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Parrocchiale Bollettino Bollettino Parrocchiale Comunità Ortodossa della Svizzera Italiana NATALE 2007 Buon Natale ! Христос ce pоди ! Sårbåtori Fericite ! L’Annunciazione Speciale Ecumenismo

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ParrocchialeBollettino

Bollettino Parrocchiale

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Italiana

NATALE 2007

Buon Natale !Христос ce pоди !

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L’Annunciazione

Speciale

Ecumenismo

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In gioiosa attesa

Per poter capire e vivere pienamente l’e-vento più grande, dopo quello dellacreazione del mondo, che è la Nativitàdel nostro Signore e Dio Gesù Cristo,dobbiamo sempre attingere alle fontioriginali della liturgia, dell’innologia edell’iconografia cristiana dei primisecoli. Ecco comesintetizza l’eventouno degli inni dellaveglia di Natale:Venite fedeli, elevia-moci divinamenteper contemplare ladivina discesa dal-l’alto a Betlemme,verso di noi, visibil-mente. Con l’intel-letto purificato, conla nostra vita offria-mo virtù in luogo diunguento profuma-to, predisponendocon fede l’avventodel Natale, acclamando, di fronte a questitesori spirituali: Gloria a Dio nella Triadenel più alto dei cieli: per lui è apparsa tragli uomini la benevolenza, perché egliriscatta Adamo della maledizione ance-strale, nel suo amore per gli uomini. Leinnumerevoli icone della natività offro-no anch’ esse una rilettura dell’eventocollegando simbolicamente il misterodell’Incarnazione con quello dellaPasqua. Nelle icone e con gli inni, noicristiani non facciamo altro che espri-mere la gioia del creato che viene riscat-

tato dalla schiavitù del peccato. Cristo èdiventato uomo per consacrare questaterra, che significa trasformarla.Attraverso di lui, l’uomo singolare che èDio e uomo, il mondo lacerato diventacongiunto, unito, in un’unità che esiste-va prima di lui. In Cristo siamo giàentrati in una nuova creazione, in unnuovo mondo, ma facciamo fatica asentirlo perché ci lasciamo trascinare

dalla fretta dellanostra società seco-larizzata. Per sentir-lo e vederlo meglio,diceva recentemen-te un amico pretecattolico duranteuna preghiera co-mune, non dobbia-mo distogliere losguardo da Dio, cheha detto per boccadel profeta: Ecco,faccio una cosanuova: proprio orag e r m o g l i a… ( I s43,19); sopravviene

silenzioso e inosservato, come del restoè accaduto alla nascita di Cristo. Uno dicoloro che hanno creduto nella promes-sa è il vecchio Simeone, che ha vissutoaspettando la gioia dell’ incontro. Conl’Emanuele, che Simeone potè tenere trale sue mani, e che noi custodiamo nellaparola e portiamo nel cuore sacramen-talmente, andiamo da un Natale all’al-tro incontro a Colui che supera tutte lenostre aspettative. Anche per noi nonmancano delusioni e lacrime, finchè

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niente più si opporrà al suo avvento innoi. Soltanto quando Lui giunge intutto ciò che definisce il mio essere evita ed è presente nelle mie gioie e ango-sce, in tutte le mie conoscenze e doman-de, anzi nelle mie tentazioni, si adempiequell’avvenire natalizio sul quale è fon-dato il suo avvento che ancora ci tiene inattesa. Il suo avvento per ora non èadempiuto; non si esaurisce con la cele-brazione natalizia annuale. Egli aspettadi poter realizzare la redenzione defini-tiva in me se entro nel suo mistero d’in-carnazione.

Auguro a chi legge queste righe ungioioso tempo natalizio perché cresca innoi la grazia del Signore fatto uomo pernoi.

padre Mihai

Dalla vita della nostracomunità e parrocchia

La nostra missione è proseguita anchequest’anno all’insegna dell’unità di tuttii cristiani ortodossi della Svizzera italia-na e nella ricerca della comunione con ifratelli e le sorelle delle altre Chiese.Centro e pienezza di tutta la nostra mis-sione è stata la celebrazione della DivinaLiturgia, sempre più partecipata.

• Abbiamo concentrato la nostra atten-zione soprattutto verso i giovani, gliammalati, i prigionieri, gli emigrati epiù in generale verso tutti i bisognosi.

• In vista della terza Assemblea ecume-nica europea, tenutasi in settembre aSibiu, abbiamo moltiplicato gli incontrifra cristiani di diverse confessioni.Questo ci ha permesso di conoscercimeglio, come pure il pellegrinaggio inRomania, cui hanno partecipato 37 per-sone, proprio in concomitanza con l’e-vento di Sibiu. Questo viaggio ci ha per-messo di sigillare la nostra amicizia e dirafforzarci nel nostro cammino versol’unità.

• I mass media (radio, televisione e gior-nali) hanno manifestato nuovamente illoro interesse verso la nostra Chiesa:siamo stati più volte interpellati e cisiamo resi disponibili per interviste,dichiarazioni, ecc.

• Anche quest’anno le mostre di icone (aFabriano, in Italia, e a Coira) ci hannodato l’occasione per far conoscere que-sto comune simbolo della nostra fedecristiana. Anche questo è un modo difare missione e nel contempo di soste-nerci finanziariamente.

• In giugno, circa 300 persone dellanostra comunità e molti altri amici

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Vespro

ecumenico,chiesaMadonnetta

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hanno avuto il piacere di partecipare aPregassona ad una festa nel corso dellaquale si sono esibiti insieme il noto can-tante e prete rumeno Ciprian Pop, iserbi Goran e Dule e un gruppo russo.

• Per attingere anche attraverso il cantoalle fonti genuine della liturgia, abbia-mo invitato il 24 e 25 novembre inTicino il coro Theotokos di Bucarest,che ha partecipato alle Messe cattolichea Chiasso, Lugano e Bellinzona (nelcorso delle quali ha predicato PadreMihai) e alla Divina Liturgia allaMadonnetta. Anche questi sono statiintensi momenti di fraternità ecume-nica.

Non vorrei concludere senza rivolgereun sentito ringraziamento al coro dellanostra Chiesa e in particolare alla mae-stra Sofia Garbarino, per la loro assiduapartecipazione non solo domenicale maanche in molte altre circostanze.

• Hanno ricevuto i sacramenti del batte-simo, della cresima e dell’eucaristia:David Colombo, Victoria ClaudiaPapuc, Vanessa Angelina Christe,Arsema Yared, Razvan Iurea, AlyssaGeoni, Rebecca Stefania Coman. A que-

sti bambini auguriamo di trovare nelleproprie famiglie e nella comunità l’ac-coglienza e l’aiuto necessario per cresce-re bene nella vita cristiana.

• Si sono sposati: Gianpaolo ed IngaDriussi, Beat ed Irina Ammann, Alberted Ankica Bechara, Dragos e Marinela

Nistor. Il Signore, d’avanti al quale que-sti sposi hanno consacrato il loro matri-monio, sia sempre presente nella lorocasa.

• Hanno chiuso il loro camino terreno esi sono presentati a Dio: DragicaMilenkovic, Dimitri Papanastasiu,Dumitru Civica. Ricordiamo con affettoi due pilastri della confraternita delSacro Cuore, Fernando Lamprecht eGilbert Vicht che hanno sempre soste-nuto la nostra parrocchia. Il Signoreconceda loro eterno riposo e la pace.

Il nostro Bollettino Parrocchiale vienepubblicato due volte all’anno: perNatale e per Pasqua. Invitiamo tutticoloro che lo desiderano a mandarci iloro scritti affinchè grazie a questa pub-blicazione possiamo conoscerci e farciconoscere. Il mio personale ringrazia-mento va a questo punto a tutti coloroche hanno contribuito alla realizzazione

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Ilnostrocoro:concertonatalizio

GlisposiD

riussi

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di questo numero, mentre un ringrazia-mento particolare va ad Adrian edIleana Fulga che hanno offerto la stam-pa di questo numero, il primo a colori.

