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PADRE ANTHONY ELENJIMITTAM L’apostolo itinerante dell’unione delle religioni La singolare esperienza di Padre Anthony che, indiano, si fa frate domenicano, che per anni vive con protestanti, buddisti, teosofi, indù, lamaisti, parsi, theravadin, e che è ormai divenuto un apostolo itinerante dell’unione delle religioni, ci parla della vocazione spirituale del mondo d’oggi nel suo disperato bisogno di comprensione e di fratellanza. In adempimento al mandato, ricevuto dal Mahatma Gandhi prima, e da Papa Giovanni XXIII poi, di operare per la mutua comprensione di tutte le religioni, egli viaggia frequentemente in occidente tenendo conferenze sulle culture religiose dei due emisferi e dando l’esempio di una vita dedicata ai grandi ideali. È fondatore della missione Sat Cit Ananda in Europa e della Welfare Society for Destituite Children a Bombay. Padre Anthony nacque in un una famiglia tradizionalmente cattolica di Kundanoor, Cochin, nello stato indiano del Kerala, il 22 giugno del 1915. Dopo gli studi superiori, all’età di quindici anni, entrò nei seminari cattolici di Ernakulam, Triakakara e Alwaye. Dopo aver completato gli studi di latino e di filosofia scolastica, Padre Anthony si unì all’Ordine Domenicano nel 1935 e fece il suo noviziato a Pistoia in Italia, e poi gli studi teologici all’Angelicum di Roma. Una volta diplomato fu ordinato la sera di Natale del 1939, a Roma, dopodiché fu impegnato nell’insegnamento e nella predicazione a Roma, Perugia e Teramo. Nell’anno 1942 si trasferì in Inghilterra ma, a causa delle sue attività politiche a favore dell’indipendenza dell’India, fu prima trattenuto nel campo di detenzione di Londra per due mesi, poi internato nel priorato di Hawkesyard. Successivamente, padre Anthony ottenne una borsa di studio dal Manchester College di Oxford e fece un anno di ricerche sulla tesi: “L’unità religiosa dell’Umanità” o DHARMADVITHAM. Stette con i domenicani inglesi al Blackfriars di Oxford e poi a Londra per un breve periodo, ma poi li lasciò desiderando iniziare a camminare con le proprie gambe e continuare i suoi studi e ricerche senza nessuna imposizione autoritaria o condizionamento. Si guadagnava da vivere come giornalista in Fleet Street a Londra lavorando alla Unican Instrument Company di Cambridge, una ditta di strumenti ottici bellici, e alla Film Library dell’Imperial Institute di Londra. Fino al 1945 Padre Anthony lavorò anche strettamente con Krishna Menon alla Lega Indiana, con Swami Avvyaktananda del movimento Vedanta di Londra, con Bhikhu Titilla, un monaco buddista birmano della Buddhist Lodge, e con Hari Prasad Shastri della Shanti Sadan di Londra. Ritornato in India dopo la guerra, Padre Anthony divenne redattore dell’Indian Messenger, l’organo settimanale del Sadharan Brahmo Samaj di Calcutta dal novembre del 1945 fino al 1948, e anche redattore aggiunto all’Eastern Express di Sri Makhanlal Sen, un quotidiano inglese di Calcutta. Passò sei anni a Calcutta e qui fondò una rivista mensile, l’Horizon e una bimestrale, lo Young Patriot, insieme a Niharendu Duatt-Mozundar. A Calcutta pubblicò anche i suoi primi tre libri: L’Eroe dell’Industan (Subhas Chandra Bose), Il Poeta dell’Industan (Rabindranath Tagore) e Hindustan Hamara o Nostra India. Durante i suoi sei anni di vita a Calcutta viaggiò a lungo in India visitando l’Himalaya sedici volte, associandosi alla Mahabhodi Society of India, alla Quaker Ambulance Unit, alla Società Teosofica e, specialmente, al Ramakrishna Mission Institute of Culture, nel quale visse e lavorò per due anni, sia a Calcutta che in altri centri monastici della Missione Ramakrishna-Vivekananda. Negli anni in cui fu a Noakhali, Padre Anthony conobbe ed ebbe l’onore di lavorare con colui che considerò da subito il proprio guru: il Mahatma Gandhi. Quell’incontro segnò profondamente la vita di Padre Anthony e l’ammirazione per questo grande Uomo si comprende da queste frasi che scrisse egli stesso: “L’immensa devozione amorosa verso Dio induce a quella pratica di vita che è detta ‘Bhakti Yoga’, amore e servizio a Dio attraverso le sue creature, che trova un grande esempio nella cristianità in San Francesco d’Assisi. Al pari di lui, Gandhi sposò Madonna povertà, come Gesù che, nato in una stalla, visse in qualche grotta, non ebbe mai casa e morì sulla croce, fra il cielo azzurro e la terra aspra”.

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PADRE ANTHONY ELENJIMITTAM L’apostolo itinerante dell’unione delle religioni

La singolare esperienza di Padre Anthony che, indiano, si fa frate domenicano, che per anni vive con protestanti, buddisti, teosofi, indù, lamaisti, parsi, theravadin, e che è ormai divenuto un apostolo itinerante dell’unione delle religioni, ci parla della vocazione spirituale del mondo d’oggi nel suo disperato bisogno di comprensione e di fratellanza. In adempimento al mandato, ricevuto dal Mahatma Gandhi prima, e da Papa Giovanni XXIII poi, di operare per la mutua comprensione di tutte le religioni, egli viaggia frequentemente in occidente tenendo conferenze sulle culture religiose dei due emisferi e dando l’esempio di una vita dedicata ai grandi ideali.

È fondatore della missione Sat Cit Ananda in Europa e della Welfare Society for Destituite Children a Bombay.

