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“ Paize Autu” Posteitaliane S.p.A. spedizione in Abbonamento Postale – 70% CNS/CBPANO/IMPERIA Anno 4 - nr. 7 Luglio 2011 Periodico dell’Associazione “U Risveiu BurdigotuL e votazioni di metà mag- gio, ma ancor più il refe- rendum di giugno (ancorchè sabotato dal governo), hanno dimostrato inequivocabilmen- te la voglia di cambiamento che serpeggia nel corpo elettorale. Perfino Bordighera e la provin- cia di Imperia hanno superato il “quorum”, seppure in manie- ra minore rispetto alla media nazionale. Voglia di nuovo, bi- sogno di andare oltre, necessità di fare un deciso passo verso lo affrancamento da un ventennio in cui “non è successo nulla” o, meglio, è successo molto e non propriamente da ricordare. L’auspicio è che tale brezza in- novativa e rinfrescante spiri ancora su Bordighera, regina dei venti non sempre fausti; specialmente in questo periodo dopo lo scioglimento del Con- siglio comunale in relazione al- le note vicende. Anche da noi occorre affran- carsi da troppi ventenni infau- sti. Periodi in cui la speculazio- ne è risultata sovrana e, tutto intorno, il poco. Si pensa sem- pre alle grandi opere (proprio noi che non sappiamo pensare in grande) e si tralasciano quel- le minori ma fondamentali per la vita di tutti i giorni. Bisogna ricominciare da qui, dalle piccole fattibili cose che possono concorrere tangibil- mente a migliorare la nostra qualità della vita. Ricominciare vergando un tratto di matita rossa sui “ventenni passati”e su coloro che li hanno caratte- rizzati; ricercando e facendo emergere le intelligenze, le pre- disposizioni e le sane ambizio- ni che pur albergano da qual- che parte. Ambizioni rivolte esclusivamente allo spirito di servizio che sempre deve con- traddistinguere chi si propone a servire. Ci sono poco meno di due anni davanti a noi per or- ganizzare la riscossa. E’ tempo di non perder tempo e rimboc- carsi le fatidiche maniche. Wolf A distanza di qualche mese, cittadini, associazioni e realtà produttive, hanno co- minciato a capire quello che li aspetta da qui fino alle elezioni di fine 2012, forse della prima- vera 2013. Sarà una vera e propria traver- sata del deserto fatta di sacrifi- ci, di solitudine, di negativa esposizione mediatica, di inco- municabilità, che porteranno inevitabilmente ad uno sfilac- ciamento del tessuto socio- culturale cittadino, già fin trop- po segnato dalle recenti vicen- de che hanno portato al doloro- so provvedimento dello sciogli- mento amministrativo. Il Commissario prefettizio di norma non amministra, gover- na una situazione in “stand- by” e l’accompagna fino alle più imminenti elezioni. Quelli inviati a Bordighera sono inve- ce dei Commissari Straordinari e la loro missione è quella di riportare la legalità nella citta- dina,sotto scacco della malavi- ta organizzata. Il fatto di avercene mandato tre ci dice della gravità della situa- zione e dell’importanza del commissariamento. Però la vita continua. Non si può far tabula rasa di tutto. Non è tutto bianco né tutto nero, non siamo tutti mafiosi né Bordighera è completamen- te asservita alla n’drangheta. Amministrativamente c’è biso- gno di mediare e per farlo oc- corre ascoltare la società civile e avvalersi della esperienza e della professionalità di funzio- nari e dirigenti comunali, in particolare di quelli che custo- discono preziose memorie sto- riche e sentore del polso del paese. Lungi da noi insegnare qualco- sa a qualcuno; diciamo solo che la gente vuole sapere, esse- re informata, capire quale Bor- dighera troveranno i vincitori delle prossime elezioni ammi- nistrative, allorchè dovranno accingersi a risalire la china di- scesa drammaticamente e non per colpa loro. G.C. Pignatta Guarda che vento tira Sciure in ti carugi U RISVEIU BURDIGOTU organizza per il giorno 11 settembre IL QUINTO CONCORSO DI ARTE FLOREALE Tema: LA LIGURIA ED I SUOI PRODOTTI, DALLA MONTAGNA AL MARELe iscrizioni si chiuderanno il 31 agosto; per info chiamare dalle 14 al nr. 3771490538, la signora Lucia. Bordighera siamo noi: Siamo noi che abbiamo visitato il nuovo museo e fotografato il Paese Alto dalla terrazza della Villa Regina Margherita. Foto di Pietro Raneri della associazione “Boran 2000”. Bordighera commissariata UNA LUNGA TRAVERSATA DEL DESERTO

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“ Paize Autu” Posteitaliane S.p.A. spedizione in Abbonamento Postale – 70% CNS/CBPANO/IMPERIA Anno 4 - nr. 7 Luglio 2011

Periodico dell’Associazione “U Risveiu Burdigotu”

L e votazioni di metà mag-gio, ma ancor più il refe-

rendum di giugno (ancorchè sabotato dal governo), hanno dimostrato inequivocabilmen-te la voglia di cambiamento che serpeggia nel corpo elettorale. Perfino Bordighera e la provin-cia di Imperia hanno superato il “quorum”, seppure in manie-ra minore rispetto alla media nazionale. Voglia di nuovo, bi- sogno di andare oltre, necessità di fare un deciso passo verso lo affrancamento da un ventennio in cui “non è successo nulla” o, meglio, è successo molto e non propriamente da ricordare. L’auspicio è che tale brezza in- novativa e rinfrescante spiri ancora su Bordighera, regina dei venti non sempre fausti; specialmente in questo periodo dopo lo scioglimento del Con-siglio comunale in relazione al- le note vicende. Anche da noi occorre affran-carsi da troppi ventenni infau-sti. Periodi in cui la speculazio-ne è risultata sovrana e, tutto intorno, il poco. Si pensa sem-pre alle grandi opere (proprio noi che non sappiamo pensare in grande) e si tralasciano quel-le minori ma fondamentali per la vita di tutti i giorni. Bisogna ricominciare da qui, dalle piccole fattibili cose che possono concorrere tangibil-mente a migliorare la nostra qualità della vita. Ricominciare vergando un tratto di matita rossa sui “ventenni passati”e su coloro che li hanno caratte-rizzati; ricercando e facendo emergere le intelligenze, le pre- disposizioni e le sane ambizio-ni che pur albergano da qual-che parte. Ambizioni rivolte esclusivamente allo spirito di servizio che sempre deve con-traddistinguere chi si propone a servire. Ci sono poco meno di due anni davanti a noi per or-ganizzare la riscossa. E’ tempo di non perder tempo e rimboc-carsi le fatidiche maniche. Wolf