La polizza di versamento allegata alBollettino è prevista soltanto per coloroche desiderano sostenerci con un versa-mento e ne hanno la possibilità.

Nessuno deve sentirsi obbligato in que-sto senso. Preghiamo coloro che preferi-scono non ricevere più il presenteBollettino di avvisare padre Mihai affin-ché venga tolto il loro indirizzo dallanostra cartoteca.

Un grazie di cuore va al presidente, aimembri del comitato della nostracomunità, ai chierichetti, alle donne cheogni domenica preparano il pane per laDivina Liturgia, portano fiori e tengonosempre pulita la nostra chiesina. Unsentito grazie anche a tutti i fratelli esorelle delle Chiese sorelle che ci sosten-gono costantemente e con generosità.Non da ultimo ringraziamo tutti voi,fratelli e sorelle ortodossi, che con lavostra fiducia, la vostra presenza ed ilvostro generoso contributo ci avete

sostenuto anche quest’anno, aiutandocia proseguire sulla strada dell’unitàpanortodossa ed interconfessionale.

Che Dio vi benedica nell’Anno Nuovocon salute, pace e molte gioie spirituali.

Il parroco padre Mihai Mesesan

Larga è la strada

Era ora. Dopo (troppo) tempo, final-mente qualcosa si muove.

L’ecumenismo rivive e ha imboccatouna larga strada. Il nostro parroco padreMihai ne parla sovente nell’omelia allafine della Divina Liturgia. Ne parla conentusiasmo sottolineando i progressi. Lanostra comunità è “in un certo senso”una prova concreta e presente, chedimostra che seppure ci siano ortodossidi nazionalità, idiomi e culture differen-ti, siamo uniti con gioia e fratellanzanella nostra fede. La domanda sorgespontanea: quando, sia pure nelle formeed espressioni differenti, potremo dire:ecco è fatta - siamo tutti fratelli?

Il presidente Giancarlo Bellotti

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IlbattesimodiD

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MostradiiconeaCoira

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L’ecumenismo “in viaggio”:l’amicizia e l’unità possibili

Un primo risultato del viaggio inRomania, promosso dalla Comunità diLavoro delle Chiese Cristiane delTicino, svoltosi dal 5 al 12 settembre, èstato ovviamente quello di portarci allascoperta di un Paese che la maggiorparte di noi non conosceva.

La storia, l’ar-te, i piatti tipi-ci, le musichepopolari, ipaesaggi, l’o-spitalità, man o n d im e n opulizia, preci-sione, impe-gno, costitui-scono la cultu-ra di base checi è sembratodi rinvenirepresso i cittadini della nazione rumena:un’immagine parecchio diversa da quel-la che viene più spesso veicolata dallecronache di casa nostra.

Il primo obiettivo, comune a tutti i viag-gi, ci ha dunque riservato una quantitàdi belle e piacevoli sorprese, anche gra-zie alla regia e alle scelte dei percorsi delsacerdote ortodosso rumeno di Lugano,p. Mihai Mesesan, nostra guida genero-sa e infaticabile.

Ma il gruppo interconfessionale “ticine-se” formato da 37 persone delle tremaggiori confessioni cristiane (molto

apprezzata anche tra noi la presenza didue persone attive nel SegretariatoAttività Ecumeniche Italiano) avevachiaramente anche un obiettivo che insenso lato potremmo chiamare religiosoe più precisamente ecumenico; abbiamovoluto partecipare ad un momento rite-nuto molto importante per l’Europa dioggi: la Terza Assemblea dei cristianid’Europa.

I risultati diquesto secon-do, e in fondodeterminante,contenuto delnostro viaggiosono stati rag-giunti a trelivelli: la parte-cipazione stes-sa all’evento;l ’ a p p r o c c i oe c u m e n i c oall’interno del

nostro gruppo; la conoscenza dell’am-biente ortodosso in cui eravamoimmersi.

La nostra partecipazione all’Assemblea,pur se limitata ai due giorni concessici (i“visitatori” potevano essere presentisolo sabato e domenica 8-9 settembre),ci ha fatto gustare la gioia di essere partedi un grande popolo che unito si ritrovaa pregare Dio, a lodare Gesù, a testimo-niare la fede in Lui nelle strade e in piaz-za. Questo si è avvertito per esempio peri culti della domenica mattina sulla cuivivacità tutti erano concordi (io ho par-

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Il gruppo ecumenico al monastero Sinaia (Romania)

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tecipato a quello cattolico, la santamessa presieduta dal cardinale franceseRicard, una sobria e ben partecipataliturgia in varie lingue, che ha permessoai molti popoli di cui è composta

l’Europa di sentirsi a loro agio).Altrettanto si può dire della celebrazio-ne della luce di sabato sera, specialmen-te al momento dell’entrata sulla grandepiazza di Sibiu dei ragazzi che battevanoi “toca”, un legno di un metro e mezzoche si batte con un martelletto e cheviene usato nei monasteri come invito aunirsi alla preghiera dei monaci, seguitidalle bandiere di tutti gli stati europei.

Abbiamo anche d’altra parte visto davicino la fatica del dialogo, il sabatomattina, quando in un’ora e un quartodi tempo a disposizione, si sono alterna-te una quarantina di persone diverse chehanno portato le loro proposte diemendamento al testo provvisorio delmessaggio finale che l’assemblea avreb-be dovuto diffondere: si è trattato di unfuoco di fila di questioni, a volte di det-taglio, a volte di spessore, che ci ha

lasciati persino un po’ frastornati.

Il viaggio dentro un gruppo ecumenicoè stato altrettanto importante e interes-santissimo.

Abbiamo scoperto che potevamo prega-re insieme: concretamente ogni matti-na, appena salivamo sul bus, incomin-ciavamo con la preghiera di alcunisalmi. Di lì la conversazione a volte pie-gava su temi ecumenici, altre volte sullastoria o sulle usanze che avevamo vistoil giorno prima nelle chiese ortodosse,altre volte si voleva semplicementeoffrire il proprio punto di vista o il pro-prio stato d’animo su una cosa che si eraosservato.

Altre volte preferivi tacere… perché ilsilenzio può anche essere una formaanche sublime di comunicazione (lostaret ortodosso padre Teofilo cheabbiamo incontrato nel monastero diSambata de Sus ce lo ha insegnato: esi-ste una preghiera non fatta di parole!): ilmicrofono era comunque sempre aper-to. Per esprimerti occorreva a quelpunto l’umiltà, un entrare in punta dipiedi, non solo per non offendere l’al-tro, ma per metterci assieme in ascoltodello Spirito che parla dentro e poiintervenire, se la reattività degli altrinon ti precedeva.

Come diceva una delegata italiana,riformata, piena di ammirazione per ilnostro viaggio, che abbiamo incontratola domenica sulla piazza: al di là dell’e-cumenismo di alto livello fatto didiscorsi e di testi da esaminare, sono

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Cultoecumenico,Fabriano(Italia)

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importanti esperienze come la vostra,persone che cercano di incontrarsi conl’ecumenismo della vita, in uno scam-bio anzitutto d’amicizia.

Va detto però che non siamo partitidalle diversità per fare l’unità, ma alcontrario abbiamo cercato di muoverciin questa conoscenza reciproca da ciòche abbiamo in comune: l’unica appar-tenenza a Cristo e l’essere membra delsuo Corpo.

