PARCHEGGI - Mancosu Editore · Domotica: sono solo alcuni degli argomenti affrontati dai più...

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edilizia ambiente territorio notiziario bimestrale di ingegneria – anno VII n. 37-38 maggio-agosto 2011 POSTE ITALIANE S.P.A. SPEDIZIONE IN A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n.46) Art.1 c.1 – DCB – ROMA PARCHEGGI a Roma L’energia geotermica

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numero 37-38, anno VII,maggio-agosto 2011

redazione00136 Roma, via Alfredo Fusco 71/atel. 06 35192249-59 fax 06 35192260redazione.ingegnere@mancosueditore.itwww.mancosueditore.eu

direttore scientifico: CARLO MANCOSU

vice direttore: ENRICO MILONE

direttore responsabile: FABIO MASSI

responsabile di redazione: PAOLA SALVATORE

redazione: VALENTINA COLAVOLPE

comitato di redazione

GIAN LUCA BRUNETTI (G.L.B.)architetto

GIOVANNI CARBONARA (G.C.)architetto, direttore della Scuola di Specializzazione in Restauro deiMonumenti, Università “La Sapienza”di Roma

VALERIO CASALI (V.C.)architetto

LUIGI MAURO CATENACCI (L.M.C.)architetto

ANDREA CINUZZI (A.C.)ingegnere

MARCO DEZZI BARDESCHI (M.D.B.)ingegnere e architetto, professore di restauro architettonico, Politecnico di Milano-Bovisa

LAURA FACCHINELLI (L.F.)dottoressa

GIUSEPPE GISOTTI (G.G.) geologo e forestale, presidente SIGEA

CARLO MANCOSU (C.M.) editore

CARLO MANNA (C.Ma.)ingegnere, responsabile RapportoFonti Rinnovabili, ENEA

FABIO MASSI (F.M.)giornalista

EUGENIO MELE (E.Me.)avvocato, consigliere di Stato

ENRICO MILONE (E.M.)architetto, presidente Centro StudiOrdine degli Architetti PPC (Cesarch)Roma

PLINIO PERILLI (P.P.) scrittore e critico

ELIO PIRODDI (E.P.)ingegnere, professore di Urbanistica,Università “La Sapienza” di Roma

CLAUDIO PODESTÀ (C.P.) ingegnere, professore di Tecnica ed Economia dei Trasporti, Politecnico di Milano

FULCO PRATESI (F.P.) architetto, presidente onorario WWF Italia

SILVANO STUCCHI (S.S.) ingegnere, professore di ArchitetturaTecnica, Università Tor Vergata di Roma

PAOLINO ZAPPATORE (P.Z.) ingegnere

collaboratori

MARIAGRAZIA BARLETTA, architettoANTONIO CAPPUCCITTI, ingegnereMARIO DALL’AGLIO, geochimicoORIANA GIOVINAZZI, architetto

impaginazione e grafica

LUCIANO CORTESI, ROBERTO DI IULIO, FABIO ZENOBI

editore

M.E. Architectural Book and Review S.r.l. 00136 Roma, via Alfredo Fusco 71/atel. 06 35192255 fax 06 [email protected]

responsabile trattamento dati

CARLO MANCOSU

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M.E. Architectural Book and Review S.r.l.00136 Roma, via Alfredo Fusco 71/atel. 06 35192283 fax 06 [email protected]: 6 numeri – € 60,00tel. 06 35192256 fax 06 35192264

stampa

Arti Grafiche Service s.a.s.Città di Castello (PG)

in copertina: PARCHEGGIO IN PIAZZA CAVOUR

A ROMA, le strutture provvisionali di sostegno del monumento

Autorizzazione del tribunale di Roma n. 245 del 22.06.2005ISSN 1826-0535

Gli articoli firmati esprimono solol’opinione dell’autore e non impegnano la redazione, la quale è disponibile a riconoscere eventuali diritti d’autore per le immagini pubblicate, non avendoneavuto la possibilità in precedenza.

I manoscritti, anche se non pubblicati,non si restituiscono.

La rivista è consultabile anche sul sito:www.mancosueditore.eu

Le copie sono distribuite a tutti gli iscritti agli ordini degli ingegneri d’Italia,enti e istituzioni varie

in questo numeron.37-38edilizia ambiente territorio maggio-agosto 2011

notiziario bimestrale di ingegneria

Questo periodico è associatoall’Unione Stampa PeriodicaItaliana

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PRIMO PIANOParcheggi interrati in ambiente urbanoLe esperienze in corsonella Capitaledi Andrea Cinuzzi

Il sistema top-downParcheggi con la tecnica del TDICParcheggio in Via RistoriParcheggio in Via TevereParcheggio in Via TripoliParcheggio in Viale PartenopeParcheggioin Via Teodorico

GEOLOGIAPresente e futuro delle energierinnovabili: il ruolodella geotermiadi Mario Dall’Aglio

INFORMATICAInarcassa: la dichiarazionedei redditi è solo on-linedi Mariagrazia Barletta

GIURISPRUDENZAI riti speciali del Codice del ProcessoAmministrativodi Eugenio Mele

RASSEGNA STAMPAa cura di Fabio Massi76

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uovo ambizioso lavoro della Casa Editrice: manuali monografici su temi tecnologici e tipologici di architettura

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L’intento è offrire al professionista o allo studente un prezioso e indispensabile ausilio, traducibile in misura significativa nell’abbattimento drastico di tempi e costi spesi in aggiornamenti e ricerche, potendo così snellire, agevolare e migliorare il lavoro della progettazione.

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Il cuore di ogni volume è costituito da un ampio e dettagliato repertorio di schede relative a realizzazioni nazionali e internazionali che a piccola e a grande scala rappresentano degli esempi del “buon progettare”.

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L’acquisto dei manuali appartenenti alla collana concede al cliente la possibilità di visualizzare on-line il contenuto di ogni singolo volume tramite il sito internet www.mancosueditore.eu, potendo utilizzare i testi, le immagini e i disegni pubblicati, sempre aggiornati in forma gratuita (l’aggiornamento scade nel momento in cui viene prodotta la nuova edizione, che mediamente avviene ogni cinque anni; all’uscita della nuova edizione il possessore dell’opera potrà esercitare il diritto della “rottamazione”).

La collana TecnoTipo si compone di titoli realizzati e di titoli in fase di realizzazione, di prossima pubblicazione.

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I l tema dei parcheggi è particolarmente attuale e impor-tante vista l’influenza che riveste la carenza di queste

strutture nei confronti del problema del traffico.La mancanza di specifiche aree adibite a parcheggio con-nessa con il sempre crescente numero di veicoli stazio-nanti sulle strade è uno dei principali fattori che determi-nano il problema del traffico nei centri urbani.Le migliori condizioni economiche della popolazione, ledifferenti mode, i sempre più frenetici ritmi di vita hannodeterminato nuove esigenze di movimentazione, vuoi perraggiungere i posti di lavoro, vuoi per raggiungere i luoghidi svago, hanno fatto aumentare a dismisura il numerodei veicoli presenti nelle aree urbane. Molti di questi veicoli, data la scarsità di idonee aree chene possano permettere lo stazionamento, trovano allog-giamento ai cigli delle strade e certe volte, con tenden-za sempre più evidente, invadono anche le corsie di mar-cia più distanti dai marciapiedi. Questo fatto determi-na un restringimento delle sedi stradali limitandone for-temente le funzioni per le quali sono state realizzate.

Le strade, inventate e potenziate nelle loro funzioni origi-narie dai romani, con il fondamentale scopo di agevolare icollegamenti tra i vari centri urbani o le varie aree, vengo-no così a perdere la loro funzione principale che è quella deltransito e non certo quella di sosta per i veicoli. Il continuostazionamento dei veicoli nelle sedi stradali ne limita que-sta specifica funzione creando enormi problemi al traffico. Non solo, le persone, snervate da lunghe ed estenuanti fi-le, una volta arrivate sul luogo di lavoro sono costrette aperdere altro tempo nella vana ricerca di un posto per par-cheggiare il veicolo fino a che, del tutto esasperate, deci-dono di lasciarlo in seconda fila riducendo così ulterior-mente la sede stradale e creando altri problemi alla circo-lazione. È il problema del cane che si morde la coda, unproblema ciclico che si avviluppa su se stesso. Non è raronotare strade originariamente progettate con tre corsie dimarcia per carreggiata che permettono il transito dei vei-coli solo sulla corsia più esterna. Altre volte, sempre perdisperazione oltre che per maleducazione, le persone sta-zionano le auto addirittura sui marciapiedi rendendo di fat-to caotico e faticoso anche il transito pedonale con ulte-riori negative ripercussioni sulla qualità della vita.Nella città di Milano questa cattiva usanza è stata addirit-tura legalizzata dal Comune che ha localizzato, median-te delimitazione di strisce blu, le aree di sosta sui marcia-piedi di alcune strade.Ecco allora che se vogliamo risolvere l’ormai annoso pro-blema del traffico dovremmo cominciare per prima cosaa facilitare lo scorrimento dei veicoli sulle strade renden-do libere le corsie occupate dalle macchine in sosta e perfar questo è necessario creare specifiche aree da adibire aparcheggio.Purtroppo le aree da destinare a questa specifica funzio-ne, data l’alta densità abitativa e il modesto spazio nonedificato rimasto nelle aree urbane, sono esigue e insuf-ficienti da sole allo scopo prefissato.

primo piano di Andrea Cinuzzi

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n. 37-382011

Parcheggio in Piazza Cavour,

monumento da mantenere

in situ

Parcheggio in Piazza Cavour,opere provvisorie

di sostegno del monumento

edilizia ambiente territorio

Parcheggi interrati in ambiente urbanoLe esperienze in corso nella Capitale

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edilizia ambiente territorio

n. 37-382011

Parcheggio in Via Tevere,montanti in carpenteriametallica

Se invece pensassimo, per assurdo, di sistemare tutte lemacchine che attualmente stazionano in superficie sotto tut-te le sedi stradali allora molto probabilmente avremmo ri-solto gran parte dei problemi del traffico con conseguentemiglioramento anche della qualità di vita. È però evidenteche questa condizione, che risolverebbe una volta effettua-ta i suddetti problemi, ne crea ulteriori e più devastanti du-rante tutto il periodo necessario per la sua realizzazione. È comunque secondo questa logica che è stato impostatotutto il piano parcheggi della città di Roma, il Piano Urba-no Parcheggi (PUP): sono state individuate alcune zone nonattualmente interessate da costruzioni, quindi su piazze ozone non edificate, e alcune sedi stradali. Tuttavia la costru-zione di un parcheggio interrato richiede un lasso di tempovariabile da un anno a 18 mesi e in questo periodo si crea-no ulteriori e inevitabili disagi alla cittadinanza. Se forse può essere tollerato un tale periodo di tempo suun’area non edificata e forse nemmeno vissuta, certo nonlo può essere su una strada dove normalmente avviene iltransito dei veicoli.È inattuabile pensare di creare ulteriori disagi alla circolazio-ne per un periodo di tempo così lungo, devono allora esseremessi a punto nuovi sistemi costruttivi che permettano di li-mitare al massimo questo periodo. Solo in questo modo, afronte di futuri ed evidenti vantaggi per la circolazione e conconseguente miglioramento della qualità della vita, il citta-dino può essere disposto a sopportare oggi ulteriori disagi.Con questo fine sono stati realizzati alcuni interventi susedi stradali adottando particolari accorgimenti per limi-tare al massimo i disagi, tutti impostati sul concetto di re-stringere temporaneamente la sede stradale senza chiuder-la del tutto, permettendo comunque, seppure in modo ri-dotto, il transito della strada durante tutto il periodo dellacostruzione. Si è lavorato dunque per fasi che prevedeva-no il restringimento temporaneo della sede stradale, cosìda consentire il transito nella zona non interessata dalle la-vorazioni e lo svolgimento delle operazioni di cantiere nelrestante spazio fino al completamento dell’opera per poideviare il transito nell’area ormai terminata e iniziare lelavorazioni nella zona precedente. Sono stati costruiti co-sì i parcheggi di Piazza Fonteiana e Via Ledro a Roma.L’esperimento, però, non si è rivelato all’altezza delleaspettative preventivate, notevoli infatti sono stati i disa-gi recati alla popolazione durante tutto il periodo dellarealizzazione. Volendo perseguire questa strada è alloranecessario mettere a punto una metodologia costruttivache tenda a ridurre veramente al minimo il disturbo per lacircolazione e che sia tale quindi da impegnare, seppureparzialmente, la sede stradale solo per pochi mesi. A tale proposito è stata ideata e messa a punto una parti-colare tecnica, sperimentata inizialmente sotto un campodi calcio e successivamente sotto una sede stradale in pe-riferia, che ha permesso di ripristinare, una volta create lecondizioni per poter continuare le lavorazioni nei livellisottostanti senza creare intralci alla circolazione, la sedestradale dopo appena due mesi dall’inizio dei lavori. Grazie a questa nuova tecnica si è allora aperto tutto un nuo-vo campo di utilizzazione che può effettivamente portare al-la condizione utopica limite precedentemente accennata diutilizzo di tutte le aree interessate dalle strade con conse-guente eliminazione della sosta delle vetture nelle sedi stra-dali (nel seguito se ne illustra la tecnica denominata TDIC).

Problematiche progettualiContrariamente a quanto potrebbe sembrare in prima ap-prossimazione, la progettazione di un parcheggio interratoin ambiente urbano fortemente congestionato non è sempreun tema di semplice risoluzione in quanto non dipende esclu-sivamente dalle caratteristiche interne di distribuzione del-l’opera, come in genere avviene per la progettazione di unedificio, ma è spesso condizionata da molteplici altri aspet-ti tutti connessi con le svariate condizioni al contorno che sipossono presentare nei siti interessati dall’intervento.Proprio per quanto accennato precedentemente, visto chele zone individuate per la realizzazione dei parcheggi sonoaree di risulta non edificate situate per lo più all’interno dispazi congestionati e spesso interessate a loro volta dallapresenza di manufatti di varia natura, presenti sia sulla su-perficie che nel sottosuolo, tutte queste opere presentanoproblemi che ne condizionano la progettazione strutturale. Nella progettazione strutturale di un edificio, vuoi che es-so sia adibito a civile abitazione o ad altra destinazione,la scelta del sistema costruttivo, intesa in questo caso co-me semplice individuazione del tipo di elementi da utiliz-zare, se in calcestruzzo armato tradizionale, prefabbrica-ti in calcestruzzo armato vibrato o precompresso o in ac-ciaio ed eventualmente sistemi misti che comprendonol’impiego contemporaneo di queste tipologie di elemen-ti, è in genere legata solo a fattori di tipo economico o dinatura architettonica. Nel caso della progettazione strut-turale di un parcheggio interrato, la scelta del sistema co-struttivo è invece qualcosa di molto più complesso e ri-sulta influenzata da molteplici altri aspetti che molto spes-so sono estranei all’opera stessa. Questi aspetti esterni non devono essere assolutamentesottovalutati in quanto incidono profondamente sia sullascelta dei singoli elementi da impiegare per il sostegnodel fronte di scavo da sostenere che sulla tipologia del si-stema costruttivo da adottare.

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L’adozione del particolare sistema costruttivo da impie-gare non è limitata solo al tipo di elementi da utilizzareper la realizzazione dell’opera ma determina una serie disequenze lavorative che devono essere opportunamentestudiate e rigorosamente rispettate durante tutto l’avanza-mento dei lavori.Oltre alla natura stessa del terreno, che influenza diretta-mente le spinte agenti sulle opere perimetrali di conteni-mento del terreno, devono essere necessariamente consi-derata anche la eventuale presenza di edifici o strade adia-centi l’area oggetto d’intervento e quella di monumenti oreperti archeologici, sia nell’area stessa dell’intervento siaesternamente a questa, ma a distanza modesta e comunquetale da non poterli trascurare. Ulteriore elemento fortemen-te condizionante è il numero di piani interrati che si posso-no realizzare in funzione dell’area a disposizione dell’in-tervento (molte volte assai limitata) che fa incorrere nellapresenza a varie quote di falde superficiali o in pressione.Particolare attenzione va prestata al fatto di evitare in mo-do assoluto la modifica delle quote piezometriche vista l’im-portanza che queste rivestono sulla stabilità degli edifici li-mitrofi alla zona. In ultimo, ma non per questo meno im-portante, c’è da tener conto di un aspetto che riguarda lagestione del cantiere e che è quello della disponibilità del-le aree di cantierizzazione a disposizione dell’intervento.Molto spesso queste aree sono veramente esigue se non ad-dirittura nulle, in quanto in genere tutta l’area, di per se stes-sa abbastanza modesta, viene interamente interessata dal-l’opera da realizzare così che ne risulta una superficie a di-sposizione per il cantiere praticamente nulla. Non è infre-quente il caso di dover predisporre specifiche aree per leoperazioni di cantiere che poi devono essere demolite o in-serite nelle strutture realizzate successivamente.Il tema dei parcheggi diviene ricco di contenuti tecnici uni-ci, quando la realizzazione si trova in una città come Roma,a causa delle differenti e molteplici condizioni al contornoche si possono presentare nei siti interessati dagli interventi. I principali aspetti che devono essere necessariamente con-siderati per arrivare alla definizione degli elementi tipo-logici da impiegare sia per le opere di contenimento delterreno che per quelle costituenti la vera ossatura portan-te del parcheggio nonché per la scelta della metodologiacostruttiva da adottare, sono di vario tipo e natura.Per quanto concerne i problemi di tipo “architettonico”devono essere tenuti in conto:– la distribuzione planimetrica;– l’ubicazione delle rampe;– la localizzazione e la quantificazione delle asole per

aerazioni;– lo studio della compartimentazione;– il posizionamento delle vie di esodo (scale e ascensori).

Per quanto concerne i problemi di tipo “impiantistico”:– sistemi di smaltimento delle acque (bianche e nere);– sistemi antincendio;– sistemi di aerazione (eventualmente anche forzata).

Per quanto concerne i problemi di tipo “strutturale”:– normali problemi di impostazione progettuale consisten-

ti nella scelta della maglia strutturale e nella definizionedegli elementi strutturali (tipologia e dimensionamento);

– specifici del particolare sistema costruttivo impiegato.

Per quanto concerne i problemi di tipo “geotecnico”:– caratteristiche del terreno interessato dalla costruzione;– ricerca di falde superficiali o profonde.

Per quanto concerne i problemi di tipo “ambientale”:– presenza di reperti archeologici nell’area o limitrofi al

parcheggio;– presenza di monumenti nell’area interessata dal par-

cheggio;– presenza di fabbricati nelle vicinanze o addirittura nel-

l’area;– smaltimento di rifiuti nel caso di notevoli spessori di

materiale di riporto proveniente da scarti di costruzionieseguite nelle vicinanze;

– ricerca di ordigni bellici.

Per quanto concerne i problemi di tipo “sociale”:– rapporti con i comitati di quartiere ostili all’opera.

Per quanto concerne i problemi di “cantierizzazione”:– aree di cantiere esigue e addirittura alcune volte del tutto

assenti che vanno ricercate nell’ambito della stessa areainteressata dal parcheggio.

L’insieme di tutte le problematiche evidenziate determi-na la soluzione progettuale strutturale da adottare. Ogniaspetto può determinare una differente soluzione, che puòincidere sia sul singolo elemento o addirittura richiederel’impiego di uno specifico sistema costruttivo.I principali aspetti che devono essere necessariamente ana-lizzati prima della definizione degli elementi strutturalida impiegare e della tipologia costruttiva da adottare sonocostituiti da:– natura del terreno interessato dall’opera ed eventuale

presenza di falde libere o in pressione; – condizioni al contorno costituite da palazzi, strade,

monumenti;– sito oggetto dell’intervento, che può presentare il rischio

della presenza di manufatti archeologici;– limitate aree di cantiere a disposizione che in alcuni casi

sono praticamente nulle;– costo che deve essere il più contenuto possibile, com-

patibilmente con le gravose esigenze di sicurezza chedeve presentare l’intervento.

Spesso questi aspetti si presentano tutti insieme rendendola soluzione progettuale particolarmente articolata; è co-munque dall’analisi di tutte le problematiche evidenziateche viene determina la soluzione progettuale strutturale ot-timale. Non è peraltro detto che situazioni analoghe pos-sano dar luogo alla stessa soluzione, infatti anche un sin-golo aspetto, tra tutti quelli evidenziati, può determinareuna differente soluzione, che può incidere sia sul singoloelemento o addirittura sull’impiego dello specifico siste-ma costruttivo. Ulteriore aspetto da considerare riguardale metodologie da adottare per effettuare lo sbancamento.A seconda della profondità, della disponibilità di accessoall’area, degli spazi interni per il transito dei mezzi di sca-vo possono prefigurarsi diverse soluzioni che devono ine-vitabilmente essere considerate prima dell’inizio dei lavo-ri perché ne possono condizionare il dimensionamento ola progettazione di specifici elementi da impiegare per lo

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edilizia ambienteterritorio

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scopo (piani carrabili, piazzole per stazionamento di mezzipesanti, piazzole di stazionamento provvisorio del mate-riale di scavo ecc.).Occorre peraltro fare una doverosa distinzione tra par-cheggi pubblici e parcheggi privati e per questi ultimioccorre ulteriormente distinguere se realizzati su areeprivate o se realizzati su aree pubbliche. A seconda delcaso le problematiche di natura tecnico-ingegneristicapossono variare molto e in quest’ultimo caso possonoaddirittura diventare le più disparate possibili. Tutti i pro-blemi e l’entità degli stessi sia in termini di approccio al-la progettazione che di attenzione successiva alla stessasono infatti influenzati dalle differenti condizioni al con-torno presenti nelle aree a disposizione del parcheggio.Problemi che possono sembrare marginali possono a vol-te assumere importanza tale da mettere addirittura in cri-si la realizzazione stessa del parcheggio e generare a lo-ro volta ulteriori problematiche ingegneristiche. Le areenelle quali vengono ad essere costruiti i parcheggi negliambienti ad alta densità abitativa sono tutte aree partico-larmente complicate in quanto sono aree di risulta spessolocalizzate all’interno di contesti fortemente urbanizzatio addirittura sotto strade anche a notevole scorrimentoveicolare o sotto piazze a volte anche importanti.A seconda del tipo di parcheggio le persone direttamen-te interessate dalla costruzione, in quanto residenti nelleimmediate vicinanze degli stessi e che inevitabilmente ri-cevono un disturbo dalla costruzione del parcheggio, as-sumono ruoli e importanza diversa in funzione della tipo-logia di parcheggi precedentemente individuata e tali dapoter influire in modo drastico anche sulle scelte che po-trebbero sembrare a prima vista scelte di carattere pura-mente tecnico come quello del semplice accesso al can-tiere, o della localizzazione degli spazi di cantierizzazio-ne e delle operazioni di sbancamento dell’area.Questo per evidenziare il fatto che le problematiche tec-nico-ingegneristiche non sono così facilmente individua-bili in quanto sono legate al momento e agli umori dellepersone che abitano o che svolgono la loro attività nellevicinanze dell’area e che possono avere i più disparati in-teressi in merito alla realizzazione dell’opera.

