Passare dagli slogan ai fatti - SPI CGIL LombardiaPortale SPI · Nel corso di questi passaggi ......

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Volontari cercasi! A pagina 2 Anziani a scuola di informatica A pagina 2 Dalle parole ai fatti... Landini a pagina 3 Arrivano i voucher di autonomia 2016 A pagina 4 Evasione: primi buoni risultati A pagina 4 A Bormio incontro con le badanti A pagina 7 Quando il buio faceva paura A pagina 7 Gli Zagabri dell’Aprica A pagina 8 Sondrio www.spicgillombardia.it “La sanità di montagna non può più essere poco più di uno slogan, è tempo di pas- sare ai fatti”, esordisce così Alcide Molteni, sindaco di Sondrio, appena eletto (il 27 ottobre) presidente della Conferenza dei sindaci del nuovo ambito territoriale del- l’Ats della Montagna, che comprende i territori di Val- tellina e Valchiavenna, Valle Camonica e Medio Alto La- rio, un territorio dove risie- dono 338.291 abitanti. Mol- teni, che ha già ricoperto questo ruolo in ambito pro- vinciale, mi riceve nella sua stua di rappresentanza di Pa- lazzo Pretorio, sede del Mu- nicipio di Sondrio, e si pre- senta subito molto determi- nato nel voler far pesare il ruolo della rappresentanza dei sindaci, un po’ in ombra da, un ruolo sempre più stretto è quello che lega i Co- muni, e quindi i sindaci, alle strutture che si occupano della salute dei cittadini, con una stretta integrazione fra servizi sanitari e servizi sociali erogati attraverso i Piani di zona. Dopo la di- missione da un ospedale, ad esempio, ai pazienti, in par- ticolare agli anziani che ne hanno bisogno, dev’essere garantita un’assistenza con- tinua al proprio domicilio, o presso altre strutture. Af- finché questa continuità possa esistere, ai territori devono però essere garan- titi adeguati strumenti eco- nomici, che tradotti nel- l’area dell’Ats della Monta- gna significa un riconosci- mento dei maggiori costi di questi servizi su un territo- rio che ha come peculiarità una grande dispersione dei residenti. Come pensi ci si debba muovere per ottenere que- sto obiettivo? in questi ultimi periodi. Come pensi di poter tornare a far pesare il ruolo dei sin- daci e della loro Conferenza? Dopo l’entrata in vigore della legge regionale che ha rivo- luzionato la sanità lombar- Passare dagli slogan ai fatti Intervista a Molteni, sindaco di Sondrio e presidente Conferenza sindaci della nuova Ats della Montagna di Ettore Armanasco (Continua a pagina 2) Supplemento al numero 6 Novembre 2016 Registrazione Tribunale di Milano n. 75 del 27/01/1999. Spedizione in abb post. 45% comma 2 art. 20b legge 662/96 Filiale di Milano - Euro 2,00 Direttore responsabile Erica Ardenti Buon Natale e sereno 2017 dalla redazione di Spi Insieme e dallo Spi Lo Spi con le donne, per le donne Anche quest’anno lo Spi Lombardia ha deciso di destinare all’impegno civico i fondi riservati agli omaggi natalizi. Abbiamo scelto di sostenere le associazioni impegnate nella lotta alla violenza sulle donne e sui minori realizzando un calendario che sarà distribuito in tutti i comprensori. Tutto lo Spi è attivo e vicino ai temi caldi che riguardano l’universo femminile in coerenza con quanto si afferma anche nello Statuto quando si sottolinea il valore della solidarietà e l’impegno nella promozione dell’uguaglianza di donne e uomini in una società senza privilegi e discriminazioni. Stefano Landini Segretario generale Spi Lombardia Alcide Molteni

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Volontari cercasi!A pagina 2

Anziani a scuola di informatica

A pagina 2

Dalle parole ai fatti...

Landini a pagina 3

Arrivano i voucherdi autonomia 2016

A pagina 4

Evasione: primi buoni risultati

A pagina 4

A Bormio incontrocon le badanti

A pagina 7

Quando il buiofaceva paura

A pagina 7

Gli Zagabridell’Aprica

A pagina 8

Sondriowww.spicgillombardia.it

“La sanità di montagna nonpuò più essere poco più diuno slogan, è tempo di pas-sare ai fatti”, esordisce cosìAlcide Molteni, sindaco diSondrio, appena eletto (il 27ottobre) presidente dellaConferenza dei sindaci delnuovo ambito territoriale del-l’Ats della Montagna, checomprende i territori di Val-tellina e Valchiavenna, ValleCamonica e Medio Alto La-rio, un territorio dove risie-dono 338.291 abitanti. Mol-teni, che ha già ricopertoquesto ruolo in ambito pro-vinciale, mi riceve nella suastua di rappresentanza di Pa-lazzo Pretorio, sede del Mu-nicipio di Sondrio, e si pre-senta subito molto determi-nato nel voler far pesare ilruolo della rappresentanzadei sindaci, un po’ in ombra

da, un ruolo sempre piùstretto è quello che lega i Co-muni, e quindi i sindaci, allestrutture che si occupanodella salute dei cittadini,con una stretta integrazionefra servizi sanitari e servizi

sociali erogati attraverso iPiani di zona. Dopo la di-missione da un ospedale, adesempio, ai pazienti, in par-ticolare agli anziani che nehanno bisogno, dev’esseregarantita un’assistenza con-tinua al proprio domicilio, opresso altre strutture. Af-finché questa continuitàpossa esistere, ai territoridevono però essere garan-titi adeguati strumenti eco-nomici, che tradotti nel-l’area dell’Ats della Monta-gna significa un riconosci-mento dei maggiori costi diquesti servizi su un territo-rio che ha come peculiaritàuna grande dispersione deiresidenti.Come pensi ci si debbamuovere per ottenere que-sto obiettivo?

in questi ultimi periodi.Come pensi di poter tornarea far pesare il ruolo dei sin-daci e della loro Conferenza?Dopo l’entrata in vigore dellalegge regionale che ha rivo-luzionato la sanità lombar-

Passare dagli slogan ai fattiIntervista a Molteni, sindaco di Sondrio e presidente

Conferenza sindaci della nuova Ats della Montagnadi Ettore Armanasco

(Continua a pagina 2)

Supplementoal numero 6

Novembre 2016Registrazione Tribunale di Milano

n. 75 del 27/01/1999.Spedizione in abb post. 45%

comma 2 art. 20b legge 662/96Filiale di Milano - Euro 2,00

Direttore responsabile Erica Ardenti

Buon Natalee sereno 2017dalla redazionedi Spi Insiemee dallo Spi

Lo Spi con le donne, per le donneAnche quest’anno lo Spi Lombardia ha deciso

di destinare all’impegno civico i fondi riservati

agli omaggi natalizi. Abbiamo scelto di sostenere

le associazioni impegnate nella lotta alla violenza

sulle donne e sui minori realizzando un calendario

che sarà distribuito in tutti i comprensori.

Tutto lo Spi è attivo e vicino ai temi caldi che riguardano

l’universo femminile in coerenza

con quanto si afferma

anche nello Statuto

quando

si sottolinea il valore

della solidarietà

e l’impegno nella

promozione

dell’uguaglianza

di donne e uomini

in una società

senza privilegi e

discriminazioni.