Ricchissimo infine l’incontro con laChiesa ortodossa in Romania, con la suatradizione. La visita dei monasteri(spesso rinnovati dopo l’89), l’osservarecome pregano i fedeli, i loro gesti anchevistosi, ma naturali, non plateali, usan-do tutto il corpo, con varimovimenti, genuflessioni,segni della croce, la cura dellechiese, l’essere in un ambienteche al contrario del nostro, statentando di tirare fuori la fededalle sagrestie e di immetterlacome una potenza nella vitasociale, (la chiesa, ci è statodetto, gode oggi in Romania dienorme prestigio, è l’istituzio-ne nazionale più seguita e ascoltata dairumeni, molto più dello stato), le chieseche non hanno difficoltà a riempirsi difedeli, che provengono, come ci diceva ilcappellano di una bella comunità diuniversitari di Cluj, molti dall’agnostici-smo, e altrettanti da famiglie già prati-canti al tempo del comunismo (che maiha spezzato qui la vita della chiesa),tutto ciò ci ha fatto risperare.

Abbiamo così potuto fare esperienzaproprio di ciò che era detto nel titolodell’Assemblea di Sibiu: La luce diCristo risplende su tutti, speranza dirinnovamento e unità in Europa.

don Maurizio Silini

Ecumenismo pratico

Lieto dell’impulso all’unità suscitatodallo Spirito Santo in tutte le ChieseCristiane, rispettoso delle gerarchie ecommissioni teologiche cui spetta trac-ciare per i propri fedeli il cammino dif-ficile e lento dell’ecumenismo, mipreoccupo intanto di non trascurareogni circostanza per esercitare un ecu-

menismo pratico fatto di amicizia, ospi-talità, conoscenza e apprezzamentoreciproci.

Quando arrivai a Lugano nell’ottobredel ’98, la Comunità Ortodossa già usu-fruiva della Madonnetta per la divinaliturgia domenicale. Sono stato ben lietodi assicurare al Padre Mihai la conti-nuità e ogni altra forma di collaborazio-

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ChiesaSacroCuore,Lugano

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ne, nella piena convinzione che servia-mo, variamente, l’unico Signore e il suoRegno che viene.

Col tempo, la frequentazione e la stimasono diventate amicizia, ed è stato gra-ditissimo l’invito da parte della Comu-nità Ortodossa a festeggiare, l’8 ottobre2006, i dieci anni di servizio pastorale aLugano del Padre Mihai. Ho potuto cosìcondividere con la sua Comunità la gra-titudine e l’ammirazione per un sacer-dote del cui zelo, ministero e amiciziatutti godiamo.

Di particolare significato per la frater-nità interparrocchiale è risultata la rin-novata esperienza di affidare alla

Comunità Ortodossa l’animazioneliturgica di una messa domenicalevespertina nella Basilica del SacroCuore: il 29 ottobre 2006, nell’immi-nenza della visita del Papa al Patriarca diCostantinopoli, il 24 novembre 2007,nella Solennità di Cristo Re che chiude,per noi Cattolici, l’anno liturgico. Lapresenza nelle due occasioni di un cororumeno (“Armonia Transilvanica” l’an-no scorso, “Theotokos” quest’anno),l’arricchente fascino di alcuni elementidi liturgia orientale, la Basilica gremita,

tutto ha concorso a rendere straordina-rie la condivisione di questa esperienzaspirituale. Abbiamo pregato e adoratoinsieme, ma purtroppo non concele-brato.

Il Padre Mihai ha cantato il vangelo,predicato, intonato una prece litanica,assistito alla consacrazione, pregatoinsieme il Padre nostro, insieme abbia-mo distribuito ai fedeli l’Eucarestia incui crediamo. Dopo la recita del Padrenostro, mano nella mano, le espressionipreviste “non guardare ai nostri peccati(le divisioni)… e dona alla tua Chiesaunità e pace” non arrivo quasi mai apronunciarle per l’emozione che miprende e il traboccare delle lacrime.Imbarazzo grande ma anche intimagioia. Sono persuaso infatti che la viadell’ecumenismo richieda questo mini-mo contributo di disagio e sofferenzaper la divisione. Le Feste Natalizie, nelladiversità del calendario e delle tradizio-ne, ci uniscano spiritualmente attornoal divino Bambino.

Auguri cari e fraterni.

fr. Pio Camilotto op,parroco del Sacro Cuore-Lugano

Pregare con l’aiuto deinostri simboli cristiani

Avevo incontrato Padre Mihai aSant’Elena, una antica abbazia delComune di Serra San Quirico (An),tutto intento a piantare chiodi per

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Cultoecumenico,Origlio

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appendere le sue “icone”.

Mi era piaciuta la sua arguzia e la suafamiliarità con le sacre icone, sprigio-nanti bellezza e profonda spiritualità.

Mi ero ripromesso di chiamarlo aFabriano con una certa titubanza, cono-scendo la ritrosia dei fabrianesi nell’ap-prezzare anche le più importanti occa-sioni di crescita.

E’ stata un’ottima scelta: bellissimo illuogo, la galleria delle arti (i sotterraneidel seminario completamente ristruttu-rati) che richiamava al senso del misti-co, preziose le immagini sacre dipintecon tanta pazienza e altrettanta profon-dità spirituale, numerosi i temi in essetrattati, importante e necessaria la spie-gazione o meglio la catechesi fatta daPadre Mihai nei giorni della mostra.

Dopo qualche giorno di difficileapproccio, i visitatori si sono passati lavoce e piano piano hanno apprezzato epregato le “sacre icone” in numero sem-pre maggiore. Gli incontri di PadreMihai con il nostro vescovo, con il clerodella diocesi ed i nostri fedeli cattolicinella celebrazione della s. messa(nellacatedrale e nella parrocchia Sagra

Famiglia) e nelle serate di spiritualità(monastero dei Silvestrini, scuola cate-chetica) hanno lasciato un segno alta-mente positivo.

Da non dimenticare la celebrazione deiVespri all’interno dei locali stessi dellamostra con la presenza commossa dinumerose signore (badanti dei nostrianziani), di nazionalità rumena e di fedeortodossa, e di un nutrito gruppo dinostri fedeli: una grande occasione dipreghiera insieme e di ecumenismo.

Veramente bellissimo!

Sei forte, Padre Mihai !!!

Don Gianni Chiavellini

L’icona dell’Annunciazione

Come il Natale,l’Annunciazione ènello stesso tempofesta del Figlio delDio che si fa uomoe di colei attraversola cui libera rispo-sta avviene l’incar-nazione.

L’iconografia della festa è modellatasulla narrazione evangelica (Luca 1, 27-38), sui racconti apocrifi e sui testi litur-gici. Nei suoi elementi esenziali la scena,collocata all’interno di una stanza (chesimbolicamente raffigura lo spazio deltempio in cui dimora la presenza diDio), è semplice. E cosi appare nella

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MostraiconeaFabriano(Italia)

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nostra icona. La Vergine, assisa su unosgabello, appoggia tuttavia i piedi suuna doppia pedana, che si configuracome elemento simbolico della regalitàdi Dio (Maria stessa diventa “tronodell’Altissimo”). Secondo le apocrifi, nelmomento dell’annuncio dell’arcangelo,Maria stava filando il tessuto per il velodel tempio.

Questo elemento, secondo l’interpreta-zione liturgica, diventa simbolo del

“velo” della carne di Cristo che Mariacomincio a tessere nel suo grembo pro-nunciando il sì. L’atteggiamento delcorpo di Maria, leggermente inclinato econ le braccia aperte esprime adesioneed accoglienza all’annuncio. L’arcangeloGabriele appare con tutta la sua maestàdi messaggero di Dio. Egli porge l’an-nuncio facendo dono della Parola con ilgesto della mano: le due dita uniteesprimono il segno della parola e, nellostesso tempo, il significato profondo delmessaggio, la divinità e l’umanità delCristo (è lo stesso gesto del Pantokratorbenedicente). Nell’iconostasi l’iconadell’annunciazione, oltreché essere col-locata nell’ordine delle 12 grandi feste, è

posta anche sulle ante delle “porte rega-li”, simbolo dell’evangelo che risuonanell’annuncio della Chiesa.

