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PARTECIPARE SI PUÒ! STRUMENTI E BUONE PRATICHE DI PARTECIPAZIONE E ASCOLTO DEI MINORI MIGRANTI IN ARRIVO VIA MARE Con il cofinanziamento della Commissione Europea

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PARTECIPARESI PUÒ!

STRUMENTI E BUONE PRATICHE DI PARTECIPAZIONE E ASCOLTO

DEI MINORI MIGRANTI IN ARRIVO VIA MARE

Con il cofinanziamento della Commissione Europea

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Grafica:Enrico Calcagno

Illustrazioni carte:Koen Ivens

Stampa:Editron Srl

Pubblicato da:Save the Children Italia OnlusAprile 2015

Save the Children Italia OnlusVia Volturno 58 - 00185 Romatel +39 06 480 70 01fax +39 06 480 70 [email protected]

www.savethechildren.it

Il presente documento è stato redatto da Niccolò Gargaglia con il contributo di Margherita Lodoli e Viviana Valastro.

I percorsi di partecipazione nelle strutturedi prima accoglienza sono stati realizzati da Said Elalaoui con il supporto di Naoufel Soussi,Asmerom Tecleab, Micaela Messina e Niccolò Gargaglia

Hanno facilitato le attività di partecipazionenelle comunità Niccolò Gargaglia, Said Elalaoui, Lisa Bjelogrlic, Mohammad Musavi e Roberto Lucarella.

Si ringrazia per il sostegno e la collaborazione:

L’On. Intrieri, Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria

La Dott.ssa Paparella, Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Puglia

La Dott.ssa Pricoco, Presidente del Tribunale per i minori di Catania

Il Dott. Trovato, Presidente del Tribunale per i minori di Catanzaro

Le comunità per minori aderenti alle attività

Un ringraziamento speciale a tutti i minorimigranti, gli operatori e le operatrici chehanno condiviso con i Team di Save theChildren le loro storie e le loro esperienze.

Questa pubblicazione è stata prodotta con il supporto finanziario della Unione Europea.I contenuti di questa pubblicazione sonoesclusiva responsabilità dei partner del progetto e non riflettono la posizionedella Unione Europea.

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PREFAZIONE 3

A cura di Vincenzo Spadafora, Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza

INTRODUZIONE 4

CAPITOLO I 7

LA PARTECIPAZIONE: RIFERIMENTI TEORICI E APPROCCIO METODOLOGICO

La Partecipazione e il diritto all’ascolto: cosa significa “Partecipazione” e perché è importante 8

CAPITOLO 2 11

PARTECIPAZIONE E MINORI MIGRANTI

Dare voce ai minori migranti in arrivo via mare:Il contesto di intervento 12

Finalità e obiettivi specifici delle attività partecipative 14

Modalità con cui realizzare attività partecipative in frontiera 18

CAPITOLO 3 21

ATTIVITÀ PARTECIPATIVE IN STRUTTURE DI PRIMA ACCOGLIENZA

Come utilizzare le schede attività 22

Schede attività 28

CAPITOLO 4 41

PERCORSI DI PARTECIPAZIONE IN COMUNITÀ

Come realizzare un percorso partecipativo 42

Schede percorsi 46

CONCLUSIONI: LE SFIDE DELLA PARTECIPAZIONE 93

APPENDICE 95

Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (1989) - versione child friendly

Gli standard Save the Children per una partecipazione etica e significativa

Materiali utili da utilizzare nella realizzazione delle attività partecipative

Bibliografia e Sitografia

Indice

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“L’incontro è stato bellissimo perché ho avuto la possibilità di esprimere come mi sento

e cosa voglio nel presente e in futuro”.

J. Gambia - Puglia, 17 anni

“Mi piacciono questi incontri per molte ragioni se miglioreranno la mia capacità di essere grande nella vita. Mi piace chiedere il vostro aiuto per la mia determinazione

nel calcio, perché questa è la mia vita”.

E. Nigeria - Sicilia, 16 anni

Messaggi scritti da alcuni dei minori stranieri non accompagnati che hanno preso parte alle attività di partecipazione svolte nell’ambito

del progetto Praesidium in strutture di prima accoglienza e comunità per minori.

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Sono più di 14mila i minorenni stranieri non accompagnati registrati nel nostroPaese al 31 dicembre 2014. Di questi, più di 3mila hanno fatto perdere le lorotracce. Occorre domandarsi, e subito, perché succede. Hanno in testa un preciso

progetto migratorio predeterminato per raggiungere i famigliari in altri Paesi europei?Non si sentono sicuri in Italia? È chiaro che un Paese civile non può lasciare che il fiumedei minorenni stranieri non accompagnati scorra e magari si ingrossi: perdere le lorotracce vuol dire non assicurare loro l’incolumità e il diritto all’accoglienza che la leggeitaliana prevede. Il che porta ad un corollario ineluttabile: aumentano le possibilità che il loro “viaggio” si incroci con esperienze ancora più difficili e negative, compresa quelladi diventare facile preda della criminalità.

È vero che il nostro sistema di accoglienza non sempre risponde adeguatamente allenecessità del crescente numero di minorenni in arrivo: è ancora predominante la logicaemergenziale, a discapito di una programmazione degli interventi che rispecchi ladimensione strutturale del fenomeno migratorio e c’è la profonda necessità di allineare le pratiche alla indicazioni normative. La mia attenzione su questo è massima.

Mi chiedo allo stesso tempo quanti dei minorenni «in fuga» siano consapevoli delleopportunità che il sistema di accoglienza italiano potrebbe offrire, mi chiedo se, ricevendo le corrette informazioni e incontrando operatori capaci di ascoltare le loro necessità, la sceltasarebbe ugualmente quella di rendersi irreperibili.

Assicurare la corretta informazione e l’ascolto dei minorenni in arrivo via mare è il lavoro che Save the Children, insieme a tanti operatori e servizi, fa con competenza ed attenzione,affrontando anche le difficoltà dovute al crescente numero di arrivi e ad un’organizzazionedell’accoglienza spesso in difficoltà.

Provare a costruire con i ragazzi un percorso informato e condiviso, basato sull’ascolto e sulla partecipazione, è un diritto fondamentale, ma non solo. Ce lo dice la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia, ce lo raccomanda il Comitato ONU in diversiCommenti Generali, ma siamo convinti che solo attraverso la partecipazione dei ragazzi edelle ragazze alla definizione del loro percorso di accoglienza e inclusione nel contestoitaliano sarà possibile rispondere alle loro esigenze, costruire piani individualizzati chetengano conto delle necessità e delle aspirazioni del singolo, prevenire errori checomportano disagi per il minorenne e ulteriori oneri per il nostro sistema di accoglienza.

Questa pubblicazione ci fornisce strumenti e spunti utili per proseguire su questa strada,perché solo insieme al singolo ragazzo o ragazza potremo fare scelte nel rispetto del lorosuperiore interesse, quello di oggi, ma soprattutto nel lungo periodo.

Vincenzo SpadaforaAutorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza

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Prefazione

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Save the Children promuove e diffonde la cultura della partecipazione e le pratiche adessa collegate in tutti i contesti, siano essi istituzionali o informali, al fine di contribuireal radicamento nella società, di un’idea di partecipazione dei bambini/adolescenti non

come privilegio da concedere da parte degli adulti, o un merito da conquistare da parte deiminori, ma come metodologia d’intervento che valorizza, potenzia e responsabilizza ibambini e gli adolescenti in quanto attori di diritto.Tale promozione della partecipazione dei minori nella società e nelle istituzioni, richiede unlavoro costante e paziente di incontro con realtà molto diverse fra loro, di scambio dicompetenze e buone prassi relative al lavoro svolto quotidianamente con i ragazzi, nonché disupporto nello sviluppo di materiali e tecniche da adattare a specifici contesti e obiettivi.

Con il presente lavoro Save the Children intende promuovere e diffondere buone pratiche dipartecipazione con i minori migranti in arrivo via mare, sperimentate in frontiera sudnell’ambito del Progetto Praesidium, offrendo a tutti coloro che operano con i minoristranieri non accompagnati, strumenti e spunti concreti elaborati da Save the Children,attraverso l’utilizzo del proprio approccio e metodologia, per facilitarli nel realizzare percorsie attività di partecipazione e tutela del diritto all’ascolto, nello spirito della Convenzione ONUsui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (1989).

Save the Children ritiene, infatti, che sia importante, da una parte, che gli operatori chegestiscono questi importanti servizi abbiano sempre una buona attenzione all’ascolto deiminori e, dall’altra che sviluppino strumenti di partecipazione stabili e/o possano disporre distrumenti e tecniche per proporre ai gruppi di ragazzi con cui lavorano, percorsi dipartecipazione strutturati e delimitati nel tempo; questo al fine di poter affermare il principiosecondo cui è bene che i ragazzi non siano solo beneficiari di un servizio, ma attivicostruttori del loro percorso di integrazione, portatori di istanze e opinioni meritevoli diessere prese in considerazione e siano considerati tra i maggiori esperti per la risoluzione deiproblemi che li riguardano.

A partire dalla pluriennale esperienza maturata in frontiera sud nell’ambito del ProgettoPraesidium, Save the Children, grazie all’incontro con altre esperienze realizzate in questoambito, ha accresciuto la consapevolezza dell’impatto positivo che la partecipazione puòavere anche nelle strutture adibite alla prima accoglienza e nelle comunità per minori. Inparticolare, nel 2014 ha promosso attività di partecipazione in 8 strutture di primaaccoglienza della Regione Sicilia1ed ha coinvolto 32 operatori di 21 comunità per minori inSicilia, Puglia e Calabria2, approfondendo il tema della partecipazione in momenti diformazione e confronto e promuovendo la realizzazione di 20 percorsi di partecipazione,riuscendo così a raggiungere più di 600 minori non accompagnati.A questo fine è stato coinvolto personale Save the Children specializzato in attività dipartecipazione con i minori in contesto di rischio3 che si è occupato di supportare larealizzazione delle attività partecipative in frontiera Sud (Sicilia, Puglia e Calabria), nei luoghidella primissima accoglienza dei minori stranieri non accompagnati.Tale coinvolgimento ha costituito la base per la creazione di materiali utili e significativi inquanto aderenti alle realtà specifiche delle comunità e quindi utili ad un vero e importantecambiamento nella vita dei minori non accompagnati che vivono in Italia, che sono statiraccolti e che vengono presentati nel presente documento.Save the Children ritiene, infatti, che è solo grazie al confronto con gli operatori che vilavorano e la sperimentazione di queste pratiche nelle singole realtà può costituire una baseconcreta per pensare, progettare e promuovere percorsi e attività pratiche, misurarnel’efficacia e avviare una seria riflessione sulle prospettive che il costrutto della partecipazionepuò sviluppare in tali contesti.

Introduzione

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Il contenuto del presente documento è suddiviso in 4 capitoli:

■ il primo capitolo è dedicato a presentare ed approfondire cosa si intende per“partecipazione”4, non solo come “diritto”, ma anche come “metodologia di intervento”finalizzata alla promozione e alla tutela del diritto dei minori ad essere coinvolti e adessere ascoltati in tutte le questioni che li riguardano;

■ nel secondo capitolo viene approfondito l’ambito di applicazione della partecipazionein frontiera con i minori migranti: a partire da una presentazione del contesto diintervento, in cui occorre distinguere, per caratteristiche e durata della permanenza deiminori, tra strutture adibite alla prima accoglienza e comunità per minori, vengonochiarite quali possono essere le finalità e gli obiettivi specifici di attività di partecipazionein frontiera ed illustrate le modalità con cui è possibile coinvolgere e rendere protagonistii minori stranieri non accompagnati in attività di partecipazione;

■ il terzo capitolo contiene 10 schede di attività partecipative da realizzare, con iminori stranieri non accompagnati, nelle strutture adibite alla prima accoglienza. Talischede, illustrate secondo uno strutturato ordine cronologico di realizzazione, sonoaccompagnate da preziose indicazioni metodologiche, strumenti operativi e consiglipratici, utili a garantire una partecipazione etica e significativa di tutti i minori cui sirivolgono;

■ il quarto capitolo costituisce una guida per operatori alla realizzazione di percorsipartecipativi con i minori stranieri non accompagnati in comunità. Comprendeuno strumento operativo finalizzato a guidare e supportare gli operatori nell’elaborazionedi una scheda di percorso partecipativo nonché importanti indicazioni metodologicheper una partecipazione efficace.Contiene infine, 10 dei 20 percorsi partecipativi sviluppati in 21comunità di Sicilia, Pugliae Calabria nel 2014, direttamente utilizzabili dagli operatori nell’ambito della comunità diriferimento.

Nelle conclusioni vengono evidenziati quali sono gli aspetti più critici nella realizzazionepratica di attività realmente partecipative e nella diffusione di una “cultura dellapartecipazione”.

Infine, vi è un’appendice, che comprende:■ Il testo della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (1989)

nella versione child friendly■Gli standard Save the Children per una partecipazione etica e significativa■Materiali utili da utilizzare nella realizzazione delle attività partecipative da ritagliare o

fotocopiare■Bibliografia e Link utili per approfondimenti

APPROFONDIMENTONORMATIVO E

FENOMENOLOGICO

ATTIVITÀ REALIZZATE

APPROFONDIMENTOMETODOLOGICO

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1 Gli interventi di partecipazione, realizzati nell’ambito del progetto Praesidium, hanno interessato le strutture di primaaccoglienza della Sicilia orientale individuate in base a determinati criteri quali ad esempio: elevati tempi di attesa primadel trasferimento in comunità; episodi di conflitto tra minori e tra minori e operatori; mancata realizzazione diqualunque tipo di attività; presenza di volontari che a diverso titolo entrano in contatto con i minori; elevato numero dinazionalità caratteristiche di minori in transito (egiziani, eritrei, somali). Le strutture interessate sono state Ispica (RG),Priolo (SR), Porto Palo (SR), Scuola Verde di Augusta (SR), palazzetto dello sport e CPSA di Pozzallo (SR), Le Zagare (SR)e Caltagirone (CT).2 Il Coordinatore del progetto, i Team territoriali ed il Child Participation Expert hanno individuato per ogni regione lecomunità rispondenti a determinati criteri quali ad esempio: comunità autorizzata; numero minori accolti; stabilità dellacomunità e dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati nel tempo; comunità che accolgono esclusivamenteminori; disponibilità degli operatori; presenza del mediatore culturale o facilità di comunicazione operatori/minori; turnover elevato oppure ridotto. Sono state coinvolte nelle attività 21 comunità di cui 6 in Calabria, Gruppo Appartamento“Velonà” (Botricello - CZ), Sprar “Centro Myriam” (San Pietro Apostolo - CZ), Sprar “ Il Vivarium” (Squillace - CZ),CORISS “Villa Fabrizia” (Fabrizia - VV), Comunità Educativa “Lo Scoiattolo” (Sangineto - CS) e Fondazione “UnitasCatholica” (RC); 9 in Sicilia, Comunità Alloggio “L’Albero della Vita” (Pachino - SR), Cooperativa Sociale “Prospettiva”(San Giovanni Galermo - CT), Comunità “Cinque Palme” (Grammichele - CT), Comunità Alloggio “Luigi Monti” (SR),Comunità Alloggio “Futura 89” (CT), Sprar “il Nodo” (Acireale - CT), Comunità Alloggio “Il Giovane Anchise” (Palagonia- CT), Associazione “Airone” (San Giovanni La Punta - CT), Comunità Alloggio “Edera” (Canicattì - AG); 7 in Puglia,Gruppo Appartamento “Passo dopo passo” (FG), Comunità Educativa “RondineA” (Oria - BR), Comunità Educativa “SanGiuseppe” e “Santa Lucia” (Borgo Tressanti - Cerignola), Comunità educativa “Esedra” (Triggiano - BA), Comunitàeducativa “Un Senso” (Noicattaro - BA), Comunità educativa “Un Altro Senso” (Noicattaro - BA), Comunità “SanFrancesco” (Cerignola - FG). 3 Nella figura del Child Participation Expert e del Child Participation Officer.4 Alcuni passaggi del paragrafo sono ripresi dalla pubblicazione Save the Children Italia (2010) “Tu partecipi, IoPartecipo”, che riassume le più significative esperienze dell’organizzazione in tema di partecipazione e i risultatidell’analisi delle metodologie utilizzate nelle varie aree dei programmi Europa – Italia (scaricabile gratuitamente dal sitowww.savethechildren.it).

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LA PARTECIPAZIONE:RIFERIMENTI TEORICI

E APPROCCIOMETODOLOGICO

Capitolo 1 LA PARTECIPAZIONE:RIFERIMENTI TEORICI

E APPROCCIOMETODOLOGICO

Capitolo 1

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LA PARTECIPAZIONE:RIFERIMENTI TEORICI

E APPROCCIOMETODOLOGICO

LA PARTECIPAZIONE E IL DIRITTO ALL’ASCOLTO:

COSA SIGNIFICA “PARTECIPAZIONE” E PERCHÉ È IMPORTANTE

Capitolo 1

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la PaRtECIPaZIoNE E Il DIRItto all’aSColto: CoSa SIGNIFICa “PaRtECIPaZIoNE” E PERCHE’ E’ IMPoRtaNtEIl 1989 segna un punto di svolta nella concezione dell’infanzia e dell’adolescenza: conl’approvazione della Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza(CRC), per la prima volta, tutte persone con meno di diciotto anni sono riconosciutecome titolari di diritti (e non solo come beneficiari della protezione degli adulti) e vieneaffermato come un diritto umano fondamentale il principio secondo cui i minori sono edevono essere rispettati come protagonisti attivi delle loro vite, sono portatori dicompetenze, conoscenze ed abilità che sono in grado di trasferire nella società, e devonoessere coinvolti nelle decisioni che li riguardano.

In particolare, gli articoli 5, 12, 13 e 17 della CRC affermano che: ■ i genitori o, comunque, altri adulti legalmente responsabili per i minori, nel

dare indicazioni ed offrire una guida ai minori riguardo l’esercizio dei propri diritti, devono riconoscere che i minori acquisiscono capacità e competenze crescendo e che, di conseguenza, sono in grado di assumersi responsabilità commisurate al grado di maturità in merito alle decisioni che li riguardano (art. 5 CRC);

■ tutti i minori hanno diritto alla libertà di espressione, religione, coscienza, associazione, assemblea, privacy ed informazione (art. 13 e 17 CRC);

■ qualsiasi minore che sia in grado di esprimere le proprie opinioni ha il diritto a ricevere la giusta considerazione in base alla sua età ed al suo grado di maturità, quindi tutti i minori devono essere coinvolti attivamente, in base alle loro capacità, in tutte le decisioni che li riguardano (Art. 12 CRC).

Questo insieme di diritti viene concettualizzato con la parola “partecipazione”, termineche, pur non essendo espressamente contenuto nella CRC, è stato adottato, dal ComitatoONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e da molte altre organizzazioniinternazionali che si occupano dei diritti dei minori, come abbreviazione per descriverel’attuazione di tutti i citati diritti (art. 5, 12, 13 e 17 CRC), dal cui rispetto dipendel’attuazione di tutti gli altri diritti. Ciò significa che tutti i diritti dell’infanzia edell’adolescenza, compreso il superiore interesse del minore (art. 3 CRC), possonorealizzarsi pienamente solo se si ascolta e si prende in debita considerazione quello che iminori hanno da dire.

Una partecipazione efficace permette di: ■ valorizzare la personalità di ciascun bambino, promuovendo il

riconoscimento e la consapevolezza di sé; ■ collocare al centro del processo di crescita il bambino come soggetto

protagonista, contribuendo a formare una persona autonoma e critica; ■ rendere bambini ed adolescenti consapevoli dei propri diritti e delle

responsabilità che questi comportano; ■ riconoscere e rispettare il diverso punto di vista del bambino e

dell’adolescente da quello dei suoi interlocutori, favorendo la socializzazione e la capacità di difendere e/o modificare le proprie idee;

■ prendere decisioni condivise e, quindi, più efficaci, rendendo bambini e ragazzi responsabili del rispetto delle stesse;

■ stimolare il coinvolgimento personale e attivo del bambino e dell’adolescente motivando l’interesse per il suo processo di crescita.

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CaPItolo 1

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CaPItolo 1

La partecipazione è, dunque, importante perché offre a tutte le persone di minore etàl’opportunità di essere ascoltati, di influenzare le azioni e le decisioni che riguardano laloro vita e di diventare cittadini attivi; di valorizzare attitudini, comportamenti e abilitàche sono essenziali per raggiungere quel benessere necessario a un bambino perdiventare un componente attivo della società per tutto il resto della sua vita. Infatti iminori che sono capaci di esprimere le proprie idee e che vengono coinvolti nei processidecisionali che li riguardano, sviluppano competenze sempre maggiori anchenell’assunzione di ruoli sociali.

Save the Children, nel suo lavoro con bambini e adolescenti, adotta un approccio allapartecipazione che si basa non solo sul riconoscimento del loro diritto di esprimereliberamente punti di vista, idee, sentimenti e bisogni, ma anche sulla necessità che, a tuttii minori, anche a quelli che si trovano in situazioni di disagio sociale, venga data lapossibilità di prendere parte alle decisioni che li riguardano e di essere seriamenteascoltati e presi in considerazione per quello che dicono.

Questa scelta comporta l’adozione di una specifica metodologia di interventoche si sostanzia nel:■ comprendere e sviluppare teorie e concetti sottesi alla partecipazione di

bambini e adolescenti;■ inserire la partecipazione nelle diverse aree dei programmi e nei singoli

progetti;■ sviluppare e supportare approcci innovativi e progetti pilota;■ sensibilizzare e formare gli attori chiave;■ sostenere le iniziative e le organizzazioni di bambini e adolescenti.

Il fatto che la partecipazione sia un diritto di cui tutti i minori sono titolari (rights holders)implica, infatti, da un lato, che tutti gli adulti di riferimento sono “portatori di doveri” (dutybearers5) nei confronti dei minori e devono quindi essere “accountable”, ovveroadempiere alle proprie responsabilità nei confronti dei minori, dall’altro che gli stessi minoridevono poter conoscere, esercitare e, se necessario, rivendicare, i propri diritti, attraverso lapartecipazione. La partecipazione, dunque, non è “fare qualcosa di carino con i bambini e gliadolescenti”, ma consiste nel porre i minori nella condizione di essere individui responsabilie componenti attivi della comunità e della società in cui vivono, in grado di avere un impattosulle decisioni che li riguardano.In particolare, per poter “influenzare” le decisioni che riguardano bambini e adolescentiattraverso le opinioni da loro stessi espresse, è necessario instaurare un processo di dialogocontinuo e duraturo, basato sulla fiducia reciproca tra bambini e adulti. Per favorire questoprocesso di empowerment di bambini e adolescenti, Save the Children ritieneindispensabile e fondamentale che gli adulti siano preparati ad ascoltarli con impegno eserietà e, più in generale, a considerarli non solo come soggetti vulnerabili, ma anchecompetenti. Per questo motivo, per favorire la partecipazione di bambini e adolescenti, nella famiglia,nella scuola e più in generale nella società, occorre, innanzitutto sviluppare la capacità degliadulti a/di facilitare la loro espressività e ad/di ascoltare seriamente le loro opinioni, peresempio, informandoli e formandoli all’uso di strumenti partecipativi. Occorre, poi,sviluppare la capacità dei bambini di accedere alle informazioni, a rivendicare i propri diritti ea costruire collaborazioni con i duty bearer di riferimento. In tale approccio i duty bearerdiventano parte di una relazione basata sul riconoscimento dei bambini e degli adolescenticome titolari di diritti (rights holders) e sulla possibilità che gli stessi possano, attraversoattività e percorsi mirati, conoscere ed esercitare tali diritti.Il lavoro di Save the Children ruota attorno a due elementi: da un lato sollecitare i dutybearer ad assolvere al loro obbligo nei confronti dei titolari di diritti, cioè i bambini eadolescenti; dall’altro supportare tali minori, in quanto soggetti di diritti (rights holders), aconoscere, esercitare e rivendicare i propri diritti.

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Di seguito uno schema che presenta alcuni elementi principali di questo processo6:

Nell’ambito del diritto alla partecipazione e di tutte le declinazioni operative relative, Save the Children può contare su 7 standard che sono stati elaborati a livellointernazionale per garantire una partecipazione etica e significativa. In sintesi7, sono:1) approccio etico, trasparenza, onestà e responsabilità; 2) partecipazione rilevante e volontaria;3) ambiente motivante e a misura di bambino;4) pari opportunità;5) personale efficiente e preparato;6) la partecipazione promuove la sicurezza e la protezione dei bambini;7) follow up e valutazione.

Questi 7 standard costituiscono il punto di partenza e costituiscono una guida per laprogrammazione, la realizzazione il monitoraggio e la valutazione di qualsiasi attività checomporti la partecipazione di bambini e bambine, ragazzi e ragazze. Tutta l’organizzazionesi è impegnata a rispettare gli standard nelle sue attività che prevedano la partecipazionedei minori, facendoli conoscere e promuovendoli presso le associazioni e le istituzionicon cui lavora.

5 Duty bearer, letteralmente “portatore di doveri”. Il termine indica gli adulti di riferimento: genitori, insegnanti,istituzioni, che hanno la responsabilità di tutelare i diritti di bambini ed adolescenti e di promuoverne la partecipazioneattiva.6 Tratto da Save the Children UK (2012) “Child participation handouts – Core learning”. Per approfondimenticonsultare la pubblicazione Save the Children Italia (2010) “Tu partecipi, Io Partecipo”.7 Per una descrizione più approfondita di ciascuno Standard, si veda in Appendice.

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CaPItolo 1

DIRITTI – RESPONSABILITÀ – RIVENDICAZIONE

DUTY BEARERRispetta, promuove e tutela i diritti

RIGHT HOLDER

ACCOUNTA

BILITY

PART

ICIPAT

ION

Adempie la propria responsabilità nei confronti di

Rivendica i propri diritti da

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PARTECIPAZIONE E MINORI MIGRANTI

Capitolo 2

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PARTECIPAZIONE E MINORI MIGRANTI

DARE VOCE AI MINORI MIGRANTI IN ARRIVO VIA MARE:

IL CONTESTO DI INTERVENTO

FINALITÀ E OBIETTIVI SPECIFICI DELLE ATTIVITÀ PARTECIPATIVE

MODALITÀ CON CUI REALIZZARE ATTIVITÀ PARTECIPATIVE

IN FRONTIERA

Capitolo 2

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DaRE VoCE aI MINoRI MIGRaNtI IN aRRIVo VIa MaRE: Il CoNtESto DI INtERVENtoPoiché è estremamente importante che ci sia una coerenza fra il quadro teorico fin qui tracciato ele pratiche che riguardano la partecipazione di bambini e adolescenti, Save the Childrenpromuove e si impegna a garantire la partecipazione come diritto, ma anche ad utilizzarla comemetodologia di intervento, in particolare all’interno dei programmi di protezione rivolti aminori, di origine straniera o di nazionalità italiana in situazione di marginalità sociale e a rischiodi sfruttamento e abuso. Per il coinvolgimento di gruppi di minori così vulnerabili nelle decisioni che li riguardanovengono elaborati percorsi partecipativi ad hoc (quali, ad esempio, consultazioni, peer support epeer research)8 volti a un’individuazione più puntuale dei fattori di rischio e di esclusione socialeche li coinvolgono e accrescere la promozione di opportunità e la loro protezione. Nellaconvinzione che la partecipazione renda capaci di diventare soggetti attivi e consapevoli, e quindidi contrastare e superare le situazioni di povertà, discriminazione e disuguaglianza in cui vivono,assicurare tale diritto ai minori particolarmente vulnerabili risulta prioritario e richiede di pensarestrategie e pratiche per lavorare con modalità adeguate. In questa direzione vanno i percorsi dipartecipazione come quelli descritti nel presente documento, pensati per essere efficaci esignificativi cioè realmente accessibili (per tempi, spazi, tematiche, risultati), flessibili, rilevantirispetto alla loro vita e che tengano conto delle specificità dei partecipanti e dei loro contesti diappartenenza e di provenienza.

Tali percorsi vengono pensati per essere opportunità di: - inclusione sociale; - decompressione rispetto a condizioni di vita spesso difficili; - espressione e valorizzazione delle esperienze e saperi dei minori;- influenzare i decisori.

Fra i programmi di protezione realizzati da Save the Children, di grande rilevanza sono quellirivolti ai minori migranti, ovvero minori che si spostano per varie ragioni, volontariamente ocontro la loro volontà, con o senza genitori o adulti di riferimento, dentro un paese o da unpaese all’altro, e che a causa di tale spostamento sono messi a rischio (o maggiormente arischio) di sfruttamento economico o sessuale, abuso e violenza. All’interno di questo gruppotra i più vulnerabili vi sono i minori stranieri non accompagnati, cioè minori che arrivanoin Italia da soli, senza un adulto di riferimento, ai quali Save the Children Italia ha dedicatointerventi di protezione mirati. In particolare, dal 2008, Save the Children interviene,nell’ambito del Progetto Praesidium9, in tutti i luoghi di arrivo dei migranti via mare per offrireprotezione e supporto ai minori, attraverso attività di informativa legale, mediazione culturale,monitoraggio delle procedure e delle condizioni di accoglienza, nonché supporto alle Autoritànell’individuazione di specifiche vulnerabilità.

MINORI ARRIVATI VIA MARE IN ITALIA NEL 2014Nel 2014 sono arrivati in Italia via mare 26.122 minori di cui 13.026 nonaccompagnati, per la maggior parte (3.394) eritrei, egiziani (2.007),somali (1.481) e gambiani (1.208).Si tratta di un numero più di 3 volte superiore a quello dei minori nonaccompagnati arrivati nel 2011, anno in cui il Governo italiano avevadichiarato lo stato di emergenza a causa del massiccio flusso di migrantiarrivati via mare.Al 31 dicembre 2014 i minori non accompagnati che sono statisegnalati al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali erano 14.243 dicui 3.307 alla stessa data risultavano essere irreperibili (per la maggiorparte egiziani, eritrei e somali).

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Nella realizzazione di tale intervento, negli anni, è emersa, con sempre maggior forza, la necessitàdei minori migranti, soprattutto se non accompagnati, di condividere le proprie esperienze,spesso traumatiche, di raccontare di sé e delle difficoltà che hanno vissuto o stavano vivendo inun preciso momento (come quando si protraeva molto più tempo del previsto il periodo dipermanenza in strutture adibite alla prima accoglienza, in attesa del trasferimento nelle comunitàper minori, in condizioni di accoglienza del tutto inadeguate), nonché delle aspirazioni legate alproprio progetto migratorio. Per questo motivo, Save the Children ha aumentato i propri sforziper garantire loro di essere ascoltati, anche da parte delle Istituzioni, e per fare in modo che leloro opinioni fossero prese in debita considerazione, sia attraverso la sperimentazione di attività epercorsi strutturati di consultazione nel CPSA di Lampedusa e nelle strutture adibite alla primaaccoglienza in Sicilia, sia supportando le comunità alloggio per minori nell’elaborazione erealizzazione di buone pratiche di partecipazione.Save the Children ritiene infatti che le strutture che ospitano minori non accompagnati siano unarisorsa importante nel complesso sistema dell’accoglienza di questo gruppo particolarmentevulnerabile di migranti, sia che essi decidano di stabilirsi nel nostro paese, sia che vi transitino inattesa di raggiungere altri Stati europei. Le comunità per minori, in particolare, possono costituirel’elemento decisivo per un soddisfacente percorso di integrazione nella società e più in generalerappresentano i luoghi principali dove dare risposta ai diritti fondamentali dei ragazzi, sia a livelloburocratico e di sostentamento, che a livello affettivo ed emozionale.

L’ARRIVO VIA MARE E LA “PRIMA” ACCOGLIENZA IN FRONTIERA SUDLa normativa italiana prevede che i minori non accompagnati non possonoessere espulsi e devono essere collocati in un luogo sicuro10. Nelle fasisuccessive all’arrivo via mare o al rintraccio nei pressi delle aree di sbarco, iminori non accompagnati vengono accolti presso strutture volte a fornireloro soccorso e prima accoglienza, in attesa del reperimento di posti incomunità per minori. In mancanza di strutture stabilmente adibite allaprima accoglienza11 dei minori migranti rintracciati lungo le coste, vengonooccasionalmente destinati a tali funzioni, luoghi come palestre e scuole,messi a diposizione dalla Prefettura o dall’amministrazione comunale delluogo di sbarco o rintraccio. Secondo quanto rilevato da Save theChildren in attività di monitoraggio12, tali strutture sono risultate essere deltutto inadeguate a garantire loro standard essenziali di protezione eaccoglienza, soprattutto nei casi di prolungato periodo di permanenza. Ciòè causato dalla mancanza o insufficienza di servizi igienici, docce, letti, diprocedure che garantiscano ai migranti di ricevere in tempi rapidi beni eservizi primari, nonché, nei luoghi in cui le strutture non sono destinateesclusivamente all’accoglienza di minori, la preoccupante assenza di spaziidonei ad assicurare la necessaria separazione dagli adulti.Tale situazione si è aggravata con il protrarsi della permanenza dei minoriconseguente alla difficoltà nel reperire posti in comunità: a causa dellamancanza di un sistema nazionale di accoglienza13, infatti, non è semplicesapere se e dove ci sono posti liberi14 e, qualora anche si disponga di taleinformazione, il trasferimento non è sempre automatico mancando risorsecerte per il pagamento dell’onere dell’accoglienza. Di conseguenza, lestrutture adibite alla prima accoglienza, che dovrebbero essere luoghi “ditransito” e prevedere una permanenza dei minori per il solo tempostrettamente necessario a svolgere le operazioni di primo soccorso eassistenza, diventano luoghi in cui è possibile (utile e necessario) svolgereazioni educative, partecipative e di apprendimento a medio termine, aspettiche dovrebbero essere prerogativa esclusiva delle comunità di accoglienzae degli altri servizi attorno a cui gravitano i minori migranti una voltatrasferiti dal luogo di arrivo. Nelle strutture adibite alla prima accoglienza incui sono state realizzate attività partecipative, Save the Children hariscontrato un miglioramento tangibile delle condizioni di accoglienza, delrapporto tra i ragazzi e tra ragazzi e operatori, con conseguente riduzionedei conflitti e degli allontanamenti.

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LE COMUNITÀ PER MINORI IN ITALIASono strutture di carattere residenziale destinate ad accoglieresoggetti con una limitata autonomia personale, priva del necessariosupporto familiare o per i quali la permanenza nel nucleo familiare siatemporaneamente o definitivamente contrastante con il pianoindividualizzato di assistenza. Tali strutture oltre a dover rispettare irequisiti strutturali previsti per gli alloggi destinati a civile abitazionedevono essere dotati di specifici requisiti organizzativi, adeguati allenecessità educativo – assistenziali dei bambini e degli adolescenti,requisiti che sono però stabiliti su base regionale.Dal monitoraggio delle condizioni di accoglienza dei minori in arrivovia mare nelle comunità di Sicilia, Puglia e Calabria, condotto da Savethe Children dal 2008 è emerso che tra le principali criticità vi è lacarenza di assistenza legale e mediazione culturale e i minori hannoquindi difficoltà sia nel comunicare sia nel completare l’iter giuridiconecessario all’ottenimento dei documenti di soggiorno, anche inseguito al compimento dei 18 anni15.

FINalItà E oBIEttIVI SPECIFICI DEllE attIVItà PaRtECIPatIVEIn questi contesti le attività partecipative sono state elaborate al fine di supportare, da un latol’attività di informativa e consulenza legale e dall’altra, promuovere l’approccio e lametodologia di Save the Children alla partecipazione e al diritto all’ascolto dei minoristranieri in tutti i contesti di accoglienza, attraverso la progettazione e la realizzazione di spaziricreativi, di decompressione e di ascolto strutturati che permettano di migliorarel’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati attraverso la pianificazione di attività epercorsi partecipativi mirati. Tali attività e percorsi, sia che essi vengano realizzati nelle strutture adibite alla primaaccoglienza dei minori sia che vengano realizzati nell’ambito delle comunità per minori,devono avere i seguenti obiettivi specifici, da individuare sulla base di una attenta valutazionedelle necessità che si presentano.

