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cronache ipogee Auguri a tutti Buon 2016 La Redazione pagine di informazione speleologica per il Friuli Venezia Giulia - n. 2/205 cronache ipogee

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Auguri a tutti

Buon 2016La Redazione

pagine di informazione speleologica per il Friuli Venezia Giulia - n. �2/20�5

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dicembre 20�5...MANOVRAJFWEDROP 2015

L'esercitazione denominata JFWEDROP (Joint Force Water En-vironment DisasterRelief Operations Platform), si è svolta a La Spezia dal 31 ottobre al 5 novembre 2015.È un progetto finanziato dalla Commis-sione Europea, con l’obiettivo costituire una squadra operativa multinazionale, dedicata alle emergenze di ricerca, salvataggio e recupero in mare.Si avvale di tecniche subacquee già sviluppate nell’ambito istituzionale o lavorativo, unendo anche esperienze di derivazione speleo-alpinistica e speleosubacquea.Durante l’esercitazione era prevista la presenza di osservatori con il compito di seguire tutte le attività svolte e di fornire al termine un riscontro.Il Progetto nasce da un’iniziativa del-l’Italia, a cui hanno aderito strutture governative specialistiche del Regno Unito, della Svezia e dell’Olanda. Una necessità che trae origine dal-l’esperienza vissuta durante le fasi successive al naufragio della Costa Concordia (gennaio del 2012).Si è mirato a definire un insieme di procedure efficaci per poter affrontare complesse emergenze in mare, valo-rizzando le caratteristiche dei diversi corpi specialistici reclutati.Le nostre risorse nazionali sono sta-te quelle dei Palombari del Gruppo Operativo Subacquei di Comsubin, del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, della Guardia Costiera, dei Carabinieri e del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino Speleologico e Speleosubacqueo.Sono stati realizzati cinque scenari che riproducessero una situazione di emergenza. Allo scopo si è indi-viduato il sito ottimale nelle acque di Varignano, sede del Raggruppamento Subacquei ed Incursori della Marina Militare e la nave “Piave”, normalmente utilizzata dai Comsubin per le eserci-tazioni militari.150 operatori, si sono impegnati nel realizzare questo evento, avvalendosi anche del supporto della Regione Ligu-ria. Tutte le operazioni sono avvenute sotto il coordinamento del Dipartimento della Protezione Civile.Anche glispeleosub della Commis-

sione Subacquea del CNSAS, sono stati chiamati a dare un contributo al progetto JFWEDROP 2015.Nel caso specifico sono stati richiesti tre spelosub, il cui compito era quel-lo di effettuare una ricognizione del campo operativo, allo scopo di fornire informazioni all’Intelligence Team, per coordinare conseguentemente l’azione delle squadre operative.Sono stati posizionati precedentemen-te dei targhet sommersi, immaginati come parti di nave, poi in realtà rive-latisi un elicottero (affondato a poppa della nave), un’automobile (affondata a prua) e due container di 6x2,5 m. con delle paratie interne, per simulare degli spazi confinati all’interno dell’ ipotetica nave affondata.Il nostro gruppo, per l’occasione deno-minato “SCUBA 2”, era composto da un team-leader: Duilio Cobol e due scuba-divers, Marco Broglio e Stefa-no Maselli. Alle ore sette del mattino l’orario del ritrovo.Il nostro team, in perfetto orario, ha preparato gli equipaggiamenti in attesa dei compiti da svolgere conosciuti solo dopo un ultimo briefing.Siamo entrati in azione alle ore 9. Il primo compito affidatoci è stato quello di partire dalla banchina, arrivare in prossimità della nave e immergerci a poppa della stessa. Questo scenario è stato denominato Piave Stern Deck. Ci è stato assegnato un gommone, denominato con la lettera “ALFA”, uno dei robusti mezzi dei comsubin che può essere paracadutato in mare, gonfiato con una bombola presente a bordo e motorizzato con il potente fuoribordo che, prima del lancio, vie-ne ben impacchettato all’interno del mezzo stesso.Per l’occasione abbiamo realizzato una “ceck-list” pre-immersione, secondo i nostri standard e poi una “report-Iist” (molto apprezzata), in cui si sono raccolti i dati ambientali: la visibilità, la temperatura, il tipo di fondale, la presenza di corrente o altri ostacoli. Inoltre sono state previste tutte le os-servazioni riguardanti la sicurezza del sito. Alla voce: “WARNING” sono state individuate le condizioni di potenziale pericolo, quali lamiere taglienti, parti pericolanti o altri pericoli presenti.Scontata la segnalazione, tramite peda-gno, in caso di individuazione di vittime.

FOtOcRONAcADEllA MANOVRAJFWEDROP 2015

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Per noi non era prevista la penetra-zione all’interno delle strutture, perciò abbiamo segnalato la presenza di eventuali varchi d’accesso e riportato quanto ci è stato possibile scorgere attraverso i varchi suddetti.Abbiamo anche immaginato di cer-care delle persone potenzialmente vive, magari intrappolate in qualche campana d’aria, perciò i nostri due sub hanno provato a percuotere le lamiere, sperando di ottenere qualche riscontro positivo dall’interno. Purtrop-po in tutti quattro gli scenari non c’è stata risposta da parte delle vittime (manichini).Durante l’operazione è stato girato un video per aumentare la quantità di dati da poter fornire all’Intelligence Team.Con fluidità siamo passati da uno scenario all’altro:- nell’elicottero, a poppa, è stato iden-tificato un corpo.- nell’automobile di prua, sito denomi-nato Piave Bow Deck è stato trovato un altro corpo.A ruota i sub si sono trasferiti negli altri due scenari: il “submerged container via wall” e il “submerged container via dock”. Anche qui sono stati individuati dei corpi: per la precisione tre.Va specificato che la nostra attività si limitava alla sola ispezione esterna e allo sguardo all’interno dei varchi. Da buoni speleosub, una certa spinta ad entrare l’abbiano provata. Ma ci siamo attenuti rigorosamente agli ordini.Il momento fondamentale di tutto il nostro intervento è stato quello della trasmissione dei dati all’Intelligence Team. Ci siamo impegnati per riportare i dati che ci sono stati richiesti e con-cordati nel briefing. Abbiamo eseguito il compito nel modo più esaustivo e nel minor tempo possibile.A mio avviso abbiamo fatto un buon lavoro, anche se “a tavolino” ci si può sempre accorgere di dover migliorare qualcosa. Altri de-briefing ci attendono.Quando, all’epoca dell’intervento reale sulla Costa Concordia, ci siamo sentiti impotenti e angosciati per non poter “fare di più” in quella situazione, a tutti noi è rimasto dentro qualcosa d’irrisolto. Questa manovra è stata un’occasione di riscatto, per fare in modo che in futuro, se mai ce ne fosse bisogno, si possa fare “quel di più”.Convinti e contenti di metterci a dispo-sizione ogni volta che sarà necessario intervenire a tutela e a salvaguardia della vita umana.Duilio Cobol (Coordinatore Comsub)

AD ANDREis,DAl cAMPANilEilluMiNAtO,uN MEssAggiO

PluRiliNguE Di PAcE ...

Anche quest’anno l’Unione Speleo-logica Pordenonese CAI ha aderito con entusiasmo e creatività all’invito dell’Amministrazione Comunale di Andreis a partecipare a “Ad Andreis nevica la fantasia”, la caratteristica iniziativa che vede disseminati per le vie del paese decine di alberi di Natale, che addobbati con gioiosa fantasia da privati e associazioni, contribuiscono alla creazione di una piacevole atmo-sfera natalizia nel paese.Gli speleologi del CAI, grazie alle loro particolari tecniche di progressione in verticale, dopo aver contribuito alla nuova illuminazione natalizia del cam-panile andreano, hanno posizionato sullo stesso il loro “SpeleoAlberoNa-talizio” caratterizzato quest’anno da un augurio, scritto in varie lingue, alla PACE nel mondo.

Andreis, 2015. Il campanile illuminato con lo SpeleoAlberoNatalizio dell'Unione Speleologica Pordenonese.

... E sPElEOPREsEPiO

Dopo aver caratterizzato il nostro SpeleoAlberoNata-

lizioUSP 2015, ad Andreis, il nostro messaggio di PACE continua a essere proposto grazie al nostro SpeleoPre-sepio allestito, grazie alla disponibilità e sensibilità della Nerina (la proprieta-ria) davanti al Bar Columbia (il nostro mitico "bareto") in via San Quirino, a Pordenone.

SpeleoPresepioUSP al Bar Columbia, a Pordenone. Buon Natale a Tutti!

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sERAtADi bENEFicENzAA FAVORE DEl ciAi NEllA klEiNE bERliN

Sabato 12 dicembre il CAT, in occa-sione del 70° anniversario della sua fondazione, ha organizzato nelle gal-lerie della Kleine Berlin una serata di beneficenza con una raccolta fondi a favore del CIAI - Centro Italiano Aiuto all’Infanzia di cui il socio del CAT, Lucio Mircovich, è il volontario referente per Trieste (www.ciai.it).I fondi, raccolti in tutta Italia, sono de-stinati al progetto Pro sos in Vietnam per promuovere l’agricoltura e soste-nere il lavoro di contadini e di piccole organizzazioni di produttori.Il progetto ha l’obiettivo di offrire a 225 famiglie vietnamite l’opportunità di migliorare le proprie condizioni di vita: saranno guidate verso l’autonomia economica attraverso la coltivazione di piante medicinali, l’acquisto e la distri-buzione di sementi e di attrezzature necessarie all’avvio della produzione. La serata ha avuto pieno successo

AttiVità DiDAtticAcON lE scuOlE(DicEMbRE 2015)

Il 2015 si conclude per il CAT con una intensa attività didattica anche nel mese di dicembre.Quattro visite con le scuole (tre in grotte naturali del Carso triestino, una in Kleine Berlin) e una lezione in classe sono state effettuate questo mese.Il 1° dicembre, c'è stata l'escursione alla Grotta di Crogole (San Dorligo della Valle/Dolina) con i ragazzi della Scuola Media N. Sauro di Muggia.Accompagnati da cinque speleologi e dai loro due insegnanti, i 17 studenti hanno potuto visitare questa interes-sante grotta, che si apre sul versante sud del Monte Carso, e che dà anche la possibilità di fare una gradevole escursione in una zona ricca di specie vegetali e animali.il 2 dicembre è stata la volta di 61 stu-denti della Scuola Media di Capodistria che, accompagnati dal prof. France Malečkar hanno visitato la Kleine Berlin per una lezione di storia.Sempre il 2 dicembre, con una bel-lissima giornata quasi primaverile, è stata effettuata una visita alla Grotta del Paranco con 17 alunni della Scuola Media Caprin.La Grotta è situata nella zona di Borgo Grotta Gigante (Trieste) e presenta un ingresso stretto cui segue una breve galleria piuttosto bassa che sbuca in una sala ben confezionata.Ma le emozioni non finiscono qui: gli alunni (come pure gli accompagnatori!) hanno dovuto poi superare un breve saltino di qualche metro facilitato da una corda fissa ed una strettoia da passare strisciando dove pure il ca-schetto era d'intralcio.Comunque dopo queste "difficoltà", la bellezza e la maestosità delle concre-zioni della sala terminale della grotta hanno ripagato di tutti degli sforzi intrapresi.Il 9 dicembre Sergio Dolce ha effet-tuato un intervento in classe presso la Scuola Media Fonda Savio: argomento la fauna cavernicola, in previsione di una prossima uscita in primavera.Infine, una seconda della Scuola Me-dia Caprin è stata accompagnata il 16 dicembre nella Grotta del Bosco dei Pini (18 VG) situata nei pressi di Basovizza (Trieste).Superato il ripido scivolo iniziale con l'aiuto di una corda fissa, dopo una breve galleria discendente, la grotta

Con i ragazzi della Scuola Media "Nazario Sauro" di Muggia, alla Grotta di Crogole, sul Monte Carso (Trieste). (Ferruccio Podgornik)

