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p. n. 37 / 5 dicembre 20 estratto da www.dday.it GAME & MOVIE / Un’offerta che si affianca ai decoder Mediaset Mediaset Premium Play arriva anche su Xbox 360 Per accedere basta un abbonamento a Mediaset Premium e Xbox Live Gold di R. Pezzali Ormai era il segreto di Pulcinella, e qualcosa si era capito già quando Mediaset era stata scelta da Microsoft come partner di contenuti per la sua piattaforma Xbox TV. Con l’aggiorna- mento della dashboard, i possessori di una Xbox 360 con abbonamento Live Gold potranno accedere al servizio di VOD di Mediaset usando la console. Il servizio al momento non prevede la trasmissione dei canali “Live”, cosa che avviene invece accedendo al servizio da un PC, ma Mediaset sta lavorando per aggiungere nel corso del 2012 an- che questa possibilità. La mossa è chia- ra: attualmente, per fruire di Premium Play serve un decoder MHP e il numero di decoder installati è minimo rispetto alle centinaia di migliaia di TV con CAM che permettono di accedere solo ai ca- nali, ma non ai servizi aggiuntivi. Media- set affianca ora alle TV con la CAM un mezzo per accedere ai 2000 contenuti di Premium Play, e la scelta è caduta su un mezzo decisamente diffuso: l’Xbox. Per accedere a Premium Play servono un abbonamento Xbox Live Gold e uno a Mediaset Premium con opzione Play, anche se - ricordiamo - con gli ulti- mi profili tariffari Mediaset, se si prende l’opzione Play si ha diritto anche ad un decoder TS7500. Dove sta allora il van- taggio di avere Premium Play anche su Xbox se già viene dato un decoder? Semplice, al momento Mediaset ha scelto di lasciare il servizio attivo fino a tre dispositivi: vuol dire che, mentre qualcuno sta guardando un contenu- to con il decoder in soggiorno, si può guardare un altro film con l’Xbox (e altri contenuti su altri due device). Per acce- dere al servizio la modalità è semplice: basta registrarsi sul sito Mediaset, farsi rilasciare la password e la username e inserirle nell’Xbox per l’autenticazione. Abbiamo avuto modo di provare l’ap- plicazione, davvero ben fatta e dopo l’aggiornamento prevederà la possibili- tà di sfogliare i film con l’uso delle mani usando Kinect e di controllare il cata- logo e la riproduzione con i comandi vocali in italiano. MOBILE / eBook reader a 99 euro e vasta libreria di titoli italiani Kindle finalmente in Italia I prezzi sono quelli di Amazon: titoli cari ma anche offerte interessanti di R. Pezzali C hi è furbo non si lascia scappa- re l’occasione d’oro del Natale, e questo Amazon lo sa bene: l’eBook reader più famoso al mondo sbarca in Italia nella sua versione più recente, quella wireless con display da 6” e ad un prezzo decisamente notevo- le: 99 euro. Un vero colpo per chi oggi vende lettori eBook in Italia a prezzi decisamente alti: se andiamo a con- trollare, infatti, il prezzo minimo di un eBook (con vero display e-ink, non i ta- blet “camuffati”) è di almeno 170 euro. Oltre al lettore, Amazon apre anche il Kindle Store, 16.000 eBook in italiano con un catalogo decisamente ricco: tanti autori italiani come Fabio Volo, Roberto Sa- viano, Gior- gio Faletti, ma anche la biografia di Steve Jobs, quella di Ibrahimovic, Christopher Paolini e tanti altri. I prezzi: alcuni titoli costano tanto (per un’edizione elettronica), ma ci sono anche tante offerte a prezzo stracciato, meno di due euro e qualcosa addirit- tura gratis. Il vantaggio ovviamente è la possibilità di acquistare direttamen- te i libri dal reader, in Wi-Fi, scaricandoli in soli 60 secondi. MOBILE 07 Kyobo lancia l’eReader a colori 07 Gli smartphone sono spiati? 09 Da G&BL i guanti touchscreen antifreddo TEST 17 TV LG LW980G 19 Nokia Lumia 800 22 HTC Titan 25 Sony Nex-C3 GAME & MOVIE 13 The Elder Scrolls V: Skyrim 13 Uncharted 3 L’inganno di Drake 14 Battlefield 3 DDAY.it magazine 37 In questo fascicolo tra le altre cose... PEOPLE & MARKET 02 SIAE, ma quanto mi costi? 05 Sky si ritira dal beauty contest TV & VIDEO 03 IGNIS produrrà OLED da 300 dpi 03 Premium Play su Samsung Smart TV PC & MULTIMEDIA 15 Storage LaPlug di LaCie SMARTHOME 26 Lampade LED da Verbatim p. EDITORIALE I negozi di elettronica sono il termometro della crisi Nel sentire comune, la crisi che attanaglia i mercati ha una genesi finanziaria, legata a qualche acrobazia delle banche e alla folta schiera degli speculatori. Di certo, però, la crisi si è ora trasferita sull’economia reale e sulla capacità di spesa. In fasi come queste l’elettronica di consumo vive di sentimenti contrastanti: da un lato i budget familiari si sono inevitabilmente contratti; dall’altro la spesa in beni semidurevoli è vista sicuramente come più consona a tempi di crisi rispetto a consumi puri come vacanze, ristoranti, spettacoli e così via. Il Governo Monti ha presentato la manovra “salva-Italia”. Si tratta della terza manovra straordinaria di questo 2011, la più dura di tutte. Una manovra varata non a caso da tecnici non politici che quindi possono lanciarsi anche in misure impopolari seppur necessarie. Saranno anche misure necessarie, ma oggettivamente altri due punti di IVA, la tassazione della prima casa e il blocco delle pensioni di certo non sembrano andare nella direzione della crescita. Negli ultimi mesi i negozi di elettronica (salvo in presenza di sottocosto da urlo) non sono stati certo super-affollati; ma il vero termometro della crisi sarà vedere cosa accadrà nelle prossime settimane nei negozi di elettronica di consumo. Se prevarrà semplicemente la ridotta capacità di spesa, sarà un Natale di grande austerità e il fatto che questa manovra arrivi all’inizio della stagione dello shopping si tradurrà in un vero disastro per il mercato dell’elettronica. Se, invece, a bloccare i consumi erano prevalentemente incertezza e sfiducia, ora che il quadro è più chiaro e tutti sanno “di che morte morire”, potrebbe esserci una ripresa, soprattutto per spese con una fruibilità di medio termine. In attesa di vedere le reazioni degli italiani, ci rallegriamo che, nel “pacchetto Monti”, sia stata inserita la completa liberalizzazione degli orari dei negozi, da noi auspicata su queste pagine non molto tempo fa. Gianfranco Giardina

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n. 37 / 5 dicembre 20��estratto da www.dday.it

GAME & MOVIE / Un’offerta che si affianca ai decoder Mediaset

Mediaset Premium Play arriva anche su Xbox 360Per accedere basta un abbonamento a Mediaset Premium e Xbox Live Gold

di R. Pezzali

Ormai era il segreto di Pulcinella, e qualcosa si era capito già quando Mediaset era stata scelta da Microsoft come partner di contenuti per la sua piattaforma Xbox TV. Con l’aggiorna-mento della dashboard, i possessori di una Xbox 360 con abbonamento Live Gold potranno accedere al servizio di VOD di Mediaset usando la console. Il servizio al momento non prevede la trasmissione dei canali “Live”, cosa che avviene invece accedendo al servizio da un PC, ma Mediaset sta lavorando per aggiungere nel corso del 2012 an-che questa possibilità. La mossa è chia-ra: attualmente, per fruire di Premium Play serve un decoder MHP e il numero di decoder installati è minimo rispetto alle centinaia di migliaia di TV con CAM che permettono di accedere solo ai ca-nali, ma non ai servizi aggiuntivi. Media-set affianca ora alle TV con la CAM un mezzo per accedere ai 2000 contenuti di Premium Play, e la scelta è caduta su un mezzo decisamente diffuso: l’Xbox. Per accedere a Premium Play servono

un abbonamento Xbox Live Gold e uno a Mediaset Premium con opzione Play, anche se - ricordiamo - con gli ulti-mi profili tariffari Mediaset, se si prende l’opzione Play si ha diritto anche ad un decoder TS7500. Dove sta allora il van-taggio di avere Premium Play anche su Xbox se già viene dato un decoder? Semplice, al momento Mediaset ha scelto di lasciare il servizio attivo fino a tre dispositivi: vuol dire che, mentre qualcuno sta guardando un contenu-to con il decoder in soggiorno, si può guardare un altro film con l’Xbox (e altri contenuti su altri due device). Per acce-dere al servizio la modalità è semplice: basta registrarsi sul sito Mediaset, farsi rilasciare la password e la username e inserirle nell’Xbox per l’autenticazione. Abbiamo avuto modo di provare l’ap-plicazione, davvero ben fatta e dopo l’aggiornamento prevederà la possibili-tà di sfogliare i film con l’uso delle mani usando Kinect e di controllare il cata-logo e la riproduzione con i comandi vocali in italiano.

MOBILE / eBook reader a 99 euro e vasta libreria di titoli italiani

Kindle finalmente in Italia I prezzi sono quelli di Amazon: titoli cari ma anche offerte interessanti di R. Pezzali

Chi è furbo non si lascia scappa-re l’occasione d’oro del Natale, e questo Amazon lo sa bene:

l’eBook reader più famoso al mondo sbarca in Italia nella sua versione più recente, quella wireless con display da 6” e ad un prezzo decisamente notevo-le: 99 euro. Un vero colpo per chi oggi vende lettori eBook in Italia a prezzi decisamente alti: se andiamo a con-trollare, infatti, il prezzo minimo di un eBook (con vero display e-ink, non i ta-blet “camuffati”) è di almeno 170 euro.Oltre al lettore, Amazon apre anche il Kindle Store, 16.000 eBook in italiano con un catalogo decisamente ricco: tanti autori italiani come Fabio Volo,

Roberto Sa-viano, Gior-gio Faletti, ma anche la biografia di Steve Jobs, quella di Ibrahimovic, Christopher Paolini e tanti altri.I prezzi: alcuni titoli costano tanto (per un’edizione elettronica), ma ci sono anche tante offerte a prezzo stracciato, meno di due euro e qualcosa addirit-tura gratis. Il vantaggio ovviamente è la possibilità di acquistare direttamen-te i libri dal reader, in Wi-Fi, scaricandoli in soli 60 secondi.

MOBILE

07 Kyobo lancia l’eReader a colori

07 Gli smartphone sono spiati?

09 Da G&BL i guanti touchscreen antifreddo

TEST

17 TV LG LW980G19 Nokia Lumia 80022 HTC Titan 25 Sony Nex-C3

GAME & MOVIE

13 The Elder Scrolls V: Skyrim 13 Uncharted 3

L’inganno di Drake14 Battlefield 3

DDAY.it magazine 37In questo fascicolo tra le altre cose...

PEOPLE & MARKET

02 SIAE, ma quanto mi costi?

05 Sky si ritira dal beauty contest

TV & VIDEO

03 IGNIS produrrà OLED da 300 dpi

03 Premium Play su Samsung Smart TV

PC & MULTIMEDIA

15 Storage LaPlug di LaCie

SMARTHOME

26 Lampade LED da Verbatim

p.�EDITORIALE

I negozi di elettronica sono il termometro della crisiNel sentire comune, la crisi che attanaglia i mercati ha una genesi finanziaria, legata a qualche acrobazia delle banche e alla folta schiera degli speculatori. Di certo, però, la crisi si è ora trasferita sull’economia reale e sulla capacità di spesa. In fasi come queste l’elettronica di consumo vive di sentimenti contrastanti: da un lato i budget familiari si sono inevitabilmente contratti; dall’altro la spesa in beni semidurevoli è vista sicuramente come più consona a tempi di crisi rispetto a consumi puri come vacanze, ristoranti, spettacoli e così via. Il Governo Monti ha presentato la manovra “salva-Italia”. Si tratta della terza manovra straordinaria di questo 2011, la più dura di tutte. Una manovra varata non a caso da tecnici non politici che quindi possono lanciarsi anche in misure impopolari seppur necessarie. Saranno anche misure necessarie, ma oggettivamente altri due punti di IVA, la tassazione della prima casa e il blocco delle pensioni di certo non sembrano andare nella direzione della crescita. Negli ultimi mesi i negozi di elettronica (salvo in presenza di sottocosto da urlo) non sono stati certo super-affollati; ma il vero termometro della crisi sarà vedere cosa accadrà nelle prossime settimane nei negozi di elettronica di consumo. Se prevarrà semplicemente la ridotta capacità di spesa, sarà un Natale di grande austerità e il fatto che questa manovra arrivi all’inizio della stagione dello shopping si tradurrà in un vero disastro per il mercato dell’elettronica. Se, invece, a bloccare i consumi erano prevalentemente incertezza e sfiducia, ora che il quadro è più chiaro e tutti sanno “di che morte morire”, potrebbe esserci una ripresa, soprattutto per spese con una fruibilità di medio termine. In attesa di vedere le reazioni degli italiani, ci rallegriamo che, nel “pacchetto Monti”, sia stata inserita la completa liberalizzazione degli orari dei negozi, da noi auspicata su queste pagine non molto tempo fa.

Gianfranco Giardina

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n. 37 / 5 dicembre 20��estratto da www.dday.it

PEOPLE & MARKET / La SIAE è in debito con gli artisti, ma i suoi dipendenti non se la passano male

Un dipendente SIAE costa 68.000€ all’annoUna costosa struttura di 1.200 impiegati e 150 tra dirigenti e funzionari che però è in debito. È il caso di staccare la spina?

di M. Dalli e G. Giardina

Che il “carrozzone” SIAE sia solo una macchina mangia-soldi non è più una novità; il rappor-

to annuale sulla gestione del 2010, però, certifica lo stato di inefficienza della Società Italiana Autori ed Edi-tori. Nel 2010, infatti, la SIAE aveva debiti verso i soci (ovvero autori ed editori) per 803 milioni di euro, a cui si aggiungono 173 milioni di euro di debiti verso terzi. La situazione è leg-germente migliorata rispetto al 2009, quando i debiti erano di 821 e 178 milioni di euro rispettivamente (2,5 milioni in più in totale), ma è ugual-mente tragica. Un debito di queste proporzioni significa che la SIAE negli anni non è stata in grado di pagare ad artisti e associati quanto spettava loro. Nonostante questo, però, i suoi dipendenti non se la passano male, almeno a giudicare dai costi sostenuti dalla Società per il personale nel 2010: 92,5 milioni di euro, che su un totale di 1.346 dipendenti al 31 dicembre, fanno circa 68.000 euro a testa. Per costo del personale, lo ricordiamo, si intende quanto l’azienda paga per ogni dipendente e comprende, tra gli altri, stipendi, tasse, istituti previden-ziali, e così via. Quindi il dipendente non riceve netti 68.000 euro, ma si tratta del costo aziendale; malgrado ciò si tratta lo stesso di un costo mol-to alto, considerato soprattutto che il calcolo è una media e che proba-bilmente i ruoli dirigenziali costano molto, molto di più. Uno dei motivi potrebbe essere l’alto numero dei di-rigenti (53 più tre a tempo determina-to), a cui vanno aggiunti ben 90 fun-zionari. Ai 92,5 milioni per il personale si aggiungono poi altri 48,2 milioni di euro per mandatari e accertatori, cifra che porta il totale delle spese a 140,7 milioni di euro. Aggiungiamo poi i costi di gestione e fondo di soli-darietà ed ecco che il totale dei costi della produzione sale a 203,9 milioni di euro, a fronte di un totale del valore della produzione (ovverosia i proventi di diretta competenza SIAE) di 176,7 milioni di euro. Per chi non ha voglia di fare i conti, vi diamo noi la soluzio-ne: il margine operativo è in rosso di

27,2 milioni di euro, nel 2009 il margine operativo era negati-vo per 20 milioni.Alla fine la SIAE nel 2010 ha chiuso in perdita per oltre 17 milioni di euro, mal-grado proventi finan-ziari (ovverosia inte-ressi attivi) per più di 25 milioni. Interessi attivi decisamente strani, visto che dall’altro lato la SIAE è indebitata di oltre un anno e mezzo di spettanze nei confronti degli aventi diritto. In pratica la SIAE sta a galla solo perché ritarda i pagamenti ai soci e nel frat-tempo reinveste il capitale raccolto per goderne gli interessi. Va anche osservato come la percentuale media di circa il 16% che la SIAE trattiene su quanto raccoglie (circa 100 milioni su 600), più gli altri proventi (ulteriori 70 milioni circa) non bastano per mante-nere la struttura. Che evidentemente o costa troppo o - come ritengono in SIAE - dovrebbe poter raccogliere di più assoggettando anche nuove fat-tispecie. Noi siamo del primo avviso. Inoltre se la SIAE serve a raccogliere i proventi dei diritti d’autore per poi ridistribuirli tra gli artisti e non riesce a farlo, probabilmente non ha nemme-no più senso che esista. Non è forse il caso di staccarle la spina?