L’interruzione di una strada per permettere la realizzazio-ne di un parcheggio al di sotto della stessa comporta unainevitabile interruzione del traffico e di conseguenza ge-nera malcontento per le varie categorie di persone. Perquelle che quotidianamente o anche saltuariamente la tran-sitano con i loro veicoli per recarsi nei luoghi di destina-zione; per quelle che abitualmente sono solite parcheg-giare la macchina lungo i marciapiedi della stessa e si ve-dono ridurre gli spazi del parcheggio disponibili che pe-raltro sono sempre insufficienti; per quelle persone chesvolgono la loro attività commerciale nei negozi che si af-facciano lungo la via e che subiscono inevitabili negativeripercussioni economiche.La costruzione del parcheggio nelle immediate vicinan-ze di fabbricati esistenti genera inoltre uno stato di pre-occupazione negli abitanti degli appartamenti presenti al-l’interno dei suddetti fabbricati essendosi creata, e certevolte su fondate motivazioni, la psicosi che queste costru-zioni possono in qualche modo provocare dei danni allestrutture portanti dei fabbricati.Se il parcheggio è costruito da privati su suolo privato l’in-fluenza sulle scelte progettuali e quindi sul tipo di costru-zione è meno condizionata dalle persone che abitano nel-le vicinanze, ma se è costruito da privati su suolo pubbli-co la immediata nascita di comitati di quartiere può com-portare la rivisitazione dell’impostazione progettuale fi-no anche a modificarla drasticamente. Per tutte queste considerazioni è consigliabile che la co-struzione di un parcheggio interrato avvenga nel minortempo possibile e che l’impatto ambientale sia ridotto alminimo indispensabile. È pertanto necessario che il di-sturbo arrecato non venga esteso per tutto il tempo neces-sario alla realizzazione dell’opera, ma mediante accorgi-menti costruttivi sia limitato alla sola realizzazione delleopere superficiali. Nella realizzazione dell’opera si deve tenere debita-mente conto di tutte le preesistenze edilizie localizza-te nelle immediate vicinanze avendone preventivamen-te individuato le loro caratteristiche strutturali sia inelevazione che in fondazione e valutato il loro stato diconsistenza.

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Parcheggio in Via dei Condottieri in un’area circoscritta da fabbricati Parcheggio in Via Pizzicannella a Genzanodelimitato da palazzi e strade

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In base a queste caratteristiche e avendo svolto le dovuteconsiderazioni in termini di sicurezza si procede alla scel-ta delle più idonee tipologie strutturali da impiegare perla realizzazione dell’opera.Fatta questa necessaria premessa vediamo di analizzarepiù in dettaglio le principali problematiche tecnico-in-gegneristiche che si presentano nella realizzazione di unparcheggio.La prima che si presenta è legata al fatto che, data la scar-sità delle aree per i parcheggi in relazione all’effettivo fabbi-sogno, una volta individuata un’area si tende a sfruttarlaal massimo e questo comporta il fatto che essendo occu-pato tutto lo spazio dal futuro parcheggio risultano prati-camente nulle le aree di cantierizzazione. Pertanto è ne-cessario già in fase di progettazione prevedere idonee zoneeventualmente anche provvisorie dove poter svolgere le

attività di cantiere. Può essere necessario, prima di pro-cedere allo sbancamento dell’area, realizzare piazzole ointere aree, eventualmente anche impostate su struttureprovvisionali, per le operazioni di cantiere o per permet-tere lo stazionamento dei mezzi di sbancamento o la la-vorazione dei materiali. Nelle foto 8 e 9 si può notare il piano di lavoro, impo-stato su strutture provvisionali, previsto per la realiz-zazione del parcheggio di 11 piani interrati realizzato a

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Parcheggio in Via Montefumaiolo

Parcheggio in Via San Valentino: presenza di fabbricati lungo il perimetro

Parcheggio a Largo Giorgi: presenza di fabbricati su due lati e di stradesugli altri due

Parcheggio in Via Sacchi: vista dall’alto del piano di lavoro Parcheggio in Via Sacchi: vista dal basso delle strutture provvisionali di sostegno del piano di lavoro

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Roma in Via Sacchi e nelle foto 10 e 11 quello realizzatoal piano terra del parcheggio di 6 piani interrati costruitoin Via Tevere angolo Via Corso Italia a Roma.Anche il semplice posizionamento della gru a servizio delcantiere può, in assenza di specifiche aree esterne al lot-to, far sorgere problemi di carattere ingegneristico richie-dendo lo studio di specifiche strutture. A tale proposito sipuò notare nella foto 12 un esempio di ancoraggio alleparatie perimetrali di una piazzola provvisionale per ilsostegno della gru.

Particolari situazioni ambientali dovute a ostruzionismoda parte di persone avverse al parcheggio possono com-portare anche il caso della costruzione di strade di acces-so provvisorie, ecco quindi che il problema dell’accessoall’area di cantiere che in genere non costituire un proble-ma può in questo caso generare nuovi e impegnativi pro-blemi tecnico-ingegneristici (vedi foto 13).

Ulteriori problemi di organizzazione di cantiere posso-no essere rappresentati dalle operazioni relative allosbancamento dell’area e anche in questo caso possonoverificarsi diverse situazioni in funzione della profonditàe delle modalità di scavo. Se lo scavo avviene a cieloaperto, ossia senza vincoli, o in galleria, intendendo pergalleria uno scavo che avviene al di sotto di piani di con-trasto già realizzati, i mezzi da impiegare possono esseredi natura e forma differente.

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Parcheggio in Via Tevere: vista del piano di lavoro

Parcheggio in Via Sacchi: vista dal basso del piano di appoggio della gru

Parcheggio in Via Tevere: vista dal basso del piano di lavoro

Parcheggio in Via Sacchi: strada di accesso provvisoria al piano di lavoro

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Scavo a cielo aperto nel parcheggio di Arco di Travertino Scavo a cielo aperto nel parcheggio di Largo Agosta

Parcheggio in Via Faravelli: operazioni di sbancamento Parcheggio in Via Guidubaldo Del Monte: operazioni di sbancamentomediante l’uso di secchioni

Parcheggio in Via Sacchi: scavo in galleria al di sotto di strutture giàrealizzate con impiego di secchioni

Parcheggio in Via Tripoli: scavo in galleria al di sotto di strutture giàrealizzate con impiego di escavatori

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Nelle foto seguenti si riportano alcuni esempi di modalità di scavo.

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Il fatto di poter operare a cielo aperto o in galleria dipendeessenzialmente dalle condizioni al contorno, se sono omeno presenti fabbricati esistenti o se trattasi di strade dadover interessare il minor tempo possibile ecc.Altro aspetto che riveste un ruolo di fondamentale impor-tanza è lo studio dell’interferenza dello scavo e dell’operain sé con i fabbricati esistenti, la cui complessità è in fun-zione della profondità dello scavo, della distanza dei fabbri-cati esistenti dal perimetro del lotto, del tipo di terreno disedime, della presenza o meno di falde superficiali o pro-fonde in pressione. È inoltre da evidenziare il fatto che larealizzazione di opere di contenimento del terreno in pre-senza di falda in movimento può determinare uno sbarra-mento più o meno significativo della falda stessa e quindi sipossono avere fenomeni di innalzamento a monte e depau-peramento a valle che possono generare perturbazioni allefondazioni di fabbricati esistenti e alle strutture in elevazio-ne. In questo caso si rende necessario lo studio di un idoneosistema di captazione a monte e di restituzione a valle.

Nel caso di parcheggi in falda occorre evitare la rientratad’acqua nell’area interessata dal parcheggio sia durantele fasi di sbancamento che a opera finita. L’entrata d’ac-qua durante le fasi di sbancamento, oltre a rendere estre-mamente difficili le operazioni di asportazione del terre-no, può causare cedimenti ai fabbricati vicini al parcheg-gio dovuti sia all’eventuale asportazione di terreno al disotto delle fondazioni a seguito del trascinamento dellostesso a causa del movimento dell’acqua che all’eventua-le modifica delle sottospinte (nel caso di falde in pressio-ne) presenti sotto il piano di fondazione. Deve anche es-sere evitato l’impiego di sistemi che possano abbattere lafalda perché potrebbero aversi ripercussioni sul piano diappoggio delle fondazioni di edifici limitrofi non più so-stenuto dalla falda. La rientrata d’acqua nell’opera finita può inoltre genera-re fastidiosi problemi di manutenzione pertanto acquista-no particolare importanza le operazioni di impermeabi-lizzazione finali. Trattasi infatti, nel caso di parcheggi infalda, di una costruzione che può essere paragonata aduna vera e propria piscina al contrario con tutti i problemiconnessi alla tenuta dei giunti tra i vari elementi (esempiotra un pannello di paratia e il successivo) o nelle ripresedi getto. Deve essere particolarmente curata la tenuta del-le opere di contenimento del terreno che in questo casosono quasi sempre costituite da paratie di diaframmi inluogo di paratie di pali, e devono anche essere previsti de-gli idonei sistemi di sigillatura tra un pannello e il succes-sivo. Anche le strutture di fondazione, in questo caso co-stituite quasi sempre da una platea continua, devono es-sere opportunamente impermeabilizzate o previsti idoneigiunti per le riprese di getto.

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Parcheggio in Via Pizzicannella: operazioni di sbancamento

Parcheggio in Via Siria: operazioni di sbancamento con escavatore e camion

Parcheggio in Via Como: operazioni di sbancamento con due escavatori

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Sistemi di impermeabilizzazione possono essere costi-tuiti dall’impiego di calcestruzzi contenenti additivi (im-permeabili) e da accorgimenti lungo le riprese di getto(vedi foto 23) o da sistemi di protezione esterni alla strut-tura quali possono essere l’impiego di bentonite silico-nica o di guaine e tessuti in PVC o altri prodotti.Ulteriori problemi ai fabbricati esistenti possono esserecausati dall’impiego di tiranti esterni all’area e utilizzatial fine di contrastare le opere di contenimento del terreno,peraltro vietati a Roma nelle costruzioni di parcheggi delPUP. I tiranti potrebbero interessare direttamente le fon-

dazioni di fabbricati esistenti, se del tipo profondo a pa-li, o indirettamente se trattasi di fondazioni superficiali,ma sostenute da falde in pressione sottostanti che posso-no essere intercettate dai tiranti. La fuoriuscita di acquadai fori preventivamente realizzati per l’alloggiamento deitiranti potrebbe far decomprimere l’eventuale falda in pres-sione e di conseguenza si potrebbero avere ripercussionisul piano di appoggio delle fondazioni con inevitabile in-teressamento anche delle strutture in elevazione. Alcunidissesti a fabbricati limitrofi all’area di alcuni parcheggisono stati causati proprio da tale circostanza.

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Parcheggio in Piazza Biffi: impermeabilizzazione del fondo scavo(materiali della Grace)

Parcheggio in Piazza Cavour: predisposizione di sistemi impermeabili tra le riprese di getto delle tappe di betonaggio

Parcheggio in Via Moricca: impermeabilizzazione del fondo scavo con bentonite siliconica

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Imbragatura e spostamento del ponticello medievale in Piazza Biffi Parcheggio di Via Guidubaldo Del Monte: sostegno di un repertoarcheologico

Tuttavia anche in assenza delle problematiche sopra evi-denziate, i lavori possono provocare comunque una ille-gale intromissione nel sottosuolo di aree private costituen-done un vincolo per una loro futura utilizzazione.

Spesso le aree sono interessate da sottoservizi costituitida cavi elettrici, fogne, polifere ecc. ed è quindi necessa-rio provvedere al loro spostamento prima dell’inizio diqualsiasi operazione di sbancamento o predisporre ido-nee opere di sostegno durante tutte le fasi costruttive senon spostabili. Nella foto 26 si riporta un esempio di so-

stegno provvisorio di alcuni cavi di alta tensione per per-mettere la realizzazione dell’impalcato di piano terra diun parcheggio in Via Teulada.

Non è infrequente, specialmente in una città come Roma,rinvenire manufatti archeologici che possono richiede-re specifiche progettazioni per mantenerli in situ durantetutti i lavori o che possono determinare varianti all’impian-to già progettato (vedi foto 27 e 28). Così come può anche essere necessario prevedere idoneeopere strutturali per il loro spostamento in aree diverse

Sistema di sospensione dei cavi dell’alta tensione nel parcheggio in Via Teulada

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da quelle originarie (spostamento manufatto in PiazzaBiffi).Può poi capitare di dover sostenere dei monumenti giàesistenti nell’area come il caso del monumento di Cavoursituato a Piazza Cavour a Roma dove è in corso di rea-lizzazione un parcheggio di tre piani interrati.

Nella foto 29 si evidenziano le opere preventivamenterealizzate per il sostegno provvisorio della statua così dapermettere lo sbancamento al di sotto della stessa. O por-zioni di cave antiche come nel caso del parcheggio di ViaComo (vedi foto 30). O porzioni di fabbricato che devo-no essere mantenuti in loco come nel caso del parcheg-gio di Via Siria (vedi foto 31).

Riassumendo quindi le più importanti problematiche sonocostituite da:– limitate o nulle aree di cantierizzazione;– rapporti con le categorie di persone coinvolte dalla rea-

lizzazione del parcheggio;– presenza di fabbricati nelle immediate vicinanze del-

l’opera e quindi problemi di interferenza;– presenza di falde superficiali o in pressione;– presenza di sottoservizi da spostare o mantenere in es-

sere durante la costruzione del parcheggio;– presenza di elementi preesistenti all’interno dell’area

sia in superficie che sotto il piano di campagna concoinvolgimento delle Sovrintendenze Monumentali eArcheologiche.

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Cerimonia di ritrovamento della prima pietra del monumento di Cavoursvolta sotto le strutture provvisionali di sostegno dello stesso

Parcheggio in Via Como: reperti archeologici da mantenere in situ

Dettaglio del plinto di fondazione delle strutture provvisorieParcheggio in Via Siria: strutture di sostegno della porzione di fabbricato

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U n sistema costruttivo largamen-te impiegato per la realizzazio-

ne di opere in sotterraneo è quello co-siddetto del top-down. Entrando in me-rito allo specifico argomento eviden-ziamo subito quali sono le principalidifferenze fra un sistema costruttivotradizionale con impiego di tiranti euno costituito da un sistema che uti-lizza la tecnica del top-down. Se ci ri-feriamo al solo funzionamento staticonei riguardi delle opere di contenimen-to del terreno dal punto di vista con-cettuale i due sistemi possono essereconsiderati equivalenti. In teoria, in-fatti, è possibile pensare a una struttu-ra di contrasto interna posizionata al-lo stesso livello di quello previsto peri tiranti e quindi in questo caso la strut-tura interna svolge, per le opere di con-trasto, la stessa identica funzione. Dal punto di vista pratico invece, lascelta di un sistema o l’altro com-porta enormi differenze operativecon vantaggi e svantaggi a secondadel sistema. Con l’uso dei tiranti, oltre ad essere piùliberi di posizionarli dove risulta piùconveniente ai fini di un miglior com-portamento strutturale delle opere dicontenimento del terreno, si può ren-dere la superficie interna del parcheg-gio completamente libera e quindi pri-va di vincoli per tutte le fasi di sban-camento e di costruzione dell’opera.Si può procedere allo sbancamentodell’area operando a “cielo aperto” enon si hanno vincoli nemmeno per lascelta del sistema costruttivo e la suc-cessiva posa degli elementi strutturalidel parcheggio.Con il sistema top-down lo scavo a cie-lo aperto può essere realizzato solo perla parte di scavo presente al di sopradelle prime strutture realizzate duran-te le fasi di sbancamento e il sistemacostruttivo risulta fortemente condizio-nato dalla presenza degli elementi giàcostruiti in prima fase che possonocreare ostacolo alla posa degli ulterio-ri elementi strutturali. Risulta, infatti,difficile e a volte impossibile movimen-tare e allocare elementi di notevole pe-so e dimensione ai piani interrati qua-lora siano presenti impalcati o struttu-re sovrastanti che ne limitino la movi-mentazione. Per comprendere bene ivantaggi di un sistema rispetto all’al-tro e i vincoli che possono essere effet-

tivamente forniti dall’uno o dall’altrosistema occorre spendere due parole sulsignificato della tecnica top-down pervedere prima di tutto cosa essa com-porti materialmente e successivamen-te come, nell’ambito di questa tecnica,si possano verificare varie casistiche. In genere con questa tecnica s’inten-de la costruzione della parte superio-re dell’opera e poi di quella inferiore,operando nel modo contrario a quel-lo che avviene normalmente nella rea-lizzazione di una generica struttura.I motivi per i quali si realizzi primala parte superiore e poi quella inferio-re possono essere molteplici, di segui-to se ne riportano alcuni:1. di carattere opportunistico. Non

ingenerare stati di ansia nelle per-sone che con le loro abitazioni siaffacciano sulle aree di cantiere.Sbancamenti di due o più piani fi-no anche ad arrivare a 13 piani digrosse aree in prossimità di fab-bricati possono generare preoc-cupazione per le persone in rela-zione alla profondità che vienepercepita affacciandosi dalle fi-nestre che consentono la visionedel cantiere. Se contrariamente sirealizza una chiusura dell’area esi procede a scavare al di sotto, lepersone non vedendo il “buco”non si preoccupano;

2. di carattere economico. Permette-re il puntellamento delle opere dicontenimento del terreno così daridurne le sollecitazioni agenti sudi esse; questo consente di impie-gare minor quantitativi di calce-struzzo e di acciaio con notevoleriduzione dei costi;

3. di fattibilità dell’opera. Per sban-camenti superiori ai 10 m è prati-camente improponibile l’uso di pa-ratie con funzionamento a sbalzo,ossia con comportamento a men-sola incastrata nel terreno. Per ri-durre le deformate alla sommitàdelle opere di contenimento è ne-cessario impiegare strutture parti-colarmente rigide (quali diafram-mi a “T” o paratie precompresse)che devono peraltro essere notevol-mente prolungate al di sotto del pia-no di sbancamento. I costi di talielementi possono risultare troppoelevati e tali da rendere antiecono-mica l’operazione;

4. di sicurezza. Potendo puntellare leopere di contenimento del terrenosi riducono drasticamente le lorodeformate lungo tutto il fronte disbancamento e quindi i risentimen-ti all’esterno del parcheggio; esi-genza particolarmente sentita inpresenza di fabbricati esistenti nel-le immediate vicinanze;

5. di carattere logistico. Per riconse-gnare un’area interessata dal par-cheggio in un tempo decisamenteinferiore a quello necessario perla realizzazione dell’intera opera.È il caso di parcheggi da realizza-re al di sotto di strade a notevolescorrimento veicolare o sotto piaz-ze importanti.

Il top-down a sua volta può essere to-tale qualora venga realizzata tutta lastruttura procedendo dall’alto verso ilbasso, o parziale qualora se ne realizzisolo una parte e in quest’ultimo caso disoluzioni se ne possono presentare tan-te in funzione del tipo di elementi im-piegati. La soluzione da adottare dipen-de principalmente dalle dimensioni delparcheggio che si deve costruire, sia co-me profondità che come estensione pla-nimetrica. Quando il numero di piani èmaggiore di due è possibile realizzaresolo alcuni piani in discesa e i restantiin risalita oppure addirittura realizzaresolo una parte limitata del piano in di-scesa e poi in risalita, oltre ai piani man-canti, si effettua anche il completamen-to di quelli parziali costruiti in discesa.Quando l’estensione planimetrica è ele-vata invece di interessare con le strut-ture di prima fase (in discesa) l’interopiano si può pensare di realizzare sola-mente quelle prossime alle opere dicontenimento del terreno per permet-terne il loro contrasto.Ulteriori varianti possono essere con-seguiti scegliendo opportunamente iltipo di elementi verticali da utilizzareper il sostegno degli elementi di pia-no. Questi possono infatti essere co-stituiti da pali-pilastro definitivi (vedifoto 1) o provvisionali (vedi foto 2) daeliminare in un secondo momento, op-pure da montanti che svolgono in pri-ma fase la funzione di tiranti, in quan-to sostenuti da strutture anch’esseprovvisionali, ma localizzate al pianoterra, e successivamente la funzionedi pilastri (vedi foto 3).

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Il sistema top-down

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Appurata l’uguaglianza del funziona-mento strutturale dei due sistemi, inquanto tutti e due permettono di vin-colare le strutture di contenimento delterreno, vediamo quali sono le prin-cipali differenze:a) i tiranti interessano aree esterne al-

l’area oggetto dell’intervento, men-tre con il sistema top-down tutto sisvolge all’interno del cantiere sen-za coinvolgere le zone esterne;

b) con un sistema top-down non è ne-cessario realizzare delle opere diripartizione longitudinali come nelcaso dei tiranti che hanno un effet-to puntuale e quindi per contrasta-re anche gli elementi non diretta-mente interessati dai tiranti devonoessere adeguatamente collegati concordoli o travi (vedi foto 4-7);

c) le strutture interne possono avereuna rigidezza maggiore rispettoai tiranti in quanto questi ultimi,avendo un’area ridotta ed essendosottoposti a sforzi assiali di unacerta entità, danno luogo ad allun-gamenti che riducono l’effetto dicontrasto (vedi foto 8);

d) le strutture realizzate internamenteal parcheggio non richiedono attrez-zature particolari e quindi impresespecialistiche o maestranze specia-lizzate quali quelle necessarie pereffettuare i fori suborizzontali nelterreno o la gestione dei martinettiper la tesatura dei tiranti.

