Parte prima: principali modalità di approccio al controllo ... · La teoria cognitiva...

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Corpo, movimento, apprendimento Parte prima: principali modalità di approccio al controllo e all’apprendimento motorio

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Corpo, movimento, apprendimento

Parte prima:

principali modalità di approccio al controllo e all’apprendimento motorio

Definizione di apprendimento motorio

� “L’apprendimento motorio è un processo interno che riflette il livello di capacità individuale di prestazione e potrebbe essere valutato in base alla relativa stabilità delle esecuzioni di un compito.”

(Schmidt e Wrisberg, 2000)

Controllo motorio e apprendimento motorio

Nell’ambito dell’educazione fisica e sportiva le principali modalità di approccio al controllo e all’apprendimento motorio più diffuse sono:

� l’approccio cognitivo

� l’approccio ecologico

� l’approccio dinamico

Modalità di approccio al controllo e

all’apprendimento motorio

� approccio cognitivo

� approccio ecologico

� approccio dinamico

I diversi approcci si distinguono per la posizione e il ruolo che attribuiscono alle strutture mentali prescrittive: rappresentazioni, conoscenze, piani motori, schemi nella produzione delle abilità motorie.

L’approccio cognitivo

� Le teorie sul controllo motorio sviluppate nell’ambito della psicologia cognitiva hanno generato una consistente mole di applicativi didattici. In base a queste teorie, l’essere umano possiede, a livello cerebrale, una serie di programmi motori, ovvero sequenze di comandi che, a livello del sistema nervoso centrale, coordinano l’esecuzione dei movimenti.

Approccio cognitivo:

Il controllo motorio a circuito chiuso

� Secondo una prima formulazione, l’elaborazione delle informazioni provenienti da organi di senso e propriocettori consente al sistema di correggere il movimento all’atto dell’esecuzione (controllo motorio a circuito chiuso, Adams 1971).

� Il controllo motorio a circuito chiuso presuppone che i movimenti siano sufficientemente lenti da consentire la correzione durante l’attuazione, sulla scorta dei dati provenienti dal feedback. Più lungo è il tempo di esecuzione, più ampia la possibilità di utilizzare i circuiti di controllo motorio basati sul feedback (Schmidt, Wrisberg 2000).

Approccio cognitivo:

Il controllo motorio a circuito aperto

� In tempi più ridotti, ovvero quando il movimento è più rapido della conduzione degli impulsi nervosi, il movimento non è suscettibile di correzione in corso di esecuzione ed èprogrammato completamente a livello del sistema nervoso centrale

(controllo motorio a circuito aperto, Schimdt1985, Keele et al. 1986)

Approccio cognitivo:

La teoria cognitiva dell’apprendimento motorio

La teoria cognitiva dell’apprendimento motorio deriva direttamente dall’integrazione del controllo motorio a circuito aperto (programmi motori) e a circuito chiuso ( feedback).

Apprendere movimenti consiste nello sviluppare strutture cognitive (i programmi motori) mediante processi di elaborazione delle informazioni. Questi processi consentono la possibilità di confrontare in tempo reale (circuito chiuso) o in un secondo momento (circuito aperto) risultati ottenuti e risultati attesi, innescando un processo di aggiustamento dello stesso programma motorio.

Approccio cognitivo:

Il programma motorio generalizzato

Il programma motorio generalizzato “è un programma motorio che definisce un modello (pattern) di movimento; questa sua flessibilitàconsente di adattarlo in modo da produrre varianti del pattern motorio adattate a modificate richieste dell’ambiente” (Schmidt, Wrisberg, 2000). La sua struttura è tale che consente all’esecutore di aggiustare il movimento al fine di far fronte a mutate esigenze dell’ambiente.

L’approccio ecologico

L’approccio ecologico non ritiene necessario il ricorso a strutture mentali prescrittive: l’azione è direttamente disponibile per chi agisce nel proprio ambiente. In altre parole, il sistema senso motorio possiede proprietà di autorganizzazione che non rendono necessario il ricorso ad un programma motorio. Nell’approccio ecologico il Sistema Nervoso Centrale non è regolato da specifiche leggi ma si sviluppa a partire dalle influenze ambientali sui gruppi neuronali che si specializzano su specifici compiti. (Edelman, 1987).

Approccio ecologico:Apprendimento come educazione dell’attenzione

� In questo approccio, l’apprendimento è definito come educazione dell’attenzione (Gibson, 1986). Apprendere significa ottimizzare i processi percettivi e sviluppare la capacità di dettare gli stimoli adeguati.

