pag. 2 - Immacolata di Torre del Greco · pag. 5 Il Beato e la devozione perMaria Santissima Don...

16

Transcript of pag. 2 - Immacolata di Torre del Greco · pag. 5 Il Beato e la devozione perMaria Santissima Don...

Page 1: pag. 2 - Immacolata di Torre del Greco · pag. 5 Il Beato e la devozione perMaria Santissima Don Vincenzo Romano, il Parroco Santo di Torre del Greco, può essere considerato "l'innamorato"
Page 2: pag. 2 - Immacolata di Torre del Greco · pag. 5 Il Beato e la devozione perMaria Santissima Don Vincenzo Romano, il Parroco Santo di Torre del Greco, può essere considerato "l'innamorato"

pag. 2

“A ve, allegrezza della nostra Patria” un grido digioia, ma soprattutto di speranza s'innalza verso

Maria da un intero popolo. Un popolo di Dio consa-crato all'Immacolata Concezione; un popolo che con-serva intatte le radici cristiane coltivate dall'operazelante del Parroco Santo Vincenzo Romano. Il più illu-stre figlio di Torre del Greco, come lo ricordò GiovanniPaolo II in visita alla nostra città, come autentico tor-rese, era considerato l'innamorato di Maria Santissima.Dopo aver celebrato con gioia il 150° anniversario delvoto fatto dai torresi alla "Theotokos" ovvero allaMadre di Dio, quest'anno la nostra città con vivo fervo-re ricorda con fede il cinquantesimo anniversario dellaBeatificazione di Vincenzo Romano, primo sacerdoteitaliano elevato alla gloria degli Altari. Ed è con questaimmensa gioia, fede, devozione e senso di appartenen-za, che, con un pizzico di emozione, vi presento la deci-ma edizione dell'Immacolata a Torre. Non mi sembravero, ma sono trascorsi ben 10 anni di instancabilelavoro contraccambiato da tante soddisfazioni. La pub-blicazione è arrivata quasi in tutte le case dei torresi,ma soprattutto dei nostri concittadini che risiedonofuori città. Abbiamo fatto conoscere la nostra fede, lanostra devozione e la nostra tradizione anche al di fuoridella nostra diocesi. Tante, tantissime le persone chehanno lavorato al mio fianco per la realizzazione diquesto progetto diventato ormai anche strumento dicollezione. A dieci anni dalla sua fondazione e dovero-so per me ricordare tutti coloro che hanno reso possibi-le questo. Ringrazio in modo particolare VincenzoFrulio e Maria Rosaria Picaro per questi anni diinstancabile collaborazione. Ed ancora l'amico frater-no Raimondo Mennella unitamente al figlio Giuseppe.Sono loro le mie spalle, coloro che hanno creduto inquesta pubblicazione dal primo anno di vita.Responsabile della processione dell'Immacolata, masoprattutto uomo di grande fede e devozione, Raimondoè per me una persona indispensabile per la realizza-zione di quest'opera. Vorrei ringraziare ancora uno peruno tutti gli sponsor che si sono avvicendati in questianni. Soprattutto coloro che sono ormai divenuti decen-nali. Ed ancora gli amici portatori che mi hanno affian-cato con il loro sostegno economico. Un ringraziamen-to va al parroco della Basilica di Santa Croce DonGiosuè Lombardo per la preziosa disponibilità offerta-mi. Ringrazio con entusiasmo, per il secondo anno con-secutivo, il valido contributo della Banca di CreditoPopolare, nella persona del presidente Ing. GiuseppeMazza. Una dimostrazione tangibile di attaccamentoalle manifestazioni di carattere socioculturale cheriguardano le radici storiche e religiose della nostracittà. Un saluto ed un grazie anche al sindaco avv.Gennaro Malinconico e all'Amministrazione Comunaleche in questi anni hanno sempre mostrato un forte inte-resse per quest'opera. Un grazie di cuore all'amicaGiusy Pernice, responsabile dell'Oratorio Don Bosco,per aver redatto la pagina dedicata ai carri in miniatu-

ra. Un ringraziamento particolare va rivolto a LuigiAscione, amico e devoto dell'Immacolata. Il suo sitowww.immacolataditorredelgreco.it da lui ideato e gesti-to, è diventato ormai una finestra aperta sulla nostrafede marina, e sulle tradizioni tramandataci dai nostripadri. Un modo per avvicinare i nostri concittadinisparsi per il mondo alla città madre e all'immaginematerna e regale dell'Immacolata Concezione. Un gra-zie va a Luigi anche per aver realizzato la copertinadella decima edizione e l'articolo storico sulle proces-sioni dell'Immacolata. Un ringraziamento ancora va aimiei amici Salvatore Perillo e Silvio Ciniglio per la lorodisponibilità e la valida collaborazione, agli enti, aicomitati di quartiere e a tutte le associazioni marianeche in questi anni, anche se non direttamente, hannoreso possibile tutto questo.

Grazie!

Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio o SantaMadre di Dio, non disprezzare le suppliche di noi chesiamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo oVergine Gloriosa e Benedetta. Grazie e buon camminocon Maria.

Michele Tuoro

8 dicembre 2013Caro Mariano, come nonposso menzionarti in que-sta pubblicazione dedicataai portatori dell'Immacola-ta. Non avrei mai pensatodi ricordarti in queste tristirighe di questo giornale.La tua scomparsa ha coltotutti di sorpresa lasciandoin noi un dolore ed unvuoto incolmabile. Ti pre-paravi a vivere la solenni-tà dell'Immacolata unanno intero. Anche neimomenti difficili della tua quotidianità nulla distoglievail tuo pensiero da Maria. Per questa pubblicazione seistato una grande spalla. Come potrei non ringraziarti!Quanti progetti son partiti dalla sede del ex Uco di viaComizi. Ricordo ancora con gioia la mostra fotograficadi tutte le edizioni della pubblicazione che nel dicembredel 2008 volesti organizzare unitamente a quella annua-le dei carri in miniatura. Eri un uomo umile e sempredisponibile. Io come tutti quelli che ti hanno conosciu-to ti porteremo sempre nel nostro cuore. Grazie amicomio! Possa tu gioire nel paradiso celeste illuminato dalmaterno amore di Maria, l'Immacolata Concezione.