Obiettivo 1 - dare ascolto e risposte alle richieste dei minori migranti all’internodelle strutture adibite alla prima accoglienza e delle comunità per minori

Il primo obiettivo delle attività di partecipazione consiste nel far emergere da parte deiminori stranieri non accompagnati le loro aspettative ed i loro stati d’animo, maanche proposte concrete volte a migliorare le loro condizioni di accoglienza e neldare loro risposte concrete e supporto. Il raggiungimento di tale obiettivo permette daun lato, di soddisfare i loro bisogni e di migliorare la loro accoglienza e condizioni di vitadall’altro, di raccogliere le suggestioni, opinioni, buone pratiche ed evidenziare criticitàformulate da coloro cui vengono indirizzate le politiche di accoglienza, tutela epartecipazione. In questo modo si garantisce loro l’opportunità di esprimere un’opinione, influenzare idecisori, e attivare cambiamento qualunque sia il luogo nel quale sono stati collocati eaccolti.Un’esperienza significativa di partecipazione, avente tale finalità, è stata quella condotta daSave the Children a Lampedusa nel 2011, durante la c.d. Emergenza Nord Africa.Si veda in merito la seguente scheda operativa di tale consultazione denominata “The placewe are is not suitable for us”.

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THE PLACE WE ARE IS NOT SUITABLE FOR US 16

Consultazione dei minori stranieri non accompagnati presenti a Lampedusa (luglio 2011)

Il 30 giugno 2011 Save the Children, in merito alla difficile situazione dei minori nonaccompagnati presenti a Lampedusa, ha diffuso un comunicato stampa avente questotitolo: “A Lampedusa una nuova emergenza minori: oltre 400 presenti sull’isola. Il loroappello alle autorità per una migliore accoglienza”. Nello stesso comunicato si raccontavache durante il periodo che ha visto un nuovo aggravarsi della situazione dei minori nonaccompagnati ospitati sull’isola, un gruppo di loro ha scritto un appello, per far presentela gravi condizioni in cui sono costretti a vivere e per chiedere di essere trasferiti al piùpresto. Save the Children, non solo ha raccolto e diffuso l’appello alle Istituzionidirettamente impegnate nella gestione del Piano accoglienza minori (Dip. ProtezioneCivile e Ministero del Lavoro e Politiche Sociali, Ministero dell’Interno), ma si èimpegnata a garantire ai minori un loro diretto coinvolgimento in questo processo,innanzitutto contribuendo ad individuare cosa concretamente può rendere piùsopportabile la loro permanenza sull’isola in attesa del trasferimento in altre strutturepiù adeguate per garantire i loro diritti. In un’ottica di promozione della partecipazionedei minori nelle scelte che li riguardano (Art. 12 CRC), che fa parte della cultura edell’azione dell’Organizzazione, si è pensato di costruire in questo contesto un percorsostrutturato di consultazione dei ragazzi, anche attraverso l’attivazione di figureprofessionali ad hoc (un’esperta di partecipazione e un’educatrice con esperienza incontesti di emergenza).

Durata del percorso: 5 giorni (13-17 luglio 2011)

PARTECIPANTI - La consultazione si è svolta all’interno delle due strutture cheospitavano i 343 minori non accompagnati arrivati a Lampedusa con gli sbarchi avvenutidall’11 giugno al 12 luglio 2011: il Centro di Primo Soccorso e Accoglienza (CPSA) con244 minori non accompagnati e la ex Base militare Loran che ne ospitava 99. La base della consultazione era costituita dalla totalità dei minori ospitati nelle duestrutture (343), coinvolti sia direttamente che indirettamente. Coloro che hannopartecipato attivamente alle attività strutturate sono stati 135 di cui 65 minori anglofonie 70 francofoni. Le età dei partecipanti erano comprese fra i 13 e i 17 anni, e i Paesi diprovenienza erano principalmente: Mali (100), Ghana (56), Costa d’Avorio (30), Nigeria (28).

OBIETTIVO - Coinvolgere tutti i minori non accompagnati presenti nelle due strutturee far emergere da loro delle proposte concrete per migliorare le loro condizioni diaccoglienza. Questo al fine di discutere, in un passaggio successivo, l’attuazione dellerichieste emerse anche con altre Organizzazioni, con le istituzioni di riferimento e conl’Ente gestore delle strutture ospitanti, e poter assicurare ai ragazzi - sia a quellipartecipanti, attualmente presenti nella struttura, che a coloro che arriveranno dopo diloro - un significativo miglioramento della qualità della vita. Un altro obiettivo che laconsultazione si prefiggeva era quello di allentare situazioni di tensione registrate fra iminori che nell’ultimo periodo si erano fatte sempre più pesanti, a causa dellaprolungata permanenza forzata nelle strutture, evidentemente, non adeguate alle loroesigenze.

METODOLOGIA - Per la costruzione del percorso è stata presa in considerazione lavariabile del tempo di permanenza dei vari ragazzi sull’isola: si è presupposto, infatti, che iragazzi che da più tempo erano in attesa di essere trasferiti, avendo maggioreesperienza, avessero la possibilità di rappresentare le necessità e i bisogni loro e deglialtri, con maggiore consapevolezza e in modo più circostanziato. Per questo si è decisodi creare dei gruppi di lavoro che tenessero conto della data di arrivo. Inoltre l’esigenzaera quella di poter creare uno scambio comunicativo, sia con i facilitatori dell’attività, chefra i ragazzi: per questo si è deciso che un altro criterio per la formazione dei gruppidovesse essere quello linguistico. Si è pensato, infine, che fosse funzionale creare unoschema di lavoro chiaro, con delle modalità di coinvolgimento semplici, in modo darendere le attività accessibili a ragazzi con livelli estremamente eterogenei per quantoriguarda le capacità linguistico/cognitive e relazionali.

PRODOTTI - Tutte le proposte emerse nelle attività di gruppo sono state raccolte esintetizzate in un rapporto che ha costituito la base per le proposte di interventoimmediato a favore dei minori delle strutture di accoglienza.

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Obiettivo 2 - far sentire la voce dei minori migranti all’esterno dei luoghiadibiti alla loro accoglienza

Ulteriore obiettivo raggiungibile attraverso la metodologia partecipativa consiste nel creare uncanale di ascolto della loro voce anche all’esterno della struttura o della comunità nella qualesono accolti, in modo che l’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni venga riportatasulla loro situazione e vengano adottate più rapidamente le decisioni necessarie per darerisposta alle necessità urgenti dei minori quali ad esempio quella di essere trasferiti in tempibrevi dalle strutture, in quanto non adeguate ad un’accoglienza prolungata nel tempo ovvero lapossibilità di poter accedere a borse lavoro o tirocini formativi una volta accolti presso lacomunità. Per raggiungere tale obiettivo si possono realizzare consultazioni ovvero processipartecipativi che mettono in relazione i ragazzi/e con i duty bearers per influenzarne le decisionie gli orientamenti rispetto a temi che li riguardano aumentando le opportunità diapprendimento, di empowerment e di comunicazione del punto di vista dei minori stranieridestinatari delle politiche locali, regionali e nazionali. A tal fine una delle attività proposte è stataquella di coinvolgere i ragazzi nella scrittura di un appello/lettera, che desse voce alle loroesperienze, desideri e difficoltà; questo può rivelarsi un valido strumento nei momenti in cui lecondizioni di emergenza delle strutture sono alte e si rischia una carenza di attenzione da partedi istituzioni e media. Si veda in merito la seguente scheda operativa di tale consultazionedenominata “Give Rights For Us”.

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GIVE RIGHTS FOR US! 17Percorso di consultazione dei minori non accompagnati ospiti del CPSA di Lampedusa(gennaio 2013)

In seguito ai numerosi arrivi di migranti provenienti dalla Libia tra il 24 e il 26 novembre e il 15dicembre 2012, il Centro di Lampedusa era arrivato ad accogliere circa 1.000 persone afronte di una capienza di 250 posti (di cui soltanto 50 riservati a donne e minori). Sonoquindi bastati alcuni giorni di mare calmo che consente la traversata, per mettere in crisi ilsistema di accoglienza. Tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013 i trasferimenti dall’isola ad altricentri nel paese si sono intensificati, ma al 9 gennaio 2013 erano ancora presenti aLampedusa, da più di 3 settimane, 261 migranti di cui 33 donne e 36 minori nonaccompagnati (26 dell’Eritrea, 1 della Somalia, 2 del Gambia, 2 della Guinea Bissau e 5 delMali) con un’età compresa tra i 15 ed i 17 anni. Data la situazione di disagio dei minoriancora ospiti del centro e per creare possibilità concrete che la loro voce venisse ascoltata, inun’ottica di promozione della partecipazione dei minori nelle scelte che li riguardano (Art. 12della CRC), Save the Children ha organizzato un percorso di consultazione dei ragazziall’interno del centro, della durata di tre giorni, pensato e strutturato in modo che risultasseaccessibile per tutti i minori presenti e adeguato al contesto specifico.

PARTECIPANTI - Sono stati coinvolti direttamente 28 dei 36 minori non accompagnati conun’età compresa tra i 15 ed i 17 anni (18 eritrei, 1 somalo, 2 del Gambia, 2 della Guinea e 5del Mali).

OBIETTIVO - Coinvolgere i ragazzi nella scrittura di un lettera appello, che desse voce alleloro esperienze, desideri e difficoltà; creare un canale di ascolto della loro voce anche inmodo che l’attenzione venisse riportata sulla situazione dei minori a Lampedusa; crearemomenti di decompressione e protagonismo per i ragazzi.

METODOLOGIA - Si è lavorato con due grandi gruppi distinti per paese di provenienza elingua. Questo ha permesso di facilitare la comunicazione tra i ragazzi e, tra i ragazzi e ifacilitatori del percorso. Si è pensato, inoltre, che fosse funzionale creare uno schema di lavorochiaro, con delle modalità di coinvolgimento semplici, in modo da rendere le attività accessibilia ragazzi con livelli estremamente eterogenei per quanto riguarda le capacitàlinguistico/cognitive e relazionali. Tutti i lavori si sono svolti con la facilitazione di figureprofessionali attivate ad hoc: un mediatore culturale di origine eritrea e un’esperta dipartecipazione I gruppi erano così divisi: ragazzi Corno D’Africa (eritrei e un somalo)- tigrinoe arabo; ragazzi dei paesi sud sahariani (Mali, Gambia, Guinea Bissau) più il ragazzo somalo–inglese arabo.

TEMPI - 2 sessioni di 4 ore circa per ogni gruppo di ragazzi, più 2 sessioni di restituzionedistribuiti su tre giorni.

PRODOTTO - Redazione di una lettera indirizzata allo Stato Italiano e all’UNHCR divenutal’oggetto di un comunicato stampa di Save the Children Italia e successivamente pubblicata suun quotidiano nazionale (mostrato ai ragazzi coinvolti).

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Obiettivo 3 - facilitare la comprensione dell’informativa legale sul proprio status

Le attività partecipative sono molto funzionali al fine di facilitare la comprensione da partedei minori migranti di concetti giuridici, spesso complessi. Una delle principali attività svolteda Save the Children all’interno delle strutture di prima accoglienza nell’ambito del progettoPraesidium è l’informativa legale ai minori non accompagnati, volta a far comprendere lorocosa significa e cosa comporta essere un minore arrivato in Italia da solo, senza un adulto diriferimento. Attraverso la creazione di spazi ricreativi e di ascolto strutturati, Save theChildren ha sperimentato la reale possibilità di creare un clima positivo e di scambioinformale fra gli operatori del team e i minori migranti. Tale obiettivo può essere raggiunto anche nell’ambito delle comunità creando occasionistrutturate per chiarimenti e approfondimenti sui principali contenuti dell’informativa legale.

Obiettivo 4 - creare uno spazio di decompressione e ascolto strutturato

Le attività e i percorsi di partecipazione contribuiscono ad allentare situazioni ditensione che si potrebbero generare all’interno dei luoghi di accoglienza per differentimotivi, tra cui le difficili condizioni di accoglienza legate al sovraffollamento, il divieto diuscire, l’insufficiente risposta ai loro bisogni primari, il tempo prolungato di permanenza, lamancanza di opportunità ricreative. Ma, in particolare momenti dedicati all’ascolto deiloro bisogni, paure e necessità realizzati attraverso attività mirate.Si è riscontrato che i minori migranti coinvolti nelle attività di partecipazione hannobeneficiato di efficaci spazi di decompressione, rispetto alle difficili condizioni di vita nellestrutture o di integrazione nelle comunità, grazie alla possibilità di veder preso inconsiderazione il proprio punto di vista e ricevere risposte a richieste e criticità da loroemerse. Inoltre si rileva che, a seguito della realizzazione di attività partecipativeall’interno delle strutture, si sono ridotti drasticamente i conflitti e le rivolte (anchedi carattere violento) tra ragazzi e tra ragazzi e operatori cui si aggiunge unarilevante diminuzione del numero degli allontanamenti dei minori dalle stesse.

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Messaggi scritti da alcuni minori stranieri non accompagnati durante un'attività partecipativa svolta all'interno del CPSA di Lampedusa nel gennaio 2013 finalizzata all'emersione delle loro necessità.

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MoDalItà CoN CUI REalIZZaRE attIVItà PaRtECIPatIVE IN FRoNtIERaAttività e percorsi di partecipazione, sia che vengano realizzati nelle strutture adibite allaprima accoglienza dei minori sia che vengano realizzati nell’ambito delle comunità perminori, non solo devono avere obiettivi specifici, ma anche prevedere metodologie elaborateappositamente per il contesto in cui le attività si svolgeranno.Ad esempio, nei luoghi della prima accoglienza le attività posso essere fortementecondizionate da molteplici fattori, fra i quali:

a) i tempi e gli spazi disponibili; b) regolamenti interni in vigore per garantire l’ordine pubblico; c) le condizioni complesse legate alla convivenza con le forze dell’ordine; d) la presenza nella stessa struttura di persone con provenienze, lingue ed età diverse.

Gli operatori devono quindi avere, o imparare ad avere, un approccio “flessibile, aperto,disponibile e comunicativo” nel pensare tali attività in funzione del luogo in cui sisvolgeranno.Operare nei luoghi di accoglienza comporta l’inevitabile confronto con numerosi elementi diincertezza e criticità dunque le attività devono essere pensate e gestite in modo flessibile aseconda delle condizioni esterne (tempi e spazi disponibili), del numero di operatori emediatori culturali coinvolgibili e del gruppo di ragazzi da coinvolgere (numero deipartecipanti, lingue parlate, necessità espresse, stati d’animo e particolari vulnerabilità).Inoltre il coinvolgimento di ragazzi arrivati in Italia a seguito di viaggi difficili espesso traumatici, con provenienze e background diversi, nonché con capacitàcognitive e relazionali molto variegate, richiede numerose attenzioni particolari. Siriscontrano infatti elevate difficoltà di coinvolgimento dei minori stranieri dal momento chela loro condizione precaria e instabile non sempre permette una partecipazione serena econsapevole. A questo proposito è importante realizzare attività mirate su tematicheproposte da loro e dunque prioritarie fornendo agli stessi strumenti semplici e comprensibiliper essere protagonisti di tali attività gestendone modalità e contenuti. Al fine di dare a tutti i minori la possibilità di partecipare alle attività o ai percorsi in manierarilevante e motivante è fondamentale che il personale sia efficiente e preparato, ma, inparticolare, che sia predisposto a lavorare in un contesto così complesso come quellodell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati.

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Di seguito uno schema che riporta alcuni consigli per una facilitazione efficace:

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CONSIGLI PER UNA FACILITAZIONE EFFICACE

da Karkara, R. (2002) Resource Book on Facilitating Children‘s Organisation and Children'sCitizenship and Governance

☛ sii vigile tutto il tempo☛ sii flessibile ☛ se non sai qualcosa, dillo☛ fidati delle risorse del gruppo dei ragazzi☛ rispetta ognuno dei ragazzi☛ intercetta/fai emergere l’energia dei ragazzi☛ si te stesso☛ mantieni al minimo il tuo intervento ☛ monitora il livello di energia☛ non essere affezionato ai tuoi interventi/posizioni☛ accoglie (e valorizza) tutto quello che accade di rilevante☛ (usa): improvvisazione/flessibilità/creatività☛ quando sei in dubbio, controlla☛ cerca l’accordo☛ usa domande e suggerimenti☛ negozia e contratta☛ si culturalmente sensibile ☛ inizia bene☛ usa la risoluzione del conflitto☛ invia feedback ☛ riconoscere e affermare☛ abbi il senso dell’umorismo

Messaggio scritto da un minore straniero non accompagnato durante una consultazione partecipativa svolta all'interno del CPSA di Lampedusa nel luglio 2011.

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8 A titolo esemplificativo si citano due percorsi implementati fra il 2012 e il 2013: una consultazione di 12 minori stranierinon accompagnati che vivono in comunità in Italia, per la creazione di materiali di sensibilizzazione per i loro parisull’uso sicuro delle nuove tecnologie all’interno del progetto europeo Interact http://www.interactonline.eu/ita/; due ricerche partecipate che hanno coinvolto 22 peer researchers a Napoli e Palermo per approfondire il fenomeno dellavoro minorile all’interno dell’indagine quali - quantitativa del progetto Child Labourhttp://images.savethechildren.it/IT/f/img_pubblicazioni/img211_b.pdf.9 Il progetto Praesidium, realizzato da Save the Children, insieme ad OIM, UNHCR e Croce Rossa, con il coordinamentodel Ministero dell’Interno-Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione, è finalizzato al potenziamento delle capacità delleAutorità italiane nella gestione dei flussi migratori misti che interessano le Regioni Calabria, Puglia e Sicilia. Per maggioriinformazioni sul progetto: http://www.savethechildren.it/IT/Page/t01/view_html?idp=33510 Art. 19 T.U. Immigrazione; Art. 403 Codice Civile.11 A gennaio 2015 il Ministero dell’Interno – Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione ha pubblicato il bandoper la presentazione di progetti volti a migliorare le capacità di accoglienza sul territorio italiano dei minori stranieri nonaccompagnati attraverso la realizzazione di attività di accoglienza temporanea di minori stranieri non accompagnati (800posti giornalieri) in strutture ad alta specializzazione equamente distribuite sul territorio nazionale.12 Su mandato del Ministero dell’Interno-Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione, Save the Children,nell’ambito del Progetto Praesidium, è impegnata nel monitoraggio delle procedure e degli standard di accoglienza deiminori non accompagnati e dei nuclei familiari con minori a carico nei Centri governativi per immigrati, nei centritemporanei di accoglienza e nelle Comunità per minori localizzate sul territorio interessato dal progetto.13 Il 25 luglio 2013 Save the Children ha presentato una proposta di disegno di legge per migliorare la protezione eaccoglienza dei minori stranieri non accompagnati. Il testo è stato depositato alla Camera dei Deputati il 4 ottobre 2013(AC 1658) e al momento della stesura del presente documento è all’esame del Parlamento. Tra i principaliprovvedimenti in esso contenuti vi è la creazione di un sistema nazionale per l’accoglienza dei minori stranieri nonaccompagnati (Art. 13).14 A livello nazionale si rilevano prassi diverse rispetto al soggetto istituzionale che provvede all’individuazione dei postiin accoglienza e al collocamento dei minori non accompagnati in comunità. Inoltre, al fine di individuare i postidisponibili in accoglienza le Autorità che devono provvedere al collocamento in luogo sicuro sono costrette a ricercareun contatto con le comunità di accoglienza, spesso senza neanche disporre di un loro recapito telefonico. 15 Per maggiori informazioni si vedano i rapporti di monitoraggio pubblicati a partire dal 2009 e disponibili a questo link:http://www.savethechildren.it/IT/Page/t01/view_html?idp=33516Percorso partecipativo svolto nel CPSA di Lampedusa nel luglio 2011 con i minori non accompagnati ospiti nel centroin diversi periodi e con condizioni ambientali di volta in volta diverse.17 Percorso partecipativo svolto nel CPSA di Lampedusa nel gennaio 2013 con i minori non accompagnati ospiti nelcentro in diversi periodi e con condizioni ambientali di volta in volta diverse. Tali casi-studio vogliono essereesemplificativi delle diverse finalità per le quali si può decidere di realizzare attività di partecipazione in luoghi diprima accoglienza e dei diversi strumenti utilizzati a tal fine. La presentazione dettagliata dei percorsi e di alcune sessioni lavoro e attività vuole essere un punto di riferimentooperativo per chi volesse pianificare attività simili anche in altri luoghi di prima accoglienza.

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ATTIVITÀ PARTECIPATIVEIN STRUTTURE DI PRIMA

ACCOGLIENZA

Capitolo 3

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ATTIVITÀ PARTECIPATIVEIN STRUTTURE DI PRIMA

ACCOGLIENZA

COME UTILIZZARE LE SCHEDE ATTIVITÀ

SCHEDE ATTIVITÀ

Capitolo 3

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In questo capitolo sono proposte alcune attività partecipative da realizzare nelle strutture diprima accoglienza con minori stranieri non accompagnati, che possono essere condotte daoperatori ed educatori avendo come riferimento generale il modello teorico-tecnico che segue. Tali attività sono state elaborate al fine di supportare, da un lato l’attività di informativa econsulenza legale rivolta ai minori stranieri non accompagnati e, dall’altra, promuoverel’approccio e la metodologia di Save the Children alla partecipazione e al diritto all’ascolto deiminori stranieri in tutti i contesti di accoglienza, attraverso la progettazione e la realizzazione dispazi ricreativi, di decompressione e di ascolto strutturati che permettano di migliorarel’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati attraverso la pianificazione di attività epercorsi partecipativi mirati come occasione di aggancio, supporto e inclusione sociale.

Il loro diretto coinvolgimento permette di:■ Approfondire e ridefinire i fenomeni migratori; ■ Conoscere meglio i fattori di rischio e di protezione effettivi; ■ Aumentare la loro capacità di proteggersi (o supportarsi tra pari);■ Creare strumenti e occasioni di sensibilizzazione o intervento attivo;■ Migliorare i servizi, i programmi e le policy a loro destinati; ■ Promuovere opportunità, protezione e acquisizione di capacità e

competenze per i ragazzi/e; ■ Favorire il diritto di cittadinanza.

Tutte le attività sono state sviluppate ed adattate al contesto di riferimento consentendodunque alle stesse di essere direttamente utilizzabili in tali circostanze; sono state testate esperimentate dal personale specializzato in partecipazione di Save the Children con almeno610 minori stranieri non accompagnati e 32 operatori ( e mediatori culturali) in 8strutture di prima accoglienza della Sicilia orientale e in 1 struttura di primaaccoglienza della Puglia da Agosto 2013 a dicembre 2014.

In termini operativi, tali attività di partecipazione, prevedono: tempi brevi dicoinvolgimento dei ragazzi/e; alto numero di partecipanti; concretezza e semplicità deicontenuti e delle modalità di coinvolgimento attraverso l’ausilio di tecniche dirappresentazione quali il disegno e l’ausilio di strumenti quali cartelloni e illustrazionigrafiche; elevato grado di accessibilità per ragazzi con livelli fortemente eterogeneicirca le capacità linguistico/cognitive e relazionali; gioco e movimento fisico;promozione della peer support; facilitazione da parte del conduttore e del mediatoreculturale. Viene inoltre favorito il lavoro in plenaria o in sottogruppi numerosi.

CoME UtIlIZZaRE lE SCHEDE attIVItàDi seguito vengono presentate 10 attività che costituiscono dei suggerimenti per glioperatori e che dovranno essere modificate e gestite in modo flessibile a seconda dellecondizioni esterne (tempi e spazi disponibili), del numero di operatori e mediatori culturalicoinvolti e del gruppo di ragazzi partecipanti (numero, lingue parlate, necessità espresse). Tali attività, possono essere suddivise a seconda dal target di minori stranieri nonaccompagnati al quale si rivolgono ed in base al tempo di permanenza degli stessi presso lastruttura. Sono differenziate in base al colore.Le attività in colori chiari sono destinate a minori appena arrivati o presenti da poco temponella struttura, le attività in colori scuri sono invece mirate a minori presenti nella stessa perun prolungato periodo di tempo.

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In particolare le attività di colore Blu, Marrone e Viola sono destinate a minori stranieri nonaccompagnati collocati per un prolungato periodo di tempo presso strutture di primaaccoglienza e in attesa di essere trasferiti in comunità per minori che hanno trovato una stabilitàe si dimostrano reticenti verso un futuro trasferimento. La finalità di tali attività è quella dipreparare i minori al trasferimento in modo tale che ciò avvenga in maniera serena econsapevole informandoli circa ciò che troveranno, chiarendo eventuali dubbi, rispondendo alleloro domande e condividendo con gli stessi il carattere di temporaneità e precarietà dellastruttura in cui sono ospitati attualmente. A questo fine le 3 attività sono mirate a: raccogliereopinioni e percezioni dei ragazzi sul tema dell’accoglienza sottolineando il carattere ditemporaneità e precarietà della prima accoglienza; ad approfondire le aspettative di vita in Italia(o Europa) e cos’è una comunità per minori e chi vi lavora; conoscere i rischi che possonocorrere ed in quale modalità la comunità per minori può garantire fattori di protezione a talirischi. In quest’ottica è fondamentale che gli operatori della struttura (e volontari qualorapresenti) partecipino attivamente alle attività supportando i minori in questo delicato momento,in quanto dopo un prolungato tempo di convivenza, gli stessi sono divenuti degli adulti diriferimento per tali minori. Le attività sono riportate secondo uno strutturato ordine cronologicodi realizzazione orientato secondo l’approccio e la metodologia partecipativa.

Le attività nei colori chiari (bianca, gialla, arancione, azzurra e grigia) sono finalizzateall’accoglienza del minore presso la struttura dopo il momento dello sbarco dunque sonocaratterizzate da una alto livello ricreativo (realizzato attraverso il gioco), di decompressione, dicondivisione della nuova realtà in cui sono stati collocati e di presentazione/valorizzazione diloro stessi, del loro bagaglio culturale e di competenze.

Le attività nei colori scuri (verde, rossa, blu, marrone e viola) sono invece mirate allacondivisione del percorso che i minori dovranno affrontare, i diritti loro riconosciuti e leresponsabilità che da questi derivano; sono caratterizzate da un alto livello partecipativo deiminori, permettendo loro di chiarire domande, soddisfare bisogni, e migliorare i servizifavorendo un clima sereno e diminuendo eventuali frustrazioni.

Di seguito si vuole condividere ed esplicitare la logica partecipativa che sta alla base di ogniattività per garantire che le stesse vengano realizzate in maniera efficiente e nel rispetto diuna partecipazione etica e significativa di tutti i minori cui si rivolgono.

attività Bianca:E’ la prima attività da svolgere con i minori. E’ fondamentale replicarla ogniqualvolta ci sononuovi arrivi nella struttura. Si fa la conoscenza del personale della struttura, dei minoripresenti, degli spazi e delle regole in maniera tale che coloro i quali sono appena arrivati sisentano accolti e coinvolti da subito nella vita della struttura; a questo fine è bene garantireloro l’opportunità di partecipare e contribuire attivamente ad esempio, coinvolgendoli nellostabilire alcune delle regole della struttura stessa. Garantire loro tale partecipazione consentedi prendere decisioni condivise e, quindi, più efficaci, rendendo i minori responsabili delrispetto delle stesse.

attività Gialla:A seguito del momento dedicato all’accoglienza e alla conoscenza, è molto importantegarantire ai minori l’opportunità di capire meglio dove si trovano ma soprattutto dovevorrebbero andare; affrontare tali argomenti mediante una dinamica di gioco di squadrapermette loro di conoscere gli altri, condividere il proprio bagaglio di conoscenze e fornireagli operatori importanti indicazioni circa le loro percezioni, aspettative e progetti futuri. Glistessi risultati potrebbero non essere raggiunti nel caso di colloqui individuali o dichiacchierate “da grandi”.

attività arancione:Tale attività è pensata per approfondire il progetto migratorio di determinati gruppi diminori stranieri non accompagnati che sono intenzionati a proseguire il loro viaggio versoaltre città italiane o altri Paesi europei. Sulla base dell’esperienza maturata da Save theChildren in questo ambito, è molto importante approfondire il progetto migratorio dei

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minori egiziani (diretti verso Roma e Milano) e dei minori provenienti dalla Somalia,dall’Eritrea e dall’Afghanistan (diretti verso Germania, Svezia e Norvegia). Ciò permette aglioperatori e alle organizzazioni di riferimento di tutelare il minore nel suo viaggiofacilitando, come previsto per Legge, il ricongiungimento familiare con parenti in Italia oin altri Paesi Europei18, riducendo gli allontanamenti dalle strutture ed i rischi ai qualisarebbe esposto un minore straniero non accompagnato che viaggia da solo in paesi chenon conosce.

attività azzurra:Tale attività è fondamentale per condividere percezioni e stati d’animo dei minori dopoalcune settimane di permanenza nella struttura. Venire a conoscenza di tali stati d’animopermette agli operatori di intervenire, laddove necessario con attività o colloqui, pertranquillizzare il minore, fornirgli risposte e soddisfare i sui bisogni nei limiti delle realipossibilità della struttura. Affrontare tali argomenti delicati può essere agevolatoattraverso la realizzazione di attività ricreative durante le quali i minori imparano alcuneparole in italiano che possono tornare loro utili nella vita di tutti i giorni.

attività Grigia:Dopo aver presentato e condiviso con i minori la nuova realtà nella quale si trovano avivere è molto importante garantire loro la possibilità di presentare la cultura diprovenienza. Tale attività permette di valorizzare la loro personalità promuovendo ilriconoscimento e la consapevolezza di sé. I minori si sentiranno coinvolti e gli operatoripotranno apprendere utili informazioni di carattere religioso e culturale chepermetteranno loro di comprendere meglio atteggiamenti, richieste e abitudini deiragazzi migliorando così il loro servizio e riducendo possibili conflitti e malintesi.

attività Verde:La prima delle attività “scure” è pensata per far emergere lo stato d’animo dei minori chesono in struttura da molto tempo e permettere loro di contribuire attivamente almiglioramento degli standard di accoglienza garantiti dalla stessa. A causa del tempo ivitrascorso i minori hanno compreso molto bene “come funziona” la struttura e dunquerisulta fondamentale farli partecipare nella gestione, per un miglioramento che riguarderàanche quelli presenti da poco tempo o quelli che arriveranno in futuro. Talepartecipazione aumenterà la loro capacità di proteggersi e supportarsi tra pari nonché ilmiglioramento dei servizi loro destinati.

attività Rossa:E’ fondamentale, a questo punto del percorso, guidare i minori nelle diverse fasi chescandiranno la loro presenza nel paese di accoglienza. Far vivere loro il percorso di“integrazione” tramite l’esperienza del gioco, consentirà di conoscere la strada che liattende, non creare false aspettative verso il futuro e di arrivare in maniera serena nellacomunità per minori. Informare i minori è un loro diritto e la consapevolezza verso ilfuturo aumenta la stima in loro stessi e riduce la frustrazione verso un futuro incerto.

attività Blu:I minori che si trovano a vivere per un prolungato periodo di tempo presso le strutturepotrebbero trovare comunque una stabilità a accettare questa condizione di vita, chedovrebbe essere temporanea, come qualcosa di positivo. E’ importante in questo casoaccompagnare i minori nel confronto tra ciò che una struttura di accoglienza temporaneae una comunità per minori possono garantire loro. Si deve riflettere insieme sulla differenza sostanziale tra i due livelli di accoglienza masoprattutto su ciò che i minori vorrebbero per il loro futuro. Ciò consente agli stessi divalutare che la vita nella struttura non permette di soddisfare quelli che sono e saranno iloro reali bisogni.

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attività Marrone:A seguito di tale confronto è necessario condividere con i minori cos’è una comunità perminori ed i motivi per cui, la stessa, potrebbe essere molto importante per il loro futuro eper la loro vita. E’ sempre fondamentale partire dalle loro percezioni (quindi dalla loro ideadi cos’è una comunità) per una condivisione efficace.

attività Viola:Una volta presentato loro cos’è una comunità è molto importante illustrare i rischi in cuipotrebbero incorrere ed i relativi fattori di protezione condividendo in che modo unacomunità per minori può garantire questi ultimi. Un tale livello partecipativo consente aiminori di divenire maggiormente consapevoli dei propri diritti e delle responsabilità chequesti comportano;

Tutte le suddette attività devono essere realizzate con un approccio child friendly,tenendo conto all’età e del grado di maturità del gruppo dei partecipanti in modo tale cheogni minore abbia la possibilità di contribuire e partecipare in modo rilevante e al massimodelle sue capacità. Tale approccio favorisce e facilita in particolare la fase di “aggancio” ecoinvolgimento dei minori nelle attività stesse, distinguendo il momento dedicato allapartecipazione da ogni altro momento di vita quotidiana nella struttura.

La scelta di differenziare la figura e l’intervento di un “facilitatore” da quella di unsupporto specifico alle attività, è legata al contesto nel quale queste vengonorealizzate e dal diverso ruolo che, un operatore/educatore svolge rispetto a quellodi un consulente legale e/o di uno psicologo.E’ molto importante, ai fini della metodologia, distinguere il ruolo ed il coinvolgimento delledue figure. Nel caso di specie, per facilitatore si vuole intendere colui che, durante le attivitàcon i ragazzi, facilita il confronto e l’emersione dei contenuti mentre colui che supporta, èpresente durante le attività ma interviene solamente in specifiche fasi delle stesse (inparticolare durante la condivisione dei risultati immediati) agevolando la comprensione el’approfondimento di specifiche tematiche, attraverso la sua professionalità e conoscenzadella specifica materia oggetto dell’attività stessa.

La realizzazione delle seguenti attività può essere supportata dall’utilizzo di alcunespecifiche schede contenute nel “Welcome Kit”19 prodotto dall’Autorità Garante perl’Infanzia e l’Adolescenza. In particolare:

SCHEDA WELCOME KIT DI RIFERIMENTO

Attività Bianca Centro Temporaneo di Accoglienza + I tuoi doveri qui

Attività Gialla Dove ti trovi?

Attività Arancione Scheda speciale Eritrea (rivolta a minori eritrei), Accertamento dell’età + Richiesta di invio documentidal paese di origine (ad esempio con minori egiziani)

Attività Azzurra Dizionario illustrato

Attività Rossa I tuoi diritti, I tuoi doveri

Attività Blu Centro Temporaneo di Accoglienza + Comunità

Attività Marrone Comunità

Attività Viola Consigli dei tuoi compagni che sono in Italia

Si consiglia di guidare e accompagnare i minori nell’utilizzo del kit,contestualizzandone i contenuti con la realtà di riferimento, in modo da evitare un usoscorretto dello stesso.

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taBElla DEllE attIVItàAttività

BIANCA Target group: Nuovi arrivi in struttura

Obiettivo: accoglienza dei nuovi arrivi, conoscenza nel gruppo e fra il gruppo e gli operatori, condivisione di regole e spazi.

GIALLA Target group: Minori da poco tempo nella struttura

Obiettivo: conoscenza nel gruppo e fra il gruppo e gli operatori; condivisione di nozioni sull’Italia e sull’Europa e approfondimento del progetto migratorio dei ragazzi (condividere le aspettative dei ragazzi circa la loro volontà di rimanere in Italia o di spostarsi in altri paesi europei).

ARANCIONE Target group:Minori “in transito” di nazionalità specifiche quali ad esempio eritrei, somali, egiziani.

Obiettivo: Far emergere il progetto migratorio di tale gruppo di minori e la presenza di parenti in altri paesi europei.

AZZURRA Target group: Tutti i minori presenti nella struttura.

Obiettivo: condividere parole chiave su saluti e stati d’animo (in lingua italiana)

GRIGIA Target group: Tutti i minori presenti nella struttura

Obiettivo: conoscenza di usanze e costumi dei paesi di provenienza

VERDE Target group:Minori da molto tempo nella struttura

Obiettivo: indagare percezioni su condizioni di accoglienza e rendere partecipi i ragazzi nella gestione di aspetti di vita quotidiana nella struttura

ROSSA Target group:Minori da molto tempo nella struttura

Obiettivo: condividere parole chiave sul percorso di integrazione in Italia e in Europa

BLU Target group:Minori da molto tempo nella struttura

Obiettivo: raccogliere opinioni, percezioni ed esperienze sul tema di accoglienza e aspettative sul futuro

MARRONE Target group:Minori da molto tempo nella struttura

Obiettivo: approfondire nozioni, percezioni e aspettative su vitain Italia e nelle comunità per minori

VIOLA Target group:Minori da molto tempo nella struttura

Obiettivo: conoscere e approfondire rischi e fattori di protezione in quanto minori

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Tutte le attività sono state elaborate nel rispetto degli standard per la partecipazione diSave the Children20 i quali costituiscono anche la base alle indicazioni metodologiche cheseguono, da considerarsi come attenzioni specifiche da porre in essere quando si svolgeun lavoro con gruppi di ragazzi in un contesto complesso come quello delle strutture diprima accoglienza.

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INDICAZIONI METODOLOGICHE

■ Ogni qual volta si propongono delle attività ai minori è fondamentalecondividere con loro il senso e la finalità delle stesse (ad esempio: il giocoè per far passare il tempo, per curare il corpo e la mente).

