Parrocchia SAN GIOVANNI BATTISTA di JESI NUMERO 32i suoi primi 50 anni Domenica 15 novembre alle ore...

14
Caro Don Attilio, conosciamo bene la tua essenzialità e la tua riservatezza negli eventi della vita, ma solo per oggi permettici, vista l’occasione eccezionale, di esprimerti la nostra gratitu- dine e il nostro affetto. Sono i tuoi ragazzi che ti parlano, i ragazzi di oggi, i ragazzi di ieri e quelli dell’altro ieri; molti sono qui, altri sono presenti con il cuore, alcuni sono sicuramente presenti con lo spirito. Gli anni sono passati con la velocità di una stella cadente, ma i ricordi che ognuno di noi si porta nel cuore brillano ancora di luce intensa. Questa chiesa che tu hai reso così bella e accogliente ha visto susseguirsi negli anni battesimi, comunioni, cresime, matrimoni ed estremi addii, a testi- monianza della fede che hai profuso nel rapporto con le persone e nelle parole sempre nuove e profetiche. Hai condiviso con noi lo stupore dell’infanzia, l’irruenza dell’adolescenza e le preoccupazioni dell’età adulta; spesso nei momenti difficili hai raccolto con delicatezza le nostre lacrime, trovando sempre la parola giusta per sollevarci. Sappiamo che anche le nostre conquiste, le nostre soddisfazioni e le nostre gioie sono state per te fonte di orgoglio come per un padre premuroso. C’è una frase del filosofo Kierkegaard che dice la vita si può capire solo all’indietro, ma se vivi in avanti, e se c’è una persona che ha sempre visto più avanti di noi, questa sei senza dubbio tu. Ci hai sempre reso parte- cipi con semplicità e generosità di una conoscenza e di una sapienza che potevi tenere solo per te. Allora la filosofia e l’arte, che sono le tue passioni, sono diventate familiari anche per noi, e ci hanno allargato gli orizzonti del conoscere. Ringraziamo con gioia il Signore per la tua vocazione sacerdotale, ma anche per la tua vocazione di educa- tore e siamo felici per averti come parroco e come compagno sulla strada della vita. Infine lasciaci citare l’ultima strofa di una canzone che tutti noi amiamo e spesso cantiamo: “Il bimbo ristette, lo sguardo era triste / e gli occhi guardavano cose mai viste. / E poi disse al vecchio con voce sognante: -Mi piaccion le fiabe, raccontane altre.” Noi, i tuoi ragazzi, ti chiediamo: continua ancora a raccontarci altre fiabe. Si riparte con le Unità Pastorali pagina 3 Fondo di solidarietà parrocchiale 15 novembre 1959 15 novembre 2009 pagina 4 pagina 6 Caro Don Attilio Parrocchia SAN GIOVANNI BATTISTA di JESI NUMERO 32 www.sangiovannibattistajesi.org NATALE 2009

Transcript of Parrocchia SAN GIOVANNI BATTISTA di JESI NUMERO 32i suoi primi 50 anni Domenica 15 novembre alle ore...

Page 1: Parrocchia SAN GIOVANNI BATTISTA di JESI NUMERO 32i suoi primi 50 anni Domenica 15 novembre alle ore 11,30, nella chiesa di San Giovanni Battista, don Attilio ha ricordato i suoi 50

Caro Don Attilio,conosciamo bene la tua essenzialità e la tua riservatezza negli eventi della vita, ma solo per oggi permettici, vista l’occasione eccezionale, di esprimerti la nostra gratitu-dine e il nostro affetto. Sono i tuoi ragazzi che ti parlano, i ragazzi di oggi, i ragazzi di ieri e quelli dell’altro ieri; molti sono qui, altri sono presenti con il cuore, alcuni sono sicuramente presenti con lo spirito. Gli anni sono passati con la velocità di una stella cadente, ma i ricordi che ognuno di noi si porta nel cuore brillano ancora di luce intensa. Questa chiesa che tu hai reso così bella e accogliente ha visto susseguirsi negli anni battesimi, comunioni, cresime, matrimoni ed estremi addii, a testi-monianza della fede che hai profuso nel rapporto con le persone e nelle parole sempre nuove e profetiche.Hai condiviso con noi lo stupore dell’infanzia, l’irruenza dell’adolescenza e le preoccupazioni dell’età adulta; spesso nei momenti difficili hai raccolto con delicatezza le nostre lacrime, trovando sempre la parola giusta per sollevarci. Sappiamo che anche le nostre conquiste, le nostre soddisfazioni e le nostre gioie sono state per te fonte di orgoglio come per un padre premuroso. C’è una frase del filosofo Kierkegaard che dice la vita si può capire solo all’indietro, ma se vivi in avanti, e se c’è una persona che ha sempre visto più avanti di noi, questa sei senza dubbio tu. Ci hai sempre reso parte-cipi con semplicità e generosità di una conoscenza e di una sapienza che potevi tenere solo per te. Allora la

filosofia e l’arte, che sono le tue passioni, sono diventate familiari anche per noi, e ci hanno allargato gli orizzonti del conoscere. Ringraziamo con gioia il Signore per la tua vocazione sacerdotale, ma anche per la tua vocazione di educa-tore e siamo felici per averti come parroco e come compagno sulla strada della vita.Infine lasciaci citare l’ultima strofa di una canzone che tutti noi amiamo e spesso cantiamo:“Il bimbo ristette, lo sguardo era triste / e gli occhi guardavano cose mai viste. / E poi disse al vecchio con voce sognante: -Mi piaccion le fiabe, raccontane altre.”Noi, i tuoi ragazzi, ti chiediamo: continua ancora a raccontarci altre fiabe.

