Parlano cinque dirigenti della Coop...twrcone Crema / Potete preparare e cucinare il torrone a casa...

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twrcone Crema / Potete preparare e cucinare il torrone a casa vostra. Nell'articolo su questo ghiotto dolce, tut- to invernale e molto natalizio, c'è scritto come fare. Ma il prodotto ha una storia affondata in tempi antichi. C'è invece certezza sulla prima volta che si produsse a Cremona. Si è svolto i 4° Con esso della cooperazione di consumo della 1ombardia 11 18 e 19 novembre 1983 si sono svolti nei saloni dell'Hotel Excelsior Gallia di Milano i lavori del 4" Congresso dell'Associazione regiona- le lombarda delle cooperative dei consumatori, aperti da una ricca introduzione del presidente Antonio Bertolini cui è seguito un dibattito sostenuto con spunti e suggerimenti, che ha convalidato le scelte operate dalla cooperazione in questi anni. La necessità, dopo la fase di consolidamento, di guardare con fiducia al futuro, ma impegnando tutte le forze e tutte le risorse per uno sviluppo moder- no e adeguato è stata la costante della linea generale di discussione nel corso del congresso al quale erano presenti personalità del mondo politico. sociale e amministrativo regionale e milanese. Una partecipazione attiva. Largo consenso alle linee di sviluppo delineate dalla relazione introduttiva del presidente Antonio Bertolini profilo Alle pagine 2 e 3 un ampio riassunto dei lavori del congresso Lorn tato Regionale Lombardo Anno 2, n° 11 Dicembre 1933 Periodico mensile della Coop Lombardia Comitato di Redazione Sergio Ferrario, Sergio Ghiringhelli, Lidia Lommi, Daniele Moltrasio, Enrico Rossi, Adolfo Scalpelli, Ambrogio Vaghi, Giorgio Vozza Direttore responsabile Adolfo Scalpelli impaginazione: Franco Malaguti Disegni: Marina Vecchi Editrice Unicoop Lombardia Viale Famagosta, 75 20142 Milano - Tel. 84.65.846 Stampa: Coop "11 Guado" Castano P. - Tel. 0331-88.14.75 Spedizione in abbonamento postale gruppo 111/70. Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 144; del 14 aprile 1982 quale Il servizio a pagina 6 Regoredo coopezati Dal 1908 a Rogoredo c'è una cooperativa. Una lunga vita, un cammino senza interruzioni. Dal primo nucleo di ferrovieri-fondatori al nuovo nucleo di giovani che oggi si occupano del circo- lo e lo considerano un patrimonio importante intorno al quale fondare nuove esperienze. Ma non c'è solo il circolo: c'è un negozio e ci sono le abitazioni costruite dalla cooperazione. Una ri- evocazione e una storia sul filo del presente che può servire al futuro. 791~1111113 è scritto a pag. I dodici giorni dedicati ai giovani consumatori 44, - 1 ° 41,. 99 e ° - ;11(N. aLP t t- n2I i IP 53 are Per essere stata la prima edizione lombarda non c'è davvero male: più di seimila presenze, una costante attenzione stilla stampa locale, un ampio servizio del T.G. 3 e alla trasmissione "Che fai mangi?", l'adesione ai convegni sulle acque e sulla alimentazione del mondo culturale e scientifico. Così potremmo sinteticamente riassumere la so- stanza, largamente positiva, dei dodici giorni che hanno caratterizzato le "Giornate dei giovani con- sumatori" a Como, dal 14 al 25 novembre. E pur essendo molto poco facciamo fatica ad esprimere con altre parole l'incredibile quantità di sensazioni, emozioni e proposte che le "Giornate" sono riuscite a stimolare. Partiamo allora da loro, dai giovani consumatori. Sono arrivati a frotte, rispettando scrupolosamen- te i loro turni di prenotazione e hanno fatto risuo- nare le austere, settecentesche sale di Villa Olmo della loro vivace presenza. Poi, inseriti nel magico spazio delle animazioni, si sono quietati ed è prevalso l'interesse, la voglia di conoscere quello che gli animatori, un po' scienzia- ti un po' maghi e un po' attori, cercavano di comunicare loro. Parlare di igiene orale, di eutrofizzazione, di pub- blicità e coloranti si è trasformato in un gioco, ma un gioco nel quale la loro attenzione è stata impe- gnata e dal quale, crediamo, abbiano ricavato i primi strumenti per capire meglio il senso di un mondo esclusivo dominio degli adulti: quello dei consumi. Essere riusciti in questo difficile obiettivo è per noi la prima grossa soddisfazione. Ma per la nostra cooperativa queste "Giornate" hanno rappresen- tato anche un altro motivo di orgoglio: pensiamo infatti che poche aziende commercia - li siano oggi disponibili ad investire una consistente quota del proprio bilancio in un'operazione Ci - litorale e,0e; dagogica assolutamente scevra da scoprpubblich tari. Il marchio Coop in tutta fit manifestaiione è stato assente, apparendo sdlamente, quale ente orga- nizzatore, al fianco di Comune, PrOvincia e Prov- veditorato, enti patrocinatori„ E stata una scelta seria e responsabile apprezzata da tutti., -- Non è stato invece assente lo spirito della coopera- zione che ha riconfermato in questi dodici glomi la sua essenza di movimento alservizio dei consuma- tori, capace di essere, in questi diffieili'momenti, interprete di esigenze moderne ed avanzate, zate, anche sotto il profilo pedagogico e culturale. Daniele Moltrasio Un gruppo di ragazzi in attesa nell'atrio di Villa Olmo di iniziare il "mestiere" di consumatori Nelle pagine 4 e 5 un ampio servizio fotografico

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twrcone Crema

/Potete preparare e cucinare il torrone a casavostra. Nell'articolo su questo ghiotto dolce, tut-to invernale e molto natalizio, c'è scritto comefare. Ma il prodotto ha una storia affondata intempi antichi. C'è invece certezza sulla primavolta che si produsse a Cremona.

Si è svolto i 4° Con ► essodella cooperazione diconsumo della 1ombardia

11 18 e 19 novembre 1983 si sono svolti nei saloni dell'Hotel ExcelsiorGallia di Milano i lavori del 4" Congresso dell'Associazione regiona-le lombarda delle cooperative dei consumatori, aperti da una riccaintroduzione del presidente Antonio Bertolini cui è seguito undibattito sostenuto con spunti e suggerimenti, che ha convalidato lescelte operate dalla cooperazione in questi anni. La necessità, dopola fase di consolidamento, di guardare con fiducia al futuro, maimpegnando tutte le forze e tutte le risorse per uno sviluppo moder-no e adeguato è stata la costante della linea generale di discussionenel corso del congresso al quale erano presenti personalità delmondo politico. sociale e amministrativo regionale e milanese.

Una partecipazione attiva. Largoconsenso alle linee di sviluppodelineate dalla relazione introduttivadel presidente Antonio Bertolini

profilo

Alle pagine 2 e 3 un ampio riassunto dei lavori del congresso

Lorn ► tatoRegionale

Lombardo Anno 2, n° 11

Dicembre 1933 Periodico mensile dellaCoop Lombardia

Comitato di RedazioneSergio Ferrario, SergioGhiringhelli, Lidia Lommi,Daniele Moltrasio, Enrico Rossi,Adolfo Scalpelli, AmbrogioVaghi, Giorgio Vozza

Direttore responsabileAdolfo Scalpelli

impaginazione:

Franco Malaguti

Disegni:Marina Vecchi

Editrice Unicoop LombardiaViale Famagosta, 7520142 Milano - Tel. 84.65.846

Stampa: Coop "11 Guado"Castano P. - Tel. 0331-88.14.75

Spedizione in abbonamentopostale gruppo 111/70.

