PAS - TFA 2014-2015 - maestrasilvia.it · per biologi e medici • dal 1984 chimica e merceologia...
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PAS - TFA
2014-2015
Laboratorio di didattica della chimica 1
Manuela Rosolini – ITS Deledda - Fabiani
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Mi presento
Manuela Rosolini
Laurea in chimica
Ho lavorato in ospedale
Ho vissuto tre anni nel Regno Unito
Insegno nella scuola superiore dal 1984
Cell 340 5467751
Mail [email protected]
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Programma degli incontri
1. Considerazioni generali sull’insegnamento della chimica
2. Pedagogia della gestione mentale
3. Chimica e gestione mentale (per insegnanti e per allievi)
4. Dialogo pedagogico
5. Preparazione di una lezione
6. Conclusioni
4
Insegnare mi piaceva sempre…
La mia esperienza di “docente”
• dai 16 anni ripetizioni di matematica e scienze
ad alunni di medie e superiori
• dal 1972 (primo anno di chimica) stechiometria
per biologi e medici
• dal 1984 chimica e merceologia in un ITC
… poi scienze della materia, chimica e fisica,…
• dal 2013 sono al Deledda (finalmente!!)
• aiuto “d’emergenza” per nipoti, figli di amici e
conoscenti…
5
Vantaggi e svantaggi dell’esperienza
Il mestiere si impara: • Gestione della classe
• Non grossi problemi di disciplina
• Strategie di insegnamento
• Aiuto per allievi in difficoltà e/o stranieri
• Lezione in un’altra lingua
Ma…
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Vantaggi e svantaggi dell’esperienza
Il mestiere si impara: • Gestione della classe
• Non grossi problemi di disciplina
• Strategie di insegnamento
• Aiuto per allievi in difficoltà e/o stranieri
• Lezione in un’altra lingua
Ma…la chimica si dimentica!
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La chimica nel curricolo
in Italia:
• È presente fin dalle elementari, integrata
nelle scienze
• È materia autonoma solo alle superiori
(spesso associata ad altre discipline o
proposta per un anno solo)
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Chi insegna chimica?
…i chimici quasi mai!
• Alle elementari la maestra
• Alle medie un laureato in ”materie scientifiche”
• Al liceo più spesso un biologo o un naturalista
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La reputazione della chimica…
…è quasi sempre negativa!
• Nella vita di ogni giorno… “non è naturale,
fa male alla salute”
• A scuola … “è difficile”
• Nella migliore delle ipotesi… “si potrebbe
evitare, non serve”
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Per poter studiare la chimica
• bisogna sapere matematica e fisica
• non basta studiare a memoria
• sono necessarie procedure mentali
complesse
• nel triennio è indispensabile gestire
rappresentazioni mentali visive
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La chimica descrive le proprietà e studia il
comportamento del mondo macroscopico,
ma spiega i fenomeni con modelli
microscopici (molto diversi fra loro e di
complessità molto differenziata).
La chimica si avvale di un simbolismo
molto potente, che però può essere fonte
di difficoltà per gli studenti.
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18,02 uma
di acqua
18,02 grammi
di acqua
6,02 x 1023
molecole
di acqua
Una mole
di acqua
Una molecola
di acqua
Il composto
acqua
La sostanza
acqua
H2O (1.H2O)
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E’ più importante
la qualità o
la quantità?
Voi che ne pensate?
Insegnare e imparare la chimica:
i programmi ministeriali
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L’insegnante è libero di fare delle scelte…
… ma la libertà è limitata da:
•Programma ministeriale
•Tipo di scuola ruolo della materia
•Linee guida di dipartimento
•Numero di ore settimanali
•Strutture disponibili nell’istituto
•… il Dirigente Scolastico…
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e anche da:
•Numero di allievi per classe
•Clima di classe
•Motivazione degli allievi
•Conoscenze di base
•Presenza di allievi BES, 104…
•Numero di allievi stranieri
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Come fare
lezione?
Seduti in cattedra
(tradizionale monologo)
Dialogando e
girando fra i banchi
Alla lavagna,
gesso in mano
Leggendo
il giornale…
Commentando il
libro di testo
Mediante
fotocopie
In laboratorio,
mostrando un
esperimento
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Io ho cominciato prendendo a modello i miei professori
dell’università: scrivevo alla lavagna e spiegavo, gli allievi
prendevano appunti e poi studiavano, ma…
non funziona più così, gli allievi sono cambiati
Non c’è apprendimento senza una
interazione fra docente e discente
e
L’apprendimento è della classe
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Quando entriamo la prima volta in una
classe, il nostro atteggiamento determina il
tipo di relazione che avremo con quegli
allievi.
