paginelibere1

137
Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009 VITTORIO BACCELLI PAGINE LIBERE I MIEI ARTICOLI 2009 2009 1

description

Gli articoli pubblicati nel 2009 su giornali e riviste, sia cartacee che sul web

Transcript of paginelibere1

Page 1: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

VITTORIO BACCELLI

PAGINE LIBEREI MIEI ARTICOLI 2009 2009

1

Page 2: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

In queste pagine ho voluto raccogliere alcuni dei miei articoli che a cavallo degli anni 2008 – 2009 ho pubblicato su vari giornali e riviste:

– Il nuovo Corriere di Lucca e Versilia– forum immoderato degli immoderati– miei blog su splinder e my space– Lo Schermo– La Voce di Lucca– La notizia

© Vittorio Baccelli 2008-9 Tesseratto Editore

Stampato nel maggio 2009 a Seville (E) dalla Lulu.com per Tesseratto Editore

2

Page 3: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

dalla crisi all'aviaria

VERSO UN SISTEMA ECONOMICO-PRODUTTIVO ETICO?

La crisi è in arrivo e i primi prodromi cominciano ad affiorare. Sarà una crisi come le centinaia che si sono già viste, o forse questa volta c’è un problema strutturale legato al capitalismo globalizzato? Fino a poco tempo fa era di gran moda il Billionaire e tutti i rampanti d’Europa facevano a gara per frequentarlo e per farsi immortalare dai mass media nelle sue feste. Oggi invece non se ne sente più parlare, è passato di moda e vi domanderete il perché. Perché in momenti di recessione, di vacche magre in arrivo, di crisi economica insomma, ostentare ricchezze viene considerato out, di pessimo gusto. Assieme al Billionaire stanno passando di moda i SUV, tanto grossi da incutere soggezione per le strade, tanto grossi che ho (invano) proposto di bandirli dai nostri centri storici. Moto a 4 ruote, motoscafi super veloci, barche super lusso, stanno anch’essi passando di moda. E anche le Viareggio-Bastia e le Parigi-Dakar sono quasi scomparse, mentre la F1 s’avvia a forti revisioni. Alla gente comune dà sempre più fastidio lo spreco, la speculazione, il disordine, le chiacchiere, l’azienda (poco importa se pubblico o privata) inefficiente. La gente comune non ne può più di pagare tasse esose per aver in cambio servizi scadenti. C’è una richiesta di semplicità, efficienza, regole chiare, risultati pratici e visibili. C’è un rifiuto verso l’economia virtuale, falsa e fasulla, si cerca una economia legata alla ricchezza effettiva e alla produzione reale. Su questa onda che rifiuta lo spreco e la sua ostentazione stanno nascendo giovani imprese, nuove imprenditorialità. Nascono boutique che offrono vesti e accessori diversi da quelli delle grandi distribuzioni e anche dalle griffe globalizzate. In informatica, pubblicità e comunicazione, giovani imprenditori stanno costruendo piccole imprese che creano nuovi prodotti e sviluppano servizi di alta qualità a costi interessanti. Altri abbandonano le metropoli e sviluppano aziende agricole specializzate in prodotti biologici e primizie non forzate.

3

Page 4: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

Prodotti per un consumatore sempre più diffidente nei confronti della grande distribuzione e preoccupato per le periodiche notizie di sofisticazioni alimentari: dal latte cinese al vinavil all’odierna carne irlandese alla diossina.Altri hanno organizzato servizi di catering di ottimo livello e prezzi contenuti. C’è poi chi si è gettato nelle energie alternative e rinnovabili e installa caldaie a biomasse e pannelli solari. Nel campo delle scienze fioriscono i ricercatori indipendenti che con modesti mezzi stanno ottenendo ottimi risultati. Tutta questa nuova imprenditoria, in mano ai giovani, ha compreso che con la recessione il consumatore diverrà sempre più esigente e non vorrà più buttar via i propri euro in sciocchezze, e inutili porcherie,finora spinte dal consumo indotto. Pretenderà invece prodotti e servizi ottimali a basso costo. È la fine dei prodotti imposti dai media su bisogni artificiali inventati di sana pianta: è la fine del consumismo indotto.È su questi temi e su un sistema economico e produttivo etico, che si selezionerà la nuova imprenditoria e la nuova classe dirigente. Forse tutti i mali non vengono per nuocere.

I GIARDINI DEL THE DI VIRGILIO PAPINI

S'aggira per le strade lucchesi, introvabile e clandestino, l'ultimo libro di Virgilio Papini dal titolo "I giardini del the" (...qui non è cambiato nulla).Scritto con un misto d'irriverente cialtroneria e intelligenza, miscelando buone capacità letterarie ad analfabetismo, questo testo fortemente brilla per la sua originalità, come d'altra parte quasi tutti i testi di questo Autore, a tal punto che sorge spontaneo il dubbio che la cialtroneria e l'analfabetismo siano stati piazzati qua e là a bella posta per disorientare il lettore sprovveduto, cioè siano in sostanza un filtro teso ad impedire il prosieguo a chi non sia munito di verace grano salis.Il sottotitolo "qui non è cambiato nulla" la dice lunga sulle teorie che il Papini vuol dimostrare in questa sua quasi-autobiografia che parte dai tardi anni sessanta e prosegue come cavalcata irruenta fino agli anni novanta. Autobiografia e autoanalisi, ma anche tetracapillectomia del giovanilismo lucchese con le sue implicazioni riguardanti i dintorni. Alla fine degli anni sessanta a Lucca, giovani provenienti dalle famiglie borghesi dominanti, giocarono a fare i rivoluzionari, indifferentemente di destra o di sinistra. Animati dalle stesse pulsioni dettero vita ad un gioco di ruolo,

4

Page 5: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

scimmiottando l'altrove, che ci fa distinguere le due opposte fazioni solo dalla scelta di campo. Gioco di ruolo che ha visto i propri reali martiri e dal quale sono uscite sconfitte entrambe le squadre, perché chi determinava le regole del gioco, era altrove a manovrare la politica degli opposti estremismi, per il perpetuare il potere dell'estremismo di centro. Ma le famiglie che a Lucca comandavano allora, comandano anche oggi, dunque a cosa è servito il gioco di ruolo? Ha solo rafforzato in esperienza (o demenza) i figli di quelle stesse famiglie. Si accenna pure ai collegamenti nazionali con trame oscure e retrive. Questo volume mette in berlina la figura squallida del "militante rivoluzionario" dell'epoca e le sue analogie in stupidità con l'attuale "militante politico" o "galoppino". Svela anche la vera faccia di una borghesia piccola piccola da sempre dominante nella città murata col sostegno clericale e perbenista: famiglie e logge massoniche strette in un abbraccio mortale con la benedizione di DC, PCI e derivati. Viene poi evidenziato l'ininfluente ed inutile gruppo anarchico lucchese, che tutto fu fuorché anarchico. Se c'è una carenza nel percorso tracciato, riguarda la poca attenzione rivolta al movimento beat lucchese, il C.13 che dette il via ad una nuova ventata di pensiero radicale che a Lucca ebbe illustri precursori quali Benedetti, Vangelisti, Pannunzio. Pensiero radicale che in quegli anni attraversò la parte più creativa di tutto quel movimento, anche coi giornali "Noi la pensiamo così...e via", "Esperienza 2", "Fuck", "La rivolta degli straccioni", e mille altri infiniti numeri unici sorti autonomamente. Eppure il Papini mai perse il contatto con queste esperienze che alla luce del senno del poi, furono le uniche valide e dettero il via ad eventi quali la Manifestazione anaoggettuale, l'occupazione di Villa Bottini, che risultarono significativi per la città: esperienze radicali che hanno anche oggi espressione in un pensiero compiuto alternativo al grigiore cittadino anche se minoritario, che non è certo quello dei Bulckaen o degli Affatigato, ma casomai si rispecchia nel pensiero di Vittorio Baccelli che pure è, con scarso seguito, erede di queste esperienze. Un libro dunque da ricercare con gioia e da leggere con amore, ma anche con la massima attenzione, perché contiene molte, fin troppe verità. Le dimenticanze accennate sono sicuramente volute, così come pensiamo non sia un caso la presenza nelle prime pagine di copia anastatica di parte della prima pagina del numero uno di quello che fu il semi-mensile oltre l'underground diretto appunto dal Baccelli: "La rivolta degli straccioni".

VERITA’ E PICCHETTAGGI

Vista la situazione “calda” nel panorama scolastico, ho deciso in questi giorni di non mandare a scuola i miei figli, preferendo che rimanessero a casa. Ed è proprio in questi giorni si che si è scatenato l’inferno contro Berlusconi, perché ha voluto stabilire un punto fondamentale: chi vuol contestare è padronissimo di farlo, ma si deve anche permettere a chi vuol entrare in classe di poterlo fare. Due sono gli aspetti che saltano all’occhio. Il primo è che il decreto è stato combattuto con tutte le armi,

5

Page 6: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

anche con quelle illegittime che hanno visto i bambini trasformati in “quadri” inconsapevoli della sinistra. Il secondo è che in molte scuole di fatto non era, e non è, possibile proseguire con la didattica, costringendo così – anche chi non lo vorrebbe - a far parte del popolo occupante.Se da un lato c’è il giusto diritto al dissenso, dall’altro si nega il diritto al consenso e alla legalità. Il tutto condito poi, da una serie di mistificazioni, tali da allarmare studenti e famiglie con informazioni false sul tempo pieno – che rimane – e sugli insegnanti – che non saranno licenziati –C’è bisogno di riportare il confronto su un piano di normale dialettica permettendo a chi vuol fare lezione di farla ed evitare monologhi di sinistra nelle scuole al fine che l’informazione possa essere rispondente a verità. Il dissenso e il consenso possono e debbono coesistere e la scuola deve restare aperta anche a chi decide di non manifestare contro il decreto Gelmini. Sarebbe normale che l’opposizione contestasse questo decreto partendo da ciò che nel decreto c’è, e non da slogan preconfezionati, da picchetti realizzati, da incendi d’animi ottenuti con false informazioni, dall’utilizzo dei bambini come “postini” di menzogne, dall’accusa a Berlusconi di voler creare uno stato di polizia e al governo di emanare provvedimenti razzisti. La verità è che la sinistra sembra aver perso di vista il fatto che gli studenti se vogliono, hanno il diritto di entrare in classe per assistere alle lezioni. Quando si impedisce una libertà, lo stato ha il diritto e il dovere d’intervenire per garantire a tutti pari diritti, e il primo diritto che la democrazia impone è quello della verità. È ovvio che la sinistra sconfitta dal popolo alle elezioni stia usando oggi la scuola come riscossa politica strumentalizzando studenti e docenti. E più proseguiranno in questo gioco e più il premier e il governo aumenteranno i consensi.

REGOLAMENTARE LA PROSTITUZIONE

La senatrice socialista Merlin, volle essere più realista del re, e fece ciò che i democristiani non avevano, o non avevano voluto fare. I socialisti di allora volevano dimostrare d’essere più cattolici degli stessi cattolici e meritarsi così il governo. La chiusura delle case chiuse fu un’operazione di finto progresso, poiché lasciò un pericoloso vuoto legislativo, che ancora non è stato colmato, ma i cui spazi sono stati occupati dalla malavita.La prostituzione, dopo la legge Merlin, si spostò nelle strade e mancando una regolamentazione creò ovviamente situazioni incontrollabili di criminalità, sfruttamento e degrado.Ancora non si vuol capire che il proibizionismo e il vuoto legislativo rappresentano la ricchezza per la malavita organizzata; pensiamo agli USA, il proibizionismo sugli alcolici fu la fortuna finanziaria di Cosa Nostra.Ora, che la prostituzione dalle strade vada tolta, è giusto e indispensabile anche per la riqualificazione delle periferie, ma criminalizzare la prostituzione è un gravissimo

6

Page 7: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

errore, poiché questa va regolamentata e legalizzata attraverso una legge coerente, aperta e soprattutto liberale.Legalizzare la prostituzione per garantire la sicurezza degli operatori e degli utenti e, anche e non ultima, la sicurezza e tranquillità sanitaria.Legalizzare la prostituzione perché questa non sia un lavoro nero, criminalizzato e ricattabile, ma un lavoro come gli altri, in piena trasparenza, anche fiscale.Se il pontefice sostiene che occorrono più amministratori cattolici, io penso a Prodi e Bottiglione e mi si accappona la pelle. Occorrono invece più laici e liberali in politica e nelle amministrazioni, per attuare leggi veramente liberali e non liberticide. Una legge per regolamentare e legalizzare la prostituzione, ritengo che sia oggi necessaria e urgente.

REFERENDUM E OSPEDALE

Lucca - L’idea di indire un referendum sulla futura localizzazione del monoblocco ospedaliero nella Piana di Lucca, sta conquistando nuovi consensi. Nessuno è contrario a che i cittadini si esprimano. Ogni referendum, anche se consultivo, è indice di democrazia. La gente si dimostra favorevole, ma non entusiasta. Forse perché la problematica è meno importante del rilievo con cui la politica sta affrontando questo tema. Molti pensano che i giochi sono già stati fatti anni fa, ma le famiglie hanno necessità più impellenti, prime tra tutte, le difficoltà di far quadrare, soprattutto a fine mese, il bilancio familiare. Dunque il referendum sembra ben accolto ma senza eccessivo entusiasmo, e c’è chi sostiene che debba essere allargato a tutta l’utenza ospedaliera della Piana. Oggi ufficialmente è il centrodestra che vuol, costruire il monoblocco a Campo di Marte facendolo restare nell’area ospedaliera; il centrosinistra invece, è per l’ubicazione a San Filippo. Ma se andiamo indietro nel tempo di qualche anno, vediamo che il centrodestra di allora era d’accordo con la Regione per la localizzazione a San Filippo. Io ritengo che i giochi furono definiti allora, quando si decise di dismettere l’area di Campo di Marte, anche perché i proventi della dismissione verrebbero usati per la nuova localizzazione del servizio sanitario nel territorio, compreso il monoblocco a San Filippo.Ritengo che il centrodestra di allora abbia fatto le scelte giuste, in sintonia, una volta tanto, con la Regione. La mancanza di allora (destra e sinistra) fu quella di non prendere in considerazione l’Ospedale Unico della Valle del Serchio, lasciando spazio ai deleteri campanilismi della Valle che preferì due tronconi a un monoblocco efficiente.I giochi furono fatti allora, oggi, referendum o non referendum, è tardi per i ripensamenti. Ma perché sono nati tardivi ripensamenti nel centrodestra? Perché la coalizione attorno a Favilla ha recepito l’istanza di nuove forze aggregate che

7

Page 8: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

scandivano “no a San Filippo” istanza maturata nell’assenza politica quindicennale di queste forze. Ma non vedo coerenza in questa scelta e penso che il monoblocco sarà costruito a San Filippo, località designata dai tecnici e approvata dal centrodestra di allora e dalla Regione.

III RASSEGNA DI CINEMA E CULTURA AFRICANA A LUCCA Si cominciano ad accendere i riflettori sulla Rassegna di Cinema e Cultura Africana della città di Lucca “Storie dell’altro mondo” giunta oramai alla sua terza edizione.Fino al 30 novembre, infatti, prenderà il via una settimana ricca di appuntamenti con mostre, dibattiti, grandi film e concerti che avranno come minimo comune denominatore i fermenti culturali e artistici della società civile africana che si stanno ponendo prepotentemente all’attenzione della comunità internazionale.La rassegna si propone di offrire una finestra sul mondo dove l’esperienza cinematografica può diventare un’esperienza formativa di educazione allo sguardo e al pensiero multiculturale. In particolare si vuole puntare l’attenzione sul fenomeno migratorio inteso come risorsa e non come minaccia. Educare la mente alla “diversità” significa considerare ognuno di noi come portatore sano di “differenze” perché contaminati da un’umanità portatrice di infiniti colori, infiniti volti, infinite espressioni. L’iniziativa è promossa dall’Associazione Amani Nyayo – Onlus – in collaborazione con il Centro per la Cooperazione Missionaria della Diocesi di Lucca con il patrocinio del Cesvot, cui si aggiunge il patrocinio e la collaborazione della Scuola per la Pace della Provincia di Lucca, del Comune di Capannori, della Comunità Montana della Garfagnana, del Comune di Montecarlo e con l’adesione del Comune di Lucca, Porcari, Villa Basilica e la partecipazione del Cineforum Cinit Ezechiele 25,17 e dei Comics Lucca and Games. La rassegna vuole rappresentare, peraltro, un’occasione per fare rete con tutte le Associazioni che operano nel settore della cooperazione e che quotidianamente affrontano temi legati al mondo dell’accoglienza e della solidarietà.Da lunedì 24 a mercoledì 26 novembre, al cinema Italia saranno proiettati film per le scuole medie e superiori con il commento e la testimonianza di personaggi africani.La sera, poi, con inizio alle ore 21.30 al cinema Italia, in collaborazione con il Cineforum Cinit Ezechiele 25, 17 saranno proposte 3 pellicole di registi africani "Barakat" di Djamila Sahraoui (Miglior film africano al 16° Festival del Cinema Africano d’Asia e America Latina.); La colère des Dieux"" del Burkinabé Idrissa Ouedraogo e Moi et mon Blanc" di S. Pierre Yameogo. Ogni proiezione sarà accompagnata da un dibattito con esperti africani.Appuntamenti in libreria: Lunedì 24 novembre Presentazione del libro "Darfur, geografia di una crisi".Incontro con l'autore Diego Marani, già redattore della rivista Nigrizia. Si

8

Page 9: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

occupa della newsletter “Sudan: una pace da costruire” e scrive per le riviste Altreconomia e Africa. Libreria Baroni (Sintesi del libro: Darfur. Geografia di una crisi è il primo libro in Italia che spiega le ragioni del conflitto. È stato curato da Diego Marani, profondo conoscitore della realtà africana e già redattore della rivista Nigrizia, e ricostruisce gli avvenimenti degli ultimi anni inserendoli all’interno di un contesto sconosciuto in Italia: la lunghissima guerra civile tra Nord e Sud Sudan (durata dal 1955, anno dell’indipendenza, al 2006), gli interessi economici e politici di vecchie -Francia e Stati Uniti- e nuove potenze -la Cina-, l’allargamento del conflitto ai Paesi confinanti (Ciad, Eritrea e Repubblica centroafricana), il ruolo delle Nazioni Unite e della comunità internazionale.Si perché il nome del Darfur è venuto a “significare -scrive l’inviato di Repubblica Pietro Veronese nella prefazione- l’impotenza dell’umanitarismo internazionale”.“Giovi almeno questa pubblicazione, che colma in Italia un vuoto intollerabile, -conclude il giornalista di Repubblica- a ridurre il numero di quanti possono dire ‘non sapevo’”.Martedì 25 novembre African Camelot"con l’autrice Daniela Toschi e lettura di poesie “Canti del vento del Kgalagadi"di Barolong Seboni con Marisa Cecchetti. I due interventi saranno dedicati al poeta del periodo post coloniale docente di letteratura inglese presso l’Università della capitale, Barolong Seboni , profondamente legato alla sua terra, si può considerare il simbolo della conciliazione di passato e presente. Giovedì 26 Presentazione del Libro "Kalami va alla guerra" incontro con l'autore, lo scrittore e giornalista RAI Giuseppe Carrisi. Casermetta Piazza Santa Maria con la collaborazione della “Cesare Viviani" e del Circolo sportivo del bridge. L’opera affronta la terribile piaga costituita dall’incremento dell’utilizzo dei minori in contesti di guerra . (Sintesi del Libro: Bambini, ragazzini, ragazzi, rapiti, picchiati, terrorizzati. Costretti a imbracciare un fucile o un machete e a prendere parte alla guerra. Trasfigurati dall’orrore, da vittime a carnefici spietati, terrore dei loro stessi villaggi, delle loro stesse famiglie che essi stentano a riconoscere sotto l’effetto della droga che viene loro somministrata e che li rende ancora più feroci. Genitori, parenti, piccoli amici massacrati da bambini-combattenti, come esercizio coatto di fedeltà all’esercito che li ha arruolati e non da scelta. Altrimenti: torture, amputazioni, morte. È accaduto, accade nelle tante zone calde dell’Africa: Sudan, Ruanda, Uganda, Sierra Leone, Congo lacerate da guerre tra eserciti e fazioni rivali. Ragazzi usati, abusati per inermità e inconsapevolezza, allevati nell’ignoranza dell’indottrinamento e immolati al sacrificio della guerra (santa), vestiti di bombe, o mandati con l’inganno a testare la presenza di mine nei campi, mentre all’orizzonte, un attore mercenario inscena il profeta che chiama in paradiso i suoi piccoli eletti. Correndo, nell’entusiasmo della visione, centinaia di vite in sboccio sono esplose in aria. È accaduto, accade in Medioriente, Iran, Afghanistan. Bambine, ragazzine,

9

Page 10: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

ragazze, vendute in cambio di qualche spicciolo, ridotte in schiavitù e avviate forzatamente alla prostituzione. Una pratica che dall’Estremo Oriente arriva fino all’Europa balcanica. “Mogli” di interi nuclei combattenti dell’Africa, ingravidate e poi abbandonate perché “l’ingombro” rallenta la marcia. Altrove, invece, costrette a gestire fino al parto il seme del loro stupratore. Matrici e incubatrici forzate di una razza diversa ed ostile alla propria, sorvegliate a vista per impedire che si tolgano la vita. Lo spettro di una tragedia che ancora aleggia sull’altra sponda dell’Adriatico. Una delle tante spietatezze della guerra in Bosnia-Erzegovina. Questa infanzia oltraggiata è il cuore, ferito, del libro di Giuseppe Carrisi. Una denuncia delle violenze sui minori nelle zone di guerra, un’inchiesta, un dossier che fa il giro del globo e invita la coscienza collettiva a tenere alta la guardia su atrocità intollerabili, eppure perpetrate, nonostante risoluzioni e sanzioni internazionali; atrocità dietro cui ci sono troppo spesso interessi politico-economici che smascherano la complicità indiretta di paesi civili e industrializzati. Bambini di cui il libro si fa portavoce per ricordare alla società civile e alle istituzioni che in varie parti del mondo centinaia di migliaia di Kalami sono in guerra e da soli non possono uscirne. Neppure gli sforzi delle organizzazioni non governative, delle missioni religiose, da soli, possono far fronte all’immensità della tragedia. Incontri serali: Giovedì sera 27 novembre con inizio alle ore 21.00 a Montecarlo ex Chiesa della Misericordia “Quale cooperazione oggi? Pregi, difetti e ipocrisie ". Dibattito con Jean Christophe Servant giornalista di "Le Monde diplomatique" introduce Enrico Cecchetti Fondazione M.P.S. Nel corso della serata Visione dei film/documentari sulle Missioni in Burkina Faso e Rwanda dal titolo “Irené, Wa Ka!” di Giulio Frugoli e “A/R Rwanda Andata e Ritorno”di Matteo Marabotti. Lo stesso giorno a Massarosa, presso il teatro della parrocchia di Pian di Mommio alle ore 20.00 Aperitivo/Incontro con lo scrittore e giornalista RAI Giuseppe Carrisi a seguire la visione del film/documentario "“Kidogo’ – un bambino-soldato” realizzato da Giuseppe Carrisi. Il documentario racconta la storia vera di un piccolo Kidogò, nome di finzione di un bambino soldato(oggi professore all’Università di Padova), che tanti anni fa ha vissuto il dramma della sanguinosa guerra in Sierra Leone. La sua storia si intreccia con quella di altri bambini e bambine che, come lui, la guerra l’hanno subita in silenzio. Il film-documentario è stato presentato in anteprima al Giffoni Film Festival 2008.Venerdì 28 novembre alle ore 21.00 presso la Sala Rappresentanza della Provincia di Lucca tavola rotonda dal titolo Africa: “L’Informazione" Diritti e rovesci di un continente " animeranno l’incontro il giornalista di "Le Monde Diplomatique" Jean Christophe Servant e lo scrittore e giornalista della RAI Giuseppe Carrisi . In concomitanza a Castelnuovo Garfagnana con inizio alle ore 21.00 visione del Film "Barakat!" Miglior film africano al 16° Festival del Cinema Africano d’Asia e America Latina regia di Djamila Sahraoui. Dibattito con Marco Vanelli. Saletta Suffredini del Comune di Castelnuovo Sabato 29 novembre grande chiusura al Circolo Culturale Il mattaccio di Capannoni, cena a

10

Page 11: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

buffet e incontro con il giornalista di "Le Monde diplomatique" Jean Christophe Servant “La protesta dell’Africa a suon di Musica" a seguire "Dugu Tighì Nanà” Gruppo senegalese di percussioni e danze africane che animerà la serata con i ritmi africani.Massarosa c/o Agriturismo “La Ficaia” con inizio alle ore 21.00 Teatro InBìliko rappresenta “Nero” tratto da "la casa di Bernarda Alba" di Federico Garcia Lorca – Campagna “Fiocco Bianco”.

QUANDO JOERG HAIDER VENNE A LUCCA A COMPRARE UN PAIO DI JEANS ROSSI E A VISISTARE PIAZZA DELL’ANFITEATRO…

Penso che sia interessante la testimonianza di Massimo Raffanti che ricorda quando Jeorge Haider venne a Lucca: “Lì per lì, quando nel gennaio 2002 mi telefonarono, segnalandomi la presenza di Joerg Haider in un noto negozio del centro città, mi rivolsi all’interlocutore con la classica frase: Va bene, e io sono Napoleone. Ma da lì a poco, mi resi subito conto di averlo davanti in carne ed ossa: era lui davvero, il ragazzaccio austriaco, l’osannato e popolarissimo governatore della Carinzia, allora trascinatore del Fpoe, un movimento di estrema destra che si batte tuttora contro il centralismo della cosiddetta Europa dei burocrati e per il raggiungimento dell’Europa delle regioni e delle patrie. Superata la sorpresa – prosegue Raffanti - lo trovai lì di sfuggita, assieme a sua moglie e alle figlie: di alta statura, gentile ma forte nell’espressione del volto, voleva acquistare un paio di pantaloni rossi, mi dissero; poco dopo essermi qualificato nella sua lingua, mi salutò, aprendosi in un largo e cordiale sorriso, allungando il passo ma non negandosi…”“La vostra è una bella città –disse a Raffanti- raccontandogli che veniva spesso in Italia e che aveva, fra l’altro buoni amici a Lucca: per questo dava sfoggio di un buon italiano, che risaltava ancor più musicale per una sua innata eleganza comportamentale. Uscito dalla boutique cittadina, Raffanti lo rincorse letteralmente per strada, cercando (forse) di non disturbarlo troppo. Qualche battuta, due proclami e Raffanti fu tra i pochi testimoni della visita in città di uno dei personaggi più discussi nell'Europa di Maastricht. Dopo aver richiesto una taglia 31 di un bel paio di jeans rossi che, appena acquistati volle subito indossare – disse il titolare del negozio- se ne uscì così “nascondendo” il fisico da provetto alpinista in un giubbotto in pelle nera su una sportiva T-shirt. Abbronzato come ogni buon "montagnard austriaco" dai modi affabili ma decisi, salutò Raffanti stringendogli la mano in una morsa ferrea, e si diresse verso l'Anfiteatro. Adesso sono in molti a chiedersi che cosa ci facesse a Lucca, in quei freddi giorni di gennaio, il rappresentante dell'ultra nazionalismo austriaco, noto per aver sfidato l' intera Europa politica per alcune sue posizioni xenofobe contro i clandestini, per l'ordine e la sicurezza pubblica e per l'ampio sostegno dato alle più veraci tradizioni austriache. Dopo le continue visite a Jesolo e il provocatorio dono dell'albero natalizio al Papa degli anni scorsi, un po' tutti gli ambienti politici si chiesero se, quella di Joerg Haider, fosse stata solo una visita

11

Page 12: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

turistica a Lucca o se fosse invece stata - come giurano altri- una prima visita di risposta all'invito di un partito politico cittadino. Raffanti ben ricorda ancora che: - nel suo rigido tedesco, mi fece ben capire di essere rispettoso delle religioni ma, “totalmente intollerante contro “la falsa tolleranza degli intolleranti”, cioè dire contro un Islam che“si serve della religione” per combattere i valori e la civiltà della nostra Europa, negando di fatto una necessaria reciprocità - . Adesso che è morto, come aveva sempre vissuto, col sorriso sulle labbra alla James Dean , permangono alcuni dubbi sulla modalità della sua morte e c’è che grida all’attentato. Una morte rivelatrice che ha svelato le sue ambigue tendenze sessuali, che molti già immaginavano. Tendenze che l’hanno sicuramente reso ancor più umano. Una figura controversa la sua, ma sicuramente carismatica che, alle elezioni del settembre scorso, aveva fatto triplicare i consensi del suo neo-movimento, il Bzo che ,adesso – paradossalmente - se si fondesse con l’altro gruppo del Fpoe, farebbe raggiungere una quota politica del 30% alla destra austriaca.

PRODI ADDIO!!

Finalmente è caduto il peggior governo della nostra vita. Un governo che non avrebbe dovuto neppure nascere, poiché non aveva vinto le elezioni. Vi era stato, infatti, un sostanziale pareggio, con 24mila voti in più alla Camera per l’Unione, ma con meno voti al Senato anche si qui si creava una risicata maggioranza con l’apporto determinante – eticamente discutibile – dei senatori a vita.Ma Prodi non ha accettato il pareggio con le conseguenti larghe intese e voto anticipato, s’è autoconvinto d’aver vinto le elezioni costringendoci ad un governo, nato solo in funzione antiberlusconiana, che ha creato solo tasse e ha gravemente compromesso l’immagine dell’Italia in politica estera.(Consentitemi, da radicale, una piccola nota: ma che ci facevano i radicali con Prodi, visto che la loro politica economica è più liberista di quella di Berlusconi e, che la loro politica estera è più filo USA e filo israeliana di quella di Fini?)E così è caduto un governo che non aveva vinto le elezioni e che è subito precipitato nei sondaggi, come mai nessuno era riuscito.Ricapitolando: Prodi non aveva la maggioranza quando è stato eletto, adesso è sotto di almeno 16 punti percentuali, ha portato la sinistra ai suoi minimi storici sia percentuali che di credibilità.Per queste motivazioni un Prodi bis è pura follia e pertanto inaccettabile. Unica soluzione: elezioni subito!E a Berlusconi auguro un felice e rapido ritorno.

PRIMARIE DEL CORRIERE

Se osserviamo la classifica dei candidati a Sindaco che questa testata ha lanciato,

12

Page 13: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

molte sono le osservazioni che possono venire in mente. Ovviamente occorre aver presente che un sondaggio di questo tipo non può avere alcuna valenza scientifica, ma permette ugualmente di conoscere ove vi siano situazioni conflittuali ed anche – pur con tutte le riserve del caso – quali siano i contendenti: il Comune di Barga ne è l’esempio.Ho sottoposto la classifica dei candidati e ne ho parlato con Giuseppe Priolini, dirigente UGL, che testualmente ha dichiarato: “ Vedo che sono quattro i dirigenti UGL presenti in queste classifiche. Cominciamo con Giuncugnano ove Fabio Reali, che è stato nostro RSU nella Comunità Montana della Garfagnana ed è attualmente Sindaco a Giuncugnano, è l’unico sul quale in questo Ente siano state espresse preferenze. Abbiamo poi Gino Masini (RSU Energia) in testa a Castiglione Garfagnana e che la volta scorsa non passò Sindaco per una manciata di voti. Anche a Castelnuovo il nostro dirigente sindacale (Scuola) Angiolo Masotti non passò alla tornata elettorale solo per una manciata di voti. Ma questa volta sono sicuro che se Masini e Masotti si ripresenteranno avranno ottime possibilità di vittoria. Dunque come area UGL anche se non siamo ovviamente un partito politico, potremo aspirare a esprimere tre Sindaci: Reali (confermato), Masini e Masotti. Questo ad ulteriore dimostrazione come oggi l’UGL sia radicata ovunque nel territorio e come anche il sindacato sia servito a formare quadri, non solo sindacali, ma anche amministrativi. C’è poi Vittorio Baccelli che a sorpresa sta raccogliendo consensi nel Comune di Capannori. Questa localizzazione è sicuramente da attribuire al fatto che per trent’anni ha lavorato come dipendente proprio in quell’Ente e, forse anche alle divergenze d’opinione avute anche recentemente con l’attuale Sindaco.”Dopo le franche parole del dirigente UGL, è doveroso ricordare che questa organizzazione sindacale ha già in passato avuto propri dirigenti, impegnati come amministratori in numerosi Enti; in particolare a Lucca ove l’UGL ha espresso un vicesindaco e amministratori alle municipalizzate. Almeno fino alla passata amministrazione, oggi con il ritorno di antichi politici con idee certo un po’ datate (passatisti li definirebbe F.T.Marinetti), l’UGL non è presente nella squadra degli amministratori. Ed è giusto così, per un sindacato innovatore teso alla realizzazione di un futuro migliore e diverso sia nel mondo del lavoro che nella qualità della vita dei cittadini lavoratori.

PRESENTATATA L’ANTOLOGIA DELLA VIVIANI

Lucca – Presso la sala dell’Autorità di Bacino del fiume Serchio si è tenuta la presentazione dell’Antologia 2007 di autori della Cesare Viviani. Presente il vice-sindaco di Lucca Giovanni Pierami, gli autori hanno letto parte dei loro lavori durante la consegna dell’Antologia. Il curatore Marco Vignolo Gargini ha illustrato il lavoro svolto che ha portato alla stampa del volume che raccoglie opere di ventidue soci della Viviani. Ha anche annunziato che è iniziato il lavoro che l’Associazione ha

13

Page 14: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

messo in cantiere per la realizzazione di due nuove antologie che avranno come titolo: “Antologia 2008- 2009 di Autori della Cesare Viviani” e “Fantastica Lucca 2”.Per la selezione, le opere vanno consegnate all’Associazione che si riunisce tutti i mercoledì alle 17 presso la Casermetta Santa Maria delle Mura Urbane.L’antologia presentata ha il patrocinio del Comune di Lucca e può anche essere richiesta direttamente all’editore alla pagina: http://stores.lulu.com/baccelli1 In cantiere anche un volume su “Il dialetto lucchese nel XXI secolo” e una disfida tra autori dialettali lucchese e pisani.

PRELUDIO DI UN ADDIO Lucca - Sabato 4 ottobre 2008 alle ore 17 presso il circolo culturale "L'agorà" in Piazza dei Servi a Lucca si terrà la presentazione del libro Preludio di un addio di Roberta Bergamini. Sarà presente l'autrice, letture critiche a cura di Vittorio Baccelli.Roberta Bergamini vive nel comune di Barga, nella provincia di Lucca. Insegna alla scuola Primaria di Gallicano. Da anni nutre la passione per la scrittura, passione che si è realizzata nel 2006, anno in cui ha pubblicato il suo primo libro “Disconnettimi il cuore”, una travagliata storia d’amore, arricchita da un’amicizia che si svolge tutta sulla Rete, tramite la messaggistica istantanea. Visto il successo , almeno locale, di “Disconnettimi il cuore”, l’autrice ha pubblicato nel dicembre del 2007 il suo nuovo romanzo “Preludio di un addio”, ancora una storia d’amore, che tratta di un abbandono. Esperienza questa, spesso sottovalutata, ma per chi la vive molto dolorosa e prostrante. Disconnettimi il cuore (Tipografia Menegazzo, Lucca, 2006) racconta la vicenda di Chiara, una insegnante elementare la cui vita scorre noiosa in una sorta di gabbia dorata di provincia: è sposata con un facoltoso funzionario di banca, abita in una bella casa, non le manca nulla dal punto di vista economico e, apparentemente anche da quello affettivo, ma è profondamente insoddisfatta. Una inquietudine non ben definita la pervade, che non le impedisce però di accettare ugualmente il piano svolgersi di un’esistenza incapace di assicurarle alcuna vera felicità. Fino al giorno in cui conosce Angelo Carmelo, un collega siciliano in trasferta a Viareggio per una supplenza temporanea, di quindici anni più giovane di lei. Nella stagnazione della vita familiare di Chiara (il marito non aveva mai voluto avere figli, mentre la protagonista li avrebbe ardentemente desiderati), irrompe dunque questo giovane bellissimo. Ne nascerà una travolgente storia di amore, prima di scoprire una terribile verità sul conto di Angelo, mentre il destino riserverà a Chiara il dolore più grande, dopo aver scoperto altresì il vero motivo per cui Marco (il marito) non voleva figli. La Bergamini rivela nella sua opera prima una certa capacità di osservazione della realtà in cui siamo immersi. Più che la trama, abbastanza lineare e in cui compare a fare da pendant alle storie “vere” di Chiara

14

Page 15: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

anche un internauta che comunque pure lui irromperà nella realtà della protagonista, il motivo di interesse è costituito appunto dallo spirito di osservazione della scrittrice lucchese. Emerge infatti una fotografia a tratti impietosa del cosiddetto ceto medio, l’abbia o meno voluto l’autrice, anche con alcuni cliché certo, ma comunque interessante laddove non si fanno tanti complimenti agli atteggiamenti più volgarmente maschilisti e improntati al possesso, anziché ai sentimenti o per lo meno al rispetto. Lavorando sullo stile (un linguaggio per lo più di uso comune ma con alcune cadute in luoghi comuni), Roberta Bergamini potrà darci nelle prove successive della sua vena narrativa degli spaccati interessanti su aspetti della vita sui quali non sempre soffermiamo a dovere la nostra attenzione.Preludio di un addio - (Edizioni Massarosa, Lucca, 2007) questo il titolo del suo nuovo lavoro, racconta l’amore disperato di una giovanissima donna della provincia lucchese per un ingegnere trentenne, che non sarà però capace di ripagare il trasporto di Marta, la protagonista, se non con la crudeltà propria del dongiovanni. “Chi di noi, almeno una volta nella vita, non è stato abbandonato da quella persona, che significava tutto? Che era la personificazione della bellezza, della perfezione, dell’amore? Chi non è stato mai abbandonato, non potrà mai capire le parole scritte a fatica in questo libro”. Sono le parole dell’ultima di copertina che fanno da corona ad un amore deluso, lacerato. Anche in questa seconda prova breve della scrittrice lucchese, il tema dominante è quello dell’ideale d’amore che si scontra con gli inganni e con l’arroganza maschili. Qui la protagonista è giovanissima: il suo ardente desiderio di vita e di amore, sullo sfondo di una Lucca discreta, si infrange trascinandola in un vortice di dolore e di annientamento. Non mancano figure di uomini più comprensivi e in fondo almeno apparentemente onesti, come già in Disconnettimi il cuore, ma l’impressione è quella di una perdita di fiducia nell’universo maschile, dato che gli amici di Marta paiono ora avere un ruolo molto più marginale. Come sottolinea il prefatore, il poeta Giangabriele Benedetti, la protagonista “Pur intuendo una possibile sconfitta, va disperatamente in fondo nel difendere il suo convinto, intenso, viscerale sentimento, arrivando pressoché a ribellarsi anche alle persone, che veramente l’amano o che le donano sincera amicizia”.Vittorio Baccelli è presidente della Viviani, scrittore ormai noto al pubblico, dopo il successo delle sue “Storie di fine millennio”di dieci anni fa, è di nuovo alla ribalta in questo momento per i suoi libri su Nikola Tesla e su John Titor.

E’ FINITA LA RICREAZIONE

La sceneggiata che ha per tema la scuola, sta per finire. Il decreto Gelmini passerà tra poche ore al Senato: i promotori hanno ampia maggioranza e sono legittimati dalle urne a farlo. Il decreto è stato il pretesto per le sinistre, sconfitte elettoralmente, di

15

Page 16: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

essere di nuovo protagoniste usando la protesta (legittima) di decine di migliaia di giovani che di fatto hanno bloccato la didattica di milioni di studenti. Inoltre la protesta studentesca è stata gonfiata ad arte dai mass media: una non-notizia è stata per settimane sbattuta in prima pagina. Si è scomodato pure il ’68: ma gli studenti del ’68 erano contro il potere accademico (come la riforma Gelmini), e contro una scuola che perpetua solo se stessa. Invece l’attuale movimento anti-gelmini è profondamente conservatore e reazionario nel voler mantenere lo status quo di una scuola solo di stato, nel difendere l’operato dei rettori, nell’esser contro le fondazioni universitarie, nel respingere la meritocrazia e l’insegnamento dell’educazione civica. I pochi punti della riforma Gelmini mettono paura alla sinistra conservatrice, poiché sono solo il presupposto per una riforma ben più ampia che dovrà portare la scuola italiana a posizioni d’eccellenza nel mondo e farla cessare d’essere fanalino di coda. Fortunatamente anche a sinistra vi sono molti su posizioni liberal e innovatrici, che mi auguro diranno la loro dopo questa (quasi) inutile ventata di protagonismo giovanilista piazzaiolo modello “centri sociali”. E si comincerà a parlare di cose serie, cioè di scuola misto pubblico-privato, di fondazioni universitarie, di perdita del valore legale dei titoli di studio. Di didattica d’eccellenza, insomma.

OBAMA E’ NATO POLITICAMENTE CORRETTO

Obama proviene da una povera famiglia, è di colore, è un democratico… è insomma un personaggio politico che mi sembra “molto” politicamente corretto. Non mi piace il politicamente corretto e lo ritengo fonte di avversità e dato che mi ritengo politicamente scorretto, controtendenza tifo McCaine.Il politicamente corretto piace ai mass media, piace alle casalinghe, agli immigrati e ai radical chic, piace alle chiese e alle logge (illuminati). Piace agli studenti e agli imprenditori, piace pure ai sindacalisti e alle banche. Tutti questi motivi mi portano controcorrente a preferire McCaine; questo principe nero lo trovo distante e noioso, inoltre mi sembra allevato fin dall’infanzia (come lo fu JFK) a fare il Presidente. Scrive un suo fan d’eccezione, Peter Nicholas del “Los Angeles Times” che lo segue da quasi due anni: “ E’ una stridente ironia che un uomo capace d’attrarre decine di migliaia di persone ai suoi comizi, il cui carisma è paragonabile solo a quello di JFK, nel quotidiano sia uno strazio. L’ho visto insegnare una azione calcistica alla figlia, divorare schifezze a Philadelphia, pattinare a rotelle nell’Indiana, guidare all’autoscontro, farsi catapultare a quaranta metri in un Luna Park. Sempre con tenacia professionale, ma con spontaneità minima. Dopo tanto tempo passato con lui, non so chi sia veramente.”Mi ripeto, neppure JFK mi piaceva, tifo per McCaine.

16

Page 17: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

L’OBAMA-MANIA ANCHE A LUCCA

La vittoria dell’abbronzato Obama ha contagiato anche la nostra città. Infatti i giovani americani che qui trascorrono l’estate o che si sono sistemati nelle nostre campagne, tifavano tutti per Obama già da tempo, anche coloro che si sentivano vicini ai repubblicani. In Obama c’è il cambiamento, la discontinuità, ripetevano e in città per McCain erano rimasti fedeli solo gli amici di Rudolf Giuliani. E poi c’era il fatto della continua alternanza politica tra i Presidenti americani: dopo due mandati ai repubblicani era quasi scontato che toccasse ai democratici la vittoria.Il contagio ha colto anche i lucchesi dell’area centrosinistra, e questo era ovvio, ma pure molti che fanno riferimento al PdL, e questo era meno scontato.Personalmente ho sempre avuto simpatie per McCain, dato che il suo avversario mi sembrava e mi sembra, troppo politicamente corretto, anzi addirittura mi sembra “nato” politicamente corretto. E il riferimento, per me in negativo, era con il tanto osannato JFK. Con lui si rischiò la guerra mondiale per la crisi dei missili sovietici a Cuba, con lui prese il via la mai dichiarata guerra in Viet Nam. Ma alla storia è passato come martire e icona giovanile.Ma dato che le differenze trai i due programmi elettorali erano proprio minime (come da noi alle passate elezioni), voglio un po’ vedere come i nostri cittadini di centrosinistra, tanto amanti di Obama, si comporteranno quando gli atti di Obama saranno uguali (o simili) a quelli di Bush.Seguito a non aver simpatico Obama, allevato quasi fin dalla nascita a divenire Presidente (come JFK), devo però riconoscere che in questi giorni il primo atto positivo s’è visto: in Africa le bandiere americano vengono sventolate con gioia e non bruciate. E non è cosa da poco. Altri aspetti positivi sono rappresentati dalla realizzazione del sogno americano: chiunque può divenire Presidente, anche se nero e di famiglia povera. Ma qualcuno deve pur averlo scelto e finanziato.Mi viene un dubbio, forse Obama non mi starà simpatico proprio per la sua “abbronzatura”? Ma rifletto, e penso che ho sempre sostenuto e senza imbarazzo che l’America sarebbe in futuro divenuta la più grande nazione nera del mondo. Penso inoltre che se Condolezza Rice si fosse presentata tra i repubblicani e avesse vinto, avrei fatto i salti dalla gioia. Eppure nera e donna! Meno male, non mi scopro razzista, e mi sono levato un grave dubbio! E questo per me è un sollievo.

LA SANITA’ A LUCCA Quando mi presentai al Senato nel 1996, nel mio programma vi erano dei punti che ritengo tuttora attuali e fondamentali per la lucchesia. Quelli più noti riguardavano la creazione di Lucca Provincia Autonoma, la riacquisizione della Valdinievole e l’apertura di Casinò stagionali a rotazione tra Viareggio, Montecatini e Bagni di Lucca. Ma nel mio programma si parlava anche di sanità: prevedevo tre nuovi

17

Page 18: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

ospedali attorno ai quali avrebbe ruotato l’intero servizio sanitario: Lucca, Versilia e Valle del Serchio. Nuovi ospedali e non ristrutturazione dell’esistente, perché l’innovazione e l’uso di nuove tecnologie in ambito ospedaliero sconsiglia anche economicamente il recupero dell’esistente. Inoltre l’avanzare delle conoscenze sempre più ci indirizza ad utilizzare in maniera diversa e più sicura l'ambiente ospedaliero: occorre evitare che queste strutture divengano fonti di nuove e devastanti infezioni, all’interno delle strutture sanitarie possono infatti svilupparsi agenti patogeni d’estrema pericolosità, e questo va in tutti i modi evitato. L’ospedale diurno, la riduzione dei tempi di degenza e molto altro ancora ci consigliano a preparare nuove strutture dedicate ad hoc.Se per la Versilia il progetto è stato realizzato, pur con varie carenze come spesso si legge sulla stampa, a Lucca e nella Valle del Serchio il discorso cambia.A Lucca si è perso tempo per dissapori sull’assegnazione dei lavori e sono sorte divergenze sull’ubicazione del sito – e poi, c’è ancora chi sostiene l’inutilità del progetto stesso. Sono comunque situazioni risolvibili col tempo.Nella Valle del Serchio il discorso cambia completamente. Mi sono trovato sempre solo (o quasi) a sostenere la validità di un nuovo ospedale in posizione mediana: Mologno o Campia. Le Amministrazioni si sono sempre arroccate sulla difesa dell’esistente e l’ASL e la Regione non hanno mai preso in considerazione l’esigenza di una nuova struttura. Barga e Castelnuovo hanno subito depotenziamenti e si è arrivati all’integrazione dei due vecchi ospedali che pur separati avrebbero utopisticamente dovuto avere una funzione unitaria. Soluzione che nella pratica non poteva soddisfare né l’utenza, né le amministrazioni, né il personale sanitario.La Valle del Serchio è così rimasta senza il suo Ospedale Unico della Valle, e questo invece a mio avviso è la priorità.Il numero d’abitanti, la concentrazione delle imprese, la conformazione montana, il rischio sismico, sono fattori che indicano l’indispensabilità d’un nuovo presidio ospedaliero nella Valle del Serchio.

IL NUCLEARE

E' un'opzione che non mi convince. E per vari motivi. Leggo sulla stampa che l'uranio si sta esaurendo e sarà finito del tutto tra una cinquantina d'anni, e che occorrono 10/20 anni per mettere a regime le nuove centrali. Che senso ha sostituire il petrolio con un altro minerale in via d'esaurimento? meglio investire su tutte quelle energie, dette alternative, o rinnovabili, da la geotermia all'eolico, dal solare all'idroelettrico, ecc.Ho anche letto sulla stampa (Libero) che un ingegnere italiano ha già allestito in Canada e Australia impianti che trasformano i rifiuti (l'80% è cellulosa) in benzine e

18

Page 19: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

che possiede brevetti analoghi per la trasformazione dei copertoni usati.Poi c'è già stato un referendum e l'opzione nucleare ha perso: se ne facessero un altro non credo che vi sarebbero variazioni sul responso.Si cerca inoltre di spostare il nucleare in politica: chi è di destra è favorevole, chi è di sinistra, contrario. Non è vero! Io sono di destra e sono contrario, mi ricordo, inoltre, che un nutrito e combattivo gruppo di aderenti all'allora PCI, al tempo del referendum, era favorevolissimo al nucleare. Il nucleare è un'opzione perdente perché va troppo il la nel tempo, perché militarizza il territorio, perché si basa su un minerale in esaurimento, perché il nostro è un paese sismico... E le scorie? non siamo stati buoni a smaltire i RSU, figuriamoci le scorie nucleari: certo la camorra saprebbe fare a gestire le scorie e a guadagnarci su alla grande, col rischio che queste (le scorie) finiscano negli arsenali del terrorismo islamico sotto forma di "atomiche sporche".Un ultimo dubbio, la Westinghouse, non avrà mica qualche reattore da svendere? rimasto sul groppone per il fatto che negli USA non sono previsti nuovi insediamenti nucleari. E visto che non può certo venderli all'Iran (McCain li condannerebbe tutti a morte, ma anche Obama!) l'Italia potrebbe risultare un mercato appetibile.