Stefano LandiniSegretario generaleSpi Lombardia

Alcide Molteni

SpiInsieme Supplemento06.2016 Sondrio 11-21-16:Layout 1 21-11-2016 18:28 Pagina 3

2Sondrio

Volontari cercasi!Auser verso il congresso

di Fabio Colombera

Anziani a scuoladi informatica

di Fabio Colombera

In Auser è prossima lastagione dei congressi,a partire da quelli checoinvolgeranno ognisingola Ala (Associa-zione locale), a quellodi comprensorio e cheandranno a precedereil congresso regiona-le, per concludersi laprossima primaveranella massima istanzanazionale.È senza dubbio il mo-mento nel quale l’asso-ciazione si ‘guarda den-tro’, si ritrova nella ri-flessione sui temi fon-danti del suo operare, siconfronta con le novitàpresenti e future che at-tengono le necessitàdelle persone assistite edove si dovranno discuteree gestire le normative giuri-diche licenziate con la re-cente legge riguardante ilTerzo settore.Nel corso di questi passaggiorganizzativi, ci sarà certa-mente modo di dare oppor-tuna informativa circa le ini-ziative che verranno intra-prese, la composizione deinuovi organismi direttivi,l’auspicabile ricambio gene-razionale, tema quest’ultimodi valore fondamentale e im-prescindibile, per garantire lanuova linea e la continuità daprofondere nelle attività chevengono quotidianamentesvolte.Con questi presupposti torno

volentieri a sottolineare eporre in evidenza quello chea cui ogni associazione, el’Auser in particolare, deveassolutamente prestare gran-de attenzione; mi riferisco altema del proselitismo, alla ca-pacità di esercitare una co-stante ricerca di nuovi vo-lontari, con il preciso scopodi ampliare e rinnovarne lacompagine esistente.Il messaggio che ognuno dinoi deve saper trasmettere èinfatti quello di far avvici-nare all’Auser più personepossibili, far loro compren-dere che qualsiasi tipo didisponibilità, anche circo-scritta a poche ore, è ben ac-cetta ed è importante perampliare la rete degli inter-

venti che ci vengonorichiesti; coniugare nelcontempo il proprio im-pegno con un contri-buto di sicuro arricchi-mento personale e perl’Associazione, è l’inci-pit sul quale dobbiamolavorare nei confrontidi coloro che avvici-niamo e ci avvicinano.Sicuramente Auser ècoinvolta in prima lineain questo obiettivo, masono convinto che l’ef-ficacia di una puntualeinformazione, oltre chepassare dai mezzi tradi-zionali quali i giornali ela televisione, debba epossa contare anche sulsemplice ‘porta a porta’

e cioè sulle normali relazio-ni interpersonali che tuttiabbiamo ogni giorno.Noi ci siamo, rimaniamo a di-sposizione per qualsiasi ap-profondimento o chiarimen-to si rendesse necessario epossiamo assicurare che,come sempre, faremo la no-stra parte con passione e di-sponibilità.A chi ci legge, chiediamoquindi una spinta, un impe-gno per consentirci di conti-nuare a crescere nel numerodi volontari, per migliorare inqualità e quantità i servizi ri-volti alla particolare utenzache assistiamo: la più debo-le, la più fragile.Grazie, grazie davvero per ilvostro sincero aiuto. ■

Dopo la prima esperienza maturata nello scorso anno scola-stico, che ha riscosso un generale apprezzamento sia tra i par-tecipanti sia tra gli studenti che hanno collaborato, si ripar-te con i corsi di informatica di base per anziani nelle scuole,promossi dalle leghe dello Spi con la collaborazione di altrisoggetti, come il Comune di Tirano. Quest’anno, oltre agli isti-tuti superiori Lena Perpenti di Sondrio e Balilla Pinchetti diTirano, già coinvolti nei corsi tenuti questa primavera, grazieall’impegno della lega Spi di Bormio-Alta Valle e della nuovadirigente dell’istituto Leibniz di Bormio, anche i pensionati del-l’Alta Valle potranno godere dell’opportunità di avvicinarsi almondo dell’informatica. “Abbiamo già molte richieste diiscrizione – ci spiega Daniela Valcepina, segretaria della legaSpi di Bormio – perché molti pensionati si rendono conto diessere tagliati fuori per il fatto di non saper utilizzare il com-puter, ed attendono con impazienza l’inizio del corso”.La modalità utilizzata, anche a Bormio, è quella dell’alternanzascuola lavoro, che permette a un gruppo di studenti di mi-surarsi con il ruolo, per loro inconsueto, di istruttori/tutors.Il rapporto che matura tra pensionati/corsisti e studenti/istrut-tori, come dimostrato nelle esperienze già fatte, va ben al dilà dei contenuti tecnici che vengono trasmessi, ma diventa,con il passare delle settimane, un dialogo tra generazioni di-verse che si scambiano conoscenze e punti di vista che sonoutili per tutti. “Un risultato che va ben oltre le ottimisticheaspettative – spiega Gianfranco Tono, anima e coordinatoredi queste iniziative – che ci spinge a puntare al coinvolgimentodi tutte le realtà provinciali. Già quest’anno sarebbe stato pos-sibile, perché le richieste ci sono, ma preferisco una cresci-ta per gradi, con il necessario coinvolgimento di altre figureche diano una mano per coordinare i corsi”. Aggiunge AlbertoMontani, segretario della lega Spi di Sondrio: “si ripercorro-

no così, in tempi econ modalità moltodiverse, le vie giàtracciate dalla Cgildi Giuseppe di Vit-torio, quando il sin-dacato insegnava aicontadini analfabe-ti a leggere e scri-vere e per noi è dav-vero una bella sod-disfazione”. ■

La Regione ha riconosciuto lapeculiarità della montagna,rimanendo però a enuncia-zioni e impegni che sonotroppo vaghi. Io credo inve-ce che debba essere condot-ta una rilevazione puntuale,servizio per servizio, per sta-bilire la quantità di risorse inpiù che servono, per giunge-re a un riconoscimento sta-bile della differenza di costi.Cosa pensi della questionedel personale che manca, aidiversi livelli, nei nostri ser-vizi sanitari?Sono d’accordo sul fatto chesenza il personale necessarionon possono essere garanti-ti servizi adeguati, tanto piùin realtà nelle quali i numerisono esigui, e pertanto quel-la del personale è una dellequestioni centrali che vannoaffrontate. Bisogna, a questo

proposito, ottenere da unlato le deroghe necessarieper poter fare delle assun-zioni stabili, e dall’altro in-trodurre anche degli in-centivi per gli specialistiche accettano di venire aoperare nei territori del-l’Ats della montagna. Di-versamente sarà semprepiù difficile avere nellenostre strutture degli spe-cialisti all’altezza, e si ri-schia una progressiva per-dita di qualità.Nei paesi di montagnauna parte sempre più con-sistente della popolazio-ne è costituita da pen-sionati: come pensi sipossa garantire a loroservizi adeguati?La chiave sta nel poten-ziamento della rete terri-toriale, costituita in parti-

colare dai Presidi dei Servi-zi Territoriali (PreST) e dalcoinvolgimento dei Medicidi Medicina Generale. Gli

anziani che vivono nei nostripaesi devono essere presi incarico ed avere uno sportel-lo unico a cui rivolgersi per

tutti i servizi, diversamente sicontinua a fare demagogia,riempiendosi la bocca confrasi fatte sul vivere in mon-

tagna senza che i proble-mi della vita quotidianasiano affrontati sul serio.Qual è il primo passo dafare per raggiungere que-sti obiettivi?Credo che nel merito del-le nostre richieste, chemi pare collimino conquelle delle Organizza-zioni Sindacali, sia ne-cessario un confronto nonsolamente con le direzio-ni di Ats e Asst, ma conl’assessorato regionale,che deve adottare le deli-bere necessarie. Possiamoquindi muoverci tutti as-sieme per fare le neces-sarie pressioni sulla Re-gione. ■

