioni, caricare documenti utili agli altri cittadini e alla stessa amministrazione pubblica. Per permettere questa completa interazione oggi esistono diverse piattaforme (vedi ad es. OpenDCN).

Definizione della mission del gruppo pa/working Si rende indispensabile la definizione degli strumenti operativi a supporto della comunicazione tra i membri del gruppo pa/working con la definizione dei tempi e delle modalità. Altresì la definizione delle modalità operative e della tempistica per comunicare tra i cittadini e i vari referenti dell’amministrazione comunale. Infine l'individuazione di un coordinatore, o un gruppo di animatori della piattaforma di lavoro che includa sia i cittadini attivi che i dipendenti pubblici referenti per pa/working, e la definizione delle dinamiche del gruppo. Concludendo, ci proponiamo di sviluppare un modello di lavoro collaborativo che può essere riassunto con l’acronimo V.I.A.: Valori Idee Attività.

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Report Tavolo 4 Fondi comunitari, fondi d’investimento e altre opportunità di finanziamento e fundraising

Ad oggi i fondi europei ed i fondi d’investimento nel capitale di rischio rappresentano le più importanti risorse finanziarie a disposizione delle imprese attuali o potenziali (startup) del territorio siciliano. Sicuramente di grande supporto per gli attori privati e pubblici risultano i momenti di incontro e confronto partecipato sul tema, in grado di sottolineare e valorizzare le opportunità che questi fondi rappresentano per la crescita e lo sviluppo della società, comunicando in modo semplice e trasparente alle imprese del territorio il grande potenziale e l’effetto dirompente che il loro corretto utilizzo potrebbe apportare. Appare però fin da subito chiaro che senza una visione politica d’insieme non sia possibile immaginare orientamenti e strategie efficaci sull’utilizzo dei fondi siano essi di natura pubblica/UE che privati, in grado di generare l’effetto auspicato. Il ruolo dei fondi strutturali nel sistema finanziario siciliano Il Programma Operativo dei Fondi Strutturali europei della Sicilia prevedeva per il periodo 2007­2013 una dotazione finanziaria pari a 6.539.605.100 euro; nelle condizioni in cui versa la nostra regione oggi, sono stati impegnati il 45% c.a. delle risorse, effettuati pagamenti per il 17,30% (con un incidenza dei pagamenti sugli importi impegnati del 39%), dato che risulta ancor più allarmante se si analizzino i singoli Assi Prioritari del programma. Il ruolo dell’investimento del capitale di rischio in un moderno sistema finanziario Il mercato dei capitali di rischio è invece rappresentato in Italia da oltre 300 fondi di investimento, il 98% dei quali con un focus di investimento quasi esclusivamente votato al centro­nord Italia; con soli 3 operatori professionali ed uno soltanto istituzionale con una specifica visione sul centro­sud Italia, e quindi anche la Sicilia. Si nota l’assenza di un veicolo d’investimento di seed capital (per le startup) esclusivamente dedicato alla provincia di Palermo nonché la quasi totale assenza di formazione imprenditoriale votata ai capitali di rischio. Il ruolo che l’investimento in capitale di rischio ha in un moderno sistema finanziario è rilevante sotto numerosi profili. Innanzitutto, sul fronte dell’impresa, la possibilità di far ricorso ad operatori specializzati nel sostegno finanziario finalizzato alla creazione di valore, consente alle stesse di reperire capitale “paziente”, che può essere utilizzato per sostenere la fase di startup, piuttosto che piani di sviluppo,nuove strategie,