La fine dello scisma tra leChiese ortodosse russe

II 17 maggio 2007 è un giorno storicoper gli ortodossi russi. Questo giorno,infatti, ha sancito la fine della separa-zione tra la Chiesa Ortodossa fuoridalla Russia e quella Russa Ortodossa.La Chiesa Ortodossa fuori dalla Russiasi è formata dopo la RivoluzioneBolscevica del 1917 come risposta allapolitica repressiva sovietica nei con-fronti della religione.Dopo la dissoluzione dell'UnioneSovietica, per diversi motivi le Chieseortodosse hanno continuato a mante-nere la loro indipendenza; nonostanteil Sinodo all’estero abbia organizzatodiverse missioni in Russia, le relazionitra le Chiese sono sempre rimasteabbastanza fredde.

Nel 2004 una commissione del Sinodoall'estero ha visitato la Russia incon-trando anche il Patriarca Alessio II. Inquella occasione fu ufficializzata laformazione di alcuni comitati mistiper iniziare un dialogo che avrebberodovuto portare verso un riavvicina-mento.Questo dialogo ha raggiunto un risul-tato primo e concreto il 21 giugno2005 quando le parti hanno annun-

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SvetiSava,teatrinogiovani

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ciato la ripresa delle relazioni ricono-scendo, tra l’altro, l’autonomia alsinodo all'estero.

Il 17 maggio 2007 lo scisma si è for-malmente ricomposto nella cattedraledel Cristo Salvatore di Mosca, con lafirma di un atto di riunificazione daparte del patriarca russo Alessio II edel metropolita Lavr, capo della chie-sa estera. A seguito della firma, le duedelegazioni hanno celebrato congiun-tamente L’Eucaristia.

Comunità di lavorodelle chiese cristiane delcanton Ticino

Viaggio in Romania in occasionedella 3ª assemblea ecumenica euro-pea di Sibiu

Presentiamo qui di seguito una partedella trascrizione della registrazioneeffettuata durante l’incontro con lostaretz Teofil Paraianu, venerdì 7 set-

tembre 2007 - monastero di Sâmbåtade Sus – Romania. Padre Teofil , ciecodalla nascita, vive in questo monaste-ro dal 1953 ed è uno dei più conosciu-ti e amati staretz dalla Romania.È autore anche di numerosi libri dispiritualità ortodossa e sostiene innu-merevoli conferenze e incontri di pre-ghiera.

La preghiera

Cos’è un monastero? È un luogo dipreghiera e di lavoro abitato da mona-ci, dunque è la casa dei monaci, dovelavorano, ma è soprattutto un luogodi preghiera. Tutti i fedeli sanno che imonaci innanzitutto pregano. Qui siprega ogni giorno per sei-sette ore.Oltre la preghiera in chiesa abbiamoanche quella particolare nelle nostrecelle e la “preghiera del cuore”, in cuiripetiamo continuamente l’invocazio-ne “Signore Gesù Cristo figlio di Dioabbi pietà di me peccatore”. Quandouno diventa monaco riceve un ogget-to come questo (il Padre ci mostra unmåtånii in rumeno, chotki in russo,komboskini in greco; é una specie dirosario, normalmente intrecciato confili di lana e composto da 33, 50 o 100nodi) e nell’ufficio che si celebradurante l’emissione dei voti il candi-dato, ricevendolo, si sente dire, “ilnostro fratello (nome) riceve la spadadello Spirito Santo per la preghieraininterrotta di Gesù”. Poi di nuovorivolgendosi al novizio gli si dice: sei

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L’incontro tra Il patriarca diMosca e di tutte le RussieAlessio II e il metropolita Lavr il 15 maggio 2007

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obbligato in ogni tempo ad avere nellamente, nel cuore e nel sentimento ilnome di nostro Signore Gesù e dire“Signore Gesù Cristo figlio di Dioabbi pietà di me peccatore”.

La conoscenza di Dio

Quindi la prima cosa, la più impor-tante, è stare davanti a Dio ricono-scendone la grandezza.Adesso vorrei dirvi ancora una cosa,cioè quale definizione dò io al mona-stero. Il monastero è l’anticamera delparadiso, la casa di Dio, la porta delcielo, il luogo del compimento. SanMarco l’asceta ci dice nella filocaliache la fede è una torre salda e cheCristo diventa il tutto per colui checrede. Ora, il monastero è il cielo sullaterra, il posto della felicità, il regno diDio sulla terra. Per arrivare ad esserefelice, non basta far parte di un mona-stero, Padre Arsenie diceva che pur-troppo non tutti i monaci si salvano enemmeno tutti gli uomini che vivonofuori.

Per essere felice, l’uomo deve crederee colui che crede teme Dio, quindidiventa “Teoctist” (colui che temeDio). Chi crede e teme Dio vivesecondo i comandamenti, perciòdiventa servitore di Dio, ossia“Teodul” (colui che serve Dio).Vivendo secondo i comandamenti,poiché Cristo è celato nei comanda-menti di Dio, diventa conoscitore diDio, ossia “Teognost” (colui che

conosce Dio). A questo punto, coluiche conosce Dio lo ama e diventaquindi “Teofil” (colui che ama Dio).Chi giunge allo stato di “Teofil” arrivaad esser felice divenendo così“Makarios”, cioè beato. Riepilogando,gli stati delle conoscenza sono dun-que: “Teoctist” (colui che teme Dio),“Teodul” (colui che serve Dio),“Teognost” (colui che conosce Dio),“Teofil” (colui che ama Dio),“Makarios” (beato).

Il sorriso di Dio (dialogo con Padre Teofil)

D: Noi viviamo nel mondo, quindinon abbiamo la possibilità di vivere inun monastero, cosa dobbiamo fare?R: Nostro Signore non ha parlato soloai monaci dei monasteri ma a tutti gliuomini.

D: Padre Gabriel Bunge mi ha dettouna volta che oggi manca una veraspiritualità dei laici. Qual’è il suo pen-siero in merito?R: Anch’io dico sempre: abbiamo levite dei Santi, ma sono degli esempi

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che spesso non possiamo seguire,sono Santi che generalmente nonhanno avuto una vita “sociale”.Alcuni però hanno avuto una vita diimpegno nel campo sociale. Io dicosempre così: la maggior parte dei laicivive socialmente nella religione e nonvive religiosamente nella società. Noisiamo interessati da uomini che vivo-no religiosamente nella società. Moltepersone anche se vivono religiosa-mente o vengono considerate tali, nonsono nemmeno convertite. Dobbiamoessere convertiti attraverso la fede eabbandonarci a nostro Signore GesùCristo.

D: Friedrich Schleiermacher dicevache noi dobbiamo essere totalmentedipendenti da Dio e quindi mi sembrache quanto ha detto prima coincidaparzialmente con questo suo pensiero.R: Sì, nel senso che prima viene Dio,poi vengono le cose dell’uomo. Si diceanche: “Dio non è al suo posto se nonlo abbiamo collocato al primo postonel nostro cuore”.

D:Ma come possiamo fare durante lavita per vedere di più Dio nel nostrocuore?R: È molto semplice: purificando dipiù il nostro cuore, perchè Dio si rive-la a chi ha cuore puro. Cito dalle scrit-ture (Gv. 14.24) “se uno mi ama,osserverà la mia parola e il Padre miolo amerà e noi verremo a lui e prende-remo dimora presso di lui.” e anche“colui che adempie alla mia parola

sarà amato dal Padre mio e insiemeprenderemo dimora presso di lui”.