ARTE POSTALE

Era il marzo del 1977 ed era un periodo di occupazioni. A Lucca avevamo occupato Villa Bottini e a Pisa la facoltà di Lettere e Filosofia.Fu proprio all’ingresso di questa facoltà che piazzai un manifesto colorato dal titolo ANAEXPLOSION ove, in aperta polemica col politichese e i militonti della sinistra extraparlamentare, sinistra estrema che dominava incontrastata da 10 anni quell’Università – proletari fasulli, figli delle migliori famiglie-bene toscane, che giocavano a fare i rivoluzionari – in aperta polemica, dicevo, rivendicavo una esplosione libertaria di massima creatività.Il manifesto ANAEXPLOSION fece colpo! E molti furono i messaggi che accanto ad esso furono piazzati.Chi era d’accordo, chi invocava la giustizia proletaria contro di me, chi mi dava del fascista. A chi mi dava del fascista risposi che se mi davano dell’anarco-fascista marinettiano,

19

Page 20: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

cioè neo-futurista, a me stava bene!Un messaggio in particolare mi colpì: era di Vittore Baroni – lo conoscevo già per nome dato che editava fogli alternativi – che mi invitava a partecipare ad una rassegna di Arte Postale dal titolo Post-Scriptum che stava organizzando al Forte dei Marmi all’interno della rassegna annuale di Satira Politica. C’era il suo numero di telefono e ci incontrammo pochi giorni dopo all’università.Nacque così la mia partecipazione alla mail art e il mio ingresso nel circuito.Già ero collagista e poeta visivo, avevo avuto molteplici esperienze con la stampa underground, avevo fatto parte del gruppo beatnik C.13, stavo editando FUCK e La rivolta degli straccioni.Oltre a partecipare nel circuito mail art, iniziai a organizzare mostre, aprii anche a Lucca uno spazio artistico autogestito , il “Bureau de l’Art” e molti sono coloro che videro le loro opere esposte da me, nell’indifferenza cittadina.Tra le rassegne da me organizzate volgilo ricordare:

- millennium – - rendez-vous Lucca-Giappone –- luther blissett eXperience –- Poesia Oggettuale –

E l’attuale “Andata & Ritorno”, iniziata nel 2002 e che non accenna ancora sintomi di stanchezza.La rassegna che più ha avuto successo è stata “millennium” che ha visto la partecipazione di centinaia e centinaia di operatori e che ha generato un’infinità di piccole mostre, allestite in situazioni più o meno incongrue, che vanno dal bar, al negozio di dischi, dal ristorante alla libreria, dalla scuola alla biblioteca…

Un lavoro al quale sono rimasto particolarmente affezionato è la poem-machine, una scatola esagonale di cartone rosso con l’adesivo ARTE sul coperchio che contiene striscioline di rime poetiche. Uno pesca le striscioline e le mette una sotto l’altra, ed ecco la Poesia sorta sotto l’egida di FLUXUS nel pieno rispetto della tradizione DADA.La poem-machine è stata esposta in vari luoghi del pianeta, anche a New York e… miracolo!!! Ne sono tornato in possesso.Altro lavoro al quale sono particolarmente affezionato è l’ Autopoesia, poesia

20

Page 21: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

oggetto realizzata durante una mia performance nel 1980, al Mercatino della Poesia di Ravenna.

Avevo ricoperto di poesie e fogli poetico il mio maggiolino VW.

LE RIME DI GIGI

Presso la sede della “Cesare Viviani” è stato presentato dal dr. Dino La Selva, il libro di Giangrandi Giovanni “Le rime di Gigi”. Ecco parte dell’intervento di La Selva sul testo, che è stato seguito con estrema attenzione dai presenti: “Mi hanno sempre fatto ridere, e mi hanno sempre irritato, i critici letterari che vivisezionano l’autore cercando a tutti i costi nella sua opera le ascendenze e le derivazioni culturali. Forse lo fanno solo per farsi belli della loro cultura. Io penso che ogni autore abbia la sua personalità e che, nel bene e nel male, imiti solo sé stesso. Se si ritrovano accenti che richiamano questo e quell’autore celebre, ciò è dovuto alla peculiarità del suo sentire, non all’imitazione di questo o quello stereotipo. Ciò premesso devo dire che ho letto con piacere le rime vernacole di Giovanni Giangrandi che mi hanno divertito e a volte commosso. Ho trovato in esse tutta la vivezza e la spontaneità della buona poesia dialettale. C’è in esse la rappresentazione della realtà quotidiana popolare, a volte rozza e scurrile, ma sempre autentica, e nobilitata da tanto amore. Amore per la sua famiglia, per la sua donna, per gli anziani, per le persone vessate e umiliate, per gli animali. Potrei trovare riferimenti della sua formazione culturale nel messaggio cristiano, in San Francesco, persino nello scoutismo… Il fatto è che Giovanni Giangrandi è solo sé stesso. Ha un fondo culturale che forse si richiama a tali concezioni di vita, ma le rielabora e la fa sue con la sua intelligenza, con la sua sensibilità, con il suo DNA. Io ho conosciuto bene la sua famiglia d’origine dal lato materno: gente d’intelligenza viva e estrosa, di profonda e operante fede cristiana, profondamente radicata nella realtà popolare della sua comunità, a cominciare dal nonno Giovanni, allo zio Beppe, alla madre Giovanna, donna d’intelletto e di cuore, allo sfortunato fratello Andrea; una famiglia di cui andare fieri e che io definirei di nobiltà plebea. È al suo DNA, alla sua ascendenza che Giangrandi deve le sue qualità di schietto e genuino poeta vernacolo, intimamente radicato nella realtà umana e sociale del suo popolo.”

21

Page 22: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

LA MORTE DI LUCIANO ORI

Il 26 aprile l'artista Luciano Ori, fondatore del movimento della ''Poesia Visiva'' con Eugenio Miccini e Lamberto Pignotti, e' morto nella sua casa di Firenze all'età' di 80 anni. Da tempo soffriva di disturbi cardiaci. Negli anni Sessanta e Settanta proietto' Firenze di nuovo sulla scena delle avanguardie artistiche. Nato a Firenze nel 1927, Ori inizio' l'attività' professionale giovanissimo, a 12 anni, realizzando per il "Teatro della Pergola" di Firenze i bozzetti per l'operetta "La Gran Via". Dopo aver tenuto la prima mostra personale nel 1950, nel 1963 attuo' una radicale svolta teorico-formale: usando materiali logo-iconici preesistenti (prelevati principalmente da quotidiani e rotocalchi) ed elaborandoli con la tecnica del collage totale, Ori opero' all'interno della poetica tecnologica della quale e' stato uno dei promotori a livello internazionale. Luciano Ori e' quindi stato uno dei principali iniziatori e protagonisti della ''Pittura tecnologica'' e della ''Poesia Visiva'', sulle quali ha scritto testi teorici fondamentali. L'artista fiorentino e' stato uno dei fondatori del Gruppo '70 e del Gruppo internazionale della Poesia Visiva. Oltre ad avere tenuto numerose mostre personali, Ori ha partecipato a collettive e manifestazioni nazionali e internazionali, tra le quali quelle ai Musei di Bologna, Modena, Torino, Verona, Amsterdam, Dusseldorf, Hannover, Bruxelles, Saarbrucken, Documenta di Kassel, le Biennali di Venezia e di San Paolo del Brasile, la Quadriennale di Roma. Nel dicembre 1979 il Comune di Firenze, Assessorato alla Cultura, lo incarico' di realizzare e curare la prima mostra storica internazionale della ''Poesia Visiva''. Nel dicembre 1988 fu invitato come uno dei fondatori, alla mostra "Firenze la storia, la Poesia Visiva un percorso internazionale, 1963-1968", organizzata dall'Assessorato alla Cultura di Firenze. Hanno scritto di lui Pierre Restany, Luciano Berio, Daniele Lombardi, Lara Vinca Masini, Gillo Dorfles, Enrico Crispolti, Filiberto Menna, Silvano Bussotti, Marshall Mc Luhan e Achille Bonito Oliva. Attivo anche nel circuito dell'arte postale, suoi lavori sono stati presentati in collettive assieme a quelli del lucchese Vittorio Baccelli e del viareggino Vittore Baroni.

LA LEGGE DI MURPHY COMPIE 60 ANNI

Lucca- Presso la sede della Cesare Viviani è stata ricordata la Legge di Murphy che compie sessanta anni: infatti, la storia di questa Legge inizia nel 1949 con il pilota e ingegnere aerospaziale americano Edward Aloysius Murphy. Laureato all’Accademia Militare di West Point nel 1940, dotato di gran senso pratico, iniziò a lavorare nella sezione “Ricerca e Sviluppo” dell’Aviazione Militare USA. Era il 1949 quando si trovò a testare alcuni razzi a guida umana, ognuno dei quali possedeva 16

22

Page 23: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

accelerometri e, ognuno di questi dispositivi poteva esser montato in due sole maniere: o quella giusta o quella sbagliata. Puntualmente almeno uno dei tecnici finiva per montare tutti quanti i 16 accelerometri nel modo sbagliato. L’episodio spinse Murphy a coniare la celebre frase che in seguito divenne una Legge: “Se ci sono due o più modi di fare una cosa, e uno di questi può condurre alla catastrofe, allora qualcuno lo farà in quel modo.”Il fatto venne riportato durante il corso di una conferenza stampa da un pilota di uno di quei razzi, il maggiore John Paul Strapp, e da quella conferenza stampa, la Legge di Murphy ha fatto il giro del mondo fermandosi sovente nelle librerie. Non solo, ma da questa Legge è nata una vera e propria disciplina, anche se semiseria, la “Murphologia”. A sistemarla scientificamente e letterariamente ha provveduto l’umorista-scrittore USA, Arthur Bloch che ha pubblicato un gran numero di libri che raccolgono le varianti più spassose della Legge, elaborate da lui stesso o da altri seguaci di questa Legge. Infatti, molti sono i murphologi che per un motivo o per l’altro si sono richiamati al pensiero di Edward Murphy. “Una ricerca abbastanza lunga tenderà a confermare ogni teoria.”Come derivazione abbiamo la legge di “Finangle”: “Tutto quello che può andar male, lo farà e, nel peggior momento possibile”. Da rilevare altre applicazioni: “Quando si va ad una cassa, la coda vicina è sempre più veloce” e “Per quanto ci sforziamo di trovare un prodotto a buon mercato, dopo averlo comprato lo troviamo da un’altra parte ad un prezzo inferiore”. Tra i corollari coniati dai murphologi, abbiamo: “I cretini sono sempre più ingegnosi delle precauzioni che si prendono per impedir loro di nuocere.” Sempre partorito dalla Legge, ecco il corollario: “Se le cose sembra vadano meglio, c’è qualcosa di cui non stiamo tenendo conto” e “Le cose vengono danneggiate in proporzione al loro valore”. Dunque con la Legge di Murphy abbiamo una visione pessimistica, ma abbastanza reale e comica del nostro mondo. Per inciso, invece di rimanere lusingato di tanta attenzione, Edward Murphy rimase infastidito assai da tanta notorietà della sua Legge e criticò continuativamente le sue interpretazioni letterarie fino alla sua morte (1990), ritenendole ridicole triviali e sbagliate. Ovviamente per questo sessantesimo anniversario non risulta che siano in cantiere festeggiamenti o rievocazioni, a meno di non voler considerare l’attuale crisi economica dell’economia globalizzata, come risultato vincente dell’applicazione della Legge di Murphy, ricordando ancora una volta che “Alla fine, se qualcosa può andare storto, lo farà e, nel peggior momento possibile”.

IL SILENZIO DEI POETI

La traduzione del silenzio non si può stabilizzare in alcuna forma: il movimento della scrittura conduce la frase ogni volta a strutturarsi e a disgregarsi. In quel culmine si colloca per un momento la poesia. (Flavio Ermini)

23

Page 24: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

Quante morti sono state annunciate, della letteratura, della pittura, dell'architettura, fino ad arrivare ad affermare: Dio è morto! Ma della parola si è affermata la morte?Forse, infatti, fin dagli ultimi anni '70, la problematica poetica, e non solo, si sposta sul silenzio, sulla non-partecipazione, sull'astensione."Voler scrivere è volersi distruggere", questo tema viene ulteriormente integrato e abbiamo anche "affidarsi al silenzio in quanto rifiuto di parlare", e cioè ad un silenzio parlante, a un volersi distruggere, e non solo in senso metaforico. Dei personaggi di Samuel Beckett, esempi vivi di questo parlante rifiuto di parlare e di questo atteggiamento che sembrerebbe ormai l'unico possibile, è stato detto che gli esseri umani sono la fase costante del flusso interiore, ma le strutture del flusso variano poco da persona a persona.Tutte le strutture ripetono gli stessi impulsi umani: l'impulso a spiegare l'inesplicabile, ad imparare a trovare un senso a ciò che ne è privo, l'impulso ad essere costantemente attivi nella mente, ma anche nel corpo, meglio se in entrambi, e un impulso a tentare inutilmente la fuga nella stasi, nel silenzio mortale , nel non essere.In "Assumption" del '29, il primo racconto pubblicato di Beckett, l'Autore non definisce con molti particolari il problema dell'esistenza umana, bensì descrive il desiderio di sfuggire a questi problemi. L'anonimo protagonista disgustato dalla forza vitale che fa pensare parlare e vivere, lui e gli altri, tenta di soffocare ogni suono, ogni processo mentale e quindi prova a rinchiudersi in un silenzio avvolto dalla carne, in una riserva d'energia vitale che, com'egli sente, minaccia di ribellarsi, di esplodere, di distruggere lui stesso. Tutto il problema dei personaggi beckettiani da Molloy a Murphy a Pim, consiste nel sapere che è possibile raggiungere il mondo oggettivo, ma che nell'atto stesso in cui lo si raggiunge, lo si perde attraverso l'incertezza trascendente dei concetti che immediatamente si stabiliscono su di esso. Quasi un’ulteriore dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, dell’asserzione zen: ciò che si definisce subito muore. Bisognerebbe continuare ad accettare la certezza prestabilita o trascendente e i suoi strumenti, o tacere. Altrimenti le parole divengono lo stesso strumento visibile di frattura della coscienza soggettiva e oggettiva e quindi strumenti dell'incertezza e dell'intollerabilità del vivere. Tacere come atto di semplice omissione della parola può anche essere strumento visibile e udibile dell'incertezza e dell'intollerabilità del vivere. Parlare dell'insufficienza delle parole con le parole è un procedimento unilaterale, una frattura, un requiem, impotente di fronte all'edificio logico-simbolico che l'essere umano ha costruito. È il silenzio reale ricercato da Pasolini o da Mishima, ma è anche il silenzio vuoto di tutti a comunicare che stanno comunicando. D'altro canto è il trionfo del pensiero zen di una mente che costruisce lentamente e soggettivamente il proprio silenzio. Davanti all'impotenza della parola, Ion Barbu scrive il suo capolavoro:

Giammai un alberoha ucciso un albero.

24

Page 25: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

Mai una pietraha testimoniatocontro una pietra.

Solo il nome alberouccide il nome albero;solo il nome pietrauccide, testimoniandosul nome pietra.

Mentre continuano a moltiplicarsi, anche se datati, gli informali alla Pollok, il silenzio di Cage viene rappresentato nelle sale d'orchestra e i tagli di Fontana sono esposti nei principali musei; c'è da registrare anche il silenzio che contiene la coscienza soddisfatta del mondo e dell'io, il silenzio che non è più rifiuto di parlare, ma è lo stato in cui il parlare diviene superfluo, nella terminologia beckettiana è il silenzio che dura, o il vero silenzio. Ma la phoné di Carmelo Bene, malgrado la sua morte fisica, coesiste con i muti giardini zen, veri e propri tangibili haiku, mentre la ricerca anche letteraria, con rinnovata lena, continua.

VOLO IN MONGOLFIERA

Il primo embrione della storia del raduno aerostatico di Capannori risale al lontano 1984 quando il Comandante Enzo Cisaro ospitò a bordo del suo pallone a gas I-Cait la contessa Maria Fede Caproni, diretta discendente della grande famiglia di costruttori aeronautici e membro della Commissione Cultura della Federazione Aerostatica Internazionale ed il giornalista lucchese Massimo Raffanti, già autore di diversi articoli sull'avventura e di libri sul volo in particolare.Finalmente, nell’estate 2005, il sogno di Raffanti si poté realizzare, grazie alla sua intraprendenza e al vivo interesse manifestato dall'Amministrazione Comunale di Capannoni che, su sua indicazione, ospitò due anni fa a Villa Mazzarosa una rara collezione museale su Vincenzo Lunardi. Giunto ormai alla quarta edizione, oggi il raduno di Capannori (www.flyairevents.org) ha raggiunto notorietà anche in campo internazionale e vede la presenza di piloti provenienti da tutta Europa.Quest’anno, parteciperà alla Festa dell’Aria , anche la prima associazione sportiva per il volo libero mai costituita a Lucca: si tratta del “Vincenzo Lunardi Lucca Balloon Club” (www.luccaballoonclub.it ) che, proprio il concittadino Massimo Raffanti ha voluto fondare assieme a Marco Mayrani, il curatore del Museo Storico Gianni Caproni di Trento e l’ autore di "Aerostati", il libro italiano più completo sull'argomento.

25

Page 26: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

Ben tre equipaggi del Club, che ha già collaborato in alcune iniziative col Comune di Lucca - fra cui a Murabilia- sfiderà dunque, a Tassignano, il resto dell’Europa, nell’appassionante rush dei due prossimi week -end del 20/21 e del 27/28 Settembre. Col simbolo del pallone storico di Vincenzo Lunardi sulle ceste in vimini ed i colori lucchesi dunque, l'associazione solcherà i cieli capannoresi nella prossima Festa dell’Aria, vantando l'adesione di ben 3 piloti professionisti ed altre figure storiche del volo libero in mongolfiera: fra queste - dicevamo - la Contessa Caproni del prestigioso Museo Aeronautico di Trento e diverse personalità, tra le quali il Prof. Pietro Ferretti, noto alpinista e studioso di problematiche oculari in quota.La nuova associazione, intitolata al grande pioniere lucchese Lunardi, che nel '700 strabiliò il mondo per le sue imprese leggendarie, è iscritta alla Federazione Italiana di Aerostatica ed intende promuovere il territorio della Lucchesia, organizzando eventi aerostatici internazionali e proponendo una collaborazione a enti, istituzioni locali e privati, per la realizzazione di raduni, fiere o spettacoli suggestivi, tra i quali, quello notturno del "Balloon Glow ma, anche animazioni in feste paesane o sagre.Fanno parte del club lucchese di volo in mongolfiera: il Capitano Enzo Cisaro, leggendario pioniere dell’aerostatica italiana, che ha partecipato a ben 7 campionati del mondo col suo pallone a gas , Giulio Sbocchelli ed Antonio Lo Franco.

CULTURA AFRICANA

Lucca - Nella “3a Rassegna di cinema e cultura africana” titolata “Storie dell’altro mondo” che si tiene nella nostra città organizzata dalla Diocesi e dalla Cooperazione Missionaria con il patrocinio del CESVOT, una particolare menzione merita il libro di Giuseppe Carrisi, “Kalami va alla guerra – i bambini soldato” che verrà presentato in collaborazione con la Cesare Viviani, alla Casermetta Santa Maria delle Mura urbane, giovedì 27 settembre alle ore 17.L’opera affronta la terribile piaga costituita dall’incremento dell’utilizzo dei minori in contesti di guerra .E' un testo aggiornatissimo, completo di tabelle informative, fortemente improntato su interviste e testimonianze inedite, dal taglio giornalistico; analizza aspetti del fenomeno poco esplorati (la sorte delle “bambine soldato”, ancora peggiore di quella dei loro “colleghi” maschi) o del tutto originali nella trattazione classiche del tema (i bambini-kamikaze utilizzati dai terroristi islamici). Bambini, ragazzini, ragazzi, rapiti, picchiati, terrorizzati. Costretti a imbracciare un fucile o un machete e a prendere parte alla guerra. Trasfigurati dall’orrore, da vittime a carnefici spietati, terrore dei loro stessi villaggi, delle loro stesse famiglie che essi stentano a riconoscere sotto l’effetto della droga che viene loro somministrata e che li rende ancora più feroci. Genitori, parenti, piccoli amici massacrati da bambini-combattenti, come esercizio coatto di fedeltà all’esercito che li ha arruolati e non da

26

Page 27: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

scelta. Altrimenti: torture, amputazioni, morte. È accaduto, accade nelle tante zone calde dell’Africa: Sudan, Ruanda, Uganda, Sierra Leone, Congo lacerate da guerre tra eserciti e fazioni rivali. Ragazzi usati, abusati per inermità e inconsapevolezza, allevati nell’ignoranza dell’indottrinamento e immolati al sacrificio della guerra (santa), vestiti di bombe, o mandati con l’inganno a testare la presenza di mine nei campi, mentre all’orizzonte, un attore mercenario inscena il profeta che chiama in paradiso i suoi piccoli eletti. Correndo, nell’entusiasmo della visione, centinaia di vite in sboccio sono esplose in aria. È accaduto, accade in Medioriente, Iran, Afghanistan. Bambine, ragazzine, ragazze, vendute in cambio di qualche spicciolo, ridotte in schiavitù e avviate forzatamente alla prostituzione. Una pratica che dall’Estremo Oriente arriva fino all’Europa balcanica. “Mogli” di interi nuclei combattenti dell’Africa, ingravidate e poi abbandonate perché “l’ingombro” rallenta la marcia. Altrove, invece, costrette a gestire fino al parto il seme del loro stupratore. Matrici e incubatrici forzate di una razza diversa ed ostile alla propria, sorvegliate a vista per impedire che si tolgano la vita. Lo spettro di una tragedia che ancora aleggia sull’altra sponda dell’Adriatico. Una delle tante spietatezze della guerra in Bosnia-Erzegovina. Questa infanzia oltraggiata è il cuore, ferito, del libro di Giuseppe Carrisi. Una denuncia delle violenze sui minori nelle zone di guerra, un’inchiesta, un dossier che fa il giro del globo e invita la coscienza collettiva a tenere alta la guardia su atrocità intollerabili, eppure perpetrate, nonostante risoluzioni e sanzioni internazionali; atrocità dietro cui ci sono troppo spesso interessi politico-economici che smascherano la complicità indiretta di paesi civili e industrializzati. Bambini di cui il libro si fa portavoce per ricordare alla società civile e alle istituzioni che in varie parti del mondo centinaia di migliaia di Kalami sono in guerra e da soli non possono uscirne. Neppure gli sforzi delle organizzazioni non governative, delle missioni religiose, da soli, possono far fronte all’immensità della tragedia. Giuseppe Carrisi è giornalista di RAI International. Al di là dell’interesse professionale per il tema di questo libro, collabora come volontario a progetti di recupero per bambini soldato, dando vita a eventi di sensibilizzazione e raccolta fondi e coordinando le attività in loco, soprattutto nell’area centroafricana.

A MONTECITORIO IERI PER ISRAELE

Si è svolta, organizzata dall'Associazione Parlamentare di Amicizia Italia-Israele, una manifestazione dinanzi a Montecitorio nella forma di una maratona oratoria. Per la prima volta, dall’interno del Parlamento – e da una organizzazione costituita da componenti di tutti i gruppi parlamentari – ha preso le mosse una manifestazione di piazza, alla quale erano stati invitati caldamente i cittadini, sulla parola d’ordine:

27

Page 28: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

“Con Israele, per la libertà, contro il terrorismo”. Infatti, lungo il confine di Israele passa una frontiera che è anche la nostra: quella che separa la democrazia dalla violenza, la libertà dall’intolleranza.Ho voluto ricordare questa notizia perché anche una delegazione di lucchesi ha partecipato all'evento. Ma anche per testimoniare la mia piena solidarietà con il popolo e la nazione ebraica. Una scelta di campo, la mia, ferma e decisa, avvenuta non per motivi religiosi - grazie a Dio sono ateo - ma per motivi laici e culturali. Israele, unico stato democratico del Medio Oriente, è il portavoce della nostra cultura occidentale in questa martoriata regione. Lo stato di Israele ha tutto il diritto di esistere e di difendersi dal terrorismo che minaccia la sua esistenza. Hamas, come hezebollah, è un movimento terrorista e nel suo statuto è prevista la cancellazione di Israele. Stati vicini come la Siria e l'Iran mettono costantemente in dubbio l'esistenza di questa nazione. Con la road map si doveva arrivare nell'anno passato a due stati sovrani. A Gaza in cambio di territorio si chiedeva la pace. Invece i palestinesi, prima hanno inserito la sharia nella loro costituzione e poi hanno votato per hamas, movimento terrorista. La sharia nella costituzione significa sottomissione della donna e omosessualità come reato: entrambe le posizioni sono inaccettabili dal mondo civile. Inoltre hanno trasformato la striscia di Gaza in una rampa per missili contro Israele.Da tempo vado sostenendo che tra i mussulmani si sta sviluppando una nuova forma di nazismo, il nazislam, caratterizzata dall'antiamericanismo e dall'antiebraismo, non ha caso dopo il Corano i libri più letti tra queste popolazioni sono il Mein Kampf di Hitler e I Protocolli dei Savi di Sion.Nella nostra città i “soliti” indicono fiaccolate e manifestazioni pacifiste: troppo spesso ho visto usare la parola pace per difendere stati canaglia o posizioni antiamericane. Ma la popolazione ha aperto gli occhi.Questo è l’appello lanciato dall'Associazione Parlamentare di Amicizia Italia-Israele:“Dopo 8 anni di attacchi missilistici e il rifiuto da parte di Hamas di rinnovare la tregua, Israele ha deciso di fare ciò che qualsiasi altro stato avrebbe fatto da tempo: difendere i propri cittadini, cercare di fermare il continuo attacco proveniente da Gaza, cambiare la situazione sul terreno così da garantire il proprio diritto alla sicurezza. Il conflitto è sempre doloroso: auspichiamo la fine delle sofferenze dei civili innocenti da ambo le parti e sosteniamo l’Italia nel suo sforzo umanitario. Ma non possiamo fare a meno di notare come questo scontro sia reso particolarmente duro a causa dell’uso di civili come scudi umani da parte di Hamas. Resta in noi la speranza che da questo conflitto possa uscire un Medio Oriente meno tormentato dall’odio integralista e meglio predisposto alla pace. Hamas è un gruppo terroristico particolarmente distruttivo, come riconosciuto dalla stessa Unione Europea. Esso non rappresenta solo se stesso: i suoi stretti rapporti con l’Iran, la Siria e gli Hezbollah e la presenza a Gaza di Al Qaeda, rendono questo confronto un episodio decisivo nella guerra delle democrazie contro il terrorismo. Tutti noi speriamo che presto si ritorni a

28

Page 29: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

una situazione di quiete, ma, proprio per questo, pensiamo che sia indispensabile evitare che Hamas torni a bombardare i cittadini israeliani e che cessi la sua politica di esportazione dell’odio e dell’intolleranza.”

PONTE A MORIANO E' SEMPRE SPARITO!!!

Lucca - Ci voleva l’assessore Azzarà per farci sapere che Ponte a Moriano come località non esiste proprio. Infatti, un mese fa proprio nel bel mezzo della frazione di Ponte a Moriano, sulla via del Brennero, è stato piazzato un assurdo cartello stradale con il quale si dice che lì è finita la frazione di Saltocchio e ora inizia quella di San Gemignano di Moriano. Da allora si sono susseguite proteste, giustificazioni assurde, ma il risvolto kafkiano della faccenda è che quel pazzo cartello è sempre lì. È la vittoria della follia burocratica sulla realtà! È una vergogna che quel cartello che genera solo confusione non sia ancora stato rimosso. Ma la confusione toponomastica che sembra aver colto il Comune di Lucca non si ferma qui. Dal lontano 2001 si è concluso l’iter per titolare una strada al compositore Antonio Salieri, da sempre bistrattato dalla storia e dal cinema, ed ora anche dal nostro Comune. I musicofili cittadini, che hanno sponsorizzato questa titolazione, non sono per niente contenti, infatti della via Antonio Salieri non c’è traccia, e sapete perché? Perché la Commissione Viaria da anni non viene nominata, insomma, non c’è proprio più. E così oltre a Ponte a Moriano e stata fatta sparire anche via Antonio Salieri: ma per favore! Ed io che volevo proporre la titolazione di due vie: una a Nikola Tesla, scopritore e l’altra a Filippo Tommaso Martinetti, futurista, a chi devo rivolgermi?

L’UGL E GLI INCONTRI SEPARATI

Lucca - “Pensavo che fosse finito il tempo degli incontri separati”, così ha dichiarato Renata Polverini alla notizia dell’incontro di CISL e UIL con il governo. È infatti inammissibile trascurare sia il primo sindacato italiano, la CGIL, che l’UGL che è il terzo. Ma tutto il mondo è paese, infatti proprio a Lucca solo dalla stampa l’UGL ha appreso che è stato firmato in Provincia un protocollo d’intesa volto alla raccolta, alla preservazione e alla divulgazione delle “storie del lavoro”, delle vicende sindacali e delle imprese locali in vista delle costituzione di un “Centro di documentazione sulle memorie del lavoro e dell’impresa”. Detto accordo è stato sottoscritto da tutte le parti sociali e dalla triplice per parte sindacale. Ci si domanda: come mai l’UGL, che è la terza confederazione sindacale italiana coi suoi 2.400.000 iscritti dei quali un milione donne, sia stata tenuta fuori da questo protocollo. L’UGL, erede della Cisnal è sempre stata dal dopoguerra parte attiva della politica sindacale nazionale e locale. E anche

29

Page 30: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

se andiamo alle nostre lotte storiche, dai cavatori di Arni alla SMI, alla Cantoni, allo Iutificio Oliva, vediamo questo sindacato storicamente in prima fila assieme alle altre confederazioni e alle volte in contrasto con esse. L’UGL non ha intenzione di ignorare certe “dimenticanze” che potrebbero suonare come discriminazioni e ricorda che ha il diritto-dovere di partecipare ad ogni trattativa, ad ogni tavolo, ad ogni manifestazione che riguarda il mondo del lavoro. Per questa specifica dimenticanza, l’UGL sta attendendo un atto riparatore da parte del Presidente della Provincia. Ma non è finita qui: ancora dalla stampa i dirigenti lucchesi dell’UGL hanno appreso che il Comune di Capannori ha firmato un accordo integrativo, ci sono le firme delle RSU, dei sindacati di categoria della triplice, poi il DICCAP (che dopo le ultime elezioni RSU non è più maggiormente rappresentativo – ma ben venga anche la sua firma) e manca proprio l’UGL provinciale, che pure ha un suo RSU eletto nella propria lista SULPM, che è una federazione aderente alla confederazione UGL. Amara la considerazione dei dirigenti lucchesi dell’UGL: “Non è ancora finito il tempo degli incontri separati”.

MATTEOLI RILANCIA LA VERSILIA MODENA

Il rilancio dell’ipotesi viaria Versilia Modena è questa volta da imputarsi ad Altero Matteoli, che però pecca d’imprecisione nel definirla LU-MO. Ovviamente a questo rilancio rispondono in negativo i soliti amministratori della Valle, progressisti nella facciata, ma profondamente conservatori nella sostanza, che si oppongono da sempre a questo progetto. Fortunatamente altri amministratori bipartisan la pensano diversamente e chiedono collegamenti che dalla Valle del Serchio raggiungano sia la Versilia che il modenese.Ricordo che il progetto di massima al quale faccio riferimento fu quello depositato da Berlusconi presso la Comunità Europea, e che nel 2000 fu presentato pubblicamente a Castelnuovo Garfagnana dall’ing. Moutier, nella sala del Parco delle Alpi Apuane, presenti e favorevoli anche alcuni Sindaci di giunte di sinistra del modenese.Tutto questo spinge ad ulteriori riflessioni. Per parlare della Versilia Modena bisogna andare indietro nel tempo fino a diverse decine d’anni fa. Fu allora presentato un progetto di viabilità autostradale da Lucca a Modena da parte dell’Associazione Industriali (che auspicava nuovi collegamenti per lo sviluppo economico della provincia) e della SALT, ma questo progetto si attirò un’alzata generale di scudi - cittadini, politici e ambientalisti - poiché era veramente irrispettoso dell’ambiente essendo stato concepito su un modello autostradale assai discutibile, sul tipo della bretella autostradale Viareggio-Lucca. Passarono gli anni ed emerse un nuovo progetto più attento all’ambiente e per la maggior parte del proprio tracciato in galleria (circa l’80%). Questo ebbe fin dall’inizio un seppur timido consenso da parte di molti e, il percorso probabile fu

30

Page 31: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

presentato anche al Parlamento Europeo. Questo progetto di massima fu inoltre, come ho già detto, nel 2000 illustrato dall’ing. Moutier a Castelnuovo Garfagnana in un’affollata riunione alla quale parteciparono anche amministratori del modenese. Più che della LU-MO è giusto parlare della Versilia-Modena, anche perché il tracciato viario dalla Versilia sbucherebbe in lucchesia, precisamente a Valdottavo. Questo tracciato diverrebbe parte integrante di una delle più importanti autostrade europee previste: l’asse Berlino-Palermo. Si andrebbe a collegare il nord d’Europa a tutto il versante tirrenico, con importanti ricadute per le nostre aziende e, per quelle dell’Europa settentrionale che potrebbero così scegliere anche gli scali marittimi tirrenici e, cesserebbero d’essere obbligate ad usare quelli dell’Adriatico come oggi succede. L’altro beneficio, più locale, secondario e di riflesso, riguarderebbe l’alleggerimento del transito lungo la Valle del Serchio – viabilità troppo spesso ingolfata da traffico pesante e dai pendolari - recentemente compromesso da situazioni come la frana alla cava Maddaleni, dai perpetui lavori in corso, dal movimento franoso di Bolognana, dalla strettoia dopo Rivangaglio e dall’insufficiente e vetusta rete ferroviaria. Oggi, al livello di viabilità locale si è raggiunto un importante accordo, che però stenta a decollare per mancanza di fondi, mentre a livello nazionale si darà sicuramente la precedenza alle grandi opere, nel nostro caso il Ponte sullo Stretto di Messina. Ma l’asse Palermo-Berlino, per la sua realizzazione oltre al Ponte di Messina prevede anche il tratto che c’interessa, pertanto in futuro, il progetto del collegamento con Modena andrà sicuramente avanti. A questo punto è chiaro che man mano che il tracciato diverrà cosa reale bisognerà prestare la massima attenzione alla salvaguardia dell’ambiente, e qui occorrerà un ampio dibattito che veda la partecipazione di tutte le forze politiche, sociali e ambientaliste. Il denigrare il progetto da parte dei “soliti” in questa fase è partita presa solo strumentale. Sì è vero le elezioni sono vicine, ma per quanto mi riguarda questo progetto l’ho sempre sostenuto. Certo è che un cambiamento politico nella Valle è auspicabile per poter attuare un rilancio concreto su questo tema, ma anche su altri come ad esempio la riapertura del Casinò di Bagni di Lucca.

E I TAGLI?

Pensare che da inguaribile romantico ero per Lucca Provincia Autonoma, magari allargata alla Valdinievole come dei desideri di molti abitanti di quella vallata e di qualche nostrana forza politica. Un’ipotesi romantica, poetica e forse anche storicamente credibile, ma oggi, in tempi di recessione, di tagli ai costi amministrativi, decisamente improponibile. E così ho dovuto ricredermi. Ricordate il periodo della passata campagna elettorale, con tutte quelle promesse di tagli e

31

Page 32: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

accorpamenti? Via le Province, via le Comunità Montane, via i Consorzi di Bonifica, via il PRA, via le Camere di Commercio, via le Circoscrizioni… E i piccoli Comuni e le ATO e le ASL: parola d’ordine, accorpare!Anche le leggi dovevano essere massivamente tagliate, a cominciare dalla formulazione del Testo Unico della Pubblica Amministrazione: solo questo avrebbe fatto sparire un migliaio di leggi. Poi si è ingranato la retromarcia: si è detto che le C.M. andavano bene se avevano l’80% del territorio oltre gli 800 mt., le province si levano solo quelle delle aree metropolitane e di azioni concrete non se ne sono viste. Dei piccoli comuni, del PRA, delle Camere di Commercio, nessuno più ne ha parlato e tutto è rimasto come prima o quasi. Anzi s’è visto un paio di Province in più. Passando alla Regione Toscana sembrerebbe impossibile portare i rappresentanti da 65 a 50: eppure il risparmio sarebbe di 4 milioni. La regione ha in totale 68 Enti e il Piano Martini si pone l’obiettivo di tagliarne almeno 30, passando così a 38 Enti. Ma al momento sono solo 16 gli Enti tagliati, e di tagliarne altri non se ne parla proprio. Vediamo in dettaglio gli Enti tagliati: Agenzia per l’energia, tre ATO rifiuti al posto di 10, 1 azienda per il diritto universitario al posto di 3, fusione di Sistema Toscana, 1 ATO acque al posto di 6, Sviluppo Italia Toscana, ARSIA. Allora non mi resta che un’ultima amara considerazione, gli unici veri tagli che ho finora visto sono quelli attuati sui giorni di assenza sui dipendenti pubblici in regolare congedo per malattia. Non ci siamo, non ci siamo proprio.

IL POPOLANO LAPINI E GIACOMO PUCCINI

Lucca - Sicuramente in molti ricorderanno la figura del popolano Lapini che a Lucca era considerato una fonte di simpatia e di amicizia. Il suo nome era Antonio, ma tutti

32

Page 33: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

lo conoscevano come il popolano, era un politico libertario, ma anche poeta. E per molte festività del 1° maggio, lui organizzava il proprio comizio, in piazza San Michele, con il garofano rosso rigorosamente all’occhiello. Imbianchino di estrema perizia, ma non solo, anche politico individualmente impegnato, amico di tutti anche dei suoi avversari politici, attivo nel sociale. Nato nel 1895 tra le sue molteplici amicizie ebbe anche quella di Giacomo Puccini. Così sfogliando il “Giornale del Mattino” di martedì 25 marzo 1958, ho trovato un articoletto con tanto di poesia del Lapini in merito alle commemorazioni di Puccini di quella data. E dato che le commemorazioni pucciniane oggi sono in piena attività, l’articolo mi è sembrato in sintonia coi tempi che corrono. L’articolo è titolato: “Puccini e … Lapini”.

Durante la nota discussione, al consiglio comunale, un consigliere tirò fuori il nome di Lapini: del popolano Antonio Lapini. Non lo fece per vezzo d’ironia, ma sebbene inquadrò quel nome in quanto si stava dicendo a proposito di lucchese che avrebbero potuto commemorare Puccini senza dover andare a cercare troppo lontano. Una commemorazione di ricordi e basta! Ora Lapini, il buon Lapini, che conobbe Puccini, da giorni aveva stilato, con la sua semplice vena, questo breve componimento poetico:

O Boheme, Butterfly, Fanciulla del westo Manon, o altre gemmedelle tue sconfinate melodieche i cuori dei miseri mortalifacesti palpitaree per pochi attimile amarezze della vita scordare.

Dalle sette note musicalitraesti accordi, motiviper rivestire le tue creatureumane e di sognicoloristi con armonie paradisiachele bellezze del creatodal tuo genio alato.

E Lucca orgogliosa d’aver dato i natalia colui che il temponon potrà annullare.

“Ci rivedremo alla stagion dei fiori”Quei fiori che non mai diventeranno appassiti

33

Page 34: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

Perché nutriti dell’eterni inviti.

PRIMARIE DEL CORRIERE

Se osserviamo la classifica dei candidati a Sindaco che questa testata ha lanciato, molte sono le osservazioni che possono venire in mente. Ovviamente occorre aver presente che un sondaggio di questo tipo non può avere alcuna valenza scientifica, ma permette ugualmente di conoscere ove vi siano situazioni conflittuali ed anche – pur con tutte le riserve del caso – quali siano i contendenti: il Comune di Barga ne è l’esempio.Ho sottoposto la classifica dei candidati e ne ho parlato con Giuseppe Priolini, dirigente UGL, che testualmente ha dichiarato: “ Vedo che sono quattro i dirigenti UGL presenti in queste classifiche. Cominciamo con Giuncugnano ove Fabio Reali, che è stato nostro RSU nella Comunità Montana della Garfagnana ed è attualmente Sindaco a Giuncugnano, è l’unico sul quale in questo Ente siano state espresse preferenze. Abbiamo poi Gino Masini (RSU Energia) in testa a Castiglione Garfagnana e che la volta scorsa non passò Sindaco per una manciata di voti. Anche a Castelnuovo il nostro dirigente sindacale (Scuola) Angiolo Masotti non passò alla tornata elettorale solo per una manciata di voti. Ma questa volta sono sicuro che se Masini e Masotti si ripresenteranno avranno ottime possibilità di vittoria. Dunque come area UGL anche se non siamo ovviamente un partito politico, potremo aspirare a esprimere tre Sindaci: Reali (confermato), Masini e Masotti. Questo ad ulteriore dimostrazione come oggi l’UGL sia radicata ovunque nel territorio e come anche il sindacato sia servito a formare quadri, non solo sindacali, ma anche amministrativi. C’è poi Vittorio Baccelli che a sorpresa sta raccogliendo consensi nel Comune di Capannori. Questa localizzazione è sicuramente da attribuire al fatto che per trent’anni ha lavorato come dipendente proprio in quell’Ente e, forse anche alle divergenze d’opinione avute anche recentemente con l’attuale Sindaco.”Dopo le franche parole del dirigente UGL, è doveroso ricordare che questa organizzazione sindacale ha già in passato avuto propri dirigenti, impegnati come amministratori in numerosi Enti; in particolare a Lucca ove l’UGL ha espresso un vicesindaco e amministratori alle municipalizzate. “Almeno fino alla passata amministrazione, ci dicono sempre all’UGL, oggi con il ritorno di antichi politici con idee certo un po’ datate (passatisti li definirebbe F.T.Marinetti), l’UGL non è presente nella squadra degli amministratori. Ed è giusto così, per un sindacato innovatore teso alla realizzazione di un futuro migliore e diverso sia nel mondo del lavoro che nella qualità della vita dei cittadini lavoratori”

34

Page 35: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

UGL AL GIANNOTTILucca – Esattamente un anno fa la confederazione UGL, che aveva la sede nel centro storico in piazza San Frediano, decise di trasferirsi fuori dalle mura a causa delle difficoltà lamentate soprattutto dagli utenti del patronato a raggiungere il centro cittadino. La maggior parte infatti, di questi utenti è rappresentata da anziani e pensionati che provengono dalle vicine frazioni e l’impossibilità di accedere con l’auto impediva una loro facile presenza fisica. Il trasferimento fu una decisione sofferta, anche perché dispiaceva ai dirigenti sindacali di questa sigla che un altro Ente fornitore di servizi abbandonasse il centro storico che già aveva visto la fuga di uffici, scuole, servizi. “Non volevamo anche noi contribuire alla trasformazione del centro storico da realtà viva e vissuta a vetrina per turisti stranieri” ci ha dichiarato un dirigente sindacale.Ma le necessità economiche hanno avuto il sopravvento e così nel settembre dello scorso anno, sia il sindacato UGL che l’ENAS con il proprio Centro Servizi si sono trasferite in accoglienti locali in via Passaglia, proprio nel bel mezzo dell’industrioso Borgo Giannotti.Malgrado il dispiacere dell’aver dovuto abbandonare il centro storico, Borgo Giannotti ha accolto questi nuovi uffici con simpatia, così che questi si sono immediatamente integrati nella vita sociale ed economica di questo vivo Borgo. Così agli utenti tradizionali che ben volentieri hanno seguito il patronato, trovando qui la possibilità di raggiungere facilmente gli uffici con l’auto e di trovare quasi sempre un parcheggio (anche se con il disco orario), si sono aggiunti nuovi cittadini e lavoratori provenienti proprio dal quartiere, contenti di avere accanto a casa o al posto di lavoro, un ufficio che può aiutarli al meglio sia nel disbrigo delle pratiche inerenti gli aspetti della vita lavorativa, ma anche in tutti quegli adempimenti quali denunzia dei redditi, pensioni, assegni familiari, vertenze…Sportelli aperti anche per disoccupati e per i lavoratori extracomunitari. In definitiva, questo trasferimento ha portato tutta una serie di servizi in più nell’operoso Borgo Giannotti.

35

Page 36: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

L’ECONOMIA LUCCHESE NEL 2009

Questo inizio 2009 ad una lettura superficiale dell’economia lucchese sembrerebbe presentare criticità nella norma, ma alcuni segnali risultano inquietanti. Nell’anno passato c’è stato un incremento della cassa integrazione costante ed esponenziale. Dei trentamila contratti a tempo determinato, ben ventimila scadono in questi giorni: quanti saranno rinnovati? Spirano poi venti di crisi anche in alcuni comparti che da sempre godevano di buona salute, come il metalmeccanico e la cantieristica. Anche l’industria cartaria lamenta una carenza di liquidità. Per quanto riguarda il credito, in primis non si riesce a stoppare la chiusura della sede lucchese della Banca d’Italia, una chiusura che impoverisce ulteriormente la nostra zona. Le banche hanno stretto troppo i cordoni del credito alle imprese e per quanto riguarda le famiglie non mettono in atto forme di alleggerimento del debito che potrebbero e dovrebbero invece usare. Una situazione in apparenza normale – scrivevo – ma che normale non è a causa di tutti quegli scricchiolii che ho appena elencato, ai quali va aggiunta la caduta della qualità della vita nella nostra provincia registrata dalle annuali classifiche giornalistiche. Plaudo per questo all’iniziativa dell’Amministrazione Provinciale che già si è attivata per l’istituzione di un tavolo, teso, non solo a monitorare lo sviluppo della situazione economica, ma anche a cercare di alleggerire le criticità in arrivo, attraverso tutta una serie di strumenti istituzionali che le legislazioni nazionali e comunitarie ci offrono. In periodi di crisi sono anche le opere pubbliche che riescono a limitare gli impatti negativi. Nella nostra provincia c’è un accordo sulla viabilità siglato da tutte le forze sociali e istituzionali, ma anche situazioni di novità non vanno scartate, mi riferisco al traforo del monte Tambura e alle due proposte di legge presentate dai senatori Baldini e Poli, tese ad ottenere Casinò regionali rispettivamente a Viareggio e Bagni di Lucca. Proposte di legge che dovrebbero essere unificate per chiedere in Toscana un Casinò regionale stagionale a rotazione tra Bagni di Lucca, Viareggio e Montecatini.

LA MANIFESTAZIONE FLOP CONTRO L'OSPEDALE A SAN FILIPPO E LO SCOLLAMENTO TRA AMMINISTRATORI LUCCHESI E CITTADINI

Lucca – Scollamento tra Giunta lucchese e i cittadini? Il terremoto sulle partecipate, il voler mantenere l’Ospedale a Campo di Marte, la chiusura della biblioteca del Teatro, le dichiarazioni del ministro Matteoli, la posizione dell’UGL su Ospedale e partecipate, l’estromissione del gruppo Angelini, tutto questo e molto ancora sta venendo fuori e modifica quegli equilibri che si sono voluti in campagna elettorale

36

Page 37: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

con l’allargamento del centrodestra lucchese alla vecchia realtà ex democristiana. I nodi arrivano al pettine.Secondo Noi-TV erano 200 i partecipanti alla manifestazione contro la realizzazione del nuovo monoblocco ospedaliero a San Filippo, 500 invece secondo altri commentatori, ma il numero, pur sempre esiguo, poco importa, dato che c'erano solo i politici e gli amministratori a questo corteo, il grande assente era il cittadino lucchese. E tra questi pochi c’erano anche quelli di Fiamma Tricolore della Valle del Serchio, che invece di chiedere l’Ospedale Unico della Valle… E c’erano anche quelli di Italia Nostra di varie località della Toscana… ma dov’erano quando le ruspe sono arrivate nella località Al Frascone? Comunque la stragrande maggioranza dei lucchesi vuole che il monoblocco si faccia e, la scelta tecnica del luogo fu fatta anni addietro, con un accordo generale (Enti Locali, ASL, Regione). Ciò che non si è capito è perché alcuni in corso d'opera, abbiano cambiato opinione, mutando il loro assenso iniziale. S'è cercato di spacciare questo mutamento con la politica di centrodestra. E questo non è vero. Altri nel centrodestra hanno sempre sostenuto che la scelta primaria condivisa fosse quella giusta e anche la recente presa di posizione dell'UGL avrebbe dovuto suonare come un campanello d'allarme. Ma così non è stato, e sordi a tutto questo, hanno dovuto ascoltare le parole del ministro Matteoli che diceva le stesse cose: si rischia di perdere il finanziamento! Il fatto è che si pretende di dare connotazione politica ad interventi pratici che coinvolgono la vita del cittadino, e questo non mi stancherò di dirlo, è sbagliato. La tranvia di Firenze è di sinistra, l'ospedale a San Filippo, pure. Il nucleare è di destra come la sicurezza e la caccia allo storno. Ma per favore! Così si va avanti per luoghi comuni come la classe operaia è a sinistra così come gli omosessuali. Per poi scoprire che la classe operaia ha votato Lega al nord e AN nel resto d'Italia, che l'UGL alla Bicocca alle ultime elezioni ha preso il 45% dei voti e che la maggioranza degli omosessuali alle ultime elezioni ha votato per FI. Ma allora come la mettiamo!? Personalmente penso che entrambi gli schieramenti debbano trar profitto da questi ragionamenti e smettere di cadere in semplificazioni. Nel centrodestra lucchese, in particolare, c'è, la necessità di andare verso il PDL con un ricambio gestionale TOTALE. Totale, ma di difficile realizzazione, visto che per la scelta dei delegati al Congresso di costituzione, ho cercato per i due week-end i gazebo per la votazione, ma nella Valle del Serchio non ne ho trovati nessuno e uno era in Piazza Grande a Lucca, ma sempre chiuso. E i delegati chi l'ha votati? Chi l'ha scelti? Io no! Prevedo comunque grossi mutamenti nella gestione del Comune di Lucca.