Page 3: pag. 2 - Immacolata di Torre del Greco · pag. 5 Il Beato e la devozione perMaria Santissima Don Vincenzo Romano, il Parroco Santo di Torre del Greco, può essere considerato "l'innamorato"

pag. 3

Non è facile aggiungere altro,che non sia stato già detto, di

una festa che si configura come unprezioso tesoro della nostra città,tramandato di generazione ingenerazione e composto da tradi-zioni, valori, significati e ritualità,che si alternano in un continuoconfronto tra sacralità e moderni-tà, facendo ritrovare ai devoti,anche in tempi non facili, percorsidi fede e fiducia nel domani e ilsenso di appartenenza solidale allacomunità con i suoi bisogni. Una festa, la nostra, dovepassato, presente e futuro si fondono insieme a genera-re il suo vero e intimo significato spirituale e che sarimanere vitale, immune da trasformazioni che potreb-bero derivarle dall'impatto con i quotidiani processi diglobalizzazione. A differenza di altre manifestazioni,non si tratta di semplice folklore, ma ancora, e di voltain volta, di un evento che sa rigenerarsi, conducendo ariflessioni profonde e ad intensa commozione. Festaautenticamente cristiana, ma che per tutti è anche ele-mento di socializzazione, capace com'è di attrarre

migliaia e migliaia di concittadini,molti anche emigrati, che ritornanocon gioia alla città natia, ai propriaffetti e ad una ritrovata identità. Leimmagini di un rituale secolarecalano, armonicamente, su unarealtà locale complessa, quale quel-la torrese, culturalmente e social-mente composita, radicandosi sem-pre più, ad ogni sua edizione, nelvissuto personale e collettivo, ani-mando l'immaginario e colmandolodi sentimenti ed emozioni. Questa è

la nostra Festa, questa è la Festa dell'Immacolata,dell'8 dicembre a Torre del Greco: unica, bella e sug-gestiva, capace di scuotere gli animi anche più duri.Come Amministrazione comunale, non possiamo che,con l'umiltà che si conviene dinanzi al Sacro, ribadirela nostra volontà a promuovere, in un periodo doveforte è il pericolo di immiserimento della moralità e diesaltazione del particolare, l'impegno per il sociale eper la solidarietà.

il SindacoAvv. Gennaro Malinconico

Page 4: pag. 2 - Immacolata di Torre del Greco · pag. 5 Il Beato e la devozione perMaria Santissima Don Vincenzo Romano, il Parroco Santo di Torre del Greco, può essere considerato "l'innamorato"

pag. 4

“A ve, allegrezza della nostra Patria”L a solennità dell'Immacolata, all'inizio del tempo di

Avvento ci aiuta a preparare il Natale di Gesù. La"festa" di quest'anno l'abbiamo voluta vivere come unmomento d'incoraggiamento e di serenità. L'abbiamovissuta in un clima di gioia e raccoglimento, in questotempo di "crisi". Nella crisi, che è non solo economica,ma soprattutto,"crisi di valori", nella quale ci sentiamoun po' tutti immersi, e per la quale tanti sperimentanouna forma di depressione personale e collettiva.L'Immacolata, col suo passare nelle strade del viverequotidiano, ci ha consegnato innanzitutto un annunciodi gioia, di serenità, di pace, perché come sempre, visi-tandoci, ci porta Gesù. Ora bisogna continuare a cam-minare accompagnati da Lei e non limitarsi, come pertanti, alla breve parentesi delle celebrazioni di dicem-bre. Ai cinquant'anni della beatificazione del nostro par-roco santo si è ispirato il carro votivo, il cui titolo "Ave,allegrezza della nostra Patria" è desunto da una predicadi don Vincenzo Romano. "La comunità di Torre delGreco non lascerà cadere l'esempio e la memoria delsuo umile e santo parroco di un tempo". Così ci dicevail Beato Giovanni Paolo II nella sua visita nel novembre1990 e invitava tutti "a riprendere ancora oggi il suoprogramma pastorale, per inserirlo nelle moderne ten-sioni sociali con il suo stesso fervore e la sua medesimapassione". Fervore e passione per affrontare da cristianile sfide odierne. Il carro, opera del professor CiroAdrian Ciavolino, è stato ricco d'immagini simbolichetra cui la torre, icona di Torre del Greco, del suo stem-ma comunale e di quello della Basilica, quasi a dire chela Madonna è un tutt'uno con questa città, che si ricono-sce in lei. Ma la torre è anche segno della Chiesa, torresalda di salvezza, che non crolla. La torre è la stessaMaria, così viene salutata nelle litanie; la torre checustodisce il gran Re, Gesù. Il parroco santo, il Beato, loabbiamo visto in preghiera d'intercessione davanti allaMadonna. Lo sguardo si è sicuramente fermato su quel-l'angioletto che porta il cuore d'argento che da qualcheanno esprime la consacrazione della cittàall'Immacolata. E poi gli angeli che reggevano il model-lino della basilica, quasi sospesa tra il cielo e la terra,perché essa è il luogo nel quale il cielo si avvicina allaterra, il luogo dell'incontro con Dio, ma anche il luogo

nel quale cresce la comunità. E poi le quattro chiesededicate alla Madre del Signore, frequentate dal Beato:la parrocchia del Carmine, la parrocchia di Portosalvo,la chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, la chiesadell'Assunta. E, ancora, la torre avvolta simbolicamentedalle fiamme del Vesuvio, che nulla hanno potutoriguardo al nostro territorio e alle nostre popolazioni. Ilfuoco è sempre distruttivo, simbolo spirituale del fuocodello Spirito che distrugge la vecchia umanità, il fuocoche purifica, che riduce in cenere tutto ciò che è effime-ro. Continuiamo ad invocare il fuoco dello SpiritoSanto. Venga, lo Spirito del Signore, per intercessionedell'Immacolata, in una rinnovata Pentecoste.L'Immacolata accompagni il nostro cammino.