Si riparte con le Unità Pastorali

pagina 3

Fondo di solidarietà parrocchiale

15 novembre 195915 novembre 2009

pagina 4 pagina 6

Caro Don Attilio

Parrocchia SAN GIOVANNI BATTISTA di JESI

NUMERO 32

www.sangiovannibattistajesi.org

NatalE 2009

Page 2: Parrocchia SAN GIOVANNI BATTISTA di JESI NUMERO 32i suoi primi 50 anni Domenica 15 novembre alle ore 11,30, nella chiesa di San Giovanni Battista, don Attilio ha ricordato i suoi 50

8 dicembre ore 11.30MaGNIFICat

Coro “Cardinal Petrucci”M. Martelli, direttore all’organo

25 dicembre ore 11.15In Nativitate Domini

F. Landi, violinoCoro “Cardinal Petrucci”M. Martelli, direttore all’organo

31 dicembre ore 18.30te Deum

Coro “Cardinal Petrucci”M. Martelli, direttore all’organo e organo solista

6 gennaio ore 11.30In Epiphania Domini

L. Anibaldi, violinoM. Gianangeli, tromboneCoro “Cardinal Petrucci”M. Martelli, direttore all’organo

Musica Praecentio

L’Edizione XVII di “Musica Praecentio” prosegue con l’abituale ciclo natalizio il quale ci proporrà, ancora una volta, alcune particolari programmi musicali.La prima data di questa iniziativa culturale musicale coincide con la Solennità di Tutti Santi durante la quale verranno eseguiti brani vocali seicenteschi di scuola napoletana e veneziana, unitamente alla nona Missa “Cum Jubilo” in canto gregoriano.Per la Domenica 15 novembre è prevista una curiosa proposta musicale quasi completamente improntata sul repertorio sacro in lingua inglese e denominata Elevatus Elevat.Il primo autore ad essere eseguito sarà H. Purcell, qui esemplificato da due Suites dedicate al violino (F. Landi) ed alla viola (L. Anibaldi), con l’usuale accompa-gnamento del basso continuo eseguito dall’organo. A seguire, tre brani dedicati ad uno strumento “da tasto”, come l’organo storico italiano, ed un excursus storico a ritroso affidato al Coro “Cardinal Petrucci” il quale eseguirà, tra l’altro, due Canoni su testo inglese e latino dello stesso H. Purcell. Last, but not least, “una prima esecuzione assoluta” di un breve scherzo musicale (per coro, violini ed organo) composto da M. Martelli.“Audi, Filia!” è il tipico Graduale che viene normalmente recitato per la Festività dedicata a Santa Cecilia che, quest’anno, coincide con la Solennità di Cristo Re.

Per questa importante occasione, avremo il piacere di ascoltare le ultime due Sonate dall’Op. I di A. Corelli per due violini e b.c. (F. Landi, L. Anibaldi), alle quali seguirà il prezioso Duo di G.P. Telemann per violino (G. Zampa) e violoncello (L. Peroni). Il quartetto d’archi accom-pagnerà l’ensemble petrucciano per due interessanti composizioni di Telemann e per il gioioso “Laudate Dominum” di G.F. Händel. Il mese di dicembre ci riserverà un florilegio di musiche mariane marchigiane corali tratte dal Fondo musicale di Montecarotto (Magnificat), un secondo omaggio laudistico vocale di ascendenza fiorentina (In Nativitate Domini) ed un terzo tributo dedicato alle opere organistiche cinquecentesche di L. Luzzaschi (Te Deum).La data prevista per l’Epifania vedrà protagonista un trio strumentale di raro ascolto: il trombone (M. Gianangeli) ed il violino (L. Anibaldi) duetteranno con l’accompagnamento del basso continuo eseguito dall’organo, proponendo musiche di autori sei-sette-centeschi come W. De Fesch e M. Uccellini. A seguire, le musiche eseguite dal Coro “Cardinal Petrucci” saranno accompagnate dagli strumenti sopra citati e ci faran-no ascoltare musiche di ambiente oratoriale romano e fiorentino.

Il programma musicale della XVII edizione

Page 3: Parrocchia SAN GIOVANNI BATTISTA di JESI NUMERO 32i suoi primi 50 anni Domenica 15 novembre alle ore 11,30, nella chiesa di San Giovanni Battista, don Attilio ha ricordato i suoi 50

pag.3

Forse qualcuno sarà rimasto sorpreso dal ritardo nella ripresa delle attività della vita Parrocchiale.I ritardi si legano ad alcune varianti e progetti che sono in atto nella Diocesi.Avrete sentito parlare di cambiamenti di Parroci e Unità Pastorali. A proposito del mio non cambiamento che forse qualcuno attende con ansia, è bene che sappiate che superati i 75 anni un Parroco e persino un Vescovo a norma del Codice di Diritto Canonico, riformato di recente, devono dare le dimissioni. Cosa che io ho fatto al momento opportuno. Il Vescovo diocesano le può accettare e provvedere a una congrua abitazione e un congruo sostentamento per il parroco che lascia o se non ha chi lo sostituis-ca e il dimissionario è in passabili condizioni di salute, può pregarlo di restare. E’ quindi ovvio che io possa andare in pensione, ma non posso essere trasferito in un’altra parrocchia perché non ho più l’età.Ma tutto ciò è insignificante; il problema serio è quello dei cambiamenti perché se essi vengono letti come un tentativo di risolvere dal punto di vista numerico la mancanza di sacerdoti, la difficoltà resta insolubile, come la storiella della coperta troppo corta Ecco allora che l’Unità Pastorale può essere intesa come previsione di una nuova parrocchia unica in luoghi in cui ve ne erano tre e per l’assenza di sacerdoti o come un nuovo modo di essere Chiesa.Abbiamo, è vero, sacerdoti che vengono da regioni lontane ma non pochi saranno i problemi che si verran-no ponendo e che non sto ad elencare.Se l’Unità Pastorale viene letta anche come un modo nuovo di essere Chiesa, che si adegua alle trasformazi-oni del terzo millennio, allora si passerà dalla chiesa dei monaci del primo millennio a quella dei chierici