BARGA

Barga - Grandi manovre nel centrodestra bargeo in vista della prossima scadenza amministrativa. Sarà perché il successore designato all’attuale Sindaco non incontra il

37

Page 38: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

consenso di molti moderati, sarà perché la frazione di Fornaci esige un diverso peso, sarà perché i tempi sono maturi per una staffetta dell’altro sesso come primo cittadino, sarà perché nell’area del dopo Prodi matura una scarsa credibilità, sarà perché si sente la necessità di sganciarsi da antichi e passate consorterie…Sarà forse tutto questo e molto altro ancora, il motivo di tale fermento e dibattito attorno ad un progetto condiviso di lista civica, sì ma con un occhio verso l’area del Popolo delle Libertà. Molteplici le adesioni ottenute attorno a questo progetto, provenienti sia dal solito mondo politico che dal paese reale. E il dibattito si svolge sull’aspetto principale: cioè sul programma. Mentre un gruppo un gruppo di lavoro è all’opera sullo specifico programma comunale, con interventi frazione per frazione, c’è una particolare attenzione ai progetti che coinvolgono l’intera Valle. Dagli sbocchi verso il mare a quelli verso Modena, ritenuti tutti indispensabili e storicamente richiesti, alla riapertura del casinò di Bagni di Lucca, al potenziamento della ferrovia in questi giorni di maltempo particolarmente mal funzionante, all’Ospedale Unico. Si cerca una riqualificazione di tutta la Valle in senso ambientale, culturale e turistico. Con un occhio all’occupazione e ai rimedi possibili e attuabili nell’imminente crisi. E il candidato Sindaco? C’è una rosa di nomi – rispondono – e la scelta sarà fatta al momento opportuno e sarà conseguente ai programmi che verranno sottoposti al candidato. Insomma, si parla apertamente dei candidati consiglieri, dei programmi locali, dei programmi per la Valle, ma sul Sindaco, bocche cucite, almeno per ora.Il dibattito intanto prosegue, i lavori sono in corso, anche in internet e questo per le elezioni al Comune di Barga è una novità.

TRE PASSI NEL DELIRIO

Lucca - Se consideriamo le due principali vie storiche che da Lucca si addentrano nella Valle del Serchio, possiamo parafrasare il titolo del celebre film “Tre passi nel delirio “, e non solo per l’infinita serie di lavori in corso di durata biblica che ricordano il famoso galeone di Dylan Dog ma per tutta una serie di eventi che vado a illustrare. Partiamo da Lucca e subito a San Pietro a Vico troviamo quello che era il più grande molino d’Europa: fermo da decenni e inizia pure a perdere pezzi che cadono nei piazzali sottostanti. Ancora pochi chilometri e notiamo nella cartellonistica la sparizione di Ponte a Moriano sostituito da indicazioni del tutto sballate delle frazioni vicine. Sparizione più volte segnalata sulla stampa, ma mai sanata: ah! la follia cartellonistica!!! Lungo le due strade si snoda anche la storica ferrovia, mai elettrificata e ad un solo binario. Molte sono le stazioni definitivamente chiuse, e perché poi? Da Lucca a Castelnuovo ci si metteva lo stesso tempo 30 anni fa e le carrozze erano più pulite. Stazioni abbandonate, lasciate al degrado e oggi in

38

Page 39: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

parte restaurate, ma alcune senza che il treno si fermi e le altre senza biglietteria e capostazione. E dopo Ponte a Moriano (che esiste alla faccia della cartellonistica) troviamo la famosa strettoia ove tutti i pendolari s’incolonnano smadonnando, che si è formata per la furia d’aprire il ponte. Una chicca la scopriamo al Piaggione con un semaforo assurdo, kafkiano, piovuto lì o per caso o per un salto dimensionale, del quale non si capisce il motivo della sua esistenza. E arriviamo ai fantasiosi limiti di velocità che amministrazioni geniali hanno diffuso per le vie. Su questi voglio spendere due parole: il Codice della Strada non viene utilizzato dalle Amministrazioni per prevenire gli incidenti e razionalizzare il traffico, ma per rimpinguare le casse comunali con tasse improprie e illegittime ricavate da multe per divieti di sosta e dagli autovelox. Tagliasacchi, anni addietro, tirò fuori un’idea semplice ma geniale: finirla coi limiti di velocità fantasiosi e mettere sull’intero percorso delle due strade il limite di 70 km l’ora. Ma questa era una proposta intelligente, pertanto come costume delle nostre amministrazioni, è stata accantonata. Proseguendo sulle due vie troviamo i cartelli che “l’inceneritore per i fanghi di cartiera proprio lì non si vuole”: il puzzo comunque c’è attorno all’Alce di Fornoli e alla Cartiera Ania, e non all’impianto di bricchettaggio a Zinepri che secondo gli ambientalisti doveva far scappare tutti turandosi il naso. Così si arriva a Diecimo e a Borgo a Mozzano, ove geniali amministratori hanno scambiato le due circonvallazioni per lo scorrimento veloce, per assi di sviluppo urbanistico, così adesso occorrerebbero altre due circonvallazioni. E arriviamo al ponte Al Chitarrino che non si capisce a chi e a che cosa serva e poi alla località Al Frascone, che era bellissima e oggi ferve di lavori per trasformarla in un contenitore di capannoni industriali dei quali se ne faceva proprio volentieri a meno.Ma il meglio deve ancora venire, parlo della variante di San Donnino, che in piena follia il Partito Democratico ha adottato in proprio, con manifesti e inserti pubblicitari sui giornali che reclamavano questa opera, come se fosse cosa loro. Roba da matti!

DUE APPUNTAMENTI LETTERARI NELLA VALLE DEL SERCHIO

Valle del Serchio – Sabato 8 novembre alle ore 15.30 nella Sala Consiliare del Comune di Gallicano, il poeta Mario Lena, presenterà il suo ultimo volume di poesie “Chiralità”, edito dalla Pacini Fazzi in Lucca. Chiralità è in senso generale la proprietà di avere un’immagine speculare non sovrapponibile a sé, come avviene appunto, nel caso della mano. Un oggetto con questa proprietà è detto chirale. La trasformazione geometrica che muta un oggetto nella sua immagine speculare è detta enantiomorfismo. Parole difficili che vanno spiegate e ricostruite nei loro significati per essere rese comprensibili. Allo stesso modo la poesia ha bisogno d’essere spiegata e resa semplice, ma non semplificata e banalizzata. Così dispiega il suo senso più profondo, la sua natura più umana, il suo sogno più riposto. Anche la poesia ha la

39

Page 40: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

virtù di non essere imitabile, di non essere sovrapponibile da un’altra mano, da un altro sogno. Ecco come l’autore, che da oltre un decennio ci ha abituato a queste commistioni poetico-fisiche-matematiche, davanti alla sua ultima opera così ha voluto spiegare la necessità provocatoria di questo titolo: “ E’ come quando per i neutrini si è avvertita la necessità di apprendere la combinazione fra l’energia del loro moto rettilineo, uniforme e l’energia del loro spin (rotazione). Questa combinazione è stata chiamata dai fisici, chiralità, appropriandosi di un termine già usato dalla chimica: una specie di equilibrio dinamico coinvolgente e coinvolto in questa più intima conoscenza.”Ma l’appuntamento con Lena, non è l’unico evento letterario della Valle del Serchio in questo giorno. A Ghivizzano, alle ore 17.00 nella Sala Comunale, sarà presentato il libro di Rita Bianchi e di Maria Ester Mastrogiovanni dal titolo “Il Dolce Acuto Mare dello Scrivere”. Interverrà alla presentazione la prof. Gabriella Fiori.

BANDITO IL SECONDO PREMIO INTERNAZIONALE DI POESIA “PIERO CERVETTI”

Coreglia Antelminelli – Dopo il successo della prima edizione del premio internazionale di poesia “Piero Cervetti”, il circolo culturale “il soffio” ha bandito la seconda edizione. Si partecipa con una sola poesia inedita a tema libero che dovrà essere inviata a: “Premio di Poesia – CP.46 (ex132) 55100 LUCCA” entro il 31.12.2008. Non è prevista alcuna tassa di partecipazione. Le poesie vincitrici e quelle selezionate verranno raccolte in una Antologia. L’Antologia della passata edizione può essere ordinata alla pagina www.lulu.com o scaricata in formato PDF alla pagina www.cesare-viviani.135.it . La premiazione avverrà la prossima primavera a Ghivizzano. Per ulteriori informazioni: il [email protected] .

EROTICONARRANDO

Lucca- Per il ciclo “al bridge con l’Autore”, mercoledì 16 aprile alle ore 17 presso la Casermetta Santa Maria delle Mura Urbane si terrà un pomeriggio letterario aperto a tutti dal tema “Eroticonarrando”. Un appuntamento questo che periodicamente si ripete ormai da cinque anni e che ha visto gli autori lucchesi cimentarsi su questo tema più o meno (dipenderà dagli interventi) a luci rosse. Vittorio Baccelli condurrà l’evento.

40

Page 41: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

La letteratura erotica privilegia nelle trame i valori sessuali facendone il fulcro della vita individuale e collettiva. L’esaltazione-descrizione del piacere erotico appare in tutte le culture antiche dal Kamasutra all’Ars amatoria ed è connessa di volta in volta al rituale religioso, al culto esoterico, alle figurazioni simbolico-allegoriche. Come affermazione di libertà “naturale”, l’erotismo nacque nell’età della riforma, nel pensiero libertino e illuminista, da Diderot a Sade. Il mercato culturale di massa, anche bibliografico, sviluppò la pornografia che venne all’inizio considerata come sfruttamento del sesso, alla quale si contrapponeva l’erotismo come “atteggiamento culturale élitario”, secondo Stendal o “vocazione estetica” come sostenuto da Baudelaire e da D’Annunzio o, secondo Lawrence “vitalismo neonaturalistico”. Oggi che le componenti élitarie o troppo ortodossamente culturali sono cadute nel dimenticatoio e ci provocano solo una profonda noia, i distinguo tra erotismo e pornografia restano indefiniti, i due generi s’intrecciano l’un l’altro, generando talvolta interazioni estreme. Una cosa è certa: la ventata liberatoria del sesso, l’infrangere i suoi tabù, in tutte le varianti, ci rallegra l’esistenza e ci colora la vita.

ANCORA SU FACEBOOK

È un gran parlare, nel bene e nel male , di questo portale con le sue luci ed ombre. Sono già stati ampiamente segnalati gli aspetti positivi, ma adesso vediamo insieme quelli negativi. Molti utenti lamentano l’andazzo un po’ troppo perbenista e moralista che si respira nel 98% delle pagine, fino a scrivere ”sembra d’essere in un convento d’orsoline”, parafrasando ciò che Sgarbi disse alla Moratti riguardo alla sua gestione di Milano.Molti altri utenti, soprattutto politici (non a Lucca per ora), hanno visto cancellare il proprio account senza motivazioni, o con la generica dizione, d’aver abusato dei servizi. Cercare troppi amici o spedire troppi messaggi è forse un reato per facebook? C’è stata poi la questione delle foto censurate, foto che ritraevano il seno di mamme che stavano allattando. Una visione distorta della sessualità che ha fatto scambiare immagini tenere e naturali per immagini hard. C’è stata poi la polemica, tuttora in corso, delle pagine dedicate a noti mafiosi: Riina, Guadagno, ecc. che hanno registrato numerosi fan e, facebook non è intervenuto per bloccarle. Eppure da noi la mafia è ancora più pericolosa del terrorismo islamico, poiché è radicata in alcune nostre sacche culturali e non si riesce mai a cancellarla del tutto. E adesso sono costretto a segnalare un’altra chicca in negativo. Dopo i già citati gruppi dedicati a

41

Page 42: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

Riina e Guadagno, abbiamo anche quello di Raffaele Tutolo, fondatore della Nuova Camorra Organizzata. E non finisce qui: su facebook sono nati anche i gruppi delle Brigate Rosse e dei NAR imbottiti di foto che vanno dal Che a Mussolini otre che da immagini richiamanti la guerriglia. Truci anche i commenti che indicano “il colpo di mano armato” come il toccasana per uscire dall’attuale crisi dei valori. Andiamo bene! Anzi, non andiamo bene per niente.

COSA STA CAMBIANDO?

Il sindacato, conservatore nel suo complesso, sta ultimamente riservando, almeno a livello locale, delle sorprese. Se le aperture verso il centro commerciale IKEA di Migliarino sono partite dalla CGIL, seguita a ruota dell’UGL, le aperture verso il traforo del monte Tambura sono partite dall’UGL seguita a ruota dall’UGL. In entrambi i casi sono stati spiazzati i politici e gli amministratori che sull’IKEA (destra e sinistra) tentennavano e svicolavano, mentre sul traforo del Tambura quelli di sinistra, inveivano. Queste aperture di segno liberista del sindacato, fanno ben sperare e, auspico che non ci si trovi di fronte a due casi isolati, ma che proseguano anche su altri argomenti. C’è bisogno di un maggior liberismo e di più apertura mentale da parte di tutti i soggetti economici, politici, sindacali e istituzionali, se vogliamo sperare di superare indenni la crisi in arrivo

MORTO IL PITTORE LUCCHESE LUIGI BELLORA

Ciao Gigi! Il pittore lucchese Luigi Bellora è passato in queste sere dal sonno all’aldilà. Ribelle, infantile e narcisista, portava nei suoi dipinti il mondo dell’infanzia e le tribolazioni dell’esistenza. Gli amici lo ricordano ancora quando ospitò Guccini in una tre giorni alcolica nella sua casa a San Concordio, e venne quasi cacciato dai suoi vicini. O quando in Villa Bottini distribuì gratis ai lucchesi libri di Enrico Pea, da lui salvati dal macero. Sì, perché Enrico Pea era suo nonno e nelle foto giovanili dello scrittore si somigliavano come due gocce d’acqua. Così come si somigliavano nel loro carattere scivoloso, spigoloso e mutevole.Voglio ricordarlo nelle sue feste che dava nella casa di Pelleria, feste che erano veri e propri happening artistici, ove spesso gli invitati inconsapevoli ne rimanevano turbati e interdetti. Instabile nella vita amorosa come nelle relazioni sociali, riversava tutte le sue problematiche nei suoi intimistici disegni, ove erano sempre rappresentati e mitizzati i suoi maestri e le donne della sua vita. Riuscii a coinvolgerlo più di una volta in collettive di mail art, ma non restò a lungo nel circuito: lui era troppo mobile.

42

Page 43: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

Voglio ricordarlo, andando ancora più in la nel tempo, quando sua madre lo portava tutti i pomeriggi verso le cinque, al Caffè Di Simo. Lei chiacchierava con le sue amiche, prendendo il tè, Gigi era con gli amici nella saletta accanto, io con loro, e si parlava anche della vita, di cosa ci avrebbe riservato da grandi. Ciao Gigi!

CANONE RAI

Canone RAI, tempo di pagamenti. Ma il canone RAI non c’è più, un ventennio fa un referendum radicale l’ha cancellato con voto popolare: o canone o pubblicità.Ma le risorse degli impositori sono infinite, e così per lasciare tutto com’era inventarono “l’imposta sul possesso di apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle radioaudizioni”. E così ho fatto un giro sul nuovo sito RAI che dovrebbe contenere tutte le informazioni utili per il cittadino atte al pagamento dell’odioso balzello. L’unica cosa che risulta chiara è che si deve pagare sempre e comunque: non solo chi ha un televisore in casa e lo usa (magari solo per la Mediaset), ma anche chi dispone di un computer, un videocitofono, un lettore MP3, un iPod, un cellulare, e chi ne ha più ne metta. Questo perché tutti questi apparecchi possono o potrebbero essere adattati per la ricezione della TV e pertanto rientrano nella casistica dell’imposta sul possesso. Bisogna pagare anche se questi apparecchi non li usiamo e se non sono per niente predisposti a guardare la TV o ascoltare la radio. Vorrei conoscere chi fa queste cose col videocitofono! Da anni le associazioni dei consumatori si battono inutilmente per l’abolizione del balzello, reputato ingiusto e sostanzialmente inutile, dato che è la pubblicità la fonte di guadagno delle emittenti. Esistono anche sistemi per evitare del tutto di pagare il canone, che consistono nel suggellare i dispositivi che addirittura dovrebbero esser rinchiusi in sacchi di juta piombati da un Ufficiale di Polizia Giudiziaria in modo che non possano esser usati: roba da matti!Bene, a dispetto del referendum vinto, delle battaglie portate avanti dalle associazioni dei consumatori, la RAI pretende che si paghi il canone, non solo, addirittura chiede a gran voce che venga aumentato. Colpa di Bersani, che quando iniziò le privatizzazioni, proprio dalla RAI avrebbe dovuto iniziare, oggi con Berlusconi la cosa risulta assai più difficile, poiché i soliti salterebbero su col conflitto d’interessi, ma Bersani aveva le mani più libere per farlo. Non si capisce perché lo stato debba gestire in proprio l’emittenza radiotelevisiva, ritengo che ci si debba muovere in fretta, non solo per togliere una assurda tassa, ma anche per evitare che la RAI faccia la fine dell’Alitalia.Vendiamo la RAI, liberalizziamola, mettiamola sul mercato e togliamo questa ennesima tassa inutile e impropria che grava sulle già disastrate famiglie.

43

Page 44: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

CROLLO DELL'ECONOMIA VIRTUALE

La crisi è arrivata, la cronaca di molte aziende lo dimostrano. Sarà una crisi come le centinaia che si sono già viste, o forse questa volta c’è un problema strutturale legato al sistema economico globalizzato? Fino a poco tempo fa era di gran moda il Billionaire e tutti i rampanti d’Europa facevano a gara per frequentarlo e per farsi immortalare dai mass media nelle sue feste. Oggi invece non se ne sente più parlare, è passato di moda perché in momenti di recessione, di vacche magre, di crisi economica insomma, ostentare ricchezze viene considerato out, di pessimo gusto. Assieme al Billionaire stanno passando di moda i SUV, tanto grossi da incutere soggezione per le strade, tanto grossi che ho proposto di bandirli dai nostri centri storici. Moto a 4 ruote, motoscafi super veloci, barche super lusso, stanno anch’essi passando di moda. E anche le Viareggio-Bastia e le Parigi-Dakar sono quasi scomparse, mentre la F1 s’avvia a forti revisioni. Negli ultimi vent'anni molti sociologi erano convinti di aver identificato la tendenza evolutiva della nostra società: questa da agricola è diventata industriale, poi post-industriale, e infine, virtuale. Nella società ad economie virtuali, o post moderne come definite da altri, ci spiegavano, spariscono non solo le ideologie ma tutte le certezze e lo stesso «principio di non contraddizione» per cui non dobbiamo più decidere se è vero questo o quello, sono veri entrambi. Un po' come nella fisica dei quanti, ma nella realtà le cose vanno un po' diversamente. Realtà e illusione si confondono, non conta la realtà oggettiva ma solo l' immagine, l' apparenza. Perde di importanza lo Stato nazionale come fonte di certezze, non c' è più bisogno dello stato sociale. Idem per la religione. La gente si raggruppa in tribù, attorno ad una squadra di calcio, ad un blog, ad un forum, ad un logo. Secondo alcuni non si deve neppure più parlare di cittadini, ma di consumatori. Non si guarda al futuro, l' azienda vuole risultati subito, meglio ieri. Non ci si arricchisce facendo buoni prodotti, ma con azzardate operazioni finanziarie. Tutto è provvisorio, liquido, virtuale. Si cerca il successo subito, la notorietà subito, il piacere immediato, non importa come. Dominano l' individualismo e l' edonismo. Questa diagnosi su cosa sia e dove stia andando la nostra società è stata insegnata come dogma nelle scuole, nelle università, nei master, nei seminari, fino a ieri. Solo oggi incominciamo a renderci conto che quella che veniva descritta come tendenza storica era, in realtà, il sintomo di una grave malattia. Sono state proprio l' indifferenza al futuro, l' incapacità di prevedere, la ricerca del profitto a breve termine, le spregiudicatezze nelle operazioni finanziare tanto ammirate a scatenare la crisi mondiale. No, l'economia virtuale non rappresenta il domani. Oggi ci rendiamo tragicamente conto che continua ad esserci differenza fra reale e immaginario, fra realtà e apparenza. Ci sono banche e imprese che falliscono realmente, ci sono disoccupati veri, poveri veri, e occorrono investimenti veri, non immaginari. Il principio di non contraddizione non è scomparso perché bisogna fare davvero delle scelte, prendere davvero delle decisioni. Il consumatore non è più il re capriccioso di

44

Page 45: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

ieri, deve fare i conti con precisione se vuol arrivare al fine mese. E tutti tornano a guardare allo Stato, a chiedere aiuti e certezze dallo Stato, per prime le orgogliose banche e le grandi imprese. Ciascuno di noi torna a progettare con accortezza, con vigilanza. E non sopportiamo più il lassismo, il pressapochismo, le chiacchiere. Chiediamo realismo, precisione, rigore, concretezza. Alla gente comune dà sempre più fastidio lo spreco, la speculazione, il disordine, il blablabla, l’azienda (poco importa se pubblico o privata) inefficiente. La gente comune non ne può più di pagare tasse esose per aver in cambio servizi scadenti. C’è una richiesta di semplicità, efficienza, regole chiare, risultati pratici e visibili. C’è un rifiuto verso l’economia virtuale, falsa e fasulla, si cerca una economia legata alla ricchezza effettiva e alla produzione reale. Su questa onda che rifiuta lo spreco e la sua ostentazione stanno però nascendo giovani imprese, nuove imprenditorialità. Nascono boutique che offrono vesti e accessori diversi da quelli delle grandi distribuzioni e anche dalle griffe globalizzate. In informatica, pubblicità e comunicazione, giovani imprenditori stanno costruendo piccole imprese che creano nuovi prodotti e sviluppano servizi di alta qualità a costi interessanti. Altri abbandonano le metropoli e sviluppano aziende agricole specializzate in prodotti biologici e primizie non forzate. Prodotti per un consumatore sempre più diffidente nei confronti della grande distribuzione e preoccupato per le periodiche notizie di sofisticazioni alimentari: dal latte cinese alla carne alla diossina. Altri hanno organizzato servizi di catering di ottimo livello e prezzi contenuti. C’è poi chi si è gettato nelle energie alternative e rinnovabili e installa caldaie a biomasse e pannelli solari. Nel campo delle scienze fioriscono i ricercatori indipendenti che con modesti mezzi stanno ottenendo ottimi risultati. Tutta questa nuova imprenditoria, in mano ai giovani, ha compreso che con la recessione il consumatore diverrà sempre più esigente e non vorrà più buttar via i propri euro in sciocchezze, e inutili porcherie,finora spinte dal consumo indotto. Pretenderà invece prodotti e servizi ottimali a basso costo. È la fine dei prodotti imposti dai media su bisogni artificiali: è la fine del consumismo indotto. È su questi temi e su un sistema economico e produttivo etico, che si selezionerà la nuova imprenditoria e la nuova classe dirigente. Forse tutti i mali non vengono per nuocere. Non ci resta che tener duro durante la crisi e fiduciosi prepararci al domani.

IL PRIMO LIBRO IN ITALIANO SU JOHN TITOR

Lucca - Mercoledì 28 gennaio presso la Casermetta Santa Maria delle Mura Urbane alle ore 17.00, Vittorio Baccelli presenterà il suo libro “John Titor – crononauta”, edito dalle Edizioni della Mirandola e stampato negli USA dalla Lulu.com. L’autore in previsione di questo evento, tra l’altro segnalato anche su Facebook, ci ha dichiarato: “Non amo particolarmente la tivù e la guardo solo per i telegiornali e per qualche film che reputo interessante. Fu dunque un caso che il 19 maggio 2008,

45

Page 46: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

scarrellando mi imbattei su Rai 2 ove stava andando in onda la trasmissione Voyager. Così, per la prima volta, in notevole ritardo rispetto a molti internauti, sentii parlare di John Titor. Il caso ha sempre avuto una funzione determinante nelle mie scelte. I due fortunati libretti che ho scritto su Nikola Tesla traggono anch’essi un’origine casuale. Quella volta non si trattò della tivù, ma di un articolo del Corriere della Sera. Si citava l’Esperimento Philadelphia come un imbarazzante e pasticciato test che fu condotto con superficialità dall’esercito statunitense, alla fine della seconda guerra mondiale, e che aveva dato vita anche a due film ugualmente imbarazzanti e pasticciati. Questo esperimento si basava sulle ricerche effettuate dall’ingegner Nikola Tesla (1856 – 1943) riguardanti l’invisibilità, non solo radarica. Prima dell’esperimento vero e proprio furono condotti alcuni test su scala ridotta con l’uso anche d’animali. La contraddittorietà di questi tentativi ne scoraggiava la prosecuzione, tra l’altro alcuni animali coinvolti scomparvero, altri restarono bruciati, altri si incastonarono nelle strutture delle gabbie. Tesla sconsigliò di procedere oltre nella realizzazione e si dissociò dall’esperimento che invece fu ugualmente realizzato subito dopo la sua morte, ovviamente senza la sua autorizzazione e con l’utilizzo d’esseri umani. Da ragazzo avevo visto al cinema questi due film su l’esperimento, ma li avevo considerati due dei tanti film di SF di serie B. L’apprendere che questo fatto, almeno nella sua principale sostanza, era veramente accaduto accese in me una profonda curiosità e una voglia di sapere. Tornando a Titor, e al libro che ho scritto, devo confessare che quella trasmissione mi incuriosì alla grande. Scrissi subito il nome del temponauta su un foglietto che lasciai sulla scrivania del mio computer, in ufficio. Quel foglietto è rimasto inevaso per una decina di giorni, poi ho iniziato la ricerca. Mi sono anche reso conto che in italiano non è uscito fino ad oggi alcun libro su Titor. Mi sono così dato da fare e tutto quello che nel testo trovate è stato da me ricavato dalla bibliografia consultabile in fondo al libro. Per avere sott’occhio tutti i post di Titor, potete consultare sul web, dal mio sito, nella traduzione di Antonella Cutolo: http://baccelli1.interfree.it/titorpost.pdf “.L’evento è organizzato dalla “Cesare Viviani” per il ciclo “al bridge con l’Autore”, sarà presente l’autore, introduce marco Vignolo Gargini.

SACRA ROTA: QUANTO MI COSTI!

Divorzio ammesso dalla Chiesa! Possibile? Si, se si paga, ma non è proprio un divorzio. La Sacra Rota, una sorta di tribunale “religioso” infatti non annulla i matrimoni (”nessun uomo osi separare ciò che Dio unisce”) ma li rende mai avvenuti, se si riesce a dimostrare che ci sia un vizio in uno o più requisiti della promessa. Quando ci sposa il sacerdote fa tre domande:1) siete venuti a celebrare il matrimonio senza alcuna costrizione, in piena libertà e consapevoli del significato della vostra decisione? 2) siete disposti, seguendo la via del matrimonio, ad amarvi ed onorarvi

46

Page 47: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

l’un l’altra per tutta la vita? 3) siete disposti ad accogliere con amore i figli che Dio vorrà donarvi e a educarli secondo la legge di Cristo e della sua Chiesa? Generalmente si risponde “si”, se però gli sposi si rendono conto che prima di sposarsi avevano anche uno di questi dubbi e riescono a dimostrarlo al Tribunale della Sacra Rota, allora il matrimonio è dichiarato “mai celebrato”. Si badi bene che non è un divorzio perché quest’ultimo annulla ciò che c’è stato mentre la Sacra Rota afferma che non c’è stato niente!” E’ per questo che poi è possibile risposarsi in chiesa!… (l’ipocrisia… perbenista). Dai punti 1, 2 e 3 è facile capire che i motivi per chiedere l’annullamento del matrimonio sono ben pochi. Facciamo un esempio: l’annullamento lo si può’ chiedere per impotentia coeundi o impotentia generandi, dal momento che per la Chiesa il matrimonio e valido solo se finalizzato alla nascita dei figli. E se l’altro coniuge conosceva l’impossibilità ad averne,lo doveva dire prima…altrimenti il matrimonio non è valido: per errore. Separarsi e divorziarsi davanti ai Tribunali Civili costa, ma può’ anche non costare: se i redditi sono entro certo limiti infatti si può essere ammessi al gratuito patrocinio. L’annullamento davanti la Sacra Rota? “Il divorzio dei ricchi!”. Non lo si può fare gratuitamente. I motivi per cui chiedere l’annullamento? “Chi paga, è risaputo, i motivi validi li trova anche se non ce l’ha! Ergo: Una truffa, riservata a chi ha soldi da spendere, con tanto di benedizione papale”. Alle nostre domande è un esperto matrimonialista a risponderci. “Da molto si sa che la faccenda è una specie di farsa degna di un “Azzeccagarbugli” di manzoniana memoria”. Dal momento che “l’acquirente” conosce benissimo i dettagli di quello che compra e l’ammontare della cifra che paga, verrebbe da dire “contento lui! Sennonché sorge un dubbio, ed è il nostro legale esperto che ce lo fa notare: “se l’altro coniuge non è d’accordo? Il vero problema infatti riguarda l’effetto civile che tali sentenze possono avere, grazie al nostro meraviglioso Concordato. In merito alle conseguenze giuridiche, ma anche effettive, della nullità matrimoniale, vanno sottolineate : la possibilità di contrarre un nuovo matrimonio religioso e ricevere i Sacramenti, la possibilità che vengano a cessare gli obblighi di contribuzione dell’assegno di mantenimento per il coniuge, l’estinzione dei diritti ereditari a favore del coniuge”. Questi effetti diversificano la nullità di matrimonio rispetto al divorzio. Infatti, mentre le sentenze di divorzio dichiarano la cessazione degli effetti giuridici a partire dal momento in cui viene dichiarata la cessazione degli effetti civili del matrimonio al coniuge divorziato ( a parte il diritto al mantenimento e alla pensione di reversibilità che permangono, stanti certe condizioni, tra cui il non risposarsi) , la dichiarazione di nullità del matrimonio, stabilendo che il matrimonio stesso non è mai esistito, fa decadere gli effetti giuridici dall’inizio. . Quindi, tirando i fili: mi sposo, ma il mio matrimonio non va assolutamente come speravo e mi aspettavo. Mi separo e divorzio. Per la Chiesa sono un demone indegno di prender l’ostia la domenica, nonché un nemico della pace visto che ho distrutto una famiglia. Però…eh sì perché c’è sempre un però…e anche questo ce lo fa notare il noto legale “Se mi rivolgo ad un uomo di fede, rappresentante di Dio sulla terra, e pagando una

47

Page 48: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

equa cifra, posso annullare tutto”. Scurdammuce o’ passat’, insomma! Si ridiventa ben voluti nella casa di Dio, uomini o donne di pace, ci si può risposare nella casa del signore e un nuovo mondo si apre davanti agli occhi. Come dire “rivedo la luce”. Sacra Rota: quanto costa “l’annullamento” del matrimonio?: “Oscilla da quindicimila a quarantacinquemila euro, con una media ormai attestata intorno ai trentamila euro, sessanta milioni delle vecchie lire”. È questo il costo delle circa ottomila nullità di matrimonio richieste ogni anno, con un processo non particolarmente complesso, davanti ai diciannove Tribunali ecclesiastici, uno per regione, della Chiesa italiana, abilitati alla trattazione delle cause matrimoniali. Questi i dati nazionali. Una buona notizia per i portafogli però c’è: “ ad oggi, ed in previsione futura, il crescente numero di prelati che “concede” i propri buoni auspici per la Sacra Rota è in costante aumento, con conseguente abbassamento della tariffa per l’ottenimento dell’annullamento (legge di mercato, facile…)”. Ma, dalle nostre parti, in controtendenza ai dati nazionali, sono pochi i separandi coniugi che si rivolgono agli avvocati esperti in diritto canonico. Forse per la scarsità di avvocati esperti nel ramo, o forse per la “snellezza” del conto in banca, quello che è il boom di richieste di nullità del matrimonio che si verifica da anni a livello nazionale, dove le richieste sono raddoppiate nell’ultimo decennio e continuano a crescere, al ritmo del 20% all’anno, a Viareggio e in Versilia, in questa terra di salmastro e coriandoli, non cresce in modo esponenziale. Dal 1 gennaio ad oggi un solo caso a Viareggio, uno a Massarosa, e nessuno negli altri.

REGOLAMENTARE LA PROSTITUZIONE

La senatrice socialista Merlin, volle essere più realista del re, e fece ciò che i democristiani non avevano, o non avevano voluto fare. I socialisti di allora volevano dimostrare d’essere più cattolici degli stessi cattolici e meritarsi così il governo. La chiusura delle case chiuse fu un’operazione di finto progresso, poiché lasciò un pericoloso vuoto legislativo, che ancora non è stato colmato, ma i cui spazi sono stati occupati dalla malavita.La prostituzione, dopo la legge Merlin, si spostò nelle strade e mancando una regolamentazione creò ovviamente situazioni incontrollabili di criminalità, sfruttamento e degrado.Ancora non si vuol capire che il proibizionismo e il vuoto legislativo rappresentano la ricchezza per la malavita organizzata; pensiamo agli USA, il proibizionismo sugli alcolici fu la fortuna finanziaria di Cosa Nostra.Ora, che la prostituzione dalle strade vada tolta, è giusto e indispensabile anche per la riqualificazione delle periferie, ma criminalizzare la prostituzione è un gravissimo errore, poiché questa va regolamentata e legalizzata attraverso una legge coerente, aperta e soprattutto liberale.Legalizzare la prostituzione per garantire la sicurezza degli operatori e degli utenti e,

48

Page 49: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

anche e non ultima, la sicurezza e tranquillità sanitaria.Legalizzare la prostituzione perché questa non sia un lavoro nero, criminalizzato e ricattabile, ma un lavoro come gli altri, in piena trasparenza, anche fiscale.Se il pontefice sostiene che occorrono più amministratori cattolici, io penso a Prodi e Bottiglione e mi si accappona la pelle. Occorrono invece più laici e liberali in politica e nelle amministrazioni, per attuare leggi veramente liberali e non liberticide. Una legge per regolamentare e legalizzare la prostituzione, ritengo che sia oggi necessaria e urgente.

IL SILENZIO DEI POETI

La traduzione del silenzio non si può stabilizzare in alcuna forma: il movimento della scrittura conduce la frase ogni volta a strutturarsi e a disgregarsi. In quel culmine si colloca per un momento la poesia. (Flavio Ermini)

Quante morti sono state annunciate, della letteratura, della pittura, dell'architettura, fino ad arrivare ad affermare: Dio è morto! Ma della parola si è affermata la morte?Forse, infatti, fin dagli ultimi anni '70, la problematica poetica, e non solo, si sposta sul silenzio, sulla non-partecipazione, sull'astensione."Voler scrivere è volersi distruggere", questo tema viene ulteriormente integrato e abbiamo anche "affidarsi al silenzio in quanto rifiuto di parlare", e cioè ad un silenzio parlante, a un volersi distruggere, e non solo in senso metaforico. Dei personaggi di Samuel Beckett, esempi vivi di questo parlante rifiuto di parlare e di questo atteggiamento che sembrerebbe ormai l'unico possibile, è stato detto che gli esseri umani sono la fase costante del flusso interiore, ma le strutture del flusso variano poco da persona a persona. Tutte le strutture ripetono gli stessi impulsi umani: l'impulso a spiegare l'inesplicabile, ad imparare a trovare un senso a ciò che ne è privo, l'impulso ad essere costantemente attivi nella mente, ma anche nel corpo, meglio se in entrambi, e un impulso a tentare inutilmente la fuga nella stasi, nel silenzio mortale , nel non essere. In "Assumption" del '29, il primo racconto pubblicato di Beckett, l'Autore non definisce con molti particolari il problema dell'esistenza umana, bensì descrive il desiderio di sfuggire a questi problemi. L'anonimo protagonista disgustato dalla forza vitale che fa pensare parlare e vivere, lui e gli altri, tenta di soffocare ogni suono, ogni processo mentale e quindi prova a rinchiudersi in un silenzio avvolto dalla carne, in una riserva d'energia vitale che, com'egli sente, minaccia di ribellarsi, di esplodere, di distruggere lui stesso. Tutto il problema dei personaggi beckettiani da Molloy a Murphy a Pim, consiste nel sapere che è possibile raggiungere il mondo oggettivo, ma che nell'atto stesso in cui lo si raggiunge, lo si perde attraverso l'incertezza trascendente dei concetti che immediatamente si stabiliscono su di esso.

49

Page 50: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

Quasi un’ulteriore dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, dell’asserzione zen: ciò che si definisce subito muore. Bisognerebbe continuare ad accettare la certezza prestabilita o trascendente e i suoi strumenti, o tacere. Altrimenti le parole divengono lo stesso strumento visibile di frattura della coscienza soggettiva e oggettiva e quindi strumenti dell'incertezza e dell'intollerabilità del vivere. Tacere come atto di semplice omissione della parola può anche essere strumento visibile e udibile dell'incertezza e dell'intollerabilità del vivere. Parlare dell'insufficienza delle parole con le parole è un procedimento unilaterale, una frattura, un requiem, impotente di fronte all'edificio logico-simbolico che l'essere umano ha costruito. È il silenzio reale ricercato da Pasolini o da Mishima, ma è anche il silenzio vuoto di tutti a comunicare che stanno comunicando. D'altro canto è il trionfo del pensiero zen di una mente che costruisce lentamente e soggettivamente il proprio silenzio. Davanti all'impotenza della parola, Ion Barbu scrive il suo capolavoro:

Giammai un alberoha ucciso un albero.Mai una pietraha testimoniatocontro una pietra.

Solo il nome alberouccide il nome albero;solo il nome pietrauccide, testimoniandosul nome pietra.

Mentre continuano a moltiplicarsi, anche se datati, gli informali alla Pollok, il silenzio di Cage viene rappresentato nelle sale d'orchestra e i tagli di Fontana sono esposti nei principali musei; c'è da registrare anche il silenzio che contiene la coscienza soddisfatta del mondo e dell'io, il silenzio che non è più rifiuto di parlare, ma è lo stato in cui il parlare diviene superfluo, nella terminologia beckettiana è il silenzio che dura, o il vero silenzio. Ma la phoné di Carmelo Bene, malgrado la sua morte fisica, coesiste con i muti giardini zen, veri e propri tangibili haiku, mentre la ricerca anche letteraria, con rinnovata lena, continua.

50

Page 51: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

EQUIPAGGI DELLA PRIMA ASSOCIAZIONE LUCCHESE PER IL VOLO IN MONGOLFIERA, IL “VINCENZO LUNARDI LUCCA BALLOON CLUB”, PARTECIPERANNO ALLA FESTA DELL’ARIA DI CAPANNORI.

Il primo embrione della storia del raduno aerostatico di Capannori risale al lontano 1984 quando il Comandante Enzo Cisaro ospitò a bordo del suo pallone a gas I-Cait la contessa Maria Fede Caproni, diretta discendente della grande famiglia di costruttori aeronautici e membro della Commissione Cultura della Federazione Aerostatica Internazionale ed il giornalista lucchese Massimo Raffanti, già autore di diversi articoli sull'avventura e di libri sul volo in particolare.Finalmente, nell’estate 2005, il sogno di Raffanti si pote realizzare, grazie alla sua intraprendenza e al vivo interesse manifestato dall'Amministrazione Comunale di Capannoni che, su sua indicazione, ospitò due anni fa a Villa Mazzarosa una rara collezione museale su Vincenzo Lunardi. Giunto ormai alla quarta edizione, oggi il raduno di Capannori (www.flyairevents.org) ha raggiunto notorietà anche in campo internazionale e vede la presenza di piloti provenienti da tutta Europa.Quest’anno, parteciperà alla Festa dell’Aria , anche la prima associazione sportiva per il volo libero mai costituita a Lucca: si tratta del “Vincenzo Lunardi Lucca Balloon Club” (www.luccaballoonclub.it ) che, proprio il concittadino Massimo Raffanti ha voluto fondare assieme a Marco Mayrani, il curatore del Museo Storico Gianni Caproni di Trento e l’ autore di "Aerostati", il libro italiano più completo sull'argomento.Ben tre equipaggi del Club, che ha già collaborato in alcune iniziative col Comune di Lucca - fra cui a Murabilia- sfiderà dunque, a Tassignano, il resto dell’Europa, nell’appassionante rush dei due prossimi week -end del 20/21 e del 27/28 Settembre. Col simbolo del pallone storico di Vincenzo Lunardi sulle ceste in vimini ed i colori lucchesi dunque, l'associazione solcherà i cieli capannoresi nella prossima Festa dell’Aria, vantando l'adesione di ben 3 piloti professionisti ed altre figure storiche del volo libero in mongolfiera: fra queste - dicevamo - la Contessa Caproni del prestigioso Museo Aeronautico di Trento e diverse personalità, tra le quali il Prof. Pietro Ferretti, noto alpinista e studioso di problematiche oculari in quota.La nuova associazione, intitolata al grande pioniere lucchese Lunardi, che nel '700 strabiliò il mondo per le sue imprese leggendarie, è iscritta alla Federazione Italiana di Aerostatica ed intende promuovere il territorio della Lucchesia, organizzando eventi aerostatici internazionali e proponendo una collaborazione a enti, istituzioni locali e privati, per la realizzazione di raduni, fiere o spettacoli suggestivi, tra i quali, quello notturno del "Balloon Glow ma, anche animazioni in feste paesane o sagre.Fanno parte del club lucchese di volo in mongolfiera: il Capitano Enzo Cisaro,

51

Page 52: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

leggendario pioniere dell’aerostatica italiana, che ha partecipato a ben 7 campionati del mondo col suo pallone a gas , Giulio Sbocchelli ed Antonio Lo Franco. Chi volesse provare l'emozione di un volo libero o quello "vincolato" (le mongolfiere sono legate a funi o cavi che permettono di salire solo fino a 40 metri di altezza) può tesserarsi al Club, rivolgendosi a Massimo Raffanti -Presidente dell’associazione a questi recapiti: [email protected] o Tel: al 348-69.47.140.

STORIE DELL'ALTRO MONDO

Lucca - Nella “3a Rassegna di cinema e cultura africana” titolata “Storie dell’altro mondo” che si tiene nella nostra città organizzata dalla Diocesi e dalla Cooperazione Missionaria con il patrocinio del CESVOT, una particolare menzione merita il libro di Giuseppe Carrisi, “Kalami va alla guerra – i bambini soldato” che verrà presentato in collaborazione con la Cesare Viviani, alla Casermetta Santa Maria delle Mura urbane, giovedì 27 settembre alle ore 17.L’opera affronta la terribile piaga costituita dall’incremento dell’utilizzo dei minori in contesti di guerra .E' un testo aggiornatissimo, completo di tabelle informative, fortemente improntato su interviste e testimonianze inedite, dal taglio giornalistico; analizza aspetti del fenomeno poco esplorati (la sorte delle “bambine soldato”, ancora peggiore di quella dei loro “colleghi” maschi) o del tutto originali nella trattazione classiche del tema (i bambini-kamikaze utilizzati dai terroristi islamici). Bambini, ragazzini, ragazzi, rapiti, picchiati, terrorizzati. Costretti a imbracciare un fucile o un machete e a prendere parte alla guerra. Trasfigurati dall’orrore, da vittime a carnefici spietati, terrore dei loro stessi villaggi, delle loro stesse famiglie che essi stentano a riconoscere sotto l’effetto della droga che viene loro somministrata e che li rende ancora più feroci. Genitori, parenti, piccoli amici massacrati da bambini-combattenti, come esercizio coatto di fedeltà all’esercito che li ha arruolati e non da scelta. Altrimenti: torture, amputazioni, morte. È accaduto, accade nelle tante zone calde dell’Africa: Sudan, Ruanda, Uganda, Sierra Leone, Congo lacerate da guerre tra eserciti e fazioni rivali. Ragazzi usati, abusati per inermità e inconsapevolezza, allevati nell’ignoranza dell’indottrinamento e immolati al sacrificio della guerra (santa), vestiti di bombe, o mandati con l’inganno a testare la presenza di mine nei campi, mentre all’orizzonte, un attore mercenario inscena il profeta che chiama in paradiso i suoi piccoli eletti. Correndo, nell’entusiasmo della visione, centinaia di vite in sboccio sono esplose in aria. È accaduto, accade in Medioriente, Iran, Afghanistan. Bambine, ragazzine, ragazze, vendute in cambio di qualche spicciolo, ridotte in schiavitù e avviate forzatamente alla prostituzione. Una pratica che dall’Estremo Oriente arriva fino all’Europa balcanica. “Mogli” di interi nuclei combattenti dell’Africa, ingravidate e poi abbandonate perché “l’ingombro” rallenta la marcia.

52

Page 53: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

Altrove, invece, costrette a gestire fino al parto il seme del loro stupratore. Matrici e incubatrici forzate di una razza diversa ed ostile alla propria, sorvegliate a vista per impedire che si tolgano la vita. Lo spettro di una tragedia che ancora aleggia sull’altra sponda dell’Adriatico. Una delle tante spietatezze della guerra in Bosnia-Erzegovina. Questa infanzia oltraggiata è il cuore, ferito, del libro di Giuseppe Carrisi. Una denuncia delle violenze sui minori nelle zone di guerra, un’inchiesta, un dossier che fa il giro del globo e invita la coscienza collettiva a tenere alta la guardia su atrocità intollerabili, eppure perpetrate, nonostante risoluzioni e sanzioni internazionali; atrocità dietro cui ci sono troppo spesso interessi politico-economici che smascherano la complicità indiretta di paesi civili e industrializzati. Bambini di cui il libro si fa portavoce per ricordare alla società civile e alle istituzioni che in varie parti del mondo centinaia di migliaia di Kalami sono in guerra e da soli non possono uscirne. Neppure gli sforzi delle organizzazioni non governative, delle missioni religiose, da soli, possono far fronte all’immensità della tragedia. Giuseppe Carrisi è giornalista di RAI International. Al di là dell’interesse professionale per il tema di questo libro, collabora come volontario a progetti di recupero per bambini soldato, dando vita a eventi di sensibilizzazione e raccolta fondi e coordinando le attività in loco, soprattutto nell’area centroafricana.

PER ISRAELE

Si è svolta, organizzata dall'Associazione Parlamentare di Amicizia Italia-Israele, una manifestazione dinanzi a Montecitorio nella forma di una maratona oratoria. Per la prima volta, dall’interno del Parlamento – e da una organizzazione costituita da componenti di tutti i gruppi parlamentari – ha preso le mosse una manifestazione di piazza, alla quale erano stati invitati caldamente i cittadini, sulla parola d’ordine: “Con Israele, per la libertà, contro il terrorismo”.Infatti, lungo il confine di Israele passa una frontiera che è anche la nostra: quella che separa la democrazia dalla violenza, la libertà dall’intolleranza. Ho voluto ricordare questa notizia perché anche una delegazione di lucchesi ha partecipato all'evento. Ma anche per testimoniare la mia piena solidarietà con il popolo e la nazione ebraica. Una scelta di campo, la mia, ferma e decisa, avvenuta non per motivi religiosi - grazie a Dio sono ateo - ma per motivi laici e culturali. Israele, unico stato democratico del Medio Oriente, è il portavoce della nostra cultura occidentale in questa martoriata regione. Lo stato di Israele ha tutto il diritto di esistere e di difendersi dal terrorismo che minaccia la sua esistenza. Hamas, come hezebollah, è un movimento terrorista e nel suo statuto è prevista la cancellazione di Israele. Stati vicini come la Siria e l'Iran mettono costantemente in dubbio l'esistenza di questa nazione. Con la road map si doveva arrivare nell'anno passato a due stati sovrani. A Gaza in cambio di territorio si chiedeva la pace. Invece i palestinesi, prima hanno inserito la sharia nella loro costituzione e poi hanno votato per hamas,

53

Page 54: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

movimento terrorista. La sharia nella costituzione significa sottomissione della donna e omosessualità come reato: entrambe le posizioni sono inaccettabili dal mondo civile. Inoltre hanno trasformato la striscia di Gaza in una rampa per missili contro Israele.Da tempo vado sostenendo che tra i mussulmani si sta sviluppando una nuova forma di nazismo, il nazislam, caratterizzata dall'antiamericanismo e dall'antiebraismo, non ha caso dopo il Corano i libri più letti tra queste popolazioni sono il Mein Kampf di Hitler e I Protocolli dei Savi di Sion.Nella nostra città i “soliti” indicono fiaccolate e manifestazioni pacifiste: troppo spesso ho visto usare la parola pace per difendere stati canaglia o posizioni antiamericane. Ma la popolazione ha aperto gli occhi.Questo è l’appello lanciato dall'Associazione Parlamentare di Amicizia Italia-Israele:“Dopo 8 anni di attacchi missilistici e il rifiuto da parte di Hamas di rinnovare la tregua, Israele ha deciso di fare ciò che qualsiasi altro stato avrebbe fatto da tempo: difendere i propri cittadini, cercare di fermare il continuo attacco proveniente da Gaza, cambiare la situazione sul terreno così da garantire il proprio diritto alla sicurezza. Il conflitto è sempre doloroso: auspichiamo la fine delle sofferenze dei civili innocenti da ambo le parti e sosteniamo l’Italia nel suo sforzo umanitario. Ma non possiamo fare a meno di notare come questo scontro sia reso particolarmente duro a causa dell’uso di civili come scudi umani da parte di Hamas. Resta in noi la speranza che da questo conflitto possa uscire un Medio Oriente meno tormentato dall’odio integralista e meglio predisposto alla pace. Hamas è un gruppo terroristico particolarmente distruttivo, come riconosciuto dalla stessa Unione Europea. Esso non rappresenta solo se stesso: i suoi stretti rapporti con l’Iran, la Siria e gli Hezbollah e la presenza a Gaza di Al Qaeda, rendono questo confronto un episodio decisivo nella guerra delle democrazie contro il terrorismo. Tutti noi speriamo che presto si ritorni a una situazione di quiete, ma, proprio per questo, pensiamo che sia indispensabile evitare che Hamas torni a bombardare i cittadini israeliani e che cessi la sua politica di esportazione dell’odio e dell’intolleranza.”

L’UNIVERSITA’ OGGI

Se da un lato molte sono le polemiche sui tagli di spesa previsti nel Dl.112 per quanto riguarda l’università, dall’altro in questi giorni sono apparsi sulla stampa molti articoli assai critici sui costi delle università toscane.Consideriamo che in molte località, anche piccole, negli ultimi anni, associazioni, enti locali, privati e Camere di Commercio, hanno dato vita a dei comitati scientifici atti a promuovere nuovi centri di studi universitari, anche di qualità (Alti Studi).Dopo non molti anni, e dopo la realizzazione dei corsi, queste università di fatto, hanno chiesto il riconoscimento da parte dello stato, al fine di ottenere anche lauti

54

Page 55: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

finanziamenti. Cosa questa che si è verificata puntualmente nella quasi totalità dei casi.Quanto affermo è stato anche sostenuto in questi giorni sulla stampa da Giorgio Cittadini, Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà.Non si sono create sedi distaccate delle grandi università vicine, se non in qualche raro caso virtuoso, ma si è preferito premiare interessi solo localistici, che con la didattica di qualità non hanno niente a che spartire.Le spese per l’università, che già erano sostenute, si sono così parcellizzate in mille rivoli, rendendo la situazione di non facile monitoraggio e controllo.Si chiede da più parti la rinuncia al valore legale delle lauree. E molti pensano ad un diverso modello universitario di tipo anglosassone, o alla variante americana, ove gli atenei non sono finanziati in maniera prevalente dallo stato, divenendo così preponderante la “qualità” dello studio proposto, al fine di reperire i finanziamenti.Lo stato eroga invece borse di studio e prestiti per lo studio agli studenti, che sono liberi di scegliere ove investirli e spenderli.Anche le università italiane, potrebbero dunque, trasformarsi in fondazioni di diritto privato, divenendo così autonome giuridicamente e finanziariamente, libere nella ricerca di partner e sponsor privati, sganciate dall’appiattimento delle norme di gestione del pubblico impiego e soprattutto libere di gestire la ricerca con collaborazioni con altri enti e con i privati.Pian piano l’università potrebbe procurarsi da sola i finanziamenti per la propria vita, come accade oggi negli USA.Solo così la qualità della didattica e della ricerca, saranno alla base del prestigio e dell’operare accademico, con i conseguenti riflessi sulla qualità delle lauree rilasciate.

