Pagine da Manuale del talent scout nel calcio, di Marco Borri

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MANUALE DEL TALENT SCOUT NEL CALCIO Marco Borri 11 Di giocatori interessanti se ne trovano tanti, ma così bravi da arrivare dove? In serie A? Bravi da militare tra le giovanili dei professionisti? O più semplicemente ideali per un campionato di serie D? Bravi rispetto a chi e a che cosa? Queste sono le domande che un talent scout dovrebbe sempre porsi. Solo l’esperienza vissuta sul campo, un metodo operativo, l’istinto e le competenze acquisite svilupperanno i parametri necessari per individuare il “calciatore obiettivo”, l’atleta ideale, adatto alle esigenze, il risultato dell’intera selezione, quello con le caratteristiche tanto ricercate. Nel gioco del calcio tutti vedono il “fenomeno” o semplicemente il bravo giocatore ma, a parità di bravi atleti, si entra nella macrosfera dell’opinabile, del soggettivo, del gusto personale. Per questo motivo, l’approccio scientifico, il “talento” di chi osserva (istinto, intuizione) e un metodo operativo efficace sono necessari per ottenere risultati.

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Di giocatori interessanti se ne trovano tanti, ma così bravi da arrivare dove? In serie A? Bravi da militare tra le giovanili dei professionisti? O più semplicemente ideali per un campionato di serie D? Bravi rispetto a chi e a che cosa? Queste sono le domande che un talent scout dovrebbe sempre porsi. Solo l’esperienza vissuta sul campo, un metodo operativo, l’istinto e le competenze acquisite svilupperanno i parametri necessari per individuare il “calciatore obiettivo”, l’atleta ideale, adatto alle esigenze, il risultato dell’intera selezione, quello con le caratteristiche tanto ricercate.

Nel gioco del calcio tutti vedono il “fenomeno” o semplicemente il bravo giocatore ma, a parità di bravi atleti, si entra nella macrosfera dell’opinabile, del soggettivo, del gusto personale. Per questo motivo, l’approccio scientifico, il “talento” di chi osserva (istinto, intuizione) e un metodo operativo efficace sono necessari per ottenere risultati.

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CAPITOLO 2 LO SCOUT MODERNO

Oltre a possedere competenze specifiche sul calcio, conoscerne l’evoluzione, conoscere il calcio moderno, i suoi interpreti e capire in che direzione si sta evolvendo, osservare partite, allenamenti, studiare e confrontarsi, l’osservatore moderno deve disporre necessariamente di:

Memoria visiva

Memorizzare gesti tecnico-tattici, atteggiamenti del calciatore, eventi significativi del match e così via, sono una risorsa importante per la stesura della relazione, soprattutto quando non si ha la possibilità di rivedere la partita. Disporre di questo dono è sicuramente di supporto.

Elasticità mentale

Consente di comprendere al meglio gli eventi che si verificano durante la gara, le loro dinamiche (rapporto causa-effetto), oltre a “leggere” meglio gli atleti. Elasticità da intendere anche come capacità di adattamento in relazione a viaggi, orari e condizioni lavorative non sempre ottimali.

Capacità di sintesi

In realtà strutturate con mole di lavoro considerevole, a patto che non venga specificatamente richiesta una relazione dettagliata sul giocatore, è importante essere sintetici usando parole chiave e descrittive. La sintesi e la chiarezza dei contenuti della relazione agevolano il lavoro del responsabile (DS, Capo Scouting, Procuratore) che deve visionare le relazioni di tutti i collaboratori. In questo modo l’area operativa risulta efficace.

Capacità di archiviazione dati

Dopo anni di attività, le relazioni dei giocatori aumentano e diventa impossibile ricordare tutto a memoria. Poter disporre di un archivio ordinato e chiaro, magari al PC (anche con foglio di calcolo Excel) delle relazioni può essere di grande aiuto, in particolare nelle fasi più calde dell’attività come il Calciomercato. Oggigiorno esistono software dedicati che, oltre a consentire il lavoro di stesura della relazione direttamente sul campo tramite applicazioni, permettono di archiviare, consultare tramite appositi filtri e inoltrare le relazioni eseguite in modo rapido ed efficace.

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CAPITOLO 4 DOVE E COME INIZIARE

Spesso mi viene domandato da dove si inizia per diventare osservatori calcistici, come fare, a chi rivolgersi e così via. In questo capitolo si cerca quindi di fornire tutte le indicazioni utili a rispondere a tutti questi quesiti, aggiungendo anche qualche consiglio.Non è strettamente necessario essere ex calciatori per diventare osservatori, ma sicuramente l’aver giocato, a prescindere dalla categoria, può essere agevolante. In particolare, nell’osservazione del portiere, “aver indossato i guanti” consente di comprendere al meglio le sfumature psicologico-emotive del ruolo: i grandi club, anche a livello giovanile, hanno l’osservatore specifico del portiere.