Don Giosuè Lombardo

Page 5: pag. 2 - Immacolata di Torre del Greco · pag. 5 Il Beato e la devozione perMaria Santissima Don Vincenzo Romano, il Parroco Santo di Torre del Greco, può essere considerato "l'innamorato"

pag. 5

Il Beato e la devozioneper Maria Santissima

Don Vincenzo Romano, il Parroco Santo di Torre delGreco, può essere considerato "l'innamorato" per

eccellenza della Madonna. Che il culto del carro votivo,si sia divulgato dopo la morte del Beato (20 dicembre1831) è cosa certa, ma ciò non toglie che la nostra cittàabbia sempre nutrito una profonda devozione per laMadonna Immacolata. Lo dimostra una vecchia descri-zione della Basilica di S. Croce fatta dall'allora parrocoCarlo Raiola in occasione della visita del cardinaleGiuseppe Spinesi nel 1742: "Asinistra dell'altare mag-giore la cappella da il titolo alla Concezione, dove nellasua nicchia vi è di continuo l'immagine della Madonna(non sappiamo se una tela o una statua). Nella stessacappella sono conservate le statue dei Santi patroni chevengono portati in processione ogni anno il giorno 3maggio (in occasione dell'esaltazione della S. Croce)".Da testi storici si attinge che, don Vincenzo era devotoa due icone in particolare della Madonna, la Verginedella Speranza e la Madonna della Carità. Due dipinti,olio su tela, il primo regalatogli da un pio devoto l'altroda un sacerdote napoletano. In onore di MariaSantissima, da una testimonianza del nipote FeliceRomano (processo diocesano del 17 settembre 1838) si

legge: "In onore di Maria Santissima promosse nelpopolo varie pie pratiche come la giaculatoria 'VergineMaria Immacolata liberateci da ogni peccato'". La festadell'Immacolata era preceduta da una novena ed erasolennizzata in modo straordinario. Quando il BeatoVincenzo Romano faceva questa novena "era una tene-rezza per tutti gli astanti il sentirlo parlare con tanto fer-vore della gloria di Maria". La predicazione mariana delsanto curato era basata sulla metodologia del confronto,per condurre all'imitazione. Può essere indicativo unesempio tratto dalle meditazioni fatte per la novenadella Natività di Maria Santissima nella parrocchia(anno 1783): "Considera come nasce Maria, ma senzapeccato; non come noi col peccato originale, figli dell'i-ra della maledizione, schiavi, ma innocente, santa, bene-detta, diletta a Dio. E come fu concepita e nacque illi-bata, così si mantenne in tutta la vita senza mai fare ilpeccato il più leggero, come ha definito la S. Chiesa.Sicché sempre santa piacque a Dio, il quale vedendolacosì illibata, in queste amorevoli parole proponeva:Tutta bella sei amica mia e macchia non c'è in te. Beatodunque chi imita in ciò Maria; piacerà a Dio, sarà amatoda Dio, sarà mirato con occhio favorevole, sarà la deli-zia del cuor di Dio, abitacolo della Santissima Trinità".

**Cenni storici tratti dalla biblioteca del sac. Don Franco Rivieccio,vice postulatore per la causa di santificazione del Beato VincenzoRomano**

Page 6: pag. 2 - Immacolata di Torre del Greco · pag. 5 Il Beato e la devozione perMaria Santissima Don Vincenzo Romano, il Parroco Santo di Torre del Greco, può essere considerato "l'innamorato"

pag. 6

Episodi, aneddoti e curiositàdell’Immacolata di Torr e del Greco

L a storia del carro votivo dell'Immacolata a Torre delGreco è ricca di episodi, aneddoti e curiosità verso

colei che da secoli è la sua patrona, appuntol'Immacolata Concezione. Tutti questi avvenimentisono una sorta di memoria storica da tramandare aiposteri, e contribuiscono a scrivere, anno dopo anno, lastraordinaria pagina di devozione mariana del popolotorrese. Partiamo allora dall'inizio, ossia dal periodo cheva dal 1862 a metà del '900. Già durante quegli anni, nelcaso in cui l'8 di dicembre, giorno della festività dellaSS. Immacolata, il tempo non si dimostrava clementecol popolo torrese, la processione veniva rimandata alladomenica successiva. E, qualora anche la nuova giorna-ta fissata per il corteo mariano presentava condizionimeteo avverse, si decideva allora che il carro trionfalecon l'Immacolata sarebbe stato portato in processionenel primo giorno, anche feriale e lavorativo, di beltempo. A differenza di ora, a quel tempo erano però icarpentieri e i marinai del porto a trasportare il carro ingiro per le vie cittadine, e così, appena vi era l'occasio-ne di una giornata con condizioni meteo stabili, questi,che venivano chiamati in mattinata, abbandonavanotutto per portare in processione l'Immacolata. L'8dicembre del 1943 si era in piena seconda guerra mon-diale, e non erano trascorsi nemmeno due mesi da quan-do il 1° ottobre gli americani erano entrati in una Napoligià liberata. Torre del Greco, ormai resa libera dai fasci-sti e dai tedeschi, aveva ancora negli occhi quel 13 set-tembre dello stesso 1943, in cui quegli stessi Alleati, perfermare una colonna tedesca lungo corso VittorioEmanuele, sganciarono 200 bombe sulla città. Come sisa fu distrutto l'Ospedale Maresca e le chiese di SantaMaria del Popolo e della Congrega di San GiovanniBattista, mai più ricostruita. Anche gli edifici religiosidelle suore di Santa Geltrude furono colpiti e l'altarelesionato. Ma la guerra non fermò la devozione dei tor-resi verso l'Immacolata che, su di un piccolo carro trion-fale, fu ugualmente portata in processione in una Torredel Greco devastata dai bombardamenti. Voliamo poidritti al 1959, anno in cui si è creato l'unico precedentedella storia secolare della processione, che vedel'Immacolata portata per le vie cittadine direttamente il26 dicembre. Difatti, quell'anno a causa del cattivotempo il corteo votivo fu spostato dall'8 dicembre, didomenica in domenica, fino al giorno di Santo Stefano.Era invece l'8 dicembre del 1965, quando il carro, pre-ceduto dalla congrega di San Michele e da due fila dibambine vestite di bianco e col capo cinto da una coron-cina di fiori, aveva appena lasciato piazza Santa Croceimboccando via Salvator Noto, quando un filo di ferro,posizionato a meno di 5 metri d'altezza per sorreggereuna luminaria, tolse la corona insieme allo stellato dalcapo della Vergine, e ogni tentativo di sistemarla andò avuoto. L'immensa folla che gremiva via Salvator Noto epiazza Santa Croce passò dalla gioia al silenzio tomba-