Prima di entrarci è utile:
•sapere “che classe è” in generale.
•essere informati sulla presenza di allievi bes,
diversamente abili o con altre problematiche.
•aver già deciso che “tipo” di insegnante
vogliamo essere.
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Il libro di testo
• Ci piace/lo riteniamo adeguato?
• Ci sentiamo obbligati a usarlo?
• Propone esercizi efficaci?
• Come ci regoliamo se ci sono frasi infelici
e/o informazioni poco rigorose?
• Chi lo ha adottato?
• E’ meglio un libro o le dispense della
scuola?
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Alcuni miscugli
omogenei liquidi sono
chiamati soluzioni
… ma un miscuglio e una miscela
sono due cose differenti???
23
Quando introduciamo un
argomento…
… da dove dobbiamo partire?
• Quali prerequisiti possiedono gli
allievi?
• E’ importante raccontare tutta la storia
del progresso scientifico?
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Le leggi dei gas
• Storicamente: • 1662 - legge isoterma di Boyle
• 1787 – legge isobara di Charles
• 1802 – legge isocora di Gay-Lussac
• 1834 – equazione di stato dei gas ideali di
Clapeyron
• Vale la pena fare oggi la stessa fatica che
hanno fatto gli scienziati nei secoli??
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Altri ostacoli quotidiani
• le unità di misura
• i problemi numerici: • come esprimere i dati
• l’uso della calcolatrice
• le formule inverse
• le cifre significative
• gli errori nei calcoli
• la notazione scientifica
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Noi tutti abbiamo avuto insegnanti
che capivamo “al volo”
e
insegnanti che formulavano
domande “poco chiare” o
addirittura “incomprensibili”.
31
Degli allievi brillanti diciamo che
sono portati per lo studio
o per certe materie.
Pensiamo invece che quelli che
non ce la fanno siano
poco dotati, talvolta persino che non
potrebbero migliorare nemmeno se si
sforzassero di più…
Per molti anni … ho classificato i
miei studenti in due gruppi: gli
intelligenti e gli stupidi
Robert J. Sternberg
“Stili di pensiero”
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L'idea che sta alla base della teoria degli stili cognitivi di Sternberg - la
cosiddetta «teoria triarchica» - è che, in analogia con i tre classici poteri
dello Stato, vi siano tre fondamentali stili di pensiero:
•legislativo (che privilegia la creatività e l'innovazione),
•esecutivo (che privilegia l'osservanza di regole già date)
•giudiziario (che privilegia la valutazione, la critica, ecc.).
Questi stili - ugualmente "degni" ed efficaci, ma semplicemente
differenti - si manifestano poi in modi diversi di vedere e di accostarsi al
mondo e ai suoi problemi. Perché così tante persone che vanno bene a
scuola non hanno successo nella vita e viceversa? Perché alcuni
scelgono la giurisprudenza, altri la medicina e altri ancora la contabilità?
Come mai alcuni studenti ottengono a scuola ottimi risultati mentre altri,
ugualmente dotati, vengono bocciati?
Gli stili di pensiero sono i nostri "modi preferiti" di pensare, di usare le
nostre abilità cognitive e metacognitive.
34
Il successo scolastico dipende dalle
abitudini mentali
(e da gesti mentali adeguati al compito)
Sono le abitudini mentali la causa
delle attitudini scolastiche
Antoine de La Garanderie
“I profili pedagogici”
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difficoltà degli studenti (un unico problema, molte cause possibili…)
• percezione insufficiente (vista o udito)
• blocco emotivo (paralizzante o precipitante)
• stile di apprendimento in opposizione a quello dell’insegnante
• mancanza di consapevolezza nelle proprie risorse mentali, gesti mentali imprecisi
• gravi situazioni familiari
l’importanza di una buona
percezione
• gli allievi con problemi di vista sono tra il 5 e il 10 %
del totale e portano gli occhiali
• gli allievi con problemi di udito sono anche tra il 5 e
il 10 %, ma non usano l’apparecchio acustico.
Basta una diminuzione del 5 % dell’acutezza
uditiva per causare seri problemi scolastici
37
Il bravo insegnante prepara con grande
cura le sue lezioni… e spera che ci sia una
relazione tra
qualità della
presentazione
efficacia di
apprendimento ed
38
…ma questo è vero solo per gli allievi
“bravi”.
