PARCO INTERREGIONALE del DELTA del PO · annoverare la Salicornia Veneta, ... gior interesse...

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Q uesto parco non viene annoverato tra quelli marini, ma merita certo di essere descritto per alcune delle sue peculiarità. Si potrebbe definire un parco “anfibio”, data la coesistenza di mare, terra e zone umide, che non trova riscontro in Italia. Un’altra caratteristica unica è la collaborazione tra le due Re- gioni Veneto ed Emilia-Romagna che, pur gestendo autonoma- mente ciascuno il proprio parco (tanto che non esiste ufficial- mente la dizione “Parco Interregionale”), hanno tuttavia svi- luppato una comunicazione integrata (l’accesso al sito Inter- net è comune) e creato significative sinergie, riconoscendo che la natura e la cultura non sono soggette a rigidi confini amministrativi. 12 Marinai d’Italia Marinai d’Italia 13 PARCO INTERREGIONALE del DELTA del PO Ente Parco Regionale del Delta del Po - VENETO Ente Gestore Via Marconi 6, - 45012 Ariano Polesine (RO) Tel. 0426372202 - Fax 0426373035 www.parcodeltapo.org [email protected] Capitaneria di Porto: Chioggia, Sede Staccata di Pila Tel. 0426387055 Il territorio Caleri Giardino Botanico di Porto Caleri Ca' Pisani Ambiente tra laguna e fiume. Ca' Zen Garzaia in una piccola golena. Panarella Oasi fluviale di 25 ettari Po di Goro Ramo più antico fra quelli attivi con il fiume senza che vi sia intervenuto l'uomo a forzarne il corso. Statale Romea Otto cordoni di dune fossili risalenti a diverse epoche, dalla Preistoria al Rinascimento. Porto Viro, Rosolina e Ariano Con le dune. Scano Boa Luogo "simbolo" raggiungibile solo in barca. Isola di Batteria Riserva naturale sulla foce del ramo principale del Po Consorzio di Gestione del Parco Regionale del Delta del Po - EMILIA-ROMAGNA Ente Gestore Via Mazzini, 200 44022 Comacchio (FE) Tel. 0533 314003 - Fax 0533 318007 www.parcodeltapo.it [email protected] Le Stazioni del Parco Stazione 1 Volano – Mesola – Goro Stazione 2 Centro storico di Comacchio Stazione 3 Valli di Comacchio Stazione 4 Pineta di San Vitale e Piallasse di Ravenna Stazione 5 Pineta di Classe e Salina di Cervia Stazione 6 Campotto di Argenta Da sinistra: il Faro del Po di Goro, il Faro di Punta Maistra, il Faro di Pila

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Q uesto parco non viene annoverato tra quelli marini, mamerita certo di essere descritto per alcune delle suepeculiarità.

Si potrebbe definire un parco “anfibio”, data la coesistenza dimare, terra e zone umide, che non trova riscontro in Italia.Un’altra caratteristica unica è la collaborazione tra le due Re-gioni Veneto ed Emilia-Romagna che, pur gestendo autonoma-mente ciascuno il proprio parco (tanto che non esiste ufficial-mente la dizione “Parco Interregionale”), hanno tuttavia svi-luppato una comunicazione integrata (l’accesso al sito Inter-net è comune) e creato significative sinergie, riconoscendoche la natura e la cultura non sono soggette a rigidi confiniamministrativi.

12 Marinai d’Italia Marinai d’Italia 13

PARCOINTERREGIONALE del

DELTA del PO

Ente Parco Regionale delDelta del Po - VENETO

Ente GestoreVia Marconi 6, - 45012 Ariano Polesine (RO)

Tel. 0426372202 - Fax 0426373035www.parcodeltapo.org

[email protected] Capitaneria di Porto:

Chioggia, Sede Staccata di PilaTel. 0426387055

Il territorioCaleri

Giardino Botanico di Porto CaleriCa' Pisani

Ambiente tra laguna e fiume.Ca' Zen

Garzaia in una piccola golena.Panarella

Oasi fluviale di 25 ettariPo di Goro

Ramo più antico fra quelli attivi con il fiumesenza che vi sia intervenuto l'uomo

a forzarne il corso.Statale Romea

Otto cordoni di dune fossili risalenti a diverse epoche,dalla Preistoria al Rinascimento.