Analizziamo ora quali possono esserei vantaggi che si possono conseguirecon l’impiego della tecnica del top-down. Il principale vantaggio si riscon-tra quando la prima struttura che vienerealizzata coincide con quella defini-tiva del piano terra e le strutture verti-cali di sostegno, definitive o provviso-rie che siano, abbiano i requisiti neces-sari per sopportare tutti i carichi pre-visti in fase finale così da poter resti-tuire prima del termine dei lavori l’usodella superficie interessata dal parcheg-gio (vedi foto 9). Questo sistema puòessere utilizzato per riconsegnare stra-de, campi sportivi o altre opere la cuiutilizzazione sia di primaria importan-za per una parte della popolazione. Per-mette quindi di poter restituire l’usodel suolo molto tempo prima della finedei lavori (vedi foto 10 e 11).L’altro vantaggio è chiaramente lo stes-so che si ottiene con l’impiego dei tiran-ti, visto che dal punto di vista struttura-le i due sistemi sono equivalenti, ossiapermettono di poter puntellare le operedi contenimento del terreno. È evidentequindi che nel caso di impossibilità direalizzazione dei tiranti, per i motivi giàelencati, il top-down sia l’unico sistemache permette di ottenere vantaggi in

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Dall’alto:parcheggio in

Via Montefumaiolo,opere di sostegno

definitive

Parcheggio in Piazza Santiago

del Cile, opere provvisorie

di sostegnodell’impalcato di piano terra

Parcheggio in Via Sacchi,

tiranti di sostegno delle solette

di piano

A destra: cordolo di collegamento

della testa deitiranti nel cantiere

di Via Gela e di Via Vallombrosa

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termini economici e/o di fattibilità incaso di elevate profondità del piano disbancamento. Fornisce peraltro mag-giori garanzie in termini di sicurezzaper i fabbricati presenti nelle vicinanze.In ultimo, ma non da trascurare, ilfatto che chiudendo la superficie delparcheggio si evita di creare preoc-cupazione agli abitanti dei palazzipresenti lungo il perimetro, in quan-to non ingenera l’effetto “grattacie-lo” come è stato definito nella pri-ma parte dell’articolo (vedi foto 12). Tuttavia affinché il sistema possa esse-re considerato convincente, sia dal pun-to di vista di affidabilità strutturale chedi durata nel tempo, occorre che sianocurati tutti i dettagli costruttivi che ri-guardano il collegamento delle struttu-re realizzate durante la fase di risalitacon quelle realizzate precedentementedurante la fase di discesa. Se adottatetutte le tecniche del buon costruire perquanto concerne questi collegamenti,una volta terminate le lavorazioni le ope-re realizzate con l’impiego del top-downnon differiscono per affidabilità struttu-rale e durata nel tempo da quelli che ven-

gono realizzate in modo tradizionaleossia costruite dal basso verso l’alto.Di dettagli costruttivi da curare se nepossono presentare svariati in funzionedel tipo di soluzione strutturale adotta-ta, a partire da quelle che prevedonol’appoggio delle opere di contrasto sul-le strutture definitive, quali possono es-sere dei pali-pilastro, per arrivare a quel-le impostate su strutture provvisionaliche possono essere ancora costituite dapali-pilastro, chiaramente con caratte-ristiche differenti da quelli definitivi,oppure costituite da tiranti sorretti da al-tre strutture provvisionali.

Cordolo di collegamento in calcestruzzoarmato (sinistra) e in acciaio (destra)

Sotto: parcheggio in Piazza Ledro, soletta di contrasto al secondo livello interrato

Da sinistra: parcheggio in Via Faravelli: anelli di contrasto sustrutture verticali provvisionali; lavori al di sotto del piano stradale

Sotto: sistemazione superficiale della Piazza Santiago del Cile;chiusura del piano a livello del secondo interrato nel parcheggio di Via San Valentino

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Parcheggi con la tecnica del TDIC

Parcheggioall’interno

dell’Università La Sapienza,

soletta del pianoterra su pali

pilastroprovvisionali

Parcheggio in Via Montefumaiolo,

soletta del primolivello interrato su pali-pilastro

definitivi

Parcheggio in Via Guidubaldo

Del Monte, soletteparziali appese

a tiranti sostenutida travi reticolari

Parcheggio in Via Sacchi, solette

parziali appese a tiranti sostenutida travi reticolari

A lcuni parcheggi già realizzati o in corso di realizza-zione a Roma nell’ambito del Piano Urbano Parcheg-

gi (PUP) sono stati progettati e successivamente realizzaticon una particolare e innovativa tecnica detta top-down in-ternal contrast (TDIC) con definitive columns (DC) o prov-visionals columns (PC) che ha alla base il principio del top-down. In definitiva il TDIC si può considerare un top-downcon contrasti interni costituiti da solette piene in cementoarmato, impostati su colonne definitive o provvisionali.In genere nella costruzione di un’opera si realizzano pri-ma le strutture di fondazione e solo successivamente lestrutture in elevazione. Con la tecnica del top-down inve-ce, come abbiamo visto, si realizzano tutte o alcune o so-lo parti delle strutture in elevazione prima di aver inizia-to le opere di fondazione.La tecnica del TDIC, che ne costituisce una particolare appli-cazione, consiste nel realizzare, prima di ogni altra struttura,elementi di sostegno interni del tipo definitivo o provvisiona-le sui quali impostare solette piene in calcestruzzo armato,parziali o totali. Queste solette in prima fase assolvono allafunzione principale di contrasto interno delle opere di soste-gno del terreno e in seconda fase anche quella di sostenere icarichi verticali direttamente agenti sulle stesse, dovuti, oltre

al peso proprio, ai sovraccarichi permanenti portati e a quellivariabili. Gli elementi verticali sono costituiti da elementimetallici con funzione di montanti o di tiranti. Nel caso disolette impostate su montanti questi si incastrano, al di sottodel futuro piano di fondazione, su pali in calcestruzzo arma-to di adeguate dimensioni e lunghezze (vedi foto 1 e 2).Gli elementi verticali possono essere di tipo provvisiona-le o definitivo. Nel caso di elementi provvisionali a lorovolta possono svolgere la funzione di tiranti (impalcatiappesi, vedi foto 3 e 4) in prima fase e, successivamente,quella di puntoni in seconda fase una volta messi a con-trasto con le strutture di fondazione o possono svolgerefin dall’inizio la funzione di veri e propri pilastri.Nella tecnica del TDIC gli elementi di sostegno delle so-lette sono costituiti da putrelle di svariate dimensioni in-serite a fresco in pali di fondazione in cemento armato(vedi foto 5 e 6).Le strutture realizzate in prima fase, durante lo sbancamen-to, oltre a costituire le opere di contrasto interno delle strut-ture di contenimento del terreno, vengono in seconda fase,durante la costruzione dal basso verso l’alto, in fase di com-pletamento dell’opera, ad assumere funzione definitiva disostegno dei carichi verticali. Vengono pertanto riutilizzate

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con funzioni differenti dalle iniziali. Come accennato que-ste strutture di piano, con funzione iniziale di contrasto,possono interessare tutta la superficie del parcheggio osolamente una parte di essa. Nel primo caso, per il com-pletamento dell’opera nel suo insieme, se i pali-pilastrohanno funzione definitiva, non è necessaria nessun’altraoperazione mentre se i pali-pilastro sono di tipo provvisio-nale occorre effettuare delle operazioni di messa in caricodelle nuove strutture e successiva “calzatura” delle solettein fase di ricostruzione dal basso. Nel secondo caso, in cuile strutture di piano non interessano tutta la superficie, masvolgono in prima fase la sola funzione di contrasto confunzionamento a travi di piano, occorre completare dappri-ma la soletta e successivamente effettuare le operazioni pre-cedentemente descritte per sostenere l’intero impalcato.L’impiego della tecnica TDIC permette di perseguire i se-guenti scopi:a) restituire prima possibile l’area di superficie occupata

dall’ingombro del parcheggio interrato (parcheggi aRoma in Via Boemondo, Viale Partenope, Via Donizetti,Via Oslavia, Piazza Santiago del Cile – vedi foto 7 e 8);

b) contenere dimensioni e costi delle opere di sostegnodel terreno;

c) non ingenerare stati di ansia nei proprietari di appar-tamenti situati nelle immediate vicinanze del parcheg-gio in caso di un numero elevato i piani interrati (ViaFaravelli, Via Teulada, Via di San Valentino, Via Siria,Via Montefumaiolo, Largo Giorgi, Via Moricca, Genza-no, Via Sacchi, Via Guidubaldo Del Monte, Via Tripoli,La Sapienza, Via Tevere);

d) realizzare piani box interrati al di sotto di fabbricatiesistenti (Via Ristori).

Difficilmente, anche nel caso di strutture di piano che in-teressano tutta la superficie del parcheggio, vengono rea-lizzate tutte le strutture di piano durante la fase di sban-camento. Le strutture di contrasto, sia complete (che in-teressano tutta la superficie) sia parziali (che interessanouna sola parte della superficie), non vengono realizzatetutte durante la fase di sbancamento, per non caricare trop-po i montanti verticali, nel caso di pali-pilastro del tipoprovvisionale, e per non arrecare intralcio alle operazio-ni di sbancamento. Se ne scelgono pertanto solo alcunein funzione delle priorità degli scopi che si vogliono per-seguire. Se occorre ripristinare la viabilità superficiale nelminor tempo possibile (nel caso di parcheggi sotto stra-de) o evitare di ingenerare stati di ansia nella popolazio-ne (nel caso di buche profonde) o restituire comunquel’area prima possibile (ad esempio sotto campi di calcio

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Parcheggio in Via Boemondo: messa in opera montanti verticali definitivi

Parcheggio in Via Oslavia:armatura della soletta sumetà sede stradale

Parcheggio in Via Donizetti:armatura solaio di copertura sumetà sede stradale

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Parcheggio in Via Tevere, messa in opera montanti verticali provvisionali

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o sotto aree frequentate) si realizzerà dapprima la solettadi piano terra e poi alcune solette dei piani sottostanti. Selo scopo principale è quello di contenere le dimensionidelle opere di contenimento del terreno allora, molto pro-babilmente, il primo contrasto verrà effettuato in corri-

spondenza del primo livello interrato. In entrambi i casisi parla sempre di top-down di tipo parziale, in quanto so-lamente alcune strutture vengono realizzate in prima fa-se, mentre il completamento, del tipo tradizionale (dal bas-so verso l’alto), avviene in una seconda fase.Anche nel caso di solette che interessano tutta la superficie,ad esempio per parcheggi che interessano tutta la sede stra-dale, difficilmente la realizzazione dell’impalcato del pianoterra viene effettuata in un’unica volta. Molto spesso, pernon interrompere mai il traffico veicolare, si realizza dap-prima solamente una parte dell’intera soletta e si effettua ilcompletamento delle strutture di finitura superficiale, cosìda trasferire il traffico nella nuova sede stradale, e solo suc-cessivamente si sposta il cantiere nella seconda parte inte-ressata inizialmente dal traffico, e si svolgono le necessarielavorazioni fino al completamento totale dell’asse viario(parcheggi di Via Oslavia e Piazza Santiago del Cile).Esigenze di cantierizzazione possono determinare la ne-cessità di realizzare prima di ogni altra cosa alcune strut-ture del piano terra per permettere la formazione di aree9

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Parcheggio in Via Siria: dimaper la centraturadel palo-pilastro

Parcheggio in Via Siria: capitello

provvisionale

Parcheggio in ViaMontefumaiolo:

capitello definitivo

Parcheggio alla Sapienza:

capitello definitivo

Parcheggio in Piazza Santiagodel Cile: capitello

definitivo

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di cantiere. Molto spesso, proprio per la particolarità diquesto tipo di opere, tutta l’area a disposizione viene in-teressata dalla costrizione del parcheggio e pertanto nonsono disponibili aree per stoccaggio materiali o per losvolgimento delle naturali operazioni di cantiere, come lostazionamento di mezzi impiegati nello sbancamento enel trasporto dei materiali di risulta o per la localizzazionedelle baracche di cantiere, o addirittura può essere neces-sario realizzare delle strade provvisionali per l’accesso aqueste aree. Solamente la realizzazione di questi spazi puòdeterminare importanti opere strutturali.Nella tecnica del TDCI si utilizzano pali-pilastro in ac-ciaio per i seguenti motivi:a) facilità di realizzazione dei collegamenti tra strutture

realizzate in prima fase e strutture da eseguire in se-conda fase;

b) nel caso di pilastri provvisionali si hanno minori ingom-bri e quindi minori interferenze tra strutture definitive equelle provvisionali. Le asole da lasciare per il passag-gio delle armature sono di dimensioni ridotte e tali danon influenzare il comportamento strutturale degli ele-menti di piano. Ulteriore vantaggio si riscontra in fon-dazione qualora si realizzino platee dirette in presenzadi falda. È in questo caso possibile, con modesti accor-gimenti, evitare infiltrazioni nelle riprese di getto;

c) risulta più facile sostenere le strutture realizzate in pri-ma fase;

d) minori ingombri degli elementi verticali con maggioresfruttamento degli spazi a disposizione degli stalli dellemacchine;

e) maggiore facilità nel “centraggio” degli elementi verti-cali nel caso di pilastri definitivi rispetto ai pali-pila-stro realizzati in calcestruzzo armato.

Il palo-pilastro è un elemento strutturale verticale ottenutoinserendo nel calcestruzzo fresco del palo un profilato me-tallico. Il palo in cemento armato viene realizzato con per-forazione a vuoto del tratto di terreno interessato dal futu-ro parcheggio, perforazione e getto dopo la posa dell’ar-matura del tratto di palo da estendere sotto al futuro intra-dosso delle fondazioni. Appena effettuato, il getto viene ca-lato dall’alto l’elemento metallico opportunamente centra-to sul palo e messo in bolla verticale in modo tale da incas-sarlo per una lunghezza non inferiore ai 2 m nel palo in cal-cestruzzo armato e comunque una lunghezza tale da favo-rire il corretto trasferimento dei carichi dall’elemento in ac-ciaio al palo in calcestruzzo armato e pertanto definita infunzione dei carichi che deve sostenere. Le operazioni dicalo e messa in bolla dell’elemento verticale vengono con-trollate mediante apposita dima predisposta sul piano dicampagna (vedi foto 9). Alla sommità del profilato metallico, molto spesso, è pre-visto un apposito capitello, di svariate forme e dimensioni,che viene inglobato successivamente nel getto dell’impal-cato di piano terra. Parte del capitello può essere rimosso inuna fase successiva nel caso di pali-pilastro provvisionalie viene lasciato in opera nel caso di pali-pilastro definitivi(vedi foto 10-13).La tipologia dei pali-pilastro (se definitivi o provvisionali)è in funzione di: a) carichi che devono sostenere;b) caratteristiche del terreno di fondazione;

c) maglia strutturale definitiva da adottare nel parcheggio;d) numero di piani interrati che devono essere realizzati.

Il tipo di contrasto, il numero, la posizione sono anch’es-si in funzione delle caratteristiche del terreno, delle pree-sistenze site lungo il perimetro dell’area, nonché delle spe-cifiche esigenze di cantiere.Vediamo adesso alcuni aspetti che si possono presentaree che devono essere particolarmente curati per conferirequalità alle opere realizzate con questo sistema.

Presenza di pali-pilastro definitiviIn particolare se sono presenti dei pali-pilastro definitivicome elementi di sostegno delle opere realizzate durantela fase di discesa, è di fondamentale importanza che que-sti abbiano una perfetta verticalità e che siano perfetta-mente collocati nella loro posizione definitiva. Deve inol-tre essere particolarmente curato il collegamento con lestrutture di fondazione qualora si adottino per i pilastri eper i pali materiali e forme differenti; in pratica se il pa-lo-pilastro non è costituito da un unico elemento in cal-cestruzzo infisso in parte nel terreno al di sotto del futu-ro piano di fondazione e libero per la parte in elevazione.Ulteriori dettagli da curare con particolare attenzione ri-guardano il collegamento tra le strutture realizzate in se-conda fase e i pilastri di prima fase (vedi foto 14 e 15).L’impiego di pilastri in acciaio, utilizzati per ridurrel’ingombro di questi elementi, infissi a fresco in pali incalcestruzzo, come nell’esempio riportato nelle foto è

Parcheggio sotto il campo “Artiglio”:vista dei pilastri e dettagliodell’attacco della soletta di seconda fase sui pilastri realizzatiin prima fase

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applicabile per parcheggi che abbiano un numero di pia-ni non superiore a due o tre in quanto uno dei requisitifondamentali per il buon funzionamento dell’insiemestrutturale è quello di garantire una perfetta verticalitàdegli elementi di sostegno delle strutture di piano, e conprofondità elevate è difficile ottenere la perfetta vertica-lità dell’elemento che va calato in un foro preventiva-mente realizzato con poche possibilità di controllarnela verticalità durante l’infilaggio. Altro aspetto che potrebbe rendere di difficile impiegol’uso di pali – pilastro definitivi è legato alle operazio-ni di sbancamento. Qualora la maglia sia particolarmen-te stretta o richieda infittimenti in alcune zone per esi-genze distributive, potrebbe essere difficoltoso muover-si tra questi elementi con i mezzi adibiti allo sbanca-mento, in genere ruspe e escavatori, guidati da personeche non sono molto abituati ad avere vincoli durante losvolgimento del loro lavoro e quindi potrebbero verifi-carsi degli urti che sono particolarmente dannosi perquesto tipo di strutture. Tra l’altro in prima fase il montante in acciaio risulta com-pletamente libero e nel caso di più piani è importante ve-rificare che non si instaurino fenomeni di instabilità.In ultimo, ma non meno importante è il fatto che deve es-sere particolarmente curato anche il loro posizionamentoin pianta in quanto nei parcheggi, poichè si tende a sfrut-tare al massimo tutte le aree per poter ricavare il maggiornumero di posti auto o box, lo spostamento anche di po-chi cm dalla posizione ipotizzata potrebbe rendere pocoaccessibile il posto.

Presenza di pali-pilastro provvisori Un’altra soluzione è quella che prevede di impostare le strut-ture di prima fase su pali-pilastro provvisori. Con questa mo-dalità costruttiva è chiaramente meno importante richiederedi dover controllare la perfetta verticalità del pilastro e la suaposizione, così come risultano molto più semplici tutte leoperazioni di completamento delle strutture di seconda fasenon dovendo più curare il collegamento con questi pilastriche anzi risultano completamente svincolati. In questo casoè però necessario porre attenzione alla fase di rimozione de-gli elementi provvisionali. Questi pilastri possono infatti es-sere rimossi solamente dopo aver appoggiato le strutture rea-lizzate in prima fase sulle nuove fondazioni mediante nuovipilastri o setti e aver successivamente svincolato la parte cherimane infissa nel terreno (pali) dalle strutture di fondazionequalora queste siano di tipo superficiale (vedi foto 16 e 17).

Montanti sostenuti da travi reticolariprovvisorieNel caso di solette sostenute da tiranti ancorati a travi re-ticolari localizzate al piano terra occorre, prima di appog-giare i montanti alle nuove strutture di fondazione, modi-ficarne il loro funzionamento strutturale in quanto nellaprima fase i montanti sono sollecitati a trazione e quindisoggetti ad allungamento mentre nella fase definitiva, do-vendo assumere la funzione di pilastri soggetti a sforzi dicompressione, sono soggetti ad accorciamento. È quindinecessario, oltre che effettuare il prolungamento dei mon-tanti, provvedere alla messa in carico di questi elementi me-diante l’impiego di martinetti idraulici (vedi foto 18 e 19).

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Parcheggio in Via Como:

vista dei pilastriprovvisionali

in acciaio

Parcheggio in Via San Valentino:vista dei lamierini

dei pali-pilastroprovvisionali

Parcheggio in Via G. Del Monte:

armature delle strutture di fondazione

e messa in carico dei montanti

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Deve inoltre essere studiato il collegamento dei montan-ti alle travi reticolari per permettere il loro distacco daqueste strutture una volta trasferito il carico in fondazione(vedi foto 20).

Attacco delle strutture di seconda fase a quelle orizzontali realizzate in prima faseAltri particolari costruttivi da curare sono quelli cheriguardano l’attacco dei nuovi solai alle strutture giàrealizzate in prima fase. Nel caso di sistemi costruttivi che prevedono travi e solai,devono essere lasciate delle armature fuoriuscenti dalle tra-vi per permettere la solidarizzazione tra i vari elementi (travie solai) di seconda fase. Da notare che queste travi potreb-bero essere a loro volta anche impostate su pilastri provvisio-nali da rimuovere successivamente alla fine della costruzio-ne per poi sostituirli con nuovi pilastri realizzati in secondafase. In questo caso devono essere lasciate altre armaturefuoriuscenti dalle travi per la solidarizzazione con i pilastrie previsti dei fori per il getto del calcestruzzo (vedi foto 21).Oppure impostate su montanti definitivi. Anche in questo

caso devono essere previste adeguate armature per la so-lidarizzazione successiva (vedi foto 22).Ed ancora, si potrebbe presentare il caso di dover comple-tare parti di solette realizzate in prima fase; anche in que-sto caso occorre lasciare zone armate, ma non gettate, perpermettere la solidarizzare successivamente della restanteparte di struttura (vedi foto 23 e 24).In parcheggi aventi un numero di piani interrati maggioredi 3 è consigliato utilizzare pali-pilastro provvisionali omontanti provvisionali. In sostanza si possono avere le se-guenti quattro casistiche:a) pali-pilastro definitivi;b) pali-pilastro provvisionali;c) montanti con funzionamento a tirante in discesa du-

rante la fase di scavo e di pilastro in fase definitiva;d) top-down intero o che riguarda solo una parte dell’in-

tero piano o tutto il piano.

Nelle pagine successive verrà presentato l’impiego di que-sta tecnica utilizzata per la realizzazione di cinque parcheg-gi interrati. Ciascuno di essi privilegia alcuni dei vantaggiche possono essere perseguiti con questa tecnica rispetto adaltri ritenuti meno importanti. Verrà pertanto presentato unparcheggio realizzato, sotto un fabbricato esistente (Via Ri-stori), all’interno di un cortile che prevede lungo il perime-tro edifici di importanza storica (Via Tevere), un parcheggioin parte interrato (3 piani interrati) e in parte fuori terra (4piani fuori terra) su un’area contornata da fabbricati e strade(Via Tripoli), sotto una strada (Viale Partenope) e per ultimosotto un campo di calcio (campo Artiglio in Via Teodorico).

