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EditorialeL’anno 2015, che sta volgendo al

termine, nonostante le grandi con-traddizioni, delusioni e sorprese, mo-stra anche che il nostro paese è sulla buona strada, stiamo attraversando una fase niente facile, inflazione, di-soccupazione e corruzione, sofferenza di apprendimento che la nostra gente sta passando per arrivare a un futuro migliore.

Quando vedevamo accadere ciò che sta avvenendo nel mezzo politico, im-prenditoriale e giudiziario del nostro paese, nessuno credeva che tali fatti potessero succedere, però, dopo la tempesta arriva la quiete, detto popo-lare. Torneremo a crescere, produrre di più e meglio, sia fisicamente, men-talmente e tecnologicamente parlan-do, ad essere cittadini più consapevoli e responsabili dei nostri doveri e non solo dei nostri diritti. La gente vuole credere solo nelle buone notizie. L’ora di sapere che i nostri diritti per esigere atteggiamenti seri e spiacevoli dei cit-tadini per meritare davvero i benefici di tali diritti, è arrivato.

La nostra visione deve ampliarsi, essere chiara, i nostro cuori devono

essere puri e lavorare per l’unità del-le famiglie, degli amici, del fair play, in tutto e per tutti e non solo per ciascu-no di noi, il diritto è per tutti e i doveri, pure.

Pertanto, le nostre istituzioni devono essere forti, indipendenti, illibate e ri-spettate reciprocamente. Il movimento panathletico nazionale ha la sua par-te di responsabilità, poiché ha scelto come una delle sue aspirazioni di base, l’educazione fisica scolastica, attività fisiche e ricreative, lo Sport (tutte le modalità) unendo la propria esperien-za e la volontà di lavorare volontaria-mente alle altre importanti istituzioni che utilizzano lo stesso strumento, lo sport (ogni modalità sportiva), dopo una grande dibattito etico, educativo, democratico e legislativo, saremmo in grado di raggiungere i nostri obiettivi comuni, che non sono altro, che, tutte le modalità abbiano le loro leggi, re-golamenti e finanziamenti ben definiti. La Scuola è il granaio naturale, non lo stadio di tale formazione più appro-fondita.

La scuola tra molti fattori da svilup-pare, deve preparare il bambino a par-

tecipare allo sport e allo svago, di quel-lo che vuole, ma con una conoscenza di base apprese in lezioni di educazio-ne fisica e cittadinanza, motivo per il quale deve avere un trattamento spe-ciale in questo dibattito.

L’unione di tutte le istituzioni che la-vorano con lo sport, dovrebbero unirsi per pensare solo allo sviluppo integra-le dello stesso, in modo che avrebbe-ro forza e potere per realizzare i suoi obiettivi.

Tutti guadagnerebbero, soprattutto il cittadino brasiliano e il paese, l’unio-ne fa la forza. È arrivato il momento per, nello sport, ripulire il nostro ama-to Brasile. Potenziale nei campi, pale-stre, piscine, piste, ecc, ce l’abbiamo, ci manca l’umiltà e l’unione dei dirigenti per diventare potenza sportiva mon-diale.

Che il 2016 sia l’anno della redenzio-ne del nostro paese nel suo complesso, per la felicità generale della nazione.

Felice Natale e un Prospero Anno Nuovo a tutti.

Buon Anno Olimpico.

Indice

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Risoluzione del Consiglio Cen-trale del Panathlon Interna-

tional stabili che la “Giornata Pa-nathletica del Fair Play” deve avere carattere mondiale, indicando come data festiva il terzo Sabato del mese di novembre di ogni anno. Celebrata con programmazione specifica in più di 300 club avrà quindi una dimensio-ne internazionale.

Ma c’è tutta una traiettoria e storia fino a che questo movimento venisse ad essere consolidato.

Capire che cos’è l’oggetto di tanto interesse per lo sport, discutere con-cetti è quindi estremamente prezioso, soprattutto nei tempi attuali. Tutta-via, Messing, 2004 al discutere il tema lealtà e slealtà fa notare che al tem-po di Omero nella Grecia Antica, il fair play come definito nello standard moderno, era decisamente carente. Sfoggiava la slealtà nelle attività spor-tive fatto che verrebbe a essere modi-ficato quando gli inglesi nel XVIII e XIX secolo iniziarono la standardiz-zazione con la costituzione di regole proprie, “desportivizando” lo sport.