� Per Gibson (1986), il soggetto è capace di percepire ciò che l’ambiente gli permette di fare tenuto delle proprie capacità fisiche, motorie, secondo la sua età, la sua taglia, il suo livello di esperienza. (Fowler C., Turvey M.T., 1978).

Approccio cognitivo VS approccio ecologico

Nei due approcci qui presentati, la percezione del contesto è differente e si definisce diversamente il processo di apprendimento.

Nel primo si tratta di stabilizzare un programma motorio efficace in funzione di un trattamento particolare dell’informazione.

Nell’altro, si tratta di ricercare l’adattabilità del movimento accoppiandone la diversitàdell’ambiente e la specificità dell’individuo

(Carnus&Marsualt 2003)

L’approccio dinamico

L’approccio dinamico considera l’evoluzione del comportamento dei sistemi complessi, dove un sistema complesso è un insieme (il corpo in movimento) composto da elementi multipli in interazione (i segmenti corporei).

Nella prospettiva dinamica apprendere è costruire e stabilizzare un nuovo stato di coordinazione non previsto nell’iniziale dinamica del sistema.

(Commissione Federale dello sport, 2001)

Approccio ecologico:Apprendimento come costruzione di nuova

coordinazioneL’apprendimento, nella prospettiva ecologica, è definito

come costruzione di una nuova coordinazione, adattata alle esigenze del compito prescritto. Questa costruzione non si realizza ex novo: il debuttante, che affronta per la prima volta un compito sfrutta alcuni tipi di coordinazione spontanea, che possono far riferimento a dei comportamenti anteriormente acquisiti, o ancora essere sottinteso da tendenze molto generali di accoppiamento. È sulla base di questo repertorio che dovrà realizzarsi la costruzione dei nuovi modelli di coordinazione.

Corpo, movimento, apprendimento

Parte seconda:

Dalla teoria alla didattica

Dalla teoria alla didattica:l’approccio cognitivo

La diretta conseguenza della teoria cognitiva nelle applicazioni didattiche è un approccio prescrittivo: la strutturazione di programmi motori sempre più articolati e l’ottimizzazione della loro parametrizzazione. Obiettivo delle esercitazioni sarà stabilizzare e perfezionare il programma motorio riducendo all’osso la variabilitàesecutiva.

Dalla teoria alla didattica:l’approccio ecologico

Nell’approccio ecologico esercitarsi non significa ripetere sempre la stessa soluzione di un dato compito, ma ripetere più e più volte il processo di soluzione del compito stesso. La didattica nell’approccio ecologico è finalizzata a stimolare l’emergere di soluzioni spontanee (euristiche) ai problemi motori, quindi sfruttare la variabilitàesecutiva, cioè attuare un processo di ricerca di soluzioni motorie che passa attraverso la continua variazione dei gesti motori.

La didattica del movimento /1

Una necessità evidente, per chi si occupa di facilitare il processo di apprendimento in ambito motorio, è la definizione dei criteri alla base delle scelte metodologiche e didattiche.

Non di rado tale definizione è basata sull’empirismo o sulla reiterazione meccanica di pratiche consolidate.

La didattica del movimento /2

Questo modo di procedere (empirismo o reiterazione meccanica di pratiche consolidate) è talora efficace, ma mai efficiente: si ottengono risultati senza conoscere nel dettaglio le cause che li hanno prodotti. Un sistema piùefficace nella scelta dei criteri consiste nel porre a fondamento dell’attività le teorie scientifiche sul movimento, sul controllo motorio e sull’apprendimento motorio.

Tuttavia strutturare l‘esperienza di apprendimento motorio su base scientifica risulta spesso arduo a causa dell’assenza di supporti che riescano a tradurre la teoria in didattica.

La didattica del movimento /3

Nella prassi didattica influisce ancora pesantemente l’eredità cartesiana del dualismo mente-corpo.

Se al corpo viene, sulla carta, riconosciuto un ruolo centrale nel processo di apprendimento tout-court, paradossalmente nell’esperienza sul campo della didattica delle attività sportive resiste ancora una contrapposizione (portato storico del citato dualismo cartesiano) tra centro e periferia, tra sistema nervoso e aspetti biomeccanici, tra aspetti quantitativi e qualitativi del movimento.