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Parcheggio in Via Moricca: vista delle traviimpostate su paliprovvisionali

Parcheggio in Via G. Del Monte:solette di secondafase su travirealizzate in prima fase

Parcheggio in Via Tevere:completamentodelle soletterealizzate in prima fase

Parcheggio in Piazza Cavour:armature perripresa di getto

Parcheggio in Via Sacchi: dettaglio dell’appoggio dei montanti sulle travi

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Carpenteria del primo livello

interrato

Sotto: sezioni

ante operam (a sinistra)

e post operam (a destra)

Parcheggio in Via Ristori

L’ intervento in oggetto prevede la realizzazione di unparcheggio interrato che si estende per tre livelli al

di sotto di un fabbricato esistente in calcestruzzo armatosito in Via Ristori a Roma, e l’ampliamento delle zonebalconate e della copertura in un intervento di ristruttura-zione generale dello stabile.

Per l’esecuzione del parcheggio interrato, oltre alla rea-lizzazione delle necessarie opere di contenimento del ter-reno, è stata studiata una soluzione per permettere la cir-colazione delle macchine nelle zone comuni (corsie dipassaggio) indipendentemente dalla originaria posizionedei pilastri esistenti che seguono una logica differente. Èstata pertanto ipotizzata una soluzione che prevede per gliimpalcati dei piani interrati una posizione differente deipilastri, ma che al tempo stesso mantiene per i piani inelevazione la posizione originaria.La costruzione dei tre piani interrati è stata resa possibi-le grazie alla realizzazione, al livello del piano seminter-rato dell’edificio esistente, di un piano “cuscinetto” co-stituito da una soletta in calcestruzzo armato di 50 cm dispessore, appoggiato su una paratia perimetrale al lottocostituita da pali di medio diametro e su una serie di mi-cropali interni del diametro φ 20 e di 24 m di lunghezza,dal quale spiccano i pilastri dell’edificio esistente.

Inizio e fine lavori: 2006Committente: CCP SpAProgettista architettonico: arch. TamburiniProgettazione strutturale esecutiva e direzione lavori: ing. Andrea CinuzziPosti auto: 133Piani interrati: 3

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Sbancamento del terreno all’esterno del fabbricato

Realizzazione delle opere di contenimento del terreno e presbancamento

Sbancamento del terreno fino a quota -5,95 m e messa a nudo dellestrutture di fondazione

Demolizione del solaio esistente e messa a nudo delle strutture di fondazione

Durante le fasi di sbancamento al di sotto del piano “cusci-netto” i micropali sono stati tra loro solidarizzati da un get-to di cemento opportunamente armato che ha permesso laformazione di setti in calcestruzzo armato migliorando co-sì le condizioni di stabilità dei micropali stessi e permetten-do il collegamento di questi alle future solette in calcestruz-zo armato che realizzano gli impalcati dei piani interrati.Gli impalcati dei piani interrati sono costituiti da solettein calcestruzzo armato di spessore costante pari a 23 cme sono stati costruiti solamente dopo aver realizzato lestrutture di fondazione, costituite da una soletta in calce-struzzo armato di spessore pari a 70 cm ed effettuati i do-vuti collegamenti ai setti sopra descritti.

Metodologia costruttivaLa metodologia costruttiva ha previsto una serie di fasioperative che si sono susseguite secondo un rigoroso ordi-ne cronologico che prevedeva l’inizio della generica fasesuccessiva solamente al termine di tutte le operazioni re-lative alla precedente. In sequenza cronologica sono statepreviste le seguenti fasi costruttive:– preventiva realizzazione di una paratia di pali lungo

tutto il perimetro del lotto;– sbancamento parziale di tutta l’area e la demolizione del

solaio del primo interrato così da mettere a nudo tutte lestrutture di fondazione del fabbricato esistente;

– demolizione delle travi di collegamento dei plinti ela realizzazione di micropali affiancati, così da co-stituire dei setti di tipo definitivo o provvisionale. Isetti definitivi sono stati disposti lungo le pareti deinuovi box;

– asportazione degli spessori di plinto presenti al di so-pra dell’intradosso della futura soletta di piano mediantel’uso di carotieri;

– realizzazione di una soletta di 50 cm di spessoreimpostata sui suddetti micropali previa la predi-sposizione di quattro angolari in acciaio sui lati diogni pilastro, per il trasferimento dei carichi pro-venienti dall’elevato alla nuova struttura di piano(particolare cura è stata prestata per la messa inopera di idonee armature in prossimità degli ango-lari metallici);

– sbancamento di un altro livello interrato;– formazione di un altro ordine di setti intorno ai micro-

pali;– sbancamento dell’ultimo livello interrato e del terreno

interessato dalle strutture di fondazione;– realizzazione delle strutture di fondazione con il com-

pletamento dei setti in calcestruzzo armato;– realizzazione dei due impalcati intermedi;– formazione di travi binate esterne ai setti provvisiona-

li e nella successiva loro demolizione.

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Realizzazione dei micropali Messa in opera delle armature dei setti in calcestruzzo armato

Formazione dei setti in calcestruzzo armato Messa in opera del banchinaggio per il piano “cuscinetto”

Casseratura e getto dei nuovi setti Casseratura dei setti

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Inghisaggio dei perni metallici per ancoraggio a “L” e posa dell’armaturainferiore

Predisposizione delle piastre intorno ai pilastri esistenti e messa in operadelle armature della soletta di piano terra

Nuovi setti in calcestruzzo armato e vecchie strutture di fondazione Sbancamento fino a quota -8,35 m

Dettagli dell’ancoraggio dei pilastri sulla soletta di piano terra Realizzazione del solettone

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Completamento della messa in opera delle armature intorno ai micropali Messa in opera delle armature intorno ai micropali

Vista dal basso dopo lo sbancamento del terzo livello interrato Posa dell’armatura inferiore della zattera di fondazione

Casseratura dei setti Vista dopo lo sbancamento del terzo livello interrato

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Getto della soletta di fondazione Banchinaggio e posa in opera delle armature della soletta di secondo interrato

Vista delle strutture provvisionali di I fase prima della realizzazionedelle travi binate

Vista dei setti della soletta del secondo livello interrato

Getto della soletta del secondo livello interrato Posa in opera dell’armatura della soletta di primo interrato

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Nelle figure schematiche seguenti si riporta la sequenza delle varie fasi costruttive, come previste e come effettivamenterealizzate, mentre le foto precedenti riportano lo stato di avanzamento del cantiere durante la realizzazione dell’opera.

Fase I– demolizione del solaio esistente

a quota -2,50 m;– realizzazione della paratia perimetrale; – sbancamento fino a quota -3,95 m

Fase II– demolizione delle travi di collegamento;– realizzazione dei micropali

Fase III– realizzazione dei setti fino a quota

-3,95 m– demolizione di 20 cm dei plinti esistenti– preparazione della superficie dei plinti

e dei pilastri esistenti

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Fase IV– predisposizione delle piastre intorno

ai pilastri esistenti e messa in opera dellearmature della soletta di piano terra;

– realizzazione della soletta di piano terra

Fase V– sbancamento fino a quota -5,35 m

Fase VI– demolizione dei pali di fondazione

esistenti e dei plinti– completamento dei setti fino a quota

-5,35 m– sbancamento fino alla quota di intradosso

di fondazione

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Fase VIII– completamento dei setti;– demolizione dei setti provvisionali

Fase VII– realizzazione della soletta di fondazione;– realizzazione delle travi accoppiate

Fase IX– realizzazione dei nuovi solai

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Vista dall’altodell’area del parcheggio a lavori terminati

Parcheggio in Via Tevere

I l parcheggio in oggetto, realizzato a Roma in Corsod’Italia angolo Via Tevere, prevedeva la realizzazione

di cinque livelli interrati al di sotto del piano terra, ma incorso d’opera i livelli sono stati aumentati e portati a sei.L’opera è stata realizzata all’interno di un cortile delimi-tato, lungo due lati del perimetro, da due fabbricati di ri-levante importanza architettonica e, lungo gli altri due, dastrade particolarmente trafficate. La forma è del tipo pseu-do-rettangolare con lati pari a 36,60 m e 27,50 m.Lungo tutto il perimetro del lotto è presente una paratiadi micropali del diametro φ 22,5 posti a interasse di 35 cmche risultano armati con un tubolare metallico del diame-tro φ 219 avente spessore 1 cm lungo il lato interessatodalla rampa e del diametro φ 193,7 di spessore pari a 0,8 cmlungo gli altri tre lati.La struttura interna prevede un’ossatura portante vertica-le costituita da pilastri in calcestruzzo armato di formarettangolare, di spessore costante pari a 30 cm con lato va-riabile da 60 a 100 cm in funzione dei carichi agenti su-gli stessi, e da montanti in acciaio. La maglia strutturale

tipologica prevede pilastri disposti ai vertici di rettango-li di lati pari a 6 × 650 m. Gli impalcati di piano sono co-stituiti da solette piene in calcestruzzo armato aventi spes-sore costante pari a 25 cm al generico piano e 30 cm alpiano terra, dove è previsto un rinterro di spessore varia-bile da 60 a 90 cm e luci libere di inflessione, nella partecentrale, di 16 m. Le strutture di fondazione sono costi-tuite da una soletta continua di spessore costante di 80 cm. I collegamenti verticali tra i vari piani sono realizzati me-diante due scale aventi funzionamento a soletta rampantee da un ascensore alloggiato all’interno di una strutturascatolare di spessore costante pari a 20 cm; è inoltre pre-vista una rampa di larghezza pari a circa 5 m.Date le particolari condizioni al contorno, costituite co-me detto dalla presenza, praticamente a filo del lotto, didue fabbricati di notevole importanza storica e da due stra-de a intenso scorrimento, al fine di ridurre al minimo ildisturbo arrecato dallo sbancamento del terreno è stataprevista una particolare metodologia costruttiva, che hapermesso di puntellare la paratia a tutti i livelli anche du-rante le fasi di sbancamento, che risultano evidentemen-te le più gravose per l’opera di contenimento del terreno. Il fabbricato peraltro ricade in zona classificata sismica, tut-tavia in fase iniziale non è stato considerato agente il sismasulla struttura, data la scarsa probabilità che in questo bre-ve periodo si potesse verificare l’evento sismico da norma-tiva con tempo di ritorno di 475 anni; è stato invece consi-derato per le strutture perimetrali in condizioni finali.La struttura interna, peraltro, essendo vincolata lungo iquattro lati da strutture infinitamente rigide nel loro piano,non subisce effetti di alcun genere a seguito dell’applica-zione dell’evento sismico.

Inizio lavori: 2006Fine lavori: 2011Committente: Gruppo Bonifaci SpAProgettista architettonico: arch. Pietro BellenzioProgettazione strutturale esecutiva e direzione lavori: ing. Andrea CinuzziPosti auto: 113Piani interrati: 6

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edilizia ambienteterritorio

n. 37-382011

Metodologia costruttivaLa metodologia costruttiva è consistita nella realizzazio-ne, durante le fasi di sbancamento, di una porzione di im-palcato avente forma di maglia chiusa così da determina-re una struttura di contrasto per le opere di contenimentodel terreno. I quattro lati del rettangolo sono stati così con-trastati da travi di piano a loro volta sostenute da elemen-ti di tipo provvisionale costituiti da pali-pilastro. In fig. 1 si riporta la pianta della generica porzione di im-palcato realizzato in prima fase ed avente forma di ma-glia chiusa.

Per non interrompere le lavorazioni e dover attendere iltempo necessario alla stagionatura del calcestruzzo costi-tuente le solette (di spessore 25 cm) realizzanti le magliechiuse, queste sono state impostate su casseforme non ap-poggiate sul terreno, ma sostenute da una idonea struttu-ra metallica appesa ai pali-pilastro provvisionali.

Pianta di prima fase del generico impalcato impostato su pali-pilastro provvisionali

Stralcio in pianta delle strutture metalliche di sostegno delle casseforme Particolare del sostegno delle IPE 240

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edilizia ambiente territorio

n. 37-382011

Stralcio in sezione delle strutture metalliche di sostegno delle casseforme

Vista delle strutture metalliche al primo livello interrato

Soletta di prima fase dell’impalcato del primo interrato Vista della soletta parziale del primo interrato e del piano di lavoro

Dettaglio dell’ancoraggio dei tiranti ai pilastri Dettaglio del sostegno delle travi HEB 160 di piano

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edilizia ambienteterritorio

n. 37-382011

Vista della soletta parziale del piano terra impostata su quella del primointerrato

Vista dall’alto della maglia di contrasto

Abbassamento della carpenteria Vista delle strutture metalliche al piano terzo interrato

Dettaglio del sostegno delle travi HEB 160 di piano

Dopo il getto delle solette sono state impostate sulle stesse le cassaforme per il getto del piano sovrastante.

Dopo lo sbancamento di ulteriori duelivelli le strutture metalliche di soste-gno delle casseforme sono state ab-bassate mediante un sistema di paran-chi che ne hanno permesso la localiz-zazione al piano terzo interrato per ilgetto della nuova soletta di contrasto.

Le stesse operazioni sono state ripe-tute per la realizzazione del quinto li-vello interrato.

La realizzazione delle strutture di fon-dazione è invece avvenuta a settori inquanto il sesto livello interrato non erastato previsto in fase di progettazione.Sono state pertanto sbancate singoleporzioni di terreno e gettate le relati-ve strutture di fondazione fino al com-pletamento di tutte le strutture di fon-dazione costituite da una soletta pie-na di spessore costante pari a 80 cm.

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edilizia ambiente territorio

n. 37-382011

Sbancamento a settori

Getto di un settore di terreno asportato

Sbancamento della zona centrale e dei settori

Getto di un altro settore di terreno asportato

Armatura della zattera di fondazione nella zona centrale Completamento della zattera di fondazione

Montaggio dei montanti in carpenteria metallica

Completate le strutture di fondazionesono stati realizzati, a tutti i piani, ipilastri in calcestruzzo armato dispo-sti lungo il perimetro del parcheggioe montati i pilastri metallici nella par-te interna del parcheggio.

Sui montanti in acciaio sono state im-postate le solette per il completamen-to dei vari impalcati di piano.

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edilizia ambienteterritorio

n. 37-382011

Getto della soletta del quinto livello interrato

Fase I – realizzazione della paratia; realizzazione del cordolo di coronamento

Casseforme per il secondo livello interrato

Fase II – sbancamento fino a quota primo interrato; realizzazione dei pali provvisionali

Fase III – prolungamento dei pali-pilastro; realizzazione della soletta a quota -4,05 m

Fase V – realizzazione della terza soletta a quota -9,75 m

Fase IV – realizzazione della soletta di piano terra; sbancamento fino a quota -10,75 m

Fase VI – realizzazione della quarta soletta a quota -6,90 m

Nelle figure schematiche successive si riporta la sequenza delle varie fasi lavorative

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edilizia ambiente territorio

n. 37-382011

Fase VII – sbancamento fino a quota -16,45 m

Fase IX – realizzazione della quinta soletta a quota -12,20 m

Fase VIII – realizzazione della quinta soletta a quota -15,20 m

Fase X – sbancamento della parte centrale fino alla quota di intradossodi fondazione (-18,95 m)

Fase XI – realizzazione della struttura di fondazione nel tratto centrale

Fase XIII – sbancamento a settori sotto le solette fino alla quota di intradosso di fondazione; realizzazione della struttura di fondazionenei tratti sbancati; realizzazione dei pilastri, delle pareti e completamentodelle solette

Fase XII – realizzazione dei pilastri nel tratto centrale e completamentodella soletta del quinto interrato

Fase XIV – asportazione dei pilastri provvisionali

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edilizia ambienteterritorio

n. 37-382011

Costruzione del piano di lavoro a livello del piano terra

Mezzi di scavo sul piano di sbancamento

Costruzione del piano di lavoro a livello del piano terra

Escavatore sul piano di lavoro a quota 0,00 m

Carico del materiale sui camion

Operazioni di sbancamento del terrenoPer lo sbancamento del terreno interno all’area oggettod’intervento, date le notevoli profondità di scavo, sonostati impiegati mezzi in superficie e mezzi sul piano disbancamento e realizzati idonei piani di carico per lo sta-zionamento dei mezzi impiegati e per l’accumulo del ter-reno asportato.Poiché tutta l’area prevista per la realizzazione del par-cheggio è stata interessata dallo stesso è stato necessario,prima di ogni altra operazione, realizzare una piazzola perlo stazionamento dei mezzi di cantiere e per le operazioni

di carico sui camion adibiti al trasporto a discarica del ma-teriale asportato.Sulla piazzola localizzata a livello del piano terra è statoallocato, per le prime operazioni di sbancamento, un esca-vatore per il carico del materiale asportato.Per le successive fasi di sbancamento è stata predispostauna vasca di accumulo del materiale al livello del primopiano interrato che è stata riempita mediante l’escavatorepresente all’interno del parcheggio e dalla quale è statoprelevato il materiale e caricato sui camion mediante l’altroescavatore localizzato sul piano di lavoro.

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edilizia ambiente territorio

n. 37-382011

Movimentazione del terreno al piano di sbancamento e carico sui camionmediante l’escavatore al piano terra

Vista dal basso delle operazioni di scavo

Vasca di accumulo al livello del primo piano interrato

Chiusura della parte centrale al piano terra. Travi di 16,60 m di luce

Accumulo e raccolta del materiale di scarico

Carico e scarico della vasca di accumulo

Per le ulteriori fasi di sbancamento, al di sotto del terzo li-vello interrato, l’escavatore di superficie è stato posizio-nato sulla soletta del primo livello interrato e montata unabenna di carico più lunga. Il materiale è stato accumulatodall’escavatore presente al piano di sbancamento in pros-simità della zona di stazionamento del primo mezzo perfacilitarne la raccolta per il successivo carico sui camion.Per lo sbancamento al di sotto del quinto livello interratoè stata predisposta una piazzola provvisoria intermedia perl’accatastamento del materiale così da facilitare le opera-zioni di raccolta e caricamento sui camion da parte del-l’escavatore di superficie.

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n. 37-382011

I l parcheggio in oggetto, situato a Roma in Via Tripolisi sviluppa con quattro livelli interrati e quattro fuori

terra; al di sotto del piano terra ha forma in pianta del tipopseudo-rettangolare con lati pari a circa 75 m quello mag-giore e 68,50 m quello minore, mentre in elevazione pre-senta una pianta rettangolare di lati 72,40 m e 37,05 m.L’opera è localizzata all’interno di un’area delimitata lun-go due lati da fabbricati di notevoli dimensioni e lungo glialtri due lati da strade a notevole scorrimento veicolare.Lungo tutto il perimetro del lotto è presente una paratiadi pali del diametro φ 800 posti a interasse di 1 m che ri-sulta collegata in sommità da un cordolo in calcestruzzoarmato di 1 m per 0,80 m. La struttura interna prevede un’ossatura portante verticalecostituita da pilastri in calcestruzzo armato di forma rettan-golare di spessore costante pari a 30 cm e di lato variabilein funzione dei carichi agenti sugli stessi ai piani interrati,mentre al di sopra del piano terra sono presenti profilati me-tallici del tipo HEB 240 o HEB 300 singoli o accoppiati.

La maglia strutturale tipo e pari a 6 × 3 m ai piani inter-rati e pari a 9 × 9 m ai piani fuori terra.Tale maglia permette una destinazione a box per i pianiinterrati e una destinazione di sosta a rotazione ai piani inelevazione; sono inoltre previsti uffici per il Municipioal piano terra. Gli impalcati di piano sono realizzati consolette piene di spessore costante pari a 30 cm.I collegamenti pedonali sono costituiti da scale e ascenso-ri alloggiati in appositi nuclei in calcestruzzo armato, men-tre quelli di tipo veicolare sono costituiti da rampe di tipocircolare per il collegamento dei piani interrati e da ram-pe rettilinee per i piani in elevazione.

Sezione, realizzazione dei pilastri e delle solette in elevazione

Pianta del pianointerrato

Parcheggio in Via Tripoli

Inizio lavori: 2005Fine lavori: in corsoCommittente: Parcheggi per le Città ScarlProgettista architettonico: InterprogettiProgettazione strutturale esecutiva e direzione lavori: ing. Andrea CinuzziPosti auto: 850Piani interrati: 4Piani fuori terra: 5

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edilizia ambienteterritorio

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Rampe circolari per l’accesso ai piani interrati

Pianta del piano di contrasto della paratia perimetrale Palo-pilastro

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Rampa rettilinea per l’accesso ai piani in elevazione

Pianta dei piani in elevazione

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edilizia ambienteterritorio

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Paratia di pali

Sono inoltre presenti due scale per il collegamento dei pia-ni in elevazione fuori terra con evidenti intenti architetto-nici, in particolare una in elementi metallici si sviluppalungo tutto il lato maggiore che aggetta su Via Tripoli, men-tre la seconda, in calcestruzzo armato, fuoriesce a sbalzoda un setto anch’esso in calcestruzzo armato ed è colle-gata al parcheggio mediante una passerella sostenuta dapilastri circolari.

Le fondazioni sono del tipo superficiale realizzate median-te una platea continua di spessore costante pari a 1 m.Date le particolari condizioni al contorno, costituite come det-to dalla presenza di fabbricati di notevole importanza e da duestrade a intenso scorrimento, in relazione alla notevole altezzadel fronte di sbancamento da realizzare, al fine di ridurre al mi-nimo il disturbo arrecato dallo stesso sbancamento del terre-no, è stata prevista una particolare metodologia costruttiva.

Particolare della scala metallicaScala metallica lungo Via Tripoli

Realizzazione dei pali-pilastro provvisionali

Metodologia costruttivaLa metodologia costruttiva è consisti-ta nella realizzazione di un piano dicontrasto delle opere di contenimen-to del terreno a livello del secondopiano interrato.È stata preventivamente realizzata laparatia di pali lungo tutto il perimetrodel lotto ed effettuato lo sbancamentodi due livelli; realizzati i pali-pilastro(di tipo provvisionale) con maglia di9 × 9 m così da permettere una facilitàdi movimento ai futuri mezzi di scavo. Sono stati successivamente realizza-ti dei baggioli, direttamente appog-

giati sul terreno, sui quali sono stateallocate delle predalles con funzionedi cassaforma a perdere sulle quali èstata predisposta una idonea armatu-ra ed effettuato il getto della soletta.Dopo aver realizzato la soletta di con-trasto è stato sbancato al di sotto dellastessa fino all’intradosso delle strut-ture di fondazione.Terminate le operazioni di sbanca-mento si è proceduto alla realizzazio-ne della soletta di fondazione di spes-sore costante pari a 1 m e dei pilastridefinitivi in calcestruzzo armato. Suquesti è stata impostata la soletta del

terzo livello interrato e prolungati ipilastri fino a calzare la soletta delsecondo livello interrato che è statarealizzata in fase precedente.Una volta calzata la soletta sono sta-ti asportati i pilastri provvisionali.Con la stessa impostazione struttu-rale sono stati completati gli ulterioridue piani interrati.Dal piano terra alla copertura i pila-stri sono stati realizzati in carpente-ria metallica su maglie di 9 × 9 m.I primi ordini sono composti da cop-pie di HEB 240 mentre agli ultimidue ordini prosegue solo un montante.