Autorizzazione delTribunale di Milano n. 144;del 14 aprile 1982

quale

Il servizio a pagina 6

Regoredocoopezati

Dal 1908 a Rogoredo c'è una cooperativa. Unalunga vita, un cammino senza interruzioni. Dalprimo nucleo di ferrovieri-fondatori al nuovonucleo di giovani che oggi si occupano del circo-lo e lo considerano un patrimonio importanteintorno al quale fondare nuove esperienze. Manon c'è solo il circolo: c'è un negozio e ci sono leabitazioni costruite dalla cooperazione. Una ri-evocazione e una storia sul filo del presente chepuò servire al futuro.

791~1111113 è scritto a pag.

I dodici giorni dedicati ai giovani consumatori

44,-1 ° 41,. 99 e °-;11(N. aLPtt- n2I i IP 53are

Per essere stata la prima edizione lombarda nonc'è davvero male: più di seimila presenze, unacostante attenzione stilla stampa locale, un ampioservizio del T.G. 3 e alla trasmissione "Che faimangi?", l'adesione ai convegni sulle acque e sullaalimentazione del mondo culturale e scientifico.Così potremmo sinteticamente riassumere la so-stanza, largamente positiva, dei dodici giorni chehanno caratterizzato le "Giornate dei giovani con-sumatori" a Como, dal 14 al 25 novembre.E pur essendo molto poco facciamo fatica adesprimere con altre parole l'incredibile quantità disensazioni, emozioni e proposte che le "Giornate"sono riuscite a stimolare.Partiamo allora da loro, dai giovani consumatori.Sono arrivati a frotte, rispettando scrupolosamen-te i loro turni di prenotazione e hanno fatto risuo-nare le austere, settecentesche sale di Villa Olmodella loro vivace presenza.Poi, inseriti nel magico spazio delle animazioni, sisono quietati ed è prevalso l'interesse, la voglia diconoscere quello che gli animatori, un po' scienzia-ti un po' maghi e un po' attori, cercavano dicomunicare loro.Parlare di igiene orale, di eutrofizzazione, di pub-blicità e coloranti si è trasformato in un gioco, ma

un gioco nel quale la loro attenzione è stata impe-gnata e dal quale, crediamo, abbiano ricavato iprimi strumenti per capire meglio il senso di unmondo esclusivo dominio degli adulti: quello deiconsumi.Essere riusciti in questo difficile obiettivo è per noila prima grossa soddisfazione. Ma per la nostracooperativa queste "Giornate" hanno rappresen-tato anche un altro motivo di orgoglio: pensiamoinfatti che poche aziende commercia- li siano oggidisponibili ad investire una consistente quota delproprio bilancio in un'operazione Ci-litorale e,0e;dagogica assolutamente scevra da scoprpubblichtari.Il marchio Coop in tutta fit manifestaiione è statoassente, apparendo sdlamente, quale ente orga-nizzatore, al fianco di Comune, PrOvincia e Prov-veditorato, enti patrocinatori„ E stata una sceltaseria e responsabile apprezzata da tutti., --Non è stato invece assente lo spirito della coopera-zione che ha riconfermato in questi dodici glomi lasua essenza di movimento alservizio dei consuma-tori, capace di essere, in questi diffieili'momenti,interprete di esigenze moderne ed avanzate,zate, anchesotto il profilo pedagogico e culturale.

Daniele Moltrasio

Un gruppo di ragazzi in attesa nell'atrio di Villa Olmo di iniziare il "mestiere" di consumatoriNelle pagine 4 e 5 un ampio servizio fotografico

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,colo sociale di cultura, democrazia e informazione. Crescita, cambiamento, sviluppo. Le uni

Si sentiva che sarebbe stato uncongresso importante, ma lapartecipazione e il consenso so-no andati molto oltre le aspetta-tive. Così nel salone dell'HotelGallia di Milano si è dovuto ri-correre a tutte le poltroncine di-sponibili per accogliere i quasiquattrocento ospiti che. nel cor-so delle due giornate, hanno se-guito i lavori del congresso.

Questa volta, sotto i lampadaridel Gallia, non si è parlato dicampionato è di gol, non si èfatto mercato del calcio na-zionale. ma si è lavorato sodo,senza verbosità. a profilare il fu-turo di un importante settoredella cooperazione della - Lega.Lo scenario della recessione na-zionale e lombarda è stato de-scritto con precisione e senzalamento. lo si è anzi voluto in-terpretare più come cambia-mento che come dramma. Nelsenso che le prospettive di nonespansione produttiva e di con-sumi sospingono tutte le aziendesu una via obbligata di efficien-za e di modernizzazione. Così losviluppo si lega all'innovazionedelle imprese e del sistema co-operativo, senza i quali non pos-sono emergere opportunità dicrescita in un mercato recessivo.

La ricerca e l'analisi dei coope-ratori lombardi si sono dunqueconcentrate sull'idea dell'inno-vazione. per definire i cambia-menti necessari all'espansionedella Coop nella regione.La proposta principale è quelladella concentrazione fra aziendein forme diverse: unificazioni fracooperative, formazione di con-sorzi di servizi.

Nell'intento di costruire coope-rative di maggiori dimensioni,di rafforzare quelle intermedie.di sostenere quelle minori.

L'operazione di maggior rilievoè quella dell'unificazione fraCoop Lombardia. Unione Co-operativa di Cremona e Con-sorzio Coop Lombardia: ancheil congresso ha confermato lavalidità delle decisioni già presenelle assemblee dei soci delle treaziende. Ma anche la formazio-ne del Consorzio Milano NordOvest che raggruppa otto co-operative medie è stata giudica-ta con favore nella discussione.Cosi pure le simili prospettiveche si stanno impostando nelleprovincie di Brescia e di Cre-mona e in quella di Como.

E intenzioni del genere sono sta-te manifestate nella zona del le-gnanese, mentre le cooperativedi Busto Arsizio, Trez2o d'Ad-da. Ponte Tresa tenderanno adespandere la loro funzione dicapofila nelle zone circostanti laloro attività storica.La Coop in Lombardia ha dun-que queste caratteristiche: unaforte tendenza all'espansione del-la stia presenza nel territorio, vo-lontà di concentrare le risorseper rassicurare e affrettare lacrescita, ruoli differenziati fra lediverse cooperative.

Lo sviluppo sì è molto accelera-to negli ultimi mesi: due grossisupermercati a Vigevano e Ga-reggio, diversi negozi di variadimensione in allestimento aCanneto sull'Oglio (Mantova),Castano Primo (Milano), Ca-stelcovati (Brescia), Busto Ga-rolfo {Milano), Cellatica (Bre-scia), per non elencare tutte lealtre opportunità in condizionidiverse di perfezionamento. Ol-tre ai supermercati nuovi, non sicontano gli investimenti internisu punti di vendita esistenti:ampie ristrutturazioni, installa-zione di impianti e macchinaririnnovati, ampliamenti e inse-

Ma fra le prospettive di maggiorrilievo definite nel Congressooccorre ricordare quella dei cen-tri commerciali: la Con -) intendein Lombardia realizzare mercatidi grande dimensione con l'ag-gancio di ampi settori di nonalimentari. Due novità dunque:negozi molto grandi. amplia-mento del serivizo ai non ali-mentari. La proposta dei centricommerciali è legata soprattut-to alle principali città, mentre lascelta dei non alimentari derivadall'esigenza di dare una piùlarga gamma di servizi ai con-sumatori in un'area, quella deicasalinghi, dell'abbigliamento,che assorbe quote di redditosempre maggiori.