D: Però può esserci anche la notte,quei periodi di buio della fede checerti mistici hanno vissuto.R: Sì. Però Dio ci è sempre favorevole:nel salmo 20 (21) nella traduzionerumena sta scritto al versetto sesto: “lohai fatto oggetto di benedizione persempre, e con il sorriso del tuo voltolo hai riempito di gioia”. Il nostroSignore vuole che anche noi possiamoavere la Sua gioia. Nel Santo Vangelodi S.Giovanni leggiamo: “Vi dico que-sto perchè la mia gioia sia in voi e per-ché la vostra gioia sia piena e non vimanchi”. Quindi “con il sorriso deltuo volto lo hai riempito di gioia”.Dunque Dio ci sorride, è sicuro che cisorride, non può non farlo perché ciama. E quando ami è sicuro che sorri-di all’amato. Un teologo protestantesvizzero che ha scritto un libro suigrandi santi, nel quale è compresaanche Santa Teresa di Lisieux, la defi-nisce “sorriso di Dio”. Quando, alun-no di liceo a Timisoara mi recavo ascuola al mattino, sentivo la gente per

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Ilcoro

TheotokosaLugano

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strada salutarsi con questa bellissimaformula: “ho l’onore di salutarti” , unmodo di salutare in cui chi saluta simette volutamente in una posizionesubordinata, inferiore. Così anche noiabbiamo l’onore di sorridere a Dioperché Dio ci fa l’onore di parlare connoi. La preghiera è il parlare con lanostra mente a Dio e Dio ci parlaattraverso la Sua parola. Quindi seDio ci fa l’onore di parlare con noi, cidà anche la possibilità di dialogare conLui ed è sicuro che ci sorride ed èimpossibile che non si aspetti un sor-riso anche da noi.

D: La preghiera è sempre legata alleparole o esiste anche una preghierasenza parole?R: Esiste anche la preghiera senzaparole. Consiste in un dialogo dell’a-nima verso Dio. Alexis Carrel, quandoqualcuno gli ha chiesto cosa Dio glidicesse, ha risposto: niente, ma ioguardo verso Dio e ho la certezza cheanche Lui guarda me. S. Isacco il Siroci dice che alcune persone possonogiungere ad uno stato di preghiera incui le parole vengono meno e in que-sto stato percepiscono la presenza diDio, quindi una preghiera senza paro-le. Gli uomini devono glorificare Diosenza parole. Noi diciamo durantel’ufficio del battesimo, nella benedi-zione: “Grande sei Signore e meravi-gliose sono le tue opere, nessuna paro-la è sufficiente a glorificare le Tuemeraviglie”. Dice ancora S. Isacco il

Siro che non ha ancora conosciutoDio colui che non se ne meraviglia.Quindi la vera relazione dell’uomocon Dio è l’ammirazione.D: Solo i puri di cuore possono vede-re Dio?R: Sì, perchè chi non ha il cuore puronon può vedere tutti i suoi peccati (lasua sporcizia).

D: Quali sono le vie seguite dalla spi-ritualità ortodossa e quali i maggioriostacoli che lei ha dovuto superare?R: Pregando sempre la preghiera delcuore e poi prima di incontrare ilnostro Signore Gesù Cristo ho incon-trato la mia miseria e questa è la primacosa che ci rivela la preghiera. Sicu-ramente noi abbiamo a volte delle rea-zioni che non sono secondo la volontàdi Dio e se vogliamo veramente in-contrare Dio dobbiamo prima fargliposto dentro di noi ripulendo la soz-zura dei nostri peccati. Se non rimuo-viamo lo sporco che c’è in noi nonabbiamo la possibilità di far posto aDio, così che la preghiera ci sostiene eci aiuta a preparare un posto a Dionella nostra coscienza. D’altra partenon sappiamo neppure bene cosaabbiamo nella nostra anima finché lapreghiera non lo rivela alla nostra co-scienza. Veramente, non sappiamocosa abbiamo dentro, ma certamentesiamo sempre noi anche quando nonsappiamo cosa c’è in noi. Però quandoci occupiamo di noi stessi sappiamochi siamo davanti a Dio. S. Paolo apo-

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stolo nella lettera ai Colossesi dice:“voi siete morti e la vostra vita è nas-costa con Cristo in Dio”. Solo attra-verso la rivelazione divina possiamoarrivare a conoscere la vita nascostain Dio.

D: Lei non è più giovane e ha questohandicap della cecità. Questo l’ha os-tacolata o aiutata nella vita con Dio ?R: Sì, lo so, sono vecchio. E in veritàio non ho mai visto, perchè in questavita sono entrato privato della vista eho fatto tutta la mia preparazionecome non vedente, però la vita non sivive attraverso la comparazione enon vi posso dire se esiste un vantag-gio quando non si vede. Io credo dino, la cecità è una mancanza e Diosicuramente ha voluto l’uomo con lavista e non privato di essa. Io peròsono stato aiutato da due cose nellavita, la fede in Dio e la cultura. Con lafede in Dio mi sono svegliato in que-sto mondo e la cultura me la sonoguadagnata. Mi ha aiutato la fede,però anche la cultura. Spero che lafede mi porterà sulla strada della sal-vezza, mentre la cultura mi ha dato lapossibilità di affermarmi tra gliuomini. Ripeto, padre Arsenie midisse che non è la cultura che mi sal-verà. Questo vuol dire che avreidovuto rinunciare alla scuola? Nonho rinunciato alla cultura e sonocontento di non averlo fatto. Hoimparato tante cose con la cultura,

anche con la cultura laica, certo, hoimparato moltissimo: letteratura,poesia, che amo molto.

D: Volevo ringraziare padre Teofilper questo momento così pieno difede e umanità e per i suoni di questasua poesia. Per noi è stato un lin-guaggio senza parole ma pieno divita. Credo che in questo momentoandiamo oltre “il sorriso di Dio”,abbiamo vissuto anche “la tenerezzadi Dio”, che è così difficile da trovarenelle nostre Chiese. Adesso peròavrei due domande; Padre Teofil, mipuò dire come legge la Bibbia se nonaccetta il metodo storico-critico? È ilsuo segreto?R: La leggo in modo non critico, pos-seggo una Bibbia in tedesco, il NuovoTestamento ce l’ho anche in rumeno,però l’Antico Testamento l’ho solo intedesco. Ho anche una Bibbia su CDche ascolto, ma siccome leggo spessoquella in tedesco, vuol dire che Dioparla con me in tedesco.

D: Senza volerlo ho usato una parolastupida, perché ho chiesto “comelegge”.R: Leggo in braille. Le mie conoscen-ze, così come voi le avete dagli occhi,io le ho dalle mani.

D: Padre, lei ci riempie di meraviglia.R: Sono contento se da questo nostroincontro avete ricevuto qualcosa.

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В праздничные и предпраздничные дни,наполненные радостной суетой, всегдаактуально и живо звучат проповеди стольпочитаемого особенно в среде эмигрантовиз России Митрополита АнтонияСурожского. Убедительное слово, точностьформулировок, отражающие внутреннийопыт Митрополита Антония, - основныечерты его многочисленных проповедей: «Овстрече», «Человек перед Богом», «Любовьвсепобеждающая», «Молитва и жизнь» идр. Продолжение его проповеди «Как спра-виться со временем» (из книги «Учитесьмолиться»), фрагмент оторой здесь публи-куется, а также подробнее о самомМитрополите Антонии можно прочитатьна сайтеwww.metropolit-anthony.orc.ru/index.htm

Митрополит Сурожский АнтонийКак справиться с временем

В наш напряженный век проблема, каксправляться с временем, очень важна. Я несобираюсь вас убеждать, что у вас массавремени и вы можете молиться, если толькозахотите; я хочу сказать о том, как спра-виться с временем в контексте напряжен-ности, напора жизни. Я не стану даватьрецептов, как выкраивать время; скажутолько, что если постараться и тратить егоменьше, то его будет больше. Если собратьвместе крупицы растраченного времени ииз них как бы слепить моменты собранно-сти и молитвы, мы обнаружим, что време-ни довольно-таки много. Если вспомнить околичестве пустых минут в течение дня,когда мы что-то делаем единственно, пото-му что страшимся пустоты, страшимсяостаться один на один с собой, то обнару-жится, что есть множество короткихпериодов, которые могли бы принадлежатьнам и Богу одновременно.