■ Tutti i minori devono sentirsi liberi di partecipare o meno e di lasciare inogni momento l’attività (non tutti e in ogni momento avranno voglia digiocare o comunicare). In attività che implichino l’espressione di opinionio racconti personali si ha cura di non forzare nessuno ad esporsi sereticente. E’ importante definire con i minori – eventualmente con i loroleader “spontanei”- gli orari, i tipi di attività, gli spazi.

■ Al fine di rendere le attività accessibili a tutti i minori intenzionati apartecipare, viene istituita e “pubblicizzata” di volta in volta, durante leattività ordinarie previste, una fascia oraria in cui si svolgono le attività(esempio dalle 16 alle 18) e gli spazi ad esse adibiti vengono delimitaticon supporti visibili modo da renderli chiari e accessibili.

■ Il tempo/spazio dell’attività è delimitato da un momento iniziale e unofinale (facendo ad esempio piccole attività di movimento del corpo o diconoscenza per riscaldamento, fisico e mentale).

■ Nelle attività si stabiliscono dei momenti di restituzione informale suaspetti positivi e negativi delle stesse, ed eventuali proposte. L’attivitàviene pianificata, quanto possibile in anticipo, per avere tempo sufficientealla preparazione dei materiali, alla loro disposizione e agli spazi dedicati(chiedendo l’aiuto dei minori qualora fosse possibile).

■ È utile creare dei cartellini per far scrivere il nome ai minori e aglioperatori da attaccare alla maglietta all’inizio dell’attività (si potrebberoraccogliere in un cestino e distribuire di volta in volta).

■ Si consiglia di proporre attività ed esercizi semplici, sempre con ilsupporto di un mediatore linguistico o parlando una lingua veicolare atutti comprensibile, al fine di rendere possibile la partecipazione a minoricon diverse competenze cognitive/emotive e linguistiche . In generaleogni attività deve contenere delle modalità di avvicinamento eapprendimento della lingua italiana, la quale può costituire un fattorefondamentale e motivante per i minori che vogliono rimanere in Italia(ad esempio usando nei giochi poche parole chiave in italiano, facili dacomprendere come “avanti, dietro, felice, triste, caldo, freddo”).Un’attenzione particolare viene posta nel rispettare la sensibilità inpresenza di minori non scolarizzati nelle attività che prevedono scritturae/o lettura.

■ In caso si verifichino momenti di tensione durante le attività fra i minoripartecipanti, è importante non ignorare tale tensione, e in casointerrompere le attività condividendo con gli stessi le motivazioni. In ognicaso occorre aver cura di non forzare nessuna situazione/contatto framinori o fra gruppi di essi.

Le attività sono pesate per gruppi di 20/30 ragazzi, che condividono una o duelingue veicolari. Qualora i gruppi fossero molto numerosi, occorre ripeterel’attività per 2 o più giorni.

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SCHEDE attIVItàAl fine di soddisfare i requisiti per una partecipazione etica e significativa èfondamentale garantire che ogni attività di partecipazione sia necessariamente articolatasecondo il seguente schema operativo in modo tale da differenziare i momenti dedicatialla partecipazione dalle altre attività svolte giornalmente all’interno della struttura. Taleschema permette agli operatori che dovranno realizzare le attività di avvalersi di unostrumento di supporto allo svolgimento delle stesse e permette inoltre ai minori diidentificare tempi, spazi e modalità proprie della metodologia partecipativa.Lo schema è articolato in 5 momenti consecutivi organizzati in ordine cronologico. Si sottolinea inoltre l’importanza di un approccio e di un ambiente child friendly inognuno dei suddetti momenti.

1. CERCHIO INIZIALE - RISCALDAMENTOMomento iniziale con cui si avvia ogni attività. Tale momentodovrebbe assumere un carattere di “ufficialità” in modo dadistinguere chiaramente il tempo dedicato alle attività partecipativeda altri momenti della giornata presso la struttura. Deve essererealizzato tenendo conto dell’età e del grado di maturità deipartecipanti e mediante una modalità child friendly.

2. PRESENTAZIONE - SPIEGAZIONE ATTIVITÀNecessario presentare ai minori, in maniera semplice e chiara, tuttela fasi dell’attività alla quale sono invitati a partecipare: obiettivi,modalità di svolgimento, possibili risultati. In questo modo i minoripossono scegliere se e come prendere parte all’attività stessa.

3. ATTIVITÀ LABORATORIO*Momento centrale dell’attività in cui si svolgono i lavori prestabiliti.

4. CONDIVISIONE RISULTATI IMMEDIATIFase in cui si condividono con i minori i risultati emersi durantel’attività svolta, si risponde alle loro domande, si chiariscono dubbi,si raccolgono loro impressioni e proposte alle quali èfondamentale dare risposte chiare e concrete (nel caso in cuialcune proposte/necessità verranno disattese è importantecondividerne le motivazioni).

5. CERCHIO DI CHIUSURAMomento che chiude l’attività. Dovrebbe assumere un caratteredi “ufficialità” in modo da distinguere chiaramente il tempo delleattività partecipative da altri momenti della giornata presso lastruttura.

* Gioco di Conoscenza: In caso di prima attività o nuovi arrivi è necessario svolgereun’attività di conoscenza/presentazione tra i partecipanti (tra i ragazzi e, tra ragazzi eoperatori, prima dell’inizio delle attività) all’interno di questa fase ovvero prima di iniziare le attività.

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ATTIVITà bIAncA

Target Group: Nuovi arrivi in struttura (o prima attività)Obiettivo: accoglienza dei nuovi arrivi, conoscenza nel gruppo e fra il gruppo e gli operatori, condivisione di regole e spazi. Facilitatore: Operatore e mediatore culturaleDurata: 45 min.Materiali: cartelloni, pennarelli, cartellini tagliati, badge, post it

1. CERCHIO DI RISCALDAMENTO

Ci si dispone un cerchio (di cui fanno parte anche gli operatori coinvolti) e si saluta in due o più lingue e tutti i partecipanti ripetono.

2. PRESENTAZIONE - SPIEGAZIONE ATTIVITÀ

Si condivide con i minori: - chi sono gli operatori coinvolti e quale sarà il loro ruolo nell’attività;- qual è lo scopo dell’ attività e in cosa consiste (ad esempio: “Oggi vi presentiamo la struttura in cui vi trovate, le persone che cilavorano, gli spazi e le cose che potrete utilizzare, le regole che vi chiediamo di rispettare”);

- quali sono le “regole del gioco” (come si partecipa, come si interviene, come funziona il gruppo di lavoro, qual è lo spazio edi materiali utilizzabili, quali sono i tempi previsti).

Tali regole possono essere scritte in maniera semplice su un cartellone (in italiano e in altre lingue) possibilmente associate adun riferimento grafico (disegno e/o simbolo).

GIOCO DI CONOSCENZA

- Ogni minore dice il suo nome facendo un gesto; tutti ripetono nome e gesto (50 persone max).- In alternativa ogni minore dice il suo nome e il significato (20 persone max) a gruppetti prendono colori e cartoncini,scrivono il loro nome e un segno di riconoscimento, e li inseriscono nel badge. Poi con lo scotch di carta lo attaccano alla maglietta.

Condividere con i partecipanti l’importanza dei cartellini di riconoscimento e stabilire con loro la regola che ogni qual voltaun’attività inizia indosseranno i cartellini; ad attività terminata dovranno essere restituiti.

IN ALTERNATIVA:Il gruppo si dispone in cerchio. Chi inizia dice il suo nome accompagnando ogni sillaba con un battito ritmico. (esempio: RITAbatte le mani sulle cosce per RI e sul petto per TA. Tutto il gruppo ripete. La persona a sinistra si presenta con proprio nome ebattito ritmico, e tutto il gruppo ripete entrambi i nomi insieme ai gesti, si continua finché non finisce il giro (dopo 8 personericominciare da capo).Variante 1: il ritmo/nome si usa per chiamare qualcun altro del gruppo che ripete il ritmo col suo nome e poi ne fa uno nuovoper chiamare qualcun altro. Variante 2: ognuno fa un ritmo col suo nome e tutti li ripetono più volte. Poi si ricomincia.

3. ATTIVITÀ/ LABORATORIO

Spiegazione ruoli e regole struttura:

a) mostrare disegni delle varie figure/operatori che lavorano nella struttura chiedendo loro se sono a conoscenza di cosafanno queste “figure” all’interno della struttura ed in che modo posso essere loro di aiuto. A seguito delle risposte deiminori è fondamentale chiarire dubbi e incomprensioni (per le figure vedere schede illustrative di riferimento in appendice).

b) ripercorrere brevemente la giornata tipo nel centro per spiegar regole (orari pasti, uso telefoni, docce, spazi). Se possibilechiedere ad un minore di scrivere in una lingua veicolare tali regole su un cartellone che tutti potranno consultare in unospazio individuato precedentemente dagli operatori che diverrà il punto informazioni.ATTENZIONE! È fondamentale associare le regole e gli spazi ad illustrazioni grafiche accompagnate da didascalie in piùlingue e affiggerle oltre che nel punto informazioni anche negli spazi comuni. I minori posso partecipare alla realizzazionedei simboli e/o a scrivere le didascalie nella loro lingua.

4. CONDIVISIONE DEI RISULTATI

Rispondere alla domande dei minori circa il ruolo degli operatori e cosa possono fare per loro gli operatori. Chiarire eventualidubbi (ad esempio su tempi di permanenza presso la struttura) e rispondere alle domande emerse nel corso dell’attività

5. CERCHIO DI CHIUSURA

Saluti, comunicazione prossimo appuntamento e applauso finale (riconsegna badge)

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ATTIVITà gIAllA

Target Group: Minori da poco tempo nella struttura Obiettivo: conoscenza nel gruppo e fra il gruppo e gli operatori; condivisione di nozioni sull’Italia e sull’Europa eapprofondimento del progetto migratorio dei ragazzi (condividere le aspettative dei ragazzi circa la loro volontà di rimanere in Italia o di spostarsi in altri paesi europei).Facilitatore: Operatore e Mediatore Culturale con il supporto del Consulente LegaleDurata: 45 min.Materiali: cartelloni, pennarelli, cartellini tagliati, badge, cartina Europa e Africa, cartine tagliate per puzzle, post it, palla

1. CERCHIO DI RISCALDAMENTO

Ogni minore prende il suo badge. Ci si dispone in cerchio (di cui fanno parte anche gli operatori coinvolti) e si saluta in due opiù lingue e tutti i partecipanti ripetono

2. PRESENTAZIONE - SPIEGAZIONE ATTIVITÀ

Si condivide con i minori: - chi sono gli operatori coinvolti e quale sarà il loro ruolo nell’attività;- qual è lo scopo dell’ attività e in cosa consiste( ad esempio:”Oggi capiamo insieme dove ci troviamo e cosa vogliamo saperesull’Italia e sull’Europa”);

- quali sono le “regole del gioco” (come si partecipa, come si interviene, come funziona il gruppo di lavoro, qual è lo spazio edi materiali utilizzabili, quali sono i tempi previsti).

Tali regole possono essere scritte in maniera semplice su un cartellone (in italiano e in altre lingue) possibilmente associate adun riferimento grafico (disegno e/o simbolo).

3. ATTIVITÀ/ LABORATORIO

Lavoro con le carte geografiche

a) Dividere i partecipanti in due o più squadre, suddivise per colore��b) gioco a squadre: si consegnano i pezzi di una cartina (Africa/Europa) con scotch e un cartoncino. Le squadre devonoricomporre le cartine nel minor tempo possibile (per figure vedere schede illustrative di riferimento in appendice).

c) Finito il tempo il componente di ciascuna squadra può dire il nome di una citta o di un paese europeo che conoscealzandosi e indicando il collocamento dello stesso sulla cartina; inizia la squadra che ha ricomposto la cartina nel minortempo e a seguire le altre sempre in base all’ordine di arrivo.

d) il conduttore prenderà nota di quale squadra è riuscita ad elencare il maggior numero di citta o nazioni conosciute che saràpoi premiata come vincitrice.

e) Si approfondisce il collocamento geografico della struttura (nazione, regione, provincia e comune) f) A conclusione di questo momento, minori e operatori disposti in cerchio, si scambiano domande e risposte sull’Italia esull’Europa lanciandosi una palla; chi ha la palla farà una domanda ad alta voce e lancerà la palla verso colui al quale chiedeuna risposta chiamandolo per nome( ad esempio il giocatore A fa una domanda al giocatore B e gli lancia la palla. Ilgiocatore B riceve la palla, risponde e lancia a sua volta la palla verso un altro giocatore facendo un’altra domanda) e cosìvia finchè tutti i giocatori non hanno fatto almento una domanda.

4. CONDIVISIONE DEI RISULTATI

Rispondere alla domande dei ragazzi emerse durante le attività e chiarire eventuali dubbi circa la possibile permanenza in Italiao la possibilità di spostarsi in altri paesi europei.ATTENZIONE! In tale fase risulta fondamentale il supporto di un consulente legale

5. CERCHIO DI CHIUSURA

Saluti, comunicazione prossimo appuntamento e applauso finale (riconsegna badge)

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ATTIVITà ArAncIone

Target: Minori “in transito” di nazionalità specifiche quali ad esempio eritrei, somali, egizianiObiettivo: Far emergere il progetto migratorio di tale gruppo di minori e la presenza di parenti in altri paesi europeiFacilitatore: Operatore e Mediatore Culturale con il supporto del Consulente LegaleDurata: 45 minMateriali: albero genealogico, buzz o bandierina, cartelloni, cartoncini, post-it

1. CERCHIO DI RISCALDAMENTO

Ogni minore prende il suo badge. Ci si dispone in cerchio (di cui fanno parte anche gli operatori coinvolti) e si saluta in due opiù lingue e tutti i partecipanti ripetono.In alternativa: il conduttore fa movimenti di allungamento e scioglimento muscolare e nomina le parti del corpo e le direzionidove si muove (avanti dietro, destra, sinistra), tutti ripetono gesti e parole

2. PRESENTAZIONE - SPIEGAZIONE ATTIVITÀ

Si condivide con i minori: - chi sono gli operatori coinvolti e quale sarà il loro ruolo nell’attività;- qual è lo scopo dell’ attività e in cosa consiste (ad esempio: “oggi parliamo della nostra famiglia e delle persone che ne fannoparte”);

- quali sono le “regole del gioco” (come si partecipa, come si interviene, come funziona il gruppo di lavoro, qual è lo spazio edi materiali utilizzabili, quali sono i tempi previsti).

Tali regole possono essere scritte in maniera semplice su un cartellone (in italiano e in altre lingue) possibilmente associate adun riferimento grafico (disegno e/o simbolo).

3. ATTIVITÀ/ LABORATORIO

Lavoro su parentele:

a) Si attacca il disegno di un albero genealogico con dei nomi fittizi.b) I partecipanti vengono suddivisi in squadre ed ogni squadra dovrà nominare un portavoce. Il conduttore fa domande suilegami di parentela presenti nel disegno dell’albero(ad esempio, cos’è ismael per abram? Risposta: cugino).

c) Il primo portavoce che suona un buzz o che prende una bandierina può rispondere. Se risponde correttamente si ripetetutti insieme la parola indovinata in italiano e si consegna alla squadra un cartoncino con scritta la parola.

d) Una volta terminate tutte le parole vince la squadra che ha ottenuto il maggior numero di cartoncini.e) Tutti i partecipanti posso creare il loro albero genealogico presentando poi al gruppo i nomi dei propri familiarispecificando il grado di parentela in italiano con l’aiuto degli operatori (per figure vedere schede illustrative di riferimento inappendice).

f) Si dedica uno spazio alla fine dell’attività per eventuali domande dei minori e si chiede loro se tutti i parenti che hannoinserito nell’albero si trovano nel loro paese di origine o se alcuni di loro sono in altri paesi

4. CONDIVISIONE DEI RISULTATI

Rispondere in maniera chiara e comprensibile qualora emergano domande e dare seguiti ad eventuali messaggi o richiesteemerse dai minori.IMPORTANTE! In tale fase risulta fondamentale il supporto di un consulente legale qualora emerga la richiesta da parte deiminori di ricongiungersi a loro familiari.

5. CERCHIO DI CHIUSURA

Saluti, comunicazione prossimo appuntamento e applauso finale (riconsegna badge)

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ATTIVITà AzzurrA

Target:Tutti i minori presenti nella struttura.Obiettivo: condividere parole chiave su saluti (in lingua italiana) e stati d’animo Facilitatore: Operatore e Mediatore Culturale con il supporto dello PsicologoDurata: 45 minMateriali: cartellone con disegno facce, tesserine parole, post it, pennarelli

1. CERCHIO DI RISCALDAMENTO

Ognuno prende il suo badge. Si dispone un cerchio (di cui fanno parte anche gli operatori coinvolti) e si saluta in due o piùlingue e tutti i partecipanti ripetono.In alternativa: il conduttore fa movimenti di allungamento e scioglimento muscolare e nomina le parti del corpo e le direzionidove si muove (avanti dietro, destra, sinistra), tutti ripetono gesti e parole

2. PRESENTAZIONE - SPIEGAZIONE ATTIVITÀ

Si condivide con i ragazzi: - chi sono gli operatori coinvolti e quale sarà il loro ruolo nell’attività;- qual è lo scopo dell’ attività e in cosa consiste (ad esempio: “oggi impariamo insieme alcune parole in italiano che possonoessere molto utili”);

- quali sono le “regole del gioco” (come si partecipa, come si interviene, come funziona il gruppo di lavoro, qual è lo spazio ed i materiali utilizzabili, quali sono i tempi previsti).

Tali regole possono essere scritte in maniera semplice su un cartellone (in italiano e in altre lingue) possibilmente associate adun riferimento grafico (disegno e/o simbolo).

3. ATTIVITÀ/ LABORATORIO

Lavoro su stati d’animo e parole chiave

a) I partecipanti vengono suddivisi in piccoli gruppi e il conduttore assegna a ciascun gruppo un cartoncino sul quale è indicataun’espressione (ad esempio Buongiorno, buonasera, Come stai? Bene grazie, male, felice, triste, stanco, spaventato, contento).Una volta assegnate le espressioni, il conduttore indica un gruppo alla volta chiedendo loro di ripetere tutti insiemel’espressione assegnata. A quel punto il conduttore, come un maestro d’orchestra, indicherà i gruppi mettendo in relazionedomande e risposte (ad esempio il gruppo con l’espressione “come stai?” con quello del “bene, grazie! E tu?”). Tale attivitàpuò essere ripetuta più volte utilizzando frasi/domande più complesse che possono essere stabilite con i ragazzi stessi inbase a ciò che secondo loro è importante imparare in italiano. È importante che tutto il gruppo risponda all’unisono. Bravi avete imparato le parole!

b) Si attacca un cartellone che rappresenta facce con espressioni diverse. Ogni gruppo attacca la sua parola sulla faccia che glisembra corrispondere.

c) Chi vuole, liberamente, può condividere con il gruppo come si sente in quel momento usando le parole imparate initaliano (si può richiedere ogni volta che si apre un’attività).

4. CONDIVISIONE DEI RISULTATI

Rispondere in maniera chiara e comprensibile alle domande dei minori e confrontarsi con loro circa lo stato d’animomanifestato. IMPORTANTE! qualora emergano negli stati d’animo elementi o indicatori di particolari vulnerabilità è fondamentale lapresenza e il supporto dello psicologo.

5. CERCHIO DI CHIUSURA

Saluti, comunicazione prossimo appuntamento e applauso finale (riconsegna badge)

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ATTIVITà grIgIA

Target:Tutti i minori presenti nella strutturaObiettivo conoscenza e condivisione di usanze e costumi dei paesi di provenienza dei minoriFacilitatore: Operatore e Mediatore CulturaleDurata: 45 minMateriali: cartellone punteggi, pennarelli, matite

1. CERCHIO DI RISCALDAMENTO

Ogni minore prende il suo badge. Ci si dispone in cerchio (di cui fanno parte anche gli operatori coinvolti) e si saluta in due opiù lingue e tutti i partecipanti ripetono.In alternativa: il conduttore fa movimenti di allungamento e scioglimento muscolare e nomina le parti del corpo e le direzionidove si muove (avanti dietro, destra, sinistra), tutti ripetono gesti e parole

2. PRESENTAZIONE - SPIEGAZIONE ATTIVITÀ

Si condivide con i minori: - chi sono gli operatori coinvolti e quale sarà il loro ruolo nell’attività;- qual è lo scopo dell’ attività e in cosa consiste (ad esempio: “oggi potrete presentare agli altri il vostro paese e la vostra cultura ecapire qualcosa su paesi e culture diverse dalla vostra”);

- quali sono le “regole del gioco” (come si partecipa, come si interviene, come funziona il gruppo di lavoro, qual è lo spazio edi materiali utilizzabili, quali sono i tempi previsti).

Tali regole possono essere scritte in maniera semplice su un cartellone (in italiano e in altre lingue) possibilmente associate adun riferimento grafico (disegno e/o simbolo).

3. ATTIVITÀ/ LABORATORIO

Lavoro su usi e costumi dei paesi di provenienza:

a) si divide il gruppo in squadre che dovranno fare vari giochi, ogni gioco da un punteggio.b) I giochi sono spiegati all’inizio (poi gli operatori aiutano le squadre di volta in volta). Le squadre hanno 5 minuti per ogniprova: - scegliere e alla fine cantare una canzone preferita; - disegnare 3 tipi di case/abitazioni diverse; - fare un ballo tipico del proprio paese; - descrivere gli ingredienti di 1 piatto tipico - disegnare 4 bandiere; - salutare in 4 lingue diverse.

c) finito il tempo le squadre devono presentare i propri risultati. La giuria darà punteggio per ogni prova. IMPORTANTE!Mettere a confronto le diverse culture (anche quella italiana) in base ad alcuni aspetti emersi durante l’attività (ad esempiorispetto al cibo, a modi di dire o saluti, ai tipi di case, al modo di giocare).

4. CONDIVISIONE DEI RISULTATI

Rispondere in maniera chiara e comprensibile qualora emergano domande e condividere con loro la ricchezza di ogni culturasenza preferenze.

5. CERCHIO DI CHIUSURA

Saluti, comunicazione prossimo appuntamento e applauso finale (riconsegna badge)

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ATTIVITà Verde

Target: Minori presenti da tempo nella strutturaObiettivo: indagare percezioni su condizioni di accoglienza e rendere partecipi i ragazzi nella gestione di aspetti divita quotidiana nella strutturaFacilitatore: Operatore e Mediatore Culturale con il supporto dello PsicologoDurata: 45 min.Materiali: fogli penne, cartellone pennarelli

1. CERCHIO DI RISCALDAMENTO

Ogni minore prende il suo badge. Ci si dispone in cerchio (di cui fanno parte anche gli operatori coinvolti) e si saluta in due opiù lingue e tutti i partecipanti ripetono

2. PRESENTAZIONE - SPIEGAZIONE ATTIVITÀ

Si condivide con i minori: - chi sono gli operatori coinvolti e quale sarà il loro ruolo nell’attività;- qual è lo scopo dell’ attività e in cosa consiste (ad esempio: “Oggi cerchiamo di capire cosa si prova ad arrivare e a vivere nellastruttura di prima accoglienza e cosa si potrebbe fare per migliorarla, anche per i ragazzi che verranno dopo di voi.”);

- quali sono le “regole del gioco” (come si partecipa, come si interviene, come funziona il gruppo di lavoro, qual è lo spazio edi materiali utilizzabili, quali sono i tempi previsti).

Tali regole possono essere scritte in maniera semplice su un cartellone (in italiano e in altre lingue) possibilmente associate adun riferimento grafico (disegno e/o simbolo).

3. ATTIVITÀ/ LABORATORIO

Lavoro su stati d’animo e proposte su come migliorare la vita nella struttura

a) Divisione dei partecipanti in coppie o in piccoli gruppi (ad esempio si potrebbe dividere i minori per nazionalità ecoinvolgere loro Leader spontanei per gestire il lavoro del gruppetto): ogni gruppetto scrive nella propria lingua una letterao realizza un disegno (in caso di minori non scolarizzati) a un proprio amico nel paese di origine per raccontare lapermanenza nella struttura e cosa sarebbe bello che ci fosse/si facesse nella struttura

b) chi vuole la legge e il mediatore la traducec) gli argomenti principali vengono appuntati su un cartelloneGli spunti emersi verranno sottoposti a chi si occupa della struttura per raccontare quali sono le opinioni dei minori

4. CONDIVISIONE DEI RISULTATI

Le proposte/commenti dei minori devono avere una pronta risposta da parte degli operatori della struttura. IMPORTANTE! Dare visibilità ai cambiamenti (anche minimi) messi in atto nella struttura su suggerimento dei minori ecoinvolgerli attivamente negli stessi. Nel caso in cui altri suggerimenti proposti non possano avere seguiti è fondamentalespiegare il perché ai minori.ATTENZIONE! Qualora emergano nei racconti elementi o indicatori di particolari vulnerabilità è fondamentale la presenza eil supporto dello psicologo.

5. CERCHIO DI CHIUSURA

Saluti, comunicazione prossimo appuntamento e applauso finale (riconsegna badge)

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ATTIVITà rossA

Target: Minori presenti da tempo nella strutturaObiettivo: condividere parole chiave e “attori” presenti nel percorso di integrazione in Italia/Europa,Facilitatore: Operatore e Mediatore Culturale con il supporto del Consulente legaleDurata: 45 minMateriali: testimoni staffetta (cartoncini con scritte parole chiave), scotch di carta per disegnare percorso

1. CERCHIO DI RISCALDAMENTO

Ogni minore prende il suo badge. Ci si dispone in cerchio (di cui fanno parte anche gli operatori coinvolti) e si saluta in due opiù lingue e tutti i partecipanti ripetono.In alternativa: il conduttore fa movimenti di allungamento e scioglimento muscolare e nomina le parti del corpo e le direzionidove si muove (avanti dietro, destra, sinistra), tutti ripetono gesti e parole

2. PRESENTAZIONE - SPIEGAZIONE ATTIVITÀ

Si condivide con i minori: - chi sono gli operatori coinvolti e quale sarà il loro ruolo nell’attività;- qual è lo scopo dell’ attività e in cosa consiste (ad esempio: “oggi capiamo insieme il percorso che dovrete fare per vivere in Italiae in Europa”);

- quali sono le “regole del gioco” (come si partecipa, come si interviene, come funziona il gruppo di lavoro, qual è lo spazio edi materiali utilizzabili, quali sono i tempi previsti).

Tali regole possono essere scritte in maniera semplice su un cartellone (in italiano e in altre lingue) possibilmente associate adun riferimento grafico (disegno e/o simbolo).

3. ATTIVITÀ/ LABORATORIO

Lavoro su percorso di integrazione in Italia:

a) Si prepara il percorso: dovrà comprendere alcuni ostacoli e alcune andature (ad esempio: prima parte del percorso su unpiede solo, poi slalom, poi salti a piedi uniti, poi camminata a 4 zampe)

b) Si spiegano i vari elementi (“testimoni della staffetta”) presenti nel gioco che rappresentano più o meno in ordinecronologico le diverse fasi che i ragazzi dovranno affrontare nel loro percorso di integrazione (ad esempio: 1 collocamentoin comunità; 2 tutore; 3 inizio pratica per permesso di soggiorno; 4 scuola; 5 permesso di soggiorno; 6 lavoro). Vedere schedeillustrative di riferimento in appendice.

c) Si dividono i minori in 3 squadre con uguale numero di giocatori (o si fa correre qualcuno due volte), se possibilecontrassegnate da un colore e ogni squadra si dispone in fila indiana dietro la linea di partenza.

d) Si spiega il percorso.e) Le squadre partono insieme al via. Inizia il primo giocatore della fila, fa tutto il percorso prende il testimone che gli daràl’operatore alla fine del percorso e torna indietro. Passa il testimone al secondo giocatore. Questo fa il percorso e arriva allafine dove prende un secondo testimone (si accumulano).

f) La squadra i cui giocatori riescono ad ottenere tutti i testimoni per prima, facendo regolarmente il percorso vinceg) Si spiega il senso del gioco ed il significato di ogni singolo “testimone”: il percorso che dovrete fare per stare in Italia (ma anche

in Europa) è fatto di varie tappe, ci sono a volte degli ostacoli (per la burocrazia o simili) e dovrete avere pazienza .

4. CONDIVISIONE DEI RISULTATI

Rispondere in maniera chiara e comprensibile alle domande dei minori correggendo eventuali visioni distorte circa il percorsodi integrazione in Italia e i diversi “attori” che interverranno in tale percorso.IMPORTANTE! In tale fase risulta fondamentale il supporto di un consulente legale.

5. CERCHIO DI CHIUSURA

Saluti, comunicazione prossimo appuntamento e applauso finale (riconsegna badge).

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ATTIVITà blu

Target: minori presenti da molto tempo nella strutturaObiettivo: raccogliere opinioni, percezioni ed esperienze sul tema di accoglienza e aspettative sul futuroFacilitatore: Operatore e Mediatore Culturale con il supporto del Consulente legaleDurata: 45 minMateriali: Cartelloni, cartoncini o post-it, pennarelli, palla

1. CERCHIO DI RISCALDAMENTO

Ogni minore prende il suo badge. Ci si dispone in cerchio (di cui fanno parte anche gli operatori coinvolti) e si saluta in due opiù lingue e tutti i partecipanti ripetono

2. PRESENTAZIONE - SPIEGAZIONE ATTIVITÀ

Si condivide con i minori: - chi sono gli operatori coinvolti e quale sarà il loro ruolo nell’attività;- qual è lo scopo dell’ attività e in cosa consiste (ad esempio: “oggi vorremmo capire insieme cosa significa per voi la parolaaccoglienza e cosa vorreste per il vostro futuro”);

- quali sono le “regole del gioco” (come si partecipa, come si interviene, come funziona il gruppo di lavoro, qual è lo spazio edi materiali utilizzabili, quali sono i tempi previsti).

Tali regole possono essere scritte in maniera semplice su un cartellone (in italiano e in altre lingue) possibilmente associate adun riferimento grafico (disegno e/o simbolo).

3. ATTIVITÀ

Lavoro su prima e seconda accoglienza:

a) Si attacca un cartellone con la scritta “accoglienza” (tradotta ai ragazzi in due o più lingue veicolari)b) Si consegnano ai partecipanti (che possono essere suddivisi in piccoli gruppi di nazionalità) dei cartoncini e si chiede loro discrivere (o disegnare) una o più parole nella loro lingua per dire “accoglienza”

c) Uno alla volta i minori (eventualmente il portavoce del gruppetto) spiegano agli altri cosa hanno scritto e attaccano ilcartoncino sul cartellone. Se necessario si fanno domande per chiarire concetto.

d) A questo punto si chiede ai partecipanti (individualmente o a gruppi) di elencare 8 elementi che, a loro parere servono aduna “buona accoglienza” e ordinarli per importanza.

e) Attaccare due cartelloni che rappresentano rispettivamente “prima accoglienza” e “seconda accoglienza” che possonoessere differenziate come “cosa ho oggi” e “cosa vorrei domani” (o in futuro) e chiedere ai minori di attaccare gli 8elementi distribuendoli tra i 2 cartelloni e spiegando il motivo.

f) A questo punto l’operatore attaccherà su 2 cartelloni dei cartoncini raffiguranti servizi di accoglienza garantitirispettivamente dalla prima e dalla seconda accoglienza illustrandoli in maniera semplice e chiara, in più lingue veicolaripartendo da ciò che i ragazzi hanno condiviso. Ad esempio nella prima accoglienza: un tetto, affetto, cibo, amici, persone che si occupano di te, assistenza legale. Nellaseconda, oltre ai punti precedenti: iscrizione alla scuola pubblica e possibilità di conseguire un titolo di studio, iscrizione alS.S.N. e dunque possibilità di essere curato se ti ammali, la possibilità di avere i documenti (come la carta d’identità e ilcodice fiscale), la possibilità di accedere a borse lavoro o tirocini formativi al pari dei minori italiani, la nomina di un tutoreche si occuperà di te, un percorso di integrazione che ti aiuterà ad inserirti nella società, un avvocato che ti darà tutte leinformazioni necessarie per capire la tua situazione, un mediatore culturale che ti aiuterà ad esprimerti nella tua lingua, lapossibilità di convertire il permesso di soggiorno al raggiungimento dei 18 anni (vedere schede illustrative di riferimento inappendice).

g) E’ fondamentale sottolineare la differenza tra i due livelli di accoglienza e la precarietà e temporaneità della prima anche sealcuni degli elementi presentati sono comuni a entrambi.

h) Disposti in cerchio, si lascia del tempo ai partecipanti per porre alcune domande lanciandosi una palla (chi riceve la pallapuò fare una domanda; una volta ottenuta la risposta lancerà la palla ad un altro che potrà a sua volta fare una domanda odire qualcosa).

4. CONDIVISIONE DEI RISULTATI

Rispondere in maniera chiara e trasparente alle domande dei ragazzi e supportare i minori nella distinzione tra la primaaccoglienza (temporanea e non definitiva) e la seconda accoglienza (più stabile e tutelante circa la loro integrazione ed il lorofuturo).IMPORTANTE! Risulta fondamentale il supporto di un consulente legale per approfondire le tematiche affrontate.

5. CERCHIO DI CHIUSURA

Saluti, comunicazione prossimo appuntamento e applauso finale (riconsegna badge).

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ATTIVITà mArrone

Target: Minori presenti da molto tempo nella struttura Obiettivo: approfondire nozioni, percezioni e aspettative su vita in Italia/comunità per minori – approfondire contenuti informativa legaleFacilitatore: Operatore e Mediatore Culturale con il supporto del Consulente legaleDurata: 45 minMateriali: cartellone con disegno comunità, tesserine parole, post it, pennarelli

1. CERCHIO DI RISCALDAMENTO

Ogni minore prende il suo badge. Ci si dispone in cerchio (di cui fanno parte anche gli operatori coinvolti) e si saluta in due opiù lingue e tutti i partecipanti ripetono. In alternativa: il conduttore fa movimenti di allungamento e scioglimento muscolare e nomina le parti del corpo e le direzionidove si muove (avanti dietro, destra, sinistra), tutti ripetono gesti e parole

2. PRESENTAZIONE - SPIEGAZIONE ATTIVITÀ

Si condivide con i minori: - chi sono gli operatori coinvolti e quale sarà il loro ruolo nell’attività;- qual è lo scopo dell’ attività e in cosa consiste (ad esempio: “oggi capiamo insieme cos’è una comunità per minori e cosatroverete una volta arrivati”);

- quali sono le “regole del gioco” (come si partecipa, come si interviene, come funziona il gruppo di lavoro, qual è lo spazio edi materiali utilizzabili, quali sono i tempi previsti).

Tali regole possono essere scritte in maniera semplice su un cartellone (in italiano e in altre lingue) possibilmente associate adun riferimento grafico (disegno e/o simbolo).

3. ATTIVITÀ/ LABORATORIO

Lavoro su comunità per minori:

a) Si attacca il cartellone che rappresenta una comunità per minori vuota; ad esempio a forma di casab) Si consegnano ai partecipanti dei cartoncini (ad esempio a forma di mattoncini) e si chiede loro cos’è una comunità e/ocosa si immaginano di trovare in una comunità – persone, cose, attività, spazi.

c) Uno alla volta i minori spiegano agli altri che cosa hanno scritto e attaccano il post it sul cartellone. Se necessario si fannodomande per chiarire concetto.

d) Si condivide con i minori cos’è una comunità, cosa e chi troveranno partendo da ciò che i partecipanti hanno scritto opensano e utilizzando alcune parole chiave in italiano (ad esempio: comunità, operatore, assistente sociale, tutore, scuola)

e) Si lascia del tempo ai partecipanti per porre alcune domande

4. CONDIVISIONE DEI RISULTATI

Rispondere in maniera chiara e trasparente alle domande dei minori, in particolare riguardo i tempi dei trasferimenti incomunità ed il motivo per cui alcuni vengono trasferiti prima e altri dopo. Chiarire visione distorte circa la vita nella comunità eil ruolo degli operatori e/o degli altri “attori” che interverranno nel loro percorso.IMPORTANTE! In tale fase risulta fondamentale il supporto di un consulente legale

5. CERCHIO DI CHIUSURA

Saluti, comunicazione prossimo appuntamento e applauso finale (riconsegna badge)

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ATTIVITà VIolA

Target: minori presenti da molto tempo nella strutturaObiettivo: conoscere e approfondire rischi e fattori di protezione in quanto minoriFacilitatore: Operatore e Mediatore Culturale con il supporto del Consulente legaleDurata: 45 minMateriali: cartelloni, carte dei rischi e della protezione, cartoncini, pennarelli, palla

1. CERCHIO DI RISCALDAMENTO

Ogni minore prende il suo badge. Ci si dispone in cerchio (di cui fanno parte anche gli operatori coinvolti) e si saluta in due opiù lingue e tutti i partecipanti ripetono.In alternativa: il conduttore fa movimenti di allungamento e scioglimento muscolare e nomina le parti del corpo e le direzionidove si muove (avanti dietro, destra, sinistra), tutti ripetono gesti e parole.