Dalla Prima...Passare dagli slogan ai fatti

Fabio Colombera

Ospedale di Sondrio: il mosaico dell’artista Floriana Palmieri

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3Lombardia

Dalle parole ai fatti...L’intenso 2016 dello Spi Lombardia

Il 2016 è ormai agli sgoccio-li, per lo Spi Lombardia èstato un anno intenso di cuivogliamo provare a fare ilpunto col suo segretario ge-nerale Stefano Landini.Quale bilancio per lo SpiLombardia?Anche per quest’anno non cisiamo annoiati e così saràper i tanti progetti che già ab-biamo per l’anno a venire.Teniamo sul tesseramento,con un numero maggiore dinuovi iscritti rispetto al pas-sato e questo non è un dato dapoco. Dovremo lavorare dipiù ma questo chiama in cau-sa le categorie degli attivi euna loro collaborazione. Mi ri-ferisco precisamente allo scar-to elevato tra chi è iscritto allaCgil e chi al momento di an-dare in pensione non si iscri-ve allo Spi.Secondo te qual è la causadi questo scarto?La cosa che più mi fa rabbia èche spesso a questo nuovopensionato l’iscrizione alloSpi non gliela chiede nessuno.E di occasioni ce ne sono: almomento di fare la domandaper la pensione oppure quan-do vengono nelle nostre sediper fare la dichiarazione deiredditi. Non sto dicendo cheè facile, dico che come Cgil avolte non agiamo su tutti i ta-sti della tastiera. La tessera èal condizione per garantircil’autonomia, tutto il resto sonochiacchere inutili.I servizi, le tutele individua-li sono un punto irrinuncia-bile per lo Spi?Certamente, noi non abbia-mo la fabbrica: l’iscritto ce logiochiamo e/o conquistiamocoi servizi. Lo Spi in Lom-bardia ha 1131 di presenza su1500 Comuni, oltre le 230 le-ghe. In questi piccoli paesi c’èuna nostra lega e lì c’è la Cgil.Un luogo utile dove il sinda-cato sta, dove sta la nostragente e dove insieme affron-tano i meandri della nostraburocrazia e le tante diffi-coltà del vivere quotidiano.Però lo Spi è anche un sin-dacato a tutti gli effetti…Certo, lo dimostrano i 470accordi, che sono la miglioreprova della nostra capacità ditessere relazioni e di costrui-re un dialogo a partire dai no-stri principali alleati, i sinda-ci. E poi c’è il confronto conla Regione Lombardia, la par-tita sul socio-sanitario, con alcentro la riforma Maroni contutte le sue lentezze e, dentroquesto, le nostre richieste peri pensionati: ridurre le rettedelle Rsa e i ticket. Poi, con laconfederazione, c’è il temadella presa in carico, dell’ef-

ficienza del sistema, della lot-ta agli sprechi, della riduzionedelle liste di attesa.Come agiscono gli sportellisociali?Sono una nostra felice intui-zione, un luogo dove far co-noscere i diritti e le modali-tà atte a soddisfarli e, quindi,monitorare la riuscita. Go-diamo della disponibilità ditanti attivisti che si sono ap-passionati a questo compito.Lo sportello sociale assiemeal sistema delle tutele indi-viduali della Cgil sono luoghidove, senza nessuna forza-tura, possiamo dire che un di-ritto diventa esigibile. E nonè poco di questi tempi.Quali sono state le principa-li iniziative dello Spi nel 2016?Sarebbe tantissime quelle daelencare per cui ne cito soloalcune. La seconda edizione diFestival RisorsAnziani, nel-la stupenda cornice del lago diComo, dove abbiamo discus-so di Europa con Carla Can-tone e i rappresentanti di di-versi sindacati del nostro con-tinente e dove abbiamo tenu-to l’attivo delle leghe sui temidella previdenza, conclusodal nostro segretario genera-le Ivan Pedretti. Per il filoneche si richiama alla Memoriaci sono state la manifestazio-ne a Cevo con la visita al Mu-seo della Resistenza e poi ilviaggio a Mauthausen e al ca-stello di Hartheim con i ungruppo di giovani studenti.A maggio abbiamo parteci-pato numerosissimi alla gran-de manifestazione che si è te-nuta a Roma con cui abbia-mo costretto tutti a mettersiattorno a un tavolo, divenu-to poi confederale, che haportato alla firma del verba-le sottoscritto dal governoalla fine dello scorso set-tembre e di cui si parla inmolti articoli di questa edi-zione di Spi Insieme.Abbiamo ricordato il 70° delvoto alle donne con la gradi-ta presenza a Brescia della vi-cepresidente del Senato, Va-

leria Fedeli. L’incontro conSyriza in Grecia è stato poiun’occasione per condividerela sforzo fatto dal governoTsipras. Lì una forza di sinistraha riacciuffato, quasi fuoritempo massimo, un paesesull’orlo del fallimento e si èmisurato con lo sporcarsi le

mani del governare, con lecontraddizioni della distanzafra i sogni e le condizioni rea-li. Quindi Cattolica, per il ter-zo anno sede dei Giochi di Li-beretà. Qui un importante at-tivo sui temi della legalitàconcluso da Susanna Camus-so, con Dario Vassallo, fratel-lo di Angelo il sindaco pe-

scatore di Pollica, ucciso dal-la mafia. L’edizione di que-st’anno è andata particolar-mente bene, ci siamo anchedivertiti, più di novecento par-tecipanti. A noi piace stare in-sieme e avere sempre lo sguar-do verso chi ha più bisogno.Aver avuto con noi il doppiodelle associazioni a tutela de-gli handicap è la cosa che miinorgoglisce di più. Lo Spi hastretto un patto con questepersone e le loro famiglie,mettendo a disposizione lanostra forza anche per loro.Una forza spesa bene!Il tempo passa, gli impegniaumentano: ci vogliono più

attivisti. Come stiamo suquesto fronte?Lo Spi lo apprezzi quando loincontri. Certo si fa fatica adavere chi sta lì otto ore algiorno a tenere aperta unasede e a rispondere alle mol-teplici questioni che vengonoposte. Ma ci stiamo organiz-zando verso un utilizzo dellerisorse rispettoso dei tempi divita – lo abbiamo imparatodalle compagne. Di ognunova utilizzato il tempo che è di-sponibile a offrirci, meglio sein un campo congeniale allapersona stessa. La formazio-ne e l’investimento che stia-mo facendo sui quadri inparticolare femminili, stadando risultati.Lo Spi sindacato di uomini edonne, come?Attraverso l’umiltà di rimet-tersi in discussione. Il Coor-dinamento donne tra le altreattività ha intrapreso un per-corso sui temi della parità, del-la non violenza e dell’uso dellinguaggio. Abbiamo tenutol’assemblea delle donne Spiqualche giorno fa. Un’assem-blea affollata e partecipata. Unlavorare non episodico checontinuerà e che ha coinvol-to a pieno titolo tutta l’orga-nizzazione. Questo lavoro nonè ininfluente. Nei comprensori

abbiamo appena eletto duenuove segretarie generali don-ne mentre la segretaria gene-rale dello Spi di Varese, Mari-nella Magnoni, è da poco sta-ta eletta nella segreteria re-gionale della confederazione.Uno Spi presente confede-ralmente?Certo, lo Spi rappresenta l’an-coraggio confederale dellaCgil. Il lavoro di squadra ha pa-gato. Cerchiamo di essercisempre, di impegnarci, di ela-borare proposte, di spingere afare il nostro mestiere fino infondo, trattare, lottare, me-diare e poi portare a casa unrisultato. Passo dopo passo.Con pazienza e tenacia. Vorreianche ricordare che una Ca-mera del lavoro, tra le primedieci d’Italia, Bergamo, è oggidiretta in qualità di segretariogenerale, da quello che fino apochi giorni fa era il segreta-rio generale dello Spi locale, ilcompagno Gianni Peracchi.Credo che certi risultati nonsiano casuali. C’è il lavoro,godo di avere una buona se-greteria, uno staff d’apparatoaffiatato e competente. Inoltre,il coinvolgimento dei territo-ri è costantemente perseguito,i segretari generali dei diver-si territori e le loro segreteriesono parte integrante del grup-po dirigente regionale.E il tuo chiodo fisso… lacler?Sì, certo ci sono loro, quellisenza i quali lo Spi non sa-rebbe quello che è. Quelli equelle che tirano su la clerogni mattina, le belle faccedello Spi di tutti i giorni. Aloro va la gratitudine di tuttal’organizzazione.Un piccolo obiettivo da rea-lizzare?Aiutare le popolazioni colpi-te dal terremoto, ricostruireuna Camera del lavoro, unluogo dove ritornare a esse-re un punto di riferimento sulterritorio. Abbiamo parlatocon i compagni e le compa-gne del Lazio e siamo in con-tatto con un’azienda che co-struisce case di legno antisi-smiche. Sarebbe bello aprireal più presto questa sedeprovvisoria ad Amatrice oin uno di quei comuni, sa-rebbe un modo tangibile dioffrire il contributo dello SpiLombardia: il migliore deimodi per dare un senso veroalla parola compagno, ovve-ro spezzare il pane insieme.Se ce la facciamo ve ne in-forneremo. Sono sicuro, vistoche siamo caparbi, che riu-sciremo a realizzare anchequesto piccolo obiettivo. Noisiamo fatti così, dopo le pa-role, si passa ai fatti… ■