le. Sul volto della gente incredula e quasi spaventata,affioravano le lacrime, mentre la notizia si diffondevaper tutta la città. Subito il popolo torrese, pensò che l'ac-caduto fosse un cattivo presagio per la città, ma non fucosì. Si decise allora che il carro trionfale conl'Immacolata, anche senza corona e stellato, continuas-se la processione per le vie di Torre del Greco. Dal 1862fino al 1972 dopo la girata del giorno 7 dicembre, ilcarro trionfale è stato sempre posizionato nella navatacentrale sotto la cupola sul lato destro. Ma nel 1973 unincendio si sviluppò sull'altare maggiore della Basilicadi Santa Croce, danneggiandolo non poco. Per questomotivo il parroco di allora, don Rocco Borriello fececostruire proprio al centro della chiesa, sotto la cupola,un nuovo altare, sopra una pedana di marmo marronescuro con due gradini (con la ristrutturazione dellaBasilica per il Giubileo del 2000 fu finalmente rimos-so). Infatti, dal 1973 con questo nuovo altare non fu piùpossibile posizionare il carro trionfale dove è stato inesposizione per 111 anni, ma fu posizionato dove lovediamo oggi, cioè proprio sotto al pulpito. Dal 1973 al1999, per 16 anni, si è dovuto assistere ad una girata delcarro trionfale con una manovra molto difficile, inquanto bisognava, oltre a spostare al millimetro il carrodalla navata di destra, anche superare l'ostacolo dei duegradini in marmo dell'altare marmoreo. Era il 23novembre del 1980, quando la Campania fu sconvoltada un violento sisma (il terremoto dell'Irpinia) che pro-vocò seri danni anche alla nostra città. Ci furono crollidi alcuni edifici, molte strade interrotte, palazzi perico-lanti, abitazioni rese inagibili. Fu danneggiata anche laBasilica di Santa Croce dove era già in allestimento ilcarro trionfale nella navata di destra da circa una setti-mana. Nei giorni immediatamente successivi i tecnicifecero un sopralluogo riscontrando problemi di agibili-tà in special modo per la navata di destra dove c'è lacappella dell'Immacolata. Il 3 dicembre, il parroco donRocco Borriello decise allora di trasferire la statuadell'Immacolata e tutte le funzioni religiose, compresequella per la festività del Beato Vincenzo Romano e lanovena dell'Immacolata, nella chiesa di San Michele,ubicata nella vicinissima via Diego Colamarino. E,mentre era ancora periodo di novena, don Rocco preseuna decisione importante, ossia quella di non attendereil 7 dicembre (vigilia dell'Immacolata) per lo sposta-mento del carro. E, così, il 3 dicembre, a chiesa chiusa,i portatori (una quarantina circa) spostarono il carro,senza la statua della Madonna ed ancora incompleto,dalla navata laterale a quella centrale, proprio vicino algrande portone principale. Un fatto eccezionale e tristeper i portatori e per la storia secolare della festadell'Immacolata. Non era mai capitato che il carro fosseposizionato a centro della Basilica prima del 7 dicem-bre, a porte chiuse, senza la statua della Madonna edancora incompleto in ogni sua parte. Ma i problemi non

Page 7: pag. 2 - Immacolata di Torre del Greco · pag. 5 Il Beato e la devozione perMaria Santissima Don Vincenzo Romano, il Parroco Santo di Torre del Greco, può essere considerato "l'innamorato"

pag. 7

erano finiti, infatti, non c'erano le giustecondizioni di sicurezza per lo svolgimentodella processione per le vie della città. Siprospettò allora un rinvio o un annulla-mento della processione. Quell'8 dicembre1980 la giornata era magnifica, un solesplendente in un cielo azzurro che faceva-no ben sperare i numerosi fedeli che affol-lavano sin dalle prime ore del mattino lapiazza. I portatori intanto si radunarononei pressi della Chiesa di San Michele,mentre continuavano i contatti con leforze dell'ordine per verificare se c'era lapossibilità anche minima di far uscire inprocessione il carro con la Madonna.Mentre aumentava la folla dei fedeli, ma soprattutto deiportatori più anziani che volevano a tutti i costi portarein processione l'Immacolata sul suo carro trionfale, donRocco, onde evitare che la situazione degenerasse,decise, d'intesa con le forze dell'ordine, di dare lo stes-so il via alla processione, concordando un percorso deltutto nuovo ma fattibile sul piano della sicurezza. Lastatua dell'Immacolata, però, si trovava in San Michele,da dove, non si sa se prima o dopo il via libera alla pro-cessione, i portatori più anziani, trasportandola a brac-cia, la riportarono in Basilica per consentire all'allesti-tore, don Vincenzo Sorrentino e ai suoi dipendentiGennaro Ascione e Liberato Zeno, di posizionarla sulcarro trionfale, che stava vicino al portone centrale.Un'operazione abbastanza difficile, in quanto fattasenza l'ausilio della fune che viene usata di solito nellanavata di destra per innalzare la statua e posizionarlasul carro. Ma qui non si perse tempo, con l'aiuto deitanti portatori, la statua fu innalzata a braccia sul globoe posizionata. Alla ore 14, in una piazza gremita più delsolito, il carro varcò la soglia della Basilica dando l'av-vio alla più problematica delle processionidell'Immacolata. Il carro percorse via Salvator Noto,via Roma, via Vittorio Veneto, via Guglielmo Marconi,corso Vittorio Emanuele, via Diego Colamarino, quin-di, giunti in piazza Santa Croce, si decise di continuaree di portare il carro trionfale per via Beato VincenzoRomano, corso Umberto e piazza Luigi Palomba. Aquesto punto l'intento era quello di tornare indietro e farrientrare il carro in Basilica, in quanto tutta la zonamare risultava con edifici pericolanti e strade inagibili.Ma, giunti a piazza Luigi Palomba, dopo un'ennesimaconsultazione abbastanza accesa, si decise d'intesa conle autorità di far proseguire la processione anche inzona mare, così, intraprendendo via XX Settembre, ilcarro trionfale percorse tutta la zona mare non perico-lante e poi risalì per via Comizi fino a giungere inBasilica. Il carro rientrò in Santa Croce alle ore 19 inuna piazza gremita fino all'inverosimile, in quanto nes-suno aveva potuto aspettare in Basilica poiché inagibi-le e quindi chiusa al pubblico. L'anno successivo, il1981, sempre a causa dell'inagibilità della navata destradella Basilica di Santa Croce, il carro trionfale fucostruito sull'altare maggiore. Così il 7 dicembre, pun-tualmente alle ore 14, fu dato il via ad una vera e pro-