È corretto sottolineare però, che lo scout professionista di alto livello, che ha mili-tato per esempio in serie A, può imme-desimarsi meglio nei calciatori rispetto a uno che ha giocato nei dilettanti (capa-cità empatica). Allo stesso tempo però, come già detto, essere scout oggi signi-fica lavorare per vere e proprie aziende e poter disporre quindi di un background aziendale si può rivelare una risorsa al-trettanto utile.Gli osservatori quasi mai hanno giocato ad alti livelli; per esempio, mio zio Paolo Piazza - mi hanno sempre raccontato in famiglia - è stato un bravo talent scout del Milan nei primi anni ’50 e non aveva mai giocato a calcio e camminava col ba-stone, perché da piccolo si era ammalato di polio.

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IL GIOCATORE

Caratteristiche fisiche

Qui vanno descritte tutte le caratteristiche fisiche del giocatore, facendo attenzione, con i giovani, all’età biologica e alla prospettiva di sviluppo. L’atleta deve essere identificato per la sua morfologia: indicare se si tratta di un normolineo (gambe, braccia e busto proporzionati), brevilineo (busto più lungo delle gambe) o longilineo (braccia e gambe più lunghe del busto); va evidenziata la sua costituzione fisica, quindi la statura (indicativamente per gli adulti: meno di 174 cm bassa, 174/184 cm media, più di 184 cm alta). Nei giovani, indipendentemente dall’altezza del momento, per intuire i possibili margini di crescita è utile fare caso alla lunghezza di piedi e mani (se lunghe, tendenzialmente cresce), ma attenzione alle scarpe fluorescenti che per effetto ottico tendono a “regalare” centimetri. Anche se non si tratta di un test scientifico, verificare questi aspetti può fornire valide indicazioni sull’evoluzione del fisico dell’atleta in esame.È importante anche annotare: la struttura del corpo (esile, media, robusta); il peso o una stima di esso se non disponibile; il somatotipo, quindi se si tratta di un giocatore ectomorfo (massa fibrosa evidente), mesomorfo (massa muscolare evidente) oppure endomorfo (massa grassa evidente). In generale, la tipologia corporea di soggetti precoci tende a essere di tipo mesomorfico o endomorfico, mentre i soggetti con sviluppo tardivo tendono ad avere una tipologia di tipo ectomorfico.

Immagine tratta da: “Manuale di condizionamento fisico e di allenamento della forza” di T.R. Baechle, R.W. Earle; Calzetti & Mariucci Editori, 2000

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Caratteristiche tattiche

Nel gergo calcistico si dice che “tattica è decidere, tecnica è fare”; tattica significa capire, valutare e scegliere. Nel calcio di oggi, anche nei settori giovanili, si tende a privilegiare questo tipo di aspetto a discapito della tecnica di base e non a caso non sono pochi gli addetti ai lavori che evidenziano lacune tecniche importanti nella formazione dei calciatori.La tattica si distingue in tattica individuale e tattica collettiva (squadra), ma il talent scout, in particolare, deve conoscere i principi della tattica individuale (o tecnica applicata). Se la tecnica di base, come accennato nel manuale, è legata al contatto con la palla, la tattica individuale (o la tecnica applicata) è riferita al comportamento di un atleta, con o senza palla, in una situazione di gioco. I diversi fondamentali tecnici vengono applicati al contesto di gara. Il giocatore con palla o senza, “leggendo” quanto accade, deve trovare le soluzioni ideali di gioco. Una delle componenti più importanti legata alla tattica individuale, infatti, è “l’intelligenza calcistica”, in parte innata, in parte il frutto delle esperienze maturate, che gli consente di effettuare scelte efficaci.Non esiste nessun atleta preparato a livello di tattica collettiva incapace di agire individualmente nel migliore dei modi. Si può dire quindi che la tecnica applicata è la base per risolvere i “problemi di squadra”. Nei diversi testi sull’argomento, i principi della tecnica individuale vengono riportati, a seconda dell’autore, con sfumature a volte leggermente differenti.In ogni caso, la tattica individuale, da manualistica, è suddivisa in due fasi: quella di possesso e quella di non possesso.

Fase di possesso palla • smarcamento;• difesa e protezione della palla;• passaggio;• guida, finta e dribbling;• tiro in porta.

Fase di non possesso palla• presa di posizione;• marcamento;• intercettamento e/o anticipo;• contrasto indiretto;• difesa della porta.

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7.1 I provini

Arrivati a questo punto del manuale, è interessante notare come la qualità del lavoro dello scout, la sua efficienza, inneschino un iter di lavoro. La relazione, infatti, genera una vera e propria procedura di osservazione, suddivisa generalmente in 3 prove, che portano alla scelta del giocatore.

Prova 1: il talent scout osserva, in partite e/o allenamenti (anche video se disponibili), i vari giocatori nel proprio club (il loro ambiente naturale) e seleziona i migliori (anche tramite amichevoli appositamente organizzate).