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acquisizioni aziendali, passaggi generazionali o altri processi critici del loro ciclo di vita. In particolare, tale capitale può essere utilizzato dall’impresa per sviluppare nuovi prodotti e nuove tecnologie, per espandere il circolante, per finanziare acquisizioni, o per rafforzare la struttura finanziaria di una società. Il private equity può anche essere impiegato per risolvere problemi connessi con la proprietà di un’impresa o con il fenomeno del passaggio generazionale. Inoltre, è lo strumento privilegiato per la realizzazione di operazioni di buy out / buy in, effettuate da manager esperti. Poiché, inoltre, il supporto dell’investitore istituzionale non si esaurisce nella mera fornitura di capitale di rischio, un ulteriore vantaggio deriva dalla disponibilità di know how manageriale che l’investitore mette a disposizione dell’impresa per il raggiungimento dei suoi obietti di sviluppo. Ciò si traduce anche nella possibilità di supporto alla crescita esterna, attraverso contatti, investimenti, collaborazioni ed altro, con imprenditori dello stesso o di altri settori. Spesso la crescita attraverso fusioni e/o acquisizione offre sensibili vantaggi in virtù della tempestività con la quale è possibile entrare in nuovi settori o guadagnare nuove quote di mercato. Il socio istituzionale possiede una profonda esperienza basata su una moltitudine di realtà imprenditoriali diverse e, pertanto, gode di un invidiabile esperienza cui la società può accedere. L’investitore istituzionale nel capitale di rischio ha, per esempio, solitamente esperienza anche in tema di accompagnamento alla quotazione, capacità preziosa in tale delicato processo e che può essere d’aiuto nel definire il timing e le procedure interne ottimali. È poi comprovato che alle imprese partecipate da investitori istituzionali siano riconducibili performance economiche superiori rispetto alle altre realtà imprenditoriali, apportando un beneficio a livello di sistema. L’attività di investimento nel capitale di rischio contribuisce, dunque, notevolmente allo sviluppo del sistema industriale e dell’economia nel suo complesso, selezionando imprese a rapido tasso di crescita e fornendo loro il capitale necessario per svilupparsi. È parso sin da subito chiaro al Tavolo di lavoro realizzato in occasione degli incontri proposti all’interno della manifestazione dell’amministrazione comunale “Atelier per le Nuove opportunità” che fare un breve punto sullo stato dell’arte fosse indispensabile, e senz’altro doveroso; ciò però solo al fine di confrontarsi brevemente sulle criticità del passato per trovare spunti di riflessione e proposte operative utili ad avviare un percorso condiviso di sviluppo, che consenta alla comunità di cittadina di guardare con consapevolezza alle opportunità messe a disposizione attraverso i fondi europei, i fondi di investimento nel capitale di rischio nonché le attività di fundraising connesse alla ricerca e selezione di capitali presso investitori professioni ed industriali. È emerso chiaramente che una maggiore attenzione, promozione e comprensione dei temi trattati, e delle ampie e diversificate forme di supporto finanziario attivate attraverso la nuova programmazione europea 2014­2020, possano essere già di per sé sufficienti ad attivare lodevoli forme di sinergia tra gli operatori locali. Tuttavia la formazione e l’informazione in ambito di fondi europei, fondi di investimento nel capitale di rischio ed attività di fundraising connesse ­ seppur importanti e fondamentali punti di partenza ­ non possono rappresentare gli unici strumenti di approccio alla tematica. È per tale motivo che le riflessioni e gli interventi a cui il tavolo di lavoro si è dedicato hanno posto maggiore attenzione a quali potrebbero essere le richieste da proporre all’amministrazione per una maggiore e più oculata gestione delle risorse, non solo comunitarie, per una promozione più attenta delle opportunità di accesso ai fondi. Nonostante il poco tempo a disposizione e la complessità dell’argomento trattato, nonché l’elevato e variegato numero di partecipanti che hanno arricchito le riflessioni del tavolo, è emerso che:

­ È sempre più sentita l’esigenza di supportare i soggetti interessati all’accesso ai fondi in corretti percorsi di orientamento e supporto tecnico che partendo dall’ideazione della proposta progettuale, e dall’analisi della sua fattibilità tecnica ed economica, seguano gli interessati durante tutto l’iter di predisposizione dell’istanza di finanziamento. Durante il dibattito abbiamo appreso che il Comune si sta attrezzando per la creazione di uno sportello che possa fare da supporto tecnico per la presentazione delle istanze, attraverso la formazione dei propri dipendenti, impegnati al momento in percorsi di perfezionamento. La proposta del gruppo, ricco di giovani professionisti competenti e impegnati già da qualche anno nel lavoro di consulenza e affiancamento di aziende e associazioni

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per l’accesso ai fondi UE ed ai fondi di investimento nel capitale di rischio, è stata quella di invitare l’amministrazione ad un monitoraggio delle professionalità già presenti sul territorio per la creazione di un gruppo di lavoro specifico che possa supportare sin da subito e in maniera efficiente gli utenti.

­ Considerati gli obiettivi cardini della Programmazione europea 2014­2020, ogni idea progettuale dovrà considerare come prioritario l’impatto sulla comunità a cui si rivolge, e sarà ritenuta quanto più valida se legata a concrete opportunità di crescita della qualità della vita dei cittadini e delle cittadine della Comunità Europea. Emerge da ciò che vale la pena considerare sempre più stringente il nesso tra idea progettuale e la sua integrazione con i piani strategici e territoriali che dettano principi e orientamenti di sviluppo della Città. Si sottolinea dunque la necessità di una maggiore promozione e diffusione delle programmazioni comunali, e soprattutto una migliore concertazione tra amministrazione e cittadinanza in fase di analisi, stesura e redazione dei piani di sviluppo. Avvicinare l’amministrazione alle esigenze e bisogni realmente avvertiti dalla comunità, e al contempo rendere partecipi i cittadini delle visioni e strategie di sviluppo che l’amministrazione ha delineato, potrà certamente contribuire a una migliore adesione delle proposte progettuali al contesto di appartenenza.

­ Immaginare l’avvio di una idea imprenditoriale che si rivolga a mercati puramente regionali o nazionali rappresenta oggi una realtà quantomeno anacronistica, oltre che poco produttiva. I fondi europei ed i fondi di investimento nel capitale di rischio nonché le attività di fundraising connesse incidono in maniera determinante anche e specialmente nella realizzazione di percorsi di internazionalizzazione delle imprese. Alcuni network e utili strumenti sono stati già messi a punto dalla Commissione Europea e resi disponibili per le aziende. Di sicuro supporto sarebbe però da parte dell’amministrazione la possibilità di avvicinare le realtà locali alle imprese estere, avviando incontri e opportunità di confronto, dando maggiori informazioni sulle opportunità di internazionalizzazione attraverso gli strumenti europei, realizzando una mappatura della maggiori aree di interesse dell’imprenditoria cittadina e dei potenziali partners stranieri (anche in vista di progettualità congiunte e collaborazioni a valere sui fondi UE).

Proposta: La creazione di un open data in cui sia possibile rintracciare idee, competenze, professionalità, proposte di collaborazione sia a livello locale che internazionale (partners privati o pubblici interessati ad investire a Palermo e viceversa). All’interno del tavolo è emerso chiaramente che l’amministrazione comunale rappresenta un punto di forza sia in termini di attrazione di investimenti sia per favorire lo sviluppo locale se riuscirà a dare tempi certi legati ad autorizzazioni, linee guida chiare per progetti da realizzare, uffici comunali integrati.