pria manovra spettacolare; ovviamenteuna manovra diversa e insolita nella storiadell'Immacolata. Il carro, infatti, fu spo-stato dall'altare maggiore con il lato poste-riore verso l'altare di San Gennaro, per poiconvergere verso la navata centrale. Iltutto attraversando la pedana marmoreacon i due gradini e l'altare posto al centrodi essa, creando non pochi problemi aiportatori. L'otto dicembre 1987, invece,una pioggia incessante impedì lo svolgersidella processione, così il tutto fu rimanda-to alla domenica successiva. E nonostantequel 13 dicembre il cielo fosse coperto enon prometteva nulla di buono, si decise

ugualmente di far uscire in processione il carro trionfa-le dell'Immacolata. Alle ore 10, il carro uscì nonostantela pioggia. Forse sarebbe stato meglio aspettare dome-nica 20 dicembre, tanto è che all'altezza di via DiegoColamarino per la pioggia incessante, il carro trionfaledovette rientrare subito in chiesa effettuando solo metàdel percorso previsto. Non ci fu invece da esitare moltoquel venerdì 8 dicembre del 1989, quando, già dallanotte, un violento temporale si abbatté su Torre delGreco, costringendo al rinvio della processione perdomenica 10 dicembre. Attimi di paura, invece, hannopervaso gli animi dei tantissimi fedeli che nel pomerig-gio del 7 dicembre del 1990 gremivano la chiesa perassistere alla consueta manovra della girata. Erano ledue e dieci del pomeriggio, fuori pioveva, don Giosuèinvitava tutti i fedeli alla preghiera e al silenzio. Suonòla campanella, il segnale atteso dai portatori. La follaesplose: con un lungo applauso accompagnò il lorosforzo. Di solito l'enorme carro (lungo 10 metri, largo2,80 e alto 7) scivolava senza intoppi nella navata cen-trale. Ma quell'anno non è andata proprio così. Lamanovra era nata male, il carro si era come incastratosenza riuscire a girare. La gente rimase ammutolita, cifurono attimi di tensione prima che il carro, grazieall'intervento di alcuni dei portatori più anziani, lasciòla navata di destra per essere ammirato in tutta la suabellezza al centro della chiesa. Il giorno dopo, l'8dicembre, il tempo preoccupava; l'alba svelava un cielopieno di nubi e una giornata livida. Uscire, non uscire,questo il dilemma. Alle dieci si riunì in sacrestia unsummit. Erano presenti il preposito curato, il sindaco, leforze dell'ordine. La decisione finale spettò al parroco:si sarebbe usciti. Alle 10.45 il carro trionfale varcò ilportone principale della Basilica. La processione proce-deva anche se il tempo era minaccioso, infatti, arrivatia Portosalvo cominciò a piovere, prima qualche goccia,poi sempre più fitto. Il carro con l'Immacolata vennefatto riparare sotto il ponte ferroviario di largo Fontana.Qui la decisione di tornare di gran carriera in Basilica,risalendo la ripida via Comizi. Da quell'anno si decisedi far uscire il carro solo con condizioni di tempometeorologico ottimali. Ecco quindi che dal 1991 adoggi la processione del carro trionfale dell'Immacolataè stata rimandata per ben 7 volte.

Luigi Ascione

Page 8: pag. 2 - Immacolata di Torre del Greco · pag. 5 Il Beato e la devozione perMaria Santissima Don Vincenzo Romano, il Parroco Santo di Torre del Greco, può essere considerato "l'innamorato"

pag. 8

Carri in miniatura: un ritorno alle tradizioni, un ritorno alla città...

Negli androni dei palazzi, col calore dei torresi, quasi inun nostalgico ritorno al passato ha preso corpo la can-

tieristica dei "Carri in miniatura… Immacolata 2013".Volutamente un tuffo nella Torre del Greco più autentica etradizionale, dove, tra una chiacchiera e un caffè squisita-mente fatto in casa, sono nati i ben 12 carri realizzati perfungere da sciame alla grande macchina da festa costituitadal carro trionfale. Emozioni, entusiasmi e commozionehanno accompagnato l'allestimento che quest'anno haavuto il carattere di una rete, "la sciabica" del nostro par-roco santo Vincenzo Romano. Una rete di sinergie e nodid'amore, scambi mutualistici di idee e progetti da un'an-drone all'altro, collaborazioni artistiche e tecniche coordi-nate da una ben solida e compatta equipe organizzativacomposta dai maestri d'arte Salvatore di Lecce e ImmaMadonna, dal dottor in Restauro e Storia dell'arte LuigiAscione, dal tecnico della paratura e della realizzazione inminiatura Silvio Pernice e dai tanti amici e collaboratoriche si sono alternati e succeduti nella macchina organizza-tiva. Un particolare ringraziamento ancora una volta va alnostro parroco don Giosuè Lombardo che con amorepaterno ha creduto nella scommessa di una cantieristicavolutamente "on the road" per richiamare le tradizioniantiche. Un sincero ringraziamento al vicario parrocchialedon Domenico Panariello per aver ospitato e mediato, inqualità di responsabile dell'oratorio parrocchiale e dellasede annessa della Chiesa dell'Assunta , la consuetamostra dei carri in miniatura realizzati nelle scuole cittadi-ne, che quest'anno ha visto la magistrale partecipazionedell'Istituto d' Arte in una gara di progetti ed idee per ifuturi bozzetti: la mostra è stata visitabile dal 7 al 16dicembre ed ha rappresentato un'apertura ben collaudata alterritorio, in un mix ben riuscito di fede, tradizione e spe-rimentazione che gode della direzione artistica del dottorLuigi Ascione che ha con grande intuito condotto l'inizia-tiva. Investire sui giovani, in continuità con le tradizioni,questo lo spirito che anela sulla cantieristica globale deicarri in miniatura… Immacolata 2013 .