Stefano Landini

La delegazione lombarda davanti alla sede di Syriza

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4Lombardia

Grazie all’intervento del sindacato, che ha sollecitato la cor-rezione di alcuni aspetti che non avevano permesso la pienaapplicazione nel 2015, la Regione Lombardia lo scorso otto-bre ha attivato i voucher di autonomia per anziani e disabili. La misura, già prevista all’interno degli interventi del Redditodi autonomia, riguarda la popolazione anziana fragile e pre-vede l’erogazione di voucher per favorire l’accesso dei nucleifamiliari alla rete dei servizi socio sanitari domiciliari a ciclodiurno e per favorire l’incremento della qualità degli stessi ri-spetto le prestazioni erogate e l’estensione delle fasce orarie.Spi, Fnp e Uilp hanno lavorato per ottenere importanti mo-difiche come l’innalzamento del tetto Isee, ottenendo un suoraddoppio da 10mila a 20 mila euro, e una diminuzione deilimiti d’età per aver accesso, da 75 a 65 anni. Obiettivo è favorire se non addirittura garantire alle perso-

ne anziane, che si trovano in condizioni socio-economico

vulnerabili, la possibilità di rimanere nelle proprie abitazioni,potenziando la loro autonomia e garantendo così una migliorqualità della vita. Le risorse finanziarie messe a disposizione arrivano a4.454.400 euro.Chi può usufruirneAnziani a partire dai 65 anni, che vivono al proprio domici-lio, il cui tetto Isee non superi i 20mila euro. Il progetto prevede una valutazione multidimensionale a ca-rico dell’ambito distrettuale con la definizione di un proget-to personalizzato.Termini per fare la richiestaLe domande dovranno essere presentate dagli ambiti di-strettuali alla Regione entro il 17 gennaio 2017.L’avvio delle prestazioni avverrà a partire dal 14 aprile 2017per chiudere le attività il 18 giugno 2018.L’erogazione avverrà con un voucher che avrà un importo mas-simo annuale di 4800 euro a persona.dal titolare. ■

Accertamenti tributi erariali su segnalazione dei Comuni: somme riconosciute agli Enti locali (importi in euro)Regioni 2009 2010 2011 2012 2013 2014

Abruzzo 0 0 4.434 85.131 162.903 119.437Basilicata 0 0 0 0 0 0Calabria 83 57 1.025 3.888 72.610 293.174Campania 0 0 0 4.691 40.118 86.364Emilia R. 30.886 1.062.547 2.157.198 5.750.896 6.929.502 5.910.705Friuli V.G. 0 0 604 1.836 27.284 81.697Lazio 0 0 0 0 38.693 467.809Liguria 0 15.904 181.051 778.296 1.223.538 1.446.180Lombardia 19 29.379 481.047 2.810.885 4.774.285 8.609.107Marche 88 3.792 22.270 324.523 407.863 432.169Molise 0 0 0 0 338 1.007Piemonte 37.668 50.078 495.031 1.312.909 1.440.833Puglia 0 0 0 0 0 0Sardegna 0 0 485 4.304 113.979 336.513Sicilia 0 0 0 0 0 0Toscana 180 5.447 55.053 379.933 1.802.728 1.322.419Trentino A.A. 0 0 0 0 0 0Umbria 0 2.862 6.966 140.079 202.337 55.974Valle d’Aosta 0 0 0 0 0 0Veneto 0 2.281 26.065 200.836 583.098 1.111.387Totale 31.256 1.159.937 2.986.277 10.980.328 17.692.184 21.714.776

Arrivano i voucherdi autonomia

La misura riguarda anziani e disabili

Evasione: primi buoni risultatidi Claudio Dossi – segretario Spi Lombardia

Vaccinarsiun dovere

NEWS dalle trattative con la REGIONE LOMBARDIA

Ticket e retteriparte la trattativa

È ripresa la trattativa conRegione Lombardia su tickete rette delle Rsa e, sin dal pri-mo incontro che si è tenutol’8 novembre, il sindacato havoluto dall’assessore Galleraun impegno a trovare solu-zione ai problemi posti entroquesto mese di dicembre.“Abbiamo cominciato – hadetto Claudio Dossi, segre-teria Spi Lombardia – col ve-rificare lo stato di avanza-mento della riforma sanitaria,ben sapendo che abbiamoinvestito molto sul processodi cambiamento del socio-sa-nitario proprio perché au-menta la popolazione anzia-na e così aumentano le pa-tologie croniche. Per questoserve passare da un sistemacentralizzato sugli ospedali aun sistema di cura sul terri-torio. Abbiamo tutto l’inte-resse a rendere effettiva la ri-forma anche se siamo con-sapevoli delle difficoltà cheessa può incontrare su un si-stema che riguarda in Lom-bardia una popolazione diundici milioni di persone.Oggi i cittadini hanno pocapercezione del cambiamentoin atto: per ora sono stati rea-lizzati 18 presidi socio-sani-tari territoriale, i Presst, e 9presidi ospedalieri territo-riali, i Pot; questo nonostan-

te il processo avviato do-vunque dalle Ats che mira agarantire i servizi in essere eintrodurne di nuovi”.Tra i nuovi progetti allo stu-dio quelli relativi alla presa incarico delle donne gravideche contemplano anche in-terventi a supporto della de-pressione post-partum neiprimi mesi di vita del bam-bino così come percorsi spe-cifici per pazienti fragili, postacuti, diabetici e con patolo-gie respiratorie. “Queste sono solo alcunedelle innovazioni – spiegaDossi – che si stanno intro-ducendo in attesa della defi-nizione delle delibere relati-ve alla domanda e offertaoltre che alle modalità e aicriteri della presa in caricoche, per noi, deve rimanerepubblica. Per questo nei ter-ritori stiamo dando molta at-tenzione ai Poas, i piani ope-rativi socio-sanitari, dopoaver notato come diversi sia-no gli stadi di avanzamentoper cui non vi è omogeneità

dei servizi nei vari territorilombardi. Il sistema è par-zialmente bloccato e non ingrado di rispondere ai bisognidel territorio. Contempora-neamente abbiamo afferma-to con l’assessore Gallerache sul tema della compar-tecipazione dei cittadini lom-bardi alla spesa sanitaria ri-teniamo non più rinviabileuna sua riduzione che com-prenda anche quella indottadalle liste di attesa che, oggi,grava su cittadini spesso fra-gili e bisognosi. Una stessa at-tenzione va riservata alle ret-te delle Rsa i cui costi pesa-no in maniera non sostenibi-le su un buon 20 per cento difamiglie lombarde che si tro-vano ad avere un congiuntoricoverato. Anche qui rite-niamo sia giusto intervenireper ridurre le rette dandoun minimo di sollievo a que-ste famiglie, partendo daicasi più gravi. La RegioneLombardia deve dunque im-pegnarsi per trovare le ri-sorse atte a dare rispostealle aspettative dei cittadini.Il presidente della Regione,Roberto Maroni, si era già im-pegnato in questo senso nel2014 quando aveva sotto-scritto un accordo con noi,adesso è giunta l’ora che ri-spetti questo impegno”. ■