del secondo e dovrà emergere nel terzo millennio il nuovo volto del laicato che il Concilio Vaticano II aveva profetizzato Al di là del problema tutto teologico posto dall’alternativa - Ministero sacerdotale - che tutti i battezzati posseggono o sacerdozio ministeriale degli ordinati cioè dei sacerdoti che esercitano il ministero che tanto preoccupa la gerarchia, il laicato deve tornare ad essere corresponsabile nell’evangelizzazione e nella testimonianza pur nella divisione dei ruoli e dei servizi e questo non per gentile concessione dei chieri-ci ma per sacrosanto diritto conferito dai sacramenti che anche i laici hanno ricevuto.Due sono gli ostacoli: l’apatia dei laici e la gelosia di noi preti, ma anche un rischio presente nei nostri stili della pastorale che tende alla clericalizzaione per la pretesa di noi preti su chi viene ad aiutarci se “non è dei nostri!” Come vedete la laicità non è solo un proble-ma politico ma anche un problema pastorale.In Pratica la Parrocchia di S. Giovanni Battista è unita con le Parrocchie del Duomo, di S. Pietro e S. Francesco di Paola per formare l’Unità Pastorale del Centro Storico. Unità Pastorale tra le più difficili perché non mancano i campanilismi e ovviamente in futuro più intensa dovrà essere la unificazione per la configurazi-one stessa dell’unità pastorale e il relativo numero degli abitanti, in prevalenza anziani quindi con maggior peso di ricordi.Per il momento tutto procederà come al solito in attesa che lo Spirito e la fantasia avvii soluzioni migliori.

Don Attilio Pastori

Si riparte con le nuove Unità Pastorali

Page 4: Parrocchia SAN GIOVANNI BATTISTA di JESI NUMERO 32i suoi primi 50 anni Domenica 15 novembre alle ore 11,30, nella chiesa di San Giovanni Battista, don Attilio ha ricordato i suoi 50

pag.4

15 novembre 1959-15 novembre 2009: i suoi primi 50 anni

Domenica 15 novembre alle ore 11,30, nella chiesa di San Giovanni Battista, don Attilio ha ricordato i suoi 50 anni di parroco celebrando una messa recitata in latino come avvenuto il 15 novembre 1959, giorno del suo ingresso in Parrocchia. Il coro “Cardinal Petrucci” diretto dalla M° Mariella Martelli ha eseguito i canti, mentre tanti parrocchiani ed ex, amici e gruppi parroc-chiali hanno partecipato attenti e commossi. Nella sua omelia, don Attilio, sfogliando le pagine del suo diario personale, ha sottolineato che l’importante per la sua vita di sacerdote e per ogni fedele è rimanere innamorati di Cristo.La mattinata si è conclusa con un breve momento di festa, organizzato dal Consiglio Pastorale, nei locali della parrocchia. Tanti amici, di cui molti venuti da lontano, si sono incontrati e hanno manifestato il loro affetto e la loro riconoscenza ad un sacerdote che è stato un punto di riferimento per diverse generazioni di giovani. Don Attilio ha così ritrovato tanti sguardi di persone che non sono volute mancare a questo storico appuntamento. Per sottolineare l’importanza

di questo evento, è stata allestita anche una piccola mostra fotografica che rappresenta la vita parrocchiale dal 1959 ad oggi attraverso immagini che raccontano, anche se parzialmente, alcuni momenti dell’attività dei gruppi Scouts e di Azione Cattolica.Ma oltre al momento particolare di festa vogliamo ricordare quello che don Attilio ha messo in atto in questi 50 anni da parroco, per la parrocchia ma anche per tutta la comunità locale.Il primo grande impegno portato a termine con non pochi sacrifici e con l’aiuto di persone di buona volontà è stato la demolizione della vecchia casa canonica, nel tempo divenuta inadeguata, e la costruzione della nuova, terminata altre la metà degli anni Sessanta. Negli anni seguenti sempre mosso dall’amore per l’arte e per il bello si è prodigato al restauro inter-no della sua chiesa riportandola sul piano architet-tonico e decorativo alle originarie influenze baroc-che. In momenti successivi anche i dipinti presenti sia sull’altare maggiore che nelle cappelle laterali sono stati restaurati all’antico splendore.

Calore e commozione per i 50 anni da parroco di don Attilio

Page 5: Parrocchia SAN GIOVANNI BATTISTA di JESI NUMERO 32i suoi primi 50 anni Domenica 15 novembre alle ore 11,30, nella chiesa di San Giovanni Battista, don Attilio ha ricordato i suoi 50

pag.4

Nel 2001 poi, la facciata della chiesa è stata oggetto di una accurata ripulitura.Oggi la Chiesa di San Giovanni Battista fa parte a pieno titolo del patrimonio artistico della città e come tale è fruibile sia dai residenti che dai numerosi turisti. Per la sua ottima acustica ospita concerti e corali, ne è d’esempio il coro parrocchiale “Cardinal Petrucci” che nelle festività si esibisce con la “Musica Praecentio”. Riportando alla luce questa tradizione musicale dei padri Filippini, don Attilio si propone di aiutare i fedeli a disporre l’animo alla celebrazione eucaristica. L’amore di don Attilio per il sapere non poteva che concretizzarsi con l’apertura della biblioteca dioce-sana, idea sostenuta anche dall’allora vescovo Oscar Serfilippi. Oggi la biblioteca che dirige contiene oltre 30.000 volumi di diversa provenienza, molti donati da lui stesso, successivamente inserita nella Banca Dati Bibliografica della Provincia di Ancona, consente a chiunque la consultazione on-line del catalogo. In essa possiamo trovare oltre che delle preziose cinquecen-tine, anche libri di argomento biblico, teologico, storico nonché di arte e a carattere religioso.Ogni anno viene organizzato nei locali della stessa un ciclo di conferenze tenuto da noti docenti univer-sitari, il suo piccolo ma grazioso giardino durante la stagione estiva ha ospitato per diversi serate dedicate alla lettura di prosa e poesia.Altra geniale intuizione è stata la ristrutturazione della casa canonica della parrocchia di “Santa Maria dei Nostri Colli” e l’acquisto del terreno circostante. Questa opera permette ai giovani scouts e ai ragazzi di Azione Cattolica e a gruppi parrocchiali di svolgere attività di