Con la 1A della Scuola Media "Giuseppe Caprin" alla Grotta del Paranco (Borgo Grotta Gigante - Trieste). (Dario Gasparo)

Serata di beneficenza in Kleine Berlin con lo spettacolo "Cabaret scherzoso tra lingua dialetto e suoni". Mattatori della serata: Gianni Del Piccolo, Sara e Sergio Dolce. (Lino Monaco)

Con la 2A della Scuola Media "Giuseppe Caprin" alla Grotta del Bosco dei Pini (Basovizza - Trieste). (Dario Gasparo)

Con i ragazzi della scuola media di Capodistria alla Kleine Berlin (Trieste). (Franc Malečkar)

continua con un andamento suboriz-zontale fino ad un punto dove si divide in due rami.Dato che il ramo discendente sbuca su un salto di m 10, è stato visitato il ramo ascendente che si esaurisce in una comoda cavernetta.Questa è stata oggetto di recenti esplorazioni con lo scopo di trovare un collegamento con la vicina Grotta Impossibile.Qui, comodamente seduti, gli alunni hanno ascoltato la storia della sco-perta di quella grotta che non doveva esserci, ma che si è aperta durante i lavori per lo scavo della galleria della vicina autostrada, da cui il nome di Grotta Impossibile.È seguito l'immancabile esperimento di rimanere in silenzio ed al buio per comprendere quali sono le condizioni ambientali in cui vivono gli animali cavernicoli.Tutti molto soddisfatti sono riemersi alla luce accolti da un tiepido sole inusuale per il mese di dicembre!Hanno dato il loro tempo e la loro disponibilità i seguenti soci e amici: Guido Bottin, Alberto Buonanno, Sergio Dolce, Franco Gherlizza, Dean Leonardelli, Mario Nacinovi, Lucio Mircovich, Daniela Perhinek, Ferruccio Podgornik, Maurizio Radacich, Luca Trevisan, Josef Vuch.

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tANti AuguRiDAl PROFONDODEl cARsO

Anche quest’anno, com’è oramai tra-dizione, ci siamo ritrovati domenica 13 dicembre per scambiarci gli auguri nel “nostro” ambiente preferito: alla Grotta Noè.Qualche dubbio prima della discesa c’è stato, ma poi la calata e lo spettacolare ambiente che si può osservare scac-ciano via pensieri e perplessità.Giunti sul fondo, mentre qualcuno ha visitato i rami della grotta, qualcun’altro ha preparato cibi e bevande: vino, bibi-te, salame, panettoni e pandori hanno allietato la nostra fame, ma soprattutto le castagne arrostite sul momento da un promettente cuoco, hanno fatto assaporare un cibo particolarmente gustoso e soprattutto caldo.Al termine un buon caffè e via, pronti per la risalita con la speranza, rimasta tale però, di vedere una gara tra due prodi speleologi.Eravamo in 26 a scambiarci gli auguri

26 speleologi del Gruppo Grotte del CAT hanno voluto, anche quest'anno, scambiarsi gli auguri di Natale sul fondo della Grotta Noè (Carso triestino). (Daniela Perhinek)

NOtiziE DAllAbibliOtEcA ssi

Michele Sivelli ci in-forma che sull’OPAC www.speleoteca.it sono disponibili in full text formato ricercabile, l’intera collezione dei pe-riodici “Atti della Società Speleologica Italiana” (7 fascicoli, annate 1965-1971) e “SSI Notiziario” (21 fascicoli, annate 1973-1978). Pubblicazioni seriali che precedono il semestrale “Speleologia” iniziato nel 1979.Per informazioni:Centro Italiano di Documentazione Speleologica Biblioteca “Franco Anelli”Società Speleologica ItalianaVia Zamboni, 67 - 40126 Bolognatel 00 39 - 051 [email protected]

tROVAtA DAllO JOsPDtuNA NuOVA gROttAiN VAl ROsANDRA

Lunedì 21 dicembreAbbiamo allargato l’entrata di una nuova grotta in Val Rosandra,L’ingresso si trova sul sentiero che por-ta dalla chiesetta al “Cippo Comici”.Puro scavo vecchia maniera, per ades-so la grotta è lunga circa 15 metri.Ci siamo fermati davanti a una strettoia e il ramo è praticamente orizzontale.Appare come un vecchio inghiottitoio o, forse, una risorgiva?Mercoledì 23 dicembreIncredibile, la grotta prosegue.Alla fine del tratto percorribile, si trova una strettoia dalla quale si sente una corrente d’aria.

Claudio Bratos

Val Rosandra (Trieste). L'ingresso della grotta scoperta dallo JOSPDT. (Claudio Bratos)

Val Rosandra (Trieste). Particolare della galleria semi-orizzontale. (Claudio Bratos)

grazie alla partecipazione di Sergio Dolce, della figlia Sara e Gianni Del Piccolo che hanno allietato la serata con uno spettacolo di cabaret umori-stico sul dialetto triestino, coinvolgendo il pubblico e alternandolo, con le loro chitarre, a stacchetti musicali ispirati alle musiche degli anni ’60.Sono stati raccolti complessivamente 200 € grazie anche al contributo del CAT che ha messo in vendita alcuni libri storici il cui ricavato è stato devo-luto totalmente a favore del CIAI.

e festeggiare l’anno che si sta per concludere, auspicando un 2016 ricco di grotte, esplorazioni e, soprattutto, tanta compagnia.

Sergio Vianello

24 DicEMbRE 2015MEssA Di NAtAlEiN gROttAA cAMPONE ...

La Grotta "La Foos" (Campone - Por-denone), da 43 anni l'appuntamento più significativo e ricco di sensazioni degli speleologi e degli amici dell'Unione Speleologica Pordenonese CAI, reso quest'anno ancora più emozionante dalla musiche del Maestro Toneatto e dalle voci de Coro Parrocchiale di Flambro.

Gianpaolo Fornasier

... E bAbbO NAtAlEscENDE, cON l'ElFO,DAl cAMPANilEDi AzzANO DEciMO

Anche quest'anno lo SpeleoBab-boNatale dell'Unione Speleologica Pordenonese, con il suo fedele Elfo, discendono dal campanile di Azzano Decimo (Pordenone) portando dol-cezza ai bambini e auguri di pace per tutti.

"La Foos". Il presepio sul laghetto ipogeo.

Campone. "La Foos". I "Maestri allestitori".

Azzano Decimo. Babbo Natale e il fedele Elfo.

PREsEPiO NEllAgROttA VERDEDi PRADis

Il tradizionale "Natale in Grotta" che anche quest'anno ha visto

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È uscitO il NuOVONuMERO Di tuttOcAt

Un Tuttocat, composto da 44 pagine in cui trovano

ospitalità 19 articoli. Gran parte dei quali parla di montagna nostrana, ma anche di quella estera o leggendaria, come il mitico Kilimanjaro che ha visto sventolare il gagliardetto del CAT sulla sua cima innevata. Il nostro Gruppo Montagna sembra stia risvegliandosi a nuova vita, e questo ci rende molto felici, come continua a renderci felici il nostro Gruppo Grotte, con le sue esplorazioni e le sue spedizioni in Italia e all'estero.Nel numero si parla anche di didattica, di cultura e di scienza. E non poteva mancare il consueto appuntamento con il collezionismo "speleologico".

cAMERA E sOggiORNO AllA “NAtAlE”

Nel mese di Novembre ave-vamo segnalato la pericolosità per la caduta di sassi nella Grotta Natale.Durante il corso avevamo visto che la grossa pietra sul terrazzino in fondo al pozzo di accesso era molto instabile; muovendola appena un po’ l’avevamo ritenuta molto pericolosa e quindi l’avevamo rimossa del tutto.

Le pietre sul terrazzino erano molto instabili e ci siamo impegnati a rimet-tere in sicurezza la grotta.Con due uscite nel mese di dicembre abbiamo risolto (speriamo) in maniera definitiva il pericolo “terrazzino” diven-tato ora camera e soggiorno.Tolte le grosse pietre e spianato il ter-razzino il pozzo di accesso è almeno un metro più profondo, ma soprattutto non dovrebbe esserci più il pericolo di far cadere delle pietre mentre lo si

attraversa (vedi foto qui sotto).Al posto della grossa pietra ci sono “tondini in ferro”, e pietre cementate, il tutto ricoperto con la terra.Abbiamo ripulito anche il secondo pozzo del materiale che avevamo fatto cadere e, seppur la pulizia è stata accurata, forse c’è ancora qualche piccola pietra da rimuovere.Sul fondo un piccolo cumulo di pietre testimonia il lavoro svolto.

Sergio Vianello

la partecipazione di oltre 500 persone che hanno assistito alla S. Messa e all'arrivo del Gesù Bambino nella Grotta Verde di Pradis, accompagnato dagli speleologi del Gruppo Speleolo-gico di Pradis e dal CSIF di Udine.

Giorgio Concina

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Anche quest'anno sono aumentate le richieste di visita sia da parte degli istituti scolastici che dai gruppi organizzati. Di seguito riportiamo il resoconto delle visite nel 2015 che, però, non comprendono le mostre e le altre iniziative culturali promosse in KB.

2018 (scuole) + 494 (Ricreatori) + 1011 (Associazioni) + 2405 (gruppi organizzati e visitatori singoli) = 5928.

istituti scolastici: Scuola Media "Nazario Sauro" di Muggia (Trieste) = 68FVG Scuola Montessori "San Giusto" (Trieste) = 23FVG Scuola Media "Divisione Julia" (Trieste) = 70FVG Liceo Scientifico "Galileo Galilei" (Trieste) = 23FVG Liceo "Francesco Petrarca" (Trieste) = 18FVG IAL Istituto Alberghiero (Trieste) = 32FVG CIOFS Centro Italiano Opere Femminili Salesiane (Trieste) = 57FVG Scuola Media Slovena "Fran Levstik" (Prosecco - Trieste) = 26FVG Istituto Comprensivo Altipiano (Opicina - Trieste) = 44FVG Segretariato Italiano Studenti Medicina (Trieste) = 30FVG Scuola della Clinica Psichiatrica Universitaria - Centro Salute Mentale della Maddalena (Trieste) = 8FVG Università della Terza Età "Danilo Dobrina" = (Trieste) 74FVG Istituto Statale di Istruzione Superiore "Brignoli Einaudi Marconi" (Staranzano - Gorizia) = 46Veneto Istituto di Istruzione Superiore "Giuseppe Veronese" - "Guglielmo Marconi" (Cavarzere - Venezia) = 37Veneto Istituto Comprensivo "Andrea Palladio" (Pojana Maggiore - Vicenza) = 47Trentino Scuola Media "Pergine 1" (Pergine Valsugana - Trento) = 42Alto Adige Istituto Tecnico Geometri “Andrea e Pietro Delai” (Bolzano) = 80Alto Adige Istituto Tecnico Commerciale "Claudia von Medici" (Malles - Bolzano) = 60Lombardia Liceo Classico "Stefano Maria Legnani" (Saronno - Varese) = 36Lombardia Istituto Comprensivo Como Prestino Breccia (Como) = 71Lombardia Scuola Media "Virgilio Borghi" (Como) = 42Lombardia Scuola Media "Mons. Enrico Manfredini" (Varese) = 104Piemonte Scuola Media Statale "S. Francesco d'Assisi" (Ornavasso - Verbania) = 60Emilia Romagna Liceo Scientifico Statale "Manfredo Fanti" (Carpi - Modena) = 24Emilia Romagna Scuola Media "Dante Arfelli" (Cesenatico - Forlì) = 52Slovenia Scuola Media di Nova Gorica/Nuova Gorizia (Slovenija) = 26Slovenia Scuole Elementari e Medie di Koper/Capodistria (Slovenija) = 720Slovenia Scuola per Infermieri di Izola/Isola (Slovenija) = 61Croazia Scuola Elementare "Bernardo Benussi" di Rovinj/Rovigno - (Hrvatska) = 37 totale: 2018