Contro l’illegalità fiscale

finalmente risultati posi-

tivi anche in Lombardia:siamo la prima regione, dopodi noi l’Emilia Romagna, eciò è testimoniato dalle con-siderevoli somme, ricono-sciute dall’Agenzia delle en-trate, ai comuni per la colla-borazione alla lotta all’eva-sione fiscale locale.Alla Lombardia nel 2014sono stati erogati 8,6 milio-ni di euro contro i 30mila del2010.Dopo quasi cinque anni di la-voro possiamo registrare al-cuni risultati utili: nel 2014dalla lotta all’evasione i co-muni lombardi hanno potu-to recuperare ben 8.609.107e questi fondi potranno es-sere utilizzati a sostegno del-le persone più fragili. Questainfatti era la nostra richiestadurante la negoziazione congli entri locali: che questotema fosse una priorità. ■

Come Spi da tempo soste-niamo le campagne di vacci-nazioni promosse a livellonazionale e regionale e, vistala stagione invernale, ricor-diamo l’utilità di vaccinarsicontro l’influenza, soprattut-to per gli over 65 e i malaticronici. La vaccinazione ècompletamente gratuita.Non solo, c’è anche il rischiodi veder ricomparire patologiecome tetano, difterite, per-tosse e altre per le quali la Co-munità europea sta promuo-vendo campagne di vaccina-zioni a tutela degli over 65.Per questo come Spi promuo-viamo campagne di informa-zione rivolte alle persone an-ziane, che vengono ulterior-mente rilanciate dall’alleanzaHappy Ageing, di cui fannoparte Spi, Fnp e Uilp assiemealle Acli. Promuoviamo un ri-lancio delle politiche di tutelaa garanzia della salute propriae delle nuove generazioni. ■

Elaborazione: Ufficio Studi CGIA su dati Corte dei Conti

SpiInsieme Supplemento06.2016 Lombardia 11-21-16:Layout 1 21-11-2016 18:01 Pagina 2

5Lombardia

Lo scorso 3 novembre a Ce-rignola si è tenuto un conve-gno dedicato a Giuseppe Di

Vittorio a cinquant’anni dal-la scomparsa, avvenuta pro-prio il 3 novembre a Lecco.Presente anche una folta de-legazione dello Spi lombardoe lecchese. Stefano Landini,segretario generale dello SpiLombardia, nel concludere ilsuo intervento ha voluto ri-cordare due importanti aspet-ti dell’insegnamento di DiVittorio, aspetti di cui nonscordarci mai e che rendonoil suo esempio di pratica sin-dacale più che mai attuale:“Il primo, quello del valore

dell’autonomia di giudizio

e di pensiero che un sinda-

cato confederale deve mette-

re in campo ogni giorno e il

secondo, il valore dell’unità

sindacale necessaria per tu-

telare al meglio di interessi

di chi rappresentiamo.

Sessant’anni or sono Giu-

seppe Di Vittorio condannò

ferocemente l’invasione del-

l’Ungheria da parte delle

truppe del Patto di Varsa-

via, scontrandosi così con

il più grande partito della

sinistra italiana, partito in

cui era cresciuto. Quando

gli venne richiesto, da par-

te di chi era alla guida del

partito, di ritirare il co-

municato di condanna, da

autorevole dirigente sin-

dacale, seppe rispondere:

“no, io sto dalla parte degli

operai ungheresi che com-

battono per la loro libertà e

per i loro diritti”.

La nostra capacità di esse-

re soggetto sociale e sinda-

cale autonomo, che basa le

sue decisioni e il suo agire

sul merito delle questioni,

deve rappresentare anche

nel nostro tempo un valore

quotidiano nell’azione di

ciascuno di noi, se vogliamo

continuare a essere una for-

za viva nella nostra società.

Nel suo ultimo discorso te-

nuto presso la Camera del

lavoro di Lecco, poche ore

prima della morte, esortò i

presenti, sindacalisti e de-

legati della nostra Cgil, a

non perdere mai di vista il

valore dell’unità sindacale.

Lo affermava in anni cer-

tamente più difficili dei no-

stri, come primo presuppo-

sto per ottenere maggiori

conquiste per chi rappre-

sentiamo nei luoghi di la-

voro e nella società italiana.

Non dobbiamo mai scorda-

re questo insegnamento:

senza unità siamo tutti più

deboli e non sapremo, ieri

come oggi, ottenere e con-

quistare un’Italia più giu-

sta, in cui vengano meno le

diseguaglianze sociali, e in

cui torni la speranza di un

futuro migliore per chi rap-

presentiamo”. ■

Pensioni e no tax area: come si cambiadopo l’accordo col governo

Nel numero 6 di Spi Insieme

dello scorso novembre ab-biamo pubblicato l’intervi-sta al segretario generale na-zionale dello Spi, Ivan Pe-dretti. Lì si spiegavano i con-tenuti del verbale siglato il 28settembre fra governo e Cgil,Cisl e Uil sulle tematichedella previdenza.Pubblichiamo in questo nu-mero una specifica sulle no-vità rispetto alle pensioniesistenti.Pensioni: le novitàFinalmente un’inversione ditendenza: era dal 2007, daitempi del governo Prodi chele pensioni non solo non ave-vano nessun miglioramentoma che su di esse, per manodei vari governi Berlusconifino alla legge Fornero del go-verno Monti, si è abbattuta lascure dei tagli e del ridimen-sionamenti dei diritti.Grazie alla determinazionedel sindacato confederale,dei sindacati dei pensionati edelle mobilitazioni messe incampo, dopo anni di conti-nuo dare, vengono stanziaterisorse in favore dei pensio-nati e delle pensionate.

Infatti il verbale firmato daCgil Cisl e Uil e governoprevede: l’aumento del-

l’importo della 14mensi-

lità (o mensilità aggiun-

tiva) di circa il 30 per

cento (la cifra esatta la sa-premo all’approvazione del-la legge di bilancio da partedel parlamento).Oggi, come noto, essa vieneerogata ai pensionati con piùdi 64 anni, con un reddito nonsuperiore alla somma di 1,5

volte il trattamento minimodelle pensioni Inps (pari nel2016 a 9.786,86 euro); è legataai contributi versati e l’im-porto aumenta all’aumentaredei contributi maturati du-rante l’attività lavorativa.Dal 2017 è previsto l’incre-mento del valore della 14manella misura del 30 per cen-to per coloro che già lapercepiscono.Inoltre il diritto a perce-

pire la quattordicesima

mensilità viene esteso a

coloro il cui reddito perso-nale di riferimento va da 1,5a 2 volte il trattamento mi-nimo (2016 fino a 13.049,14euro).Per questa nuova platea (cir-ca 1.200.000 persone) il va-lore della 14ma sarà uguale aquello attuale. A titolo esemplificativo pub-blichiamo le tabella con inuovi importi, la prima rife-rita all’aumento del valore del