Dopo l’avvento dei Giochi Olimpici dell’Era Moderna, tuttavia, la socie-tà ha subito profondi cambiamenti e negli ultimi decenni lo sport è stato nuovamente invasa dalla violenza. Ma, come dice Dunning, 2004 “se è

vero che la violenza nello sport (dei giocatori e spettatori) è un problema globale e rappresenta una minaccia, è anche importante diffondere l’ethos del fair play.”

Blackshaw, 2004 sottolinea che vi è la crescente necessità di un campione sportivo agire correttamente ed esse-re più attento a sostenere i principi del fair play e meno interessato ad au-mentare il proprio conto in banca.

Tuttavia, Durantz, 2004 al discute-re problemi occorsi alle Olimpiadi, come quelli di Seoul, Corea sottoli-nea che gli standard etici dello sport professionistico sono contraffatti allontanando i principi filosofici del fair play. Il codice rispettoso del cul-to, dell’educazione e dei valori del fair play si oppongono fermamente a qualsiasi concessione sociologica dal

fatto sportivo e dalla militanza fonda-mentalista settaria che preconizza la vittoria ad ogni costo.

Studiare, discutere e capire il fair play è quindi essenziale per l’esistenza della pratica sportiva con etica, senza violenza, senza doping. Anche perché il Fair Play è molto più diffuso e ac-cettato tra giovani praticanti che tra gli atleti professionisti; è che il pen-siero morale, si oppone al pensiero pragmatico.

Per fortuna però ci sono ancora esempi di pratiche di fair play. Re-centemente, nel settembre 2005 nella Coppa di Calcio Olandese il giocato-re belga Jan Vertonghen ha segnato un gol involontariamente nella parti-ta della sua squadra l’Ajax II quando pretendeva allontanare il pallone in modo che il gioco fosse interrotto e un atleta infortunato fosse soccorso.

Al dare l’inizio al gioco tutta la squa-dra Ajax II è rimasta statica permet-tendo alla squadra avversaria il Cam-buur marcasse un gol. Esempio raro tra professionisti, ma che indica va-lere la pena diffondere la pratica del fair play.

FAIR PLAY: DEFINIZIONE E CONCETTO

Il termine fair play di origine inglese

Panathlon e Fair Play

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appare in testi del 1595 inizialmente favorevole al comportamento dei giu-dici della corte passando in seguito ad avere il significato di gioco leale. As-sorbito dalla lingua portoghese appa-re nella prima edizione del Dizionario Houaiss, 2001. Grammaticalmente si tratta di una frase inglese, che è un’unità dell’analisi sintattica compo-sta da un nucleo, nel caso l’aggettivo fair (giusto, franco, pulito) e il sostan-

tivo maschile play (gioco), che insie-me formano una frase sostantiva.

Fair play racchiude la connotazio-ne del trattamento imparziale; equo; conformità con le regole stabilite in uno sport, linea di business, ecc; gioco pulito; accettazione serena, ele-gante di una situazione difficile o av-versa; trattamento equo o imparziale. Raymond Bron 1983 citato da Maffia et al 2005, dell’Accademia Olimpica

Svizzera così definì il fair play: “Il fair play è il rispetto alle regole

scritte e non scritte, in parole e nello spirito, e la ricusa di vincere a tutti i costi”. Un’idea nasce o un’organizza-zione “idealista” si costituisce quan-do la società sente un bisogno (Frits, 2003). Questo è accaduto con il Pa-nathlon e il Fair Play.