2. PRESENTAZIONE - SPIEGAZIONE ATTIVITÀ

Si condivide con i minori: - chi sono gli operatori coinvolti e quale sarà il loro ruolo nell’attività;- qual è lo scopo dell’ attività e in cosa consiste (ad esempio: “oggi cerchiamo di capire insieme quali sono i rischi che potetecorrere e come potete essere protetti da questi rischi visto che siete minori”);

- quali sono le “regole del gioco” (come si partecipa, come si interviene, come funziona il gruppo di lavoro, qual è lo spazio edi materiali utilizzabili, quali sono i tempi previsti).

Tali regole possono essere scritte in maniera semplice su un cartellone (in italiano e in altre lingue) possibilmente associate adun riferimento grafico (disegno e/o simbolo).

3. ATTIVITÀ/ LABORATORIO

Lavoro su rischi e protezione:

a) Si attaccano due cartelloni sui quali si scrive rispettivamente “Rischi” e “Protezione” in due o più lingue veicolarispiegandone il significato ai partecipanti;

b) Si dividono i partecipanti in due o più squadre (ad esempio suddivise per lingue veicolari) e si consegna loro alcune “Cartedella Protezione” spiegandone il significato (ad esempio: partecipare, essere ascoltato, lavoro, scuola, assistenza medica,tutore, amici, casa, avvocato, documenti, comunità, asilo, contattare la famiglia). Si spiega loro che gli operatori attaccherannosul cartellone rischi alcune “Carte di Rischio” (ad esempio: lontananza dalla famiglia, guerra, maltrattamento, sfruttamento,lingua straniera, non essere informati o ascoltati, razzismo, non poter andare a scuola o non essere curato) spiegandone ilsignificato e ogni squadra dovrà rispondere a tali rischi con la carta protezione che ritiene appropriata attaccandola alcartellone “protezione” e spiegandone il motivo (vedere schede illustrative di riferimento in appendice).

c) Si consegnano alle squadre anche 4 “Carte Protezione” in bianco che ogni squadra potrà creare nel modo in cui crede piùappropriato per rispondere alle carte rischio spiegandone il motivo (a questo fine il numero delle carte rischio dovràessere maggiore delle carte protezione già illustrate in modo tale da stimolare i ragazzi a creare le loro carte protezionepersonalizzate).

d) Vince la squadra che riesce ad associare un maggior numero di carte protezione alle carte rischio. e) E’ opportuno creare tutte le carte con dei disegni o illustrazioni in modo che siano comprensibili per tutti e spiegarne ilsignificato in due o più lingue veicolari.

f) Si condivide con i minori in che modo la comunità (o centro Sprar) per minori realizza tali fattori di protezione (ad esempio: la presenza di un tutore, di un avvocato e di un mediatore culturale che ti assisteranno e aiuteranno percapire meglio la tua situazione e cosa è meglio per te ascoltando la tua opinione; la possibilità di contattare la tua famiglia; lapossibilità di vivere con un piccolo gruppo di ragazzi come te; la possibilità di essere curato in caso di malattia e di avere idocumenti; la possibilità di essere iscritti a scuola, imparare la lingua e ottenere un titolo di studio; la possibilità di accederea borse di lavoro in regola con la legge e dunque senza il rischio di essere sfruttato; la possibilità di avere degli amici dentroe fuori la comunità; la possibilità di avere un tempo per te per giocare e divertirsi).

g) Se necessario si fanno domande per chiarire concetto.h) Disposti in cerchio, si lascia del tempo ai partecipanti per porre alcune domande lanciandosi una palla (chi riceve la pallapuò fare una domanda; una volta ottenuta la risposta lancerà la palla ad un altro che potrà a sua volta fare una domanda odire qualcosa).

4. CONDIVISIONE DEI RISULTATI

Rispondere in maniera chiara e trasparente alle domande dei minori, in particolare riguardo ai loro diritti in comunità o centroSprar e chiarire nuovamente, se necessario la tempistica dei trasferimenti contestualizzandola alla situazione attuale legata adun altissimo numero di arrivi.IMPORTANTE! In tale fase risulta fondamentale il supporto di un consulente legale

5. CERCHIO DI CHIUSURA

Saluti, comunicazione prossimo appuntamento e applauso finale (riconsegna badge).

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CaPItolo 3

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Un momento delle attività di partecipazione con un gruppo di 28 minori stranieri non accompagnati di differenti nazionalitàall'interno di una struttura di prima accoglienza in provincia di Siracusa (Sicilia), novembre 2014.

Un momento delle attività di partecipazione con un gruppo di almeno 35 minori stranieri non accompagnati di differentinazionalità all'interno del CPSA di Lampedusa, luglio 2011.

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CaPItolo 3

18 Regolamento “Dublino III”19 Per scaricare gratuitamente il kit o farne richiesta consultare il sito www.garanteinfanzia.org20Approccio etico, trasparenza, onestà e responsabilità, partecipazione rilevante e volontaria, ambiente motivante e amisura di bambino e bambina, pari opportunità, personale è efficiente e preparato, la partecipazione promuove lasicurezza e la protezione dei bambini, follow up e valutazione (consultare scheda in appendice del manuale).

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PERCORSI DI PARTECIPAZIONE

IN COMUNITÀ

Capitolo 4

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PERCORSI DI PARTECIPAZIONE

IN COMUNITÀ

COME REALIZZARE UN PERCORSO PARTECIPATIVO

SCHEDE PERCORSI

Capitolo 4

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Save the Children Italia lavora per promuovere il diritto di bambini e adolescenti ad essereascoltati e partecipare, favorendo e sostenendo opportunità attraverso le quali sia data loro lapossibilità di esprimere le proprie opinioni, di essere informati, di prendere parte alle decisioniche li riguardano e di essere seriamente ascoltati e presi in considerazione per quello chedicono. A tal fine, nell’ambito del progetto Praesidium IX, sono state coinvolte 21 comunità eSprar per minori21, nell’elaborazione e implementazione di percorsi partecipativi orientati allacreazione di spazi in cui i minori hanno la possibilità di far sentire la loro voce, decidere a chifarla sentire e diventare promotori attivi di cambiamento delle loro condizioni di vita.

Le attività sono state articolate in 4 fasi principali:

1. una giornata di formazione per ogni Regione (Calabria, Puglia e Sicilia) che hacoinvolto gli operatori delle comunità aderenti alle attività e durante la quale sonostate elaborate le prime bozze progettuali di percorsi partecipativi personalizzatiattraverso il supporto di strumenti creati ad hoc;

2. l’elaborazione e la finalizzazione dei percorsi partecipativi presso le comunità cheha visto protagonisti gli operatori che hanno preso parte alla formazione, nellapresentazione e condivisione con gli altri operatori della propria struttura dellametodologia partecipativa ed i relativi strumenti. Durante tale fase si sono svolteskype call tra i ragazzi delle comunità, gli operatori, il Child Participation Expert edil Coordinatore del progetto Praesidium di Save the Children, finalizzate allapresentazione dei percorsi, degli obiettivi e dei risultati ai minori stessi22.

3. l’implementazione e l’approfondimento della metodologia partecipativa nellecomunità, con il supporto e il monitoraggio del referente di Save the Children allapartecipazione;

4. un incontro di confronto e condivisione di buone pratiche partecipative durante ilquale gli operatori delle comunità coinvolte nelle attività hanno avuto occasione dipresentare l’andamento del proprio lavoro, condividere risultati ottenuti, criticità epunti di forza riscontrati ma, in particolare riportare il punto di vista dei ragazziemerso durante lo svolgimento del percorso.

In generale, suddette attività hanno realizzato un incremento del livello di partecipazioneattiva dei minori stranieri non accompagnati nel loro contesto di vita, un miglioramento deldiritto ad essere ascoltati dagli interlocutori di riferimento nonché un valido scambio diesperienze e creazione di rete fra le comunità coinvolte nel progetto ed interlocutoriistituzionali finalizzate a fornire risposte alle necessità/bisogni emersi dai ragazzi.Alla luce di quanto presentato, i paragrafi seguenti riportano sia materiali e strumentirealizzati al fine di supportare il lavoro degli operatori delle comunità per minori coinvoltenelle attività, sia i percorsi partecipativi elaborati e sperimentati dalle stesse, che possonocostituire importanti strumenti e spunti operativi per chi lavora in questo ambito.

CoME REalIZZaRE UN PERCoRSo PaRtECIPatIVoL’elaborazione e la realizzazione di un percorso di partecipazione richiede un lavorostrutturato da parte di tutti coloro i quali sono coinvolti nelle attività, a partire dagli stessiminori che vi prenderanno parte. Coinvolgere e consultare i ragazzi e le ragazze per Save theChildren significa avviare un percorso, nel rispetto degli standard minimi condivisi a livellointernazionale23, che preveda il coinvolgimento in modo non discriminatorio dei destinataridelle azioni o riflessioni, e cioè in questo caso i ragazzi stessi, la previsione di criteri adeguati

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CaPItolo 4

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CaPItolo 4

per la sua realizzazione (processo), una concreta possibilità di incidere su chi ha laresponsabilità di far rispettare i diritti dei consultati (duty bearers), una valutazione finale delgrado di effettiva ricezione delle istanze avanzate da parte dei duty bearers, della loroeffettiva attuazione e dell’impatto in termini di miglioramento delle condizioni di vita deiragazzi stessi24.La finalità è quella di facilitare e rendere affettivo il diritto alla partecipazione dei minori aitemi che li riguardano direttamente, così come stabilito dalla CRC, in particolare agli articoli12, 13 e 14.In merito a quanto sopra riportato si sottolinea che, qualunque sia il livello, le motivazioni ole circostanze per cui i minori vengono coinvolti e/o consultati, è importante mantenere altala qualità della loro partecipazione che va sempre intesa come un processo di empowermente non come una concessione da parte degli adulti.

Nel programmare e realizzare un percorso partecipativo, gli adulti (operatori, educatori,governi, agenzie internazionali, ONG) dovrebbero essere sempre guidati da unaconsiderazione primaria del superiore interesse del minore e della sua sicurezza e benessere. Dovrebbero in ogni momento considerare i minori come persone degne di rispetto ericonoscerli come titolari di diritti.Dovrebbero stabilire una procedura chiara e trasparente per selezionare i partecipanti alprocesso partecipativo nella maniera più inclusiva possibile.Dovrebbero fornire ai partecipanti tutte le informazioni necessarie riguardanti il processo acui si chiede di prendere parte.Dovrebbero programmare il processo o l’evento insieme ai bambini e alle bambine, airagazzi e alle ragazze coinvolti e prevedere fin dall’inizio il follow up in modo che i risultatiderivanti dal percorso o dalla consultazione abbiano un seguito e siano messi in pratica masoprattutto siano comunicati ai partecipanti.

Se i processi partecipativi sono in particolare quelli consultivi - cioè quelli che mettono inrelazione i minori con i duty bearer di riferimento per influenzarne le decisioni – ècomunque opportuno utilizzare sempre, nel lavoro con i bambini e gli adolescenti,metodologie partecipative basate su attività volte al loro coinvolgimento attivo e all’eserciziodel diritto alla libertà di espressione e di informazione.Save the Children Italia ha supportato gli operatori delle comunità nella realizzazione dipercorsi di partecipazione con minori stranieri non accompagnati.

nella pagina seguente viene riportato uno strumento operativo realizzato ad hoc condomande stimolo e finalizzato a guidare gli operatori nell’elaborazione di un percorsopartecipativo secondo il quadro teorico finora tracciato. Tale guida, sperimentata anche in remoto ovvero presso comunità per minori che nonhanno preso parte ad un incontro formativo sull’utilizzo della stessa, permette di progettarepercorsi partecipativi sostenibili, mirati al target di minori cui si rivolgono e rispondenti aglistandard per una partecipazione etica e significativa.Gli operatori hanno così a disposizione uno strumento che li supporterà nello stabilire ilnumero ed il contenuto degli incontri da realizzare con i minori, il grado di coinvolgimento epartecipazione di questi ultimi, le risorse necessarie al raggiungimento degli obiettivi posti,gli strumenti per realizzarli e preziose indicazioni per garantire un alto livello di risultati attesivalutando in anticipo criticità e punti di forza riscontrabili durante lo svolgimento delleattività.Infine le domande precedute dalla parola ATTENZIONE! consentiranno, a quanti sonointenzionati ad elaborare un processo partecipativo, di non sottovalutare in nessun caso, lapartecipazione ed il contributo dei minori nella realizzazione dello stesso.Dal momento che, in corso di realizzazione, alcuni elementi del percorso potrebberocambiare è opportuno verificare periodicamente il progetto e apportare modifiche qualorafosse necessario rendendo partecipi i minori di tali cambiamenti.

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guIdA AllA comPIlAzIone dI un PercorsoPArTecIPATIVo

tItolo DEl PERCoRSo/attIVItà DI PaRtECIPaZIoNECome intendo chiamare/definire il percorso?Riportare il titolo e una breve descrizione del percorso che si intende attuare.

FINalItà E oBIEttIVIA che fine intendo svolgere il percorso/attività?Quali obiettivi intendo raggiungere?Per quale bisogno specifico dei minori metto in campo il percorso? In che modo vorreirispondere a tale bisogno? Elencare gli obiettivi specifici

DURataQuanti incontri con i ragazzi? Con quale periodicità? Quale durata?Stabilire il numero di incontri in funzione delle reali possibilità di tempo e disponibilità diragazzi e operatori ma soprattutto che siano congrui al raggiungimento degli obiettiviindividuati

ATTENZIONE! I ragazzi sono stati coinvolti e/o informati nella scelta del numero, durata eperiodicità degli incontri?

RISoRSE E StRUMENtI(umane e materiali): chi coinvolgo e cosa mi serve per mettere in campo il percorso?

ATTENZIONE! Tali risorse e strumenti sono adeguati alla finalità e al raggiungimento degliobiettivi? Posso disporre facilmente delle risorse e strumenti individuati?

DESCRIZIoNE DEll’attIVItà DI PaRtECIPaZIoNECome elaboro il percorso, posso articolarlo in diverse fasi? Quali potrebbero essere leattività? Quali gli strumenti per realizzarle? (ad es. il percorso può essere articolato nelle seguenti fasi)

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CaPItolo 4

1) FASE OBIETTIVI:Quale/i obiettivo/ispecifico intendoraggiungere in questafase del percorso?

ATTENZIONE!Tale obiettivo risponde aibisogni reali dei ragazzi/e?I ragazzi sono statiadeguatamenteinformati sull’obiettivoche si intende raggiungere e il motivo per cui potrebbeessere utile per loro?

2) FASE OBIETTIVI:

3) FASE OBIETTIVI:

ATTIVITÀQuale/i attività praticaintendo realizzare perraggiungerel’obiettivo/i?

ATTENZIONE!Le attività coinvolgono tutti i ragazzi? I ragazzi hanno la possibilità di partecipareattivamente a tali attività e diessere propositivi?Ne comprendonoadeguatamente i contenuti?Sono stati sufficientementeinformati sul motivo del lorocoinvolgimento in tali attività?

ATTIVITÀ

ATTIVITÀ

STRUMENTIQuali strumentiutilizzo e/o di quali hobisogno per realizzarel’attività? Attraversoquali modalità svolgole attività?

ATTENZIONE!Lo spazio, il tempo e le risorse(umane e materiali)implementate sono adeguateallo svolgimento delle attività?Gli strumenti sono “a misura diminore” e adeguati al suolivello di comprensione?I ragazzi sono stati coinvoltinella scelta degli strumenti odelle modalità da utilizzare?

STRUMENTI

STRUMENTI

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CaPItolo 4

MEtoDoloGIa UtIlIZZataAttraverso quale metodologia intendo svolgere le attività prestabilite? Per quale motivo hoindividuato tale metodologia? Quest’ultima risponde ai bisogni dei ragazzi, degli operatori odi entrambi?IMPORTANTE! Utilizzare le indicazioni metodologiche illustrate in fig. 2 (La metodologia neipercorsi partecipativi).

UtIlIZZo DEGlI StaNDaRD PER la PaRtECIPaZIoNEStandard 1 - Approccio etico: trasparenza, onestà e responsabilitàIl percorso consente ai ragazzi e alle ragazze di costruire uno spazio partecipativo? Sono statida subito chiariti i limiti e l’impatto dei risultati attesi? Sono chiari per tutti (ragazzi eoperatori) ruoli e obiettivi del percorso?Standard 2 – Partecipazione rilevante e volontariaDurante il percorso, i tempi di lavoro ed i contenuti vengono definiti con i ragazzi secondomodalità, livelli e tempistiche consoni al loro grado di padronanza linguistica,alfabetizzazione, capacità e condizioni di vita?Standard 3 – Ambiente motivante e a misura di ragazzo/aIl percorso rafforza la percezione di sé come soggetti portatori di esperienza e conoscenzache può essere utilizzata per la costruzione di una riflessività comune?Standard 4 – Pari opportunitàIl percorso permette la partecipazione ed il coinvolgimento di tutti i ragazzi/e accolte nellacomunità? Hanno tutti la possibilità di intervenire attivamente nello svolgimento delleattività?Standard 5 – Il personale è efficiente e preparatoI ragazzi e le ragazze sono accompagnati lungo il percorso da educatori esperti e formatisulle metodologie partecipative?Standard 6 – La partecipazione promuove la sicurezza e la protezione deiragazzi/eViene garantito a tutti i ragazzi e le ragazze la confidenzialità, l’anonimato e il rispetto dei loroconfini? E’ Assicurato che il percorso non aumenti l’esposizione a situazioni di violenza,maltrattamento o sfruttamento? Standard 7 – Follow up e valutazioneAl termine del percorso è stata programmata una valutazione con i ragazzi e le ragazzepartecipanti sul lavoro svolto e sull’importanza di consolidare lo strumento con sviluppifuturi?

RISUltatIElencare i risultati attesi dall’implementazione del percorso partecipativo ( ad es:coinvolgimento e partecipazione dei ragazzi alla comunità in cui vivono; miglioramentodella qualità della loro vita; miglioramento della socialità e della convivenza interna). Tali risultati rispondono ai bisogni dei minori?

CRItICItàPossibili difficoltà che potrebbe emergere durante il percorso o in fase di presentazione dellostesso. Quali potrebbero essere gli impatti negativi sui ragazzi o sul contesto? Quali i limiti nella realizzazione (di comprensione, linguistici, di disponibilità)?

PUNtI DI FoRZaQuale valore aggiunto potrebbe avere tale percorso nel contesto della comunità? Su qualielementi/aspetti posso fare forza per ottenere dei risultati positivi e un buon coinvolgimentodei ragazzi?

La metodologia nella realizzazione e gestione dei percorsi riveste un ruolo fondamentale peril livello di partecipazione dei minori che i percorsi stessi devono garantire.Nella tabella seguente (Fig.2) si riportano indicazioni metodologiche sostanziali che devonofungere da base per l’elaborazione e la realizzazione di ogni processo partecipativo.

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SCHEDE PERCoRSIDi seguito vengono riportate alcune schede di percorsi partecipativi realizzati da comunitàper minori e centri Sprar delle regioni interessate dal progetto Praesidium (Calabria, Puglia eSicilia) secondo i contenuti della scheda illustrata precedentemente .Tali percorsi hanno come destinatari i minori stranieri non accompagnati accolti in comunità,comprendenti ampie fasce di età (12-17) e nazionalità, e riguardano temi ed argomentiemersi dagli stessi come prioritari quali ad esempio il processo di integrazione in Italia(documenti, ruolo svolto da interlocutori istituzionali di riferimento, scuola, raggiungimentodei 18 anni), lavoro, intercultura, cura e igiene personale, ricostruzione del proprio percorsodi vita, alfabetizzazione.I percorsi che seguono sono direttamente realizzabili all’interno delle comunità e centriSprar per minori con le opportune modifiche in base al gruppo di minori al quale sirivolgono, alle figure professionali coinvolgibili, alle dinamiche interne della stessa e allepriorità dei partecipanti.La finalità di tale condivisione di buone pratiche partecipative è quella di offrire un supportoconcreto al lavoro svolto quotidianamente da coloro che operano in questo ambito ediffondere una “cultura della partecipazione” e della tutela del diritto all’ascolto dei minori inun settore complesso come quello dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati.

Tali percorsi sono suddivisi in 3 differenti aree tematiche classificate secondo uno strutturatoordine cronologico di svolgimento:

aREa aCCoGlIENZa & INtEGRaZIoNE

I processi partecipativi di quest’area sono elaborati per informare i minori su cosa offre lorouna comunità, cosa e chi incontreranno nel loro percorso di integrazione e condividendo leloro aspettative, i loro bisogni e rispondendo alle loro domande. E’ molto importante

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CaPItolo 4Fig. 2 LA METODOLOGIA NEI PERCORSI PARTECIPATIVI

■ Lasciare ai minori la possibilità di scegliere tematiche e argomenti daaffrontare;

■ Stabilire con i ragazzi e le ragazze i principi del funzionamento delgruppo durante le attività (libertà di espressione - dovere di ascolto, non discriminazione, nonoffensività, rispetto della cultura di appartenenza, possibilità di esprimersinella propria lingua);

■ Fornire per ogni tema proposto stimoli iniziali molto semplici persollecitare una discussione quanto più possibile originale, indirizzata sualcuni temi ma non pilotata nei contenuti. La guida e l’apporto diinformazioni e chiarimenti da parte degli adulti ha come fine il dotare iminori di strumenti, chiarire competenze e funzioni e circostanziare leriflessioni ove necessario;

■ Mettere a disposizione strumenti espressivi diversificati, semplici o piùcomplessi, accattivanti (carte, stoffe, pc, internet, colori, videocamera),per favorire la libertà di espressione attraverso il linguaggio e il mezzoprescelto, mantenendo un clima positivo e di gioco;

■ Facilitare i minori nelle discussioni tramite attività laboratoriali (inplenaria o in piccoli gruppi), ideate per sollecitare contenuti e mettere ingioco quelli emersi, permettendo ad ognuno di trovare il proprio“posto” (per età, caratteristiche personali, livello di conoscenza dellalingua italiana, singoli talenti);

■ Facilitare l’elaborazione e la sintesi delle proposte a partire dai materialiprodotti durante il percorso;

■ Strutturare una forma di partecipazione effettiva, appropriata e nonlesiva di altri diritti.

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CaPItolo 4

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svolgere tali percorsi nel primo momento di affidamento del minore alla comunità asupporto del suo inserimento e accoglienza nella stessa. Garantire ai minori l’opportunitàdi porre domande circa il loro futuro ed i loro diritti, permette agli operatori di creare unclima sereno ed un rapporto di fiducia con gli stessi, diminuendo le loro frustrazioni. Tali attività sono dunque particolarmente utili per iniziare a costruire una relazioneeducativa con i minori fornendo agli stessi gli strumenti e le occasioni per essereinformati e coinvolti nelle questioni che li riguardano.

aREa VIta IN CoMUNItà

In quest’area sono contenuti tutti i percorsi che garantiscono ai minori di divenireprotagonisti attivi della vita della comunità in cui sono stati accolti, iniziando a prendereconfidenza con gli strumenti della partecipazione e passando dunque dall’essereinformati, a prendere decisioni condivise con gli adulti (in questo caso operatori e tutori).In questa fase è molto importante fornire loro strumenti per raggiungere tale scopo masoprattutto condividere con loro il livello di coinvolgimento, gli obiettivi nonché i risultatiattesi. I minori devono avere l’opportunità di influenzare le decisioni che riguardano laloro vita.Si consiglia di realizzare i percorsi contenuti in quest’area a seguito dello svolgimentodella prima (area Accoglienza & Integrazione) ovvero se il clima e la relazione educativa incomunità permette a operatori e minori di prendere decisioni condivise perchè entrambihanno già esperienza di strumenti e processi partecipativi.

aREa laVoRo & aUtoNoMIa

Tale area comprende percorsi elaborati per minori e neo maggiorenni che sono vicini allafine della loro esperienza in comunità e dunque avviati alla vita adulta e all’autonomia. Iprocessi partecipativi, a questo livello, devono garantire al minore la possibilità dicostruirsi la sua strada fuori dalla comunità, divenendo vero e proprio agente dicambiamento per la sua vita.E’ molto importante lavorare sul tema del lavoro, fare un bilancio delle competenze,valutare i rischi connessi al mondo del lavoro e i canali migliori (e più sicuri) per trovarneuno, permettendo ai minori e/o neo maggiorenni di affrontare la vita adulta construmenti e consapevolezza. Durante lo svolgimento di tali percorsi è fondamentalesupportare il minore lasciando però allo stesso la possibilità di gestirne i contenuti; puòcapitare infatti che la ricerca di un lavoro o della propria autonomia nascondaproblematiche molto profonde legate ad esempio al percorso di vita, alla pressioni dellafamiglia o ad altre situazioni personali.I percorsi di quest’area richiedono un alto livello partecipativo dunque è necessario cheminori e operatori abbiano già esperienza circa la gestione e realizzazione di un processodi partecipazione; a tale scopo si trovano nell’ultimo livello dei percorsi proposti.

La realizzazione dei seguenti percorsi può essere supportata dall’utilizzo di alcunespecifiche schede contenute nel “Welcome Kit”25 prodotto dall’Autorità Garante perl’Infanzia e l’Adolescenza.

In particolare:

• AREA Accoglienza e IntegrazioneDove ti trovi? + Accertamento dell’età + Dizionario illustrato

• AREA Vita in ComunitàComunità + I tuoi diritti, I tuoi doveri + Consigli dei tuoi compagni che sono in Italia

Si consiglia di guidare e accompagnare i minori nell’utilizzo del kit, contestualizzandone icontenuti con la realtà di riferimento, in modo da evitare un uso scorretto dello stesso.

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aREa aCCoGlIENZa & INtEGRaZIoNE

TITolo del Percorso/ATTIVITà dI PArTecIPAzIoneLaboratorio Partecipato sui temi: accoglienza, integrazione e raggiungimento dei 18 anni

FINalItà E oBIEttIVI- Creare spazi di ascolto strutturato finalizzati alla condivisione di bisogni, stati d’animo e

percezioni dei minori circa il percorso di accoglienza e integrazione.- Consultare e informare i minori circa i loro diritti e doveri in comunità.- Migliorare il clima e la relazione educativa tra minori e operatori garantendo il diritto ad

essere ascoltati e partecipare.- Creare spazi di integrazione al fine di ridurre lo stigma che i ragazzi della comunità o del

gruppo appartamento vivono sul territorio.- Fare emergere necessità e istanze dei ragazzi - italiani e stranieri - in tema di integrazione

e inclusione sociale al raggiungimento dei 18 anni da formulare come richieste da fare alleistituzioni/duty bearer di riferimento.

DURata6 incontri da svolgere nell’arco di 3 mesi (un incontro ogni 15gg circa)

RISoRSE E StRUMENtIUn educatore facilita le attività durante lo svolgimento degli incontri.Un mediatore ed uno psicologo supportano le attività.

DESCRIZIoNE DEll’attIVItà DI PaRtECIPaZIoNEIl percorso può essere articolato nelle seguenti fasi:

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CaPItolo 4

1) FASE OBIETTIVI:

Condivisione obiettivi, modalitàdi lavoro, calendario e orariodegli incontri.

Coinvolgere i ragazzi sulla sceltadei temi per avere una ricadutapiù ampia e significativa

IMPORTANTE! La comprensione del percorsoda parte dei ragazzi e capire serisponde ai loro bisogni

ATTIVITÀ

Presentazione del percorso al gruppo.Illustrare il percorso che si svolgerà, su cosaverteranno i vari incontri e quali sono le“regole” da rispettare durante taliappuntamenti. Ad esempio attraverso lacreazione di una “linea del tempo” nellaquale collocare gli incontri che si terranno eil tema che si affronterà in ogni incontro.Ogni tema può essere presentatograficamente su dei cartelloni da attaccarealla linea del tempo; coinvolgere i ragazzinella realizzazione dei cartelloni.

Raccolta impressioni, proposte e adesionisu attività attraverso domande mirate

STRUMENTI

Circle time

I partecipanti, riuniti in cerchio,sono invitati ad esporre i loropensieri e idee sul percorsoappena proposto attraversodomande stimolo

Cartoncini, fogli e penne.

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CaPItolo 4

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2 ) FASE OBIETTIVI:

Elaborare e condividere ostacoli,interrogativi, perplessità, bisogni,richieste e messaggi per lacomunità ed il mondo esterno (ad es. coetanei, istituzioni,operatori) rispettoall’accoglienza in comunità e alprocesso di integrazione nellasocietà.

Raccolta feedback immediatidei partecipanti

ATTIVITÀ

Costruire e/o Rappresentare e/o Disegnareil “percorso personale” vissuto dall’ arrivo incomunità al momento attuale, attraversol’utilizzo di alcuni simboli quali ad esempio:- la montagna, che rappresenta gli ostacoli

incontrati;- l’incrocio, che rappresenta le cose che

non ho capito (non so dove andare, qualedirezione prendere);

- il ponte, che rappresenta cose o personeche hanno permesso di superare alcuniostacoli

- il megafono, che rappresenta cose chevorrei chiedere o messaggi che vorreimandare al mondo esterno;

- i mattoni che compongono lastrada/percorso, che rappresentano lecose di cui avrei bisogno.

- meta finale, definire cos’è per meintegrazione e autonomia ovvero checos’è stare bene nella società quando nonsi è più in comunità.

Una volta realizzato il proprio percorso iragazzi dovranno inserire questisimboli/oggetti al suo interno e dargli unnome

E’ fondamentale stabilire i “simboli” con iragazzi in quanto il significato degli stessi èmolto soggettivo (per alcuni la montagnapotrebbe non rappresentare un ostacolo)

Alla fine di ogni incontro verranno raccoltifeedback circa l’andamento del l’incontrostesso attraverso domande stimolo semplicie chiare per tutti.

STRUMENTI

CartelloneFogliPenne e pennarelliIllustrazioni grafiche e/oimmagini raffiguranti i simboli

Focus Group

3 ) FASE OBIETTIVI:Da strutturare in 2 incontri:

Descrivere il “sistema di tutela eprotezione” con tutti gli attori diriferimento responsabili difornire risposte ai bisogni e allerichieste dei minori (emersi nella2 fase)

ATTIVITÀ

Attività di descrizione delle funzioni dellaComunità. Ad esempio rappresentazionedella comunità come una casa da riempirecon mattoncini su cui sono scritti alcuniconcetti chiave (esempio: equipe,accoglienza, ragazzi, progetti individuali). A gruppetti o individualmente i ragazziscrivono il significato che per loro ha ogniconcetto sui mattoncini, lo attaccano e locondividono con i presenti.

Attività di descrizione delle funzioni e ruolidegli altri attori. Ad esempio aiutandosi con lacreazione di una mappa che rappresenta il“sistema di tutela e protezione” con i ragazzial centro e intorno gli attori (comunità,

STRUMENTI

Cartellone, Mattoncini di cartone

Mappa o percorsoIllustrazioni/disegni degli attori

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CaPItolo 4

IMPORTANTE!In caso di messaggi e/o richiestenei confronti della comunità èfondamentale essere pronti adare feedback immediatiall’interno del percorso stesso.

Raccolta feedback immediati dei partecipanti

Questura, tutori, Tribunale per i minori,Comune), chiedendo ai ragazzi diindividuare le funzioni di tali attori rispettoal percorso in risposta ai loro bisogni.Condividere con i partecipanti le funzioni ditutti gli attori spiegando e correggendopercezioni sbagliate o parziali.

Mettere in relazione le richieste e i bisogniemersi nella fase 2 con l’attore di riferimento

Alla fine di ogni incontro verranno raccoltifeedback circa l’andamento del l’incontrostesso attraverso domande stimolo semplicie chiare per tutti.

Focus Group

4) FASE OBIETTIVI:Da strutturare in 2 incontri:

Creare una visione di gruppo suibisogni emersi

A partire dal confronto stabilire,condividere e definire i messaggida riportare all’interno eall’esterno della comunità

Avere un feedback di tutto ilpercorso per valutare se gliobiettivi sono stati raggiunti oper dare ulteriori chiarimenti

ATTENZIONE! Fare in modo che i feedback e leproposte dei partecipanti, emersedurante l’intero percorso,vengano ascoltate e prese inconsiderazione in funzione di unlivello sempre maggiore dipartecipazione e condivisionedelle decisioni tra minori e adulti

Raccogliere proposte per unnuovo percorso

Conclusione dei lavori.

ATTIVITÀ

Presentazione del proprio percorso agli altrie confronto sui contenuti dei simboli.Realizzazione di un grande percorso cheracchiuda le strade ed i simboli di tutti iragazzi (ad esempio creandolo graficamenteo facendo interpretare ai ragazzi i simboli edil loro contenuto).

Rappresentare i messaggi elaborati secondola modalità espressiva prescelta dai ragazzi edalle ragazze condividendo tali messaggi daun lato con il personale interno alla comunitàai fini di un miglioramento della lorocondizione di vita e dall’altro con interlocutoriesterni alla comunità, ad esempioassociazioni, scuole, istituzioni.

Attività ricreativa per raccogliere feedbackfinalizzata a valutare quanto le varie fasi delpercorso sono state utili per i ragazzi. Adesempio elaborare delle domande stimoloinerenti le varie fasi del percorso e chiedere airagazzi di rispondere liberamente attraversotre faccine: una sorridente, una triste e unaannoiata. Per ottenere una valutazioneefficiente potrebbe essere utile far realizzarequesta attività da un educatore che non hapreso parte agli incontri con i ragazzi in modotale che gli stessi si sentano maggiormenteliberi di rispondere.

Coinvolgere i partecipanti nel proporrenuove tematiche di loro interesse (inparticolare se emerse durante lo svolgimentodel percorso stesso) per avviare un nuovopercorso partecipativo. Ad esempio farscrivere o disegnare delle proposte su uncartellone.

Momento di festa finale con possibileesposizione di tutto il materiale prodottonegli incontri

STRUMENTI

Circle timeCartelloni

Circle time Brainstorming

Focus group Domande stimoloCartoncini illustrati

Circle time BrainstormingPenne e cartellone

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CaPItolo 4

MEtoDoloGIa UtIlIZZata- Stabilire con i ragazzi e le ragazze i principi del funzionamento del gruppo durante le

attività (libertà di espressione, dovere di ascolto, non discriminazione, rispetto dellacultura di appartenenza, possibilità di esprimersi nella propria lingua);

- Presentare e chiarire le finalità del percorso e le varie fasi in cui sarà articolato.- Fare in modo che ogni incontri con i minori abbia un momento iniziale ed un momento

finale che contraddistingua le attività del percorso da ogni altra attività quotidiana dellacomunità.

- Utilizzare sempre un approccio e materiale child friendly adeguato all’età e al grado dimaturità dei partecipanti.

- Chiarire la finalità del percorso e le varie fasi in cui sarà articolato- Fornire per ogni tema proposto stimoli iniziali molto semplici per sollecitare una

discussione quanto più possibile originale, indirizzata su alcuni temi ma non pilotata neicontenuti.

- Mettere a disposizione strumenti espressivi diversificati, semplici o più complessi,accattivanti (carte, stoffe, pc, internet, colori, videocamera), per favorire la libertà diespressione attraverso il linguaggio e il mezzo prescelto, e mantenere un clima positivo edi gioco.

- Alla fine di ogni incontro è previsto un momento di restituzione immediatasull’andamento dello stesso nonché una valutazione conclusiva alla fine dell’interopercorso.

UtIlIZZo DEGlI StaNDaRD PER la PaRtECIPaZIoNE

Standard 1- Approccio etico: trasparenza, onestà e responsabilitàIl percorso ha consentito ai ragazzi e alle ragazze di ricostruire il loro vissuto, diaccrescere capacità e competenze chiarendo i limiti e l’impatto dei risultati attesi e infinedi creare un percorso realmente sostenibile dai ragazzi.

Standard 2 – Partecipazione rilevante e volontariaDurante il percorso, i tempi di lavoro ed i contenuti vengono definiti con i ragazzisecondo modalità, livelli e tempistiche consoni al loro grado di padronanza linguistica,alfabetizzazione, capacità e condizioni di vita. I ragazzi vengono sostenuti nelcoinvolgimento dei loro pari in contesti positivi di scambio e riflessione e rafforzano lacapacità di relazionarsi su contenuti significativi sia in contesti formali che informali(relazioni personali quotidiane).