Padre Anthony nacque in un una famiglia tradizionalmente cattolica di Kundanoor, Cochin, nello stato indiano del Kerala, il 22 giugno del 1915. Dopo gli studi superiori, all’età di quindici anni, entrò nei seminari cattolici di Ernakulam, Triakakara e Alwaye. Dopo aver completato gli studi di latino e di filosofia scolastica, Padre Anthony si unì all’Ordine Domenicano nel 1935 e fece il suo noviziato a Pistoia in Italia, e poi gli studi teologici all’Angelicum di Roma. Una volta diplomato fu ordinato la sera di Natale del 1939, a Roma, dopodiché fu impegnato nell’insegnamento e nella predicazione a Roma, Perugia e Teramo. Nell’anno 1942 si trasferì in Inghilterra ma, a causa delle sue attività politiche a favore dell’indipendenza dell’India, fu prima trattenuto nel campo di detenzione di Londra per due mesi, poi internato nel priorato di Hawkesyard. Successivamente, padre Anthony ottenne una borsa di studio dal Manchester College di Oxford e fece un anno di ricerche sulla tesi: “L’unità religiosa dell’Umanità” o DHARMADVITHAM. Stette con i domenicani inglesi al Blackfriars di Oxford e poi a Londra per un breve periodo, ma poi li lasciò desiderando iniziare a camminare con le proprie gambe e continuare i suoi studi e ricerche senza nessuna imposizione autoritaria o condizionamento.

Si guadagnava da vivere come giornalista in Fleet Street a Londra lavorando alla Unican Instrument Company di Cambridge, una ditta di strumenti ottici bellici, e alla Film Library dell’Imperial Institute di Londra. Fino al 1945 Padre Anthony lavorò anche strettamente con Krishna Menon alla Lega Indiana, con Swami Avvyaktananda del movimento Vedanta di Londra, con Bhikhu Titilla, un monaco buddista birmano della Buddhist Lodge, e con Hari Prasad Shastri della Shanti Sadan di Londra.

Ritornato in India dopo la guerra, Padre Anthony divenne redattore dell’Indian Messenger, l’organo settimanale del Sadharan Brahmo Samaj di Calcutta dal novembre del 1945 fino al 1948, e anche redattore aggiunto all’Eastern Express di Sri Makhanlal Sen, un quotidiano inglese di Calcutta. Passò sei anni a Calcutta e qui fondò una rivista mensile, l’Horizon e una bimestrale, lo Young Patriot, insieme a Niharendu Duatt-Mozundar. A Calcutta pubblicò anche i suoi primi tre libri: L’Eroe dell’Industan (Subhas Chandra Bose), Il Poeta dell’Industan (Rabindranath Tagore) e Hindustan Hamara o Nostra India. Durante i suoi sei anni di vita a Calcutta viaggiò a lungo in India visitando l’Himalaya sedici volte, associandosi alla Mahabhodi Society of India, alla Quaker Ambulance Unit, alla Società Teosofica e, specialmente, al Ramakrishna Mission Institute of Culture, nel quale visse e lavorò per due anni, sia a Calcutta che in altri centri monastici della Missione Ramakrishna-Vivekananda.

Negli anni in cui fu a Noakhali, Padre Anthony conobbe ed ebbe l’onore di lavorare con colui che considerò da subito il proprio guru: il Mahatma Gandhi.

Quell’incontro segnò profondamente la vita di Padre Anthony e l’ammirazione per questo grande Uomo si comprende da queste frasi che scrisse egli stesso: “L’immensa devozione amorosa verso Dio induce a quella pratica di vita che è detta ‘Bhakti Yoga’, amore e servizio a Dio attraverso le sue creature, che trova un grande esempio nella cristianità in San Francesco d’Assisi. Al pari di lui, Gandhi sposò Madonna povertà, come Gesù che, nato in una stalla, visse in qualche grotta, non ebbe mai casa e morì sulla croce, fra il cielo azzurro e la terra aspra”.

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Gandhi affidò a Padre Anthony la difficile missione di lavorare per la riunione delle religioni e in seguito la missione gli fu confermata anche da Papa Giovanni XXIII, suo grande amico e maestro. L’enorme spinta spirituale che Padre Anthony ricevette durante tutto il tempo in cui lavorò assieme a Gandhi perdura tutt’oggi ed è il carburante che lo spinge senza tregua a continuare la sua missione.

Negli anni in cui visse e lavorò in Europa (1935-1945) e a Calcutta (1945-1951) Padre Anthony incontrò molti Lama tibetani, diversi leaders spirituali dell’India, Anandamay Ma, Meher Baba, Swami Shivananda, ed altri; vennero poste così le basi dei suoi ideali esoterici, psicologici, nazionali ed internazionali.

Dal 1951 al 1953 fu Direttore del Reasearch Institute for Eastern Philosophy presso il Ramchoddas Lotvala Trust di Bombay. Nel 1952 si trasferì a Bandra, allora sobborgo di Bombay, e piantò le tende sotto una tettoia del Retreat House.

Dal 1955 al 1957 Padre Anthony fu il parroco della chiesa del Sacro Cuore di Worly, Bombay, che lasciò quando iniziò a raccogliere bambini orfani e a lavorare per loro a Bandra; nacque così la Welfare Society for Destituite Children nel 1957 che fu registrata come associazione caritatevole nel 1960. Questa opera iniziò all’ombra di alcuni alberi e dopo due decadi è cresciuta fino ad essere il complesso educativo che è oggi, ospitato negli edifici dell’Aquina Hall e del Sadhana Hall ed è guidato ora da Sorelle, Fratelli e Operatori Sociali della Missione Sat Cit Ananda.

Nel giugno del 1962 Padre Anthony ebbe una speciale udienza con Papa Giovanni XXIII in Vaticano. Papa Giovanni confermò la missione di Padre Anthony con i bambini orfani di Bombay ed il suo apostolato missionario per portare avanti l’unità culturale e spirituale tra le religioni, le razze e le nazioni della famiglia umana. La prima donazione per la Aquina Hall venne da Papa Giovanni che offrì anche la mitra arcivescovile a Padre Anthony che, infiammato dagli ideali di vita e dall’esempio del Mahatma Gandhi, il suo guru, rifiutò l’offerta e preferì continuare a lavorare nell’idealismo evangelico e nella povertà di Gesù, di Buddha e degli altri profeti che amava.

Più impegnato di un’ape, Padre Anthony continuò a lavorare a Bombay ed in Europa. Ha pubblicato oltre quaranta libri e qualche migliaio di articoli in giornali e riviste, in India e nel mondo. Si alza alle tre di notte, medita, studia, prega, va a fare la sua passeggiata mattutina, scrive, costruisce edifici, fa conferenze e conduce gruppi di studio, mantiene un’ampia corrispondenza con molti paesi.