Ricreatori, Oratori: Ricreatorio Comunale "Edmondo De Amicis" (Trieste) = 43FVG Ricreatorio Comunale "Pietro Ettore Lucchini" (Trieste) = 22FVG Ricreatorio Comunale "Anna Frank" (Trieste) = 24FVG Ricreatorio Comunale "Guido Brunner" (Trieste) = 24FVG Ricreatorio Comunale "Fratelli Fonda Savio" (Trieste) = 26FVG Ricreatorio Comunale "Giani Stuparich" (Trieste) = 45FVG Oratorio "Maria Ausiliatrice" (Trieste) = 54FVG Oratorio "Don Bosco" - Associazione "Il Ponte" (Pavia di Udine - Udine) = 77FVG Oratorio della Parrocchia di Vigo Novo (Pordenone) = 52FVG Oratorio della Parrocchia "San Giorgio" (Fontanafredda - Pordenone) = 83Lombardia Oratorio della Parrocchia "S. Giorgio Martire" (Casatenovo - Lecco) = 44 totale: 494

Associazioni: Microarea (Trieste) = 13FVG Center Sulslich (Lubljana) = 34FVG Cooperativa Sociale "La Quercia" (Trieste) = 11FVG Cooperativa Sociale Aracon Onlus (Udine) = 13FVG Vespa Club (Trieste) = 62FVG Comitato Cittadino "Alziamoci" (Trieste) = 83FVG Federazione Nazionale "Manageritalia" (Trieste) = 28FVG Gruppo FAI Giovani FVG (Trieste) = 39FVG Ristorante "Al Bagatto" (Trieste) = 300FVG Azione Cattolica Italiana (Trieste) = 54FVG CRUT - Circolo Ricreativo Universitario (Trieste) = 32FVG Associazione Intercomunale "Val Canale" (Tarvisio - Udine) = 43FVG Gruppo scoutistico AGESCI (Cordovado - Pordenone) = 21FVG Gruppo Grotte "Talpe del Carso" / Jamarski Klub "Kraski Krti" (San Michele del Carso - Gorizia) = 15Veneto Associazione Culturale "Giovanni Lorenzin" Onlus (Portogruaro - Venezia) = 26Lombardia Associazione Nazionale Partigiani d'Italia - Sezione "Gina Bianchi" (San Donato Milanese - Milano) = 25Lombardia Banca di Credito Cooperativo (Bedizzole - Brescia) = 35Toscana Gruppo Trekking Bagno a Ripoli (Firenze) = 27Marche Gruppi Speleologici marchigiani (Marche) = 30Slovenia Jamarsko društvo Sežana (Slovenija) = 15Slovenia Trsteno Ava Negova di Maribor (Slovenija) = 18Slovania M.E. Plast d.o.o. di Kozina (Slovenija) = 10New Zealand Gruppo Michael Howard (Nuova Zelanda) = 20 totale: 1011

Un anno di «Kleine Berlin»

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Fabio Forti & Fulvio Forti

CONSIDERAZIONI GENERALI SULLA CLIMATOLOGIA DEL PLEISTOCENESECONDO QUANTO DERIVATO DAGLI STUDI CARSICI

Dedichiamo questo scritto alla memoria dello speleologo, geologo, dott. Alfredo Bini appassionato studioso dei fenomeni carsici, che ha avuto un importante ruolo nell’analisi della datazione dei banchi di concrezioni calcitica presenti nelle grotta degli orsi spelei sulle Conturines, argomento questo affrontato nello studio di Gernot Rabeder qui trattato.Ricordiamo ancora un grande merito di Alfredo Bini per i suoi importanti studi e le corrispondenti conclusioni con le nostre ricerche per quanto riguarda il fondamentale ruolo dell’ - erosione - nella morfologia del paesaggio…, carsico compreso.

* * *

In merito al lavoro sui resti degli - orsi delle caverne - rinvenuti sulle Conturines, vedi in: Forti F. & Forti Fu. (2014), viene precisa-to che nella bibliografia citata sull’argomento, mancava lo studio di: rabeder G. (1992). Un tanto appare indispensabile, per motivi di completezza su di un argomento piuttosto complesso, trattandosi del ritrovamento in una grotta posta a ben 2800 metri di quota. Sconcertante, sulla base delle attuali conoscenze, alquanto abitudinarie, deve essere considerato (per chi se ne è accorto dallo scritto) il fatto della: … presenza in ogni parte della cavità, di un abbondante concrezionamento calcitico, che si trova in una evidente fase dis-solutiva, ad opera delle acque di circolazione, (attualmente fredde) in netto contrasto con quelle acque, che invece ne hanno provocato la crescita ed il loro sviluppo - allora - assolutamente non, … fredde.Tale situazione, sebbene meno spinta (per evidenti difformità termiche), si riscontra anche sul Carso Classico, ma non viene segnalata nella dovuta maniera. Si tratta in ultima analisi di chiarire il grande problema esistente su cosa nella realtà si intende: tra la definizione ed il vero significato di - periodo glaciale - ed il, … postglaciale, che dovrebbe arrivare fino al presente. Oppure, o meglio nel caso contrario, siamo in presenza di una situazione climatologica, completamente diversa.Dagli studi eseguiti in diverse aree carsiche, negli ultimi quarant’anni, vedi lavori citati nella bibliografia allegata, non è stata - mai - rivelata alcuna traccia di situazioni derivate e condizionate, dalle così dette - glaciazioni - in riferimento ai depositi di riempimento chiaramente alluvionali, delle doline. Al contrario e proprio in merito alla diffusa presenza dei medesimi depositi di riempimento nelle grotte, appare invece sempre ed in tutta evidenza, la presenza di una situazione decisamente - diluviale - caldo umida, con grande sviluppo del concrezionamento calcitico, situazione questa, avvenuta nel corso del Pleistocene.Attualmente, siamo invece in presenza di un clima molto più freddo, decisamente meno piovoso, con tendenze al graduale assor-bimento dei suddetti depositi nelle grotte, oltre al deciso rallentamento e cambiamento cromatico del concrezionamento calcitico. Fenomeni di assorbimento dei depositi alluvionali, sono invece particolarmente presenti nelle doline. Per contro, negli ultimi 12.000 anni si assiste alla presenza di coperture glacial - nevose, ovviamente sui sistemi montani e tutto ciò in linea molto generalizzata. Appare strano che nell’ambito degli studi carsico - speleologici, nessuno si sia (ancora) accorto di una tale situazione, riguardante un importante fenomeno climatologico - evolutivo.A questo proposito ed a puro titolo di esempio, riprendendo dallo studio del: rabeder G. (1992), che è stato anche presentato sulla rivista: Il Carso - 8 (senza data, si ritiene sia del 1993), del Gruppo Speleo Luigi Vittorio Bartarelli del CAI di Gorizia dove, sulle “Segnalazioni” viene sottolineata l’importanza della scoperta, ma solamente da un punto di vista: paleontologico, per il resto,… non vi si riscontra, alcuna attenzione.Considerato quanto sopra, si segnala che sul lavoro di: Forti F. & Forti Fu. (2014), si è avuta, una certa reazione determinata dalla - sorpresa - in particolare quando viene affrontato il problema inerente il concetto di - periodo glaciale - al contrario definito invece quale - periodo diluviale -.È palese che nel caso delle Conturines, da parte di una ormai molto lunga sequenza di studi paleo ambientati relativi ad - argomenti - carsici (in particolare ipogei), su tali ritrovamenti ad Ursus spelaeus, erano apparsi dei vistosi - problemi - da lungo tempo sospettati, a conferma del fatto che il condizionamento di tipologia - diluviale - qui regna sovrano, con il concorso relativo al significativo con-crezionamento calcitico, formatosi ed evolutosi nell’arco di centinaia di migliaia di anni in una situazione climatica, indubbiamente ed in modo assoluto, non fredda.

* * *

Riprendendo il concetto, in particolare dei depositi di riempimento (terroso-argilloso-detritici) generalmente presenti nelle cavità a galleria e delle loro condizioni deposizionali, come ricordato, con tendenze ad un progressivo anche se molto lento processo di assor-bimento, nelle cui indicazioni sulle situazioni paleo climatiche, dalla bibliografia che viene indicata, si può chiaramente osservare, che il quesito o meglio - problema - su di una tale complessa situazione, è iniziato ad essere stato trattato da Forti F. (1974), nell’ambito dell’allora Istituto di Geologia e Paleontologia dell’Università di Trieste, con il contributo del Consiglio Nazionale delle Ricerche.Ciò significa che ormai da ben 40 anni, ci si è occupati di un tale - problema - che qualcosa nelle grotte o cavità carsiche in generale non reggeva o, concettualmente non combaciava, da un punto di vista climatologico generale, tra supposte situazioni glaciali, in netto contrasto con evidenti situazioni diluviali. Ma, dal tempo in cui erano state appena configurate dette ricerche paleo ambientali nelle grotte ed in questi studi iniziali, non era possibile esprimersi diversamente da un - condizionale - quasi imperativo dal 1830, in seguito

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confermato nei primi decenni del XX secolo, sulle ere o periodi glaciali. Venne così appena sottolineato che: detti sedimenti mobili presenti nelle grotte a galleria: … debbono essere considerati apporti pluviali durante le fasi glaciali e postglaciali.Ci si rende conto di una tale incongruenza, ma ancora attraverso molte altre successive ricerche in: Forti F. & Forti Fu. (2004), quindi 30 anni dopo, si confermava quanto sopra esposto e si formulava una proposta rivolta in particolare, non solo agli speleologi, ma anche a tutti coloro che accettano di: rivedere con molta cura tutti i fenomeni relativi a quei particolari periodi climatici … concludendo con la considerazione che: … il terrore del nuovo non ha mai giovato alla scienza, … ma il risultato di tale proposta, cadde (anche allora) nel più profondo silenzio.Sommessamente si vuole ricordare, che gli studi sulle - grotte - nel vero significato del termine - ricerche - è apparso con serietà d’intenti a partire dal 1950, poiché per un lungo tempo, … non si era considerato ed attentamente valutato, che tali ambienti ipogei, conservavano quasi intatte situazioni paleoclimatiche non solo nell’arco delle migliaia di anni, ma anche delle decine e centinaia di migliaia di anni. Recentemente sono stati anche segnalati al loro interno dei depositi pliocenici databili quindi a milioni di anni!Certamente il vincolo comportamentale per quanto riguarda in particolare l’esploratore delle grotte, deve essere quello che: quanto si vede o semplicemente si osserva, non deve essere mai rapportato al - presente - ma considerato ed attentamente valutato come un chiaro ed indelebile segnale, che ci proviene da un lontano passato.Ma tali segnali, talora deboli ed anche sovrapposti con altri eventi, devono comunque essere attentamente studiati, poiché se costan-temente rinvenuti in molte altre cavità, anche in diverse aree carsiche, allora è necessario se non indispensabile, iniziare a rivalutare, anche all’esterno delle cavità se, segnali morfologici - così ritenuti dagli scritti a cui si deve attribuire cieca obbedienza - che si siano generati in periodi glaciali, … siano effettivamente tali.Giunti a questo punto appare necessaria una considerazione: è stato affermato che solo a partire dal 1950 si è dato inizio ad una vera e propria ricerca scientifica in tutti i suoi aspetti sulle grotte, con la constatazione, che da quando erano iniziate le vere esplorazioni, a partire dalla seconda metà del XIX secolo, ci si sia finalmente accorti che non bastava considerare solamente le grandi scoperte, come ad esempio nel caso delle Grotte di Postumia, ma operare su rilievi in vasta scala, non su poche centinaia di cavità ma su migliaia. Alla fine apparve però un vuoto, ... determinato dalla sorpresa per la loro eccessiva varietà e quantità.Giunti a questo punto, viene da porsi una domanda: … ma cosa sono le grotte?Nei primi anni dopo la seconda guerra mondiale, apparvero alcuni sporadici esploratori che vollero ulteriormente approfondire le ricerche sulla genesi ed evoluzione di tali cavità, cercando di superare il semplice concetto chimico dei componenti - cause: CaCO3 - H2O - CO2.Ma oltre la chimica, doveva entrarci anche la geologia, con la stratigrafia, la tettonica, la geomorfologia, l’idrogeologia, la cristallogra-fia, ... dove in particolare ci si accorse esistere una forte differenza (dissolutiva) tra micriti e spariti, mai prima segnalata e molto più tardi comparvero anche le misure sull’erosione (fisica), il tutto per cominciare a capire che in questo modo, si sarebbe potuto - appena - dare inizio, ad osservare e considerare la genesi e l’evoluzione delle grotte in un modo alquanto diverso.In merito al - nuovo - problema della consumazione erosiva sulle acque di scorrimento nelle cavità a galleria ed anche nelle forre e gole, prendiamo di base per tali ricerche, la Forra del Torrente Cosa, nell’area carsica di Pradis (Clauzetto, nelle Prealpi Carniche). Dopo molti anni di specifiche ricerche micrometriche si ottennero delle precise misure sugli abbassamenti delle superfici rocciose in alveo, dovuti a consumazioni - erosive - per valori di decimi e fino ad 1 mm, di roccia calcarea dopo una particolare piena, durata solo per delle ore. Consumazione questa dovuta al rotolamento di sassi e massi rocciosi, quindi - non - di genesi carsica (*).