Prova 2: i ragazzi selezionati vengono provati insieme a tutti gli altri segnalati dall’area scouting tramite un raduno organizzato appositamente (articolato in esercitazioni/partite).

Prova 3: il calciatore che supera le selezioni precedenti, in ultima valutazione, viene esaminato insieme alla squadra ufficiale con i potenziali futuri compagni.

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Ecco quindi alcuni accorgimenti tecnico-pratici che possono agevolare l’azione dello scout:

La videocamera

È sufficiente un modello molto semplice, dotato di valido zoom per catturare i particolari (struttura giocatore, lunghezza piede, presenza di peli, qualità degli appoggi in corsa, ecc.), grandangolo per un maggior campo di ripresa (utile se interessa anche una ripresa tattica) e limitare gli spostamenti, una buona batteria e relativa scorta per le emergenze (ricordarsi di caricarle).

Treppiede

Di qualità, solido (stabile), regolabile in altezza (polivalente), leggero e con manopola per una rotazione il più possibile fluida della telecamera (pratico).

Personal computer

Il PC, meglio se dotato di porta firewire, deve avere una buona capacità di memoria fisica (hard disk) e di lavoro (RAM) per consentire una buona velocità di trasferimento e di visualizzazione dei filmati oltre a un masterizzatore DVD per consentirne la copia su supporti esterni. È possibile effettuare copia dei filmati anche su chiavette USB di dimensioni adeguate. Ultimamente i DVD vengono sostituiti, oltre che dalle classiche email, quando le dimensioni lo consentono, anche da strumenti di trasferimento dati diversi dei quali gratuiti, anche per file di grandi dimensioni con trasferimento rapido, ed immediato come “Dropbox”, “Icloud”, “Wetransfer”.Anche per la realizzazione dei video si possono sfruttare strumenti attualmente gratuiti disponibili in rete come Movie Maker (Windows) o IMovie (Apple Mac).

Involucro copri-pioggia

Succede di lavorare in campi senza tribuna:… e se piove? Questo accessorio protegge la videocamera dall’acqua consentendo comunque di riprendere.

Posizionamento della videocamera

In assenza di indicazioni specifiche su chi filmare (“supervisione”), l’ideale è posi-zionare la videocamera il più possibile alta e centrale rispetto al campo. In questo modo, se lo scout è solo, ha la certezza di riprendere tutto e tutti, anche il giocatore più lontano. Negli stadi più importanti, dove e quando possibile, conviene posizionarla nella zona della tribuna stampa anche per evitare la ressa del pubblico. Se invece la ripresa è indirizzata a una supervisione, conviene posizionare la videoca-mera nei pressi di bordocampo, a una altezza intermedia, che consenta di cogliere al meglio i particolari tecnici, fisici e comportamentali dei giocatori e, se necessario, lavorare di zoom. Detto ciò, considerando gli “impianti bizzarri” (difficoltosi per le riprese) che capita di trovare, sta alla sensibilità dell’osservatore stesso individuare il punto più conge-niale per la ripresa.

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CAPITOLO 10 CONCLUSIONI

Anche questa volta l’eccezionale esperienza professionale e umana di realizzare un libro è giunta al termine. Scrivere mi appassiona, mi aiuta a riflettere, a confrontarmi e a rimettere in discussione le mie certezze, consentendomi di migliorare. Realizzare il mio secondo manuale sull’argomento, meditato con appunti scritti a mano sin dall’uscita de: “L’osservatore calcistico a 360°” (Calzetti&Mariucci Editori - settembre 2014), primo libro dedicato alla figura dell’osservatore calcistico, è un sogno che si realizza.

La condivisione e il confronto con gli altri sono stati la base della mia formazione, la ricetta che mi ha consentito di diventare osservatore professionista e di appassionarmi. In questi anni, infatti, ho avuto la possibilità di imparare da dilettanti e professionisti, che si sono sempre resi disponibili in tal senso. Questo spirito mi accompagna da sempre, certo del fatto che sia l’unico modo per crescere. Il mix di esperienze, incontri, insieme alla cultura che ho cercato di darmi attraverso il corso federale, i corsi privati, i convegni e le letture, mi ha permesso di raggiungere alcuni degli obiettivi che mi ero prefissato e di togliermi delle belle soddisfazioni.Nel manuale, ho cercato di far trasparire questi valori per me importanti e a tal proposito desidero ringraziare tutti i professionisti che, con la loro partecipazione, hanno messo a disposizione il loro sapere, professionalità ed esperienza contribuendo idealmente a questo mio modo di intendere lo scouting del giocatore e il “mestiere” del talent scout.

Mi auguro che il libro ti abbia appassionato, trasmesso aspetti tecnici, fornito nuovi spunti e soluzioni per il futuro.Ogni libro nasce per essere da supporto per altri, linfa per altre idee e approfondimenti … mi piace pensare che anche questo potrà esserlo per qualcuno, oltre a contribuire all’arricchimento del “mondo scout”.

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