VERSILIA-MODENA

L’intesa raggiunta a livello provinciale sulla viabilità, recentemente siglata in Provincia e che ha visto la sottoscrizione unanime d’amministratori, politici e parti sociali, non osta con il progetto di viabilità Versilia Modena, del quale da qualche tempo se ne parla. Le altrettanto recenti prese di posizione di Sindaci della Valle del Serchio ad un collegamento con Modena, avvalorano il convincimento che le ostilità a questo progetto non provenissero da una parte politica, ma da posizioni fiorentino-centriche, avvallate dalla Regione, per le quali ciò che non passa (o non nasce) da Firenze, non va bene. Ricordo che il progetto di massima al quale faccio riferimento fu quello depositato da Berlusconi presso la Comunità Europea, e che nel 2000 fu presentato pubblicamente a Castelnuovo Garfagnana dall’ing. Moutier, nella sala del Parco delle Alpi Apuane, presenti e favorevoli anche alcuni Sindaci di giunte di sinistra del modenese.Anche nel recente passato abbiamo assistito a convegni realizzati ad hoc e a prese di posizione di gruppi di cittadini pro e contro il progetto Versilia Modena (o LU-MO),

55

Page 56: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

anche nell’ottica di un presunto alleggerimento del traffico pesante dai centri abitati della Valle del Serchio. Tutto questo spinge ad ulteriori riflessioni. Per parlare della Versilia Modena bisogna andare indietro nel tempo fino a diverse decine d’anni fa. Fu allora presentato un progetto di viabilità autostradale da Lucca a Modena da parte dell’Associazione Industriali (che auspicava nuovi collegamenti per lo sviluppo economico della provincia) e della SALT, ma questo progetto si attirò un’alzata generale di scudi - cittadini, politici e ambientalisti - poiché era veramente irrispettoso dell’ambiente essendo stato concepito su un modello autostradale assai discutibile, sul tipo della bretella Viareggio-Lucca. Passarono gli anni ed emerse un nuovo progetto più attento all’ambiente e per la maggior parte del proprio tracciato in galleria (circa l’80%). Questo ebbe fin dall’inizio un seppur timido consenso da parte di molti e, il percorso probabile fu presentato anche al Parlamento Europeo. Questo progetto di massima fu inoltre, come ho già detto, nel 2000 illustrato dall’ing. Moutier a Castelnuovo Garfagnana in un’affollata riunione alla quale parteciparono anche amministratori del modenese. Più che della Lucca-Modena è giusto parlare della Versilia-Modena, anche perché il tracciato viario dalla Versilia sbucherebbe in lucchesia, precisamente a Valdottavo. Questo tracciato diverrebbe parte integrante di una delle più importanti autostrade europee: l’asse Berlino-Palermo. Si andrebbe a collegare il nord d’Europa a tutto il versante tirrenico, con importanti ricadute per le nostre aziende e, per quelle dell’Europa settentrionale che potrebbero così scegliere anche gli scali marittimi tirrenici e, cesserebbero d’essere obbligate ad usare quelli dell’Adriatico come oggi succede. L’altro beneficio, più locale, secondario e di riflesso, riguarderebbe l’alleggerimento del transito lungo la Valle del Serchio – viabilità troppo spesso ingolfata da traffico pesante e dai pendolari - recentemente compromesso da situazioni come la frana alla cava Maddaleni, dai perpetui lavori in corso, dal movimento franoso di Bolognana, dalla strettoia dopo Rivangaglio e dall’insufficiente e vetusta rete ferroviaria. Se questo tracciato fosse già in essere non avremmo assistito alle recenti emergenze viabilità. Per tutti questi motivi, più volte nel corso degli ultimi anni ho tentato inutilmente di far inserire questo progetto ai tavoli di concertazione provinciale. Oggi, al livello di viabilità locale si è raggiunto l’accordo del quale ho parlato all’inizio, mentre a livello nazionale si è dato la precedenza alle grandi opere, nel nostro caso il Ponte sullo Stretto di Messina. Ma l’asse Palermo-Berlino, per la sua realizzazione oltre al Ponte prevede anche il tratto che c’interessa, pertanto in futuro, il progetto del collegamento con Modena andrà sicuramente avanti. A questo punto è chiaro che man mano che il tracciato diverrà cosa reale bisognerà prestare la massima attenzione alla salvaguardia dell’ambiente, e qui occorrerà un ampio dibattito che veda la partecipazione di tutte le forze politiche, sociali e ambientaliste. Il denigrare il progetto in questa fase è stato solo strumentale.

56

Page 57: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

Concludendo, non mettiamo in soffitta questa ipotesi, poiché esistono molti aspetti favorevoli di questo progetto, rilevabili dalle ricadute economiche di portata europea e dal (di riflesso) concreto miglioramento della viabilità nella Valle del Serchio.La futura realizzazione e il completamento di quest’asse stradale rappresenterà un indiscutibile vantaggio all’economia europea e alla viabilità locale, vantaggi di cui beneficeremo in molti, non è logica dunque la strumentalizzazione politica che fino ad oggi ha bloccato il tutto, ed è auspicabile una presa d’atto da parte delle opposizioni e una loro collaborazione ad un progetto comune.

LA “CESARE VIVIANI”

Da decenni, Lucca è una delle capitali italiane dell’Associazionismo e, l’associazionismo culturale è sempre stato sinonimo di qualità. Gli stimoli culturali della nostra terra hanno sicuramente avuto una loro importanza nel creare aggregazioni di questo tipo. Sono così nati musicisti, poeti, scrittori, compositori, pittori e scultori di rilevanza nazionale e mondiale. Tutto ciò, non solo nell’ambito della cultura ufficiale del tempo, ma anche negli eventi di contestazione culturale e sociale, si va ad esempio dalla moda dei cicisbei (Boccherini) al più recente Gruppo beatnick C.13. Arte ufficiale dunque, ma anche contestazione e mode. Iniziando una serie d’interventi sulle associazioni culturali oggi operanti nella nostra Provincia, cominciamo da una delle più presenti, che fornisce alla cittadinanza una serie di appuntamenti settimanali fin dalla sua nascita. L’associazione di cui parliamo è la “Cesare Viviani” che fu fondata nel 1992 dallo scrittore Bartolomeo Di Monaco e dallo stesso Cesare Viviani. All’inizio era un anonimo sodalizio d’amici scrittori, che editava una rivista dal titolo “Racconti e Poesie” di soli autori lucchesi, diffusa gratuitamente in alcune edicole e librerie della nostra zona. Iniziarono in quel primo periodo le presentazioni di libri e di autori alla libreria “Lucca Libri”. Dopo la morte di Cesare Viviani, noto commediografo, poeta e scrittore dialettale, l’associazione prese il suo nome. L’associazione nei suoi sedici anni di attività ha tenuto incontri letterari settimanali, ha bandito e collaborato a concorsi, ha svolto attività nelle scuole, ha pubblicato libri dei propri soci e ben nove antologie, ha collaborato con Enti e Associazioni al fine di mantener vivo il ricordo del dialetto lucchese, delle tradizioni popolari del nostro territorio e di esser presente nell’elaborazione culturale, letteraria e poetica, nel panorama italiano. Oggi la Viviani è conosciuta in tutta Italia e, numerosi sono gli autori che da altre regioni desiderano presentare le loro opere negli incontri letterari settimanali. Incontri settimanali che si sono tenuti dalla Lucca Libri all’Emeroteca, ad alcune stagioni presso l’antico caffè Di Simo, e sono oggi ospitati al Circolo Sportivo del Bridge di Lucca, sulle Mura Urbane. Ultimamente l’associazione ha presentato opere e autori anche a Pisa, Porcari, Capannori, Ghivizzano, Bagni di Lucca, Calci, Calcinaia, Borgo a Buggiano, Firenze, Milano, Montecarlo, ecc. e non

57

Page 58: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

dimentichiamoci Aix en Provence e Bruxelles ove con Gavorchio (Domenico Bertuccelli) è stata portata sia l’associazione che il dialetto lucchese. Pomeriggi di approfondimento sul Gruppo Beatnik C.13, su Dario Bellezza (con il Patrocinio della Regione Toscana), su Carmelo Bene, su Giovanni Marini e su Pier Paolo Pasolini sono stati segnalati anche dalla stampa nazionale. L’associazione possiede una pagina web www.cesare-viviani.135.it dalla quale è possibile scaricare gratuitamente (in PDF) oltre settanta e-book di autori lucchesi. Sono stati ospiti dell’associazione anche: Luzi, Saviane, Fremura, Di Mizio, Battaglia, Giani-Luporini…Bartolomeo Di Monaco ha aperto sul web una rivista telematica “Parliamone” di buon spessore che vede la partecipazione costate di Giorgio Barberi Squarotti.In questi anni si sono susseguiti alla Presidenza: Bartolomeo Di Monaco (Presidente onorario), Claudio Villani e Vittorio Baccelli. Sono attualmente vice-Presidenti: Marco Vignolo Gargini e Mario Pellegrini.

CERCHIAMO UN NUOVO NOME PER L’ASSOCIAZIONE E UNO SPONSOR PRIVATO!

Lucca - Tempo di bilanci per l’associazione culturale Cesare Viviani che opera dal 1992 nel panorama culturale-letterario della nostra provincia e che sempre più spesso è intervenuta nel più ampio contesto nazionale. Restando fermi nel solco delle tradizioni locali, abbiamo spaziato in tutti i campi della letteratura, dal vernacolo alla poetica sperimentale, dalla commedia alla tragedia, dalle traduzioni al meta-romanzo fino a giungere alla poesia-visiva, senza trascurare aspetti di nicchia quali: saggistica, letteratura erotica, fantastica, umoristica e gialla.Tra le molte, tre sono le attività che più ci hanno dato soddisfazione:il poter seguire il lavoro degli esordienti, dalla nascita dell’opera fino alla sua pubblicazione;la presentazione di opere, come tappa lucchese di una promozione nazionale;il nostro sito web (www.cesare-viviani.135.it ) che è una vera e propria libreria dalla quale possono essere scaricati gratis oltre 70 testi dei nostri soci.Sono stati pertanto intensificati i rapporti con autori, riviste letterarie, concorsi, associazioni letterarie e case editrici, sì che la nostra associazione oggi è conosciuta in tutta Italia e il nostro lavoro intellettuale di promozione alla lettura è ovunque noto e apprezzato. Tutti questi motivi, e altri ancora, ci spingono ad un ulteriore salto di qualità che sarà sia formale che sostanziale, che riguarderà l’organizzazione e la titolazione. Contenti dei patrocini che sempre hanno garantito la qualità dei prodotti culturali da noi offerti, siamo però orientati verso uno sponsor privato, pur restando gelosi della nostra produzione.Salto di qualità che stiamo preparando per il prossimo anno; intanto proseguono le

58

Page 59: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

nostre iniziative pubbliche: questa settimana avremo un pomeriggio letterario alla Casermetta Santa Maria delle Mura Urbane: mercoledì 14 alle ore 17, Domenico Riccio presenterà il suo ultimo libro “L’Eros negli scacchi” edito dalla LULU.com (USA).

ISLAMOFASCISMO O NAZISLAM?

In questi ultimi tempi numerosi sono i libri e gli interventi di più autori che utilizzano il termine islamofascismo, riferito all’estremismo islamico e il termine IV guerra mondiale, riferito alla lotta globale contro il terrorismo.Tra questi autori: Magdi Allam, Norman Podhorez, Fouad Ajami, Johon R.Bolton, Max Boot, R. James Woolsey, James Q. Wilson, e altri.Sono perfettamente d’accordo sul termine IV guerra mondiale, essendo stata la III, la guerra fredda, vinta questa dall’Occidente.Proprio con il titolo “La IV guerra mondiale” nel 2004 pubblicai un testo, reperibile anche oggi in PDF da qualche parte sul web. Guerra che ha avuto i suoi punti di massima visibilità con l’attacco alle Torri Gemelle e con l’occupazione dell'Afghanistan e dell’Iraq.È il termine islamofascismo che non condivido, infatti, l’estremismo integralista islamico niente ha a che fare con il fascismo.Il termine corretto è, a mio avviso, nazislam, vediamo perché.Il fascismo fu una forma di socialismo autoritario che in parte mantenne una radice anarchica ereditata dal sindacalismo nazionale rivoluzionario, maturato nell’USI con motivazioni iniziali irredentiste, prima della I guerra mondiale ed ebbe come esponenti di spicco Corridoni e Mussolini. Con l’anarco-fascista Martinetti, il futurismo ebbe poi forte rilevanza nelle avanguardie artistiche dell’epoca e anche nelle avanguardie di oggi.

Se in Russia il comunismo (anch’esso socialismo autoritario) assunse al ruolo di vera e propria chiesa, arrivando a mitizzare lo stato e a deificare i propri capi, il fascismo pur possedendo questa tendenza, non riuscì a far emergere il mito stato, né a creare una propria mistica credibile, né a deificare il proprio Duce, questo anche per la troppo forte concorrenza della religione cattolica.Il nazismo invece fu un movimento a pieno titolo neo-pagano, teso a scardinare cristianesimo ed ebraismo, per sostituirli con il pantheon nordico. Analogie evidenti

59

Page 60: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

con la politica dell’integralismo islamico che vuole l’avvento del regno di Allah. Il fascismo non fu mai razzista, molti i suoi gerarchi d’origine ebrea; le leggi razziali furono imposte dall’alleato scomodo e di malavoglia accettate.Razzista invece fu il nazismo come adesso lo è l’islam. Il fascismo non fu mai antiamericano (anti-inglese, sì) e molti furono i camerati in sofferenza quando gli USA entrarono in guerra contro l’Asse: il nazismo e l’islam, sono o sono stati antiamericani.Durante la II guerra mondiale, Hitler si alleò con l’islam, con il Gran Muftì di Gerusalemme, e le truppe arabe, sotto l’insegna della “svastica tra due foglie di palma” combatterono a fianco dell’armata nazista. La prima intifada, al Cairo, fu finanziata dal partito nazional socialista tedesco.Antiamericanesimo e antiebraismo, sono e sono stati i collanti dei vecchi e nuovi nazismi e integralismi islamici.Odino e Allah avrebbero dovuto dominare il mondo spartendoselo, ma la sconfitta dell’Asse ha lasciato il campo libero ad Allah: ecco perché io parlo di nazislam.Tra l’altro ho raccolto tutti i miei scritti editi su questa IV guerra mondiale, dalle Torri Gemelle ad oggi, in una pubblicazione titolata per l’appunto NAZISLAM, facilmente reperibile in rete, anche come PDF gratuito.

MARIO LENA

Bagni di Lucca – Sabato 20 settembre alle ore 16.30 presso il teatro Accademico di Bagni di Lucca sarà presentato il libro di poesie “Chiralità” di Mario Lena, Maria Pacini Fazzi editore. Letture di Marco Vignolo Gargini.L'Autore, che per molti anni è stato Sindaco di Bagni di Lucca, tratta nei suoi poemi i temi dell'esistenza, del divenire e dell'essere. Le concezioni scientifiche si sovrappongono costantemente alla sua poetica. Emblematici i titoli di alcune sue silloge: "La striscia di Moebius", "L'effetto farfalla" e il "Rasoio di Occam". Questo perché le inquietanti scoperte scientifiche - che hanno spostato i limiti della conoscenza - lasciano una tangibile traccia nella sua poetica. La geometria frattale, la matematica quantistica, la meccanica delle matrici, il principio d'indeterminazione, l'effetto farfalla, entrano nella nostra realtà e la poetica più avvertita come può non risentirne? Pensiamo al nastro di Moebius: una superficie bidimensionale in un contesto tridimensionale. C'è di che riflettere! E così l'Autore trae stimolo dall'ultima fisica, geometria e matematica e miscelando il tutto in quel suo poetare colto e lineare, si apre all'amore, al pacato impegno non ideologico ma scaturito dai desideri dettati dal cuore: quelli più veri. Una poetica che talvolta ci riporta a Luzi, ma nella maggior parte dei casi denota una sua valida originalità. Una poetica che taglia frasi inutili, retoriche e ridondanti, confuse o barocche. Un rasoio di Occam è dunque tra le sue mani. Il risultato non è quello d'una poetica innamorata di se stessa, ma rivela un verseggiare piano, sensibile, aperto ai grandi interrogativi che l'umanità da sempre si

60

Page 61: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

pone, aperto a tutto ciò che attorno accade, vigile ad ogni avanzare delle scienze.Mario Lena è nato e vive a Bagni di Lucca. La sua attività letteraria, sviluppatasi a fianco e ai margini del suo lungo impegno di lavoro nel campo educativo, amministrativo e culturale, si riassume principalmente in queste pubblicazioni: 1950-1956: Collaborazione (nella narrativa) alla pagina letteraria del Nuovo Corriere sotto la direzione di Romano Bilenchi. 1968-1969: Scritti per Inghilterra e Toscana nell’Ottocento e per La difesa della natura in Italia, La Nuova Italia editrice, Firenze. 1973: Resistere, poesie, Rebellato Editore, Padova. 1978: Cammina ragazzo, poesie, Rebellato Editore, Venezia. 1986: Salvare un coleottero, poesie, Cultura Editrice, Firenze. 1993: Un gallo ad Asclepio, poesie, Maria Pacini Fazzi Editore, Lucca. 1995: 21 Poesie e incontri, Maria Pacini Fazzi Editore, Lucca. 1996: L’orizzonte degli eventi . 34 poesie allo specchio, Maria Pacini Fazzi Editore, Lucca. 1997: Il Tempio di Érato, Maria Pacini Fazzi Editore, Lucca. 1998: La striscia di Möbius (Maria Pacini Fazzi Editore, Lucca) 1999: L’effetto farfalla (Maria Pacini Fazzi Editore, Lucca). Ha poi proseguito la sua notevole produzione poetica pubblicando una silloge ogni anno. E' stato tra i fondatori della Cesare Viviani.Ha fondato l'associazione "L'occhio di Erato" che propone ogni anno presso il Casinò di Bagni di Lucca un ciclo conferenze poetiche di ottimo livello.

MARIO LENA

Bagni di Lucca – Anche quest’anno si sono rinnovati al Teatro Accademico di Bagni di Lucca, l’affetto e la stima che il pubblico degli estimatori delle liriche di Mario Lena esprime ad ogni presentazione di una sua nuova opera poetica. In platea si sono visti amici e amministratori della Provincia e dei comuni vicini, sindacalisti e poeti che, confusi tra il pubblico non potevano mancare a questo importante evento culturale. Presente anche una delegazione di Longarone guidata da alcuni amministratori.“Chiralità” è il diciottesimo libro edito da Mario Lena, ma è anche un punto d’arrivo, ove la sua poetica si libera in parte di tutta la componente “fisica, geometrica e matematica” che finora l’ha sostenuta, per potersi mostrare sotto rinnovate spoglie, forse più pure, forse più leggibili, ad un pubblico ormai abituato a questa positiva crescita poetica dell’Autore, che anno dopo anno, con gentilezza ci offre.Dopo l’indiscusso successo della presentazione a Bagni di Lucca, l’opera sarà nuovamente proposta al pubblico di Longarone e nei primi mesi del prossimo anno, come consuetudine, alla Casermetta Santa Maria di Lucca.

TECNICA DELL’AFFRESCO

Lucca - Mercoledì 10 settembre alle ore 17 presso la Casermetta Santa Maria delle

61

Page 62: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

Mura Urbane, si terrà la prima delle conferenze organizzate per il Settembre Lucchese dalla “Cesare Viviani”. Il pittore pisano Enrico Fornaini intratterrà il pubblico su “Tecnica dell’affresco dal Rinascimento ad oggi”. Prima dell’inizio della conferenza, Bartolomeo Di Monaco ricorderà la figura dell’indimenticabile amico della Viviani, Carlo Gabrielli Rosi. Enrico Fornaini è nato a Pisa nel 1944 e appartiene alla Scuola della realtà. Nel periodo 1960/64 si è formato nelle varie tecniche pittoriche nella bottega dei maestri Annigoni e Stefanelli. Dal 1964 partecipa a mostre personali e collettive presso le più importanti gallerie italiane ed internazionali. I suoi affreschi si possono ammirare nella Cattedrale di San Martino a Lucca e nelle chiese di Filettole, Madonna dell'Acqua, S. Martino Ulmiano, Calcinaia, Vetriano, Camaiore, Staffoli, Lappato, Chianni, Pagani. Picciorana. Altri affreschi si trovano a Genova, La Spezia, Pontremoli, Cascina, Santa Croce e presso il Circolo Ufficiali della 46a Aereobrigata di Pisa. Ha dipinto la tavola di S. Martino nella omonima Chiesa di Pisa e il Cristo delle Sorgenti a Casciana Terme. In occasione dei Mondiali di Calcio del 1990 ha rappresentato l'Italia al Concorso "Il Mondiale Artistico" con l'opera " Calcio come incontro"Il suo olio "Tramonto in Garfagnana" è esposto nella Sala dei giornalisti al Museo Villa Cilea a Varazze (GE) di proprietà della Siae. Ha eseguito numerosi ritratti; tra i personaggi più importanti ricordiamo i Vescovi di Pisa Matteucci e di Lucca Agresti, Vittorio Bachelet, Edoardo De Filippo, Papa Giovanni XXIII, Giovanni Paolo II e Maria Teresa di Calcutta.

OLIMPIADI E DINTORNI

Era il lontano 10 agosto del 490 a. C. quando al termine della battaglia nella piana di Maratona, il messaggero Filippide fu inviato ad Atene per annunziare la vittoria dei greci sui persiani. Ed è proprio a quest’avvenimento che s’ispira la gara-simbolo delle Olimpiadi moderne: la maratona.Ma se nell’antica Grecia nello svolgersi delle Olimpiadi le guerre cessavano, oggi vediamo, dalle ultime notizie dal mondo, che purtroppo non è così. Una delle medaglie d’oro che già abbiamo conquistato è quella del judo, e questa disciplina, non è solo uno sport, ma qualcosa d’altro, di più essenziale e profondo. È un’arte marziale che affonda le sue radici in una Tradizione che conosce il respiro del sacro. Le Olimpiadi non rappresentano solo un evento-competizione di prove agonistiche, ma dovrebbero rappresentare anche il simbolo della fratellanza universale. Nella Grecia antica erano un evento sacro. Erano la rappresentazione più seguita e popolare delle forze della luce che sconfiggevano le forze delle tenebre e, gli atleti che avevano l’onore di salire sul podio, erano rivestiti da un’aura divina. Il simbolismo della fiaccola, portata attraverso il mondo da staffette di atleti, suggella ancora una volta la Tradizione che non deve morire, che ciclicamente si ripresenta sulla Terra, legando inscindibilmente il passato al presente, e ci parla della Tradizione antica e spirituale di questo rito, delle nostre radici pagane.

62

Page 63: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

E attraverso il mondo la fiaccola è arrivata stavolta in Cina, seguita da un mare di polemiche, in una Cina in cui la Tradizione è stata recentemente sradicata, cancellata e annientata. Lo stesso senso del sacro è stato cassato da un’ideologia politica totalizzante. Voglio ricordare l’eliminazione anche fisica dei maestri d’arti marziali, visti come nemici del progresso, ordinata da Mao Tze Tung durante la Rivoluzione Culturale. Mao fu responsabile anche dell’abbattimento di molti monasteri buddhisti. La fiaccola si è accesa in una nazione ove i diritti umani sono un optional e i monaci tibetani, testimoni di una sapienza religiosa e marziale, vengono ancor oggi, come ai tempi di Mao, arrestati, puniti, colpiti, incarcerati.Il Tibet non chiede l’indipendenza, ma vuole una propria autonomia e la cessazione del genocidio culturale della sua Tradizione. Il Dalai Lama ha affermato che le Olimpiadi non devono essere boicottate, ma sono l’occasione per portare la causa tibetana davanti agli occhi del mondo intero. Così è stato fatto: anche nella nostra provincia ci sono bandiere tibetane affisse ai davanzali, e anche alle finestre di qualche ente pubblico. La stessa sede della regione Toscana a Firenze era tappezzata di bandiere tibetane. Sostenere questo popolo è sostenere le libertà di tutti i popoli oppressi.Torniamo al judo che nasce dalla via del Bushido e che dal suo fondatore Jigoro Kano (uno degli ultimi guerrieri della Tradizione) fu definito non solo uno sport, ma un principio di vita e di arte.E nella Cina di oggi i principi della vita e dell’arte non sono attuali: il Tibet non è libero, le religioni sono appena tollerate e controllate, esistono i campi di rieducazione per i dissidenti, esiste ed è praticata a livello industriale la pena di morte, i diritti sindacali sono ignorati, l’ambiente è scarsamente rispettato, internet è fortemente censurato.Le Olimpiadi sono un’occasione unica per portare davanti agli occhi del mondo la causa tibetana, altrimenti relegata a pochi addetti ai lavori, un’occasione per far sì che le contraddizioni di questo vasto paese siano pronte per una maturazione in senso democratico e di diritti civili. La Cina ha dovuto aprirsi al mondo, prima con l’economia, adesso con lo sport: gli studenti sono stati i primi a ribellarsi ad un regime chiuso, adesso i tibetani rivendicano la loro autonomia e la salvaguardia della loro cultura, mentre i lavoratori iniziano un difficile processo di sindacalizzazione e gli ambientalisti si sono anch’essi, se pur timidamente, fatti sentire. Il processo di democratizzazione sta lentamente avanzando e ritengo che le Olimpiadi stiano contribuendo in maniera determinante. E dopo queste riflessioni auguriamo ai nostri atleti di conquistare molte medaglie da riportare in Italia, e se riusciamo a trovarla, esponiamo la bandiera del Tibet da un finestra della nostra casa.

63

Page 64: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

DOPO AGOSTO A FORNACI

L’edizione 2008 di Agosto a Fornaci ha chiuso con successo. Sono bastate poche idee, ma buone e qualificanti, la chiusura del traffico sulla provinciale e la complicità del bel tempo. Sono così confluiti a Fornaci cittadini delle varie frazioni della Valle del Serchio, ma anche turisti che fino a tarda notte hanno contribuito allo “struscio” tipico dei centri commerciali delle città.Il centro commerciale naturale ha dunque dimostrato la sua vitalità, con gran soddisfazione degli abitanti e dei commercianti che come tutti gli anni, hanno organizzato questo evento, ma Fornaci ha bisogno d’essere rivitalizzata anche negli altri mesi dell’anno.Il Parco Menichini è da decenni luogo di aggregazione di giovani e anziani provenienti dalla Valle, ma oggi avrebbe bisogno di un nuovo smalto, in dettaglio:Alcune aiole sono polverose e prive di verde; d'altronde che mai le ha annaffiate?C’è un gioco da qualche mese rotto e nessuno ha provveduto a toglierlo o a ripararlo.I rettangoli di conglomerato nell’aiola dei giochi, sono ormai da tempo usciti dalle loro sedi e vagano tra il ghiaino dell’aiola stessa.La staccionata a lato del Parco che lo separa dalla strada, non è stabile e se ci si appoggia, talvolta cede con pericolo per il malcapitato utente. Non sarebbe forse meglio sostituirla con una siepe?Il parco rosso nelle notti d’estate degli anni passati era sempre pieno di ragazzi che giocavano a calcetto. Oggi è desolatamente vuoto perché mancano le luci e le porte sono state portate via. Nel buio oggi circolano personaggi equivoci (tossici?).Altre carenze le ritroviamo al sottopasso ferroviario, tra l’altro inaugurato di recente: è privo di illuminazione e deturpato da scritte.Della pista ciclabile tra Fornaci e Ponte all’Ania, da tempo se ne parla, ma nessun progetto finora s’è visto.Un’ultima cosa: perché Opera Barga e Barga Jazz non decentrano almeno un concerto a Fornaci?S’è inoltre chiuso con successo il ciclo di presentazioni letterarie a Barga, che ha visto la presenza di una casa editrice di prestigio (Prospettiva), e la partecipazione di autori noti a livello nazionale (Rocchi, Vignolo Gargini) e internazionale (Baldacci), perché non si è dirottata qualche presentazione a Fornaci?Queste sono solo alcune proposte, che giriamo agli amministratori, per render migliore e più viva la frazione di Fornaci.

L’OPERA DELLE MURA

Lucca - Dieci anni prima che l’allora sindaco Fazzi costituisse l’Opera delle Mura, avevo attraverso la stampa locale lanciato l’idea di creare un organismo che si

64

Page 65: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

occupasse esclusivamente di tutti gli aspetti legati alle Mura Urbane, dalla loro salvaguardia alla manutenzione corrente, dai lavori strutturali di recupero e restauro alla loro pubblicizzazione turistica e accademica, anche attraverso strutture universitarie e di Alti Studi. Mentre la stampa cittadina reagì favorevolmente dando ampio spazio all’idea, da parte dei politici e degli amministratori d’allora, vi fu un silenzio totale. A loro proprio la cosa non interessava minimamente, ricordo che un importante politico dell’epoca sollecitato sull’argomento, di malavoglia rilasciò una dichiarazione assai simile a quella rilasciata in questi giorni da un amministratore della Valle del Serchio riguardo alla mia proposta del Comune Unico: ”Noi facciamo le cose possibili e ci impegniamo su quelle realizzabili”.Il tempo mi fu galantuomo anche questa volta e dopo dieci anni, Pietro Fazzi realizzò l’organismo, anche se con due aspetti diversi riguardo al mio progetto.L’avevo chiamata “Fabbrica delle Mura” sulla falsariga della “Fabbrica del Duomo” di Milano. Le fu dato invece il nome di “opera delle Mura”.Prevedevo che in questo organismo il CISCU ne venisse inglobato, ma questo non fu fatto (siamo sempre in tempo).Oggi comunque mi sembra doveroso riparlare di questa Opera, per tutta una serie di motivi che vanno dalla mancanza della nomina del Presidente e del Consiglio, alla necessaria sostituzione di oltre duecento alberi oggi malati, al mancato incasso di tre anni degli accessi alle Torri – con rilevante danno economico – e ultimo fatto, non in ordine d’importanza, la vicenda dei cartelli in lingua straniera tutti sbagliati – con rilevante danno d’immagine.Tutte queste situazioni assieme, stanno portando l’Opera delle Mura alla deriva ed ecco che da subito occorre che l’amministrazione comunale operi nomine certe: presidente, Consiglio e recupero crediti.Piccola nota personale: questo organismo da me teorizzato, nei suoi periodici rinnovi di presidenza e consiglio che nel tempo si sono succeduti, mai ha visto la mia presenza (nomina), non dico a presidente, ma neppure a consigliere. Mi sembra ingeneroso, ma me ne faccio una ragione, così va il mondo, a Lucca.

ANCORA SULLA SCUOLA

Eravamo alla fine degli anni '60 o ai primi degli anni '70, quando per caso mi trovai in un'aula dell'Università di Firenze a partecipare ad una assemblea indetta da un periodico fiorentino dell'ultrasinistra diretto allora da un certo Melis. Uno dei relatori, molto seguito e che mi sembrò di prestigio, rilasciò alcune dichiarazioni che nel corso degli anni, spesso mi sono tornate in mente. Dopo una dotta analisi sul sistema borghese dominante in Italia, individuò due punti su cui il movimento marxista-leninista rivoluzionario, sarebbe dovuto intervenire: la scuola e la magistratura. La scuola poiché rappresenta l'anello debole della catena con cui l'ideologia borghese perpetua se stessa e si riproduce e, la magistratura, testuali parole, “così ci pariamo il

65

Page 66: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

c...”Ho fatto questo preambolo-ricordo per tornare a parlare della scuola, visto che oggi, anche nella nostra provincia, amministratori e politici, tutti di sinistra, si scagliano con veemenza e continuità contro le pur timide riforme della Gelmini, in maniera palesemente strumentale e di principio: un ministro di destra, come osa toccare un feudo della sinistra?Invece voglio continuare a porre e a pormi riflessioni su quanto si va dicendo: c'è chi auspica che le famiglie possano concorrere alla formulazione delle valutazioni di merito degli insegnanti. Così i genitori avrebbero la possibilità di indicare per ogni materia una preferenza per il docente da assegnare ai propri figli. Sarebbe una misura positiva che non si presterebbe a giochetti o furberie di sorta. I presidi acquisterebbero così dati significativi sul gradimento dei docenti e potrebbero più facilmente premiare l'eccellenza senza punire la normalità. La Gelmini non deve farsi intimorire dai soliti intellettuali di sinistra che gridano al razzismo su certe dichiarazioni sull'impreparazione degli studenti e di molti docenti meridionali, tra l'altro leggendo i blog si ha quasi la certezza che quanto affermato sia vero. Occorre ridimensionare i poteri degli organi collegiali che limitano l'autonomia dell'insegnante e sono da decenni assemblee tipo soviet in mano a sindacalisti dell'ultrasinistra. Il ministro ha sostenuto che negli ultimi anni la scuola ha accumulato un numero impressionante di precari che non è in grado di assorbire in tempi ragionevoli. Non credo che la soluzione sia quella di attingere per anni alle graduatorie fino al loro esaurimento: al contrario, deve essere data alla scuola la possibilità di scegliere gli insegnanti che meglio sanno fare il loro mestiere e privilegiare finalmente l'eccellenza. Le altre soluzioni portano solo al perpetuarsi di una scuola con insegnanti demotivati e studenti ignoranti. Ai miei tempi bastava un solo maestro, anche perché alle elementari sono sufficienti nozioni “elementari” che anche un diplomato dalle nostre scuole odierne, deve essere in grado di trasmettere. Non serve un'intera batteria di maestri per insegnare nozioni di base. Le scuole elementari non sono il collocamento della mano d'opera femminile disoccupata. Abbiamo il più alto numero di insegnanti di ogni ordine e grado anche perché molti di loro godono di distacchi sia sindacali che come amministratori. In realtà la scuola è uno stipendificio, più del 90% delle risorse vengono spese in stipendi. Il tutto a fini elettorali e frutto di uno statalismo vetero-politico. C'è ancora molto da cambiare per giungere ad una scuola moderna: dall'autonomia degli istituti e degli atenei, all'abolizione del valore giuridico del titolo di studio, alla funzione dei testi scolastici, al trovare risorse da investire nella ricerca, al raggiungimento dell'eccellenza, alla creazione di università-fondazioni, all'aggiornamento continuo dei docenti. Il dibattito continua, nelle scuole, nelle strade, nelle famiglie, sui giornali, in internet... e questo è un bene, se vogliamo mettere alle corde i conservatori e se vogliamo finalmente rinnovare la scuola in un'ottica e in uno spirito autenticamente liberale.

66

Page 67: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

IL C.13

Lucca - Mercoledì 8 ottobre alle ore 15 presso la Casermetta Santa Maria delle Mura Urbane, si terrà la quarta conferenza prevista per il Settembre Lucchese dall’associazione culturale “Cesare Viviani”; dopo le tecniche sull’affresco di Enrico Fornaini, dopo l’introduzione a Remo Teglia di Bartolomeo Di Monaco e l’incontro sul cinquantenario de “Il Gattopardo” tenuto da Marco Vignolo Gargini, è la volta di Vittorio Baccelli con una conferenza sul tema: “Da Carconia a Villa Bottini – letture sul beat a Lucca”. Era, infatti, il 1966 quando a Lucca apparvero sulle panchine di via Cenami i primi “capelloni”. Destarono curiosità e furono considerati solo i seguaci di una nuova moda. Ma non era così. Il Gruppo beatnick C.13 aveva contatti con Londra (il filosofo Bertrand Russell), con Milano (Fernanda Pivano e Mondo Beat). Presto si confrontarono coi situazionisti (Cesarano), con i genovesi di ANA-ETCETERA, con i Provo di Amsterdam e con la redazione di Re Nudo. E tra lo stupore generale organizzarono concerti, manifestazioni, comizi, stamparono volantini e giornali. Dirottarono a Lucca la marcia della pace di Danilo Dolci. Il mito beat nell’arco di pochi anni si dissolse come neve al sole in tutto il mondo lasciando però dietro di sé tutta una scia di “prodotti” culturali di indubbio valore. La beat generation entrò a far parte della storia dell’arte e della cultura mondiale. Da noi in Italia le colorate schiere beat furono travolte da un’onda politica d’ultra sinistra che dette poi vita ai tragici anni di piombo. Ma gli eredi dell’esperienza beat continuarono ad operare a Lucca nella creatività non violenta fino al 1977 quando, con l’occupazione di Villa Bottini segnarono un'altra tappa vincente alla loro particolare storia .Il titolo della conferenza di cui stiamo parlando trae origine da libro di Bruno Lugano, Enzo Guidi, Nello Cattalini e Joško dal titolo “Carconia” edito dalla Pacini Fazzi in quegli anni e dall’occupazione di Villa Bottini (1977) che portò all’acquisizione e al restauro la Villa da parte della Regione Toscana e alla successiva cessione al Comune di Lucca . L’acquisizione e la fruizione della Villa da parte dei lucchesi e la sua trasformazione nel salotto buono della città è stato il compimento dell’ultimo desiderio del gruppo beat lucchese.

I BEAT A LUCCA

Lucca – La quarta conferenza organizzata per il Settembre Lucchese dall’associazione culturale “Cesare Viviani” si è tenuta presso il Circolo sportivo del bridge alla presenza di un attento pubblico. Era la volta di Vittorio Baccelli che è

67

Page 68: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

intervenuto sul tema “Da Carconia a Villa Bottini – letture sul beat a Lucca”. Il relatore dopo un prologo su Tista Meschi e sul Popolano Lapini, è passato a narrare la storia del gruppo lucchese Beatnick C.13 così come proposto da vari autori: Pablo Echaurren, Claudia Salaris e Enzo Guidi. Sono seguite letture di Francesco Petri (Franz), Nello Cattalini, Bruno Lugano, Mauro Petroni, Pier Paolo Pierucci e Virgilio Papini. La narrazione, a tratti avvincente s’è snodata dalle cantine lucchesi alle panchine di via Roma, dalla tendopoli sul fiume Serchio, allestita dai fuggiaschi milanesi di Barbonia City, alla casa di Barabba (Domenico Livolsi), dalle manifestazioni pubbliche ai comizi in piazza San Michele, dai concerti per strada del Perigeo e di Cino Ardinghi, a quelli nel teatro del Giglio. Si è parlato poi delle mostre di arti figurative e della “Manifestazione anaoggettuale con happening” che si tenne nella sala Salvemini del Partito Socialista e che scatenò non poche polemiche. La narrazione passando anche dalle manifestazioni non violente “viva gli eserciti che non esercitano” a patrie galere (San Giorgio), si è conclusa in Villa Bottini con l’occupazione che ne consentì l’acquisizione e il restauro. La colorata ventata beat lucchese, passata dai salotti milanesi della Pivano alla redazione di Re Nudo, dal congresso anarchico di Carrara agli accoglienti ambienti di San Giorgio, da piazza Dam ad Amsterdam al quartiere latino di Parigi, è giunta poi sui libri di storia del costume e dell’arte. Sempre più testi sono dedicati alla controcultura di quel periodo, e la citazione del gruppo C.13 è sempre più evidente. Il relatore ha proseguito spiegando come a questo movimento che in tutto il mondo fece spirare un’aria di libertà, subentrò da noi una ventata di follia nei gruppi giovanili che estremizzando il pensiero politico portò al terrorismo degli anni di piombo. La relazione è terminata con la sottolineatura degli aspetti positivi di questo movimento in contrapposizione ai valori negativi manifestatisi negli anni successivi. L’ideologia del “buco” e l’AIDS erano alle porte e falcidiarono molti degli amici del gruppo.Chiuderà questo fortunato ciclo di conferenze, Marisa Cecchetti che mercoledì 22 ottobre alle ore 17, sempre presso il Circolo del bridge, parlerà su “Passato e presente, rifiuto delle ragioni del male nella produzione letteraria di Guglielmo Petroni”.

UN QUESTIONARIO POLITICO (SEMISERIO)

Sei di destra o di sinistra? - Premetto che il presente questionario non ha alcuna validità scientifica ed è del tutto opinabile. Anche in politica, come del resto in ogni aspetto della nostra quotidianità, ci sono delle sfaccettature che non si incasellano bene in un ordine prestabilito: sono quegli aspetti che in politichese si chiamano trasversali. Ci sono delle posizioni che dovrebbero essere di destra, e altre di sinistra. Ma iniziamo col nostro questionario.

68

Page 69: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

Berlusconi – gli antiberlusconiani sono di sinistra e i berlusconiani di destra (ovvio, no?).Nucleare – questo dovrebbe essere il cavallo di battaglia della destra e trovare la sinistra contraria. Ma io ricordo che al tempo del referendum, un’agguerrita schiera di sinistra (ex PCI) sosteneva la costruzione di nuove centrali.Caccia – qui c’è l'ex F.I. che in Regione Toscana tenta invano e disperatamente d’allargare la caccia a storno e fringuello (ciao Dinelli!). Perché la destra debba essere favorevole e la sinistra contraria è una cosa che L’Arci-Caccia mi dovrebbe spiegare.Marijuana – per la destra è una droga-demonio, mentre la sinistra è più possibilista. Ma chi me lo viene a raccontare che a destra gli spinelli (o le canne come si dice oggi) non si sono mai viste?Prostituzione – la destra la vuol criminalizzare, mentre la sinistra è più possibilista su una legalizzazione. Ma perché allora proprio la sinistra socialista Merlin chiuse i casini creando un vuoto legislativo?Maestro unico – alle elementari la destra lo vuole solo, la sinistra ne preferisce tre o quattro.E adesso passiamo alle “cose” locali.La tranvia fiorentina – per la sinistra un’occasione per sostenere il traffico cittadino, per la destra uno scempio.L’antifascismo versiliese – la sinistra antagonista s'è scagliata contro tre bulloni rimossi, contro il regista Spike Lee e contro un vecchio lampione che ha la colpa d’avere un fascio littorio d’annata scolpito. La destra tace.Il monoblocco lucchese ospedaliero – la sinistra lo vuole a San Filippo, la destra prima non lo voleva per niente, adesso lo vuole in Campo di Marte.Ospedale Univo della Valle del Serchio – non lo vuole nessuno e si spende e si rispende nei due vecchi mezzi ospedali della valle.Allora avete visto? Ci ho fatto un questionario, un po’ per burla, ma un po’ anche per riflettere seriamente e per sfatare “luoghi comuni”. Do il buon esempio rispendendo io per primo: Berlusconi SI (destra) - Nucleare NO (sinistra) – Caccia NO (sinistra) – Marijuana SI (sinistra) – Prostituzione SI (sinistra) - Maestro unico SI (destra) – Tranvia fiorentina SI (sinistra) – Antifascismo versiliese NO (destra) – monoblocco ospedaliero SI (sinistra) – Ospedale Unico della Valle del Serchio SI (ma questo non conta perché non lo vuole nessuno).Poffarbacco! Mi ritrovo con la sinistra vincente nella mia testa per 6 a 3: ed io che pensavo d’essere un berlusconiano di ferro!!!

LA SANITA’ A LUCCA

Le cronache cittadine abbondano in questi ultimi mesi d’interventi sulla sanità lucchese. Oltre alle endemiche carenze e alle ventilate soluzioni di queste da parte del

69

Page 70: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

politico di turno, ciò che sembra appassionare è il dibattito sul nuovo costruendo Ospedale della Piana di Lucca.Alcune decine d’anni fa, in tempi non sospetti (ero allora dirigente sindacale degli Enti Locali dell’UIL e Presidente del disciolto Comitato Diritti Civili) all’interno del dibattito che anche allora si era aperto sulla razionalizzazione della sanità lucchese, lanciai una proposta così articolata. Una unica ASL nel territorio provinciale, nell’ottica di una più snella organizzazione e nel risparmio di gestione. Individuavo poi la necessità di tre nuovi moduli ospedalieri: Ospedale Unico della Versilia, Ospedale Unico della Valle del Serchio e Ospedale della Piana di Lucca.La costruzione di nuovi moduli monoblocco sarebbe stata più pratica ed economica delle eterne razionalizzazioni, rifacimenti e messe a norma delle vecchie e, in qualche caso, fatiscenti strutture.Monoblocchi che vedono una diminuzione complessiva dei posti letto a causa del minor tempo d’ospedalizzazione del paziente e di tutta una serie di strutture sanitarie diffuse nel territorio che avvicinano ancor più il cittadino alla sanità pubblica. E anche una diffusione sempre crescente del day hospital che abbatte i costi di gestione e migliora e tutela la qualità della vita del paziente.L’Ospedale Unico della Versilia divenne per primo una realtà operante, anche se non privo di difetti (rintracciabili facilmente attraverso gli articoli apparsi sulla stampa) essendo stato il capofila.Partì poi l’iter per il nuovo Ospedale di Lucca, e qui abbiamo assistito alle polemiche di coloro che non volevano che l’ospedale nuovo nascesse. Una volta stabilita la volontà della costruzione del nuovo ospedale, sono iniziate altre polemiche sulla sua localizzazione.Il sottoscritto non ha mai preso posizione sulla localizzazione dell’Ospedale della Piana di Lucca, perché ritenevo e ritengo che devono essere i tecnici della Sanità e degli Enti Locali ad essere investiti nella ricerca della localizzazione sul territorio più razionale e idonea. Sono però sempre stato contrario alla costruzione del nuovo ospedale nell’area ove sorge il vecchio adesso. Quest’area a mio avviso dovrà essere sfruttata dalla città nell’ottica di un suo sviluppo: è una piccola città a ridosso del centro storico. Nell’area di Campo di Marte vedo insediamenti commerciali, uffici, abitazioni, punti di aggregazione, laboratori artigianali. Ma la nota più dolente è rappresentata dall’Ospedale Unico della Valle del Serchio, rimasto scritto solo nel libro dei sogni, a causa di campanilismi, scarsa imprenditorialità e paura di uscire dalla conservazione. Su questo ospedale, da tempo ho indicato un’area mediana nella Valle: tra Campia e Mologno (nei Comuni di Barga e Gallicano).L’Ospedale Unico della Valle del Serchio è una necessità dovuta all’habitat collinare e montano, alla zona sismica, alla massiccia presenza di insediamenti industriali e artigianali, ad una sempre più vasta presenza di ospiti soprattutto nel periodo estivo, ad una viabilità precaria. Solo ultimamente si sono sviluppate timide aperture verso

70

Page 71: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

l’Ospedale Unico anche a livello istituzionale. Ma di creare un’unica ASL a livello provinciale - malgrado si sprechino gli interventi sui minori costi della P.A. – ancora non se ne parla.

IL SINDACATO CAMBIA – CAMBIAMO IL SINDACATO

Oggi, in tempi di Brunetta – che ha portato alla guarigione quasi il 40% degli statali - quanto mai risulta importante poter fare delle serie riflessioni sul movimento sindacale in Italia. Movimento sindacale che rappresenta e ha rappresentato, milioni di lavoratori e di pensionati, movimento che sempre ha avuto a cuore la tutela dei diritti dei lavoratori. Però molte sono anche le critiche che il sindacato si è attirato nel corso degli anni, e queste sono quasi sempre dovute ad atteggiamenti conservatori presi dal sindacato stesso.È indubbia la funzione insostituibile del sindacato, nella tutela dei lavoratori e del lavoro, e su questa i due sindacati maggiori, CISL e CGIL hanno sempre operato; esiste però un’ala sindacale, pur minoritaria, che rifiutando il conservatorismo, si è impegnata per l’innovazione a tutti i livelli.Ma partiamo dalla politica oggi: la politica è cambiata e le ultime elezioni ne hanno sancito il mutamento. Se i ceti medi si sono rivolti a Berlusconi, classe operaia e il proletariato in genere hanno preferito la Lega al nord e A.N. nel resto d’Italia.Con il Partito Democratico sono rimasti sopratutto i garantiti dalla politica, i conservatori, i radical-chic.Ma se la politica è cambiata, oggi deve mutare anche il sindacato. Che i metalmeccanici torinesi abbiano sostenuto la Lega, non meraviglia, anzi va incontro a quanto ho sopra sostenuto. Mutazioni profonde anche in Confindustria, oggi molto più in sintonia di ieri, con il governo.Cambia la politica, cambia Confindustria, cambia anche il sindacato, i cui mutamenti, non sono un fatto nuovo, ma vengono da lontano. Anche se l’innovazione sindacale è stata in mano a frange di questo movimento, questo non significa che la sua importanza non sia stata rilevante. Se andiamo ai primi del ‘900 troviamo Filippo Corridoni nell’USI (c’era anche Benito Mussolini) : con lui il sindacato rivoluzionario diviene nazionale e interventista. L’USI era composta in prevalenza da socialisti e anarchici, su posizioni rivoluzionarie e internazionaliste, Corridoni creò all’interno dell’USI un componente nazionalista e interventista, che dette poi vita al sindacato unico fascista. Sindacato Unico che essendo di regime, non poté avere quella combattività necessaria che le sue origini promettevano. Ma all’interno del sindacato di regime vi furono frange che si ritrovarono alleate ai futuristi marinettiani, che collaborarono alla diffusione di “Lacerba” e che a Carrara siglarono accordi sotterranei e battaglie sindacali, con gli anarchici dell’USI, anche se questo sindacato era allora fuorilegge.Nel ’70 a Reggio Calabria, Ciccio Franco della CISNAL recepirà le istanze sociali

71

Page 72: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

legate al territorio. “Boia chi molla!” sarà la sua parola d’ordine, ben conosciuta anche adesso.Sempre nel filone dell’innovazione sindacale giungiamo a Giorgio Benvenuto dell’UIL negli anni ’80; con lui la modernizzazione e la laicità della società italiana in evoluzione entrano nelle istanze della politica sindacale: tutti i referendum radicali di quel periodo ebbero il sostegno dell’UIL.Erede di tutto questo, oggi troviamo l’UGL di Renata Polverini, divenuto con i suoi 2.400.000 iscritti (1 milione donne), il terzo sindacato confederale italiano. L’UGL aggancia le dinamiche del mondo del lavoro e le immagini dei media alle rivendicazioni sindacali, e la Rosy Mauro del Sindacato Padano, fonde le aspettative locali della Padania alle esigenze del mondo del lavoro.Concludendo, le liberalizzazioni in atto nel mondo del lavoro e le istanze territoriali dovranno oggi esser mediate con le posizioni della destra (e anche della sinistra) sociale.Da questa mediazione potrà scaturire la carta vincente per una vera mutazione sia del sindacato che delle politiche del mondo del lavoro. Un po’ più di liberismo, all’interno del sindacato è indispensabile alla modernizzazione del mondo del lavoro in Italia e in Europa.