Noi, i bambini che sono cresciuti alla sua scuola, amorevolmente seguiti ed educati da lui, siamo sempre più orgogliosi del nostro Padre Anthony (o Bhikshu Ishabodhananda, nome che assunse quando conduceva la vita di monaco mendicante, Parivrajika, per mesi interi nel Bihar e Uttar Pradesh). Lui si fa chiamare fratello Anthony, ma per noi è Padre Anthony.

Come segno di gratitudine, del nostro amore e devozione, al nostro Padre e guru, Padre Anthony, dedichiamo queste poche e imperfette righe.

Bauty De Melo, Nirmala Guru, Usha Sharma, Edna De Souza

St. Catherine of Siena School Bandra - Bombay 26 gennaio 1982

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LA BIBLIOGRAFIA

LA QUINTESSENZA DELLE RELIGIONI

Verdechiaro Edizioni Il primo libro di Padre Anthony, tuttavia attualissimo. Ci mostra come, al di là delle

forme, dei rituali e dei dogmi, ciò che sta alla base di ogni religione è la stessa, unica essenza: la realizzazione di Dio o del Sé, quell’IO SONO che permea e vivifica ogni essere. La differenza non sta nel seguire una religione piuttosto che un’altra, bensì nel praticare i valori etici e divini che sono la solida roccia su cui poggia ogni vera religione. Il Cristianesimo di Gesù, il Buddismo Zen, l’Islamismo Sufi, il Vedanta

induista e tutte le altre correnti mistiche, hanno sempre dovuto lottare contro il dogmatismo, il settarismo ed il fanatismo delle religioni ortodosse organizzate, ma è tempo ora di trovare la comune essenza, per arrivare alla Religione Universale dell’Uomo. “Dio è tutto, tutto è Dio. Gli uomini camminano per strade diverse, diritte o tutte curve, guidati da libri o liberi nello spirito: sono solo strade che portano allo stesso obbiettivo”.

DALLE RELIGIONI POLITICIZZATE ALLE RELIGIONI AUTO-REALIZZANTI

Verdechiaro Edizioni L’Uomo è l’ideale verso cui l’umanità sta marciando. Nessuno può arrestare questa marea, poiché questa è la legge dell’universo. Nessuna invenzione o scienza umana può fermare l’uomo dal morire o dal nascere, né fermare la ruota gigantesca della nascita e della morte, poiché queste leggi cosmiche sfidano l’ingenuità dell’uomo. A meno che non vogliamo leggere nella storia e nella scienza i nostri stessi dogmi, è chiaro che

nessuno scienziato e nessuno storico troveranno mai Dio, o alcun intervento divino, negli affari umani. Occorre la comprensione intuitiva del cuore delle cose per integrare e portare a frutto tutto il mondo della conoscenza umana e svelare i divini misteri della nostra vita. È questo il senso arcano di ciò che dà incanto alla vita, e chi si prende la briga di analizzare la coscienza trova dentro di sé la chiave per aprire le meraviglie della terra e i misteri del cielo. Ciò che è richiesto a tutti coloro che non vogliono perdere il loro tempo, è di considerare le caratteristiche peculiari delle religioni e di distinguere ciò che appartiene alla religione dell’uomo e non prettamente a quella cattolica o a quella protestante, a quella indù o a quella mussulmana, buddista o ebraica, che sono solo nomi, null’altro che nomi. Perché litigare e morire per quei dogmi e credenze, per quelle superstizioni che non aggiungeranno un millimetro alla nostra struttura mentale, ma che degradano e offendono la nostra dignità di uomini? Prima di essere indù o mussulmani, cristiani o buddisti, italiani o inglesi, ricordiamoci che siamo uomini e fino a quando non avremo la perfezione di uomini in quanto tali, tutti gli altri titoli e rivendicazioni sono vuoti di qualsiasi significato o utilità.

IL VANGELO DELLA PUREZZA

Sat Cit Ananda Prima di pensare in termini di Cristiano, Indù, Buddista, Parsi, Musulmano o di

appartenente a qualsiasi altra chiesa, organizzazione civile, confessione religiosa o istituzione; prima di essere italiani, tedeschi, indiani o cinesi: essenzialmente, per natura, siamo tutti esseri umani. L’invito, quindi, è a non lasciare i problemi religiosi, etici e spirituali in balia dei sentimenti e di pulsioni emotive: l’approccio alla vita può

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essere più intelligente e cosciente. In realtà Gesù, Buddha, Mahatma Gandhi, Sathya Sai Baba, Swami Vivekananda, Sri Aurobindo e altri hanno operato così. Dio – paradossalmente – è la realtà più scientifica di tutto l’Universo.

ESOTERISMO MONASTICO CRISTIANO E INDO-BUDDISTA

Sat Cit Ananda La singolare esperienza dell’autore che, indiano si fa frate domenicano, che per anni

vive con protestanti, buddisti, teosofi, indù, lamaisti, parsi, theravadin, che è ormai divenuto un apostolo itinerante dell’unione delle religioni, gli permette di presentarci, in questo suo nuovo libro, un prezioso raffronto e una visione panoramica, e insieme approfondita, dell’esoterismo monastico nelle massime aree religiose della Terra. Egli

ci parla della vocazione spirituale nel mondo d’oggi nel suo bisogno di comprensione, di fratellanza, di ecumenismo, nell’unicità della vita come la vedeva il suo amico papa Giovanni XXIII e come è esaltata dall’avvento del nuovo piano di coscienza dell’Età dell’Aquario.