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Baggioli per posizionamento delle predalles Messa in opera delle predalles

Capitello di sommità dei pali-pilastro Messa in opera delle armature

Soletta di contrasto al livello del secondo piano interrato Sbancamento sotto il piano di contrasto

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Realizzazione della soletta di fondazionePreparazione del piano di fondazione

Armature della soletta del terzo livello interratoRealizzazione dei pilastri in cemento armato definitivi

Armature della soletta del primo livello interratoPilastri definitivi a sostegno della soletta del secondo interrato

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Vista dei pilastri in acciaioPilastri in acciaio al primo livello fuori terra

Armature della soletta del secondo piano Getto della soletta del secondo piano

Vista dell’intradosso della soletta di piano Vista della rampa interna e dei piani in elevazione

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edilizia ambienteterritorio

Fase III – realizzazione dei pali provvisionali

Fase VII – realizzazione dei pilastri fino a quota 21,25 m; realizzazionedella soletta a quota 21,25 m; realizzazione dei pilastri fino a quota24,25 m

Fase IV – realizzazione della soletta a quota 24,15 m

Fase VIII – demolizione dei montanti HEB 240; realizzazione dei pilastri fino a quota 27,05 m; realizzazione della soletta a quota27,05 m

Fase V – sbancamento fino a quota 17,45 m Fase VI – realizzazione della soletta di fondazione

Fase I – realizzazione della paratia; realizzazione del cordolo di coronamento

Fase II – sbancamento fino a quota 23,93 m

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edilizia ambienteterritorio

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Di seguito si riporta la sequenza schematica delle fasi costruttive relative al contrasto delle opere di contenimentodel terreno.

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n. 37-382011

Pianta della paratia e dei pali-pilastro

Stralcio della pianta

Vista dall’alto della sistemazionesuperficiale

Parcheggio in Viale Partenope

I l parcheggio in oggetto, realizzato in Viale Partenopea Roma, ha forma in pianta del tipo rettangolare con

lati di 154,50 × 17,70 m e prevede due livelli completa-mente interrati.

La struttura portante è realizzata con pilastri in acciaio,costituiti da profilati del tipo HEB 300 disposti ai verticidi maglie rettangolari di dimensioni in pianta pari 6,20 ×5,80 m circa.L’impalcato del piano terra è costituito da una soletta incalcestruzzo armato di spessore costante pari a 40 cm,mentre quello del piano interrato è realizzato medianteuna soletta anch’essa in calcestruzzo armato ma dello spes-sore di 25 cm.Le fondazioni sono del tipo profondo costituite da un palodel diametro φ 800 per ciascun pilastro, di lunghezza co-stante pari a 12 m.

Inizio e fine lavori: 2006Committente: DS Park Nove SrlProgettista architettonico: FAR Associati,

arch. Maurizio FrangipaneProgettazione strutturale esecutiva e direzione lavori: ing. Andrea CinuzziPosti auto: 138

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Disegno esecutivodel palo-pilastro edettagli costruttividel collegamentocon la soletta delprimo livellointerrato

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edilizia ambienteterritorio

n. 37-382011

Metodologia costruttivaPer la realizzazione del parcheggio,al fine di arrecare il minor disturbopossibile agli abitanti della zona e altraffico veicolare così da ridurre al mi-nimo i tempi di realizzazione dell’in-tero intervento nonché per poter ripri-stinare nel minor tempo possibile laviabilità definitiva, le varie categoriedi lavorazione sono state realizzatecontemporaneamente suddividendo ilcantiere in tre campi che procedevanosecondo lavorazioni alternate. È statamessa a punto una particolare meto-dologia costruttiva che si è sviluppatamediante le seguenti fasi:– realizzazione delle opere di conteni-

mento del terreno (paratia di palidel diametro φ 800) e del sovrastan-te cordolo di collegamento;

– contemporanea formazione di pali-pi-lastro interni all’area, comprendenti

una fondazione costituita da pali incalcestruzzo armato del diametroφ 800, a partire dalla quota dell’in-tradosso della futura soletta di fon-dazione e profilati metallici del tipoHEB 300 annegati a fresco nel cal-cestruzzo dei pali ai quali è stata fat-ta svolgere la funzione sostegno deifuturi solai;

– stesa di un getto di calcestruzzo ma-gro elicotterato a fresco con funzio-ne di cassaforma a perdere per ilsuccessivo getto della soletta di pia-no terra (sullo stesso magrone, pre-via stesa di disarmante, sono statemontate le armature della soletta edeffettuato il getto);

– realizzazione della soletta di pianoterra;

– completamento delle opere di finitu-ra superficiale per il ripristino dellaviabilità superficiale;

– disposizione dei teli impermeabiliincrociati, il tessuto non tessuto eun altro strato di impermeabilizza-zione protetto da una soletta in cal-cestruzzo armato;

– riempimento, al di sopra dellasoletta, dello spessore minimo di80 cm di terra, sopra al quale èstato effettuato un ulteriore gettoper l’allettamento e la posa dellapavimentazione;

– contemporanea esecuzione delleprecedenti lavorazioni negli altridue tratti;

– sbancamento in galleria dei due li-velli interrati dopo aver ridato la via-bilità definitiva in superficie;

– successiva realizzazione delle solet-te di secondo interrato, direttamen-te su terra, e della soletta di primointerrato ancorata ai pali-pilastroin acciaio.

Disegno esecutivodel palo-pilastro

e dettaglicostruttivi

del collegamentocon la soletta

del primo livellointerrato

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Soletta di piano terra, posa in opera delle armature nel primo tratto Armature in prossimità della rampa di accesso ai piani interrati

Operazioni di scapitozzatura dei pali Realizzazione del cordolo di sommità nel terzo tratto lato destro

Formazione dei pali-pilastro nel terzo tratto

La particolare tecnica costruttiva ha permesso di non interrompere mai il traffico veicolare, parzializzandone sola-mente la percorrenza stradale nella prima fase dei lavori, e di riconsegnare l’area superficiale perfettamente funzio-nante solamente dopo 1 mese e mezzo dall’inizio dei lavori.

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Posa delle armature nel primo tratto e pali-pilastro nel secondo Getto della soletta nel primo tratto

Rinterro nel primo tratto

Inizio delle operazioni di finitura nel primo trattoOpere di impermeabilizzazione nel secondo tratto

Completamento delle opere di finitura nel primo tratto

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Posa della pavimentazione nel primo tratto Termine della posa in opera della pavimentazione nel primo tratto

Ripristino della viabilità e nuova sistemazione del centro stradaCompletamento delle opere di finitura nel secondo tratto

Posa delle armature nel secondo tratto; particolare alla sommità del palo-pilastro

Sbancamento nel terzo tratto

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In alto:vista generale

A destra:planimetria

ante operam

Vista dall’altodell’intervento

Parcheggio in Via Teodorico

L’ intervento di riqualificazione dell’impianto sporti-vo sito tra Via Teodorico e Via Boemondo a Roma,

denominato campo “Artiglio”, ha previsto la realizzazio-ne di due livelli di parcheggio interrati, situati diretta-mente sotto l’esistente campo di calcio, una nuova pale-stra di basket coperta, tre campi di calcetto e tre corpi difabbrica adibiti rispettivamente a uffici sportivi, locali di

ristorazione e centro anziani. Al di sotto dei sopradetticorpi di fabbrica sono stati collocati gli spogliatoi per leattività ginniche.Il parcheggio interessa tutta l’area attualmente occupatadal campo di calcio e da un campo di calcetto ed è statorealizzato con la particolare tecnica del TDIC preceden-temente descritta.La caratteristica peculiare di questo parcheggio, che lo hareso noto in quanto capostipite di tutta un serie di nuoviparking in parte realizzati anche al di sotto di sedi stradaliimportanti, è stata la particolare tecnica costruttiva che hapermesso di inibire l’area superficiale interessata dall’in-tervento sul campo di calcio per un arco di tempo solamen-te di poco superiore ai due mesi, in luogo dei circa 18 me-si necessari per la realizzazione di parcheggi analoghi. I la-vori in superficie, iniziati con lo smantellamento delle tri-bune e del manto sintetico di calpestio iniziati il 27 giugno2006, sono terminati con l’inaugurazione ufficiale del cam-po avvenuta il 9 settembre dello stesso 2006.

Inizio e fine lavori: 2006Committente: DS Park Nove SrlProgettazione architettonica: arch. Maurizio FrangipaneProgettazione strutturale esecutiva e direzione lavori: ing. Andrea CinuzziPosti auto: 336Piani interrati: 2

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La struttura portante prevede un impalcato di copertura delparcheggio che costituisce il piano di gioco del campo dicalcio ed è costituito da una soletta piena in calcestruzzoarmato dello spessore costante pari a 40 cm impostata supali-pilastro in acciaio posti ai vertici di maglie rettangola-ri di lati pari a 9,30 � 5,40 m. L’impalcato del primo livel-lo interrato, anch’esso costituito da una soletta piena di spes-sore costante (pari a 25 cm) è ancorata ai pali-pilastro me-diante elementi metallici con forma a “L” così da costitui-

re un capitello contenuto nello spessore della soletta. Lefondazioni sono del tipo profondo a pali del diametro φ 800(di lunghezza pari a 12 m) e sono collegati da una solettadi spessore 20 cm direttamente poggiata sul terreno.

L’accesso carrabile al parcheggio avviene direttamente dal-la Via Teodorico e il collegamento al piano primo interra-to è costituito da una rampa circolare impostata su pali-pi-lastro in calcestruzzo armato.

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edilizia ambiente territorio

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Pianta della paratiae pali-pilastro

Sezionelongitudinale

Realizzazione dei pali della paratiaperimetrale

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n. 37-382011

Stralcio del pianointerrato,

rampa d’accesso

Particolare del palo-pilastro

in calcestruzzoarmato e della

parete circolare

A destra:particolare

dell’armatura della soletta della rampa

Sotto:Scala del tipo “1”

A destra:sezione trasversale

Il collegamento pedonale e l’uscita al piano copertura av-viene invece mediante scale in calcestruzzo armato e dueascensori alloggiati in appositi nuclei anch’essi in calce-struzzo armato.

La soletta di copertura risulta solidarizzata con la paratia la-terale costituendone peraltro un puntellamento continuo e per-manente fin dall’inizio dello sbancamento. I pali-pilastro, rea-

lizzati prima dell’esecuzione della soletta di piano terra e per-tanto ancora prima dello sbancamento, sono del tipo defini-tivo e costituiti da montanti metallici del tipo HEB 360 inse-riti per 2 m nel calcestruzzo a fresco dei pali che hanno dia-metro φ 800 e lunghezza pari a 12 m e che si sviluppano tut-ti al di sotto del piano di fondazione. Per la realizzazione de-gli stessi è stato pertanto necessario prevedere una perfora-zione a vuoto per tutta l’altezza del parcheggio.

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edilizia ambiente territorio

n. 37-382011

Stralcio della paratia in corrispondenza delle asole di aerazione;dettaglio del contrasto della paratia alla soletta di calpestio in corrispondenza delle asole di aerazione;sezioni tipo delle asole di aerazione

Sopra:carpenteria della soletta in prossimitàdell’asola di aerazione

Vista in prossimitàdell’asola di aerazione

A sinistra:immaginidel cantiere

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Particolari sistemi di ancoraggio presenti alla sommitàdei montanti e a metà della loro luce libera di inflessio-ne hanno permesso il successivo collegamento con la so-letta dell’impalcato di copertura e con quella del primolivello interrato.

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edilizia ambienteterritorio

n. 37-382011

Sezione del palo-pilastroprima e dopo il

getto delle solette

Getto delle fondazioni

di un palo-pilastro

Messa in operadella puntellatura

costituente il palo-pilastro

Messa in opera delle armature Palificata perimetrale

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Metodologia costruttivaLa metodologia costruttiva è consistita nella realizzazio-ne, prima delle fasi di sbancamento, della soletta di pia-no terra impostata su pali-pilastro definitivi, con funzio-ne di contrasto delle opere di contenimento del terreno. Dopo aver asportato il manto superficiale ed aver effet-tuato un primo sbancamento di scorticamento superficia-

le sono iniziati i lavori di realizzazione delle paratie pe-rimetrali (costituite da pali del diametro φ 800 posti a in-terasse di 1 m) e contemporaneamente a queste dei pali-pilastro interni sui quali è stato impostato l’impalcato dicalpestio del campo di calcio. Le tre lavorazioni sono pro-cedute in avanzamento continuo dalla Via Boemondo versola sottostante Via Teodorico.

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edilizia ambiente territorio

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Realizzazione della paratia perimetrale

Getto del magrone di livellamento del piano

Armatura del cordolo di sommità delle paratie

Messa in opera dell’armatura della soletta di piano terra

Messa in opera delle armature Getto del magrone per le pendenze

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edilizia ambienteterritorio

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Getto di una porzione della soletta di paratia

Situazione del manto impermeabile nel primo tratto

Completamento delle opere di finitura

Stesa dello strato drenante

Stesa del manto artificiale

Bitume di sottofondo

Nei tratti dove le suddette lavorazioni erano terminate èstato gettato il magrone di livellamento sul quale sonostate allocate le armature ed effettuato il getto del calce-struzzo per la formazione della soletta di copertura.Al termine del getto sono iniziate le operazioni di fini-tura superficiale costituite da idonei sistemi di imper-meabilizzazione, con presenza di teli in pvc e tessutonon tessuto, specifici piani inclinati per lo smaltimentodelle acque meteoriche, strato drenante in ghiaia, riem-pimento di 80 cm di terra, manto bituminoso di livella-mento per la stesa del manto sintetico in erba.I lavori di completamento del parcheggio sono succes-sivamente continuati al di sotto dell’impalcato con ac-cesso dalla strada su Via Teodorico.

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edilizia ambiente territorio

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Dopo aver sbancato l’intera superficie sottostante perl’intera altezza relativa ai due piani interrati e allo spes-sore delle fondazioni, sono iniziati i lavori di comple-tamento strutturali del parcheggio costituiti dalla solet-ta di fondazione dello spessore di 20 cm, direttamentegettata su terra e dalla formazione della soletta del pri-mo livello interrato anch’essa costituita da una solettain calcestruzzo armato di spessore costante di 25 cm e de-bitamente ancorata al sistema degli elementi verticali co-stituiti dai pali-pilastro realizzati nella fase precedente.A lato del parcheggio, ma realizzata in un secondo mo-mento, è presente la palestra per il basket, anch’essa co-struita con la tecnica del top-down per minimizzare l’im-patto ambientale. Gli elementi verticali di sostegno del-l’impalcato di copertura sono costituiti da pali-pilastro inacciaio lungo tre lati del perimetro e da una paratia di pa-li φ 800 (a interasse 1 m) sul quarto lato. La paratia risul-ta a sua volta puntellata prima dell’inizio delle operazio-ni di sbancamento, dal solaio di copertura che costituisceal tempo stesso il piano di appoggio di un giardino pen-sile che ha un ricoprimento di 1,80 m di terra per permet-tere l’alloggiamento di particolari essenze arboree. Il so-laio di copertura è stato realizzato in parte con un casset-

to nato a maglie quadrate di lato 1,50 m, avente altezza di1,50 m e luce libera di 18 m, e in parte da una soletta pie-na di 40 cm di spessore. I pali-pilastro sono composti daprofilati in acciaio del tipo HEB 360 (lungo il lato mag-giore) e del tipo HEB 300 lungo i lati minori e sono en-trambi intestati in pali in calcestruzzo armato del diame-tro φ 1.000 che si sviluppano per 12 m al di sotto del pia-no di fondazione.In una zona limitata è previsto inoltre un solaio del tipotradizionale con travetti e pignatte come elementi di al-leggerimento e costituisce l’impalcato della zona adibitaa palestra per attività a corpo libero. Completano le strut-ture della palestra due scale, una di collegamento tra i pia-ni del corpo di fabbrica e una di collegamento con le re-stanti strutture del complesso sportivo. I corpi di fabbrica presenti nel complesso sportivo sonocostituiti da:– un piccolo edificio a due piani in struttura tradizionale

in calcestruzzo armato con pilastri disposti ai vertici dimaglie rettangolari regolari e solai del tipo latero-cemen-tizio. Le fondazioni sono del tipo superficiale a plinti.La parte superiore è adibita a centro anziani, mentre ilpiano inferiore a uffici del centro sportivo;

Allestimento dei casseri Armatura delle nervature

Inizio delle operazioni di sbancamentoArmatura delle nervature

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edilizia ambienteterritorio

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In alto:vista verso

Via Boemondo del secondo corpo

Vista del primocorpo per

la ristorazione

A destra:vista finaledell’opera

(febbraio 2009):percorso

di collegamentotra i vari corpi

interrati

– due corpi di forma pseudo-rettangolare che si sviluppa-no al di sopra di un unico piano interrato adibito a spo-gliatoi. La struttura degli spogliatoi è del tipo tradizio-nale in calcestruzzo armato con pilastri e setti come ele-menti portanti verticali e solai del tipo semiprefabbri-cato a travetti e pignatte per la realizzazione dell’impal-

cato di piano terra. Al di sopra del piano terra, in parteoccupato dalla terrazza scoperta per la visione delle par-tite di calcio, si sviluppano i due corpi per la ristorazio-ne costituiti da strutture intelaiate in acciaio date le no-tevoli luci delle coperture e le ampie vetrate che ne ca-ratterizzano l’architettura.

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GIARDINI

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geologia a cura di Giuseppe Gisottiedilizia ambiente territorio

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Presente e futuro delle energie rinnovabili: il ruolo della geotermiaQuella a bassa entalpia offre costi e impatti più bassi

L a produzione di energia costituisce uno dei nodi piùrilevanti per quel che riguarda la creazione di flussi

aggiuntivi molto intensi rispetto a quanto avviene in con-dizioni naturali indisturbate oltre che di energia anche dimateria, composti ed elementi chimici. Al fine di garanti-re la conservazione dell’ambiente e la salvaguardia dellasalute è assolutamente necessario valutare correttamente equantitativamente l’entità di queste variazioni in rapportoalle condizioni indisturbate, anche con la possibilità diricavarne indicazioni credibili sui possibili effetti negativiattesi. L’aspetto che complica moltissimo questa imposta-zione, conservativa ai fini della prevenzione dei rischi, fariferimento alle pesanti e in gran parte irreversibili altera-zioni antropiche che già sono state prodotte, alterazioniche non riusciamo spesso a valutare responsabilmenteperché non risulta facile conoscere quelle che sono state lecondizioni indisturbate, anteriormente alle gravi alterazio-ni ambientali causate dall’uomo, specie dopo l’avventodella rivoluzione industriale. Più recentemente la produzione energetica da parte dellediverse fonti ha mostrato di presentare problemi più nume-rosi e gravi che per il passato, non facili da risolvere spe-cie per il lungo termine, per l’improvviso forte aumentodel prezzo del petrolio, seguito poi da un lungo periodo dielevatissima turbolenza con fluttuazioni incontrollabili dameno di 50 a 150 dollari USA per barile. Ma i problemi disoluzione ancora più ardua appaiono aumentare ogni gior-no soprattutto le pressioni di vario tipo che da essi vengo-no esercitate, dall’occupazione di suolo e di spazi agliimpatti sull’ambiente e sulla salute causati direttamente oindirettamente in tutte le fasi, dalla estrazione delle mate-rie prime alla loro trasformazione e alla sistemazione defi-nitiva di tutti i rifiuti e gli scarti prodotti passando attraver-so la fase produttiva in senso stretto dell’intera filiera. Le due componenti – il costo di produzione e il conteni-mento degli effetti ambientali diretti e indiretti – sonofortemente interdipendenti, ma con una sempre crescen-te rilevanza della parte del dovuto pieno rispetto ambien-tale e, se si considerano i possibili effetti di lungo termi-ne, soprattutto quelli negativi sulla salute. Anche sotto ilprofilo della valutazione dei costi complessivi, è da tene-re presente che quest’ultima componente finisce per con-tribuire in maniera sempre più elevata. È questo un aspet-to che deve essere doverosamente sottolineato se si vuoleeffettuare un confronto realistico nella valutazione deicosti/benefici delle diverse fonti energetiche.La disponibilità di energia rappresenta – e sempre di piùrappresenterà in futuro – un riferimento ineludibile perlo sviluppo sostenibile e condivisibile di ogni comunitàumana. Ma il continuo, forsennato incremento dei con-sumi energetici, con il relativo corteo degli effetti indeside-rati – in forte aumento e in termini più che proporzionali –pone problemi sempre più seri di compatibilità economica,

ambientale e del rispetto della salute di difficile soluzionetanto a livello locale che globale. L’attuale profonda crisi,che tutti i Paesi economicamente avanzati stanno faticosa-mente cercando di superare, è composta da un micidialemixing di crisi economica e ambientale, innescata nell’au-tunno del 2008 da una grave recessione finanziaria origi-nata da pesanti inadempienze delle grandi banche USAe da diffuse speculazioni finanziarie che hanno colpito tuttal’economia occidentale. Il confermarsi delle crescenti efortissime preoccupazioni sugli effetti nefasti dei cambia-menti globali, in incubazione già da oltre 20 anni, avrebbeavuto bisogno di elevatissimi finanziamenti per consen-tire un veloce viraggio verso un forte incremento delleenergie rinnovabili e alternative, con conseguente dimi-nuzione dell’impiego di combustibili fossili, massimi re-sponsabili questi dei cambiamenti globali dovuti alleemissioni di gas serra.I probabili gravissimi rischi connessi al previsto cambia-mento globale (global warming) configurano l’esplosio-ne di problemi volutamente trascurati nel corso degli ulti-mi decenni. Già nel 1992 si era tenuta a Rio de Janeiro laConvenzione Quadro delle Nazioni Unite sui CambiamentiClimatici che puntava alla riduzione delle emissioni deigas serra, sulla base dell’ipotesi di un grave riscaldamentoglobale e aveva preparato e programmato l’impegno benpiù vincolante del Protocollo di Kyoto, sottoscritto nellacittà giapponese l’11 dicembre 1997 da più di 160 Paesi edentrato in vigore il 16 febbraio 2005, dopo la ratifica ancheda parte della Russia, che prevedeva rilevante diminuzionedelle emissioni di CO2 rispetto al 1990. La nuova profonda crisi globale si configurava quindicome una miscela esplosiva di crisi ambientale e di crisieconomica e sociale, che si avvitava su se stessa perchéla crisi economica non metteva a disposizione dei gover-nanti i soldi necessari a sostenere i mutamenti necessariper attenuare i rischi del riscaldamento globale.

