Passano gli anni, ma l’Italia non cambia Ieri, oggi,...

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SOMMARIO8 - Attualità

Passano gli anni, ma l’Italia non cambia

Ieri, oggi, domani

La Gazza rubata a RossiniLa Fondazione Cini, ha ospitato, a Venezia, nelloscorso settembre, un Convegno internazionale distudi sulla tutela del lavoro musicologico,organizzato dalla Siae e dall’UNEMI (UnioneEditori di musica Italiana).Vi hanno preso parte musicologi, editori, politici.Quale l’oggetto della discussione? Lo sintetizza ilcomunicato diffuso a chiusura dei lavori, nel qualeviene proposta una modifica della norma che tutelail diritto d’autore e che suona:“A colui che realizza una edizione critica, che sia ilrisultato di una attività scientifica di ricerca e distudio per la ricostruzione del testo di un’operadell’ingegno nelle sue forme originarie, spetta ildiritto esclusivo di utilizzazione economica per ladurata di 30 anni a partire dall’anno dipubblicazione, anche se anteriore alla data di entrata

in vigore della presente legge, qualunque sia laforma nella quale la pubblicazione è effettuata.La presente disposizione si applica alle edizionicritiche che costituiscono elaborazioni protette danorme e nei limiti dell’art. 4 della Legge 22 aprile1941, n. 633.Il diritto demaniale per le rappresentazioni eesecuzioni pubbliche e per la radiodiffusionedell’opera di pubblico dominio utilizzata nella suaedizione critica è dovuto nella misura previstadall’art. 176 della Legge 22 aprile 1941, n. 633".Il diritto d’autore tutela, come si sa, le operedell’ingegno che presentano caratteri di creatività,in questo caso anche commerciale, come lo sonoalcuni discutibili elaborazioni recenti di operenotissime del passato.Ma nel Convegno veneziano si discuteva sulcarattere da attribuire alla ricostruzione critica di

Sembrano scritti oggi, ed invece sono stati scritti più di vent’anni fa. Lamusicologia asservita agli editori, il potere delle grandi famiglie e della politica,

agenti affaristi, giovani musicisti lasciati a se stessi, e persino il calmiereper i cachet degli artisti

di Pietro Acquafredda

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SOMMARIO Attualità -9

una qualunque opera: il curatore di un’edizionecritica è da considerare — ci si chiedeva, insostanza — creatore o filologo? Il Convegnoveneziano ha optato per la prima delle qualifiche,come dimostra la modifica proposta alla Legge. n.633 del 22 aprile 1941.Noi la pensiamo diversamente.Immaginate che il Cav. Gioacchino Rossini torni tranoi mortali ed assista alla rappresentazione di unasua opera in qualsivoglia teatro con ottimi cantanti,ottima orchestra ed ottimo direttore! Ma che stenti ariconoscere nella musica eseguita una sua opera, acausa dell’eccessiva volontà creativa del curatore. Eche passando a riscuotere i suoi diritti d’autore, liveda spartiti tra editori, curatori e sé medesimo, perla ragione di cui al convegno veneziano.E che, dopo alcuni anni ancora, torni nuovamentesulla terra e, passando a riscuotere il fruttodell’ingegno, lo veda anche questa volta spartito fraun numero ancor più vasto di revisori.(Già perchè può anche accadere che una successivascoperta musicologica, faccia invecchiare anzitempola più accreditata edizione critica).Insomma il Cav. Rossini, verrebbe defraudato didiritti d’autore e della sua musica.Infatti sta proprio qui il punto: il revisore deve porretutto il suo ingegno nel tentare di ridarci l’opera —o le opere — di Rossini come egli la volle o levolle.L’equivoco quindi sul quale si basa il convegnoveneziano sta nel fatto che, invece di domandare adalta voce allo Stato il finanziamento della ricerca -questa sì esiste all’estero, con grandi progressi inogni campo - si sia trasformato il curatore diun’edizione critica in un creatore. Sono sotto i nostriocchi tante edizioni monumentali - si dirà: noncritiche. Certamente! - accolte al loro apparire congrandi entusiasmi ed oggi ritenute non solosorpassate ma addirittura false. Con le edizionicritiche non si può arrivare a tanto, ma il Convegnoveneziano, dietro la spinta degli editori, haimboccato una strada pericolosa.