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Riteniamo sia noto che gli svizzeri scopritori o inventori del concetto di ere glaciali, nei primi anni del XIX secolo, lo fecero proprio ai tempi degli inizi, delle ricerche geologiche sul nostro pianeta. Ma a quei tempi, delle grotte o cavità carsiche cosa si sapeva?Solamente per fare un semplice esempio, certo Ignazio Kollmann, nel suo “Trieste ed i suoi dintorni nel 1807” (tradotto dal tedesco: Triest und seine ungebungen) nel capitolo - la grotta di Corgnale - si tratta forse della più antica cavità in senso turistico (1633) esisten-te in Europa, viene qui definita quale: … terribile pantheon sotterraneo, … al cui ingresso sembra spalancarsi ghignando, … dove il viaggiatore scopre rabbrividendo, … l’apertura che conduce nelle gonfie viscere della terra. E cosi, avanti (und so weiter).Se tutto ciò, allora era il concetto scientifico delle cose naturali, non crediamo che l’effetto - svizzero - all’osservazione dei ghiacciai, presenti in quel tempo, fosse stato meno catastrofico. Ricordiamo infine che le famose, celebri e decantate Grotte di Postumia sono state scoperte nel 1818 e solo da allora, ossia 130 anni dopo, si è dato inizio all’indagine sui contenuti strutturali delle grotte, con mag-giore competenza, serietà e volontà, soprattutto per capire la loro presenza sulla base della diversità delle ambientazioni geologiche.Va ricordato che sulle grotte per lungo tempo, si era solo pensato di stabilire record di profondità, lunghezze, vastità ambientale. L’uni-ca reale motivazione scientifica è stata rivolta invece, anche con grande competenza, agli scavi paleontologico - archeologici, dove guarda caso tutti gli studiosi hanno sempre parlato di: sedimenti diluviali, … vedi ad esempio, per il Carso triestino, i grandi nomi del Marchesetti e del Battaglia.Altri speleologi e studiosi si erano invece dedicati alla ricerca dei corsi d’acqua sotterranei, tipo il Timavo per l’approvvigionamento idrico della città di Trieste, che portarono nel tempo alla non facile comprensione della circolazione idrica negli ipogei carsici.Avendo con ciò notato e più volte accertato, che nelle grotte (a galleria) c’è la costante presenza di elementi derivati da situazioni, chiaramente di origine - alluvionale - e quindi dovute, da un punto di vista climatologico: nettamente caldo-umide e molto piovose. Di conseguenza nell’ambiente esterno, appare un po’ difficile che ci sia stata una diversa contemporanea presenza di morfologie ap-partenenti ad un: freddo-glaciale.È evidente che qualcosa non corrisponde, non combina e di conseguenza è sempre più necessario compiere delle ricerche, anche sulle geomorfologie delle valli fluviali, talora profondamente incise in chiare strutture a canale, sulle forre, gole, falde di detrito cementate (impossibile in climi freddi), e così di seguito.Rivedere le strutture definite moreniche, in particolare quelle tipo l’enorme terrazzo fluvio-diluviale del Tagliamento, dove appare

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molto difficile che dalla - stretta di Venzone - sia fuoriuscita per una lunghezza di una ventina di chilometri tale massa morenica con una pendenza media della sottostante valle inferiore al 1%. Si è provveduto ancora a ripassare con cura e lungamente le (attuali) strut-ture glaciali residuali del Monte Canin, della Marmolada ed anche dei grandi ghiacciai della Svizzera, riscontrando che il così detto periodo freddo o glaciale, ci appare riferito - in particolare - appartenente agli ultimi 12.000 anni.In via del tutto informale è interessante far notare che a seguito delle perforazioni fatte sul ghiacciaio dell’Ortles e delle successive datazioni fatte sulle carote di ghiaccio, è risultato che i sedimenti ghiacciati più profondi e quindi più antichi, avessero un’età non superiore ai 3000 anni!Il confronto ed il rapporto su tale considerazione deriva dal fatto che nelle grotte (cavità a galleria), il concrezionamento calcitico ha iniziato a modificare la sua crescita a partire dai 25.000 anni per arrivare ad un diffuso rallentamento ed anche ad un parziale arresto, a partire dai 12.000 anni.Quindi nelle grotte la situazione del concrezionamento calcitico ci dimostra con evidente chiarezza il passaggio da un diluviale (cli-matologicamente caldo) ad una situazione (attuale) decisamente molto meno piovosa e senza dubbio più fredda.A conferma di quanto sopra esposto, Forti F. & Forti Fu. (2009) hanno ulteriormente approfondito sul risultato di tali ricerche eseguite sul Carso triestino e poste poi a confronto con altre situazioni idro-geomorfologiche presenti in diverse aree prealpine ed alpine, anche d’alta quota, in particolare nella zona relativa al Groesser Aletschgletscher Oberland Bernese.Anche dopo tale nuova attenta valutazione, sull’argomento in questione, è apparso sempre, … un ulteriore silenzio!Concludeva detto lavoro, con una proposta di completa revisione sugli studi inerenti i depositi di riempimento delle grotte a galleria, a cui seguì sempre, … un completo disinteresse. Eppure nel suddetto studio era stato anche trattato in particolare l’argomento riguar-dante la cavità degli orsi sulle Conturines, con tutti i problemi ivi riscontrati, anche in merito al concrezionamento calcitico.Riprendendo in attenta considerazione lo studio di rabeder G. (1992), viene ad esempio osservato, che secondo l’Autore gli orsi spelei - scomparvero - ai tempi in cui i ghiacciai - apparvero - su tutte le Alpi, da 20.000 a 12.000 anni fa, … Ma, cosa intende dirci, si rife-risce forse da quando - appena - iniziava il freddo? O abbiamo capito male? Secondo un loro dire, non cessava invece ciò che vogliono farci intendere, … ossia l’era glaciale? Si continua affermando trattarsi di un peggioramento del clima, con estati che si accorciarono, gli inverni si allungarono, quindi mancanza di cibo per gli orsi (erbivori). Ci dice anche che 30.000 anni fa l’uomo - cacciatore saliva volentieri sui pendii innevati, per uccidere gli orsi in letargo, nelle alte caverne poste fino a quasi 2000 metri di quota.La stranezza di questo discorso concorda invece e del resto, con la considerazione che il clima - freddo - è apparso effettivamente, come viene ampiamente dimostrato dai nostri studi sul concrezionamento calcitico nelle cavità carsiche, in merito al costante loro degrado, proprio a partire dai 12.000 anni fa! Ma allora l’era o periodo glaciale come voluto o dovuto dall’ipse dixit, quale significato potrebbe o dovrebbe avere? Secondo il nostro modesto, ma molto documentato punto di vista, verso i 12.000 anni fa, cessava invece il periodo - diluviale - ed iniziava un periodo molto meno piovoso, ma decisamente più freddo, dimostrato dallo stabilirsi allora dei ghiacciai anche a quote decisamente molto più basse, quale ad esempio quello del Monte Canin nelle Alpi Giulie, che attualmente è quasi completamente scomparso.Solo per inciso, ricordiamo che la massa calcarea del Canin comprende oltre un migliaio di grotte con vastità chilometriche, generatesi nell’arco degli ultimi milioni di anni, non certo a causa di ere o periodo glaciali.A proposito di un tale tema, oltre che in rabeder G. (1992), anche in rabeder G., NaGel d. & Pacher M. (2000), trattando sempre del problema inerente gli orsi delle caverne, tali Autori si presentano e concludono il loro testo con la semplice domanda: Warum ist der Hoehlenbaer vor ungefaert 15000 Jahren schlisslich ausgestorben?Le loro risposte, considerato che non conoscono le scienze carsiche, vertono a ricercare cause - esterne - quali catastrofi, epidemie, degenerazioni varie ed infine ci illustrano delle piuttosto incerte cause climatiche.Ma la semplicità, nella diversa realtà di dette cause illustrate nella bibliografia allegata, per valutare invece con attenzione, i segni lasciateci dalle variazioni climatiche (esterne) nell’ambito di quella particolare e specifica ricerca che è stata sviluppata nell’arco di una quarantina d’anni. spesi in dette analisi nelle cavità carsiche ed anche nei depositi di riempimento delle doline, ci raccontano sempre di un passaggio da un complesso periodo diluviale pleistocenico, ad una variazione climatica piuttosto fredda, con la conseguente e logica scomparsa di ogni forma vegetazionale alle alte quote e quindi alla totale assenza della possibilità di nutrimento degli orsi (erbivori), delle caverne.Stesso problema ci appare del resto negli studi inerenti la transizione dal Neanderthal al Homo sapiens, anche questo fruitore delle caverne, si trova in un recentissimo studio in: Frera M. & del PuNta V. (2015), a proposito degli scavi nella Grotta di Fumane (Parco della Lessinia).Siamo quindi in una valle laterale della Valpolicella (VR), in un ambiente collinare circondato a W ed a S dal Fiume Adige, dove appare logica, la presenza per ben 45.000 anni (da 90.000 a 45.000) dell’uomo di Neanderthal, cacciatore, poiché secondo un pur modesto punto di vista, nell’arco dei tempi - diluviali - tutte le pianure erano totalmente invase dalle acque, quindi intransitabili ed inutilizzabili per l’uomo Neanderthal.Ciò viene anche ampiamente dimostrato (in ambiente collinare - montano) della contemporanea presenza di ippopotami, rinoceronti, iene, elefanti, cervi, orsi, e così via, che anche loro dovevano avere qualche difficoltà - ambientale - nelle pianure invase dalle acque diluviali, difficoltà non certo legata a situazioni glaciali, dove tutto ciò appare illustrato, con un semplice - accenno - in: Forti F. (2006).Ma dallo studio sulla Grotta di Fumane, particolare interesse dagli scavi ivi eseguiti, appaiono degli elementi indicativi della transi-zione dal Neanderthal (qui precisato: dell’Europa glaciale) al Homo sapiens attraverso la presenza di individui che circa 42.000 anni fa, sarebbero apparsi sulle terre europee. Un tanto viene indicato come la transizione al Homo sapiens e riguarda in particolare, la sua graduale occupazione delle - pianure alluvionali - e l’inizio di un vero progresso, chiamiamolo culturale, con la cessazione, non delle ere - glaciali - ma di quelle diluviali.Infatti le tracce rinvenute nei vari scavi archeologici eseguiti sia nelle pianure che nelle valli alpine dimostrano che dal Mesolitico - Neolitico, vi si trova costantemente una maggiore presenza umana che ha lasciato delle tracce sempre più evidenti.