La SIAE ha paura di perdere il monopolio La SIAE, nell’ottica di uno studio di posizionamento strategico per de-finire le politiche future dell’ente, ha identificato una serie di punti di forza e di debolezza e la lista delle minacce e delle opportunità; il tutto per garan-tire il raggiungimento degli obiettivi di business della SIAE.La prima minaccia identificata da SIAE è - citiamo letteralmente - “il possibi-le ingresso di competitor nazionali e internazionali nel mercato”. Poco più avanti, sempre fra le minaccie, trovia-mo poi “la possibilità di scegliere una qualsiasi società europea per la cen-tralizzazione delle licenze”. Evidente-

mente in SIAE si stanno accorgendo che il lungo monopolio sta per finire e che presto la necessaria apertura alla concorrenza anche nel collecting dei diritti sarà realtà. E la crisi - che morde tutti - non potrà che accelera-re questo processo. Andando avanti a scorrere la lista, il primo tra i punti di debolezza è “l’eccessiva dipendenza dal risultato della gestione finanziaria per perse-guire l’equilibrio di bilancio”, il che conferma quanto da noi indicato nei giorni scorsi sull’anomala presenza di 800 milioni di debiti verso soci e una contemporanea liquidità di oltre 600 milioni. Tra i punti di forza, “il presidio del territorio e la conseguente eccel-lenza nella raccolta del diritto d’au-tore”: questo dovrebbe essere, per esempio, uno dei motivi che nel fu-turo dovrebbe spingere un autore ad affidarsi a SIAE piuttosto che ai suoi competitor. Strano, perché andando avanti si legge, sempre tra i punti di forza del “regime di esclusività Quali-fica di Ente Pubblico Economico (leg-ge 2 del 2008)”. Peraltro da una lettura della legge in questione non si rileva alcuna caratteristica di esclusività del-la SIAE, ma di certo un ruolo pubblico: sull’operato della SIAE - dice la legge - vigila il Ministro per i bene e le attività culturali congiuntamente con il Presi-dente del Consiglio dei ministri.Tra le opportunità, infine, “salvo riso-luzione negativa del contenzioso am-ministrativo, ampliamento della sfera di applicazione del regime di Copia Privata”: forse sarà una grande op-portunità per la SIAE, ma una grande minaccia per il mercato, per gli utenti e anche per l’equità impositiva.

PEOPLE & MARKET

Uno spot anti-pirateria viola il diritto d’autoreChe succede se chi deve far valere i diritti dei musicisti è il primo a non rispettarli? In Olanda il compositore della musica dello spot anti-pirateria chiede i danni

di M. Dalli

Avete presente quei meravi-gliosi spot anti-pirateria che ci deliziano prima dell’inizio di un film (peraltro acquistato le-galmente, visto che le versioni piratate ne sono giustamente sprovviste)? Bene, la musica utilizzata in una versione olan-dese dello spot (visibile qui) è illegale. A rivelarlo è il giornale olandese Volkskrant, che ripor-ta le accuse di corruzione di un dirigente della Buma/Stemra (una delle SIAE olandesi), dopo che la TV olandese PowNed ha registrato una conversazione tra il manager e l’avvocato di Melchior Rietveldt. Rietveldt, infatti, ha dato in licenza la sua musica solo per uno spot anti-pirateria da usare in occasione di un festival, salvo poi accor-gersi che quella musica è stata usata - a sua insaputa e senza il suo consenso - in molti altri spot. Il compositore chiede quindi almeno 1 milione di euro di mancati pagamenti, ma il manager della SIAE olandese si dice disposto a portare a gal-la la faccenda nel consiglio di amministrazione solo in cam-bio di un terzo dei diritti. Quando l’avvocato fa notare che non è corretto chiedere soldi in cambio di qualcosa che al suo cliente spetta per diritto, il manager risponde che, altri-menti, la situazione potrebbe non essere nemmeno portata a galla. Fa davvero piacere sa-pere che chi dovrebbe tutelare i diritti d’autore è il primo poi a infrangerli; non solo, sono anche i primi a essere corrotti. Davvero un bell’esempio, non c’è che dire!

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TV & VIDEO / Da IGNIS una nuova tecnica di produzione

OLED da 300 dpi e oltre Finalmente adesso si puòAprirà la strada a schermi ultra definiti mantenendo la matrice RGB

di P. Centofanti

I display OLED hanno diversi van-taggi rispetto agli LCD, a comin-ciare dalla qualità di immagine,

ma sono maledettamente costosi da produrre e soprattutto fino ad oggi non è stato possibile raggiun-gere la stessa densità di pixel, tanto che molti display OLED impiegati oggi nei dispositivi utilizzano la configurazione PenTile a subpixel condivisi, una soluzione che ridu-ce la reale definizione percepita. IGNIS, azienda che sviluppa tecno-logie per la produzione di schermi OLED che poi rivende ai costrut-tori, ha annunciato lo sviluppo di un nuovo design che permette di raggiungere densità superiori ai 300 punti per pollice, mantenendo una vera configurazione RGB. IGNIS ha sviluppato l’elettronica e gli al-

goritmi necessari per compensare la non-uniformità e la durata di di-splay con così alta densità di pixel. Un po’ come ARM con i processori, IGNIS realizza solo il design che i produttori possono poi utilizzare in licenza per la realizzazione dei pro-pri schermi.

TV & VIDEO Samsung al CES: “OLED? Molto di più”Sarà un’edizione del CES 2012 imperdibile, con novità in campo TV Gli apparecchi vanno oltre l’OLED: entusiasmo in casa Samsung

di R. PezzaliDi più non si può sapere, ma una cosa è certa: se ne vedranno delle belle. Anche se non viene fornito alcun dettaglio, chi in Samsung ha già avuto modo di vedere l’anteprima della lineup che verrà presentata a Las Ve-gas dice che senza alcun dubbio quello che si vedrà vale da solo il prezzo del biglietto, che i pro-dotti lanciati saranno talmente rivoluzionari che non sono paragonabili a niente di quello che si è visto negli ultimi anni. Samsung ovviamente non può conoscere in anticipo le mosse della concorrenza, ma l’entusiasmo che abbiamo percepito lascia intendere che sono fermamente convinti di restare leader anche per il prossimo anno. Gli OLED sono confermati, ci saranno, ma ci sarà anche altro oltre agli OLED. Qualcosa di ancora più innovativo.Le ipotesi che si possono fare a questo punto sono molte: Smart TV a control-lo gestuale? TV a nanotubi? TV sottili come fogli di carta? Corrente wireless? Facciamo una scommessa: cercate di indovinare, il 9 gennaio, quando questa nuova gamma verrà presentata, vedremo chi si è avvicinato di più.

TV & VIDEO

Dal Giappone la svolta per l’OLEDSumitomo Chemical avrebbe sviluppato una nuova tecnologia in grado di dare il via alla produzione su vasta scala di TV OLED

di P. Centofanti

Negli ultimi anni lo abbiamo sentito dire più volte: “una nuova tecnologia promette l’arrivo dei TV OLED di grandi dimensioni”, ma a oggi il televisore perfet-to appare ancora una chimera. Oggi però arriva dal sol levante un annuncio che pare essere più concreto. Secondo quanto riportato dal quotidiano “Nikkei”, Sumitomo Chemical avrebbe sviluppato una nuova tecnica in grado di aprire alla produzio-ne di massa di pannelli OLED di grande formato. Ma Sumitomo non si è limitata a sviluppare una nuova tecnologia, ma sarebbe pronta ad avviare una vera linea di produzione per i componen-ti necessari già a inizio 2012. La svolta di Sumitomo consistereb-be nell’utilizzo di nuovi materiali

strutturati in macro-molecole come componenti per i LED or-ganici, elementi che sarebbero molto meno costosi da produr-re rispetto a quelli impiegati nei display prodotti oggi. Con la sua tecnologia Sumitomo sarebbe in grado di produrre le materie prime per la produzione di circa 5 milioni di pannelli da 40 pollici all’anno.

TV & VIDEOPremium Play presto su Samsung Smart TV

Mediaset Premium lancerà il servizio di Video On Demand Premium Play anche sugli Smart TV. La prima a partire sarà Samsung, già all’inizio del 2012

di R. Pezzali

Mediaset Premium Play sbar-cherà anche sullo Smart TV Samsung. Mediaset ci ha fatto sapere che stanno lavorando con tre aziende per portare il loro servizio di Video On De-mand anche sui Connected TV, tre aziende che rispondono al nome di LG, Samsung e Sony.Tuttavia, al momento, il progetto che è allo stato più avanzato è quello del produttore coreano, che potrebbe vedere la luce già all’inizio del 2012 (non a caso ne-gli spot Mediaset viene usato un TV quasi identico ad uno Smart TV Samsung).La buona notizia è che si tratte-rà di una app, quindi una cosa completamente slegata da CAM e MHP: non ci sarà bisogno di hardware aggiuntivo, e neppure della prossima generazione di TV: quando l’applicazione sarà disponibile funzionerà su tutti i TV connessi di Samsung rilasciati nel 2011 (quindi la serie D).Ovviamente per poter accedere al servizio Premium Play servirà un abbonamento a Mediaset Premium con opzione Play, che costa 4 euro: un prezzo più che ragionevole ragionevole se si pensa alla quantità di contenuti presenti sulla piattaforma.

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Tocca lo schermo resta al caldo

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PEOPLE & MARKET / Una sanzione troppo morbida per la TV di Stato

Rai multata: 5.000 euro per il numero “non” verdeRicordate il numero verde a pagamento per la campagna per il canone RAI? L’antitrust ha condannato l’emittente di Stato a pagare 5.000 euro di multa

di R. Pezzali

Lo scorso anno, a gennaio, aveva-mo denunciato (per leggere la news clicca qui) un comporta-

mento scorretto della Rai, che pubbli-cizzava come verde un numero che non lo era affatto. Tutto questo in TV, durante le trasmissioni, all’interno del-la sua campagna di sensibilizzazione al pagamento del canone. L’antitrust, dopo diversi mesi, ha condannato la Rai a pagare una multa di 5.000 euro per comportamento scorretto. Di seguito il comunicato: “Il 21 gennaio 2011 durante il telegiornale trasmesso da RaiUno, è apparsa una schermata riepilogativa del canone Rai che ripor-tava le seguenti informazioni: Canone RAI scadenza 31/1/2011, €110,50 www.

abbonamento.rai.it Televideo pag. 380 numero verde 199.123.000”. Come ave-vamo denunciato noi, il messaggio pubblicitario è andato in onda molte volte in una settimana e non solo nel corso del telegiornale. Che saranno mai 5.000 euro per la TV di Stato? E so-prattutto, quanto avranno speso tutte le persone che hanno chiamato il nu-mero pensando che fosse gratuito?

PEOPLE & MARKET / Delineate alcune linee guida per il futuro della tv

Standard mondiale per il DTT?A Shanghai si è tenuto il FoBTV, un summit sul futuro della televisione Spazio ai contenuti on demand e a uno standard di trasmissione condiviso

di M. Dalli

In futuro potrebbe non esserci più l’attuale frammentazione degli standard di trasmissione televisiva

che porta i produttori di TV a rilasciare versioni con sintonizzatori diversi a se-conda del mercato di vendita. Attual-mente in Europa è in uso il DVB, ma in America c’è l’ATSC, in Giappone l’ISDB, e via dicendo. A Shanghai si è tenuto un summit sul futuro della televisione, il FoBTV (Future of Broadcast TeleVi-sion) Summit, in cui i leader mondiali dei vari standard hanno firmato una dichiarazione di intenti in cui vengo-no delineate le linee guida per il fu-turo della TV. Tra i punti emersi, due ci fanno piacere: il primo riguarda l’inte-

grazione tra i contenuti trasmessi via cavo e quelli in streaming via Internet; il secondo punto, invece, vede la crea-zione di uno standard di trasmissione unico per tutti i Paesi. In questo modo i produttori potrebbero ancora di più giocare sulle economie di scala per produrre un dispositivo che sia dispo-nibile in tutto il mondo, a tutto vantag-gio per il consumatore finale. Al mo-mento sono poco più che chiacchiere tra amici, ma è già un segnale positivo. Chissà che tra 15 o 20 anni non si ar-rivi a uno standard unico, ammesso e non concesso che la TV via etere esista ancora e non sia stata sostituita dalla trasmissione su reti IP in fibra.

PEOPLE & MARKETSky si ritira dal beauty contest L’emittente satellitare ha deciso di ritirarsi dalla gara di assegnazione gratuita di 6 frequenze sul digitale terrestre. Ora Mediaset è (quasi) sola...

di M. Dalli

Sky Italia si è ritirata dal beauty contest, l’asta che assegna gra-tuitamente una frequenza sul digitale terrestre in base a criteri soggettivi, di “bellezza”. L’emittente satellitare ha ufficializzato la deci-sione al Ministero dello Sviluppo Economico e alla Commissione Europea. Le motivazioni, indicate dalla stessa emittente satellitare nel comunicato stampa, sono da ricondursi ai tempi troppo lunghi per l’assegnazione e, soprattutto, alla discutibilità delle regole adot-tate nel concorso. Uno stralcio del comunicato: “La lunghezza dei tem-pi, ad oggi ancora indeterminati, che hanno caratterizzato lo svolgimento di questa gara e che impatteranno inevitabilmente sull’assegnazione delle frequenze, sono però diventati del tutto incompatibili con l’esigenza di pianificare con certezza gli inve-stimenti che sarebbero necessari nel caso di un’ipotetica assegnazione.Tale indeterminatezza dei tempi si è inoltre accompagnata a un bando che contiene elementi discutibili, le-gati all’adozione di un disciplinare di gara con regole che oggettivamente favoriscono operatori già attivi sul mercato. Va ricordato che proprio tali regole hanno portato alcuni par-tecipanti alla gara - tra cui la stessa Sky - a presentare ricorsi all‘autorità competente, ricorsi che potrebbero moltiplicarsi una volta annunciate le assegnazioni delle frequenze”.Se sommiamo questa decisione al fatto che la Rai non potrebbe partecipare al contest in quanto già in possesso del numero mas-simo di frequenze sul digitale ter-restre, ecco che in lizza rimangono Mediaset e Telecom. Rimane ora da capire se Sky con questa deci-sione getta (temporaneamente) la spugna sul digitale terrestre, oppu-re se gli uomini di Murdoch hanno già un “piano B”.

PEOPLE & MARKET

H3G punta al DVB-T, arriva una nuova TV?H3G avrebbe richiesto di convertire le frequenze destinate al DVB-H in DVB-T Nuova TV in arrivo oppure l’intenzione è quella di rivenderle a qualcuno?

di R. Pezzali

H3G vuole una TV tutta sua. E per farla ha chiesto al garante delle comunicazioni di convertire le sue frequenze attualmente destinate al DVB-H in frequenze per il digitale terrestre. La notizia è stata data da Repubblica e probabilmente ha dato fastidio all’operatore telefoni-co, che ha fatto di tutto per tenerla segreta e ha di fatto smentito tutto. La richiesta sarebbe pervenuta al-l’ex ministro Romani, che nell’ulti-mo giorno del vecchio governo ha inoltrato la richiesta al Garante del-le Telecomunicazioni. Le frequenze DVB-H, dopo il flop della TV mo-bile, sono frequenze che oggi val-gono poco e sono praticamente inutilizzate: se fossero convertite in frequenze DVB-T il loro valore sali-rebbe alle stelle e potrebbe cam-biare gli equilibri concorrenziali nel settore della TV. La palla è ora in mano al garante, che deve sta-bilire come H3G potrà usare quel-le frequenze e se verrà approvato il cambio di destinazione d’uso. Quello che resta da capire è se Tre vuole una propria TV o se è una mossa commerciale per rivedere queste frequenze al miglior offe-rente, e in questo caso ci sarebbe la fila: da Mediaset a Telecom per arrivare a Sky, che non vede l’ora di mettere le mani su un pacchetto di frequenze, dato che dal 2012 può scendere in campo direttamente, seppur non a pagamento.

