Pagani Beppe - report legislatura 2010-2014 in Regione Emilia-Romagna

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LEGISLATURA 2010-2014

gruppo assembleare regione emilia-romagna

REPORT DELL’ATTIVITà POLITICA E LEGISLATIVA

QUATTRO ANNI IN REGIONE

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IN TUTTO IL mANDATO ELETTORALE, hO PARTECIPATO A :

hO APPROVATO:

SONO INTERVENUTO:

(su 106) sedute dell’Assemblea Legislativa

volte in Assemblea Regionale

Ho partecipato una volta a settimana alla riunione del coordinamento del gruppo PD.Presiedo la V Comissione Legislativa Turismo, Cultura, Scuola, Formazione, Lavo-ro, Sport, Università, Ricerca, Politiche Giovanili, Cooperazione Internazionale.

Sono componente della II Commissione, Politiche Economiche.

(su 129) sedute della commissione V (della quale sono presidente)

delibere assembleari

(su 126) sedute della commissione II (politiche economiche)

leggi regionali

103

43

128

177

118

106

Sono rappresentante dell’Assemblea Legislativa nella Fondazione Scuola di Pace di Montesole e nel Comitato dei soci dell’Istituto Alcide Cervi.

sedute della IV Commissione (sulla legge contro il gioco d’azzardo)3

risoluzioni(di cui 11 come primo firmatario)131

hO PRESO PARTE A:incontri pubblici dei quali 20 per la presentazione della legge sul gioco d’azzardo e 40 coi ragazzi e le ragazze dell’associazione Camposamarotto. 528

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Carissime e carissimi,le dimissioni di Vasco Errani hanno determinato non solo la chiusura anticipata della legislatura ma anche la fine di un’era.

L’avventura che ho avuto la possibilità di condividere in questi ultimi quattro anni e 7 mesi giunge quindi al termine e, come ho cercato di fare in tutto questo periodo, sono per l’ultima volta a rendicontare e a sottoporre al vostro giudi-zio l’attività che ho svolto.

è stata una esperienza densa di emozioni e di difficoltà che hanno caratterizzato il grande sforzo che la Regione ha compiuto per dare risposte puntuali alle emergenze e ai bisogni della comunità emiliano romagnola.

Anni segnati dalla inedita e gravissima crisi economica che ha colpito migliaia di aziende e centinaia di migliaia di lavoratori e famiglie.

Anni in cui la Regione ha messo in atto politiche innovative e coraggiose che hanno “salvato” migliaia di uomini e don-ne che rischiavano di essere definitivamente espulsi dal sistema produttivo e sostenute nella crisi le imprese della nostra regione.

Anni, inoltre, caratterizzati da un devastante terremoto e da un’alluvione, che hanno messo ulteriormente in ginoc-chio la nostra Regione.

Problemi diversissimi, con approcci e soluzioni completa-mente diverse ma che hanno costretto la politica regionale a mettersi in gioco, ad inventare soluzioni nuove, a spende-re tempo ed energie per trovare soluzioni concrete.

In questa legislatura tra le tante iniziative vorrei soffermar-mi su quelle che mi hanno visto protagonista e di cui vado particolarmente fiero e che rispondono agli impegni che mi ero assunto nella campagna elettorale.

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Nel luglio del 2011 è stata approvata la riforma della forma-zione professionale, dei politecnici e dell’alta formazione che sta consentendo a migliaia di ragazzi e ragazze, pur in questo tempo difficile, l’ingresso nel mondo del lavoro con qualifiche e conoscenze appropriate. Tutto ciò è frutto anche della attività della commissione che ho presieduto lavorando a fianco dell’assessore Patrizio Bianchi.

Come Presidente della commissione Lavoro ho seguito pas-so passo l’elaborazione e la successiva applicazione del Patto per attraversare la crisi e del successivo Patto per la crescita intelligente inclusiva e sostenibile, che hanno garantito migliaia di aziende e sostenuto oltre 140.000 lavo-ratori, e l’avvio di Garanzia Giovani per dare risposte alla disoccupazione giovanile.

Nel luglio del 2013 è stata approvata, dopo un iter travaglia-tissimo, la legge 7 per la prevenzione il contrasto del Gioco d’azzardo, dramma che sta coinvolgendo migliaia di emilia-no romagnoli e che sta dilagando in maniera preoccupante tra i giovani della nostra regione. Di questo testo di legge sono stato il primo firmatario e relatore in aula.

Infine vorrei ricordare l’impegno che spregiudicatamente cinque anni fa, tra l’incredulità dei più, avevo assunto per la realizzazione a Reggio Emilia dell’allora Ospedale della donna e del bambino oggi mIRE (Maternità Infanzia Reggio Emilia).

Sembrava una utopia! Pareva impossibile quando nel no-vembre del 2010 al convegno “aver cura della cura” presi la parola per confermare il mio impegno perché la Regione potesse intervenire. Oggi a fine legislatura non vedremo iniziare i lavori del MIRE ma sono stati accantonati i fondi per permettere la realizzazione del progetto.

In tutta la mia attività, ho sempre cercato l’incontro con le associazioni, le comunità, le persone per cercare di portare a sintesi legislativa il frutto della partecipazione e del coin-volgimento sociale.

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L’ascolto degli uomini e delle donne di questa regione, a cui ho cercato di prestare attenzione, mi ha spinto fin dall’inizio della legislatura a sostenere la battaglia per la riduzione delle spese della politica. Battaglia difficile, forse non an-cora definitivamente compiuta, ma che ha portato la nostra regione ad essere considerata la regione più virtuosa del Paese e punto di riferimento per tutte le regioni italiane. La rinuncia al vitalizio avvenuta senza esitazioni nel dicem-bre 2012 è stata dettata dalla urgenza di accorciare le di-stanze tra politica e i cittadini delle nostra comunità.

Oggi L’Emilia Romagna è al vertice nelle classifiche del be-nessere, negli indici di istruzione, di qualità della vita, di utilizzo virtuoso dei fondi europei, di qualità sanitaria, e ha saputo rialzarsi da una tragedia come quella del terremoto.

Forse si poteva fare di più. Chiedo scusa per ciò in cui sono stato mancante, per quando non sono riuscito a condivide-re con voi le scelte, ma vi assicuro che tutto ciò a cui ho contribuito è stato fatto con profonda e sincera passione verso questa comunità che ho cercato di servire fino alla fine del mandato.

Ho avuto il privilegio di essere parte di questa storia, ora si tratta di sapere interpretare il grande cambiamento che ci sta avvolgendo, con politiche innovative ma anche con una umanità di cui troppo spesso la politica è carente.

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2010-2014dalle promesseai fatti

Sono anni in cui il disincanto dalla politica si è alimentato dalla distanza tra ciò che i politici dicono e ciò che viene poi effettivamente realizzato. Nel 2010, quando mi sono candidato, mi sono presentato as-sumendomi alcuni impegni riportati nel depliant qui a fianco. Dopo quasi 5 anni di attività come consigliere regionale, credo sia giusto sottoporre alla vostra valutazione se ciò su cui mi ero impegnato nella campagna elettorale del 2010 quando ho chiesto e ottenuto la vostra fiducia, è stato rea-lizzato.

Troverete una divisione del report in tre parti: lavoro, comu-nità e speranza, che corrispondono alla suddivisione del vo-lantino della campagna elettorale del 2010.

Le schede sono divise in due colori: quelle rosse corrispon-dono a ciò per cui mi sono impegnato in prima persona, quelle verdi corrispondono a ciò che ho condiviso con il gruppo del Partito Democratico.

Beppe

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"Perchè nessuno si senta solo"

"Per progettare il nostro futuro"Conosco la sofferenza di chi il lavoro non ce l’ha o l’ha perso e la precarietà dei giovani che passano da un lavoro all’altro nella impossibilità di scelte definitive.Conosco la fatica degli artigiani, la difficoltà dei piccoli imprenditori, dei commercianti, del mondo agricolo e di tutti quelli che combattono, spesso soli, la crisi.

Per il LAVORO mi impegno a:- rinnovare ed aumentare gli ammortizzatori sociali a tutela dei lavoratori estendendoli agli autonomi- introdurre un modello di democrazia economica che punti sulla partecipazione dei lavoratori nella gestione dell’impresa

Per lo SVILUPPO mi impegno a:- favorire la detassazione, le agevolazioni fiscali, i finanziamenti per le imprese che garantiscano occupazione e innovazione- bussare ogni giorno alla porta dell’ANAS e del Governo finché non siano finanziati completamente la Via Emilia Bis, la Cispadana e la Statale 63- valorizzare l’Appennino come Laboratorio di sviluppo che contrasti il dissesto idrogeologico e l’abbandono; che investa sulle reti tecnologiche; che sostenga le giovani coppie residenti garantendo ovunque i servizi essenziali (negozi di borgata, farmacie, uffici postali, servizi sociali)- accorciare le distanze tra produttore agricolo e consumatore- promuovere in ogni contesto i nostri prodotti tipici- tutelare le risorse ambientali, economiche e turistiche del Po

La nostra comunità ha le risorse per vincere le sfide checi stanno davanti. Occorre sostenere le famiglie che sono il vero ammortizzatore sociale e il luogo in cui ci si educa alla responsabilità e all’aiuto reciproco. Ai giovani vanno garantite opportunità di conoscenza e formazione.La crescita deve essere sobria, non solo misurata sulla ricchezza, ma anche su benessere e felicità.

La crisi economica sta producendo nuove forme di disagio sociale e disuguaglianze. Numerose famiglie si trovano in seria difficoltà. L’individualismo e la specula-zione ci hanno reso tutti più deboli e soli. Occorre ritesse-re le condizioni di fiducia e di coinvolgimento. Le relazio-ni di comunità sono la risposta alla paura e alle divisioni.