Perché non per gli altri?
de La Garanderie afferma che
non c’è apprendimento senza
evocazione
percezione evocazione apprendimento
40
in assenza del mazzo di fiori, posso evocarlo,
cioè ritrovarlo nella mia mente come era
realmente…
(sia attraverso un discorso interiore che con immagini mentali visive)
…ma posso anche immaginare di
aggiungere fiori diversi
veder crescere i fiori sui campi
cambiare lo sfondo
collocare il mazzo in un angolo della casa
l’evocazione è:
•l’inizio dell’attività mentale
•il mezzo di cui dispone il cervello per passare dal percettivo al cognitivo
•un’attività mentale di appropriazione
•la rappresentazione mentale della realtà percepita
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evocazione = rappresentazione mentale
• visiva: si rivede mentalmente
ciò che è stato percepito
(visivamente o uditivamente)
• uditiva: si risente o ci si racconta
ciò che è stato percepito
(visivamente o uditivamente)
due madrelingue pedagogiche
l’evocazione
• può anche essere spontanea, ma in ambito
scolastico deve essere diretta
• richiede un progetto specifico, diverso per
ciascun gesto mentale
• il progetto deve essere esplicito
• i tempi di evocazione devono essere
rispettati
44
il supporto
percettivo è
visto
il supporto
percettivo è
udito
immagine mentale
visiva
rappresentazione
mentale uditiva o
verbale
i tempi di evocazione non sono sempre uguali…
45
i 4 parametri
evocazioni semplici – dati evocati senza trattamento
• P1 – il quotidiano: cose, esseri, scene, voci...
• P2 – gli automatismi: parole scritte, cifre,
tabelline, “a memoria”…
evocazioni complesse – dati evocati con trattamento
• P3 – la logica: analogie, differenze, deduzioni,
induzioni, ragionamenti, classificazioni,…
• P4 – la creatività: innovazioni, scoperte,
invenzioni, metafore…
46
evocazioni nei 4 parametri
P1 P2 P3 P4
U
D
I
T
I
V
O
borbottio
di una
caffettiera
sente
la sillabazione
della parola
c-a-f-f-e-t-t-i-e-
r-a
sente commento
su una
particolarità
ortografica
Sente/si racconta
come fare un
buon caffé
inizia a
costruire
un racconto
…
V
I
S
I
V
O
vede
la parola scritta
(può descrivere
i caratteri)
vede dove c’è
una particolarità
si rappresenta
globalmente il
meccanismo di
una caffettiera
vede la
preparazione
di un caffè
in un luogo
fantastico
…
ognuno di noi gestisce (più o meno bene) i
diversi parametri, prevalentemente in una
lingua pedagogica
(che può anche differire
da parametro a parametro)
la riuscita in determinati compiti scolastici presuppone la buona
gestione di alcuni di questi parametri e di certi gesti mentali
l’allievo che riesce ad essere
consapevole
delle procedure che utilizza diventa
responsabile
del suo apprendimento
è possibile modificare e migliorare
le proprie procedure di apprendimento con uno
specifico addestramento
49
la gestione mentale
l’obiettivo di Antoine de La Garanderie è
ricercare le leggi del funzionamento
mentale
il compito dei docenti è aiutare gli allievi a
“servirsi della propria testa”
50
il ruolo delle emozioni
La codificazione percettiva passa per il
cervello primario e per il sistema limbico
prima di giungere alla corteccia (frontale) Cervello tri-unico di Mac Lean
•Cervello primario (o di rettile): automatismi, sopravvivenza (fame o
sete), difesa del territorio…
•Cervello limbico (mammiferi antichi): relazioni ed emozioni,
alimentazione, fuga…
•Cervello corticale (mammiferi recenti): stimolo-risposta
•Corteccia frontale: ci permette di differire le nostre reazioni, di
programmare i comportamenti, di scegliere
51
il sistema limbico agisce da filtro:
• classifica un’esperienza come successo
o insuccesso
• comunica questo passato alla corteccia
prima del trattamento del messaggio.
il cervello limbico dà quindi semaforo
verde o rosso
al lavoro di evocazione
52
Un problema di francobolli…
Gianni ha 145 francobolli.
Il suo amico Paolo gli dice: “Se ti dessi 20
dei miei francobolli, ne avrei tre volte più di
te.”
Quanti francobolli ha Paolo?
cosa è successo nella mia mente?
• Quali rappresentazioni mentali mi sono dato
nel corso dell’ascolto? (visive o uditive?)
• Ho provato il bisogno di scrivere o ripetere
ad alta voce?
• Leggere il testo è importante per me?
• Ho provato qualche emozione? (fastidio,
noia,…)
• Quali “campi” della mia mente ho visitato?