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n. 37 / 5 dicembre 20��estratto da www.dday.it

MOBILE / Sarebbero tre le note aziende che avrebbero iniziato la produzione del super pannello

Il retina display per l’iPad 3 è in arrivo?Secondo alcune fonti il prossimo iPad sarà basato su un retina display con risoluzione quattro volte superiore

di P. Centofanti

Di un retina display anche per l’iPad si parla da tempo e ora cominciano a rafforzarsi le voci

di corridoio secondo cui il prossimo modello di tablet Apple potreb-be davvero offrire una risoluzione quattro volte superiore al modello attuale. Per non complicare troppo le cose agli sviluppatori iOS, in pas-sato Apple, quando si è trattato di aumentare la risoluzione del display dell’iPhone, ha optato per moltipli-care per un fattore due il conteggio dei pixel in entrambe le direzioni: il risultato è stato il display da 960x640 pixel dell’iPhone 4. Nel caso dell’iPad, però, seguendo la stessa logica si arriverebbe a una risoluzione di 2048x1536 pixel, che su una superfi-cie con diagonale intorno ai 10 polli-ci, si traduce in una densità pazzesca. E infatti al di là di qualche prototipo,

di schermi del gene-re sul mercato ancora non se ne sono visti. Ora, secondo quanto riportato da diverse fonti tra cui DigiTimes (che però tradizional-mente non ne azzecca una) e DisplaySearch, tre aziende, per la pre-cisione LG, Samsung e Sharp, avrebbero iniziato la produzione di massa di un siffatto display per il prossimo modello di iPad di Apple. Un display basato su tecnologia LCD IPS ma comunque difficile da produrre, da qui probabilmente la necessità di ricorrere a tre diversi fornitori per ga-rantire i volumi sufficienti. Il display necessiterebbe anche di una retroil-

MOBILE / Ice Cream Sandwich è una vera scheggia nell’elaborazione degli script Java

Galaxy Nexus più veloce dell’iPhone 4SArrivano le prime buone notizie: la nuova versione di Android, nel browsing, brucia in velocità l’iPhone 4S

di R. Pezzali

A pochi giorni dalla commercializ-zazione del Galaxy Nexus con la versione definitiva di Ice Cream

Sandwich, arrivano i primi verdetti, almeno a livello di prestazioni: nell’ela-borazione degli script Java il nuovo sistema operativo di Google è una scheggia, più veloce anche dell’iPho-ne 4S che per il browsing web è sem-pre stato il terminale da battere. Anche se dal punto di vista hardware il Galaxy Nexus non è spintissimo, Google ha fatto un eccellente lavoro di ottimiz-zazione della navigazione e i due ben-chmark SunSpider e BrowserMark gli

danno ragione: in tutti e due i casi si lascia alle spalle lo smartphone di casa Apple. Va peggio, invece, nella gestio-ne della grafica: il Galaxy Nexus, infat-ti, adotta la stessa GPU già usata sul predecessore, l’SGX-540, una GPU più datata del Mali 400 di Samsung usato sul Galaxy S2 e dell’SGX-543MP2 usato sui prodotti Apple. La situazione sareb-be comunque eccellente se il Galaxy Nexus avesse un display a risoluzione

standard, per esempio 800x480 come sul modello S, ma purtroppo con uno schermo risoluto come quello del Galaxy Nexus le prestazioni inevitabil-mente scendono un po’.

MOBILEEcco Ice Cream Sandwich per tabletLo abbiamo visto fino ad ora solo sul Galaxy Nexus Adesso NVIDIA ci mostra com’è Android 4.0 per tablet, grazie al Transformer Prime di Asus

di P. Centofanti

Android 4.0 o Ice Cream Sandwich è la prima versione di Android pensata sia per smartphone che per tablet. Fino ad oggi però lo abbiamo visto in azione solo su smartphone e poco si sa per quan-to riguarda le novità introdotte su-gli schermi più grandi. NVIDIA ha però pubblicato un video in cui mostra Ice Cream Sandwich gira-re sull’imminente nuovo tablet di Asus, il Transformer Prime, il primo con Tegra 3. Nel video (cliccabile qui sotto) possiamo vedere le nuove transizioni, il funzionamen-to delle cartelle sull’homescreen e un anticipo delle potenzialità gra-fiche del nuovo processore.

luminazione più potente del nor-male e ciò potrebbe comportare un aumento dello spessore totale del tablet rispetto all’attuale iPad 2. Se Apple deciderà di seguire la stessa tabella di marcia degli anni scorsi, il nuovo iPad dovrebbe vedere la luce entro primavera 2012.

MOBILE La pubblicità Samsung sfotte i fanboy ApplePrima i brevetti, ora anche gli spot pubblicitari. Samsung e Apple proprio non sembrano volersi bene e anche se pare che Samsung stia producendo il display dell’iPad 3, la divisione mobile continua a stuzzicare in ogni modo l’azienda concorrente. Il caso questa volta è legato all’ultimo spot pubblicitario realizzato da Samsung che prende di mira i fan di Apple, soliti a far la coda di fronte agli store per comprare l’iPhone 4S. Perché fare una coda per prendere l’iPhone quando quello che volete c’è già nel Galaxy SII?

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p.7MOBILE / Con il Kyobo eReader non più display monocromatico

Ecco gli eReader a coloriKyobo eReader è il primo libro elettronico a utilizzare il display a colori È basato sulla tecnologia Mirasol, ha uno schermo touchscreen da 5,3”

di M. Dalli

Uno dei grossi limiti degli eBook Reader è notoriamente lo schermo monocromatico, perfetto per leggere libri, meno adatto invece per quoti-diani o riviste che integrano figure e immagini a colori. Non è un caso se Amazon e Barnes & Noble hanno da poco lanciato due tablet con scher-mo LCD, il Kindle Fire e il Nook Tablet, rispettivamente. Gli schermi a inchio-stro elettronico hanno però ancora qualche cartuccia da sparare: in Corea è infatti disponibile il Kyobo eReader, il primo eBook con display a colori basato su tecnologia Mirasol. Il lettore ha uno schermo touch da 5,3 pollici

con risoluzione di 1024x768 pixel, ov-vero 223 ppi; una risoluzione lontana da quelle “retina”, ma decisamente più alta del classico 800x600 pixel. All’in-terno trova invece posto un proces-sore Qualcomm Snapdragon Single Core da 1 GHz e una versione custo-mizzata di Android 2.3. La durata della batteria è dichiarata, invece, in “alcune settimane di lettura”. Il Kyobo eReader è disponibile pur-troppo solo in Corea del Sud, a un prezzo di 349.000 Won Sud Coreani, circa 225 euro. Al momento nessuna notizia circa l’arrivo nel nostro Paese, purtroppo.

MOBILE / Da uno studio americano/finlandese un progetto di ottica applicabile a salute, navigazione e game

In arrivo le lenti a contatto stile TerminatorLenti a contatto in grado di fornire all’occhio umano immagini e informazioni: è l’oggetto di una ricerca in corso

di S. Zucca

Quello che fino a qualche anno fa era solo fantascienza, oggi grazie alla ricerca può diven-

tare realtà. Ecco allora che l’Univer-sità di Washington e quella di Aalto in Finlandia stanno lavorando a una lente a contatto in grado in futuro di proiettare sulla retina di chi la indos-sa informazioni in perfetto stile Ter-minator. I ricercatori hanno messo a punto una lente a contatto in pla-stica che incorpora un piccolo LED blu che si illumina quando riceve un segnale wireless. Lungo il bordo della lente si trova infatti un’antenna collegata a un dispositivo esterno;

un circuito integrato collega l’antenna con il LED. Per ora la ricerca è agli albori, ma sicura-mente, come dicono i ricercatori, è un primo passo concreto verso la realizzazione di lenti a contatto in grado di mostrare informazioni e immagini, che po-tranno essere utilizzate in molti modi, come la navigazione, i giochi e il monitoraggio della salute di un individuo.

MOBILE

Gli smartphone sono spiati?Il vostro smartphone spia ogni vostro tocco a vostra insaputa e invia le informazioni agli operatori telefonici

di P. Centofanti

Sta letteralmente esplodendo in tutto il mondo il caso Carrier IQ, una vera minaccia alla privacy di tutti gli utilizzatori di smartpho-ne. Carrier IQ è una compagnia che fornisce un tool ai produt-tori di smartphone e operatori telefonici che permette di racco-gliere dati sull’utilizzo degli smar-tphone, principalmente relativi al funzionamento. Il problema è che una decina di giorni fa Tre-vor Eckhart, sviluppatore della community di XDA, ha scoperto non solo che questo software è installato di nascosto su molti terminali, ma che è in grado di raccogliere praticamente ogni in-formazione in transito dal proprio smartphone fino a tenere traccia di ogni pressione dei tasti del proprio telefono.I dati vengono raccolti e inviati al produttore del telefono o all’ope-ratore di rete. Sul sito di Carrier IQ un contatore mostra come siano più di 140.000.000 i terminali che montano per lo più a insaputa degli utenti il loro software. La scoperta è stata fatta inizialmente su smartphone Android di diversi costruttori, e in particolare HTC e Samsung, ma il software girereb-be su modelli BlackBerry, Nokia e riferimenti a Carrier IQ sono stati trovati in tutte le versioni recenti di iOS. Nokia e RIM hanno smen-tito di aver mai installato Carrier IQ su suoi dispositivi, mentre la gamma Nexus di telefoni di Goo-gle è risultata essere “pulita”. Smentiscono ogni utilizzo Veri-zon negli Stati Uniti, Vodafone UK e 02 UK. Dal canto suo Carrier IQ, ha rilasciato una dichiarazione in cui difende il suo software. Certo è che navigando sul sito di Carrier IQ leggendo le funzionali-tà offerte vengono un po’ i brividi. Vedremo se ci saranno ulteriori sviluppi.

MOBILEUn iPhone 4 prende fuoco in aereoÈ accaduto su un aereo di linea australiano appena atterrato a Sidney: l’iPhone 4 di un passeggero va in autocombustione

di P. Centofanti

Casi di autocombustione di iPod non sono una novità, ma questa storia è un po’ più inquietante. Il volo Regional Express ZL319 è appena atterrato a Sidney e men-tre i passeggeri sono diligente-mente in fila per uscire, in cabina si diffonde un denso fumo nero proveniente da un iPhone 4 che ha preso spontaneamente fuoco. Gli assistenti di volo intervengono prontamente e l’allarme cessa, ma il dubbio rimane: come ha fatto a incendiarsi lo smartphone? Il pro-blema, a giudicare dalle immagini, è correlato alla batteria, ma nel co-municato ufficiale rilasciato dalla compagnia aerea non si fa alcuna menzione di cosa stesse facendo il proprietario del telefono. Sul-l’episodio stanno indagando l’Au-stralian Transport Safety Bureau (ATSB) e la Civil Aviation Safety Authority (CASA).

Il cuore del Kyobo eReader è un pro-

cessore Qualcomm Snapdragon Single

Core da � GHz.

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L’eleganza del design di Aquos ha raddoppiato il piacere di guardare la TV. Le serie 320 e 430 si distinguono peril design raffinato, per il gioco di contrasti tra i bianchi e i neri. L’ampia gamma dei formati permette di arredare con eleganza la camera da letto, la cucina o il soggiorno. Grazie alla tecnologia giapponese e alla possibilità di riprodurre video, foto e musicaattraverso la connessione USB, Aquos Led serie 320 e 430, da accesi, saranno ancora più belli da guardare.

PECCATO ACCENDERLO.

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p.�DIGITAL IMAGING

Sorpresa Fujipronto il sensore organicoLa mirrorless Fuji LX10 potrebbe essere la prima fotocamera a usare un CMOS organico

di R. PezzaliFujifilm sta facendo un lavoro ec-cellente nel mondo della fotogra-fia: il successo della X100 è stato enorme, nonostante il prezzo, e ora con la X10 sta nuovamente sollevando un grosso interesse. Dobbiamo dire che, rispetto a mol-ti altri brand, l’azienda giapponese ha capito che se vuole rivaleggiare con i grossi nomi deve innovare e creare prodotti diversi. Il prossimo prodotto che Fujifilm dovrebbe lanciare sul mercato è la piccola mirrorless LX10, una versione della X100 a ottiche inter-cambiabili. Una fotocamera com-patta, con look vintage e dotata del tanto desiderato mirino ottico che manca su tutte le mirrorless in commercio. Secondo alcuni rumor, però, la LX10 sarà ancora più rivo-luzionaria: pare, infatti, che Fujifilm sia pronta a far debuttare il sensore CMOS organico, che sta sviluppan-do da cinque anni (cliccando qui si trovano tutti i dettagli) e capa-ce di performance sulle bassi luci che riescono a far impallidire una reflex full frame. Il nuovo sensore, realizzato usando uno strato orga-nico tra il filtro colore e la zona di lettura del CMOS, riuscirebbe a for-nire prestazioni da full frame con le dimensioni di un APS-C. In poche parole, il CMOS organico sarebbe la nuova frontiera del CMOS dopo i sensori BSI, ovvero quelli Back Side Illuminated, usati ormai su molte macchine per migliorare la resa con poca luce. Anche per la fotoca-mera LX10 il palcoscenico di lancio dovrebbe essere il prossimo CES di Las Vegas, sempre che l’azienda riesca a mantenere il suo segreto.

DIGITAL IMAGING / Sul sito Nikon Rumours sono apparse le prime immagini della nuova reflex

Nikon D800? Un mostro da 36 MegapixelPoco ingormbrante, tra le caratteristiche svelate dovrebbero esserci un sensore da 36 Megapixel e video pro

di R. Pezzali

È già pronta da qualche mese, ma Nikon ha qualche pro-blema da risolvere prima di

presentarla. I problemi ovviamente sono gli allagamenti alle fabbriche reflex in Thailandia, mentre il sog-getto è la nuova reflex D800, la full frame top di gamma che raccoglie l’eredità della D700. Nikon vuole sfruttare l’immobilismo di Canon che ancora non ha lancia-to la nuova 5D, ed è pronta a stupire con una nuova fotocamera dotata di sensore da ben 36 Megapixel, ov-vero una risoluzione di 7360 x 4912.La D800 non sarebbe però una re-flex ingombrante: i progettisti sono riusciti a contenere le dimensioni rendendola una fotocamera più

piccola e leggera del mo-dello precedente senza però rinunciare ad un display più grande, allo stesso sistema AF della D3 e della D700 e soprattutto del doppio slot CF e SD Card. Nikon avrebbe lavorato molto sul lato video, promettendo un risultato mi-gliore di quello della Nikon D3 e con una modalità di ripresa completamente configurabile che permette di registrare a 720p e 1080p frame rate sele-zionabile. L’annuncio potreb-be arrivare al CES: quest’anno con l’integrazione della grossa fiera di fotografia americana, il PMA, a Las Vegas siamo certi di sentire

molti annunci di nuovi prodotti fo-tografici.

MOBILE / Un’idea originale per non rinunciare all’uso del touch nemmeno nel gelido inverno

Da G&BL i guanti touchscreen antifreddoI guanti iTECH Gloves di G&BL permettono di utilizzare dispositivi touchscreen senza tenere al freddo le mani

di P. Centofanti

È inverno, teniamo le mani al caldo con i guanti, ma ecco che arriva la telefonata che

non possiamo assolutamente per-dere. Poco tempo fa avremmo po-tuto rispondere rapidamente senza alcun problema, ma oggi con gli smartphone touchscreen siamo obbligati a sfilarci i guanti per poter sbloccare il telefono e prendere la chiamata. I guanti iTECH Gloves di G&BL rispon-dono proprio a questa necessità es-

sendo compatibili con gli schermi capacitivi di tablet e smartphone. I guanti di G&BL presentano un tessuto speciale sulla punta di pollice, indice e medio, le dita che più utilizziamo tipicamente con gli schermi touch: scrivere, sfogliare le pagine web, effettuare lo zoom con le gesture multi-touch.Il tessuto è piuttosto fine e offre così sia un buon comfort sia una buona maneggevolezza anche con oggetti di piccole dimensioni.Li abbiamo utilizzati per diversi giorni e dobbiamo dire che il fun-zionamento con gli schermi touch è davvero ottimo: non solo la rispo-sta dello schermo rimane inalterata rispetto alla mano nuda, ma anche la precisione che si riesce a ottenere, ad esempio, scrivendo messaggi o email sulle tastiere virtuali è stata una piace-vole sorpresa. L’unico appunto che ci sentiamo di muovere è che i guanti non sono

adatti a temperature troppo basse: non che il funzionamento “capacitivo” dipenda dalla temperatura, ma sem-plicemente non sono guanti pensati per il sottozero. I guanti iTECH Gloves G&BL sono di-sponibili in diversi colori (nero, grigio chiaro, grigio scuro, viola e rosa baby) e in differenti taglie, al prezzo di 14.90 euro.

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Il video che mostra i guanti iTECH Gloves di G&BL.