ECUMENISMO COSMICO

Attraverso un cattolicesimo indo-buddista

Sat Cit Ananda Scorrendo le pagine dell’autobiografia di Padre Anthony non si può non cogliere la nota dominante che ha caratterizzato la sua vita, e cioè la ricerca di Dio e della verità. Fu appunto per questa ragione che entrò, a soli quindici anni di età, nel seminario di Alwaye (India) e, risultando il migliore fra tutti i suoi compagni, potè completare i suoi studi in Italia, ove venne ordinato monaco domenicano. Fin da allora, però, la sua

sincera e profonda ricerca interiore si scontrò con le barriere erette dal rigido dogmatismo della Chiesa ufficiale, che affermava non esserci salvezza al di fuori di essa. “Extra Ecclesiam nulla salus”. Inoltre, per non cadere nella trappola dell’ortodossia cattolica entro la quale volevano rinchiuderlo i suoi superiori assolutamente intransigenti nei confronti di qualsiasi ricerca della Verità che uscisse dai binari della dottrina cristiana, preferì lasciare il Convento Domenicano di Oxford, Inghilterra, per poter continuare in piena libertà di spirito questa sua ricerca interiore in vari paesi europei ed asiatici, specialmente in India e in Italia. Egli, infatti, sentiva che ogni religione contiene al suo interno la medesima e sola Verità; le Religioni infatti sono molte e possono essere paragonate a dei Sentieri, ma la Meta finale è unica e, seppur chiamata con nomi diversi, conduce a una medesima esperienza, cioè la realizzazione dentro di noi di quella Pace che è Gioia, Amore, Tranquillità imperturbabile e Serenità interiore e che rappresenta il punto d’arrivo di ogni Religione. Tale meta finale viene definita “Dio Padre” dai Cristiani, “Satcitananda” dagli Yogi, “Nirvana” dai Buddisti etc.., ma è fonte comune di “Illuminazione Spirituale”. Il messaggio che Padre Anthony intende lasciarci come eredità spirituale è senza dubbio quello di andare oltre le frontiere erette dalle religioni organizzate, realizzando un Ecumenismo Cosmico tra il mondo occidentale Cristiano e le grandi religioni asiatiche, “Ut unum sint” (affichè tutti siamo Uno). Possa Padre Anthony, infaticabile ricercatore, pensatore e grande uomo spirituale, operare in mezzo a noi per molti anni ancora!

Swami Sarvadananda Saraswati.

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LA FILOSOFIA YOGA DI PATANJALI

Sat Cit Ananda Lo Yoga (dal sanscrito Jug-Yog, unione) è, nella tradizione spirituale indiana, una

delle sei “visioni essenziali della realtà” o Darshan. Di origine antichissima, la filosofia Yoga venne trattata per la prima volta in un’opera che costituisce tuttora il testo fondamentale della dottrina: gli Yogasutra di Patanjali. Patanjali è una delle più grandi figure della storia della filosofia indiana: vissuto, sembra, nella seconda metà del II secolo a.C., oltre che dei 195 brevi aforismi degli Yogasutra, sarebbe anche stato

autore di un’opera sulla grammatica e di una sulla medicina. Nella sua filosofia egli sostiene “l’emancipazione dell’anima dai contagi e dalle infezioni dell’esistenza mondana, dai desideri e dal benessere, dai piaceri e dal lusso, dalla nascita e dalla morte”: è dunque questa emancipazione che è “la vera redenzione, la vera salvezza”. Questo concetto, nobile e purissimo, ha colpito particolarmente Elenjimittam che in quest’opera esamina gli aforismi di Patanjali in una visione sincretistica, studiandone e mettendone in rilievo soprattutto gli influssi sulla spiritualità occidentale e i punti di contatto con essa, in particolare con il cristianesimo.

In quest’ultima edizione (2005) riveduta e corretta si è voluto reinserire, come già esistente nella prima edizione in lingua inglese, il testo sanscrito devanagari assieme alla traslitterazione per una miglior comprensione del significato del testo stesso.

PSICOLOGIA dell'AUTOREALIZZAZIONE

Sat Cit Ananda Ognuno di noi deve passare dall’inferno per scoprire la porta del paradiso. Le

sofferenze inevitabili dello stato esistenziale in cui ci troviamo non sono né definitive né eterne. Vi possiamo porre rimedio e riconquistare il paradiso perduto con l’aiuto della Santa Gnosi, semprechè lo vogliamo. Volere è più che potere, ma solo chi cerca trova, e solo a chi bussa sarà aperta la porta del paradiso, che non è altro che la conquista della Pace, Gioia, Serenità e Amore. Ma tu, fratello, per entrarvi devi pagare

il prezzo del biglietto. Il vestito nuziale è il passaporto per entrare nel Regno di Dio. Devi sforzarti con calma, perseveranza e rinuncia a raddrizzare la via che tu hai per ora smarrita. Non esiste alcun surrogato che sostituisca lo sforzo personale, costante e perseverante. Nel latte è nascosto il burro, le perle nel fondo del mare e il fuoco nel legno, ma senza il tuo sforzo, il tuo lavoro, non avrai né burro, né perle, né fuoco. Così non vedrai giammai il Divino che è in te, né godrai di quella Pace celeste, di quell’Amore serafico senza le pratiche dell’ascolto, della meditazione e della realizzazione: “sràvana, mànana e nidhidyàsana”, come dicono le Sastra. Orsù, coraggio, fratel mio. Io sono nella tua barchetta; viaggiamo insieme avendo al timone lo stesso Logos, la vera Luce che illumina tutti gli umani che vengono in questo mondo. L’eterno è il nostro nocchiero, la bussola della nostra navigazione, e ci farà giungere sicuri alla nostra Patria, Iddio, l’AUM.

PSICOLOGIA DEL SURANGAMA SUTRA

Produzioni Babaji È un antico scritto, tradotto dal sanscrito, del canone buddista, sottoforma di dialogo

tra Buddha ed i suoi discepoli più avanzati, tra cui spicca la figura di Ananda. Nel testo viene trattata 1’importanza della concentrazione della mente, come mezzo di identificazione con la mente universale, che è nostro diritto di nascita e che è l’unico per ottenere la vera pace e la beatitudine profonda.

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LE UPANISAD Isa-Katha-Mundaka-Mandukya

Sat Cit Ananda Testi di dottrina arcana, le Upanisad rappresentano la parte conclusiva della letteratura vedica; esse contengono l’essenza del pensiero speculativo che sta alla base della cultura e della religione indiana. Le quattro Upanisad traslitterate, tradotte e commenta-te in questo volume debbono considerarsi fra le più antiche ed autorevoli espressioni di

quella corrente di pensiero che, attraverso la meditazione, porta non solo razionalmente ma anche eticamente l’individuo alle più alte vette della metafisica. La filosofia upanisadica guida l’iniziato (colui che è disponibi-le a ricevere il messaggio) ad una visione del mondo e dei suoi fenomeni non come fatti contingenti ma trascendenti, come un’esperienza dell’anima. Al di là dei sensi vi è un’altra realtà, una realtà superiore; questo concetto, così ricorrente nelle Upanisad, è stato sottolineato da Elenjimittam, che nei suoi commenti ne ha rilevato le affinità profonde con la più alta spiritualità dell’Occidente: il Cristianesimo.