A distanza di qualche mese, cittadini, associazioni e

realtà produttive, hanno co-minciato a capire quello che li aspetta da qui fino alle elezioni di fine 2012, forse della prima-vera 2013. Sarà una vera e propria traver-sata del deserto fatta di sacrifi-ci, di solitudine, di negativa esposizione mediatica, di inco-municabilità, che porteranno inevitabilmente ad uno sfilac-ciamento del tessuto socio-culturale cittadino, già fin trop-po segnato dalle recenti vicen-de che hanno portato al doloro-so provvedimento dello sciogli-mento amministrativo. Il Commissario prefettizio di norma non amministra, gover-na una situazione in “stand-by” e l’accompagna fino alle più imminenti elezioni. Quelli inviati a Bordighera sono inve-ce dei Commissari Straordinari e la loro missione è quella di riportare la legalità nella citta-

dina,sotto scacco della malavi-ta organizzata. Il fatto di avercene mandato tre ci dice della gravità della situa-zione e dell’importanza del commissariamento. Però la vita continua. Non si può far tabula rasa di tutto. Non è tutto bianco né tutto nero, non siamo tutti mafiosi né Bordighera è completamen-te asservita alla n’drangheta. Amministrativamente c’è biso-gno di mediare e per farlo oc-

corre ascoltare la società civile e avvalersi della esperienza e della professionalità di funzio-nari e dirigenti comunali, in particolare di quelli che custo-discono preziose memorie sto-riche e sentore del polso del paese. Lungi da noi insegnare qualco-sa a qualcuno; diciamo solo che la gente vuole sapere, esse-re informata, capire quale Bor-dighera troveranno i vincitori delle prossime elezioni ammi-nistrative, allorchè dovranno accingersi a risalire la china di- scesa drammaticamente e non per colpa loro. G.C. Pignatta

Guarda che vento tira

Sciure in ti carugi U RISVEIU BURDIGOTU

organizza per il giorno 11 settembre

IL QUINTO CONCORSO DI ARTE FLOREALE

Tema: “LA LIGURIA ED I SUOI PRODOTTI, DALLA

MONTAGNA AL MARE”

Le iscrizioni si chiuderanno il 31 agosto; per info chiamare dalle 14 al nr. 3771490538, la signora Lucia.

Bordighera siamo noi: Siamo noi che abbiamo visitato il nuovo museo e fotografato il Paese Alto dalla terrazza della Villa Regina Margherita. Foto di Pietro Raneri della associazione “Boran 2000”.

Bordighera commissariata UNA LUNGA TRAVERSATA DEL DESERTO

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Pagina 2 Paize Autu

Il mese di giugno si è rivelato denso di avvenimenti culturali, tutti estremamente interessanti che abbiamo chiesto al nostro redattore Carlo Bagnasco, e-sperto d’arte, di commentare.

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I l mio redazionale, prende inizio, con il ricordare la

visita, di domenica 5 giugno u.s., con il Risveglio Bordigot-to, alla Villa Kerylos a Beaulieu-sur Mer, e a Villa Ephrussi de Rothschild a Cap Ferrat. Due bellissime dimore, che ormai da anni attirano migliaia e mi-gliaia di turisti. Villa Kerylos, fu fatta costruire, nel 1902, da Théodore Salo-mon Reinach, archeologo, ma- tematico, giurista, filosofo, sto- rico, musicista ed uomo politi-co francese, su disegno dell’Ar- chitetto Pontremoli, traendo spunto da una dimora signorile della Grecia antica. Al suo in-terno abbiamo potuto ammira-re pregiati arredi, pezzi archeo-logici autentici, nonchè stu-pendi marmi e mosaici che a- dornano l'intero complesso, senza dimenticare il bellissimo giardino a picco sul mare.

Poi ci siamo recati a Cap Fer-rat, nella Casa di Beatrice de Rothschild. Una bellissima Vil- la con un impianto simmetrico, secondo il gusto rinascimenta-le italiano e con un qualche cosa anche di moresco. Al suo interno opere d'arte di ogni genere, dal Rinascimento al- l'800, con mobili e porcellane di Sevres e di Vincennes, pre- ziosi arazzi Gobelins, di Beau-vais e Aubusson e poi un ma-gnifico Parco ornato da scultu-re e giochi d'acqua con 7 giar-dini tematici. Sulla via del ri-torno abbiamo potuto ammira-re la bellissima baia di Ville-franche,con le sue Ville Belle Epoque a picco sul mare. Una bella domenica passata in armonia e cercando di gustare al meglio tutte queste bellezze, sia naturali sia artistiche. Tema sul quale voglio ritornare!

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La domenica successiva ec- co un'altra bellissima occasio-ne per la comunità di Bordi-ghera Alta, grazie alla Famiglia del Prof. Francesco Vian, che ha voluto festeggiare i 99 anni del Suo amatissimo familiare, “Maestro di vita e cultura”, organizzando un emozionante Concerto all'interno della Chie-sa di Santa Maria Maddalena. Concerto tenuto dal Coro Ama-toriale della Fondazione Mila-no per la Scala, con l'esecuzio-ne del Magnificat, del Gloria e del Credo di Antonio Vivaldi,

viste le origini veneziane del Prof. Vian. Un fantastico con-certo, eseguito con bravura e sentimento, culminato poi, du- rante il rinfresco offerto agli Amici, con arie tratte dalla Tra-viata di Giuseppe Verdi e con il Coro del Nabucco. Un'altra do- menica ricca di emozioni e che ci ha fatto ancora capire come l'arte ed il bello, sono indispen-sabili per il nostro “buon vive-re”.

I nfine arriviamo a sabato 18 giugno con l'inaugurazione

della Villa Regina Margherita di Savoia e della Collezione Terruzzi, posta al suo interno, e della Mostra “Margherita Re- gina d'Arte e di Cultura”. Qui una grande emozione, mi ha pervaso, vedendo realizzato quello che nel 2002, scrissi allo interno di uno dei 10.000 de-pliant, stampati dalla Fonda-zione Pompeo Mariani, per va- lorizzare tale sito: ”….E’ quindi auspicabile che questa iniziativa possa sensibi-lizzare l’opinione pubblica, e le Istituzioni, affinchè questa struttura, possa un giorno di- venire un’importante sede mu- seale ed espositiva a livello eu-ropeo…..“ Voglio anche ricordare l’incon- tro avvenuto il 27 gennaio 2004, alle ore 17, fra il sotto-scritto ed il Cav. Angelo Ter-ruzzi, all’interno della Sua pre-stigiosa Villa a Bordighera, che in quella occasione, volle mo-strarmi parte delle sue preziose collezioni, chiedendomi anche delucidazioni sull’attuazione di una Sua futura fondazione. Ero orgoglioso e soddisfatto che un

personaggio di tale levatura, avesse desiderato conoscermi e avesse voluto mostrarmi quei capolavori d’arte, alcuni dei quali oggi visibili, perfettamen- te inseriti, all’interno della Villa della Regina Margherita di Savoia. Notevoli i fondi oro di Nicolò di Pietro Gerini e Giovanni del Biondo, superlativi gli Alessan-dro Magnasco, capolavoro as- soluto il “Ratto di Proserpi-

na”di Luca Gior-dano, anche per le notevoli di-mensioni. Belle le tele di Giusep-pe Maria Crespi e Francesco Lon donio e poi Ber-nardo Strozzi; Giuseppe Recco con le sue nature morte con pesci; Ribera, detto lo