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PC & MULTIMEDIA / L’azienda coreana si concentrerà sugli ultraportatili dagli 11,6 pollici in su

Samsung: dal 20�2 addio ai netbook?Una nota di Samsung sembrerebbe indicare l’abbandono dei portatili da 10” in favore di ultraportatili e Ultrabook Fine di una (breve) era? Staremo a vedere. Potrebbe salvarsi qualche ultraportatile economico con processore Atom

di M. Dalli

Sembra ieri che i netbook era-no l’oggetto “cool” del mo-mento, destinati a soppiantare

i portatili tradizionali. Ora, complici anche le vendite a picco per i piccoli computer (secondo una ricerca di ABI Research che avevamo riportato a suo tempo su DDay.it, e che potete leggere qui, nel secondo trimestre del 2011 sono stati venduti 13.6 mi-lioni di tablet contro i 7.3 milioni di netbook) pare che Samsung abbia deciso di smettere la produzione di netbook a partire dal primo trime-stre del 2012. Di seguito il messag-gio con cui l’azienda coreana avreb-be informato i suoi commerciali in Francia della decisione, secondo quanto riportato dal sito blogeee.

net: “In seguito all’attuazione della nostra nuova strategia per il 2012, dimetteremo la gamma di prodotti da 10,1 pollici (Net-book) nel primo trimestre del 2012 a favore di Ultraportatili (11.6 e 12 pollici) e Ultrabook che verranno lanciati nel 2012”. In Corea, quindi, si concentre-ranno su dispositivi di fascia leggermente superiore (dagli 11.6 pollici in su), anche se se non è da escludere che alla fine esca qualche ultraportatile econo-mico con processore Atom, una sor-ta di netbook “cresciutello”. La scelta, ancora da confermare ovviamente, potrebbe trovare una giustificazio-ne nel fatto che nella dimensione

dei netbook (10 pollici) si trovano già i tablet, per cui la sovrapposizio-ne (prezzo a parte) risulta molto pe-ricolosa. Abbiamo chiesto conferme a Samsung Italia, vi faremo sapere cosa ci rispondono.

PC & MULTIMEDIA Il desktop più piccolo è di LenovoIdeaCentre Q180 è basato su processore Dual Core Intel Atom È un apparecchio che può essere usato come HTPC a basso costo

di M. DalliAvete presente quei PC fissi ingombranti e anche poco eleganti? Lenovo ha un’idea diversa del desktop, almeno a giudicare dall’IdeaCentre Q180, quello che secondo il produttore cinese è il più piccolo desktop sul mer-cato. Il Q180 è un piccolo nettop, grande 155x192x22 mm (escluso il let-tore ottico), basato su processori dual core Intel Atom D2700 da 2,13 GHz, fino a 4 GB di RAM e dischi da 500 o 750 GB, con un disco SSD da 128 GB in alternativa. Il comparto grafico è affidato a una scheda dedicata AMD Radeon HD 6450. La connettività è garantita dalle classiche porte di rete Gigabit e Wi-Fi 802.11 b/g/n, oltre a un’uscita video HDMI con pieno sup-porto al Full HD 1080p e possibilità di riprodurre anche dischi Blu-ray 3D grazie a un lettore slim opzionale. L’IdeaCentre Q180 è, inoltre, disponi-bile con una tastiera senza fili retroillumi-nata, con impugna-tura ergonomica, che dovrebbe facili-tare l’interazione col PC comodamente dal divano. Il Q180 è già disponibile negli USA a partire da 400 dollari, mentre in Italia non è ancora stato comunicato il prezzo.

PEOPLE & MARKETPer Ford il futuro dell’auto è cloudSiamo ormai abituati a sentire parlare di cloud: lo stesso principio Ford lo applicherà nei prossimi anni alle automobili, che saranno costantemente connesse, accederanno al profilo cloud del guidatore e si adatteranno di conseguenza. Nel corso della presentazione della nuova concept car Evos, Ford ha illustrato alcuni utilizzi tipici di quella che sarà l’esperienza cloud in auto. Se la sveglia è programmata per le 7, ma la macchina “si accorge” dalle informazioni sul traffico che la strada per l’ufficio è trafficata per un incidente, la sveglia viene anticipata. La macchina dialogherà anche con il termostato di casa, preriscaldando l’abitacolo alla temperatura di casa e adeguando le sue playlist e le tracce memorizzate nel sistema di Home Entertainment con quello casalingo: la musica che si trova in auto sarà la stessa che si ascolta a casa. Ma quanto è lontano questo futuro? Secondo Ford le prime evoluzioni si potranno già vedere nei prossimi anni.

PEOPLE & MARKET

Apple/Samsung la UE non ne può piùL’Unione Europea ha chiesto spiegazioni alle due aziende sulla guerra mondiale che hanno scatenato sui brevetti

di P. Centofanti

La guerra a colpi di cause legali incrociate sui brevetti tra Sam-sung e Apple non ha stancato solo gli addetti ai lavori, ma anche l’Unione Europea, che ora vuole vederci chiaro. Reuters rivela che il commissario per la concorrenza dell’Unione Europea, Almunia, ha chiesto spiegazioni a entrambe le aziende: “Non abbiamo ancora rice-vuto risposte. Dobbiamo indagare perché i brevetti possono essere uti-lizzati per turbare la concorrenza. [...] In questo nuovo settore dell’IT, stan-dard e brevetti possono essere utiliz-zati come strumenti per distorcere il mercato”. Come fa notare Reuters, questa è la prima volta che l’Unio-ne Europea fa sentire la sua voce sul groviglio di cause legali che sta inquinando il mondo della telefo-nia mobile. Nel caso riscontrasse delle anomalie o una violazione delle regole comunitarie, l’Unione potrebbe comminare sanzioni pari fino al 10% del fatturato annuale.

Estratto dal quotidiano onlinewww.dday.it

Registrazione Tribunale di Milanon. 416 del 28 settembre 2009

direttore responsabileGianfranco Giardina

editingAlessandra Lojacono

Cristina DaineseMaria Chiara Candiago

EditoreScripta Manent Servizi Editoriali srl

via Gallarate, 76 - 20�5� MilanoP.I. ���67�00�54

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PC & MULTIMEDIA / Le stampanti, i fax e le fotocopiatrici producono insane polveri sottili

La stampante inquina. Ecco le proveAbbiamo provato i filtri per stampanti laser Tesa e dopo sei mesi di uso il filtro si è rivelato davvero sporco Le polveri sottili dei toner sono un vero pericolo, non solo per gli ambienti “a rischio” come gli ospedali

di R. Pezzali

Le stampanti laser, i fax e le fotoco-piatrici emettono davvero polveri sottili? Ed è vero che l’aria negli

uffici è più inquinata? Tesa, che pro-duce filtri da applicare su stampanti e fotocopiatrici, sostiene che è così e, dopo aver dato la news dei nuovi filtri a maggio, abbiamo voluto provare se è proprio così, applicando un filtro pulito alla stampante in ufficio. La prova l’ab-biamo iniziata a maggio su una Laserjet HP, e dopo sei mesi di stampe abbia-mo raccolto i risultati. Tesa garantisce un anno o 70.000 copie, ma dopo soli sei mesi il risultato è visibile nella foto qui sopra: il filtro applicato alla nostra stampante è sporchissimo. Tesa vende questi filtri ad una cifra variabile dai 20

ai 30 euro, a seconda delle dimensioni, e vi-sto il risultato sarebbe opportuno installarne uno su ogni dispositivo con con toner. Resta una riflessione da fare: considerati i risultati del nostro test e la quantità di polveri sot-tili che il filtro raccoglie e considerata la presenza di stampanti laser e fotoco-piatrici nel 90% degli uffici pubblici e privati, in scuole e ospedali non sareb-be opportuno obbligare i produttori a integrare un filtro simile nella stampan-te stessa? O alle istituzioni di applicarne uno? Qualcuno ha già iniziato in auto-nomia a dotarsi di questi filtri: grazie ad

GAME & MOVIE / Per combattere i canali pirata è necessario offrire un servizio rapido e immediato

Basta giochi per PC, colpa dei piratiMomento difficile per i game PC, tra progetti annullati e modificati. Per Steam il problema è la qualità “del servizio”

di E. Villa

Il mondo dei videogame per PC sta vivendo una situazione difficile a causa della pirateria, rea di abbatte-

re le vendite di alcuni titoli portandole al di sotto della soglia di sopravviven-za. Per esempio, I Am Alive di Ubisoft, gioco che sarà regolarmente dispo-nibile dal 14 dicembre su PlayStation Network e Xbox Live Marketplace, non vedrà la luce in versione Windows. Il motivo è stato spiegato, in modo alquanto “acceso” (al punto da co-stringerlo a una rettifica), dal Creative Director di Ubisoft Shangai, Stanislas Mettra, secondo cui l’investimento ne-cessario per realizzare la versione PC non sarebbe mai stato ripagato dalle copie vendute. Nel medesimo filone, ma con un finale migliore, si inserisce la decisione di Ubisoft di annullare la versione PC “regolare” di Tom Clancy’s Ghost Recon: Future Soldier (in uscita i primi mesi dell’anno prossimo) e di so-stituirla con una versione diversa, gra-tuita e distribuita solo online (Ghost Recon Online); qui Ubisoft tenta un ap-

proccio diverso: dare il gioco gratis agli utenti Windows (sebbene diverso da quello che uscirà per console) e poi far pagare conte-nuti aggiuntivi scari-cabili che personaliz-zano l’esperienza di gioco, un po’ come già accade nel mondo dei giochi per dispositivi mobile. A prescindere dalla strada adottata, che sia l’annullamento del gioco o la sua distribuzione gratuita, ci si inter-roga sulle cause che hanno portato la pirateria a dilagare fino a questo punto. Gabe Newell, amministratore delegato di Steam, la popolare piatta-forma di distribuzione di videogame, non ha dubbi: la pirateria non è cau-sata dal fatto che il gioco si paga o dal suo prezzo, bensì dalla qualità “del ser-vizio”. Per competere con i canali pira-ta, in pratica, la distribuzione regolare

deve offrire un servizio migliore, che compensi il pagamento di un prezzo. Il DRM, per esempio, crea incertezza negli utenti, così come l’uscita scaglio-nata per area geografica genera insof-ferenza negli appassionati: c’è bisogno di un accesso rapido e immediato al gioco, pochi click che vadano a pre-miare chi acquista il gioco legalmen-te, lasciando le “complicazioni” della copia pirata a una ristretta cerchia di utenti. Che ne pensate?

un accordo di collaborazione tra Tesa e AISTMAR Onlus, i reparti di neona-tologia e terapia intensiva neonatale della clinica Mangiagalli di Milano (il più importante centro nascita italiano) hanno ora tutte le stampanti protette. Un esempio che in molti dovrebbero seguire, soprattutto negli ambienti che ospitano bambini o addirittura neona-ti, come in questo caso.

PC & MULTIMEDIA Kinect, per Windows sarà tutto nuovoLa nuova versione di Kinect per Windows vedrà anche da vicino e sfrutterà tutta la maggior potenza del computer

di R. Pezzali

Microsoft ha intenzione di sosti-tuire, nel lungo termine, tutte le webcam con dispositivi simili a Kinect: il riconoscimento delle gesture, i comandi vocali e l’inte-razione uomo-computer saran-no alla base dei prossimi sistemi operativi dell’azienda, a partire da Windows 8. Per rendere l’ac-coppiata Kinect e PC ancora più efficace, Microsoft ha modifica-to la versione console di Kinect cambiando alcuni componenti hardware e il firmware, permet-tendo alla periferica di appog-giarsi totalmente alla CPU e alla GPU del computer per i calcoli più complessi. Oltre ad un cavo più corto, la versione “Windows” di Kinect, che sarà disponibile dal 2012, implementerà quello che si chiama Near Mode, ovvero una modalità di funzionamento per la visione e il riconoscimen-to degli oggetti da una distanza di 50 cm. Grazie al Near Mode sarà possibile gestire applica-zioni senza necessariamente usare tutto il corpo, ma solo, per esempio, muovendo la testa e le mani. Microsoft sta spingendo moltissimo in questa direzione, e dopo aver distribuito l’SDK per realizzare applicazioni non com-merciali per Kinect si appresta a distribuire anche la versione commerciale, con la quale gli sviluppatori potranno realizzare e vendere applicazioni che inte-ragiscono con Kinect.

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GAME & MOVIE / Il game ideale per gli amanti del fantasy e dei giochi di ruolo grazie alle sue complesse dinamiche

The Elder Scrolls V: Skyrim, il vero gioco di ruoloIl quinto capitolo della saga di Elder Scrolls di Bethesda è atteso da cinque anni da milioni di giocatori. Siete pronti a tornare nelle terre di Tamriel?

di F. Sottocornola

Skyrim arriva cinque anni dopo Oblivion, uno dei giochi di ruolo single player più riusciti di sem-

pre. Questo nuovo capitolo di The Elder Scrolls una delle saghe più longeve della storia videoludica, sembra più una sorta di espansione che un vero cambiamento, forse perché è difficile migliorare un prodotto già eccellente. The Elder Scrolls V: Skyrim è ambientato sempre nel mondo di Tamriel, il regno incantato intorno a cui ruota tutta la saga, e in particolare nella regione di Skyrim, un paio di secoli dopo Oblivion. Pur non mancando riferimenti al passa-to, non è necessario aver giocato ai pre-cedenti capitoli per godersi appieno la storia. Il nemico di turno è una malvagia divinità, Alduin, che rinasce sotto forma di drago e porta morte e distruzio-ne in Skyrim insieme alla sua prole. Ci troveremo pertanto a investigare sulle nostre origini in una continua serie di avventure prima di riuscire ad arrivare ad Alduin.

Gameplay semplice ma varioCome in un buon gioco di ruolo che si rispetti anche in Skyrim vi è una crescita graduale del personaggio: effettuando

quest, risolvendo enigmi, combatten-do nemici, si acquisiscono punti espe-rienza che faranno aumentare di livello. Rispetto al passato si è deciso di utilizza-re solo tre attributi sui cui far vertere la crescita del personaggio e non essen-doci delle vere e proprie “classi” la scelta di come vogliamo evolvere è assegnata alle abilità che sviluppiamo. Le possibi-lità di personalizzazione sono immense e anche rigiocare il titolo scegliendo stili di gioco differenti non rende mai ripetitivo il gameplay. In ogni situazione potremo decidere se essere più buoni o più cattivi. Per quanto riguarda i com-battimenti è stato fatto un ottimo lavo-ro nella gestione degli oggetti e azioni assegnabili. La difficoltà del gioco è modulabile a piacere in qualsiasi mo-mento, anche durante le sfide. Il menù è stato ridotto all’osso ed è minimale, forse si doveva fare di più. Passi il ren-dering 3D di armi e oggetti, ma il diario delle missioni è troppo schematico e per alcune missioni secondarie siamo quasi noi a doverci prendere appunti per non dimenticarci cosa fare e dove.

Ambientazione da favolaAbbiamo provato la versione Xbox 360,

che, come ammesso dagli sviluppa-tori, ha qualche piccolo problema a livello grafico: a volte le texture vengono renderizzate in ritardo e ci sono dei rallentamenti. Consigliamo di installare il gioco sul disco della console, visto che il problema viene quasi eliminato ma soprattutto ven-gono parecchio accorciati i tempi di caricamento. Rispetto a Oblivion, dal punto di vista grafico su console non vi sono stati grandi cambia-menti ma c’è più attenzione al design degli ambienti. Ci si muove spesso tra altopiani con fondali meravigliosi, pae-saggi unici e disegnati a mano, città complesse, foreste e ambienti esterni sempre diversi e curati nel minimo det-taglio. Il design dei dungeon è l’unica cosa criticabile: a differenza della com-plessità con cui siamo cresciuti in titoli come The Elder Scrolls III: Daggerfall, qui ci troviamo spesso in grandi corri-doi a senso unico dove perdersi è vera-mente difficile; si è lavorato per renderli più belli, interessanti, ricchi di trappole ed enigmi. Una scelta che forse farà storcere il naso agli hardcore gamer più incalliti, ma che ci fa concentrare di più sugli aspetti principali del gioco.

Un sacrilegio non provarloSkyrim è il single player definitivo per gli amanti del fantasy e dei giochi di ruolo. Le sue dinamiche complesse ma semplici da imparare lo rendono un must per gli appassionati del ge-nere. Gli amanti della saga troveranno alcuni cambiamenti radicali nel game-play che però ne migliorano la fruibili-tà, un leggero miglioramento grafico e una continuità che non delude rispet-to ai capitoli precedenti. Il quantitativo di ore di gioco che il titolo offre è il migliore esempio di come dovrebbe essere sempre un gioco offline. Se gio-cato su PC in alta definizione il titolo si trasforma rendendo l’ambientazione ancora più favolosa.

GAME & MOVIE / È uscito l’atteso nuovo episodio della saga adventure fiore all’occhiello della console Sony PlayStation 3

Uncharted 3: bello, spettacolare, sempre più per tuttiIl terzo capitolo delle avventure di Nathan Drake è uno spettacolo per gli occhi: un grande e spettacolare viaggio sempre più aperta al grande pubblico

di P. Centofanti

Uncharted è uno dei più impor-tanti blockbuster per PlayStation 3, uno di quei titoli che da soli

possono decretare il successo di una console. Soprattutto il secondo capito-lo è stato non solo un grande successo planetario a livello commerciale, ma ha spinto in là il riferimento per quanto riguarda la qualità raggiungibile sulla console di Sony. E così l’attesa per il terzo capitolo della saga prodotta da Naughty Dog è stata grandissima.