Per il WELFARE mi impegno a:- favorire un sistema di comunità che valorizzi le risorse e unisca competenze pubbliche e private, privato sociale ed esperienze solidali della cooperazione reggiana- promuovere una politica sull’immigrazione capace di coniugare diritti e doveri di cittadinanza e sicurezza sociale, fattori decisivi di buona convivenza civile- incentivare la costruzione di case pubbliche ad affitto convenzionato per le giovani coppie e la povera gente- rafforzare le politiche per le famiglie con figli, con anziani o persone non autosufficienti- valorizzare e aumentare le opportunità aggregative per giovanissimi e adolescenti

"Per una vita più sicura e serena"

Per la SANITà mi impegno a:- potenziare il sistema sanitario provinciale anche con la realizzazione dell’IRCCS presso l’Ospedale S. Maria Nuova- sostenere i progetti di sviluppo dell’Ospedale: il polo oncoematologico e la realizzazione dell’Ospedale della Donna e del Bambino - integrare e sostenere la virtuosa rete degli ospedali

periferici (Castelnovo Monti, Montecchio, Guastalla, Correggio, Scandiano) in un’ottica strategica e condivisa- sostenere una fondazione di partecipazione o public company con risorse anche private per attrarre investi-menti nel settore sociosanitarioPer la SCUOLA mi impegno a:- defiscalizzare totalmente le rette per i nidi e per le scuole dell’infanzia- scommettere sull’istruzione e sulla formazione come volano di sviluppo culturale ed economico e come opportu-nità di crescita della cittadinanza attiva - favorire l’estensione del tempo pieno, del sostegno scolasti-co, delle dotazioni minime delle strutture, con risorse regionali, sopperendo alle mancanze del Governo Centrale

Per la SOLIDARIETà mi impegno a:- sostenere il volontariato, l‘associazionismo e lacooperazione sociale- contrastare il consumo di droghe e l’abuso di alcool conefficaci politiche di prevenzione e recupero

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- LAVORO PRImA DI TUTTO: ISTRUZIONE E FORmAZIONE PROFESSIONALE

- OCCUPAZIONE GIOVANILE

- FONDI PER LE ImPRESE E L’INNOVAZIONE

- AmmORTIZZATORI SOCIALI

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LAVORO PRImA DI TUTTO:ISTRUZIONE E FORmAZIONE PROFESSIONALE

Se è vero che ad un lavoro di qualità si accede solo con una formazione di qualità, è evidente che l’impegno principale della Regione resta quello nelle politiche di istruzione e for-mazione, propedeutiche e fortemente intrecciate alle politi-che per il lavoro. Un impegno rivolto in primo luogo ai giova-ni- che di questa Regione sono il futuro- ma che si estende a tutto l’arco della vita e diventa sempre più dirimente nellasoluzione di crisi e riorganizzazioni aziendali (come nel caso Thysse-Berco o per le imprese dell’area del terremoto) e come leva per l’attrazione di nuovi investimenti, (vedi i casi Vuitton e Philip Morris).Pietra miliare della Legislatura, che regge l’impalcatura di tutti i successivi provvedimenti sul tema, è la riforma del sistema regionale di istruzione e formazione professionale attuata con la legge 5 del 2011 della quale sono stato pro-motore e relatore. Il testo definisce un sistema di Istruzio-ne e Formazione Professionale regionale come un sistema integrato fondato sulla co-progettazione dell’offerta forma-tiva, coinvolgendo (con pari dignità) gli enti di formazione professionale accreditati e gli istituti professionali che han-no scelto il regime di sussidiarietà. Si rivolge ai giovani in uscita dalla scuola secondaria di primo grado e permette ai ragazzi di conseguire in un percorso di tre anni una quali-fica professionale; tra i suoi punti di forza vi sono l’integra-zione dei sistemi di istruzione e di formazione, il raccordo tra i percorsi per rendere organica l’offerta sul territorio, la programmazione di azioni di sostegno e riallineamento per supportare i passaggi dai percorsi realizzati presso gli enti

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accreditati a quelli realizzati presso gli istituti professionali, la prevenzione e riduzione dell’abbandono scolastico.Una riforma assolutamente necessaria per offrire a tutti i giovani nuove possibilità di accesso al mondo del lavoro con qualifi-che e professionalità alte, ma anche con diffuse competen-ze di base oggi assolutamente necessarie.

Coi ragazzi dell’ENAIP di Reggio Emilia

Il secondo segmento è la Rete Politecnica, istituita per for-mare e specializzare le competenze tecniche, tecnologiche e scientifiche, intercettando e rispondendo rapidamente ai fabbisogni espressi dal sistema produttivo. Ne fanno parte la Formazione superiore, l’Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (Ifts) e l’offerta degli Istituti Tecnici Superiori, tre tipologie di opportunità diversificate e complementari che si pongono a completamento e specializzazione dei diplomi di istruzione professionale e tecnica. Terzo pilastro di ER (Educazione e Ricerca Emilia Roma-gna) è quello definito Alta formazione, ricerca e mobilità internazionale. Complementare alla Rete Politecnica, è il segmento che prevede gli interventi più sperimentali e in-novativi, attraverso la costruzione di reti di conoscenza e di percorsi condivisi tra istituzioni, imprese, università ed enti di ricerca, indispensabili al territorio per confrontarsi con le nuove sfide economiche e sociali.

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L’ultimo segmento - Lavoro e Competenze - completa l’in-frastruttura regionale con interventi di politica attiva per ag-giornare progressivamente le competenze dei lavoratori, per supportare le imprese impegnate in processi di innovazione organizzativa e produttiva e soprattutto per accompagnare le persone nelle transizioni, tra i percorsi formazioni e il la-voro e tra un lavoro e l’altro. A questo ultimo segmento ap-partengono i tirocini formativi e anche l’apprendistato, nelle sue tre tipologie: apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere e apprendistato di alta formazione e di ricerca, introdotte dal Testo Unico dell’Apprendistato, entrato in vi-gore il 26 aprile 2012. L’apprendistato rappresenta il canale di accesso privilegiato al lavoro, ma anche una componen-te fondamentale del sistema educativo e formativo, carente proprio nelle transizioni. L’Emilia-Romagna ha regolamentato gli aspetti formativi - le ore, i contenuti e le modalità - in un disegno coerente con l’infrastruttura educativa regionale che amplia le opportunità per le persone di conseguire un titolo di studio, anche quelli più alti previsti dall’ordinamento nazionale, rafforzando l’equità del sistema. L’infrastruttura educativa ER Educazione e Ricerca Emilia-Romagna è stata finanziata da risorse regionali, nazionali ed europee, in particolare del Fondo Sociale Europeo, che dal 2007 al 2013 ha assegnato all’Emilia-Romagna oltre 800 mi-lioni di euro che la Regione ha impegnato al 100 per cento.Nella Provincia di Reggio Emilia le attività approvate e realiz-

Laboratorio di controllo numerico dell’ENAIP di Reggio Emilia

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Coi ragazzi di un ente di formazione di Reggio Emilia

zate sul territorio provinciale sono state 1.875 e hanno coin-volto 21.770 persone per un finanziamento pubblico tra cui fondi comunitari, nazionali e regionali pari a 36.888.057 euro.

“…garantire a tutti la possibilità di un successo formativo, offrendo un processo di crescita in grado di rafforzare le po-tenzialità e le competenze di ciascuno; affermare la conce-zione dell’apprendere e del sapere come strumenti di liber-tà; valorizzare il rapporto tra la cultura del lavoro, la cultura scientifica e la cultura tecnologica; assumere l’orientamen-to e la formazione al lavoro come orizzonte di significato; costruire un sistema educativo che si alimenti del dialogo sociale; contribuire a un positivo rapporto tra il sistema for-mativo e il mondo del lavoro…”Estratto intervento Consigliere Pagani- Martedì 28 Giugno 2011- Assemblea Legislativa Emilia Romagna

“…Questo progetto di legge… continua il lavoro intrapre-so da questa Giunta rispetto alla valorizzazione del capitale umano come elemento decisivo e importante per accompa-gnare l’uscita dalla crisi del nostro Paese e in modo parti-colare come l’elemento della formazione, perché in questo si caratterizza il percorso del tirocinio all’interno già della legge 17… come elemento di formazione di accompagna-mento sul lavoro…”Estratto intervento Consigliere Pagani- Martedì 16 Luglio 2013- Assemblea Legislativa Emilia Romagna

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OCCUPAZIONE GIOVANILE

Sul versante dell’occupazione giovanile, già nel 2012 l’Emi-lia-Romagna è partita con un Piano straordinario per l’oc-cupazione dei giovani con cui ha incentivato l’assunzione e la stabilizzazione di ragazzi fra i 18 ed i 34 anni.Il Piano, costituito da 4 fondi destinati a diverse linee d’in-tervento, ha stanziato un totale di 46 milioni di euro.

“… In questo quadro credo che vada riconosciuto che molte delle attività e delle architetture istituzionali già sperimen-tate in questi anni in regione rappresentano un’importante base di partenza su cui investire. Faccio qui riferimento al sistema formativo regionale e alle sue connessioni con il sistema delle imprese, la rete politecnica, l’alta formazione, gli sblocchi aperti per un raccordo con il mercato del lavo-ro. Questa è anche la base che ci ha permesso di partire puntualmente il primo di maggio tra le prime Regioni in Italia con il progetto “Garanzia Giovani”.”Estratto intervento Consigliere Pagani- Mercoledì 25 Giugno 2014- Assemblea Legislativa Emilia Romagna

L’esperienza già avviata in tal senso ha fatto sì che l’Emilia-Romagna sia stata fra le prime Regioni a riuscire ad avviare, nel maggio scorso, il programma UE Garanzia Giovani, 74 milioni di euro di fondi UE disponibili per il nostro Paese.Il programma si rivolge ai giovani fino a 29 anni che non lavorano né studiano, ed offre colloqui di orientamento, per-corsi finalizzati al reinserimento in un percorso formativo,

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tirocini, sostegno all’inserimento lavorativo in particolare attraverso un contratto di apprendistato, mobilità profes-sionale in Italia e in Europa, sostegno alla realizzazione di un’esperienza di servizio civile, accompagnamento all’avvio di un’ attività autonoma e imprenditoriale e bonus occupa-zionale alle imprese che assumono.Ad oggi sono 9.926 i giovani che hanno aderito e si sono re-gistrati al Programma Garanzia Giovani in Emilia-Romagna. Di questi giovani, 4.465 sono anche residenti in Regione, mentre 5.461 provengono da fuori regione.Sono 2.492 i ragazzi già convocati dai servizi competenti, anche se un primo contatto via mail è avvenuto con 8.589 giovani. Di questi, 3.947 hanno già un appuntamento fissato per usu-fruire delle misure previste. Sono 1.511 i patti di attivazione già siglati.