Diritto allo sport: Valorizzazione della

persona umana

ne e salute e svolgendo una funzione sociale.A partire dal XX secolo abbiamo

la presenza del Homo sportivus, nel senso di un uomo pieno. Un essere umano formato nella scuola del ca-rattere, del bene, delle buone manie-re, gareggiando senza infrangere le

regole del gioco. Le regole e le procedure stabilite

dallo sport impongono una espe-rienza agonistica con base nei valori etici. L’esperienza sportiva quando ben guidata favorisce il miglioramen-to del genere umano, quindi il suo valore sociale. Il fenomeno sport è un patrimonio dell’umanità.Per il miglioramento della sua uma-

nità, non basta che giochi meglio è necessario che abbia una coscienza e pratica etica. Il praticante dello sport deve sempre avere la dignità di essere umano che agisce a livello etico. Lo sport ha una struttura competitiva che deve essere vissuta attraverso di valori etici e morali. Lo sport deve volgersi per il bene

La salute è un diritto di tutti. L’Organizzazione Mondiale

della Sanità (OMS) definisce come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale” e non sem-plicemente l’assenza di malattia o in-fermità. La salute è essenziale per lo sviluppo umano integrale. Lo Sport contribuisce alla salute e allo svilup-po umano integrale.La Costituzione del Brasile del 1988

stabilisce il Diritto allo Sport nell’ar-ticolo 217, affermando che lo Sport è un dovere dello Stato, che avrà il compito di promuovere le attività sportive formali e non formali. Lo sport dovrebbe essere incluso

tra i diritti inalienabili di ogni essere umano e gestito nella vita quotidiana delle persone. Sport come educazio-

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comune in contrappunto ad una so-cietà individualista. Lo sport ha il suo contributo nell’educare e formare la persona dovuto al raggiungimento educativo alle attività sportive. Ha quindi un ruolo nella formazione di cittadini.Collaborare alla formazione

dell’uomo nel suo complesso, al fine di aiutarlo a vivere in società. Qui ci sta una domanda: che cittadino si è formato per lo sport? Lo sport nel suo aspetto educativo

deve consentire alla persona di indi-

viduare la sua condizione più umana. Questo processo contribuisce anche ad una cultura sportiva più umana. E nello sport condividere la sua uma-nità. Praticare sport è fondamentale per

lo sviluppo umano. Collabora nello sviluppo dell’affettività, percezione, espressione, creatività e ragiona-mento. E ‘essenziale per lo svilup-po personale e sociale del bambino, dell’adolescente, giovane e adulto.Il diritto allo sport come un diritto

sociale sta basato nei diritti fonda-

mentali della persona umana e della collettività. Lo sport è uno spazio di azione educativa in cui si praticano valori per l’individuo e per la socie-tà. Lo Stato ha un ruolo chiave nell’at-

tuazione delle politiche sociali per la promozione e valorizzazione dello sport. Lo sport come diritto lavora per la valorizzazione della persona umana e la sua esperienza socio-co-munitaria.

Lo sport Mondialee le sue macule

Più che una filosofia dello sport, l’Olimpismo è una filosofia di

vita che predica l’amicizia, la com-prensione reciproca, l’uguaglianza, la solidarietà e il fair play, valori che in genere il Panathletismo difende nel-la pratica dello sport e anche come esempio per la società.

Sono stati ampiamente propagati dai media mondiali alcuni fatti non etici che hanno maculato lo sport mondia-le:

Il 24 settembre del 1988, Ben John-son e Carl Lewis condividevano le at-tenzioni del pubblico per le piste dello stadio olimpico di Seoul in Corea. Il record del mondo dei 100 metri pia-ni con il tempo precipitare 9,75s fu battuto dal canadese Johnson. Il 26

settembre quando uscì il risultato del test dell’esame antidoping accusando la presenza di stanozolol in Johnson, questo smascherato e punito, dovette restituire la medalha d’oro a Lewis.

Nel 1992, una bella scena ha aperto le Olimpiadi di Barcellona. Antonio Re-bollo, un arciere spagnolo, scoccò dal

prato del campo una freccia in fiamme che accese nell’alto la pira olimpica. La folla presente applaudì con entu-siasmo. In TV una telecamera mostrò che lui aveva mancato il bersaglio e la pira si accese automaticamente, ingan-nando milioni di persone.