Sulle tracce di Lawrence D’ArabiaIl punto di partenza di Uncharted 3:

L’inganno di Drake è ancora una volta un mistero legato alle avventure di Sir Francis Drake, e in particolare al per-sonaggio storico di Thomas Edward Lawrence (meglio noto ai più come Lawrence D’Arabia) e al vero motivo di un suo viaggio in Arabia. La storia si apre con Nathan Drake e il suo fido compagno di avventure Victor “Sully” Sullivan in lotta con il misterioso Talbot e la spregiudicata Marlowe per il pos-sesso dell’anello di Sir Drake che Nathan porta da sempre al collo e che sarebbe la chiave per decifrare letteralmente il segreto di Drake. L’avventura inizia a Londra ma ben presto, come negli

altri episodi, si sposte-rà in luoghi dal fascino incredibile quanto pe-ricolosi. Non vogliamo anticipare troppo della trama ma come si può ben intuire il cuore della vicenda porterà il nostro eroe in medio oriente alla ricerca di un segreto perduto. Lo schema del-l’avventura non si discosta troppo dai capitoli precedenti, con lo stesso mix di avventura e mistero alla Indiana Jo-nes e un pizzico di soprannaturale. Per quanto la storia non manchi di fascino,

e ci sia un deciso sforzo di approfondi-mento dei rapporti tra i personaggi (e in particolare l’amicizia tra Drake e Sullt), in realtà rimane per lo più un mero pre-testo per catapultare i personaggi in si-

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Page 14: p. Mediaset Premium Play arriva anche su Xbox 360 … · con un catalogo decisamente ricco: tanti autori italiani come Fabio Volo, Roberto Sa-viano, Gior-gio Faletti, ma anche la

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p.�4GAME & MOVIE / Uno dei giochi migliori a livello tattico e strategico con molte modalità di gioco online e un’incredibile longevità

Battlefield 3, protagonisti nei campi di battagliaIl nuovo capitolo di Battlefield, firmato DICE e EA, ci riporta sui campi di battaglia per nuove sfide in multiplayer. Abbiamo provato la versione per PS3

di F. Sottocornola

In questo nuovo capitolo di Battle-field sembra quasi che la DICE abbia voluto avvicinarsi al format di Call of

Duty. A partire dalla gestione della tra-ma, che verte sul tema del terrorismo e dei movimenti islamici intenti a far esplodere ordigni nucleari in Occiden-te. Come in un film, ci troviamo a vivere le missioni sotto forma di flashback dei ricordi del protagonista.

Il single player non entusiasmaSe l’idea di partenza è interessante, purtroppo non è stata sviluppata in modo convincente. Nella campagna giocatore singolo ci troviamo spesso in paesaggi di grandi dimensioni, però appena proviamo a fare un po’ di free roaming veniamo fermati da messaggi di alert che ci avvisano che se conti-nuiamo a stare fuori dall’azione prin-cipale falliremo la missione. È come se si volesse dare un senso di grandezza al gioco vincolandoci però a una sor-ta di binario obbligato dove svolgere le nostre azioni. Ci troviamo a giocare

missioni dove troppo spesso non ci si sente i protagonisti, ma quasi dei semplici comprimari. Altre volte siamo all’interno di missioni single player in cui gli eventi seguono una gestione a senso unico, dove i check-point e i sal-vataggi non sono posizionati con giu-sta frequenza. La giocabilità risente di una serie di fattori che rendono il single player più un film interattivo.

Nato per il multiplayerAbbiamo due possibilità per godere il gioco con amici. La prima è la moda-lità cooperativa: niente schermo con-diviso, ma insieme a un amico online potremo giocare sei missioni fatte su misura per il gioco a due, molto coin-volgenti. La seconda modalità è il ca-vallo di battaglia del titolo: il multigio-catore competitivo di Battlefield 3 è una delizia, ci permette di giocare tutte le mappe con diverse modalità. Le mis-sioni più belle sono quelle negli spazi aperti perché ci troviamo ad utilizzare caccia, jeep, carri armati, elicotteri, ecc.

Il fiore all’occhiello del-l’esperienza di Battlefield 3 è la gestione del team. Possiamo creare un team di quattro soldati (Assal-to, Geniere, Supporto, Scout), in modo da gio-care le battaglie online con un gruppo affiatato con ruoli ben divisi. Più si gioca e più si vince, più punti esperienza si ac-cumulano per crescere di livello, sbloc-care armi e oggetti e rendere il nostro soldato più competitivo.

Tecnicamente convincenteSe paragonato al “fratello” maggiore per PC, la versione per console è limita-ta: un buon PC permette di godere del titolo a 1080p e chiaramente la diffe-renza si vede. Noi abbiamo provato la versione PS3. Se siete abituati a godere del titolo su console, non rimarrete de-lusi del prodotto che spreme al massi-mo il sistema, rimane veloce anche nei

momenti più concitati, anche se per farlo è obbligato ad azzoppare un po’ la modalità online, con mappe giocabili da un numero inferiore di partecipanti rispetto alla controparte PC. Battlefield 3 rimane comunque un titolo ben fatto, con ottima grafica, meraviglioso com-parto audio 5.1, suoni realistici, armi ricostruite alla perfezione non solo gra-ficamente, ma anche nell’utilizzo delle stesse. Gli effetti di luce e le esplosioni sono coinvolgenti e nella modalità multiplayer vi è la possibilità di distrug-gere gran parte dello scenario e tutto è gestito meravigliosamente.

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GAME & MOVIE Uncharted 3: L’inganno di Drake

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tuazioni altamente spettacolari o miste-riose. L’inizio è meno “esplosivo” rispetto agli episodi precedenti e nonostante il piccolo colpo di scena iniziale, quello che forse manca è l’effetto sorpresa.

Formula vincente non si cambiaLa campagna singolo giocatore ricalca fedelmente lo stile di gioco dei capitoli precedenti. Uncharted è un gioco in terza persona con elementi platform e combattimenti arcade. I combattimen-ti a mani nude in particolare sono stati leggermente ritoccati diventando più frequenti durante il gioco, mentre quel-li a fuoco sono rimasti del tutto identici senza novità particolari rispetto al pre-cedente capitolo. Il “grosso” del gioco è incentrato oltre che nel farsi strada tra i nemici, nell’esplorare le fantastiche ambientazioni e lasciarsi coinvolgere dall’esperienza audio visiva. Anche in Uncharted 3 ci ritroveremo a cercare di

risolvere degli enigmi, anche se in veri-tà pochi e davvero molto semplici. L’im-pressione che abbiamo avuto è che in effetti questo capitolo sia decisamente più facile dei precedenti. Se entrambi i primi due episodi avevano dei punti cruciali in cui comparivano dei nemici davvero temibili, tutto questo manca in Uncharted 3. Certo è tutto molto bello, le sequenze dall’elevato tasso adrenali-nico non mancano (e sono il fiore all’oc-chiello di Uncharted 3), l’ambientazione finale è spettacolo puro, ma si arriva alla fine un po’ facilmente e mai ci si trove-rà nella condizione di “non sapere che pesci pigliare”.

Tecnicamente mostruosoCiò che rende un titolo imperdibile Uncharted 3 è indubbiamente il com-parto tecnico. L’interazione tra il perso-naggio che guidiamo e l’ambiente è stata integrata in modo impressionante

con mini cutscene che ci fanno davvero vivere il gioco come se fossimo dentro un film. Il continuo entrare e uscire dalle animazioni programmate avviene con tale soluzione di continuità che spesso capita di non rendersi conto se siamo o meno in controllo del personaggio prendendoci così un cazzotto o un proiettile in più del dovuto. La quantità e la qualità dei dettagli che caratterizza poi gli ambienti è davvero impressio-nante. Il gioco inizia volutamente un po’ sottotono da questo punto di vista (a differenza di Uncharted 2 che mostrava i muscoli immediatamente nella prima scena) per poi via via stupire sempre di più fino ad arrivare a una sequenza in nave con una vera simulazione del mare (il rollio delle onde è generato dinami-camente) o alla sabbia ultra realistica del deserto nella parte finale del gioco. Le texture sono super dettagliate, le animazioni dei personaggi ancora più

realistiche, le luci spettacolari. L’aspetto più interessante è se vogliamo che no-nostante tutto questo sfoggio di det-tagli la fluidità dell’immagine (il gioco comunque è sempre in 720p) non ne risente minimamente se non proprio in alcuni momenti nelle battute finali. In ogni caso di Uncharted 3 vi ricorderete il fuoco, l’acqua e la sabbia.

Un titolo di riferimentoPossiamo rimproverare al terzo capitolo di Uncharted di non innovare granché (quel compito lo hanno eseguito i pre-cedenti episodi), ma si tratta comun-que di un titolo di assoluto riferimen-to. Un’esperienza in cui ci si immerge volentieri, con una grafica da urlo, ambientazioni di indubbio fascino, ga-meplay divertente e avvincente, e una sezione multiplayer forse non per tutti ma che vi porterà a inserire di nuovo il disco nella console più volte.

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PC & MULTIMEDIA / Abbiamo testato lo storage di LaCie dal design ricercato e facile da usare

LaPlug, la condivisione “facile” di LaCieNon ha dischi integrati, ma può condividere in rete stampanti, dischi e chiavette USB, anche su Internet

di M. Dalli

T ra i produttori che orbitano nel mondo dello storage, LaCie si è sempre distinta per la facilità

d’uso e per il design ricercato dei pro-pri prodotti. Questo LaPlug non è da meno, offrendo una soluzione pratica ed elegante per condividere Hard Disk e chiavette USB all’interno di una rete domestica, sia su cavo che senza fili. Non mancano le classiche funziona-lità di condivisione file in rete, oltre al supporto a DLNA e, per gli utenti Mac, Time Machine. È possibile anche con-trollare e accedere ai propri file da re-moto, anche se questa soluzione non è molto semplice.

Design di classeLaPlug, come quasi tutti i prodotti degli ultimi anni realizzati da LaCie, si avvale della consulenza di Neil Pouton per il design: l’aspetto estetico è quel-lo di un “monolite” nero lucido, con gli spigoli “vivi” e i LED nascosti alla vista. La luce di stato, che può essere blu o rossa, è posta nella parte inferiore del LaPlug, di modo da illuminare il piano su cui il dispositivo è appoggiato; dal pannello di controllo è inoltre possibile disattivare questa luce. Sul frontale del LaPlug è presente solo una porta USB 2.0, utile per collegare “al volo” chiavet-te o dischi esterni da condividere in rete. Tutte le altre porte sono sul retro, tra cui altre tre USB 2.0, la porta Gigabit Ethernet e l’alimentazione (con relati-vo pulsante). La connettività è assicu-rata, oltre che dalla rete cablata, anche dal Wi-Fi 802.11 b/g/n integrato (solo sulla rete dei 2.4 GHz).

Semplice da utilizzareDa un dispositivo di questo tipo ci si aspetta semplicità e buone prestazio-ni. L’installazione è particolarmente fa-cile, agevolata anche dal programma LaCie Network Assistant (disponibile per PC, Mac e Linux) che identifica il LaPlug in rete e indirizza l’utente verso la pagina web per la configurazione. Una volta terminata la prima configu-razione è possibile cominciare a uti-lizzare il LaPlug: basterà collegare un disco o chiavetta USB formattato con qualsiasi file system a una delle quat-tro porte per vederlo condiviso in rete

(il LaPlug non dispone di nessun tipo di memoria integrata). È supportata inoltre la condivisione delle stampanti tramite USB. In cambio della semplici-tà, però, il LaPlug perde in flessibilità e possibilità di personalizzazione. Non è, infatti, possibile scegliere quali pro-tocolli abilitare o meno, tra SMB/CIFS e AFP; è invece consentito attivare o disattivare i servizi FPT e DLNA. Questi ultimi, inoltre, non sono attivabili su tutti i dischi collegati, ma solo su quel-lo marcato come “principale”; in paro-le povere, lo streaming di contenuti multimediali verso dispositivi DLNA è disponibile solo da un disco alla volta.La gestione dei dischi, inoltre, è limitata alla sola funzione “smonta”, operazione utile quando si vuole disconnettere un disco dal LaPlug; non è però possibile formattare un supporto direttamente dal NAS, ma ci si deve appoggiare nel caso a un computer esterno. Accanto all’interfaccia Web di configurazione è disponibile anche un File Browser per gestire i file e le cartelle direttamente dal browser, scaricando i contenuti sul proprio computer oppure creando un nuovo file vuoto da riempire con del testo. Da web è consentita, infatti, la modifica dei file di testo in formato TXT e la visualizzazione delle fotogra-fie in formato JPEG, BMP e PNG. Sono supportati infine i file audio MP3, ri-producibili all’interno del browser, ma non i video o altri formati di file. Non è prevista, inoltre, la possibilità di ca-ricare file dall’interfaccia web. Un’altra funzione di questo LaPlug, secondo LaCie, dovrebbe essere il cosiddetto “cloud privato”, ovvero l’accesso ai pro-pri file da Internet, da usare quando si è fuori casa o quando si vuole condivi-dere qualcosa con amici o parenti. La

parte cloud, però, non è così semplice e immediata, dal momento che per funzionare si appoggia ad alcuni servi-zi di DNS dinamico (a scelta tra un fol-to elenco), che a loro volta richiedono un IP pubblico e la capacità da parte dell’utente di configurare un eventua-le router in maniera appropriata. Man-cano, infine, la possibiltà di accedere ai contenuti da dispositivi mobili, tramite browser o app, e il supporto a plugin che consentano di trasformare il NAS in una stazione di download.Una nota sulla connettività Wi-Fi: durante i test abbiamo provato ad agganciare il LaPlug alla rete wireless di redazione, causando per due volte di fila il blocco del NAS. In entrambi i casi, l’unico modo per ripristinarlo è stato quello di re-installare il firmware utilizzando una chiavetta USB ester-na, dal momento che il LaPlug non dipone di un pulsante per il reset del dispositivo.

Poco adatto a un cloud privatoPer giudicare correttamente il LaCie LaPlug bisogna distinguere la catego-ria di utenti a cui si rivolge. Per chi ha la sola necessità di condividere in rete dischi e chiavette, questa è sicuramen-te una soluzione semplice ed elegan-te; discorso diverso invece per l’utente smaliziato che potrebbe voler confi-gurare più nel dettaglio il dispositivo, come pure attivare funzioni assenti sul LaPlug. Chi, infine, vuole creare un pic-colo cloud privato farebbe bene a ri-volgersi a prodotti differenti che sem-plificano il compito senza richiedere specifiche competenze all’utente. Una nota, infine, sul prezzo: 90 euro è un prezzo che riflette il design e la sempli-cità, meno forse l’assenza di funzioni.

PEOPLE & MARKET

UE, i provider non devono filtrare il P2PUna storica sentenza della Corte di Giustizia Europea ha stabilito che non è possibile pretendere dagli ISP un ruolo da “Grande Fratello” sul traffico P2P

di P. Centofanti

La Corte di Giustizia Europea si è pronunciata sul caso SABAM contro Scarlet Extended, stabi-lendo il principio che nessun organo nazionale può imporre a un Internet Service Provider di intercettare e filtrare lo scambio di dati anche tramite reti P2P, in quanto si tratterebbe di una vio-lazione del diritto comunitario. In particolare, ciò equivarrebbe a un obbligo di sorveglianza da parte del provider sui dati scambiati dagli utenti ledendo sia la privacy sui dati personali che il diritto allo scambio di informazioni attraver-so Internet. Il caso nasce in Belgio dove l’agen-zia di collecting SABAM aveva fatto causa all’Internet Provider Scarlet Extended, in quanto sulla sua rete gli utenti scambiavano opere di cui la società gestiva i diritti d’autore. Il tribunale belga aveva così imposto al provider di rendere impossibile ai propri utenti la possibilità di scambiare tale materiale tramite servizi peer to peer. Scarlet si è appellata al Diritto Europeo, sostenendo che tale imposizione richiedeva un sistematico controllo anche nei contenuti dello scambio di dati effettuato dai suoi abbonati e la corte d’appello belga ha pre-sentato quindi un’interpellanza all’Unione Europea. Un’obiezione che è stata accolta dalla Corte di Giustizia, confermando un con-trasto di una simile imposizio-ne con il diritto comunitario. In particolare, i tribunali nazionali possono muovere delle ingiun-zioni ai fornitori di servizio, ma nel rispetto dei diritti fondamen-tali previsti dall’Unione Europea e della direttiva sul commercio elettronico.