campeggio e di incontri spirituali. E’ tradizione consoli-data che durante il ferragosto, famiglie della parroc-chia trascorrano insieme qualche giorno di vacanza: dibattiti, cineforum, conferenze, musica sono le attività che caratterizzano le serate.Auguriamo a don Attilio che a questi 50 anni di attività pastorale se ne aggiungano altrettanti ancora ricchi di proficue iniziative di cui la comunità parrocchiale e la città possono godere.

Il Consiglio Pastorale Parrocchiale

Page 6: Parrocchia SAN GIOVANNI BATTISTA di JESI NUMERO 32i suoi primi 50 anni Domenica 15 novembre alle ore 11,30, nella chiesa di San Giovanni Battista, don Attilio ha ricordato i suoi 50

pag.6

Fondo di solidarietà parrocchiale

Il consiglio parrocchiale di San Giovanni Battista di Jesi ha istituito un fondo di solidarietà finalizzato a rispondere ad alcune emergenze economiche che stanno investendo un numero crescente di persone e famiglie della nostra parrocchia. Parte del fondo sosterrà le attività della Associazione San Vincenzo de’ Paoli parrocchiale che già da anni opera nella nostra comunità. L’obiettivo è organizzare una raccolta fondi che coinvol-ga altre persone oltre a quelle che già fanno riferimen-to alla sopra menzionata associazione.Da sempre ci sono situazioni che interpellano la nostra parrocchia ma l’attuale crisi economica ci ha spinti ad inventare nuove modalità di aiuto cercando anche di dare continuità e stabilità alla solidarietà attraverso donazioni sia saltuarie sia permanenti. L’attuale crisi interpella le istituzioni pubbliche e le realtà private e come parrocchia vorremmo dare il nostro contributo, consapevoli che saranno nuovi modelli di sviluppo sociali ed economici a tutelare maggiormente le persone di Jesi come in ogni altra parte del mondo.Il fondo funziona attraverso un consiglio di gestione sotto il controllo del consiglio parrocchiale. Si possono fare donazioni saltuarie oppure versamenti

periodici (ogni mese o due, altro); con questa seconda modalità saremo in grado di poter contare su risorse sicure e garantire una maggiore stabilità all’intervento.L’entità del versamento è, ovviamente, libera, ma è importante creare una rete solidale fatta anche di modesti ma diffusi versamenti. Chi non vorrà effettuare il bonifico bancario periodico può versare direttamente i contributi ad uno dei membri del consiglio di gestione o al parroco.Vi invitiamo a diffondere l’iniziativa e a contattarci per qualunque ulteriore chiarimento.

Il Consiglio di gestione del fondo di solidarietà

parrocchiale di San Giovanni Battista - Jesi.Massimo Raffaeli

presidente del consiglio parrocchiale Paolo Tassi

tesoriere della parrocchia Eleonora Battiston

Pierfrancesco Santoni Giorgio Berti

referente caritas parrocchiale

Presentazione dell’iniziativa per far fronte alle emergenze economiche delle famiglie della parrocchia

Per donazioni:conto corrente bancarioBANCA DELLE MARCHE - FILIALE DI JESI - CORSO MATTEOTTIcodice IBAN IT41Y0605521205000000019607intestato a: CHIESA SAN GIOVANNI BATTISTA - OPERE PARROCCHIALI

Page 7: Parrocchia SAN GIOVANNI BATTISTA di JESI NUMERO 32i suoi primi 50 anni Domenica 15 novembre alle ore 11,30, nella chiesa di San Giovanni Battista, don Attilio ha ricordato i suoi 50

pag.6 pag.7

Venerdì 20 novembre si è aperto, presso la Sala Maggiore del Palazzo della Signoria, un nuovo ciclo di incontri culturali promossi in sinergia tra l’assessorato alla cultura e la Diocesi, in particolare dalla Biblioteche Planettiana e Petrucci. Il prof. Remo Bodel, docente di filosofia all’Ucla di Los Angeles e presso l’Università di Pisa, ha tenuto una relazione dal titolo “Incertezza e futuro” . Il suo inter-vento ha introdotto la tematica che caratterizza i sei incontri previsti tra novembre e maggio del prossimo anno, focalizzato su “Navigare l’insicurezza o gestire la complessità”, riflessioni, aperture e suggestioni per il pensare e l’agire nel presente. I diversi relatori tratter-anno da angolazioni diverse il tema oggetto di questa tornata di incontri. <<Uno dei rischi più frequenti del presente - sottolineano gli organizzatori - è rasseg-narsi a navigare, immagine classica della ricerca del senso nella vita, nell’incertezza, senza avere il corag-gio di confrontarsi con la complessità. Ma, di fronte all’implosione postmoderna di natura e storia, non è possibile essere solo spettatori di un naufragio, come nel mondo antico riteneva, con una potente immag-ine, Lucrezio. Tra un pensiero debole, che tende a risolvere la complessità relativizzando le soluzioni e la complessità dialettica che rinuncia all’unità delle soluz-ioni, quali percorsi possono essere posti in essere per una progettualità costruttiva che, salvando la società occidentale dalla involuzione relativistica e secolaris-tica, come pure dal fondamentalismo, la orienti verso prospettive di ampio respiro? Ci proponiamo anche quest’anno di confrontarci con le soluzioni che la cultu-ra ci offre, senza la pretesa di dare risposte definitive, ma presentando alla riflessione personale e collet-tiva occasioni altamente qualificate, per aperture e suggestioni che siano di stimolo al pensare e all’agire del presente>>