Standard 3 – Ambiente motivante e a misura di ragazzo/aIl percorso rafforza la percezione di sé come soggetti portatori di esperienza econoscenza che può essere utilizzata per la costruzione di una riflessivitàComune, assicura un tempo idoneo all’emersione delle risorse e allo sviluppo distrumenti e azioni efficaci, sviluppa agio e benessere.

Standard 4 – Pari opportunitàIl percorso finalizza la loro partecipazione ad un rafforzamento della capacità diinclusione sociale e protezione sia personale che dei pari coinvolti, valorizza le differenzee il trasferimento di competenze tra i membri del gruppo, riconoscendo ad ognuno lapossibilità di offrire un apporto.

Standard 5 – Il personale è efficiente e preparatoI ragazzi e le ragazze devono essere accompagnati lungo il percorso da educatori esperti eformati sulle metodologie partecipative

Standard 6 – La partecipazione promuove la sicurezza e la protezione deiragazzi/eFondamentale garantire a tutti i ragazzi e le ragazze la confidenzialità,l’anonimato e il rispetto dei loro confini. Definire come regola del gruppo di lavoro quelladi ottenere sempre il consenso per poter usare le informazioni che i ragazzi forniscono esalvaguardare tutte quelle confidenziali.

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Standard 7 – Follow up e valutazioneAl termine del percorso necessaria una valutazione con i ragazzi e le ragazze partecipanti sullavoro svolto e sull’importanza della condivisione dei risultati emersi.

RISUltatI- Ragazzi e ragazze hanno accesso a un contesto e degli strumenti adeguati per essere

informati, quindi elaborare ed esprimere in modo autentico le loro opinioni e possibiliindicazioni di intervento a partire dalla propria esperienza.

- Ragazzi e ragazzi hanno la possibilità di ripercorrere il loro vissuto creando una mappache permetta di visualizzare buone prassi ed ostacoli.

- Ragazzi e ragazze possono comprendere in maniera semplice, chiara e partecipativa, ilruolo ed i compiti dei duty bearers e confrontarsi tra loro e con gli operatori circa dubbi,paure e necessità nell’avvicinarsi dei 18 anni.

- Ragazzi e ragazze hanno l’occasione di riportare all’esterno della comunità, in cui sonoaccolti, la loro realtà.

CRItICItàPuò risultare difficile far costruire il percorso ai ragazzi e alle ragazze e far comprendere loroil significato dei simboli; in particolare con coloro che hanno difficoltà a ricostruire econdividere il loro vissuto.

PUNtI DI FoRZaLavorare con i ragazzi e le ragazze su questioni urgenti e realmente sentite nella loroquotidianità ed esperienza di vita.Un clima di lavoro di gruppo positivo ed emozionante, quindi propulsivo per la realizzazionedi una partecipazione effettiva.

TITolo del Percorso/ATTIVITà dI PArTecIPAzIonePercorso partecipativo sui tema dell’accoglienza e dell’integrazione dei minoristranieri non accompagnati26

FINalItà E oBIEttIVI- Creare spazi di ascolto strutturato finalizzati alla condivisione di bisogni, stati d’animo e

percezioni dei minori circa il percorso di accoglienza e integrazione.- Consultare e informare i minori circa i loro diritti e doveri in comunità.- Migliorare il clima e la relazione educativa tra minori e operatori garantendo il diritto ad

essere ascoltati e partecipare.- Far emergere le reali necessità del minore.- Fornire al minore una corretta informativa sulle procedure dopo l’ingresso in Italia.

DURata6 incontri: 1 ogni 15 giorni

RISoRSE E StRUMENtIDue educatori; Un mediatore linguistico/culturale;Un Consulente legale

DESCRIZIoNE DEll’attIVItà DI PaRtECIPaZIoNEIl percorso può essere articolato nelle seguenti fasi:

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CaPItolo 4

26 Percorso partecipativosperimentato dalla ComunitàEducativa “RondineA” di Oria (BR)

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CaPItolo 4

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1) FASE OBIETTIVI:

Condivisione obiettivi, modalitàdi lavoro, calendario e orariodegli incontri.

IMPORTANTE! Coinvolgere i ragazzi sulla sceltadei temi per avere una ricadutapiù ampia e significativa

ATTIVITÀ

Presentazione del percorso e dei suoi attori.Realizzazione di un badge su cui ipartecipanti scriveranno il proprio nome everrà indossato all’inizio di ogni incontro. Inquesto modo sarà più semplice conoscere ericordare i nomi di tutti i partecipanti(operatori compresi) e garantire unmomento di ufficialità alle attività che ledistinguerà da altri momenti quotidianidella comunità.

Raccolta impressioni, proposte e adesionisu attività attraverso domande mirate

STRUMENTI

Circle timeCartonciniColori

Domande stimolo

2 ) FASE OBIETTIVI:

Promuovere il protagonismoattivo dei ragazzi ospiti dellaComunità.

Condividere ostacoli,interrogativi, perplessità, bisogni,richieste e messaggi per lacomunità ed il mondo esternorispetto all’accoglienza incomunità e al processo diintegrazione nella società.Accoglienza delle proposte edelle domande del minore.

IMPORTANTE!In caso di messaggi e/o richiestenei confronti della comunità èfondamentale essere pronti adare feedback immediatiall’interno del percorso stesso

Raccolta feedback immediati deipartecipanti

ATTIVITÀ

Consegna del badge con il proprio nome.

Presentazione dell’incontro.

Gioco di gruppo;ad ogni partecipante verranno consegnatidei cartoncini colorati dove potrà annotarele sue proposte, i suoi bisogni, le suerichieste.

Una volta elaborate e scritte su cartonciniverranno attaccate ad un cartellone econdivise con i presenti.

Quando tutti i partecipanti avrannoterminato, gli educatori, con il supporto delconsulente legale e del mediatore culturale,forniranno loro tutte le risposte accogliendoeventuali altre proposte.Tali risposte posso essere scritte su cartoncinie attaccate sul cartellone in prossimità delladomanda di riferimento. Una volta conclusotale cartellone può essere affisso un puntodella comunità deciso insieme e che tuttipotranno consultare liberamente e quandone hanno bisogno.

“Il semaforo”: Su tre pareti dello spazio chesarà adibito per l’incontro saranno posizionatitre cartelloni che rappresentanti i colori delsemaforo per una restituzione immediatacirca l’andamento dell’incontro- Rosso: non è andata bene perché…- Giallo: poteva andar meglio perché…- Verde: è andato molto bene perché…Ogni partecipante attaccherà dei cartoncinicon la sua restituzione sul cartellone relativocondividendo con i presenti le suemotivazioni.

STRUMENTI

Circle timeBadge dei partecipanti

Collegamento internet;A4 colorati;Colori;Cartoncini

CartelloniCartonciniCircle time

CartelloniCartonciniFocus group

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CaPItolo 4

3 ) FASE OBIETTIVI:da strutturare in 4 incontri

Descrivere il “sistema di tutela eprotezione” con tutti gli attori diriferimento responsabili difornire risposte ai bisogni e allerichieste dei minori (emersi nella2 fase).

Illustrare la procedura, letempistiche e gli attori relativiall’ottenimento dei documenti eall’iscrizione scolastica partendodalle domande e dai bisogniemersi dai minori

Raccolta feedback immediati dei partecipanti.

Illustrare tematiche relativediritto alla salute eall’integrazione partendo dalledomande e dai bisogni emersidai minori.

Raccolta feedback immediati dei partecipanti

Illustrare chi è il tutore, cheruolo svolge, quali sono le suefunzioni, i suoi compiti e le sueresponsabilità partendo dalledomande e dai bisogni emersidai minori.

ATTIVITÀ

Consegna del badge con il proprio nome.

Presentazione dell’incontro e del temaproposto.

Raccolta impressioni, proposte e domandedei partecipanti circa il tema proposto.

Partendo dalle domande dei minoricostruire graficamente su un cartellone (conl’ausilio di illustrazioni grafiche e immagini),una mappa concettuale (o un percorso) cheillustra la procedura per i documenti, i varistep, gli attori che intervengono nellaprocedura, i vari tipi di documenti,l’inserimento a scuola, la scuoladell’obbligo, gli insegnanti

Condivisione circa l’andamentodell’incontro.“Le due sedie - black and white”: a turnoogni ragazzo e operatore verrà invitato asedersi su una sedia condividendo leproprie impressioni sull’incontro con ipresentiSedia bianca: incontro positivo perché…Sedia nera: incontro negativo perché…

Consegna del badge con il proprio nome.

Presentazione dell’incontro e del temaproposto.

Partendo dalle domande dei minoricostruire graficamente su un cartellone (conl’ausilio di illustrazioni grafiche e immagini),una mappa concettuale (o un percorso) cheillustra la procedura e le prassi a garanziadel loro diritto alla salute e all’integrazione,come percorso verso l’autonomia

Condivisione circa l’andamentodell’incontroIl semaforo

Consegna del badge con il proprio nome.

Presentazionedell’incontro e del tema proposto.

Partendo dalle domande dei minoricostruire graficamente su un cartellone (conl’ausilio di illustrazioni grafiche e immagini),una mappa concettuale (o un percorso) cheillustra chi è il tutore e quali compiti svolge,i tempi nei quali viene nominato, da chiviene nominato.

STRUMENTI

Circle timeDomande stimoloBadge dei partecipanti

CartonciniColori;Illustrazioni grafica e/o immaginiMateriale child friendly chefacilita la comprensione degliargomenti affrontati.

Focus group

Circle timeDomande stimoloBadge dei partecipanti

CartonciniColori;Illustrazioni grafica e/o immaginiMateriale child friendly chefacilita la comprensione degliargomenti affrontati.

Focus Group

Circle timeDomande stimoloBadge dei partecipanti

CartonciniColori;Illustrazioni grafica e/o immaginiMateriale child friendly chefacilita la comprensione degliargomenti affrontati.

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CaPItolo 4

MEtoDoloGIa UtIlIZZata- Stabilire con i ragazzi e le ragazze i principi del funzionamento del gruppo durante le

attività (libertà di espressione, dovere di ascolto, non discriminazione, rispetto dellacultura di appartenenza, possibilità di esprimersi nella propria lingua).

- Presentare e chiarire le finalità del percorso e le varie fasi in cui sarà articolato.- Fare in modo che ogni incontri con i minori abbia un momento iniziale ed un momento

finale che contraddistingua le attività del percorso da ogni altra attività quotidiana dellacomunità.

- Utilizzare sempre un approccio e materiale child friendly adeguato all’età e al grado dimaturità dei partecipanti.

- Chiarire la finalità del percorso e le varie fasi in cui sarà articolato.- Fornire per ogni tema proposto stimoli iniziali molto semplici per sollecitare una

discussione quanto più possibile originale, indirizzata su alcuni temi ma non pilotata neicontenuti.

- Mettere a disposizione strumenti espressivi diversificati, semplici o più complessi,accattivanti (carte, stoffe, pc, internet, colori, videocamera), per favorire la libertà diespressione attraverso il linguaggio e il mezzo prescelto, e mantenere un clima positivo edi gioco.

- Alla fine di ogni incontro è previsto un momento di restituzione immediatasull’andamento dello stesso nonché una valutazione conclusiva alla fine dell’interopercorso.

UtIlIZZo DEGlI StaNDaRD PER la PaRtECIPaZIoNE

Standard 1 - Approccio etico: trasparenza, onestà e responsabilitàIl percorso consentirà ai ragazzi di partecipare attivamente alle attività della Comunità inmaniera serena e nel riconoscimento dei ruoli di ognuno.

Standard 2 – Partecipazione rilevante e volontariaGià dal primo incontro del percorso, i tempi di lavoro ed i contenuti verranno definiti con iragazzi secondo modalità, livelli e tempistiche consoni al loro grado di padronanzalinguistica, alfabetizzazione, capacità e condizioni di vita.

Standard 3 – Ambiente motivante e a misura di ragazzo/aIl percorso rafforza la percezione di sé come soggetti portatori di diritti, esperienza econoscenza che può essere utilizzata per la costruzione di una riflessività comune, assicura

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Raccolta feedback immediati

Incontrare e conoscere il propriotutore

ATTENZIONE! Fare in modo che i feedback e leproposte dei partecipanti, emersedurante l’intero percorso,vengano ascoltate e prese inconsiderazione in funzione di unlivello sempre maggiore dipartecipazione e condivisionedelle decisioni tra minori e adulti

Conclusione dei lavori.

Condivisione circa l’andamento dell’incontroLe due sedie

Consegna del badge con il proprio nome.

Presentazione dell’incontro.

Momento di incontro e confronto con ilproprio tutore condividendo una buonamerenda insieme.In questa occasione tutte le mappe e/o ipercorsi realizzati per ogni tematicaaffronatat posso essere raggruppati in ununico grande cartellone da affiggere incomunità e consultabile da tutti in ognimomento.

Condivisione circa l’andamentodell’incontroIl semaforo

Focus group

Circle timeDomande stimolo

Badge dei partecipanti

Focus Group

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un tempo idoneo all’emersione delle risorse e allo sviluppo di strumenti e azioni efficaci,sviluppa agio e benessere.

Standard 4 – Pari opportunitàIl percorso finalizza la loro partecipazione ad un rafforzamento della capacità diinclusione sociale e protezione sia personale che dei pari coinvolti, valorizza le differenzee il trasferimento di competenze tra i membri del gruppo, riconoscendo ad ognuno lapossibilità di partecipare e di contribuire.

Standard 5 – Il personale è efficiente e preparatoI ragazzi e le ragazze devono essere accompagnati lungo il percorso da educatori esperti eformati sulle metodologie partecipative

Standard 6 – La partecipazione promuove la sicurezza e la protezionedei ragazzi/eFondamentale garantire a tutti i ragazzi, l’anonimato e il rispetto dei loro confini. Definirecome regola del gruppo di lavoro quella di ottenere sempre il consenso per poter usarele informazioni che i ragazzi forniscono e salvaguardare tutte quelle confidenziali.

Standard 7 – Follow up e valutazioneAl termine del percorso necessaria una valutazione con i ragazzi e le ragazze partecipantisul lavoro svolto e sull’importanza della condivisione dei messaggi emersi.

RISUltatI- Ragazzi e ragazze hanno accesso a un contesto e degli strumenti adeguati per essere

informati, quindi elaborare ed esprimere in modo autentico le loro opinioni e possibiliindicazioni di intervento a partire dalla propria esperienza;

- Migliorare la vita in Comunità;- Far esprimere bisogni e necessità del minore;- Comprensione delle corrette procedure dopo l’ingresso in Italia;- Costruire una mappa concettuale grafica che permette a qualsiasi ospite presente e

futuro della Comunità di comprendere il sistema tutela e protezione per i minoristranieri non accompagnati.

CRItICItà- I tempi di accoglienza diversi per ogni minore. - La difficoltà a comprendere tematiche complesse legate allo status di minore straniero

non accompagnato

PUNtI DI FoRZa- Partecipazione autentica e attiva dei minori alla vita della Comunità.- Lavorare con i ragazzi e le ragazze su questioni urgenti e realmente sentite nella loro

quotidianità ed esperienza di vita.

TITolo del Percorso/ATTIVITà dI PArTecIPAzIoneLa Fiducia: Bene Comune! Percorso partecipato di creazione di buone relazioni tra minori e adulti fondate sullafiducia e l’interesse per l’Altro27.

FINalItà E oBIEttIVIDivenire sensibili all’Altro, considerando le sue caratteristiche culturali come tratti chepermettono di riconoscerlo, valorizzarlo e ritenerlo importante. Ciò implica ilcoinvolgimento di molte dimensioni: cognitive, affettive, relazionali. Tutto ciò nonavviene in una persona ma è frutto di una reciprocità in cui tutto il contesto cambiainsieme alle persone. Attraverso i laboratori che affrontano il tema della fiducia, siintende migliorare non solo il percorso socio - educativo dei minori, che sicuramentesortirà degli effetti positivi, ma anche migliorare qualitativamente e professionalmente ilprogetto educativo della comunità.

27 Percorso di partecipazionesperimentato dalle ComunitàEducative “San Giuseppe” e“Santa Lucia” di Borgo Tressanti(Cerignola)

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CaPItolo 4

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CaPItolo 4

In particolare gli obiettivi sono:- Creare una buona relazione tra i minori e tra minori e operatori;- Condividere e valorizzare la personalità, l’esperienza ed il bagaglio culturale di ogni

partecipante;- Garantire ai minori momenti privilegiati di ascolto strutturato;- Iniziare a costruire “insieme” un percorso verso l’integrazione e l’autonomia;- Valorizzare la Fiducia come elemento fondamentale nelle relazioni tra le persone.

DURata3 mesi strutturati in 9 incontri.

RISoRSE E StRUMENtIFacilitatori: Psicologa e mediatrice linguistica. Supportano le attività: educatore, mediatore interculturale-interreligioso, assistente sociale.

DESCRIZIoNE DEll’attIVItà DI PaRtECIPaZIoNEIl percorso può essere articolato nelle seguenti fasi:

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1) FASE OBIETTIVI:Da strutturare in 2 incontri

Presentazione e condivisioneobiettivi, modalità del percorso,calendario e orario degli incontri

IMPORTANTE! La comprensione del percorsoda parte dei ragazzi e capire serisponde ai loro bisogni

Creare un clima sereno edaperto all’interno del gruppo,che permetta l’espressione liberadei vissuti e dei pensieri deipartecipanti. Maggioreconoscenza gli uni degli altri.

Raccolta feedback immediati deipartecipanti

ATTIVITÀ

Presentazione del percorso da parte dellapsicologa, coadiuvata dalla mediatricelinguistica, al gruppo costituito dagli ospitidella comunità e dalle figure professionaliinserite nel progetto. Conoscenza reciprocadei partecipanti. Prime impressioni sullavoro proposto. Elaborazione delleadesioni e degli eventuali rifiuti.

Attraverso il dialogo ed alcuni giochicooperativi e di fiducia si cerca di creare unanuova idea di squadra e collaborazione, cheabbia come fine un obiettivo comune tra ilpersonale operante e gli ospiti dellacomunità. Fidarsi e affidarsi all’altro èun’idea forte e vincente che deve venir fuorinelle varie attività e che serve a stimolare gliincontri futuri.

Alla fine di ogni incontro verranno raccoltifeedback circa l’andamento del l’incontrostesso attraverso domande stimolo semplicie chiare per tutti.

STRUMENTI

I partecipanti, riuniti in cerchio,sono invitati ad esporre i loropensieri sul percorso appenaproposto e sull’importanza dellafiducia per un rapportocostruttivo con l’altro.Esplorazione dei vissuti e deitimori che accompagnano lapropria esposizione in gruppo.

Domande stimolo

Circle time.

Giochi cooperativi e di fiducia:- “gioco del cieco”;- “caduta libera”;- “la paura nel cappello”.

Brainstorming.

Focus Group

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CaPItolo 4

2 ) FASE OBIETTIVI:Da strutturare in 2 incontriFar emergere nel gruppoeventuali vissuti negativi comerabbia, aggressività, paura,estraneità, sfiducia,permettendone il contenimentoall’interno di un contestoprotetto.

Destrutturare il pensiero el’ideologia del sospetto.

Far comprendere ai minori che laloro permanenza temporaneaall’interno della comunità hacome obiettivo primario il lorobenessere attuale e futuro.

ATTIVITÀ

Visione di un film, da scegliere con l’aiutodei ragazzi, che permetta di far emergeretutti i vissuti (precedentemente elencati tragli obiettivi di questa fase) e che consentaun parallelismo tra la loro condizioneattuale di minori migranti e le vicende divita dei protagonisti della pellicola.

Discussione in gruppo sul film e sulleesperienze personali eventualmenterievocate dalla proiezione.La condivisione dei propri pensieri, mediatidalla visione del film, permetterà al gruppodi aprirsi, magari condividendo piccoli pezzidi storia personale. La psicologa porrà moltaattenzione affinché il clima sia sempreattento all’ascolto e mai giudicante.

STRUMENTI

Video proiettore;

Focus groupCircle timeCartellonistica.

3 ) FASE OBIETTIVI:Da strutturare in 3 incontri

Far comprendere al gruppo che,rapportandosi all’altro in modopropositivo e leale, è possibileintegrarsi in un nuovo contesto,seppur molto diverso rispetto alluogo di origine.

Valutare le difficoltà incontratefino ad ora dai ragazzi nella lorointegrazione e proporre nuovimodi di affrontare insieme ipiccoli e grandi problemiquotidiani.

Confronto aperto con chi haattraversato in passato lo stessopercorso di vita di minorestraniero non accompagnato, peralimentare nei ragazzi la speranzain un futuro migliore, che èpossibile solo se ci si pone comeprotagonisti attivi del “far bene”e della “buona comunicazione”.

ATTIVITÀ

Introduzione all’intelligenza emotiva, intesacome la capacità di percepire, identificare ericonoscere i sentimenti propri ed altrui nelmomento stesso in cui sorgono. Divenireconsapevoli delle proprie emozioni permettedi avere un maggior controllo sui propricomportamenti e di conseguenza di capiremeglio gli altri.

Attraverso simulate e role playing saràpossibile far sperimentare ai ragazzi nuovimodi di gestire il conflitto, cosa che si riveleràloro utile nel momento in cui si troverannofuori dalla comunità alla ricerca di un lavoro edi nuove esperienze di vita più mature. Divisiin squadre, ai ragazzi verrà proposta unastoria, caratterizzata da un conflitto, per laquale la squadra avrà del tempo per trovareun modo per risolverlo

Dopo aver preliminarmente annunciato airagazzi la presenza di un ex ospite dellacomunità, sarà utile per loro ascoltare la suatestimonianza relativa alla buona riuscita delpercorso educativo e alla sua integrazionenel nostro paese.

Gli ospiti della comunità possono interagirecon domande e curiosità. La possibilità divedere e ascoltare un esempio di inserimentoben riuscito può trasmettere loro fiducia esperanza nel futuro, senza tralasciare però gliaspetti concreti concernenti gli ostacoli realiche essi incontreranno per forza di cose sulloro cammino verso l’integrazione .

STRUMENTI

Materiale Child Friendlysull’intelligenza emotivamantenendo un clima stimolantee interattivo.

Ideazione di una breve storia incui risulta centrale il conflitto.Role playing.

Narrazione della propria storiada parte di un ex ospite dellacomunità.

Confronto aperto con domandee risposte tra i ragazzi e l’exospite della comunità.

Circle time.

Brainstorming.

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CaPItolo 4

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4) FASE OBIETTIVI:Da strutturare in 2 incontri

Riflessioni sull’intero percorsofatto insieme.

Far luce sulle dinamiche interneche si sono sperimentatedurante gli incontri.

Valutare se la propria capacità difidarsi dell’altro sia migliorata ecome questo abbia inciso sulmodo di relazionarsi versol’esterno.

Raccogliere proposte per unnuovo percorso.

ATTENZIONE! Fare in modo che i feedback e leproposte dei partecipanti,emerse durante l’interopercorso, vengano ascoltate eprese in considerazione infunzione di un livello sempremaggiore di partecipazione econdivisione delle decisioni traminori e adulti.

Conclusione dei lavori.

ATTIVITÀ

Lettura al gruppo della favola “In una nottedi temporale” di Yuichi Kimura. La lettura didue persone disposte ad interpretare ilruolo dei due protagonisti del racconto puòrendere la storia più coinvolgente edentusiasmante.

Al termine si propone una discussione digruppo stimolando i ragazzi a riflettere suquanto si possa essere simili seppur nellediversità, e di come aver fiducia nell’altrorende di certo un rapporto più maturo epositivo. Successivamente, dal momentoche l’autore della storia, lascia sospesa lafine del racconto, i ragazzi si suddividono inpiccoli gruppi (massimo 4 persone),ognuno dei quali prova ad immaginare e ascrivere (o disegnare) come si potrebbeconcludere la vicenda. Ciascun gruppo èlibero di mostrare agli altri partecipanti ilsuo finale secondo la modalità chepreferisce: ad esempio attraverso la messain scena teatrale, un disegno, un racconto,un fumetto.

Prendendo spunto dalle varie storie si potràcondividere insieme idee ed emozioni enuove proposte per la vita in comunità..

In un secondo momento, con la modalitàdel circle time, tutti i partecipanti alle attivitàverranno invitati ad esprimere un pensierosull’intero percorso svolto e a riflettere suquanto siano eventualmente migliorati iloro rapporti di amicizia grazie anche alclima positivo di condivisione attenta e maigiudicante che ha fatto da filo conduttoreall’intero progetto.

Coinvolgere i partecipanti nel proporrenuove tematiche di loro interesse (inparticolare se emerse durante losvolgimento del percorso stesso) peravviare un nuovo percorso partecipativo.Ad esempio far scrivere o disegnare delleproposte su un cartellone.

Momento di festa finale con possibileesposizione di tutto il materiale prodottonegli incontri

STRUMENTI

Lettura recitata di una storia.

Divisione in piccoli gruppi.Domande stimoloIdeazione del finale della storia.Esposizione dei lavori all’interogruppo.

Brainstorming.

Circle time.

Elaborazione dei vissuti.

Fogli, penne e colori.

Circle time BrainstormingPenne e cartellone

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MEtoDoloGIa UtIlIZZataStabilire con i partecipanti i principi di una buona comunicazione, che permettono algruppo di funzionare al meglio per gli obiettivi prefissati dal progetto. Inoltre, la libertà diespressione, il dovere di ascolto, la non discriminazione, la condivisione di vissuti,l’empatia, il rispetto delle singole culture di appartenenza ed anche la possibilità diesprimersi nella propria lingua grazie all’aiuto del mediatore linguistico, permette ai ragazzidi far proprie delle competenze relazionali che saranno utili anche al di fuori dellacomunità, facendo cadere quei pregiudizi che ostacolano l’inserimento sociale.Fare in modo che ogni incontro con i minori abbia un momento iniziale ed un momentofinale che contraddistingua le attività del percorso da ogni altra attività quotidiana dellacomunità.Utilizzare sempre un approccio e materiale child friendly adeguato all’età e al grado dimaturità dei partecipanti.Pertanto, si realizzerà una comunicazione chiara ed efficace e verranno esplicitate le finalitàdel percorso e le principali modalità di intervento. Ciascuno di essi sarà lasciato libero didecidere se partecipare o meno agli incontri, trasmettendo loro l’idea diautodeterminazione e soprattutto del rispetto per l’opinione altrui, anche quando questa sidiscosta dalla propria. Proprio per favorire ancor meglio quest’idea di condivisione, è stataaccolta la proposta fattaci da Save the Children relativa alla creazione di una casella postalein cui i ragazzi, in forma anonima o personale, possano lasciare al suo interno idee,sensazioni, proposte, richieste e quant’altro loro sentano il bisogno di comunicare agli altri.Un incontro alla settimana è dedicato alla lettura dei messaggi e alla discussione di gruppo.Durante il primo incontro sarà precisato che le interazioni dovranno seguire delle regoleben precise volte al rispetto di ciascun membro. Quando qualcuno parla deve rivolgersiall’intero gruppo, che in silenzio deve ascoltare senza intervenire, se non quando gli vienedata la parola. Questo permette a chi si espone in prima persona di sentirsi più sicuro esereno nell’esprimere la propria idea.Verrà, inoltre, utilizzata la modalità del “role playing”, per permettere non solo disperimentare in prima persona i vissuti dei protagonisti delle loro storie, ma anche perpermettere agli stessi di trovare, nella figura della psicologa e nel gruppo stesso, uncontenitore adeguato e supportivo.Alla fine di ogni incontro è previsto un momento di restituzione immediata sull’andamentodello stesso nonché una valutazione conclusiva alla fine dell’intero percorso.

UtIlIZZo DEGlI StaNDaRD PER la PaRtECIPaZIoNE

Standard 1 - Approccio etico: trasparenza, onestà e responsabilitàIl percorso consente ai ragazzi di lavorare affinché si costruisca un contesto in cui ilconfronto aperto e accogliente sciolga i dubbi e le riserve che non di rado siaccompagnano al loro ingresso in comunità. Sin dai primi incontri è chiaro ai ragazzi cheobiettivo primario del progetto è quello di creare un clima di fiducia all’interno del loroattuale contesto di vita e soprattutto è essenziale che loro non confondano coloro cheoperano in comunità con le Istituzioni. Far comprendere loro le reali potenzialità che lapermanenza in una comunità di accoglienza offre è prerequisito essenziale per la buonariuscita del progetto, oltre che dell’intero percorso all’interno della comunità.

Standard 2 – Partecipazione rilevante e volontariaDurante il percorso, i tempi di lavoro ed i contenuti vengono definiti con i ragazzi secondomodalità, livelli e tempistiche consoni al loro grado di padronanza linguistica,alfabetizzazione, capacità e condizioni di vita. Con la giusta attenzione, i ragazzi vengonosollecitati al dialogo e al confronto empatico, lasciando sempre libero ciascuno di loro diastenersi dall’esprimersi, nel rispetto delle proprie volontà.

Standard 3 – Ambiente motivante e a misura di ragazzo/aIl percorso rafforza e promuove la percezione di sé come portatori di esperienza econoscenza che può essere utilizzata per la costruzione di una riflessività comune, assicuraun tempo idoneo all’emersione delle risorse e allo sviluppo di strumenti e azioni efficaci,migliora la capacità di rapportarsi all’altro in maniera propositiva e di conseguenza accresceil benessere.

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CaPItolo 4

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CaPItolo 4

Standard 4 – Pari opportunitàLe modalità del circle time e dell’ascolto empatico e non giudicante non solo permettonouna partecipazione attiva e propositiva di tutti i ragazzi, ma anzi la favoriscono. Rispettare itempi di interazione e favorire il contributo di tutti i partecipanti, serve ai ragazzi persuperare le comuni paure e inibizioni tipiche della fase adolescenziale.

Standard 5 – Il personale è efficiente e preparatoI ragazzi per tutto il percorso sono accompagnati da educatori esperti e formati sullemetodologie partecipative. Inoltre, la presenza della psicologa e dell’assistente sociale,garantisce loro in qualsiasi momento uno spazio dedicato all’ascolto competente eprofessionale.

Standard 6 – La partecipazione promuove la sicurezza e la protezione dei ragazzi/eFondamentale garantire a tutti i ragazzi la confidenzialità, l’anonimato e il rispetto dei loroconfini. Definire come regola del gruppo di lavoro quella di ottenere sempre il consenso perpoter usare le informazioni che i ragazzi forniscono e salvaguardare tutte quelle confidenzialitramite il segreto professionale.

Standard 7 – Follow up e valutazioneAl termine del percorso sarà essenziale proporre una valutazione da parte dei ragazzi chepermetta di comprenderne gli effettivi risultati raggiunti e di operare le opportunemodifiche, affinché si possano ottenere riscontri ancor più favorevoli in futuro. Inoltre, saràimportante condividere i contenuti più significativi emersi durante gli incontri, per favorireun’ulteriore elaborazione dei messaggi veicolati. Infine, le attività previste nel progetto siriproporranno con i nuovi utenti con l’intento di rendere più armoniosa l’integrazione e laconoscenza dei minori tra di loro e con le varie figure professionali.

RISUltatI- Migliorare la relazione dei ragazzi ospiti della comunità con le figure professionali che

operano al suo interno, permettendo di far chiarezza su quelli che realmente sono icompiti e i doveri che la comunità deve adempiere nell’accoglienza dei minori.

- Condividere che la comunità non è “un contenitore chiuso” ma un percorso verso ilfuturo, del quale possono beneficiare per un miglior inserimento in una società tantodiversa per usi e costumi dalle loro, non può che favorire un clima più sereno eaccogliente.

- Migliorare la relazione tra i ragazzi ospiti della comunità, favorendo il dialogo e ilconfronto costruttivo.

- Promuovere una cultura all’ascolto empatico e non giudicante, che favorisca una piùfacile integrazione tra i ragazzi.

- Favorire nei ragazzi l’idea che avere fiducia nell’altro sia un valore aggiunto, che rendeunica una relazione.

CRItICItàLa diversità di lingue, usi e costumi può rappresentare una difficoltà nell’attuazione delpercorso, perché la comprensione del messaggio che si vuole veicolare non sempre sarà difacile trasmissione. Le resistenze nel mettersi in gioco in prima persona e la comunicazionefranca e sincera possono essere un ostacolo per una condivisione di vissuti profondi, ma lapresenza attenta e competente della psicologa e delle altre figure professionali rappresenteràsempre un occhio vigile e pronto ad intervenire nel modo migliore per ciascuna occasione.Si farà uso di un approccio child friendly in particolare quando verranno affrontati argomentiche risultano densi di significato per i ragazzi, in modo da mitigare un possibile rifiuto e/odisinteresse da parte dei ragazzi.

PUNtI DI FoRZaInvestire sul lavoro di gruppo che favorisca un clima di accettazione e condivisione èsicuramente la chiave vincente per una buona partecipazione ed una pronta risposta daparte di ragazzi e operatori. Lo stare insieme in uno spazio strutturato e il condividereemozioni e pezzi di storia personale favorirà certamente la creazione di un clima più serenoall’interno della comunità e nelle varie attività in cui sono coinvolti i ragazzi. Inoltre, poter

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interagire con un ex ospite della comunità che sia testimone di un buon percorso diintegrazione nel territorio italiano, di certo sarà per i ragazzi una buona opportunità diconfronto, nonché uno stimolo positivo per il loro imminente futuro. Infine, l’assistentesociale, durante i colloqui individuali con i ragazzi, rafforzerà ancor di più il concetto difiducia come valore aggiunto al rapporto tra ospiti e personale della comunità, già elementocentrale degli incontri di gruppo che si snoderanno nelle 9 giornate previste dal progetto.

TITolo del Percorso/ATTIVITà dI PArTecIPAzIone“WHO I AM, WHERE I AM AND WHERE I WANT TO GO”Laboratorio partecipato di riscoperta e valorizzazione del bagaglio culturale ed esperienziale dei minori stranieri non accompagnati accolti in comunità in funzione di unprogetto di vita futuro28.

FINalItà E oBIEttIVIIl percorso è finalizzato a fornire ai minori gli strumenti per operare scelte di vitaconsapevoli, in virtù dei propri interessi, capacità, abilità e competenze maturate. E’ un percorso volto alla scoperta di se stessi e del proprio “progetto di vita” che vede iragazzi protagonisti delle diverse fasi dello stesso.

In particolare gli obiettivi sono:- Migliorare il clima e la relazione educativa tra minori e operatori garantendo il diritto ad

essere ascoltati e partecipare;- Creare spazi di ascolto strutturato finalizzati alla condivisione di bisogni, stati d’animo e

percezioni dei minori circa il loro percorso di vita e quello relativo all’accoglienza eall’integrazione integrazione;

- Promuovere l’autostima e la fiducia in se stessi;- Promuovere la capacità di operare scelte consapevoli; - Promuovere e valorizzare le esperienze e le capacità dei minori.

DURata7 incontri ( a cadenza settimanale)

RISoRSE E StRUMENtIFacilitatore: educatoreSupportano le attività: psicologo e mediatore culturale

DESCRIZIoNE DEll’attIVItà DI PaRtECIPaZIoNEIl percorso può essere articolato nelle seguenti fasi:

28 Percorso di partecipazionesperimentato dalla Comunità “San Francesco” di Cerignola(FG)

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CaPItolo 4

1) FASE OBIETTIVI:

Condivisione obiettivi, modalitàdi lavoro, calendario e orariodegli incontri.

Coinvolgere i ragazzi sulla sceltadei temi per avere una ricadutapiù ampia e significativa

IMPORTANTE! La comprensione del percorsoda parte dei ragazzi e capire serisponde ai loro bisogni

ATTIVITÀ

Presentazione del percorso al gruppoRaccolta impressioni, proposte e adesionisu attività con domande mirate. Ad esempiorealizzando dei cartelloni che rappresentinograficamente (anche attraverso dei simbolio fumetti) i temi degli incontri e garantendoai partecipanti la possibilità di proporresuggerimenti e idee scrivendole sucartoncini da attaccare al cartellone con iltema sul quale vogliono fare la proposta.

IMPORTANTE!Spiegare ai ragazzi perché alcune proposteverranno accolte e altre no.

STRUMENTI

Circle timeI partecipanti, riuniti in cerchio,sono invitati ad esporre i loropensieri e idee sul percorsoappena proposto attraversodomande stimolo

Cartoncini, fogli e penne.

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CaPItolo 4

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3) FASE OBIETTIVI:

Promuovere azioni specifiche diorientamento,accompagnamento e supportotesi ad agevolare l’accoglienza el’integrazione sociale.