L naturale che i programmi piùimpegnativi siano affrontati dal-la maggiore cooperativa, quellaunificata. ma a tutte le altre Co-op della Lombardia si prospet-tano opportunità di sviluppo le-gate alla media dimensione.moderna e a servizio completo.Mentre a Milano iniziava ilCongresso, a Como si era già alquinto giorno delle "Giornatedei giovani consumatori". Que-sta coincidenza mette bene inluce la doppia attività della cooperazione. ai tempo stesso im-presa economica. e organizza-zione di consumatori. Una du-plicità di natura che non solo vaconservata. ma anzi valorizzatae sviluppata. La Coop è fatta daisoci e deve servire ai soci ed aiconsumatori. Ma i soci ed i con-sumatori sostengono la Coopchiedendole non solo prestazio-ni economiche e di servizio. maun ruolo sociale di promozionedi cultura e di democrazia.

Soci e consumatori sono unagrande risorsa che si alimentacon la partecipazione ed il coin-volgimento, con lo sviluppo diattività sociali e culturali. Lastessa stampa, i giornali dellecooperative sono al servizio del-la partecipazione e dell'infor-mazione dei soci che. nella di-mensione attuale della coopera-zione, non può più svolgersi so-lo con le forme tradizionali delleriunioni e delle assemblee.

rimenti di servizi di venditanuovi.

Dal Congresso e stata confer-mata con decisione questa sceltapartecipativa e di promozionesociale, sia nelle relazioni che neinumerosi interventi dei soci dibase. In particolare con riferi-mento all'unificazione estato ri-chiesto con forza un preciso de-centramento delle funzioni socie consumatori soprattutto nel-l'area Cremona-Brescia. In so-stanza si è tenuto a confermarela natura e la funzione socialedelta cooperativa non tanto conuna visione ideologica, ma conun'intenzione di rafforzare lastessa struttura aziendale chepuò consolidarsi ed espandersitanto più rapidamente e in sicu-rezza quanto maggiormente sa-ranno ricercati la partecipazioneed il consenso dei soci.

Le cooperative di consumo del-la Lega si avvicinano al secolo divita: una vicenda ricchissima distorie grandi e di storie piccole.

Dal Congresso è venuta unaproposta, quella di raccoglieresistematicamente i documenti.di ordinarli per poterla scrivere eraccontare questa storia lom-barda della cooperazione, che incent'anni, da poverissima e divi-sa che era, è diventata protago-nista nell'economia e nella socie-tà italiana.

Giorgio Vozza

Mattino del 18 novembre 1983. All'Hotel Excelsior Gallia di Milanosi apre il 45 congresso dell'Associazione lombarda delle cooperativedi consumatori.

Alla presidenza del congresso vengono chiamati: Antonio Ber-tolini, presidente dell'Associazione regionale lombarda delle

cooperative di consumatori (Arlcc); Riccardo Brio, presidente delConsorzio Coop Lombardia; Rinaldo Ciocca, presidente del Comi-tato regionale lombardo della Lega delle cooperative e mutue;Umberto Dragone, vice presidente della Lega nazionale: OddinoMagnani, presidente dell'Unione cooperativa di consumo di Cre-mona; Roberto Malucelli, della presidenza della Lega nazionale:Enrico Migliavacca, vice presidente della Alce: Sergio Soave, vicepresidente del Comitato regionale lombardo della Lega; AmbrogioVaghi, presidente della Coop Lombardia.

Sono in sala numerosi esponent del mondo politico, sindadale. economico ed amministrativo della Lombardia e il console diGrecia a Milano, Elias Katsareas.

pi Hanno portato il saluto delle istituzioni i rappresentanti: Ora-' zio Picciotto Crisafulli, assessore al Commercio della RegioneLombardia; Paolo Malena, assessore al Commercio del Comune d iMilano; Gianstefano Milani, assessore allo Stato civile de! Comunedi Milano: Novella Sansoni, presidente della Provincia di Milano;Aldo Sironi, dell'Unione regionale delle Coop: Sergio Simone,vicesegretario regionale del Psi; Emilio Russo, consigliere regionaledel Pci: Michele Calzolari della Dri Europe: Gerolamo Peretti,dell'assessorato al Commercia della Regione Lombardia: AntonioStellatelli, vice segretario generale dell'Unione commercianti: CarloAlberto Rinolfi, della Demoskopea: Marino Camagni, della Cffil:Gianluigi Nava, Filcams regionale: Alessandro Villa. Cisl; MarcoSignori, Uiltues; Mirko De Ponti, Filcams regionale: ArchitettoGentili.

n Lettere e telegrammi augurali sono stati inviati da: BrunoCordazzo dell'Associazione ligure delle Coop consumatori:

Gustavo Ghidini, segretario del Comitato difesa dei consumatori:Paolo Mauri, sindaco di Lecco: Giulio Polutti, assessore ai lavoripubblici del Comune di Milano; Cesare Trebeschi, sindaco diBrescia.

Numerosi sono stati gli interventi sulla relazione congressualedi Antonio Bertolini, sui temi del congresso e su differenti

aspetti della cooperazione, tra cui principalmente i problemi politici.economici, organizzativi. finanziari e di strategia del movimento.Hanno infatti preso la parola: Valerio di Borio, Speranza Riboldi,Francesca Isidori, Giancarlo Terenghi. Giampietro De Micheli,Paolo Carù, Sergio Ferrario, Giuseppe Iperico, Sergio Soave, Am-brogio Vaghi, Umberto Dragone, Roberto Malucelli (clic ha con-cluso i lavori del congresso a nome della Lega nazionale). RiccardoBrio. Gianni Piccininí, Giorgio Salvini, Franco Colzani, AntonioViolini, Paolo Travaini.Il congresso si è concluso nella tarda mattinata di sabato 19novembre.

Parlano cinque dirigenti della Coop

temi che hanno animato il cone 'q

Un uditorio attento durante la lettura della relazione

esso della Coop•

strada c_rioAntonio BertoliniPresidentedell'Associazionelombardadelle cooperativedi consumatoriSiamo qui al Grand Hotel Gallia e 17011 per comprare giocatori -, maper discutere di cooperazione.Non si può negare che abbiamo fatto molta strada e questo congressoè un'occasione per fare il punto e ripartire in avanti perché è uncongresso proiettato nel fluoro, dove vengono messi a punto pro-grammi e scelte di politica commerciale in termini concreti e nonteorici: progranimi precisi e definiti.In questo congresso vogliamo riuscire a coniugare la capacità 1'171-prenditoriale, felficienra aziendale che meniamo a di.sposizione deiconsumatori in lerndni cottnner•iali, con il coinvolgimento democra-tico cooperativo in termini moderni, Cioè la partecipazione alla sceltaed alla gestione.Lalitsione non ridurrà la partecipazione, piala 177(•eI7rentedt, perchéintendiamoci: la partecipaziotie c'è se la si organizza, se si ntei tono adisposizione mezzi. La democrazia nel movimento cooperativo haconte condizione la partecipazione, che non può però essere solo mi.gesta volontario: occorrono idee e mezzi.Una piccola cooperativa può fare solo l'assemblea con 10 soci,magari C071 Ma ma sempre solo un'assemblea, la grande cooperativaha modo di articolare attività e iniziative, cioè ha più peso.