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FONDI PER LE ImPRESE E L’INNOVAZIONE

L’Emilia-Romagna, è caratterizzata da un’economia fiorente e da una nutrita quota di Piccole e Medie Imprese molto produttive, il più delle volte a conduzione familiare e spesso cooperative. Nel settore primario a fungere da traino eco-nomico sono le aziende alimentari, con particolari eccellen-ze nelle produzioni cerealicole e negli allevamenti bovini e suini; per quanto riguarda il settore secondario a dominare la scena sono le grandi marche motoristiche, basti citare, fra le altre, Ferrari, Maserati e Lamborghini per le auto e la Ducati per le moto. Per il terziario il traino è costituito dall’industria del turismo, particolarmente sviluppata lun-go la riviera romagnola e con fatturato estivo supportato nei mesi invernali dalle località sciistiche dell’appennino. Alla varietà di attività economiche corrisponde un preciso e puntuale supporto degli organi istituzionali in generale e della Regione Emilia-Romagna in particolare.

Questi alcuni tra i più importanti interventi a favore dell’im-presa in questi quattro anni e mezzo di legislatura:Start up innovative 2014 - Sostegno allo start up di nuove imprese innovative - Bando per piccole imprese costituite dopo l’1 gennaio 2011Riqualificazione energetica di imprese turistiche e com-merciali: Sostegno a progetti innovativi nel campo delle tecnologie energetico-ambientali volti al risparmio energe-tico e all’utilizzo delle fonti rinnovabiliStart up innovative 2013 - Sostegno allo start up di nuove imprese innovativeInvestimenti produttivi delle imprese nell’area colpita dal

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sisma “Sostegno agli investimenti produttivi delle imprese nell’area colpita dal sisma”Innovazione tecnologica per l’attività di proiezione cine-matografica “Sostegno a progetti e servizi per la creazione di reti di imprese, per l’innovazione tecnologica e organizza-tiva nelle pmi”Sostegno alla localizzazione delle imprese “Sostegno al riavvio delle attività delle imprese” colpite dal sismaStart up innovative 2012 - “Sostegno allo start-up di nuove imprese innovative”Innovazione tecnologica delle pmi e delle reti di pmi “So-stegno a progetti e servizi per la creazione di reti di imprese, per l’innovazione tecnologica e organizzativa nelle pmi”Rimozione dell’amianto e installazione di impianti fotovol-taici negli edifici “Sostegno a progetti innovativi nel cam-po delle tecnologie energetico-ambientali volti al risparmio energetico e all’utilizzo di fonti rinnovabili”

Per il futuro va considerato che con il FESR (Fondo europeo di sviluppo regionale) 2014-2020 ci saranno complessiva-mente risorse per 482 milioni di euro, di cui 145 milioni per la ricerca e l’innovazione, 24 milioni per lo sviluppo dell’ICT, 120 milioni per la competitività e l’attrattività del sistema regionale, 96 milioni per la promozione della low carbon economy nei territori, 48 milioni per la valorizzazione delle risorse artistiche , culturali ed ambientali ai fini dell’attra-zione turistica e circa 29 milioni per l’attuazione dell’agenda urbana per le città intelligenti, sostenibili e attrattive.

Al Vinitaly di Verona, in visita alle aziende vitivinicole emiliano romagnole, 2014

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AmmORTIZZATORI SOCIALILa Regione è stata presente nel supporto agli ammortizzato-ri sociali per consentire alle aziende di superare le difficoltà assicurando un adeguato sostegno al reddito dei lavoratori. Fino alla fine del 2013 hanno ottenuto un sostegno al reddito oltre 140 mila lavoratori dipendenti di 21.011 imprese. Negli ultimi quattro anni, presso la Regione, sono stati oltre 300 i tavoli di confronto che hanno affrontato crisi azienda-li di imprese di grandi dimensioni a cui si sono aggiunti, in tutta l’Emilia-Romagna, centinaia di altri tavoli di crisi locali presso ciascuna delle nove Province. In decine di importan-ti casi le aziende sono state salvate con la riconversione, come a esempio l’Omsa (che ha fatto un grande cambia-mento nel core business industriale), la Perla, Marazzi, Fin-cuoghi, Ferretti.

“…Tutti i colleghi presenti hanno ben chiaro il dato dell’au-mento del tasso di mobilità così come delle ore di cassin-tegrazione ordinaria e straordinaria e in deroga, che ha raggiunto delle cifre impressionanti; nel 2010 avevamo 118 milioni di ore che sono scese a 92 milioni di ore di cassin-tegrazione nel 2012, che rappresentano circa 50.000 unità standard di lavoro…”Estratto intervento Beppe Pagani- Mercoledì 25 Giugno 2014- As-semblea Legislativa Emilia Romagna

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- CONTRASTO AL GIOCO D’AZZARDO

- L’ITALIA SONO ANCh’IO

- POLITIChE GIOVANILI

- LEGGE SULL’ECONOmIA SOLIDALE

- ENTI LOCALI

- mONTAGNA E AREE INTERNE

- IL TERREmOTO, LA RICOSTRUZIONE

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CONTRASTO AL GIOCO D’AZZARDO

Nel Luglio 2013 è stata approvata, all’unanimità, in Assem-blea Legislativa la legge di cui sono stato il promotore fina-lizzata a contrastare il fenomeno del gioco d’azzardo e le sue ricadute personali e familiari, oltre al danno sociale legato all’aumento nella popolazione della patologia di dipendenza.Dopo l’approvazione della legge, siamo finalmente arrivati, in questi mesi, alla fase operativa del Piano integrato, per rendere effettive le azioni previste per contrastare e preve-nire la dipendenza dal gioco patologico.

Presentazione legge GAP a Boretto con Matteo Iori, 2012

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Abbiamo lavorato sul coinvolgimento dei Comuni e degli esercizi commerciali (bar, tabaccheria e circoli ricreativi) che operano sul territorio regionale, per ridurre i luoghi e le occasioni di gioco con le slot machine e i totem per il gio-co online e attraverso la diffusione di un apposito marchio “Slot Free ER”. Il piano ha, tra i suoi principali obiettivi, la realizzazione di progetti di prevenzione e sensibilizzazione sul rischio di di-pendenza da gioco e prevede, entro la fine dell’anno, l’inizio di corsi obbligatori di formazione rivolti al personale delle sale da gioco, per favorire una responsabilità sociale “dif-fusa” verso i giocatori più fragili e sui rischi della dipenden-za da gioco d’azzardo. Altri corsi di formazione sono rivolti anche al personale sociale e sociosanitario dei Comuni (operatori di Sportelli sociali, Centri per le famiglie) e agli agenti delle Polizie locali per informarli sui rischi del gioco d’azzardo e sui percorsi di cura, in modo da favorire se pos-sibile il riconoscimento precoce del problema e orientare il cittadino verso i servizi di cura.La Regione ha attivato in ogni Azienda Usl un punto spe-rimentale di accoglienza e valutazione delle persone con problemi di gioco patologico, in rete con associazioni del terzo settore impegnate sul tema. Come in tutte le forme di dipendenza, l’assistenza al singolo può prevedere il coinvolgimento della famiglia o della coppia. In Emilia Romagna, nel 2013, questo fenomeno (che ha pro-

Presentazione legge GAP, Cesena, 2013

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dotto un fatturato di circa 6 milioni di euro) ha comportato l’assistenza di 1.102 persone da parte dei Sert delle Aziende Usl. Un dato, questo, fortemente in crescita; si stima, inol-tre, che i giocatori siano circa 10 mila.Nella Provincia di Reggio Emilia ho visitato l’importante pro-getto “Pluto” che viene finanziato dalla Regione e fornisce un’assistenza intensiva per le persone con dipendenza da gioco particolarmente grave e inviate dai SerT con una dia-gnosi specifica. Tra il luglio 2013 e il giugno 2014 sono state

assistite 45 persone nelle strutture residenziali previste dal progetto.Il percorso che ha portato prima all’approvazione della legge e successivamente al piano inte-grato mi ha dato l’occasione di lavorare in collaborazione con Matteo Iori, Presidente della co-munità Papa Giovanni XXIII, e con quanti operano nel campo dello studio, della prevenzione e della cura dei problemi cor-relati al gioco d’azzardo pato-logico. Infine, ho partecipato a numerosi incontri a Reggio Emilia e nell’intera Regio-ne per presentare la legge,

Presentazione legge GAP, Ponte dell’Olio, 2013

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portando all’attenzione di tanti un fenomeno drammatico e dimenticato dalla politica e sul quale la Regione non ha man-cato di dare risposte.