Nel 2000, durante i Giochi Paralim-pici di Sydney, un servizio di cronaca spagnolo denunciò che molti atleti non soddisfavano i pre-requisiti per competere nelle modalità per disabi-li. Tra questi, 10 dei 12 convocati per la squadra di basket maschile per se-die a rotelle che stavano in competi-zione illegalmente. Dirigenti spagnoli sostennero che il test del QI fatto era diverso dal Comitato Paralimpico In-ternazionale. La delegazione spagnola

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gna ha fatto alcuno sforzo nella partita contro il Brasile, come suggerisce lo spirito olimpico. Con una squadra di riserva, la sconfitta nell’ultima partita della fase a gironi aveva una ragione: per sfuggire alla squadra degli Stati Uniti nella semifinale della conpetizio-ne. Entrambe le nazionali hanno con-tinuato a vincere e si sono incontrati in finale. Gli Stati Uniti hanno preso l’oro.

Il secondo episodio si è verificato nel Badminton. Quattro coppie sono sta-te eliminate dalle Olimpiadi di Londra, perché secondo la Federazione Inter-nazionale di Badminton, non hanno usato il massimo dei suoi sforzi per vincere le partite, atteggiamento con-siderato ingiustificabile. La decisione si è basata sugli errori intenzionali quali battute (infantili) sulla rete. Han-no anche cercato di fuggire da scontri difficili nella fase successiva.

Nel 2012, nel ciclismo, Lance Arm-strong con sette titoli del Tour de France nel curriculum e un bronzo olimpico, era riferimento nello sport e nel quotidiano. Oltre a numero-si avversari, aveva sconfitto il cancro del testicolo e fondato una delle più grandi organizzazioni non governa-tive in tutto il mondo, in Livestrong. Però il mondo è caduto! I manifesti con la foto del ciclista sono stati tolti dai muri e cadde in discredito. Tutto perché si è scoperto che comandava e si beneficiava di un sofisticato schema di doping.

Esempio di Fair Play.

Nel dicembre 2012, durante una gara di cross country in Navarra, Spagna,

Iván Fernández Anaya ha dato una le-zione di onestà lasciando il campione olimpico Abel Mutai vincere la gara. Il keniano conduceva comodamen-te al primo posto e negli ultimi metri ha rallentato e ha cominciato a salu-tare il pubblico credendo che avreve già tagliato il traguardo. Lo spagnolo, al secondo posto, non approfittò della situazione per superare il rivale, è se-guendo dietro a Mutai e con gesti ha portato il kenyano alla vittoria, quel-lo che sarebbe successo normalmente se lui non avesse commesso l’errore di percorso. Infine, un atteggiamento esemplare da seguire da tutti.

Santo di casa non fa miracoli.

Il 12 giugno 2014, nello stadio del Corinthians Football Club, palco di apertura del Mondiale di Calcio in Bra-sile ci sarebbe un momento speciale: un paraplegico camminerebbe da solo, con l’aiuto di una struttura robotica “esoscheletro”, controllata da segnali cerebrali. Darebbe il calcio inaugurale della partita del Mondiale.

Il fatto è avvenuto durante la cerimo-nia di apertura, ma quasi nascosto per i miliardi di telespettatori che hanno seguito l’evento in televisione.

I dieci secondi che sono stati trasmes-si non hanno permesso di conoscere il lavoro del neuroscienziato brasiliano Miguel Nicolelis, originatore del pro-getto Camminare Nuovamente, per il quale c’è stato il sabotaggio della Stampa Brasiliana e della FIFA.

ha dovuto restituire cinque medaglie Paralimpiche, tra cui l’oro del basket.

Nel 2006, Pinki Pramanik e altre tre partner hanno vinto l’oro nella staf-fetta 4 × 400 ai Giochi Asiatici. Tutto andava bene fino a quando una delle ex compagne di stanza denunciò che Pramanik in realtà, è uomo. Durante le indagini della polizia del West Benga-la, l’imputata non accettò di fare il test che provava la sessualità. Dopo aver perso la medaglia, “lei” ancora rispose all’accusa di stupro!

Nel 2008, il tentativo del Partito Comunista Cinese di impressionare il mondo in occasione dell’apertura del-le Olimpiadi di Pechino ha funzionato. Tutti rimasero sbalorditi dalla grandez-za dello spettacolo e con il talento e la voce di Lin Miaoke 9 anni. La ragazza cantò con una qualità superiore alla media, tuttavia, la vera cantante era Yang Peiyi, di appena 7 anni, che fu sostituita perché non soddisfaceva gli standard di bellezza di Chen Qigang, direttore musicale della cerimonia.