La didattica del movimento /4

Nelle nostre scuole, nelle attività motorie educative, dove si perseguono obiettivi di sviluppo della coordinazione motoria, prevale l’osservazione qualitativa della forma del movimento, il che implica un approccio scarsamente oggettivo alla didattica, laddove, nelle attività sportive èpreminente lo studio quantitativo (biomeccanico ed energetico).

Implicazioni didattiche dell’approccio cognitivo

Se apprendere movimenti significa strutturare programmi motori sempre più articolati e ottimizzarne la parametrizzazione, ne consegue un insegnamento delle attività motorie di tipo prescrittivo, che consiste nel prescrivere all’allievo modalità di esercitazione atte a stabilizzare e perfezionare la programmazione motoria e ridurre al minimo la variabilità dell’esecuzione.

Partendo da questo presupposto, nell’ambito della psicologia cognitiva è stata sviluppata un’ingente mole di risultati sulle strategie e tecniche per strutturare l’esercitazione in modo da ottenere risultati di apprendimento ottimali.

Implicazioni didattiche dell’approccio cognitivo:

Le tecniche per strutturare l’esercitazione

Le principali tecniche per strutturare l’esercitazione sono:

� l’esercitazione parziale, � l’esercitazione randomizzata � l’esercitazione variata� le tecniche di somministrazione del feedback � la ripetizione mentale

(Lee et al. 2001)

Implicazioni didattiche dell’approccio cognitivo:

L’esercitazione parziale /1

L’esercitazione parziale consiste nel far esercitare un’abilità motoria complessa inizialmente in una forma semplificata. Movimenti complessi possono essere semplificati frazionandoli, segmentandoli o riducendone la velocità o le richieste di precisione esecutiva.

(Wightman&Lintern 1985)

Implicazioni didattiche dell’approccio cognitivo:

L’esercitazione parziale /2

Per tutte le forme di esercitazione parziale vale la regola che si ottiene una facilitazione dell’apprendimento solo a patto che le tecniche di esercitazione parziale, cioè la frammentazione, la segmentazione e la semplificazione, non alterino la struttura profonda del programma motorio generalizzato. La struttura profonda del programma viene invece alterata se si modifica l’interazione fra gli effettori, se si alterano le fasi funzionali del movimento o se si rallenta troppo l’esecuzione motoria.

Implicazioni didattiche dell’approccio cognitivo:L’esercitazione randomizzata e l’esercitazione

variata /1

L’esercitazione randomizzata e quella variata sono altre tecniche di esercitazione che trovano la loro giustificazione nella teoria dei programmi motori generalizzati La teoria dei programmi motori generalizzati ha implicazioni metodologico-didattichedirette sulla scelta di quale informazione fornire con il feedback. Tale scelta dipende dal tipo di errore compiuto dall’allievo.

(Schmidt, Wrisberg 2000)

Implicazioni didattiche dell’approccio cognitivo:L’esercitazione randomizzata e l’esercitazione

variata /2

Se l’allievo ha sbagliato l’esecuzione perché la durata relativa delle singole fasi funzionali del gesto motorio è diversa da quella voluta, significa che ha selezionato il programma motorio sbagliato. Se invece l’allievo ha sbagliato l’esecuzione perché il movimento è complessivamente troppo ampio o troppo corto, ma la durata delle fasi è corretta, significa che ha selezionato il programma corretto, ma ha attribuito ai parametri variabili valori non adeguati.

Implicazioni didattiche dell’approccio cognitivo:L’esercitazione randomizzata e l’esercitazione

variata /3

In generale è ben fornire prima di tutto il feedback per correggere l’errore di selezione del programma (ad es. “rallenta la fase di oscillazione” e/o “accelera la fase di stacco”) e solo secondariamente il feedback per correggere gli errori di parametrizzazione (ad es. “fai il lancio più veloce, più corto, più alto”). Se il programma motorio selezionato è quello giusto, il feedback relativo ai parametri variabili è molto vantaggioso per l’apprendimento, perché potenzia la formazione dello schema motorio, cioè aiuta l’allievo a scoprire le regole che gli consentono di eseguire con precisione, di primo acchito, varianti di un dato gesto motorio mai eseguite in precedenza.

Implicazioni didattiche dell’approccio ecologico

Secondo l’approccio ecologico apprendere significa riuscire a trovare progressivamente la soluzione motoria migliore a un dato compito in un dato contesto. Emblematica èl’espressione, coniata da Bernshtein, “ripetizione senza ripetizione”: esercitarsi non significa ripetere sempre la stessa soluzione di un dato compito, ma ripetere più e più volte il processo di soluzione del compito stesso.