La nuovissima edizione (2007) riveduta e corretta, riporta i versi anche nell’originale sanscrito devanagari assieme alla traslitterazione in modo da essere il più fedele possibile alla prima edizione in lingua inglese.

LE UPANISAD ** Taittirya-Kena-Aitirya-Prashna

Brahmabindu o Amritabindu-Kaivalya

Mursia Le Upanisad ci danno la base di una religione universale, di una teosofia

fondamentale, di una antroposofia, sulle quali le religioni storielle quali l’induismo, il cristianesimo, l’islamismo, il buddismo, il giudaismo e le altre religioni possono erigere le loro strutture. Le Upanisad sono testi di dottrina arcana redatti parte in versi e parte

in prosa, che rappresentano la parte conclusiva della letteratura vedica. In esse è raccolta l’essenza del pensiero speculativo che sta alla base della cultura e delle religioni indiane. Dei sei testi presi in esame in questo volume, i primi quattro e il sesto appartengono alla scuola vedica classica e quindi risalgono assai lontano nel tempo, addirittura – sembra – a parecchi secoli prima di Cristo; il quinto invece trae origine dalla scuola logica ed è perciò di molto posteriore agli altri, essendo databile circa al VI-VII secolo dopo Cristo. Grazie alla traduzione e al commento curati dall’autore stesso, vengono messe in rilievo le numerose e profonde affinità fra i testi upanisadici e il cristianesimo.

LE UPANISAD *** Brhadaranyaka - Svetasvatara

Mursia Le Upanisad rappresentano la parte conclusiva della letteratura vedica. In esse è

raccolta l’essenza del pensiero speculativo che sta alla base della cultura e delle religioni indiane. In questo terzo volume l’autore prende in esame le Upanisad Brhadaranyaka – Svetasvatara. Suddivisa in sei capitoli articolati in parti, la Brhadaranyaka svela il massimo mistero del pellegrinaggio terreno dell’uomo,

imprigionato in una struttura mortale. La Svetasvatara, strutturata in sei capitoli preceduti da una Invocazione, è attribuita a un saggio di cui porta il nome e rappresenta una delle più grandi sintesi della letteratura vedantica, una sorta di magna carta di un ecumenismo mondiale per l’unificazione delle tradizioni religiose e filosofiche dell’umanità. Anche per le Upanisad qui riportate, come per quelle dei volumi precedenti, l’autore si preoccupa per mezzo della sua traduzione e del suo ispirato commento di mettere in rilievo le numerose, profonde affinità che esistono fra i testi upanisadici e il cristianesimo.

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LE UPANISAD **** Chandogya

Mursia In questo quarto e ultimo volume l’autore prende in esame l’Upanisad Chandogya.

Suddivisa in otto capitoli articolati in parti, questa Upanisad comincia con la recitazione dei Samaveda – una preghiera invocatoria tesa a ottenere il pieno vigore mentale e fisico – e conduce gradatamente alla visione più elevata e più estatica del Sé cosmico, a tutto immanente e che al tempo stesso tutto trascende. Anche per l’Upanisad qui

riportata, come per quelle dei volumi precedenti, l’autore si preoccupa per mezzo della sua traduzione fedele e del suo ispirato commento di mettere in rilievo le profonde affinità esistenti fra i testi upanisadici e il cristianesimo.

PENSIERI PER LA MEDITAZIONE GIORNALIERA I, II, III, IV

Sat Cit Ananda È una raccolta di pensieri che possono essere un valido strumento per chiunque

cerchi la propria integrità attraverso la via della meditazione. Pensieri e parole significative, richiamate e ripetute nella mente, diventano mondi, per noi, e possiamo approfondirne il significato attraverso la memoria e la meditazione. La meditazione introspettiva è la stazione di ricarica della batteria della nostra anima, e con questa

ricarica prepariamo mente e cuore ad affrontare i problemi della vita di ogni giorno. Tutte le “realtà” del mondo fisico, tanto importanti per la mente empirica, si perdono nell’insignificanza,

nel nulla, quando la mente si è destata dal suo sonno per vedere come sono e non come le visualizzano i cinque sensi e la mente empirica, che le analizza e le comprende. “Dio è il Testimone Eterno e tu, nella tua Realtà più profonda, sei Quello”.

Se perde il contatto con il Divino, la mente precipita nelle piaghe dei sensi e del sesso, ove dominano le passioni lussuriose. Né si deve permettere che la superbia penetri in essi, il che sarebbe sicuro preludio alla Sua caduta; l’umiltà, invece, la preghiera e l’esame incessante dei moti della mente sono il miglior ausilio per mantenerla sui piani più alti della comunione Divina. Codesta veglia continua, ti evita di cedere alle tentazioni e di cadere in peccato. “Chi è attento non muore mai, mentre lo sbadato è morto a metà” diceva il Buddha. “Sorveglia te stesso e prega per non essere tentato” diceva il Cristo.

I SANTI PER I GIOVANI D’OGGI

Sat Cit Ananda Il libro è indirizzato in particolare ai giovani che hanno superato la decina e sono

nella ventina o nella trentina; ciò perché in genere è dopo i dieci anni che un giovane comincia a sperimentare questa vita come lotta spirituale, come continua tentazione. Egli quindi è in cerca delle vie e dei mezzi per combattere la lussuria della carne, la vanità del mondo, le suggestioni del demonio e vincere la palma della vita. Ed è allora che la storia dei Santi, fatti della nostra carne e sangue e come noi peccatori, ma usciti

trionfatori mediante la Grazia di Dio e la propria determinata volontà, ci può servire da guida per trarci fuori dal fango, per affrontare la sfida della vita e divenire Santi agli occhi di Dio anche se non sempre a quelli degli uomini.