ERinaldo Ciocca

Presidente del Comitatoregionale lombardodella Lega cooperativee mutueRispetto al congresso di quattro anni fa si vede un eccezionale saltodi qualità: sembrava che in Lombardia, regione con un'esperienzastorica e sociale diversa e limitata rispetto a quella di altre regioni. lacooperazione di consumo non riuscisse a decollare, a uscire dall'or-dinaria amministrazione: in un arco di tempo breve, il salto: unarealtà economica imponente, organizzata e integrata tra grandi.medie e piccole aziende cooperative; abbiamo affrontato il proble-ma complesso di creare una grande azienda contemperando lanecessità di far coesistere piccole e medie cooperative nella realtàeconomica e territoriale.Inoltre questo congresso ha visto anche un'altra novità: interventi dialto livello da parte dei rappresentanti delle forze politiche e degliamministratori, cosa inusuale rispetto ai "riti congressuali" dove dinorma politici ed amministratori vengano a dire "il tempo è bello,bravi, speriamo, auspichiamo, ribadiamo, buon lavoro". Questavolta politici ed amministratori sono entrati nel merito, hanno dettocose che possono soddisfare o no, ma che dimostrano conoscenzadel problema.Per non sembrare troppo ottimista voglio aggiungere che di pro-blemi ce ne sono. ed il principale è aumentare la nostra presenzanelle grandi città, soprattutto a Milano.

lie e prefidenz ssonfizzikAldina Alfieri Coop Lombardia l_aveno: Ugo Faelli Associazione lombarda:

Silvia Baldi Coop Lombardia: Francesco Ferrari Peschiera Borromeo;

Bernasconi Lurate Caccivio: Viario Ferrarlo Hien ate;

Antonio Bertolini Associazione lombarda: Sergio Ferrario Coop Lombardia;

Ernesto Besana Cavenago Brianza; Daniele Ferrè Busto Arsizio;

Giuseppe Betti Rodengo Salano; Giannina Fischi Cerro Maggiore;

Bruno Borrini Piad ena; Angelo Franchi Villa Cortese;

Renzo Bozzi Rodengo-Visano: Alfredo Galmozzí Unione Cooperativa di Cremona;

Riccardo Brio Consorzio Lombardia: Franco Garavaglia Coop Lombardia;

Oris Brogi Unione Cooperativa Cremona: Uliana Carolí Unione Cooperativa Cremona;

Antonio Cantoni Stagno Lombardo: Francesco Gerevini Unione Cooperativa Cremona;

Roberto Caputo Associazione Lombarda: Gerli Angelo Coop Lombardia:

Paolo Carù Busto Arsizio: Sergio Ghiringhelli Coop Lombardia;

Bruno Casarini Un ione Cooperativa Cremona; Giovanni Gianesini Unione Cooperativa Cremona;

Esterino Ciotta Visano: Olivier() Kokosar Coop Consorzio Lombardia:

Roberto Citterio Legnano; Francesca Isidori Unione Cooperativa Cremona;

Franco Claretti Urago D'Oglio: Alessandro Lago Coop Lombardia;

Elvira Cassu Consorzio Lombardia; Franco Laudi Consorzio Lombardia:

Cuccurullo Coop La i nate ; Gregorio i11117.0 Cusana M iIanino;

Edoardo Dell'Acqua Turhigo: Luigi Lucca Cadorago:

Gianpietro De Micheli Unione Cooperativa Cremona; Antonangelo Lunati Coop Lombardia;

Valerio Di Torio Unione Cooperativa Cremona; Giancarlo Macchi Dai rago;

Domenico Damiano Coop Lombardia; Oddino Magnani Unione Cooperativa Cremona:

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CONGRESSO

ASSOCIAZIONE LO leIgAROA Cet -p:AArtvEc e0~40

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AL SERVIZIO DEI CC AJMATORI

5,

La presidenza durante una seduta dei lavori; nell'altra foto gli assessori al Commercio del Comune di Milano e della Regione Lombardia,Malena e Picciotto Crisafulli (a destra)

Cesare Mariani

Ed o Mantegazza

Angelo Meda

Emilio Merighi

Enrico Migliavacca

Angelo Minala

Daniele Moltrasio

Venanzio Mondadori

Adda Coop;

Mag,nago;

Associazione lombarda;

Coop Italia Milano;

Associazione lombarda;

Coop Lombardia;

Coop Lombardia;

Associazione lombarda;

Giuseppe Morelli

Cerro Maggiore;

Roberto Murgia

Unione Cooperativa Cremona:

Raimondo Orni

Ponte Tresa;

Afro Passoni

Mezzago;

Morello Passoni

Adda Coop;

Francesco Perego

Merate;

Esperito Pedrani

Legnano;

Pessi na

Rho;

Gianni Piccinini

Coop Nord Emilia:

Candido Poli

Legnano;

Pietro Puricelli

Caso rezzo;

Mario Reboldi

Rodengo Saiano;

Giuseppe Romano

Associazione lombarda;

Enrico Rossi

Coop Lombardia:

Guido Rovere

Consorzio Lombardia;

:azioni di imprese, la formazione di consorzi di serviziinterviste lampo a selle L'eleggo

Ci siamo consollden:lie forze pew â D sviluppoDalla grande sala gremita. dove si succedono gli interventi conclusida applausi, tutti i discorsi che proclamano soddisfazione per losviluppo raggiunto, entrano ed escono i cooperatori.Escono per pochi minuti, il tempo di salutare qualcuno che hannovisto arrivare, di discutere qualche iniziativa con un altro, e rientra-no al loro posto per il prossimo intervento; in questi momenti èpossibile chiedere, cosi a caldo, una breve opinione su questÒ con-gresso ed avere una risposta tanto più sentita quanto immediata.Oddino Magnani. "Per un vecchio del mestiere si sente subito ladifferenza sostanziale, il salto di qúalità. L un dibattito notevole, coninterventi di alta qualità che hanno colto il punto: una grandecooperativa apre un grosso discorso di democrazia interna".Velocissimo Ercole Comolli riassume: "Questo Congresso ha qual-che cosa che agli altri mancava: le proposte concrete. Qui nonstiamo solo riflettendo sulle cose recentemente fatte, come la fusionetra Unicoop Lombardia e Unione cremonese, ma stiamo già rilan-ciando nuove proposte"."A me manca un confronto — dice Giancarlo Terenghi, responsabi-le commerciale del Consorzio Nord Ovest Lombardia — perché è ilmio primo congresso, ma mi è difficile immaginare un congresso piùvivace; in particolare la novità dell'introduzione dell'informatica, èuna cosa fino a poco tempo fa impensabile per le piccole cooperati-ve. Qui abbiamo superato il campanilismo".Scende un momento dal palco della presidenza l'unica donna che viera seduta, Aldina Alfieri, presidente della Sezione Soci di Laveno:"Non si parla di donne; naturalmente èun argomento piùadatto perla consulta che per il congresso, ma così finisce che questi temirestano in coda, mentre le donne in coda non ci sono più: la vecchiatradizione dell'uomo socio si sta capovolgendo, i nuovi soci sonoquasi tutte donne. nella nostra sezione sono in maggioranza. Quan-do qui diciamo che oggi il socio mira al concreto, che vuole risposteai problemi in sostanza parliamo di questo fenomeno: i giovani chesi sposano scoprono quante cose non sanno e sono perciò ricettivialle risposte che la cooperazione può fornire. Tra le novità delcongresso io metterei anche questa notevole presenza delle donne"."Molte piccole cooperative, se entrano in questa prospettiva, di unarealtà regionale. dovranno fare scelte di unificazione-commentaPaolo Travaini di Casorezzo —e allora, al di là dell'euforia congres-suale• io prevedo un dibattito vivo. Il fatto è che da unificazione erazionalizzazione le piccole cooperative traggono vantaggi, ma ilproblema è capirlo in tempo: oggi sono necessari negozi beneorganizzati anche nei piccoli centri, ma per farli bisogna unirsi".Emilio Merighi della Cooperativa Italia. "Il Congresso ha detto laverità: siamo usciti dagli anni del consolidamento e siamo entratinegli anni dello sviluppo; siamo una realtà economica che nessunopuò più trascurare, perché abbiamo superato il settore privato chepartiva da concetti diversi ed aveva certo un'organizzazione piùforte. Negli anni 80 si giocherà la struttura commerciale italiana delfuturo, e non solo possiamo dire la nostra, ma abbiamo il dovere difarlo."Sull'onda dell'applauso per un discorso appena finito esce dalla salaBeniamino Cattaneo. "Un altro che ci ha detto "bravi"; tutto positi-vo, qui i temi, gli interventi dei congressisti. gli interventi esterni cidicono tutti che siamo i migliori e credo che tutti ora siano staticostretti a riconoscerlo. Non erano certo disposti a dirlo negli annipassati. Mí è piaciuto l'intervento di una compagna che poco fa hadetto: "lo sono una ffinclatrice, io davo ai clienti il vino dalladamigiana con la spalma, il vino .slitso. Oggi siamo al Gallia alare ilCongresso. Ecco il punto."