Coordinamento: Dott.ssa Giusy PerniceM° Salvatore Di Lecce

Page 9: pag. 2 - Immacolata di Torre del Greco · pag. 5 Il Beato e la devozione perMaria Santissima Don Vincenzo Romano, il Parroco Santo di Torre del Greco, può essere considerato "l'innamorato"

pag. 9

“Testimoni della fede” Punta di diamante della cantieristica predisposta in

occasione della festività dell'Immacolata 2013, que-sto carro in miniatura gode del plauso acclamato digrandi artisti e storici dell'arte che hanno visitato ilpunto di allestimento. Nato da una sperimentazione distile gotico e imponenti vetrate, il carro si predisponecome faro dello sciame dei tradizionali carricielli alseguito del carro trionfale. Interamente dedicato alBeato Vincenzo Romano, in occasione del 50esimoanniversario della sua beatificazione, la miniatura dafesta è visibilmente una "luce per ogni marinaio, perogni naufrago" come lo è stato il nostro parroco santo,Vincenzo Romano. Ai laterali presenta, racchiuse inarchi a sesto acuto, due straordinarie vetrate, squisita-mente dipinte a mano dalla giovane artista SaraMadonna, a recupero di due bozzetti realizzati nel corsodi passate feste dei 4 Altari dai maestri Romito ePanariello: le vetrate raffigurano i passi salienti dell'im-pegno di Vincenzo Romano nella ricostruzione di Torredel Greco martoriata dall'eruzione del Vesuvio del 15giugno 1794, in un gioco di colori e raffigurazioni estre-mamente d'impatto. La piazza, il porto, il mercato delcentro storico, i volti speranzosi dei popolani dell'epocafungono da cornice al Beato Vincenzo Romano, raffigu-rato in tutto il suo fervore di predicatore per la strada etra la sua gente, impegnato in una solida opera di evan-gelizzazione e soprattutto di ricostruzione oltre chedelle mura crollate, delle anime smarrite nella smaniadistruttiva della "Montagna che faceva appaurà". Le duevetrate riescono con magistrale perfezione realizzativa adisegnare questo fervore, questo entusiasmo, questamistica e innaturale forza d'animo del nostro parrocosanto, raffigurato nelle consuete pose della "sciabica" edel "post fata resurgo". Ai lati delle grandi vetrate, ve nesono collocate altre quattro di media dimensione, maaltrettanto curate nei dettagli, che chiudono i lateraliriportando temi visivi molto significativi della storia diTorre del Greco: la ginestra e l'ancora, il legame tra ilmare e la montagna, tra i pescatori ed i floricoltori, imestieri di spicco del popolo torrese. La ginestra, fioredel Vesuvio, decantato dal poeta di Recanati, GiacomoLeopardi, in occasione di un suo soggiorno nella nostraterra alle falde dello "Sterminator Vesevo". Intrecciataai piedi di quel fiore che mette radici nella pietra c'è poil'ancora, emblema di salvezza, resa ancor più incisivanel forte messaggio di rifugio sotto il manto protettivodella Madonna. Pietra lavica e corallo, per richiamare ilcarattere "post fata resurgo" della nostra città. La lava,simbolo di distruzione, si presta come palmo all'internodel quale un ramo di corallo, rosso e splendente, sorge,quasi a voler simboleggiare la rinascita dalle ceneri e lostrano connubio che esiste nella nostra terra tra ceneri,lapilli ed eccellenze, tra calamità e rinascita. La coral-lina (stemma del Pio Monte dei Marinai): la storia diTorre del Greco e del suo Monte pio dei marinai, uncaso esemplare di città che ha modificato il rapporto colmare, coniugando la tradizione creativa dell'artigianato

con i colori e le forme del corallo. Le vicende delMonte, dedito all'assistenza dei padroni di barche e dei"corallari", raccontano di un popolo di marinai che hascandito l'esistenza con gli avvenimenti legati al coral-lo, eccellenza della nostra città. Stemma di Torre delGreco, "turris octava", campanilisticamente risorta dallasue ceneri, terra fertile alle calamità ma soprattutto alleeccellenze. Il lato posteriore del carro presenta il cuoredel tema: il giovane Vincenzo Romano, durante gli annidi seminario, era solito accedere al banchettodell'Eucarestia tutti i giorni, più del dovuto secondo leregole liturgiche dell'epoca; il suo attaccamento a GesùEucarestia, emerge a chiare lettere durante tutta la suavita pastorale: scrive cosi a Salvator Noto: "Sfogliate ilvostro cuore con Gesù Sacramentato, amate Gesù esolamente Gesù". A tal fine si disegna il trionfalismo diGesù Sacramentato, racchiuso in un intarsiato e benstigmatizzato baldacchino che all'interno presenta unaureo ostensorio recante l'Eucarestia, ai cui piedi siattorciglia una rete da pescatore recante coralli, ancoraa simboleggiare la "sciabica" di Vincenzo Romano, ilmezzo pastorale attraverso il quale incontrava i nonfedeli per strada per render ancor più viva la sua mis-sione zelante della Parola di Dio. Davanti un'ovale rac-chiuso da volte gotiche riporta il titolo del carro"Testimoni della fede": Maria, testimone della fede,colei che ha creduto alla Parola del Signore, il "sì" dellasua immacolata predisposizione al disegno di Dio, portadi fede e di speranza viva e instancabile che ci conducea Gesù, "Maria per Gesù e con Gesù"; VincenzoRomano, testimone della fede, non per onore né perinteresse ma solo per volontà di Dio, preposito curatodella parrocchia di Santa Croce, la nostra parrocchia,che grazie alla sua carità instancabile e operosa, al suoimpegno nel "fare bene in bene" è divenuta un faro perogni marinaio disperso nel mare della disillusione e del-l'angoscia.