30 per cento e la seconda re-lativa all’aumento del limitedi reddito personale per averdiritto alla 14ma. No tax areaLa no tax-area è quella por-zione di reddito su cui, per ef-fetto delle varie detrazioni,non si paga l’Irpef (naziona-le, regionale e comunale). È stata da anni una richiestadel sindacato quella di au-mentare per i pensionati epensionate l’importo dellano tax-area.Oggi, per effetto della Leggedi Stabilità 2016 è stabilita in: • 8.000 euro per i lavoratoridipendenti; • 8.000 euro per i pensionatioltre i 75 anni;• 7.750 euro per i pensionatifino a 75 anni.Dal 2017 la Legge di Stabi-

lità 2017 (in seguito al-

l’intesa governo sindacati)

aumenta la cifra della no

tax-area dei pensionati a

un valore di 8.125 comeper i lavoratori dipendenti, in-crementando così l’importonon tassato della pensioneanche ai pensionati/e con

meno di 75 anni. ■

Di Vittorio: un pensiero più che mai attuale Versamento saldo Imu e Tasi

Il 16 dicembre i proprietari di immobili,inclusi i terreni e le aree edificabili aqualsiasi uso destinati, nonché i titolaridel diritto reale di usufrutto, abitazio-ne sono tenuti al versamento del saldoIMU. Il Caaf CgilLombardia, le Filialiterritoriali e le Società convenzionatein fase di elaborazione dell’IMU dovu-ta per l’acconto (mese di giugno) han-no quasi sempre consegnato anche lacopia del versamento del saldo raccomandando ai contribuentidi contattare l’ufficio per verificare che non siano subentra-te modifiche in diminuzione di quanto calcolato.È quindi opportuno seguire le indicazioni ricevute nel mesedi giugno. Ci preme ricordare che restano escluse dalla tas-sazione IMU l’abitazione principale e relative pertinenze nellimite di 3 pertinenze, una per ciascuna categoria.L’IMU, infatti, è dovuta solo sull’abitazione principale che rien-tra nelle categorie A/1, A/8, A/9 (cd. “case di lusso”), per lequali trova applicazione la detrazione di euro 200 (eventual-mente aumentata dal Comune).Quanto sopra descritto vale anche il versamento della TASI.Si ricorda che a differenza dell’IMU, risultano soggetti pas-sivi anche i contribuenti titolari di diritti personali di godimentosugli immobili con esclusione dell’abitazione principale nondi lusso e relative pertinenze.

Delega prelievo precompilata modello 730 2017Come per il 2016 gli utenti che chiedono l’assistenza fiscaleal Caaf Cgil Lombardia per la compilazione del modello730/2017 dovranno sottoscrivere la delega autorizzativa al pre-lievo della precompilata rilasciata dall’Agenzia delle Entra-te. Sono esclusi da questo adempimento coloro che hanno giàsottoscritto la delega autorizzativa al momento della predi-sposizione del modello 730/2016. ■

Anni di contribuzione Somma aggiuntiva (quattordicesima)

Lavoratori Lavoratori Normativa vigente Proposta di

dipendenti autonomi (dal 2008 al 2016) modifica (dal 2017)

Reddito personale fino a 1,5 volte il trattamento minimo (nel 2016 fino a 9.786,86)

Fino a 15 anni Fino a 18 anni 336 437

di contributiOltre 15 fino a 25 anni Oltre 18 fino a 28 anni 420 546

di contributiOltre 25 anni Oltre 28 anni 504 655

di contributiReddito personale aumentato da 1,5 a 2 volte il trattamento minimo

(nel 2016 fino a 13.049,14 euro)

Fino a 15 anni Fino a 18 anni 0 336

di contributiOltre 15 fino a 25 anni Oltre 18 fino a 28 anni 0 420

di contributiOltre 25 anni Oltre 28 anni 0 504

di contributi

Da ricordare

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Agenzia e sedeC.so Porta Vittoria, 46 - Milano

Filiale di LegnanoVia Venegoni, 13 - Legnano

Filiale di ComoVia Italia Libera 15 - Como

Filiale di BresciaVia F.lli Folonari, 18 - Brescia

Per informazioni: Tel. 02 5456148 - www.etlisind.it

6Lombardia

Redazioni locali:Romano Bonifacci, Silvia Cerri,Fausta Clerici, Simona Cremonini,Alessandra Del Barba, Lilia Domenighini, Gianfranco Dragoni,Anna Fratta, Marina Marzoli, Ernesto Messere, Barbara Sciacovelli,Pierluigi Zenoni.

Direttore responsabile

Erica Ardenti

Editore:Mimosa srl uninominalePresidente Italo FormigoniVia Palmanova, 24 - 20132 Milano

Registrazione Tribunale di Milanon. 75 del 27/01/1999.

Sped. in abb. post. 45%comma 2 art. 20b legge 662/96Filiale di Milano

Euro 2,00Abbonamento annuale euro 10,32Abbonamenti tel. 022885831

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Femminicidio: donne uccise due volteIl difficile rapporto tra media e violenza di genere

Femminicidio: donne uccisedue volte. Potrebbe esserequesta una parafrasi che dà ilsenso dell’iniziativa del Co-ordinamento donne Spi Lom-bardia che si è tenuta a Ber-gamo lo scorso 9 novembre.Donne uccise da un compa-gno e poi dai media, giorna-li e tv o social, che, come haspiegato la responsabile delCoordinamento Carolina Per-fetti, hanno “un’impostazionedella notizia da cui traspareun’implicita giustificazionedel femminicidio”. E di se-guito ha sottolineato come gliattori della violenza sianorappresentati come uomini inpreda a raptus, crisi di gelo-sia, depressione quindi noncolpevoli, ma vittime di unostato di patologia a cui sa-rebbero stati portati spessoda abbandoni, tradimenti,scelte di vita autonoma del-le compagne. Sono state poi Monica Lan-franco, femminista e forma-trice, e Maria Teresa Ma-nuelli a entrare nello speci-

fico dei modi di fare comu-nicazione: con l’uso di slidehanno mostrato articoli, ti-toli, immagini e i conseguentimodi in cui distorcono la re-altà. Lanfranco ha utilizzatoun video intitolato Parole

d’amore per mostrare comele parole stereotipate usatenella comunicazione di tuttii giorni entrino poi a far par-te anche del vocabolario chei giornalisti usano, “paroleche trasmigrano nei giornali– ha detto Lanfranco – ma leparole sono anche le pietre

più importanti per costruireil cambiamento”. È propriosul fronte del cambiamentonelle modalità del comuni-care come nelle parole delcomunicare è impegnata l’as-sociazione Gi.U.Li.A, acro-nimo di Giornaliste unite li-bere autonome, di cui fa par-te Maria Teresa Manuelli cheha spiegato come il giornali-smo non può essere neutroma è sempre una mediazione,come attraverso la scelta diun termine piuttosto che diun altro si può indirizzare la

lettura di un fatto di cronaca.Da qui l’impegno di Gi.U.Li.Anella formazione sia per glistudenti che nella formazio-ne continua dei giornalisti.E anche la rete può essereutilizzata per fini buoni omeno buoni. Dei social haparlato Lorenzo Rossi Do-ria, ufficio stampa nazionaleSpi, partendo dalla vicenda diTiziana Cantone suicidatasidopo che un video hard, fat-tole dal suo fidanzato, è fini-to sulla rete rendendole lavita impossibile tanto da co-stringerla a emigrare dal pic-colo paese in cui viveva vi-cino a Napoli, fino all’attoestremo del suicidio quandouna sentenza del tribunale hasancito l’impossibilità di ri-muovere quel video diventa-to di “interesse per la collet-tività”. Da qui il bisogno di co-noscere la rete, i suoi latioscuri, le sue trappole, lanon esistenza di un privato sesi è sulla rete. Ma Rossi Do-ria ha offerto anche il lato po-sitivo: i social che permetto-

no un contatto con centina-ia di migliaia di persone, chepermettono di fare una buo-na informazione e qui ha ci-tato e mostrato l’uso che loSpi nazionale fa di fb piutto-sto che del sito dell’organiz-zazione. Un uso non scono-sciuto allo Spi lombardodove già una grossa parte didirigenti, militanti, volontariutilizza i social per diffonde-re le buone pratiche dello Spi.Lo ha sottolineato StefanoLandini, segretario generaleSpi Lombardia, che ha volu-to porre anche l’accento sulruolo che gli anziani possonoavere nel rapporto con i ni-poti nel veicolare una letturapiù sana dei media, cosìcome possono trasmetterevalori più sani: “proprio glianziani che dello Spi fannoparte – ha detto Landini – eche hanno fatto la storia diquesto paese quando, maga-ri da giovani iscritti alla Cgil,si sono battuti per miglioricondizioni di lavoro e piùgiustizia sociale”. ■

*Le quote indicate sono individuali e in camera doppia.