A cura di Emanuela Gatti

igoberto. Malucellidella Presidenza dellaLega nazionale dellecooperative e mutue

La Cooperazione di consumo sta celebrando in Lombardia, come intutta Italia. uno dei più positivi congressi da molti anni a questaparte.Ha attraversato un periodo difficilissimo in cui è stata in pericolo lasua esistenza come fatto significativo della distribuzione, che hacoinciso con la crisi del vecchio modello basato sul Consorzionazionale.Oggi la Coop è il primo gruppo della distribuzione. anche se tutto ilcommercio moderno sta attraversando un momento positivo.Ia Coop si è ristrutturata anche nel senso di muovere verso i bisognie la domanda della generalità dei cittadini, in particolare dei gruppiemergenti, ad esempio i giovani.Oggi la Cooperazione di consumo non si presenta come proprietàdei soci. ma come strumento gestito dai cittadini, non come qualco-sa di chiuso, che risponde ad un gruppo delimitato. ma come "cosasociale", che risponde alla collettività su problemi che sono dellacollettività. come il controllo della qualità e l'assistenza aiconsumatori.Proprio per questa corrispondenza ai bisogni dei giovani. la basesociale s'è rinnovata per il 60 per cento, nel senso, beninteso, che ilnumero dei soci è raddoppiato.

Questo congresso ci dà tot•asione di porre in evidenza quali impor-tati obiettivi abbiamo raggiunto: la costituzione di una grandeazienda ed il consolidamento delle piccole e medie cooperative.Questo bilancio positivo va visto soprattutto in hinzione dei pro-grammi per i prossimi anni: abbiamo di fronte la prospettiva diincrementare la nostra presenza nelle grandi città con negozi ade-guati. che rispondono alle esigenze della domanda. Il Centro Com-merciale del Gallaratese ci vedrà presenti in Milano con un impor-tante punto vendita. Anche a Cremona apriremo un grande nego-zio. A Brescia stiamo cercando una soluzione adeguata alle nostreforze. Inoltre consolidiamo la nostra rete con l'apertura di super-mercati in varie province.Alle piccole e medie cooperative, invece, il compito di essere capil-larmente presenti con le Superette, i negozìfino a 400 metri quadra-ti; nei nostri programmi consideriamo che anche la presenza delleSuperene dovrà essere incrementata nei prossimi anni con negozivalidi operanti a costi conipetitiri. nato questo è reso possibile dalfatto che sia le grandi che le piccole hanno alle spalle il centro di• Pieve Emanuele. la struttura che ha ava ro un ruolo notevole nelnostro successo.

bSergio Soave .

Vice presidente delComitato regionalelombardo dellaLega nazionale dellecooperative e mutue

Questo è un congresso di grande soddisfazione non solo perchépossiamo presentare risultati ampiamente positivi, ma anche perchéquesti sopravvengono in una fase di crisi. Diciamo allora che essisono doppiamente positivi. Il sentimento di soddisfazione é un datoreale indipendentemente dagli elementi portati in discussione alCongresso dagli interventi e dal dibattito sulla relazione. Semmaiquesti sono la conferma della linea di sviluppo.Tutto ciò conferma la validità delle nostre scelte: il differenzialedell'inflazione noi lo abbiamo investito nell'ammodernamento delsistema distributivo, abbassando poi il costo di intermediazione.Un'operazione antinflaZionistica valida e abbastanza semplice,quindi, ma l'abbiamo fatto solo noi; le grandi organizzazioni delladistribuzione hanno utilizzato questo avanzo per operazioni di cui laparte edilizia si vede e quella finanziaria no: i piccoli si sono attestatisu una difesa corporativa ad oltranza, reinvestendo un po' perl'ammodernamento.Questo in mancanza di una politica precisa. di programmi e di scelteper il settore; se si volesse, ciò che ha fatto il movimento cooperativopotrebbero farlo anche altri.

Enr ico Migav:::caVice presidentedell'Associazionelombarda dellecooperativedi consumatori

[1-2 lombaresa. TI congresso, al termine dei lavori, ha eletto il Consiglio regionale,della Associazione. Eccone i componenti:

Aspirazioneallapace

Per una storiadella Coopin Lombardia

Giorgio Scatarzi

Domenico SconzaSimona Sicoli

Arturo Sonzogni

Mario TempestaGiancarlo Terenghi

Renzo Thurner

Guido -Metti

Paolo Travaini

Paolo Trentarossi

Ambrogio Vaghi

Gianfranco Vicini

Angelino VignatiAlessandro Villa

Antonio VioliniGiorgio VozzaFulgido Zanchin

Unione Cooperativa Cremona;

Associazione lombarda;

Coop Lombardia;

San Pellegrino;

Associazione lombarda:

Coop Nord Milano;

Coop Lombardia;

Coop Lombardia;

Casorezzo;

Consorzio Lombardia;

Coop Lombardia;

Unione Cooperativa Cremona;

Villa Cortese;

Rho;

Ponte Tresa;

Associazione lombarda;

Ponte Tresa.

La crisi d'epoca. aperta a meta deglianni settanta dopo un lungo perio-do di espansione iniziato net secon-do dopoguerra, è in realtà una fasedi gigantesco cambiamento scienti-fico- . economico. sociale, culturaleche sta sconvolgendo le relazioni frale nazioni e all'interno dei singoliPaesi. Che da questi cambiamentivenissero tensioni anche drammati-che. non poteva essere evitabile, néimprevedibile L).

L'aspirazione dei cooperatori è que l-la della pace e della distensione. del-la sollecitazione al dialogo. al con-fronto e alla solidarietà.

I cooperatori rifiutano il solo pen-siero della violenza, dell'uso dellearmi. della guerra. Ed auspicano chedall'Italia si alzi forte la voce dellareagionc e della saggezza, per il su-peramento dei blocchi, delle con-trapposizioni di forza, dell'illusionedi risolvere con k armi le crisi politi-che e le difficoltà economiche. Lavecchia Europa. la vecchia e la nuo-va cooperazione non dimenticano latragedia della guerra e non voglionoriviverla.

Dalla relazione congressuale diAntonio Bertolini

E a nome della Associazione re-gionale che vorrei avanzare unaproposta al Congresso, unaproposta relativa alla costitu-zione di un fondo regionale perfinanziare una ricerca storicasulla cooperazione di consumoin Lombardia.

Vi è qui un patrimonio di espe-rienza. un insegnamento datrarre che non può andare di-sperso. Molte cooperative auto-nomamente lo hanno già inizia-to.

A Como sotto la direzione del-l'amico e compagno Peretta èstato raccolto ed elaborato unprezioso materiale.Sarà un contributo non solo allaconoscenza della cooperazionee alla sua evoluzione nel tempo,ma sarà anche un impegno alladiffusione degli ideali della co-operazione per il futuro.