squadretta a fianco di Claudio e Roberto) per 2-1;dalla squadra veronese è uscito Giacchieri cheattende l’apertura del musicamercato, (nel frattempova a giocare, cambiando sport, nel Torre del Lago)atteso anche da Trezzini uscito dal campo ingondola, mentre era andato a salvare l’argentinoGomez, messo quasi fuori gioco ed in pericolo diespulsione; la squadra della Roma gioca con dieciuomini — in gergo sportivo si chiamano in siffattamaniera — essendo mancato Gelmetti già da buonaparte del campionato; medesima situazione pareattraversare la Fiorentina: i lettori del “Corrieremusicale”, noi compresi, non hanno ancora capito seBartoletti con il suo allenatore è stato ingaggiato omeno; al Napoli non si sono ancora calmate leacque: De Simone e Canessa sono stati ceduti alMergellina, no? Ci volete spiegare poi se con lorovanno via oppure restano anche gli allenatoriprivati?Partito Colombo per l’America, che succede alGenova, dove Alberti è sempre sul punto di essereacquistato in comproprietà dalla Roma — si dice —o da qualche altra squadra; mentre i vertici dellasocietà sono implicati nelle musicascommesse?Nel Santa Cecilia, supersquadra romana, qualcheproblema ha ancora il Siciliani, presidente dellasocietà, a causa di quel Mannino che intendevaacquistarla per sé e per gli altri.Il Bologna, ora in ritiro, pare promettere per laprossima stagione, dopo gli acquisti recenti diFontana, Tangucci e Chailly — quest’ultimo nonproviene da alcuna squadra straniera, nonostante ilnome e qualche campionato giocato nella nazionaletedesca, la nota Decca.Acque tranquille anche nella squadra milanese, dovel’acquisto recente di Muti promette bene per leprossime stagioni. Stiano bene attenti i giocatori delTotomusica a quanto diciamo.A Trieste, dove si gioca da molti anni sul campodell’Operetta, pare che le cose funzioninoabbastanza bene, o quantomeno l’organigrammadella squadra non pare stia per subire grandicambiamenti.Nelle squadre insulari pare che le cose vadano bene;le due più note; il Palermo e il Cagliari si segnalanorispettivamente per il bilancio più alto e per ilnumero più basso di partite giocate. Il Torino pareche con l’eterno ed efficiente Rattalino, affiancatoda qualche mese da Zefferi, prometta un buoncampionato.Qualche notizia anche dal mercato internazionale,non sempre ricco di talenti ma tanto amato dallenostre società. La Roma ha acquistato Kuhn, cheproviene dal Graz (Austria); il Genova ha ottenuto

Che campionato!Nel campionato della musica si sono registrati, amezza estate, alcuni importanti incontri: La Monacabatte Trezzini per 1-0 sul campo de La Fenice; sulterreno delle Arene veronese e maceratese poiPerucci ha battuto Abbado (Marcello, con la sua

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SOMMARIO10 - Attualità

per alcune partite Oren dalla internazionaleisraeliana (solo per alcune partite importanti, pernon pagare molte tasse all’erario italiano: per questastessa ragione è uscito alla fine dello scorsocampionato dal Napoli e non per dissensi sulladirezione artistica della squadra) e — ma non èancora certo — Badea della squadra dei Tre Mondiforse giocherà nel Napoli, accanto a Maradona.Non è che questi acquisti di stranieri faccianointravedere, per le squadre che hanno fatto questiaffari, un campionato da urlo; noi ci auguriamo chealmeno qualche goal abbia anche la loro firma.Anche per questo campionato s’è fatto qualchechiacchiera sui compensi. Su Marcello Abbado dellaMaceratese, ad esempio. Un politico della cittàmarchigiana ha asserito alla radio: “ohè, quello nongioca mai solo, porta con sé sempre la squadrettafamiliare”. Cioè: 100 milioni per un’intera famiglianon sono troppi, tanto più se questa promette ditrasferirsi nelle Marche dalla Lombardia. E poi nondimentichiamo che la sua nota spese è di appena 5milioni! Che modestia!Perché tanti cambiamenti alla vigilia di campionatiche si prospettano impegnativi? Si risponderà:perché sono cambiati gli assetti proprietari di moltesocietà comunali. E noi non ci scandalizziamo,conosciamo la regola. Ciò che ci preme è che sipensi anche a vincere il campionato, facendofunzionare bene le squadre. Non è detto che non sipossa ancora cambiare. Forse la nuova leggearriverà prima del previsto.