Spagnoletto, con San Gerolamo Leggente; e poi capolavori di ebanisteria dal grande trumeau veneziano del 1750, alla Commode epoca regence (1725-1730), ed inol-tre porcellane cinesi, francesi e tanto, tanto altro ancora. Una ricchezza enorme per Bordighera e non solo. Bordighera che da oggi vera-mente deve iniziare a riflettere e capire che da qui, può inco-minciare la sua rinascita. Questo segno culturale così forte, che sembrerebbe quasi sproporzionato, per una citta-dina di 10.000 abitanti, vuol far capire l’importanza dell’arte e della cultura. Vuol dare un messaggio significativo, che il sottoscritto ha sempre cercato di esprimere, spesso criticato e non aiutato a sufficienza. A-desso esiste una struttura “più forte”, che certo sarà maggior-mente ascoltata, ma che come personalmente mi hanno riferi-to, sia Annalisa Scarpa, Diret-trice del Museo Villa Regina Margherita, sia Andrea Artioli, vice presidente del Consiglio di Amministrazione della Villa Regina Margherita, deve inter-loquire con le altre realtà cultu-rali e “fare sistema”.

SENSAZIONI MAGICHE, GRANDI EMOZIONI, STUPORE ED AMMIRAZIONE PER UNA COLLEZIONE UNICA

di Carlo Bagnasco (Presidente della Fondazione Pompeo Mariani)

La bellissima villa Kerylos a Beaulieu-sur mer

Il Prof. Vian festeggiato a Santa Rosa

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E qui mi rivolgo alle Istituzioni locali e regionali, per far si che tutte le realtà di Bordighera, abbiano la giusta considerazio-ne ed il giusto appoggio, anche finanziario. Perché ognuna di esse può dare posti di lavoro e creare un in-dotto turistico variegato e tale, da soddisfare gusti ed interessi dei generi più svariati. Come sempre ho fatto, offro tutta la mia disponibilità ed il mio bagaglio di conoscenze, per far si che Bordighera sia un luogo unico, ricco di cultura , di

bellezze naturali e susciti sem-pre di più, l’interesse nazionale ed internazionale. Nel 2008 scrissi sul quotidiano La Stampa, che Bordighera po- teva diventare Patrimonio della Umanità. Oggi possiamo dire che comin-ciamo ad avere le giuste creden-ziali per divenire un luogo di cui tutti parleranno, ed entrare nel novero di quei “1001 Luo-ghi”, che si devono vedere asso-lutamente prima di morire, come dice il titolo di un noto libro.

Siamo rimasti tutti incantati dal recupero e dal restauro o- perato alla villa Regina Mar-gherita; abbagliati dalle opere d’arte che vi sono state intro-dotte. Inaspettatamente, qual-cuno è di parere diverso. di Caterina Steiner

M argherita di Savoia ave-va scelto di soggiornare

a Bordighera per la bellezza dei tramonti, il clima mite, l’ambiente raffinato e di alta cultura e…Bordighera, cittadi-na eletta dalla Storia, possede-va orgogliosamente l’esclusivi- tà di tanta attenzione. La villa della regina era considerata dai bordigotti un grande gioiello di famiglia, un diamante di una preziosità singolare, mai sfac-ciatamente ostentato ma custo-dito in modo sommesso, inca-stonato tra il verde degli alberi dalle foglie perenni. Quel gioiello è sparito. A dimostrarne l’esistenza pas-sata è rimasto solo il vuoto portagioie. E’ stato facile incontrare chi ri- tiene che i gioielli d’epoca debbano essere rifatti perché passati di moda e crede impor-tante e necessario fonderli nel crogiolo dell’oblio… E adesso…? Dove sono le tracce dell’eclet- tica regina dalla forte persona-lità? Dov’è Margherita che a- mava i libri,il pianoforte e l’au- lico mandolino?

Nella villa non si trovano più segni. Non si avverte il suo passaggio nelle stanze, il fru-scio dei lunghi abiti che sfiora-vano il parquet. Di Lei, prima regina d’Italia, resterà il suo profilo tracciato da scrittori e poeti, i ritratti eseguiti da pitto-ri e fotografi. Ricordi pallidi, sfumati, sistemati chissà dove, sostituiti da altri “preziosi” che non parlano delle nostre perso-nali radici. Bordighera ingrata, misera e passiva… quale fiaba raccon-terà alle future generazioni? Un pesante sipario è sceso len-tamente su quest’ultimo atto di storia bordigotta. Lo spettacolo é finito nel mo-mento stesso in cui veniva rap-presentata,nelle numerose stan- ze della villa, una sequenza in- finita di bellissimi quadri i cui autori si dovevano cercare ed interpretare attraverso mappe disegnate, come in una sorta di caccia al tesoro. Un teatro dal finale doloroso, con tinte gravi che non hanno riscosso il no-stro applauso. Nel mondo marino, il paguro bernardo occupa la conchiglia più bella dopo aver spodestato il proprietario…In questo caso qualcuno ne ha tratto ispira-zione: i “cangreghi” hanno compiuto la loro mossa vincen-te: hanno dato scacco alla regi-na. N.d.r.: “Cangrego” è il sostan-tivo bordigotto del paguro ber-nardo”.

Alessandro Magnasco: Paesaggio con marina e figure

Diverso parere

SCACCO ALLA REGINA

Oltre Monet ANCORA SU PITTORI A BORDIGHERA

di Bianca Muraglia

H o appena finito di legge-re su Paize Autu di giu-

gno 2011 lo scritto di Ciacio Biancheri su Roman Bilinski. E’ bello ricordare come la vita di questi artisti si e’ mescolata a quella di Bordighera e dei bordigotti. E’ un’eredita’ che hanno lasciato a noi soltanto, unica quindi e da tener ben viva. A questo proposito desi-dero ricordare un altro pittore che scelse di vivere a Bordi-ghera e che si mescolo’ con passione alla vita e attivita’ locali. Federico Barone von Kleudgen fu il pittore dei pe-scatori. Per me e’ un ricordo vivissimo che mio zio Geppe Siccardi usciva in barca con lui, per fare attivita’ di pesca o semplicemente per accompa-gnarlo a studiare il mare. Gep-pe e Frieda von Kleudgen, fi-glia del pittore, hanno tenuto a battesimo l’ultima bandiera dei pescatori. Li vedo ancora scendere i gradini della chiesa di Santa Maria Maddalena, insieme alle Autorita’ cittadi-ne, dopo la benedizione della bandiera. E se apro la bellissi-ma antologia “Bordighera

Ieri” curata da Enzo Bernardi- ni e Giuseppe Bessone, trovo a pagina 60 l’ immagine del quadro di von Kleudgen intito-lato “La portatrice di palme”. La giovane donna rappresen-tata in quel quadro e’ mia zia Assunta. Incoraggio chi ha un momento di tempo a ripercor-rere le immagini dei quadri di von Kleudgen nell’antologia. Raccontano quel passato di Bordighera con cui alcuni di noi sentono ancora legami diretti. Dipingeva a Bordi-ghera Alta nella Villa banana.

