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PALAZZO BARBERINI
La Fornarina è un dipinto a olio su tavola (85x60 cm) di Raffaello Sanzio, databile al1518–1519 circa e conservato nella Galleria Nazionale d'Arte Antica di Palazzo
Barberini a Roma. È firmato sul bracciale della donna: RAPHAEL VRBINAS.
Il palazzo fu costruito nel periodo 1625-1633 ampliando nelle forme del primo Barocco il precedente edificio della famiglia
Sforza creando una struttura ad acca, caratterizzata da uno spettacolare atrio a ninfeo, diaframma fra il loggiato d'ingresso e il
giardino sviluppato sul retro. Autore del progetto è l'anziano Carlo Maderno, coadiuvato da Francesco Borromini.
Dopo la morte di Maderno il cantiere passa dal 1629 sotto la direzione di Bernini sempre con la collaborazione di Francesco
Borromini, cui si devono numerosi particolari costruttivi e decorativi quali l'elegante scala elicoidale nell'ala ovest del palazzo,
con la quale dialoga lo scalone d'onore berniniano a pianta quadrata nell'ala est.
Il grande salone al piano nobile è stato decorato nel periodo 1633-1639 da Pietro da Cortona con un affresco che raffigura Il
trionfo della Divina Provvidenza e il compiersi dei suoi fini sotto il pontificato di papa Urbano VIII Barberini: si nota la potente
prospettiva melozziana, da sotto in su. Allo stesso pittore e ai suoi aiuti si devono anche alcuni affreschi nella cappella. Altre
sale sono state decorate, tra gli altri, da Andrea Sacchi e Giovan Francesco Romanelli.
Dopo la seconda guerra mondiale il palazzo è stato acquisito dallo Stato Italiano.
L'11 gennaio 1947, a seguito della scissione politica dell'ala riformista del PSI, nei suoi saloni vide la luce il Partito Socialista
Democratico Italiano fondato da Giuseppe Saragat a quel tempo Presidente dell'Assemblea Costituente. A testimonianza
dell'evento storico venne affissa una targa commemorativa sulla facciata principale.
Il palazzo, dopo anni di coabitazione fra Galleria d'Arte Antica e Circolo delle Forze Armate, è stato recentemente assegnato
completamente alla prima. Oggi è in corso una attenta campagna di restauro che interessa edificio e giardino, che renderà
fruibile al pubblico il palazzo nella sua interezza.
L'intento è quello di creare, in questa sede, una Galleria Nazionale vera e propria, con le opere esposte in ordine cronologico,
ma con la possibilità di inserire nel percorso acquisti e integrazioni. A lavori e restauri ultimati, dunque, l'organizzazione della
collezione sarà differente come concezione dalla struttura definita dalle collezioni storiche attualmente presenti a Roma, e godrà
di un impianto molto più vicino ai grandi musei stranieri e sarà dotata, come questi, di tutti i più moderni servizi.
Il progetto del Maderno prevedeva originariamente di inglobare il preesistente palazzo Sforza secondo il classico schema di
palazzo rinascimentale, un blocco quadrangolare con uno spazio centrale cinto da arcate. Una successiva stesura dell'architetto
proponeva invece di superare questo concetto facendo coesistere le due funzioni di palazzo e villa mediante una facciata
regolare e severa che dava su piazza Barberini per assolvere alla funzione di rappresentanza e una parte invece tipica della
villa suburbana dotata di vasti giardini e prospettive aperte.
L'esempio fu la Villa Farnesina costruita da Baldassarre Peruzzi tra il 1509 e il 1510, soprattutto per l'impostazione a ferro di
cavallo della pianta.
L'ingresso si apre sulla via delle Quattro Fontane mediante la cancellata progettata dall'architetto Azzurri nel 1848 e realizzata
nel 1865, con i grandi telamoni scolpiti da Adamo Tadolini.
La facciata è formate da sette campate che si ripetono su tre piani di arcate sostenute da colonne rappresentanti i tre s tili
classici (dorico, ionico e corinzio). Tramite le arcate più basse si accede al piano terra entrando in un ampio atrio ellittico
fiancheggiato da due scale nei lati e nel quale, centralmente si apre una scala che porta ai giardini, posti ad un livello più alto
del piano terra.