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In chiusura di quanto sopra considerato, nel merito dei chiari dubbi, ma non palesemente esposti nel lavoro di rabeder G. (1992), per quanto riguarda i così detti periodi glaciali in rapporto con le reali condizioni trovate nella grotta degli orsi spelei delle Conturines, il concetto delle acque di pioggia di un diluviale, non viene mai accennato, eppure la loro azione dissolutiva ed erosivo-dinamica, ha da sola portato al risultato - morfologico - sia delle montagne, che delle grotte, oltre a quello delle pianure, come in linea generale sul nostro pianeta, (per)ora le vediamo.Infatti osservando verso il tramonto, con vista da mare a monte la catena alpina, osservate la frequente seghettatura delle vette con evi-denti figure a “punta”. Del resto chi percorre le nostre montagne quante volte avrà notato delle forme a; … torre, torrione, pinnacolo, campanile, cono, piramidale. A proposito delle sunnominate Conturines, in voce ladina significa: con le torri.Per quanto riguarda i campanili, indubbiamente crediamo che il più celebre sia appunto il Campanile di Val Montanaia nell’alta Val Cimoliana (Prealpi Carniche).Tutte tali forme morfologiche senza ombra di dubbio sono state determinate dall’evento - pioggia - nelle sue vere espressioni: come acqua che cade dall’alto in forma liquida. Sul nostro pianeta e nell’arco di milioni di anni è riuscita a creare tali forme residuali.Da quanto sopra esposto, ci si riferisce alla genesi ed evoluzione delle piattaforme carbonantico - calcaree e dolomitiche, emerse da un regime di sedimentazione di geosinclinale ad opera di un’orogenesi. In seguito, trasformate dall’acqua cadente dall’alto, nell’attuale paesaggio.Al contrario, in merito al risultato morfologico condizionato dalla pioggia, (si) vuole invece sempre dimostrare, che esiste solo la vali-dità di quanto - stabilito - agli inizi del XX secolo, da Albert Penck in merito ai 3 periodi glaciali poi diventati 4, che presero dei nomi da fiumi bavaresi (?), … con l’aggiunta di 3 periodi caldi, definiti interglaciali.Oggi si considerano fino a ben 17 periodi glaciali, intervallati da altrettanti periodi interglaciali! Veniva però anche considerato, che c’erano delle variabili dubitative ed allora, vennero inserite delle possibilità, denominate - interstadi - e comunque sempre nel campo delle 4 - grandi - glaciazioni pleistoceniche.Appare piuttosto strana questo continuo accorgersi di un’ulteriore suddivisione - calda - derivata probabilmente dal fatto che già nei primi decenni del XX secolo, erano state segnalate presenze di resti dell’orso spèleo, in caverne ad alta quota sulle Alpi.A conferma di tali dubbi, sempre in rabeder G. (1992), si dimostra che pure con le analisi sui i resti di polline fossili, trovati nei depo-siti di riempimento delle grotte con gli orsi spelei, poste a quote molto elevate, quali ad esempio nell’antro di Ramesch (**), era stato rilevato e considerato un clima molto più caldo dell’attuale, tra i 64.000 ed i 31.000 anni fa.Ma allora tali - tempi caldi - non risultano invece palesemente non in corrispondenza con l’ultimo stadio - glaciale - chiamato Wurm? Particolare interessante è che questi pollini appartenevano addirittura ad una - flora - costituita da: querce, faggi, tigli.Non bastassero i dubbi prodotti dalle incompatibilità climatiche, senza capire e di conseguenza concludere alcunché, ci voleva che ve-nisse in aiuto la famosa curva di Milankovic che anziché risolvere il problema climatologico sulla presenza degli orsi sulle Conturines (ed anche altrove sulle Alpi), tale problema venne praticamente bloccato. Dai dati astronomici risultò un numero talmente alto di fasi glaciali ed interglaciali, dove il tutto diveniva inaccettabile.Solo per inciso, negli anni che seguirono, tale curva veniva però accettata,… ma la stranezza di un tale alquanto complesso discorso, verte sempre sul tema principale: tutti gli - studiosi - a proposito dei climi che riguardano il Pleistocene, ci parlano sempre del rapporta tra caldo e freddo.Come mai la parola - pioggia - nell’argomento climatologico in oggetto, continua ad essere ignorata?Viene affrontato anche il metodo con gli isotopi dell’ossigeno ma non risulta che tali ricerche avessero portato ulteriori - certezze - sulle fasi climatiche, caratterizzanti la presenza degli orsi sulle Conturines nel periodo sempre definito glaciale, ma sicuramente appartenente ad un ciclo climatico completamente diverso.Ancora un discutibile condizionamento nel testo in questione è quando viene affrontato il problema - carsismo - basandosi unicamente su formule chimiche: CaCO3 - H2O - CO2.A questo proposito va ricordato e sottolineato, che CaCO3 è la formula chimica del carbonato di calcio, mentre la - roccia calcarea - è un aggregato di minerali tra cui prevale il carbonato di calcio, nelle forme cristalline micritiche e sparitiche, con notevoli differenze dissolutive tra le due tipologie calcitiche. Molto spesso è presente anche il CaMg (CO3)2, oltre a deboli quantità di FeO2, assieme a consistenze molto variabili, di un generico - residuo insolubile - (per lo più della tipologia definibile argillosa), che il tutto, da luogo, nella fenomenologia carsica, a profonde variabili morfologiche, sia superficiali che sotterranee.Tali precisazioni facenti parte di un carsismo su base strettamente geologica, riguarda appunto quella parte dello studio di rabeder G. (1992), dove viene descritta l’origine della cavità in questione. Genesi che ha seguito il processo carsico (normalmente) secondo i piani di frattura, di faglia, di stratificazione, aggiungendo che il fenomeno dissolutivo è derivato dalle acque di provenienza meteorica sulle superfici carsiche, penetrate in profondità lungo i suddetti sistemi disgiuntivi delle rocce carsiche.Non viene però minimamente accennato, perché sempre ignorato nella normale ricerca carsica, il fattore - erosivo - dovuto all’energia di scorrimento delle acque in tali gallerie, nel corso di lunghissimi periodi diluviali caldo umidi. Tale energico scorrimento ha causato un continuo rotolamento di sassi, massi, che ha prodotto il fenomeno della consumazione meccanica di gran lunga superiore, all’inizia-le azione dissolutiva di allargamento delle fratture rocciose. Si aggiunge che ciò avvenne nel complesso dei tempi (geologici) e si può tranquillamente parlare anche di milioni di anni. Appena in tempi di molto successivi, si è prodotto quel concrezionamento calcitico fittamente stratificato, della durata di qualche centinaia di migliaia d’anni.Tale fenomeno risulta ben presente in forme molto più potenti, al fondo delle grandi gallerie paleo fluviali del Carso Classico ed in questo caso assai prima dei grandi alluvionamenti pleistocenici, che hanno sovrapposto tale concrezionamento calcitico.Il tutto quanto sopra esposto, viene semplicemente - indicato - per la necessaria e doverosa comprensione, che il processo carsico è an-cora tutto da indagare e da scoprire e talvolta anche da reinterpretare, prima di tentare di capire esattamente qualcosa non chiaramente e completamente definibile, presente sulle - attuali - superfici carsiche. In altri termini tutto ciò costituisce un derivato (totalmente

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scomparso) da un inizio avvenuto su di una paleo superficie carsica, asportata almeno per qualche centinaio di metri al di sopra di quella a noi presentemente percorribile.Da nostro sopralluogo nella grotta sulle Conturines in esame, è stata prodotta un’indicazione geologico - carsica riguardante una ca-vità - a galleria - di assai lontane origini, attualmente quasi impossibili da valutare ed immaginare. Genesi riguardanti una situazione geomorfologica protrattasi per molti milioni d’anni, il cui risultato attuale è un vero e proprio “relitto di cavità”, inteso questo nel significato riguardante una struttura derivata da complessi condizionamenti di idrogeomorfologia carsica.Per assumere migliore conoscenza nei particolari, consultare in: Forti F. & Forti Fu. (2014).Resta però inteso che lo stesso Gernot Rabeder, in chiusura del suo lavoro, ci dimostra notevoli perplessità sui famosi cicli caldo - freddo, per cui esprime il pensiero che i geologi nell’elaborazione delle loro ipotesi e teorie riguardanti la situazione della storia del clima alpino, dovranno tenere nel debito conto quanto osservato, studiato, rilevato, nella caverna posta a 2800 metri di quota sulle Conturines.

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Si ritiene che colui che pensa fuori dagli schemi, riponga nella creatività la ragione della propria esistenza. Ciò vale anche, se non soprattutto, per le ricerche scientifiche. Purtroppo la storia dell’uomo ci dice, che la creatività è molto spesso associata alla, … follia. Va però aggiunto in particolare, che ciò avviene quando ci si avvicina, al principio basato sull’inviolabilità degli argomenti definiti intoccabili. Del resto, tale argomento doveva suscitare interesse quando già in antico tempo qualcuno diceva che una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta.Sempre in riferimento sul - caso - fin qui esaminato, affrontiamo l’argomento relativo alla modellazione della superficie delle terre emerse sul nostro pianeta ed analizzia-mo quale sia il motivo fondamentale delle sua evoluzione geomorfologica. Assumiamo come tipico esempio indicativo, una cartolina illustrante le celebri Tre Cime di Lavaredo. Spettacolari torri dolomitiche come ci appaiono, perfettamente isolate. Eppure si tratta di rocce sedimentarie triassiche, derivate da un enorme bacino di sedimentazione di geosinclinale, dove per molti milioni di anni, sul fondo di quegli antichi mari si sono depositate, per qualche migliaio di metri in potenza stratigrafica, rocce calcaree e dolomitiche.Infatti se si osserva bene la loro struttura sedimentaria, non sarebbe da chiedersi: ma tutta tale enorme massa rocciosa di cui le Tre Cime sono solo un semplice relitto, quella - parte - rocciosa che le stava attorno dove, come ed in quale modo, è scomparsa o meglio, … dove è andata a finire e soprattutto perché e come?Partiamo, in senso geologico, un po’ più da lontano nei tempi - deposizionali - di quelle rocce.S. Warren Carey (1986), nel suo trattato avente per argomento: … La Terra in espansione, alla pag. 207, tratta dello sviluppo di una geosinclinale laddove in tempi successivi, si è sviluppato un orogene, determinato da un costante sviluppo, di un continuo allungamen-to crostale, con la conseguenza di un’intrusione di un diapirismo magmatico, che ha poi spostato lateralmente anche per un centinaio di chilometri, le rocce calcaree e dolomitiche che si erano per lungo tempo depositate in tale bacino.Ciò avvenne una quarantina di milioni d’anni fa e forse anche prima. Tali rocce sedimentarie da quel momento sono state esposte al-l’azione della degradazione meteorica, ovviamente e necessariamente di origine piovosa. Conseguenza: … una relativa azione di con-sumazione, ha inesorabilmente abbassato per dissoluzione effettuata in particolare su tali rocce generalmente calcaree e dolomitiche.Secondo una lunga serie di misurazioni micrometriche eseguite nell’arco di oltre trent’anni in diverse situazioni, sul Carso Classico, sulle Alpi e Prealpi Giulie, Alpi Dolomitiche, ed in diverse altre zone alpine, è stata accertata per i calcari una consumazione media di 0,02 - 0,04 mm/anno, per le dolomie 0,01 - 0,02. All’apparenza sono dati quasi insignificanti agli effetti di un controllo visivo, per la corrente mentalità della conoscenza rivolta al presente.Proviamo ora a moltiplicate 0,02 mm per 10 milioni di anni: ne risulta un abbassamento per la sola consumazione dissolutiva pari a 200 metri. Ammettiamo che dall’inizio dell’orogenesi siano passati almeno 40 milioni di anni, che ci portano ad una ipotesi di consu-mazione per abbassamento dissolutivo di 800 metri.Tutto ciò ovviamente viene riferito ai dati misurati e che si riferiscono alla - attuale - climatologia (***).Sulla base di quanto esposto si risolve con estrema evidenza che il fattore pioggia, piovosità, nelle varie sue espressioni e possibilità, quali situazioni - diluviali - con conseguenze alluvionali, trasporti fluviali, valli alluvionali, terrazzi fluviali, che rappresentano il sicuro risultato morfologico di dove e come è andato a finire, quanto è rappresentato (mancante) dalla visione offertaci dalla cartolina delle Tre Cime di Lavaredo.A proposito, ed in conclusione, … di trasporti - solidi - operati dai corsi d’acqua e solo nel corso del diluviale pleistocenico, si vada ad osservare la documentazione esistente (nei luoghi di origine) ad esempio degli - attuali torrenti - che si immettono nella Valsugana, quali immissari nel Fiume Brenta, dove in certi casi nella grande massa alluvionale (dell’attuale configurazione di torrente), si rinviene la costante presenza (in questo caso) di massi granitici del volume di decine di metri cubi.Questi presentano evidenti segni di arrotondamenti degli spigoli, tipico fattore dovuto ad un costante e per lungo: ... spazio - tempo e tragitto, segnale di spinta idrica e conseguente rotolamento del blocco roccioso. Certamente con le pioggerelle dell’attuale Olocene, tale fenomeno appare impossibile da valutare nella sua grandiosità ed importanza consequenziale dell’allora consistenza “diluviale”. Ma se possono esserci ancora dei dubbi su quanto affermato, necessita rivolgersi, a questo proposito, all’Università di Mosca (Russia), dove già dal 1884 qualcuno dubitava fortemente sulle - cause - di un’era glaciale.Sempre a parziale conferma di quanto affermato, anche molto prima, Horace Benedicte de Saussure (1740-1799) nell’area del Monte Bianco, aveva chiaramente intuito che dei grandi massi rocciosi trovati nel profondo di quelle valli alpine avrebbero potuto essere stati li trascinati dalle acque di fiumi e torrenti, nel corso di grandi piene, anche per molti chilometri.