Nel 2010, il Mondiale di Pallavolo condotta in Italia la squadra del Bra-sile insoddisfatta con il regolamen-to, avrebbe deciso di non sforzarsi al 100% per vincere una partita contro la Bulgaria. I giocatori, senza la presenza dell’allenatore Bernardino Rezende, presero la decisione e il Brasile giocò con la squadra parzialmente riserva. Essi credevano che la sconfitta met-terebbe la squadra del Brasile in un gruppo più facile e il percorso per il titolo sarebbe più semplice. Questo è successo! Il Brasile è uscito vincitore ed il fatto è ancora ricordato.

Nel 2012, alle Olimpiadi di Londra, la nazionale di basket maschile di Spa-

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Anticamente i pazienti affetti da malattie cardiache avevano limi-

tazioni per praticamente ogni tipo di attività fisica.

Tuttavia, oggi la realtà è ben diversa. Dopo molti studi è possibile affermare che programma di fitness controllato fa pure parte del trattamento di questa popolazione.

Inizialmente è necessario che il pa-ziente faccia una valutazione medica, clinica e di laboratorio.

Dopo valutato clinicamente, medi-cato e stabilizzato il paziente viene in-dirizzato, con tutte le informazioni, al servizio di riabilitazione cardiaca per le fasi due o tre.

Secondo le linee guida brasiliane per la riabilitazione cardiaca, la riabilitazio-ne cardiaca efficace è divisa in tre fasi:

La fase I occorre quando il paziente si incontra ancora ricoverato ed è sot-to la responsabilità della fisioterapia.

La fase II corrisponde il periodo di convalescenza tra la liberazione dell’ospedale fino a 60 a 90 giorni dopo l’evento.

Gli esercizi consigliati sono determi-nati sulla base della capacità funziona-le utile, con i parametri di consumo di ossigeno, equilibrio omeostatico ed

esami elettrocardiografici estratti pri-ma dela liberazione dell’ospedale.

Il test di sforzo precoce abilmente realizzato quando della liberazione dell’ospedale con pazienti senza com-plicazioni cardiovascolari ha l’obietti-vo primario di stratificare il rischio e la programmazione di attività fisica, tuttavia, tale procedura viene sempre valutata, se c’è indicazione o non dal medico del paziente.

Si consiglia di preferenza, che questa fase venga fatta all’interno di un servi-zio che offra un programma formale di riabilitazione cardiaca sorvegliata.

Nell’impossibilità di questo control-lo, si raccomanda di camminare con intensità funzionale utile e durata gra-dualmente crescente. Partendo da 10 a 15 minuti e potendo raggiungere fino

a 1 ora di forma tale che l’intensità del-lo sforzo non superi il 70 al 80% della capacità funzionale utile.

Le sedute di riabilitazione devono es-sere tenute in tre parti distinte:

Riscaldamento, fase aerobica e defa-ticamento.

Nel riscaldamento il tempo utilizzato è di circa 5 minuti e consiste nel lavo-rare gruppi muscolari piccoli.

Nella fase aerobica della durata da 20 a 30 minuti con gruppi muscolari grandi con intensità costante o varia-bile.

Il defaticamento è costituito da stretching e relax facendo con che il corpo torni alla condizione di riposo.

La fase III segue gli stessi principi generali della fase II alzando i livelli di allenamento in funzione della capacità individuale di ogni alunno.

In questa fase l’esercizio con carica lieve e moderata è rilasciato per indivi-duo che non abbia restrizioni.

I vantaggi per il paziente come parte di un programma di riabilitazione car-diaca, respiratoria e metabolica sono molto espressivi:

Miglioramento nel controllo della pressione arteriosa attraverso la mo-dulazione del sistema nervoso auto-

Esercizi fisici: una terapia non far-macologica per le persone con ma-

lattie cardiache

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nomo.Aumento della circolazione collate-

rale del muscolo cardiaco a causa di angiogenesi (creazione di nuovi vasi sanguigni). Migliore efficienza del ri-torno venoso attraverso potenziamen-to muscolare degli arti inferiori.

Riduzione del colesterolo e della gli-cemia.

Migliora dell’equilibrio e autostima sono solo alcuni dei benefici scientifi-camente provati.