Progetto e bozzetto: Salvatore Di LecceRealizzazione artistica e direzione generale del lavoro: Silvio Pernice

Miniatur e e rilievi: Silvio PerniceVetrate: Sara Madonna

Collaborazione: Alberto Protetto e Marco CiaravoloProgetto teologico e spiegazione: Giusy Pernice

Page 10: pag. 2 - Immacolata di Torre del Greco · pag. 5 Il Beato e la devozione perMaria Santissima Don Vincenzo Romano, il Parroco Santo di Torre del Greco, può essere considerato "l'innamorato"

pag. 10

“Maria, nodo d’amor e della sciabica di Dio”I l carro in miniatura realizzato da donne, trasportato

in processione l'8 dicembre solo ed esclusivamenteda portatrici, giunge alla sua terza edizione, racco-gliendo consensi dal mondo dell'arte e della tecnicadella miniatura. Il tratto femminile e fantasioso deldisegno dà vita ad un'architettura volutamente speri-mentale costituita da innesti di colori e di drappeggi attia diramare l'amplesso in un mix d'arte contemporanea.E' chiaramente infatti ispirato all'arte contemporanea ecompletamente stilizzato il carro nato dalla maestriadell'autrice Imma Madonna, che ha realizzato unagrande esplosione di luce e colori incorniciata con lineeche volano alto, tra l'immaginazione e la fantasia.L'arte altro non è se non il canale privilegiato che con-duce alla dimensione celeste: e proprio su questo"favor" ha puntato l'artista Madonna che, mossa da unafervida devozione all'Immacolata Concezione e alnostro parroco santo Vincenzo Romano, ha saputo toc-care le punte del cielo con tratti e stilemi di ampiorespiro. Il carro, dedicato anche questo al 50esimodella Beatificazione di Vincenzo Romano, nasce da unasperimentazione di innesti e strumenti: i materiali, lestoffe adoperate e le attrezzerie accedono alla nuovafrontiera degli ausili da carrista, in una miscellanea tratradizione e sperimentazione, così cara all equipe dellamaestra d'arte Madonna che, sin dal principio, ha resodistinguibile la propria opera grazie alle nuove tecnichesperimentate. Ai laterali il carro mostra due enormiclessidre che recano al centro Gesù consacrato in Panee Vino, a richiamare un duplice messaggio simbolicoossia che il tempo della nostra vita è scandito dall'in-contro con Gesù Sacramentato e il richiamo al fervoredella ricostruzione delle mura e delle anime di Torredel Greco ad opera del Beato Vincenzo Romano,mosso innanzitutto dall'amore per Gesù Eucarestia.L'impegno del Beato nella sua forte opera di evange-lizzazione, emerge chiaramente da un tratto che accom-pagna l'intera base del carro:la rete, "sciabica" deipescatori, simboleggia il mezzo pastorale attraverso ilquale don Vincenzo Romano incontrava i non fedeliper strada portando con sé del pane per radunarli nelmeditare insieme sulla parola di Dio: a chi gli doman-dava come fosse possibile parlare di Cristo per stradaanziché in chiesa, il Beato era solito rispondere in que-sto modo: "Il Signore è presenta dappertutto, risiedeovunque c'è fede… davanti a me tu prepari una mensasotto gli occhi dei nemici… il Signore è con noi tutti igiorni, fino alla fine del mondo, ovunque noi siamo". Ilrosso, colore del fuoco della lava vesuviana che dis-trusse Torre del Greco il 15 giugno del 1794, ricalca itratti delle due clessidre laterali: il tempo della rico-struzione, scandito dai passi di un uomo, un prete, "nuprevet faticator", che invogliava i suoi fratelli concitta-dini ad impastare calce per le mura e per le coscienzedilaniate dalla distruzione, ripetendo spesso questoincitamento d'amore: "Fratelli tutti, Iddio, mercé l'in-tercessione di sua Madre, oggi vi dico si benignerà

nella sua altissima clemenza di frenare le lave vesuvia-ne". L'attaccamento di Vincenzo Romano alla sua terra, al suo popolo , emerge nel lato posteriore del carrodove la poppa della barca, la "corallina" su cui si pog-gia l'intera struttura portante del carro, si presta adaccogliere come albero maestro una croce stilizzata:Vincenzo Romano non impugna la bandiera del patriot-tismo spicciolo nel riedificare le mura e le coscienze diuna città distrutta dal colera, dalla guerra, dal Vesuvioe dagli stenti e dai pericoli della pesca del corallo, checontrariamente alla norma adduceva ricchezza soltantoa pochi mentre i torresi venivano fatti prigionieri daicorsari, Vincenzo Romano impugna la croce, la crocedella Passione di Cristo, e la impugna in testa al suopopolo per cui si batte con le armi della forza e dellacarità, come ricordano i simboli riportati del bastone edella stola del nostro Beato. Il tratto campanilistico estigmatizzato riaffiora nell'anteriore del carro dove laprua accoglie un'aurea che conduce al castelletto su cuiè poggiata la statua di Maria Immacolata, in un pas-saggio luminoso tra angeli a nuvole: al timone dellabarca della fede vi è il nostro parroco santo VincenzoRomano, che ci conduce a Gesù attraverso il nodo d'a-more con Maria, "Madre sua e Madre nostra": Maria,madre dell'intero popolo di Dio, nodo della sciabicad'amore incondizionato del Padre Celeste.