“…Oggi, questa legge, mette in evidenza una necessità: tut-to questo non può avvenire, se non all’interno di una allean-za virtuosa, di una rete, che deve essere costruita non con degli ostracismi, ma con delle alleanze puntuali tra istituzio-ni, società civile, comunità, forze di polizia e dico anche la rete degli esercenti. Noi abbiamo bisogno di una rete virtuo-sa sul territorio che si allei e che cerchi di mettere in campo azioni positive e concrete, sostenute dalla legge regionale, perché si possa, in qualche modo, riuscire a contrastare questa piaga sociale…”Estratto intervento Beppe Pagani- Martedì 2 Luglio 2013- Assem-blea legislativa Emilia Romagna

“…Se esiste un merito in più di questa legge è che può spin-gere in avanti e contribuire a spingere in avanti e fare pres-sione politica sul livello nazionale…”Estratto intervento Beppe Pagani- Martedì 2 Luglio 2013- Assem-blea legislativa Emilia Romagna

Presentazione legge GAP, Reggio Emilia, CEIS, 2013

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L’ITALIA SONO ANChE IO

Mi sono impegnato a sostenere, partecipando alla raccolta firme e con la presentazione di una risoluzione all’Assem-blea Legislativa dell’Emilia Romagna, la campagna “L’Italia sono anch’io” per la presentazione in Parlamento di due proposte di legge di iniziativa popolare sui diritti di cittadi-nanza degli stranieri. L’iniziativa era volta alla riforma del diritto di cittadinanza, in particolare per applicare lo Jus Soli temperato nel no-stro territorio e per il riconoscimento del diritto di voto per le elezioni amministrative ai lavoratori presenti in Italia da oltre 5 anni. Ci siamo posti il tema della piena applicazione dell’articolo 3 della nostra Carta Costituzionale che impe-gna lo Stato a rimuovere tutte le cause che impediscono il pieno riconoscimento e il principio di uguaglianza. Tema giusto ed importante in una Regione nella quale gli stranieri sono circa 534.000, ovvero il 10% della popola-zione. Ci siamo posti il tema di riconoscere il diritto di voto a chi lavora nel nostro paese e paga le tasse, il che lo fa sentire pienamente nella responsabilità sociale e politica. Una società, quella dell’Emilia-Romagna, già interculturale a tutti gli effetti, con un fenomeno migratorio stabilizzato. E’ questa la premessa alla base del Piano triennale 2014-2016 per l’integrazione sociale degli stranieri, previsto dalla legge regionale 5 del 2004, che punta a potenziare ancora di più l’integrazione sociale dei cittadini stranieri. Servizi accessibili a tutti, quindi – e non “dedicati” e tre priorità: l’apprendimento della lingua italiana, la mediazione e la for-mazione culturale, l’informazione e la conoscenza “diffusa” dei diritti e dei doveri.

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“…Il Capo dello Stato… ha definito una follia non riconosce-re questi diritti a bambini e ragazzi che nascono sul nostro territorio, frequentano le scuole coi nostri figli, parlano l’i-taliano come lo parliamo noi e hanno l’aspettativa di essere riconosciuti nella loro uguaglianza insieme agli altri ragazzi e agli altri bimbi di questo Paese…” Estratto intervento Consigliere Pagani- Martedì 6 Dicembre 2011 - seduta pomeridiana Assemblea legislativa Emilia Romagna

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POLITIChE GIOVANILI

La Regione Emilia-Romagna si è data nel 2008 una legge sulle politiche giovanili che finanzia ogni anno politiche ed interventi rivolti ai giovani promosse e realizzate dagli enti locali e dal terzo settore: in questo ambito rientrano tutti quei progetti e quegli interventi tesi a promuovere aggre-

Con i ragazzi della Grissin Bon Reggio Emilia, 2014

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gazione e protagonismo giovanile, cittadinanza attiva e la cultura della legalità.Da parte della Regione è stato fatto un grosso sforzo per mantenere a livelli costanti il finanziamento della legge 14 del 2008 nonostante i pesanti tagli al bilancio regionale che si sono susseguiti già a partire dal 2010. Nel 2014 i fondi messi a disposizione dalla Regione ammontano a circa un milione di euro e sono suddivisi in due bandi, uno diretto ai progetti presentati dagli enti locali ed uno rivolto ad asso-ciazioni, cooperative sociali e oratori.

Con un gruppo di scout di Reggio Emilia e don Nicolini, 2012

Premiazioni CONI, Reggio Emilia, 2014

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LEGGE SULL’ECONOmIA SOLIDALE

Un altro importante risultato di questa legislatura è stata l’approvazione di una “legge sull’economia solidale”, della quale sono stato uno dei firmatari e sulla quale ho lavorato per molto tempo, con incontri con i Gruppi di Acquisto Soli-dale di Reggio Emilia e della Regione, per arrivare, insieme ai colleghi della maggioranza, a scrivere una legge che fos-se il più possibile apprezzata e condivisa, frutto anche di una collaborazione col CRESCER (Coordinamento regionale economia solidale E-R). Una legge che prende spunto anche da un bell’incontro organizzato insieme ai colleghi Zoffoli e Richetti nel 2012 a Loppiano, nel quale il prof. Luigino Bruni (docente di scienze economiche ed autore di diversi testi sull’economia solida-le) ci ha spiegato cosa sta alla base dell’idea di un’econo-mia che possa essere anche “solidale” e come declinarla concretamente. L’obiettivo della nuova legge è quello di promuovere uno sviluppo economico fondato sulla dimensione relazionale, sulla collaborazione, l’inclusione, i legami con il territorio, la tutela del valore del lavoro, di rendere l’economia più democratica, più rispettosa dell’ambiente e delle risorse disponibili. Una legge che punta a sostenere i gruppi di acquisto soli-dale mediante la concessione di spazi e locali a titolo non oneroso da parte di istituzioni ed enti locali. Nel settore agroalimentare, si promuovono le produzioni contadine a chilometro zero, la loro vendita diretta e l’utilizzo di questi prodotti nelle mense. Per quanto riguarda la casa si vuole diffondere il cohousing,

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con bandi e con una mappatura delle potenzialità territoriali per l’abitare sociale. Sul fronte finanziario, la legge sostiene la finanza etica cre-ando un fondo regionale per l’abbattimento degli interessi passivi sui prestiti concessi a esperienze di economia soli-dale. Infine si promuove la nascita, la diffusione e l’utilizzo anche da parte della Regione e degli enti locali, di strumenti di scambio non monetario creati dal basso.La legge prevede l’introduzione di tre strumenti: un forum regionale sull’economia solidale per elaborare le istanze avanzate, un tavolo permanente per raccordare rappresen-tanti dell’economia solidale e un osservatorio, per predi-sporre analisi e rapporti annuali.

A Loppiano a lezione da Luigino Bruni, 2012

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ENTI LOCALI

In un contesto nazionale di tagli, che sempre di più mette in difficoltà gli enti locali, la nostra Regione ha cercato di recuperare risorse per i comuni, sia operando sul patto di stabilità, che attraverso gli incentivi alle unioni e fusioni dei comuni.Gli interventi si sono focalizzati sul patto di stabilità regiona-le, che aiuta gli enti locali che a causa del patto di stabilità nazionale vedono bloccate le proprie possibilità di spesa e di investimento, pur avendo a disposizione le risorse, e su-gli incentivi alle fusioni, in un’ottica di razionalizzazione e risparmio delle spese. La Regione Emilia-Romagna nel 2010 è stata la prima a sbloccare 92mil. di quote del proprio Patto di Stabilità a fa-vore di Province e Comuni che, pur in presenza di risorse, non potevano pagare i fornitori a causa dei vincoli posti dal-lo Stato.Successivamente con la legge regionale sul Patto di stabi-lità territoriale, si sono dettate regole e meccanismi precisi che hanno permesso di declinare gli obiettivi del Patto di Stabilità in un’ottica federalista, definendo un unico vinco-lo regionale da rispettare, entro il quale le quote possono essere cedute fra Enti per garantire maggiore flessibilità e dunque non solo la possibilità di pagare i fornitori, ma an-che di realizzare interventi strategici, per quei Comuni che dispongono delle risorse necessarie.96,4 Milioni sono state le risorse sbloccate per il patto di stabilità territoriale per la provincia di Reggio Emilia dal 2010 al 2014. La legislatura è stata caratterizzata da un grande impulso

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dato alle unioni e alle fusioni dei comuni. Il 1 gennaio 2014 con la nascita del comune di Valsamoggia, in provincia di Bologna, si è avuta per la prima volta in Italia la fusione tra comuni. Altre fusioni sono in fase di attuazione, e tra queste quella dei comuni del crinale dell’appennino reggiano, che, terminato l’iter regionale, ora aspetta la fase del referendum consultivo tra i cittadini.I comuni che decidono di fondersi, oltre ad aumentare sen-sibilmente la popolazione ed avere quindi un maggior peso sul piano dei rapporti con gli enti superiori, beneficiano di grandi risparmi: per il comune di Valsamoggia, ad esempio, i risparmi ammontano a 2,6 milioni di euro iniziali, ai quali si aggiungono 1,6 milioni di incentivi statali e regionali e, non da poco, l’esenzione dal patto di stabilità per due anni.