IL NUCLEARE

Nei giorni 8 e 9 novembre del 1987 l’Italia votò sui tre referendum che riguardavano il nucleare e, il responso delle urne fu netto: quasi l’80% dei votanti si espresse contro il proseguimento della politica energetica nucleare. Anche nella nostra provincia le percentuali oscillarono attorno alle medie nazionali, con qualche punto in più.Oggi si riparla di centrali nucleari per risolvere la crisi energetica in atto e per sganciarci dal petrolio.“Riequilibrare il mix energetico fortemente sbilanciato a favore degli idrocarburi, ridurre la dipendenza dall’estero dell’Italia su energia, diminuire le emissioni di CO2 e garantire al paese importanti ricadute industriali.” Queste sono le parole usate dal presidente dell’Enea durante la presentazione del “Rapporto 2007 Energia e Ambiente”. Più avanti nel rapporto si legge che nuove centrali in Italia sarebbero pronte tra 20 anni e che il costo dell’uranio è aumentato negli ultimi sette anni, dal 2001 al 2008, passando dal 13 a 190 dollari il chilo. Sempre dal rapporto si legge che le riserve d’uranio (4,6 milioni di tonnellate) saranno sufficienti per 85 anni.Altri studi però sostengono che tra 60 anni l’uranio sarà esaurito.Siamo dunque sicuri che il nucleare sia la scelta giusta? Ad una prima lettura del dibattito che si sta svolgendo sul nucleare, sembrerebbe che sia favorevole tutta la CDL e contrario tutto il centrosinistra. Ricordo che al tempo del referendum una

72

Page 73: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

nutrita schiera di combattivi personaggi, trai quali alcuni scienziati, vicini alle posizioni dell’allora PCI, sostennero a spada tratta le ragioni del programma nucleare. Perché credere che oggi esistano posizioni riconducibili in maniera omogenea alle due aree politiche, e non che, come allora, si stia assistendo a due schieramenti trasversali? Personalmente, io che sono di destra, il nucleare non mi convinse allora al tempo del referendum e men che mai mi convince adesso.Capisco che il rilancio in pompa magna del nucleare possa essere un’arma per la contrattazione del prezzo del petrolio, ma di qui a realizzare nuove centrali nucleari, ce ne corre.Negli USA è da 30 anni che non si costruisce una centrale: il dato dovrebbe far riflettere. Ma la Westinghouse le centrali le costruisce, dunque ha bisogno di venderle: ma proprio in Europa?In Francia, le centrali hanno un guaio dopo l’altro, ma forse prima, quando non facevano notizia, le piccole fughe di vapore non assurgevano all’onore delle cronache. Informandoci si legge che le nuove centrali saranno pronte tra 20 anni, mentre le scorte d’uranio dureranno ancora per una cinquantina d’anni. Le due notizie prese separatamente informano e basta, prese insieme danno un quadro inquietante. Come è pensabile sostituire una fonte energetica, il petrolio, in esaurimento con un'altra, l’uranio, anch’essa in esaurimento?C’è poi il problema, per niente secondario, delle scorie. Abbiamo visto tutti cosa è successo a Napoli e dintorni, con i rifiuti da decenni gestiti dalla camorra e oggi abbandonati per le strade. Ci siamo mai chiesti quante nelle nostre Amministrazioni abbiano per decenni smaltito i rifiuti nelle discariche del casertano? Fino al collasso delle discariche stesse.Berlusconi ha risolto il problema ripulendo il napoletano sommerso dai rifiuti. Ma se non siamo stati capaci per decenni di smaltire correttamente i rifiuti, neppure i RSU, chi ci garantirà dalle scorie nucleari? Berlusconi tra 20/30 anni non potrà più essere al governo e non potrà certo garantirci: e allora?Le discariche furono gestite dalla camorra, vi immaginate cosa potrebbe succedere se le scorie nucleari finissero in mano a questi signori? Sicuramente ci guadagnerebbero molto di più di quanto non incassarono coi RSU e con quelli speciali. E con quali rischi: pensiamo al terrorismo e alla facilità di costruire ordigni sporchi con scorie radioattive.Meglio pensare ad altro, ad altre fonti energetiche. Qualche mese fa ho letto sulla stampa che un ingegnere italiano ha già allestito, su suo brevetto, in Canada, e ha in costruzione in Australia, impianti che trasformano i rifiuti (l'80% è cellulosa e plastiche) in benzine e che possiede brevetti analoghi per la trasformazione dei copertoni usati. Alla domanda del giornalista se avesse presentato in Italia i progetti, l’ingegnere ha risposto che ha presentato da più parti i progetti, ma non ha avuto alcun riscontro.Ancora sulla stampa leggo che l’impianto eolico di Scansano produrrebbe meno

73

Page 74: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

energia del previsto, un po’ meno della metà di un impianto nucleare. E allora, mi chiedo, ma se con l’eolico i rischi non ci sono, perché contestare questi impianti?È vero, non saranno un granché belle le pale che girano, e occupano pure troppo spazio, ma producono energia (anche se meno del previsto) e non inquinano. Perché tanto scandalo?Pensate, se si trovasse il petrolio qui da noi, in Toscana, sarebbe tutto un fiorire di trivelle e pompe, modello Texas, alla faccia delle viti, delle pievi e degli ulivi!Cerchiamo dunque di investire in fonti energetiche alternative, dall’eolico alla geotermia, dall’idroelettrico al solare; utilizziamo le maree o i rifiuti…E il nucleare lasciamolo perdere perché è pericoloso, inquinante, militarizza il territorio, mal s’adatta alle zone sismiche e da grossi problemi con le scorie.Sono anche sicuro di una cosa: vogliamo fare un nuovo referendum? L’80% direbbe di nuovo no al programma nucleare, ne sono certo.Sulla fusione nucleare il discorso cambia: investiamo in questa ricerca.

ALMIRANTE

Il Presidente della fondazione della Versiliana ha dichiarato: “Nessuna resa a chi usa la violenza politica e l’intolleranza come arma per impedire il confronto e la libertà di espressione, piuttosto un gesto dettato dal senso di responsabilità nei confronti della Versiliana, della sua storia, delle sue peculiarità di luogo d’incontro e di dialogo aperto a tutti”. Questa dichiarazione segue la decisione di rinviare la presenza di Donna Assunta Almirante, nell’incontro programmato per il prossimo 30 agosto dedicato al ’68, che avrebbe dovuto partecipare al dibattito dedicato proprio al marito nel ventennale della scomparsa (19 agosto). Ma facciamo un passo indietro: la presentazione di un libro su Giorgio Almirante avvenuto nei giorni scorsi alla Versiliana, è stato il pretesto per alcuni attivisti dell’estrema sinistra, per effettuare prima un volantinaggio di protesta e successivamente, entrare all’interno dello spazio in cui era in corso l’evento contestato: la scelta degli organizzatori di dedicare una serata alla figura di Giorgio Almirante. Ne è nato un parapiglia, fortunatamente senza conseguenze fisiche. Sono poi nei giorni successivi apparse a Pietrasanta scritte murali contro il Presidente della Fondazione e una scritta “Almirante Boia” con tanto di stella a cinque punte.In sintesi questi i fatti, ove il “fascismo rosso” ancora una volta si è scagliato contro la libertà di opinione e di pensiero.Questi fatti – di per sé di scarsa rilevanza, anche se indici di una intolleranza e di un malcostume fortunatamente ristretto ad esigue fasce minoritarie – hanno riportato alla mia memoria le conversazioni che ebbi proprio con Almirante nei primi anni ’60. Ero in quel periodo segretario della Giovane Italia e iscritto alla Cisnal quando Almirante venne alcuni giorni a Lucca. Tenne un comizio, visitò alcune sedi e, successivamente

74

Page 75: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

volle fare un giro per la Garfagnana e la Media Valle, per conoscere meglio la realtà del partito in quelle zone.Il MSI in quel periodo vedeva come Federale lucchese (sì, il segretario provinciale veniva chiamato proprio così) Rino Nissim di famiglia ebrea e la Cisnal aveva come Segretario Foffo (Adolfo Cesari); io ero l’unico fra tutti che avesse un’auto nuova, una 500 blu nuova fiammante. E così Almirante fu caricato sul mio cinquino – dietro la colonna delle auto scassate degli altri “camerati”– e lo scarrozzai in lungo e in largo per la Valle del Serchio. In questo viaggio parlammo un po’ di tutto e da lui sentii solo elogi per la democrazia, una democrazia ancora non compiuta ma che lo sarebbe stata a breve, quando la riconciliazione nazionale sarebbe divenuta un patrimonio di tutti, non solo a parole ma nei fatti. Era insomma un convinto e sincero democratico, sicuramente molto più democratico del resto del MSI di allora. Ricordo che quando parlava pubblicamente si rivolgeva in primis “Ai cortesi avversari politici”, che poi tanto cortesi verso di lui, non lo erano e non lo sono stati ancora per molti anni a venire. Vedeva il futuro della politica italiana basato sulla dialettica fra due raggruppamenti opposti, ma di pari dignità e intercambiabili. Il MSI avrebbe dovuto far parte di una coalizione di destra moderna, innovatrice, non conservatrice e soprattutto non restauratrice.Solo su un punto, nelle nostre discussioni, non si mostrò democratico: nei confronti della RAI, che in quei giorni almeno, avrebbe voluto smantellare.Ho comunque sempre mantenuto un buon ricordo di quelle conversazioni con Almirante, un personaggio a mio avviso importante per la democrazia italiana, che ha saputo traghettare fasce un tempo pericolosamente nostalgiche verso orizzonti di sana democrazia. Un personaggio che già allora ha indicato quel percorso che oggi il centro-destra ha imboccato. Forse la nostra città farebbe buona cosa nel titolare una piazza o una strada alla sua memoria, proprio per il contributo da lui dato alla normalizzazione e alla buona armonia della vita quotidiana. E anche nell’ottica di un ulteriore rafforzamento della conciliazione nazionale, cosa questa che è già un fatto concreto e consolidato, non certo inficiato dal comportamento irresponsabile di esigue frange estreme. Anche il Parlamento proprio in questi giorni ha voluto ricordare la figura di Giorgio Almirante con la presenza di 200 parlamentari provenienti da ogni raggruppamento politico.Prima di concludere voglio aggiungere una breve nota molto personale: nell’UGL ho l’ufficio del Pubblico Impiego; nel settembre passato il sindacato si è trasferito dal centro storico al Giannotti. Durante il trasferimento – travagliato e laborioso – è saltata fuori una foto a colori, incorniciata, proprio di Giorgio Almirante. Nessuno sapeva da dove fosse uscita, e neppure nessuno la voleva, così, anche in ricordo proprio di quelle antiche conversazioni, oggi la foto la trovate appesa a una parete del mio ufficio. Da poco ho saputo che il proprietario era l’ex vice-sindaco Domenico Riccio, che mi ha detto di tenerla pure.

75

Page 76: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

NO ALLA CACCIA – NO ALLE PREAPERTURE

È dagli anni ’70 che mi batto contro la caccia e soprattutto contro le preaperture. Le battaglie che ho condotto nel passato mi hanno visto attivo e partecipe assieme alla L.A.C. (Lega Abolizione Caccia) Toscana e ad Eugenio Baronti (oggi assessore regionale). Molti mi criticavano per queste mie prese di posizione, è una battaglia contro i mulini a vento – mi dicevano – le lobby dei cacciatori sono troppo forti.Però man mano che gli anni passavano, mi accorsi che questa era una battaglia vinta: non oggi, ma in prospettiva. Infatti, nella gente stava passando il discorso che il divertimento ad uccidere animali, non era certo una cosa “in” ma una cosa molto “out”, da non farsi, fuori moda, insomma.Inoltre le normative europee sulla caccia, erano sempre più restrittive, e in Italia gli oneri sempre più gravosi. In base a tutto ciò, di anno in anno, il numero dei cacciatori va costantemente diminuendo, e l’età media è sempre più alta.Certo, ogni volta che assisto ad una preapertura, e le doppiette mi svegliano, un senso d’angoscia mi prende assieme ad una forte solidarietà nei confronti di animali che vengono uccisi solo per puro divertimento. Come non può che rattristarmi la lettura di prese di posizione di personaggi politici che per quattro voti di fucilatori, si scagliano contro piccioni e storni, rei solo di esistere. Ancor più penoso è, quando a scagliarsi contro le specie animali sono esponenti del partito di maggioranza relativa, che a mio avviso dovrebbero avere ben altre cose a cui pensare.Ma diamo un’occhiata più scientifica e meno etica alla caccia oggi in Italia: secondo la legge nazionale sulla caccia (n. 157 dell'11 febbraio 1992, articolo 18) il periodo di caccia va dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio. Le regioni, in relazione alle situazioni ambientali delle diverse realtà territoriali, possono modificare tali termini che devono comunque essere contenuti tra il 1° settembre ed il 3 gennaio, rispettando sempre l'arco temporale previsto dalla legge per le diverse specie. Fa eccezione la caccia agli ungulati che può iniziare il 1° agosto, sempre nel rispetto del predetto arco temporale. La direttiva comunitaria sulla conservazione degli uccelli selvatici (n. 79/409/CEE del 2 aprile 1979) all'articolo 7 obbliga gli stati membri a far sì che gli uccelli non siano cacciati durante il periodo della nidificazione né durante le varie fasi della riproduzione e della dipendenza. Quando si tratta di specie migratrici, la direttiva obbliga gli stati membri a vietare la caccia anche durante il ritorno ai luoghi di nidificazione. Il motivo di tali divieti risiede nella necessità di proteggere le generazioni future, infatti, è chiaro che se si uccide un uccello che si accinge a riprodursi, oltre ad esso si perderà anche la sua prole potenziale, e inoltre l'uccisione di un uccello che sta allevando dei piccoli porta con sé verosimilmente la morte dei piccoli stessi. Inoltre le anatre verso la fine dell'estate compiono la muta, e in tale occasione per alcuni giorni sono incapaci di volare e cadono quindi facilmente preda dei cacciatori.

76

Page 77: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

La caccia in questo periodo può trasformarsi in una vera e propria strage. Vi è un altro motivo per cui la caccia non dovrebbe protrarsi oltre la metà dell'inverno (convenzionalmente fissata il 31 gennaio). Vi sarebbe, secondo queste teorie, a causa della limitatezza delle risorse, un numero massimo di individui che possono sopravvivere durante l'inverno. Pertanto, se la caccia viene esercitata in autunno o all'inizio dell'inverno, la mortalità provocata dalla caccia sarebbe compensata da una minore mortalità per cause naturali. Che tale compensazione esista è tuttora una questione dibattuta, ma secondo la maggioranza dei ricercatori vi sarebbe almeno una compensazione parziale. Nessuna compensazione è però possibile se la caccia avviene dopo la metà dell'inverno, quando la mortalità naturale è in gran parte già avvenuta. Secondo gli esperti, tra le specie cacciabili in Italia, allodola e tordo bottaccio iniziano la migrazione prenuziale già nella seconda decade di gennaio; alzavola, canapiglia, codone e germano reale l'iniziano nella terza decade di gennaio; marzaiola, mestolone, moretta e moriglione l'iniziano nella prima decade di febbraio; beccaccino, cesena, combattente, folaga, frullino, gallinella d'acqua, merlo, pavoncella, porciglione e tordo sassello l'iniziano nella seconda decade di febbraio; il fischione l'inizia nella terza decade di febbraio. Inoltre il colombaccio inizia la deposizione delle uova già nella seconda decade di febbraio, mentre la folaga e il merlo l'iniziano nella terza decade di febbraio. Pertanto, già la caccia nel mese di gennaio interferisce con la migrazione prenuziale di alcune specie di uccelli, e questa interferenza si estenderebbe a molte altre specie ed alla deposizione delle uova, se la caccia dovesse essere estesa anche al mese di febbraio, con gravissimi danni riguardanti la grandezza delle rispettive popolazioni. Inoltre, l'apertura della caccia il 1° settembre anziché la terza domenica di settembre, applicata da molte Regioni italiane, tra le quali purtroppo la Toscana, sebbene sia consentita dalla legge, tuttavia è dannosissima per alcune specie di uccelli che ai primi di settembre sono ancora in fase di deposizione delle uova o di dipendenza. Concludo auspicando che sempre un numero maggiore di cacciatori, si decida ad amare veramente la natura e cessi di uccidere per divertimento specie animali.

RIAPRONO LE SCUOLE

Riaprono le scuole con novità che vengono da lontano: grembiuli, voti chiari e voto in condotta. È solo un inizio, ma a mio avviso si comincia bene, ripristinando la correttezza dei rapporti nella scuola tra tutte le sue componenti, alunni e docenti in particolare. Senza questa base è impossibile e poco credibile il rilancio di qualsiasi discorso culturale. Ottimo il ritorno al maestro unico e al voto che è molto più chiaro dei fumosi giudizi, vecchi, pretenziosi, ipocriti e incomprensibili: il trionfo della burocrazia al posto della meritocrazia. Grosse responsabilità vi sono state nella scuola

77

Page 78: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

da parte di molti (politici, amministratori e sindacalisti) che n’avevano fatto il luogo prediletto per lo smaltimento della disoccupazione femminile, senza riguardo alle conseguenze: basso livello d’istruzione, orari disastrosi, assorbimento in stipendi del 98% delle entrate finanziarie per la scuola, ed anche smisurata importanza del libro di testo che viene così a supplire la mancanza di cultura, di tempo e d’approfondimento e, inoltre svuota le tasche dei genitori.Tutto questo ha creato una finta uguaglianza, in pratica l’attestarsi su un libello medio-basso di profitto, con conseguente forte disadattamento degli studenti più intelligenti, divenuti i più frustrati e pertanto inclini alle rivolte giovanili.La scuola deve ancora cambiare molto, fino a divenire una vera e propria fondazione capace di ricevere doni dalla riconoscenza dei propri concittadini.Nelle ultime olimpiadi sette medaglie d’oro su otto sono state vinte da militari, in altre parole da giovani abituati alla disciplina e all’autocontrollo. Dalla scuola e dall’Università non è venuto nulla, e anche questo è un forte sintomo della povertà del nostro sistema educativo. Perché lo sport è espressione dell’organizzazione disciplinata della società e dell’individuo, misura la sua capacità di porsi una meta e di raggiungerla. È da quaranta anni che il nostro sistema educativo, dalla famiglia alla scuola, ha avuto una sola preoccupazione: evitare ai giovani ogni trauma, ogni fatica, ogni frustrazione, ogni cambiamento. Nessuno ancora è riuscito a modernizzare la riforma Gentile e ogni variazione attuata finora ha rimandato solo indietro l’istituzione scolastica.I risultati sono sotto gli occhi di tutti, quanto è stato negativo insegnare ai nostri ragazzi che sono sempre bravi, adorabili, che è accettabile qualsiasi sciocchezza facciano e che non dovranno mai pagare per i propri errori. Nessuno ha mai insegnato loro che l’intelligenza si sviluppa e s’affina solo affrontando i problemi, che il carattere si plasma accettando le sfide, che per comprendere appieno il valore delle cose, occorre meritarle. E quanto ci è regalato senza alcun merito, ci indebolisce e non ci fa capire il valore del regalo stesso. Pensiamo alla democrazia e a quanti sacrifici ci è costata, ai nostri giovani viene oggi “regalata” e ne hanno così perso il senso; e ciò che ci viene offerto gratis, non si difende, e si rischia così di perderlo. Per tutti questi motivi è positivo il ripristino dell’ora di educazione civica. Poche righe di riflessioni queste, a quanto ci sia ancora da lavorare nella scuola.

TERRA DI CONFINE

Quale sviluppo per la Garfagnana, terra di confine?Con questo titolo apprendo dalla stampa che è stato organizzato dal Comune di Castelnuovo Garfagnana e dalla Comunità Montana una giornata di studi, sabato, su questo tema alla quale sono state invitate le istituzioni e le parti sociali. Tra queste CGIL-CISL-UIL, ma l’invito all’UGL non l’ho visto. Perché? Eppure coi suoi 2.400.000 iscritti, l’UGL è la terza confederazione sindacale italiana. Tra i relatori

78

Page 79: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

vedo anche esponenti del passato e sfiduciato governo. A parte che come UGL abbiamo in Garfagnana iscritti eccellenti che penso vorranno partecipare, tra questi un Sindaco (Fabio Reali), ex candidati a Sindaco (Gino Masini e Angiolo Masotti), alcune RSU (trai i quali Adelio Masini), vorrei porre all’attenzione alcune mie personali riflessioni.In passato ho partecipato a tavoli per lo sviluppo della Valle. Tavoli che spesso sono stati disattesi. Basti ricordare che l’ipermercato di Gallicano e l’impianto di bricchettaggio sono spuntati al di fuori dei piani.Comunque linee di sviluppo certe, non si sono mai viste. Così abbiamo aree PIP adiacenti a zone coltivate, accanto a case, il tutto circondato da viabilità precaria – soprattutto per i mezzi pesanti –E proprio sulla viabilità non si è mai assistito ad interventi risolutivi, ma ad eterni lavori in corso. Se la regione Toscana parlando di area vasta, lanciò a suo tempo l’idea della metropolitana di superficie che avrebbe dovuto collegare Piazza al Serchio a Pisa e Viareggio, eliminando il pendolarismo dalle strade, di questa idea se ne è persa ogni traccia.Anche l’indispensabile collegamento con Modena è sempre stato osteggiato facendolo passare come progetto di parte. Questo perché l’idea non era partita da Firenze – e qui più che di terra di confine, parlerei di colonialismo regionale. Riguardo al collegamento con Modena, tra le varie proposte, io privilegerei la Versilia-Modena.Per l’intera Valle, non si è mai avuto il coraggio di privilegiare l’aspetto turistico, naturale, sportivo, agricolo e culturale. Abbiamo così assistito non al proliferare d’impianti turistici sportivi e culturali, ma al proliferare di capannoni che hanno trasformato le aree adiacenti a quelle urbanizzate a periferie degradate prive di città. Capannoni che poi faranno la fine di quelli della Piana, ove sono ospitati: rifiuti, sale bingo, club privée, e nella migliori delle ipotesi magazzini ove alla merce proveniente dalla Cina si appiccica l’etichetta €. Un esempio eclatante di miopia turistica lo ritroviamo in località “Al Frascone” nella quale c’è la più bella vista della Pania. Cosa si sta facendo qui? Campi da golf? Maneggi? Piscine?Un agriturismo? Un albergo? Campi da tennis? NO!!! Si stanno costruendo capannoni! Uno spreco, una vera e propria follia! Nella miopia classica del verdi. Andare a vedere per credere.E i parchi? Dovrebbero essere occasione di sviluppo e di turismo. Vengono invece osteggiati, non per la loro gestione politica, ma perché sono d’ostacolo alla caccia.C’è poi il problema della sanità ove s’è perso il treno a suo tempo dei tre nuovi presidi ospedalieri. (Versilia fatto, Lucca in costruzione, Valle del Serchio?) Ci si ritrova così con un ospedale – unico al mondo – diviso in due tronconi a 15 chilometri di distanza l’uno dall’altro.Tirando le somme, gli indirizzi economici avrebbero dovuto privilegiare: turismo, agricoltura, valorizzazione delle bellezze naturali artistiche monumentali e storiche, impianti sportivi e ricreativi. Cioè più alberghi, più agricoltura, più agriturismo, più

79

Page 80: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

piscine, più campi da golf, più ristoranti, più campeggi, più manifestazioni culturali, musicali, teatrali…E anche da un punto di vista amministrativo, in un momento in cui si cerca di snellire l’apparato, perché troppo costoso per il cittadino, si ventila di chiusura della Comunità Montane, o come vorrebbe la Lega chiusura della Province, dei PRA, delle Camere di Commercio, occorre fare una riflessione.La Media Valle ha 35mila abitanti, la Garfagnana 30mila. Con questi numeri non ci sarebbe forse spazio per un solo Comune? Magari diviso in due circoscrizioni.Quanti Sindaci, assessori, consiglieri comunali, presidenti di C.M., segretari comunali, dirigenti, il cittadino deve mantenere?Mi si dirà che gli accorpamenti dei servizi sono già iniziati. È vero, ma su questo aspetto e per far chiarezza, c’è ancora molto la lavorare.Ho toccato solo alcuni aspetti, spero utili al dibattito e alla riflessione:Sviluppo: privilegiare quello turistico legato all’ambiente, all’agricoltura, allo sport e alla cultura.Viabilità: collegamento stradale con Modena – ferrovie per trasporto su rotaia- metropolitana di superficie.Sanità: Ospedale Unico della Valle del Serchio.Istituzioni: Consorzio di Comuni – Servizi associati.

IL PENSIERO DEBOLE (UNICO) DELLA VALLE

Era ovvio che le amministrazioni della Valle dal Serchio, progressiste nella facciata, ma profondamente conservatrici nella sostanza, dicessero picche ad una mia pur timida apertura verso un comune unico della Valle; apertura timida la mia com’è stata quella dei sindaci della Versilia. Ma nella Valle vige il “pensiero unico” e chi come il sottoscritto lancia libere idee, è colpevole di “lesa maestà”.Andiamo indietro nel tempo: per la Valle del Serchio, che ho sempre definito la verde Svizzera italiana, ho sempre ipotizzato uno sviluppo legato alle proprie bellezze naturali, culturali, artistiche, ad uno sviluppo cioè ti tutte quelle attività legate al turismo, alla cultura, alla gastronomia locale, alla storia. Vedevo il fiorire di alberghi, ristoranti, camping, maneggi, campi sportivi, palestre, piscine, campi da tennis, campi da golf… E invece si è assistito al moltiplicarsi di capannoni e di aree PIP, sorte anche nelle zone più belle della Valle. Anche i parchi naturali sono stati mal digeriti poiché visti soprattutto come un freno alle attività venatorie.E nei piani di sviluppo che si sono susseguiti nel tempo, a mio avviso si è troppo trascurato l’ambiente, non solo, ma progetti veramente importanti sono nati al di fuori di questi piani: impianto di bricchettaggio e ipermercato.Quando proposi l’Ospedale Unico della Valle, tutti gli amministratori si schierarono immediatamente contro la mia idea “folle”, salvo poi decenni dopo, rivedere le

80

Page 81: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

proprie posizioni: a parole, perché i due mezzi ospedali coi costi sempre sulle prime pagine dei giornali, restano ancora così come sono.Quando proposi per la prima volta la Versilia-Modena stessa solfa: strada inutile, costosa, improponibile. E anche qui dopo un decennio, alcuni amministratori hanno iniziato a porsi la necessità di un collegamento tra la Valle e il modenese.Dunque il tempo mi è galantuomo, e visti i precedenti non mi resta che far trascorrere anni, solo allora forse qualcosa si muoverà nel senso di un Comune Unico. Parlavo prima del pensiero unico diffuso nella Valle, legato strettamente ad una visione conservatrice della politica e delle scelte amministrative e, ad un controllo totale, anche dell’informazione: questo pensiero unico sta scricchiolando, ovunque se ne avvertono i prodromi, e per verificare questo basterà aspettare le prossime amministrative. Scommettiamo?

IL CASINO’ DI BAGNI DI LUCCA

Bagni di Lucca – Quando si parla di sviluppo della Valle del Serchio, quasi mai si parla del Casinò di Bagni di Lucca e di una sua riapertura. Eppure, costruito fra il 1838 e il 1839, fu la prima casa da gioco pubblica in Europa e il centro della vita mondana del tempo. Oltre alle sale da gioco, offriva anche un gran salone dove venivano organizzate sfarzose serate danzanti per il pubblico internazionale allora presente. Come prima casa da gioco in Europa avrebbe dovuto avere tutte le carte in regola per tornare alle sue funzioni da tempo, ma così non è stato ed è stato scavalcato da molte altre realtà. Perché?Perché si è lasciata la battaglia per la riapertura ai soli politici e amministratori di Bagni di Lucca, con solo qualche rara eccezione. Al di fuori di questi nessuno si è impegnato seriamente in questa vicenda, per un malinteso moralismo che vede ancora in queste strutture, luoghi di perdizione. Ricordo che quando nel 1996 fui candidato al Senato, ai primi punti del mio programma misi: una nuova regolamentazione della prostituzione in senso più liberale e la riapertura del Casinò di Bagni di Lucca. Questo secondo punto era soprattutto legato ai benefici economici che da una sua riapertura sarebbero ricaduti sull’intera Valle, ma si sa, i piccoli politici locali da sempre privilegiano le aree PIP e i capannoni!Avevo anche lanciato l’idea di aperture stagionali a rotazione tra: Bagni di Lucca, Viareggio e Montecatini. Ipotesi questa che seguito a ritenere funzionale a tutto un rilancio dell’economia dell’intero comprensorio. In passato varie sono state le manifestazioni di sensibilizzazione su questo argomento organizzate dagli amministratori di Bagni di Lucca, in particolare le aperture simboliche hanno attirato l’attenzione dei madia nazionali, ma hanno anche fatto rischiare pesanti multe ai primi cittadini.

81

Page 82: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

Credo che per il rilancio dell’economia locale, per far ritornare Bagni di Lucca, centro di cultura come in passato fu, occorra oggi rilanciare con forza questa proposta: penso che i tempi siano finalmente maturi.

REMO TEGLIA

Lucca – Dopo il successo della “lezione” tenuta dal pittore pisano Enrico Formaini, sulle tecniche dell’affresco dal Rinascimento ad oggi, seguita da un numeroso e attento pubblico, mercoledì 17 è la volta di Bartolomeo Di Monaco che intratterrà i convenuti su: “Remo Teglia, uno dei migliori scrittori della nostra terra”. È questa la seconda conferenza organizzata dalla “Viviani” per il Settembre Lucchese. Remo Teglia, scrittore altopascese, è poco noto al pubblico italiano e anche da noi, nella sua terra, è stato quasi dimenticato. Bartolomeo cerca così di ripristinare il valore letterario, non di poco conto di questo Autore.Bartolomeo Di Monaco, scrittore e Presidente onorario della “Viviani”, nasce a San Prisco in provincia di Caserta il 14 gennaio del 1942, ma si trasferisce a Lucca da giovanissimo. Tuttora abita a Montuolo, frazione di campagna nella zona sud della città, rivolta verso i monti pisani.Una delle sue prime esperienze impegnative in letteratura risale agli anni novanta, quando fonda e dirige dal 1992 al 1999 il quadrimestrale "Racconti e poesie"; il periodico riscuote ampio consenso da parte dei lettori e dei molti collaboratori, tanto da rappresentare la scintilla da cui ha origine l’associazione letteraria intitolata a Cesare Viviani, tutt'oggi in piena e feconda attività. Successivamente, dopo le prime pubblicazioni con la Maria Pacini Fazzi, casa editrice locale, Di Monaco sottoscrive un contratto con la Prospettiva Editrice, presso cui nei primi anni 2000 escono i seguenti romanzi: "Mattia e Elenora", Caro papà, caro figlio", "Celeste" e per quanto riguarda il genere noir "Giulia", "Le tre sorelle", "Lo sconosciuto" e "Gigolò". Queste opere rappresentano il risultato di molti anni di lavoro, portato avanti parallelamente agli impegni familiari e maturato attraverso letture e lunghe riflessioni sulla narrativa contemporanea. Il 2004 è l'anno del salto di qualità: convocato da Marco Valerio, editore in Torino in cerca di nuovi talenti, Di Monaco dà alle stampe il suo romanzo "La scampanata", che viene distribuito a livello nazionale. Non molto dopo riceve una proposta di collaborazione dallo scrittore Giulio Mozzi per la rivista Vibrisse, diffusa on line, sulla quale il letterato lucchese pubblica tuttora le sue recensioni. La sua attività come critico è costante e di buon livello, tanto che si accorgono di lui anche i redattori di Nuovi Argomenti, che nel numero 34 pubblicano un suo saggio sullo scrittore di Altopascio, Remo Teglia.Ha recentemente aperto sul web un interessate periodico, dal titolo “Parliamone”.

82

Page 83: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

VALORE LEGALE DEI TITOLI DI STUDIO

Luigi Einaudi, scrisse a suo tempo che per modernizzare l’Italia e rilanciare l’istruzione era fondamentale lasciare libero “il datore di lavoro, pubblico o privato, di preferire l’uomo vergine di bolle”. Più avanti aggiunse che il valore legale del diploma non poteva essere “condizione necessaria per conseguire pubblici o privati uffici” a meno che non volessimo realizzare una società decadente ed estranea alla verità e alla realtà.Tanti anni sono passati da questi scritti e siamo in una società in cui tutti si dicono, a parole, liberali, ma niente è cambiato e il pensiero “il merito vale più del pezzo di carta” resta per l’appunto solo un pensiero, dato che è una vita che a parole si parla dell’abolizione del valore legale del titolo di studio, mentre nella realtà, cioè in concreto, niente s’è fatto.Il valore legale, secondo l’attuale normativa, dovrebbe essere una misura egualitaria per impedire discriminazioni tra lauree e diplomi di serie A e di serie B, garantendo così l’accesso ad alcune professioni e concorsi. Dovrebbe, ma non è proprio così, il valore legale d’un titolo di studio s’è nei fatti dimostrato un disincentivo nei confronti della qualità della preparazione, cosicché la laurea è retrocessa al classico “pezzo di carta”, di cui non frega niente a nessuno, ma tutte le madri d’Italia dicono in coro ai propri figli: “Devi prenderla, se no, non trovi lavoro!”Così le università, da tempio dello studio e della conoscenza, sono divenute parcheggio per giovani disoccupati. Ancora peggio, la laurea conseguita nel miglior ateneo italiano, vale quanto quella ottenuta nel peggiore: se la differenza non c’è, perché darsi da fare per cercare il meglio? Conseguente a questo è stato anche il degradarsi della ricerca.E una laurea conseguita in una prestigiosa università straniera? Magari non conta perché l’università è privata, o manca il burocratico riconoscimento del titolo da parte d’analoga istituzione italiana. Liberalizzazione, autonomia e concorrenza stanno alla base di una vera riforma universitaria. Sicuramente l’abolizione del valore legale della laurea è un provvedimento che preso da solo non basta a svecchiare il sistema accademico, ma è certamente un requisito indispensabile per riformare questa istituzione in profondità. E c’è una cera urgenza nella riforma del nostro intero sistema scolastico se da parte di molti si scrive: “Siamo di fronte a una nuova forma d’analfabetismo di ritorno. Basta leggere alcune circolari della Pubblica Amministrazione, incomprensibili e di difficile interpretazione, per rendersi conto delle gravi carenze del settore. Oppure avventurarsi nell’esame d’alcune sentenze di magistrati, che un tempo, addirittura, dettavano attraverso i loro scritti le regole per l’uso corretto della lingua italiana, per comprendere come la conoscenza della lingua di Dante sia oggi un optional”.

83

Page 84: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

SERGIO FINI

Lucca – Si è chiusa in questi giorni con buon successo di pubblico e di critica, la personale del pittore della Valle del Serchio, Sergio Fini, che si è tenuta nel centro storico nei locali della Consulta Giovanile in corte dell’Angelo. Pittore e poeta assai noto nella nostra provincia, ma anche da molte altre parti d’Italia, finalista tra l’altro proprio del Premio di Poesia “Piero Cervetti”, la cui premiazione è prevista in questi giorni. La rassegna pittorica presentata ha come titolo “Il pozzo dell’anima”, messa in mostra per la prima volta a Gallicano, dopo Lucca toccherà altri centri della provincia. Dice di lui la scultrice Rosalba Maccianti: “Paesaggi incantati, il colore è unico e irripetibile. Negli ultimi lavori riflette la campagna, vette di castelli e chiese antiche, fiumi che scorrono lenti in un suggestivo movimento, un Fattori moderno che fa rivivere la vita della terra. Sergio Fini si muove con colori, lettere, alberi, figure umane, in una ricerca di vento che porti amore e calore, l’albero come linfa vitale del mondo. La vita è colore, ogni colore ha una sua anima e Sergio Fini è al colore come il colore è alla luce o alle tenebre”.Lo stesso autore testimonia: “Questi ultimi dieci anni d’informale hanno pesato in modo determinante dandomi la possibilità di vedere il pozzo dell’anima, sono stati realizzati in stato di trans meditativa ove i colori venivano posti sul quadro direttamente dal tubetto, ed eventualmente lavorati con le dita; nella serie metamorfosi si ha uno sdoppiamento della personalità, appunto il primo segmento rielabora e ritorna ad una figurazione primitiva e personale, mentre nella seconda solo il sentire dirige il pennello per creare paesaggi fantastici, emozioni che corrono tra le pennellate per poi lasciar cadere e risorgere il lavoro. Questa seconda parte è quella che sento più vicina spiritualmente e dove posso liberarmi nel mio mondo senza remore”.Abituati da tempo alle sue composizioni informali alla Pollok o ai sui lavori esoterici con le rune, è quasi una sorpresa questo ritorno, se pur timido, ad un figurativo mitico e al contempo attuale, molto permeato dalle sue precedenti esperienze

VINCENZO LUNARDI BALLOON CLUB

Tra le associazioni lucchesi è giusto ricordare questo Club che, anche se nato recentemente, ha ultimamente partecipato a varie manifestazioni che hanno attirato su di sé l’attenzione del pubblico. Poter viaggiare in mongolfiera è, infatti, un sogno che in molti oggi possono sperimentare, grazie all’intraprendenza di questi organizzatori.Il "Vincenzo Lunardi Lucca Balloon Club" è la prima associazione sportiva che è nata a Lucca per rendere fruibile a tutti il volo in mongolfiera. Il "Vincenzo Lunardi Lucca Balloon Club" intende continuare a promuovere il territorio lucchese e quello delle vicine città d'arte, organizzando eventi aerostatici internazionali, proponendo altresì una collaborazione con enti ed istituzioni locali per realizzare eventi originali,

84

Page 85: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

fra cui raduni, sagre, feste, matrimoni, fiere o spettacoli suggestivi, quali quello notturno del "Balloon Glow." La nuova associazione, titolata al grande pioniere lucchese Vincenzo Lunardi, che nel '700 strabiliò il mondo per le sue imprese leggendarie, ha sede nel capannorese e annovera fra i suoi soci fondatori il dott. Marco Majrani, giornalista, scrittore e curatore del Museo Storico Gianni Caproni di Trento. Il "Vincenzo Lunardi Lucca Balloon Club" è impegnato nel diffondere l'aerostatica dal punto di vista sportivo e culturale e si riserva per il prossimo futuro, di arrivare alla creazione di piloti locali in questa specialità. L'associazione lucchese, che vanta l'adesione di tre piloti professionisti e di figure storiche del volo libero in mongolfiera nazionale, ha come Presidente onorario la Contessa Caproni, direttrice del prestigioso Museo Aeronautico "Gianni Caproni" di Trento e diverse personalità lucchesi, tra le quali, il prof. Pietro Ferretti, noto alpinista e studioso di problematiche oculari in quota.Per chi volesse provare l'emozione di un volo libero o "vincolato" (le mongolfiere sono legate a funi o cavi che le permettono di salire solo fino a 40 metri di altezza) può contattare Massimo Raffanti, Presidente dell'Associazione - [email protected] -Tra i fondatori del Club troviamo l’attuale Presidente, Massimo Raffanti che ricordiamo come autore del libro "Altro Sport: l'avventura nella natura" (pagg.176 -24 tavole a colori - Pacini Editore- 1988,Pisa).Nel testo, che fra l'altro ha la singolarità di essere uno dei pochi libri sulle discipline sportive di rischio mai scritte da un giornalista che le ha sperimentate in prima persona, vengono analizzate attività "en plain air" quali il paracadutismo sportivo, l'alpinismo, lo sci-alpinismo, la subacquea e il volo in mongolfiera. Massimo Raffanti ha anche introdotto in lucchesia, assieme ad un pugno di sportivi alternativi, pratiche quali il parapendio e la discesa fluviale in kayak, vivendo queste discipline, oggi molto popolari, da vero e proprio pioniere, approdando poi al suo vero amore: il volo in mongolfiera.Il giornalista capannorese, impegnato da anni nel settore della divulgazione turistica e, collaboratore in passato della RAI e di vari quotidiani, fra i quali La Nazione, Metropoli e Radio 2000, per i quali si è occupato d’attualità, ambiente, politica e cultura, attualmente è direttore di periodici e collabora attivamente alla rivista "Toscana Qui", testata della Bonechi di Firenze, oltre che ad una serie di giornali esteri. Inoltre Raffanti, ha presentato nel 1995 - in lingua tedesca - all’Istituto Italiano di Cultura di Colonia la prima guida turistica alle colline capannoresi e al trekking sui Monti Pisani, quando ancora la zona non conosceva il fenomeno dell’agriturismo e delle case vacanza. Da sempre promuove su giornali europei le peculiarità artistiche, naturalistiche, storiche ed eno-gastronomiche di Capannori: " Toskana: Compitesegebiet und Pisaner Berge" - Editore Pezzini – Viareggio – pagg.142 – foto 40. Ha inoltre organizzato all’estero mostre di artisti locali. Altro fondatore del Club è Marco Majrani, nato a Milano il 13 maggio 1952.

85

Page 86: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

Laureato in Scienze Naturali con il massimo dei voti presso l'Università degli Studi di Milano. Fotografo professionista e giornalista, da oltre venticinque anni esercita la sua attività di giornalista scientifico e divulgatore, con particolare impegno nel campo geografico-ambientale e nel campo turistico ed eno-gastronomico, collaborando con testi e fotografie a riviste quali: Natura Oggi, Airone, Oasis, Itinerari e luoghi, Focus, Bell'Italia, Scienza & Vita, Ville e Giardini, Civiltà del bere, Viaggi e Sapori, Qui Touring e molte altre.Il suo archivio fotografico, che condivide con il fratello Alberto, è costituito da oltre 350.000 diapositive a colori di tutto il mondo, circa 100.000 delle quali riguardanti l'Italia. Ha partecipato, in qualità di geografo e giornalista, a sette spedizioni scientifico-alpinistiche nelle Ande e in Himalaya, compiendo anche ascensioni su cime inviolate, e ha organizzato dieci spedizioni naturalistico-esplorative in Cile, Argentina, Messico, Costa Rica, Islanda, Australia e Nuova Zelanda. Da alcuni anni vola con i palloni ad aria calda e partecipa a meeting e campionati nazionali e internazionali con il ruolo di tattico e navigatore. Ha realizzato quattro volumi dedicati al volo aerostatico tra cui il più recente "Aerostati" considerato il libro italiano più completo sull'argomento. Ha partecipato come ospite a diversi programmi televisivi (RAI Uno Mattina, Jonathan, Terra, ecc.), ed è tra gli autori e ideatori della trasmissione di Canale 5, "Paese che Vai", dedicata alla natura e alla geografia italiana.Concludendo, la panoramica che abbiamo fatto su questo Club, crediamo che riuscirà a colpire l’interesse e l’immaginazione del lettore, a prescindere dalla fascia d’età. Se per i più giovani è un sogno realizzabile l’ascensione silenziosa col pallone, agli altri si vuol dare la possibilità della guida nel cielo e anche, di non minor conto, la visione del volo di questi stupendi mezzi, che pure da terra offrono uno spettacolo di una bellezza ineguagliabile.

BRUNETTA!!!

Certo che gli statali sono proprio fortunati: hanno un posto fisso, uno stipendio fisso e… un salute di ferro!L’ottavo nano (Brunetta) è rappresentato nel sito del Ministero della Pubblica Istruzione, davanti a una Biancaneve dormiente, e dice: - Sveglia Biancaneve! Se no ti licenzio!A parte gli scherzi, riformare la pubblica amministrazione può sembrare l’idea d’un folle, invece è una drammatica e realistica necessità. Per giunta urgente. E chi nel passato recente ci ha provato (Berlinguer) ha dovuto fare precipitosamente macchina indietro. Nei mercati globali non competono solo le piccole aziende, ma i Sistema-Paese: chi resta indietro, perde terreno e s’impoverisce. Noi italiani siamo quelli che in questo momento, purtroppo stanno crescendo di meno. Perdiamo ogni giorno di competitività e tutto ciò è dovuto alle nostre arretratezze strutturali, tra le quali una

86

Page 87: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

pubblica amministrazione elefantiaca, burocratica, costosa e inefficiente.Assimilare tout court i dipendenti pubblici ai “fannulloni” è una generalizzazione, ma anche un’ingiustizia. Questa generalizzazione è commessa da tutti coloro che s’oppongono a che sia premiato il merito, l’impegno e la competenza. La commette chi chiede che gli stipendi siano tutti uguali, chi vede la carriera come funzione esclusiva dell’anzianità, la commette chi abolisce i concorsi e assume solo per sanatorie successive, chi distribuisce incentivi a pioggia, chi sgancia la retribuzione dalla produzione. Le prime vittime di questo andazzo sono proprio i dipendenti seri e onesti, così come i cittadini che hanno diritto a servizi efficienti e, non bisogna trascurare le aziende che sono costrette a sopportare pesi e costi burocratici superiori a quelli di altri concorrenti esteri. La fannullocrazia che fino ad oggi ha purtroppo imperato è la nemica di tutti ed è buona solo per chi ne ha finora approfittato.I costi degli apparati politico burocratici sono anch’essi da tagliare e varie proposte sono nate in questo campo. Dal taglio delle Comunità Montane che non siano veramente montane, alla chiusura delle Province, delle Camere di Commercio, del PRA, una revisione degli enti locali a statuto speciale e un accorpamento del piccoli Comuni… Molte le proposte venute da più parti politiche e sul tavolo di Brunetta, che mi auguro sappia scegliere e con criterio decidere senza tentennamenti e senza marce indietro; ne va dell’economia del nostro Sistema-Paese, della correttezza amministrativa e del recupero di credibilità del dipendente pubblico.

VALLE DEL SERCHIO

Valle del Serchio: finalmente sarà possibile voltare pagina? Così sembrerebbe, almeno nell’area PdL, ma ritengo che le scelte di sviluppo di una zona debbano essere condivise, se vogliono veramente incidere i maniera positiva su lo sviluppo di un territorio. Così sembrerebbe, almeno a leggere i resoconti sugli ultimi interventi avvenuti durante recenti incontri politici in area moderati. E per favorire ulteriormente il dibattito ricordo i punti che da tempo vado enunciando sia sulla stampa che sul web.Viabilità: la Versilia-Modena attraversando l’intera vallata con accettabile impatto ambientale, circa l’80% in galleria, risolverebbe molti problemi di viabilità locale e attuerebbe un veloce collegamento con la Versilia.La riapertura del Casinò di Bagni di Lucca: con ricadute economiche ben positivamente quantificabili, con conseguente riqualificazione del rilancio turistico di tutta la Valle. Con l’ipotesi poi del Casinò Stagionale aperto a rotazione tra Bagni di Lucca, Viareggio e Montecatini, le ricadute avverrebbero in un’area vasta.Ospedale Unico della Valle: si farebbe così finita di giocare sugli sprechi su due mezzi ospedali dalle messe a norma impossibili e infinite. Monoblocco da costruire in area mediana nella Valle, con efficienza nelle prestazioni erogate e con facilità

87

Page 88: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

d’accesso.Prodotti tipici: valorizzazione massima della loro produzione, lavorazione e vendita diretta con sinergie coi centri commerciali naturali, che ne risulterebbero avvantaggiati e ancor più qualificati.Agriturismo: strettamente legato al punto 4 e anche alle strutture ricreative e sportive, con creazione e riqualificazione di nuovi sentieri, di nuove piste ciclabili, pedonali e percorribili a cavallo. Trekking, nuoto, equitazione, golf e tanti altri sport eseguibili nella Valle. Creazione di un parco fluviale facilmente percorribile e marciapiedi pedonali per congiungere e unire frazioni: Fornaci- Ponte all’Ania in primis.I Parchi: una diversa gestione di questi, che non penalizzi il territorio, ma al contrario lo esalti nel rispetto dell’ambiente e della natura. Una diversa gestione per renderli sempre più fruibili e fonte di guadagno da reinvestire in ampliamento dei parchi, in posti di lavoro e nel miglioramento dello stesso ambiente.Istituzioni: c’è poi l’aspetto istituzionale su cui riflettere. Un aspetto e un dibattito per porre le basi di un nuovo assetto futuro: il Comune Unico della Valle. Un Comune di 65mila abitanti con un solo Sindaco, un solo Consiglio Comunale, una sola squadra di Assessori, un solo Segretario Comunale. Accentramento amministrativo e risparmi di gestione. Punto questo legato al superamento del campanilismo come d'altronde lo è anche l’Ospedale Unico.Sette punti, per un autentico cambiamento, contro la conservazione, comuni agli interessi di tutta la Valle sui quali possono innestarsi tutti quegli aspetti particolaristici e locali capaci di creare nuovi posti di lavoro e di migliorare la qualità della vita, del lavoro e dello stesso ambiente che nella Valle, malgrado i vari maltrattamenti subiti, resta pur sempre un’oasi di qualità di forte valenza turistica.