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LE SANTE PER LE GIOVANI D’OGGI

Sat Cit Ananda In questo volume, abbinato a quello di “I Santi per i giovani d’oggi” l’autore mette a

fuoco le vite di quindici eroine di Dio provenienti da ogni strato sociale. Poiché ogni Santo è un piccolo specchio di Dio, la lettura di queste vite ispiratrici non mancherà di indirizzare la tua mente verso la patria celeste e dire con S. Agostino: “Se questi uomini e queste donne hanno potuto farlo, perché non posso farlo anch’io?”'

“Un ammirevole sommario di fatti della vita di ogni Santa ed un pregevole profilo delle sue principali caratteristiche” (The Examiner - Bombay) “Questo libro sarà una benvenuta edizione per chiunque ami la cultura” (Industan Standard - Calcutta)

PERFEZIONE SPIRITUALE

Sat Cit Ananda L’uomo è dotato di ragione però in lui prevalgono l’animalità e la sub-animalità fino

a quando non si rende conto che, per mezzo della ragione che proviene dal puro raziocinio, può librarsi fino alle più alte intuizioni e, da quelle, più oltre fino al grembo dell’infinito per non naufragare in alto mare. La perfezione spirituale tanto negli insegnamenti delle sacre scritture quanto nel vangelo dei vari profeti della storia, consiste essenzialmente nel raggiungere l’equilibrio fra le due nature, animale e divina,

che si agitano imperiosamente nel cuore dell’uomo. Nel processo dell’evoluzione la fortuna di ricevere un corpo umano permette, attraverso la disciplina e la saggezza, di raggiungere lo stato divino e, così, porre fine all’alternanza delle nascite e delle morti ed ottenere lo scopo della vita che è il ritorno nel grembo della Divinità, il Puro Spirito che solo esiste come Pura Esistenza, nel cui seno danzano le onde della creazione, le onde del divenire nelle quali la Divinità manifesta se stessa. Il contatto della nostra mente con la mente Universale, il dimorare della nostra anima nella Superanima dell’universo, conferisce una pace profonda, una serenità mentale, una gioia infinita ed una cosciente immortalità che derivano, appunto, dall’unione con il Divino che è la base della perfezione spirituale.

LA RELIGIONE DELLE RELIGIONI

Sat Cit Ananda Nel valutare le differenze fra le religioni. Padre Anthony formula questo concetto:

“Tutte le religioni sono portatrici di vero, ma non tutte sono Verità”. Da qui l’esortazione a tutti noi a integrare quanto sia parzialmente vero nelle varie religioni, culture e filosofie con le acquisizioni della scienza, della tecnica, della psicologia e dell’antroposofia.

Vedremo così sorgere, sullo sfondo del vasto patrimonio mistico e spirituale dell’umanità, il fermento della ricerca scientifica e la fertilità della tecnica per affrettare il fiorire di un umanesimo nuovo che, in un rapporto diverso fra l’uomo, e il progresso tecnologico, ponga le basi di una civiltà fondata su un’equa ripartizione delle risorse del pianeta fra paesi, popoli e razze, tutti destinati a fondersi in un solo popolo di Dio, ed incoraggi l’anelito di ogni uomo ad elevarsi spiritualmente e moralmente. La religione delle religioni, nel pensiero di Padre Anthony, significa anche ricondurre l’umanità ad una sola famiglia superando divisioni storiche, geografiche ed ambientali. L’appello è rivolto a noi tutti, spiriti liberi attratti dall’immensità e dalla fragranza della messe nell’ora, come cantava Tagore, “che invita alla gioiosa festa dell’Universo”.

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YOGA VASISHTA SARA

Sat Cit Ananda Lo Yoga Vasishta costituisce la scuola più alta di insegnamento esoterico nel

sistema educativo dell’India classica. Inoltre tale testo è uno dei classici dell’esposi-zione della dottrina Advaita Vedantica, ossia di quel sistema monistico di filosofia indiana che riduce la Realtà Suprema all’Unità, al To Agathon platonico, all’Uno di Plotino, al Logos di San Giovanni, senza un qualsiasi dualismo che separi il soggetto dall’oggetto, senza il pluralismo dell’universo, avvertito come tale quando esso viene

percepito fisicamente dai nostri cinque sensi e dalla mente. Nello Yoga Vasishta, compilato probabilmente da rishi Vasishta in 32.000 sloka (strofe di due righe, couplets) viene riassunta l’essenza del suo insegnamento, impartito al discepolo principe Sri Rama. Siamo all’epoca d’oro della storia dell’India, nell’epoca del regno di Rama, considerato il re ideale che sia mai esistito nella terra del Gange e del Brahmaputra: allora, secondo le leggende indiane, non esisteva povertà materiale né spirituale per alcun cittadino, non c’erano ladri e assassini in tutto il regno di Sri Rama, la cui vita ed insegnamento, raccontati nel Ramayana, vengono esaltati come la più vicina approssimazione del Regno di Dio sulla terra.

FRANCESCO D'ASSISI Lo yogi dell’amore cosmico

Edizioni l'età dell'acquario - Bresci Editore Solo un uomo che fa da ponte tra l’Oriente e l’Occidente, come Padre Anthony

Elenjimittam poteva scrivere questo libro su San Francesco illustrandone la vita e il pensiero basati sulla bhakti, la devozione nell’amore di Dio. San Francesco (1181-1226) ha canalizzato in occidente quello stesso messaggio d’amore e di fede che il tamil Ramanaja (1027-1137) aveva canalizzato in oriente dando vita alla corrente della Vasistadvaìta. È un libro che interessa sia il mistico che lo studioso del pensiero

devozionale. Il ponte tra Occidente e Oriente si fa ancora più ampio dopo questo libro.