(P1, P2…)
54
Quanto fa 136 – 87? (alcune risposte di allievi di prima superiore Carli)
Ho visto i numeri in colonna come sul quaderno di matematica e ho
iniziato a svolgerla normalmente.
Per fare il calcolo ho tolto 1 a 87, ho fatto il resto e poi ho tolto uno al
risultato.
Ho iniziato a ripetere i numeri, dopo ho cercato di sapere quanti
numeri mancassero all’87 per arrivare al cento. Dopo con il numero
che ho ricavato l’ho sommato a 36.
I numeri incolonnati: i numeri erano a forma di nuvole bianche
sfumate di bianco. Questo me lo sono vista davanti.
Foglio di carta virtuale con incolonnati numeri che ruotano per
annullarli. Riporto di 1 come voce assillante.
i gesti mentali
1. attenzione – il punto di partenza
2. memorizzazione – anticipare per
ricordare
3. comprensione – prendere per sé
4. riflessione – utilizzare conoscenze
già acquisite
5. immaginazione – trovare soluzioni
creative, trasformare
56
l’attenzione
• è l’atto volontario con il quale
rappresentiamo mentalmente l’oggetto di
percezione
• è una mobilitazione di energie in vista di
un obiettivo
• è la costruzione intenzionale della
evocazione
• è la porta d’ingresso per l’apprendimento
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attenzione e interesse
non è scontato che un allievo interessato
sia anche “attento” e impari facilmente…
…e viceversa!
storia di Jean-Philippe e di Jean-Pierre
58
• proponendo il progetto evocativo in modo esplicito e precisando il progetto di riutilizzo
• presentando l’oggetto sia in modo visivo che uditivo
• dando agli allievi il tempo di evocare
l’insegnante deve guidare l’attenzione:
59
non basta dire “state attenti”!
Triste storia di Eliane…
Può esserci un lieto fine?
Quanti studenti come
Eliane?
60
Alcuni allievi hanno bisogno di un campo di
oggetti percepiti senza attenzione per poter
selezionare l’oggetto dell’apprendimento.
guardare diverso da vedere ascoltare diverso da sentire
Non giudichiamo subito male
gli allievi “distratti”!
61
attenzione e comprensione
• L’attenzione viene prima della comprensione
• L’attenzione è il primo passo verso la
comprensione
la comprensione è il frutto di un gesto
mentale di attenzione che è condotto alla
sua conclusione
Storie del gatto, di Davide e di Giorgia
Non scambiamo lacune metodologiche per carenze mentali!!
62
alimentazione e apprendimento
mangio evoco “porto
dentro”
mi nutro imparo
Finchè non l’ingerisco, la pastasciutta non mi sazia!!
64
abbiamo visto che…
• la base dell’attività mentale è
l’evocazione, rappresentazione mentale
dell’oggetto percepito
• l’evocazione può essere visiva o uditiva,
declinata nei 4 parametri
• a scuola deve essere diretta
dall’insegnante con la consegna esplicita
del gesto di attenzione
i gesti mentali:
attenzione, comprensione, riflessione,
memorizzazione e immaginazione
• possono essere comparati ai gesti fisici,
possono essere descritti
• per effettuarli correttamente bisogna seguire
regole precise
• per padroneggiarli bisogna esercitarsi
66
l’insegnante:
• prepara la lezione con cura (motivazione)
• invita esplicitamente gli allievi a compiere il gesto/i
gesti mentali opportuni (attenzione, …)
• anticipa il contenuto della lezione
• presenta l’argomento, in modo visivo e uditivo, in tempi
diversi
• rispetta i tempi di evocazione
• favorisce la comprensione con domande ed esercizi
• riassume brevemente prima del suono del campanello
(soprattutto se ci sono molte nozioni nuove)
67
gestire l’attenzione degli allievi
• l’insegnante uditivo deve fornire schemi e/o immagini
per aiutare gli allievi visivi
• l’insegnante visivo deve “spiegare” a parole ciò che ha
scritto sulla lavagna (con tutti i passaggi!) - non si scrive e si
parla contemporaneamente - non basta scrivere sulla lavagna
dicendo “questo qui o quello lì”
la ripetizione verbale deve essere fatta con le stesse
parole
68
l’insegnante deve spiegare in modo
diverso per ciascun allievo???
per fortuna no!!