Il contesto storico, ambientale e socio-economico dell’attuale crisi energeticae ambientaleGli anni di transizione tra secondo e terzo millenniohanno mostrato una dinamica decisamente positiva neiPaesi economicamente avanzati, che avevano goduto delpiù lungo periodo degli ultimi 50 anni senza gravi crisieconomiche e finanziarie e avevano anche assistito a unsostanziale incremento del valore medio della produttivi-tà, del PIL e in sostanza del benessere delle popolazioni.Altro aspetto molto positivo faceva riferimento alla con-statazione che nell’ultimo decennio dello scorso millen-nio i prezzi dell’energia da combustibili fossili si eranostabilizzati, in termini reali, su prezzi molto inferiori aquelli raggiunti a seguito delle gravissime crisi del 1973e 1979, ben superiori cioè a 80 dollari USA per barile, a

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valori attualizzati. I Paesi evoluti avevano quindi incre-mentato vistosamente gli scambi commerciali e il con-seguente forte incremento delle importazioni. Dall’altraparte le nazioni emergenti, e in particolare quelledell’Asia, avevano quindi potuto avviare un processo disviluppo produttivo, industriale, commerciale ed econo-mico, mosso dall’incremento delle esportazioni. Neglianni immediatamente successivi (2004-2005) lo sviluppoeconomico dei Paesi emergenti dell’Asia aveva consenti-to a molti milioni dei loro abitanti il miglioramento dellecondizioni economiche e la fuga dalle loro tradizionalimaledizioni della miseria e della fame. È stato questo unprocesso storico irreversibile di rilevanza mondiale; sipensi solo che entro tempi molto brevi quasi un miliardodi persone, di India, Corea e Cina, saranno riuscite asfuggire da questa maledizione atavica. Pochi anni dopo(2004-2007) il processo evolutivo dei Paesi dell’Asiasud-occidentale (Cina, India e Corea) ha mostrato unincremento nel valore di aumento annuale del PIL del-l’ordine del 7-9%, causando per la prima volta nella sto-ria dell’umanità un aumento medio in tutto il mondosuperiore al 3-4%. Tutti questi mutamenti, verificatisicon cinetica esponenziale, hanno causato una vera e pro-pria rivoluzione epocale a livello globale. Indubbiamentese un miliardo di persone stanno uscendo dalla miseriae dall’imminente rischio di morte nei Paesi emergentidell’Asia, nelle nazioni cosiddette evolute 500 milionidi abitanti stanno diventando più poveri, e forse più lodiventeranno nel seguito, non riuscendo neppure a conte-nere le ingiuste disparità economiche e sociali. Ma già nell’autunno del 2008 si è assistito a un bruscorisveglio da questi sogni, causato da due novità dramma-ticamente correlate tra di loro: 1) l’imprevisto fortissimoincremento del prezzo del petrolio sino a 150 dollariUSA per barile; 2) il consolidarsi delle assillanti fortissi-me preoccupazioni relative agli effetti nefasti dei cam-biamenti globali, in incubazione già da oltre 20 anni.L’attuale profonda crisi “globale” avrebbe dovuto rice-vere la dovuta attenzione politica e il forte impegno neiprogrammi di ricerca e sviluppo (R&S) nel corso deipassati decenni, similmente a quanto accaduto negli anni’70 con le iniziative delle agenzie dell’ONU e le innova-tive ricerche del Club di Roma, sintetizzate nella indica-zione ultimativa circa i “limiti dello sviluppo”. Le spes-se ombre di una gravissima recessione mondiale, con-frontabile solo a quella del 1929, hanno oscurato gliorizzonti, come ufficializzato poi nel marzo 2009 dalFondo Monetario Internazionale (FMI) con l’annunciodi un drammatico decremento del PIL a livello mondia-le del 2-3%, solo pochi mesi dopo il record di incremen-to sopra segnalato.

Scenari e prospettive nel mondo e in EuropaPer uscire dall’attuale gravissima crisi bisognava ancheaccingersi ad accettare scelte impopolari, che possonocomportare pesanti sacrifici, a causa anche delle graviristrettezze finanziarie, con la necessità di costruire sce-nari anche mondiali di medio-lungo termine, coinvolgen-do in primo luogo l’ONU e altre organizzazioni interna-zionali. I maggiori Paesi, invece, con coinvolgimenti nonsolo a livello dei singoli Stati, si sono mossi ognuno perproprio conto; la Cina ha già predisposto il massiccio

ricorso al nucleare con la progettazione di moltissime(forse ben oltre 50) nuove centrali, ciascuna di almeno1.000 MWe, e di moltissime altre a carbone. USA eGiappone stanno puntando su tecnologie avanzate per ilnucleare di nuova generazione e le fonti rinnovabili coninvestimenti elevatissimi. Gli USA hanno stanziato ben80 milioni di dollari per avviare la raccolta di informazio-ni complete per tutto il proprio territorio sulla potenziali-tà degli Enhanced Geothermal Systems (EGS) – ovvero“sistemi geotermici stimolati”, nuova versione delle vec-chie “rocce calde secche” – che potrebbero fornire quan-tità di energia elettrica davvero enormi.L’Unione Europea si è mossa imboccando la stradaambiziosa della realizzazione del piano sintetizzato nellaformula “20-20-20”, con cui si prevede di riuscire, entroil 2020, a: 1) ridurre le emissioni di CO2 del 20% rispet-to a quelle del 1990; 2) rivoluzionare la composizionedel paniere energetico, portando la quota delle energierinnovabili al 20% del totale; 3) migliorare l’efficienzadella produzione e dell’uso dell’energia del 20%.

La critica situazione italiana nell’impiego delle energie rinnovabiliIn Italia sussistono peculiari condizioni ambientali, asso-ciate a pesanti inadempimenti istituzionali e a gravicarenze di scelte strategiche di pianificazione territorialeed energetica accumulate nei decenni trascorsi, condizio-ni tutte che rendono estremamente difficoltosa e costosala necessaria risalita della china. Gli obiettivi posti dallelodevoli iniziative del “20-20-20”, sopra accennate, sonodifficilmente conseguibili in Italia perché, diversamenteda altri Paesi UE, dovremo risalire la china di situazionicompromesse da tempo.In primo luogo l’Italia è una delle poche nazioni svilup-pate che non hanno rispettato sinora gli impegni sotto-scritti con la firma del Protocollo di Kyoto, che indicavatassativamente di dover diminuire gradualmente le emis-sioni di gas serra rispetto a quelle verificatesi nel 1990.I dati riportati nella Tabella 1, relativi al 2006, indicanoche le emissioni di gas serra, invece di diminuire, sonoaumentate del 9,9% rispetto al 1990. Gli impegni per il2020, resi più pesanti dalle decisioni UE del “20-20-20”,saranno quindi raggiunti solo con una diminuzione addi-rittura del 29,9%: cioè del 9,9% per annullare l’aumentoriscontrato per il 2006 sul 1990 e del 20% come risparmiodovuto per il 2020 rispetto al 2006.

Paese Variazioni (%)

Spagna +50,6

Italia +9,9

Danimarca +2,2

Olanda -2,0

Francia -3,5

Belgio -5,2

Gran Bretagna -15,1

Germania -18,2

Tabella 1 – Variazioni percentuali delle emissioni di CO2 dei diversiPaesi europei nel periodo 1990-2006. Tratto dai documentiufficiali dell’ONU, presentate alla 14a Conferenza Mondiale di Poznam sui Cambiamenti Climatici (1-12 dicembre 2008).

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Riepilogo storico della produzione di energiain Italia (1950-2009)

1950 1960 1970 1980(Anno)

Scambi estero

(GWh)

350.000

300.000

250.000

200.000

150.000

100.000

50.000

01990 2000 2009

Fotovoltaica Eolica Termonucleare

TermoelettricaGeotermoelettrica Idroelettrica

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Ma in secondo luogo l’Italia è caratterizzata da una ridot-ta disponibilità di territorio utile alla ubicazione di nuoviimpianti industriali, anche per l’alta densità di popolazio-ne, come indicato dai dati riportati nella Tabella 2, dispo-nibilità ancora ridotta dalla elevata percentuale dellaestensione delle aree montane. La produzione energetica italiana è stata fornita in largaparte – fino ai primi anni ’60 – da energia rinnovabile,grazie soprattutto alla consolidata particolare tradizioneingegneristica nello sviluppo delle centrali idroelettri-che dell’arco alpino e, in misura minore, dell’Appenino.La figura in basso mostra un interessantissimo riepilogostorico della produzione di energia in Italia dal 1950 al2009, dal quale risulta proprio che la fonte idroelettricaforniva davvero la maggior parte dell’energia elettricaprodotta in Italia.

Nel decennio 1950-1960 questa importante energia rinno-vabile aveva visto raddoppiare la sua produzione, per poisubire un drastico blocco irreversibile nel suo sviluppo siaa causa del disastro del Vajont (9 ottobre 1963), che avevamesso a nudo le drammatiche inadempienze compiutesotto il profilo della mancata prevenzione dei disastri,come pure per il fondato timore che tale energia potevacondurre a significative pressioni sull’ambiente se nonvenivano adottate tutte le iniziative dovute. Da sottolinea-re che la dizione “scambi con l’estero” non vuole indica-re altro che le importazioni di energia, specie da Francia eSvizzera. I diagrammi di questa figura indicano anchel’arretratezza dell’attuale situazione energetica italiana,con scarsissima incidenza della produzione da energie rin-novabili e alternative e assoluta preminenza del ricorsoagli idrocarburi, arretratezza che è stata preparata da una

Stato Densità(abitanti/km2)

Superficie(km2) Popolazione

Regno Unito 244 244.820 59.778.002

Germania 233 357.021 83.251.851

Italia 192 301.230 57.715.625

Rep. Ceca 130 78.866 10.256.760

Polonia 124 312.685 38.625.478

Francia 109 547.030 59.765.983

Portogallo 109 92.391 10.084.245

Ungheria 108 93.030 10.075.034

Romania 91 238.391 21.698.181

Turchia 86 780.580 67.308.928

Grecia 81 131.940 10.645.343

Ucraina 80 603.700 48.396.470

Spagna 79 504.782 40.077.100

Svezia 20 449.964 8.876.744

Tabella 2 – Densità di popolazione di importanti Stati europei. In Italia il valore risulta molto più alto della maggioranza degli altriPaesi europei e del valore medio dell’intera UE dei 27 che è di 113 abitanti per km2, con l’aggravante per la disponibilità di spazi di avere una percentuale rilevante di terreni montani, scarsamente utilizzabili.

Variazioni percentuali delle fonti di energia rinnovabili in Italia (1990-2009)

1990 1995 2000(Anno)

Biomasse / Rifiuti

(%)

100

90

80

70

60

50

40

30

20

10

02005 2009

Geotermoelettrico Fotovoltaico Eolico

Idroelettrico 1-10 MWIdroelettrico > 10 MW Idroelettrico < 1 MW

Riepilogo storico delle variazioni percentuali delle più importanti fontidi energia in Italia dall’inizio del 1950 al 2009 (dati TERNA)

Variazioni percentuali delle fonti di energia rinnovabile in Italia dal 1990al 2009 (dati GSE/TERNA)

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trentennale perdurante incapacità di predisporre proiezio-ni energetiche ecosostenibili e condivisibili. I diagrammi dell’altra figura riportano le variazioni per-centuali delle fonti di energia rinnovabile in Italia dal 1990al 2009. L’intervallo considerato è più breve proprio per-ché fino al 1990 non esistevano energie rinnovabili al difuori di quella idroelettrica.Da sottolineare che solo in Italia il termine “biomasse”vorrebbe indicare energie rinnovabili, mentre com-prendono soprattutto quelle, in crescita, ottenute dallacombustione dei rifiuti urbani nei termovalorizzatori.Nel 2009 l’Italia ha prodotto circa 69,3 TWh di elettri-cità da fonti rinnovabili, pari al 19,6% del totale dienergia elettrica richiesta, con il 15,8% proveniente dafonte idroelettrica e la restante parte dalla somma digeotermica, eolica e solare.L’energia eolica ha mostrato una rapida crescita, ma haforse bruciato le sue potenzialità di penetrazione perchégli spazi realmente disponibili per i prossimi decennisono scarsi, ma anche per l’avversione dimostrata dalleorganizzazioni turistiche (TCI e altre), oltre che dallepopolazioni locali, specie in aree di elevato interesse turi-stico, oltre ad essere effettivamente relativamente costosa(vedi Tabella 3). L’energia solare dispone di elevatissime potenzialità, maaltera significativamente (specie quella fotovoltaica) gliequilibri energetici tra Terra e Cosmo poiché viene tra-sformata in energia elettrica solo il 10% dell’elevato flusso

di energia incidente al suolo, mentre il restante 90% pro-duce un intenso inquinamento termico. Soprattutto a scalalocale – e in particolare nelle aree urbane – essa può quin-di indurre la formazione di intense “isole di calore” dan-nose alla salute. Non deve essere inoltre sottaciuto il pos-sibile grave inquinamento ambientale dovuto all’elevataconcentrazione nei pannelli fotovoltaici di elementi intraccia come il cadmio (Cd) e il tallio (Tl), metalli con ele-vatissima tossicità acuta e cronica. I conseguenti dannialla salute possono risultare elevati tanto nella fase di pro-duzione dei materiali e di installazione degli impianti,come anche durante la sistemazione definitiva dei rifiuti edegli scarti provenienti dallo smantellamento (decommis-sioning) e messa in sicurezza delle diverse parti dell’im-pianto. La situazione attuale – e specie le proiezioni futu-re – appaiono incerte dato che gli incentivi concessi sem-brano eccessivi rispetto a valutazioni responsabili.Tra le energie rinnovabili quella geotermica ha caratteri-stiche del tutto particolari. Il calore è una forma di energiae l’energia geotermica è il calore contenuto nell’internodella Terra, o per meglio dire il valore del suo flusso versola superficie. L’espressione “energia geotermica” è gene-ralmente impiegata per indicare quella parte del flusso delcalore terrestre che può, o potrebbe essere, sfruttata dal-l’uomo per diversi usi. Per dare un’idea della grandezzadei processi di cui si parla, si può fare riferimento al bilan-cio termico, che è il flusso di calore totale dalla super-ficie terrestre, valutato in 42 × 1012 W (per conduzione,

Tipo di energia

(A) Ottimizza-

zionecosti/benefici

(B) Esternalità*

negative

(C) Esternalità*

positive

(D) Rischio salute

dei lavoratori

(E) Rischio salute delle

popolazioni

(F)Costo cent

euro/kWh

(G)Potenzialità

mondialeTWatt (1TW=1012W)

(H)Densità

Produzioneenergia

Eolica ++ ++++ +++ ++++ +++ 6-8,5 870 +

Solare termica ++ +++ ++++ ++ ++ 5-7

kWh termici 8.600 ++

Solare fotovoltaica + +++++ ++ +++ ++++ 47-70 8.600 +

Idroelettrica +++++ ++ +++ ++ + 10-12,5 15 +++

Geotermoelettrica

Rocce secche

+++

– –

+++

++++

++

6-7,5

35 tradizionale(rocce seccheG900-1000)

++

+++

Geotermica bassa entalpia +++++ + +++++ ++ + 0,5-3 per

kWh termici1.000-3.000TW termici ++++

Tabella 3 – Valutazione dell’accettabilità delle diverse energie rinnovabili sulla base delle nuove impostazioni da parte degli esperti in gestione del territorio e salvaguardia della salute e degli economisti, secondo una valutazione dei costi/benefici effettuatamediante approfondite analisi (colonna A): del valore della esternalità negative e positive per addetti al settore (colonne B e C), del valore del rischio alla salute per i lavoratori e per la popolazione (colonne D e E), del costo (F) e delle potenzialità teoriche (G). I valori delle potenzialità sono espressi in TW (1 terawatt = 1012 W). Tutta l’energia prodotta dall’umanità corrisponde attualmentealla potenza di 18 TW, se si considera utilizzata con continuità 24 ore al giorno.

(*) Il termine “esternalità” indica gli effetti esterni benefici o dannosi a terzi derivanti da una qualsiasi iniziativa pubblica o privata, potendo dare quin-di origine, rispettivamente, a esternalità positive o negative. Il solare fotovoltaico, ad esempio, provoca esternalità negative con valore elevato per-ché occupa per un lungo periodo (30-40 anni) superfici molto estese in rapporto all’energia prodotta, e valore molto basso di esternalità positivaperché produce energia molto costosa e con impatti ambientali elevati.I dati riportati in questa tabella dovrebbero rappresentare una base ineludibile di riferimento per le scelte politiche più opportune. Errori – anche gravi e ir-reversibili – nella pianificazione e gestione dell’impiego di energie rinnovabili possono essere causati proprio dalla mancanza del rispetto di questi risultati.

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convezione e radiazione). Di questa, una parte (8 × 1012 W)è originata dalla crosta terrestre per decadimento radioat-tivo, e il resto dal mantello e dal nucleo. L’energia geoter-mica è quindi enorme, anche in rapporto a quella prodot-ta attualmente dall’uomo (quasi 2 × 1012 W), anche se trat-tasi di potenze espresse in watt termici, mentre quella pro-dotta e utilizzata dall’uomo è espressa in watt elettrici. I sistemi idrotermali, che supportano l’energia geotermi-ca, si suddividono in sistemi a vapore dominante e siste-mi ad acqua calda dominante. I sistemi ad acqua caldadominante sono i più comuni e si distinguono in base allatemperatura in:• sistemi ad alta temperatura (> 150 °C);• sistemi a media temperatura (tra i 90 e i 150 °C);• sistemi a bassa temperatura (< 90 °C).

L’energia geotermoelettrica classica utilizza prevalente-mente sistemi ad alta e media temperatura ed è stata sino-ra quella più ricercata dato che può produrre l’energia piùpregiata, quella elettrica. Anche se attualmente dà un con-tributo di circa 5,5 TWh/a (nel 2009), fornendo il 10% deltotale delle fonti rinnovabili e l’1,8% circa del consumonazionale di elettricità, secondo le stime dell’UnioneGeotermia Italiana (UGI) potrebbe forse raggiungere peril 2020 il livello di 1.500 MWe e 10 TWh/a al massimo.Data la immaturità tecnologica e commerciale dei sistemigeotermici stimolati (EGS), risulta difficile avanzare pre-visioni credibili dato che il suo avvio richiederà ancoraoltre 10 anni di sperimentazione.Ma i poliedrici usi della geotermia di bassa e media tem-peratura, con l’utilizzazione diretta del calore, presentanopeculiari caratteristiche positive che rendono questo tipodi energia unica tra tutte le possibili fonti energetiche.Contro i 1.500 km2, ovvero solo lo 0,5% del territorionazionale delle aree geotermiche di alta temperatura esi-stenti nel nostro Paese, ben oltre 50.000 km2 sono quellidisponibili in Italia per potere sfruttare risorse di bassaentalpia, considerando che le moderne tecnologie – e so-prattutto l’impiego di pompe di calore, come sarà specifi-cato nel seguito – possono sfruttare con profitto anche tem-perature inferiori a 60-70 °C. L’obiettivo minimo al 2020è di quintuplicare i livelli attuali (circa 900 MWt e 1.000TJ/a), per giungere ad almeno 4.000 MWt e 50.000 TJ/a.

Valutazione dell’accettabilità sociale e del rapporto costi/benefici delle energierinnovabiliÈ questo un problema estremamente complesso e compli-cato anche dalle possibili interferenze politiche per potereessere affrontato con successo in questa sede, anche permancanza della necessaria disponibilità di spazio, ma èanche un capitolo di rilevanza strategica per la selezionedelle filiere energetiche da privilegiare, anche ricorrendoa incentivi pubblici. La Tabella 3 presenta una nuova pro-posta di valutazione comparativa sulla base delle nuoveimpostazioni da parte degli esperti in gestione del territo-rio e salvaguardia della salute con la collaborazione deglieconomisti, secondo una valutazione dei costi/beneficieffettuata mediante approfondite analisi, che può risultareutile per orientare scelte responsabili. L’esauriente valuta-zione di questo problema troverà un dovuto approfondi-mento più avanti.