Dalla relazione congressualeAntonio Bertolini

Alla fine del congresso al Consiglio, riunitosi immediatamente haprovveduto a nominare il presidente e il vice presidente riconfer-mando Antonio Bertolini ed Enrico Migliavacca nelle due cariche.Il Comitato di direzione sarà invece nominato nella prossima sedutadel Consiglio.

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uttoquello

leSulla facciata di Villa Olmo ilsimbolo delle "Giornate" poi ilvia alla manifestazione con ilconcerto di Severino Gazzel-Ioni il giorno dell'apertura.

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Migliaia di ragazzi di fronte a temi per essi nuovi nella manifes

L'igiene della bocca, comeusare lo spazzolino. Una le-zione pratica che serve a com-battere la carie.

Come si fa la spesa al super-mercato come scegliere il pro-dotto nel rapporto tra prezzo,contenuto e necessità.

In che stato sono le nostre ac-que? I fiumi, i laghi, i mari, chipiù chi meno, sono ammalati.Ecco l'animazione del turismoe della ecologia.

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4 L

Ogni manifesto un argomen-to, ogni argomento una lezio-ne, una discussione con tanteinformazioni utili per capirecosa è meglio, per essere pre-parati davanti al bombarda-mento della pubblicità.

Divertirsi imparando. Per ter-ra il grande tappeto, disegnodel gioco dell'oca. Ogni casellapuò insegnare qualcosa.

Ogni prodotto è fatto dí tanticomponenti, sapere quali èimportante. I ragazzi attentidavanti a una lezione di chi-mica pratica sui coloranti e inuna prova di lettura criticadell'etichetta.

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azione promossa a Como dalla CoophiL

insegnanti e giovani studenti si sono divertiti e impe-gnati di fronte a tutto quello che è stato esposto alle"Giornate dei giovani consumatori" di conio tra il 14 eil 25 novembre scorso. Per la prima volta la Coop haportato in Lombardia le "Giornate". Le lezioni, ipannelli, la spesa o il gioco dell'oca tutto è servito perattingere qualche informazione che sarà molto utileun giorno non lontano per non dire oggi stesso. Eccoqui un servizio fotografico, curato da Ildefonso DeStefani, sulle imprese" dei ragazzi futuri consu-matori.

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ira i regali di Babbo Natale o nella calza della Befana è sempre piacevole idFlavia Spania

1-2z 54 echiarne

FRrneseteracona

Natale, la grande festività cri-stiana che precedé di poco lafine dell'orno solare. In tutto ilmondo si festeggia la ricorrenzain modo sempre più ''consumi-stico", e si è preoccupati di ton-prare regali per parenti ed amicisenza scordare nessuno o di or-ganizzare vacanze importanti. Èl'occasione anche per riunionifamiliari-La lesta ,gastronomica in-evedepoímte tipiche della tradizionelocale anche se certe prepara-zioni sono ormai diffuse ini tuttaItalia. Di provenienza decisa-mente lombarda possiamo cita-re il panettone e il torrone, che•onunciate malto ratealmen te

qualcuno osa preparare ancorain casa data la dillholtà di ese-c•zione ed anche perché incommercio ne esistono di moltentarc-he e di molte qualità, Travitutte con ottime caratteristiche.Per quanto riguarda il torronepossiamo notare che non è fa-moso solo quello di Cremona,tua anche l'Abruzzo MoliseIre un prodotto analogo carote-ri.stito e di antica data. Il fattonon è assolutamente singolare,infatti questo dolce vanta originimolta antiche.Nell'antica Grecia ai tempi di

Pericle furono innovazioni incucina, Si cominciarono ad ap-prezzare i prodotti di origine ve-getale, dopo secoli "dedicati" ingran parte alla carne, e quindi sielaborarono preparazioni .seni-pre più raffinate e gustose. Inquesto periodo anche rane pa-sti•cera ebbe un grande svi-luppo.La base di tutti i dolci era ilmiele, dato che la scoperta dellozucchero è un /ano abbastanzarecente, che risale circa alla metàdel Settecento. Il miele non eramolto adatto per la preparazio-ne di torre, perché appesantival'impavut rendendolo appicci-coso ed anche la consenfizionenel tempo era più difficile, maera l'ideale come base per iltorrone.Allora come adesso il torrone inGrecia era preparato con se•a-mo e miele. (VIT aggiunta dichiara d'uovo. Più lardi il tor-rone preparato anche con lozucchero, e si può notare cosìl'influenza che ebbero gli Arabiin Sicilia, che già conoscevanola canna da zucchero. in quantonella loro lingua il torrone siehiantta qubbail a e nel vernaco-lo siciliano è ancora indicatocome clebbail a.

Per quanto riguarda la nascitade] torrone di Cremona la storiaci indica una data ben precisa: il24 ottobre 1441. In questo gior-no si celebrarono le nozze in unachiesina poco fuori città tra ilfamoso condottiero FrancescoSforza e la figlia di Filippo Ma-ria Visconti, Bianca Maria. Bian-ca Maria ricevette in dote dalpadre la città di Cremona edebbe cosi il titolo di "Signora diCremona".Questo matrimonio fu moltoimportante e ognuno cercò dicontribuire per la migliore ri-uscita di questa festa.Anche i cuochi vollero donarequalcosa di unico e prezioso allaloro Signora ed inventarono co-si questo dolce dal profumo deifiori costituito di miele. mandor-le e bianco d'uovo, che per ilcolore bianco e la consistenzasoda ricordasse le guance dellasposa.

lk famoso -Vorrai, il Torrionedella città, servi come modelloper la forma da dare al dolce cheprese anche lo stesso nome:"Torrione". Col tempo questaparola si trasformò in "torrone"come viene tuttora chiamato.Ma non si può dimenticareun'altra etimologia di questodolce che ritroviamo nei ban-chetti natalizi: deriva infatti, se-condo alcuni autori. dallo spa-gnolo "tu rròn", parola che pro-viene da "turar" che a sua voltatrae origine dal latino "torrere" ilcui significato è facile da intuire.e precisamente vuoi dire 'to-stare".Le mandorle sono infatti unodegli ingredienti fondamentalidel torrone e la maggior partedelle volte sono appunto tosta-te_

La linandoulae la noedoiladallnAslaall mondoromano

Il mandorla ha come patria d'o-rigine l'Asia Centrale ma si dif-fuse nel bacino mediterraneo giàin tempi remoti. Si trovanotracce di questa pianta persinonel Vecchio Testamento: già gliEbrei ne! XVI sec. a.C. laconoscevano.Probabilmente furono i Greci acominciarne la coltivazione, tan-to che Ippocrate (fine V sec.a.C.) citava le mandorle tra ivari frutti che possedessero pro-prietà medicinali. Catone (11sec. a.C.) divulgò queste tecni-che di coltivazione in Italia.chiamando questi frutti "nocigreche" o "noci di Thasos".Per crescere mandorlo neces-sita di un clima temperato e nonama assolutamente nebbia ebrina, ragione per cui è diffuso,per quanto riguarda l'Italia, so!-tanto nel Meridione. in zone incui l'inverno non è particolar-mente rigido: la coltivazione è

infatti concentrata in Sicilia ePuglia che offrono ben il 96 percento della produzione naziona-le.La nocciola. l'altro frutto seccoche appare frequentemente neitorroni spesso in compagnia dimandorle e pistacchi, è altret-tanto antica. Anch'essa pareabbia origini nell'Asia Minorema, date le minori esigenze cli-matiche. si diffuse rapidamentein quasi tutta l'Italia.I romani la ritenevano un fruttoconsueto e nazionale, tanto chela si ritrova. in varie epoche. an-che nei festoni decorativi di sar-cofaghi, balaustre e complessiarchitettonici in genere.