Chiuso Domenica 19 tutti a vedere la meraviglia di Villa Regina Margherita diventata Museo: un magnifico restauro, uno splendido adattamento. Proprio dirimpetto al nuovo museo esiste da anni il cele-berrimo Museo Bicknell, ri- gorosamente chiuso nei fine settimana. Da anni questa antica realtà culturale non riesce, per mancanza di perso-

nale e di risorse, ad operare sul territorio come vorrebbe. Per anni il Bicknell non è stato in grado di operare perché erano fuori uso i servizi igienici. Una situazione paradossale per il mondo culturale bordi-gotto nel momento in cui si inaugura una realtà megaga-lattica ed un’altra, pur glorio-sissima, rimane chiusa perché non funzionano i cessi . Spillo

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Esercitazione antincendio Giovedì 9 giugno alle 09.30 è stata effettuata un’esercita zio- ne al porto di Bordighera, orga-nizzata dal Comandante della locale Delegazione di Spiaggia 1° Maresciallo Lgt. Giacomo Denaro; il tema era l’incendio a bordo di una unità da diporto ormeggiata al pontile “B”, il “Lancillotto”, con ferito a bor-do. Chiamati il 115 ed il 118, sono intervenute rapidamente le unità di pronto intervento dei Vigili del Fuoco (Caposquadra Ing. Boi) e della Croce Rossa (Caposquadra Sig. Ricotta); I VV.FF. rendono rapidamente agibile l’accesso al cabinato permettendo al personale della C.R.I. di soccorrere l’infortuna- to. Nel frattempo è intervenuta la CP 882 al comando di Capo Pittaluga pronta a scostare le imbarcazioni a fianco del “Lan- cillotto”. Dopo aver prestato i primi soccorsi, il ferito è stato rapidamente imbragato sulla barella, i soccorritori, non sen-za difficoltà a causa dello spa-zio angusto dell’imbarcazione ed il sartiame che limita la li-bertà di movimento, è stato sbarcato e portato rapidamen-te sulla vicina ambulanza in attesa. I pompieri, dopo aver verificato l’eventualità di picco-li focolai d’incendio hanno messo l’imbarcazione in sicu-rezza.Terminata l’esercitazione si è tenuto un breve briefing tra i gruppi di pronto intervento. Regata velica internazionale Il 5 giugno, con un bel vento di 15 nodi, ha preso il via la Regata Velica Internazionale per yachts d’altura -1° Trofeo Cala del Forte - su un percorso di circa 11 miglia, organizzata dallo Yacht Club Sant’Ampelio Durante il percorso verso la boa di Bordighera il vento è rinforzato e dopo il giro boa in direzione Menton si è aggiunto un forte piovasco con aumento del moto ondoso. Successivamente,in rotta verso il traguardo di Ventimiglia, so- no peggiorate ulteriormente le condizioni meteo con pioggia, forti raffiche di vento e onde in ulteriore aumento costringen-do gli equipaggi a miracoli d’e- quilibrio e che, tra l’altro, han-

no causato il disormeggio della boa di segnalazione della secca di Capo Mortola e purtroppo, mancando il segnale di perico-lo, il “Blue Swell” di Pierpaolo Lerda ha urtato gli scogli. La classifica vede al primo po-sto “Il Grifone del mare” di Gianni Trapani, seguito da: “Neverland” di Luigi Degioan-ni, “Birba” di Paolo Giunta, “Tabor” di Antonio Zinghinì e “Paola” di Fernando Parmeg-giani, mentre le altre imbarca-zioni si sono ritirate a causa delle condimeteo avverse. 10 giugno: alzabandiera Il mattino del 10 giugno, fe- sta della Marina, alle ore 09.00 è avvenuto l’Alza Bandiera presso il monumento che ono- ra i “Caduti del Mare”. La data ricorda l’impresa dei Mas al comando di Luigi Rizzo (Mas 15) e Giuseppe Aonzo (Mas 21) che ai primi chiarori del 10 giugno 1918 avvistarono una grossa formazione navale austriaca formata da 2 corazza-te ed una poderosa scorta, in missione d’attacco nel canale d’Otranto. Rizzo, già affondatore della corazzata Wien sei mesi prima in un’incursione nel munitissi-mo porto di Trieste, guida a lento moto la sezione Mas ed al momento opportuno si lancia all’attacco verso la linea delle navi di scorta, zigzagando per non essere colpito dal nutrito fuoco d’artiglieria e passando tra loro riesce ad avvicinarsi a meno di 300 metri, lancia due siluri contro una delle corazza-te nemiche colpendola ripetu-tamente. Liberatosi con grande abilità dal cerchio di cacciator-pediniere che da ogni lato lo bersagliavano, riesce a disim-pegnarsi e a danneggiare gra-vemente un caccia nemico con le bombe di profondità. La co-razzata Szent Istvan (Santo Stefano) colpita dai due siluri, si capovolge ed affonda. Con il successivo affondamen-to della corazzata Viribus Uni-tis nel porto di Pola, da parte di incursori della Marina, la flotta austriaca non fu più in grado di effettuare alcuna operazione offensiva verso le coste italiane.

Nazionale in apnea Davanti al porticciolo turisti-co di Bordighera, si sono svolti 2 eventi importanti per gli a-manti delle attività subacquee durante il ponte del 2 giugno 2011: lo stage collegiale prepa-ratorio alla stagione agonistica 2011 degli azzurri dell’apnea e il 1° Corso Nazionale per Giu-dici ed Assistenti di Gara Fede-rali. La nazionale italiana di apnea ha iniziato i suoi allena-menti in vista degli importanti appuntamenti del calendario agonistico 2011. In particolare il Campionato Italiano di Jump Blue che si svolgerà a Genova tra il 9 e il 10 luglio organizzato dalla Lega Navale di Quinto e il Campionato Mondiale che si terrà a Tenerife verso la fine di agosto. Il Centro Sub Riviera dei Fiori, guidato dal RDR Michele Ge-raci e dal suo Presidente Diego Fioravanti, non solo si è reso disponibile ad assistere lo staff tecnico ed atletico negli aspetti

logistici e organizzativi della sessione di allenamento, garan-tendo appoggio a terra e in ac-qua, ma ha colto l’occasione per organizzare il 1° Corso Nazionale per Giudici ed Assi-stenti di Gara federali che ha visto partecipare allievi da Ge-nova, Asti, Torino, Sondrio e Milano. Il meteo, pur nella for-te variabilità che ha caratteriz-zato il lungo ponte un po’ in tutta Italia, non ha rappresen-tato un grande ostacolo nella preparazione del campo di Jump Blue e nel corso delle prove. Anche nella mattinata di domenica, dove il vento e il mare di levante hanno messo a dura prova la sistemazione in acqua dei cavi di allenamento per la seduta di apnea in assetto costante, è stato possibile por-tare a termine il programma previsto con piena soddisfazio-ne degli atleti e del supporto subacqueo che ha avuto l’occasione di provare diretta-mente l’esperienza agonistica.