IMPORTANTE!In caso di messaggi e/o richiestenei confronti della comunità èfondamentale essere pronti adare feedback immediatiall’interno del percorso stesso

Raccolta feedback immediati deipartecipanti

ATTIVITÀ

Partendo dal riconoscimento dellacondizione attuale (realtà della comunità epersone che vi operano) riuscire aindividuare di quali risorse esterne sidispone e di cui si può usufruire.Viene utilizzata una lavagna a fogli mobilidove poter buttare giù tutti i nomi chegravitano all’interno dell’equipe di lavorodella comunità, se si conoscono tutti imembri, se si conoscono le diverse funzionie in base ai propri bisogni a chi ci si puòrivolgere.E’ molto importante avere un riscontro sullepercezione dei partecipanti e, in particolare,integrare e correggere quelle incomplete oerrate nei confronti della comunità e di chivi opera).

Alla fine di ogni incontro verranno raccoltifeedback circa l’andamento del l’incontrostesso attraverso domande stimolo semplicie chiare per tutti.

STRUMENTI

Circle time

CartelloniIllustrazione grafiche o disegnidelle figure professionali e deiservizi/compiti della comunità

Focus Group

2 ) FASE OBIETTIVI:

Presentare paesi di provenienzae bagagli culturali propri diciascun partecipante e ricostruireil percorso migratorio.

Raccolta feedback immediati dei partecipanti

ATTIVITÀ

Ripercorrere insieme la propria storiapersonale partendo dal punto di partenzadel loro viaggio per riconfigurare insieme:dove è cominciato, quali sono state le tappeintermedie e quali le prospettive future delloro viaggio. Ad esempio ogni partecipante(o piccoli gruppi divisi per nazionalità)possono segnalare su di una cartageografica il loro paese di origine(presentando e condividendo alcunecaratteristiche della loro cultura diappartenenza) e dei luoghi che hannoattraversato.Questa attività è fondamentale per ciascunodegli utenti per poter individuare “doverealmente si vuole andare” sia da un puntodi vista fisico (la meta del viaggio che sivuole fare) sia da un punto di vistametaforico (chi si vuole diventare).

Alla fine di ogni incontro verranno raccoltifeedback circa l’andamento del l’incontrostesso attraverso domande stimolo semplicie chiare per tutti.

STRUMENTI

Circle time

Utilizzo di cartine e mappegeografiche e un cartellone perpersonalizzare le traiettorie deiviaggi anche attraverso l’uso dicolori.

Focus Group

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64

CaPItolo 4

4) FASE OBIETTIVI:Da strutturare in 2 incontri:

Elaborare un proprio progetto divita partendo dal propriobagaglio di esperienze e capacitàin funzione di possibiliorientamenti di studio e/o dilavoro.

Raccolta feedback immediati dei partecipanti

ATTIVITÀ

Partendo dalla condivisione della propriapersonalità e delle propria condizioneattuale (ovvero quanto svolto nelle fasiprecedenti), si inizia a delineare il percorsodi vita verso l’autonomia. Chiedere ai partecipanti di condividere leloro esperienze di studio e/o di lavoromaturate per valorizzare il loro bagaglio dicapacità ed esperienze.

In un secondo momento si può utilizzareun esempio di annuncio di lavoro persimulare l’elaborazione di una lettera dipresentazione e la costruzione di uncurriculum vitae.Realizzare un cartellone nel quale sonoillustrati graficamente i contenuti base di uncurriculum (ad esempio Foto, datipersonali, formazione, esperienzeprofessionali, capacità) e fare in modo checiascun partecipante compili il proprio.

Alla fine di ogni incontro verranno raccoltifeedback circa l’andamento del l’incontrostesso attraverso domande stimolo semplicie chiare per tutti.

STRUMENTI

Circle time

CartelloniFogli Penne e coloriIllustrazioni grafiche, disegni e/oimmagini

Focus group

5) FASE OBIETTIVI:Da strutturare in 2 incontri:

Rafforzare la percezione dellapropria identità, la stima di sé, lafiducia nelle proprie capacità, lacuriosità, la motivazione nelraggiungere un obiettivo.

Avere un feedback di tutto ilpercorso per valutare se gliobiettivi sono stati raggiunti oper dare ulteriori chiarimenti

ATTENZIONE! Fare in modo che i feedback e leproposte dei partecipanti, emersedurante l’intero percorso,vengano ascoltate e prese in

ATTIVITÀ

A seguito della condivisione di esperienze ecompetenze proprie di ciascun partecipanteattraverso il curriculum è fondamentalecompletarlo con la descrizione dellecaratteristiche della personalità attraverso larilevazione di “punti di forza” e “puntideboli”. Chiedere ai ragazzi di disegnare ilproprio percorso di vita (realizzato adesempio come un labirinto o una strada)all’interno del quale inserire i loro punti diforza e di debolezza anch’essi rappresentatida simboli (scelti individualmente). Unavolta completato il percorso ognipartecipante lo presenterà spiegando ipropri simboli e relativi significati.

Attività ricreativa per raccogliere feedbackfinalizzata a valutare quanto le varie fasi delpercorso sono state utili per i ragazzi. Adesempio elaborare delle domande stimoloinerenti le varie fasi del percorso e chiedereai ragazzi di rispondere liberamenteattraverso tre faccine: una sorridente, unatriste e una annoiata. Per ottenere unavalutazione efficiente potrebbe essere utilefar realizzare questa attività da un educatore

STRUMENTI

Circle time

CartelloniFogliPenne e colori

Focus group Domande stimoloCartoncini illustrati

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CaPItolo 4

MEtoDoloGIa UtIlIZZata- Stabilire con i ragazzi e le ragazze i principi del funzionamento del gruppo durante le

attività (libertà di espressione, dovere di ascolto, non discriminazione, rispetto dellacultura di appartenenza, possibilità di esprimersi nella propria lingua).

- Presentare e chiarire le finalità del percorso e le varie fasi in cui sarà articolato.- Fare in modo che ogni incontri con i minori abbia un momento iniziale ed un momento

finale che contraddistingua le attività del percorso da ogni altra attività quotidiana dellacomunità.

- Utilizzare sempre un approccio e materiale child friendly adeguato all’età e al grado dimaturità dei partecipanti.

- Chiarire la finalità del percorso e le varie fasi in cui sarà articolato- Fornire per ogni tema proposto stimoli iniziali molto semplici per sollecitare una

discussione quanto più possibile originale, indirizzata su alcuni temi ma non pilotata neicontenuti.

- Mettere a disposizione strumenti espressivi diversificati, semplici o più complessi,accattivanti (carte, stoffe, pc, internet, colori, videocamera), per favorire la libertà diespressione attraverso il linguaggio e il mezzo prescelto, e mantenere un clima positivo edi gioco.

- Elaborare, per ogni azione, specifici strumenti in grado di indagare le differenti criticità earee oggetto di osservazione, e fissare degli standard di servizio necessari per valutare ilraggiungimento degli obiettivi e il livello di gradimento delle prestazioni realizzate;

- Alla fine di ogni incontro è previsto un momento di restituzione immediatasull’andamento dello stesso nonché una valutazione conclusiva alla fine dell’interopercorso.

Il percorso si fonda sull’utilizzo delle seguenti metodologie: su formeinnovative, quali l’orientamento narrativo; su processi comunitari di sensibilizzazione esviluppo di sinergie; su strategie di rete orientate ad attivare confronti.Un’attenzione particolare è dedicata alla dimensione del gioco come elemento comune ecanale di comunicazione tra culture differenti.

UtIlIZZo DEGlI StaNDaRD PER la PaRtECIPaZIoNE

Standard 1 - Approccio etico: trasparenza, onestà e responsabilitàIl percorso consente ai minori di ricostruire il loro vissuto, di accrescere capacità ecompetenze chiarendo i limiti e l’impatto dei risultati attesi e infine di creare un percorsorealmente sostenibile dai ragazzi ai quali si rivolge.

Standard 2 – Partecipazione rilevante e volontariaLo spazio, il tempo e i contenuti di lavoro vengono definiti di volta in volta con i ragazzi e adogni incontro un partecipante può essere nominato come facilitatore del gruppo, persupportare i pari nelle attività proposte (peer support).

65

considerazione in funzione di unlivello sempre maggiore dipartecipazione e condivisionedelle decisioni tra minori e adulti

Raccogliere proposte per unnuovo percorso

Conclusione dei lavori.

che non ha preso parte agli incontri con iragazzi in modo tale che gli stessi si sentanomaggiormente liberi di rispondere.

Coinvolgere i partecipanti nel proporrenuove tematiche di loro interesse (inparticolare se emerse durante losvolgimento del percorso stesso) peravviare un nuovo percorso partecipativo.Ad esempio far scrivere o disegnare delleproposte su un cartellone.

Momento di festa finale con possibileesposizione di tutto il materiale prodottonegli incontri.

Circle time BrainstormingPenne e cartellone

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Standard 3 – Ambiente motivante e a misura di ragazzo/aIl percorso rafforza la percezione di sé come soggetti portatori di esperienza e conoscenzache può essere utilizzata per la costruzione di una riflessività comune; assicura un tempoidoneo all’emersione delle risorse e allo sviluppo di strumenti e azioni efficaci; sviluppa agioe benessere.

Standard 4 – Pari opportunitàIl percorso finalizza la loro partecipazione ad un rafforzamento della capacità di inclusionesociale e protezione sia personale che dei pari coinvolti, valorizza le differenze e iltrasferimento di competenze tra i membri del gruppo, riconoscendo ad ognuno la possibilitàdi offrire un apporto.

Standard 5 – Il personale è efficiente e preparatoI ragazzi vengono accompagnati da operatori formati sulla metodologia partecipativa.

Standard 6 – La partecipazione promuove la sicurezza e la protezione dei ragazzi/eFondamentale garantire a tutti i ragazzi e le ragazze la confidenzialità, l’anonimato e ilrispetto dei loro confini. Definire come regola del gruppo di lavoro quella di otteneresempre il consenso per poter usare le informazioni che i ragazzi forniscono e salvaguardaretutte quelle confidenziali.

Standard 7 – Follow up e valutazioneAl termine del percorso necessaria una valutazione con i ragazzi e le ragazze partecipanti sullavoro svolto e sull’importanza della condivisione dei risultati emersi.

RISUltatIIl percorso contribuisce all’integrazione culturale e sociale dei minori ai quali si rivolge. I Ragazzi hanno accesso a un contesto e degli strumenti adeguati per essere informati,quindi elaborare ed esprimere in modo autentico le loro opinioni e possibili indicazioni diintervento a partire dalla propria esperienza; hanno la possibilità di ripercorrere il lorovissuto creando una mappa che permetta di visualizzare conoscenze, capacità ed esperienze.Ogni minore ha una nuova percezione di sé, pienamente consapevole dei suoi diritti e deisuoi doveri, e del suo ruolo fondamentale come responsabile del benessere sociale dellacomunità. Rientrano inoltre tra i risultati attesi: la realizzazione di un modello di interventoriproponibile; la crescita umana e professionale di tutti i soggetti coinvolti; unasensibilizzazione attiva sul territorio.

CRItICItàLe criticità sono rappresentate nella difficoltà della comprensione linguistica delle tematicheaffrontate.Per superare le criticità si consiglia il supporto di un mediatore culturale e l’utilizzo dimateriale child friendly che agevola la comprensione delle tematiche che possono risultarepiù complesse.

PUNtI DI FoRZaLavorare con i ragazzi e le ragazze su questioni urgenti e realmente sentite nella loroquotidianità ed esperienza di vita. Un clima di lavoro di gruppo positivo ed emozionante, quindi propulsivo per la realizzazionedi una partecipazione effettiva.La possibilità di poter esprimere liberamente la propria personalità attraverso strumenti eattività mirate.La presentazione e valorizzazione del proprio bagaglio culturale rafforza l’autostima, lapercezione di sé e stimola ad un coinvolgimento attivo.

66

CaPItolo 4

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CaPItolo 4

aREa VIta IN CoMUNItàtItolo DEl PERCoRSo/attIVItà DI PaRtECIPaZIoNE“Culture a Confronto”Laboratorio partecipato per minori migranti sui temi del confronto culturale, dei diritti edell’integrazione29.

FINalItà E oBIEttIVI- Stimolare il dibattito tra i minori attraverso la visione di film, cortometraggi, video.- Far emergere le opinioni ed il punto di vista dei ragazzi su temi di comune interesse,

quali: diritti, integrazione, sessualità, ruolo della donna, culto religioso.- Promuovere la conoscenza ed il confronto con altre culture.- Favorire l’integrazione dei minori all’interno e all’esterno della comunità.- Creare spazi di ascolto strutturato finalizzati alla condivisione di bisogni, stati d’animo e

percezioni dei minori circa il percorso di accoglienza e integrazione.- Consultare e informare i minori circa i loro diritti e doveri in comunità.- Migliorare il clima e la relazione educativa tra minori e operatori garantendo il diritto ad

essere ascoltati e partecipare.

DURataUn incontro al mese della durata di due ore circa.

RISoRSE E StRUMENtIUn operatore che facilita gli incontri ed un mediatore culturale che supporta il confronto;locali per la visione, attrezzatura multimediale.

DESCRIZIoNE DEll’attIVItà DI PaRtECIPaZIoNEil percorso puo’ essere articolato nelle seguenti fasi:

29 Percorso sperimentato dallaComunità di pronta accoglienzaCooperativa “Prospettiva” (SanGiovanni Galermo - CT)

67

1) FASE OBIETTIVI:

Condividere con i minori ilpercorso che si intenderealizzare, le attività e gli obiettivi.

Chiedere la loro opinione sucadenza e orario degli incontri.

Coinvolgerli nella scelta delletematiche da affrontare in mododa avere il più alto grado dipartecipazione ed interesse.

ATTIVITÀ

Si propone la visione di un primo video e/ocortometraggio, relativo ad un tema diinteresse comune, in modo tale dapresentare al gruppo l’attività che sipropone di realizzare.

A seguire i ragazzi vengono coinvolti nellaindividuazione dei temi che potrebberoessere affrontati nei successivi due incontri.Ad esempio scrivendo liberamente su ungrande cartelloni i temi che vorrebberoaffrontare nei successivi incontri.

STRUMENTI

Attrezzatura multimediale.

Circle time

Brainstorming

Un grande cartellone doveindicare i temi proposti daiminori.

Conduzione del gruppo a curadel mediatore culturale edell’insegnante del laboratorio dilingua italiana.

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CaPItolo 4

2 ) FASE OBIETTIVI:

Favorire i processi dipartecipazione ed il confrontotra culture.

Promuovere l’emersione deivissuti, delle curiosità, deibisogni, in riferimento al tema dicomune interesse, scelto daiminori nella prima fase.

Raccolta feedback deipartecipanti in merito all’attivitàsvolta.

ATTIVITÀ

Si propone la visione del secondo film e/ocortometraggio.

A seguire i ragazzi vengono coinvolti daglioperatori nell’esprimere pareri e punti divista relativi al film che e’ stato proiettato adesempio attraverso domande stimolo chepossono facilitare il confronto.

Nella fase conclusiva dell’incontro vengonoraccolti i feedback dei partecipanti attraversola proposizione di brevi e chiari quesiti.

STRUMENTI

Attrezzatura multimediale.

Circle time

Un grande cartellone doveindicare le emozioni, i vissuti, leopinioni suscitate dalla visionedel film .

Conduzione del gruppo a curadel mediatore culturale edell’insegnante del laboratorio dilingua italiana.

Focus group

3) FASE OBIETTIVI:

Stimolare l’emersione e lacondivisone dei punti di vista deiminori in relazione alla pellicolavisionata.

IMPORTANTE!Valutare, alla luce del dibattito, leaspettative, le fragilità , i vissuti deiragazzi in modo da poter realizzareinterventi di sostegno “mirati”.

Avere un feedback di tutto ilpercorso per valutare se gliobiettivi sono stati raggiunti oper dare ulteriori chiarimenti

ATTIVITÀ

Si propone la visione del terzo film.

A seguire i ragazzi vengono coinvolti daglioperatori nell’esprimere pareri e punti divista relativi al film che e’ stato proiettato. Senecessario facilitare l’emersione dei punti divista ed il confronto attraverso l’utilizzo diillustrazioni grafiche e/o disegni.

Attività ricreativa per raccogliere feedbackfinalizzata a valutare quanto le varie fasi delpercorso sono state utili per i ragazzi. Adesempio elaborare delle domande stimoloinerenti le varie fasi del percorso e chiedere airagazzi di rispondere liberamente attraversotre faccine: una sorridente, una triste e unaannoiata. Per ottenere una valutazioneefficiente potrebbe essere utile far realizzarequesta attività da un educatore che non hapreso parte agli incontri con i ragazzi in modotale che gli stessi si sentano maggiormenteliberi di rispondere.

STRUMENTI

Attrezzatura multimediale.

Circle time

Un grande cartellone doveindicare le emozioni, i vissuti, leopinioni suscitate dalla visionedel film.

Focus group Domande stimoloCartoncini illustrati

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CaPItolo 4

MEtoDoloGIa UtIlIZZataChiarire, preliminarmente, gli obiettivi del percorso e le attività che ne scandiscono losvolgimento.Creare un clima sereno che implementi la positiva relazione tra i minori, e tra questi ultimie gli operatori.Stabilire, con i ragazzi, le regole di funzionamento del gruppo, quali: ascolto attivo, liberaespressione, rispetto per il punto di vista altrui, contrasto a pregiudizi e discriminazioni.Fornire adeguati stimoli affinché vengano proposte dai minori tematiche di interessecomune.Adottare un approccio child friendly adeguato all’età ed al grado di maturità dei partecipanti.Mettere a disposizione strumenti espressivi diversificati, semplici o più complessi,accattivanti (carte, stoffe, pc, internet, colori, videocamera), per favorire la libertà diespressione attraverso il linguaggio e il mezzo prescelto, mantenendo un clima positivo e digioco.Alla fine di ogni incontro è previsto un momento di restituzione immediata sull’andamentodello stesso nonché una valutazione conclusiva alla fine dell’intero percorso in modo dacogliere il livello di interesse e coinvolgimento del gruppo rispetto alle attività svolte.

UtIlIZZo DEGlI StaNDaRD PER la PaRtECIPaZIoNE

Standard 1 - Approccio etico: trasparenza, onestà e responsabilitàIl percorso è stato realizzato in modo tale da assicurare che i minori potessero esprimereliberamente le loro idee ed opinioni. Lo scopo della loro partecipazione e’ stato chiarito infase preliminare e, sempre nella suddetta fase, sono state fornite tutte le informazioni inmerito al loro coinvolgimento.

Standard 2 – Partecipazione rilevante e volontariaI tempi e le modalità di realizzazione del percorso partecipativo vengono stabiliti insieme aiminori, conformemente alle loro capacità, caratteristiche ed interessi.

Standard 3 – Ambiente motivante e a misura di ragazzo/aChiarire, in via preliminare, il contenuto delle attività, garantendo un clima sereno e positivoe mettendo a disposizione tempi e risorse adeguate assicurando un ambiente motivante peri minori coinvolti.

Standard 4 – Pari opportunitàLe regole ed i principi di funzionamento del gruppo hanno reso possibile una pienapartecipazione dei suoi componenti, priva di qualsiasi forma di discriminazione.

69

Raccogliere proposte per unnuovo percorso

Conclusione dei lavori

Coinvolgere i partecipanti nel proporrenuove tematiche di loro interesse (inparticolare se emerse durante losvolgimento del percorso stesso) peravviare un nuovo percorso partecipativo.Ad esempio far scrivere o disegnare delleproposte su un cartellone.

Per ufficializzare la conclusione delle attivitàviene realizzato un momento di convivialità.procedendo alla preparazione del tèsecondo la tradizione nord africana.

Circle time BrainstormingPenne e cartellone

Materiali per la preparazione esomministrazione del tèsecondo la tradizione nordafricana.

Conduzione del gruppo a curadel mediatore culturale edell’insegnante del laboratorio dilingua italiana.

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Standard 5 – Il personale è efficiente e preparatoGli operatori coinvolti nelle attività rivolte ai minori sono stati adeguatamente formati allametodologia partecipativa.

Standard 6 – La partecipazione promuove la sicurezza e la protezione dei ragazzi/eFondamentale garantire a tutti i ragazzi e le ragazze la confidenzialità,l’anonimato e il rispetto dei loro confini. Definire come regola del gruppo di lavoro quella diottenere sempre il consenso per poter usare le informazioni che i ragazzi forniscono esalvaguardare tutte quelle confidenziali. Inoltre è stato loro garantito un adeguato supportoquando la partecipazione ha fatto emergere particolari vulnerabilità

Standard 7 – Follow up e valutazioneIn ogni singola fase del percorso si procede ad una restituzione e conseguente valutazionedi quanto realizzato con i minori stessi.Nella fase conclusiva sono stati valutati i risultati conseguiti.

RISUltatIIntegrazione culturale, implementazione del dialogo e dei livelli di partecipazione dei minorimigranti. Interiorizzazione delle regole e dei principi che scandiscono il funzionamento delgruppo, possibilità di esprimere il proprio punto di vista e confrontarlo con quello degli altri.Contrasto di ogni forma di discriminazione.

CRItICItàIniziale difficoltà dei membri del gruppo nel proporre le possibili tematiche oggetto delleattività. Reticenza nell’esprimere i propri vissuti e punti di vista rispetto a questioni delicatequali la sessualità, la condizione femminile, il credo religioso. difficoltà nell’intercettazione enel contrasto dei pregiudizi.

PUNtI DI FoRZaEterogeneità del gruppo, interesse per le tematiche trattate, condivisione di spazi e momenti“dedicati”, ruolo centrale delle regole e dei principi che scandiscono il funzionamento delgruppo.

TITolo del Percorso/ATTIVITà dI PArTecIPAzIonePercorso partecipato di prevenzione sui temi: tabagismo, contagio H.I.V. emalattie sessualmente trasmissibili, cura e igiene personale30.

FINalItà E oBIEttIVILe attività di educazione alla salute sono mirate alla prevenzione dei comportamenti a rischiomaggiormente diffusi nella popolazione giovanile, tra i quali; tabagismo, il contagio da H.I.V.e dalle malattie sessualmente trasmissibili.Risulta necessario favorire la consapevolezza circa l’importanza della prevenzione epromuovere una cultura del benessere per contrastare efficacemente l’avvio di pericoloseabitudini.

Obiettivi specifici:- Consultare e informare i ragazzi circa i temi legati alla cura del proprio corpo.- Ampliare e approfondire la conoscenza di tematiche delicate come quelle inerenti il

proprio corpo.- Affrontare tali tematiche con l’ausilio ed il supporto di professionisti del settore e

materiale child friendly.- Facilitare e sensibilizzare all’adozione di comportamenti preventivi. - Promuovere atteggiamenti e comportamenti alternativi.- Promuovere stili di vita sani. - Riduzione consapevole di comportamenti e abitudini dannose per la salute.- Garantire ai ragazzi la possibilità di divenire protagonisti di cambiamenti per la loro vita.

30 Percorso partecipativosperimentato dallo Sprar perminori “Il Vivarium” di Squillace(CZ).

70

CaPItolo 4

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CaPItolo 4

DURata4 incontri da svolgere nell’arco di 2 mesi (un incontro da svolgere ogni 15 giorni circa )

RISoRSE E StRUMENtIDue educatori che facilitano il confronto e il mediatore culturale che supporta il gruppodei ragazzi durante lo svolgimento degli incontri, con l’ausilio di materiale child friendly etecniche interattive di sensibilizzazione e partecipazione.Figure professionali specializzate

DESCRIZIoNE DEll’attIVItà DI PaRtECIPaZIoNEIl percorso può essere articolato nelle seguenti fasi:

71

1) FASE OBIETTIVI:

Condivisione obiettivi, modalitàdi lavoro presentando ai ragazzile figure professionali esternealla comunità cheparteciperanno ad alcuni degliincontri spiegando loro il motivodi tale coinvolgimento eascoltando le loro opinioni inmerito.

Coinvolgere i ragazzi sulla sceltadei temi per avere una ricadutapiù ampia e significativa.

ATTIVITÀ

Presentazione del percorso al gruppo.Raccolta impressioni, proposte e adesionisu attività attraverso domande mirate.Illustrare il percorso che si svolgerà, su cosaverteranno i vari incontri e quali sono le“regole” da rispettare durante taliappuntamenti. Ad esempio attraverso lacreazione di una “linea del tempo” nellaquale collocare gli incontri che si terranno eil tema che si affronterà in ogni incontro.Ogni tema può essere presentatograficamente su dei cartelloni da attaccarealla linea del tempo; coinvolgere i ragazzinella realizzazione dei cartelloni.

STRUMENTI

Creazioni di illustrazioni/disegnisui temi che si propongono airagazzi lasciando loro lapossibilità di proporne unoulteriore.Domande stimoloFogli, penne e colori

2 ) FASE OBIETTIVI:

Introduzione al tema:Cura e igiene personaleInformare correttamente iragazzi sul tema, rafforzare ifattori protettivi epromuovere il benessere.

Fornire agli ospiti le regolebasilari per una corretta cura eigiene personale.

Raccolta feedback immediati deipartecipanti

ATTIVITÀ

Chiedere ai ragazzi cosa significa secondoloro il concetto di “cura del proprio corpo”e di “igiene della persona” (presentandolo aparole o attraverso disegni) e di elencarequelli che secondo loro sono gli accessoriper la cura e l’igiene personale.

Partendo da quanto emerso, un operatorespiegherà loro come usare in modocorretto gli accessori per l’igiene personale. Insieme ai ragazzi si stilerà un verbaledell’incontro e un vademecum per la cura el’igiene personale realizzato attraverso lorodisegni e/o illustrazioni che può essereaffisso nei locali della comunità.

Alla fine di ogni incontro verranno raccoltifeedback circa l’andamento del l’incontrostesso attraverso domande stimolo semplicie chiare per tutti.

STRUMENTI

CartelloniIllustrazioni grafiche e/o disegniDomande stimoloCartoncini

Presentare gli accessori per la curae l’igiene personale (Spazzolino,sapone, bagno schiuma, creme).L’informazione viene realizzataoffrendo ai ragazzi materiale childfriendly (illustrazioni, disegni,immagini) sui temi proposti;i ragazzi vengono stimolati apartecipare attivamente condiscussioni, a raccontare leproprie esperienze.

Focus group

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72

CaPItolo 4

3) FASE OBIETTIVI:

Introduzione al tema:Tabagismo.Informare i ragazzi circa i rischiconnessi all’utilizzo del tabacco per prevenire o limitarel’instaurarsi di abitudini sbagliatee dannose.

Raccolta feedback immediati deipartecipanti

ATTIVITÀ

Coinvolgere i partecipantinell’individuazione dei danni chel’assunzione di tabacco provoca nel nostro corpo.Rivolgere loro domande stimolo percomprendere e condividere il loro puntodi vista.Prevedere la partecipazione di un espertonella prevenzione e/o nella cura deltabagismo esterno alla struttura puòessere molto utile ai fini delcoinvolgimento e dell’interesse deiragazzi.

Alla fine di ogni incontro verranno raccoltifeedback circa l’andamento del l’incontrostesso attraverso domande stimolosemplici e chiare per tutti.

STRUMENTI

La tecnica usata è quella delbrainstorming, e l’utilizzo dimateriale cartaceo illustrativo,slide. Personale esterno allastruttura

Focus group

4 ) FASE OBIETTIVI:

Introduzione al tema: HIVFacilitare la capacità di riflessionee verbalizzazione dei ragazzinell’esprimere eventuali difficoltàlegate alle tematica in oggetto.

Valutare insieme ai minoril’impatto delle attività svolte el’utilità delle indicazioni condivise

ATTENZIONE! Fare in modo che i feedback e leproposte dei partecipanti, emersedurante l’intero percorso,vengano ascoltate e prese inconsiderazione in funzione di unlivello sempre maggiore dipartecipazione e condivisionedelle decisioni tra minori e adulti

Raccogliere proposte per un nuovo percorso

Conclusione dei lavori

ATTIVITÀ

Dal momento che tale argomento risulta ilpiù delicato e complesso è fondamentale lapresenza ed il supporto di personalespecializzato esterno alla struttura con il qualei ragazzi possano confrontarsiVerrà condiviso con i partecipantil’importanza del sesso sicuro e le buonepratiche relative ai rapporti sessuali protetti.

A conclusione del percorso verrannocondivise con i ragazzi alcune domande pervalutare l’andamento dell’intero percorso. Adesempio elaborare delle domande stimoloinerenti le varie fasi del percorso e chiedere airagazzi di rispondere liberamente attraversotre faccine: una sorridente, una triste e unaannoiata. Per ottenere una valutazioneefficiente potrebbe essere utile far realizzarequesta attività da un educatore che non hapreso parte agli incontri con i ragazzi in modotale che gli stessi si sentano maggiormenteliberi di rispondere.

Coinvolgere i partecipanti nel proporrenuove tematiche di loro interesse (inparticolare se emerse durante losvolgimento del percorso stesso) peravviare un nuovo percorso partecipativo. Ad esempio far scrivere o disegnare delleproposte su un cartellone.

Momento di festa finale con possibileesposizione di tutto il materiale prodottonegli incontri

STRUMENTI

Personale professionalespecializzato esterno allastruttura.

Pc, illustrazioni e materiale childfriendly riguardante l’educazionesessuale.

Focus GroupDomande stimoloCartoncini illustrati

Circle time Brainstorming

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CaPItolo 4

MEtoDoloGIa UtIlIZZata- Coinvolgere i ragazzi sulla scelta dei temi per avere una ricaduta più ampia e significativa.- Chiarire le finalità del percorso e le varie fasi in cui sarà articolato il progetto.- Presentare ai partecipanti tutte le figure professionali che prenderanno parte agli incontri

e relativa motivazione.- Fare in modo che ogni incontri con i minori abbia un momento iniziale ed un momento

finale che contraddistingua le attività del percorso da ogni altra attività quotidiana dellacomunità.

- Utilizzare sempre un approccio e materiale child friendly adeguato all’età e al grado dimaturità dei partecipanti.

- I ragazzi vengono stimolati a partecipare attivamente con discussioni, attività grafiche,volti a favorire la libertà di espressione e mantenere un clima positivo e di gioco.

- Fornire per ogni tema proposto stimoli iniziali, utilizzando la tecnica del brainstorming,questo per far emergere nuove idee, in un clima in cui ogni partecipante sia tenuto adesprimere il proprio pensiero, senza pregiudizi o critiche preventive.

- Alla fine di ogni incontro è previsto un momento di restituzione immediatasull’andamento dello stesso nonché una valutazione conclusiva alla fine dell’interopercorso.

UtIlIZZo DEGlI StaNDaRD PER la PaRtECIPaZIoNE

Standard 1 - Approccio etico: trasparenza, onestà e responsabilitàLe tematiche, gli obiettivi ed i risultati vengono condivisi con i partecipanti in manieratrasparente. Il percorso prevede la collaborazione tra operatori e minori; il coinvolgimentodegli operatori è indispensabile per far comprendere ai ragazzi che il percorso intrapreso èstato adottato per e con loro in un ottica di trasparenza e onestà, al fine di creare unpercorso realmente sostenibile per i minori.

Standard 2 – Partecipazione rilevante e volontariaDurante gli incontri, le modalità di lavoro ed i tempi vengono definiti con i ragazzi secondomodalità e tempistiche consoni al loro grado di padronanza linguistica, esso stesso è unintervento volto al supporto del rafforzamento delle competenze linguistiche dei minori

Standard 3 – Ambiente motivante e a misura di ragazzo/aLa spinta motivazionale ad agire, partecipare, progettare è tanto più alta quanto più i ragazzisono stimolati a liberarsi dalla condizione di uditori passivi, in grado di dare un validocontributo alla stesura del percorso, e non come meri destinatario a cui offrire discorsipreconfezionati.

Standard 4 – Pari opportunitàIl percorso permette la partecipazione ed il coinvolgimento di tutti i minori presenti nellastruttura, promuovendo ruoli ed impegni, attraverso il quale sarà possibile esprimere lapropria cultura, la storia, le tradizioni, gli usi e i costumi del paese di provenienza

Standard 5 – Il personale è efficiente e preparatoI ragazzi devono essere accompagnati lungo il percorso da educatori, operatori socio-sanitariesperti e formati sui temi trattati e sulle metodologie partecipative

Standard 6 – La partecipazione promuove la sicurezza e la protezione dei ragazzi/eIl principio del superiore interesse del minore definisce, come regola del gruppo di lavoro,quella di ottenere sempre il consenso, per poter usare le informazioni che i ragazzi fornisconoe salvaguardare tutte quelle confidenziali. Vista la delicatezza di alcune tematiche propostenessun partecipante deve essere forzato a partecipare o a condividere esperienze personali.

Standard 7 – Follow up e valutazioneAl termine del percorso si effettuerà una valutazione con i ragazzi sul lavoro svolto esull’importanza della condivisione dei bisogni e necessità emersi per valutare l’acquisizionedei concetti generali di salute e prevenzione. In base a quanto emerso dai partecipanti sipotrà strutturare un nuovo percorso partecipativo.

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RISUltatI- sviluppare le capacità personali a partire da una educazione alla responsabilità e alla

partecipazione, potenziando la partecipazione alle scelte e alle decisioni che riguardano lapropria salute.

- promuovere la conoscenza dei comportamenti che hanno rilevanza per la salute. - intervenire sulle variabili psicologiche, relazionali, sociali, culturali e ambientali che

influenzano i comportamenti a rischio e che rendono difficile l’acquisizione dicomportamenti sani.

- ridurrei comportamenti a rischio per la salute, favorendo l’acquisizione di nuoveconoscenze, atteggiamenti e capacità operative attinenti a stili di vita sani.

CRItICItàPotrebbe risultare difficile promuovere una riflessione e intervenire sulle eventuali resistenzealla modifica di comportamenti a rischio.Incontrare difficoltà ad affrontare determinate tematiche particolarmente delicate sia sottoun punto di vista personale che religioso e culturale.

PUNtI DI FoRZa Lavorare con i ragazzi utilizzando metodologie flessibili e dinamiche volte ad analizzare,affrontare, risolvere incertezze ed incomprensioni su tematiche delicate, attraverso unacomunicazione assertiva e ad ampio raggio, volta a favorire il dialogo e la partecipazione siaper coloro che presentano ottime potenzialità dialogiche, sia per coloro che incontranodifficoltà nell’ambito emotivo e socio-relazionale

TITolo del Percorso/ATTIVITà dI PArTecIPAzIoneLa CONSULTA dei RagazziPercorso partecipato per la creazione di uno strumento di partecipazione attiva econsapevole dei ragazzi e delle ragazze all’interno delle comunità in cui sono accolti.31

FINalItà E oBIEttIVI- Coinvolgere attivamente i minori nella vita della comunità rendendoli protagonisti dei

cambiamenti delle loro condizioni di vita.- Conoscere e saper utilizzare strumenti di partecipazione.- Creare spazi di ascolto strutturato finalizzati alla condivisione di bisogni, stati d’animo e

percezioni dei minori circa il percorso di accoglienza e l’integrazione nella comunità.- Consultare e informare i minori circa i loro diritti e doveri in comunità.- Imparare a prendere decisioni condivise tra minori e adulti di riferimento.- Valorizzare e rafforzare le competenze di ogni partecipante ai fini di una partecipazione

etica e significativa.

DURata6 incontri da svolgere nell’arco di 3 mesi (un incontro ogni 15gg circa)

RISoRSE E StRUMENtIUna psicologa ed un mediatore culturale facilitano il gruppo dei ragazzi durante losvolgimento degli incontri.

DESCRIZIoNE DEll’attIVItà DI PaRtECIPaZIoNEIl percorso di creazione della Consulta può essere articolato nelle seguenti fasi:

31 Percorso partecipativosperimentato dalla ComunitàAlloggio “L’Albero della Vita” di Pachino (SR).

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CaPItolo 4

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CaPItolo 4

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1) FASE OBIETTIVI:

Presentazione e condivisioneobiettivi, modalità del percorso,calendario e orario degli incontri

IMPORTANTE! La comprensione del percorsoda parte dei ragazzi e capire serisponde ai loro bisogni

ATTIVITÀ

Illustrare il percorso che si svolgerà, su cosaverteranno i vari incontri e quali sono le“regole” da rispettare durante taliappuntamenti. Ad esempio attraverso lacreazione di una “linea del tempo” nellaquale collocare gli incontri che si terranno eil tema che si affronterà in ogni incontro.Ogni tema può essere presentatograficamente su dei cartelloni da attaccarealla linea del tempo; coinvolgere i ragazzinella realizzazione dei cartelloni.

STRUMENTI

I partecipanti, riuniti in cerchio,sono invitati ad esporre i loropensieri e idee sul percorsoappena proposto.