Le Tre Cime di Lavaredo.

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Per completezza dei casi esaminati dell’argomento in questione vedere in: Forti F. & Forti Fu. (2009). (****)A completamento di un tale complesso problema, di cui non si vuole arrivare ad una conclusione, ma solamente ad un’attenta revisione sulle cause geomorfologiche, legate nel caso in particolare, agli aspetti carsici epi-ipogei, con effetti dovuti prevalentemente ad azioni diluviali.Con grande umiltà, pazienza e costanza, vi esiste sempre la possibilità e la necessità di eseguire numerosi controlli diretti su effetti morfologici determinati da dette condizioni, in particolare nel corso del Pleistocene.Tutto ciò viene - indicato - semplicemente, da un: cultore della materia in carsismo (1976), che da settant’anni, ricerca, studia, racco-glie, percorre, ritorna, confronta, sempre con molta pazienza, la non facile comprensione di fenomeni legati alla lunga, complessa e molto articolata storia del nostro pianeta e da uno speleologo, che da quasi 50 anni visita, osserva, studia ed annota morfologie osser-vate in grotte non solo del Carso Classico ma di tutto l’arco Alpino nonché percorrendo diverse centinaia di chilometri e migliaia di metri di dislivello lungo montagne e ghiacciai di tutte le Alpi.

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Note(*) Vedere in particolare in: Forti F. & coNciNa G. (2012).(**) Scavi eseguiti in grotte del Totes Gebirge (Ramesch- Knochenhoehle).(***) Data la complessità dell’argomento vedere in: carulli G.B. (2012), seguire la bibliografia relativa a tale argomento presente in: Forti F.(****) Consigliamo documentarsi in merito a questo complesso problema, con le ricerche proposte da: Dr. Yu. N. Golubchikov - Leading Resear-cher of Geographical Faculty of Moscow State University, dove illustra i risultati dei lunghi studi effettuati su tutti gli odierni ghiacciai del nostro pianeta; che sono state proposte 200 ipotesi per spiegare le cause delle - ere glaciali - ed il loro numero continua a crescere; che sarebbe molto più facile accettare il diluvio globale piuttosto che la teoria della glaciazione; che è stato un grandioso diluvio, come lo attestano tutte le leggende sacre dell’umanità; che se le pianure furono coperte da enormi ghiacciai, l’uomo troverebbe la sua origine e sviluppo ai tropici, si sarebbe evoluto dalla scimmia e sarebbe arrivato qui dall’Africa, come sostiene oggi la scienza. Ma se la glaciazione non è avvenuta, se le pianure sono invece state inondate, le cose potrebbero non essere affatto andate così (aggiungiamo che secondo i nostri studi - vi è una perfetta corrispondenza con questa conclusione).

Bibliografia essenziale puramente indicativa in ordine non di Autore ma di data

Forti F. (1974) - Considerazioni sui depositi di riempimento delle cavità carsiche nel Carso Triestino - Atti e Memore Commissione Grotte “E. Boegan”, 13, (1973): 27-37, Trieste.

Forti F. (1981) - Genesi dei depositi di riempimento nelle cavità a “galleria” del Carso Triestino - Atti Soc. Preistoria. e Protostoria. Regione. Friuli - Venezia Giulia., 4, (1978-1981): 127-132, Pisa.

Forti F. (1992) - Gli studi sui riempimenti fissi e mobili delle grotte. (1) - Progressione 27, anno 15, (2): 14-17, Trieste.Forti F. (1993) - I riempimenti fissi e mobili delle grotte. (2) - Progressione 28, anno 16, (1): 12-15, Trieste.Forti F. & Forti Fu. (1994) - Osservazioni geostrutturali e geomorfologiche sulla “Grotta del Gufo” - Alpi Giulie, 88, (2): 89-93,

Trieste.Forti F. (1995) - Considerazioni sulla situazione paleo climatica quaternaria del Carso Triestino - Atti Museo civico di Storia. Na-

turale, Trieste, 46: 113-124, Trieste.Forti F. & Forti Fu. (2004) - Il “diluviale pleistocenico” sul Carso. Considerazioni genetiche ed evolutive sui depositi di riempimento

delle grotte - Atti Museo Civico di Storia. Naturale, Trieste, 51: 5-18, Trieste. Forti F. (2006) - Considerazioni sui ritrovamenti di faune fossili nelle brecce di Slivia e rapporti con le situazioni diluviali pleistoce-

niche del Carso triestino - Hydrores Information, anno 22, 27, (2005): 22-29, Trieste.Forti F. (2007) - I cambiamenti climatici e la Grotta Gigante - Progressione 54, gen-dic. 2007: 116-119, Trieste.Forti F. & Forti Fu. (2009) - Considerazioni sulle evidenze diluviali pleistoceniche accertate sul Carso triestino poste a confronto

con situazioni idrogeologiche e geomorfologiche presenti in diverse aree prealpine ed alpine - Hydrores Information, anno 23, 28, (2008): 20-35, Trieste.

Forti F. & coNciNa G. (2012) - Considerazioni geomorfologiche sulla base delle ricerche relative alle differenziazioni delle misure sulle consumazioni dissolutivo-erosive nella “Stazione della Forra di Pradis” (Prealpi Carniche) - Tra rocce, fauna e storia - At-tività e ricerche del Gruppo Speleologico Pradis 2006/2011: 17-24, Spilimbergo (PN).

Forti F. & Forti Fu. (2014) - L’Ursus Spelaeuus Ladinicus in una grotta delle Dolomiti - Progressione 61 - Attività e riflessioni della Commissione Grotte “E. Boegan”, Suppl, “Atti e Memorie”, a. 36, n. 2 (2013); 8-17, Trieste.

AggiunteKollMaNN I. (1978) - Trieste ed i suoi dintorni nel 1807 - Ed. Tipogr. Villaggio del. Fanciullo.carey S.W. (1986) - La Terra in espansione - Biblioteca di Cultura Moderna 936. Ed. Laterza.rabeder G. (1992) - Gli orsi spelei delle Conturines - Scavi paleo zoologici in una caverna delle Dolomiti (Val Badia) a 2800 metri

- Ed. Athesia Bolzano.rabeder G., NaGel d. & Pacher M. (2000) - Der Hoehlenbaer - Ed. Jan Thorbecke Verlag.carulli G.B. (con la collaborazione di Muscio G & siMoNetto L.) (2012) - Bibliografia Geologica del Friuli Venezia Giulia 1700-2010

- Pubbl. 53: Ed. Museo Friulano di Storia Naturale - Comune di Udine.Frera M. & del PuNta V. (2015) - Grotta di Fumane, i segreti del primo uomo moderno - Montagne 360 - La riv. del Club Alpino

Italiano, nov. 2015: 32-35.

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il DOcuMENtARiO«MOlchbAsE sEgREtA»iN klEiNE bERliN

Lunedì 18 gennaio, alle ore 18,00, presso la sala conferenze "Ennio Gher-lizza" in Kleine Berlin, a Trieste, Lo-renzo Lucia presenta il documentario

"MOlch. bAsE sEgREtA".Il filmato è stato prodotto dall'Asso-ciazione Culturale "Novecento" con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.1943 - Seconda Guerra Mondiale.Il comando Nazista attende l'invasio-ne delle forze di liberazione: nell'alto Adriatico vengono attuate diverse operazioni di fortificazione e messa in sicurezza del litorale che corre da Gra-do all'Istria, ma ad attendere gli incro-ciatori degli Alleati c'è anche un'arma segreta sottomarina: il Molch.La scoperta di un relitto, nel Golfo di Trieste, svela la grande Storia, lo scenario di guerra, le tattiche e le strategie dei contendenti.

gennaio 20��...«lE cAVità NAtuRAliDEl cOMuNE Di sANDORligO DEllA VAllE/ ObČiNA DOliNA»

Il nuovo libro sulle grotte del Comune di S. Dorligo della Valle/Dolina, verrà presentato nel mese di febbraio 2016.Le associazioni o le persone interessa-te hanno la facoltà di prenotare delle copie a prezzo ridotto inviando la ri-chiesta all'indirizzo di posta elettronica del Club Alpinistico Triestino entro la fine di gennaio 2016 ([email protected]).Il volume, interamente stampato a colori e con copertina plastificata (vedi promo a pagina 10), è composto da 296 pagine e riporta le descrizioni, i rilievi topografici e le documentazioni fotografiche aggiornate delle 129 grotte censite presso il Catasto Regionale delle Grotte del Friuli Venezia Giulia + 7 grotte ancora in fase di scavo/esplorazione e ulteriori 4 grotte che, per errore sono state catastate nella zona ma che un attento controllo sul terreno ha appurato trovarsi in territorio sloveno. Questo, per un totale di 140 grotte e tre anni di lavoro.Il prezzo di copertina del libro è di 30 euro ma, con la prenotazione anticipa-ta, sarà possibile averlo per 20 €.

cON lA PROiEziONEDEllE OPEREiN cONcORsOsi cONcluDONOlE iNiziAtiVE

PER il 70° ANNiVERsARiO DEl cAt

Venerdì 15 gennaio 2016, a partire dalle ore 20.00, presso la sala confe-renze "Ennio Gherlizza" (Kleine Berlin, Trieste), ci sarà la proiezione di tutte le opere che hanno partecipato al concorso fotografico organizzato per festeggiare il 70° anno della fondazione del Club Alpinistico Triestino.Tre le sezioni in gara e precisamen-te: «Montagna» dedicato a Corrado De Monte (Icaro); «Grotte» dedicato a Ugo Stocker e «Cavità artificiali» dedicato a Erwin Pichl, a cui hanno partecipato 12 fotografi con 83 soggetti in concorso.Da pagina 7 a pagina 9 sono ripor-tati i nomi dei vincitori e delle altre opere meritevoli di menzione nelle tre categorie in concorso, nonché le motivazioni espresse dalla Giuria nel-l'assegnazione di ogni singolo premio o riconoscimento.Ringrazio sentitamente la Giuria composta dalle tre fotografe Giulia Zuccheri, Estella Levi e Laura Por-retta per la loro disponibilità e per la professionalità dimostrata.Vi attendiamo numerosi alla proie-zione.

Lino Monaco

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Risultati del Concorso fotografico “70° CAT”

La Giuria di fotografe professioniste nominata dal Club Alpinistico Triestino, nella presenza di Giulia Zuccheri, Estella Levi e Laura Poretti, si è riunita in data 23 novembre 2015 e, dopo attenta analisi e complimentandosi con tutti i partecipanti per la loro attiva passione fotografica e sportiva, in ambiente di difficile compenetrazione, ha deliberato quanto segue.