M pranzod nozzed une Sifonaed unaVisconti

elevino efJ ingegnz come farcelo in ras

In commercio si trovano invendita diversi tipi di torroneche differiscono tra loro non so-lo per la presenza di mandorle onocciole o pistacchi, ma ancheper la diversa consistenza_ chepuò essere decisamente duraoppure morbida, ed anche perla presenza di altri ingredienti.quali cacao, caffè, gianduia e,ultimamente, anche di GrandMarnier. La formulazione dibase è sempre la stessa: miele.zucchero, frutta secca, albumid'uovo ed ostie che si usano per"avvolgere" il tutto. I Formatipiù comuni variano dai 75 ai250 gr. e il prezzo cambia anchea seconda della composizione: itorroni a base di mandorle onocciole costano circa 12001-!hg, quelli con l'impasto più

morbido arrivano alle 1500Uhg, infine quelli più raffinati,e meno tradizionali, superanoanche le 1700 Lilig.Sc si volesse provare a confezio-nare in casa questo dolce cosìenergetico (100 gr. fornisconoinfatti circa 500 Kcal) il Carni-cina suggerisce le seguenti dosi:500 gr. di miele bianco, 575 gr.di zucchero. 600 gr. di mandorleshollentate e spellate, 3 bianchid'uova e alcune ostie. Bisogna

far giungere all'ebollizione ilmiele a fuoco moderatissimo.quindi si incorporano gli albumimontati a neve. In un altro paio-lo si deve scaldare Io zuccherofino a 34° 1 -40", quindi si aggiun-ge il composto precedente, si ri-tira dal fuoco e prima del com-pleto raffreddamento si mesco-lano anche le mandorle. Versareil tutto in stampi foderati conostie, mettere sopra un peso edopo 24 ore è pronto!

BIBLIOGRAFIAMassimo Alberini. 4000 anni a !avvia,Fratelli Fabbri Editori, 1972.Ottorina Penta Bozzi, La Lombardia in cucina,Giunti Martello Ed_ 1982.

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Avvfoo ai sodRicordiamo ai soci attivisti che entro il31.12.1983 vanno riconsegnate in negozio letesserine NUOVI SOCI COOP eventual-mente complete di bollirei. Parteciperannocosì all'estrazione premi del 1983.Chi invece non le avesse completate concor-rerà per il 1984.

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Quante cooperative hanno una storia come que-sta? Storia come Storia e storia come immagine.Per Capiago l'ha scritta Giusto Perretta. Dopoanni di milizia nella schiera dei cooperatori oggi siè fatto storico del movimento cooperativistico e hascritto questo ricco volume che è uno spaccatodella società comasca (Giusto Perretta. Gli annidella speranza. La cooperativa "Unione" di Ca-piago nella realtà storica comasca, Como, ediz.fuori commercio, 1983, pp. 159).

Parte da lontano, l'autore come è di prammatica,da periodi storici significativi e ricava da studiosidi storia patria le origini etimologiche di nomi eluoghi. Ma certo l'interesse è per la storia delmovimento operaio comasco. con le sue originiradicate nell'industria tessile, nelle leghe di resi-stenza. nei primi sindacati, nell'analisi dello sfrut-tamento umano.C'è una storia del fascismo con le sue estrinseca-zioni territoriali, le sue peculiarità comasche, il suogrottesco; e la risonanza, questa solo drammatica,delle guerre e della morte. Ma la storia della co-

operativa? E con ampiezza di dati, desunta deiverbali dei consigli di amministrazione e delle as-semblee generali dal 1911 al 19MO. Settant'anni divicende storiche nazionali di cui si trova l'eco, nonsbiadita, in pezzi di resoconti in brani di verbali, infrasi registrate nei resoconti e nei verbali. La vi-cenda di un'istituzione che, vasta negli anni diGiolitti quando la classe operaia italiana si facevaadulta, ritrova nei nostri decenni nuovi impulsi emotivi di sviluppo. Come tutte le cooperative.anche a Capiago si registrano i contraccolpi dellevicende nazionali insieme alla possibilità di misu-rare la capacità dei singoli gruppi di amministrato-ri, il loro saper essere all'altezza dei tempi, pronti acogliere le novità ed essere protagonisti oppure adessere superati dai tempi che camminano. Legataa questo c'è. di conseguenza. la possibilità di valu-tare l'incidenza della cooperativa nello sviluppodella vita sociale del centro in cui e radicata. Gio-cano le sensibilità individuali e di gruppo degliamministratori, la loro collocazione politica e an-che, spesso. la felice utopia di un socialismo uma-nitario e un po' Fabian°, di cui molte volte i coopc-

ratori si ammantano. E ci sono gli anni del fascis-mo, con le forme varie, di assalto delle istituzioni:colpire e distruggere, far chiudere o esercitare pres-sioni di ogni genere per sostituire il gruppo dirigen-te. A Capiago la tattica èstata quella della pressio-ne arrogante, minacciosa, dell'inserimento di unnumero di -Ceda' e quindi l'abolizione di ogniforma di democrazia interna. Tutto in nome deltotalitarismo fascista e dell'odio verso tutto ciòchesaper di operaio e popolare. Perretta ha ritrovato

Il primo spaccio dellaCooperativa nel 1911

ove è ancora aperto unnegozio di generi

alimentari

documenti preziosi negli archivi e li ha usati in unquadro ampio di racconto ma ha fatto ancheun'opera meritoria in appendice: ha ricostruitoanno per anno, località per località. l'esistenzadelle Società di mutuo soccorso, delle cooperativedi consuma e dei circoli cooperativi della provin-cia di Corno.Un contributo implicito alla storia centenaria (nel1986) della Lega delle cooperative e mutue.

a.sc.

Un libro di Giusto Perretta

Capil:o9 unsa cooperzfiva.con settant'anni ••ì stoica.

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Foto ricordo di un gruppo consiliare

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Cooperativa [ll ConsumoROGOREDO

5cieletò eloon. Coup. a Capitale

Anno 192 .... rLI RETTO

di Registrazione Marchette6e1 Socio

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-44iscritto al vc.

Copertina del libretto di un socio del 1925 e UNÌ certificato azionario

CERTIFICATO DEFINITIVOo

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COOPERATIVA EDIF1CATRICE ci ROGOREDOAPITALI:L 11_111.11,70

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Fabio Zanchi

Dal 1908 una cooperativa con case, circolo e supermercato

Appena fuori Milano, dove ini-ziano le nebbie e le case di Ro-goredo, c'è la cooperativa diconsumo. Mi avevano detto:"Vai, li, in via Freikafel (.olodopo ho scoperto che si trattavadi un monte della Carraia, e notidel nome di un ufficiale di Ra-detskipe fatti raccomare la lorostoria".Ci sono andato in una mattinadi quelle da manuale: a Milanoc'era un pallido sole novembri-no; le strade - corso Lodi, so-prattutto - erano impraticabiliper i lavori della metropolitana.Traffico spaventoso fino in piaz-zale Corretto. Poi, il nulla. Cioèla nebbia, finissima. - padanaD.O.C. impenetrabile, a segna-re la fine della metropoli e l'ini-zio di quello clie . fú (ma, in/Tra-rlo, è finiamo) un paese a•to-vacciato all'ombra che l ''gran Mi-lein". Non so come ho . latto artarrivare in via Freikqfel: giuroche non ho visto proprio niente,mentre nelle orecchie formarci

mi cantava "L'andriva a Rogo-redo a cerca i so danée...".Danari non ne ho troson (ancheperché non ne avevo persi nèRogoredo, nè altrove), in coni-penso ho tOn0Srialt) tre amici:Enrico Ol attirai, preside-gite dellasezione soci; Audio Zerti, perTrent'anni presidente del movi-mento cooperativo di Rogore-do, 70 anni compiuti il giornodella nostra chiacchierata (maho il sospetto che ne avesse la-sciati parecchi a casa, di anni);Renzo Rocca, vic'epres'identedella sezione soci, un giovane di71 anni, dal passo svelto e con ilgusto della battuta tagliente.ironica.È stato un bell'incontro, soprat-tutto perché, arrivato con l'in-tenzione di ripescare nella rite-moria le radici del movimentocooperativo di Rogoredo,fine della n'al firma me ne sono