Domande stimolo

Cartoncini, fogli e penne.

2) FASE OBIETTIVI:

Approfondire con i ragazzi laconoscenza della comunità, delsuo funzionamento e delle figureprofessionali che vi operano

Approfondire aspetti non ancorachiari dopo i colloqui individualidi ingresso e orientamento

Raccolta feedback immediati deipartecipanti

ATTIVITÀ

Attività di descrizione delle funzioni dellaComunità. Ad esempio rappresentando lacomunità come una casa da riempire conmattoncini su cui sono scritti alcuniconcetti chiave (equipe, accoglienza,ragazzi, progetti individuali). A gruppetti oindividualmente i ragazzi scrivono ilsignificato che per loro ha ogni concetto suimattoncini, lo attaccano e lo condividonocon i presenti.

Attività di descrizione delle funzioni e ruolipartendo da quanto espresso daipartecipanti durante l’attività precedenteAd esempio aiutandosi con la creazionecartoncini raffiguranti le figure professionaliche operano nella comunità ed il ruolo cheognuna di esse svolge.

Alla fine di ogni incontro verranno raccoltifeedback circa l’andamento del l’incontrostesso attraverso domande stimolo semplicie chiare per tutti.

STRUMENTI

Cartellone, Mattoncini di cartone Penne e colori

Illustrazioni grafiche/disegnidelle figure professionali presentinella comunità

Focus GroupDomande stimolo

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CaPItolo 4

3) FASE OBIETTIVI:Da strutturare in 2 incontri:

Far emergere i principali bisognidi accoglienza dei minoristranieri non accompagnati dalloro punto di vista

Definire uno strumento dipartecipazione finalizzato amigliorare la vita in comunità. “la Consulta dei ragazzi”

Raccolta feedback immediati dei partecipanti

ATTIVITÀ

Lavorare sul “Sistema di tutela eprotezione”.Raccogliere opinioni e percezioni circa lesensazioni provate dai ragazzi subito dopo ilcollocamento in comunità, cosa li harassicurati e cosa si potrebbe fare o sarebbeutile per migliorare le condizioni di vita incomunità. Ad esempio attraverso larealizzazione di un fumetto.

In base a quanto emerso nell’attivitàprecedente (aspetti positivi, idee e propostedei ragazzi), proporre ai partecipanti dicreare uno strumento “consultivo” peraffrontare proposte e temi di loro interessee decidere insieme comemigliorare/modificare alcuni aspetti dellavita in comunità

Alla fine di ogni incontro verranno raccoltifeedback circa l’andamento del l’incontrostesso attraverso domande stimolo semplicie chiare per tutti.

STRUMENTI

Circle timeFogli, penne e colori

Illustrazioni grafiche/disegni sucosa significa, cosa fa e a cosaserve un “organo consultivo” Slides su pcBrainstorming

Focus Group

4) FASE OBIETTIVI:

Progettare “la Consulta”stabilendone il regolamento.

Stabilire con i minori ilfunzionamento e gli ambiti diintervento della stessa.

Avere un feedback di tutto ilpercorso per valutare se gliobiettivi sono stati raggiunti oper dare ulteriori chiarimenti

ATTIVITÀ

Divisi in piccoli gruppi i ragazzi creano unregolamento.Ogni gruppo presenta agli altri la suaproposta e infine verranno adottate le 2 o 3regole migliori per ogni gruppetto cheandranno a comporre il regolamento dellastessa. Anche gli educatori parteciperannoinserendo a loro volta 2 o 3 regole. Inconclusione, le regole selezionate verrannoriportate su un cartellone fatto dai ragazzi

Decidere insieme ai partecipanti:- Tematiche da affrontare- Calendario delle riunioni- Strumenti - Risultati- Momento di valutazioneAd esempio chiedendo loro didisegnare/rappresentare graficamente su uncartellone la consulta ed il suofunzionamento

Attività ricreativa per raccogliere feedbackfinalizzata a valutare quanto le varie fasi delpercorso sono state utili per i ragazzi. Adesempio elaborare delle domande stimoloinerenti le varie fasi del percorso e chiedereai ragazzi di rispondere liberamenteattraverso tre faccine: una sorridente, una

STRUMENTI

Lavoro di gruppoBrainstormingCartelloniPenne e colori

Circle timeCartelloniPenne e colori

Focus group Domande stimoloCartoncini illustrati

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CaPItolo 4

MEtoDoloGIa UtIlIZZataStabilire con il gruppo il funzionamento dello stesso: i principi di comunicazione e le regoledurante le attività. Presentare e chiarire le finalità del percorso e le varie fasi in cui saràarticolato. Fare in modo che ogni incontro con i minori abbia un momento iniziale ed unmomento finale che contraddistingua le attività del percorso da ogni altra attività quotidianadella comunità.Utilizzare sempre un approccio e materiale child friendly adeguato all’età e al grado dimaturità dei partecipanti.Fornire per ogni tema proposto degli stimoli iniziali molto semplici per sollecitare unadiscussione il più possibile interessante e ricca di informazioni e contenuti.Offrire loro uno spazio ricreativo in cui sperimentarsi insieme al resto del gruppo.Utilizzare degli strumenti con alto livello di interazione e di facile accesso per ragazzi condiversi livelli linguistici e cognitivi, che prevedano utilizzo di linguaggio verbale (più chescritto), utilizzo altri mezzi espressivi (disegno, video, foto, ecc), che facciano sperimentare airagazzi la negoziazione, il lavoro di gruppo, lo sviluppo di idee. Tra questi strumenti ci sonocreazione di glossari condivisi, brainstorming, storie-simulazioni, creazione di materiali.Alla fine di ogni incontro è previsto un momento di restituzione immediata sull’andamentodello stesso nonché una valutazione conclusiva alla fine dell’intero percorso.

UtIlIZZo DEGlI StaNDaRD PER la PaRtECIPaZIoNE

Standard 1 - Approccio etico: trasparenza, onestà e responsabilitàIl percorso ha consentito ai ragazzi e alle ragazze di costruire uno spazio, uno strumentopartecipativo (la Consulta), di accrescere capacità e competenze, chiarendo i limiti el’impatto dei risultati attesi e infine di creare un percorso realmente sostenibile.

Standard 2 – Partecipazione rilevante e volontariaDurante il percorso, i tempi di lavoro ed i contenuti vengono definiti con i ragazzi secondomodalità, livelli e tempistiche consoni al loro grado di padronanza linguistica,alfabetizzazione, capacità e condizioni di vita. I ragazzi vengono sostenuti nel coinvolgimentodei loro pari in contesti positivi di scambio e riflessione e rafforzano la capacità di relazionarsisu contenuti significativi sia in contesti formali che informali (relazioni personali quotidiane).

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ATTENZIONE! Fare in modo che i feedback e leproposte dei partecipanti,emerse durante l’interopercorso, vengano ascoltate eprese in considerazione infunzione di un livello sempremaggiore di partecipazione econdivisione delle decisioni traminori e adulti

Raccogliere proposte per unpercorso da realizzarenell’ambito della “Consulta”

Conclusione dei lavori.

triste e una annoiata. Per ottenere unavalutazione efficiente potrebbe essere utilefar realizzare questa attività da un educatoreche non ha preso parte agli incontri con iragazzi in modo tale che gli stessi si sentanomaggiormente liberi di rispondere.

Coinvolgere i partecipanti nel proporretematiche di loro interesse (in particolare seemerse durante lo svolgimento del percorsostesso) per avviare un percorsopartecipativo.Ad esempio far scrivere o disegnare delleproposte su un cartellone.

Momento di festa finale con possibileesposizione di tutto il materiale prodottonegli incontri

Circle time BrainstormingPenne e cartellone

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Standard 3 – Ambiente motivante e a misura di ragazzo/aIl percorso rafforza la percezione di sé come soggetti portatori di esperienza e conoscenzache può essere utilizzata per la costruzione di una riflessività comune, assicura un tempoidoneo all’emersione delle risorse e allo sviluppo di strumenti e azioni efficaci, sviluppa agioe benessere.

Standard 4 – Pari opportunitàIl percorso finalizza la loro partecipazione ad un rafforzamento della capacità di inclusionesociale e protezione sia personale che dei pari coinvolti, valorizza le differenze e iltrasferimento di competenze tra i membri del gruppo, riconoscendo ad ognuno la possibilitàdi offrire un apporto.

Standard 5 – Il personale è efficiente e preparatoI ragazzi e le ragazze devono essere accompagnati lungo il percorso da educatori esperti eformati sulle metodologie partecipative

Standard 6 – La partecipazione promuove la sicurezza e la protezione dei ragazzi/eFondamentale garantire a tutti i ragazzi e le ragazze la confidenzialità, l’anonimato e ilrispetto dei loro confini. Assicurare inoltre che il percorso non aumenti l’esposizione asituazioni di violenza, maltrattamento o sfruttamento; definire come regola del gruppo dilavoro quella di ottenere sempre il consenso per poter usare le informazioni che i ragazziforniscono e salvaguardare tutte quelle confidenziali.

Standard 7 – Follow up e valutazioneAl termine del percorso necessaria una valutazione con i ragazzi e le ragazze partecipanti sullavoro svolto e sull’importanza di consolidare lo strumento (La Consulta) con sviluppi futuri

RISUltatI- Coinvolgimento e partecipazione attiva dei ragazzi nella comunità in cui vivono. - Miglioramento della qualità della loro vita.- Responsabilizzazione, socializzazione e rafforzamento dell’autostima. - Miglioramento della socialità e della convivenza interna.- Promozione dell’investimento e della partecipazione politico-istituzionale.

CRItICItàPuò risultare difficile far comprendere ai ragazzi l’utilizzo e il funzionamento dello strumento(la Consulta) e renderli protagonisti in questo ambito. E’ fondamentale fornire lorostrumenti adeguati e accessibili che li supportino nel percorso.

PUNtI DI FoRZaLavorare con i ragazzi e le ragazze su questioni urgenti e realmente sentite nella loroquotidianità ed esperienza di vita. Un clima di lavoro di gruppo positivo ed emozionante, quindi propulsivo per la realizzazionedi una partecipazione effettiva.Stimolare la partecipazione alle attività attraverso la valorizzazione di competenze e capacitàdei minori.

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CaPItolo 4

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CaPItolo 4

TITolo del Percorso/ATTIVITà dI PArTecIPAzIoneLaboratorio interculturale partecipato “Mappamondo”32

FINalItà E oBIEttIVI- Promuovere la conoscenza e lo studio delle altre culture (compresa quella del paese di

accoglienza), dei diversi modi di vivere e di pensare, delle caratteristiche economiche esociali, come momento di arricchimento e di crescita comune e miglioramento deicontatti e delle relazioni interpersonali.

- Favorire l’integrazione dei minori all’interno e all’esterno della comunità.- Migliorare i rapporti interpersonali tra minori e tra minori e operatori.- Favorire relazioni positive; facilitare l’inserimento nella vita del paese attraverso la

conoscenza dello stesso; attivare servizi ed interventi specifici per l’inserimento socio-culturale e lavorativo rispondenti ai bisogni dei beneficiari.

- Sviluppo e arricchimento delle relazioni tra i minori, gli operatori, le istituzioni, uffici(musei-biblioteca) nonché agevolare scelte più consapevoli per il futuro.

DURata4 incontri da svolgere nell’arco di 2 mesi (circa uno ogni 15 giorni)

RISoRSE E StRUMENtIUn educatore che facilita lo svolgimento delle attività con il supporto di un mediatoreculturale e di uno psicologo.PC, videoproiettore.Schede informative.Mappamondo.Visita guidata presso un museo.

DESCRIZIoNE DEll’attIVItà DI PaRtECIPaZIoNEIl percorso può essere articolato nelle seguenti fasi:

32 Percorso partecipativosperimentato dalla ComunitàAlloggio “L’Albero della Vita” di Pachino (SR).

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1) FASE OBIETTIVI:

Condivisione obiettivi, modalitàdi lavoro, calendario e orariodegli incontri.

Coinvolgere i ragazzi sullascelta dei temi per avere unaricaduta più ampia e significativa

IMPORTANTE! La comprensionedel percorso da parte dei ragazzie capire se risponde ai lorobisogni

Raccolta feedback immediati dei partecipanti

ATTIVITÀ

Illustrare il percorso che si svolgerà, sucosa verteranno i vari incontri e quali sonole “regole” da rispettare durante taliappuntamenti. Chiedere ai partecipanti diindicare su un mappamondo o sulla cartageografica il loro paese di provenienza espiegare agli stessi che, durante ilpercorso, avranno la possibilità dipresentare il loro paese di origine econoscere le caratteristiche del paese diaccoglienza e dei paesi di provenienzadegli altri minori presenti in comunitàPresentare poi ai ragazzi le schede cheserviranno loro per inserire leinformazioni relative al proprio paesespecificando gli ambiti da approfondire(ad esempio aspetti geografici, sociali,religiosi, economici, tradizionali) realizzatisotto forma di illustrazioni grafiche perrenderli maggiormente comprensibili aiminori.

Alla fine di ogni incontro verranno raccoltifeedback circa l’andamento del l’incontrostesso attraverso domande stimolosemplici e chiare per tutti.

STRUMENTI

Mappamondo (o Cartina geografica)

Scheda informativa da compilare,riguardante alcuni aspetticaratteristici degli Stato diprovenienza (ad esempio aspettigeografici, sociali, religiosi,economici, tradizionali).

Le schede potranno esserecompilate individualmente o per gruppi di nazionalità

Focus group

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CaPItolo 4

2) FASE OBIETTIVI:(realizzare un incontro per ciascun aspetto daapprofondire)

Raccogliere informazioni sullacultura dei ragazzi daconfrontare con quella del paeseospitante

Raccolta feedback immediati dei partecipanti

ATTIVITÀ

Redazione della scheda informativa. In ogni incontro verrà chiesto aipartecipanti di approfondire uno degliaspetti caratteristici del proprio paese eriportare quanto rilevato, nella schedainformativa. Verrà messa a disposizione deiragazzi una connessione internet e dei libriper fare delle ricerche. E’ molto importanteche i partecipanti possano integrare leproprie conoscenze di base altri elementitrovati grazie alle ricerche. Durante lacompilazione della scheda, il conduttoredelle attività, stimolerà confronti tra ipartecipanti sui diversi aspetti caratteristicidi ogni paese.E’ possibile organizzare ancheuna visita in un museo per arricchire ancordi più la ricerca.

Alla fine di ogni incontro verranno raccoltifeedback circa l’andamento del l’incontrostesso attraverso domande stimolo semplicie chiare per tutti

STRUMENTI

Scheda informativa da compilare

Gruppi di lavoro

Libri di testo, siti internet.

Visita al museo

Raccolta di oggetti tipici di ciascun Paese

Focus Group

3) FASE OBIETTIVI:

Presentare le peculiarità culturalirilevate durante i lavori digruppo

Valutare insieme ai minoril’impatto delle attività svolte el’utilità delle indicazionicondivise

ATTENZIONE! Fare in modo che i feedback e leproposte dei partecipanti, emersedurante l’intero percorso,vengano ascoltate e prese inconsiderazione in funzione di unlivello sempre maggiore dipartecipazione e condivisionedelle decisioni tra minori e adulti

Conclusione dei lavori

ATTIVITÀ

Incontro plenario dove ciascun gruppopresenterà le caratteristiche del proprio Statodi appartenenza. Lasciare ai ragazzi la libertàdi scegliere il modo migliore di presentare ilproprio lavoro e favorire un clima diarricchimento reciproco non competitivo.

Possibile divulgazione itinerante del prodottofinale nelle scuole del territorio.Si possono realizzare dei pannelli informativi,relativi ad ogni paese di provenienza che iragazzi stessi presenteranno a loro pari.

A conclusione del percorso verrannocondivise con i ragazzi alcune domande pervalutare l’andamento dell’intero percorso. Ad esempio elaborare delle domande stimoloinerenti le varie fasi del percorso e chiedere airagazzi di rispondere liberamente su deicartoncini da attaccare all’albero delle idee.

Per ottenere una valutazione efficientepotrebbe essere utile far realizzare questaattività da un educatore che non ha presoparte agli incontri con i ragazzi in modo taleche gli stessi si sentano maggiormente liberidi rispondere.

Momento di festa finale con possibileesposizione di tutto il materiale prodottonegli incontri

STRUMENTI

Cartelloniillustrazioni grafichePCOggetti tipiciMusica etnica

L’albero delle idee: realizzare uncartellone raffigurante un albero

CartonciniPenne e colori

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CaPItolo 4

MEtoDoloGIa UtIlIZZataStabilire con i ragazzi e le ragazze i principi del funzionamento del gruppo durante le attività(libertà di espressione, dovere di ascolto, non discriminazione, rispetto della cultura diappartenenza, possibilità di esprimersi nella propria lingua). Presentare e chiarire le finalitàdel percorso e le varie fasi in cui sarà articolato.Fare in modo che ogni incontri con i minori abbia un momento iniziale ed un momentofinale che contraddistingua le attività del percorso da ogni altra attività quotidiana dellacomunità.Utilizzare sempre un approccio e materiale child friendly adeguato all’età e al grado dimaturità dei partecipanti.Chiarire la finalità del percorso e le varie fasi in cui sarà articolato.Fornire per ogni tema proposto stimoli iniziali molto semplici per sollecitare una discussionequanto più possibile originale, indirizzata su alcuni temi ma non pilotata nei contenuti. Mettere a disposizione strumenti espressivi diversificati, semplici o più complessi,accattivanti (carte, stoffe, pc, internet, colori, videocamera), per favorire la libertà diespressione attraverso il linguaggio e il mezzo prescelto, e mantenere un clima positivo e digioco.Alla fine di ogni incontro è previsto un momento di restituzione immediata sull’andamentodello stesso nonché una valutazione conclusiva alla fine dell’intero percorso.In particolare, la metodologia è strutturata in lavori di gruppo, ricerche sul territorio e uscite guidate al fine di:- favorire l’integrazione e la collaborazione tra i ragazzi appartenenti a

diverse nazionalità;- lasciare l’opportunità ai ragazzi di organizzare il lavoro senza troppe restrizioni operative;- garantire la possibilità di esplorare il territorio e di studiarlo sotto nuovi punti di vista;- presentare il proprio Paese di provenienza in base in maniera soggettiva e personale .

UtIlIZZo DEGlI StaNDaRD PER la PaRtECIPaZIoNE

Standard 1 - Approccio etico: trasparenza, onestà e responsabilitàI ragazzi verranno informati sulla scelta del percorso da intraprendere e sui risultati attesi,oltre che sull’importanza del loro essere protagonisti del percorso.

Standard 2 – Partecipazione rilevante e volontariaIl laboratorio sarà inserito all’interno di un’attività già strutturata e stabilita insieme ai ragazzidunque tutti partecipanti hanno padronanza con gli strumenti partecipativi realizzati(consulta dei ragazzi – vedi scheda percorso relativa).

Standard 3 – Ambiente motivante e a misura di ragazzo/aIl percorso permette il rafforzamento della percezione di sé e delle conoscenze pregresse,ma anche l’esternalizzazione delle suddette conoscenze agli altri, favorendone l’integrazione

Standard 4 – Pari opportunitàIl percorso prevede la partecipazione ed il coinvolgimento di tutti i ragazzi accolti presso lacomunità ed anche l’intervento degli educatori che operano presso la struttura.

Standard 5 – Il personale è efficiente e preparatoPer lo svolgimento dell’intero laboratorio verranno utilizzati professionisti qualificati eformati alla metodologia partecipativa (es. psicologo, educatore).

Standard 6 – La partecipazione promuove la sicurezza e la protezione dei ragazzi/eI ragazzi verranno informati sulle attività previste e potranno dare il loro consenso allapartecipazione nelle attività esterne alla struttura garantendo la loro sicurezza, rispetto dellaprivacy e anonimato.

Standard 7 – Follow up e valutazioneAl termine del percorso è previsto un momento di valutazione per raccogliere leimpressioni, criticità e punti di forza da parte dei ragazzi.

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RISUltatI- Maggiore conoscenza delle diverse culture che convivono all’interno della comunità.- Migliore convivenza tra ragazzi di culture diverse.- Maggiore conoscenza e integrazione in comunità e nel territorio.- Strutturazione più consapevole da parte dei ragazzi del loro futuro.

CRItICItàPotrebbe risultare difficile far lavorare in gruppo ragazzi che parlano lingue diverse, cosìcome potremmo non ritrovare la loro collaborazione in ogni fase del laboratorio.

PUNtI DI FoRZaIl laboratorio così come è stato strutturato mira ad un rafforzamento della rete etnica positivae ad una riduzione dei malintesi tra i ragazzi e tra ragazzi e operatori, dovuti ad una mancataconoscenza delle culture di appartenenza.La presentazione e valorizzazione del proprio bagaglio culturale rafforza l’autostima, lapercezione di sé e stimola ad un coinvolgimento attivo.

aREa laVoRo & aUtoNoMIaTITolo del Percorso/ATTIVITà dI PArTecIPAzIoneLavor@ndo.. insieme.33

Percorso partecipativo per giovani stranieri dai 16 ai 19 anni, su diritti e doveri del lavoratoreall’interno del nostro Paese.

FINalItà E oBIEttIVI- Consultare e informare i ragazzi circa la normativa italiana sul lavoro con particolare

riferimento al lavoro minorile;- Fornire uno stimolo ad apprendere e far propri i concetti di comunicazione efficace

rispettando tempi e ruoli nella comunicazione e nell’ ascolto- Chiarire e contestualizzare il ruolo e i compiti della comunità in questo particolare

ambito: la ricerca di lavoro- Far emergere bisogni e istanze dei ragazzi in tema di lavoro.- Fornire mezzi e strumenti per una indagine attiva e abile nella ricerca di lavoro

contestualizzata nella realtà territoriale della comunità.- Riuscire a fornire un bagaglio nozionistico in modo che i partecipanti possano farne buon

uso nel percorso verso l’autonomia

DURata4 incontri da svolgere nell’ arco di 2 mesi (un incontro ogni 15 gg circa)

RISoRSE E StRUMENtI- 2 educatori che preparano e facilitano gli incontri.- 1 mediatore culturale che supporta la comprensione a livello linguistico e culturale.- 1 consulente legale che chiarisca dubbi ai ragazzi- 1 responsabile che faccia da supervisore agli appuntamenti

DESCRIZIoNE DEll’attIVItà DI PaRtECIPaZIoNEIl percorso può essere articolato nelle seguenti fasi:

33 Percorso partecipativo speri-mentato dalla Comunità Alloggio“Futura 89” di Catania.

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CaPItolo 4

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CaPItolo 4

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1) FASE OBIETTIVI:Da strutturare in 2 incontri:

Condivisione obiettivi, modalitàdi lavoro presentando ai ragazzile figure professionali esternealla comunità cheparteciperanno ad alcuni degliincontri spiegando loro il motivodi tale coinvolgimento eascoltando le loro opinioni inmerito.

IMPORTANTE! Contestualizzarele tematiche che verrannoaffrontate durante il percorsocon la realtà territoriale(mercato del lavoro) in cui sitrova la comunità per evitare dicreare false aspettative circa lepossibilità di trovare un qualsiasitipo di lavoro.

Far emergere i bisogni e lecuriosità del minore fornendorisposte immediate e concrete.

Esporre ed informare circa lanormativa italiana sul lavoro conparticolare riferimento agliaspetti che interessanomaggiormente.

Raccolta feedback immediati dei partecipanti

ATTIVITÀ

Illustrare il percorso che si svolgerà, su cosaverteranno i vari incontri e quali sono le“regole” da rispettare durante taliappuntamenti. Ad esempio attraverso lacreazione di una “linea del tempo” nellaquale collocare gli incontri che si terranno eil tema che si affronterà in ogni incontro.Ogni tema può essere presentatograficamente su dei cartelloni da attaccarealla linea del tempo; coinvolgere i ragazzinella realizzazione dei cartelloni.

Capire cosa pensano e cosa sanno i ragazzisul diritto del lavoro in Italia. Tale attivitàpuò essere realizzata attraverso la creazionedi un cartellone in cui i ragazzi possonoscrivere o disegnare cosa pensano e/osanno rispetto alle regole del lavoro in Italia.

Esporre diritti e doveri del lavoratore (tipi dicontratti, ore lavorative, retribuzioni,CCNL). E’ importante in questa fasesottolineare la differenza di tutela normativatra un minore ed un maggiorenne.Chiedere loro di spiegare/raccontare lasituazione lavorativa nei paesi di origine(età, salari, contratti, ore di lavoro, tipologiedi lavoro) in modo da poter effettuare unconfronto con la normativa italianapartendo però dalla loro esperienzapersonale.

Alla fine di ogni incontro verranno raccoltifeedback circa l’andamento del l’incontrostesso attraverso domande stimolo semplicie chiare per tutti.

STRUMENTI

Attività ricreativa per favorire unclima distensivo all’ interno delgruppo.

Circle time

I partecipanti, riuniti in cerchio,sono invitati ad esporre i loropensieri e idee sul percorsoappena proposto.Cartoncini, fogli e penne.

Brainstormingcartelloni, cartoncini, pennarelli,pennelli, tempere.

Preparazione e professionalità daparte di un Consulente Legale.

Utilizzo di materiale child friendly(disegni, illustrazioni grafiche,immagini) che renda tematichecomplesse, come la normativa sul lavoro, più semplici ecomprensibili per dei minori (le schede illustrate in appendiceal manuale posso essere disupporto in questa fase).

Focus Group

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CaPItolo 4

2) FASE OBIETTIVI:

Acquisire padronanza nellastesura di un Curriculum Vitaee nella lettera di presentazione.

In questa fase è importanteanche chiarire ai minori chepartecipare a questa attività nonpermetterà loro di trovaresubito lavoro ma li aiuterà acapire meglio come funzione ilmondo del lavoro in Italia ecosa è importante sapere se lostai cercando.

Fornire delle informazioni sucome funziona un colloquio dilavoro.

Raccolta feedback immediatidei partecipanti

ATTIVITÀ

Prova pratica su come si scrive ed elaboraun Cv e relativa lettera di presentazionechiedendo loro che lavoro vorrebberosvolgere o cosa gli piacerebbe imparare.Realizzare un cartellone nel quale sonoillustrati graficamente i contenuti base diun curriculum (ad esempio Foto, datipersonali, formazione, esperienzeprofessionali, capacità).

Attività ricreative sulla comunicazioneefficace in relazione al colloquio di lavoro.Simulare colloqui di lavoro chiedendo adalcuni ragazzi di interpretare il ruolo delcandidato e ad altri quello del datore dilavoro e fornendo loro un copione condelle brevi frasi semplici da cui prenderespunto per interpretare il personaggioassegnato.

Alla fine di ogni incontro verranno raccoltifeedback circa l’andamento del l’incontrostesso attraverso domande stimolosemplici e chiare per tutti.

STRUMENTI

Utilizzo del pc

Cartellone

Illustrazioni grafiche e/o disegni

Materiale Child friendly

Circle time

Simulazioni di colloqui

Focus Group

3) FASE OBIETTIVI:

Capire come approcciarsi allaricerca attiva del lavoro: comefunziona un centro per l’impiego, cosa sono le agenzieinterinali, come cercare lavorosui siti web; cosa può fare lacomunità in questo ambito.

ATTIVITÀ

Chiedere loro in che modo cercherebberolavoro e spiegare i rischi cui potrebbe andareincontro un minore o un neo maggiorennenel cercare lavoro in un paese che nonconosce bene e non sapendo bene la lingua.Realizzare un cartellone riguardante lemodalità di ricerca del lavoro (ad esempioIntenet, annunci, riviste, giornali, passaparola)e realizzare un altro cartellone relativo airischi che si potrebbero correre nel cercarelavoro (nelle modalità elencate nel cartelloneprecedente).In base a ciò che emerge da parte dei ragazzi,condividere vari modi di fare ricerca attiva dilavoro in sicurezza .

STRUMENTI

CartelloniPenne e coloriUso del pc.

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CaPItolo 4

MEtoDoloGIa UtIlIZZataStabilire con il gruppo il funzionamento dello stesso: i principi di comunicazione e le regoledurante le attività.Presentare e chiarire le finalità del percorso e le varie fasi in cui sarà articolato.Fare in modo che ogni incontri con i minori abbia un momento iniziale ed un momentofinale che contraddistingua le attività del percorso da ogni altra attività quotidiana dellacomunità.Utilizzare sempre un approccio e materiale child friendly adeguato all’età e al grado dimaturità dei partecipanti.Fornire per ogni tema proposto degli stimoli iniziali molto semplici per sollecitare unadiscussione il più possibile interessante e ricca di informazioni e contenuti.Offrire loro uno spazio ricreativo in cui sperimentarsi insieme al resto del gruppo.Realizzare simulazioni di situazioni che possono verificarsi nella realtà da cui attingereinformazioni ad esempio durante un colloquio di lavoro. Utilizzare di un linguaggio semplicein modo che sia compreso da tutti. Evitare scambi di informazione solo verticale ma favorireil dialogo e le domande.Alla fine di ogni incontro è previsto un momento di restituzione immediata sull’andamentodello stesso nonché una valutazione conclusiva dell’intero percorso.

UtIlIZZo DEGlI StaNDaRD PER la PaRtECIPaZIoNE

Standard 1 - Approccio etico: trasparenza, onestà e responsabilitàIl percorso consente ai ragazzi di esporre dubbi e domande.Da subito vengono chiariti ruoli e modalità con cui avverranno gli incontri così come gliobiettivi esplicitando i limiti e l’impatto dei risultati attesi e creando un percorso realmentesostenibile dai ragazzi.

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Avere un feedback di tutto ilpercorso per valutare se gliobiettivi sono stati raggiunti oper dare ulteriori chiarimenti

ATTENZIONE! Fare in modo che i feedback e leproposte dei partecipanti,emerse durante l’interopercorso, vengano ascoltate eprese in considerazione infunzione di un livello sempremaggiore di partecipazione econdivisione delle decisioni traminori e adulti

Raccogliere proposte per unnuovo percorso

Conclusione dei lavori.

Attività ricreativa per raccogliere feedbackfinalizzata a valutare quanto le varie fasi delpercorso sono state utili per i ragazzi. Adesempio elaborare delle domande stimoloinerenti le varie fasi del percorso e chiedereai ragazzi di rispondere liberamenteattraverso tre faccine: una sorridente, unatriste e una annoiata. Per ottenere unavalutazione efficiente potrebbe essere utilefar realizzare questa attività da un educatoreche non ha preso parte agli incontri con iragazzi in modo tale che gli stessi si sentanomaggiormente liberi di rispondere.

Coinvolgere i partecipanti nel proporrenuove tematiche di loro interesse (inparticolare se emerse durante losvolgimento del percorso stesso) peravviare un nuovo percorso partecipativo.Ad esempio far scrivere o disegnare delleproposte su un cartellone.

Momento di festa finale con possibileesposizione di tutto il materiale prodottonegli incontri.

Focus group Domande stimoloCartoncini illustrati

Circle time BrainstormingPenne e cartellone

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Standard 2 – Partecipazione rilevante e volontariaSi propone un percorso che riesca a coinvolgere tutti i membri del gruppo, utilizzando unlinguaggio semplice ed evitando toni competitivi che ostacolino la buona comunicazione.I tempi di lavoro ed i contenuti vengono definiti con i ragazzi secondo modalità, livelli etempistiche consoni al loro grado di padronanza linguistica, alfabetizzazione, capacità econdizioni di vita.

Standard 3 – Ambiente motivante e a misura di ragazzo/aSi alternano momenti di presentazione frontale a momenti di ricreativi rendendo piùstimolante e sostenibile la partecipazione di tutti i minori. Si tende a creare un ambientemotivante perché il tema trattato interessa ognuno dei ragazzi a livello personalerafforzando la percezione di sé come soggetti portatori di esperienze e conoscenze.

Standard 4 – Pari opportunitàSi mira a creare relazioni cooperative attraverso l’utilizzo di una comunicazione assertivafavorendo l’ascolto ed evitando interruzioni. Tutti posso prendere parte alle attività.

Standard 5 – Il personale è efficiente e preparatoI ragazzi sono accompagnati durante il percorso da educatori e collaboratori che vengonopreparati ad affrontare le tematiche in questione.

Standard 6 – La partecipazione promuove la sicurezza e la protezione dei ragazzi/eViene garantito un clima confidenziale e di rispetto tra chi gestisce gli incontri ed il restodel gruppo così come tra i componenti del gruppo stesso. Fondamentale garantire a tuttii ragazzi la confidenzialità, l’anonimato e il rispetto dei loro confini. Definire come regoladel gruppo di lavoro quella di ottenere sempre il consenso per poter usare leinformazioni che i ragazzi forniscono e salvaguardare tutte quelle confidenziali tramite ilsegreto professionale.

Standard 7 – Follow up e valutazioneAl termine del percorso è fondamentale una valutazione finale e un feedback sul lavorosvolto in modo da fornire dei chiarimenti.

RISUltatI- Coinvolgimento attivo da parte dei membri del gruppo.- Maggior fiducia nei confronti degli operatori della comunità.- Riuscire a far proprie informazioni sui diritti e doveri dei lavoratori in Italia in modo da

sfruttarle e utilizzarle nel futuro.- Sensibilizzare i ragazzi circa i rischi che si corrono nel cercare lavoro senza gli strumenti e

le indicazioni adeguate.- Fornire ai ragazzi gli strumenti per poter discutere, rielaborare e portare fuori dalla

comunità le tematiche affrontate.

CRItICItà- Difficoltà di comprensione delle tematiche sia a livello linguistico che culturale.- Difficoltà a parlare e a far parlare l’ altro rispettando i tempi della comunicazione.- Scarsa propensione al lavoro di gruppo.- Poca maturità nell’ affrontare in maniera seria e paziente le tematiche e nel riuscire a

rielaborarle.

PUNtI DI FoRZa- Effettivo interesse verso la tematica affrontata.- Lavorare con i ragazzi su questioni urgenti e realmente sentite nella loro quotidianità ed

esperienza di vita. - Un clima di lavoro di gruppo positivo ed emozionante, quindi propulsivo per la

realizzazione di una partecipazione effettiva.

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CaPItolo 4

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CaPItolo 4

TITolo del Percorso/ATTIVITà dI PArTecIPAzIoneIo, il Mio Oggi e il Mio Nuovo Domani.34

Percorso partecipato per giovani stranieri dai 16 ai 19 anni sul tema dell’autonomia realizzatoattraverso la valorizzazione delle competenze dei ragazzi e l’esperienza di una borsa lavoro.

FINalItà E oBIEttIVI- Stimolare e valorizzare il bagaglio di esperienze e competenze dei partecipanti in

funzione della costruzione del loro futuro.- Consultare e informare i ragazzi circa gli strumenti e le prassi per la ricerca di un lavoro;- Fornire momenti privilegiati di autonomia e condivisione di decisioni con gli adulti di

riferimento.- Far emergere bisogni e istanze dei ragazzi in tema di lavoro.- Fornire mezzi e strumenti per una indagine attiva e abile nella ricerca di lavoro

contestualizzata nella realtà territoriale della comunità.- Riuscire a fornire un bagaglio nozionistico in modo che i partecipanti possano farne

buon uso nel percorso verso l’autonomia.- Garantire una esperienza di borsa lavoro in base alle competenze dei partecipanti.

DURata10 incontri (da svolgere ogni 15 giorni circa)

RISoRSE E StRUMENtI- 1 educatore che facilita gli incontri- 1 mediatore culturale che supporta le attività

DESCRIZIoNE DEll’attIVItà DI PaRtECIPaZIoNEIl percorso può essere articolato nelle seguenti fasi:

34 Percorso partecipativosperimentato dalla ComunitàAlloggio “Passo dopo Passo” diFoggia (Associazione Emmaus).

87

1) FASE OBIETTIVI:

Condivisione obiettivi, modalitàdi lavoro, calendario e orariodegli incontri.

Coinvolgere i ragazzi sulla sceltadei temi per avere una ricadutapiù ampia e significativa

IMPORTANTE! La comprensione del percorsoda parte dei ragazzi e capire serisponde ai loro bisogni

ATTIVITÀ

Illustrare il percorso che si svolgerà, sucosa verteranno i vari incontri e quali sonole “regole” da rispettare durante taliappuntamenti. Ad esempio attraverso lacreazione di una “linea del tempo” nellaquale collocare gli incontri che si terrannoe il tema che si affronterà in ogni incontro.Ogni tema può essere presentatograficamente su dei cartelloni da attaccarealla linea del tempo; coinvolgere i ragazzinella realizzazione dei cartelloni.

STRUMENTI

Circle time

I partecipanti, riuniti in cerchio,sono invitati ad esporre i loropensieri e idee sul percorsoappena proposto.