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mONTAGNA E AREE INTERNE

La montagna è una parte importantissima della nostra Re-gione, che in questi ultimi decenni ha subito un grave spo-polamento; un abbandono che, oltre a causare un problema sociale, causa anche problemi ambientali, visto che l’ab-bandono dei boschi e dei campi è uno dei motivi che porta-no a frane e smottamenti. Per quel che riguarda il contrasto al dissesto idrogeologico, Centinaia sono i movimenti franosi sulle nostre montagne, alcuni molto piccoli, altri di dimensioni imponenti (proprio a Parma si trova la frana più grande d’Europa, per dimensioni) che causano ogni anno danni per milioni di euro e contem-poraneamente tante sono state, in pianura, le esondazioni e le alluvioni, la più importante della quale nel 2013.La Regione ha riconosciuto alle aree appenniniche una pri-orità trasversale in molte misure e condizioni particolari di accesso ai finanziamenti. Inoltre i territori collinari e mon-tani hanno potuto contare sull’innalzamento delle risorse dedicate alle indennità compensative per circa 90 milioni di euro e su circa 50 milioni per la prevenzione del dissesto idrogeologico nelle aziende agricole e nelle aree forestali, in particolare per il ripristino di ponti e strade danneggiati e resi impraticabili da frane e alluvioni. Ammontano a 93 milioni di euro i finanziamenti più diret-tamente dedicati a investimenti strategici per contrastare l’abbandono del territorio, migliorando i servizi. In partico-lare, circa 66,4 milioni sono stati destinati a sostenere le at-tività dei Gal (Gruppi di azione locale), ovvero associazioni miste, in prevalenza private, che operano con progetti di sviluppo locale nelle aree appenniniche e si occupano di

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preservare il territorio da incuria e abbandono, una delle cause primarie dei dissesti. Per quel che riguarda le scuole di montagna, è proprio del 2014 una risoluzione che mi vede tra i firmatari, che chiede alla giunta di diversificare i parametri per l’assegnazione delle pluriclassi nelle zone montane, e renderli più bassi, per contrastare il fenomeno di classi formate da studenti di età diversa, che di conseguenza abbassano il livello della formazione; chi va a scuola in montagna va incentivato e le scuole sono una presenza fondamentale per i piccoli paesi appenninici, non possiamo lasciare che chiudano o che il livello dell’insegnamento sia a livelli più bassi che le scuole di pianura. In tutto, per la montagna reggiana, più di 20 milioni di euro sono stati stanziati in questa legislatura.

Cervarolo - la parrocchia di Don Pigozzi ucciso dai nazisti nel 1944

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IL TERREmOTO, LA RICOSTRUZIONE

Il 20 ed il 29 maggio 2012, due terribili scosse di terremoto hanno interessato la nostra Regione e alcuni comuni della Provincia di Reggio.Abbiamo fatto un lavoro inedito con i sindaci, le ammini-strazioni, i dirigenti e i tecnici. Anche con i professionisti, con i quali abbiamo discusso e continueremo a farlo. Certo, abbiamo tracciato una strada nuova per l’Italia sulla rico-struzione, che riguarda il modo di operare, il ruolo delle Isti-tuzioni, la trasparenza, la lotta contro il crimine organizzato e le metodologie operative. Dopo le scosse principali il territorio colpito registrava 19 mila famiglie che avevano lasciato le proprie abitazioni, di cui 16 mila (per un totale di 45 mila persone coinvolte) ave-vano chiesto assistenza; 14 mila edifici residenziali danneg-giati; 13 mila attività economiche danneggiate (capannoni e impianti aziende agricole, negozi) nonché 1.500 edifici pubblici e strutture socio-sanitarie lesionati. Oltre 40 mila i lavoratori in cassa integrazione (scesi dopo due anni a 215).L’Emilia-Romagna ha reagito sulla base di principi chiari e presenti in ogni atto ed in ogni azione: legalità, trasparen-za ed equità. A due anni dal sisma il totale delle risorse impegnate ammonta a 4,03 miliardi – cui si sommano 726 milioni di prestiti senza interessi accesi dalle imprese per il pagamento di tributi, contributi e premi - destinate princi-palmente per: ricostruzione privata di imprese e abitazioni (contributi Mude e Sfinge, rimborsi assicurativi imprese, fondi Inail, fondi ricerca, fondi Fesr e Feasr, scorte e delo-calizzazioni); opere provvisionali, scuole temporanee, mu-nicipi e chiese; assistenza alla popolazione e programma

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casa (prima emergenza e assistenza, rimozione macerie, Cas, moduli abitativi, alloggi in affitto, traslochi, cassa in-terazione); interventi sul patrimonio pubblico (riparazione e ricostruzione alloggi Acer, Piano delle opere pubbliche, rimborsi assicurativi Enti locali).Per quanto riguarda la ‘ricostruzione pubblica’ sono sta-ti finanziati e realizzati circa 2.000 interventi (per oltre 200 milioni di euro) di opere provvisionali e di somma urgenza per riaprire le “zone rosse”, mettere in sicurezza chiese e monumenti, opere idrauliche, ripristinare la viabilità, facili-tare il rientro di coloro che avevano le abitazioni con rischio esterno. Costruite 12 sedi di municipi temporanei per la continuità dei servizi pubblici. A maggio 2012 erano inagibili 570 scuole (70mila studenti coinvolti): in pochi mesi - assicu-rando la regolare partenza dell’anno scolastico - sono state riparate le scuole con danni lievi e costruiti 30 edifici sco-lastici temporanei, 32 prefabbricati modulari scolastici e 26 palestre scolastiche.Innovativo anche il sistema di monitoraggio della ricostru-zione e della destinazione delle donazioni, grazie ad un sito internet (www.donazionisisma.it) che consente a tutti di controllare dove e come sono state impiegate le proprie donazioni.

A Reggiolo, in visita poco dopo il terremoto, 2012

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- mATERNITà E INFANZIA REGGIO EmILIA

- mEmORIA

- COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

- I DIRITTI DELLE NUOVE GENERAZIONI: ASILI NIDO E PRImA INFANZIA

- SCUOLA, FORmAZIONE E ISTRUZIONE SUPERIORE

- FONDO NON AUTOSUFFICIENZA

- CULTURA

- UNA REGIONE PER LA PARITà

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mATERNITà E INFANZIA REGGIO EmILIA

Qualche mese in più, oltre ai 4 anni e mezzo di questa IX legislatura, e avremmo avuto la certezza di inizio lavori per il nuovo ospedale maternità e Infanzia di Reggio Emilia (mIRE). Sarà uno dei miei primi e più urgenti impegni del-la prossima legislatura, se avrò ancora l’onore di rappre-sentare Reggio Emilia in Regione, quello di confermare la destinazione dei fondi accantonati per il mIRE nell’ultima legge finanziaria regionale, ma che non sono stati formaliz-zati in una delibera a causa della prematura chiusura della legislatura.Nel luglio scorso con l’approvazione in Assemblea della legge finanziaria regionale è stato inserito nell’assestamen-to di bilancio 2014 un fondo di 25 milioni di euro destinati alla realizzazione, ristrutturazione, manutenzione straordinaria del patrimonio sanitario e socio-sanitario della regione. Tra questi 14 milioni destinati, per bocca dell’assessore alla sanità, alla realizzazione di un primo step del MIRE (Mater-nità ed Infanzia Reggio Emilia), quell’ “ospedale della donna e del bambino” del quale da tempo si parla e che è stato uno degli obiettivi che intendevo portare a termine entro la fine della legislatura. Purtroppo le dimissioni del Presidente che hanno provocato la chiusura anticipata della legislatura impediscono ora di poter dare piena attuazione a quell’impegno.Cinque anni fa, tra l’incredulità dei più, avevo inserito l’al-lora Ospedale della Donna e del Bambino nel programma elettorale tra le priorità del mio futuro impegno legislativo regionale. In questi anni quello che pareva un sogno è di-venuto non solo patrimonio della comunità, ma anche un

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progetto concretamente realizzabile grazie alle risorse fi-nanziarie ora messe a bilancio.Ma la storia dell’MIRE inizia molto prima. Il percorso del progetto originario dell’Ospedale della donna e del bambino inizia da lontano. La spinta propulsiva è venuta in primis dal prof. Giovanni La Sala, primario di ostetricia e ginecologia dell’Azienda S.M.N. di Reggio Emilia.Sono diverse le tappe che, lo dico con gioia, mi hanno vi-sto collaborare a questo progetto nella mia parte di Con-sigliere regionale fin dalla ormai lontana campagna eletto-rale. A febbraio 2010, nel mio programma elettorale sotto il punto del “vita più sicura e serena” sostenevo l’importanza dell’IRCSS, del polo oncoematologico (CORE) che via via si stava allargando ad altri settori quali l’alta tecnologia ospe-daliera e della realizzazione dell’Ospedale della Donna e del Bambino.Nel luglio 2010 un primo incontro con i consiglieri regionali del PD su questo progetto ha portato alla visita, il primo ot-tobre 2010, dei Consiglieri regionali Pd di tutte le province nei reparti di ostetricia-ginecologia-neonatologia del Santa Maria Nuova e all’incontro con la direzione sanitaria, con il Direttore del SMN Dott.Ivan Trenti e con i professionisti dei reparti, per confrontarci sul progetto.Il coinvolgimento ampio dei consiglieri del gruppo del PD si è quindi reso ancora più visibile nelle due tappe successi-ve il 2/11/2010 quando al convegno “aver Cura della Cura” organizzato per presentare il progetto dell’allora Ospedale della donna e del bambino oltre al sottoscritto interviene uf-ficialmente il consigliere Thomas Casadei di Forlì. Il 3 Dicembre 2010 viene votata all’unanimità dall’Assem-blea Legislativa una risoluzione che indica nel progetto una occasione di sviluppo della rete regionale dei servizi socio-sanitari, delle sue eccellenze specialistiche e della reale accessibilità delle persone.Ma naturalmente è soprattutto attraverso il lavoro dell’as-sociazione CURARE e alla intraprendenza di Deanna Ferretti che il progetto iniziale da sogno prende corpo sino a trasfor-marsi in concreta possibilità, sino all’impego preso dall’As-sessore alla Sanità uscente, sino all’individuazione dei fondi nell’assestamento di bilancio.