Area portuale a cura di Mauro Sudi

La regata Cala del Forte disturbata da vento, pioggia e grandine

Un momento dell’esercitazione svoltasi nel porto con la partecipazione di tutte le realtà del soccorso: CRI-VV.FF. – Guardia Costiera

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B ilinski non dimenticava il bel periodo passato a Bor-

dighera Alta nella villetta del beodo. Ricordava con me per-sone e cose, come i coniugi Biancheri, Ottavio e Bice. Otta-vio un bravo muratore, Bice una brava cuoca, che preparava a Roman dei buoni piatti. Bice era una donna formosa, dal bel viso, simpaticissima, che lo ral- legrava con le sue battute. An-che Bilinski era spiritoso nei suoi confronti e con molta sim-patia la ricordava come “la cu-lona”, ridendo come un bambi-no. Negli anni i suoi autoritratti diventano sempre più comples-si, con audaci mascheramenti. Da giovane dipingeva il suo bel volto virile. Nella vecchiaia cer-cava il malessere del suo volto con molta spavalderia. Si alter-nano così i vari autoritratti con diverse espressioni, alcune cru-deli. Un’introspezione severa, di un realismo espressivo come solo lui sapeva fare. Profondo conoscitore dell’animo umano, ha scavato pittoricamente mol-to su se stesso. Non a caso, il suo ultimo quadro è stato un autoritratto non finito e dove il viso non è più che un’ombra, una presenza calma che si inter-roga. In Bilinski opera e vita sono andati di pari passo. Nella sua pittura ha esaltato la vita. Ha dipinto molti quadri di fiori, frutti, paesaggi, figure. Nella sua casa i quadri erano dapper-tutto: sulle pareti, per terra, ne- gli angoli. Disegnava e dipin-geva con metodo, osservando molto il modello. Sui quadri non finiti era solito inserire a distanza di tempo altri soggetti. Non perdeva tempo durante gli incontri: parlava e dipingeva. Molte delle tele sono state ripre-se con altre composizioni con risultati interessanti. Preparava le nature morte sul grande tavolo al centro del suo atelier. Ricordo che abbozzava più tele, che poi appoggiava al muro e che riprendeva in altri momenti. I suoi temi ricorrenti sono paesaggi, figure, anche cavalli e il mare. Cavalli e cava-lieri nella steppa o nella neve,

anche tra i cactus, in omaggio a Ennio Morlotti. Bilinski mi ripeteva un suo pensiero sulla pittura: “Cerco e cercherò sol-tanto il vero, non l’esaspera zio- ne e la deformazione del vero. Mi piace essere e restare devo-tamente rispettoso d’ogni a-spetto del mondo”. I colori brillanti e vivi erano da tempo entrati nella sua tavo-lozza. I colori di Bordighera, dei fiori, delle piante, del mare, del cielo avevano colpito il suo oc-chio. Il chiaroscuro di un tempo ha lasciato il posto a sciabolate di colore. Pennellate che co-munque seguono la forma. In Bilinski c’è sempre il rispetto delle forme, anche con colori audaci. Un divario enorme con gli ultimi dipinti, sia nei ritratti, sia nei paesaggi. Bilinski non è mai un fauve, proprio perché mantiene nelle sue radici una cultura classica. La simpatia che nutre per Gauguin a volte affiora nei suoi dipinti per la

cura dei suoi soggetti. Per le sue sculture adoperava la terra comprata nella vaseria dei fratelli Tonet a Vallecrosia, così come faceva Giuseppe Bal- bo, cuocendole poi nei loro for-ni. Per gioco mi insegnò ad ese-guire piccole “tanagre”, statui-ne votive,e mi fece posare e mo- dellò il mio volto in bassorilie-vo. Nell’ultima scultura ha mo-dellato la testa del pittore Federico von Kleudgen. Opera in terracotta, poi in bron-zo e sfortunatamente rubata nei giardini del porto di Bordighera. Bilinski ha eseguito ritratti molto belli, tra cui, oltre a prìncipi, ministri e ambasciato-ri, quello del pittore russo Alessio Iussu-pov, Trotszki, Koko-schka, Tomas Mann e sua figlia, Carlo Carrà. Tra tutti, quello che mi

è rimasto impresso è Tarquinio, dipinto nel quadro Tarquinio suona il flauto. Questi era un giardiniere di una grande villa storica di Bordighera sulla via Romana. Ormai vecchio e stan-co si accompagnava per passeg-giare fuori dalla villa con una carriola. Una persona gentile, sola come un anacoreta. Dor-miva in un sottoscala della villa, all’aperto. La sola coperta che aveva la cambiava una volta all’anno, a Natale. Dormiva su una branda di tipo militare, senza lenzuola. Un personaggio singolarissimo, che Roman ha dipinto stupendamente con commovente partecipazione. Negli ultimi tempi Bilinski aveva un problema agli occhi e aveva ripreso a modellare la terra. Era felice di vedermi. Lasciava il divano dove era di-steso quasi al buio con delle garze sugli occhi e con slancio mi veniva incontro. Mi offriva un bicchierino di vodka e prima del sorso era d’obbligo mangia-re un “bocconcino”. E mi parla-va: “Dipingi i tuoi cari!” E’ sta-to in quel periodo che ho vera-mente conosciuto l’uomo: tolle- rante, signore, pieno di premu-re. Era il momento in cui, in privato, si apriva al dialogo profondo con maggior facilità. In pubblico invece era garbato, ma ironico, amava la battuta ad effetto: penso lo facesse per puro divertimento, senza alcu-na cattiveria o secondo fine. E’ mancato sentendosi male all’improvviso, mentre scende-va in giardino. Fine

Pittori a Bordighera, oltre Monet

ROMAN BILINSKI: L’OPERA AL PASSO DELLA VITA di Sergio (Ciacio) Biancheri

Un ritratto di Bilinski vecchio, rappresentato da “Ciacio”. In basso un ritratto dell’amico Tarquinio che suona il flauto.

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Paize Autu Pagina 6

di Mario Armando Chiedo scusa! Sembra, ma non voglio criticare una perso-na. Lui ha ancora lontani cugi-ni e non vorrei urtarmi con loro. Questa chiosa è solo un modo per ricordarlo. Lui sicu-ramente non ne sarebbe adon-tato.