• alcuni allievi sono in grado di gestire autonomamente la
loro attenzione
• descrivere le modalità per evocare correttamente
aiuterà comunque tutta la classe
• resterà solo qualche caso individuale di cui occuparsi
più a lungo, in altra sede…
69
la comprensione
cum-prehendo
• la comprensione è il frutto dell’evocazione
• è il gesto mentale con cui il soggetto “fa
proprio…” e “dà senso per sé” (è soggettivo)
• affinchè il gesto sia efficace, è necessaria
esatta corrispondenza fra l’evocato e il percepito
• l’evocazione viene confrontata con altre
conoscenze già acquisite (somiglianze e
differenze)
70
per comprendere, il bravo allievo…
1. evoca ciò che dice/scrive il prof. - testo,
discorso, fenomeno, schema, formula…- a modo
suo (visivo o uditivo)
2. controlla che la sua evocazione sia
corrispondente a ciò che ha detto/scritto il prof.
3. ricerca fra le cose che già sa quelle che può
legare alla nuova informazione (perché è un
completamento o un’eccezione …)
71
alcuni allievi sono portati ad evocare in P4,
“trasformando” per “far proprio” il
percepito…
… ma non tutte le trasformazioni sono
permesse!!!
spazio e tempo
per comprendere…
… un soggetto visivo si dà sempre il quadro di una rappresentazione spaziale (anche con oggetti astratti)
… un soggetto uditivo o verbale ha bisogno di ordinare nel tempo oggetti ed esperienze
è soltanto nello spazio o nel tempo
che si scopre un “senso”
alle cose o agli esseri
73
de La Garanderie distingue
fra
comprensione - spiegazione
e
comprensione – applicazione
per certi allievi l’insegnante deve esplicitare l’uso che
verrà fatto del contenuto della lezione Leggi dei gas
74
la riflessione (ri – flessione)
ri - il ritorno a norme/regole acquisite che vivono
(sotto forma di schemi operativi visivi o uditivi)
nella coscienza implicita
flessione - gli schemi operativi così esplicitati
possono essere applicati nel lavoro scolastico
Gli schemi operativi sono più spesso di natura visiva nelle discipline
scientifiche e di natura uditiva nelle discipline umanistiche.
75
a scuola la riflessione
è il gesto mentale da compiere per:
• risolvere problemi
• applicare regole di grammatica
• rispondere a domande
• svolgere un tema
• contestualizzare un’opera d’arte
i tre tempi della riflessione
1. evocazione dell’enunciato (domanda,
problema, tema…) e sua comprensione
2. convocazione degli evocati memorizzati
che possono servire a risolvere (“ri-”)
3. va e vieni mentale fra 1 e 2 (selezione e
“flessione”, con eventuale adattamento)
77
qualcuno obietta che non c’è spazio per
l’”apporto personale”, ma…
… scopritori ed inventori prolungano la
riflessione oltre gli schemi operativi
acquisiti trovando nuovi modelli, nuove
regole
78
l’insegnante in classe
• istruisce gli allievi sui meccanismi operativi (e
controlla con esercizi che vengano acquisiti)
• fa richiamare mentalmente i meccanismi
acquisiti agli allievi
quando propone un problema:
• sottolinea la necessità di richiamare il
meccanismo operativo acquisito
• lascia lavorare gli allievi, ciascuno con il suo
tempo e modo di gestione mentale
l’insegnante si accerta che gli allievi…
• lavorino a livello di evocazione: dati percepiti ma non evocati non possono essere confrontati con le regole
• abbiano padronanza delle regole
• non saltino nessuna tappa
80
l’insegnante
• suggerisce agli allievi come usare gli schemi
operativi acquisiti per risolvere un problema…
“…quelli che hanno preso l’abitudine di utilizzare
nella loro vita mentale le immagini visive/uditive,
potrebbero provare a gestire questo problema
nel modo seguente…”
L’insegnante può anche suggerire di esercitarsi
ad allargare il proprio repertorio mentale e
gestire immagini mentali nell’altra lingua
pedagogica
81
nuove abitudini mentali
possono essere acquisite… ma solo a
partire da altre abitudini già consolidate
è sul prolungamento delle evocazioni
nella madrelingua pedagogica che è
possibile imparare a “tradurre” nell’altra
lingua pedagogica
82
Infatti…
un soggetto visivo non evoca uditivamente
se non sul prolungamento di evocazioni
visive
un soggetto uditivo o verbale non evoca
visivamente se non sul prolungamento
delle evocazioni uditive o verbali
83
esempio di addestramento, in 2 tempi proprietà delle potenze
visivouditivo
1. a) evocazione visiva dello schema: an.am = an+m
b) evocazione visiva delle parole relative all’immagine:
prodotto delle potenze…
c) evocazione uditiva delle parole
2. a) evocazione visiva dello schema
b) evocazione uditiva delle parole
Uditivovisivo
1. a) evocazione uditiva della regola: “il prodotto di due potenze
che hanno la stessa base…
b) evocazione uditiva dello schema an.am = an+m
c) evocazione visiva dello schema
2. a) evocazione uditiva della regola
b) evocazione visiva dello schema
84
se la riflessione non funziona…
…è necessario il dialogo pedagogico
• l’allievo si sentiva più a suo agio evocando gli schemi
operativi in modo uditivo o visivo?