UN SOLO COMUNE PER LA VALLE DEL SERCHIO

Durante una delle tante manifestazioni avvenute nell’estate alla Versiliana, alcuni Sindaci della Versilia hanno firmato un documento per un comune unico per tutti i comuni della Versilia.Il dibattito si è aperto ufficialmente con le “dimissioni” simboliche da primo cittadino dei sindaci presenti: Massimo Mallegni (Pietrasanta), Luca Lunardini (Viareggio), Fabrizio Larini (Massarosa) e Umberto Buratti (Forte dei Marmi). Questo il documento firmato davanti al pubblico della Versiliana e di Giorgio Guazzaloca (ex sindaco di Bologna): “Rinunciare alla carica di primo cittadino e impegno per istituire il Comune Unico della Versilia”.Una proposta tesa ad una volontà istituzionale, ma anche ad uniformare e unificare tanti aspetti della vita quotidiana dei cittadini della costa, dalla sicurezza alle iniziative culturali. Tutto ciò per offrire migliori servizi alla cittadinanza e ai molti turisti che in estate affollano questi lidi, e anche per un considerevole risparmio

88

Page 89: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

nell’erogazione dei servizi.Questo atto ha favorevolmente colpito molti cittadini della nostra provincia, al punto che il Presidente del Consiglio Provinciale, ha in questi giorni rivolto ai Sindaci interessati la domanda: ma vogliamo farlo sul serio? Se sì, mettiamoci al lavoro.Sono tra coloro che è rimasto favorevolmente colpito da questo atto e, pensando alla Valle del Serchio, mi sono domandato se sia giusto mantenere tutto com’è, o se occorra trovare nuove soluzioni istituzionali.La Media Valle ha 35mila abitanti, la Garfagnana 30mila: 65mila abitanti in tutto, il numero giusto per fare un solo Comune di media grandezza, magari organizzato in due circoscrizioni (Media Valle e Garfagnana) al fine di mantenere viva la memoria storica della Valle. Troppi Comuni e due Comunità Montane costellano oggi l’intera Valle, e gravano sui cittadini: quanti Sindaci, quanti consiglieri, quanti assessori, quanti segretari e dirigenti (o facenti funzioni) in meno ci sarebbero con un unico Comune? E amministratori e dirigenti in meno significa notevole risparmio.I risparmi amministrativi dunque sarebbero notevoli, e vi sarebbe anche una miglior organizzazione dei servizi: a miglior qualità e minor costo.Perché non seguire l’esempio dei Sindaci della Versilia e non farci un pensierino?

UGL AL BIVIO

Che il monopolio della triplice si fosse incrinato, fu evidente due anni fa, quando i dati degli iscritti ai sindacati, furono con l’occasione dei Congressi, resi di pubblico dominio. L’UGL presentò così il proprio portafoglio di 2.400.000 iscritti, dei quali un milione donne (fonte wikipedia), divenendo così il terzo sindacato confederale italiano, scavalcando l’UIL ferma a 1.900.000 iscritti. L’ulteriore salto di qualità si ebbe con la vittoria del Congresso da parte di Renata Polverini, prima donna a guidare un sindacato confederale. Se a questo s’aggiungono le capacità mediatiche della Polverini, superiori addirittura a quelle che furono di Benvenuto (UIL), si comprende come l’UGL sia potuta giungere ai successi attuali. Mentre in alcune categorie la triplice si rifiuta ancora, pazzescamente, di sedersi con l’UGL al tavolo delle trattative e mentre l’ARAN, a mio avviso su posizioni conservatrici e ultrasinistre, crea da sempre ostacoli alla rappresentatività piena dell’UGL nel Pubblico Impiego, in questi giorni abbiamo visto l’UGL tra i protagonisti della vicenda sindacale italiana per eccellenza, il salvataggio cioè, dell’Alitalia. Vorrei aggiungere anche come la quasi totalità degli amministratori di centro-destra privilegiano sempre la CISL e non l’UGL: ma anche questo viene dato per scontato.Mentre sinistre sindacali e politiche remavano contro la soluzione della crisi Alitalia, salvo poi tardivamente ricredersi, l’UGL con il fronte della ragionevolezza e della consapevolezza, è stata attrice di primo piano. E adesso questo sindacato è al bivio: o entrare a far parte in modo organico della quadruplice (non più triplice) sindacale, o mantenere vive le differenze, la propria storia e continuare con il rafforzamento di

89

Page 90: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

una confederazione sindacale attiva, propositiva e innovativa, mantenendo e rafforzando i distinguo da una triplice (trimurti, come la chiama Pannella) conservatrice, statalista, assistenzialista e nella sostanza profondamente reazionaria. Essere sempre più alternativa alla triplice, insomma. Io privilegio la seconda ipotesi, anche perché tutti i quadri UGL hanno in breve tempo compiuto un’evoluzione gigantesca che li ha portati dalla vecchia e romantica concezione CISNAL “sindacato come testimonianza sul posto di lavoro”, alle nuove concezioni di presenza, radicamento, attività, comprensione e lotta in ogni posto di lavoro e con la capacità di mostrare, attraverso l’uso dei mass media, la qualità delle lotte per migliorare innanzi tutto la qualità della vita dei lavoratori, con un occhio ben attento nei confronti delle dinamiche della società civile, degli immigrati, dei disoccupati, delle pari opportunità e degli studenti.

DELITTO IN CASA GOLDONI

Lucca – Mercoledì 15 ottobre alle ore 17.00 presso la Casermetta Santa Maria delle Mura Urbane, per il ciclo “al bridge con l'Autore”organizzato dall'associazione “Cesare Viviani” con il patrocinio del Comune di Lucca, Stelvio Mestrovich presenterà il suo ultimo romanzo “Delitto in casa Goldoni, Carabba Editore. Stelvio Mestrovich è nato a Zara nel 1948.Esordisce nella narrativa nel 1992 con il romanzo “Suor Franziska”. Tre anni dopo pubblica il suo secondo romanzo “Il diario di Lucida Mansi”.Ora si dedica alla narrativa gialla e alla musicologia. A proposito di quest’ultima, nel 2006 esce il suo libro “Wolfgang Amadeus Mozart, il Cagliostro della Musica”, edito da Portaparole di Roma. Mestrovich ha fatto porre, nel 2000, una lapide sulla facciata della casa in Goettweihergasse n. 1 a Vienna, in ricordo di Antonio Salieri, di cui è un accreditato studioso. Ha fatto poi intitolare il ridotto del Teatro ‘G.Verdi’ di Trieste al direttore d’orchestra Victor de Sabata. Nel corso del 2005 ha presentato tre opere di Salieri al Konzerthaus di Vienna, riscuotendo consensi. Come giallista ha pubblicato il romanzo “Venezia rosso sangue” (Dario Flaccovio Editore, 2004, Palermo), creando la figura dell’ispettore capo di Polizia Giangiorgio Tartini della squadra omicidi di Venezia. Nel 2008 è uscito il giallo “Delitto in Casa Goldoni”, pubblicato da Carabba Editore. Questo ultimo romanzo tratta di un’indagine che parte dalle edizioni anastatiche delle commedie del Goldoni e si dipana attraverso la penisola, da Venezia fino alla lontanissima Cefalù. Giangiorgio Tartini, Ispettore Capo della Squadra Omicidi di Venezia, è niente di meno che uno dei discendenti, anzi, l’unico erede, del celebre compositore Giuseppe Tartini; si cimenta con il violoncello, usa come suoneria del cellulare una composizione di Mozart e si lancia con le donne in romantici amplessi che hanno a volte la cadenza sincopata di un Bolero, a volte la languida sensualità di un Minuetto. Dalle pagine di questo romanzo esce una Venezia decadente e aristocratica, vecchia e decrepita negli anni, ma altera e sussiegosa come

90

Page 91: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

una dama d’altri tempi.Stelvio Mestrovich è inserito nel “Dizionoir” (a cura di Mauro Smocovich, prefazione di Carlo Lucarelli), edito da Delos Books, Milano,2006.I suoi racconti e i suoi articoli sono inseriti in diverse antologie italiane, austriache, tedesche, bulgare, spagnole e serbe.

PARLIAMONE – UNA RIVISTA LUCCHESE

Molte sono le riviste culturali che vengono pubblicate in Italia, e sono anche molte quelle che vedono la loro presenza sul web. Una di queste è la rivista lucchese “Parliamone” (www.rivistaparliamone.it) che è nata il 17 agosto 2007 e che vede la collaborazione di numerosi autori conosciuti a livello nazionale. Il pomeriggio di quell’estate del 2007 Bartolomeo Di Monaco incontrò a casa sua, a Montuolo, Vittorio Baccelli e Marco Vignolo Gargini, rispettivamente presidente e vice-presidente dell’associazione culturale “Cesare Viviani” ed espose loro l’idea di voler fondare una rivista, chiedendo se l’Associazione fosse disposta a collaborare. Con l’assenso ricevuto, la rivista avviò la sua attività, facendosi presto conoscere. Vi sono stati pubblicati articoli di Giorgio Bárberi Squarotti, Vincenzo Pardini, Gaetano Cappelli, per fare solo i nomi dei più noti. Alla data del 15 settembre 2008, sono stati pubblicati ben 920 articoli. I visitatori hanno raggiunto anche la punta di quasi 4.000 al mese. Unica nel suo genere per l’ampio spettro delle materie trattate, si divide nelle seguenti sezioni: Arte, Cinema, Favole, Fumetti, I Maestri, Incipit, Leggende, Letteratura, Mi presento, Musica, Pittura, Storia.In particolare: nella sezione Incipit sono pubblicati gli incipit delle opere letterarie in uscita, corredate dalla scheda del libro e dai dati biobibliografici dell’autore; nella sezione Mi presento (nuova: avviata il 19 settembre 2008) sono ospitati gli autori che vogliono presentarsi e presentare le loro opere; nella sezione I Maestri sono pubblicate vere e proprie ghiottonerie rappresentate da scritti del passato di autori

91

Page 92: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

famosi; nella sezione Storia è in corso la pubblicazione di articoli tratti dal Conciliatore Toscano dell’anno 1849, e vi si parla della Prima guerra d’indipendenza. Vi è anche una voce dedicata alla pubblicazioni di Romanzi e Testi a puntate.

E’ NATA L’AGENZIA PER LA SICUREZZA NUCLEARE

In questi giorni, nel quasi totale silenzio della stampa, è passata in commissione la costituzione dell’Agenzia per la sicurezza nucleare. Agenzia indispensabile per imboccare la via al nucleare civile. Ma se guardiamo bene, ci accorgiamo che i commissari del PD si sono astenuti in commissione, favorendo così questa nascita, e se andiamo ancora più a fondo scopriamo che questa agenzia è sollecitata proprio dal PD. Ma le sinistre non erano contrari al nucleare?Se sfogliamo il programma elettorale sempre del PD leggiamo che l’approccio al nucleare civile dovrà essere “non ideologico”.Andiamo indietro nel tempo: nei giorni 8 e 9 novembre del 1987 l’Italia votò sui tre referendum che riguardavano il nucleare e, il responso delle urne fu netto: quasi l’80% dei votanti si espresse contro il proseguimento della politica energetica nucleare. Anche nella nostra provincia le percentuali oscillarono attorno alle medie nazionali, con qualche punto in più.Oggi si riparla di centrali nucleari per risolvere la crisi energetica in atto e per sganciarci dal petrolio.“Riequilibrare il mix energetico fortemente sbilanciato a favore degli idrocarburi, ridurre la dipendenza dall’estero dell’Italia su energia, diminuire le emissioni di CO2 e garantire al paese importanti ricadute industriali.” Queste sono le parole usate dal presidente dell’Enea durante la presentazione del “Rapporto 2007 Energia e Ambiente”. Più avanti nel rapporto si legge che nuove centrali in Italia sarebbero pronte tra 20 anni e che il costo dell’uranio è aumentato negli ultimi sette anni, dal 2001 al 2008, passando dal 13 a 190 dollari il chilo. Sempre dal rapporto si legge che le riserve d’uranio (4,6 milioni di tonnellate) saranno sufficienti per 85 anni.Altri studi però sostengono che tra 60 anni l’uranio sarà esaurito.Siamo dunque sicuri che il nucleare sia la scelta giusta? Ad una prima lettura del dibattito che si sta svolgendo sul nucleare, sembrerebbe che sia favorevole tutta la CDL e contrario tutto il centrosinistra. Ricordo che al tempo del referendum una nutrita schiera di combattivi personaggi, trai quali alcuni scienziati, vicini alle posizioni dell’allora PCI, sostennero a spada tratta le ragioni del programma nucleare. Perché credere che oggi esistano posizioni riconducibili in maniera omogenea alle due aree politiche, e non che, come allora, si stia assistendo a due schieramenti trasversali? La nascita dell’Agenzia per la sicurezza nazionale, voluta dal PD e passata con l’astensione dei membri del PD, dovrebbe farci riflettere. Personalmente, io che sono di destra, il nucleare non mi convinse allora al tempo del referendum e men che mai mi convince adesso.

92

Page 93: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

Capisco che il rilancio in pompa magna del nucleare possa essere un’arma per la contrattazione del prezzo del petrolio (ma con la crisi in atto il prezzo è in costante discesa), ma di qui a realizzare nuove centrali nucleari, ce ne corre.Negli USA è da 30 anni che non si costruisce una centrale: il dato dovrebbe far riflettere. Ma la Westinghouse le centrali le produce, dunque ha bisogno di venderle: ma proprio in Europa? Proprio in Italia?In Francia, le centrali hanno un guaio dopo l’altro, ma forse prima, quando non facevano notizia, le piccole fughe di vapore non assurgevano all’onore delle cronache. Informandoci si legge che le centrali di nuova generazione saranno pronte tra 20 anni, mentre le scorte d’uranio dureranno ancora per una cinquantina d’anni. Le due notizie prese separatamente informano e basta, prese insieme danno un quadro inquietante. Come è pensabile sostituire una fonte energetica, il petrolio, in esaurimento con un'altra, l’uranio, anch’essa in esaurimento?C’è poi il problema, per niente secondario, delle scorie. Abbiamo visto tutti cosa è successo a Napoli e dintorni, con i rifiuti da decenni gestiti dalla camorra e poi abbandonati per le strade. Ci siamo mai chiesti quante nelle nostre Amministrazioni abbiano per decenni smaltito i rifiuti nelle discariche del Casertano? Fino al collasso delle discariche stesse.Berlusconi ha risolto il problema ripulendo il napoletano sommerso dai rifiuti. Ma se non siamo stati capaci per decenni di smaltire correttamente i rifiuti, neppure i RSU, chi ci garantirà dalle scorie nucleari? Berlusconi tra 20/30 anni non potrà più essere al governo e non potrà certo garantirci: e allora?Le discariche furono gestite dalla camorra, vi immaginate cosa potrebbe succedere se le scorie nucleari finissero in mano a questi signori? Sicuramente ci guadagnerebbero molto di più di quanto non incassarono coi RSU e con quelli speciali. E con quali rischi: pensiamo al terrorismo e alla facilità di costruire ordigni sporchi con scorie radioattive.Meglio pensare ad altro, ad altre fonti energetiche. Qualche mese fa ho letto sulla stampa che un ingegnere italiano ha già allestito, su suo brevetto, in Canada, e ha in costruzione in Australia, impianti che trasformano i rifiuti (l'80% è cellulosa e plastiche) in benzine e che possiede brevetti analoghi per la trasformazione dei copertoni usati. Alla domanda del giornalista se avesse presentato in Italia i progetti, l’ingegnere ha risposto che ha presentato da più parti i progetti, ma non ha avuto alcun riscontro.Ancora sulla stampa leggo che l’impianto eolico di Scansano produrrebbe meno energia del previsto, ancor meno della metà di quello di un impianto nucleare. E allora, mi chiedo, ma se con l’eolico i rischi non ci sono, perché contestare questi impianti?È vero, non saranno un granché belle le pale che girano, e occupano pure troppo spazio, ma producono energia (anche se meno del previsto) e non inquinano. Perché tanto scandalo?

93

Page 94: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

Pensate, se si trovasse il petrolio qui da noi, in Toscana, sarebbe tutto un fiorire di trivelle e pompe, modello Texas, alla faccia delle viti, delle pievi e degli ulivi!Cerchiamo dunque di investire in fonti energetiche alternative, dall’eolico alla geotermia, dall’idroelettrico al solare; utilizziamo le maree o i rifiuti…E il nucleare lasciamolo perdere perché è pericoloso, inquinante, militarizza il territorio, mal s’adatta alle zone sismiche e da grossi problemi con le scorie.Sono anche sicuro di una cosa: vogliamo fare un nuovo referendum? L’80% direbbe di nuovo no al programma nucleare, ne sono certo.Sulla fusione nucleare il discorso cambia: investiamo in questa ricerca.Caro lettore a questo punto sei proprio sicuro che il PDL voglia il nucleare e che il PD sia contro?

LA SCUOLA DELLE BUGIE

Questa settimana la sinistra ha intensificato il suo attacco contro le misure per cambiare la scuola introdotte dal governo. Stiamo assistendo a mobilitazioni ovunque dalle piazze alle università, anche con occupazioni. I politici della Valle del Serchio si stanno distinguendo per il loro accanimento contro questa legge, che mi sembra non dispiaccia molto neppure al Presidente della Repubblica e anche l’ex ministro Berlinguer mi è sembrato molto possibilista. Stefano Baccelli poi dalle righe di questo giornale, si scaglia anche contro l’ipotesi di creare sezioni apposite per la preparazione all’inserimento degli stranieri nelle classi normali. Eppure sembrerebbe logico che il ragazzo straniero entri nella classe definitiva, conoscendo almeno la nostra lingua, per imparare poi anche la nostra cultura.Il metodo per controbattere la legge è sempre lo stesso: si attribuisce al decreto intenzioni che non ha (abolizione tempo pieno e bimbi a casa alle 12.30, licenziamento insegnanti, riduzione insegnanti di sostegno, ecc.), queste balle vengono spacciate per realtà al fine di terrorizzare le famiglie e vengono usate per mobilitare la "tradizionale" massa di manovra composta degli studenti delle superiori e delle università, felici di protestare e di far festa per ogni motivo (quando s’era studenti noi, non si ragionava nello steso modo?). E quando, l'anno prossimo, si vedrà che il tempo pieno è rimasto, che è stato potenziato grazie alla ridistribuzione degli insegnanti, che nessuno è stato licenziato e che i posti di sostegno sono gli stessi, diranno che è stato merito loro e della loro battaglia contro il governo e si inventeranno qualcosa d'altro per continuare a usare la scuola come campo di battaglia politica. La scuola è un feudo loro, guai a chi la tocca.Cercano di recuperare a scuola il consenso che non hanno più nel Paese, con ogni mezzo. Da qui l'accusa al centrodestra di essere razzista, dopo la mozione approvata alla Camera a proposito delle classi di inserimento per far imparare l'italiano ai bambini stranieri prima di includerli nelle classi ordinarie. Sono queste una serie di misure di buon senso, già in vigore per esempio in Germania, Francia e Spagna e che

94

Page 95: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

tutelano in primo luogo i bambini: eppure la sinistra e i media compiacenti le hanno usate e le usano per polemiche e accuse infamanti.Tutto ciò avviene proprio nei giorni in cui il premier Berlusconi e il ministro Tremonti confermano il ritrovato ruolo guida dell'Italia in Europa e nel rapporto con gli USA. Lo hanno dimostrato i risultati delle conferenze internazionali degli ultimi otto giorni. Autorevole sulla scena internazionale nella scelta delle misure condivise per fronteggiare la crisi finanziaria globale, sul fronte interno il governo ha predisposto in una settimana due decreti legge per tutelare i risparmi delle famiglie, l'attività delle imprese grandi e piccole, la stabilità del sistema bancario italiano: c'è chi è al lavoro per costruire e chi invece continua solamente a cercare di distruggere. Ma anche gli ultimi sondaggi danno sia il premier che il governo in ascesa nel pubblico consenso, a ulteriore dimostrazione che le bugie non pagano.

GUGLIELMO PETRONI

Lucca - Chiuderà il ciclo di conferenze organizzate dall’associazione Cesare Viviani per il settembre Lucchese, Marisa Cecchetti che mercoledì 22 ottobre alle ore 17, sempre presso il Circolo del bridge, parlerà su “Passato e presente, rifiuto delle ragioni del male nella produzione letteraria di Guglielmo Petroni”.Guglielmo Petroni è nato a Lucca il 30 ottobre 1911 ed è scomparso a Roma, 29 aprile 1993. Nato da famiglia povera e autodidatta, la sua formazione è da lui raccontata nel libro Il nome delle parole (premio Selezione Campiello 1984). Grazie alle prime poesie entra in contatto col mondo letterario fiorentino dell'epoca, quello delle Giubbe Rosse. È con Alessandro Bonsanti tra i fondatori di Letteratura. Malaparte lo inviterà a lavorare a Roma. Da quella esperienza nascerà il suo libro di narrativa più noto, Il mondo è una prigione. Vince il Premio Strega nel 1974 col romanzo La morte del fiume. Petroni ha una formazione culturale fuori dai canoni: semianalfabeta fino all'adolescenza, comincia a lavorare a Lucca nella bottega paterna di scarpe all' età di 10-11 anni. Scopre quasi per caso la pittura, alla quale si dedicherà per anni incoraggiato da Rosai, Carrà e Carena; ed è attraverso la pittura, l'arte, che arriva alla poesia. Ad una delle sua primissime poesie viene assegnato, nel 1934, il premio La Cabala, il primo di poesia istituito in Italia, giudici tra gli altri, Bontempelli, Ungaretti, Marinetti, Betti e l'Aleramo. É questo che favorirà il suo inserimento nel mondo letterario, nella Firenze delle Giubbe Rosse con Montale, Gadda, Palazzeschi, Vittorini, Bonsanti, Landolfi, Luzi e tanti altri. Fu così tra i fondatori di Letteratura diretta da Bonsanti, oltre che collaboratore con scritti e disegni de Il Selvaggio di Mino Maccari, e de L'Italiano di Leo Longanesi. La sua prima raccolta di poesie Versi e memoria, del 1935 fu salutata, da critici quali Giuseppe De Robertis e Walter Binni, come una delle voci più nuove di quegli anni. Nel 1938 pubblica un volume di racconti Personaggi d'elezione e, nello stesso anno, invitato da Malaparte, si trasferisce a Roma per dirigere la redazione di Prospettive.

95

Page 96: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

Durante la guerra, con M. Alicata, G. Briganti, C. Muscetta, A. Trombadori, fa parte del comitato di redazione de La Ruota diretta da M.A. Meschini. Nella primavera del 1944 è arrestato e consegnato alle SS, chiuso nel carcere di via Tasso, torturato e condannato a morte, viene trasferito al terzo braccio di Regina Coeli. Verrà salvato in extremis dall'arrivo degli alleati. Il suo primo libro, pubblicato subito dopo la liberazione e nato da quella esperienza, fu Il mondo è una prigione, che per Natalino Sapegno resta una delle prove più alte della letteratura di quel periodo. Tra i molti libri di questo genere nati dall’esperienza della guerra - ha scritto Geno Pampaloni nella Storia della Letteratura di Garzanti - a nessuno come a questo è riuscito di restituire con altrettanto sobria intensità il senso che accomuna l’abiezione della tirannia ad una tragedia umana. Nel dopoguerra è redattore de La Fiera Letteraria diretta allora da Cardarelli. Si occupa anche di critica letteraria e critica d'arte. Negli anni ‘50 lavora alla rinascita del Terzo Programma Radio della RAI, contribuendo a dargli la sua impronta culturale e tecnica. Per alcuni anni lavora poi a fianco di Ignazio Silone come segretario della Associazione per la Libertà della Cultura. Negli anni 60 torna alla RAI come giornalista, al giornale radio, dove diviene caporedattore Spettacolo e Cultura, fino al momento di andare in pensione. Si è però soprattutto dedicato alla poesia, alla narrativa, alla saggistica, pubblicando vari libri, soprattutto romanzi. A proposito dei suoi versi Giovanni Raboni ha parlato di straordinaria coerenza di una vicenda singolare e appartata, ma tutt'altro che marginale rispetto alle linee ufficiali di sviluppo della poesia italiana del '900 (...) di una pronuncia poetica alonata di concretezza, addirittura virtuosistica nel far vibrare all'unisono gli strumenti della tradizione letteraria e quelli, non meno antichi e preziosi, di un parlato quotidiano ricco di misteriosa trasparenza e saggezza. Ha avuto molti premi, ma teneva in particolare alla laurea Honoris Causa a riconoscimento della sua attività, ricevuta nel 1985 dall'Antica Università di Sassari.

RITANNA ARMENI E RENATA POLVERINI A LUCCA

Lucca - Il prossimo 4 dicembre, ormai è definito, la nota giornalista Ritanna Armeni e la Segretaria Nazionale dell’UGL Renata Polverini saranno a Lucca all’auditorium di San Romano per dibattere sulle problematiche legate alle pari opportunità, in un evento voluto dalla Commissione Pari Opportunità della Provincia e dal Consiglio Provinciale. Questo evento mi da l’occasione per intervenire nuovamente sul sindacato in generale e sull’UGL in particolare.Che il monopolio della triplice si fosse incrinato, fu evidente due anni fa, quando i dati degli iscritti ai sindacati, furono con l’occasione dei Congressi, resi di pubblico dominio. L’UGL presentò così il proprio portafoglio di 2.400.000 iscritti, dei quali un milione donne, divenendo così il terzo sindacato confederale italiano, scavalcando l’UIL rimasta a 1.900.000 iscritti. L’ulteriore salto di qualità si ebbe con la vittoria del Congresso da parte di Renata Polverini, prima donna in Europa a guidare un

96

Page 97: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

sindacato confederale. Se a questo s’aggiungono le capacità mediatiche della Polverini, superiori addirittura a quelle che furono di Benvenuto (UIL), si comprende come l’UGL sia potuta giungere ai successi attuali.Anche se alcune discriminazioni sono sempre in atto: la triplice in alcuni casi locali, e per fortuna sempre più rari, si rifiuta di sedere al tavolo con l’UGL – le Amministrazioni alle volte si dimenticano questa organizzazione – l’Aran crea da sempre ostacoli alla rappresentatività piena dell’UGL nel Pubblico Impiego – il centrodestra (singoli e amministratori) privilegia, non si capisce perché, la CISL. Malgrado queste note dolenti l’UGL è stata tra i protagonisti della vicenda sindacale italiana per eccellenza, il salvataggio cioè, dell’Alitalia. Mentre sinistre sindacali e politiche remavano contro la soluzione della crisi Alitalia, salvo poi tardivamente ricredersi, l’UGL con il fronte della ragionevolezza e della consapevolezza, è stata attrice di primo piano. E adesso questo sindacato è al bivio: o entrare a far parte in modo organico della quadruplice (non più triplice) sindacale, o mantenere vive le differenze, la propria storia e continuare con il rafforzamento di una confederazione sindacale attiva, propositiva e innovativa, mantenendo e rafforzando i distinguo da una triplice rimasta ancora conservatrice. I quadri UGL hanno in breve tempo compiuto un’evoluzione gigantesca che li ha portati dalla vecchia e romantica concezione CISNAL “sindacato come testimonianza sul posto di lavoro”, alle nuove concezioni di presenza, radicamento, attività, comprensione e lotta in ogni posto di lavoro e con la capacità di mostrare, attraverso l’uso dei mass media, la qualità delle lotte per migliorare innanzi tutto la qualità della vita dei lavoratori, con un occhio ben attento nei confronti delle dinamiche della società civile, degli immigrati, dei disoccupati, delle pari opportunità e degli studenti.Oggi, in tempi di Brunetta – che ha portato alla guarigione quasi il 50% degli statali - quanto mai risulta importante poter fare delle serie riflessioni sul movimento sindacale in Italia. Movimento sindacale che rappresenta e ha rappresentato, milioni di lavoratori e di pensionati, movimento che sempre ha avuto a cuore la tutela dei diritti dei lavoratori. Però molte sono anche le critiche che il sindacato si è attirato nel corso degli anni, e queste sono quasi sempre dovute ad atteggiamenti conservatori presi dal sindacato stesso. È indubbia la funzione insostituibile del sindacato, nella tutela dei lavoratori e del lavoro, e su questa i due sindacati maggiori, CISL e CGIL hanno sempre operato; esiste però un’ala sindacale, pur minoritaria, che rifiutando il conservatorismo, si è impegnata per l’innovazione a tutti i livelli.Se la politica è cambiata, oggi deve mutare anche il sindacato. Che i metalmeccanici torinesi abbiano sostenuto la Lega, non meraviglia, anzi va incontro a quanto ho più volte sostenuto. Mutazioni profonde sono avvenute anche in Confindustria, oggi molto più in sintonia di ieri, con il governo. Cambia la politica, cambia Confindustria, cambia anche il sindacato, i cui mutamenti, non sono un fatto nuovo, ma vengono da lontano. Anche se l’innovazione sindacale è stata in mano a frange di questo movimento, questo non significa che la sua importanza non sia stata rilevante.

97

Page 98: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

Se andiamo ai primi del ‘900 troviamo Filippo Corridoni nell’USI (c’era anche Benito Mussolini): con lui il sindacato rivoluzionario diviene nazionale e interventista. L’USI era composta in prevalenza da socialisti e anarchici, su posizioni rivoluzionarie e internazionaliste, Corridoni creò all’interno dell’USI un componente nazionalista e interventista, che dette poi vita al sindacato unico fascista. Sindacato Unico che essendo di regime, non poté avere quella combattività necessaria che le sue origini promettevano. Ma all’interno del sindacato di regime vi furono frange che si ritrovarono alleate ai futuristi marinettiani, che collaborarono alla diffusione di “Lacerba” e che a Carrara siglarono accordi sotterranei e battaglie sindacali, con gli anarchici dell’USI, anche se questo sindacato era allora fuorilegge.Nel ’70 a Reggio Calabria, Ciccio Franco della CISNAL recepirà le istanze sociali legate al territorio: “Boia chi molla!” sarà la sua parola d’ordine, ben conosciuta anche adesso. Sempre seguendo il filone dell’innovazione sindacale giungiamo a Giorgio Benvenuto dell’UIL negli anni ’80; con lui la modernizzazione e la laicità della società italiana in evoluzione entrano nelle istanze della politica sindacale: tutti i referendum radicali di quel periodo ebbero il sostegno dell’UIL. Erede di tutto questo, oggi troviamo l’UGL di Renata Polverini, divenuta il terzo sindacato confederale italiano. L’UGL aggancia le dinamiche del mondo del lavoro e le immagini dei media alle rivendicazioni sindacali, e la Rosy Mauro del Sindacato Padano, fonde le aspettative locali della Padania alle esigenze del mondo del lavoro.Le liberalizzazioni in atto nel mondo del lavoro e le istanze territoriali dovranno oggi esser mediate con le posizioni della destra (e anche della sinistra) sociale. Da questa mediazione potrà scaturire la carta vincente per una vera mutazione sia del sindacato che delle politiche del mondo del lavoro. Un po’ più di liberismo, all’interno del sindacato è indispensabile alla modernizzazione del mondo del lavoro sia in Italia che in Europa.

L’UGL NON CI STA’

Solo dalla stampa l’UGL ha appreso che è stato firmato in Provincia un protocollo d’intesa volto alla raccolta, alla preservazione e alla divulgazione delle “storie del lavoro”, delle vicende sindacali e delle imprese locali in vista delle costituzione di un “Centro di documentazione sulle memorie del lavoro e dell’impresa”. Detto accordo è stato sottoscritto da tutte le parti sociali e dalla triplice per parte sindacale. Ci si domanda come mai l’UGL, che è la terza confederazione sindacale italiana coi suoi 2.400.000 iscritti dei quali un milione donne, si stata tenuta fuori da questo protocollo. L’UGL, erede della Cisnal è sempre stata dal dopoguerra parte attiva della politica sindacale nazionale e locale. E anche se andiamo alle nostre lotte storiche, dai cavatori di Arni alla SMI, alla Cantoni, allo Iutificio Oliva, vediamo questo sindacato storicamente in prima fila assieme alle altre confederazioni e alle volte in contrasto con esse. L’UGL non ha intenzione di ignorare certe “dimenticanze” che potrebbero suonare come discriminazioni e ricorda che ha il diritto-dovere di partecipare ad ogni

98

Page 99: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

trattativa, ad ogni tavolo, ad ogni manifestazione che riguarda il mondo del lavoro.Per questa specifica dimenticanza, l’UGL sta attendendo un atto riparatore da parte del Presidente della Provincia.

CAPANNORI TRENT'ANNI

Capannori - Bene ha fatto Gianfranco Battaglia a protestare contro la discriminazione attuata durante i recenti festeggiamenti del trentennale dello spostamento della sede comunale a Capannori. Infatti gli ex dipendenti, oggi pensionati, non sono stati invitati a questi festeggiamenti. Eppure sono proprio loro gli artefici del trasloco che vide finalmente gli uffici comunali capannoresi aprire i propri sportelli nel territorio di Capannori e abbandonare la città di Lucca quando trent’anni fa fu sanata una anomalia che vedeva la sede comunale sita in un altro comune. A questo punto propongo che i sindacalisti storici del Comune assieme ad un altrettanto storico segretario comunale, per l’anno prossimo, dopo le elezioni che è auspicabile sanciscano un cambiamento dell’attuale amministrazione, organizzino una vera festa che coinvolga anche i dipendenti e gli amministratori di allora.Per sindacalisti storici del Comune intendo Vittorio Baccelli, Gianfranco Battaglia e Paolo Rabassini; il segretario comunale non può essere che Palmiro Bini.Un’idea questa per il prossimo anno e per rendere omaggio a tutti coloro che per una vita hanno lavorato nell’Ente.

IL CROLLO DELL'ECONOMIA VIRTUALE

La crisi è arrivata, la cronaca di molte aziende lo dimostrano. Sarà una crisi come le centinaia che si sono già viste, o forse questa volta c’è un problema strutturale legato al sistema economico globalizzato? Fino a poco tempo fa era di gran moda il Billionaire e tutti i rampanti d’Europa facevano a gara per frequentarlo e per farsi immortalare dai mass media nelle sue feste. Oggi invece non se ne sente più parlare, è passato di moda perché in momenti di recessione, di vacche magre, di crisi economica insomma, ostentare ricchezze viene considerato out, di pessimo gusto. Assieme al Billionaire stanno passando di moda i SUV, tanto grossi da incutere soggezione per le strade, tanto grossi che ho proposto di bandirli dai nostri centri storici. Moto a 4 ruote, motoscafi super veloci, barche super lusso, stanno anch’essi passando di moda. E anche le Viareggio-Bastia e le Parigi-Dakar sono quasi scomparse, mentre la F1 s’avvia a forti revisioni. Negli ultimi vent'anni molti sociologi erano convinti di aver identificato la tendenza evolutiva della nostra società: questa da agricola è diventata industriale, poi post-industriale, e infine, virtuale. Nella società ad economie virtuali, o post moderne come definite da altri, ci spiegavano, spariscono non solo le ideologie ma tutte le certezze e lo stesso «principio di non contraddizione» per cui non dobbiamo più decidere se è vero questo o quello, sono

99

Page 100: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

veri entrambi. Un po' come nella fisica dei quanti, ma nella realtà le cose vanno un po' diversamente. Realtà e illusione si confondono, non conta la realtà oggettiva ma solo l' immagine, l' apparenza. Perde di importanza lo Stato nazionale come fonte di certezze, non c' è più bisogno dello stato sociale. Idem per la religione. La gente si raggruppa in tribù, attorno ad una squadra di calcio, ad un blog, ad un forum, ad un logo. Secondo alcuni non si deve neppure più parlare di cittadini, ma di consumatori. Non si guarda al futuro, l' azienda vuole risultati subito, meglio ieri. Non ci si arricchisce facendo buoni prodotti, ma con azzardate operazioni finanziarie. Tutto è provvisorio, liquido, virtuale. Si cerca il successo subito, la notorietà subito, il piacere immediato, non importa come. Dominano l' individualismo e l' edonismo. Questa diagnosi su cosa sia e dove stia andando la nostra società è stata insegnata come dogma nelle scuole, nelle università, nei master, nei seminari, fino a ieri. Solo oggi incominciamo a renderci conto che quella che veniva descritta come tendenza storica era, in realtà, il sintomo di una grave malattia. Sono state proprio l' indifferenza al futuro, l' incapacità di prevedere, la ricerca del profitto a breve termine, le spregiudicatezze nelle operazioni finanziare tanto ammirate a scatenare la crisi mondiale. No, l'economia virtuale non rappresenta il domani. Oggi ci rendiamo tragicamente conto che continua ad esserci differenza fra reale e immaginario, fra realtà e apparenza. Ci sono banche e imprese che falliscono realmente, ci sono disoccupati veri, poveri veri, e occorrono investimenti veri, non immaginari. Il principio di non contraddizione non è scomparso perché bisogna fare davvero delle scelte, prendere davvero delle decisioni. Il consumatore non è più il re capriccioso di ieri, deve fare i conti con precisione se vuol arrivare al fine mese. E tutti tornano a guardare allo Stato, a chiedere aiuti e certezze dallo Stato, per prime le orgogliose banche e le grandi imprese. Ciascuno di noi torna a progettare con accortezza, con vigilanza. E non sopportiamo più il lassismo, il pressapochismo, le chiacchiere. Chiediamo realismo, precisione, rigore, concretezza. Alla gente comune dà sempre più fastidio lo spreco, la speculazione, il disordine, il blablabla, l’azienda (poco importa se pubblico o privata) inefficiente. La gente comune non ne può più di pagare tasse esose per aver in cambio servizi scadenti. C’è una richiesta di semplicità, efficienza, regole chiare, risultati pratici e visibili. C’è un rifiuto verso l’economia virtuale, falsa e fasulla, si cerca una economia legata alla ricchezza effettiva e alla produzione reale. Su questa onda che rifiuta lo spreco e la sua ostentazione stanno però nascendo giovani imprese, nuove imprenditorialità. Nascono boutique che offrono vesti e accessori diversi da quelli delle grandi distribuzioni e anche dalle griffe globalizzate. In informatica, pubblicità e comunicazione, giovani imprenditori stanno costruendo piccole imprese che creano nuovi prodotti e sviluppano servizi di alta qualità a costi interessanti. Altri abbandonano le metropoli e sviluppano aziende agricole specializzate in prodotti biologici e primizie non forzate. Prodotti per un consumatore sempre più diffidente nei confronti della grande distribuzione e preoccupato per le periodiche notizie di sofisticazioni alimentari: dal latte cinese alla

100

Page 101: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

carne alla diossina. Altri hanno organizzato servizi di catering di ottimo livello e prezzi contenuti. C’è poi chi si è gettato nelle energie alternative e rinnovabili e installa caldaie a biomasse e pannelli solari. Nel campo delle scienze fioriscono i ricercatori indipendenti che con modesti mezzi stanno ottenendo ottimi risultati. Tutta questa nuova imprenditoria, in mano ai giovani, ha compreso che con la recessione il consumatore diverrà sempre più esigente e non vorrà più buttar via i propri euro in sciocchezze, e inutili porcherie,finora spinte dal consumo indotto. Pretenderà invece prodotti e servizi ottimali a basso costo. È la fine dei prodotti imposti dai media su bisogni artificiali: è la fine del consumismo indotto. È su questi temi e su un sistema economico e produttivo etico, che si selezionerà la nuova imprenditoria e la nuova classe dirigente. Forse tutti i mali non vengono per nuocere. Non ci resta che tener duro durante la crisi e fiduciosi prepararci al domani.

KME

Fornaci di Barga – Una situazione annunziata quella che sta investendo lo stabilimento KME di Fornaci di Barga, con i 130 esuberi ventilati. La mobilitazione è stata immediata e ha coinvolto sindacati, amministratori forze politiche: tutti compatti stavolta, senza alcuna defezione. Verrebbe da dire che è proprio questo il comportamento da tenere quando crisi di questo tipo coinvolgono, non solo l'azienda e i suoi lavoratori, ma tutto il tessuto sociale e produttivo di una intera zona. Luca Mastronaldi del PDL interviene dicendo: “Riguardo alla situazione in cui versa la KME,vorrei fare alcune considerazioni. Sono soddisfatto che le forze politiche siano tutte coese,nel risolvere questo annoso problema, il rischio concreto di licenziamenti è un fatto assai gravoso per l'intera economia della Valle. Pieno appoggio quindi agli operai e alle forze sindacali,con la speranza che tutto si possa risolvere nel minor tempo possibile. Il ricorso alla cassa integrazione può essere sicuramente un tampone alla situazione,ma non la soluzione del problema. Purtroppo le prime avvisaglie ci sono state già con la Luvata e i sindacati sono anni che denunciano una situazione disastrosa! Come mai solo adesso si organizzano riunioni nelle piazze e non si è intervenuti quando i buoi erano sempre nel recinto? Diceva mia nonna che a pensare male si fa peccato,ma spesso si indovina. Tutti in piazza quindi a difendere quel diritto sacrosanto sancito dalla costituzione che è il lavoro,ma dove erano tutti quando il problema era affrontabile e in tono più contenuto? Eravamo anni luce dalle elezioni comunali e allora l'urlo di quegli operai non raggiungeva ne i vicini colli ne le sedi regionali e romane. Prepariamoci quindi,all'ennesima sfilata di gente in doppio petto che prodiga di consigli saprà,come il più degno dei luminari trovare la cura giusta! Con la speranza che il malato che chiedeva aiuto da tempo sia ancora vivo!“Anche l'UGL in una sua nota parla di malessere aziendale più volte annunciato e che forse, malgrado gli avvertimenti da parte sindacale, è passato sotto silenzio, fino a giungere alla situazione odierna, ove la crisi aziendale già da tempo in atto si somma

101

Page 102: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

al momento di recessione globale, facendo temere situazioni sempre più a rischio. Comunque siano andate le cose la gravità della situazione è sotto gli occhi di tutti e la risposta immediata data dagli Enti, al fine di difendere sia i singoli posti di lavoro, che il presidio industriale stesso, è la strada giusta, già imboccata e da percorrere fino in fondo. Augurandoci di giungere ad una soluzione o positiva, o di minor impatto economico-occupazionale possibile.

SCIE CHIMICHE IN LUCCHESIA

Lucca – Il fenomeno delle scie chimiche in questi ultimi giorni si è reso sempre più evidente in tutta la lucchesia, in particolare nella Valle del Serchio da Ponte a Moriano a Gallicano. Molte sono le persone che si sono fermate a scrutare il cielo attraversato da queste bianche scie che si incrociano e s'intersecano in angoli sempre diversi e fantasiosi. Ma di cosa si tratta? Le scie degli aerei, anche chiamate "scie di condensazione" o "contrails", sono un fenomeno del tutto naturale. I gas caldi (mix tra vapore acqueo e gas combusti) che fuoriescono dai motori degli aerei venendo a contatto con l'aria fredda dell'atmosfera innescano il processo della condensazione: il vapore acqueo si trasforma in piccoli cristalli di ghiaccio soggetti all'evaporazione. Per la loro natura, le scie di condensazione si dissolvono in circa 30-50 secondi (in casi particolari posso permanere nell'aria per pochi minuti) e pertanto non possono essere lunghe. Essendo un fenomeno del tutto naturale, le scie di condensazione seguono determinate leggi fisiche, le quali si possono riassumere in tre principali condizioni fondamentali:- quote superiori agli 8000 metri;- umidità relativa non inferiore al 70%;- temperatura inferiore ai -40 °C. Vedendo una scia bianca nel cielo si pensa subito che sia una normale scia di condensazione che segna il passaggio di un aereo di linea. Osservando attentamente, però, sorgono alcuni dubbi, soprattutto se si confrontano le scie presenti nei nostri cieli oggi e quelle che vedevamo 20 anni fa. Le scie degli aerei a cui eravamo abituati 20 anni fa si dissolvevano in pochi minuti e pertanto erano corte e strette. Le scie di oggi, invece, sono molto diverse: larghe, persistenti anche per ore e si espandono trasformandosi in uno strato biancastro. Le scie che potevamo osservare 20 anni fa solcavano i nostri cieli poco frequentemente ed erano tutte uguali. Le scie di oggi, invece, sono molto più frequenti e sono talmente diverse le une dalle altre che è possibile suddividerle per tipologia: lunghe, corte, che si espandono, che non si espandono, a "trattini", a "fusillo", a "filamenti", poco persistenti, molto persistenti. Alcune scie si dissolvono in alcuni tratti ma permangono in altri. Altre hanno un aspetto fibroso mentre altre sembra che contengano al loro interno scie di consistenza diversa. Inconsueto e improbabile fenomeno se si trattasse di semplice vapore acqueo. In alcuni giorni si possono contare nell'arco di un'ora decine e decine di scie e in altri giorni si può assistere alla formazione di veri e propri reticolati nel cielo. Queste scie sono state avvistate anche fuori dalle rotte degli aerei di linea, a quote improbabili per gli aerei

102

Page 103: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

di linea e in spazi aerei non consentiti al traffico civile e/o commerciale. Tra l'altro, mentre le scie dei normali aerei sono composte da vapore acqueo, le scie che solcano i nostri cieli hanno una composizione assai più complessa con la presenza anche di sostanze metalliche. Un dibattito aperto che non è per niente risolto, c'è chi le ha messe in relazione con il progetto HAARP, d'ispirazione Nikola Tesla, che si suppone teso a controllare le contenere le variazioni climatiche del globo. Ma vi sono anche delle ipotesi fantascientifiche che vedono l'inseminamento della nostra atmosfera come frutto di un accordo tra noi e una razza aliena, che dovrebbe contenere le possibilità di catastrofe globale quando nel 2012 vi sarà (forse)l'inversione della polarità del campo magnetico terrestre. Lasciando perdere le ipotesi, limitiamoci ad ammirare il cielo azzurro di questi giorni, solcato e intrecciato da queste misteriose scie.

LA CORNICE CULTURALE DEL PDLLucca – La partecipata assemblea tenutasi alla Pia Casa aveva un tema intrigante: “Disegnare la cornice culturale del Pdl”. Al di la della solita carrellata d'interventi d'addetti ai lavori, il tema è emerso più volte. Ecco i punti caratterizzanti la cornice culturale del Pdl nel suo iniziale percorso che vede due anime, quella laica e quella cattolica, dibattere, convivere e trovare sintesi. Punto fondamentale del programma è il richiamo alla libertà dell'individuo, alle sue scelte, senza le quali non c'è sviluppo per l'uomo. Ma non sempre l'uomo riesce a realizzarsi se viene lasciato solo a sviluppare le sue potenzialità. Esistono delle differenze di partenza che se non rimosse possono mantenere le persone in una situazione di disagio. Ecco perché un partito moderno, che voglia esser tale, deve conciliare il liberalismo con la dottrina cristiana e anche con alcuni aspetti del socialismo democratico e con la laicità. Con la nascita del Pdl si concretizza quel cambiamento di politica, invocato da decenni. Questo processo sta avvenendo mentre il centrodestra è al governo e in un momento di emergenza globale che costringe a scelte difficili e a soluzioni condivise e ragionate. L'appuntamento delle elezioni europee darà la reale portata ideale di questo processo. Il Pdl sarà la più grande forza dei Popolari Europei, a cui spetterà il compito di guidare la battaglia per sconfiggere il sinistrismo endemico che che sta uccidendo l'anima degli europei. Il Pdl è già una realtà tra la gente, è la macchina politica che è indietro nei tempi e in questo momento sta cercando di colmare le differenze. Quando dal predellino, Berlusconi lanciò l'idea del partito unico del centrodestra, molti si aspettavano questa intuizione, la nascita di un partito – che definirlo tale è riduttivo – che lasciando alle spalle le vecchie ideologie, s'incamminasse con pragmatismo sul sentiero delle idee. La nascita non deve essere una semplice fusione, ma un concretizzarsi del nuovo, in una cornice sempre più rispettosa dell'individuo anche nel confronto tra le diverse ipotesi. La differenza sostanziale tra il PD e il Pdl è che il primo si trascina dietro il fardello di due ideologie contrapposte senza addivenire ad una sintesi, mentre il secondo lasciando

103

Page 104: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

alle spalle le ideologie, si confronta in modo pragmatico con la realtà.

MATTEUCCI E CAPANNORICapannori – In tanti si sono dati appuntamento in via del Popolo per l'apertura della nuova sede elettorale del candidato Sindaco, Matteucci. Il taglio del nastro, accompagnato da uno scrosciante applauso, è avvenuto mentre nella piazza accanto il gazebo de la Destra diffondeva materiale pubblicitario a sostegno della candidatura di Matteucci. Intorno a questo candidato si sono coalizzate molte forze politiche, da Capannori Insieme e altri gruppi civici alla Lega, dai Monarchici agli Innovatori, passando per la Santanchè che in questi giorni al candidato sindaco ha tenuto pubbliche riunioni in suo sostegno. E proprio gli Innovatori, per garantire l'appoggio pieno a Matteucci, sono usciti da Italia moderata, ave erano anni addietro confluiti, avendo questo movimento stretto un accordo elettorale con l'UDC. Gli Innovatori, comunque, non presenteranno una propria lista, ma inseriranno un loro candidato nella lista del Pdl e un altro in Capannori Insieme. Tra non molto sul territorio capannorese assisteremo all'apertura di altri “Matteucci Point”. In questa tornata elettorale è molto attivo il movimento pro Matteucci sul web, dai portali dei vari siti all'utilizzo di facebook. E anche la “Matteucci mobile” ha toccato la fantasia di coloro che l'hanno incrociata e le foto di questa auto trasformata in una icona pop girano sui giornali e nei siti.

SUL WEB APERTA LA CACCIA ALL'ORSIRicordate Ferrara e le sue prese di posizione estreme sull'aborto? Sono state bocciate clamorosamente dall'elettorato proprio perché erano estreme e andavano a toccare una legge che è stata frutto d'equilibri e mediazioni. E proprio perché rappresenta la sintesi di questi equilibri è oggi dalla società accettata e ben digerita. Che poi si cerchi di migliorarla e di far diminuire sempre più gli aborti con l'informazione e la prevenzione, questo è positivo, logico ed ovvio. Nella caccia si sta verificando una situazione analoga a quella creata da Ferrara. Il sen. Orsi s'è fatto paladino d'un progetto di legge per una caccia estrema, selvaggia, che colpisce nuove specie, che allunga il calendario venatorio e che da la licenza d'uccidere animali ai quindicenni. Il sen. Orsi con le sue improvvide uscite, sta turbando un equilibrio che si era verificato con l'accettazione da parte di tutti, cacciatori e anticaccia, delle restrizioni previste dalle normative europee. Andare in deroga a queste significa rompere una non belligeranza di fatto e riaprire un fronte di lotte che era (quasi) chiuso. Meraviglia che una simile proposta destabilizzatrice provenga da parte di un esponente del Pdl, forza politica che dovrebbe essere l'espressione dei moderati per antonomasia. E l'Orsi moderato certo non è, è un cacciatore estremo che dovrebbe o cambiar idea o cambiar aggregazione politica. Riaprire le ostilità tra cacciatori e anticaccia oggi non serve a

104

Page 105: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

nessuno: l'avventurismo di Ferrara dovrebbe insegnar qualcosa. Inoltre oggi la caccia è sempre più out, demodé, il divertimento ad uccidere non è più sostenibile e per di più la caccia è destinata ad estinguersi: per vecchiaia. Ogni anno, anche in Italia, il numero dei cacciatori diminuisce di qualche migliaio, dunque è solo questione di tempo.