che in queste vesti nessuno serbi ricordo alcuno dilui. Ed allora l’argentino meditò la vendetta. Leistituzioni concertistiche avrebbero avuto bisogno dilui, lo avrebbero cercato, implorato... per godere deisuoi servigi. E difatti, anni appresso, il Proczinsky,apre un’agenzia a Montecarlo, dalla qualeorganizzare le sue vendette verso quegliorganizzatori musicali che un tempo non l’avevanoneppure voluto incontrare.Sull’annuario CIDIM, a suo nome, ricorre unindirizzo con numero telefonico milanese,ma noi non sappiamo se ha un legale rappresentantein Italia, come la legge pretende da ogni agentestraniero che opera nel nostro paese. Sappiamo soloche, a Roma, ha il suo quartier generale in un hoteldi via Sistina, il numero di stanza non lo sappiamo,altrimenti lo forniremmo a quanti volesserorivolgersi a lui. Nella Stagione corrente Proczynskisembra quasi il consulente artistico dell’Accademiadi Santa Cecilia, per quel che riguarda la stagionedei concerti, a giudicare dalla quantità di artisti che,già solo in questo scorcio di stagione, ha portato aRoma e non solo all’Accademia; bensì di moltealtre manifestazioni musicali - tutte di rilievo e diquelle che dispongono di budget sostanziosi — chehanno a che vedere con la dirigenzadell’Accademia. Quasi un consulente ad personam.E noi non possiamo che solo meravigliarci; altri,invece, dovrebbero rilevare la anomalia dellaposizione di Proczynski e di chi gli dà spazio.C’è chi gli attribuisce i passi falsi di alcune carriere,prima fra tutte quella di Rostropovich che, con iprogrammi a lui inadatti presentati a Santa Cecilia,s’è meritato un coro unanime di dissensi, addolcitoperò da lauti cachet. Già, perché pare che il grandemusicista abbia una qualche simpatia per il diomammona.Il fatto nuovo, recentissimo che deve far meditare èche Proczynski, ottenuto il credito cercato, cominciacon frequenza sempre più ravvicinata, a rifilare“sole” (la “sola”, in romanesco sta per ‘fregatura’),proponendo accanto ai Maazel, Rostropovich,Pogorelic anche delle nullità che spaccianaturalmente per vedettes internazionali.

La lunga mano dell’agenteProczynskiDa qualche anno i frequentatori dei concerticeciliani, a Roma, hanno familiarizzato con un voltodi persona mite all’apparenza, occhialuto, dicorporatura robusta. Argentino d’origine,monegasco d’adozione, italiano d’azione egli èValentin Proczinsky, agente di musicisti, o come sidice in Italia, segretario artistico di questi. E fin quinulla da eccepire. Perchè allora da qualche tempo sene parla in termini non entusiastici?Proczynski era arrivato in Italia molti anni fa, incerca di lavoro come pianista: sono molti ancora aricordarlo, mentre pellegrinava di città in cittàcercando di piazzare qualche suo concerto. Ma pare

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SOMMARIO Attualità - 11

Mario BrunelloElogio del bravo solistaMario Brunello vince nell’86 il prestigiosissimoPremio Ciaikovskij di Mosca per il violoncello,primo ed unico degli italiani ad assicurarsi cosìglorioso trofeo. Sono passati oltre due anni nelcorso dei quali ci è capitato di ascoltarlo già duevolte. La scorsa estate a Ferrara, per la rassegnaAterforum, nell’atrio di una casa patrizia all’aperto,insieme all’Orchestra Villa -Lobos, un complesso di12 violoncelli, e in un programma abbastanzainconsueto, com’è facile immaginare. Brunellosoprattutto e gli altri — ma qui fermiamo la nostraattenzione sul solista-direttore — mostrò dipossedere anche in quella circostanza, una tecnicastrepitosa, bellissimo suono, ricco corposo lucente,ma anche una certa disinvoltura nell’affrontaretrascrizioni di brani classici e di musica moderna“leggera”; valga per tutti l’esempio della notissimacanzone dei Beatles, ‘Yesterday’. Ci congratulammocon lui!Lo abbiamo incontrato lo scorso inverno, per laserie di Concerti da camera di RadioUno che loaveva ospitato come solista dell’Orchestra daCamera del Festival di Brescia e Bergamo diretta daAgostino Orizio. In programma un concerto diHaydn. Anche qui grande intelligenza musicale,fraseggio da cantante, bel suono e via