Но я хочу сказать о чем-то, что мне пред-ставляется еще более важным, а именно, о

том, как мы можем держать время под кон-тролем и останавливать его. Богу можномолиться, только если мы утвердились всостоянии устойчивости и внутреннегомира, внутренней примиренности передлицом Божьим; это освобождает нас от чув-ства времени: не объективного времени, закоторым мы следим, но субъективногоощущения, что время мчится и что у насвремени не остается.

Прежде всего, я хотел бы обратить вашевнимание на нечто, о чем все мы знаем ичто постоянно обсуждаем: нет никакойнужды бежать за временем, чтобы его дог-нать; оно не убегает от нас, оно течет к нам.Ждешь ли с нетерпением следующей мину-ты или совершенно не сознаешь того – онапридет. Будущее, что бы ты ни делал в этомотношении, станет настоящим, и нет необ-ходимости перепрыгивать из настоящего вбудущее; можно просто ждать, чтобы ононастало. И в этом смысле можно бытьсовершенно устойчивым и всё же двигать-ся во времени, потому что время само дви-жется. Вы знаете, как бывает, кода сидишь вавтомобиле или в поезде; сидишь, если тыне за рулем, откинувшись, и смотришь вокно; можно читать, можно думать, можнопросто отдыхать; а поезд движется, и вкакой- то момент то, что было будущим –следующая ли станция или твоя конечнаяостановка – станет настоящим. И я думаю,что это очень важно. Вот ошибка, которуюмы часто совершаем в нашей внутреннейжизни: мы воображаем, что если поторо-пимся, то быстрее попадем в будущее –вроде человека, который перебегает изпоследнего вагона в первый, надеясь сокра-тить этим расстояние от Лондона доЭдинбурга. На таком примере видишь,насколько это абсурдно; но когда мы непре-рывно стремимся жить на вершок впередисамих себя, мы этой абсурдности не замеча-ем. А вместе с тем, именно это не дает намбыть полностью в настоящем мгновении –где, как я сказал, мы только и можем нахо-

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диться, потому что даже если мы вообража-ем, будто опережаем время или самих себя,то это не так. Единственное, что получает-ся, это что мы спешим – но от того мыбыстрее не движемся.Вы, наверное, не раз видели: человек сдвумя тяжеленными чемоданами догоняетавтобус; он спешит изо всех сил, бежит такбыстро, как позволяют ему чемоданы, ивсем своим существом он нетам, где он есть. Но вы знаететакже, как бывает, когда гуля-ешь на отдыхе: идешь быстрымшагом, идешь весело и бодро;если позволяют возраст и здо-ровье, можешь даже побежать –но никакой спешки нет, потомучто важно просто бежать, а некуда-то прибежать. Этому женадо учиться в отношениимолитвы: устояться в настоя-щем мгновении. Обычно мыдумаем или ведем себя так,будто настоящее – это вообра-жаемая, неуловимая грань между прошлыми будущим, и мы перекатываемся из про-шлого в будущее, всё время пересекая этуграницу, подобно тому, как катаешь яйцо вполотенце; оно катится непрерывно, ононигде ни в какой момент не “находится”, нетнастоящего, потому что оно всё время вбудущем...

Что касается времени, то, не вдаваясь в под-робности, скажу: бывают в жизни минуты,когда ощущаешь, что настоящее – здесь,прошлое ушло невозвратно и имеет значе-ние лишь в той мере, в какой оно влилось внастоящее, а будущее не имеетотношения кделу, поскольку оно может настать, а можети ненастать. Это бывает, например, когдавы попали в аварию, илив момент опасно-сти, когда требуется действоватьнезамедли-тельно – тут вам некогда плавно перекаты-ваться изпрошлого в будущее. От вас тогдатребуется быть настолько полностью внастоящем, чтобы вся ваша энергия, всё

ваше существо сводилось к слову “теперь”.И тогда очень интересно бывает обнару-жить, что ты весь в этом “теперь”...Этому обстоятельству мы должны научить-ся, и должны научиться в более мирнойобстановке. Я думаю, нам нужно упраж-няться в том, чтобы останавливать время,стоять в настоящем, в том “теперь”, котороеесть мое настоящее и которое тоже есть миг

пересечения вечности с време-нем.

Что же для этого можноделать? Вот первое, в чемможно упражняться, когда вамабсолютно нечего делать, когданичто не тянет вас назад и неподталкивает вперед, и когдавы можете использовать пятьминут, три минуты или полча-са на досуг, на то, чтобы ничегоне делать. Вы садитесь и гово-рите: “Я сижу, я не делаю ниче-го, я не буду ничего делать в

течение пяти минут” – и затем расслабьтесьи на протяжении этого периода (для началавы сможете выдержать минуты две-три)осознайте: “Я здесь, в присутствии Божием,в своем собственном присутствии, в при-сутствии окружающей мебели, тихо и без-молвно, никуда не двигаюсь”. И еще: выдолжны решить, что в течение этих двухили пяти минут, которые вы себе назначи-ли, чтобы научиться, что настоящее суще-ствует, вас не вырвет из них ни телефонныйзвонок, ни стук в дверь, ни внезапный при-лив энергии незамедлительно сделать что-то, что вы откладывали ”на потом” вот ужедесять лет. Вы усаживаетесь и говорите:“Вот я” – и вы есть. Если в этом упражнять-ся в пустые минуты жизни, то, когда вынаучились не ёрзать внутренне, но бытьсовершенно спокойным и безмятежным,устойчивым и мирным, продлите этинесколько минут еще на короткое время, азатем еще немного...

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Митрополит СурожскийАнтоний (1914-2003)

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Председник Тадићпосетио Патријархасрпског Г. ПавлаЊегово Превасходство ПредседникРепублике Србије г. Борис Тадић посетиоје јуче, 14. новембра 2007. године, упоподневним часовима Његову СветостПатријарха српског Г. Павла, у пратњиначелника ВМА. Председник Тадић сезадржао у краћем разговору саПатријархом, извештава Информативнаслужба СПЦ. Овим путем СрпскаПравославна Црква изражава захвал-ност Председнику Борису Тадићу наисказаној бризи за здравље нашегПрвојерарха.

Огњиште српске душе12. новембра 2007. године у Великој салиДома војске у Београду, одржано је тра-диционално окупљање у организацијиЗавичајног клуба Пећанаца у Београду.

Ово изузетно вече било је посвећеноподсећању на Пећ, значај ПећкеПатријаршије и Косова и Метохије упрошлости и данас. На скупу су говори-ли Његово ВисокопреосвештенствоМитрополит црногорско- приморски Г.Амфилохије, Његово ПреосвештенствоЕпископ липљански Г. Теодосије, књи-жевници Данило Николић, МомирВојводић као и Борислав Пелевић. Поред

Архијереја, сабор Пећанаца далеко

од завичаја, посебно је топло поздравио

игуманију Пећке Патријаршије, мати

Февронију, као и представнике амбасада

Руске Федерације и Мексика.

Мелем за национално

памћењеПрва српска болница је служила само за

лечење, што је у то време била реткост и

у осталом делу Европе

Српска медицина у средњем веку развиј-

ала се под утицајем византијске али и

западноевропске медицине. Манастир

Хиландар на Светој Гори био је наш први

центар за стицање медицинских знања,

јер је Свети Сава ту основао прву болни-

цу. Девет година касније и Србија у

манастиру Студеници добија своју прву

болницу која је служила само за лечење.