Porto Viro, Rosolina e ArianoCon le dune.

Scano BoaLuogo "simbolo" raggiungibile solo in barca.

Isola di BatteriaRiserva naturale sulla foce del ramo principale del Po

Consorzio di Gestionedel Parco Regionale delDelta del Po - EMILIA-ROMAGNAEnte Gestore Via Mazzini, 200 44022 Comacchio (FE)Tel. 0533 314003 - Fax 0533 [email protected]

Le Stazioni del ParcoStazione 1Volano – Mesola – GoroStazione 2Centro storico di Comacchio Stazione 3Valli di ComacchioStazione 4Pineta di San Vitale e Piallasse di RavennaStazione 5Pineta di Classe e Salina di CerviaStazione 6Campotto di Argenta

Da sinistra:il Faro del Po di Goro,il Faro di Punta Maistra,il Faro di Pila

In questo ambito si è anzi sviluppata l’Associazione “Deltachiama Delta” che costituisce il primo network internazionaledi Zone-Ramsar. La Convenzione di Ramsar, difatti, tutela le zo-ne umide e quelle costiere. “Delta chiama Delta” riunisce, ol-tre ai due Parchi Regionali del Delta del Po, la Riserva rumenadel Delta del Danubio, il Parco Naturale spagnolo del Deltadell’Ebro, ed il Parco Regionale francese della Bière, ed haprodotto la cosiddetta Carta di Comacchio, come piano opera-tivo per la salvaguardia delle zone umide europee.

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Dal punto di vista morfologico il Delta del Po racchiude un’in-numerevole varietà di ambienti, creati dal continuo incontrotra acque dolci, acque marine, acque salmastre, paludi, sec-che, spiagge e terra ferma. Questo panorama, a tratti selvag-gio, porta spesso le tracce degli insediamenti e dei condizio-namenti dell’uomo attraverso secoli di convivenza.Nel tratto veneto, dalla foce dell’Adige fino alla foce del Po diGoro, s’incontrano ampi paesaggi agricoli, solcati da canali edai rami del grande fiume.

Ville nobiliari, paesi agricoli, impianti industriali si alternano lun-go le sponde delle vie d’acqua, fino a quando, con l’avvicinarsial mare, le tracce dell’opera dell’uomo per controllare ed imbri-gliare il corso del fiume si perdono in un dedalo inestricabile disacche, valli e sacche. Col termine valle, nell’ambito di quel par-ticolare ambiente che è il Delta, si intendono delle aree chiuseda piccoli argini, che scambiano comunque con l’esterno.Nel territorio veneto si trovano sei delle sette bocche dei ramiin cui si divide il maggiore fiume italiano: Po di Levante, Po di

Parco interregionale del DELTA DEL PO

A nche se non fanno partedel Parco, vale però la

pena di ricordare le Tegnue.Si tratta di alcune oasirocciose che spuntano dalfondale fangoso e sabbioso

dell’alto Adriatico a sud-estdi Chioggia e quindi ai confinidel Parco.Il nome deriva dal termine“trattenute”, e si riferisce allereti a strascico dei pescatori,

quando incappavano in questerocce.Le Tegnue costituiscono unhabitat ideale per diversespecie: astici, gronghi,corvine, e spugne variopinte,

tanto da essere divenute(anche a causa della protezioneofferta contro i pescatori) unavera oasi di popolamentonaturale, che dal 2002 èdivenuta Zona di Tutela

Biologica. Le caratteristicheinconsuete di questi piccoliambienti sono una rarità perl’alto Adriatico.Chi è interessato alle Tegnuepuò trovare numerose

informazioni anche su Iternet inwww.tegnue.it, Tegnue diChioggia - Palazzo Morari -30015 - Chioggia (Ve). Il sito èdi grande valore e merita unavisita ben approfondita in

quanto ricchissimo diinformazioni. La galleria di fotoè assolutamente eccezionalebasti pensare che è opera di 8diversi fotografi subacquei conben 770 foto catalogate.