Montagna – Premio “Icaro” (Corrado De Monte)

Prima classificata: «STARS OVER PRADIDALI», con la seguente motivazione: “per la magia stellata e la difficoltà di ripresa nel mantenimento della definizione”.

Segnalate: «Lunar Sunrise» e «Vapour», con la seguente motivazione: “per la perfezione della definizione e della panoramica e per l’amalgama nelle sfumature di colore”.

Grotta – Premio “Ugo Stocker”

Prima classificata: «SCALLOPS IN SPODMOL», con la seguente motivazione: “per la perfetta qualità tecnica e l’impatto emozionale”.

Segnalata: «Meandro in Markov», con la seguente motivazione: “per la perfetta inquadratura nelle particolarità delle forme della cavità”.

Segnalata: «Fontanone di Goriuda», con la seguente motivazione: “per la spettacolare creazione artistica paragonabile a un disegno a carboncino”.

Nota di merito: «Risalendo l’abisso», con la seguente motivazione: “per la ricercatezza e l’impatto dell’inquadratura pur mancante di qualità tecnica”.

Nota di merito: «L’attimo», con la seguente motivazione: “per il senso del Divino pur mancante di qualità tecnica”.

Cavità artificiali – Premio “Erwin Pichl”

Prima classificata: «MINIERA SALAFOSSA», con la seguente motivazione: “per la buona inquadratura e la perfetta resa dell’ambiente dovuta alla ricerca della corretta illuminazione”.

Segnalata: «Galleria Faccanoni», con la seguente motivazione: “per la determinatezza artistica del contrasto reso perfettamente godibile”.

Nota di merito: «Presenze» e «Vitruviano», con la seguente motivazione: “per la brillante idea artistica e metaforica”.

ClubAlpinisticoTriestinoOnlus

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Montagna – Premio “Icaro” (Corrado De Monte)

«STARS OVER PRADIDALI» di Matteo Cefarin

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Grotta – Premio “Ugo Stocker”

«SCALLOPS IN SPODMOL» di Maurizio Maffei

«MINIERA SALAFOSSA» di Sandro Sedran

Cavità artificiali – Premio “Erwin Pichl”

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AttiVità ED EscuRsiONi Di gENNAiO 20163 gennaio 2016 - Nivologia e prevenzione valanghe - Rifugio casera MelaEscursione/attività semplice per tutti - Durata 4 ore - Ritrovo ore 10.00 Centro visite Erto

3 gennaio 2016 - ciaspolata fotograficaEscursione/attività semplice per tutti - Durata 3 ore - Ritrovo ore 10.00 Centro visite Forni di Sopra

3 gennaio 2016 - Escursione diurna - il bianco delle antiche casere - Val silisia e casera ValineEscursione/attività impegnativa per allenati - Durata 5 ore - Ritrovo ore 9.00 Centro visite Poffabro

5 gennaio 2016 - borghi antichi - il colle e la befana - claut, col dei Piais, Pelude, PinedoEscursione/attività semplice per tutti - Durata 3 ore - Ritrovo ore 18.00 Centro visite Claut

9 gennaio 2016 - Phototrekking - tra le vie fotografando i presepiEscursione/attività semplice per tutti - Durata 6 ore - Ritrovo ore 14.30 Centro visite Poffabro

10 gennaio 2016 - ciaspolata - Rifugio Pradut, casera colciavath, Forcella clautana, casera casaventoEscursione/attività impegnativa per allenati - Durata 8 ore - Ritrovo ore 8.00 Centro visite Claut

10 gennaio 2016 - Mountainbike - in bici sulla neve con le fatbikeEscursione/attività impegnativa per allenati - Durata 3 ore - Ritrovo ore 10.00 Centro visite Forni di Sotto

16 gennaio 2016 - cascate di ghiaccio e dry tooling - Val cimolianaEscursione/attività semplice per tutti - Durata 6 ore - Ritrovo ore 9.00 Centro visite Cimolais

22 gennaio 2016 - ciaspolata notturna - ciaspolata della luna pienaEscursione/attività semplice per tutti - Durata 3 ore - Ritrovo ore 20.00 Centro visite Forni di Sopra

23 gennaio 2016 - scialpinismo - Forcella scodavaccaEscursione/attività impegnativa per allenati - Durata 8 ore - Ritrovo ore 8.00 Centro visite Forni di Sopra

23 gennaio 2016 - ciaspolata notturna - la diga e la frana del Vajont, il bosco vecchioEscursione/attività semplice per tutti - Durata 3 ore - Ritrovo ore 18.00 Centro visite Erto

24 gennaio 2016 - cascate di ghiaccio - compol, la Pieda, goteEscursione/attività semplice per tutti - Durata 6 ore - Ritrovo ore 9.00 Centro visite Cimolais

24 gennaio 2016 - ciaspolata - sulla neve tra panorami e leggendeEscursione/attività semplice per tutti - Durata 3 ore - Ritrovo ore 10.00 Centro visite Forni di Sotto

30 gennaio 2016 - iceland - Mini corso di arrampicata su ghiaccioEscursione/attività impegnativa per allenati - Durata 2 giorni - Ritrovo ore 10.00 Centro visite Cimolais

30 gennaio 2016 - Notturna con ciaspe - stelle cimoliane - Val cimoliana, compol, goteEscursione/attività semplice per tutti - Durata 4 ore - Ritrovo ore 18.00 Centro visite Cimolais

31 gennaio 2016 - geotrekking - geosito frana del VajontEscursione/attività semplice per tutti - Durata 3 ore - Ritrovo ore 10.00 Centro visite Erto

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sPElEO cAlENDAR with amazing photos from caves from all over the world is available! The pictures are from the 5-th Balkan photo contest "We and caves" with organizers Balkan Speleologigal Union and Caving Club "Prista", Rouse, Bulgaria. The cost do not include financial benefits and is also to cover the printing expenditures! Baying the Calendar you should help also to the organizing of the next issue of the Balkan photo competition “We and Caves” and the printing of the next Calendar. You can order the Calendar in the address of the BSU sponsor “Langjoff”Ltd.Features: 13 pages - 19 photos - High quality offset printing - Spiral binding with an element for hanging on a wall - Dimensions: 33x46 cm - For more information: https://www.facebook.com/groups/124833477580102/.

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11th International Symposium on Archaeological Mining History Nals/South Tyrol, Italy, 13.–15.05.2016

First Circular – Call for Papers and Presentations

Perspectives of Mining Archaeology: an Interdisciplinary Approach of Combining Institutional and Voluntary Research Mining archaeologists work in interdisciplinary context and interdisciplinary research strives to clarify various influences of mining engineering on people and the environment. Local non-professionals on the other hand, within their means, usually study certain mining properties over a long period of time. Both fields of studies, in their own way, examine aspects of mining history. The goal of the symposium is to provide a platform for discussion, bring scientists and laymen alike together and to generate new synergies. Lectures and Excursions: Our symposium comprises a lecture part with oral presentations (30 min incl. discussion) in the mornings and field trips in the afternoons. On Saturday afternoon are discussing actual research issues during a workshop. The presentations should be held in English. If you are interested in giving a lecture during our symposium, we kindly ask you to communicate the title and the content of your presentation with a short preliminary abstract until January, 31st 2016 via email to: [email protected] Articles within the proceedings volume: The proceedings volume contains scientific articles about the lectures and offers the possibility to present additional results referring to current research projects. The articles should preferably be written in English (deadline March, 1st 2016). The Symposium Book will be available during our conference. Posters: We also offer the opportunity to present posters of A0-size during the symposium. Posters can be presented and discussed during the coffee breaks in the lecture parts of the symposium. Guideline for the authors of the proceedings Text:

- All articles must be written in English. - Format: MS-Word. - Font: Calibri 10,5 pt. - Space between the sentences: 1 pt. - Maximum 15 pages of text without pictures. - Footnotes in Font Calibri 9 pt.

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Programm

12.05.2016

ab 14:00 Anreise/check in

18:30 Abendessen/dinner

Gesellschaftlicher Teil/get-together

13.05.2016

08:30 Registrierung/regestration

09:00 Begrüßung/reception

09:30-10:30 Vorträge/talks

10:30 Kaffeepause/coffee break

11:00-12:30 Vorträge/talks

12:30 Mittagessen/lunch break

13:30-15:00 Vorträge/talks

15:00 Kaffeepause/coffee break

15:30 Wanderung nach Vilpian

16:00 Besichtigung des knienden Knappen von Vilpian/Visit to the "kneeling miner from Vilpian"

18:30 Abendessen/dinner

14.05.2016

09:00-10:30 Vorträge/talks

10:30 Kaffeepause/coffee break

11:00-12:30 Vorträge/talks

12:30 Mittagessen/lunch break

13:30-18:00 Wanderung zu einem Bergwerk/walk to a mining aerea

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HYPOGEA 2017

CALL FOR PAPERS

DEADLINES January 10, 2016June 10, 2016

WELCOME

We invite everyone to contribute to our symposium. If you have any questions,don't hesitate to contact us [email protected] order to allow the widest diffusion, we ask you to forward this information tothose whomay be interested and to post it on your social networks. Thanks!

HYPOGEA (Italy) OBRUK Cave ResearchGroup (Turkey)

The Organizing Committee

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funziona così...

Questa rubrica vi viene offerta in forma gratuita e la durata dell'esposizione dei messaggi pervenuti sarà garantita per tre mesi.Passato questo lasso di tempo, se non viene rinnovata la richiesta, il mes-saggio verrà rimosso.Chiediamo la cortesia di segnalare alla redazione le eventuali contrattazio-ni, andate a buon fine in tempi inferiori a quelli trimestrali, evitandoci così di promuovere quegli articoli che sono già stati evasi dalle parti.Grazie.

La Redazione

un abisso di occasioni...?sito internet: www.cronacheipogee.jimdo.com indirizzo di posta elettronica: [email protected]

vendo...cerco...cERcO "sPElEOcOllEziONisti" Di FRANcObOlli sullE gROttE E sui PiPistRElli

Gianpaolo Fornasiere-mail: [email protected]. 335 6058868.

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RiMANgONO ANcORA POchissiME cOPiE - Per informazioni: CAT - Via Raffaele Abro, 5/a - Trieste ([email protected] ).Si possono ritirare il martedì e il giovedì sera c/o il CAT. Le eventuali spese di spedizione saranno a carico del destinatario.

PAlMANOVA città FORtEzzAAutore: Luciano Di SopraIstituti Studi Territoriali di Udine Editore Pagine.: 156Copertina cartonata+ 2 CD-RomSeconda EdizionePrezzo di copertina: 30,00 EuroPrezzo di vendita: 5,00 Euro(+ spese di spedizione)Disponibilità: solo 1 copia

Per informazioni:Club Alpinistico Triestino348 5164550 - [email protected].