У то време таква медицинска установа

била je реткост у многим деловима

Европе.

Настављена обнова

Ђурђевих СтуповаУ манастиру Ђурђеви Ступови код

Новог Пазара, једном од најзначајнијих

споменика средњовековне српске исто-

рије, почела је обнова главног црквеног

улаза која треба да буде завршена за

месец дана.

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МИТРОПОЛИТДАБРОБОСАНСКИ Г.НИКОЛАЈ«СА ИЗВОРА ВОДЕ ЖИВЕ»

Рођен је 30. августа 1928. године у селуСмољани, заселак Крња Јела кодБосанског Петровца, од оца Милана иМајке Милице рођ. Кубурић. На крште-њу је добио име Гојко. Са шездесет годи-на у монаштву, педесет у просветномраду и тридесет пет у архијерејској служ-би, митрополит Николај ове године јеодликован Орденом светог Саве Првогстепена. Истим орденом био је одлико-ван пре двадесет година, али није га при-мио јер се сматрао недостојним за таквовисоко признање. Овога пута, иако нијепроменио мишљење, због поштовањаодлуке Светог Архијерејског Саборанаше цркве, примио је одликовање.

Сетите ли се често Ваших учитеља и про-фесора?

Шта је најважнијешто сте научилиод њих?

Док сам учиоосновну школупешачио сам петкилометара до њеи толико назад докуће. Увек се сећамнарочито моје

учитељице Данице Миљуш, која нас јеувек дочекивала када смо долазили ушколу и испраћала када смо из ње одла-зили. Имао сам и друге учитеље и сви суони били дивни људи. Много су се тру-дили да нас пуно науче и да будемочестити људи. Исто тако у СмедеревскојПаланци где сам се затекао и био за

време Другог светског рата. И они су мибили дивни и још више су ме припрема-ли за живот.

ПРАЗНИК СВЕТИХНОВОМУЧЕНИКАДАБРОБОСАНСКИХ ИМИЛЕШЕВСКИХ

У манастиру Успења ПресветеБогородице у Добруну данас је свечанопрослављен празник Светих ново-мученика Дабробосанских и Миле-шевских – дан када славимо успомену надвадесет и осам новопросијавших испо-вједника и мученика Митрополије даб-робосанске, мученички пострадалих заправославну вјеру током Првог и Другогсвјетског рата, чија су имена унешена удиптихе светих 2005. године.

Поводом празника, Његово Високо-преосвештенство Митрополит дабробо-сански Г. Николај служио је у манастир-ском храму Свету архијерејскуЛитургију уз саслужење свештенстваепархија Дабробосанске и Милешевске, атоком Литургије је у чин ђакона рукопо-ложио Бошка Тошовића, дипломираногтеолога из Источног Сарајева.

ПОМОЗИ НАМ БЛАГИХРИСТЕ

Помози нам Благи Христе,Да нам душе буду чисте,

И љубављу загрејане,А истином обасјане.

Знамо да ће обасјани,Знамо да ће загрејани,

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Знамо да ће очишћени,У рај бити уведени.

Помози нам, Благи Христе,Измичу се наши дани,

Да би и ми могли бити,У Твој народ убројани.

ОЧЕ НАШ

Оче наш Милосни, Који си на Небу,Теби се пружамо као гладан хлебу.

Име Твоје слатко, лек је нашој сети,Име Твоје страшно свуда нек се свети.Царство таме, злобе, нека брзо прође,Царство Твоје светло нека скоро дође.Свака нижа воља, нек ишчезне сада,

Твоја мудра воља, земљом нек завлада.

Земљом нек завлада, к'о што владарајем,

Пуном својом силом, пуним својим сјај-ем.

Још се Благи Оче, Ти побрини за нас,Дај душама нашим, Небескога Хлеба,И телима слабим, оно што им треба.

Опрости нам грехе, опрости нам свима,Онако и више, као ми другима.

Сачувај нас Оче, да не посрнемо,У ров искушења да не упаднемо.

Избави нас Оче од демонских жвала,И отерај од нас, кнеза свију зала.

Јер је Твоје Царство и сила и слава,У Теби је радост, мир и срећа права.

ПРАВОСЛАВНЕЗАГОНЕТКЕ

На почетку свакогМолитвеног часаЦрква своје ђаке

Зове из свег гласа.(Звоно)

Без тога не можешЖивог Христа срести,Чисти грех са душе –

Лечи јој болести.(покајање и исповест)

Отворена вратаУбише нам брата.Затворена врата –Од сувог су злата.

(брбљивост и ћутање)

Учи нас да јеЉубав жртва,

Зла сила пред њимПада мртва.

(крст)

Највећа реч малаСрцем процветала,- Као бела ружа -

За све што Бог пружа.(хвала)

Лидија Поповић

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Concerto natalizio del nostro coro presso lachiesa Madonnetta, dicembre 2006

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IInnttrroonniizzaarreeaa nnoouulluuii PPaattrriiaarrhh aallBBiisseerriicciiii OOrrttooddooxxee RRoommâânnee

Patriarhul ales al Bisericii OrtodoxeRomâne, Prea Fericitul Daniel, a fostîntronizat ¡n cadrul unei ceremoniiorganizate la Catedrala patriarhalå.Ceremonia a ¡nceput diminea†a, cuSfânta Liturghie oficiatå de Mitro -poli†ii Bisericii Ortodoxe Române, ¡nCatedrala Patriarhalå.

Slujba de întroniza-re a PatriarhuluiBOR are la bazåslujba de TE-DEUMcare se savârßeßte înziua numelui Patri -ar hului ßi a celorlal†iierarhi ai Bisericiinoastre.

Au urmat citireaGramatei SfântuluiSinod al BOR, în -mânarea insemnelorpatriarhale (mitra,engolpionul, cruceapectoralå, cârja sautoiagul påstoresc ßi mantia) ßi aßezareape scaunul patriarhal. Fiecare dinînsemnele patriarhale are o simbo lis -ticå proprie.

Mitra este un accesoriu liturgic folositde arhierei pentru acoperirea capului,având forma coroanei sau diademei

de odinioarå a împara†ilor bizantini.Ea simbolizeazå “cununa de spini aMântuitorului, precum ßi mahramade pe capul Lui” (Sf. Simeon alTesalonicului). Mitra reprezintå dem-nitatea slujirii împåråteßti aMântuitorului, precum ßi vredniciaprimitå de arhiereu de la Hristos caprincipal såvârßitor al celor sfinte.

Engolpionul este o insignå arhiereascåde forma unei iconi†e-medalion, con-

fec†ionatå din email,aur sau argint ßi¡nfå†ißeazå pe Mân -tui torul sau pe Mai -ca Domnului. El sepoartå pe piept, fiindlegat de un lån†ißortrecut peste gât. En -gol pionul este speci-fic Bisericilor Orto -doxe. Arhiereii poar -tå engolpionul atât¡n timpul serviciuluidivin, cât ßi ¡n via†ade toate zilele. En -gol pionul simboli-zeazå pecetea ßi mår-

turisirea credin†ei cea din inimå. Cândare pe el reprezentat chipul MaiciiDomnului, simbolizeazå puterea mij-locitoare ßi ocrotitoare a Prea SfinteiFecioare Maria, cåreia i se ¡ncre din -†eazå.

Crucea pectoralå este o insignå a dem-nitå†ii arhiereßti, pe care arhiereul o

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poartå la piept nu numai ¡n timpulserviciului divin, ci ßi ¡n timpul vie†iide zi cu zi. ın Biserica OrtodoxåRomânå dreptul de a purta cruce ¡npermanen†å ¡l are numai arhiereul,care o poate acorda ca o distinc†ie ßipreo†ilor. Crucea pectoralå simboli-zeazå Crucea lui Hristos, semn albiruin†ei asupra påcatului ßi a mor†ii.