*****

C hi l’è Pascalin Aresciu? Il suo cognome ricorda una

delle cime più alte della Ligu-ria: Antola. Mai venuto ad at-triti come a volte succede an-che con compagni di scuola. Però mai remissivo. Le sue difese erano vere sentenze filo-sofiche. Pochi studi; a quei tempi si lavorava già in tenera età. La sua esistenza è stata strana e stramba. Sicuramente intelligente o almeno così pare-va a noi “ciù pecin”. Lo ricordo in possesso di un libro che e-lencava la conquista dell’India. Gli erano rimaste impresse le gesta d’un lord inglese coman-dante. Kyciner (non scommet-to sulla grafia): ricordava date precise su battaglie e altre im-prese guerresche. Noi in età scolare pendevamo dalle sue labbra. Sembrava un oracolo. Magari avessimo ascoltato così attentamente gli insegnanti alle lezioni scolastiche. Gli anni passano, sul Capo partite a palla, spesso a piedi nudi, a risparmiare scarpe pietose. Divago per dimostrare che erano tempi che “de sodi ghe n’eira pochi”, intanto le piante dei piedi divenivano vero e

proprio cuoio. Torno al nostro. Malgrado l’avanzata età dei genitori dovette partire solda-to. Allora la Patria non transi-geva pure se latitava da poco qualsiasi conflitto. Eccolo in Puglia-Salento-Gallipoli, porto vinicolo più conosciuto del Mediterraneo. Sentito il gusto del nettare di Bacco, subì una metamorfosi. Pur mantenen-dosi frugale di pasto, non sep-pe più esserlo nel bere. L’aria del Sud forse, gli aveva rinsec-chito la gola. In congedo, an-che se sempre tranquillo, di-venne razzista. Soleva dire che l’Italia terminava alla cava dei Termini, Ospedaletti era già non l’Alta Italia, ma l’altra Ita-lia. Forse perché dopo bar Bep-pa e l’Arziglia non vi erano più mescite alcooliche; per cui scordò il Levante e non giunse mai più ad Ospedaletti. Come biasimarlo, senza vino era sta-to felice, ora con questo lo era ancor di più. Prese a frequenta-re la via di Ponente. Un paio di volte a settimana si recava a Ventimiglia, mai sprecando il biglietto filoviario. Preferiva la marcia d’avvicinamento alle osterie “pe vè se l’èira bon”. Giunto nel Borgo intemelio, non aveva più sete. Se quella persisteva…percorso inverso con stesse modalità. Costatazione non critica; lui era felice così. Chi siamo noi (anzi io) il modo di vivere non è uguale per tutti. Lui ha sempre rispettato chicchessia, mante-nendosi pacato e giusto come al tempo che era chiamato, “da nui pecineti”, LINO.

di Franco Zoccoli

M algrado il pomeriggio non sia stato, almeno

inizialmente, dei più primave-rili, in breve tempo la splendi-da sala Pompeo Mariani dell'I-stituto Internazionale di Studi Liguri, si è affollata di bordi-gotti, che hanno voluto parte-cipare a questo evento, manife-stando l'affetto che noi tutti nutriamo, per questa grande studiosa e storica della nostra città e delle nostre origini, e mi riferisco alla Professoressa Annamaria Ceriolo Verrando alla quale all'unanimità la giu-ria presieduta dalla Professo-ressa Gisella Merello, ha confe-rito il "Parmurelu d'Oru" per l'anno 2011. E' un riconosci-mento che va ad una personali-tà bordigotta che abbia onora-to, con il proprio impegno, il nome di Bordighera nel mon-do. Dopo due volumi ed innu-merevoli pubblicazioni, senza dubbio Annamaria ha piena-mente meritato questo ambìto riconoscimento, ideato da Ro-molo Giordano, che ha rappre-sentato in questo contesto la Associazione culturale, "U Descu Rundu" della quale ne è il presidente. Dopo i saluti di benvenuto di Romolo é inter-venuta la Dottoressa Gisella Merello quale presidente della Giuria e quindi la signora Da-niela Gandolfi padrona di casa, che hanno illustrato brevemen-te la figura le opere ed il grande l avoro effettu ato dalla "premiata" per la storia dei nostri luoghi, e della nostra città, effettuando accurate ri-cerche in tutti gli archivi, pos-sibili ed immaginabili della nostra regione e non solo, dalle sue origini sino ai giorni nostri.

Dopo la conse-gna del ricono-scimento, la professoressa ha intrattenuto l'attento pubbli-co con una bre-ve conferenza, nella quale ha illustrato breve-mente i punti più salienti della storia dei nostri

luoghi e della nostra città elen-cando siti, monumenti ed ope-re d'arte tutt'ora esistenti che fanno parte del nostro patri-monio. Il tutto si è concluso con ricco buffet offerto dai componenti del "Desco Run-du" associazione culturale del-la quale fanno parte un gruppo molto compatto di ristoratori locali, che ha promosso questa bella iniziativa giunta già alla sua quarta edizione. Nella foto: Daniela Gandolfi, Ma- ra Lorenzi, Gisella Merello, Anna Maria Ceriolo, Romolo Giordano.

In persunagiu 

ARESCIU UN “PARMURELU” TUTTO D’ORO

A CUMPAGNIA D’A PARMURA

Giovedi 28 luglio a par-tire dalle ore 21, nei giardi-ni della Chiesa Anglicana verrà presentata la nuova Associazione all’interno di una serata monstre dal ti-tolo: “Le palme a Bordighe-

ra: una risorsa?”

Interverranno:

-il dott. Claudio Littardi presi-dente dell’Associazione per lo sviluppo e la salvaguardia del- le Palme; -il dott. Robert Castellana del- l’Associazione Phoenix, socio- logo, studioso del paesaggio; - il dott. Marco Ballardini, bio- logo del C.R.A (Centro Ricer-che Agricoltura) del Ministero delle politiche agricole. Foto, filmati, confronti, pro-poste,tutto per le palme, quel- le della città delle palme!

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Paize Autu Pagina 7

Q uesto mese ho deciso di uti-lizzare il mio consueto spa-

zio per parlare non di un libro, ma di un museo: quello da poco inaugurato nella nostra città. Premetto che quello che leggere-te è solamente il mio pensiero, il mio giudizio. Ognuno è libero di approvarlo o di contestarlo, io ho scelto di metterlo per iscritto per esprimere quella che è la mia verità. Come moltissimi bordigotti e altrettanti foresti, domenica mi sono recata nella bellissima Villa della Regina Margherita per am-mirarne le splendide sale in cui ora trovano collocazione opere d'arte appartenenti al tesoro che la famiglia Terruzzi, con grandis-sima ed encomiabile generosità, ha messo a disposizione dell'inte-ra cittadina e di chiunque voglia vederla. La location è, a mio mo-desto parere, una delle migliori che una mostra permanente di quadri possa trovare. Se fossi un quadro, è proprio in una di quelle stanze bianche , luminose e acco-glienti che vorrei stare. Tutto è degno di attenzione: dagli alti soffitti, ai giochi di legni policro-mi dei pavimenti, che a volte for-mano greche, e altre sono dispo-ste a lisca di pesce. Le immense finestre, decorate in stile liberty, regalano scorci inediti e meravi-gliosi di Bordighera; la bellissima scala in marmo bianco sembra avvolgere dall'interno la villa, regalandole una sensualità legge-ra, una torsione interna che ac-compagna l'osservatore ai diversi piani. La terrazza è poi un polo di grandissima importanza sceno-grafica, oltre che architettonica, in cui il bianco lucente di sole sovrasta il verde del parco circo-stante e domina l'incredibile blu zaffiro del nostro mare. Bordi-ghera domenica ha dato il meglio di sè, regalandoci una giornata stupenda e una ulteriore cornice alla cornice della Villa stessa. Stando lassù e guardando verso l'orizzonte, si poteva veramente provare lo stupore e insieme l'an-goscia di Monet che non sapeva come fare per riprodurre tutta quella luce sulla sua tela. Ma torniamo all'inizio. Appena entrata nel primo salone, però, ho provato subito un forte shock: molti visitatori, forse stanchi e storditi per la troppa meraviglia, se ne stanno seduti (per non dire stravaccati) su alcune delle opere esposte: poltrone e divani rico-