Gherlizza Franco, Radacich MauriziogROttE DEllA gRANDE guERRAGuida alle cavità naturali del Carso triestino e goriziano utilizzate durante la prima guerra mondiale dal regio esercito italiano, dall’esercito austro-ungarico e dalla popolazione civile.(352 pagine - Trieste, 2005)Prezzo di copertina: 30,00 euroOccasione: 10,00 euro

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DEllA gRANDE guERRAAtti del Convegno "Cavità naturali

e artificiali della Grande Guerra"(144 pagine - Trieste, 2006)

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FERROViA DEl cARsO (kRAkA ElEzNicA / kARstbAhN) - storia della Ferrovia del carso (1857)Libro-cofanetto in cartoncino r ig ido di 106 pagine + cart ina lunga 5,20 m. - Ediz ioni MGS Press, 2004Prezzo di copert ina: 32 Euro 5,00 Euro

FOREstAli, MERcANti Di lEgNAME E bOschi Pubblicicandido Morassi e i progetti di riforma boschiva nelle Alpi carniche tra il settecento e ottocentoFurio Bianco e Antonio Lazzar in i - Edi t r ice Universi tar ia Udinese, 2003, pp. 240 - Prezzo di copert ina: 26 Euro 5,00 Euro

RiFORME FiscAli E sViluPPO AgRicOlO NEl FRiuli NAPOlEONicOFrancesco Rota, pubblico perito e agrimensore “con il coraggio della verità e nell’interesse della nazione”Furio Bianco - Edi t r ice Universi tar ia Udinese, 2003 - pp. 136 - Prezzo di copert ina: 22,50 Euro 5,00 Euro

MEDiO FRiuli - storia, arte e tradizioni del Medio FriuliRoberto Tire l l i - Roberto Vattor i Edi tore - pp. 140 (copert ina cartonata) - Prezzo di copert ina: 25 Euro 5,00 Euro

giARDiNi Di uNA tERRA Di cONFiNE - Piante e paesaggi nella contea di goriziaPaola Tomasel l i - Feder ico Motta Edi tore, 2003 - 288 pagine (copert ina cartonata)+ al legato in i ta l iano - tedesco - s loveno ( inser i t i assieme in custodia) - Prezzo di copert ina: 55 Euro 5,00 Euro

All’OMbRA DEllA ROccA - la storia di MonfalconeSi lv io Domini - MGS Press Edi tore, 2002 - pp. 102 (copie incel lofanate) - Prezzo di copert ina: 12,50 Euro 5,00 Euro

VAlli Di tEMPO E Di PiEtRA - Architettura della carniaRomeo Pignat - ore@tt iva Edi tore - pp. 186 (copert ina cartonata) + CD-Rom - Prezzo di copert ina: 30 Euro 5,00 Euro

l’EsiliO DEi gigli - i borboni di Francia e di spagna a gorizia e triesteJean Paul Bled - L ibrer ia Edi t r ice Gor iz iana, 2003 - pp. 160 (copert ina cartonata) - Prezzo di copert ina: 28 Euro 5,00 Euro

tRiEstE 1900-1999 - cent’anni di storia - iX volume (1971-1978)AA.VV. - Publ isport Edi tore - pp. 288 (copert ina cartonata) - Prezzo di copert ina: 60.000 Lire 5,00 Euro

tRiEstE 1900-1999 - cent’anni di storia - X volume (1976-1986)AA.VV. - Publ isport Edi tore - pp. 288 (copert ina cartonata) - Prezzo di copert ina: 60.000 Lire 5,00 Euro

RicORDO Di JOYcE A tRiEstE - A recollection of Joyce in triesteDario De Tuoni - Publ isport Edi tore (copie incel lofanate) - Prezzo di copert ina: 11,50 2,00 Euro

cAttOlici A tRiEstE - nell’impero austro-ungarico, nell’italia monarchica e fascista, sotto i nazisti;nel secondo dopoguerra e nell’italia democraticaAA.VV. - Ediz ioni L int , 2003 - 288 pagine - Prezzo di copert ina: 17,50 Euro 5,00 Euro

l’itAliA chiAMÒ - Resistenza politica e militare italiana a trieste 1943-1947Roberto Spazzal i - L ibrer ia Edi t r ice Gor iz iana, 2003 - pp. 416 - Prezzo di copert ina: 20 Euro 5,00 Euro

stEllA - le risorgive e il suo parcoMarco Calzavara, Elido Turco - Roberto Vattori Editore, 2001 - 244 pagine (copertina cartonata).Prezzo di copert ina: 30 Euro 5,00 Euro

DAllA città MODERNA AllA città cONtEMPORANEA - Piani e progetti per triestePiani urbanistici per trieste 1872-2001 - Cofanetto in cartoncino r ig ido con un Cd-Rom e un QuadernoCasamassima Libr i Edi tore - Prezzo di copert ina: 30 Euro 1,00 Euro

il PERcORsO uRbANisticO Di uDiNE - città e territorio - tavole a coloriCofanetto in cartoncino r ig ido con un Cd-Rom e due Quaderni - Casamassima Libr i Edi torePrezzo di copert ina: 30 Euro 1,00 Euro

PROFilO DEllE AlPi E DEllE PREAlPi Visibili DAl cAstEllO Di uDiNE+ 32 foto del medesimo profilo in un’unica visioneEugenio Mariut t i , Diego Cinel lo - lunghezza ci rca 3 metr i in custodia di p last ica - Prezzo di copert ina: 10 Euro 1,00 Euro

L'Associazione Regionale Cavità Artificiali di Osoppo (Udine) mette in vendita alcune copie in eccesso nella sua biblioteca. Gli interessati possono scrivere a [email protected]

vendo...

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Hanno collaborato per l'anno 2015:

AssOciAziONi ED ENtiAccademia Nazionale dei lincei (Roma)Arci servizio civile (trieste)Associazione consortile "italia sotterranea" (Narni - terni)Associazione culturale "Monte Analogo" (trieste)Associazione culturale Naica (trieste)Associazione culturale "Novecento" (trieste)Associazione geo-naturalistica gaia (Pescara)Associazione grotte turistiche italiane (Pertosa - salerno)Associazione ka.W.E. (trieste)Associazione intercomunale delle Valli delle Dolomiti Friulane (Frisanco - Pordenone)Associazione la Venta (treviso)Associazione lis Aganis (clauzetto - Pordenone)Associazione Naturalistica Friulana (tarcento - udine)Associazione Regionale cavità Artificiali (Osoppo - udine)Associazione speleopolis (casola Valsenio - Ravenna)Associazione stella Alpina Onlus (trieste)balkan speleological unioncasa delle Farfalle di bordano (udine)catasto Regionale delle grotte del Friuli Venezia giulia (trieste)caving club "Prista" (Rouse - bulgaria)centro Ricerche carsiche "carlo seppenhofer" (gorizia)centro Ricerche sotterranee "Egeria" (Roma)circolo speleologico idrologico Friulano (udine)cinema-teatro dei Fabbri (trieste)civico Museo Archeologico "iulium carnicum" (zuglio - udine)club Alpinistico triestino (trieste)club Alpino italiano - sottosezione di Osoppo (udine)club touristi triestini (trieste)collegio delle guide speleologiche del Friuli Venezia giulia (trieste)commissione cavità Artificiali della società speleologica italiana (bologna)commissione grotte "Eugenio boegan" - società Alpina delle giulie - cAi (trieste)comune di clauzetto (Pordenone)comune di Muggia (trieste)comune di san Dorligo della Valle / Dolina (trieste)comune di trieste (trieste)comune di Ragogna (udine)cooperativa gemina (trieste)corpo Nazionale soccorso Alpino e speleologico (trieste)Decathlon (trieste)Federazione speleologica Europea (lussemburgo)Federazione speleologica isontina (gorizia)Federazione speleologica Regionale del Friuli Venezia giulia (Monfalcone - gorizia)Federazione spelelologica sardagruppo Ermada "Flavio Vidonis" (Duino-Aurisina - trieste)gruppo Escursionisti lavoratori grotte di Villanova (udine)

cronache ipogee

Anche il sesto anno di vita della nostra rivista on-line è giunto alla fine.Come per i numeri precedenti abbiamo voluto tirare le somme per vedere quanti hanno condiviso lo spirito con cui è nata questa rivista: “...viene realizzata esclusivamente con le notizie che giungono in redazione, quindi la creaChi PRATiCA, PROMUOVE E CONDiViDE CON GLi ALTRi LA PROPRiA ATTiViTÀ sPELEOLOGiCA”.I dati che riportiamo sono sempre più gratificanti e gli articoli (e i loro autori) sono ancora in costante crescita.Per entrare nei particolari, forniamo le cifre che si riferiscono ai primi sei anni di vita delle "Cronache Ipogee".Associazioni ed Enti: 33 nel 2010, 51 nel 2011, 64 nel 2012, 72 nel 2013, 79 nel 2014 e 80 nel 2015.Articolisti e fotografi: 52 nel 2010; 67 nel 2011, 96 nel 2012, 101 nel 2013, 97 nel 2014 e 101 nel 2015.Grazie per averci dato la possibilità di condividere e far conoscere il "mondo delle grotte" ai nostri lettori.

La Redazione

gRAziE A tutt i PER lA gRADitA cOllAbORAziONE

cronache ipogee 2�

gruppo grotte della società Alpina slovena di trieste / Jamarski Odsek Planinsko Društvo trst (trieste)gruppo grotte Milanogruppo grotte "talpe del carso" / Jamarski klub "kraski krti" (san Michele del carso - gorizia)gruppo grotte treviso (treviso)gruppo speleologico carnico "Michele gortani (tolmezzo - udine)gruppo speleologico Flondar (Villaggio del Pescatore - Duino-Aurisina - trieste)gruppo speleologico Monfalconese "Amici del Fante" (Monfalcone - gorizia)gruppo speleologico Pradis (Pradis - Pordenone)gruppo speleologico sacile (Pordenone)gruppo speleologico scs g. costa (saluzzo)gruppo speleologico Valli del Natisone (san Pietro al Natisone - udine)gruppo storico del Friuli collinare (Ragogna - udine))il Piccolo (trieste)Museo carsico geologico e Paleontologico (Monfalcone - gorizia)Museo civico di storia Naturale di triesteMuseo della grande guerra di Ragogna (udine)Museo Friulano di storia Naturale (udine)Museo geologico della carnia (Ampezzo - udine)Ordine dei geologi del Friuli Venezia giulia (trieste)Osmica - Društvo za planinarenje, istraživanje i očuvanje prirodoslovnih vrijednosti (Croazia)Parco Naturale delle Dolomiti Friulane (cimolais - Pordenone)Parco Naturale delle Prealpi giulie (Prato di Resia - udine)Planinsko Društvo tolmin (slovenija)Provincia di triesteRaggruppamento Escursionisti speleologi triestiniRegione Autonoma Friuli Venezia giulia (trieste)scuola speleologica isontina (Monfalcone - gorizia)società Alpina delle giulie - cAi (trieste)società Alpina Friulana (udine)società di studi carsici "A. F. lindner" (Ronchi dei legionari - gorizia)società speleologica italiana (bologna)speleonarnia 2015 (Narni - terni)s-team (Veneto)unione speleologica Pordenonese - cAi (Pordenone)union internationale de spéléologie

ARticOlisti E FOtOgRAFiAbbona isabellaArgenti stefanoArnesano Adrianobacchia Flaviobani Marcobenedetti gianniberardi Danielebertossi Danieleborlini Andreabottin guidobraida luciabratos claudiobrun clarissabuonanno Albertocancian grazianocargnelutti gilbertocasati luigicefarin Matteocernivani Alessandrochiavoni Andreacobol Duiliocoga Patriziaconcina giorgioD'Andrea AdalbertoDe ingeniis ElenaDel bosco giorgioDerossi sergioDe santis AlessandroDolce sergioEnndewell JoëlEsposito guglielmoFelici FilippoFerrari Roberto

Fersuoch AndreaFornasier gianpaoloFornasier giorgioForti FabioForti Fulviogaleazzi carlagasparo Dariogelci giulianogerl Damjangermani carlogherlizza Francogiradina giovannigraglia giorgioguidi Pinoingrosso EmanueleJenko Emaleonardelli DeanMaffei MaurizioMalečkar FranceMarino VincenzoMasiello DiegoMaurano FrancescoMeneghini MarcoMerisio FrancescoMerlak EnricoMesar ErikaMiani AntonellaMiele lauraMircovich lucioMisturelli FedericaMonaco linoMoro PaoloMosetti PatriziaOpassi irena

Perhinek DanielaPessina gianpaoloPezzolato PaoloPocovaz brunoPodgornik FerruccioPremiani FurioPrenassi AntonellaRadacich MaurizioRavalli RiccardoRazzuoli MassimoRomita MassimoRossi Marziasandorfi Andreascatolini Andreaschiavon claudioscrigna gianpaolosedran sandrosello umbertosemeraro Rinosgambati Alessandrosiligato Paolosivelli Mchelesoldà caterinaspirito Pietrotavagnutti Mauriziotavano Annathies Jean claudetolusso AlessandroVarcounig tizianaVenturini AlexiaVianello sergiozago Vivianazamola serenazalov Alexey