Progetto e bozzetto: Imma MadonnaRealizzazione artistica: Imma Madonna

Collaborazione: Amelia RomanoRingraziando di vero cuore l'impegno profuso e la

vicinanza di: Margherita Vivace, Salvatore di Lecce,Silvio Pernice, Pasquale de Luca, Alberto Protetto e

tutti i ragazzi del cantiereProgetto teologico e spiegazione: Giusy Pernice

Page 11: pag. 2 - Immacolata di Torre del Greco · pag. 5 Il Beato e la devozione perMaria Santissima Don Vincenzo Romano, il Parroco Santo di Torre del Greco, può essere considerato "l'innamorato"

pag. 11

“Maria, madr e dei pescatori di uomini”Prosegue il ricordo del 50esimo della beatificazione

di Vincenzo Romano anche nel carro realizzato adopera di un gruppo di giovanissimi devoti di MariaImmacolata Concezione, che, in continuità con l'impe-gno profuso l'anno precedente, ricalcano i tratti di uncarro che riporta in miniatura la solennità e la magna-nimità del carro trionfale. E' un'imponente barca intar-siata e drappeggiata, a fungere da base su cui si innal-za la struttura portante del carro. Dal di dietro un pesca-tore tende una rete al cui interno troviamo coralli e con-chiglie: l'attenzione della miniatura riecheggia l'impe-gno di Vincenzo Romano nella cura del lavoro delmarinai e dei pescatori torresi, e la sua forte opera diricostruzione della dignità di questi lavori. Ai lateralidue ritratti conducono un passaggio simbolico ricco dicontenuto: dal Beato Vincenzo Romano a Maria, percondurci a Gesù: questo passaggio è reso visibile da unonda di mare stilizzata, che dalla barca conduce alcastelletto su cui è poggiata la statua dell'ImmacolataConcezione: nel mare della disperazione e dell'ango-scia, il Beato ci induce a guardare a Maria, al suo can-dido "sì" nella promessa d'amore a Dio, "per amareGesù e soltanto Gesù", come era solito ripetere donVincenzo Romano. Davanti, la prua della barca acco-glie la scritta "Maria madre dei pescatori d'anime":Maria, Madre del pescatore d'anime per eccellenzaVincenzo Romano, fervido nell'amore per Maria e per

Gesù Sacramentato, che mosso da "fede viva" hapescato le anime martoriate delle coscienze dei cittadi-ni torresi dopo l'eruzione del Vesuvio, in un grido cam-panilistico "post fata resurgo".

Progetto e bozzetto: Vincenzo BorrielloRealizzazione: Aniello Vitiello ,Vincenzo Borriello,

Domenico Pugliese, Raimondo Barone, DavideDonnarumma

Coordinamento generale: Aniello Vitiello Progetto e spiegazione teologica: Giusy Pernice

Page 12: pag. 2 - Immacolata di Torre del Greco · pag. 5 Il Beato e la devozione perMaria Santissima Don Vincenzo Romano, il Parroco Santo di Torre del Greco, può essere considerato "l'innamorato"

pag. 12

Page 13: pag. 2 - Immacolata di Torre del Greco · pag. 5 Il Beato e la devozione perMaria Santissima Don Vincenzo Romano, il Parroco Santo di Torre del Greco, può essere considerato "l'innamorato"

pag. 13

Page 14: pag. 2 - Immacolata di Torre del Greco · pag. 5 Il Beato e la devozione perMaria Santissima Don Vincenzo Romano, il Parroco Santo di Torre del Greco, può essere considerato "l'innamorato"

pag. 14

Page 15: pag. 2 - Immacolata di Torre del Greco · pag. 5 Il Beato e la devozione perMaria Santissima Don Vincenzo Romano, il Parroco Santo di Torre del Greco, può essere considerato "l'innamorato"

pag. 15

1973-2013Un augurio dibuon cammino aR a i m o n d oMennella per isuoi primi 40anni da portatoredell’Immacolata.

RingraziamentiE’ doveroso da parte mia ringraziare coloro checon amore e devozione da 10 anni sono al miofianco sostenendo il progetto. Tra di loro c'è per-fino chi risiede lontano da Torre, ma ciò non dis-toglie il loro impegno per il buon esito dellapubblicazione. Ringrazio di cuore di amiciSalvatore Illiano e Mimmo Cunzo entrambi diViareggio. Un abbraccio ed un grazie anche agliAmici fedelissimi Ciro Santovito, ToninoPorzio, Salvatore Oriunto, Giovanni BattistaMazza e Vincenzo Porzio. Un grazie specialeallo storico gruppo dei responsabile della pro-cessione. Le prime fasce "oro" sono state sem-pre al mio fianco in questi 10 anni di lavoro. Ungrazie di cuore va rivolto ad Andrea D'Urzo,regista della processione, Natale Reitano,Carmine di Meglio, Raimondo Mennella eSalvatore Galise. Un ringraziamento di cuore lorivolgo all’amico e artista Riccardo Lambertiper averci più volte ospitato nel laboratoriodedicandoci minuti preziosi del suo lavoro. Ilringraziamento più grande va rivolto ai giovaniportatori da sempre al mio fianco. Giovani egiovanissimi che aspettano con cuore ricco digioia un anno interno per celebrare con fede edevozione la solennità dell'Immacolata. Un gra-zie a Giuseppe Mennella, Raffaele Visciano,Aniello Rivieccio, Vincenzo Iorio, MarioNocerino, Francesco Granato, Mauro Galise,Gabriele Ilardo, AnielloSaldamarco, AlbertoProtetto e GiuseppeTuoro. In un giornalededicato ai portatoridell'Immacolata, nonpoteva mancare unapreghiera per l'amicoRaffaele Saldamarcoportatore del gruppoCeleste. La VergineMaria accolga sotto ilsuo manto il compiantoamico Raffaele.

Page 16: pag. 2 - Immacolata di Torre del Greco · pag. 5 Il Beato e la devozione perMaria Santissima Don Vincenzo Romano, il Parroco Santo di Torre del Greco, può essere considerato "l'innamorato"