perti di morbido velluto dai toni caldi e accesi che, evidentemente, hanno incantato gli amanti d'arte lì riuniti, proprio come facevano quando erano gli aristocratici ospiti della Regina a sedervisi. Mi è sembrato che non mancassero gli addetti allo sgombramento generale (anzi, non ho mai visto un tale dispiegamento di forze umane reclutate all'interno di un museo...), ma a cosa servivano? Immagino quei divani fra qual-che anno, quando migliaia di persone vi si saranno sedute a riposare. E non solo i divani, ma anche quei tappeti antichi e pre-ziosi, finemente intessuti da mani esperte, che vengono calpestati da tutti! Lo stesso vale per il me-raviglioso parquet. Insomma, se continua così, il museo rischia di perdere gran parte delle sue at-trattive di inestimabile valore nel giro di un decennio. Per limitare i danni forse non sarebbe sbagliato posizionare, di tanto in tanto, una qualche seggiola per chi ne-cessita di sedersi, anche solo per ammirare più a lungo un quadro. Ed ecco la seconda difficoltà in-contrata: ammirare il quadro. Ci ho provato, da diverse angolazio-ni, ma per alcuni ho dovuto ri-nunciare: quelle luci a intermit-tenza puntate sui dipinti non aiutavano il mio occhio. Forse sarà un mio problema di vista, essendo io miope e astigmatica. Mi piacerebbe sapere se è davve-ro così o se esistono delle coordi-nate geografiche da inserire in un apposito navigatore satellitare per sapere dove conviene piazzar-si per riuscire a vedere l'opera intera. Vorrei però esprimere anche un ringraziamento a chi ha pensato che noi tutti fossimo grandi esperti d'arte, così eruditi e dotti da non aver bisogno nem-meno di sapere cosa stiamo guar-dando. Va bene che a disposizio-ne del turista, se fortunato, c'è un opuscolo recante nome e cogno-me dell'artista (mancante però dei preziosi soprannomi che a volte sono più ricordati dei nomi) e titolo dell'opera. Questo è tutto, il resto è libera interpretazione. Per i turisti stranieri, poveretti, ci sono solo le date a cui fare riferi-mento, visto che nessuno ha pen-sato a tradurre, almeno in inglese e francese, i titoli dei quadri per loro. Va bene che all'estero l'i-struzione è migliore e che biso-gna lasciare che sia l'opera stessa a svelarsi a noi, ma questo forse

non basta a chi non fa di mestiere il critico d'arte. Dopo la visita, c'era per me anco-ra un piccolo ed entusiasmante momento: la visita della libreria. Erano anni che attendevo di en-trarvi per vedere i gadgets creati per la mostra. Sono entrata così, piena di speranze, all'interno di essa e ho cercato a lungo e meti-colosamente per trovarne trac-cia, senza alcun risultato. Im-maginate la mia delusione quan-do, dopo aver controllato in ogni angolo e letto tutti i titoli dei libri

in vendita, ho capito che no, Bor-dighera era stata esclusa dalla festa. Tra la nostra città e l'arte esiste un legame così forte che, forse, sembrava quasi pleonastico, ripe-titivo, scriverlo anche su una matita da portarsi via, su una cartolina, o sullo stesso catalogo della mostra, in cui la "Villa Regi-na Margherita" sembra fluttuare così in un luogo mitico, lontano dal mondo e dalla realtà stupenda e unica in cui invece, (s)fortuna- tunatamente si trova.

TIRO A SEGNO Equitalia Martedì 14 giugno, avendo qualche bollettino ICI da pagare, Ampè, per risparmiare qualche Euro sulle spese di spedizione si reca al nuovo ufficio che l’Equitalia apre una volta alla settimana all’interno del mercato coperto. A parte che in prossimità di certe scadenze le aperture e gli orari andrebbero un pochino dilatati, il nostro si mette correttamente in fila, dopo aver preso il numero di prenotazione, come dal macellaio al supermercato. Al momen-to del suo turno l’impiegata lo avverte, prima ancora di incomin-ciare, che i pagamenti sono accettati solo con carta di credito. Ampè non batte ciglio e tira fuori la sua portentosa carta della Posta con in bella mostra l’icona del circuito Maestro. Sorpresa dolorosissima! Equitalia non prende la carta di credito del Ban-coposta. Arrabbiatissimo per il contrattempo Ampè si reca alle Poste dove un’impiegata prende atto, senza però dargli soddisfa-zione. Intanto spedisce i bollettin pagando € 5,50 di tassa. Proibito Domenica 19 giugno, Piazza del Popolo ore 13. Un’auto con due signore a bordo entra in piazza e si ferma in prossimità della pizzeria “La Piazzetta”. Con grande fatica la signora più giovane cerca di far scendere dalla macchina quella più anziana visibil-mente handicappata. In quel momento transita per la piazza un signore che, vedendo la scena si avvicina e, dopo essersi identifi-cato con un tesserino, “fa nera- nera” la signora più giovane apo-strofandola: che in piazza le auto non possono entrare, che c’è un cartello grosso come una casa, ecc.– Dal ristorante escono degli addetti cercando di spiegare che trattasi di persona anziana e disabile per cui occorre avere pazienza. Interviene anche l’unico bordi gotto presente in quel momento in piazza il quale, con fare anche un po’ alterato prende le difese delle due signore: “In piaz-za entrano con l’auto cani e porci e proprio a una disabile viene contestato l’ingresso”. Sparito il sedicente poliziotto le signore si accomodano per il pranzo lasciando l’auto di fianco alla chiesa. Colpiti “Abbiamo cercato di colpire dove non era indispensabile, per investire negli eventi più qualificanti”. Così hanno risposto i Commissari straordinari alla Stampa che chiedeva come mai sono stati azzerati i contributi alle associazioni ed aumentati in maniera esponenziale i canoni per l’uso dei locali pubblici, obbli-gando le varie realtà culturali, sportive e di servizio a migrare nei paesi viciniori (i quali peraltro hanno accolto i transfughi con grande, generosa disponibilità). A parte la caduta di stile, sareb-be interessante conoscere questi eventi così qualificanti, tali da fare tabula rasa di tutte le attività spontanee, popolari e tradizio-nali operanti da anni sul territorio. Queste attività costituiscono l’humus per coltivare relazioni aggreganti, senza le quali anche “le attività più qualificanti” diventano cattedrali nel deserto.