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TEST / Abbiamo provato il TV di LG LW980G nel taglio da 55”, un capolavoro di tecnologia dal taglio sottile e retroilluminazione Full LED

TV LG LW�80G, Cinema 3D e NanoLED sotto la lente Finalmente sono arrivati: con qualche mese di ritardo, i TV NanoLED di LG atterrano nei negozi italiani giusto in tempo per le feste di Natale Abbiamo testato un esemplare da 55”, con tecnologia LG Cinema 3D a occhiali polarizzati, perfetto per chi ama vedere i film, meno per il gioco

di R. Pezzali

Un anno di ritardo: questo è il tempo passato dalla presentazione del nuovo TV NanoLED al CES di Las Vegas all’ef-fettiva commercializzazione in Italia. Doveva uscire inizialmente a giugno, ma è stato rimandato per sostituire la tecnologia 3D attiva con il Cinema 3D di LG a occhiali polarizzati. Presentato per la seconda volta all’IFA di Berlino, questa volta in versione Cinema 3D, il nuovo LG LW980 ha aspettato altri due mesi prima di mettere piede nei negozi. Ci arriva solo ora, nelle versio-ni da 47” e 55” e, come vedremo, con qualche modifica rispetto al progetto originale. Abbiamo deciso in ogni caso di provare il 55” LW980G, consapevoli che questo TV avrà una vita commer-ciale più breve di molti altri modelli: arriva sul mercato ora (in pochi pezzi) e sicuramente sarà sostituito dai modelli della gamma 2012 entro l’inizio degli Europei (giugno 2012). La nota positiva è che si tratta di un TV top di gamma, e rispetto alle indicazioni di prezzo iniziali si trova sul mercato, nella versione da 47”, a circa 1500 euro di listino. Chi vole-va questo TV LG ha aspettato già diver-si mesi e ora la domanda che si pone è questa: prendere l’LW980 finalmente disponibile o aspettare qualche mese in più per mettere le mani sui nuovi TV del 2012? Considerazione questa da legare anche agli Europei del prossi-mo anno: con la scadenza calcistica è difficile pensare che l’introduzione dei nuovi modelli subirà troppi ritardi.

Design: bello e raffinato Siamo di fronte a una versione “Delu-xe” del modello LW650, più sottile, con finitura borderless e con retroillumina-zione NanoLED. Tolto il LEX-8 ultraslim, questo LW980 è sicuramente il televi-sore più bello e raffinato che LG ha in gamma: il frontale è un blocco unico di plexiglass che nasconde lo schermo e la cornice, i comandi sono touch nel-la parte bassa e lo spessore è davvero ridotto. La base potrebbe non piacere, soprattutto per il collo di raccordo in plexiglass trasparente, ma è questione di gusti. LG ha alleggerito la cornice scura inserendo una trasparenza ai

bordi, trasparenza realizzata serigra-fando il rivestimento. Purtroppo, come spesso accade con finiture lucide di questo tipo, i faretti e le luci sono una seria minaccia: il TV riflette, e molto, quindi il posizionamento va fatto con una certa attenzione.

Connessioni complete ma Smart TV lentoPer il reparto connettività non manca niente: quattro ingressi HDMI, tuner sat, doppio USB e wireless integrato per sfruttare al meglio le potenzialità dello Smart TV. Il TV sotto questo profilo è completissimo, ha un client DLNA ba-sato su Plex molto versatile e un player USB che riproduce praticamente tutti i formati video e audio disponibili.L’unica critica alla sezione Smart TV è la lentezza: l’interfaccia non è velocis-sima e anche la navigazione all’interno delle applicazioni è un po’ macchinosa. LG ha fatto un buon lavoro inserendo moltissime applicazioni, anche in italia-no: purtroppo però sembra che abbia preferito la quantità rispetto alla quali-tà, e molte applicazioni presenti sem-brano fatte con lo stampino. Ci riferia-mo, ad esempio, a quella delle News, tantissime applicazioni per leggere po-che righe di notizie: era meglio creare un’applicazione unica ben fatta per la lettura di tutte le notizie dove aggiun-gere i feeds che interessavano, non 100 applicazioni copia per la lettura di un unico feed. C’è qualche applicazione interessante, ma il lavoro da fare è an-cora tanto. L’LW980 italiano ha poi la sigla “G” finale: è bollino gold, quindi MHP, e certificato anche TivuSat. Qui in basso a destra si può vedere un video del menù del nuovo TV LG. In dotazio-ne con questo modello vengono dati due telecomandi: quello classico per la gestione dei menù e il Magic Motion Remote a bacchetta, per controllare le funzionalità Smart TV. Il Magic Mote rende effettivamente la navigazione del TV più intuitiva e veloce, tuttavia niente può sostituire la pratica tastiera quando si tratta di digitare qualcosa. Per usare il Magic Motion Remote è consigliabile stare al centro dello scher-

TV LG LW�80G 55”- 27�� EURO

Quality Longevity Design Simplicity D-Factor Value

� 8 � 8 � 8

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mo, perché spostandosi di lato diventa quasi ingovernabile.

NanoLED, ne vale la pena Se c’è un motivo per il quale molti han-no atteso a lungo l’LW980, questo è la retroilluminazione NanoLED. Niente a che fare con le nano tecnologie, sia inteso, ma un capolavoro di miniaturiz-zazione che ha permesso a LG di otte-nere allo stesso tempo un TV sottile e una retroilluminazione di tipo Full LED, ovvero con i LED posti dietro lo scher-

videovideo

Il video del menù del TV LG LW�80.

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TESTLG LW�80G Cinema 3D

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mo e non a lato, come avviene con i normali TV LED Edge. I LED dietro lo schermo, controllati in modo dinami-co, permettono grazie alla tecnica chia-mata local dimming di gestire in modo indipendente le zone di luce e di om-bra del video, alzando così il rapporto di contrasto grazie a bianchi brillanti e neri profondi. Per farlo LG si è servita di un foglio che fa allo stesso tempo da emettitore di luce grazie ai LED integra-ti e da diffusore (foto sotto).

LG aveva stupito tutti “snocciolando” numeri da capogiro: 2000 LED di re-troilluminazione, 288 zone controllate (216 nel 47”) per un pannello che pro-mette un nero da urlo. Il nero perfet-to, ormai lo sappiamo, è il Santo Graal dell’appassionato di TV (e dei “devoti a San Kuro”) e queste dichiarazioni fa-cevano ben sperare. Purtroppo questi numeri erano riferiti ai modelli LW9500, distribuiti solo in Corea, e sulle versioni destinate all’Europa con Cinema 3D la zone sono molte meno: 96 sul TV che abbiamo provato. Una scelta dovuta pare ad una riduzione di costi, anche se potrebbe essere legata al cambio di tecnologia 3D, da attiva a Cinema 3D.96 zone local dimming per un 55” sono sulla carta un po’ pochine, soprattutto se le confrontiamo alle 512 zone del Toshiba ZL-1: sarà riuscita LG a com-pensare questa riduzione hardware con una migliore gestione del softwa-re? Il risultato nel prossimo paragrafo, dove abbiamo anche realizzato una simulazione per mostrarvi il comporta-mento del local dimming.

Nero davvero neroretroilluminazione variabile Come tutti i TV, anche l’W980 non è perfetto una volta tirato fuori dalla scatola, ma bastano poche regolazioni per portare la qualità visiva ad un livello accettabile. I menù sono i classici a cui

siamo abituati, e se si sceglie la moda-lità ISF c’è veramente da perdersi. Si può partire dal profilo Cinema, togliere qualche filtro, disattivare il TruMotion e controllare luminosità e contrasto: questi piccoli accorgimenti dovrebbe-ro bastare per regolare il TV in modo più che soddisfacente.La prima curiosità ovviamente riguarda il livello del nero, e dopo aver calibrato il TV e guardato qualche spezzone di film, la situazione è davvero eccellente: il nero è davvero nero, il pannello non mostra né clouding né blooming e la resa ci soddisfa appieno. Colori molto naturali, contrasto elevato, stacchi lu-minosi brillanti e pannello senza scie di alcun tipo. È il TV perfetto? Se ci si siede esattamente di fronte al TV e si guar-dano normali Blu-ray, si può dire che questo TV dà uno dei risultati migliori che la tecnologia LED può esprimere, ma il pannello local dimming in altre situazioni non è così perfetto come si potrebbe pensare. Abbiamo realizzato una piccola animazione (chiamata “fla-gellino”) per vedere come reagiscono le zone di retroilluminazione allo spo-stamento di una sfera bianca. Abbiamo ripreso il risultato e ve lo proponiamo nel video visualizzabile qui. Come si vede, il blooming, se si guarda il TV di fronte, è praticamente assente e il risul-tato sembra perfetto. L’unico fastidio è dato dalla pallina che non sempre è bianca: il pannello è più lento ad ac-cendersi e a spegnersi della palla stessa. Una cosa che non deve assolutamente far preoccupare, ma che spiega la scel-ta, giusta a posteriori, dei progettisti di affidarsi a meno zone per avere un con-trollo più veloce. Se il processore già fa-tica a tenere 96 zone, come si sarebbe comportato con immagini veloci e più zone? Basta spostarsi di lato per vedere l’eccellente lavoro fatto dal filtro fronta-le: le mattonelle di retroilluminazione, le zone, si vedono tutte e si possono

contare una ad una. È un caso estremo, anche perché nessuno si sognerebbe di guardare il TV da questa angolazio-ne, tuttavia è una curiosità che mostra come funziona la retroilluminazione.La scelta di ridurre le zone è stata sag-gia, e la resa video anche con poche zone è davvero buona. Solo qualche situazione, per esempio un cielo stel-lato, mette un po’ in difficoltà il TV, ma sono situazioni che capitano davvero di rado. Cambia tutto però quando si esce dalla modalità Cinema e si usa per esempio lo Smart TV o il 3D: nel caso dello Smart TV, LG pompa la retroilluminazione al massimo e in questo caso il blooming non solo è ec-cessivo, ma è anche fastidioso. Si può muovere il Magic Wand Remote sulla schermata nera per vedere danzare blocchi di luce alle spalle del cursore: un risultato abbastanza deprimente se si pensa all’eccellente immagine che il TV mostra poi con i film.Il nostro voto all’ LG LW980 è decisa-mente positivo, e questo TV, nonostan-te le critiche ricevute, è uno dei migliori TV LED sul mercato. Purtroppo il com-portamento della retroilluminazione è molto variabile a seconda dell’impo-stazione e della calibrazione: l’utente riesce a ottenere un ottimo risultato ma nei centri commerciali, quando si appoggia il TV a scaffale senza nem-meno regolarlo, il rischio è di mostrare al cliente una faccia che il TV non ha.Per chi ama vedere i film, soprattut-to da Blu-ray, il TV è consigliatissimo, mentre per il gioco forse è meglio guardare ad altri modelli: troppa lag, e la retroilluminazione non velocissima potrebbe creare qualche problema in giochi veloci come, per esempio, quelli di macchine. Un’ultima nota sui consumi: il TV consuma circa 120 Watt una volta calibrato, ma in modalità 3D pompando la luminosità si arriva an-che a 185 / 190 Watt.

Cinema 3D, bene con i Blu-ray meno con i gameCinema 3D è il 3D per tutti: dentro la confezione oltre a 2 paia di occhiali polarizzati è stato inserito anche un party kit di ulteriori 5 occhiali, per un totale di 7 occhialini. Sul nuovo LW980 è poi presente l’ultima versione dell’al-goritmo Cinema 3D, quello modificato per guadagnare la certificazione Full

HD 3D. Va detto che eravamo scettici e, anche se fisicamente il TV non può offrire 1080 linee avendo di fronte un filtro che polarizza la luce (e le linee vengono poi bloccate dagli occhiali), il risultato è decisamente migliore di quello che avevamo visto su alcuni modelli di TV Cinema 3D provati qual-che mese fa. C’è una distinzione da fare: abbiamo provato l’LW980 sia con videogiochi in 3D (Uncharted 3), sia con Blu-ray 3D come Avatar e cartoni animati vari. Se dovessimo giudicare la resa con Uncharted, Cinema 3D an-drebbe bocciato: anche se l’effetto 3D è buono, la lag è a tratti eccessiva, e rende difficile il gameplay, e soprattut-to la perdita di risoluzione si nota. Non solo quella del gioco, sia chiaro, ma an-che le linee orizzontali dovute al filtro polarizzatore. La risoluzione dei giochi in 3D è già più bassa del normale, e se a questo aggiungiamo anche la pena-lizzazione data dal sistema Cinema 3D il risultato non può essere positivo.C’è però un’altra faccia della medaglia, ovvero i film: con il materiale da Blu-ray a 24p la resa in 3D è eccellente. Immagine compatta, perdita di riso-luzione impercettibile da una distanza di soli 2 metri e assolutamente nessun affaticamento visivo. La qualità in 3D globale in questo caso è molto buona, impossibile negarlo: anche dopo due ore di visione l’occhio non è assolu-tamente affaticato, non c’è assoluta-mente segno di crosstalk e l’immagine gode di una profondità e di una defini-zione eccellente. L’unica nota negativa della visione in Cinema 3D è la resa sulle basse luci: quando si attiva il 3D si nota subito un incremento della lumi-nosità dello schermo, e questo com-porta anche la comparsa di un effetto blooming (un alone di luce) intorno ai particolari chiari su sfondo nero. Un peccato, perché durante la visione normale non c’è traccia di blooming.Nel complesso comunque il sistema Cinema 3D per la visione di film in 3D è davvero eccellente, e alla prova dei fatti mantiene davvero tutte le promesse fatte da LG. L’unico punto debole è la modalità gaming: in 3D non è possibi-le scegliere il profilo immagine “gioco”, input lag è troppo alto e la resa finale non è così soddisfacente. D’altra parte si chiama Cinema 3D, e questo lo fa ve-ramente bene.

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Il video dell’interfaccia e menù TV a schermo dell’LG LW�80.

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TEST / Serviva proprio un prodotto “ di razza” per cercare di catturare una fetta di mercato dominata fino ad ora da Apple e Samsung

Nokia torna a convincere tutti con il Lumia 800 In prova il Lumia 800, lo smartphone con cui Nokia torna alla ribalta per riagguantare un mercato che negli ultimi anni ha preso il volo E lo fa con un prodotto decisamente interessante, dal design originale, display OLED, fotocamera da 8 Megapixel e navigatore gratuito

di P. Centofanti

Il Lumia 800 è uno degli smartphone più chiacchierati dell’anno, perché segna la volontà di tornare di pre-

potenza sul mercato più in crescita del momento da parte di Nokia, un’azien-da abituata a dominare il mondo del-la telefonia e che si è vista scippare il primato da Android e da (fino a poco tempo fa) outsider come Samsung e Apple. Atteso perché è il primo smartphone di Nokia dall’annuncio dello scorso anno dell’accordo con Microsoft per sostituire Symbian sugli smartphone con Windows Phone 7. Non è esagerato dire che dalla gamma Lumia dipenderà il destino sia di Nokia che di Windows Phone 7, almeno nel mercato che conta oggi. Ed eccolo il Lumia 800, con il suo design originale, mutuato direttamente dallo sperimen-tale N9, display OLED, fotocamera da 8 Megapixel, navigatore gratuito e pro-cessore da 1.4 GHz. Come si compor-ta? Scopriamolo nella nostra prova:

Alla conquista del mercatoIl Lumia 800 è un prodotto molto im-portante per Nokia, che deve ricon-quistare tutta quella fetta di utenti che si è lasciata sedurre da Android e iPhone. Il precendente N8, smartpho-ne che convinceva a livello hardware, si rivelò un passo falso a causa della scelta di rimanere fedeli a Symbian, un sistema operativo ormai non più al passo con i tempi, almeno sulla fascia alta. Il Lumia 800 è un telefono parti-colare perché è figlio di un altro pro-dotto, l’N9, il primo smartphone Mee-Go, il sistema operativo open source su cui aveva inizialmente scommesso Nokia come successore di Symbian. Per molti aspetti, nonostante alcune significative differenze, il Lumia 800 non è che un N9 con Windows Phone 7.5 al posto di MeeGo.Le caratteristiche principali del Lumia 800 sono costituite dal design unibody in policarbonato, il display OLED da 3.7 pollici, la fotocamera da 8 Megapixel con obiettivo Carl-Zeiss, il processore da 1.4 GHz e la memoria integrata da 16 GB. A livello software troviamo poi alcune applicazioni esclusive di Nokia per Windows Phone: Nokia Maps e il

navigatore gratuito Nokia Drive da una parte e l’hub Nokia Musica che inclu-de uno store di MP3 e un servizio di radio tematiche in streaming. E allora scopriamo se il Lumia 800 è davvero in grado di rispondere a tutte le aspetta-tive.