di questo passo... del resto non scopriamo nulla segià i giurati del Concorso sovietico gli avevanoattribuito il Primo premio per il violoncello. Macosa accade ad un vincitore di concorsiinternazionali che ha già alle spalle una carriera diprofessore d’orchestra e solista già abbastanzaricca? Anzi cosa dovrebbe accadergli? Innanzituttoche tutte le più importanti istituzioni concertistiche,nel giro di una o due stagioni, lo ospitino nei lorocartelloni. Tanto più che Brunello non è diciottenneil cui exploit ad un concorso potrebbe esseresmentito qualche anno dopo.Brunello è stato ospite di molte ed importantiistituzioni.Ma forse non di tutte e soprattutto in alcune nonsenza lunga anticamera. Quando, in un nostroeditoriale di qualche mese fa,lamentavamo lo strapotere di alcune agenziestraniere intendevamo anche condannare - a causa diquesto monopolio che non ammette eccezioni -l’abitudine di far pagare a tutti la tassa d’ingressonel grande mondo concertistico, anche quando si ègià guadagnato un alloro così verde.Ed allora ecco perché rimaniamo insensibili davantialle dichiarazioni di coloro che dicono di adoperarsiper i giovani, per il loro ingresso nel mondo dellamusica e poi fan le orecchie da mercanti. Che sianopoi mercanti — questo sì — è sacrosanta verità!

A colloquio con Carlo Fontana, sovrintendente a Bologna

Mettiamoci un tettoRecentemente l’ANELS (Associazione Nazionale Enti Lirico Sinfonici) ha deciso di porre un tetto ai compensi deicantanti lirici; tale limite è stato fissato in 30 milioni a replica. Abbiamo a questo proposito rivolto alcune domande aCarlo Fontana il quale, oltre ad essere presidente dell’ANELS, ricopre la carica di sovrintendente al Teatro Comunale diBologna.-Non ritiene eccessiva la cifra di 30 milioni come tetto per un cachet?Direi proprio di no. Innanzitutto tale cifra riguarda ben poche star, quattro o cinque; in secondo luogo il compenso èconsiderato lordo. E poiché non poche volte in passato si è superata questa soglia i teatri effettivamente potranno risparmiare.-L’ANELS tuttavia ha spesso ribadito che la voce «cachet dei solisti» era ben misera cosa rispetto alle spesecorrenti dei teatri.Ed era vero, ma solo fino a pochi anni fa. Oggi i compensi per i cantanti rappresentano circa il 20% del bilancio di un entelirico sinfonico: una percentuale più che considerevole.In effetti, nel caso del Comunale di Bologna, nella scorsa stagione, si saranno spesi circa 6 miliardi in cachet. Ciònonostante non si teme che le stelle di fama internazionale disertino i nostri teatri? Non credo: in fondo l’Italia rappresentanel panorama lirico mondiale un mercato troppo importante per essere abbandonato.-Nello stabilire questo calmiere si è pensato anche all’Europa?Senz’altro. L’obiettivo che ci prefiggiamo è quello dell’uniformazione con gli altri paesi. In questo senso faremo seguireun contratto-tipo per tutti gli enti lirici italiani il più vicino possibile a quelli già in uso in varie nazioni europee. Perquanto riguarda invece una parità internazionale di trattamento economico il discorso è più complesso: basti pensare allegrandi diversità di regimi fiscali. Per concludere, il nocciolo della questione è nella trasparenza; tutti i contratti e irapporti con gli artisti dovranno svolgersi alla luce del sole.