I SALMI DI UN MARINAIO SOLITARIO

Aquinas Publications Nel libro sono raccolti alcuni dei salmi, inni e canzoni, che sgorgarono

spontaneamente dal cuore e dalla penna dell’autore, scritti per lo più a Calcutta negli anni 1947 e 1948. Scrive l’autore nella sua nota al lettore: “Non mi sono preoccupato di rime, di melodie e neppure di sintassi, in certi casi, ma diedi espressione spontanea ad alcuni pensieri creativi, ad emozioni ed esperienze che mi presero in quegli anni turbolenti, quando ero tutto fuoco per la rigenerazione di

Madre India, nel sogno di dare libertà completa alla gioventù Indiana non solo dal giogo dell’imperialismo Britannico, ma ancor più dalla tirannide delle passioni umane e dalla schiavitù verso qualunque forma di regime e di religione autoritaria ... Allora la mia sola religione era quella dell’Illuminazione mentale, dello sviluppo umano, della canalizzazione delle passioni, delle emozioni e dell’intelletto al servizio del miglior bene dell’uomo, evitando l’esca dell’economia comunista e della plutocrazia capitalista da un lato, e delle religioni autoritarie dall’altro, insieme con l’inconsistente libertarismo anarchico ... Spero e prego che questi ‘Salmi’ giovino ad anime affini ovunque siano, e cerchino profondamente la Luce e l’Amore che sono il grande faro per l’uomo in questi suoi giorni di pellegrinaggio terreno.”

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SAGGEZZA LIBERATRICE

Sat Cit Ananda Queste pagine contengono le lezioni che l’autore ricevette quando andava per i

boschi e per le colline solitarie attorno ad Assisi, Tordibetto, Subasio ed altri luoghi dell’Umbria nei mesi di aprile e di maggio del 1979. L’autore intitolò il libro “Saggezza liberatrice” poiché esso contiene le lezioni della vita emancipatrice che possiamo ascoltare quando ci mettiamo in sintonia con Madre Natura nella pace dei campi, dove i contadini coltivano la madre terra. Nello scrivere questo

libro il suo intento fu quello di articolare ciò che è inarticolato nella vita rustica dei contadini, mentre seduto nei boschi riceveva ventate di gioia, meditava vicino ai ruscelli e scambiava amore con gli uccelli, le piante e le erbe delle colline umbre. L’autore si augura che queste pagine possano essere d’aiuto alle anime irrequiete aspiranti alla vita dello spirito.

MUKTI La liberazione nella filosofìa indiana

Mursia La liberazione dalle vicissitudini, uno dei temi più coinvolgenti per gli uomini di ogni epoca e cultura, è l’argomento di questo agile volume in cui l’Autore svela l’iter antico che percorrono i saggi sino alle vette dell’anima, sino al raggiungimento della perfetta realizzazione del Sé e all’esperienza profonda dell’unione con Dio. Questo breve trattato sulla liberazione (Mukti) nella filosofia indiana è la tesi di laurea di Anthony

Elenjimittam. L’Autore, che per nascita e cultura vive in raro equilibrio tra le civiltà d’oriente e d’occidente, espone con chiarezza quanto la saggezza dell’India ha tramandato per millenni riguardo a un tema che ha da sempre avvinto l’umanità. L’esposizione è puntualmente completata dalle risposte che le religioni e le filosofie hanno dato al problema. Il criterio seguito è quello della ricerca sincretistica che, ancora oggi dopo tanti anni, è lo strumento utilizzato da Elenjimittam per suscitare nel lettore il senso della fratellanza di tutti gli uomini, nel rispetto e nella valorizzazione delle diversità.

LA BHAGAVAD GITA (volume esaurito)

Mursia La Bhagavad Gita (“il canto del Signore, che sia benedetto”) è un poema in diciotto

canti per complessivi settecento distici inserito in quella summa di conoscenze e di dottrine dell’India antica che è il Mahàbhàrata. Ritenuta il testo sacro più venerato dell’India, contiene – all’interno di una cornice letteraria costituita dal dialogo fra il Dio Krisna e l’eroe Arjuna – numerosi insegnamenti dedotti dalla filosofia e dallo Yoga: tali

insegnamenti sono una sintesi dei sei sistemi filosofici indiani (darsana) e a loro volta possono essere raccolti in precetti sulla devozione, sulla meditazione trascendentale, sulla conoscenza e simili. Nella traduzione qui proposta, condotta sull’originale in sanscrito, il testo è stato quasi sempre accompagnato da un commento che meglio chiarisce il passo al lettore nella visione sincretistica che ne fa risaltare l’influenza sulla spiritualità occidentale, in particolare con quella interrelazione cristiana che l’autore ha inteso mettere in risalto.

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MAHATMA GANDHI Il profeta dell’età dell’aquario

Una nuova biografìa

Sat Cit Ananda Questa nuova biografia di Gandhi ha la particolarità di essere scritta da un indiano,

discepolo diretto del Mahatma, che gli ha affidato la difficile missione di lavorare per la riunione delle religioni. Divenuto padre domenicano, Padre Anthony ha girato tutto il mondo facendo conferenze e scrivendo libri di grande spirito ecumenico. La sua grande

devozione per Gandhi si comprende da queste sue frasi: “L’immensa devozione amorosa verso Dio induce a quella pratica di vita che è detta ‘Bhakti Yoga’, amore e servizio a Dio attraverso le sue creature, che trova un grande esempio nella cristianità in San Francesco d’Assisi. Al pari di lui, Gandhi sposò Madonna povertà, come Gesù che, nato in una stalla, visse in qualche grotta, non ebbe mai casa e morì sulla croce, fra il ciclo azzurro e la terra aspra”.

SUBLIMAZIONE DEL SESSO

Aquinas Publications Fratello, vuoi essere liberato da ogni forma di tossicodipendenza di cui soffri oggi,

non solo dall’eroina, dall’alcool, dal tabacco e da tante forme di droga delle quali sei caduto vittima? Sorella, vuoi diventare la Maestra dell’amore divino e guidare così i tuoi figli per il retto sentiero, nella via della gioia e della felicità? Vieni con me, allora, e faremo insieme un’escursione per indagare sui problemi sconvolgenti del sesso e sul modo di ottenere l’Amore Celeste, non combattendo contro il sesso o rinunciandovi, ma

sublimandolo, comprendendolo, utilizzandolo come una scala per salire, affinché non sia più un fango vischioso nel quale siamo incarcerati e morti viventi nella rete dell’ignoranza.