UNO SCRITTORE IN SALOTTO di Alice Spagnuolo

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Ombrelloni chiusi A lamentarsi è il presidente dell’associazione stabilimenti balneari, il nostro amico “Do- me” Mazzitelli. Nonostante i prezzi siano rimasti invariati rispetto allo scorso anno, le prenotazioni latitano e non si è in grado di programmare una convincente stagione estiva. Non ci sono prenotazioni, nep-pure per agosto il che è tutto dire. Si dice che tutto qui da noi sia più caro, ma Mazzitelli so-stiene che i prezzi sul bagna-sciuga sono identici all’anno scorso. Noi residenti di norma non frequentiamo gli stabili-menti balneari quindi non sia-mo in grado di giudicare la bontà o meno delle loro offerte. I prezzi in generale da noi sono più alti per via di molti fattori primo fra tutti quello della col-locazione geografica e della orografia. Le spiagge non sono il massimo e la cortesia dovreb-be fare la differenza. In sce u Cavu I container e le recinzioni montate in questi giorni sul Capo e in pineta sono di prelu-dio ai lavori per la sistemazione di un collettore per la raccolta delle acque che dalla Via dei Colli scendono a valle copiose, durante le piogge e i temporali. Tale collettore servirà anche a ricevere tutti gli scarichi piova-ni delle vie affluenti. Si risolve-rà così, una volta per tutte, l’an- noso problema degli allaga-menti che ostacolavano il movi-

mento dei residenti di tutta la zona che dal “giro d’Argento” arriva alla Piazza del Munici-pio. I lavori in questione fanno parte di una deliberazione della Giunta disciolta, che prevedeva anche la sistemazione dei dossi provocati dalle radici dei pini nella discesa che attraversa la pineta, per un ammontare di 170 mila Euro. Sotto la scibreta poi verrà mon-tato un angolo attrezzato (con tanto di palco e sedie) per le manifestazioni estive facenti capo alle rappresentazioni “Touscoleurs”che saranno pro- grammate per i mesi di luglio e agosto. Ma tutta la spianata, a dire il vero,dovrebbe venir meglio go- vernata e manutenuta. Al cro-nico problema dell’isola ecolo-gica fa da contraltare la zona dei gabinetti con i rottami di sedie e panchine buttate sopra e sotto quella struttura. Per non parlare dei panettoni che do-vrebbero delimitare i campi da boccie che sono stati quasi tutti divelti per permettere alle auto di entrare all’interno di quello spazio. Se aggiungiamo a tutto questo le gimkane che settimanalmente le scuole gui-da scooteristi effettuano nella zona sud-est del piazzale, lo sfruttamento è completo. Occorre rivisitare la locazione e farla diventare un punto di ec-cellenza per tutto il Paese Alto e, perché no, per tutta Bordi-ghera.

Cheli du Sciasciu In tempo per l’inizio delle manifestazioni estive, sono terminati i lavori di imper-meabilizzazione e rifacimen-to della Piazza Caprera, sito canonico di festini e spetta-coli sciascenghi. La notizia è che tutto il lavoro, per un accordo stipulato con l’am- ministrazione decaduta, sarebbe risultato a carico della Pro-Loco Sasso con un intervento pubblico relativo al materiale da costruzione necessario. Decaduta che fu la Giunta è passato tutto in cavalleria per cui il costo totale del ri-facimento è rimasto sul grop pone al comitato Festeggia-menti per un ammontare di varie migliaia di Euro. Ma non fa nulla, che la festa o meglio i festini, comincino!

Mèntre in tu Paize A Bordighera Alta ci accin-giamo ad entrare nella stagione più calda con i soliti irrisolti e immutabili problemi. Pic-cioni, Gabbiani, Gatti e cani la fanno da padrone all’in- terno di un Centro storico che non ne può davvero più. Basta guardare alla raccolta dei rifiuti, ai bidoni debor-danti e maleodoranti, che non sarà la situazione napo-letana, ma non è neanche un bel biglietto da visita per chi ci viene turisticamente a tro- vare. Per non parlare dell’as- sedio delle auto che nella bella stagione diventa oppri-mente e per la cui soluzione non si fa nulla. E che dire del comprensorio del Beodo sempre più abbandonato che dà il benvenuto agli e-scursionisti all’interno della antica galleria satura di li-quami fognari sempre ricor-renti. E attenzione a come camminate in piazza e nei carrugi con le pavimentazio-ni divelte e mai mantenute (quella della Maddalena poi è tutto un programma per ginocchia e caviglie). Ma noi non siamo Sasso e non pos-siamo farci carico di lavori e manutenzioni. Deve interve-nire l’Amministrazione - quale che sia - perlomeno a mantere in vita un minimo di decoro. Se non per i turi-sti, almeno per noi residenti che in Paese ci abitiamo.

Paize Autu Direttore Responsabile: Giancarlo Pignatta Registrazione del Tribunale di Sanremo nr. 03/08 del 04/07/008 Direzione-Amministrazione-Redazione: 18012 Bordighera Alta – Via alle Mura, 8 Le firme impegnano gli autori degli articoli Stampato in proprio a Bordighera Alta Collaboratori: Stefano Albertieri, Mario Armando, Carlo Bagna-sco, Simona Biancheri, Anna Maria Ceriolo, Giacomo Gandu-glia, Claudio Gazzoni, Mara Lorenzi, Irma Murialdo, Gianni Natta, Mattia Riello, Alessandro Seghezza, Alice Spagnolo, Mauro Sudi, Ampeglio Verrando, Franco Zoccoli, Lucia Xaiz. Sito informatico a cura di Mauro Sudi

“U Risveiu Burdigotu” Sede: Via alle Mura 8

in questo senso18012 Bordighera Alta Orario : lunedì e venerdi

dalle ore 16,00 alle 18,00 giovedì dalle 21 alle 23

e-mail: [email protected]

Internet: www.urisveiuburdigotu.it Telefono: 3464923130

Paize Autu Pagina 8

BREVI DI CRONACA a cura di gicipi

Mostra documentaria A cura dell’Archivio di Sta-to, sezione di Ventimiglia, si può ancora visitare (fino al 30 giugno) la mostra: “Il patriottismo a Ventimiglia dallo Statuto Albertino a Ro-ma capitale-Personaggi e av-venimenti”, al cui allestimento ha partecipato anche la prof.ssa Ceriolo, la quale nel prossimo numero ci darà noti-zia del documento esposto nella mostra, che elenca i mili-ti di Bordighera, Borghetto e Sasso, appartenenti alla 1^ Compagnia del 2° battaglione della guardia Mobile della Divisione di Nizza (1848/49).