­ Ogni idea progettuale, ancorché supportata da contributi europei, implica un investimento finanziario, più o meno cospicuo, da parte del soggetto proponente. Questo avviene in un momento storico in cui è evidente la carenza di risorse finanziarie delle imprese o di quei soggetti che vogliono intraprendere un’idea imprenditoriale. Non si può a questo proposito non osservare che in larga maggioranza il sistema bancario, ancorché alimentato da enormi e vantaggiosissime disponibilità finanziarie da parte della Banca Centrale Europea in termini di costo del denaro, continua a disattendere alla funzione principale di competenza e del mandato assegnato dalla stessa Banca Centrale Europea come intermediari nel sostegno creditizio alle imprese e famiglie (c.d. Istituti di Credito), continuando, invece, ad utilizzare questi flussi in operazioni finanziarie a fini puramente speculativi (p.e. acquisto titoli di stato con rendimento sicuro). Le caratteristiche di bancabilità di un soggetto vengono determinate non in funzione delle potenzialità della sua idea imprenditoriale ma in relazione a garanzie personali o familiari, in quest’ottica si potrebbe immaginare di potenziare un fondo di garanzia per il microcredito ed affidare a realtà qualificate l'erogazione con tempi certi e trasparenti. Il tavolo è stato fortemente arricchito dalla presenza di

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pa/working ­ Atelier per le nuove opportunità Palermo, 15 dicembre 2014

operatori finanziari e stakeholder che si sono detti disponibili a inaugurare un percorso di accompagnamento finanziario delle startup, supportando ad esempio nell’erogazione di prestiti a condizioni vantaggiose, per la copertura delle quote di cofinanziamento richieste in caso di aggiudicazione del contributo europeo. È stato anche ipotizzato che gli operatori finanziari possano essere coinvolti sin dal momento di stesura del progetto e di presentazione dell’istanza di finanziamento, in modo da validare ancor di più la proposta progettuale e la sua sostenibilità economico­finanziaria ed allineando i tempi di erogazione e rendicontazione dell’amministrazione pubblica (spesso deficitari che causano distorsioni notevoli in termini di incidenza degli oneri finanziari e sulla stessa efficacia del progetto).

Proposta: Si richiede pertanto all’amministrazione di agevolare l’incontro tra nuove energie imprenditoriali, professionisti e quegli istituti di credito validi e riconosciuti che mostrano interesse ad operare in maniera innovativa realizzando strumenti finanziari adeguati e modalità all’avanguardia per supportare l’ingresso nel mercato di nuove realtà imprenditoriali e non disperdere le opportunità di finanziamento dei fondi europei laddove è richiesto il cofinanziamento o l’anticipazione dei costi (meccanismo cosiddetto a rimborso);si richiede di costituire un fondo di garanzia del credito da utilizzare per finanziare il microcredito per iniziative imprenditoriali. Tale fondo di garanzia potrebbe essere alimentato per esempio dal taglio ad alcuni sprechi comunali, dall’utilizzo di fondi comunitari, nazionali, regionali o da privati (come il caso dei deputati del movimento 5 stelle che hanno finanziato un fondo per il microcredito attraverso la decurtazione degli stipendi dei parlamentari regionali).

­ È condivisa l’esigenza di porre l’accento sulla defiscalizzazione delle startup integrando interventi a livello locale con quelli già presenti a livello nazionale. Sul modello delle Zone Franche Urbane, il tavolo propone all’amministrazione la possibilità di allargare privilegi e opportunità di sgravi fiscali anche, ed indipendentemente dalla collocazione sul territorio comunale, alle imprese giovanili che si distinguono per innovatività e potenzialità di sviluppo, stabilendo a quali assets strategici per il territorio destinare gli incentivi e soprattutto definendo i criteri di innovatività.

­ Esiste un’asimmetria temporale tra la durata di un bando/avviso (cosiddetti bandi last minute con scadenze a 30/60 giorni) e i tempi di valutazione da parte degli organi competenti in ambito regionale (passano mesi prima della graduatoria e spesso i bandi scritti male sono oggetto di impugnative con ritardi ed incertezze); questi ultimi infatti sono spesso non regolamentati da scadenze e non codificati da norme, che invece di contro sono previste, in maniera perentoria, per la presentazione delle istanze e dei ricorsi. Questa evidente sperequazione rende totalmente improduttivo lo strumento finanziario di agevolazione, disattende le aspettative dei beneficiari e inficia la possibilità di raggiungere risultati concreti ed efficienti che rispondano con tempestività alle loro esigenze, e che facciano riferimento ad una logica di Sistema e di Visione complessiva di sviluppo per tutti gli stakeholders coinvolti (spesso quando si parla di imprese e idee potenzialmente innovative il “time to market” è strategico ed i ritardi nella programmazione e gestione pubblica sono insopportabili).