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Come già detto solo la fine anticipata della legislatura ha impedito che questa decisione fosse fissata in una delibera ufficiale. Nella difficoltà della situazione finanziaria e in particolare del sistema sanitario, abbiamo fatto il possibile in questi anni per tenere accese le luci su questo progetto. Ognuno di noi, ciascuno nel suo ruolo in questa comunità, ha fatto la sua parte perché l’obiettivo potesse essere colto. Il nostro impegno rimane quello che questo progetto venga realizzato e messo a sistema.La realizzazione del MIRE, formerà l’ultimo tassello del po-tenziamento del polo sanitario reggiano dopo l’IRCCS (Isti-tuto Ricovero e Cura a Carattere Scientifico in Oncologia) e il CORE (Centro Onco-Ematologico) e che lo pone all’avan-guardia del sistema regionale. Lasciatemi aggiungere che per me questa rappresenta una promessa mantenuta. Quest’ospedale diventerà un importante centro di livello na-zionale e consentirà di occuparsi delle patologie che hanno a che fare con la salute della donna, della gestante, della coppia, del neonato e del bambino in maniera sempre più efficace.è difficile oggi parlare di bellezza della politica, sono queste le situazioni che fanno sperare: la gioia di poter realizzare qualcosa di importante per i cittadini, la felicità di un per-corso condiviso.

“…la premessa della risoluzione sta proprio nel voler evi-denziare come il contesto sociale della nostra regione, in particolare il contesto che riguarda le donne, quindi tutto il tema attorno alla maternità, si evolva in maniera specifica in questa realtà, in una realtà avanzata come la nostra re-gione, proprio perché queste problematiche sono presenti in maniera accentuata e particolareggiata laddove vi è svi-luppo, laddove vi è capacità di un sistema coeso, laddove vi è possibilità di lavoro per le donne, laddove le dimensioni anche di natura sociale e il welfare che c’è intorno hanno creato queste possibilità…”Estratto intervento Consigliere Pagani- Venerdì 30 Maggio- As-semblea Legislativa

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mEmORIA

Non c’è futuro senza memoria e soprattutto il nostro agi-re politico non può dimenticarsi di ciò che è stato e di ciò che ha dato vita alla nostra democrazia e alle democrazie europee. Fin dall’inizio del mio mandato ho tenuto a men-te queste parole e poco tempo dopo essere stato eletto ho partecipato ad un viaggio nei Balcani insieme ad alcuni gio-vani per incontrare chi tutti i giorni fa i conti con divisioni et-niche e storiche e quelle divisioni cerca di superarle con la tolleranza e il perdono. Un “viaggio” che è continuato ideal-mente poi per tutti questi anni, anche nelle nostre terre, con incontri e scambi di opinione e con impegni concreti. Dal 2011 rappresento l’amministrazione regionale nel Con-siglio di Amministrazione (ora Consiglio di indirizzo) della scuola di Pace di montesole che ogni anno riceve finanzia-

A Cà Marasatoni per ricordare don Domenico Orlandini, 2014

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menti dalla Regione. è un ruolo che personalmente mi ono-ra, un collegamento tra l’istituzione regionale e una scuola di Pace che, partendo da una tragedia come fu la strage di Marzabotto e Montesole è riuscita a costruire percorsi di Pace e di convivenza, e che ogni anno ospita ragazzi e ragazze da tutto il mondo che sperimentano attivamente il “conflitto” e la pacificazione. Ho partecipato al Viaggio della memoria organizzato da Istoreco nel 2011 a Berlino: un’esperienza intensa e com-movente, che mi ha aiutato a riflettere sul nazismo e sulla resistenza, visitando i luoghi che di quella tragedia sono stati testimoni. Sono poi il rappresentante dell’Assemblea Legislativa nel comitato dei soci dell’Istituto Alcide Cervi di Gattatico, che nel ricordo dei sette fratelli uccisi barbaramente dai fascisti,

A Visegrad, 2011

A Montesole, in visita alla scuola di Pace Con Istoreco a Berlino, 2011

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A Sarajevo, incontro con Svetlana Broz e l’associazione Gariwo, 2011

mantiene viva la memoria della Resistenza e dell’Antifasci-smo, una memoria che oggi più che mai bisogna mantenere viva e attuale. Il ricordo dell’antifascismo e della lotta partigiana poi, è per me sempre stato un esempio e un riferimento, tanto che la prima uscita pubblica da consigliere regionale, nel 2010, è stata la presenza alla commemorazione della Pasqua di Sangue del 1945 al sacrario delle Fiamme Verdi di Cà ma-rastoni, che poi ho ricordato ogni anno; tante sono state le iniziative e i momenti di riflessione nei luoghi dei combatti-menti partigiani, sulle nostre montagne, spesso insieme a Danilo morini, presidente provinciale dell’ALPI, Giacomo Notari, presidente provinciale ANPI e gli storici di Istoreco; per capire, conoscere, riflettere ed agire per evitare che si-mili barbarie possano tornare a ripetersi.

Con Giacomo Notari sulle strade dei partigiani, 2012Con Istoreco a Berlino, 2011

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COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Nell’ottobre del 2012 mi sono recato in missione a Kiev e Zhi-tomir in Ucraina per conto dell’Assemblea Legislativa dell’E-milia-Romagna insieme al presidente del Ceis don Giuseppe Dossetti. è stata una missione importante per diversi motivi.Ai confini dell’Unione Europea, l’Ucraina, oggi purtroppo sulle prime pagine per la bellicosa situazione sul versante russo, è un territorio in bilico tra l’influenza russa e quella dell’Unione. La Regione Emilia-Romagna ha avviato un fruttuoso lavoro di cooperazione con la Provincia di Zhitomir contando di gestire consistenti finanziamenti Europei. Tra le partnership storicamente attive tra Regione e Zhitomir è particolarmen-te preziosa quella con la scuola italo-ucraina Vsesvit. Du-rante la missione ho potuto incontrare oltre al sindaco di

Ucraina, col sindaco di Zytomir, 2012

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Zhitomir anche numerose personalità del mondo universi-tario, scolastico e sanitario, religioso.Oltre all’Ucraina ho ricevuto sempre per conto dell’Assem-blea Legislativa la delegazione ufficiale del popolo Saha-rawi formata dal primo ministro Abdelkader Taleb Omar, il ministro per la Cooperazione Salek Baba, Omar Mih, rap-presentante del Fronte Polisario in Italia, e Nanna Labat, poetessa ed esponente dell’Unione delle donne Saharawi (Unms). I rappresentanti del popolo Saharawi hanno riportato le preoccupazioni e le speranze del loro popolo che ormai da decenni è costretto a vivere nei campi profughi.La Regione Emilia Romagna da anni è attivamente impegna-ta a fianco di questo popolo: risalgono infatti agli anni Ottan-ta le prime iniziative di solidarietà con i Saharawi, da parte di associazioni emiliano-romagnole ed enti locali, in seguito all’invasione del Sahara Occidentale da parte dell’esercito marocchino avvenuta nel 1975.Mi preme sottolineare che pur in un contesto economico difficile e precario la Regione Emilia-Romagna, in base ad una legge regionale del 2002, ogni anno finanzia progetti di cooperazione con i Paesi in via di sviluppo e iniziative di cooperazione internazionale. Nel 2013 i progetti finanziati sono stati ben 29. Lo stanziamento complessivo ammonta a 1.243.159 euro. 25 progetti riguardano le aree considerate prioritarie dalla Regione: Senegal, Bacino Sud del Medi-terraneo, Territori Palestinesi, Ucraina, Mozambico, Cam-pi profughi Saharawi, Moldavia ed Etiopia e 4 riguardano i Gruppi di Cooperazione Territoriale

Ucraina, visita a una scuola elementare di Zytomir, 2012

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“…La cooperazione internazionale…non può essere cata-logata come un costo. La cooperazione è un investimento sull’interazione, sulla reciprocità, sullo scambio. Nel mondo interdipendente di oggi non possiamo fare a meno di consi-derarla strategicamente rilevante per le politiche interna-zionali dello Stato e della Regione.Non possiamo, quindi, fare a meno di investire sulla coo-perazione e sulle politiche migratorie, processi inarrestabili dettati dai cambiamenti demografici e sociali della nostra società, ma anche dalle disuguaglianze ancora troppo pro-fonde tra le sponde dei nostri mari, per le quali l’impegno della nostra Regione è un impegno meritorio.”Estratto intervento Consigliere Pagani – Martedì 25 Luglio 2012- Assemblea Legislativa Emilia Romagna

Incontro col primo ministro Saharawi, 2012

Coi bimbi Saharawi davanti alla regione, 2012

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I DIRITTI DELLE NUOVE GENERAZIONI:ASILI NIDO E PRImA INFANZIA

Con il 33,7% di posti coperti rispetto al totale dei potenzia-li utenti, l’Emilia-Romagna ha superato l’obiettivo fissato dall’Ue nel 2000 sugli asili nido. Dietro a questo risultato (1.018 nidi d’infanzia per 38.278 po-sti, 33.223 bambini iscritti) c’è il lavoro svolto nel corso della legislatura, in cui la Regione è intervenuta per modificare la legge regionale 11 del 2000 “Norme in materia di servizi educativi per la prima infanzia”, per aggiornare e qualifica-re i servizi per i piccolissimi, in un’ottica di maggiore flessi-bilità, varando una direttiva ad hoc ed mettendo a sistema nell’arco di un triennio il percorso di valutazione della qua-lità dei servizi. Sono state investite risorse complessive per oltre 24 milioni di euro. I servizi educativi per l’infanzia in Regione Emilia Romagna sono un ambito prioritario d’intervento educativo e forma-tivo, e tutto l’impianto del sistema è regolato dalla legge che identifica l’architrave e i punti fondamentali del sistema educativo. Abbiamo aggiornato la normativa ai cambiamenti di carat-tere economico e comportamentale, ai cambiamenti del mercato del lavoro e ai cambiamenti della situazione eco-nomica delle nostre amministrazioni. è stata una modifica normativa imposta dai tempi e dalle necessità di fare aggiornamenti utilizzando i criteri della qualità, della sostenibilità e della semplificazione. Per i servizi sulla fascia d’età 0-3 anni abbiamo modificato la procedura per renderla più accessibile e con minori costi

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nella gestione dei servizi, dando più possibilità di risposta a costi più bassi, ma mantenendo i livelli di qualità. Sono stati previsti servizi integrativi ossia gli spazi bambini e i centri bambini famiglie cioè nuove forme con una mag-giore flessibilità e sono stati introdotti i servizi domiciliari e piccoli gruppi educativi che hanno in qualche modo sostitu-ito la precedente sperimentazione dell’educatore familiare.Per quanto riguarda il sistema 3/6 anni esso è fortemente integrato ed attuato attraverso un complesso di convenzioni che i Comuni possono attivare con soggetti privati. L’appa-rato delle scuole dell’infanzia è caratterizzato da una forte presenza di scuole non statali, 833, rispetto alle scuole sta-tali che sono 727.Per noi i servizi per l’infanzia non sono assistenza, ma edu-cazione, interventi per far crescere un percorso di cittadi-nanza, di socializzazione, e di valorizzazione della creativi-tà del bambino, oltre che di sua presa in carico. Dal Febbraio 2014 la Commissione da me presieduta ha aggiunto alle sue competenze i “diritti delle nuove gene-razioni”.