BHAVAGAD GITA Poema Divino e filosofìa esoterica dell'India

Missione Sat Cit Ananda La Bhagavad Gita è considerato una delle cinque gemme della letteratura sanscrita e

non vi è altra opera che per circa duemila anni abbia avuto in India una così possente influenza; si può dire che contenga tutto quanto vi è di meglio nella filosofia indiana, ed è appunto questo eclettismo che l’ha innalzata al rango di “Bibbia degli Indù”. Lo sconosciuto autore della Bhagavad Gita ha inteso dare un preciso scopo all’opera e cioè

la risposta, che fin da tempi immemorabili l’essere umano cerca, alla domanda: come può l’uomo liberarsi dalla miseria e dal dolore della vita per giungere a quell’assoluto stato d’esistenza chiamato Brahman?

VITA E DOTTRINA DI BUDDHA IL DHAMMAPADA

Mursia Questo volume ha lo scopo di introdurre ai fondamentali insegnamenti di Buddha e

al classico Dhammapada (il “Nuovo Testamento” buddista) il lettore che desideri avere un compendio della vita e degli insegnamenti di Buddha, per l’importanza che hanno nella vita d’oggi. Così, nella Prefazione, l’Autore presenta l’opera mettendone in evidenza la funzione di breve, ma esauriente, introduzione alla conoscenza di una delle più diffuse religioni del mondo. Tuttavia l’elemento di maggior rilevanza qui contenuto

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è l’interessante traduzione del Dhammapada, eseguita da Anthony Elenjimittam confrontando le diverse traduzioni con l’originale in lingua Pali, la lingua nella quale Buddha pensò, parlò e predicò.

MEDITAZIONE PER LA REALIZZAZIONE DEL SÉ

Mursia Padre Anthony ha avuto il raro privilegio di nutrirsi alle sorgenti più pure della

spiritualità dell’Occidente cristiano e dell’Oriente indo-buddhista, realizzando in se stesso una profetica sintesi vitale ed esperienziale. Realizzare il Sé, immutabile esistenza e consapevolezza, centro superiore di identità in ogni individuo, coscienza cristica o buddhica secondo le tradizioni religiose: questo è per Elenjimittam il fine

dell’esistenza, il cui raggiungimento colma tutte le nostre attese di felicità, di pace, di amore e di crescita personale. Calandoci nella struttura autentica dell’uomo, svelando i meccanismi profondi della mente e le sue inesauribili potenzialità, mettendo a nostra disposizione le risorse dello yoga e delle varie tecniche meditative, accompagnandoci nella meditazione sulla natura, la nascita, la malattia e la morte, egli ci conduce alle soglie dell’esperienza dell’unione con Dio.

GNOSI VEDANTICA

Missione Sat Cit Ananda La saggezza degli antichi Indo-Arii negli ultimi quattromila anni è stata un faro di

luce ed una stella polare per coloro i quali, stanchi e oppressi dagli sconvolgimenti politici, dall’insicurezza e dai problemi inesorabili dell’esistenza umana su questo pianeta, cercarono una risposta non solo capace di soddisfare le necessità del cuore umano, ma compatibile con la ricerca razionale, con le scoperte scientifiche e con le rivelazioni della psicologia. Lo gnosticismo orientale, come trovò espressione chiara e

completa nella cultura vedica, così ha una sua controparte tanto nella filosofia greca quanto nei Vangeli cristiani, e anche nella tradizione “sufi” si trovano gli stessi insegnamenti. Nella tradizione indiana gnostica, il primo requisito per entrare nel regno di Dio, che è insito in ognuno di noi, è il diniego di tutte le forme di autorità esteriore e il trascendimento dei riti e delle cerimonie delle religioni ufficiali e sacerdotali. Il Regno attende solo di essere scoperto, realizzato e vissuto.

DIALOGANDO CON L’ETERNO

Bresci Editore Il testo contiene alcune riflessioni che Padre Anthony fece camminando lungo la

sponda del Naviglio di Magenta presso Milano il 27 e 28 maggio 1979. Poiché tali riflessioni racchiudono risposte a varie domande rivolte a lui dai giovani nel corso dei suoi giri di conferenze, egli ha pensato di metterle per iscritto allo scopo di servire meglio quelle anime che cercano una religione di illuminazione mentale,

scientificamente valida e psicologicamente verificabile. Anche in questo libro il suo messaggio è: “Io professo lealtà solo al sole, al cielo azzurro, alla Madre Natura, a Dio Padre dell’Universo, senza imprigionarmi nei recinti denominazionali, razziali o nazionali delle culture religiose della storia. Lo faccio perché il Cielo mi ha inviato solo per diffondere il Vangelo Eterno della fratellanza umana e cosmica, per professare una cittadinanza mondiale fondata sulle culture dell’umanità contemporanea. Non voglio offendere nessuno nel mio sforzo volto ad abbattere barriere e costruire ponti fra popoli e culture dell’Oriente e dell’Occidente, sotto il manto della paternità divina e della fratellanza umana e cosmica”.

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VEDANTA PER TUTTI

Missione Sat Cit Ananda Tra tutti i sistemi filosofici registrati nella storia del pensiero umano cominciando

dagli antichi Sumeri, Cinesi, Egiziani, Indiani, Siriani e altri del continente asiatico, da Talete, Parmenide, Eraclito, Pitagora, Platone e tanti altri dell’antica Grecia, dai tempi remoti della civiltà sudamericana pre-colombiana fino ai giorni nostri – ossia fino all’epoca spaziale, elettronica e nucleare – esiste una scuola di filosofia psicologica, una palestra di psicologia filosofica, che potrà essere divulgata sulla terra, con tutti i mass-

media, per educare – o meglio ri-educare – l’uomo quale uomo, e così trovare una giusta integrazione tra la tecnologia scientifica europea e la psicologia filosofica asiatica, con uno scopo ben preciso: quello di conferire all’uomo che si avvia al terzo millennio dopo Cristo una pace interiore intramontabile, una serenità invidiabile, un amore universale profondo, permettendogli di conquistare l’immortalità conscia qui, sulla terra, ora e subito. Questa filosofia si chiama Vedaantha Advaitha, la filosofia del Vedantha non dualistico.

La prima capanna che ospitò i bambini senza tetto nell’anno 1958-59 Riferimenti per contattare Padre Anthony Elenjimittam: sito web: http://www.padreanthony.org e-mail: [email protected] tel.: 075 815116 Missione Sat Cit Ananda via Metastasio, 2b - Assisi (PG)