Le TEGNUEdi Chioggia

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Località d’imbarco: Isolaverde di ChioggiaStaff con 5 Istruttori

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DIVING

L’Associazione Tegnue di Chioggia - onlus - per favorirela fruizione turistica e la tutela dell’ambiente

ha predisposto apposite mappe e schede informativedisponibili su questo sito. La mappe fornite, per quantoprecise e dettagliate, non sostituiscono la cartografiaufficiale, obbligatoria ai fini della navigazione.I punti di immersione all’interno della Zona di TutelaBiologica sono segnalati da boe luminose per l’ormeggio.

QUESTI I CENTRI CHE ORGANIZZANO PERIODICAMENTE IMMERSIONI SULLE TEGNUE, DOPO AVERLI “ADOTTATI”

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Maistra, Po della Pila, Po della Tolle, Po di Gnocca (o dellaDonzella), Po di Goro. Complessivamente questa rete di cana-li offre quasi 200 km navigabili, a cui aggiungere innumerevolialtre vie d’acqua percorribili con canoe o piccole imbarcazio-ni, attraverso luoghi estremamente suggestivi, che venti e ma-reggiate provvedono di continuo a ridisegnare.Qualsiasi descrizione del Delta, per quanto dettagliata, sareb-be necessariamente incompleta, per cui bisognerà forzata-mente limitarsi ad alcuni cenni.

Si potrebbe dividere idealmente il territorio veneto del Parco intre parti principali. Quella più settentrionale va dalla foce dell’A-dige a quella del Po di Levante, e comprende una serie di nove ,valli, all’interno della laguna chiusa versa il Mar Adriatico dallalingua di terra di Rosolina e dall’isola di Albarella (divenuta in an-ni recenti una rinomata località balneare). All’estremità di del lito-rale di Rosolina s’incontra il giardino botanico di Porto Caleri, unadistesa incontaminata e selvaggia di circa 24 ettari, dove si trova-no dune, lagune e barene, dove crescono le diverse vegetazioni

Parco interregionale del DELTA DEL PO

AnguillaL'anguilla è caratterizzata da uncorpo serpentiforme che va strin-gendosi nella parte posteriore, dauna pelle priva di squame, da unpeso massimo di 5 Kg e dallacapacità di sopravvivere fuoridall'acqua per lunghi periodi.L'anguilla ha un olfatto incredibileche le permette di percepire l'odo-re di un lombrico anche a 10 metridi distanza, caratteristica che deveessere presa in considerazioneper una battuta di pesca di sicurosuccesso.La sua preferenza per i fondalimolli rendono il Delta del Po il suohabitat ideale. Il Decreto Legislativon.173 del 30 aprile 1998 ha classi-ficato l'anguilla tra i prodotti agroa-limentari tradizionali.Il territorio interessato alla pro-duzione comprende le valli deldelta del Po e i Comuni diRosolina, Porto Viro, Porto Tolle,Ariano nel Polesine in provinciadi Rovigo.

La pesca va effettuata preferibil-mente di notte o all'imbrunirecon marea in forte crescita, rima-nendo vicino alla riva dove l'an-guilla va a cercare cibo ed in luo-ghi possibilmente isolati o moltodistanti dalle vie di comunicazio-ne. Le esche preferite sono senzadubbio il verme di terra e le inte-riora di pollo non lavate.L'anguilla è un pesce prelibato secucinato alla brace; questo tipo dicottura fa perdere quasi tutto il gras-so all'anguilla rendendone la carnedi una fragranza unica. Fare atten-zione al sangue dell'anguilla che,essendo tossico, non deve arrivarea contatto con eventuali ferite.