Uno smartphone dal notevole aspetto esteticoIl Lumia 800 è molto simile al Nokia N9 (distribuito in pochissimi pezzi), ma non del tutto identico. La filosofia è la medesima: un unico blocco di policar-bonato (la versione in prova è nera, ma il Lumia è disponibile anche in magen-ta e ciano), leggermente stondato sui bordi verticali ma con spigoli vivi su quelli corti. Le due facciate sono leg-germente ricurve con il vetro che rive-ste il display con un piacevole effetto a goccia. Nel complesso si tratta davvero di un bell’oggetto, molto piacevole al tocco e quando lo schermo è acceso l’effetto è notevole: la combinazione della tecnologia OLED, della grafica di Windows Phone e della curvatura del display fa apparire gli elementi dell’in-terfaccia come dipinti sul frontale. Lo schermo è da 3.7 pollici (quello dell’N9 era da 3.9 pollici), appunto in tecno-logia OLED ma con struttura PenTile: in pratica nonostante la risoluzione sia di 480x800 pixel, alcuni sub-pixel sono condivisi tra i vari punti, il che si riflette in una risoluzione effettiva leg-germente inferiore, specie sui bordi. I tasti sono tutti sul bordo destro e com-prendono la regolazione del volume, blocca schermo/accensione e tasto di scatto per la fotocamera. Non trovia-mo uno slot per le schede microSD e le uniche connessioni disponibili sono quelle per l’uscita delle cuffie e la porta micro USB, indispensabile per il colle-

gamento al PC e per la ricarica. Come per tutti i Windows Phone per caricare i contenuti, gli aggiornamenti e la sin-cronizzazione con il PC occorre instal-lare Zune su Windows e il Windows Phone Connector su Mac. Il telefono come diceva-mo è un blocco unico e il solo “accesso” che troviamo è quello per l’installazione della SIM, anzi della microSIM, lo stesso taglio utilizzato da Apple negli ultimi iPhone e iPad. Il proces-sore è un Single Core da 1.4 GHz (Qualcomm MSM8255) con 512 MB di RAM, più che suffi-cienti per il fabbisogno di Windows Phone. Sul fronte connettività la parte 3G offre HSPA fino a 14.4 Mbit/s in download e 5.76 Mbit/s in upload, il Wi-Fi è 802.11n e il Bluetooth

2.1. Manca la fotocamera frontale, mentre a quella posteriore dedichia-mo un apposito approfondimento più avanti. Una nota sulla confezione: ben

Smartphone Nokia Lumia 800 - DA 4�� EURO

Quality Longevity Design Simplicity D-Factor Value

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strutturata nonostante la presenza di un po’ troppa “carta” (leggi manuali): in dotazione troviamo l’alimentatore, il cavetto microUSB, auricolari e anche una custodia protettiva.

Il navigatore è integratoMicrosoft con Windows Phone ha lavo-rato molto per uniformare l’esperienza di utilizzo tra i diversi terminali. E così per la maggior parte degli aspetti an-che il Nokia Lumia non si discosta trop-po dagli altri smartphone Windows Phone. Il Lumia 800 monta già natural-mente Mango e offre, quindi, tutte le sue principali novità (multitasking, ca-sella di posta unificata, live tile, controlli vocali e così via). Nokia ha, però, deciso di personalizzare in parte l’esperien-za introducendo alcune applicazioni sviluppate ad hoc per la sua gamma Windows Phone. Non quella custo-mizzazione che qualcuno si aspettava vista la posizione di vantaggio ottenu-ta con la partnership con Microsoft, ma siamo comunque agli inizi. In generale possiamo dire che il Lumia 800 è mol-to veloce, con un’interfaccia grafica sempre contraddistinta da animazioni fluidissime e senza mai alcun segno di cedimento. Windows Phone è una piattaforma che ha dimostrato fin da subito di non essere particolarmente vorace in termini di risorse di sistema e con il processore da 1.4 GHz del Lumia 800, è sicuramente veloce e scattan-te. Internet Explorer 9 si è dimostrato piuttosto veloce nel caricamento delle pagine, seppure il rendering dei font allo zoom minimo continui a essere poco convincente. Una mancanza di definizione che viene un po’ accentua-ta dalla matrice PenTile del display. Ma basta zoomare un poco il testo e tutto torna a posto. Il display OLED colpisce immediatamente per la saturazione dei colori e il rapporto di contrasto: il

TESTNokia Lumia 800

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fondale nero dell’interfaccia di Win-dows Phone valorizza notevolmente le potenzialità della tecnologia OLED e in schermate come quella del lettore musicale gli elementi del menù sem-brano sbucare letteralmente dal nulla. Lo schermo touch ci è parso a volte for-se troppo sensibile e spesso mentre si cerca di scorrere una lista si finisce per sbaglio con il selezionare un elemento o lanciare un’applicazione. Tra le ap-plicazioni Nokia, la più interessante è naturalmente Nokia Drive, visto che si tratta di un navigatore con voce guida completamente gratuito e pre-installa-to. Al primo avvio ci viene chiesto quali mappe scaricare (possiamo scaricare anche solo quelle di una regione), ma possiamo poi scaricarne altre quando vogliamo. Le mappe rimangono di-sponibili offline una volta memorizzate sul dispositivo, ma per la pianificazione del percorso occorre essere necessa-riamente online. Una volta impostato il percorso poi possiamo anche spe-gnere la connessione. Le opzioni di-sponibili non sono in realtà molte, visto che non possiamo impostare percorsi alternativi o optare per una tipologia di itinerario (più breve, più veloce, ecc). Per essere un navigatore gratuito fa però il suo dovere. L’applicazione fun-ziona anche in multi-tasking, ma solo se si utilizza il tasto back per riselezio-narla. Come altre applicazioni, se si accede dalla homescreen con l’icona, il

navigatore si riavvia dall’inizio perden-do il percorso impostato. A livello di consumi molto dipende dal tipo di uti-lizzo del telefono. In particolare la sin-cronizzazione dei dati in background consuma non poco e così se abbiamo aggiunto diversi account nell’hub con-tatti (Facebook, Twitter, Google e così via) bisogna aspettarsi di arrivare giu-sto a fine giornata con un uso normale. Alcuni utenti hanno lamentato un bug che in caso di batteria completamente scarica impedisce di “risvegliare” il tele-fono se non dopo diversi tentativi. A noi non è capitato, ma Nokia ha fatto sapere di essere al corrente del pro-blema e che un aggiornamento in tal senso è già in arrivo.

Convincenti le foto un po’ meno i video Nokia ha una consolidata tradizione di eccellenza per quanto riguarda la resa fotografica dei propri smartphone e il Lumia 800 non fa eccezione. Lo smartphone è dotato di un sensore da 8 Megapixel e un obiettivo Carl Zeiss con 2.2 di apertura e 28 mm di lunghezza focale. C’è anche un doppio flash LED. Lo scatto avviene tramite l’apposito tasto che, come in una vera fotocamera, permette la messa a fuo-co a metà corsa. Vediamo alcuni scatti nella gallery cliccando qui. La qualità come si vede è piuttosto buona, con immagini dettagliate, naturali a livel-

Qui sopra, il confronto con un altro ottimo cameraphone come l’iPhone 4S (sempre con sensore da 8 Megapixel) rivela differenze minime, con un leggero Edge Enhancement da parte del Lumia e immagini un po’ più rumorose.

Nokia Lumia 800Apple iPhone 4S

lo di colori e sufficientemente pulite (sempre se si considera che stiamo par-lando della fotocamera di un telefono). Un po’ meno convincente la resa video. Il Lumia 800 come altri Windows Pho-ne riprende al massimo in risoluzione 720p. Le immagini appaiono però un po’ troppo compresse con artefatti a tratti vistosi. Il livello di dettaglio rimane comunque buono con una resa cro-matica equilibrata. Un breve spezzone è visibile a questo link.

La strada intrapresa da Nokia è quella giusta In definitiva il Lumia 800 è un ottimo smartphone che coniuga un design elegante e una costruzione curata alla presenza di Windows Phone, sistema operativo ancora giovane ma comun-que in grado di dire qualcosa di diverso rispetto alle due piattaforme oggi do-minanti (Android e iOS). Nonostante la configurazione PenTile il display OLED è molto bello, ma per competere ad armi pari con ciò che offre oggi il mercato manca ancora la fotocamera frontale e quanto meno la possibilità di scegliere tra tagli diversi di memoria (16 GB pos-sono essere pochi). Il Lumia 800 offre però anche il navigatore gratuito Nokia Drive, un’ottima fotocamera; inoltre un imminente aggiornamento dovrebbe dare anche un po’ di autonomia in più. In ogni caso a nostro avviso Nokia è sulla strada giusta.

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Il video che mostra il funzionamento del Nokia Lumia 800.

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TEST / In prova lo smartphone di HTC con display oversized che ha il piccolo limite di essere poco risoluto; il sistema operativo è Mango

Windows Phone extralarge, HTC Titan al banco prova Lo smartphone con Windows Phone più grande del momento, grazie al display da 4,7”, offre buona esperienza d’uso e completezza di funzioni

di E. Villa

Erede diretto di HD7, ovvero del Windows Phone HTC con di-splay da 4,3’’, Titan non è uno

smartphone come tanti: il suo display “oversized” da 4,7’’ lo rende subito ri-conoscibile e capace di distinguersi dalla media. La risoluzione del display S-LCD è di 480x800 pixel, come impo-sto da Microsoft, e il sistema operativo preinstallato è Windows Phone 7.5 Mango; sotto il profilo della potenza di calcolo, Titan si avvale di un processore Qualcomm Snapdragon single-core da 1,5 GHz e di 512 MB di RAM, mentre lo storage è affidato a 16 GB integrati, dei quali 12,63 disponibili, e non è pre-visto nessuno slot microSD. Titan è un terminale Quad Band HSDPA (fino a 14,4 Mb/s) e HSUPA (fino a 5,76 Mb/s), con supporto Wi-Fi b/g/n e Bluetooth 2.1 (A2DP), mentre per quanto riguar-da la fotografia e la ripresa video, il terminale dispone di una fotocamera da 8 Megapixel con sensore backside illuminated e doppio LED flash, cui si aggiunge quella frontale da 1,3 Mpixel; inoltre, il nuovo terminale HTC ripren-de video fino a una risoluzione di 720p. Chiudono la dotazione l’A-GPS, il giro-scopio, il sensore di prossimità, di luce ambientale e l’accelerometro.

Generose le dimensioniLe dimensioni di Titan sono il primo aspetto da valutare. Il display da 4,7’’ (119 mm di diagonale), sensibilmente più grande della media, condiziona l’ingombro dell’apparecchio nono-stante la cornice attorno allo schermo sia piuttosto sottile e HTC sia riuscita a ridurre il più possibile lo spessore. Titan misura 131.5 x 70.7 x 9.9mm e per questo è indicato a chi cerca uno smartphone di dimensioni “generose” ed è disposto a scendere a compro-messi col fattore portabilità, che - no-nostante gli sforzi del produttore - non può che risentirne. Il design è tipico di HTC: il guscio protettivo metallico, dal quale fuoriesce la lente della fotocame-ra, copre tutto il pannello posteriore, mentre il Gorilla Glass frontale copre il display e i tre tasti a sfioramento tipici di Windows Phone e presenti nella parte bassa dell’apparecchio. Sia la scelta dei

materiali che il design sono curati, ma sotto quest’ultimo profilo c’è ancora qualche margine di miglioramento. La fotocamera, per esempio, fuoriesce un po’ troppo e la scocca posteriore non vi aderisce alla perfezione, permettendo l’ingresso di qualche granello di polve-re, mentre il vetro frontale non copre tutto il pannello ma lascia fuoriuscire l’altoparlante superiore. Lungo la corni-ce troviamo lo slot microUSB, la presa per le cuffie, il pulsante per la regola-zione del volume e quello che attiva la fotocamera; quest’ultimo funziona an-che a telefono bloccato per minimizza-re i tempi di preparazione allo scatto ed evitare di “perdere l’attimo”. Per quanto concerne la dotazione, HTC fornisce il set di auricolari con microfono (como-di ma dalla qualità sonora mediocre), il cavetto micro USB e l’adattatore per la presa di corrente.

Display ampio ma definizione poco convincenteLe dimensioni dello schermo rappre-sentano il “plus” principale di questo smartphone: un display più ampio mi-gliora la leggibilità di caratteri e imma-gini, affatica meno la vista e permette la visione (soddisfacente) dei film, ma al tempo stesso condiziona la porta-bilità dell’apparecchio. Che i 4,7’’ siano utili o meno è una considerazione soggettiva legata agli utilizzi dell’ap-parecchio; dal canto nostro possiamo sottolineare come lo scarto rispetto a uno smartphone “regolare” (3.5’’-4.0’’) sia molto marcato. Ed è il display il primo aspetto che vogliamo valutare: positive sono le dimensioni, la resa cro-matica molto “intensa” e vivace e una marcata leggibilità anche a condizioni di luce intensa, ma la definizione non ci ha convinto appieno. Intendiamoci, non che HTC abbia delle responsabilità, visto che i 480x800 pixel sono imposti da Microsoft per Windows Phone, ma con queste dimensioni di display sa-rebbe il caso di andare oltre. In partico-lare, abbiamo confrontato Titan con il retina dell’iPhone 4S (640x960, 326ppi) per quanto concerne la leggibilità del testo di un qualsiasi sito web non ot-timizzato in versione “mobile”: l’iPhone

è molto più piccolo ma i caratteri sono intelligibili, merito anche di una diversa impaginazione da parte di Safari rispet-to a quella di IE 9, mentre sul Titan le maggiori dimensioni dello schermo compensano solo in parte e lo zoom è risultato indispensabile. La cosa non crea alcun problema o limite per altri utilizzi: dalla visione di un sito ottimiz-zato in versione “mobile” a un gioco, dalla lettura e scrittura di una mail al-l’uso di un’app o la visione di un film.

Utilizzo soddisfacenteL’esperienza d’uso è stata molto po-sitiva, merito anche dei migliora-menti apportati dalla versione 7.5 di Windows Phone e di un telefono che risponde molto bene ad ogni “solleci-tazione”. La fluidità nello scorrimento dei menù e nell’accesso alle app è otti-ma e lo stesso vale per la reattività dei pulsanti a sfioramento, che agiscono istantaneamente e senza alcuna lag; la gestione dei contatti può sembrare un po’ complessa per chi si avvicina a Windows Phone per la prima volta, ma compresa la logica (fondamentale la

divisione in gruppi, introdotta proprio con Mango), l’integrazione dei profili dei vari social network, chat e rubriche non può che semplificare la comuni-cazione con i propri contatti. HTC non rinuncia alle proprie personalizzazioni: innanzitutto c’è un hub che HTC de-dica ai propri servizi personalizzati, tra cui le previsioni meteo, gli andamenti di borsa, le news, app realizzate dal-l’azienda e molto altro; inoltre, Titan viene venduto con alcune app HTC preinstallate, tra cui quella di photo editing (“Ottimizzatore foto”), quella per la condivisione dei contenuti mul-timediali via DLNA (“Media connessi”), il gestore delle mappe (“Locations”), ecc. Interessante è HTC Watch, che permette di noleggiare e acquistare film divisi per genere: il catalogo, piut-tosto ampio, non comprende film re-centissimi. In un mondo dominato dai processori Dual Core, una CPU a Single Core, sia pur da 1,5 GHz, può sembrare un limite notevole. Ma non in questo caso: intanto consuma meno di un Dual Core, e questo incide positiva-mente sull’autonomia, ma soprattutto

Smartphone HTC Titan - 5�� EURO

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TESTHTC Titan

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La prova in video dell’HTC Titan

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alcuna limitazione o riduzione di fluidi-tà neppure alle applicazioni più com-plesse. L’unico neo è la ripresa video, “bloccata” a 720p. Per testare la poten-za della macchina, oltre ad eseguire al-cuni benchmark relativi al caricamento delle pagine web, abbiamo provato le possibilità multitasking e alcuni giochi decisamente “onerosi” sotto il profilo grafico. Buoni i risultati: l’ascolto di brani audio durante l’esecuzione di giochi o la gestione di documenti Of-fice non ha causato alcun problema o

rallentamento. Piuttosto, quello che ci lascia perplessi è la dotazione di 16 GB di memoria di storage non espandibili: avremmo preferito almeno uno slot SD o, in sua assenza, la disponibilità di versioni del telefono da 32 e, magari, 64 GB. Una soluzione interessante ai problemi di capienza è Skydrive, il ser-vizio di cloud storage Microsoft, che offre 25 GB di spazio gratuito e che è integrato in Office per Windows Pho-ne (preinstallato). In sostanza, quindi, siamo soddisfatti sia dello smartpho-ne HTC che della nuova versione di Windows Phone 7.5, ma vogliamo valutare ancora un aspetto molto im-portante: l’autonomia. Gli smartphone consumano più dei comuni cellulari per via degli svariati utilizzi, del display più grande e delle diverse tecnologie di connettività, ma qui abbiamo anche uno schermo da 4,7’’, per cui il rischio di “rimanere a piedi” in poche ore è fon-dato. In realtà, tra i consumi “ridotti” del

processore Single Core e la batteria da 1.600 mAh, la prova ha fornito dati che, pur non facendo gridare al miracolo, non sfigurano in alcun modo: giocan-do, navigando per ore, con qualche telefonata, inviando e ricevendo mail, scaricando app, facendo foto e ripren-dendo video a 720p, il terminale è ri-masto in funzione per circa un giorno. In caso di utilizzo “moderato”, l’autono-mia è ovviamente maggiore.