andato dopo aver trovato chequelle radici avevano dato vitaad un solido tronco the, proprioin quest'ultimo scorcio di tem-po, sta dando nuovi /rutti. •L'esperienza cooperativa di que-sto paese alle porte di Milano,consolidatasi negli anni perl'impegno continuo dei suoi so-ci, ha insegnato qualcosa ancheai giovani che, autonomamentema con lo stesso spirito di de-cenni or sono, stanno ripercor-rendo forse le stesse strade deipiù anziani; senz'altro stannofacendo un'esperienza per moltiversi analoga a quella dei piùvecchi. in tutta armonia con l'e-sperienza e le eredità storiche delmovimenta cooperativo.Di questo si tratta:elencando i vari progressi e itanti traguardi raggiunti dallacooperazione di Rogoredo, èarrivato all'oggi. Lo spaccio, lecase costruite dalla sezione edili-catrice, il circolo con il bar e ilsalone delle feste e c'elle riunioni,

o

una cosa immensa.Racconta Oitolini:"Cerail rimorante, ma è stato chiuso(re anni fa. Adesso si sta pen-.sanclo a rinnovalo completa-mente.

Da cinque sei mesi il circolo contutto quello che ha intorno (lasala, den•vero enorme, l'ex risto-rante, ecc.) è gestito da una co-operativa di giovani. Sono unadecina, erano studenti, disoccu-paci, mafra di loro c'è anche chiha rinunciato al proprio lezioniper . fare questa esperienza.

Hanno seguito un corso di fin --ma:ione, e adesso viaggianocon le loro Ibrze. Sono stati (•-(ohi benissimo dai cerchi soci".Ecco uno dei filmi nuovi delMOVinienT17 cooperativo, da inco-raggiare. da valorizzare.del resto, stanno facendo aRogoredo.

In principioeranoi ferrovierie Re lorofamigie

Racconta Attilio Zerti: "La co-operativa èstata creata nel 1908,dai ferrovieri di R o goredo. In-fatti e nata come circolo dei fer-rovieri. Qui in paese. a queitempi. non c'era niente, non c'e-ra ancora nemmeno la chiesa. EMilano era più distante di oggi.Allora Rogoredo non dipende-va neanche da Milano: era sottoil Comune di Chiaravalle. e c'èstato fino al '25 o al '27. Rogo-

E venneill 5 53e portòla primacasa

"Sì - ammettono i nostri interlo-cutori - , indubbiamente gli annipiù duri furono quelli durante ilfascismo. La crescita del movi-mento venne congelata, anchese la cooperazione sopravvisse.con l'elezione del fiduciario ilquale, per Rogoredo, fu proprioquel Costa che poi diventò ilfederale di Milano".Attentati ne avete subiti? "Sì,uno. Ma non ebbe grosse con-seguenze. Fu quando. nel '22 ifascisti cremonesi, quelli di Fa-rinacci, arrivarono con macchi-ne e camion. Avevano intenzio-ne di bruciare il nostro circolo. Isoci si mobilitarono; intervenneanche un maresciallo dei Cara-binieri, con il quale avevamo ot-timi rapporti; lui e qualche socioparlarono un po' con questi fa-

rodo contava si e no quattromilaabitanti, compresa la frazione diSan Martino. Questo era unpaese costituito in massima par-te dai ferrovieri, ce n'erano moltiche avevano preso casa qui. conle famiglie, e dai lavoratori dellaRedaelli, quella che adesso staandando in malora, Sono quat-tro anni che è in crisi"."C'è una cosa che bisogna diresubito: il movimento cooperati-vo - dice Ottolini - conobbeun'espansione immediata. Nelgiro di otto anni vennero costi-tuiti la panetteria con Forno, ilcircolo, lo spaccio. 1 soci. in po-chi anni. passarono da 60a 16,4-E per tanto tempo rimasero 164.ma questo non è un dato nega-tivo. A quei tempi, infatti, i cir-coli non potevano avere la licen-za pubblica, così erano frequen-tati dai soli soci. Ecco la ragionedel numero chiuso che fu man-tenuto sino a pochi anni prima

scisti che furono convinti a desi-stere. La "spedizione" si risolsein un nulla di fatto, anche sequesti pretesero. per andarsene_di fare il pieno: fummo obbligatia dargli salami e bottiglioni divino".Secondo voi quali furono glianni più positivi? "Senz'altroquelli dopo il '53. quando ri-uscimmo a costruire la prima

del fascismo"."Nel '22 fu comperata la primacasa, dando corpo alla sezioneedificatrice - ricorda RenzoRocca.La Fase di espansione. che furallentata solo durante gli annidel fascismo, venne ripresa nel-l'immediato dopoguerra: nel '46infatti sorse la cooperativa fraoperai "l'Unione". in via Rogo-redo 13. In pochissimi anni,mentre la popolazione conti-nuava ad aggirarsi intorno alletremila persone q poco più,vennero costituiti due spacci".

casa. Pur avendo debiti da tuttele parti, ce la facemmo. La co-struimmo sul terreno della co-operativa, là dove c'era il giocodelle bocce, proprio dove adessoc'è il circolo.La nostra storia può essere rias-sunta così: partimmo con un bi-lancio di qualche migliaio di lire.era abbiamo un giro di qualchemiliardo^.

il circolo, lonpatrimoniogestitoda 1.1 pugno

iTagazzie ragazze

Le cifre: ora che Rogoredoconta circa ottomila abitanti,si calcola che più di un citta-dino per ogni famiglia resi-dente qui sia socio cooperati-vo. Un bel risultato. non c'èche dire. D'altra parte sareb-be difficile spiegare in altromodo l'atmosfera colta al su-permercato Coop. dove lagente arriva -spiegano i nostriamici - sicura di trovare unambiente del tutto familiare,con il macellaio (e un esempiosolo, che abbiamo notato, masiamo sicuri che se ne potreb-bero fare molti altri) che s'in-forma sulle 'ultime novità incasa" mentre taglia la carneper la cliente,"Qui si può toccare con mano-dice con orgoglio Ottolini -lasaldezza del rapporto esisten-te tra il movimento coopera-tivo e la gente di Rogoredo.Sono convinto che la conti-nuità storica che siamo riusci-ti ad affermare ha portato aduna certa identificazione af-fettiva tra i cosiddetti clienti(in realtà sano qualcosa di piùe di diverso) e la nostra orga-nizzazione". La quale - è benericordarlo per il settore "edi-ficazione" ha fatto passi dagigante: la Coop ha 330 ap-partamenti e ne costruirà altri70.Il 17 per cento degli abitantidi Rogoredo - è presto detto-sta in affitto negli apparta-menti del movimento coope-rativo. Un'ultima cosa sul cir-colo gestito dai giovani (e unarealtà a latere rispetto a quelladel "consumo", ma è ugual-mente importante, dal mo-mento che si proietta nel-l'immediato futuro).Ci ha detto Maria Teresa,una di loro: "La nostra è un'e-sperienza tutta da costruire,in espansione. Il nostro è iltentativo di non perdere unpatrimonio sociale preziosocome il circolo. Rispetto aivecchi cooperatoti e alla loroesperienza, direi che si trattadi protagonisti diversi in epo-che diverse: stiamo nascendocome sono nati loro, ma ildiscorso di fondo è sostan-zialmente lo stesso".