“…Bisogna prendere atto che rispetto alla rigidità, ai livelli standard, ai livelli funzionali, a tutte le condizioni che im-pedivano la sperimentazione presso il domicilio familiare e presso micronidi per avviare queste esperienze, oggi questa Assemblea con questa legge le ha tolte o ridotte, mettendo in condizioni di avviare sperimentazioni che attraverso la di-rettiva dovranno trovare una regolamentazione precisa…”Estratto intervento Consigliere Pagani- Martedì 19 Giugno 2012- Assemblea legislativa Emilia Romagna

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SCUOLA, FORmAZIONE E ISTRUZIONE SUPERIORE

Come anticipato nella scheda dedicata alla formazione, in questi quattro anni e mezzo, l’impegno che ho portato avanti insieme all’ Assessorato, di concerto con l’Assemblea e in particolare con la Commissione V che presiedo, ha portato a ridisegnare buona parte del sistema dell’istruzione pro-fessionale e superiore con il duplice obbiettivo di contra-stare l’abbandono scolastico e di promuovere una sempre maggiore qualificazione del capitale umano della nostra regione. La maggiore integrazione tra Istruzione e Formazione pro-fessionale ottenuta con la creazione di un unico sistema dell’Istruzione e Formazione Professionale, l’istituzione del-la Rete politecnica, gli I.T.S. che raccolgono scuole, enti di

Alla festa del PD sulla scuola, Modena 2011

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formazione, università e imprese, e la promozione dell’Alta formazione, sono gli elementi che vanno in queste direzioni.L’istruzione è vista come l’unico strumento veramente effi-cace nel contrastare la disoccupazione. Solo la disponibilità di manodopera altamente qualificata e un contesto produt-tivo moderno e competitivo possono permettere alla nostra regione di mantenere i livelli di occupazione del passato e sostenere la concorrenza dei paesi emergenti, senza pena-lizzare diritti e retribuzioni dei lavoratori.A livello di politiche scolastiche la Regione è impegnata a promuovere la qualità delle nostre scuole ed a garantire il diritto di tutti ad accedere e frequentare ogni grado del si-stema scolastico e formativo. Proprio in questo anno la Regione è riuscita ad ottenere dal Ministero un aumento straordinario dell’organico scolastico di 822 studenti. L’Emilia-Romagna è la regione italiana che in questi anni ha registrato l’aumento più elevato di studenti ed aveva pagato un prezzo molto alto rispetto ai tagli linea-ri praticati sugli organici. L’impegno delle istituzioni e delle parti sociali del nostro territorio e la tempestività con cui ci la Regione si è attivata nei confronti del Ministero, ha per-messo di garantire alla nostra regione i posti necessari.Ha fatto parte dell’impegno regionale per una scuola aper-ta a tutti il grande sforzo portato avanti dopo il terremoto

Incontro coi ragazzi delle scuole reggiane in visita all’assemblea, 2013

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del 2012 per permettere l’apertura puntuale del nuovo anno scolastico in tutti i territori colpiti dal sisma. La Giunta ha varato un programma straordinario da 56,4 milioni di euro per la costruzione di 28 nuovi edifici scolastici ed il ripristino delle scuole temporaneamente inagibili che ha permesso la ripresa dell’anno scolastico 2012-2013 nella regolarità per oltre 16 mila studenti.Fanno parte di questo impegno i fondi stanziati annualmen-te per libri scolastici, trasporto pubblico e borse di studio contro l’abbandono scolastico destinati agli studenti delle scuole medie e nel triennio delle superiori che appartengo-no a famiglie non abbienti.La scuola è vista come uno strumento prioritario di coesione sociale, un tassello fondamentale anche all’interno del Pia-no triennale per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri. Fa capo alla Regione la promozione e il coordinamento in ambito locale delle iniziative per l’apprendimento e l’alfabe-tizzazione alla lingua italiana, la mediazione e la formazione culturale e l’informazione e la conoscenza diffusa dei diritti e dei doveri connessi alla condizione di cittadino straniero.Infine, la Regione coordina e promuove le politiche per il diritto allo studio universitario attraverso ERGO, l’Agenzia Regionale per il Diritto agli Studi Superiori che eroga servizi, borse di studio ad oltre 18mila studenti ogni anno.

Incontro con Istoreco e i ragazzi del viaggio della memoria, 2013

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FONDO NON AUTOSUFFICIENZA

Per il 2014 la Regione Emilia-Romagna ha stanziato sul Fondo regionale per la non autosufficienza 120 milioni di risorse pro-prie aggiuntive (oltre ai 310 milioni di euro del Fondo sanitario regionale), per un totale di 430 milioni e 600 mila euro (la stessa quota impegnata nel 2013). Avviato nel 2007 per finanziare ser-vizi dedicati a persone non autosufficienti, o a rischio di non autosufficienza, e servizi dedicati a persone con gravi disabi-lità. Il Fondo regionale per la non autosufficienza - per mole di risorse impiegate, rete di servizi in campo, professionalità coinvolte ed esperienze acquisite - costituisce probabilmente un caso unico in Italia. In otto anni dall’attivazione del Fondo, le risorse aggiuntive impegnate dalla Giunta regionale sono state pari circa a 1 miliardo di euro (961 milioni).Per il 2014 le risorse del Fondo regionale per la non autosufficienza si confermano superiori al totale del Fondo nazionale (quota complessiva per tutte le Regioni, 350 milioni di euro). La ripartizione per il 2014 prevede lo stanziamento di 46 milioni per l’Usl di Reggio Emilia.Quello che rende l’esperienza dell’Emilia-Romagna un caso unico in Italia non è solo l’impegno economico, ma anche e soprattutto la rete dei servizi per rispondere alle diverse tipo-logie dei bisogni con l’obiettivo prioritario, laddove possibile, di tenere l’anziano e la persona disabile, non autosufficienti o a ri-schio di non autosufficienza, al proprio domicilio. La rete su cui si sono basati gli interventi è composta da una rete “classica” di strutture residenziali e semiresidenziali per anziani e disabili, e dai servizi per l’assistenza domiciliare – compreso l’assegno di cura – per entrambe le tipologie di beneficiari. L’accesso non avviene a partire dalla patologia, ma valutando la condizione complessiva del paziente e di chi se ne prende cura.

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CULTURA

Per quel che riguarda la cultura, quella che sta terminando è stata una legislatura segnata dall’importante risultato rag-giunto con il varo della legge per il cinema, che ha come obiettivo generale la valorizzazione di tutto ciò che ha a che fare con la produzione e la diffusione di materiale audio/video. Il cinema viene inserito tra le priorità nelle politiche culturali e produttive dell’Emilia-RomagnaNella nostra regione l’industria creativa e culturale corri-sponde al 5% del prodotto interno lordo, con 78 mila addetti e 32 mila imprese (dati Ervet), e rappresenta uno dei setto-ri produttivi con maggiori di potenzialità di espansione nei prossimi anni.

Con Franco Maria Ricci a Fontanellato, 2014

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“…Anche per le attività cinematografiche si pone questa necessità … di un sistema di interventi che siano di vero beneficio per lo sviluppo delle attività e per un maggiore im-patto culturale sul territorio…”Estratto intervento Consigliere Beppe Pagani- Martedì 28 Febbra-io 2012, Assemblea Legislativa dell’Emilia Romagna

Con il Programma regionale per lo spettacolo per il triennio 2012-2014 e la successiva selezione dei progetti presentati dai più importanti operatori culturali della regione, pubblici e privati, sono state incrementate le risorse destinate alle attività di prosa, musica, danza, cinema. Le risorse investite annualmente sono passate dai 7.480.000 euro nel triennio 2009-2011 agli 8.234.000 euro nel triennio 2012-2014. Un ri-sultato molto importante considerato il contesto di forti tagli che ha caratterizzato questi anni.Tra le altre cose la Regione ha confermato la propria par-

Con Franco Maria Ricci a Fontanellato, 2014

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tecipazione sia all’Associazione ATER, sia alla Fondazione Nazionale della Danza – Aterballetto. è anche grazie ad una risoluzione elaborata dalla Commis-sione V, che presiedo, insieme alla Commissione pari oppor-tunità che la reggiana Aterballetto è stata riconosciuta dal Ministero come Centro Nazionale per la Danza.

“… per questo motivo che la risoluzione intende impegna-re la Giunta ad agire in tutte le sedi perché il Ministero dei Beni e delle Attività culturali possa riconoscere ufficial-mente alla Fondazione Nazionale della Danza Aterballetto dell’Emilia-Romagna quel ruolo di centro nazionale per la danza, in particolare per la danza moderna, che gli spetta e che gli potrebbe permettere anche in futuro … di accede-re anche ai finanziamenti del FUS per poter continuare ad esercitare la propria azione a livello regionale, nazionale e internazionale.”Estratto dall’assemblea legislativa del 17/07/2013, durante l’ap-provazione della richiesta al Governo per trasformare Aterballetto in Centro Nazionale per la Danza.