Navigare l’insicurezza o gestire la complessità

Per donazioni:conto corrente bancarioBANCA DELLE MARCHE - FILIALE DI JESI - CORSO MATTEOTTIcodice IBAN IT41Y0605521205000000019607intestato a: CHIESA SAN GIOVANNI BATTISTA - OPERE PARROCCHIALI

22 gennaio 2010 h. 18.00Biblioteca Petrucciana, via Santoni 1prof. Silvano Petrosino(docente di Filosofia Ermeneutica presso l’Università Cattolica

di Milano)

“Abitare la complessita’, vivere da uomini”

18 febbraio 2010 h. 18.00Biblioteca Petrucciana, via Santoni,1prof. Vittorio Possenti(docente di Filosofia politica presso l’Universita’ di Venezia)

“Le società liberali fra ritorno della religione, secolarizzazione e relativismo”

11 marzo 2010 h. 18.00Biblioteca Planettiana, Palazzo della Signoriaprof. Sergio Givone(docente di Filosofia Estetica presso l’Università di Firenze)

“Terrore e speranza: una riflessione sul nostro tempo”

27 aprile 2010 h. 18.00Biblioteca Planettiana, Palazzo della Signoriaprof. luigino Bruni(docente di Economia Politica presso l’Università di Milano-

Bicocca e l’Istituto Universitario Sophia)

“L’Ethos del mercato. Economia e relazioni umane”

10 maggio 2010 h. 18.00Biblioteca Petrucciana via Santoni, 1dott.ssa Gabriella Caramore(curatrice e conduttrice di programmi culturali

per Rai-Radio Tre)

“Il Dio che ci attende: quale ruolo delle religioni nel prossimo futuro”

Il programma degli incontri della Biblioteca diocesana Petrucci

Page 8: Parrocchia SAN GIOVANNI BATTISTA di JESI NUMERO 32i suoi primi 50 anni Domenica 15 novembre alle ore 11,30, nella chiesa di San Giovanni Battista, don Attilio ha ricordato i suoi 50

pag.8

Vacanze di Branco e Cerchio 2009

Quest’ anno le vacanze del branco”lupi ululanti”e del “Cerchio dell Erica”si sono svolte dal 16 al 23 Agosto a Maioletto di Maiolo(Novafeltria)L’aiuto e la disponibilità dei genitori sono state indispensabili in quanto grazie al fatto che si sono offerti di organizzare alcune macchine per il trasporto dei bambini e delle bambine al luogo del campo ci ha permesso di non incorrere nella spesa per l affitto di un autobus.Questa soluzione ha permesso inoltre di far si che i lupetti e le coccinelle,appena fossero arrivati al luogo del campo, si sarebbero subito trovati catapultati nell ambientazione del campo stesso;la quale era stata allestita la mattina prima dalla staff e dai cambusieri.L’ambientazione di quest anno era ”Asterix e Obelix”,dove la maggior attenzione era incentrata sul ruolo che aveva la pozione magica all’interno dell’unico piccolo villaggio Gallo, che riusciva a resistere alla conquista romana. La pozione magica aveva anche grande rilevanza nella progressione personale di ogni lupetto e coccinella presente al campo.Infatti ogni giorno della settimana aveva assegnato un valore

specifico(forza fisica,coraggio,altruismo,ecc..)alla quale era legata simbolicamente un erba,e ognuna di queste erbe era un ingrediente essenziale della pozione che panoramix(druido del villaggio dei galli)preparava e che permetteva ai galli di resistere ai romani.Detto cio’ e tornando alla progressione personale,alla fine di ogni giornata ogni bambino o bambina doveva andare da Panoramix,prendere un po dell ingrediente del giorno e metterlo nel calderone per preparare la pozione inoltre Panoramix stesso avrebbe dato un po di erba della giornata al bambino/a che ne avrebbe ricevuta una quantita maggiore o minore rispetto al comportamento tenuto durante il giorno.Le giornate del campo sono trascorse in modo splendido senza intoppi nell attivita che la staff aveva organizzato grazie all ottima disponibilita di ogni lupetto e coccinella di mettersi in gioco e vivere l’ambiente fantastico che la staff aveva creato.E stato bello vedere come quest’anno molto di piu rispetto agli anni precedenti ci sia stato un ottimo feeling tra bambini e bambine.La giornata tipo iniziava con la sveglia alle 8,proseguendo

Resoconto dal campo estivo

Page 9: Parrocchia SAN GIOVANNI BATTISTA di JESI NUMERO 32i suoi primi 50 anni Domenica 15 novembre alle ore 11,30, nella chiesa di San Giovanni Battista, don Attilio ha ricordato i suoi 50

pag.9

poi con colazione,lavaggi,catechesi,attività,pranzo alle 13,lavaggi e incarichi di sestiglia,siesta,attività,merenda(ore17),torneo di baseball ,cena ,lavaggio piatti,fuoco, progressione personale e si andava a letto alle 23:00.La catechesi del campo e stata incentrata sulla vita di San francesco,ogni giorno ne veniva letta una parte,alla quale seguiva a giorni alterni una piccola attivita che avrebbe portato ogni lupetto e coccinella ad avere un proprio rosario personale.La casa del campo,non molto grande all interno, aveva un ampio spazio aperto intorno che favoriva lo scenario adatto all’ambientazione che si voleva evocare.Gli obiettivi educativi che la staff si era prefissata,:.crescere nel rispetto delle regole,la gioia e l impegno di ogni fratellino e sorellina dovevano accrescere il clima di famiglia felice,potenziare la fantasia e la creatività,crescere nell amicizia con Gesù e nella conoscenza della vita di San Francesco e stimolare all’ osservazione e alla conoscenza della natura;sono stati tutti raggiunti.Speriamo che il prozzimo campo possa andare altrettanto bene e avere un bilancio altrettanto positivo.