Implicazioni didattiche dell’approccio ecologico:

ricerca autonoma di soluzioni motorie

Se apprendere movimenti significa ottimizzare il processo di soluzione dei compiti motori, ne conseguono implicazioni didattiche diverse da quelle prescrittive proprie dell’approccio cognitivo:

Nell’apprendimento euristico l’insegnante deve assistere l’allievo nella ricerca autonoma di soluzioni motorie. Se il compito di apprendimento è troppo complesso, non si devono imporre vincoli al discente indicandogli in maniera prescrittiva come semplificare l’esecuzione motoria, ma si devono applicare vincoli all’ambiente

(ad esempio, come si fa abitualmente quando si applicano le rotelline alla bicicletta di un principiante, anziché tentare di facilitare la coordinazione motoria dell’azione di andare in bicicletta con pratiche di esercitazione parziale).

Implicazioni didattiche dell’approccio ecologico:

la variabilità esecutiva

Il presupposto perché ogni strategia di facilitazione didattica sia efficace e faciliti l’apprendimento è che non venga alterata la struttura unitaria percezione/ azione postulata all’interno dell’approccio ecologico. Nell’approccio ecologico trattandosi di trovare di volta in volta le soluzioni migliori ai compiti motori, la variabilità esecutiva non viene vista come un fattore limitante, ma come una proprietà inerente, indice dell’interazione non lineare del sistema con i vincoli imposti dall’organismo, dal compito e dall’ambiente nel corso della ricerca di soluzioni motorie.

(Davids et al. 2001)

Implicazioni didattiche dell’approccio ecologico:

l’apprendimento euristico

Poiché l’approccio ecologico-dinamico è più recente dell’approccio cognitivo moderno, non ha ancora dato vita a una mole di ricadute didattiche analoga a quella dell’approccio cognitivo; inoltre, poiché secondo l’approccio ecologico-dinamicol’apprendimento motorio è di tipo prevalentemente euristico, sarebbe un controsenso se venissero fornite indicazioni didattiche dettagliate, di tipo prescrittivo, equiparabili a quelle dell’approccio cognitivo. Le strategie didattiche per potenziare l’apprendimento euristico, cioè per stimolare l’emergenza di soluzioni “spontanee” ai problemi motori, fanno capo a un unico principio: sfruttare la variabilità esecutiva, cioè attuare un processo di ricerca di soluzioni motorie che passa attraverso lacontinua variazione dei gesti motori.

Bibliografia /1

� Adams J.A. (1971) A closed-loop theory of motor learning. Journal of Motor. Behavior, 3:111-15

� Carnus, S, &Marsualt C. (2003) Repenser l’EPS à partir de l’approcheecologique – Rivista EPS, édition revue EPS - N° 302 pag. 13, Parigi

� Commissione Federale dello sport. (2001). Basi teoriche e didattiche dell’educazione fisica 2001, – volume 1 – pag. 81, Commissione Federale dello sport CFS

� Davids, K, Bennett, S & Button, C. (2001). Skill acquisition in sport: some applications of an evolving practice ecology. Journal of sport science, 15, 621-640; Hodges N.J. E

� Edelman G M, (1987) Neural Darwinism. The theory of Neuronal group Selection, Basic Books, New York.,

� Fowler, C.A. & Turvey, M.T. (1978). Skill acquisition: An event approach with special reference to searching for the optimium of a function of several variables. In G Stelmatch (Ed.), Information processing in motor control and learning. New York: Academic

Bibliografia /2

� Gibson J.J. (1979). The Ecological Approach to Visual Perception. Boston: Houghton Mifflin

� Klee, R. L. (1984), Micro-Determinism and Concepts of Emergence. Philosophy of Science, 51 (1), 44-63.

� Schmidt, R.A. (1975) A schema theory of discrete motor skill learning. PsychologicalReview, 82, 225-26

� Schmidt, RA & Wrisberg, C. (2000). Apprendimento Motorio e Prestazione. Roma: Società Stampa Sportiva

� Varela, F.J., Thompson, E. & Rosch, E., (1991). The Embodied Mind. Cambridge, MA: MIT Press

� Wightman, D.C. & Lintern, G. (1985). Part – task training for tracking and manual control. Human Factors, 27(3), 267-283