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(viaggio in bus - visite guidate come daprogramma - pens. completa e cenonedi capodanno)

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Bormio: Via Roma, 135Sondrio: Via Torelli, 3Lecco: Via Besonda, 11Talamona: Via Don Cusini, 15Varese: Via Nino Bixio, 37Gallarate: Via Palestro, 1

Per informazioni: Tel. 0342 911689

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7Sondrio

La cura degli anziani che vi-vono in una condizione difragilità costituisce forse laprincipale priorità socialeda affrontare anche per ilterritorio della nostra pro-vincia, basti pensare che iresidenti con oltre 65 anni dietà sono il 163% di quelli conmeno di 14 anni. Per riflet-tere su queste tematiche,sui servizi che sono neces-sari e sulle risorse, anchedel volontariato, di cui ilterritorio dispone l’Ufficio dipiano di Bormio ha da tem-po istituito un Tavolo per-manente di confronto sullacondizione degli anziani chevivono a domicilio in situa-zioni di fragilità. A questo ta-volo siedono, con il coor-dinamento della responsa-bile dell’Ufficio di piano, irappresentanti di Spi, Fnp eUilp e quelli delle diverse as-sociazioni che operano sulterritorio occupandosi diqueste tematiche. Il Tavolosi riunisce con regolarità edalla discussione sono emer-se diverse proposte che sisono concretizzate in questesettimane con due primeiniziative: un incontro con ifamiliari di questi anzianied uno con le assistenti fa-miliari, comunemente defi-nite badanti, che operano inAlta Valle. Ne parliamo conDaniela Valcepina, segre-taria della lega Spi di Bormio- Alta Valle, che ha rappre-

A Bormio incontro tra famigliari e badantiIntervista a Daniela Valcepina, segretaria della lega di Bormio-Alta Valle

a cura di Scriba

Quando il buio faceva paura

sentato lo Spi-Cgil aqueste iniziative.Cosa è emerso daquesti incontri?Innanzitutto gli in-contri sono serviti pergettare un ponte, pernulla scontato, tra iltavolo voluto dall’Uf-ficio di piano e il mon-do dei familiari deglianziani e delle badan-ti, che in questi annihanno reso sopporta-bile le gestione deglianziani non autosuffi-cienti. Un problema,anche nel contestodell’Alta Valtellina,che diversamente sa-rebbe diventato esplo-sivo, per tutto quelloche comporta la ge-stione a domicilio diquesti anziani.Quali sono i problemi evi-denziati dai familiari?I temi trattati sono tanti.Come sappiamo, la quasitotalità delle badanti pro-viene dai Paesi dell’Est Eu-ropa, in particolare da Ro-mania, Moldavia e Ucraina.Uno dei problemi è conse-guentemente rappresenta-to dalla diversità delle cul-ture, dalla difficoltà a com-prendersi e dalle abitudinialimentari, soprattutto al-l’inizio, quando ci si deve an-cora conoscere o la badan-te è giunta da poco nel no-stro paese. Una delle diffi-

coltà più grosse è poi costi-tuita dalle sostituzioni, per-ché si rompe un equilibriofaticosamente costruito, ebisogna trovare qualcunoche sia adatto. In alcuni casii familiari si sono trovatiad affrontare anche proble-mi di depressione, con ba-danti che si rifugiano nel-l’alcool perché faticano adinserirsi nel nostro contestosociale. Vi è poi la necessi-tà di capire i livelli di re-sponsabilità e di farli com-prendere alle badanti, e difare i conti con il caporala-to, che tenta in tutti i modi

di controllare le assunzioniper trarne poi profitto.Ci sono proposte concrete?È stata evidenziata la ne-cessità di investire sullecompetenze relazionali del-le badanti, ma non solo: piùin generale c’è necessità diformazione per tutti, ancheper i familiari, vista la com-plessità del compito. I fa-miliari devono saper cor-rettamente definire, perquanto possibile, i bisognidell’anziano tenendo contoanche della situazione del-la badante, che quasi sem-pre è una persona che si tro-

va ad operare in unluogo che per lei è“straniero”.Lo hanno confermatoanche le badanti, nel-l’incontro a loro de-dicato?Le badanti hanno fat-to emergere la neces-sità di rispetto reci-proco, a volte si tro-vano di fronte a situa-zioni del tipo: “io tipago e tu lo devi fare”.Non sono chiare le re-gole, al di là del con-tratto, su quello checompete a loro e quel-lo che va al di là. Laformazione vienequindi vista come unostrumento utile, mava affiancata con altreiniziative quali la pos-sibilità di poter di-

sporre di un luogo dove po-tersi incontrare, soprattuttoquando è inverno e la gior-nata è brutta. È poi emersala preoccupazione per quan-do rimangono senza lavoro:al di là di trovare un nuovoutente c’è anche il problemadell’abitazione.Vi è insomma materia perriflettere e lavorare, e suquesti temi continuerà ilnostro impegno al tavoloanziani. ■

Oggi non ce se rende conto,con tutta l’illuminazione chec’è, di cosa significhi il buio,ma dico il buio pesto, nellavita delle persone e dei pae-si. Ci pensavo una di questesere, adesso che sta arrivan-do l’inverno e le ombre delbuio si allungano presto, e misono presa uno spavento perun rumore improvviso che miha fatto tremare tutta. Quel

tremore mi ha fatto tornarealla mente quello che prova-vo quando ero ragazza, primadella guerra, e dovevo af-frontare dei tratti al buio:beh, la paura era il senti-mento dominante, sempre, enon vedevo l’ora di poterrientrare a casa, al sicuro.Quanta paura si provava! Eroio, io sola, una ragazza fifona?Tutt’altro, perché tra di noi ne

parlavamo, e tutte provavamola stessa brutta sensazione! Ei maschi? Beh, qualcuno, èvero, faceva lo spavaldo, mabastava poco per vederlo im-pallidire improvvisamente:un ombra, un suono che nonsi capiva da cosa o da doveprovenisse. Questa nostrasensazione di paura era poialimentata da racconti e leg-gende che ci venivano narra-

te o che sentivamo rac-contare dagli adulti neiluoghi di ritrovo seraleche, nei paesi contadini,erano rappresentati so-prattutto dalle stalle, uni-ci locali riscaldati con iltepore degli animali, dovele famiglie, dopo la cena,si ritrovavano. D’inver-no le serate erano lunghe,sembravano intermina-bili! Il lavoro dei conta-dini, terminati i raccolti,si riduceva notevolmente,

anche se c’erano sempre lebestie da accudire e la legnada preparare, e così trovavaspazio il racconto, che spes-so era infarcito da misteri,dalle anime dei defunti che sifacevano sentire per man-darci dei messaggi, da spiritinon meglio identificati. Vierano dei luoghi che, si rac-contava, erano sempre, albuio, presidiati da queste pre-senze: vi lascio immaginareche cosa provavamo noi ra-gazzi dopo avere ascoltatoquesti racconti, arricchiti daparticolari inquietanti per far-li sembrare più veritieri!Come se non bastasse, ci simetteva anche il prete, concerti racconti sulle animeche tornavano per racconta-re i loro tormenti… sapetecosa mi viene da dire? Poteraccendere la luce è una bel-la conquista! ■

Giovanna

Il nuovoQuaderno

dell’Issrec –Istituto storico

sondriese per la storia della

Resistenza e dell’età

contemporanea –è in distribuzione

nelle principalilibrerie ed edicoledella provincia alprezzo di 15 euro.