• se non sa rispondere, bisogna ricercare la madrelingua
pedagogica indagando nel suo passato (materie preferite
e di successo) e in ambito extrascolastico (abilità
manuali, indicazioni stradali …)
• l’allievo avrà forse bisogno di perfezionare l’esattezza
delle evocazioni o imparare a gestire efficacemente
nuovi parametri (è visivo ma non ha mai pensato di rappresentarsi
visivamente i numeri/le parole? è uditivo - magari anche disortografico?- e
non compita le parole?)
• lavorando con l’allievo, l’insegnante scopre se manca
un passaggio nella procedura…
85
vademecum per il lavoro in classe e per gli allievi in
difficoltà
Quando risolvo un problema…
• leggo attentamente il testo ed evoco la situazione (cioè la
rappresento mentalmente con immagini visive o con una descrizione
verbale) dandomi il progetto di individuare le informazioni che mi
vengono fornite e ciò che devo trovare
• rileggo il testo per poter trascrivere correttamente i dati ed
individuare l’incognita
• richiamo mentalmente le regole o formule che conosco e che
riguardano l’argomento (posso evocare sia formule o schemi che
procedure verbalizzate)
• confronto i dati evocati con le regole per individuare quella che mi
permette la risoluzione del problema
• applico la regola al mio problema (confrontandola mentalmente con
lo schema mentale visivo o ripetendomi le parole)
• eseguo i calcoli, approssimo eventualmente il risultato e controllo le
unità di misura
86
la memorizzazione
è il gesto mentale il cui progetto è di tenere
a disposizione nel futuro quello che si sta
per acquisire
il luogo di conservazione dei ricordi
non è il passato, ma l’immaginario
dell’avvenire!
memoria ed immaginazione hanno
bisogno l’una dell’altra
87
attenzione e memoria
• entrambe hanno bisogno di un progetto: - attenzione – rivedere/ridirsi l’oggetto di percezione
-memorizzazione – ritrovare nel tempo l’evocazione
costruita con l’attenzione
non c’è memorizzazione senza attenzione
• l’attenzione è evocazione in presenza
dell’oggetto
•la memorizzazione è evocazione in assenza
dell’oggetto di percezione
88
memorizzazione e collocazione nel futuro
condizione necessaria…
Jean-Philippe e Jean-Pierre
il narratore di barzellette
de La Garanderie, la chiesa e l’architetto
amnesia retrograda
attori e musicisti
Corinne e la poesia
il primo successo scolastico
89
memorizzazione e collocazione nel futuro
…ma non è sufficiente!
le fasi della memorizzazione
1. guardo o ascolto con il progetto di evocare
2. evoco con il progetto di rivedere o di ridire
“recitando” nella scena dell’avvenire in cui
riutilizzerò ciò che sto evocando
3. replico la recita fino a quando le conoscenze
sono evocate facilmente, esattamente e
completamente
a scuola…
• il progetto va esplicitato
• i tempi di memorizzazione dipendono dal tipo
di compito, dalla madrelingua pedagogica e
dall’allenamento dell’allievo
• per garantire la memoria a lungo termine le
ripetizioni vanno reiterate
91
legge della perdita provvisoria delle
acquisizioni precedenti
• l’insegnante deve esserne a conoscenza
• anche l’allievo va informato e rassicurato
• quando l’allievo si focalizza su un compito nuovo complesso, non gestisce più il progetto di conservare e utilizzare quanto aveva già imparato
• solo dopo che l’allievo si sia impadronito della nuova regola, vanno riprese le acquisizioni precedenti; può essere necessario un breve richiamo (anche nel tennis!)
Anche cambiando ciclo si cambiano I progetti e I nuovi insegnanti si lamentano spesso del lavoro svolto dai colleghi!!