Buona caccia e Buon Volo

AKELA e ARCANDA

pag.8

Questa estate ho vissuta una bellissima esperienza: il campo di reparto scout!Mi sono veramente divertito tantissimo in quei dieci giorni,è stata una esperienza indimenticabile da augurare a tutti i ragazzi della mia età!Durante un campo scout occorre costruire da soli,o meglio con gli amici della squadriglia, maggior parte del necessario per sopravvivere,come ad esempio montare la tenda,allestire l’angolo cottura,l’angolo di squadriglia con il tavolo per mangiare e fare altre attività….. Durante il campo la giornata è sempre molto intensa,ci sono molti giochi e attività da fare e ogni anno si deve sviluppare il tema proposto dai nostri capi,rivivendo una storia fantastica,ad esem-pio quest’anno è stato incentrato sulla avventure di Asterix e Obelix. Quando cala la notte, secondo me, è uno dei momenti più belli della giornata perché ci ritroviamo tutti intorno al fuoco ad ammirare le stelle, riscaldarci, giocare, ridere e scherzare tra mille scenette e danze varie. Un’altra esperienza da vivere intensamente è l’uscita di squadriglia dove ciascuna di queste dovrà partire dalla sede del campo verso una meta stabilita dallo staff e resterà fuori per tutta la giornata. Questo momento serve a creare un senso di unità e collaborazione tra i membri della squad-riglia: il più grande aiuta il più piccolo e ciascuno di noi è importante quanto l’altro. Io che fino all’anno scorso ero un lupetto, e quest’estate ho vissuto per la prima volta un campo scout, ho saputo apprezza-re la vera bellezza della natura poiché ne sono stato molto a contatto, inoltre ho capito quanto è impor-tante essere uniti e aiutarsi reciprocamente.Certamente una tenda non ha le stesse comodità di una casa e di un letto, ma condividere una tenda con alcuni amici sapendo di averla costruita insieme è un’ esperienza forte ed entusiasmante e non vedrai l’ora di riviverla l’anno successivo!

Giovanni Camilletti

Una avventura bellissima

Page 10: Parrocchia SAN GIOVANNI BATTISTA di JESI NUMERO 32i suoi primi 50 anni Domenica 15 novembre alle ore 11,30, nella chiesa di San Giovanni Battista, don Attilio ha ricordato i suoi 50

pag.10

L’esperienza di due partenti

Quella che vi vogliamo raccontare è l’esperienza che noi due partenti abbia-mo vissuto questa estate insieme al nostro clan/fuoco Raggio di Sole. Infatti nella settimana prima di ferragosto abbiamo partecipato alla route estiva Camaldoli-La Verna e abbiamo poi concluso con la cerimonia della Partenza. E’ stata sicuramente un grande segno che rimarrà impresso nei nostri ricordi per tanti motivi…innanzi tutto perché l’emblema della Partenza è la scelta, e proprio noi avevamo scelto di fare questo tipo di esperienza in questi luoghi in cui hanno vissuto San Romualdo e San Francesco ed in cui erava-mo speranzose di fare degli incontri speciali. Infatti questa, sin dal primo giorno, non si è dimostrata solo una route di strada perchè la nostra prima tappa è stata l’Eremo di Camaldoli. Proprio lì abbiamo deciso insieme agli altri di partecipare ad almeno un pò della vita dei frati eremiti e quindi anche alle loro funzioni che per curiosità ed interesse ci hanno profondamente coinvolto. Abbiamo inoltre avuto la possibilità di fare tesoro delle parole di Padre Francisco Maria, il padre foresterario dell’eremo che ci ha accolto a braccia aperte con interesse e facendosi promotore nei confronti degli altri confratelli di una loro apertura verso il mondo scout. Questo è stato un gesto molto importante per noi, che ci ha permesso di toccare con mano la loro realtà e che ci ha regalato dei momenti bellissimi in compagnia di Francisco che, condividendo con noi le scelte della sua vita è arrivato dritto nei nostri cuori. Poi ovviamente non è stata secondaria l’emozione della strada e dello zaino sulle spalle e la fatica condivisa con i compagni di strada fino a che il penultimo giorno ci siamo avvicinati a La Verna. Questo infatti è stato un altro momento indimenticabile, segnato dalle suggestioni dell’ultimo tratto del cammino di San Francesco…perchè camminare tra quei massi maestosi, in parte ricoperti da un sottile strato di muschio verde, sotto l’ombra di alti faggi, è stata una sensazione mai provata.A coronare questa esperienza per noi così sentita, è stata la cerimonia della Partenza in cui, con la lettura delle nostre lettere, abbiamo cercato di lasci-are al clan/fuoco una testimonianza del nostro percorso fatto fino a quel momento…con la speranza che almeno un pò delle sensazioni che abbiamo vissuto, e degli incontri che avevamo cercato di fare organizzando questa route, siano arrivate a tutti i nostri compagni.

Buona Strada,

Elisa e Serena.