LUKLucca – Dopo un lunga attesa è uscito l'ultimo numero di LUK, la rivista della Fondazione Ragghianti contenente come consueto, saggi, contributi e relazioni sulle attività espositive e storico-artistiche più rilevanti avvenute in città negli ultimi mesi. L’interesse verso le forme innovative della scultura è la premessa e, ad un tempo, il motivo della pubblicazione, sull’ultimo numero di “LUK”, del testo inedito di una conferenza che Pier Carlo Santini tenne al Centre Pompidou di Parigi nel 1989, dal titolo “Nuova vita e cultura del marmo: il lungo cammino dalla cava all’oggetto”. Vittorio Fagone ci ricorda nella sua nota introduttiva che l’inedito è, “un autentico panegirico del valore storico e della perenne attualità del marmo apuano”, ed è stato di recente recuperato negli archivi della Fondazione Ragghianti, a conferma del “vivo interesse” della Fondazione verso la scultura: un interesse ben testimoniato anche dalla vasta collezione di opere esposte al pubblico nel “Chiostro monumentale di San Micheletto” che costantemente attraggono numerosi visitatori. Fra gli articoli , Gigetta Dalli Regoli disserta sull'esposizione delle opere della collezione della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca; Silvia Meloni Trkulja e Patrizia Giusti Maccari sul Museo Nazionale di Villa Guinigi . La mostra delle opere della Fondazione Cassa di Risparmio, svoltasi tra la primavera e l’estate del 2008, dimostra, secondo la Dalli Regoli, “come una saggia politica di acquisizione e conservazione di dipinti, sculture, oreficerie e arredi possa giovare a costruire un rapporto fruttuoso tra una fondazione bancaria, da un lato, una comunità e un territorio dall’altro”. Né potevano mancare, nella rivista della “Ragghianti”, un approfondimento sulle mostre di Jonas Mekas (Elena Marcheschi), “Pittura tra parentesi” (Mauro Lovi) e “Pasega a Villa Guinigi” (Silvestra Bietoletti). Questo numero si chiude con una serie di articoli sulla clip art di Ugo Nespolo (Franco Moretti), sulla “metarealtà di Luciano Pera” (Vittorio Fagone), sulla critica ragghiantiana (Simona Scattina) e sull’attività didattica della Fondazione Ragghianti. Nato per offrire un resoconto dettagliato delle iniziative del Centro Studi, ”LUK” dà conto anche degli avvenimenti artistici più importanti della vita culturale lucchese e si rivolge con occhio sempre attento ai lavori dei giovani studiosi d'arte. Due interessanti articoli, infine, sono dedicati ai “primi quarant’anni del Museo di Villa Guinigi” (Silvia Meloni Trkulja) e, sempre in questa sede, alle nuove sale sulla cultura artistica lucchese (Patrizia Giusti Maccari). Quest’ultimo, in particolare, descrive i pregi dell’allestimento, che, a detta dell’autrice, costituisce un’ulteriore conferma della necessità e della qualità dell’operazione di riordino e di rinnovamento dell’intero percorso museale finanziata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di

105

Page 106: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

Lucca e intrapresa già da qualche tempo da Maria Teresa Filieri, direttore dei Musei Nazionali di Lucca. Ovviamente non potevano mancare i molti riferimenti alla mostra su Batoni e,come unica unica perdonabile dimenticanza è doveroso segnalare la rassegna “Grazie dei fiori” di Gian Marco Montesano, che è stata ospitata dalla galleria Poleschi nel pieno centro cittadino. E Montesano rappresenta oggi, assieme a Cattelan l'aspetto più intrigante dell'arte figurativa contemporanea europea.

LE RESTRIZIONI NELL'USO DI INTERNET? UNA FOLLIA!L'aver saputo che amministrazioni stanno limitando l'uso di internet dei dipendenti e che oltretutto presentano al pubblico queste idee per far vedere come sono bravi, mi ha fatto all'inizio ridere su tanta ignoranza, ma poi mi ha intristito vedere quanta non conoscenza ci sia ancora sull'argomento. Andiamo indietro nel tempo e cerchiamo di far mente locale. Quando furono messi sul mercato i videoregistratori, fu tollerata la diffusione delle videocassette hard poiché spianavano la strada all'uso diffuso del nuovo (allora) strumento. Più recentemente c'è stata negli USA una battaglia portata avanti dallo stesso Bill Gate contro le aziende che toglievano i giochi dal pacchetto dei programmi destinati ai PC dei dipendenti. Bill Gate sosteneva che sono i giochi quelli che fanno acquisire dimestichezza, familiarità ed esperienza nell'uso del computer. Ed è per questo che sono inseriti anche oggi in tutti i pacchetti dei programmi. Come amministratore io vorrei il dipendente, non ignorante, ma sempre ben aggiornato, e sarei felice se prima d'iniziare il lavoro, sfogliasse almeno un giornale, per essere sempre più in sintonia con ciò che accade nel mondo, e non solo in quello del lavoro. Un dipendente aggiornato, ne vale due, specie poi se è a contatto col pubblico. Un dipendente ignorante, fornisce un lavoro dequalificato. Impedire l'uso del computer in alcune delle sue funzioni, equivale ad impedire al dipendente di aggiornarsi, di sperimentare, di essere intraprendente. Nessun datore di lavoro normale, vuole dipendenti stupidi. Tra l'altro sempre più sono i programmi e i sistemi operativi gratuiti scaricabili dal web, che permettono di ottimizzare le risorse del computer stesso: perché impedire al dipendente di conoscerli, provarli, sperimentarli?Il pericolo virus: altro discorso da incompetenti, dato che è il datore di lavoro che deve provvedere a fornire la rete di adeguate protezioni: con firewall e antivirus efficienti e aggiornati i rischi sono minimi e divengono nulli se l'utente sa come navigare e se sa come tenere sotto controllo i pacchetti in entrata e in uscita dalle varie porte del suo PC. Esperienze queste che si raggiungono solo con l'uso, la sperimentazione e la conoscenza. Concludendo, il datore di lavoro, poco importa se pubblico o privato, che limita l'uso del computer da parte dei dipendenti, non favorisce l'ottimizzazione del lavoro, ma al contrario impedisce al dipendente un arricchimento professionale, e oltre tutto lo rende insoddisfatto dell'uso del suo mezzo di lavoro. Ma che gli amministratori, nella stragrande maggioranza dei casi,

106

Page 107: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

siano degli ignoranti informatici, è risaputo. Basti pensare agli assurdi decreti che i governi hanno pubblicato al fine di rendere, secondo loro, più razionale e sicuro, il web. Decreti che sono stati tutti accantonati, anche in Italia, per la loro totale inapplicabilità.

SODDIFAZIONE PER EQUITALIA? MA PER FAVORE!

Desta stupore la pubblicazione dell'indagine Eurisko su Equitalia, dalla quale risulterebbe una soddisfazione generalizzata per lo standard del servizio offerto dagli sportelli di equitalia. Nella realtà, le famiglie sono terrorizzate quando vedono arrivare una lettera da equitalia, nella quale si sa già vi sono solo cartelle da pagare. E trattasi sempre di cartelle di pagamento di difficile comprensione e alle volte del tutto inintelligibili, non c'è mai la sicurezza del debito, ogni cartella deve sempre essere controllata più volte, spesso occorre recarsi agli sportelli per la decifrazione, comunque tocca sempre all'utente-suddito dimostrare che il pagamento è già avvenuto, o è ineseguibile e la cartella neppure doveva esser emessa. Se poi vi sono state sentenze tese ad annullare il debito, è sempre l'utente suddito a dover informare equitalia della sentenza stessa. Per non parlare poi della pratica del fermo amministrativo dei mezzi, attuata anche per cifre irrisorie. Inoltre, in caso di ricorso, equitalia invece di congelare il credito con la sospensiva, prosegue imperterrita nel suo iter vessatorio, con tutto quello che ne consegue: more, fermo amministrativo, ecc. Dunque soddisfazione da parte di chi? Forse di chi ha commissionato e di chi ha effettuato l'indagine: solo loro. Tutto questo mi ricorda quando l'anno passato ATO/GAIA commissionarono un'indagine sul gradimento del loro servizio. Incredibile! Risultò che il servizio fornito era “sufficientemente svolto”! Lascio ogni commento ai lettori.

SHOCK EMOZIONALE

Spinti dai mass media e dal passaparola i social forum come facebook, ma non solo quello, stanno attraversando il loro momento di gloria. Milioni di utenti sparsi per il mondo comunicano tra loro scambiandosi anche immagini e suoni. Sono utili come contatto tra amici, ma anche come contatto professionale e sembra proprio che in questo momento il mondo intero non ne possa far a meno. Eppure tutto ciò non è una novità, per chi era già abituato a navigare con una certa dimestichezza, tutti i servizi offerti dai social forum, erano già a disposizione. Ma adesso il fenomeno è di massa e per tutti c'è la possibilità di andare alla ricerca di parenti scomparsi per il mondo o di vecchi compagni di scuola o di amici dei quali si erano perse le tracce. È semplice

107

Page 108: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

consultare elenchi di ricerca. E così l'utente si ritrova i volti attuali di amici d'infanzia, lo zio disperso nelle Americhe, la prima ragazza che dai banchi di scuola gli faceva girar la testa, la sua prima cotta, insomma. Bello, ma tutto ciò comporta uno shock emozionale, un impatto al quale non tutti sono preparati. I rischi possono essere al di là del prevedibile, nel mondo reale le emozioni positive e negative si depositano, si stratificano nel tempo, la nostra mente ci permette di elaborarle e digerirle pian piano. Nei nuovi network, no. Qui tutto viaggia velocemente, tutto avviene in tempo reale, il PC non dà il tempo di digerire con calma l'input appena arrivato. E anche le notizie giungono in presa diretta, ancor prima dei telegiornali e della stampa. Questa velocità applicata alle emozioni può farci trovare impreparati di fronte alla realtà globale che ci circonda, e anche a tutto ciò che capita nel nostro gruppo di contatti che è allargato, non solo agli amici, ma anche gli amici degli amici. Complica il tutto il fatto che i contatti non si limitano a quelli della nostra vita reale, alle persone che fisicamente ci circondano, ma includono gli amici degli amici e anche i fantasmi del passato, dalla ragazzina di cui eravamo innamorati ai colleghi del nostro primo lavoro, a chi frequentavamo all'università, passando per tutta una serie di persone che abbiamo incrociato nella nostra vita. L'unione della velocità agli amici a-temporali con i loro amici, può dunque creare un'onda emozionale alla quale non siamo ancora pronti. Il mondo virtuale è fantastico ma solo con la dovuta coscienza possiamo apprezzarne i vantaggi e minimizzare i problemi che potrebbe causarci. Limitare il web? Assurdo e impossibile, è il singolo che deve comprenderlo e affrontarlo.

UGL – LA STAGIONE DEI CONGRESSILucca – Lunedì 30 alle ore 16.00 presso la sede dell'UGL in via Passaglia 109, si terrà una importante riunione provinciale alla quale sono invitati tutti i dirigenti sindacali della sigla. Questo evento segna l'ingresso dell'OS nella fase precongressuale, infatti è stata stabilita la data del Congresso Nazionale che si terrà il 10 marzo del prossimo anno; di conseguenza a settembre si svolgeranno i Congressi di categoria e a dicembre il Congresso Provinciale che permetterà di uscire dalla fase di commissariamento della struttura. La crisi globale le cui ripercussioni cominciano a farsi sentire anche nella nostra provincia hanno spinto questo sindacato a darsi una struttura più snella e funzionale. Dunque il dibattito precongressuale s'intreccerà con la nuova organizzazione e con gli strumenti per fronteggiare la crisi. La carta vincente – secondo gli organizzatori – è quella di una sinergia tra le varie categorie, quelle del pubblico e del privato, avvalendosi anche della collaborazione di molti pensionati che hanno offerto la loro disponibilità. Anche l'uso di nuove forme di comunicazione rende più facile il contatto con gli iscritti e permette di intervenire in tempo reale nel verificarsi di criticità. Oggi l'UGL, che è il terzo sindacato confederale, mantiene una presenza costante in tutti i posti di lavoro ed è orgoglioso di avere come Segretario Generale, una donna, Renata Polverini, la prima donna a raggiungere il vertice di una confederazione sindacale in Europa. Nel corso nella riunione verrà tracciato un

108

Page 109: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

quadro delle attività che in crescendo nella nostra provincia hanno subito un'impennata dal gennaio ad oggi. Ma che il salto di qualità fosse nell'aria, s'era intuito due anni fa nel corso delle elezioni delle RSU nel pubblico impiego.

LA VALLE DEL SERCHIO (o ciò che ne resta)

Lucca – Proprio ieri mi è arrivato dal Comune di Lucca un avviso per una contravvenzione che mi è stata elevata a mezzo autovelox al Piaggione, mentre andavo alle folle velocità di 55 Km l'ora. Come mai a quella velocità i solerti vigli non siano riusciti a fermarmi è una cosa che mi dovrebbero spiegare. Inoltre non ricordo d'aver visto postazioni autovelox al Piaggione negli ultimi mesi: ciò significa che la postazione era nascosta, e c'è stata una recente sentenza che dice che quando l'autovelox è nascosto, si configura la truffa. Riflettiamo sui fantasiosi limiti di velocità che amministrazioni geniali hanno diffuso per le due vie della Valle. Su questi voglio spendere due parole: il Codice della Strada non viene utilizzato dalle Amministrazioni per prevenire gli incidenti e razionalizzare il traffico, ma per rimpinguare le casse comunali con tasse improprie e illegittime ricavate da multe per divieti di sosta e dagli autovelox. L'ex Presidente della Provincia Tagliasacchi, anni addietro, tirò fuori un’idea semplice ma geniale: finirla coi limiti di velocità fantasiosi e mettere sull’intero percorso delle due strade il limite di 70 km l’ora. Ma questa era una proposta intelligente, pertanto come costume delle nostre amministrazioni, è stata accantonata. Voglio proseguire con le mie riflessioni, se consideriamo le due principali vie storiche che da Lucca si addentrano nella Valle del Serchio, possiamo parafrasare il titolo del celebre film Tre passi nel delirio, e non solo per l’infinita serie di lavori in corso di durata biblica che ricordano il famoso galeone di Dylan Dog ma per tutta una serie di eventi che vado a illustrare. Partiamo da Lucca e subito a San Pietro a Vico ci troviamo davanti a quello che era il più grande molino d’Europa: fermo da decenni e inizia pure a perdere i pezzi che cadono nei piazzali sottostanti. Ancora pochi chilometri e notiamo nella cartellonistica la sparizione di Ponte a Moriano sostituito da indicazioni del tutto sballate delle frazioni vicine. Sparizione più volte segnalata sulla stampa, e sapete come l'hanno sanata? Mettendo dei piccoli cartelli indicanti la località, su fondo marrone, quelli per le indicazioni turistiche. Cioè Ponte a Moriano non è più un Centro, ma una semplice località turistica: mah?Lungo le due strade si snoda anche la storica ferrovia, mai elettrificata e ad un solo binario. Molte sono le stazioni definitivamente chiuse, e perché poi? Da Lucca a Castelnuovo ci si metteva lo stesso tempo 30 anni fa e le carrozze erano più pulite. Stazioni abbandonate, lasciate al degrado e oggi in parte restaurate, ma alcune senza che il treno si fermi e le altre senza biglietteria e capostazione. E dopo Ponte a Moriano (che esiste come centro, alla faccia della cartellonistica) troviamo la famosa strettoia ove tutti i pendolari s’incolonnano imprecando, che si è formata per la furia

109

Page 110: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

d’aprire il ponte. I lavori con un anno di ritardo sono in corso, speriamo in bene. Una chicca la scopriamo al Piaggione con un semaforo assurdo, kafkiano, piovuto lì o per caso o per un salto dimensionale, del quale non si capisce il motivo della sua esistenza. Proseguendo sulle due vie vediamo in bella mostra i cartelli che dicono che l’inceneritore per i fanghi di cartiera proprio lì non si vuole , il puzzo comunque c’è attorno all’Alce di Fornoli e alla Cartiera Ania, e non all’impianto di bricchettaggio a Zinepri che secondo gli ambientalisti doveva far scappare tutti turandosi il naso. Così si arriva a Diecimo e a Borgo a Mozzano, ove geniali amministratori hanno scambiato le due circonvallazioni per lo scorrimento veloce, per assi di sviluppo urbanistico, così adesso occorrerebbero altre due circonvallazioni. Arriviamo al ponte Al Chitarrino che non si capisce a chi e a che cosa serva visto che pure i camion della Metallurgica seguitano a passare per Fornaci, e poi alla località Al Frascone, che era bellissima e utilizzabile a fini turistici e residenziali, mentre oggi ferve di lavori per trasformarla in un contenitore di capannoni industriali dei quali se ne faceva proprio volentieri a meno.Ma il meglio deve ancora venire, parlo della variante di San Donnino, che in piena follia pre-elettorale il PD ha adottato in proprio, con manifesti e inserti pubblicitari sui giornali che reclamavano questa opera, come se fosse cosa loro. Vizio che non è stato perso al consiglio straordinario sulla KME ove per i sindacati è stata invitata la sola CGIL. Così va il mondo, nella nostra ridente Valle del Serchio.

SI RIUNISCONO GLI STATI GENERALI DELL'UGL

Lucca - Gli stati generali dell'UGL provinciale si riuniscono lunedì 30 alle ore 16.00 presso la sala riunioni della sede in via Passaglia 109, per discutere sulla svolta da dare all'organizzazione per renderla aderente alle attese del nuovo millennio. In una situazione politica ed economica in costante mutazione, anche il sindacato deve dimostrarsi all'altezza di saper gestire i mutamenti in atto nella società. Così anche l'organizzazione lucchese subirà notevoli cambiamenti sia nei propri dirigenti che nelle modalità operative. Cambiamenti legati strettamente alle esperienze passate. Nuovi volti, nuovi moduli organizzativi saranno dibattuti in una riunione-evento che segna l'ingresso dell'OS nella sua fase precongressuale. Infatti è stata stabilita la data del Congresso Nazionale che si terrà il 10 marzo del prossimo anno; di conseguenza a settembre si svolgeranno i Congressi di categoria e a dicembre il Congresso Provinciale che permetterà anche di uscire dalla fase di commissariamento della struttura. La crisi globale le cui ripercussioni cominciano a farsi sentire anche nella nostra provincia hanno spinto l'UGL a darsi una struttura più snella e funzionale. Dunque il dibattito precongressuale s'intreccerà con la nuova organizzazione e con gli strumenti per fronteggiare la crisi. La carta vincente – secondo gli organizzatori – è quella di una sinergia tra le varie categorie, quelle del pubblico e del privato,

110

Page 111: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

avvalendosi della collaborazione di molti pensionati che hanno offerto la loro disponibilità. Anche l'uso di nuove forme di comunicazione rende più facile il contatto con gli iscritti e permette di intervenire in tempo reale nel verificarsi di criticità. Oggi l'UGL, che è il terzo sindacato confederale, mantiene una presenza costante in tutti i posti di lavoro ed è orgoglioso di avere come Segretario Generale, una donna, Renata Polverini, la prima donna a raggiungere il vertice di una confederazione sindacale in Europa. Nel corso nella riunione verrà tracciato un quadro delle attività che in crescendo nella nostra provincia hanno subito un'impennata dal gennaio ad oggi. Ma che il salto di qualità fosse nell'aria anche a Lucca, s'era intuito due anni fa nel corso delle elezioni delle RSU nel pubblico impiego.

GRAZIE PER TUTTO IL PESCE

Lucca – Mercoledì 1 aprile alle ore 17.00 presso la Casermetta Santa Maria delle Mura Urbane, organizzato dall'associazione “Cesare Viviani” si terrà un inconsueto evento letterario. Essendo un pomeriggio dedicato alle libere letture e cadendo proprio il primo di aprile, quale miglior occasione per unire le due cose e dalla loro sinergia far uscire dal cappello letterario il famoso romanzo di Douglas Noel Adams (1952 2001) “Addio e grazie per tutto il pesce”? Romanzo facente parte della trilogia della“Guida galattica per gli autostoppisti” e precursore del genere umoristico fantascientifico. “Addio, e grazie per tutto il pesce “(1984) è il quarto libro della Guida galattica per gli autostoppisti, "trilogia in cinque parti" scritta da Douglas Noel Adams. Il titolo è il messaggio lasciato dai delfini al loro abbandono del pianeta Terra, poco prima che questo venisse demolito per costruire una superstrada spaziale, come viene descritto nel primo romanzo della serie “Guida galattica per gli autostoppisti”. Alcuni fan di fantascienza hanno adottato la frase come modo umoristico di dire "arrivederci". Il libro inizia con Arthur Dent che, facendo l'autostop a casaccio per la galassia, arriva nell' "ultimo posto nell'Universo in cui si sarebbe aspettato di trovare qualcosa ma che 3.976.000.000 di persone troveranno stranamente familiare" - in breve sulla Terra, che continua ad esistere esattamente come prima della sua distruzione (a parte il fatto che i delfini sono scomparsi). Rientrando alla sua casa, miracolosamente non distrutta, Arthur scopre che in sua assenza ha ricevuto una montagna di posta pubblicitaria, e una boccia per pesci rossi con incise le parole "Addio e grazie per tutto il pesce". Attraverso le vicende del libro, Arthur incontra altre persone che hanno ricevuto una vaschetta simile, fra cui una ragazza di nome Fenchurch, che è forse l'unica persona sul pianeta a ricordare la distruzione della Terra, e Wonko Il Perfettamente Equilibrato, che ha deciso da tempo che il mondo era impazzito e che gli ha costruito un muro intorno, con "fuori" nient'altro che se stesso e una spiaggia della California particolarmente bella. Nel frattempo Ford Prefect scopre che la voce "Terra" da lui redatta per la Guida Galattica

111

Page 112: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

degli Autostoppisti è misteriosamente ricomparsa e, essendo appunto Ford, usa questa inesplicabile opportunità per un elaborato scherzo a un funzionario commerciale della Società Cibernetica Sirio. Arthur e Fenchurch si innamorano, e, avvicinando la boccia all'orecchio, scoprono perché la Terra è tornata. Veniamo a sapere che la nuova Terra è un "pianeta ombra", probabilmente prelevata da una linea temporale alternativa, e portata in questo universo dalla "Campagna per il salvataggio degli umani", a cura, appunto, dei delfini. Al termine della vicenda Arthur lascia nuovamente la Terra, assieme a Fenchurch e Ford, per cercare il Messaggio Finale di Dio al Creato, il cui indirizzo gli era stato fornito nel libro precedente da Prak. Al loro arrivo incontrano il robot Marvin, ormai agonizzante, e lo aiutano a leggere il messaggio, che si rivelerà essere un laconico "CI SCUSIAMO PER IL DISTURBO". Il libro ha un tono diverso dai precedenti. In parte questo è dovuto al fatto che tratta di una storia d'amore, e in parte perché è stato scritto, a detta dell'autore, in fretta. Alla fine del libro l'editore di Adams, Sonny Mehta, si trasferì a casa dell'autore per assicurarsi che questo rispettasse i termini contrattualmente definiti (e che erano già stati più volte prolungati). Adams si dichiarò non completamente soddisfatto dell'opera, che contiene diversi interventi da parte dell'editore, che l'amico e collega Neil Gaiman ha descritto come "commiserevoli e ingiusti". Il libro riflette inoltre un cambiamento notevole nelle opinioni di Adams sui computer. Nei libri precedenti i computer sono rappresentati in modo piuttosto negativo, secondo le opinioni dell'autore. Fra la stesura de "La vita, l'universo e tutto quanto" e "Addio e grazie per tutto il pesce" Adams venne portato ad una fiera di computer, si innamorò dell'ultimo computer Apple, e questo fu l'inizio di una lunga "storia d'amore" con quella marca (sosteneva di aver acquistato il secondo Apple Macintosh del Regno Unito - il primo era stato comprato dal suo amico Stephen Fry). Infatti il volume postumo “Il salmone del dubbio” è stato realizzato utilizzando vari frammenti e abbozzi rinvenuti nei vari computer Apple di Adams, sia nel portatile che in quelli delle sue abitazioni in Inghilterra e in California. Il capitolo 21 è una digressione umoristica sul giornalismo, il progresso culturale e la sessualità, in cui Adams usa l'esempio di Brequinda, nel Reame di Avalars, patria dei mitici Draghi di Fuoco di Furlonis. Durante lo svolgimento della storia, Arthur Dent racconta un episodio accadutogli al bar di una stazione ferroviaria. Aveva comprato un pacchetto di biscotti e si era seduto in attesa del treno. Un uomo, che era già seduto al tavolo, aprì il pacchetto di biscotti e ne mangiò uno. Arthur ne prese uno, senza commentare, e così continuarono, nel più totale silenzio, fino alla fine del pacchetto. Dopo che l'uomo se ne fu andato, Arthur alzò il suo giornale e scoprì il "suo" pacchetto di biscotti. Douglas Adams sostiene che la storia gli sia accaduta personalmente, benché una leggenda metropolitana simile fosse in circolazione già da anni. La versione dell'accaduto di Adams è riportata nel suo contesto originario ne Il salmone del dubbio. Da questa serie fortunata, che ha visto anche in Italia numerose edizioni, ne è stato tratto un film, è inoltre riportata come voce su wikipedia e “pesce traduttore” ha

112

Page 113: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

assunto gran fama sì che il mitico traduttore di Yahoo porta il nome di Babel Fish.Un pomeriggio, dunque, veramente imperdibile.

L'UGL AFFRONTA LA CRISI E LA FASE PRECONGRESSUALE

Lucca – Si è tenuta a Lucca una partecipata riunione dei dirigenti sindacali provinciali dell'UGL. Erano presenti le categorie: metalmeccanici, terziario e commercio, vigilanza privata, pensionati, cooperative sociali, sanità, partecipate, enti pubblici, enti locali, trasporti, scuola e statali. Si è affrontato lo stato di crisi che sta colpendo anche l'economia locale e i moduli d'intervento che l'UGL ha già messo in atto. Si è ricordato l'accordo ottenuto alla Trasea, l'impegno per la KME, e gli ultimi successi ottenuti come numero di RSU eletti. È stato presentato all'assemblea il nuovo coordinatore della Versilia, Antonelli e la neonominata al Coordinamento Nazionale per le Pari Opportunità, Maria Luisa Livi. Numerosi gli interventi che hanno sottolineato come la crisi sembra essere solo all'inizio, si è parlato del preoccupante aumento esponenziale del ricorso alla cassa integrazione, e anche della cantieristica versiliese che presenta situazioni a rischio così come la non certo buona notizia della mancanza di liquidità nel settore cartario. Soddisfazione per la conferma della Soprintendenza e preoccupazioni per la sorte della filiale lucchese della Banca d'Italia. Il dibattito ha toccato anche le forme della nuova occupazione quali si verificherebbero con l'apertura del Casinò di Bagni di Lucca, il cui iter sembra proprio a buon punto, la possibilità di nuovi insediamenti Ikea, e le possibilità occupazionali che s'aprirebbero con la cantierabilità dei lavori al monte Tambura. S'è poi aperta la fase precongressuale con l'indicazione di nuovi volti per le categorie, proprio in questo senso è stata indetta una riunione degli iscritti alla sanità per la settimana prossima. Sempre per quanto riguarda l'organizzazione interna, un plauso è andato al Commissario Raffaella Gragnani, per aver permesso la soluzione della crisi finanziaria in cui versava l'UTL. È in costruzione un nuovo servizio per gli iscritti: uno sportello di consulenza e di supporto alla richiesta di mutui e finanziamenti con le banche. Tra circa un mese gli stati generali dell'UGL si riuniranno di nuovo per valutare l'impatto con la realtà lavorativa delle nuove strutture che il sindacato si è dato anche a livello locale.

SE ATENE PIANGE SPARTA NON RIDE

Barga – Sembra proprio che la candidatura a Sindaco che tutti aspettavano nell'area di centro-destra, sia proprio svanita, con il ritorno in auge delle proposte iniziali, che vedevano il dr. Oriano Bartolomei come possibile aspirante alla poltrona di primo

113

Page 114: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

cittadino. Eppure questa candidatura attesa, sembrava andare incontro a molte delle esigenze locali quali: una donna alla guida dell'Ente, un maggior riconoscimento di Fornaci, uno sganciamento dai vecchi equilibri. Ma se da un lato molti dei moderati del centrosinistra non si riconoscevano nella candidatura proposta dal PD, anche nell' avverso settore i mugugni non si contano. Se Atene piange, Sparta non ride. Gli insoddisfatti da una parte e dall'altra sembrerebbero raggiungere una cifra ragguardevole, anche se da una parte i giochi sono fatti e dall'altra ancora no. E proprio su questo malcontento serpeggiante tra le due file, stanno prendendo corpo candidature alternative, mentre a sinistra c'è chi da già per sicura una nuova lista della sinistra antagonista, nell'area di centrodestra contatti si stanno muovendo tra gli Innovatori, gli ex radicali e La Destra. Se qualcosa dovesse maturare lo sapremo nei prossimi giorni - prima di Pasqua – ci dicono i meglio informati delle due parti. Tutto ciò a dimostrazione che il bipolarismo, tanto osannato dai due schieramenti, spesso alla prova dei fatti, risulta impraticabile.

VARCHI TELEMATICI E PIAZZA SAN FRANCESCOLucca - Non passa giorno che sulla stampa qualcuno si senta investito dal diritto di chiedere: perché non entrano in funzione varchi telematici? L'altra domanda è: quando si riqualifica piazza San Francesco chiudendola al traffico? Ma perché la riqualificazione di piazza San Francesco debba passare con tanto di chiusura alle auto, è tutto da dimostrare. E questo in molti si domandano, a cominciare dai negozianti cittadini che vedono ancor più penalizzato il loro lavoro nel centro storico. In effetti le troppe chiusure e i posteggi a pagamento hanno portato ad un allontanamento dei servizi dal centro e ad un successivo svuotamento degli abitanti. Se i servizi sono fuori di porta, perché venire in città? È questo ciò che si dicono gli abitanti della periferia; e a tutto ciò si aggiunge il pericolo di prendere multe. Se poi si mettessero in funzione i varchi telematici il disastro sarebbe totale: ancor meno gente sarebbe invogliata ad entrare in città. Sì perché i varchi telematici non garantiscono la sicurezza, servono solo a far multe! Grazie alla politica di chiusura indiscriminata e al balzello sui parcheggi, la città si è svuotata, e ben lo si vede dopo le venti quando tutte le attività lavorative cessano. La città è vuota e l'ambiente ben si presta alla criminalità, non a caso i furti sono in espansione. Meno abitanti, meno controllo: quando sono in giro i cittadini onesti, non c'è bisogno di ronde. Si pone ora il problema della sicurezza ed ecco che le telecamere sono utili nei punti strategici, quelli a rischio criminalità, totalmente inutili nei varchi. E sempre più si fa strada un ripensamento sull'eccessiva chiusura, ed anche un ripensamento sulla gratuità di alcuni parcheggi strategici per il commercio. È il momento d'invertire la rotta. Le città che da tempo hanno attuato i varchi telematici spesso sono nelle cronache delle cosiddette “multopoli”: vogliamo finirci anche anche noi? già a ci fanno multe per eccesso di velocità a 55km orari (con vigili assenti e autovelox nascosto) figuriamoci

114

Page 115: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

gli accidenti all'amministrazione con i varchi! Ma forse l'amministrazione questa volta qualcosa ha capito, e i varchi non si mettono in funzione. Meno male.

SUPERCINEMA

Capannori - L'idea di trasformare il Supercinema di Capannori in un luogo atto ad accogliere la Biblioteca Comunale, lanciata da uno dei candidati della aggregazione che fa capo a Matteucci Sindaco, mi sembra ottima e da prendere in seria considerazione. Infatti molti cittadini hanno storto il naso quando hanno saputo che l'idea dell'attuale Sindaco era quella si spostare la biblioteca al Mattaccio. Questa amministrazione ha dato un taglio troppo di parte alla gestione della cultura, basti pensare che uno dei primi atti di Del Ghingaro al momento del suo insediamento, fu quello di togliere la collaborazione dell'associazione Cesare Viviani - della quale mi onoro di esserne Presidente dal 2004 - al Concorso di Poesia che era stato ideato proprio dalle sinergie Comune/Viviani, per darne la gestione ad amici sinistrorsi a lui allineati. Proprio in un'ottica liberal ritengo che la cultura debba esser non di parte, ma aperta ad ogni soggetto e, tornando al Supercinema, proprio la sua struttura spaziale lo renderebbe idoneo alla consultazione di libri, ad emeroteca e a molteplici postazioni internet. Perché oggi un centro di lettura non è più come un tempo, semplice ricerca e prestito libri, ma diviene un centro multimediale, ove la presenza dei giornali si somma a quella dei libri e delle postazioni internet, e tutti questi media, nella loro sinergia danno la possibilità di vero studio e vere ricerche.

CHIRALITA'

Lucca – Mercoledì 8 aprile alle ore 17, presso la Casermetta Santa Maria delle Mura Urbane, per il ciclo letterario “al bridge con l'Autore” organizzato dalla “Cesare Viviani” con il patrocinio del Comune di Lucca, sarà dall'autore presentato il libro “Chiralità” di Mario Lena. Letture critiche di Marco Vignolo Gargini. Nel diciottesimo libro di Mario Lena dal titolo "Chiralità". Ancora una volta, un tema scientifico diviene poesia. "Il passato e il futuro e, in mezzo, questo nostro costante bisogno di esistere e lavorare nel presente, stando in equilibrio sopra il rapporto e la combinazione di questi due indispensabili riferimenti per la vita. È come quando, per i Neutrini (le particelle invisibili più misteriose e più incomprensibili che affollano e attraversano, al ritmo di miliardi al secondo, ogni piccola porzione dell'Universo) si è avvertita la necessità di apprezzare la combinazione fra l'energia del loro moto rettilineo uniforme e l'energia dei loro Spin (con rotazione oraria e antioraria). Questa combinazione è stata chiamata dai fisici Chiralità (come scrive Lederman), appropriandosi di un termine già, per altri versi, usato dalla chimica: una specie di

115

Page 116: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

Equilibrio Dinamico coinvolgente e coinvolto in questa più intima conoscenza.Chiralità, quindi, per questo tipo di motivazioni, anche per noi: per il nostro sentire, il nostro ragionare, il nostro volerci esprimere, in termini di approfondimenti, verso bilanciamenti di più naturale armonia."L'Autore, affermato poeta noto in tutta Italia, che per molti anni è stato Sindaco di Bagni di Lucca, tratta nei suoi poemi i temi dell'esistenza, del divenire e dell'essere. Le concezioni scientifiche si sovrappongono costantemente alla sua poetica. Emblematici i titoli di alcune sue silloge: "La striscia di Moebius", "L'effetto farfalla" e il "Rasoio di Occam". Questo perché le inquietanti scoperte scientifiche – che hanno spostato i limiti della conoscenza - lasciano una tangibile traccia nella sua poetica. La geometria frattale, la matematica quantistica, la meccanica delle matrici, il principio d'indeterminazione, l'effetto farfalla, entranonella nostra realtà e la poetica più avvertita come può non risentirne? Pensiamoal nastro di Moebius: una superficie bidimensionale in un contestotridimensionale. C'è di che riflettere! E così l'Autore trae stimolo dall'ultimafisica, geometria e matematica e miscelando il tutto in quel suo poetare colto elineare, si apre all'amore, al pacato impegno sociale, non ideologico ma scaturito daidesideri dettati dal cuore: quelli più veri. Una poetica che talvolta ci riportaa Mario Luzi, nelle sue assonanze, ma nella maggior parte dei casi denota una sua valida originalità. Una poetica che taglia frasi inutili, retoriche e ridondanti, confuse o barocche. Un rasoio di Occam, come il titolo di uno dei fortunati suoi libri, è dunque tra le sue mani. Il risultato non è quello d'una poetica innamorata di se stessa, ma rivela un verseggiare piano, sensibile, aperto ai grandi interrogativi che l'umanità da sempre si pone, aperto a tutto ciò che attorno accade, vigile ad ogni avanzare delle scienze.Mario Lena è nato e vive a Bagni di Lucca. La sua attività letteraria, sviluppatasi a fianco e ai margini del suo lungo impegno di lavoro nel campo educativo, amministrativo e culturale, si riassume principalmente nei suoi diciotto libri poetici. E' stato tra i fondatori della Cesare Viviani. Ha inoltre fondato l'associazione "L'occhio di Erato" , associazione culturale che propone ogni anno presso il Casinò di Bagni di Lucca un ciclo conferenze poetiche di alto profilo.

ELEZIONI A BARGA

Barga – Anche se mancano le conferme ufficiale, sembra proprio che a Barga i giochi siano fatti anche nel raggruppamento di centrodestra. C'è dell'amaro in bocca per aver visto sfumare una candidatura che poteva essere la soluzione alle esigenze di buona parte dell'elettorato: un primo cittadino donna, uno sganciamento dai poteri forti e un maggior peso della frazione di Fornaci. E così si assiste al ritorno in auge della proposta iniziale del centrodestra che vede il dr. Oriano Bartolomei, sganciato dai partiti ma, si dice, vicino alla Lega, come possibile aspirante alla poltrona di

116

Page 117: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

primo cittadino. Con tutta probabilità avremo dunque una lista ed una candidatura forte nell'area centrosinistra e una lista di peso più modesto nel centrodestra, questo ad una prima lettura, ma le cose non sempre sono così semplici come sembrano. Il candidato di centrosinistra non piace a molti moderati che lo percepiscono come imposto, e si da per certa una lista anche della sinistra antagonista, anche se al momento non è ancora uscita allo scoperto. Nel centrodestra, sembra non essere andata in porto una ipotesi alternativa che vedeva La Destra protagonista, ma al contrario ad alcuni piace l'idea di affrontare e sfidare un candidato voluto e sostenuto da tutti i cosiddetti “poteri forti” con una lista più dimessa. Quasi uno scontro tra David e Golia, che la storia c'insegna, riservò delle sorprese.

IL CENTRODESTRA A CAPANNORI PARLA DELLA CRISICapannori – Sicuramente di spessore l'incontro avvenuto a Capannori organizzato dai consiglieri regionali del Pdl che ha affrontato il tema “Dall'Europa agli Enti Locali contro la crisi – Proposte per il mondo del lavoro”. Ampia la partecipazione dei cittadini e qualificati gli interventi che si sono susseguiti: Paolo Bartolozzi, Maurizio Bianconi, Maurizio Dinelli, Giuliana Baudone, Vanda Cervelli , Salvadore Bartolomei e il candidato a sindaco Lorenzo Matteucci che ha concluso l'assise. Di particolare interesse l'intervento di Paolo Bartolozzi, parlamentare europeo, che ha illustrato come l'assise europea si stia muovendo per affrontare una crisi che non è stata presa sottogamba, e come già si siano trovati i primi finanziamenti per le emergenze. Dinelli e Baudone, entrambi consiglieri regionali, hanno parlato di come la Regione Toscana si stia muovendo nell'affrontare la crisi e come il centrodestra giudichi insufficienti le manovre proposte e, si stia muovendo perché la Regione si ponga in maniera più incisiva a redimere le situazioni di maggior criticità. Hanno anche parlato dei provvedimenti governativi che sono in questi giorni in cantiere. Interessante la conclusione di Matteucci, che ha tirato le fila degli interventi. “Il comune – ha detto Lorenzo Matteucci – deve tornare ad essere vicino alle esigenze e ai bisogni della gente, in maniera diametralmente opposta a ciò che è stato in questi ultimi cinque anni. Si deve offrire concretezza a chi attende risposte che, con l’attuale amministrazione, non sono arrivate. Più politiche di sostegno alle famiglie, per la casa, per il lavoro, per la sicurezza. Un attenzione alle infrastrutture come stimolo ad una ripresa economica che stenta a ripartire. Basta con la politica dell'immagine – ha proseguito – fatta di spot pubblicitari senza contenuti, alle enormi spese inutili, che non servono alla collettività ma pesano enormemente sulle tasche di un cittadino, spogliato nei servizi. Il nostro programma dovrà innanzitutto fissare la propria attenzione ad una migliore gestione delle risorse, perché le entrate economiche siano reinvestite in modo utile e costruttivo”. È necessario a mio avviso – ha concluso Matteucci – una revisione del Patto di Stabilità, attraverso un principio semplicissimo e cioè premiare chi amministra bene e penalizzare chi spreca il

117

Page 118: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

denaro”. Ai più addentro ai lavori è dispiaciuta l'assenza (giustificata) di Deborah Bergamini, che era stata apprezzata nel recente incontro alla Pia Casa di Lucca per la sua lucida esposizione su come dovrà essere la cornice culturale del nuovo Pdl, cornice tesa al superamento di vecchie concezioni politiche e capace, attraverso il superamento dei vecchi schemi partitici, di creare quel qualcosa di nuovo: il Popolo della Libertà, che definire partito è riduttivo.

L'UGL SANITA' SI E' RIUNITA A LUCCA

Lucca – Nella fase precongressuale dell'UGL si stanno attivando con assemblee le varie categorie. Dopo i metalmeccanici che hanno visto l'elezione a coordinatore di Enzo Antonelli, è stata la volta della Sanità che ha eletto coordinatore il dr. Siamak Barahmandpour. Nel corso dell'assemblea è stato anche elaborato un documento che in pratica ripropone le posizioni “storiche”dell'UGL Sanità. Le cronache cittadine abbondano in questi ultimi mesi d’interventi sulla sanità lucchese. Oltre alle endemiche carenze e alle ventilate soluzioni di queste da parte del politico di turno, ciò che sembra appassionare è il dibattito sul nuovo costruendo Ospedale della Piana di Lucca. Alcune decine d’anni fa, in tempi non sospetti, all’interno del dibattito che anche allora si era aperto sulla razionalizzazione della sanità lucchese, l'UGL lanciò una proposta così articolata. Una unica ASL nel territorio provinciale, nell’ottica di una più snella organizzazione e nel risparmio di gestione. Individuava poi la necessità di tre nuovi moduli ospedalieri: Ospedale Unico della Versilia, Ospedale Unico della Valle del Serchio e Ospedale della Piana di Lucca. La costruzione di nuovi moduli monoblocco sarebbe stata più pratica ed economica delle eterne razionalizzazioni, rifacimenti e messe a norma delle vecchie e, in qualche caso, fatiscenti strutture.Monoblocchi che vedono una diminuzione complessiva dei posti letto a causa del minor tempo d’ospedalizzazione del paziente e di tutta una serie di strutture sanitarie diffuse nel territorio che avvicinano ancor più il cittadino alla sanità pubblica. E anche una diffusione sempre crescente del day hospital che abbatte i costi di gestione e migliora e tutela la qualità della vita del paziente. L’Ospedale Unico della Versilia divenne per primo una realtà operante, anche se non privo di difetti (rintracciabili facilmente attraverso gli articoli apparsi sulla stampa) essendo stato il capofila.Partì poi l’iter per il nuovo Ospedale di Lucca, e qui abbiamo assistito alle polemiche di coloro che non volevano che l’ospedale nuovo nascesse. Una volta stabilita la volontà della costruzione del nuovo ospedale, sono iniziate altre polemiche sulla sua localizzazione. L'area di Campo di Marte per il sindacato dovrà essere sfruttata dalla città nell’ottica di un suo sviluppo: è una piccola città a ridosso del centro storico. Nell’area di Campo di Marte l'UGL vede futuri insediamenti commerciali, uffici, abitazioni, punti di aggregazione, laboratori artigianali. Anche la proposta di Picchi del “Campus di Marte” è presa in seria considerazione. Nuovi monoblocchi ospedalieri e non ristrutturazione dell’esistente, perché l’innovazione e l’uso di nuove

118

Page 119: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

tecnologie in ambito ospedaliero sconsiglia anche economicamente il recupero. Inoltre l’avanzare delle conoscenze sempre più ci indirizza ad utilizzare in maniera diversa e più sicura l’ambiente ospedaliero: occorre evitare che queste strutture divengano fonti di nuove e devastanti infezioni, all’interno dei padiglioni sanitari possono infatti svilupparsi agenti patogeni d’estrema pericolosità, e questo va in tutti i modi evitato. L’ospedale diurno, la riduzione dei tempi di degenza e molto altro ancora suggeriscono di preparare nuove strutture dedicate ad hoc. Se per la Versilia il progetto è stato realizzato da tempo, a Lucca e nella Valle del Serchio il discorso cambia. A Lucca si è perso tempo per dissapori sull’assegnazione dei lavori e sono sorte divergenze sull’ubicazione del sito. L'UGL aveva accettato il sito che i tecnici (Regione, ASL e Comuni) avevano indicato nel 2003, quando tutti erano d'accordo. Dunque a San Filippo, località che fu accettata allora e che anche oggi l'UGL ritiene non solo valida, ma l'unica soluzione. Nella Valle del Serchio il discorso cambia completamente. L'UGL si è trovata sempre sola (o quasi) a sostenere la validità di un nuovo ospedale in posizione mediana: Mologno o Campia. Le Amministrazioni si sono sempre arroccate sulla difesa dell’esistente e l’ASL e la Regione non hanno mai preso in considerazione seriamente l’esigenza di una nuova struttura. Barga e Castelnuovo hanno subito depotenziamenti e si è arrivati all’integrazione dei due vecchi ospedali che pur separati avrebbero utopisticamente dovuto avere una funzione unitaria. Soluzione che nella pratica non poteva soddisfare né l’utenza, né le amministrazioni, né il personale sanitario.La Valle del Serchio è così rimasta senza il suo Ospedale Unico della Valle, e questo invece per l'UGL è la priorità. Il numero d’abitanti, la concentrazione delle imprese, la conformazione montana, il rischio sismico, sono fattori che indicano l’indispensabilità d’un nuovo presidio ospedaliero nella Valle del Serchio. L’Ospedale Unico della Valle del Serchio è una necessità dovuta all’habitat collinare e montano, alla zona sismica, alla massiccia presenza di insediamenti industriali e artigianali, ad una sempre più vasta presenza di ospiti soprattutto nel periodo estivo, ad una viabilità precaria. Solo ultimamente si sono sviluppate timide aperture verso l’Ospedale Unico anche a livello istituzionale. Ma di creare un’unica ASL a livello provinciale - malgrado si sprechino gli interventi sui minori costi della P.A. – ancora non se ne parla.

CHIRALITA'di Mario Lena, Maria Pacini Fazzi Editore, Lucca 2008.

Nel diciottesimo libro di Mario Lena dal titolo "Chiralità" ancora una volta, un tema scientifico diviene poesia. Il passato e il futuro e, in mezzo, questo nostro costante bisogno di esistere e lavorare nel presente, stando in equilibrio sopra il rapporto e la combinazione di questi due indispensabili riferimenti per la vita. È come quando, per

119

Page 120: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

i neutrini (le particelle invisibili più misteriose e più incomprensibili che affollano e attraversano, al ritmo di miliardi al secondo, ogni piccola porzione dell'Universo) si è avvertita la necessità di apprezzare la combinazione fra l'energia del loro moto rettilineo uniforme e l'energia dei loro spin (con rotazione oraria e antioraria). Questa combinazione è stata chiamata dai fisici chiralità (come scrive Lederman), appropriandosi di un termine già, per altri versi, usato dalla chimica: una specie di equilibrio dinamico coinvolgente e coinvolto in questa più intima conoscenza.Chiralità, quindi, per questo tipo di motivazioni, anche per noi: per il nostro sentire, il nostro ragionare, il nostro volerci esprimere, in termini di approfondimenti, verso bilanciamenti di più naturale armonia. L'Autore, affermato poeta noto in tutta Italia, che per molti anni è stato Sindaco di Bagni di Lucca, tratta nei suoi poemi i temi dell'esistenza, del divenire e dell'essere. Le concezioni scientifiche si sovrappongono costantemente alla sua poetica. Emblematici i titoli di alcune sue silloge: "La striscia di Moebius", "L'effetto farfalla" e il "Rasoio di Occam". Questo perché le inquietanti scoperte scientifiche – che hanno spostato i limiti della conoscenza - lasciano una tangibile traccia nella sua poetica. La geometria frattale, la matematica quantistica, la meccanica delle matrici, il principio d'indeterminazione, l'effetto farfalla, entranonella nostra realtà e la poetica più avvertita come può non risentirne? Pensiamoal nastro di Moebius: una superficie bidimensionale in un contestotridimensionale. C'è di che riflettere! E così l'Autore trae stimolo dall'ultimafisica, geometria e matematica e, miscelando il tutto in quel suo poetare colto elineare, si apre all'amore, al pacato impegno sociale, non ideologico ma scaturito daidesideri dettati dal cuore: quelli più veri. Una poetica che talvolta ci riportaa Mario Luzi nelle sue assonanze, ma nella maggior parte dei casi denota una sua valida originalità. Una poetica che taglia frasi inutili, retoriche e ridondanti, confuse o barocche. Un rasoio di Occam, come il titolo di uno dei fortunati suoi libri, è dunque tra le sue mani. Il risultato non è quello d'una poetica innamorata di se stessa, ma rivela un verseggiare piano, sensibile, aperto ai grandi interrogativi che l'umanità da sempre si pone, aperto a tutto ciò che attorno accade, vigile ad ogni avanzare delle scienze. Mario Lena è nato e vive a Bagni di Lucca. La sua attività letteraria, sviluppatasi a fianco e ai margini del suo lungo impegno di lavoro nel campo educativo, amministrativo e culturale, si riassume principalmente nei suoi diciotto libri poetici. È stato tra i fondatori della Cesare Viviani. Ha inoltre fondato l'associazione "L'occhio di Erato" , associazione culturale che propone ogni anno presso il Casinò di Bagni di Lucca un ciclo conferenze poetiche di alto profilo.