Le impreviste, non positive novità nelle prospettive energetiche italianeIl cercare di impostare una prospettiva di sviluppo soste-nibile e condivisibile delle energie rinnovabili, anche alfine di evitare errori o gravi omissioni nella sua trattazio-ne, necessita assolutamente di una obiettiva valutazionedello stato dell’arte, tenendo anche conto delle attualitendenze. In particolare proprio negli ultimissimi tempisono esplose alcune indicazioni del tutto inattese e conaspetti persino drammatici. È opportuno quindi esamina-re attentamente queste novità anche al fine di potermeglio comprendere le possibili iniziative atte a predi-sporre costruttive prospettive future.La prima novità, carica di aspetti anche drammatici,riguarda la segnalazione del gennaio 2011, confermataanche dall’INAIL, che a Larderello (Pisa) si sono verifica-ti 19 decessi a causa di insorgenza di mesotelioma pleu-rico, cioè un tumore che non perdona e si sviluppa attornoalle fibre di amianto arrivate nei polmoni. Al riguardo 111sono le denunce di malattie legate all’amianto dal 1991 al2009 alla USL 5 di Pisa. I chilometri e chilometri di tubiche trasportano il vapore, coibentati con l’amianto, nonhanno subìto alcuna seria manutenzione e ne hanno disper-so enormi quantità nell’ambiente, contaminando non solooperai, ma anche loro familiari e cittadini di Larderello chenon hanno mai preso alcuna precauzione per la loro salute(«Corriere della Sera», 13 gennaio 2011 di Fasano Giusi).È questa una notizia che sconvolge e sovverte tutta la seriedi conoscenze acquisite a seguito di approfondite ricerchecondotte negli ultimi 40 anni sugli impatti ambientali esanitari delle diverse filiere energetiche, e in particolaredell’energia geotermica. Anche chi scrive è autore dinumerose pubblicazioni sugli impatti delle diverse energie,con particolare riferimento alla filiera dell’energia geoter-mica, come indicato dalla bibliografia, e si ritrova ora adavere fornito informazione che risultano a posteriori pococredibili, proprio perché tutti i risultati delle ricerche indi-cavano che la stima dei morti causati dalla filiera geotermi-ca, tanto negli operatori che nella popolazione, risultava-no essere molto più bassi. D’altro canto è anche doveroso

Larderello nel 1904. La prima macchina (un motore alternativoaccoppiato a una dinamo) che ha prodotto elettricità sfruttando il vapore geotermico. A fianco, il principe Piero Ginori Conti, succedutoa Francesco Larderel nella proprietà dell’area boracifera. La produzione di elettricità a Larderello venne incrementata molto dopoquesta scoperta e fu un successo commerciale, oltre che della tecnica,tanto che, nel 1942, la potenza geotermoelettrica installata avevaraggiunto 127.650 kW. L’esempio italiano fu seguito poi da numerosialtri Paesi, dal Giappone al Messico, Stati Uniti e Nuova Zelanda(Dickson e Fanelli, 2004; Adamiano, 2006)

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sottolineare che nel valutare i possibili rischi alla salutedovuti a una determinata filiera energetica, come qualsivo-glia altra attività umana, non è possibile prevedere che unatecnica banale come la costruzione di vapordotti sia effet-tuata con l’impiego sconsiderato di enormi quantità diamianto, con completo abbandono dei relativi manufatti econseguente dispersione di grandi quantità di questo vele-no, con gravissimi effetti cancerogeni.La seconda è stata fornita molto recentemente da una seriedi articoli pubblicati dall’economista Massimo Mucchetti(Il conto salato del solare. Bollette più care del 10%,«Corriere della Sera», 2 febbraio 2011). Questo primo arti-colo indica che incentivi elevatissimi a fondo perduto e aldi sopra di qualsivoglia possibile accettabilità – e anche inpresenza di inefficienti controlli – ha portato all’esborso dialcune diecine di miliardi di euro, con il consolidamento diuna tassa aggiuntiva sulle bollette elettriche di circa il 10%per molti anni. Pur prendendo in considerazione le succes-sive correzioni/puntualizzazioni dei responsabili governa-tivi, l’entità del debito può risultare ridotta, ma non di ordi-ni di grandezza. Anche per l’energia eolica sembra che cisarà un ridimensionamento negli incentivi previsti.

Geotermia di bassa entalpia: energia del futuro dell’Italia per costi e impatti L’energia geotermica di bassa entalpia dovrebbe rappre-sentare effettivamente un punto di forza per l’applicazio-ne ottimale delle energie rinnovabili in Italia, perché pre-senta costi enormemente più bassi di qualsivoglia altraenergia – rinnovabile e non – per numerose utilizzazioni,con impatti ambientali e sanitari estremamente ridotti datoche utilizza esclusivamente il calore dei fluidi termali sot-

Panoramica del paese di Larderello: come appariva nei primi del Novecento (archivio storico dell’ENEL) e come è oggi. Si noti come lo sfruttamentodell’energia geotermoelettrica abbia portato a miglioramenti molto significativi nelle condizioni ambientali e nella vivibilità dell’area. Le elevateconcentrazione di boro nei fluidi termali che sgorgavano in superficie e dei composti ridotti dello zolfo (idrogeno solforato H2S e SO2) e acidosolforico che da questi prendeva origine per ossidazione da parte dell’ossigeno atmosferico rendevano l’attività vegetale molto problematica e lavita animale insalubre. L’eliminazione delle emissioni in superficie di acque ricche in boro e l’abbattimento di gas venefici ha condotto a unsignificativo miglioramento delle condizioni ambientali e a un risanamento delle condizioni insalubri (Dall’Aglio e Ferrara, 1986; Adamiano, 2006)

Nella figura è rappresentato in maniera schematica e molto semplificataun sistema geotermico. Questo può essere definito come «un sistemaacquoso convettivo che, in uno spazio confinato della parte superioredella crosta terrestre, trasporta il calore da una sorgente termica versola superficie». La sorgente dell’energia termica è costituita in genere da una intrusione magmatica ad alta temperatura (> 600 °C), situata a profondità relativamente bassa (5-10 km). Il serbatoio è un complessodi rocce calde permeabili nel quale i fluidi possono circolare assorbendoil calore dal basso del serbatoio verso l’alto. Il serbatoio generalmenteè ricoperto da rocce impermeabili. Il fluido geotermico, nellamaggioranza dei casi, è acqua di origine meteorica, che trascina con sé(Dickson e Fanelli, 2004)

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Rappresentazione schematica di un sistema geotermico artificialedegli Enhanced Geothermal Systems(EGS) – ovvero “sistemi geotermicistimolati”, nuova versione dellevecchie “rocce calde secche”. In questi progetti sia il fluido che ilserbatoio sono artificiali. Attraversoun pozzo appositamente perforato,acqua ad altissima pressione vienepompata in una formazione diroccia calda compatta, provocandola sua fatturazione idraulica. L’acqua

penetra e circola nelle fratture prodotteartificialmente ed estrae il calore dalle

rocce all’intorno, che funzionano come unserbatoio naturale. Questo serbatoio viene poi

raggiunto e intersecato da un secondo pozzousato per estrarne l’acqua, che ha acquistato calore

(Dickson e Fanelli, 2004)

terranei con la reiniezione degli stessi dopo avere estrattosolo parte dell’energia termica, senza provocare alcun tipodi contaminazione ambientale. Per questa nuova energiarinnovabile i nuovi progressi conoscitivi e tecnologicihanno infatti ampliato enormemente i termini e gli spazidella sua applicazione dato che non sussiste più la presun-ta necessità di disporre per impiego di questa energia dicondizioni con elevato flusso di calore terrestre, qualiquelli vulcanici o geotermici, dato che importanti applica-zioni sono state recentemente avviate in Europa in Franciae in Svezia in aree non idrotermali.In Francia il progetto Orly, uno dei due grandi aeroporti diParigi, utilizzerà l’energia termica di una falda artesiana a1.700 m di profondità. L’acqua alla temperatura di 75 °Cviene portata in superficie e poi pompata nuovamente nelsottosuolo alla temperatura di 45 °C, dopo avere estrattosolo l’energia termica. Il progetto costerà 11 milioni dieuro e l’impianto entrerà in funzione entro il 2011. In basealle stime della società l’energia geotermica permetterà diridurre di un terzo i consumi e di risparmiare annualmen-te 7.000 tonnellate di CO2. Per l’aeroporto J.F. Kennedy diNew York è prevista in futuro una applicazione del tuttosimile. La Svezia è la nazione più avanzata al mondo nel-l’impiego delle energie rinnovabili. Quella eolica vieneestesamente impiegata sulle coste disabitate e quella geo-termica di bassa entalpia nelle aree costiere abitate perprovvedere al riscaldamento delle abitazioni medianteesteso impiego della tecnologia delle pompe di calore.Un’altra nuova interessante esperienza riguarda le speri-mentazioni condotte in diversi Paesi per l’impiego diacque termali per produrre acqua deionizzata, semprericorrendo alla tecnologia delle pompe di calore.Questi casi molto particolari si prestano a considerazionianche di carattere generale; da un lato il progetto aeropor-to di Orly, sito in un grande bacino sedimentario conacque termali al suo fondo, insegna che in moltissimealtre aree dell’Europa e dell’Italia (ad es. il bacino dellaVal Padana, anch’esso con acque calde stratificate allabase) sussistono condizioni egualmente favorevoli.Considerando anche le are termali, nel nostro Paese diver-

se diecine di migliaia di chilometri quadrati pre-sentano condizioni favorevoli per l’este-

sa applicazione della geotermiadi bassa entalpia. L’impiegodelle nuove tecnologie delle

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Sistemi di riscaldamento delle serre geotermiche. Riscaldamento a convezione naturale: (a) tubi sospesi, (b) pancali riscaldati, (c) tubiposizionati in basso. Riscaldamento del terreno (d). Riscaldamento ad ariaforzata: (e) convettori laterali, (f) ventilatori sospesi, (g) convettori posizionatiin alto, (h) convettori posizionati in basso (Dickson e Fanelli, 2004)

Curve di accrescimento di alcune verdure. Le serre possono esserealimentate da energia geotermica di bassa entalpia, con costi dicondizionamento molto più bassi e molto minori impatti ambientalirispetto all’impiego di combustibili fossili, soprattutto se viene adottatal’utilizzazione a cascata dei fluidi geotermici. L’Islanda, il Paese con ilmaggiore impiego di serre alimentate con fluidi geotermici di bassaentalpia, esporta grandi quantità di frutta e verdura nell’Europa delNord. Soprattutto nella provincia di Grosseto e nel Lazio settentrionalesarebbe auspicabile un ben più elevato impiego di serre di questo tiposia per aumentare l’occupazione qualificata, come anche perincentivare l’impiego di agriturismo (Dickson e Fanelli, 2004)

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pompe di calore permette di risparmiare energia in moltecircostanze per numerose applicazioni energetiche comeil condizionamento di ambienti, tanto abitativi che serre,e preparazione anche di acqua deionizzata, con conse-guente abbattimento di consistenti emissioni di anidridecarbonica. Alcune interessanti pubblicazioni fornisconoinformazioni su impianti sperimentali per produzione diacque deionizzate e anche di riscaldamento di serre.Per quel che riguarda l’Italia è importante sottolinearela rilevanza a scala mondiale delle esperienze innovati-ve maturate a Santa Fiora, in una area geotermica di altaentalpia sulle pendici del Monte Amiata, ove importan-ti impianti geotermoelettrici sono stati gestiti con profit-to da oltre 30 anni. Gradualmente nel tempo sono stateavviate iniziative fortemente innovative, per la primavolta al mondo, con l’impiego di fluidi di alta entalpiaper finalità raggiungibili anche con sistemi geotermicidi bassa entalpia. Oltre venti anni fa è stata avviata lacostruzione e la messa in funzione della più grandeserra d’Europa alimentata da fluidi geotermici.Attualmente viene utilizzata per la coltivazione di orchi-dee da una impresa privata che fornisce lavoro qualifi-cato – con remunerazioni commisurate – a oltre 200lavoratori, con bilanci in attivo. Più recentemente glistessi fluidi geotermici sono stati impiegati anche perteleriscaldamento di abitazioni del comune con risparmiconsistenti nelle spese di riscaldamento, avendo creatolavoro qualificato per circa 50 lavoratori, avendo evitatoanche la emissione di grandi quantità di CO2.

Conclusioni Spesso si tende a confrontare la presente grave crisi globa-le, che coinvolge tanto gli aspetti energetici che ambienta-li – aspetti questi ultimi che comportano implicazionianche di seri rischi alla salute per gli effetti dell’aggra-vamento del riscaldamento globale – con quelle del 1973e 1979. Ma il paragone risulta in effetti non proprio con-gruo in tutti i riflessi, soprattutto perché quella presentesi configura come molto più grave sulle implicazionifinanziarie e socio-economiche e anche con molta mag-giore urgenza nell’imboccare la via d’uscita. Questo peri seguenti motivi:1. il costo della produzione e dell’uso dell’energia risul-

ta essere molto più elevato di quello di 50 anni fa. Ilriferimento con quanto accaduto nel decennio 1970indica che contro il prezzo del combustibile di riferi-mento, il petrolio, di circa 80 dollari USA per barilea valori attualizzati, al presente è ben oltre i 100 e inprospettiva in sicura crescita;

Esempio di sistema di riscaldamento domestico con pompa di caloreconnessa al sottosuolo e/o acque sotterranee con temperature più elevate dell’atmosfera. Come è noto a ogni ingegnere, le pompe di calore sono macchine che spostano il calore in direzione opposta a quella in cui tenderebbe a dirigersi naturalmente, cioè da uno spazioo corpo più freddo verso uno più caldo. In realtà, una pompa di calorenon è niente di più di un condizionatore. Tutti gli apparecchirefrigeranti (condizionatori d’aria, frigoriferi, freezer ecc.) estraggonocalore da uno spazio (per mantenerlo freddo) e lo scaricano in un altrospazio più caldo. L’unica differenza tra una pompa di calore e un’unitàrefrigerante sta nell’effetto desiderato, il raffreddamento per l’unitàrefrigerante e il riscaldamento per la pompa di calore. Molte pompe di calore sono reversibili e il loro funzionamento può essere invertito,potendo operare alternativamente come unità riscaldanti o raffreddanti.Le pompe di calore richiedono energia elettrica per funzionare, ma, in condizioni climatiche adatte e con un buon progetto, il bilancioenergetico è positivo. Sistemi con pompe di calore connesse al suolo o a masse d’acqua sono attualmente presenti in almeno 30 Paesi e, nel 2003, la potenza termica totale installata era stimata a più di 9.500MWt. Il maggior numero di impianti si trova negli Stati Uniti (500.000 impianti installati per un totale di 3.730 MWt), in Svezia(200.000 per 2.000 MWt), in Germania (40.000 per 560 MWt), in Canada (36.000 per 435 MWt), in Svizzera (25.000 per 440 MWt) e in Austria (23.000 per 275 MWt). Per realizzare questi sistemi sonostati utilizzati terreni e masse idriche con temperature tra 5 e 30 °C

In sequenza: interno di un capannone della serra di Santa Fiora in cuisono coltivate orchidee (Adamiano, 2006); vista panoramica delle serredi Santa Fiora alimentate dai fluidi geotermici (Adamiano, 2006); i motori della centrale di pompaggio di Bagnore 3 (Adamiano, 2006)

Serbatoiodi acqua calda

Pompadi calore

Riscaldamentosotto il pavimento

a bassa temperatura

Scambiatoredi calore in pozzo

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Energia geotermicadi bassa entalpia

per il condizionamentodelle serre

e delle abitazionidel comune

di Santa Fiora (GR)

Diagramma di flussi dei fluidi geotermici

Centrale di scambio di calore

Fluidi geotermici a condizionareserre e uffici

Riscaldamento delle abitazionidel comune di Santa Fiora

Vapordotti provenienti dalla centrale

Centrale di Bagnore 3 Pozzo di reiniezione

La centrale di scambio di calore è posizionata nei pressi della centrale dell’ENEL Bagnore 3, dalla potenza nomi-nale di 20 MW, dalla quale appunto essa viene rifornita. Teoricamente l’impianto prevede l’impiego diretto di fluidogeotermico a bassa entalpia, che ha già ceduto parte della propria energia per produzione geotermoelettrica.Ciò in pratica non avviene giacché l’ENEL non dispone nella centrale di Bagnore 3 di un sistema in grado di tra-sportare allo scambiatore fluido geotermico a bassa pressione ed entalpia. L’ENEL spilla quindi vapore dai varipozzi prima che questi passino in turbina, e attraverso vapordotti in titanio (per evitare la corrosione degli stessi) litrasporta verso la centrale di scambio. Qui il calore del vapore geotermico riscalda acqua trattata (acqua dolcificataper evitare i problemi di incrostazione) che arriva alla temperatura di 93 °C circa. Nella centrale di Bagnore 3, che è stata la prima centrale ad essere dotata del sistema AMIS per l’abbattimentodelle emissioni, le dispersioni di mercurio e di idrogeno solforato vengono ridotte rispettivamente dell’85-90% edell’80-85%. La centrale di Bagnore si trova a una quota maggiore (850 m s.l.m.) rispetto alla centrale di pom-paggio (750 m s.l.m., vedi figura a p. 39). Il fluido geotermico raggiunge le tubature poste sotto di essa per poiessere aspirato dalle pompe. All’interno della centrale sono presenti quattro motori: tre dalla potenza di 300 kWe uno dalla potenza di 75 kW. Durante l’estate, a funzionare è solo il motore più piccolo, il quale genera una por-tata di 150 m3 d’acqua l’ora; d’inverno a funzionare sono due dei tre motori da 300 kW, che generano una portatadi 300 m3 di acqua l’ora. La “prevalenza”, in entrambi i casi, è molto alta e raggiunge i 110 m d’acqua (corrispon-denti a 11 bar), questo perché la centrale rifornisce di acqua calda anche il comune di Santa Fiora, il quale si trovaa una quota di 100 m maggiore rispetto a quella della centrale.

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2. ma una differenza ben più marcata si riscontra neicosti diretti e indiretti degli impatti negativi ambienta-li e sanitari conseguenti alla produzione e all’uso del-l’energia, sempre più difficili questi da valutare corret-tamente specie nelle proiezioni di medio-lungo termi-ne. Un esame approfondito dei dati in Tabella 3 indi-ca che valutazioni comparate dei costi addebitabili perrischio alla popolazione e ai lavoratori e per le “ester-nalità” positive e negative delle diverse energie rinno-vabili risultano ampiamente variabili ma non facil-mente valutabili sotto il profilo della ottimizzazionedei costi/benefici totali per unità di energia prodotta;

3. sussiste spesso in ambito politico l’ingiustificata fedeche le energie rinnovabili tutte provochino impattiambientali e sanitari molto bassi e in pratica trascura-bili. In effetti trattasi di una credenza destituita daqualsiasi credibilità, dato che come risulta da quantodiscusso in questo scritto – e anche a seguito di unesame anche sommario dei dati di Tabella 3 – i valo-ri degli impatti risultano sempre in media elevati econ alta variabilità. Basti pensare alla limitata poten-za specifica in funzione dello spazio occupato e deltempo utilizzato per la produzione, come accadde perle energie eolica e solare fotovoltaica;

4. anche in parte come conseguenza di quanto espostonel punto precedente, non risulta che nelle decisioniprese in Italia siano mai state attivate approfonditeprocedure di VIA (valutazioni di impatto ambientale)relative alle installazioni di impianti di energie rinno-vabili, anche di grandi dimensioni, laddove invece gliimpatti possono risultare anche elevati specie in pre-senza di possibili alti valori di esternalità negative peralcuni specifici tipi di energie e/o condizioni ambien-tali sfavorevoli, come quelle che si verificano soven-te in numerose aree italiane (vedi Tabella 3);

5. le nuove tecnologie, prima fra tutte quella delle pompedi calore, giocano – e sempre più lo faranno in futuro– un ruolo insostituibile specie per l’energia geotermi-ca di bassa entalpia, proprio perché questa presentacosti molto bassi e impatti ambientali prossimi allozero. Facile avere conferma di questo dalla scelta dellaSvezia di impiegare le pompe di calore, partendo dalla

temperatura del mare molto bassa, ma pur sempre piùelevata di quella atmosferica, in aree costiere perriscaldamento di ambienti;

6. l’energia geotermica di bassa entalpia presenta carat-teristiche estremamente positive sotto numerosi aspet-ti, importanti per il mantenimento degli equilibri natu-rali basilari per la conservazione dell’ambiente e inparticolare per la salvaguardia del ciclo biogeochimi-co dell’acqua e la valorizzazione di quello integrato,anche in presenza di produzione di notevoli volumi dienergia. Se nel teleriscaldamento di ambienti e di serrel’energia termica utilizzata è solo quella finalizzata alriscaldamento interno, non solo senza alcuno sprecodi acqua dato che quella usata per il riscaldamentoviene reimmessa nella falda utilizzata come fonte dicalore, ma anche contaminazioni ambientali talmenteridotti da potere essere difficilmente evidenziate intermini quantitativi;

7. ma un nuovo aspetto nel settore della produzione diacqua deionizzata con significativo risparmio energeti-co riguarda la convenienza di produrre acqua deioniz-zata per usi civili, partendo da acque troppo ricche insali per questi usi. Numerose pubblicazioni scientifichesono dedicate a questo argomento; il vantaggio fonda-mentale di un simile impiego risiede nella significativariduzione del costo di produzione – anche del 50% – diacqua deionizzata, partendo anche da fluidi a entalpiabassa con l’impiego delle nuove tecnologie dellepompe di calore. Considerando i risultati molto positivinella creazione di posti di lavoro ben remunerati e utilieconomici nell’uso della geotermia di bassa entalpiaper teleriscaldamento di ambienti e condizionamento diserre per la produzione di piante ornamentali, comerisulta dalla positiva esperienza di Santa Fiora, sopradescritta, la disponibilità aggiuntiva di produzione diacqua deionizzata dovrebbe spingere a moltiplicare perdieci, cento volte le innovative iniziative del tipo diSanta Fiora, con la possibilità aggiuntiva di ottenereanche acqua per usi civili, e segnatamente potabili, inaree povere di questa risorsa o di ottenere per le serreanche le acque adatte alla loro alimentazione.

Mario Dall’Aglio

ADAMIANO ALESSIO (2006), Impatto ambientale e sanitario dei campigeotermici del Monte Amiata, tesi di laurea in Scienze Ambien-tali, Università “La Sapienza” di Roma, relatore prof. M. Dall’Aglio.

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UNEP (1979/c), The Environmental Impact of Production and Use ofEnergy. Part III: Renewable Sources of Energy, pp. 132.

Bibliografia scelta

Lavoro presentato al Primo Congresso dell’UGI (Unione Geotermica Italiana), tenutosi a Roma presso la Sala Marconi del CNRgiovedì 7 luglio 2011, nel decennale della sua fondazione con il titolo “La Geotermia e l’Ambiente”. Il documento è disponibilein rete sul sito www.unionegeotermica.it/congresso-UGI-Roma-07-2011-documenti.asp

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informaticaedilizia ambiente territorio

n. 37-382011

L a dichiarazione annuale dei redditi e del volumed’affari da quest’anno si invia esclusivamente per

via telematica, con termine per tutti al 31 ottobre.Con la modifica degli articoli 36.1 e 36.7 dello Statuto Inar-cassa – approvati con decreto interministeriale del 27 dicem-bre 2010 – la dichiarazione dell’ammontare del reddito pro-fessionale e del volume complessivo d’affari non potràpiù essere comunicata mediante la spedizione per racco-mandata dell’apposito modello cartaceo. Bisognerà utiliz-zare esclusivamente il servizio telematico Inarcassa On-line.L’intento della cassa previdenziale è di dire addio alla mo-dulistica stampata, privilegiando il servizio telematico. Leconseguenze immediate per il professionista sono l’iscri-zione obbligatoria a Inarcassa On-line e il suo impiegoesclusivo per la compilazione e l’invio della dichiarazione.C’è da ricordare, inoltre, l’abolizione del termine del 31agosto, previsto per chi utilizzava il modello cartaceo, uni-ficato per tutti al 31 ottobre.Terminata la procedura di invio della dichiarazione il si-stema genera in maniera automatica il calcolo del congua-glio contributivo per i professionisti iscritti e del contri-buto integrativo per i non iscritti. Inoltre, con lo stesso ap-plicativo, sarà possibile ottenere il bollettino MAV per ilversamento dovuto.Per la prima rata dei contributi minimi 2011 il bollettino èarrivato tramite posta e lo stesso accadrà per la seconda. Pro-babilmente, invece, già da quest’anno il MAV del congua-glio verrà elaborato in seguito all’invio della dichiarazione.