92
Jean-Yves - bravo in aritmetica e ortografia, debole in
lettura e sviluppo dei testi, detesta imparare a memoria
(il lupo e l’agnello).
bisogna prendere l’allievo là dove si trova
scrivere può aiutare perché si evoca ciò che si è scritto…
François è poco dotato per gli studi, ma sa già guidare il
trattore!
non è un problema di attitudini, ma di metodo
Hai mai pensato che potresti fotografare nella tua testa le parole per
rivederle prima di scriverle nel dettato, così come ti rivedi i gesti di
tuo padre?
André recita bene a memoria poesie e tabelline, ma si
sente perduto se deve imparare una cartina geografica…
il dialogo pedagogico
ha una sua specificità: non è…
• una chiacchierata per simpatizzare
• un’esortazione ad aumentare volontà o sforzi
• un aiuto psicologico
• una lezione privata
…ma
ricerca e propone i mezzi da mettere in opera
per riuscire nei compiti scolastici
95
il dialogo pedagogico si può fare:
• con la classe intera, per favorire la
presa di coscienza da parte di tutti gli
allievi
• individuale, per gli allievi in difficoltà
96
per conoscere il profilo di apprendimento
il dialogo si attua attraverso
l’introspezione pedagogica
è meglio non utilizzare un test:
• sarebbe difficile collocare le risposte a livello di
evocazione
• il dialogo è comunque necessario per i consigli
metodologici
97
dialogo pedagogico in classe
• tutti gli allievi scoprono che le procedure mentali
applicate ad uno stesso compito possono essere
molto diverse fra loro
• alcuni allievi possono provare ad usare le strategie
dei compagni che riescono
• gli insegnanti sono stimolati a proporre la lezione
con modalità differenti
Il dialogo con la classe comincia interrogando
gli allievi di successo …
• porre domande precise
• riformulare le risposte
• favorire lo scambio fra gli allievi
• riconoscere gli indicatori esterni
• suggerire alternative metodologiche
• evitare giudizi di merito
per condurre il dialogo individuale
• instaurare un clima di confidenza
• partire da una situazione di successo
• porre domande precise
• proporre delle risposte possibili
• riformulare le risposte dell’allievo
• rispettare i tempi di evocazione
• riconoscere gli indicatori esterni
• indagare in situazioni diverse
• formulare delle proposte pedagogiche
• rassicurare l’allievo
il profilo attraverso la ricerca dei
processi efficaci
• l’incontro dura al massimo un’ora
• si individua comunque la madrelingua e il parametro
dominante
• l’allievo è attivo nell’andare alla scoperta del suo
funzionamento mentale
• è comunque possibile suggerire un rimedio
ma ….
• non abbiamo un profilo completo (richiede 3-4 ore)
• non è possibile preparare le domande
• il conduttore deve conoscere bene gli itinerari mentali
possibili
dare all’allievo autonomia di
apprendimento
il dialogo pedagogico permette di raggiungere
quest’obiettivo perché:
• rende l’allievo cosciente delle proprie risorse mentali
• propone altre procedure utilizzabili per migliorare
l’andamento scolastico
103
Ricerca dei profili pedagogici in classe
• una parola, concreta o astratta (caffettiera, aeroplano, amicizia…)
• calcolo mentale, presentato solo scrivendo alla
lavagna o solo a voce (es: 136 – 87, 27X18…)
• un proverbio
• una poesia
• un problema
• ripenso all’ultima volta che ho riso molto, mi sono
divertito…
• cosa so fare bene in campo extrascolastico, come lo
insegnerei ad un amico
104
Attività extrascolastiche di successo Risposte di alunni della media
Svevo alla domanda: “Cosa sai fare bene? Come lo fai? Come lo insegneresti ad
un amico?
-Io sono bravo ad andare a vela. Ho visto come faceva mio nonno, perchè noi
abbiamo una barca. Mi rivedo che mi faccio i movimenti che ho visto fare al
nonno. L’amico lo porterei in barca e gli farei vedere come si fa e gli chiederei
se vuole provare.
-Io so pattinare. Io ho ascoltato le maestre di pattinaggio e sono abbastanza
brava a saltare e sono contenta di praticare questo sport. ...Io sento nella mia
testa le parole che mi dice l’insegnante per fare giusto il salto.
-Io so fare lavoretti come fiori di carta ...L’ho visto fare degli insegnanti del
preaccoglimento. Alla scuola elementare e per TV .... Mi vengono im mente tutti
i passaggi dei lavoretti ... Come? Mi vedo come delle foto.
-Giocare a pallavolo. Ho imparato quando ho cominciato a giocare. All’inizio non
ne volevo nemmeno sapere di provare, poi ho parlato con la migliore amica e
lei mi ha convinto. Mi ha incoraggiato in tutti i modi e mi ha detto che anche se
qualcosa sarebbe andato storto non avrei dovuto restarci male .... E ripenso alle
parole che mi ha detto la mia migliore amica...Come? Risento.