L’assiduità alle sessioni del program-ma è di vitale importanza per ottenere i benefici di cui sopra, quindi, il nostro corpo ha una capacità molto speciale di adattarsi agli stimoli offerti dal pro-

gramma. L’Istituto del Cuore (InCor) e l’Istitu-

to Dante Pazzanese di San Paolo pure loro, sono pionieri nello sviluppo di riabilitazione cardiaca in Brasile, attra-verso la ricerca, programma di miglio-ramento e tirocini per il professionista di Educazione Fisica.

Per finalizzare questo articolo è di fondamentale importanza registrare la crescita di questo settore di Educa-zione Fisica dopo la regolamentazione del suo consiglio.

Dopo la regolamentazione del Con-siglio Federale di Educazione Fisica (CONFEF) e i Consigli Regionali di Educazione Fisica (CREF) è sorto il

Dipartimento di Educazione Fisica della Società Paolista di Cardiologia. Questo reparto ha contribuito molto nella formazione dei nuovi professio-nisti attraverso corsi e articoli scientifi-ci pubblicati nelle loro riviste.

Marcelo Cortez CREF 002560 G/SP Coordinatore della riabilitazione car-

diaca del Centro Cardiologico Cardio Sport Sorocaba e membro del Panath-lon Club Sorocaba

Le Glorie di Abilio Couto

Abbiamo ricevuto la gradita notizia di Daniel Vizeu Co-

sta Couto, un discendente di Abilio Couto, informando che è stato lan-ciato un sito ufficiale del più grande nuotatore in acque libere della storia del nuoto brasiliano. Si tratta di un lavoro completo, che

ha richiesto una ricerca molto dedi-cata del suo autore. Chiunque voglia confermare la nostra asserzione ba-sta visitare il sito www.abiliocouto.com e conoscere tutta una carriera.Certamente il responsabile di que-

sto articolo è stato il giornalista più vicino ad Abilio. Lo conobbe a Ri-beirão Preto quando, nella categoria giovanile, ha partecipato alle compe-

tizioni acquatiche tenutesi in piscina. Poco dopo, quando il nuotatore

ribeiropretano ha deciso di vivere a San Paolo è diventato un amico. Ogni nuova iniziativa, ogni nuovo progetto, gli piaceva di portare le idee, arrivando ai più piccoli dettagli. Naturalmente tutto ciò che si con-versava era trasformato in notizia. Sono stato il giornalista che più ha scritto su Abilio.“A Gazeta Esportiva” non ha mai

negato il suo spazio e “titoli” quan-do Abilio divenne il primo brasiliano ad attraversare il Canale della Mani-

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ca. Ha battuto il record esistente da quando, nel 1875, Matthew Webb è stato il primo ad attraversare il mare tra la Francia e l’Inghilterra. La carriera di Abilio non fu solo in-

ternazionale, dal momento che man-teneva la sua forma nelle traversate del calendario nazionale. L’apice del-la sua carriera è avvenuto tra gli anni 60 e 70 del secolo scorso. Parte di quel tempo Abilio collaborò con me quando ero presidente della Federa-zione Paulista di Nuoto. Le prime prove nelle quali ha gareggiato sono

state le edizioni della Traversata di Guaruja a São Vincente e la prima esperienza internazionale è avvenuta con la gara eseguita in Italia, tra Capri e Napoli. Dopo questa conquista ha fissato il suo prestigio internazionale con la Traversata del Lago di Como, che si trova tra la Svizzera e l’Italia. Abilio nuotò in Francia, Inghilter-ra (diverse gare). Argentina, Messi-co, Stati Uniti, Canada, Macedonia, Olanda, Venezuela. La sua carriera è sempre stata da di-

lettante, nonostante la professionali-

tà era già stata adottato da molti dei suoi concorrenti. Il massimo riconoscimento dei me-

riti di Abilio da Costa Couto consta pure del Hall of Fame, della Fonda-zione Helms, che si trova a Fort Lau-derdale, Florida, Stati Uniti. La fine di questa storia fu malinco-

nica. Abilio, ancora in buona salute, è morto in un incidente in uno degli angoli della sua amata Ribeirao Pre-to, città alla quale era tornato dopo tante glorie in tutte le parti del mon-do.

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