UNIVERSITA’ LUCENSE

Se da un lato molte sono le polemiche sui tagli di spesa previsti nel Dl.112 per quanto riguarda l’università, dall’altro in questi ultimi sono apparsi sulla stampa molti articoli assai critici sui costi delle università toscane. Consideriamo il fatto diffuso

120

Page 121: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

che in molte località, anche piccole, negli ultimi anni, associazioni, enti locali, privati e Camere di Commercio, hanno dato vita a dei comitati scientifici atti a promuovere nuovi centri di studi universitari, anche di qualità (Alti Studi). Dopo non molti anni, e dopo la realizzazione dei corsi, queste università di fatto, hanno chiesto il riconoscimento da parte dello stato, al fine di ottenere anche lauti finanziamenti. Cosa questa che si è verificata puntualmente nella quasi totalità dei casi. Quanto affermo è stato anche sostenuto recentemente sulla stampa da Giorgio Cittadini, Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà. Non si sono create sedi distaccate delle grandi università vicine, se non in qualche raro caso virtuoso, ma si è preferito premiare interessi solo localistici, che con la didattica di qualità non hanno niente a che spartire. Le spese per l’università, che già erano sostenute, si sono così parcellizzate in mille rivoli, rendendo la situazione di non facile monitoraggio e controllo. Si chiede da più parti la rinuncia al valore legale delle lauree. E molti pensano ad un diverso modello universitario di tipo anglosassone, o alla variante americana, ove gli atenei non sono finanziati in maniera prevalente dallo stato, divenendo così preponderante la “qualità” dello studio proposto, al fine di reperire i finanziamenti. Lo stato americano eroga invece borse di studio e prestiti per lo studio agli studenti, che sono liberi di scegliere ove investirli e spenderli sul libero mercato universitario. Anche le università italiane, potrebbero dunque, trasformarsi in fondazioni di diritto privato, divenendo così autonome giuridicamente e finanziariamente, libere nella ricerca di partner e sponsor privati, sganciate dall’appiattimento delle norme di gestione del pubblico impiego e soprattutto libere di gestire la ricerca con collaborazioni con altri enti e con i privati. Pian piano l’università potrebbe procurarsi da sola i finanziamenti per la propria vita, come accade oggi negli USA. Solo così la qualità della didattica e della ricerca, saranno alla base del prestigio e dell’operare accademico, con i conseguenti riflessi sulla qualità delle lauree rilasciate. Una delle aspirazioni lucchesi è quella di avere un proprio ateneo. La situazione è parcellizzata con IMT, Campus e sedi distaccate di facoltà che talvolta in maniera effimera appaiono, senza dimenticarci l'Università Cattolica del Sacro Cuore che un tempo a Lucca aveva una fiorente attività. Perché non riunire insieme tutte queste attività accademiche e creare una vera e propria fondazione che dia il via all'Università Lucense? L'idea di Picchi del Campus di Marte ben potrebbe fondersi con questa ipotesi.

CON LORENZO MATTEUCCI A CAPANNORI

L'idea di trasformare il Supercinema di Capannori in un luogo atto ad accogliere la Biblioteca Comunale, lanciata da uno dei candidati della aggregazione che fa capo a Lorenzo Matteucci Sindaco, mi sembra ottima e da prendere in seria considerazione. Infatti, molti cittadini hanno storto il naso quando hanno saputo che l'idea dell'attuale

121

Page 122: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

Sindaco era quella si spostare la biblioteca al Mattaccio. Questa amministrazione di sinistra ha dato un taglio troppo di parte alla gestione della cultura, basti pensare che uno dei primi atti dell'attuale Sindaco , fu quello di togliere la collaborazione dell'associazione Cesare Viviani - della quale mi onoro di esserne Presidente dal 2004 - al Concorso di Poesia che era stato ideato proprio dalle sinergie Comune/Viviani, per darne la gestione ad amici più politicamente allineati. Perché oggi un centro di lettura non è più come un tempo, semplice ricerca e prestito libri, ma diviene un centro multimediale, ove la presenza dei giornali si somma a quella dei libri e delle postazioni internet, e tutti questi media, nella loro sinergia danno la possibilità di vero studio e vere ricerche. Comunque è ufficiale: gli Innovatori, dei quali faccio parte, sosterranno la candidatura a Sindaco del Comune di Capannori, di Lorenzo Matteucci, ritenendolo la persona giusta, proveniente dal mondo civile, per poter sconfiggere l'attuale amministrazione. Non sarà presentata una lista propria, ma gli Innovatori appoggeranno un candidato della lista Capannori Insieme e un “innovatore” in altra lista. In Capannori Insieme vi sarà Leonardo Gennai, con un passato di consigliere provinciale e di sindacalista UIL. Dice Amerigo De Cesari, leader degli Innovatori: ”Abbiamo chiesto al centrodestra di inserire in una loro lista il vice-coordinatore degli Innovatori, Vittorio Baccelli, scrittore, opinionista, dirigente sindacale di primo piano nell'UGL, ex dipendente per trenta anni proprio del Comune di Capannori e Presidente dell'associazione culturale Cesare Viviani. E proprio Baccelli, in merito a questa proposta di candidatura ha dichiarato di volersi candidare e che per essere nuovamente presente a Capannori ha rinunziato a Barga e a Livorno ove è candidato Taradash per il Pdl, con il quale fu assieme candidato alla Camera del Deputati, per il P.R. nel lontano 1978. La scelta di Capannori è dovuta ad un suo amore per questa terra maturato negli anni di lavoro, e anche dal ricordo lasciato da suo nonno, il Maestro Dante Baccelli, amico di Puccini e fondatore della storica banda lucchese “Guido Monaco”, che fu per anni direttore delle bande di San Gennaro e di Segromigno. Come sindacalista UGL ha assistito alla chiusura nei suoi confronti della attuale amministrazione ed anche, come Presidente della Viviani all'allontanamento della Viviani stessa dal concorso di Poesia Città di Capannori, a vantaggio di amici della sinistra. La sua presenza dunque nelle liste di Capannori, è anche volta al recupero di ciò che all'UGL e alla Viviani è stato tolto. Ritiene infine il suo ex collega Matteucci, la persona più idonea a riconquistare il Comune e gli porge i suoi più sinceri auguri di vittoria”. Ho lasciato parlare gli Innovatori anche di me, attraverso un loro comunicato, ma vorrei un po' ampliare il discorso per far comprendere i veri motivi della mia scelta di propormi candidato a sostegno di Matteucci. Vediamo assieme la sua biografia: ingegnere, 57 anni, sposato con tre figli vive a Segromigno in Piano. Si è laureato in ingegneria nel 1979 presso l’Università degli Studi di Pisa ed è iscritto all’Albo degli Ingegneri della Provincia di Lucca. Per sedici anni ha ricoperto l’incarico di ingegnere presso l’Ufficio Tecnico Comunale di Capannori e, successivamente, di responsabile dell’Ufficio Ambiente presso lo stesso

122

Page 123: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

Ente. È stato successivamente Direttore Generale e Direttore Tecnico della Società Aquapur Multiservizi. Accettando di passare ad Aquapur ha dimostrato capacità imprenditoriali in un periodo che in molti non avrebbero mai fatto il passaggio da un posto pubblico ad uno privato (o semi) ed erano le prime esperienze di questo tipo. Ricordo che come sindacalista allora facemmo includere una clausola di garanzia per tutto il personale transitato ad Aquapur. Dal 2002 al 2004, ha ricoperto l’incarico di Direttore Generale e Direttore Tecnico della Società di Ingegneria Acque Ingegneria. Dal 2004 è divenuto Direttore Generale della società Ascit Servizi. Non si è mai occupato di politica attiva, pur vantando una lunga esperienza negli Enti pubblici. È stato socio fondatore e tesoriere dell’AISF Onlus Italia (Associazione Idraulici Senza Frontiere), che opera nel campo della cooperazione internazionale per la realizzazione di opere di ingegneria idraulica quali pozzi, reti acquedotto, impianti di depurazione liquami e gestione rifiuti solidi, con progetti effettuati in Brasile, Burkina Faso, Congo, Ghana, e Senegal. Sostenuto dalle forze del centrodestra Lorenzo Matteucci è il volto nuovo della politica capannorese. Candidato a Sindaco, alla sua prima esperienza politica, ha lavorato per molti anni con le amministrazione comunali, compresa quella attuale per quello che riguarda la raccolta differenziata "porta a porta". Non si fa forte di una lunga carriera strettamente politica, ma di un vita passata a conoscere il territorio comunale. Questa è la descrizione che ne danno tutte le forze politiche. Come egli stesso ha dichiarato, l'attività svolta gli ha permesso di «conoscere profondamente il territorio, le sofferenze ma anche le ricchezze e le potenzialità del comune». E in lucchesia numerose sono le voci critiche nei confronti sia dei politici in generale che in quelli del centrodestra, in particolare coloro che hanno guidato questo schieramento, sono stati , a detta di molti, compreso il sottoscritto, particolarmente inadeguati. Si sono parzialmente riscattati a Capannori con la scelta fatta su Matteucci. Personalmente Matteucci non ha mosso critiche particolari all'attuale amministrazione, tant'è che ha anche chiarito come abbiano in realtà lavorato per molto tempo gomito a gomito, soprattutto per quanto riguarda il progetto della raccolta differenziata "porta a porta". Il candidato a Sindaco ha delineato alcuni punti base del programma, tutt'ora in fase di studio, che si fonderà su tre pilastri: casa, famiglia e infrastrutture. Per il centro destra, sarà fondamentale il confronto con i cittadini, che saranno infatti chiamati ad ampliare il programma stesso attraverso incontri attualmente in corso nelle quaranta frazioni del comune di Capannori. «Intendo avvicinare i cittadini alla politica - ha spiegato Lorenzo Matteucci - ma soprattutto al Sindaco. Vicinanza che si è persa in questi cinque anni di amministrazione di centrosinistra». Uno dei punti di forza di Matteucci è sicuramente la sua somiglianza culturale ed umana a Ilio Micheloni: come lui non si era mai esposto in una politica attiva, come lui era profondamente moderato nelle sue idee, come lui conosce il territorio e i suoi abitanti, come lui ha una profonda conoscenza della vita delle corti, come lui è simpatico, colto, cordiale e benvoluto da tutti. Queste sono le caratteristiche fondamentali che fecero vincere Micheloni, a

123

Page 124: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

maggior ragione queste saranno le caratteristiche fondamentali che porteranno alla vittoria di Matteucci, considerando anche che lo schieramento che lo presenta è maggioritario sul territorio.

NOTIZIE STORICHE E CRONOLOGICHE SUL QUARTIERE DI S.ANNA

Lucca – Mercoledì 15 aprile alle ore 17.00 presso la Casermetta Santa Maria delle Mura Urbane, per il ciclo “al bridge con l'Autore” organizzato dalla Cesare Viviani con il patrocinio del Comune di Lucca, sarà presentato il volume “Notizie storiche e cronologiche sul quartiere di S.Anna – Lucca, Seconda edizione (dal 1900 ai giorni nostri), a cura di Ciro e Michele Citarella, edito dalla Circoscrizione 3 del Comune di Lucca, Lucca 2008. La presentazione sarà a cura di Michele Citarella, introdurrà Daniele Marchi. Fatti di cronaca, dibattiti culturali, manifestazioni religiose e sportive, scelte politiche e amministrative avvenute a S.Anna dal 1900 ad oggi: nelle pagine di questo libro è raccontata come era e come si è trasformata la vita del popoloso quartiere, così vicino alla città, nel XX secolo. La vita della comunità di S.Anna è descritta sotto lo sfondo dei principali avvenimenti storici quali: l'omicidio di re Umberto I, la I guerra mondiale, il fascismo, la guerra civile del 43 che registrò episodi anche in questa terra, il boom economico legato alla ricostruzione, e l'espansione edilizia. Si inizia con il dibattito sull'apertura della nuova porta a S. Anna, con i pro e i contro che a dispregio la definivano il buco. Queste pagine mettono in risalto lo stile di vita, i problemi e gli interessi della comunità e il loro mutare repentino nel corso degli anni. Dalla civiltà delle corti ai palazzoni, dai campi coltivati ai supermercati, da una popolazione dedita alla pastorizie a all'agricoltura ad una comunità moderna. Emerge con prepotenza il cambiamento nel modo di vivere la religiosità. Se in passato i santannini erano alimentati da un forte spirito religioso d'appartenenza e condivisione e mostravano la propria fede con imponenti processioni e funzioni religiose, negli anni più recenti si sono modificate sostanzialmente le consuetudini e si sono formate numerose associazioni e gruppi di volontariato, molto attente ai problemi della società contemporanea. E dal passato emergono anche i primi problemi legati all'inquinamento: il bottino fornito dall'ospedale per i campi sembrava contenere anche resti umani! Nella parte finale del libro sono riportate interviste a persone anziane che narrano le loro esperienze di quartiere, in particolar modo vengono affrontati i trascorsi della II guerra mondiale. La cronologia dal 1900 al 1999 è tratta dalla stampa di testate giornalistiche edite in lucchesia, tra le quali: L'Azione, Il Baluardo, La Democrazia (che era un foglio anticlericale) e L'Esare. E anche dalle cronache dei quotidiani La Nazione e Il Tirreno. Un testo questo fondamentale, poiché colma una lacuna storica sulla vita di questa frazione adiacente al centro storico cittadino.

124

Page 125: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

PARCO FLUVIALELucca – In queste festività pasquali il Parco Fluviale è stato preso d'assalto da famiglie appiedate e torme di ciclisti che hanno percorso questo bel tratto di lungoserchio sicuramente con piacere. Anche perché le giornate, contrariamente alle previsioni, sono state belle e assolate. Ma se il Parco migliora anno dopo anno, c'è pur sempre qualche neo da sistemare. Proprio all'inizio, dopo gli impianti sportivi, occorrerebbe un ingresso più razionale ed accogliente, inoltre il primo sbarramento agli autoveicoli è vanificato da una catena alla quale è stato tolto il lucchetto, col risultato che autisti maleducati imboccano il sentiero in velocità alzando nubi di bianca polvere, certo non in armonia con l'ingresso ad un parco fluviale. Più avanti, all'altezza del distributore del gas troviamo una discarica con elettrodomestici, mobili e pezzi d'auto. E purtroppo dobbiamo registrare un'altra discarica abusiva all'altezza della Betonval Del Debbio, questa volta di scarti di fabbrica di calzature. Anche il passaggio della cartiera ex Ricci, non è certo dei migliori e andrebbe ridisegnato. Poche pecche, ma che stonano col resto del Parco che dovrà esser prolungato e sempre ben tenuto, e anche migliorato sia nel verde che nell'alberatura e nella viabilità pedonale. Un parco sempre più frequentato da chi ama l'ambiente, la natura e le sane passeggiate dovrà essere ancor più ben tenuto dall'amministrazione e divenire un altra passeggiata, anche per turisti, oltre le Mura. Ricordo che alcuni decenni fa, quando nelle riunioni politiche si iniziò a parlare del Parco Fluviale, molti erano scettici; penso che oggi, in molti si siano ricreduti.

PARCO FELICE MENICHINI

Fornaci di Barga – Se per pasquetta il Parco Fluviale del Serchio era affollato, sul Ponte del Diavolo raramente s'erano viste tante persone. E la gente, sopratutto ragazzi e ragazze, ma anche famiglie con bambini, affollavano il Parco Felice Menichini di Fornaci. Se all'adiacente Parco Rosso i lavori d'ammodernamento sono iniziati, all'area Menichini la situazione è tale e quale la denunziammo su queste pagine, circa un anno fa. La staccionata è pericolosa, guai ad appoggiarvisi, le siepi sono malmesse, la potatura degli alberi è approssimativa (c'è un bel ramo caduto in mezzo al parco), il verde delle aiuole è devastato, i rettangoli della piattaforma in tartan nell'aiuola centrale vagano a vista nel ghiaino, il gioco rotto un anno fa non è stato ancora sostituito, il boccaglio d'ottone della fontana scomparso vari anni addietro non è stato ancora ripristinato. E nel frattempo due alberi sono caduti e una panchina è scomparsa. Non è certo bello vedere così ridotto un parco che è meta di bimbi, giovani coppie e anziani provenienti da tutta la Valle e oltre. Tra l'altro s'avvicina la festa del Primo Maggio a Fornaci e si spera che al Parco vengano risparmiati altri oltraggi.

125

Page 126: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

SUL QUARTIERE DI S.ANNA

Lucca – Al Circolo del Bridge ha destato molto interesse la presentazione del libro “Notizie storiche e cronologiche sul quartiere di S.Anna – Lucca, Seconda edizione (dal 1900 ai giorni nostri), a cura di Ciro e Michele Citarella, edito dalla Circoscrizione 3 del Comune di Lucca, Lucca 2008. Dopo una introduzione di Daniele Marchi, ha preso la parola il coautore Michele Citarella che ha raccontato la nascita del testo, iniziato da suo padre Ciro. Fatti di cronaca, dibattiti culturali, manifestazioni religiose e sportive, scelte politiche e amministrative avvenute a S.Anna dal 1900 ad oggi: nelle pagine di questo libro è raccontata come era e come si è trasformata la vita del popoloso quartiere, così vicino alla città, nel XX secolo. La vita della comunità di S.Anna è descritta sotto lo sfondo dei principali avvenimenti storici quali: l'omicidio di re Umberto I, la I Guerra Mondiale, il fascismo, la guerra civile del 43 che registrò episodi anche in questa terra, il boom economico legato alla ricostruzione, e l'espansione edilizia. Si inizia con il dibattito sull'apertura della nuova porta a S. Anna, con i pro e i contro che a dispregio la definivano il buco. Queste pagine mettono in risalto lo stile di vita, i problemi e gli interessi della comunità e il loro mutare repentino nel corso degli anni. Dalla civiltà delle corti ai palazzoni, dai campi coltivati ai supermercati, da una popolazione dedita alla pastorizie a all'agricoltura ad una comunità moderna. Emerge con prepotenza il cambiamento nel modo di vivere la religiosità. Se in passato i santannini erano alimentati da un forte spirito religioso d'appartenenza e condivisione e mostravano la propria fede con imponenti processioni e funzioni religiose, negli anni più recenti si sono modificate sostanzialmente le consuetudini e si sono formate numerose associazioni e gruppi di volontariato, molto attente ai problemi della società contemporanea. E dal passato emergono anche i primi problemi legati all'inquinamento: il bottino fornito dall'ospedale per i campi sembrava contenere anche resti umani! Nella parte finale del libro sono riportate interviste a persone anziane che narrano le loro esperienze di quartiere, in particolar modo vengono affrontati i trascorsi della II guerra mondiale. La cronologia dal 1900 al 1999 è tratta dalla stampa di testate giornalistiche edite in lucchesia, tra le quali: L'Azione, Il Baluardo, La Democrazia (che era un foglio anticlericale) e L'Esare. E anche dalle cronache dei quotidiani La Nazione e Il Tirreno. Un testo questo fondamentale, poiché colma una lacuna storica sulla vita di questa frazione adiacente al centro storico cittadino. Moltissime sono state le domande che sono state poste all'autore dal pubblico presente, così ci si è soffermati sulla trasformazione edilizia, a S.Anna come nel resto d'Italia, riportando la frase dell'architetto Massimiliano Fuksas che definisce l'Italia una “villettopoli”, ed anche su la figura, amata e controversa di Romolo Motroni, priore.

126

Page 127: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

IN GIRO PER PASQUETTALucca – La tradizione della passeggiata del giorno dopo Pasqua sembra essere stata rispettata: infatti le vie del centro storico erano zeppe di turisti, e anche la Versilia e le località della Valle del Serchio. Certo, i tempi sono cambiati e così pure le usanze: quando ero ragazzo, la maggior parte dei cittadini partivano per le colline attorno a Monte San Quirico e si passava tutta la giornata passeggiando e mangiando al sacco. In particolare in queste festività il Parco Fluviale è stato preso d'assalto da famiglie appiedate e torme di ciclisti che hanno percorso questo bel tratto di lungoserchio sicuramente con piacere. Anche perché le giornate, contrariamente alle previsioni, sono state belle e assolate. Ma se il Parco migliora anno dopo anno, c'è pur sempre qualche neo da sistemare. Proprio all'inizio, dopo gli impianti sportivi, occorrerebbe un ingresso più razionale ed accogliente, inoltre il primo sbarramento agli autoveicoli è vanificato da una catena alla quale è stato tolto il lucchetto, col risultato che autisti maleducati imboccano il sentiero in velocità alzando nubi di bianca polvere, certo non in armonia con l'ingresso ad un parco fluviale. Più avanti, all'altezza del distributore del gas troviamo una discarica con elettrodomestici, mobili e pezzi d'auto. E purtroppo dobbiamo registrare un'altra discarica abusiva all'altezza della Betonval Del Debbio, questa volta di scarti di fabbrica di calzature. Anche il passaggio della cartiera ex Ricci, non è certo dei migliori e andrebbe ridisegnato. Poche pecche, ma che stonano col resto del Parco che dovrà esser prolungato e sempre ben tenuto, e anche migliorato sia nel verde che nell'alberatura e nella viabilità pedonale. Un parco sempre più frequentato da chi ama l'ambiente, la natura e le sane passeggiate dovrà essere ancor più ben tenuto dall'amministrazione e divenire un altra tradizionale passeggiata, anche per turisti, oltre le Mura. Ricordo che alcuni decenni fa, quando nelle riunioni politiche si iniziò a parlare del Parco Fluviale, molti erano scettici; penso che oggi, in molti si siano ricreduti. Se per pasquetta il Parco Fluviale del Serchio era affollato, sul Ponte del Diavolo raramente s'erano viste tante persone. E la gente, sopratutto ragazzi e ragazze, ma anche famiglie con bambini, affollavano il Parco Felice Menichini di Fornaci. Se all'adiacente Parco Rosso i lavori d'ammodernamento sono iniziati, all'area Menichini la situazione è tale e quale la denunciai sulla stampa, circa un anno fa. La staccionata è pericolosa, guai ad appoggiarvisi, le siepi sono malmesse, la potatura degli alberi è approssimativa (c'è un bel ramo caduto in mezzo al parco), il verde delle aiuole è devastato, i rettangoli della piattaforma in tartan nell'aiuola centrale vagano a vista nel ghiaino, il gioco rotto un anno fa non è stato ancora sostituito, il boccaglio d'ottone della fontana scomparso vari anni addietro non è stato ancora ripristinato. E nel frattempo due alberi sono caduti e una panchina è scomparsa. Non è certo bello vedere così ridotto un parco che è meta di bimbi, giovani coppie e anziani provenienti da tutta la Valle e oltre. Tra l'altro s'avvicina la festa del Primo Maggio a Fornaci e si spera che al Parco vengano risparmiati altri oltraggi.

127

Page 128: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

CAPANNORI PROPOSITIVACapannori – Non c'è niente di peggio, in un clima pre-elettorale, che la contrapposizione preconcetta tra gli schieramenti, o peggio ancora lo scontro tra personalismi. Sopratutto se si tratta di elezioni amministrative, e Capannori in questi giorni si è lanciata in una spirale propositiva: nuove idee, nuovi progetti, tra i quali alcuni veramente interessanti. E su questi si è aperta la discussione: sulla stampa, in internet e tra la gente. Se continua così, la campagna elettorale si prospetta veramente produttiva, anche perché sicuramente nuovi progetti e nuove idee usciranno anche dai programmi dei singoli candidati. Voglio iniziare con il progetto di un campo da golf, realizzazione interessante perché si affianca alle presenze nelle Ville Storiche e negli agriturismi. Certo il golf non è uno sport di massa, ma non è più neppure uno sport di nicchia, dato che in lucchesia sta coinvolgendo sempre più appassionati e sono anche sorti negozi per l'abbigliamento dedicato. Altra idea, quella di trasferire la biblioteca al Supercinema di Capannori. Proprio la sua struttura spaziale lo renderebbe idoneo, con spese modeste,alla catalogazione, alla consultazione di libri, ad emeroteca e a molteplici postazioni internet. Sì perché oggi una biblioteca non è più il luogo ove si conservano, si prestano o si leggono i libri, oggi la biblioteca è un centro multimediale di studio e di ricerca. I libri non solo si conservano, si prestano e si leggono, ma anche si fanno interagire col web, con la stampa periodica, con gli archivi. Sempre restando in ambito letterario, interessante e quasi doverosa è la ripresa del Concorso di poesia con la collaborazione della “Cesare Viviani” e sempre con questa associazione rilanciare la presentazione letteraria nel territorio capannorese. La mongolfiera: perché non far gestire la manutenzione e la promozione dall'associazione capannorese, invece di utilizzarne un'altra fuori territorio? E anche si è aperta la discussione su chi considera i costi troppo elevati rispetto alla resa di immagine. Altra valida idea è quella di creare un campo wireless per poter usare gratuitamente internet anche con postazioni mobili. È un andare incontro ai giovani al business e alle famiglie. Dunque idee e proposte su cui dibattere, e ne siamo sicuri a queste se ne affiancheranno anche altre. La partenza mi sembra veramente buona.

LA MORTE DI GIANO ACCAMERicordata la figura di Giano Accame all'ultimo pomeriggio letterario indetto a Lucca dall'associazione culturale “cesare Viviani”.Giano Accame, giornalista, studioso, direttore del Secolo d'Italia, deceduto il 15 scorso, è stato uno degli intellettuali di primo piano della destra italiana. Morto a Roma - avrebbe compiuto 81 anni il 30 luglio - aveva un record unico tra i giovani di Salò: si arruolò la mattina del 25 aprile 1945: "la sera ero già in galera. Non ho mai fatto il miles gloriosus anche per questo.

128

Page 129: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

Avevo 16 anni", disse in una recente intervista. Accame, nato a Stoccarda ma cresciuto a Loano, ha avuto un percorso molto particolare nella destra. Fu tra i relatori al convegno sulla Guerra Rivoluzionaria nel '65, dirigente del Movimento Sociale Italiano fino al '68, tra i più stretti collaboratori di Randolfo Pacciardi, padre del presidenzialismo italiano, nell'esperienza effimera dell'Unione democratica per la Nuova Repubblica, anticipatrice del dibattito sulla repubblica presidenziale. Redattore delle più importanti riviste della destra - da Il Borghese, al Fiorino e L'Italia settimanale - collaboratore de Il Sabato, Lo Stato, Pagine Libere, Letteratura, La meta sociale, è stato direttore de Il Secolo d'Italia, tra il 1988 e il 1991. Durissima fu in principio la sua critica a Gianfranco Fini che parlava del fascismo come 'male assoluto' ma Accame negli ultimi tempi leggeva gli avvenimenti politici e la confluenza con Forza Italia nel Pdl come un necessario fatto imposto dai tempi e la accettava, anche se non ne era entusiasta. Collocava questa svolta nell'orizzonte del superamento delle ideologie, "oltre la destra, oltre la sinistra - disse ricordando lo slogan sempre caro alla destra sociale del Msi - il vero ambito in cui si muove questa fusione è quello della de-ideologizzazione, una scelta che è positiva ma che impone nuove analisi, nuovi modi di essere, nuove sfide. Lo globalizzazione non è stata quel fenomeno negativo che oggi si tende a raffigurare". Mi piace ricordarlo per la sua vicinanza culturale al futurismo, del quale in questo anno si festeggia il centenario. E proprio il futurismo lo legava a Pablo Echaurren che ha dichiarato: “Per me Giano è stato come un padre. Mi ricordo ancora la sua prima telefonata, era il 1988. Era appena uscita la mia biografia a fumetti di Filippo Tommaso Marinetti – Sono Giano Accame, direttore de Il Secolo d'Italia, possiamo fare un'intervista? - E così ci siamo sentiti, poi visti, non ci siamo più lasciati.” Nelle parole di Echaurren c'è più che affetto, c'è molto di più – C'è riconoscenza – spiega - era diventata un'amicizia parentale fondata sulle stesse sensibilità culturali, un compagno di viaggio splendido. Devo a Giano la scoperta intellettuale profonda, di Ezra Pound. Mi ha accompagnato in mondi sconosciuti. Possedeva una curiosità infinita a 360°: parlava di un,libro, di un quadro, di un film, intrecciando con spontaneità più livelli”. Amicizie vere e trasversali quelle di cui Giano s'era circondato, in omaggio ad una cultura vera che è il superamento delle barriere. Vicino all'UGL, amico d'Alemanno, era tra coloro che apprezzavano il Pound economista, riscoperto anche recentemente dai giovani di Casa Pound. Un pensatore "eretico" dunque, considerata la sua appartenenza politica, per le posizioni controcorrente. Basti pensare alle critiche avanzate alla politica di Gianfranco Fini .Stimato anche dalla sinistra, non solo italiana. Si avvicinò alla scienza economica di Ezra Pound stimolato anche da Antonio Pantano, presidente dell'Istituto di studi poundiani, che curò numerose manifestazioni del centenario della nascita del Poeta. Criteri poundiani che furono riproposti in manifestazioni e convegni cui anche Giano Accame partecipò con Antonio Pantano, e confluirono poi nella didattica della scuola "eretica", per laureati, di "Valori giuridici e monetari" diretta da Giacinto Auriti all'università statale di Teramo, cui Accame collaborò per

129

Page 130: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

un anno nel 1997 nella sede di Atri. Scuola che ebbe risonanza mondiale, e fu anche "visitata" ed apprezzata dall'allora cardinale Joseph Ratzinger, e tra i molti, da Beppe Grillo che da essa ha attinto elementi basilari per le sue virulente polemiche mediatiche.

IL SOSTITUTO DI DIOLucca – Il nuovo libro, “Il sostituto di Dio", di Giuseppe Dovichi, Marco Del Bucchia Editore, sarà presentato mercoledì 22 aprile alle ore 17.00 alla Casermetta Santa Maria delle Mura Urbane, per il ciclo “al bridge con l'Autore” organizzato dall'associazione Cesare Viviani con il patrocinio del Comune di Lucca. L'ultimo romanzo di Dovichi, scrittore nato a Camigliano (LU), è una vicenda fantastica proiettata nel futuro, in una civiltà prossima ventura dai risvolti inquietanti, dove il protagonista, Franco, si trova a vivere e a partecipare direttamente al degrado umano che la globalizzazione ha causato. In un futuro nemmeno troppo lontano, il rapido disfacimento della società globalizzata, è visto attraverso gli occhi di Franco, il protagonista, un anziano signore che, nato negli anni facili del consumismo, invecchia e muore con il mondo stesso, partecipe e protagonista, suo malgrado, di vicende molto più grandi di lui. Giunto all'età della pensione fa il giramondo per l'Europa su una vecchia auto e la ritrovata libertà gli dilata il tempo. Racconta la sua storia ad un gruppetto di ragazzini e a una donna, quasi una nomade sopravvissuta con loro, che vive in una zona di mare attaccata da colpi di cannone, in un'Italia irriconoscibile, in mano alla pirateria. Naviga tra avventure umane segnate dalla sua famiglia dispersa, da una amica grassottella che lavora con due gay, dalla malavita che semina morte e poi l'assolve. E' un'umanità decaduta e senza speranza quella che descrive Dovichi nel suo libro. Storia fitta che parla di un mondo futuro, lontano solo pochi decenni, dove la legge non ha più valore e dio è assente. Allora arriva questo personaggio, il sessantenne arrabbiato e deluso, solo, che regola i conti da sé, che si mette a sfidare la camorra, a proteggere i deboli, a uccidere con disinvoltura per fare giustizia; in assenza di dio, lui rozzamente lo sostituisce. Cambia paese più volte, cercando di far perdere le proprie tracce. Mai toccato da un ripensamento, ormai caduta ogni remora morale. E' una visione estrema della società e della vita, risposta disperata alla caduta delle aspettative in mezzo a questo nostro malessere, in una storia dove l'immaginazione galoppa. Alla sua morte, toccherà a Paco, un ragazzo adottato e suo erede virtuale, partire alla riconquista di un mondo e di una civiltà che sembrano irrimediabilmente perduti. L'introduzione all'incontro con l'autore, alla presentazione del libro e le letture sono a cura di Marco Vignolo Gargini. In introduzione al pomeriggio letterario vi sarà un ricordo di Giano Accame, scrittore e giornalista recentemente scomparso.

130

Page 131: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

GRISSOM A LUCCALucca – Da tempo noi lucchesi siamo abituati a convivere coi vip, i quali possono tranquillamente passeggiare in via Fillungo senza problemi, al massimo qualcuno si volta più volte a guardarli. Per non parlare poi dei maggiori disegnatori sia italiani che mondiali che durante i Comics si vedono e si sono visti: dalle sorelle Giussani, a Stan Lee, da Silver a Bonvi, da Hugo Pratt a Folon, da Moebius a Pazienza e la lista sarebbe proprio troppo lunga. Alcuni vip hanno avuto la loro casa proprio in lucchesia, da Mina a Villaggio, da Mastroianni Chet Becher. Mastroianni addirittura tante volte era seduto in piazza Grande ad aspettare la sua ex moglie che abitava sulla via per Camaiore. E ancora di recente abbiamo visto Sting fare spese in città, ed anche Jeorge Haider alla ricerca di un paio d'occhiali da sole, e Guccini carico di pacchetti, fermo a prendere il sole in piazza San Michele. Al Di Simo c'è stato un periodo che Salvatores e Abatantuono venivano tutti i giorni alle cinque a prendersi non il tè, ma un caffè. Dunque nessuna meraviglia ad incrociare vip, ma l'ultimo ha destato vero interesse: è stato William Petersen, cioè Grissom! Sì proprio Grissom di “C.S.I. Las Vegas” noto ora alle cronache mondiali perché sta lasciando il telefilm, stanno andando in onda proprio le ultime due puntate che negli USA sono già state programmate. Alla domanda del perché avesse voluto lasciare un telefilm così di successo mondiale, l'attore ha risposto che Grissom lo stava prendendo sempre di più. Veramente troppo, aveva cominciato a ragionare come lui, a comportarsi come lui. Ma perché era a Lucca il nostro Petersen/Grissom? Perché ha sposato Gina Cirone, a Petrognano nel 2003, insegnante lucchese di biologia. E lui stesso ha dichiarato di amare Lucca e di esserci stato già più volte. Prepariamoci perciò ad incontrarlo di nuovo. O forse si trasferirà da noi? Anche Rudolf Giuliani voleva farlo, ma poi successe di tutto, dalle torri gemelle ad una giovane moglie ed è rimasto a New York.

FINALMENTE APRE IL CASINO' A BAGNI DI LUCCA ! Bagni di Lucca - Quando si parla di sviluppo della Valle del Serchio, quasi mai si parla del Casinò di Bagni di Lucca e di una sua riapertura che adesso è proprio imminente. Costruito fra il 1838 e il 1839, fu la prima casa da gioco pubblica in Europa e il centro della vita mondana del tempo. Oltre alle sale da gioco, offriva anche un gran salone dove venivano organizzate sfarzose serate danzanti per il pubblico internazionale allora presente. Come prima casa da gioco in Europa avrebbe dovuto avere tutte le carte in regola per tornare alle sue funzioni da tempo, ma così non è stato ed è stato scavalcato, fino ad oggi, da molte altre realtà. Perché? Perché si è lasciata la battaglia per la riapertura ai soli politici e amministratori di Bagni di Lucca, con solo qualche rara eccezione. Al di fuori di questi nessuno s'era impegnato seriamente fin'ora in questa vicenda, per un malinteso moralismo che vede ancora in queste strutture, luoghi di perdizione. Ricordo che quando nel 1996 fui candidato al Senato, ai primi punti del mio programma misi: una nuova regolamentazione della

131

Page 132: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

prostituzione in senso più liberale e la riapertura del Casinò di Bagni di Lucca. Questo secondo punto era soprattutto legato ai benefici economici che da una sua riapertura sarebbero ricaduti sull’intera Valle, ma si sa, i piccoli politici locali da sempre privilegiano le aree PIP e i capannoni! Avevo anche lanciato l’idea di aperture stagionali a rotazione tra: Bagni di Lucca, Viareggio e Montecatini. Ipotesi questa che seguito a ritenere funzionale a tutto un rilancio dell’economia dell’intero comprensorio. In passato varie sono state le manifestazioni di sensibilizzazione su questo argomento organizzate dagli amministratori di Bagni di Lucca, in particolare le aperture simboliche hanno attirato l’attenzione dei media nazionali, ma hanno anche fatto rischiare pesanti multe ai primi cittadini. Ho sempre ritenuto che per il rilancio dell’economia locale, per far ritornare Bagni di Lucca, centro di cultura come in passato fu, occorresse rilanciare con forza questa proposta: e il tempo è stato galantuomo. E ora è ufficiale, la febbre del gioco contagia, in senso positivo, l'Italia e in estate apriranno quattro casinò. Dopo anni di sterili polemiche, finalmente, l'Italia si prepara a cavalcare l'onda del gioco d'azzardo. Un passo avanti per la laicizzazione dello stato e un plauso ai parlamentari Poli e Baldini che hanno sostenuto l'apertura di casinò regionali. Apriranno a Salsomaggiore, a Fasano in Puglia, ad Acqui Terme in Piemonte e finalmente a Bagni di Lucca. Si chiameranno “Kursaal” e saranno all'interno di strutture di almeno 1000 metri quadri messe a disposizione dai comuni. L'investimento previsto per ogni casinò è quantificabile tra 1,5 e 3,5 milioni di euro. Saranno gestiti dai Comuni in società con aziende private. Oltre ai giochi classici, i casinò offriranno le roulette elettroniche multi postazione, il blackjack con il croupier virtuale, le corse di cavalli elettroniche e altre attrazioni inedite per l'Italia come i tornei di poker che finora avevamo visto (semilegali) solo sul web. Il poker live, infatti, è stato legalizzato dal Parlamento, che ha posto la condizione che le puntate siano basse, e le cifre esatte saranno specificate a breve con apposito decreto. Questa voglia di offrire gioco d'azzardo, contrasta con la situazione economica dei quattro casinò attivi in Italia (Venezia, Sanremo, Campione e Saint Vincent), che hanno chiuso il bilancio del 2008 in rosso. Il deficit però, non sarebbe dovuto alla diminuzione dell'utenza, ma ai costi di gestione troppo alti, lo stipendio di un croupier può superare i 100mila euro netti all'anno, e alla mancanza di un'offerta differenziata dal gioco. All'estero infatti, i casinò offrono anche concerti, mostre, incontri sportivi e altre forme di intrattenimento, sono impegnati nel gossip e nella cultura. A Salsomaggiore, Fasano, Acqui Terme e Bagni di Lucca, assicurano che l'intrattenimento, culturale e artistico, sarà un aspetto fondamentale delle nuove strutture. Anche se il casinò a rotazione tra Bagni, Viareggio e Montecatini, mi sembrava una ipotesi più intrigante, sopratutto per l'economia di un'area vasta attorno a noi, non mi resta che plaudire a quanto finalmente e con cinquant'anni di ritardo, deciso.

132

Page 133: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

IL MARCHIO DELLA BESTIA Lucca - Mercoledì 29 aprile alle ore 17.00 preso la Casermetta Santa Maria delle Mura Urbane, per il ciclo “al bridge con l'Autore” organizzato dalla “Cesare Viviani” con il patrocinio del Comune di Lucca, si terrà un pomeriggio letterario che vedrà una doppia presentazione: il libro di poesie “Il marchio della bestia” di Luca Franceschini e “Vianesca", rivista di poesia e racconti, entrambi editi da Marco Del Bucchia Editore in Massarosa . A introdurre "Il marchio della bestia" ci sarà, oltre all’autore e all'editore, Emiliano Galigani, autore, regista e produttore teatrale. Su “Il marchio della bestia”, il testo poetico di Luca Franceschini, è stato scritto: “Istinto e riflessione. Sguardi cinici ed esistenzialisti sulla società e sul comportamento dell'uomo. Quanto critica e negativa è l'analisi iniziale, tanto forte è la successiva esortazione all'azione, all'attività, alla ricerca della soluzione. Dopo il "taglio" crudele e disincantato, arriva finalmente la luce della speranza da perseguire attraverso mille difficoltà e, proprio per questo, ancora più affascinante. Il marchio della bestia rappresenta quell'istinto di ricerca che è in fondo ad ognuno di noi e che ci spinge a fare, semplicemente perché sentiamo di dover fare.” Luca Franceschini è nato a Lucca, dove ancora oggi risiede. Laureatosi in filosofia all'università di Pisa, collabora con testate giornalistiche e free press, è appassionato di ogni forma di arte e di cultura, si è dedicato, oltre che alla scrittura, anche alla musica. “Il marchio della bestia” è la sua opera prima. Cura con impegno la rivista di poesia e racconto “Vianesca”.Per Vianesca interverranno alcuni degli autori presenti nella rivista.Vianesca è una “Rivista di poesia e racconto” e il suo primo numero è dell'autunno 2008 a cura di Luca Franceschini, con contributi di Marco Del Bucchia, Enrico Dei, Adolfo Lippi, Roberto Carifi. La rivista, diretta da Luca Franceschini, si propone con periodicità semestrale: l'uscita del prossimo numero, a cui stanno già lavorando, è prevista per la primavera 2009. In copertina (come poteva essere altrimenti, benché alcuni editori in passato si siano permessi di pubblicare libri di Viani affidando l'immagine di copertina non al viareggino) un quadro di Viani commentato all'interno da Enrico Dei. Per il primo numero è stata scelta "La moglie del marinaro" (1912). E il Viani pittore finisce qui. Da lì in poi il Viani scrittore, ma soprattutto (in consonanza con l'idea portante dell'estrema attualità della figura di Viani) molte poesie e tanti racconti di autori contemporanei, autori che hanno pubblicato con Marco Del Bucchia. Entrando nello specifico, dopo l'editoriale e le "pagine vianesche" (che in questo primo numero sono occupate, oltre che dalla presentazione della copertina ad opera di Enrico Dei, da un breve ma intenso saggio sulla letteratura di Viani firmato da Adolfo Lippi) segue un'intervista che Luca Franceschini ha fatto a Roberto Carifi, uno dei più importanti poeti toscani viventi. Un'intervista ad un personaggio toscano legato al mondo della poesia sarà presente su ogni numero: tra i prossimi nomi Mario Francesconi, Carlo Monni, Attilio Lolini, Elisa Biagini. Nomi molto differenti tra loro: poeti "classici", ma anche personaggi meno "ortodossi",

133

Page 134: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

giovani e meno giovani in sintonia con quello che può rappresentare Viani: valori autentici e freschi, mai paludati. Dopo l'intervista, molte poesie e tanti racconti di: Franco Galletti, Valerio Innocenti, Manuela Benigni, Ornella Tomei, Moira Berti, Manuel Esposito, Romano Morotti, Armando Mancini, Alessandro Mazzoncini, Riccardo Cardellicchio, Carlo Da Prato, Fiorenzo Martinelli, Lamberto Giannecchini, Ruri Baroncelli, Enrico Bertuccelli, Matteo Mancini, Antonio Palumbo, Alessandro Daquino, Stefano Grotti, Daniele Poletti, Cristina Zappelli, Cristiano Mazzanti, Beatrice Baroni. A chiudere una carrellata di recensioni sui libri di poesia e racconto pubblicati da Marco Del Bucchia (fra questi spicca "Crepuscolo prima del giorno", un racconto di Luca Ghiselli, contemporaneo di Viani e grande amico del pittore Mario Marcucci), ma ovviamente anche sui libri di e su Viani. Un pomeriggio letterario dunque, variegato e interessante che pone il lettore lucchese davanti alla complessa attività culturale che questa casa editrice versiliese offre.

ROBA VECCHIAUn libro di pagine bianche? roba vecchia, fritta e rifritta: inutile cercar di volgerlo sul culturale, le rimasticature sono sempre rimasticature. Negli anni '70 io e altri, nel circuito di mail art facemmo le stesse esperienze: libri con testo in bianco, il "grupo texto poetico" (spagna) fece un bel libro che s'apriva con due specchi, sempre io assemblai un libro con fogli di giornale tagliati casualmente, Daniel Daligand (francia) scrisse "Le temp que passe", cinquanta pagine di "tic tac tic tac tic tac...", Isgrò cancellava i testi, mentre Rotella strappava i manifesti affissi, ma nell'80 i reduci lucchesi del C13 stamparono "Salta giù nel bidone", un libro con prefazione alla prima edizione, prefazione alla seconda, introduzione e postfazione. C'era tutto meno che il libro! Dalla versilia ultimamente arrivano cloni in ritardo di 30 anni come i lavori del Gruppo BAU, che ricalcano quanto il Barbablù di Lolini, e non era originale, ma solo il più bello, fece.

IL PRIMO MAGGIO, IL POPOLANO LAPINI, GIACOMO PUCCINI E ALTRO ANCORA

Lucca – I dirigenti nazionali dei sindacati, hanno rinunciato alle megafeste del 1° Maggio e saranno tutti, proprio tutti UGL compresa, all'Aquila, a portare la loro solidarietà concreta a quelle popolazioni e a devolvere all'amministrazione regionale ciò che si sarebbe speso per i festeggiamenti. Un atto veramente da apprezzare, ma tornando a Lucca, sicuramente in molti ricorderanno la figura del Popolano Lapini che in città era considerato una fonte di simpatia e di amicizia. Il suo nome era Antonio, ma tutti lo conoscevano come il Popolano, era un politico libertario, ma anche poeta. E per molte festività del 1° Maggio, lui organizzava il proprio comizio,

134

Page 135: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

in piazza San Michele, con il garofano rosso rigorosamente all’occhiello. Imbianchino di estrema perizia, ma non solo, anche politico individualmente impegnato, amico di tutti anche dei suoi avversari politici e attivo nel sociale. Il primo Maggio del Popolano Lapini era un evento atteso da molti lucchesi DOC che lo aiutavano nell'allestire il palco e nel propagandarlo nelle vicine frazioni. Anche il C.13, il famigerato gruppo beat lucchese finito oggi nelle cronache culturali, un anno lo aiutò ad organizzarlo e Mauro Petroni, boss del C.13, lo immortalò su pellicola. Lapini era nato nel 1895 e tra le sue molteplici amicizie ebbe anche quella di Giacomo Puccini che a Lucca era nato il 22 dicembre del 1858. Così sfogliando il “Giornale del Mattino” di martedì 25 marzo 1958, ho trovato un articoletto con tanto di poesia del Lapini in merito alle commemorazioni di Puccini per il centenario della nascita. E dato che le commemorazioni pucciniane per il 150esimo anniversario della nascita si sono appena svolte, l’articolo mi è sembrato in sintonia coi tempi che corrono. L’articolo è titolato: “Puccini e… Lapini”.Durante la nota discussione, al consiglio comunale, un consigliere tirò fuori il nome di Lapini: del Popolano Antonio Lapini. Non lo fece per vezzo d’ironia, ma sebbene inquadrò quel nome in quanto si stava dicendo a proposito di lucchesi che avrebbero potuto commemorare Puccini senza dover andare a cercare troppo lontano. Una commemorazione di ricordi e basta! Ora Lapini, il buon Lapini, che conobbe Puccini, da giorni aveva stilato, con la sua semplice vena, questo breve componimento poetico:

Nel centenario della nascita di Giacomo Puccinii lucchesi si preparano a celebrarele glorie del grande concittadinoche nelle note musicali fu divino.

O Boheme, Butterfly, Fanciulla del westo Manon, o altre gemmedelle tue sconfinate melodieche i cuori dei miseri mortalifacesti palpitaree per pochi attimile amarezze della vita scordare.

Dalle sette note musicalitraesti accordi, motiviper rivestire le tue creatureumane e di sognicoloristi con armonie paradisiachele bellezze del creato

135

Page 136: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

dal tuo genio alato.

E Lucca orgogliosa d’aver dato i natalia colui che il temponon potrà annullare.“Ci rivedremo alla stagion dei fiori”Quei fiori che non mai diventeranno appassitiPerché nutriti dell’eterni inviti.

E questo a dimostrare che mai la tendenza alla parsimonia dei lucchesi è venuta meno, anche se sulla mostra di Batoni ci sarebbe molto da ridire. Per quanto riguarda il Popolano, il Comune molti anni dopo la sua morte editò un piccolo libro che fu composto con amore da Luca Pontrandolfo.

L'AVIARIA

E così con almeno cinque anni d'anticipo avevo in un mio racconto titolato Wunderwaffe tratto dalla raccolta “La cavalletta non si alzerà più” anticipato la mutazione che il virus dell'aviaria avrebbe avuto per giungere fino all'uomo. Avevo solo sbagliato località, prevedevo il passaggio nel sud est asiatico invece si è verificato in sud america. Con un motore di ricerca potete facilmente trovare sia il racconto che l'intera raccolta: vi dico subito che il mio racconto è, tutto sommato, ottimista.Ma leggiamo insieme quanto andai a scrivere:”Ecco comunque l'ipotesi che al momento del disastro fu la più accreditata: in molte località orientali nei posti ove si coltivava il riso, lasciavano nelle risaie libere le anatre che mangiavano le erbe infestanti e non toccavano le pianticelle di riso. Quando poi il riso era giunto a maturazione, le risaie venivano prosciugate, le anatre erano richiuse nei propri alloggiamenti e nelle risaie prosciugate venivano mandati i maiali che nutrendosi dei chicchi di riso rimasti sul terreno, s'ingrassavano ben bene ed erano così pronti per la macellazione. Anatre e maiali se ne stavano così a stretto contatto nei loro stalli. Una buona rotazione agro-zoologica, molto ecologica e naturista che evita l'uso di fitofarmaci direte voi, e così si diceva anche in quei giorni. Ma c'era un problema: il virus influenzale dei polli colpì pure le anatre e da queste modificandosi passò ai maiali. Dai maiali all'uomo con un'ulteriore piccola mutazione, nella quale i virus sono maestri, il passo fu breve e inevitabile. Così questo nuovo virus inaspettato - inaspettato soprattutto dalle difese immunitarie umane che si dimostrarono inadeguate - cominciò a diffondersi trai nostri simili. “

136

Page 137: paginelibere1

Vittorio Baccelli Pagine libere – i miei articoli 2008 2009

E così la mutazione è avvenuta e, stando ai vari libri di fantascienza e film sull'argomento, non c'è da stare molto allegri.

137