Cartoncini, fogli e penne.

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CaPItolo 4

2) FASE OBIETTIVI:

Supportare i partecipanti nellaricostruzione del propriopercorso personale,nell’emersione e valorizzazionedelle caratteristiche della propriapersonalità

Raccolta feedback immediati deipartecipanti

ATTIVITÀ

Realizzare incontri e colloqui individuali coni partecipanti durante i quali sisottopongono domande stimolo perricostruire il loro percorso valorizzando lecapacità e le esperienze.Ad esempio si può creare una “Schedaautobiografica” che il partecipante puòcompilare durante gli incontri e che lo aiutia riflettere su se stesso e sulle sue capacità.E’ molto importante che il contenuto dellascheda sia semplice (si possono utilizzareillustrazioni grafiche e/o disegni persemplificare) e che possa essere scritta inuna lingua comprensibile al partecipante. Senecessario avvalersi del supporto di unmediatore culturale.

Alla fine di tutti gli incontri individuali verràrealizzato un incontro di gruppo perraccogliere feedback circa l’andamentodelle attività attraverso domande stimolosemplici e chiare.

STRUMENTI

Domande stimolo

Scheda autobiografica conillustrazioni grafiche e approcciochild friendly.

Circle time

Domande stimolo

3) FASE OBIETTIVI:Da strutturare in 2 incontri

Accogliere i partecipanti nelgruppo appartamento fornendoloro il giusto supporto perl’organizzazione e la gestione digruppo dell’appartamento.

Raccolta feedback immediati dei partecipanti

ATTIVITÀ

Ogni partecipante, nel modo che ritiene più opportuno, si presenta agli altricondividendo il suo vissuto, lecaratteristiche della sua personalità, le sueabilità e competenze e tutto ciò che vuolecondividere. Ad esempio attraverso lapresentazione della propria schedaautobiografica realizzata durante gli incontriindividuali. In questo caso tutte le schedepotrebbero essere raccolte in un grandecartellone da affiggere nell’appartamento.

Gioco per organizzare la gestione internadel gruppo appartamento. Chiedere aipartecipanti cosa serve secondo loro perorganizzare la vita dell’appartamento adesempio i turni di cucina e delle pulizie. Inbase a ciò che emerge dai ragazzi, siconsiglia di realizzare una scheda che congli impegni individuali giornalieri checiascuno si assume che verrà poi affissanell’appartamento e aggiornata ognisettimana.

Alla fine dell’incontro verranno raccoltifeedback circa l’andamento delle attivitàattraverso domande stimolo semplici echiare.

STRUMENTI

CartelloniFogli, penne e colori

Fogli, penneIllustrazioni grafiche e/o disegniScheda impegni giornalieriindividuali

Circle timeDomande stimolo.

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CaPItolo 4

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4) FASE OBIETTIVI:Da strutturare in 3 incontri

Conoscenza approfondita deiservizi erogati sul territorio edegli uffici proposti a tali servizi;a cosa servono e perché sonoimportanti.

Raccolta feedback immediati dei partecipanti

ATTIVITÀ

Con l’ausilio di un pc e connessioneinternet, fare una ricerca insieme aipartecipanti circa i servizi erogati sulterritorio in cui si trova la comunità espiegare loro che lavoro svolgono questiuffici (ad esempio comune, agenzia delleentrate, questura, ufficio di collocamento,servizi e agenzie per l’impiego, poste,banche, centro interculturale).

In un secondo momento stampare emostrare ai partecipanti che tipi didocumenti e moduli potrebbero dovercompilare presto questi uffici per richiedereun servizio. Si consiglia di simulare ingruppo la compilazione di documenti emoduli, se necessario con il supporto di unmediatore culturale.

Organizzare una visita presso i gli ufficisuddetti e cercare insieme ai ragazzi il mododi raggiungerli in autonomia (ad esempiocon i mezzi pubblici)

Alla fine dell’incontro verranno raccoltifeedback circa l’andamento delle attivitàattraverso domande stimolo semplici echiare.

STRUMENTI

CartelloniPenne e coloriUso del pc.

Riproduzione di moduli edocumentiFogli e penne

Circle timeDomande stimolo

5) FASE OBIETTIVI:Da strutturare in 2 incontri

Supportare i partecipanti nellarealizzazione di un curriculumvitae e di un port-folio dicompetenze; come leggere uncontratto di lavoro e cos’è unabusta paga.

Realizzare una mappatura diaziende e uffici del territorio diriferimento, in cui lasciare ilproprio CV

ATTIVITÀ

Prova pratica su come si scrive ed elabora unCv e relativa lettera di presentazionechiedendo loro che lavoro vorrebberosvolgere o cosa gli piacerebbe imparare.Realizzare un cartellone nel quale sonoillustrati graficamente i contenuti base di uncurriculum (ad esempio Foto, dati personali,formazione, esperienze professionali,capacità) o richiedere il supporto di personaleprofessionale esterno alla comunità.

IMPORTANTE!In questa fase è molto importante supportarei partecipanti nel comprendere cosa siintende per “capacità” ed in che modovalorizzarla.

Effettuare insieme ai partecipanti una ricercasu internet delle aziende sul territorio(indirizzo e orario di apertura) e creare, su ungrande cartellone una mappa con taliaziende. Inoltre supportare i ragazzinell’elaborazione di un calendario per recarsipresso tali aziende per consegnare il proprio CV

STRUMENTI

Utilizzo del pc

Cartellone

Illustrazioni grafiche e/o disegni

Materiale Child friendly

Utilizzo del PcCartelloniFogli e penneCalendario

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MEtoDoloGIa UtIlIZZataStabilire con il gruppo il funzionamento dello stesso: i principi di comunicazione e le regoledurante le attività.Presentare e chiarire le finalità del percorso e le varie fasi in cui sarà articolato.Fare in modo che ogni incontri con i minori abbia un momento iniziale ed un momento finaleche contraddistingua le attività del percorso da ogni altra attività quotidiana della comunità.Utilizzare sempre un approccio e materiale child friendly adeguato all’età e al grado di maturitàdei partecipanti.Fornire per ogni tema proposto degli stimoli iniziali molto semplici per sollecitare unadiscussione il più possibile interessante e ricca di informazioni e contenuti.Offrire loro uno spazio ricreativo in cui sperimentarsi insieme al resto del gruppo.Realizzare simulazioni di situazioni che possono verificarsi nella realtà da cui attingereinformazioni ad esempio durante un colloquio di lavoro. Utilizzare di un linguaggio semplice inmodo che sia compreso da tutti. Evitare scambi di informazione solo verticale ma favorire ildialogo e le domande.Alla fine di ogni incontro è previsto un momento di restituzione immediata sull’andamentodello stesso nonché una valutazione conclusiva dell’intero percorso.

UtIlIZZo DEGlI StaNDaRD PER la PaRtECIPaZIoNE

Standard 1 - Approccio etico: trasparenza, onestà e responsabilitàIl percorso consente ai ragazzi di esporre dubbi e domande.Da subito vengono chiariti ruoli e modalità con cui avverranno gli incontri così come gliobiettivi esplicitando i limiti e l’impatto dei risultati attesi e creando un percorso realmentesostenibile dai ragazzi.

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CaPItolo 4

6) FASE OBIETTIVI:

Realizzazione di una borsa lavorodi 6 mesi in base alle competenzee alle capacità dei ragazzi

Avere un feedback di tutto ilpercorso per valutare se gliobiettivi sono stati raggiunti oper dare ulteriori chiarimenti

ATTENZIONE! Fare in modo che i feedback e leproposte dei partecipanti, emersedurante l’intero percorso,vengano ascoltate e prese inconsiderazione in funzione di unlivello sempre maggiore dipartecipazione e condivisionedelle decisioni tra minori e adulti

Raccogliere proposte per unnuovo percorso

Conclusione dei lavori.

ATTIVITÀ

Creare sul territorio una rete di aziende eimprenditori cui proporre possibili tirocinie/o borse lavoro dei ragazzi.

Attività ricreativa per raccogliere feedbackfinalizzata a valutare quanto le varie fasi delpercorso sono state utili per i ragazzi. Adesempio elaborare delle domande stimoloinerenti le varie fasi del percorso e chiedereai ragazzi di rispondere liberamenteattraverso tre faccine: una sorridente, unatriste e una annoiata. Per ottenere unavalutazione efficiente potrebbe essere utilefar realizzare questa attività da un educatoreche non ha preso parte agli incontri con iragazzi in modo tale che gli stessi si sentanomaggiormente liberi di rispondere.

Coinvolgere i partecipanti nel proporrenuove tematiche di loro interesse (inparticolare se emerse durante losvolgimento del percorso stesso) peravviare un nuovo percorso partecipativo.Ad esempio far scrivere o disegnare delleproposte su un cartellone.

Momento di festa finale con possibileesposizione di tutto il materiale prodottonegli incontri

STRUMENTI

Focus group Domande stimoloCartoncini illustrati

Circle time BrainstormingPenne e cartellone

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CaPItolo 4

Standard 2 – Partecipazione rilevante e volontariaSi propone un percorso che riesca a coinvolgere tutti i membri del gruppo, utilizzando unlinguaggio semplice ed evitando toni competitivi che ostacolino la buona comunicazione. Itempi di lavoro ed i contenuti vengono definiti con i ragazzi secondo modalità, livelli etempistiche consoni al loro grado di padronanza linguistica, alfabetizzazione, capacità econdizioni di vita.

Standard 3 – Ambiente motivante e a misura di ragazzo/aSi alternano momenti di presentazione frontale a momenti di ricreativi rendendo piùstimolante e sostenibile la partecipazione di tutti i minori. Si tende a creare un ambientemotivante perché il tema trattato interessa ognuno dei ragazzi a livello personalerafforzando la percezione di sé come soggetti portatori di esperienze e conoscenze.

Standard 4 – Pari opportunitàSi mira a creare relazioni cooperative attraverso l’utilizzo di una comunicazione assertivafavorendo l’ascolto ed evitando interruzioni. Tutti posso prendere parte alle attività.

Standard 5 – Il personale è efficiente e preparatoI ragazzi sono accompagnati durante il percorso da educatori e collaboratori che vengonopreparati ad affrontare le tematiche in questione..Standard 6 – La partecipazione promuove la sicurezza e la protezione dei ragazzi/eViene garantito un clima confidenziale e di rispetto tra chi gestisce gli incontri ed il resto delgruppo così come tra i componenti del gruppo stesso. Fondamentale garantire a tutti iragazzi la confidenzialità, l’anonimato e il rispetto dei loro confini. Definire come regola delgruppo di lavoro quella di ottenere sempre il consenso per poter usare le informazioni che iragazzi forniscono e salvaguardare tutte quelle confidenziali tramite il segreto professionale.

Standard 7 – Follow up e valutazioneAl termine del percorso è fondamentale una valutazione finale e un feedback sul lavorosvolto in modo da fornire dei chiarimenti.

RISUltatI- Coinvolgimento attivo dei membri del gruppo.- Maggior fiducia nei confronti degli operatori della comunità.- Riuscire a far proprie informazioni sui diritti e doveri dei lavoratori in Italia in modo da

sfruttarle e utilizzarle nel futuro.- Sensibilizzare i ragazzi circa i rischi che si corrono nel cercare lavoro senza gli strumenti e

le indicazioni adeguate.- Fornire ai ragazzi gli strumenti per poter discutere, rielaborare e portare fuori dalla

comunità le tematiche affrontate.- Garantire ai ragazzi un’esperienza lavorativa reale sul territorio.

CRItICItà- Difficoltà di comprensione delle tematiche sia a livello linguistico che culturale.- Difficoltà a parlare e a far parlare l’ altro rispettando i tempi della comunicazione.- Difficoltà nell’imparare a gestire i propri tempi.- Difficoltà al lavoro di gruppo.- Poca pazienza nell’ affrontare le tematiche e nel riuscire a rielaborarle.

PUNtI DI FoRZa- Effettivo interesse verso la tematica affrontata.- Lavorare con i ragazzi su questioni urgenti e realmente sentite nella loro quotidianità ed

esperienza di vita. - Un clima di lavoro di gruppo positivo ed emozionante, quindi propulsivo per la

realizzazione di una partecipazione effettiva.

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21 Sono state coinvolte nelle attività 21 comunità di cui 6 in Calabria (nelle province di Catanzaro, Cosenza, ReggioCalabria, Vibo Valentia), 6 in Puglia (nelle province di Foggia, Bari, Brindisi) e 9 in Sicilia (nelle province di Catania,Siracusa, Agrigento). Sono state individuate in base a determinati criteri quali ad esempio: comunità autorizzate;numero minori accolti nella norma; stabilità della comunità e dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati neltempo; comunità che accolgono minori; disponibilità operatori; presenza del mediatore o facilità di comunicazioneoperatori/minori; turn over elevato oppure ridotto; più comunità nella stessa provincia oppure diverse province.22 A tale scopo, sono stati elaborati strumenti ad hoc per lo svolgimento delle prime due fasi: un modulo formativopartecipativo per gli operatori di comunità e un piano di monitoraggio strutturato in periodici contatti telefonici durantela fase di implementazione del percorso fra referente Save the Children e referente della comunità per confronto sualcuni elementi del percorso nonché un monitoraggio dello stesso presso la comunità (di metà percorso) percondividere con operatori e ragazzi l’andamento delle attività.23 Gli standard per una partecipazione etica e significativa sono: 1)Approccio etico, trasparenza, onestà e responsabilità;2) partecipazione rilevante e volontaria; 3) ambiente motivante e a misura di bambino e bambina; 4) pari opportunità;5) il personale è efficiente e preparato; 6) la partecipazione promuove la sicurezza e la protezione dei bambini; 7) Followup e valutazione (consultare scheda in appendice del manuale).24 Alcuni passi del paragrafo sono tratti da “Paurismo e altre storie. Un percorso di consultazione - Accoglienza, tutela epartecipazione dei minori dal punto di vista dei ragazzi e delle ragazze” realizzato da Save the Children Italia (2008) escaricabile gratuitamente dal sito www.savethechildren.it25 Per scaricare gratuitamente il kit o farne richiesta consultare il sito www.garanteinfanzia.org

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CaPItolo 4

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Dall’adozione della CRC, si è registrato un progresso notevole nella ricercaed applicazione del concetto della partecipazione dei minori Le associazioni, le organizzazioni e le Istituzioni che, come Save the Children,

lavorano per la protezione e tutela dei diritti dei bambini hanno dedicato notevoli sforzi erisorse per promuovere la partecipazione dei minori in una vasta gamma di settori, tra cui la salute, l’istruzione, la protezione, la riduzione del rischio di catastrofi,nell’utilizzo dei nuovi media e nella governance. Tuttavia, resta ancora molto da fare: nonc’è ancora stato un vero cambiamento socio-culturale utile a favorire l’affermazione deiminori come protagonisti.Questa mancanza di cambiamento può essere attribuita al fatto che i diritti civili deibambini e dei giovani sono più difficili da comprendere rispetto ad altri diritti (comequello alla sopravvivenza, allo sviluppo o alla protezione) e che la loro realizzazionecontinua a rappresentare una sfida per gli adulti, che sentono di essere in una posizionesuperiore rispetto ai minori: i bambini e gli adolescenti non sono sempre incoraggiati aesprimere le loro opinioni o a fare domande, né viene loro riconosciuta la capacità difarlo, così come la loro presenza in contesti e ruoli pubblici è perlopiù “decorativa”.Vi sono anche altri fattori particolarmente rilevanti, tra i quali:

a. La mancanza di chiarezza sul significato di partecipazione: il termine “Partecipazione” continua ad essere usato per descrivere una vasta gammadi diverse attività, che sono spesso a breve termine o singoli processi che offrono solo limitate opportunità per i bambini di realizzare i loro diritti civili. Probabilmente èstata posta molta attenzione sull’articolo 12 CRC e insufficiente attenzione agli altriaspetti della partecipazione sanciti dalla CRC - per esempio, il diritto all’informazione eil diritto al rispetto delle capacità evolutive di un individuo nell’esercizio dei propridiritti.

b. La mancanza di formazione degli adulti:le iniziative per promuovere la partecipazione sono spesso fallimentari perché gliadulti che lavorano con i bambini non hanno le competenze e l’esperienza necessarieper realizzare tali attività. Ci sono casi in cui gli adulti non comprendono realmentecome rinunciare al loro potere e al controllo sui minori in favore di un approcciobasato sulla partnership e sulla collaborazione.

c. La mancanza di strumenti per il monitoraggio e la valutazione della partecipazione:se si vuole realizzare il diritto alla partecipazione dei minori, è importante svilupparestandard e indicatori per monitorare e misurare quanto è stato fatto e perché.Nonostante un lungo dibattito sullo sviluppo di strumenti e indicatori per aiutare amonitorare e misurare ciò che viene raggiunto attraverso la partecipazione e come,non sono ancora state concordate e applicate in modo sistematico.

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Conclusioni:le sfide dellapartecipazione

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Per innescare un reale cambiamento è quindi necessario che vengano realizzate una seriedi azioni fondamentali, tra le quali:

a. offrire informazioni adeguate ed accessibili in merito al diritto dei minori ditutte le età e capacità. I bambini non possono esercitare i propri diritti se non hannoaccesso all’informazione in un formato e una modalità che possono comprendere edusare facilmente.

b. investire nella sensibilizzazione e consapevolezza degli adulti. È necessariosensibilizzare ed educare maggiormente gli adulti in merito ai diritti alla partecipazionedei minori e tutte i relativi vantaggi. Infatti, la partecipazione necessita di unacooperazione sia con gli adulti che con i bambini e ciò implica una formazione specificaper i professionisti del settore che lavorano con e per i bambini, cosi come unasensibilizzazione dei genitori, dei media e di altri gruppi influenti.

c. introdurre sistematici meccanismi di influenza dei processi decisionali pubblicia tutti i livelli. Ciò include: la promozione dell’accesso all’informazione ed allaformazione a sostegno del diritto alla partecipazione dei minori, con l’obiettivo dipromuovere e sviluppare servizi pubblici collaborativi ed a misura di bambino, sostenerel’educazione tra pari (peer education) e organizzazioni guidate da bambini, facilitarel’accesso ai mezzi di informazione (media), incentivare le comunità alla mobilitazione ecoinvolgerle in un dialogo costante con il governo in merito a tutti gli aspetti piùimportanti dello sviluppo di politiche inerenti.

d. migliorare la qualità dei programmi o delle iniziative per la promozione dellapartecipazione dei minori. Con ciò si intende la promozione di pratiche che sianoetiche, sensibili alle esigenze dei bambini, di rilievo, inclusive, sicure, sostenute in modoappropriato e comprese nell’ambito delle famiglie dei minori e nelle comunità a cui essiappartengono.

e. dimostrare impegno nel valutare e monitorare i progressi registrati per lapromozione e l’attuazione del diritto alla partecipazione dei minori attraverso losviluppo di indicatori che misurino il lavoro svolto a sostegno del diritto allapartecipazione dei minori.

Attraverso le attività di partecipazione che sono state realizzate e descritte nel presentedocumento Save the Children ha inteso offrire il proprio contributo al raggiungimento diquesti obiettivi con l’auspicio di una diffusione ed uno sviluppo della metodologiapartecipativa e della tutela del diritto all’ascolto, anche nei contesti più difficili, comel’accoglienza in frontiera.

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CoNVENZIoNE oNU SUI DIRIttI DEll’INFaNZIa E DEll’aDolESCENZa

Art.1 Tutte le persone di età inferiore aidiciotto anni godono dei seguenti diritti.

Art.2 Hai diritto a essere protetto/a controogni discriminazione. Questo significa chenessuno può trattarti diversamente daglialtri per il colore della pelle, nazionalità,sesso, religione, lingua o perché seidisabile, ricco/a o povero/a.

Art.3 Il tuo superiore interesse deveguidare gli adulti nelle decisioni che tiriguardano.

Art.4 Hai diritto a vedere realizzati i tuoidiritti da parte delle Istituzioni pubbliche(Parlamento, Governo, Scuola ecc).

Art.5 Hai diritto a essere aiutato/a econsigliato/a dai tuoi genitori e dalla tuafamiglia.

Art.6 Hai diritto alla vita.

Art.7 Hai diritto ad avere un nome e unanazionalità.

Art.8 Hai diritto ad avere una tua identità.

Art.9 Hai diritto a vivere con i tuoi genitori,a meno che questo non risulti dannosoper la tua crescita.

Art.10 Se vivi in un Paese diverso da quellodei tuoi genitori, hai diritto alricongiungimento con loro e a vivere nellostesso luogo.

Art.11 Hai diritto a essere protetto/a perevitare che tu venga allontanato/a dalla tuafamiglia e trasferito/a illegalmenteall’estero.

Art.12 Hai diritto a esprimere la tuaopinione su tutte le questioni che tiriguardano. La tua opinione deve essereascoltata e presa in seria considerazione.

Art.13 Hai diritto ad essere informato/a ead esprimerti liberamente nel modo che tiè più congeniale (verbalmente, per iscrittoecc), sempre nel rispetto dei diritti deglialtri.

Art.14 Hai diritto ad avere le tue idee e aprofessare la religione che preferisci sottola guida dei tuoi genitori.

Art.15 Hai diritto a riunirti con i tuoi amici,a partecipare o a fondare associazioni,sempre nel rispetto dei diritti degli altri.

Art.16 Hai diritto ad avere una tua vitaprivata, anche all’interno della tuafamiglia, compreso il diritto ad avere unatua corrispondenza privata.

Art.17 Hai diritto a ricevere informazioniprovenienti da tutto il mondo, attraversoi media (radio, giornali, televisione) e adessere protetto/a da materiali einformazioni dannosi.

Art.18 Hai diritto ad essere cresciuto/a ededucato/a dai tuoi genitori, nel rispettodel tuo superiore interesse.

Art.19 Hai diritto ad essere protetto/a daogni forma di maltrattamento, abuso osfruttamento da parte di chiunque.

Art.20 Hai diritto ad avere protezione eassistenza speciali se non puoi vivere coni tuoi genitori.

Art.21 La decisione di una tua adozionedeve essere presa nel tuo superioreinteresse.

Art.22 Hai diritto a protezione speciale eassistenza nel caso in cui tu sia unrifugiato/a (ad esempio se provieni da unPaese in guerra).

Art.23 Se sei disabile, mentalmente ofisicamente, hai diritto ad avereun’assistenza speciale, al fine di rendertiautonomo/a e di partecipare pienamentealla vita sociale.

Art.24 Hai diritto alla salute, all’assistenzamedica e a ricevere tutte le informazioninecessarie per garantire tale diritto.

Art.25 Hai diritto ad un controllo regolaredelle terapie e delle condizioni in cui vivi,qualora tu venga affidato/a a centri dicurao assistenza.

Art.26 Hai diritto ad un sostegno specialeda parte dello Stato se sei in condizionieconomiche o sociali disagiate.

Art.27 Hai diritto ad un livello di vitaadeguato. Ciò significa che i tuoi genitori,o in mancanza lo Stato, dovrannogarantirti cibo, vestiti e una casa in cuivivere.

Art.28 Hai diritto ad avere un’istruzione/educazione.

Art.29 Hai diritto a una educazione chesviluppi la tua personalità, le tue capacitàe il rispetto dei diritti, dei valori, delleculture degli altri popoli e dell’ambiente.

Art.30 Se appartieni a una minoranzaetnica, religiosa o linguistica, hai diritto amantenere la tua cultura, praticare la tuareligione e parlare la tua lingua.

Art.31 Hai diritto, al riposo, al tempolibero, a giocare e a partecipare ad attivitàculturali (ad esempio la musica, il teatroe lo sport).

Art.32 Hai diritto a non svolgere lavoripesanti e pericolosi per la tua salute oche ti impediscono di andare a scuola.

Art.33 Hai diritto a essere protetto/adall’uso e dal traffico di droghe.

Art.34 Hai diritto a essere protetto/a daogni tipo di sfruttamento e abusosessuale.

Art.35 Hai diritto ad essere protetto/a perimpedire che tu sia rapito/a o venduto/a.

Art.36 Hai diritto a essere protetto/a daogni forma di sfruttamento.

Art.37 Hai diritto a non subire torture opunizioni crudeli. Se hai commesso unreato non puoi essere condannato allapena di morte o alla detenzione a vita.

Art.38 Hai diritto a essere protetto/a incaso di guerra e, nel caso in cui tu abbiameno di quindici anni, non puoi e nondevi essere arruolato/a nell’esercito.

Art.39 Hai diritto a cure appropriate eal reinserimento nella società nel caso incui tu sia stato/a vittima di abbandono,guerra, tortura, o di qualunque forma disfruttamento o maltrattamento.

Art.40 Hai diritto a essere adeguatamentedifeso/a nel caso in cui tu sia accusato/a oabbia commesso un reato.

Art.41 Hai diritto a usufruire delle legginazionali ed internazionali che tigarantiscano maggiore protezionerispetto alle norme di questaConvenzione.

Art.42 Hai diritto ad essere informato/asui diritti previsti da questa Convenzione.Gli Stati devono far conoscere laConvenzione a tutti gli adulti, i bambini lebambine, i ragazzi e le ragazze.

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appendice

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GlI StaNDaRD SaVE tHE CHIlDRENPER UNa PaRtECIPaZIoNE EtICa E SIGNIFICatIVaStaNDaRD 1

Approccio etico: trasparenza, onestà e responsabilitàQuesto comporta:- assicurare che i bambini possano esprimere liberamente le proprie idee ed opinioni, che

siano seriamente ascoltati e che le loro idee e punti di vista vengano presi inconsiderazione nelle decisioni da prendere;

- esplicitare chiaramente quale sia lo scopo e la portata della loro partecipazione e qualeimpatto possa avere;

- fornire loro accesso a tutte le informazioni necessarie riguardanti il loro coinvolgimento;- garantire loro il tempo necessario per decidere se partecipare e dare il proprio consenso

informato;- sensibilizzare e formare gli adulti coinvolti a lavorare e a relazionarsi con i bambini e ad

essere consapevoli e pertinenti al contesto in cui vivono.

StaNDaRD 2

Partecipazione rilevante e volontariaQuesto comporta:- assicurare che i bambini possano scegliere se partecipare o no, come farlo e per quanto

tempo;- coinvolgerli secondo modalità, livelli e tempi che sono consoni alle loro capacità ed

interessi;- scegliere modalità di lavoro che vedano sempre il bambino al centro di ogni attività e

prevedere anche metodologie di coinvolgimento volte al miglioramento del contesto incui vive, a livello strutturale e culturale.

StaNDaRD 3

Ambiente motivante e a misura di bambinoQuesto comporta:- utilizzare metodologie che sviluppino nei bambini l’autostima e la fiducia in se stessi;- assicurare il tempo e le risorse necessarie a garantire una partecipazione di qualità;- identificare o creare spazi a misura di bambino dove bambini e bambine, ragazzi e ragazze

possano sentirsi a proprio agio;- fornire loro, fin dall’inizio, tutte le informazioni necessarie, utilizzando format e linguaggi

che siano loro facilmente accessibili e comprensibili.

StaNDaRD 4

Pari opportunitàQuesto comporta:- garantire a tutti i bambini, le bambine, i ragazzi e le ragazze la possibilità di partecipare, in

modo che nessuno di loro venga discriminato per età, “razza”, colore della pelle, genere,lingua, religione, opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, nazionalità, appartenenzaetnica o sociale, mezzi economici, disabilità, censo o status di qualsiasi tipo;

- nel caso in cui il processo di coinvolgimento dovesse prevedere forme di rappresentanza,condividere con i bambini i criteri di selezione dei propri rappresentanti e dar loro lapossibilità di sceglierli fra i loro pari;

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CaPItolo 1

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- avere come guida, nel decidere le modalità di partecipazione, l’età, il genere e le abilità ele competenze dei bambini che si vogliono coinvolgere, senza esprimere opinioni né sullaloro diversità né su quello che sanno non sanno fare;

- finalizzare la partecipazione all’inclusione sociale e all’impatto positivo sulla loro vita alivello individuale e collettivo.

StaNDaRD 5

Lo staff e il personale è efficiente e preparatoQuesto comporta:- garantire che tutto il personale ed i gruppi dirigenti siano sensibilizzati e formati su tutte

le questioni inerenti la partecipazione dei bambini e resi consapevoli del fatto che questaè parte integrante dell’assetto organizzativo;

- fornire al personale il supporto e la supervisone necessari a monitorare e valutare lepratiche di partecipazione attuate;

- supportare il personale ed i gruppi dirigenti nell’affrontare l’eventuale cambiamentopersonale e culturale che la partecipazione dei bambini comporta, senza che questo siaconsiderato un problema.

StaNDaRD 6

La partecipazione promuove la sicurezza e la protezione dei bambiniQuesto comporta:- fare tutto il possibile per salvaguardare e ridurre al minimo i rischi di abuso e

sfruttamento o di altre conseguenze negative che i bambini possono incontrare durantela loro partecipazione;

- garantire la confidenzialità, l’anonimato ed il rispetto dei loro confini: è un loro dirittodecidere cosa vogliono rivelare della propria vita;

- assicurare che la loro partecipazione non aumenti l’esposizione a situazioni di violenza,abuso, maltrattamento e sfruttamento;

- offrire loro il supporto psicologico adeguato se la partecipazione rischia di far rivivere loroil trauma delle violenze subite o sperimentare emozioni forti;

- richiedere ed ottenere il loro consenso per poter usare tutte le informazioni cheforniscono e salvaguardare sempre tutte le informazioni confidenziali;

- non riprendere o pubblicare mai fotografie, video o immagini digitali di bambini ebambine senza il loro consenso esplicito, meglio se scritto. Il consenso deve prevedereanche menzione dell’utilizzo specifico che si intende fare delle immagini.

StaNDaRD 7

Follow up e valutazioneQuesto comporta:- impegnarsi fin dall’inizio del processo a fornire una restituzione rapida e chiara sui

risultati della loro partecipazione e/o il follow up;- realizzare insieme ai bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze la valutazione della

qualità e dell’impatto della loro partecipazione;- realizzare e rendere disponibile la versione child-friendly dei rapporti finali riguardanti il

processo di partecipazione, in modo che i bambini possano verificare i risultati della loropartecipazione;

- assicurare che gli adulti valutino a loro volta se e come hanno tenuto conto delle prioritàe delle raccomandazioni espresse dai bambini e se le hanno integrate nelle loro policy,strategie e programmi;

- riconoscere gli errori individuati durante il processo di valutazione ed impegnarsi adutilizzare le lezioni apprese per migliorare i processi di partecipazione futuri.

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Materiali utili da utilizzare

nella realizzazione delle attività partecipative

Le illustrazioni possono essere fotocopiate

e utilizzate durante lo svolgimento di alcune delle attività

illustrate in questo volume.

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Comunità per minori Ospedale

Operatore/Educatore Tutore

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100

Mediatore Avvocato

MedicoStruttura di accoglienza

temporanea

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101

Scuola Gioco

Lavoro Documenti

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102

Telefono Amici

Cibo Vestiti

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103

Famiglia Faccina sorridente

Faccina triste

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Albero genealogico

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ITALIA

FRANCIA

REGNOUNITO

IRLANDA

NORVEGIA

SVEZIA

FINLANDIA

RUSSIA

ESTONIA

LETTONIA

LITUANIA

BIELORUSSIA

POLONIA

R. CECA

SLOVACCHIA

UCRAINA

MOLDAVIA

ROMANIAUNGHERIA

AUSTRIA

SLOVENIACROAZIA

BOSNIA

ALBANIA

SERBIA

BULGARIA

GRECIA TURCHIA

CIPRO SIRIA

LIBANO

ISRAELE

GIORDANIA

EGITTOLIBIA

TUNISIA

ALGERIA

MALI

MAURITANIA

NIGERIACIAD SUDAN

MAROCCO

GERMANIA

DANIMARCA

PAESI BASSI

BELGIO

LUSSEMBURGO

KOSOVO

MACEDONIA

MONTENEGRO

SPAGNA

PORTOGALLO

SVIZZERA

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BIBlIoGRaFIa E SItoGRaFIa

Convention on the Rights of theChild, Assemblea Generale delleNazioni Unite, New York, 1989http://images.savethechildren.it/f/download/CRC/CR/CRC-semplificata.pdf;

Save the Children Italia Onlus, Tu Partecipi Io Partecipo, un’analisidei metodi di lavoro e delle buonepratiche di partecipazione dibambini e adolescenti realizzate daSave the Children Italia, Roma, 2010http://images.savethechildren.it/IT/f/img_pubblicazioni/img127_b.pdf?_ga=1.169849121.1214635175.1400686566;

Save the Children Italia Onlus,Paurismo e altre storie, un percorsodi consultazione – accoglienza,tutela e partecipazione dei minoristranieri dal punto di vista deiragazzi e delle ragazze, Roma, 2008http://images.savethechildren.it/IT/f/img_pubblicazioni/img31_b.pdf?_ga=1.95713948.1214635175.1400686566;

The Save the Children Found, EveryChild’s Right To Be Heard, a resourceguide on the UN Committee on theRights of the Child general commentno.12, London, 2011http://www.savethechildren.org.uk/resources/online-library/every-childs-right-be-heard;

Save the Children Italia Onlus,Educazione e Nuovi Media, diritti eresponsabilità verso unacittadinanza digitale, Roma, 2011;

Save the Children UK, ChildParticipation handouts – Corelearning, London, 2012;

The Save the Children Found, A Toolkit for Monitoring andEvaluating Children Participation,London, 2014www.savethechildren.org.uk/resources/online-library/toolkit-monitoring-and-evaluating-childrens-participation;

International Save the ChildrenAlliance, Practice Standards inChildren’s Participation, London, 2005;

Hart, R., Children’s Participation.From Tokenism to Citizenship,Unicef, 1992;

Save the Children Italia Onlus,L’accoglienza dei minori in arrivovia mare – Rapporto dimonitoraggio delle comunitàalloggio per minori in Sicilia, Pugliae Calabria, Roma, 2012http://images.savethechildren.it/IT/f/img_pubblicazioni/img227_b.pdf?_ga=1.158756922.1214635175.1400686566;

International Save the ChildrenAlliance, So You Want to Consult withChildren? A Toolkit for a GoodPractice, London, 2003;

Save the Children Italia Onlus,Progetto Interact – Rapporto finalesulle metodologie e sugli strumentidi sensibilizzazione, Roma, 2012http://images.savethechildren.it/IT/f/img_pubblicazioni/img205_b.pdf?_ga=1.157069371.1214635175.1400686566;

Welcome Kit promosso da AutoritàGarante per l’Infanzia e l’Adolescenza– www.garanteinfanzia.org

lINK UtIlI

www.savethechildren.it

www.savethechildren.org

www.interactonline.euPartecipazione e sensibilizzazione per un uso più sicuro delle nuovetecnologie. Lo scopo generale delprogetto è stato proteggere i minoriche vivono in comunità dai rischiconnessi ad un uso non sicuro dellenuove tecnologie.

www.youtube.com/watch?v=wiQ3hTqyPosThe Italianaire; video cartoonrealizzato con la partecipazione di 5 ragazzi residenti in Italia eprovenienti dall’Egitto, facilitati daSave the Children, finalizzato adinformare e sensibilizzare i minoriegiziani che vivono in tregovernatorati ad alto tasso diemigrazione minorile in Egitto(Alexandria, Beheira e Gharbeya)circa le condizioni di vita in Italia dei minori migranti egiziani.

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Save the Children è la più importante organizzazione internazionale indipendente, dedicata dal 1919 a salvare i bambini in pericolo e a promuovere i loro diritti, subito e ovunque, con coraggio, passione, efficacia e competenza.

Opera in 119 paesi per garantire a tutti i bambini salute, protezione, educazione,sviluppo economico, sicurezza alimentare e promuovere la partecipazione di tutti iminori. Inoltre risponde alle emergenzecausate da conflitti o catastrofi naturali.Save the Children è stata costituita inItalia alla fine del 1998 come Onlus e ha iniziato le sue attività nel 1999.Oggi è una Ong riconosciuta dalMinistero degli Affari Esteri.

Oltre all’importante impegno a livellointernazionale Save the Children Italia da più di 10 anni sviluppa programmi chehanno l'obiettivo di migliorare la vita deibambini e delle bambine che vivono sulnostro territorio con interventinell’ambito della lotta alla povertàminorile, della protezione dei minori arischio di sfruttamento (come i minoristranieri non accompagnati),dell’educazione e della scuola, dell’usosicuro delle nuove tecnologie, della tuteladei minori nelle emergenze.

Save the Children Italia OnlusVia Volturno 58 - 00185 Romatel +39 06 480 70 01fax +39 06 480 70 [email protected]

www.savethechildren.it