SiluroDegna di nota è la pesca del siluroche con le sue carni saporite e lasua lunghezza che può superare i 2metri di lunghezza rappresenta unasicura attrattiva per pescatori eappassionati di pesca. Il predatoreper eccellenza era in passato il luc-cio, ormai soppiantato dal siluro,specie del centroeuropa, che hatrovato nelle acque del Po unambiente molto favorevole alla suacrescita ed alla sua riproduzione. Altri specie particolarmente inte-ressanti da pescare sono: pescegatto, carpa, tinca, cavedano, scar-dola, alborella, triotto, savetta,barbo comune, persico reale.

La pesca nel Delta del PoLa fauna acquatica del Po e del suo Delta è caratterizzata da una grande varietà di specie animali che può offriremomenti indimenticabili agli amanti della pesca d'acqua dolce ed in particolare della pesca all'anguilla e del siluro.

tipiche dei vari ambienti. Tra le più tipiche bisogna sicuramenteannoverare la Salicornia Veneta, una specie alofita stagionale,ben adattata ai terreni ricchi di sale ai bordi delle lagune e sullebarene, che in autunno assume una intensa e spettacolare colo-razione rosso-arancione.La bocca di Po di Levante è percorribile anche da navi di (relati-vamente) elevato dislocamento, e consente di accedere poi al POe al Canalbianco.Ai tempi della Serenissima Repubblica Veneta era operativo ilCanale di Loreo, che dava l’accesso alla Laguna di Venezia,dove ancora oggi è possibile vedere l’antica lapide con i pe-daggi da pagare per il transito delle imbarcazioni. L’intero Del-ta, così come lo conosciamo oggi, deriva dalla decisione deiveneziani di scavare il “Taglio di Porto Viro” tra il 1600 ed il1604. Questa importante opera idraulica, con la sua inaugura-zione, deviò il corso del Po, che stava progressivamente inter-rando la Laguna di Venezia, portando le sue acque a scorrereverso est. La cosa portò alla progressiva nascita del Delta e,nel contempo, bloccò le ambizioni di espansione politico-mili-tare di Ferrara e del Papato.La seconda zona, più a sud, comprende la grande area delleValli tra la foce del Po di Levante e quella del Po di Maistra. Inquesta zona vi sono numerosi allevamenti ittici (orate, cefali e

branzini), e le valli sono particolarmente ricche di avifauna acqua-tica, che costituisce la gioia degli appassionati di bird-watching.Il Po di Maistra, con la sua incredibile ricchezza di specie anima-li e vegetali, costituisce il punto di maggior biodiversità e di mag-gior interesse scientifico dell’intero Parco.Questa zona comprende anche la cosiddetta Via della Bonifi-ca dove le valli esistenti sono state chiuse e trasformate in ter-reni agricoli. Intorno alle Bocche del Po di Pila s’incontra l’e-stremità più avanzata del Delta.Il Po che arriva fino a qui prende anche il nome di Po di Vene-zia, ed è il ramo che presenta, di gran lunga, le maggiori di-mensioni. Qui gli argini distano tra loro di oltre un km, ed oltrealla maestosità del grande fiume, la cosa che più colpisce il vi-sitatore è la consapevolezza di queste terre in perenne modi-ficazione. Dove ieri c’era il mare o la laguna salmastra oggi c’èuna spiaggia o un’isoletta, e domani...chissà.Il Po di Pila si getta in mare attraverso tre diversi percorsi: Busadi Tramontana, Busa Dritta e Busa di Scirocco, intorno alle qua-li si sono andate formando spiagge, canneti e barene. Prose-guendo verso sud si trova la grande isola di Polesine e, lungo ilcorso del Po di Tolle i suggestivi abitati di Scardovari e Bonelli,con le caratteristiche case dei pescatori dipinte in colori vivaci,ed i camini a dado, così diverse dalle grandi costruzioni rurali.

