Parco del Delta del Po

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Da Cervia, sulla strada RomeaSs 309 in direzione Nord si supera Ravenna di almeno 10 km e si raggiunge la Pineta di San Vitale.

A destra su via del Fossatone ci si inoltra fi no alla Cà Vecia, dove c’è un ampio parcheggio e molti cartelli informativi sul Parco del Delta e sulla Stazione Pineta San Vitale e Pialassa Baiona. Ca’Vecchia è’ il Centro di didattica ambientale nella pineta di San Vitale e punto di partenza di escursioni guidate. Vi consigliamo il percorso più frequentato da Ca’ Vecchia fi no alla Pialassa Baiona, un’area dove nidifi -cano aironi, folaghe, anatre fi no alla laguna salmastra ricca di pesce e avifauna. Siete immersi nell’ambiente e la guida vi farà gustare ogni minimo particolare sia della fl ora,sia della fauna, vi svelerà i segreti degli equilibri ambientali delle zone umide e pinetali.Si visita la laguna su un lungo argine: e la laguna più rilevante del litorale emiliano romagnolo, il nome Pial-lassa si fa derivare dalla dinamica di entrata e uscita dell’acqua di mare nell’invaso, quindi “piglia” e “la-scia”.

Quando si ritorna sulla statale in pochi minuti si raggiun-ge l’area di Punte Alberete, una foresta allagata fre-quentata come oasi ambientale dotata di comodi punti di osservazione per il birdwatching.La vegetazione è costituita di Salice, Frassino, Pioppo, Olmo, Farnia, Frangola, ed Ontano, sempre inframmez-zata, nelle bassure, da ampi specchi d’acqua abitati da

Ninfea bianca e Salvinia, Saliceti, Giuncheti.Vi segnaliamo l’accesso al sentiero “3A” del Parco del Delta in prossimità dell’ampio Parcheggio attraversan-do il Canale Fossatone grazie al ponticello.

Sul sentiero “1A” potete raggiungere la torretta di os-servazione di Valle della Canna dalla quale è possibile scorgere a trecentosessanta gradi il paesaggio palu-stre.

Durante il percorso, se assistiti da una guida esperta potrete scoprire le fi oriture più vistose: Orchidea, Iris giallo, Giunco fi orito, Salcerella, Campanellino e Ninfea bianca. E le diverse creature che vivono in questo am-biente pesci, rettili (fra cui la testuggine palustre), anfi -bi (rane, rospi, tritoni), insetti, molluschi e rare specie di uccelli: la grande garzaia di Punte Alberete ospita Airone rosso, bianco e cinerino, Sgarza ciuffetto, Ibis mignata-io (simbolo dell’Oasi) e molti altri ancora.

Vi segnaliamo l’accesso al sentiero “3A” del Parco del Delta in prossimità dell’ampio Parcheggio attraversan-do il Canale Fossatone grazie al ponticello.

Sul sentiero “1A” potete raggiungere la torretta di os-servazione di Valle della Canna dalla quale è possibile scorgere a trecentosessanta gradi il paesaggio palu-stre.

L’itinerario prosegue con una motivazione storica ver-so la Cascina Guiccioli nella località di Mandriole. Sulla

Passeggiata nelle Oasi del Parco del Delta del Po

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provinciale, dopo appena un centinaio di metri, al n. 286 di Via Mandriole .La Cascina è il luogo dove morì Anita Garibaldi morì il 4 agosto 1849 alle ore 19.45. Qui, infatti, Garibaldi (inter-cettato dagli Austriaci nel tratto di mare tra Cesenatico a Venezia) trovò riparo dopo lo sbarco fortunoso a Ma-gnavacca (Porto Garibaldi, località Palazza). La Fattoria è visitabile: al piano terra sono visibili immagini inte-ressanti di Anita e di Giuseppe e materiale iconografi co sulla trafi la; al primo piano, è stato sistemato il letto dove Anita spirò.

Si prosegue verso Sant’Alberto, in via Rivaletto n. 25 dove, all’interno del “Palazzone”- ex fabbrica cinque-centesca è ospitato il Centro Visite del parco del del-ta del Po. Nell’edifi cio sono attive due realtà utili per la conoscenza del territorio: il Centro Visite del Parco “Stazione Pineta di San Vitale e Pialasse di Ravenna” e il Museo Ravennate di scienze Naturali. Il Museo di Scienze Naturali nasce nel 1970 - ospitato nei locali del-la Loggetta Lombardesca di Ravenna - grazie alla rac-colta ornitologica donata al Comune di Ravenna dalle sorelle di Alfredo Brandolini, famoso naturalista raven-nate. La collezione Brandolini raccoglie gli uccelli della provincia di Ravenna e della Romagna, tutte le specie che dalla via Emilia popolano le pianure, le pinete e le valli fi no al mare, a partire dal pettirosso che fu il pri-mo esemplare ad essere imbalsamato dal Brandolini nel 1906. Le nuove acquisizioni hanno ampliato il museo che oggi conserva anche le farfalle diurne e notturne d’Italia con 117 specie, farfalle esotiche, i cerambicidi

delle pinete ravennati, i mammiferi e i rettili del ra-vennate, le conchiglie dell’Adriatico, di acqua dolce e di terra della Romagna. Vi sono organizzate l’ovoteca, una collezione di uova schedate che possono essere viste dal pubblico, la discoteca, con dischi e cassette su uccelli e di altri animali di ogni continente, l’emeroteca con rivi-ste scientifi che di tutte le parti del mondo. La biblioteca scientifi ca è dotata di libri antichi e di pregio, dal 1500 ai nostri giorni.

Ultima tappa di questo itinerario è il famoso Capan-no Garibaldi, seguendo la strada per Marina Romea, in via Baiona. Il Capanno del Pontaccio, che fu luogo di riparo per Giuseppe Garibaldi braccato dagli austria-ci durante la sua fortunosa fuga nell’agosto del 1849, per questo motivo viene chiamato Capanno Garibaldi. Oggi la struttura è gestita dalla Società Conservatrice del Capanno Garibaldi. Capanno Garibaldi è facilmen-te raggiungibile anche dei 9 centri balneari di Ravenna. Terminata la sosta al Capanno, si rientra a Ravenna ( 15 min. circa ).L’intero percorso si può effettuare impegnando una gior-nata.

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