Cârja sau toiagul påstoresc este unbaston ¡nalt confec†ionat din lemn saumetal, ¡mpodobit cu placu†e de aur,fildeß sau argint. La capåtul de sus se

terminå cu doi ßerpi ¡ncrusta†i pestecare se suprapune un glob surmontatde o micå cruce. Pe mânerul toiaguluise ¡nfåßoarå de obicei o maramå cusu -tå cu fir pentru a fi mai ußor de purtat.Arhiereii primesc cârja ori de câte ori

intrå ¡n bisericå ßi slujesc, iar când asi-stå numai la serviciul divin, ei råmâncu cârja pastoralå obißnuitå (mai sim-plå) pe care o poartå ßi ¡n afara biseri-cii. Cârja simbolizeazå puterea de apåstori Biserica ßi autoritatea pasto-ralå a arhiereului. Cei doi ßerpi de lacapåtul de sus al cârjei simbolizeazå¡n†elepciunea arhiereului. ın ¡ntregi-mea ei, cârja simbolizeazå CruceaMântuitorului Iisus Hristos ¡n nume-le cåruia slujeßte arhiereul. Mantiaeste un veßmânt lung ßi larg de culoa-re purpurie, fårå mâneci, ca o pelerinå

bogatå, ¡mpodobitå pelaturi cu nißte benzinumite fâßii.

Mantia ¡ßi are originea ¡nmantaua monahalå deodinioarå, adoptatå ca¡nsemn arhieresc, deoa-rece episcopii (arhiereii)sunt recruta†i din rându-rile cålugårilor. Mantiasimbolizeazå puterea ßiplenitudinea slujirii arhi -ereului. Toate cele cinci¡nsemne arhiereßti suntpurtate de to†i episcopii.

Patriarhul, pentru a sedeosebi de mitropoli†i ßi de ceilal†iepiscopi (care poartå o cruce ßi unengolpion, fie cu Mântuitorul, fie cuMaica Domnului), poartå douå engol-pioane (unul cu Mântuitorul ßi unulcu Maica Domnului).

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ın Biserica Ortodoxå Românå vesti-menta†ia Patriarhului este de culoarealbå.

Patriarhul Bisericii Ortodoxe Româneeste ßi Arhiepiscopul Bucureßtilor ßiMitropolitul Munteniei ßi Dobrogei.Patriarhul este ıntâiul Ståtåtor ¡ntreIerarhii Bisericii Ortodoxe Române.Patriarhul se bucurå de toate dreptu-rile stabilite ¡n Sfintele Canoane, ¡nStatutul de fa†å ßi ¡n regulamentelebisericeßti. Titulatura sa este: PreaFericirea Sa, Arhiepiscop al Bucureß -tilor, Mitropolit al Munteniei ßiDobrogei ßi Prea Fericitul Patriarh alBisericii Ortodoxe Romane.Pomenirea numelui såu la serviciilereligioase se face conform cu SfinteleCanoane ßi cu practica Bisericii noa-stre. El poartå ca semn distinctiv douåengolpioane ßi o cruce, culion ßi ocamilafcå albå cu cruce.

Patriarhul are urmåtorele atribu†ii:Convoacå åi prezideazå organele deli-berative centrale ale Bisericii Orto -doxe Române, duce la ¡ndeplinirehotårârile organelor deliberative cen-trale ale Bisericii Ortodoxe Române,reprezintå Patriarhia Românå ¡njusti†ie, ¡n fa†a autoritå†ilor ßi fa†å deter†i, personal sau prin ¡mputernici†ilegali, ¡ntre†ine raporturi cu celelalteBiserici creßtine ortodoxe ¡n chestiu-nile bisericeßti, då pastorale pentru¡ntreaga Bisericå Ortodoxå Românå,cu ¡ncuviin†area Sinodului Permanent

sau a Sinodului Plenar, trimite sfaturifrå†eßti Ierarhilor din †arå ßi ¡mpacåne¡n†elegerile personale dintre aceßtia,se ¡ngrijeßte de ¡ndeplinirea la timp aformelor pentru completarea eparhii-lor vacante, viziteazå colegial, când vagåsi de bine, pe Ierarhii Bisericii, pre-zideazå colegiul electoral pentru ale-gerea Mitropoli†ilor, hirotoneßte,¡mpreunå cu al†i Ierarhi, potrivitSfintelor Canoane, pe Mitropoli†i,emite gramate pentru instalareaMitropoli†ilor, acorda concediiMitro poli†ilor pânå la 30 de zile,numeßte loc†iitori de Mitropoli†i ¡ncazul vacan†elor mitropolitane, pri-meßte plângerile aduse ¡mpotrivaChiriarhilor ßi cu autoriza†ia Si -nodului Permanent dispune cerceta-rea lor, iar rezultatul celor constatate îladuce la cunoßtin†a Sfântului Sinod,exercitå dreptul de devolu†iune, ¡nconformitate cu dispozi†iile canonului11 al Sinodului VII Ecu me nic, executåorice alte atribu†ii date lui prin canoa-ne, legi ßi regulamente.

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Buon Natale e

Felice Anno Nuovo!

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IIaattåå vviinn ccoolliinnddååttoorriifflloorriillee--ss ddaallbbee,,

nnooaapptteeaa ppee llaa cc¡¡nnttååttoorrii

fifiii eeii vviinn mmeerreeuu,, mmeerreeuufflloorriillee--ss ddaallbbee

fifiii nnee--aadduucc ppee DDuummnneezzeeuu

DDuummnneezzeeuu aaddeevvåårraattfflloorriillee--ss ddaallbbee

SSooaarree--nn rraazzee lluummiinnaatt

NNooii vvåå zziicceemm ssåå ttrrååii††iifflloorriillee--ss ddaallbbee

ıınnttrruu mmuull††ii aannii ffeerriiccii††ii !!

Hanno collaborato alla redazione di questo numero:P. Mihai Mesesan, Radu-Dan Sabau, Nebojsa Veljic, Anna Krutikova, Gino Driussi

Anche la stampa di questo numero - il primo a colori - è stata offerta da Adrian e Ileana Fulga

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Programma Liturgico

Ogni domenica ore 10:30 Divina Liturgia, chiesa Madonnetta (Lugano)

25 Dicembre 2007, ore 10:30 NATALE - Divina Liturgia con un programma diMartedì canti natalizi e l’arrivo di Babbo Natale

6 Gennaio 2008, ore 10:30 EPIFANIA - Divina Liturgia e la grandeDomenica benedizione dell’acqua

6 Gennaio 2008, ore 22:00 BOZIC - Divina Liturgia e la benedizioneDomenica del Badnjak (chiesa Sacro Cuore, Lugano)

7 Gennaio 2008, ore 10:30 BOZIC - Divina LiturgiaLunedì

19 Gennaio 2008, ore 10:30 BOGOJAVLJENJE - Divina Liturgia e la grandeSabato benedizione dell’acqua

27 Gennaio 2008, ore 10.30 Sveti Sava - Divina LiturgiaDomenica con una recita dei giovani della nostra chiesa

Seguirà la distribuzione dei regali per i bambini.

Coloro che desiderano sostenere la nostra parrocchia possono farlo tramite il nostro conto postale:Comunità Ortodossa Elvetica, 6900 Lugano, Conto 69-9695-4

I fedeli che desiderano continuare la tradizione dellabenedizione della loro casa nel Nuovo Anno sono pregatidi avvisare in anticipo Padre Mihai.

Per il sacramento della confessione e qualsiasi desideriospirituale o sociale, Padre Mihai Mesesan è sempre adisposizione di tutti i fedeli e può essere contattatoall’indirizzo:

Via Generale Guisan 13, CH–6900 MassagnoTel./fax: 091-966.4811Natel: 076-322.9080Email: [email protected]/corsi