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Dopo la foce di Po di Tolle si apre la grande Sacca dei Scor-dovari, quasi completamente chiusa da un nuovo scanno informazione naturale (una sottile linea di terra che emerge dalmare, esito dei sedimenti accumulati).Opere idrauliche mantengono aperta la comunicazione conl’Adratico ed assicurano il costante ricambio d’acqua all’in-terno della grande Sacca, dove viene coltivato l’oro del Delta,ovvero i grandi allevamenti di vongole e cozze, dove i pesca-tori lavorano immersi con l’acqua alla cintola.Lungo l’ampio delta si trovano quattro fari suggestivi: sull’Iso-la di Albarella, alla Busa Dritta del Po della Pila, all’estremitàmeridionale dell’Isola di Polesine ed infine allo Scanno di Go-ro, sul lato romagnolo del Po di Goro.Il Parco dell’Emilia-Romagna è sensibilmente diverso, congran parte dei terreni che hanno subito interventi di bonificadal medioevo al novecento. Il Parco comprende cinque diver-se aree con preziose caratteristiche ambientali, separate traloro da zone con una maggior antropizzazione.A nord la grande sacca lagunare di Goro, compresa tra la fo-ce del Po di Goro e quella del Po di Volano, con canneti, cor-doni sabbiosi e valli da pesca. Qui s’incontra la medioevaleAbbazia di Pomposa ed il bel faro dello Scanno di Goro. Que-st’ultimo dopo il secondo conflitto mondiale è stato ricostruito,

spostandolo di quasi 2 km verso il mare, dato che il progressi-vo avanzamento della terra l’aveva portato progressivamenteall’interno, facendogli perdere parte della sua funzione.Le Valli di Comacchio sono quanto rimane del grande comples-so delle valli da pesca che è in parte scomparso con le bonifi-che. È una sequela a perdita d’occhio di specchi d’acqua inter-vallati da argini e dossi naturali. Le acque salmastre ricche dinutrimento attirano decine di migliaia di uccelli. Le valli da pe-sca sono state utilizzate da secoli per attirare e catturare i pe-sci, in particolare le anguille che sono un prodotto tradizionaledi questa zona, tanto che sono stati recentemente restaurati ilocali della Manifattura dei Marinati, dove venivano lavorate leanguille agli inizi del Novecento. Il pescato veniva trasportatocon le Màrote, imbarcazioni a fondo piatto, con il fondo ed fian-chi forati perchè fungessero da vivaio mobile. Nelle valli eranoattive anche le saline, ormai da tempo abbandonate, dove peròda qualche anno sostano numerosi i fenicotteri rosa.Le Pialasse di Ravenna sono lembi di antiche lagune, oggi de-limitate dagli insediamenti turistici e da quelli industriali delRavennate, che sono popolati da numerose specie di uccelli.Le Saline di Cervia, tutt’ora in attività, sono un’importante testi-monianza dell’evoluzione di questa attività tradizionale. Vi so-stano numerosi uccelli, specie durante l’inverno.In ultimo il Campotto di Argenta, circa a 30 km nell’interno, re-siduo delle paludi che un tempo si estendevano nella bassapadana, prima delle massicce bonifiche.

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La Direzione di Marinai d’Italia apprezza vivamentelo strordinario impegno dell’associazione“Tenue di Chioggia” e il suo Presidente Piero Mescalchin.www.tegnue.it è uno dei più completi siti che,in assoluto, abbia mai visitato.Ringrazio anche i fotografi autori della galleria di immaginie cioè: Dino Basso,Stefano Demin, Luciano Franceschi,Michele Guarneri, Marco Libralato, Silvia Marafatto,Piero Mescalchin, Giovanni Vio.

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