Durante la route estiva Camaldoli-La Verna

Page 11: Parrocchia SAN GIOVANNI BATTISTA di JESI NUMERO 32i suoi primi 50 anni Domenica 15 novembre alle ore 11,30, nella chiesa di San Giovanni Battista, don Attilio ha ricordato i suoi 50

pag.10 pag.11

Sono passati ormai 3 mesi da quel 15 Agosto quando, con molti interrogativi e non proprio convintissimo, parti-vamo per una settimana io, mia moglie Katia, il nostro Emanuele di 3 anni e un gruppo di 14 ragazzi di Jesi provenienti da diverse associazioni (AC, AGESCI, CARITAS) con destinazione L’aquila in una tendopoli gestita dalla Caritas Umbria.Partivo per l’Abruzzo già conoscendo parzialmente la realtà dell’immediato post terremoto per motivi di lavoro, ma non immaginando quello che mi sarebbe toccato fare e soprattutto spinto dall’entusiasmo di mia moglie. Ci siamo trovati in una tendopoli adiacente ad una chiesa del 1500 inagibile e al centro di un quartiere con palazzi di recentissima costruzione danneggiati ma non pericol-anti e comunque deserti.La mattina la sveglia suonava alle 6.30, alle 7.15 lodi, colazione e alle 8.00 via .. partiva la nostra giornata guida-ta dal motto: si va dove c’è bisogno!Le destinazioni erano le più svariate: gestione della cucina e pulizia del campo Caritas, pulizia delle strade e degli spazi verdi del quartiere lasciati a se stessi dal

giorno del terremoto, assistenza di vario genere nelle 160 che esistevano allora, aiuto alle attività di censimento, smistamento, raccolta dati alla caserma di Coppito dove risiede tutt’ora il dipartimento di comando e controllo che sostituisce il comune fino a dicembre 2009, aiuto nei traslochi per portare via mobili e cose da edifici terremotati, giri organizzati nei vari quartieri di L’aquila per cogliere le necessità delle persone e la risposta a tante altre richieste che di giorno in giorno giungevano al campo.Il campo Caritas che ci ha accolto è gestito da 5 persone chiave che smistano alle varie attività ogni giorno dalle 50 alla 500 persone (tante infatti erano allora le persone che ci si potevano incontrare) che ogni giorno arriva-vano e partivano.Nello specifico io e la mia famiglia siamo stati assegna-ti alla tendopoli del “globo”, la seconda più grande di L’aquila con 1200 persone ospiti, dove abbiamo gestito la ludoteca con i bambini, la scuola per far fare i compi-ti estivi ai ragazzi di elementari e medie e la gestione della chiesa del campo. Quello che ho visto è stata tanta organizzazione e premura, tanto affiatamento tra le varie organizzazioni che gestivano la nostra tendopo-li (esercito, alpini, carabinieri, protezione civile, avis, caritas, coni, marina) ma soprattutto abbiamo assapo-rato l’autenticità di tante relazioni tra volontari e ospiti

Ferragosto all’AquilaRacconto di un esperienza di servizio

Page 12: Parrocchia SAN GIOVANNI BATTISTA di JESI NUMERO 32i suoi primi 50 anni Domenica 15 novembre alle ore 11,30, nella chiesa di San Giovanni Battista, don Attilio ha ricordato i suoi 50

pag.12

Una settimana di Campo A.C.R.

Accade ogni anno: dopo essere partiti con il cammino A.c.r, cominciamo a chiederci “e il campo di quest’anno?”. Si inizia così a pensare al tema, alla casa, alle attività ancora tutte da organizzare,ma soprattutto ai ragazzi. E anche quest’anno tra divertimento e duro lavoro ci siamo riusciti, e il risultato è stata un’esperienza unica. Senza dubbio perché ogni campo è differente da quello dell’anno precedente, e anche da quello che seguirà: cambiano i compagni, i luoghi, le attività, gli animatori, ma si sviluppa sempre una meravigliosa atmosfera. Non posso negare che è molto difficile capire e descrivere da dove e come nasca il sentimento che si crea in quei sette giorni passati insieme. In fondo è solo una settimana, se ne susseguono numerosissime ogni anno per ciascuno di noi, ma quella in particolare è LA settimana, in cui “domenica”, “mercoledì”, “sabato”, non sono i nomi che leggiamo ogni giorno da anni sul diario a scuola, ma assumono un particolare significato. È la settimana sulla quale noi concentriamo parte del nostro lavoro di animatori, e quella in cui i ragazzi ripongono tantissime

aspettative. LA settimana 2009 è stata speciale, come tema di quest’anno avevamo scelto “segui le mie orme!” e come filo conduttore per le attività, il film “Le cronache di Narnia” .quest’anno abbiamo affrontato temi come la resurrezione, la missione, la testimonianza, coinvolgendo i ragazzi in un tema per ogni giornata,attraverso attività per medie ed elementari, passando il resto del tempo tutti insieme, indaffarati tra gruppi di pulizie, giochi,

Ricordi dal campeggio estivo dell’Azione Cattolica Ragazzi

del campo. Mi ha sorpreso la semplicità di tanti racconti di “terremotati”, la loro gratitudine, i bambini con la loro voglia di giocare.La “fotografia” dell’Abruzzo che ho vissuto è fatta di tanta disponibilità ma comunque di tanti problemi da risolvere.Quando la sera dopo cena si rientrava al campo dove dormivamo, ci aspettavano gli organizzatori con la consueta, a volte eccessiva, enfasi, con canti e giochi aggregativi destinati a chi arrivava e a chi partiva e con testimonianze di persone che avevano vissuto e vivono il dramma della notte del terremoto e dei disagi succes-sivi. Tornando a casa ho messo a fuoco tante cose e termi-nato l’entusiasmo sono rimasti volti, conoscenze incon-tri, racconti e ho avvertito più che mai l’urgenza di ridare

subito agli sfollati un posto da abitare autonomamente eliminando la dipendenza dalle tendopoli che li paraliz-za. Chi volesse saperne di più ricordo che il campo Caritas continuerà ad essere un punto di riferimento per i prossi-mi due anni a L’aquila per affrontare in maniera mutev-ole le diverse problematiche che si stanno evolvendo e che su internet e youtube è disponibile un video sulla nostra esperienza (digitare: Abruzzo Jesi).La mia pigrizia nel partire si è trasformata, a posteriori, in soddisfazione per non averci rinunciato.