Proposta: Si invita l’amministrazione ad intervenire in maniera più incisiva nei processi di programmazione regionale, per raccogliere istanze dal basso, incidere sull’individuazione di linee di azione (e quindi bandi) che abbiano maggiore aderenza con le esigenze dei potenziali beneficiari e siano scritti in maniera più oculata, vigilare sulla correttezza delle procedure e delle tempistiche, suggerire modalità di accesso ai fondi più chiare, snelle e con meno oneri finanziari preliminari (ad esempio ovviando alle richieste di cantierabilità degli interventi edilizi già in fase di presentazione dell’istanza e subordinandole solo all’eventuale esito positivo della richiesta con maggiore supporto degli uffici pubblici). Una best practice nella formulazione dei nuovi

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bandi (cosiddetti indiretti cioè gestiti dalle amministrazioni locali/regionali) si potrebbe desumere dalla nuova programmazione europea dei finanziamenti diretti 2014­ 2020, ovvero: bandi (call) con tempi già prestabiliti (6 mesi a 6 mesi), prefattibilità dell’idea progettuale con analisi dei gruppi informali per la sostenibilità e credibilità del partenariato.

­ Un’amministrazione attenta ai fondi europei deve poter essere anche partner affidabile delle progettualità proposte dalla cittadinanza, e dare supporto e valore aggiunto alle idee progettuali più valide. Ciò passa anche attraverso la disponibilità a proporsi essa stessa come partner di progetto (a tal proposito andranno individuati criteri univoci e chiari, in grado di validare con tempestività le richieste), concedendo dunque risorse proprie (professionali o strumentali), e facilitando all’utilizzo di spazi e strumenti di condivisione e aggregazione. A tal proposito si invita a considerare come un arricchimento progettuale, così come inteso anche dalla Comunità Europea, il partenariato tra enti di diritto pubblico e soggetti privati (proposto anche attraverso le nuove formule giuridiche come le ATS, ATI, RTI, etc.) e a guardare al valore aggiunto dei raggruppamenti con una prospettiva che svincola le finalità progettuali dalle finalità istituzionali dei singoli soggetti che compongono il partenariato.

­ Dal tavolo è emersa la scarsa conoscenza di strumenti finanziari moderni utili a finanziare un’azienda/startup, quali fondi di investimento nel capitale di rischio, emissioni di bond ed obbligazioni, che i nostri imprenditori/startup non utilizzano ai fini dell’impresa. Si invita l’amministrazione a predisporre, eventualmente con operatori istituzionali cittadini presenti al tavolo ed esperti, ad organizzare bandi/corsi di formazione che consentano una divulgazione di massa di tali strumenti finanziari oggi indispensabili per qualunque imprenditore/start­up.

­ Dal tavolo sono emerse varie professionalità specializzate ed attive con successo nelle attività di fundraising operanti sia nel settore del sociale che nel settore del profit puro. Si invita l’amministrazione a predisporre un albo ufficiale da promulgare attraverso mezzi stampa classici e digitali, contenente l’intero parterre di operatori attivi nelle attività di fundraising.

­ In altre città quali Catania, Salerno, Cosenza, Reggio Emilia, Cagliari esistono fondi di investimento nel capitale di rischio di natura pubblico/privata dedicati esclusivamente alle startup di quelle specifiche province. Si invita l’amministrazione a predisporre un bando che consenta la creazione di un apposito fondo di seed capital di natura pubblico/privata esclusivamente dedicato alle startup della provincia di Palermo.

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