SpiInsieme Supplemento06.2016 Sondrio 11-21-16:Layout 1 21-11-2016 18:28 Pagina 5

8Sondrio

Gli Zagabri dell’ApricaUna storia di coraggio e di solidarietà

di Fausta Messa

Don Giuseppe Carozzi

Nella primavera del 1941 lepotenze dell’Asse (Germa-nia, Italia, Ungheria, Bulga-ria) occuparono la Jugosla-via, favorendo la formazionedello stato collaborazioni-sta Ustascia, guidato da AntePavelic, ferocemente anti-slavo, antisemita, razzistapersecutore di ebrei, slavi ezingari. Iniziò la caccia spie-tata di serbi, ebrei, zingaridestinati ad essere deporta-ti in campi di concentra-mento (luoghi in aperta cam-pagna circondati da filo spi-nato e torri di guardia), amorire per sevizie o per lo-

goramento e fame.L’esercito italiano, che oc-cupava una parte della Croa-zia ed era responsabile del-l’amministrazione civile del-la costa occidentale, obbli-gò le forze croate a svuota-

re i campi di concentra-mento, cosa che venne rea-lizzata con violenze inaudi-te da parte croata sui dete-nuti, tra i quali 79 avvocatiebrei e 40 intellettuali serbidi Zagabria.Ebrei e slavi perseguitati dalnazifascismo arrivarono al-l’Aprica, aiutati dalla Dela-sem (Delegazione assistenzaemigranti), organizzazioneebraica legale fino al set-tembre 1943, guidata da Dan-te Almansi, presidente delleComunità israelite italiane. Iprofughi ebbero lo status

giuridico di “internati liberi”,

in quanto poterono risiederein strutture private, pagandoun affitto, con l’obbligo di fir-ma presso la locale stazionedei carabinieri, tre volte algiorno. Gli internati si orga-nizzarono e nominarono loro

capo Salomon Mosic, exdirettore dell’Unione dicredito Rad & Stednja diBelgrado. La vita ad Apri-ca fu tollerabile, addirit-tura bella come una va-canza (come testimoniaVera Neufeld), se parago-nata a quanto succedevacontemporaneamente neicampi di sterminio del-l’est Europa, di cui gli in-ternati d’Aprica erano alcorrente, grazie alle in-formazioni giunte attra-verso ebrei fuggiti da Tre-blinka e giunti fortunosa-mente in Valtellina dal

ghetto modello di Mussolinidi Ferramonti di Tarsia. Ibambini erano molto protet-ti dalla comunità, che erariuscita ad organizzare unascuola che preparava agliesami da sostenere nella

scuola statale di stato a Ti-rano, come testimoniatodalla pagella di Vera Neu-feld. La notifica dell’armistiziodell’8 settembre fece pre-cipitare di nuovo la situa-zione. Di nuovo ebrei eslavi erano in pericolo,bisognava fuggire un’altravolta. I capi della comu-nità (Mosic, Kohn e Pol-lak) organizzarono la fugaverso la salvezza nellaneutrale Svizzera. Guida-vano una comunità di piùdi duecento uomini donnee bambini, sagacementeavevano intessuto unarete di salvataggio tra uo-mini perbene, che funzio-nò alla perfezione, tantoche solo due internati al-

l’Aprica non poterono sal-varsi, Brenno Ragendorfer eWalter Stern. Erano stati ca-paci di creare rapporti diempatia con il sacerdote donGiuseppe Carozzi, il qualeaveva fatto da tramite con il

comandante dei Carabi-nieri Bruno Pilat e con ilcomandante della Guardiadi Finanza Leonardo Ma-rinelli. Fu così che circa200 degli internati lasciòl’Aprica la sera del 10 set-tembre 1943. I profughi fu-rono aiutati dal coman-dante Bruno Pilat, dai suoiuomini e dalla luna piena.Le donne e i bambini ven-nero trasportati in diversiviaggi su corriera dal-l’Aprica a Motta di Tirano,mentre gli uomini sceseroattraverso il sentiero diZapei d’Abriga; tutti do-vevano trovarsi a Bian-

zone o a Villa di Tirano e dalì iniziare la salita attraversoi sentieri dei contrabbandie-ri per giungere in Svizzera. Lamattina del giorno 11 set-tembre raggiunsero la cano-nica di Bratta, dove la per-petua di don Vitalini poté of-frire loro una tazza di the cor-roborante. Una volta ripo-sato, il gruppo affrontò circatre ore di salita verso BaiteCampione, arrivando al con-fine, probabilmente verso lequattro del mattino del 12 set-tembre, come attestato dalladocumentazione svizzera.Probabilmente i profughi rag-giunsero la Svizzera in piccoligruppi, attraverso i sentieriben noti ai contrabbandieri,quello del Sasso del gallo e di

Lughina. Secondo il rac-conto di Branco Gavrin, l’ac-coglienza non fu scontata,anzi fu molto contrattata,con la dichiarazione, da par-te degli ebrei di lasciarsi mo-rire, piuttosto di ritornaresui loro passi. ■

Don Carozzi fu l’artefice delsalvataggio degli ebrei croa-ti ‘confinati liberi’ all’Apricadurante la seconda guerramondiale.Giuseppe era nato a Motta diVilla nel 1918, era stato ordi-nato sacerdote nell’agostodel 1940, dopo aver studiatoal Seminario Lombardo diRoma. Poiché conoscevaperfettamente la lingua te-desca, fu nominato Cappel-lano degli operai in Germania(aprile 1941), ma non poténeppure iniziare la sua mis-sione, in quanto si presenta-rono i segni della malattiache lo portarono ad una mor-te prematura nel 1955 aRoma. Rimase dunque al-

l’Aprica, dove poté conosce-re la comunità ebraica che visi stabilì a partire dai primidel 1942, in fuga dagli Usta-scia collaborazionisti dellaGermania nazista e alleatidell’Italia fascista. Uomo digrande cultura, come tutte lefonti raccontano, strinse si-curamente rapporti cordialicon i croati ebrei, tra i qualisi trovavano numerosi pro-fessionisti e intellettuali. Sipuò immaginare che tra i re-sponsabili della comunitàebraica e don Carozzi fre-quenti fossero i discorsi sul-l’andamento e l’evoluzionedella guerra, che ormai dal’42 lasciava intravedere ilsuo esito. Fu così che, dopo

l’annuncio dell’armistizio traItalia e Alleati (8 settembre1943), il sacerdote mise a di-

sposizione degli ebrei tutta larete delle sue conoscenzeper favorirne l’espatrio in

Svizzera, unica area di sal-vezza nell’Europa nazifica-ta. Don Carozzi riuscì a coin-volgere nella catena di soli-darietà il brigadiere Bruno Pi-lat, comandante dei carabi-nieri dell’Aprica, presso iquali gli ebrei dovevano re-carsi quotidianamente a se-gnalare la propria presenza.Anche il comandante dellaguardia di finanza di Tirano,il capitano Leonardo Mari-nelli si schierò dalla parte deiperseguitati, favorendonel’espatrio, nei giorni imme-diatamente dopo l’armisti-zio, quando la frontiera diPiattamala rimase incusto-dita. La maggior parte deiprofughi, tuttavia, riuscì a

passare il confine passandoper Bratta, dove il parrocodon Cirillo Vitalini, avvisatoda don Carozzi, li accolse e lirifocillò, per affidarli suc-cessivamente ai suoi bravimontanari contrabbandieri,che li guidarono fin sopraCampocologno.Anche don Carozzi dovettefuggire in Svizzera, dove lotroviamo sicuramente dalgiugno del ’44; qui venne re-clutato dal generale Tancre-di Bianchi, addetto militaredella Regia legazione d’Italiaa Berna e rimase con quel co-mando fino al maggio del’45, organizzando missioni eviaggiando come corriere dae per l’Italia. (F.M.) ■

Fausta Messa

Classe conl’insegnanteMilka Broch

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