L’adesione a Inarcassa On-line – si ricorda – si effettua sulsito della Cassa (www.inarcassa.it) tramite procedura gui-data. Il servizio si dota di nuove modalità d’accesso e of-fre una fruizione diversificata, che risulta completa soloper chi effettuerà la registrazione indicando un indirizzodi posta elettronica certificata. Per gli utenti, invece, cheometteranno la PEC sarà riservato un “accesso light” chedà la possibilità di usufruire del solo applicativo della di-chiarazione telematica, il quale, per tutti, sarà messo inlinea – come ogni anno – solo a fine giugno. Il calendario degli adempimenti:– 30 giugno: versamento della prima rata dei contributi mi-

nimi e del contributo di maternità per l’anno in corso;– 30 settembre: versamento della seconda rata dei con-

tributi minimi e del contributo di maternità per l’annoin corso;

– 31 ottobre: invio telematico tramite Inarcassa On-linedel modello di dichiarazione del reddito professionalee del volume d’affari relativo all’anno precedente;

– 31 dicembre: versamento dell’eventuale importo a con-guaglio contributivo relativo all’anno precedente.

Mariagrazia Barletta

Inarcassa:la dichiarazione dei redditi è solo on-line

Moduli diregistrazione

per professionisti(a sinistra) e per

società (a destra) a Inarcassa On-line(www.inarcassa.it)

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approfondimenti di giurisprudenza a cura di Eugenio Meleedilizia ambiente territorio

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C ome si è potuto notare dalle precedenti relazioni e dauna lettura anche veloce del nuovo provvedimento

legislativo denominato Codice del Processo Amministrati-vo (decreto legislativo 2 luglio 2010, n. 104),1 molte sonole novità che hanno interessato il processo amministrativo.Non sta a noi (almeno per il momento) dire se queste novi-tà siano apportatrici di miglioramenti o di peggioramentinell’andamento complessivo del processo amministrativo:sarà la successiva vicenda cronistica a dirlo; fatto sta che ilprocesso amministrativo, sia per il fatto della sua codifica-zione ad opera del legislatore (prima il giudice ammini-strativo si autodeterminava processualmente), sia per il pre-ciso e quasi rituale significato che il codice in parola havoluto dare a ciascun istituto, tende sempre più a uniformar-si al processo civile. Nella nuova regolamentazione, si indi-viduano, da un lato, alcune caratteristiche peculiari del pro-cesso amministrativo e, dall’altro, ci si avvicina a modellioperativi che sono propri e caratteristici del giudizio civile.Ma occupiamoci, ora, degli argomenti specifici che riguar-dano la presente relazione.

Il giudizio di ottemperanzaÈ noto il significato che da sempre è dato dalla dottrina edalla giurisprudenza al giudizio di ottemperanza.Si tratta del processo di esecuzione di un giudicato (del giu-dice amministrativo o di un altro giudice) che si svolge da-vanti alla giurisdizione amministrativa sia per dare un se-guito concreto a una sentenza dello stesso giudice ammini-strativo, sia relativamente all’esecuzione di sentenze di giu-dici degli altri comparti giurisdizionali, quando comunqueobbligata all’esecuzione sia una pubblica amministrazione.

Il nuovo Codice del Processo Amministrativo ha ridise-gnato l’ormai vetusto istituto del giudizio di ottemperan-za (senza peraltro mutarne il nome) agli artt. 112, 113,114 e 115.2

I provvedimenti giurisdizionali per i quali è possibile pro-cedere con il giudizio di ottemperanza sono i seguenti:– le sentenze del giudice amministrativo passate in giu-

dicato, e le sentenze dello stesso giudice comunque ese-cutive (in concreto, le sentenze dei tribunali ammini-strativi regionali non sospesi in via cautelare dal giu-dice di appello);

– le sentenze dei giudici degli altri ordini giurisdizio-nali passate in cosa giudicata, quando il soggetto chia-mato a dare esecuzione alla sentenza è una pubblicaamministrazione;

– i lodi arbitrali inoppugnabili, quando riguardino ancheessi una pubblica amministrazione.

La normativa prevede, altresì, che la parte nei cui confron-ti non vi sia stato l’adempimento spontaneo dalla pubbli-ca amministrazione può chiedere il risarcimento dei danni.In tal caso, il giudizio di ottemperanza assume la formacaratteristica del rito ordinario.Il ricorso per l’ottemperanza va proposto al giudice cheha emanato il provvedimento di accertamento o di con-danna, dopo, naturalmente, la messa in mora dell’ammi-nistrazione.Nel caso di sentenza del giudice amministrativo, l’ottempe-ranza va richiesta al tribunale amministrativo regionale, se lasentenza non è stata riformata o è stata confermata dal Con-siglio di Stato (o nel caso che il Consiglio di Stato non abbiasospeso gli effetti della sentenza di primo grado); al Consi-glio di Stato, nel caso la sentenza di primo grado sia statariformata in tutto o in parte da tale organo giurisdizionale.Per le sentenze degli altri giudici, la competenza è del tri-bunale amministrativo regionale nella cui circoscrizione hala sede il giudice che ha emesso la sentenza da eseguire.

Rito in materia di accesso ai documenti amministrativiSi tratta di un procedimento giurisdizionale cosiddetto “spe-ciale”, in ragione della sua articolazione processuale.Nello stesso, sia la parte richiedente l’accesso ai docu-menti amministrativi, sia l’amministrazione intimata e siagli eventuali controinteressati3 non hanno bisogno dell’as-sistenza tecnica di un avvocato in giudizio e possono sta-re nel giudizio medesimo personalmente.4

Il ricorso si notifica sia in primo grado che in appello neltermine (di decadenza) di 30 giorni dalla comunicazionenegativa dell’amministrazione ovvero da quando si è ve-rificato il silenzio della stessa sull’istanza specificamen-te presentata per l’accesso.La decisione viene emessa dal tribunale amministrativo re-gionale o dal Consiglio di Stato in sede di appello in Came-ra di Consiglio e in forma semplificata e, in caso di accogli-mento, viene ordinata l’esibizione dei documenti richiestientro un termine, in genere non superiore a 30 giorni, det-tando, se del caso, le opportune modalità di accesso.L’istanza può essere presentata al giudice anche in corsodi pendenza di un ricorso giurisdizionale e il giudice, inquesto caso, decide con ordinanza separata o con la sen-tenza che definisce il giudizio.

I riti speciali del Codice del ProcessoAmministrativoLe materie oggetto di giudizio

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Tutela contro l’inerzia della pubblica amministrazioneIn materia di comportamenti inerti della pubblica ammi-nistrazione, il codice, all’art. 31, ha recepito la legislazio-ne nel frattempo apparsa e la giurisprudenza che ha inte-ressato la materia.Pertanto, avverso il silenzio (cosiddetto silenzio-rifiuto)dell’amministrazione, trascorso il termine per provvede-re, e sempre che si tratti di attività vincolata, il ricorso sipuò proporre entro un anno dal termine suddetto.Relativamente all’accertamento dell’eventuale nullità,l’azione è proponibile invece entro il termine di 180 gior-ni (termine sempre di decadenza), ma è anche rilevabiled’ufficio dal giudice ovvero eccepibile dalla parte costi-tuita nel giudizio avanti il giudice amministrativo.

Il contenzioso elettoraleIl contenzioso elettorale relativo alle elezioni nei Comu-ni, nelle Province e nelle Regioni e al Parlamento Euro-peo è stato profondamente modificato dal nuovo Codicedel Processo Amministrativo.I provvedimenti relativi alle esclusioni dalle liste o dei can-didati sono immediatamente impugnabili davanti il giu-dice amministrativo entro tre giorni dalla conoscenza del-l’atto stesso e deve essere deciso, senza avvisi, nei tre gior-ni successivi e pubblicato lo stesso giorno dell’udienza.L’eventuale appello deve essere notificato entro due gior-ni dalla pubblicazione della sentenza e deciso nei tre gior-ni successivi al deposito.Per quanto concerne, invece, le operazioni elettorali, il ri-corso va proposto con ricorso al tribunale amministrativoregionale competente o al tribunale amministrativo regio-nale (per le elezioni al Parlamento Europeo) entro il ter-mine di 30 giorni dalla data del provvedimento di procla-mazione degli eletti; una volta fissata l’udienza il ricorsova notificato entro il termine di 10 giorni agli uffici inte-ressati e ai controinteressati.Nei 10 giorni successivi all’ultima notifica, il ricorso vadepositato nella segreteria del tribunale amministrativoregionale adito e i resistenti possono presentare memo-rie e documenti nei 15 giorni successivi alla notifica.La sentenza (o comunque il dispositivo della stessa) è pub-blicato il giorno successivo all’udienza.L’appello avverso la sentenza del tribunale amministrati-vo regionale in materia di operazioni elettorali di Comu-ni, Province e Regioni si propone al Consiglio di Stato en-tro il termine di 20 giorni dalla notifica della sentenza odella pubblicazione della stessa, per i soggetti per i qualinon è obbligatoria la notifica.Per le operazioni elettorali concernenti l’elezione al Par-lamento Europeo, l’appello si propone nel termine di cin-que giorni dalla pubblicazione della sentenza (o del dispo-sitivo) presso la segreteria del tribunale amministrativo re-gionale e lo stesso deve essere depositato nel termine di 30giorni dall’avviso della pubblicazione della sentenza.

I riti abbreviatiI riti abbreviati concernono determinate materie, già rego-lamentate in modo speciale nel precedente sistema giuri-sdizionale, e precisamente, oltre l’ottemperanza, il silen-zio, l’accesso e il rito elettorale, il decreto ingiuntivo, iprovvedimenti in materia di affidamento dei contratti pub-

blici, i provvedimenti delle autorità indipendenti, i prov-vedimenti nel campo delle privatizzazioni, i provvedimen-ti concernenti le nomine deliberate dal Consiglio dei Mi-nistri, i provvedimenti di scioglimento degli enti locali, iprovvedimenti di occupazione e di espropriazione per l’ese-cuzione di opere pubbliche, e quelle di espropriazioni del-le invenzioni in materia di proprietà industriale, i provve-dimenti del CONI, i provvedimenti in materia di emergen-za, i provvedimenti concernenti il personale operante nelcampo dell’informazione e della sicurezza (servizi segre-ti), i provvedimenti in materia di impianti di produzioneenergetica, nonché i provvedimenti relative alle misure diprotezione (per i soggetti che collaborano con la giustizia).Nelle suddette materie, tutti i termini processuali sono ridot-ti alla metà, salvo quello relativo al ricorso introduttivo, alricorso incidentale, ai motivi aggiunti e all’appello caute-lare, nonché quelli relativi al ricorso avverso gli atti dellaprocedura di gara.Sono ripetute le regole già previste sulle misure cautelarie sulla pubblicazione del dispositivo.Il giudice amministrativo è chiamato, al presentarsi di par-ticolari fattispecie e in conseguenza dell’annullamento delprovvedimento di aggiudicazione, a dichiarare la ineffica-cia del contratto eventualmente stipulato e all’irrogazio-ne delle sanzioni alternative in luogo dell’esecuzione informa specifica.

E.Me.

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1 Il nuovo Codice del Processo Amministrativo è stato adottato condecreto legislativo 2 luglio 2010, n. 104, pubblicato sulla «GazzettaUfficiale» n. 156 del 7 luglio 2010 (supplemento ordinario).

2 L’istituto era risalente all’art. 127 del regio decreto 26 giugno 1924,n. 1054 – testo unico delle leggi sul Consiglio di Stato.

3 Agli stessi il ricorso va tempestivamente notificato e il giudice puòordinare l’integrazione del contraddittorio.

4 Cosa che avviene, per l’amministrazione pubblica, per il tramite diun dipendente specificamente individuato con provvedimento dellastessa amministrazione.

Note

Il nuovo Codicedel ProcessoAmministrativo ha modificatoanche ilcontenziosoelettorale relativoalle elezioni nel ParlamentoEuropeo

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Aria inquinata e suolo franoso. Ecco cosa mette a rischio la salutedegli italianiilFattoQuotidiano.it, 01.06.2011Secondo l’ultimo annuario dei dati ambien-tali dell’Istituto Superiore per la Protezionee la Ricerca Ambientale (ISPRA) nel nostroPaese da un lato l’inquinamento atmosferico(polveri, ozono e biossido d’azoto) causaproblemi di salute, dall’altro è in aumento ilrischio frane. Nel 2009 il 45% delle stazionidi monitoraggio di PM10 ha superato il valo-re limite giornaliero, soprattutto nelle grandicittà dell’area padana e a causa dei trasporti.Inoltre le frane sono la calamità che si ripetecon maggiore frequenza e, dopo i terremoti,hanno provocato il maggior numero di vitti-me e di danni a centri abitati, infrastrutture,beni ambientali, storici e culturali. I comuniitaliani franosi sono 5.708, pari al 70,5% deltotale, mentre da novembre del 2009 a otto-bre del 2010 sono state censite 63 frane.

Il Ponte della Musica, un segno moderno per la cittàIlSussidiario.net, 01.06.2011È stato inaugurato a Roma il Ponte dellaMusica, l’ultimo degli episodi di modernitàche stanno ridisegnando il tessuto urbanodella Capitale. La struttura – progettata dallostudio Buro Happold di Londra in collabora-zione con Kit Powell-Williams Architects –è costituita da un impalcato sorretto da duearchi ribassati in acciaio (190 m di lunghez-za e 22 m di larghezza massima nella partecentrale) poggianti su una piattaforma incemento armato, che apre una sorta di piaz-za sul fiume. La soluzione proposta è carat-terizzata dall’inclinazione dei due archirispetto al piano verticale e dall’assenza diun loro collegamento orizzontale nella zonasovrastante l’impalcato. Ciò consente unaparticolare leggerezza dell’immagine archi-tettonica e l’eventualità di separare una cor-sia centrale dai due percorsi pedonali che siaffacciano senza ostacoli sul fiume.

A Milano crescerà un grattacielo di legnoCorriere.it, 31.05.2011A Milano, nella zona di Viale Sarca, areaBicocca, sorgerà presto il grattacielo più altoal mondo costruito in legno, fatta eccezioneper i tre piani di base, in calcestruzzo, e lastruttura metallica del cavedio centrale. Ilprogetto si chiama SMS, che sta per SocialMain Street, è firmato da Urbam + Dante O.Benini & Partners e prevede la realizzazionedi un colorato edificio di 15 piani realizzatointeramente in legno. Una delle caratteristi-che più innovative – a parte il materiale – ilvalore di efficienza, vale a dire il rapporto trametri quadri e superficie sfruttata, che è del90%. Inoltre c’è il prezzo molto contenuto:800 euro al metro quadro. Questi fattorifanno del progetto un esempio di costru-zione sostenibile nel doppio significato deltermine: dal punto di vista ambientale e daquello economico.

A Mantova il primo esempio di impianto agrovoltaicoEdilio.it, 26.05.2011L’azienda agricola Vostok di Virgilio(Mantova) ha installato il primo impiantoagrovoltaico d’Europa: un esempio di tecno-logia che concilia agricoltura e fotovoltaico.

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rassegna stampa a cura di Fabio Massiedilizia ambiente territorio

Selezione di articoli significativiL’impianto – che si estende su 15 ettari diterreno con una potenza di 2,4 MW – da unlato garantisce la produzione di energia rin-novabile, mediante pannelli fotovoltaici ainseguimento solare sospesi a 5 m da terra,dall’altro il mantenimento della funzioneagricola originaria del terreno. Le principalicaratteristiche dell’impianto sono: la produ-zione di energia a zero emissioni, la sosteni-bilità economica, l’utilizzo di tecnologie emateriali totalmente riciclabili e non inqui-nanti, il contenimento dell’ombreggiamentodel terreno e dell’occupazione del suolo.

L’Archivio di Stato a casa con un clickLaStampa.it, 21.05.2011Quasi 81 km di memorie, come dire due terzidell’autostrada Torino-Milano di documenti,carte geografiche, volumi storici. Tutti in unclick: il patrimonio dell’Archivio di Stato diTorino – uno dei più cospicui d’Europa –arriva oggi nello schermo del nostro compu-ter e ci permette di entrare in un’immensa,virtuale sala di consultazione. La digitalizza-zione dell’Archivio di Stato torinese – unlavoro che dura da vent’anni e che conta fino-ra 3.000 miliardi di caratteri – è una cavalca-ta di secoli nella forza dei grandi eventi poli-tici, dallo Stato prima sabaudo poi unitario,arrivando sino a collezioni che disegnano ilvolto variegato e composito dell’industriapiemontese del XX secolo. Ma la vertiginosateoria di scaffali racchiude anche vicende dipiccole comunità, biografie di famiglie, cor-rispondenze diplomatiche, censimenti e attinotarili, migrazioni, nascite e morti.

Skyscraper Competition: i grattacieli rinnovabili del futuroInfoBuildEnergia.it, 19.05.2011Sono stati decretati i vincitori dell’edizione2011 di Skyscraper Competition, il concorsopromosso dal 2006 dal magazine «eVolo»con l’obiettivo di promuovere nuove tecno-logie, materiali e progetti di grattacieli. Alprimo posto il LO2P Recycling Skyscraper(CMJN), a New Delhi, una grande ruotapanoramica ecosostenibile, con funzione diturbina eolica che filtra l’aria inquinata dellametropoli. Il secondo posto è per la TorreFlat (Mescam e Schirr-Bonnans), un gratta-cielo-cupola orizzontale in sospensione cheraccoglie l’energia solare e l’acqua piova-na e conserva il tessuto urbano esistente. Ilterzo posto è andato a Yheu-Shen Chua perun progetto che reinventa la diga di Hoovernegli USA come un grattacielo abitabile cheunisce la centrale elettrica a un acquario-gal-leria con terrazza panoramica.

L’aeroporto ecosostenibileEdilone.it, 13.05.2011Sembra strano pensare che anche un aeropor-to possa avere un impatto minimo sull’am-biente, nonostante il suo notevole ingombro, eche possa addirittura vincere la più prestigio-sa onorificenza in materia di architettura eco-sostenibile, la LEED-Gold Certification. È ilTerminal 3 dell’aeroporto internazionale“Indira Ghandi” di New Dheli, progettato daHOK International. Si tratta di una struttu-ra all’avanguardia – costruita in un temporecord, soli 37 mesi – che sintetizza i principilegati all’ecosostenibilità: sfrutta la luce natu-rale, i materiali utilizzati sia nella costruzionegrezza che nelle finiture sono in larga misurariciclati, utilizza veicoli elettrici e a metano

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Paure verdiSecondo un’indagine globale svolta daNielsen gli italiani sono preoccupati piùdella media mondiale nei confronti del-l’ambiente: al primo posto c’è l’inquina-mento dell’aria con l’86% contro il 78%della media globale, quindi l’inquinamen-to dell’acqua (86% contro 75%), a seguirel’uso dei pesticidi (80% contro 70%), ilriscaldamento globale (77% contro 70%) ela mancanza d’acqua (77% contro 73%).Per l’88% degli italiani (+5% sulla mediaglobale) è importante che le aziendeimplementino programmi per migliorarel’ambiente (Corriere.it).

Ingegneria giuridicaPer la conversione della centrale ENELdi Porto Tolle, in provincia di Rovigonel Polesine, «si va avanti, non con solu-zioni ad effetto come vorrebbe qualcuno,ma con la puntuale ingegneria giuridica».Lo ha detto Luca Zaia, presidente dellaRegione Veneto. «Abbiamo una commis-sione che sta analizzando parola per pa-rola la sentenza del Consiglio di Stato eaffronteremo il tema a fianco del Mini-stero dell’Ambiente perché questo è untema serio. Le soluzioni ad effetto azze-rerebbero tutto l’iter procedurale che èdurato sei anni» (ASCA.it).

L’ultima spiaggiaPotrebbe slittare la pubblicazione deldecreto “Sviluppo” (DLgs n. 70/2011) in«Gazzetta Ufficiale». La prevista privatiz-zazione delle spiagge, infatti, lascia per-plessi UE e presidente della Repubblica.Secondo Bruxelles il diritto di superficieesteso a 90 anni (attualmente è di sei) nonsarebbe conforme al diritto comunitario,che prevede concessioni per un periodoappropriato e limitato e la libertà di stabi-limento per le imprese dell’Unione in tuttoil mercato interno. Il presidente Napolitanopropone ritocchi al testo da pubblicare(Edilportale.com).

Spigolature

per i trasporti su pista e attività di supportoe prevede un’efficiente gestione idrica attra-verso 310 raccoglitori di acqua piovana.

Verso il fotovoltaico alle nanoscaleLeScienze.it, 11.05.2011Convertire la radiazione luminosa in elettricitàin modo controllato: è quanto promette un nuo-vo tipo di accoppiamento di particelle alle na-noscale costituite da punti quantistici colloidalicollegati a nano particelle di fullereni. Alcuniricercatori del Center for Functional Nanoma-terials (CFN) del Brookhaven National Labo-ratory, variando la lunghezza delle molecole dicollegamento e le dimensioni dei punti quan-tistici, hanno potuto controllare la frequenza el’ampiezza delle fluttuazioni nel trasferimen-to di elettroni al livello dei singoli dimeri.Questo controllo rende i dimeri promettentiunità per l’elettronica molecolare e più effi-cienti celle fotovoltaiche. L’intero processodi assemblaggio è stato effettuato in modo dalimitare le interazioni delle componenti chepotrebbero combinarsi in un’ampia gammadi modi diversi con i metodi tradizionali.

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