105
alcuni modi con
cui gli allievi
ricordano le unità
di misura
T G M k h da 1 d c m µ n p
p n µ m c d 1 da h k M G T
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107
Cosa ho fatto per dare senso a questo
proverbio?
• Ho visto delle immagini?
(Come una foto o un filmino? Con parole scritte? C’erano
oggetti o persone? C’ero anch’io nelle immagini?)
• Ho sentito musica o voci? Ho avuto bisogno di ridirlo con altre parole o di
confrontarlo con altri proverbi o citazioni…..la voce era
mia o di un altro?
• Ho provato delle emozioni?
una poesia…
Le sere blu d’estate, andrò per i sentieri
Graffiato dagli steli, sfiorando l’erba nuova:
Ne sentirò freschezza, assorto nel mistero.
Farò che sulla testa scoperta il vento piova.
Io non avrò pensieri, tacendo nel profondo:
Ma l’infinito amore l’anima mi avrà colmato,
E me ne andrò lontano, lontano e vagabondo,
Guardando la Natura, come un innamorato.
109
•come ho fatto per studiare a memoria la poesia?
•come studio a memoria (nelle diverse materie)?
•il mio metodo funziona?
•per quando tempo ricordo?
Tantissimi allievi si ostinano ad applicare un metodo che
non è efficace, dicono che “non hanno memoria”: non
hanno mai pensato sia possibile riuscire
110
due parole sull’immaginazione
• è la ricerca dell’imprevisto e dell’inedito
• è il coinvolgimento personale nell’atto di
evocare ciò che si percepisce
• è evocare il percepito in modo non
riproduttivo
• nella “presa di mira del significato” può portare
alla scoperta o all’invenzione
111
per sviluppare l’immaginazione
• il gesto d’immaginazione deve essere progettato al
momento dell’evocazione
(il tema è compilativo o la consegna è lavorare in modo personale)
• solo chi è coinvolto in prima persona non “resta
prigioniero di un progetto di riproduzione”
• digressioni, vissuto personale e considerazioni “fuori
tema” possono andare bene… ma non sempre, né in
tutte le materie…!
112
Quando siamo in classe …ricordiamoci
sempre che
l’allievo che conosce
le procedure che utilizza
(o che può imparare a utilizzare)
diventa
responsabile del suo apprendimento
… e il nostro compito è quello di aiutarlo!
113
approcci convergenti
• Tony Buzan - una testa ben fatta: esercizi e riflessioni di auto-
apprendimento e auto-valutazione, attenzione, memoria, schemi
euristici…
• Edward de Bono - riflettere meglio: rallentare la riflessione,
pensiero come atto deliberato, pensiero laterale, nessun giudizio di
valore…
• Roger Vittoz - coscienza come cavaliere che tiene le redini del
proprio cavallo, riprendere controllo di sé, volontà ad intelligenza…
• Grinder & Bandler – PNL, comportamento è adattamento
dell’individuo, rappresentazioni personali della realtà, scelte
consapevoli…
• Reuwen Feuerstein – PEI (progr arricch strumentale) imparare
ad imparare, mediazione dei formatori adattata al singolo discente,
input-elaborazione-output…
114
Bibliografia della gestione mentale
de La Garanderie – I PROFILI PEDAGOGICI – ed La Nuova Italia,
1991
Chich, Jaquet, Meriaux, Verneyre – LA PRATICA PEDAGOGICA
DELLA GESTIONE MENTALE - ed Del Cerro, 1996
de La Garanderie - I MEZZI DI APPRENDIMENTO E IL DIALOGO
CON L’ALUNNO – ed Erickson 2003
115
una reazione chimica
metano + ossigeno an. carbonica + acqua
CH4 + 2 O2 CO2 + 2 H2O
1 + 2 1 + 2 mol molecole
MM 16,05 MM 32,00 MM 44,01 MM 18,02
16,05 + 64,00 44,01 + 36,02 g (uma)
consegna:
• descrivi la reazione (micro/macro), quali/quantitativa
• risolvi problemi con m, n, V
116
simbolismo chimico Formula come “carta d’identità” delle sostanze:
nome, composizione
H2SO4
acido solforico
è una sostanza,
è un composto, ci
sono due elementi:
idrogeno e
ossigeno
ogni molecola è fatta di
due atomi di idrogeno, un
atomo di zolfo e quattro
atomi di ossigeno
come e cosa ricorda lo
studente?