Manlio Mattoli

Page 13: Parrocchia SAN GIOVANNI BATTISTA di JESI NUMERO 32i suoi primi 50 anni Domenica 15 novembre alle ore 11,30, nella chiesa di San Giovanni Battista, don Attilio ha ricordato i suoi 50

pag.12 pag.13

laboratori, torneo, e poi la passeggiata del mercoledì, i canti, l’inno, e i momenti di riflessione e preghiera. Il primo giorno siamo stati accompagnati da un po’ di imbarazzo, dovuto in parte al fatto che alcuni non avevano mai partecipato ad un campo prima d’ora e in parte al fatto che i ragazzi non si conoscevano ancora. Già dalla mattina seguente il clima era cambiato e molti cominciavano a scherzare e raccontarsi, aprendosi un po’ di più. Per quanto riguarda noi animatori, invece, il percorso è un po’ diverso: leghiamo e ci conosciamo già durante le riunioni di organizzazione del campeggio, e nel tempo che viviamo insieme ai ragazzi in quei sette giorni, il legame tra noi si consolida ancora di più. Questo è fondamentale, che i ragazzi percepiscano quella sorta di feeling tra noi che rende ogni cosa più semplice, non siamo più tre parrocchie divise: al campo si diventa un unico gruppo,uniforme ed eterogeneo. E dall’organizzazione fino allo svolgimento vero e proprio delle attività, si instaura una sorta di scambio di abitudini e modi di lavorare, che ciascun gruppo parrocchiale portava con sé da campi precedenti e che si estende ora anche agli altri. Certo, non mancano mai dubbi e paure, ma alla fine vince chi riesce ad accettare le novità, senza rinunciare a ciò a cui è già legato da tempo. Quest’anno, ad esempio,abbiamo introdotto i laboratori. A inizio settimana ciascuno ha estratto da una scatola colorata un nome,da specificare che molti ragazzi non sapevano nemmeno chi fosse il loro compagno,e dovevano impegnarsi lo stesso nei laboratori a realizzare piccoli manufatti; sabato sera ne avrebbero donato uno a scelta al compagno estratto, tenendo gli altri lavori come ricordo del campo. E’ inutile dire che arrivati a

domenica avevamo legato molto tra noi, già da giovedì si cominciava a mormorare che il tempo stava passando troppo in fretta e sarebbe stato bello tornare indietro nel tempo, all’arrivo nella casa,per avere altri quattro preziosi giorni da vivere insieme. La competizione che si crea durante il torneo del pomeriggio, la collaborazione durante i gruppi per le pulizie, la curiosità di scoprire il tema della giornata, la complicità nei bisbigli al buio nelle camere,l’emozione nei momenti di preghiera , la stanchezza dopo la passeggiata, e poi le risate, gli scherzi, il cantare a squarciagola l’inno del campo, gli occhi che si chiudono da soli arrivati a fine settimana,le lacrime dell’ultimo giorno, queste le emozioni che in 18 anni ho avuto la fortuna di provare ogni volta che ho partecipato ad un campo A.c.r, prima come animata e poi come animatrice, in un crescendo di consapevolezza e di responsabilità. È come essere in una grande famiglia, e sembrerà scontato da dire, ma se noi animatori cerchiamo durante LA settimana di trasmettere ai nostri ragazzi qualche cosa, anche fosse un solo piccolo frammento della fede che sentiamo dentro, alla fine del campo non siamo né saremo mai svuotati:seppure stanchi e sfiniti, trabocchiamo di quel qualcosa di indescrivibile che ritengo essere la gioia che i ragazzi ci trasmettono giorno dopo giorno.

Silvia Latino

Page 14: Parrocchia SAN GIOVANNI BATTISTA di JESI NUMERO 32i suoi primi 50 anni Domenica 15 novembre alle ore 11,30, nella chiesa di San Giovanni Battista, don Attilio ha ricordato i suoi 50

CALENDARIOPARROCCHIALEDicembre 200913 Messa AGESCI Branca L/C20 Messa Azione Cattolica Raccolta viveri24 Veglia di Natale (h 23.00)25 In Nativitate Domini31 Te Deum

Gennaio 20106 In Epiphania Domini 10 Messa AGESCI Branca E/G17 Messa AGESCI Branca L/C24 Messa Azione Cattolica31 Raccolta viveriFebbraio 20107 Messa AGESCI Branca E/G14 Messa AGESCI Branca L/C21 Messa Azione Cattolica28 Raccolta viveriMarzo 20107 Messa AGESCI Branca E/G14 Raccolta viveri21 Messa Azione Cattolica28 Domenica delle Palme aprile 20104 Pasqua11 Messa Azione Cattolica18 Raccolta viveriMaggio 20109 Prima Comunione16 S. Cresima30 Raccolta viveri

Consultare il Calendario nel sito parrocchiale per i dettagli e per eventuali variazioni.

COLLEGAMENTIINTERNETParrocchiawww.sangiovannibattistajesi.orgAzione Cattolicawww.sangiovannibattistajesi.org/acAGESCIwww.sangiovannibattistajesi.org/agesci

Perdettero la stella un giorno. Come si fa a perdere la stella?Per averla troppo a lungo fissata...I due re bianchi, ch’erano due sapienti di Caldea,tracciarono al suolo dei cerchi, col bastone. Si misero a calcolare, si grattarono il mento...Ma la stella era svanita come svanisce un’idea,e quegli uomini, la cui animaaveva sete di essere guidata,piansero innalzando le tende di cotone. Ma il povero re nero, disprezzato dagli altri, si disse:“Pensiamo alla sete che non è la nostra.Bisogna dar da bere, lo stesso, agli animali”. E mentre sosteneva il suo secchio per l’ansa,nello specchio di cieloin cui bevevano i cammelliegli vide la stella d’oro che danzava in silenzio.

Edmond Rostand (1868-1918)

Rivolgiamo a tutti un caloroso

augurio di buon Natale.