Un’ultima menzione per l’Istituto Beni Artistici Culturali e Ambientali.L’IBC è strumento della programmazione della Regione Emilia-Romagna nel settore dei beni artistici, culturali e na-turali”. Promuove e svolge attività di indagine e di ricerca, per la valorizzazione ed il restauro del patrimonio storico e artistico, per la tutela e la valorizzazione dei centri storici, dei beni artistici, culturali e naturali, prestando la propria consulenza alla Regione e agli Enti locali. Gestisce inoltre per conto della Regione gli interventi per le biblioteche e gli archivi storici.è un’esperienza originale e unica in Italia che nata nel 1974 e più volte riformata, l’ultima volta nel 2010, fornisce un qua-lificato e prezioso supporto alle politiche di Regione e Enti locali. In questa legislatura, nel 2011, è stato designato il prof. Angelo Varni alla presidenza dell’IBC, dove ha sostitu-ito il prof. Ezio Raimondi, presidente dell’Istituto dal 1992 al 2011, poi presidente onorario dell’IBC sino alla sua dipartita nel marzo scorso.

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UNA REGIONE PER LA PARITà

La Regione Emilia-Romagna, da sempre, ha assunto il be-nessere femminile come indicatore di qualità del sistema e si è data obiettivi strutturali d’innovazione per migliorare le prospettive delle donne e quindi di tutta la società emi-liano-romagnola. Una recente indagine del Ministero delle Pari opportunità sulla presenza delle donne negli organi di amministrazione e controllo delle società non quotate e sul numero di donne Sindaco mette in luce la peculiarità di una situazione regionale tra le più attente alla valorizzazione delle donne.Quest’anno è stata presentata e approvata la Legge Quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere sulla quale ha lavorato la Commissione regionale per la promozione di condizioni di piena parità, per intervenire in modo trasver-sale su tutta la programmazione regionale. è una legge che ha l’ambizione di valorizzare e mettere a sistema ciò che già c’è e segna una tappa importante verso la piena realizzazio-ne delle pari opportunità. I provvedimenti attuativi incideranno su alcune direttrici pri-oritarie tra le quali la prevenzione e il contrasto della violen-za sulle donne, il lavoro e la formazione professionale, le po-litiche di conciliazione e condivisione delle responsabilità di cura per favorire l’occupazione femminile, il contrasto alle discriminazioni sul lavoro e le differenze retributive. Impor-

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tante il contrasto alle cosiddette “dimissioni in bianco” che colpiscono ancora tante donne. Lo Stato si rende colpevole di non riconoscere la funzione sociale della maternità che non può essere considerata come cosa di carattere privato, anche da essa dipende lo sviluppo del nostro Paese. è il caso di ricordare che in Italia abbiamo la disoccupa-zione femminile più alta d’Europa, il tema della condizione femminile è parte del nostro lavoro di ogni giorno.Anche per questo la Regione Emilia Romagna, tra le altre azioni di politica attiva, ha in questi anni incentivato le as-sunzioni e le stabilizzazioni a tempo indeterminato dei lavo-ratori delle aziende emiliano romagnole, con particolare ri-ferimento ai disoccupati e alla assunzione delle apprendisti donne: l’entità dell’incentivo è di 4000 euro anziché di 3000 per le donne.Nella nuova legge elettorale approvata, abbiamo introdotto nel sistema elettorale regionale la norma sulla parità di ge-nere e recepito quanto chiede la nostra Costituzione prima di tutto.Non dobbiamo però cadere nell’ errore che una volta impo-sto il vincolo giuridico abbiamo assolto al nostro compito, poichè il rispetto e la valorizzazione della rappresentanza di genere parte dalla capacità della politica di creare nella quotidianità le condizioni di parità di tutte le donne.

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TAGLIO COSTI DELLA POLITICA

Dal primo Gennaio 2013, appena ne ho avuto la possibilità, sono stato tra i primi Consiglieri Regionali ad esercitare la facoltà di rinunciare al vitalizio, grazie ad un emendamen-to alla legge sui costi dell’assemblea, anticipando i tempi previsti dalla normativa che rimandavano la cessazione dei vitalizi all’inizio della prossima legislatura.Abbiamo confermato il principio dei costi standard e ridotto ulteriormente da 8 a 7.5 euro pro capite per ogni cittadino residente in Emilia Romagna il tetto di spesa massimo per il funzionamento dell’Assemblea legislativa.Già ad inizio legislatura abbiamo intrapreso la strada della riduzione e razionalizzazione dei costi della politica: dal 2010 al 2014 si è intrapresa un riduzione di oltre 5 milioni di euro (39,7 milioni di euro nel 2010, fino a 34,6 milioni di euro nel 2014) in particolare per la voce delle “Attività organi assem-bleari” con una riduzione consistente del budget assegnato ai Gruppi assembleari, sia nella voce personale che funzio-namento. Dal primo Gennaio 2013 sono state azzerate tutte le spese di rappresentanza. Sulla voce indennità dei Consiglieri Regionali siamo stati presi da esempio per il decreto del 2012 sulla riduzione dei costi della politica come Regione virtuosa e con le indennità di carica più bassa tra le Regioni Italiane: le altre regioni hanno adeguato le indennità dei consiglieri regionali a quel-le dei consiglieri dell’Emilia Romagna. Abbiamo previsto la decurtazione dell’indennità ogni volta che un Consigliere risulta assente dalle riunioni istituzionali. Ho reso sin da subito pubblico il mio stato patrimoniale con la pubblicazione sul sito personale e su quello istituziona-le della Regione della denuncia dei redditi e delle proprietà mie e dei miei familiari. La politica si riavvicina ai cittadini se dimostra consapevolezza di ciò che l’ha resa lontana. Sono contento del lavoro che abbiamo fatto come Consiglieri re-gionali, grazie ad una spinta che il PD ha saputo cogliere e portare avanti, e credo che occorra proseguire su questa strada con determinazione.

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COmITATI PER mATTEO RENZI

L’avventura reggiana dei comitati per Matteo Renzi, che ha portato l’ex sindaco di Firenze prima alla segreteria del PD poi alla Presidenza del consiglio, comincia da lontano, dal-la metà del 2011, quando, insieme ad alcuni amministratori siamo andati a Firenze per la seconda “Leopolda”. In quel luogo, in quel momento, si sono radunati tutti quelli che, in giro per l’Italia, sognavano una politica diversa, più moder-na, non legata alle logiche del passato ma inserita nel pre-sente e soprattutto con un’idea di futuro. Da quelle giornate fiorentine sono nati i comitati reggiani

Con alcuni ragazzi di Reggio, alla Leopolda del 2012

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che hanno portato tante persone nuove ad appassionarsi alla politica e in pochi anni ad essere presenti in quasi tutti i circoli del Partito Democratico reggiano, con idee, proposte e impegno e che ha portato molti di loro ad avere ruoli im-portanti nelle amministrazioni comunali. Un gruppo che col tempo è sempre aumentato, che si è arricchito di nuove importanti presenze e che ci ha dato conferma di aver fatto la scelta giusta quando abbiamo

Con Matteo Renzi a Reggio Emilia

Matteo Renzi a Reggio Emilia 2013

Il mio intervento alla Leopolda del 2012

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cominciato a seguire Matteo Renzi e la sua idea di Parti-to Democratico. Ora che Matteo è segretario e Presidente del Consiglio, dobbiamo continuare a lavorare, tutti insieme, perché il nostro sia veramente un partito che affronta i pro-blemi di questo nostro difficile presente con concretezza e pragmatismo, senza rimanere fermo alle idee del passato ma con la convinzione che le nuove sfide di oggi si possano affrontare solo con un modo nuovo di vederle.

Festeggiamenti dopo la vittoria delle primarie, 2013

Riunione dei comitati per Matteo Renzi, 2012

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CAmPOSAmAROTTO

Penso che per fare politica due cose non possano mancare: lo studio continuo e la condivisione delle esperienze. Pro-prio per questo motivo fin da subito, appena eletto, ho forte-mente spinto ed aiutato la nascita dell’associazione “Cam-posamarotto”, che riunisce gruppo di giovani con l’obiettivo di studiare e riflettere, per poi pensare insieme a soluzioni che possano essere attuate dalla politica. Una quarantina sono stati gli incontri organizzati dai ragazzi, dal primo, nel 2010 con una tre giorni alla scuola di Pace di Montesole nei quali si è parlato di politica, lotta alla mafia, problemi del sociale, fino all’ultimo lavoro, la produzione di

Camposamarotto con Romano Prodi a Casa Cervi, 2011

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un “Quaderno Bianco per Reggio Emilia” che, affronta in maniera operativa e concreta quattro temi importanti per la nostra città e che è stato scritto con l’aiuto di interviste e ricerche ed è diventato parte integrante del programma di Luca Vecchi per la città di Reggio.I temi affrontati negli incontri sono stati diversi, come l’eco-nomia, la situazione internazionale, le riforme costituzionali, l’integrazione degli immigrati, la politica ai tempi dei social network, il Concilio Vaticano e la dottrina sociale della Chie-sa, le crisi internazionali, la memoria dei partigiani e della resistenza e tanti altri.Tutti gli incontri sono stati preceduti e seguiti da momenti di studio e di preparazione, perché non fossero solo lezio-ni, ma vere e proprie occasioni di confronto e discussione coi relatori che seguendo questo schema continueranno anche negli anni prossimi. Desidero mantenere l’impegno affinchè Campo Samarotto possa essere luogo di incontro e formazione per i giovani che intendono impegnarsi nelle sfide che la politica e la società oggi impongono.

Con Giacomo Notari, sulle tracce dei partigiani

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GIUSEPPE PAGANIwww.beppepagani.it

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