Scatti di qualitàHTC Titan incorpora una fotocamera da 8 MP con sensore backside illuminated e doppio flash LED, cui si può accede-re anche mediante il pulsante laterale, che funziona anche quando il telefono è bloccato. Le opzioni e modalità di scatto sono moltissime e l’interfaccia di gestione è semplice: oltre alla risolu-zione, è possibile impostare effetti par-ticolari (solarizzazione, seppia, bianco e nero…), profili di scatto tra cui il macro,

il bilanciamento del bianco, la lumino-sità, il contrasto, la saturazione e gli ISO (100 - 800), oltre al riconoscimento del volto, la stabilizzazione, ecc. Gli scatti possono poi essere elaborati median-te app ad hoc (come l’Ottimizzatore foto preinstallato) e condivisi sui social network. La qualità di scatto è più det-tagliata rispetto a quella riscontrata in HTC Sensation, ma anche qui l’impres-sione è che venga applicato un filtro di riduzione del rumore con conseguen-te Edge Enhancement e che questo sia alla base di alcuni “doppi contorni” e di una definizione fine abbastanza caren-te. L’esito, in relazione per esempio ad iPhone 4S, evidenzia una definizione di scatto inferiore. Migliore la situazione del video. Qui la resa cromatica è ab-bastanza naturale e la definizione suffi-ciente per essere uno smartphone, per quanto la compressione sia sempre abbastanza marcata, condizionando soprattutto i movimenti più repentini.

MOBILE Iconia Tab A200, si punta al low costAcer A200 sarà l’evoluzione del tablet A500 ma con un prezzo d’ingresso molto aggressivo. Il display sarà sempre da 10” con risoluzione 1280 x 800 e per il processore si punterà sul classico Tegra 2. A200 avrà la classica porta USB a pieno formato per scaricare chiavette e collegare dispositivi oltre all’uscita HDMI e a una mini USB per la sincronizzazione dei contenuti con un computer. Nessuna informazione invece sul sistema operativo, ma sarebbe un delitto se non fosse Android 4.0.

MOBILE Smartphone Panasonic in Europa a primaveraPanasonic potrebbe lanciare i suoi smartphone Android anche nel vecchio continente, secondo quanto riportato dal quotidiano giapponese Nikkei. Sarebbero infatti in corso trattative tra l’azienda giapponese e “una delle più importanti compagnie telefoniche operanti sul territorio europeo” (Vodafone, H3G, Orange?) per vendere gli smartphone a partire dalla primavera del 2012. Avremo anche noi un Lumix Phone da 13 Megapixel e resistente all’acqua, oppure Panasonic ha qualche altro asso nella sua manica?

MOBILE La musica si fa social (e cara) su BlackBerryGli utenti di BlackBerry Messenger da oggi possono costruire la propria libreria musicale e condividerla con i propri contatti social, arricchendola di nuovi titoli pescati direttamente dalla collezione musicale dei propri amici, con il servizio BBM Music di RIM. Dopo un periodo di prova di 30 giorni, si potrà accedere al servizio con un esborso di 4,99 euro mensili. All’inizio si possono scegliere 50 canzoni, che possono essere cambiate ogni mese fino a un massimo di 25 nuovi brani.

MOBILE LG annuncia gli update ad Ice Cream SandwichC’è stata un po’ di confusione sulla politica di aggiornamento di LG per quanto riguarda l’arrivo di Ice Cream Sandwich, l’ultima versione di Android: prima lasciava intendere che il suo top di gamma Optimus Dual non sarebbe stato aggiornato, poi sempre LG stessa aveva ritrattato ma con avarizia di dettagli. Ora LG ha pubblicato la lista degli smartphone che riceveranno l’aggiornamento a Ice Cream Sandwich. Oltre all’Optimus Dual potranno contare sulla cura anti-invecchiamento anche l’Optimus Black, l’Optimus 3D e l’Optimus LTE.

La notizia prosegue su DDAY.it...PEOPLE & MARKET HTC naviga in cattive acque?Stime in ribasso per il IV trimestre e numeri in flessione per la prima volta in due anni. In più arriva la tegola della vertenza sui brevetti S3 contro Apple

di P. CentofantiHTC ha annunciato una revisione verso il ribasso delle stime per l’ultimo tri-mestre del 2011, ed è la seconda volta nel giro di tre settimane. Il 31 ottobre aveva tagliato le stime del 15%, oggi si parla del 23% rispetto alle previsioni, numeri che allertano gli analisti finanziari, soprattutto perché anno su anno si parla di crescita praticamente zero nell’ultimo trimestre. I motivi di questa “crisi” sono in parte da ricercare nell’agguerrita concorrenza da parte di Sam-sung sulla fascia alta con terminali come il Galaxy S II; dall’altra nella crescita della competizione sull’entry level con un’invasione di smartphone Android di primo prezzo. Come sottolinea Forbes, però, si tratta di fattori certo non dell’ultima ora e che non spiegano questo warning, anche alla luce dell’usci-ta in queste settimane di concorrenti come l’iPhone 4S e il Nokia Lumia 800. L’azienda ha commentato così l’annuncio: “A causa della crisi macroecono-mica globale e della concorrenza sul mercato, le stime finaziarie per il quarto trimestre del 2011 non sono più valide”, aggiungendo che HTC tornerà a cre-scere nella prima metà del prossimo anno. In più su HTC si è abbattuta la sentenza sulla vertenza della presunta viola-zione di brevetti S3 da parte di Apple, che ha sancito un verdetto in favore di Cupertino. HTC aveva deciso di acquisire S3 per 300 milioni di dollari, proprio per il suo pool di brevetti da utilizzare come deterrente nei confronti di Ap-ple. La scelta di acquisire S3 nasceva, non a caso, da una decisione prelimi-nare inizialmente favorevole a S3 (oltre al fatto che la CEO di HTC Cher Wang figura tra i proprietari di S3), ma ora in seguito alla sentenza definitiva, HTC ha annunciato di voler riconsiderare anche l’acquisizione.

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n. 37 / 5 dicembre 20��estratto da www.dday.it

TEST / Anche senza esperienza è veramente difficile scattare delle brutte foto con la “piccola” NEX di casa Sony

In prova la Sony NEX-C3, la mirrorless che piace a tuttiCorpo compatto, sensore Exmor CMOS da 16 Megapixel e tanta qualità. Ma sono le molte funzioni creative e la semplicità di scatto che stupiscono

di R. Pezzali

M irrorless fotocamere di se-rie B? Assolutamente no: nonostante le dimensio-

ni compatte, le mirrorless sono in grado di scattare fotografie di ec-cezionale livello. Ci sono poi alcune fotocamere per le quali scattare una fotografia che stupisca subito tutti è un gioco da ragazzi: stiamo par-lando, per esempio, delle Sony NEX, che affiancano a un sensore eccel-lente una serie di funzionalità crea-tive che permettono a tutti di scat-tare foto notevoli. Abbiamo provato (e abbiamo fatto provare a un po’ di persone) la piccolina di casa Sony, la NEX-C3, non una macchina per-fetta, sia chiaro, ma una fotocamera che regala enormi soddisfazioni a chi la possiede. Gli abbiamo voluto dedicare una prova un po’ fuori dai normali canoni. Parleremo certo del-le sue funzionalità, delle prestazioni, della connettività, ma affrontando il tutto come utenti che hanno sempre scattato (e adorano farlo) con una re-flex, anche di fascia alta (ad esempio 5D e D700 Nikon).

Un buon corpo macchina ma senza mirinoLa Sony NEX-C3 ha un corpo piccolis-simo, davvero compatto. Purtroppo, una volta innestato l’obiettivo di base 18-55, le sue dimensioni ridotte ven-gono un po’ meno. Certo, non è grossa come una reflex, però non è nemme-no così tascabile. Qualcuno potrebbe obiettare che c’è anche il pancake, tuttavia sono poche le persone che accettano di avere una fotocamera a focale fissa e quelle poche persone

che lo fanno solitamente sono culto-ri della fotografia con la F maiuscola, che sanno già quello che vogliono. La NEX-C3 ha dei difetti, inutile negarlo: non ha un mirino, ha solo il monitor, il flash è esterno e va montato nella par-te alta della fotocamera e l’interfaccia utente è davvero ostica. Ma va anche detto che alcuni suoi difetti sono an-che dei pregi: il flash, per esempio, in moltissimi casi è davvero superfluo; il sensore in formato APS-C, unito al processore Bionz e ad alcune moda-lità di scatto notturno, permettono di scattare foto praticamente perfette in ogni condizione di luce. La scomo-dità del flash porterà molte persone a cercare di non usarlo: un’ottima cosa, anche perché la maggior parte della gente è ancora convinta che il flash serva universalmente quando è notte e non sa invece che serve solo per illuminare soggetti vicini, che ha una portata ridotta e che spesso fa più danni che altro, se non lo si sa usare. Chiusa la parentesi fotografica, torniamo alla nostra NEX-C3. Sony ha abbinato un ottimo grip e un’im-pugnatura ergonomica a un uso un po’ troppo “parsimonioso” dei tasti: c’è solo il tasto di scatto, quello di registrazione dei video, la rotella per muoversi tra i menù e un paio di tasti funzione. Il problema è che con una macchina di questo tipo qualche ta-sto in più serve, per forza: la selezione delle modalità di scatto, per esempio necessiterebbe di una ghiera dedica-ta e lo stesso vale per alcuni tasti di base. Ci sono anche su alcune bridge, quindi non vediamo per quale moti-vo sulla NEX-C3 tutto sia stato ridotto

all’osso, penalizzan-do anche l’usabili-tà. Manca il mirino, però è presente un ottimo schermo LCD che può anche essere piegato alle esigenze di scat-to dell’utente. La reattività di scatto e la leggibilità del-lo schermo in ogni situazione ci hanno

fatto dimenticare questa mancanza.Sotto il profilo della connettività, la NEX-C3 dispone di uscita HDMI, an-che perché gira ottimi video, di uscita USB per scaricare le foto e di slot per memorie di tipo SD e Memory Stick.

Sensore di precisioneIl sensore usato sulla NEX-C3, ovvia-mente in formato APS-C, è un senso-re Exmor CMOS da 16 Megapixel, una risoluzione più che abbondante, che lo rende decisamente flessibile anche per effettuare crop e ingrandimenti. Lo stesso sensore viene montato an-che sulla nuova NEX-5N, un sensore di indubbia qualità e dall’ottima resa. Combinato con il processore Bionz garantisce ottime performance in termini di velocità e di sensibilità: l’estensione ISO va dai 200 ai 12800 ISO, ma oltre i 3200 il rumore diventa già inaccettabile, sempre che non si stampino foto di piccole dimensioni. Per la velocità, l’autofocus a ricerca di contrasto si dimostra immediato e preciso: certo, non è quello montato

sulle Alpha, ma nel complesso non sembra di avvertire troppo ritardo sul-lo scatto rispetto al momento di pres-sione del pulsante. Chi è abituato alle istantanee reflex verrà piacevolmente impressionato dalla piccola C3.La NEX-C3 riprende anche video: l’uso di un sensore APS-C garantisce un’ot-tima resa, seppur i video siano solo a 720p, ma ci si può accontentare. Anche perché non è facile riprendere con una fotocamera di questo tipo e con uno zoom comunque manuale.Cliccando qui possiamo vedere qualche scatto realizzato sempre a giugno, dove si vede la resa a diverse sensibilità del sensore.

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Il video di anteprima della Sony NEX-C3

Sony NEX-C3 - da 4�� EURO

Quality Longevity Design Simplicity D-Factor Value

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n. 37 / 5 dicembre 20��estratto da www.dday.it

TEST Sony NEX-C3

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Le funzioni creativeGli smartphone hanno successo come fotocamera per un motivo: le applica-zioni di ritocco integrato permettono anche a chi non sa neppure cosa sia Photoshop di applicare elaborazioni, anche sofisticate, alle immagini. Sony ha cercato di aggiungere alla NEX-C3 una serie di funzionalità creative e modalità di scatto che davvero pos-sono fare le differenza. Alcuni effetti come il “toy” o “high key” restituiscono il tipo di foto che l’utente ama vede-re, e anche modalità di scatto come DRO e HDR (purtroppo solo in jpeg) che gestiscono la dinamica usando esposizioni multiple e permettono a

chi non conosce la tecnica di scattare foto in grado di lasciare tutti a bocca aperta. A queste vanno aggiunti i filtri che permettono lo scatto in bianco e nero filtrando un solo colore e le foto panoramiche che fanno sempre il loro effetto. Vediamo qui sotto un paio di foto panoramiche (i tifosi di altre squa-dre ci scuseranno per la scelta dei sog-getti!). Scattare in questo modo, ap-plicando filtri digitali e giocando con l’immagine potrebbe non rientrare nei canoni del purista della fotografia, ma se alla fine è il risultato che con-ta, si può sicuramente passare sopra ogni pregiudizio. A dimostrazione di questo abbiamo provato a far scat-

tare con la NEX-C3 un po’ di persone che non conoscevano la macchina e soprattutto che non hanno mai avuto a che fare con una reflex o con una macchina di questo tipo. Assistiti da noi, almeno nell’impostazione della modalità, abbiamo chiesto a queste persone di realizzare alcune foto, esat-tamente come se stessero scattando con la loro compatta. Foto di sera, durante una partita, foto in situazioni molto particolari: in tutti i casi le fo-tografie scartate perché mosse sono state inferiori al 5% e tutti gli altri scatti hanno di fatto stupito chi ha realizzato la foto stessa. Le stesse persone, con in mano una reflex di fascia media (sem-pre assistiti da noi) non sono state in grado di realizzare foto decenti (solo alcune lo sarebbero diventate con un po’ di Photoshop). Questo per dire che non solo la NEX-C3 è una grandis-sima macchina dalle mille possibilità, ma che è anche una fotocamera che non delude né chi è abituato ad usare una compatta e si spaventa a passare a una fotocamera più “bella” né chi è abituato, come noi, a scattare con una reflex. Anzi, in molte situazioni, se dovesse ricapitare, saremmo tentati di prendere la NEX-C3 al posto della

reflex perché ci restituisce una foto-grafia perfetta subito, “chiavi in mano” e senza portarsi appresso una fotoca-mera più pesante e ingombrante.

Foto di qualità per tuttiLa NEX-C3 è una fotocamera che pia-ce e che stupisce, non solo noi, ma an-che le persone che l’hanno provata. Si può usare in tutte le modalità manuali, ma basta tenerla in mano per qualche ora scoprendo tutte le modalità auto-matiche o assistite che difficilmente un utente, anche appassionato, si complicherà troppo la vita cercando di scattare in manuale con il rischio di avere una foto che non lo soddisfa. Sony ha creato una mirrorless che ren-de la fotografia divertente e piacevole, lo stesso divertimento di chi ama in-ventare con uno smartphone e con le mille applicazioni disponibili, ma con in più la qualità che solo una fotoca-mera con un sensore enorme può dare. L’ottica in dotazione, un 18-55, è di qualità indubbiamente superiore al 18-55 che viene dato in dotazione a molte reflex di fascia media. Per vede-re le foto che abbiamo realizzato noi e alcune persone che hanno provato la macchina basta cliccare qui.

SMARTHOME / Sono tre i modelli di lampade LED proposti che hanno una durata tra 25 e 35 mila ore

Verbatim propone lampade LED “calde”Le LED di Verbatim producono luce bianca “calda”, con temperatura compresa tra 2500 e 2800 K, ideali per la casa

di M. Dalli

Verbatim ha lanciato tre proposte di lampadine LED progettate specificatamente per l’utilizzo

in ambiente domestico che si distin-guono per la luce “calda” che sono in grado di offrire. I tre modelli, Classic A E27, MR16 e PAR16, hanno infatti una temperatura di colore compresa tra 2500 e 2800 K, a seconda del modello; la durata della lampada, invece, è sti-mata tra 25 e 35 mila ore. I tre modelli si distinguono tra loro per l’attacco di cui dispongono: la Classic A E27 offre il classico attacco a vite E27, mentre le altre due sono faretti in grado di funzionare con tensioni di 220 V AC (PAR16) e 12 V DC (MR16). La Classic e la MR16 in versione da 3 Watt sono inoltre dimmerabili, dando così la

possibilità all’utente di regola-re la potenza in base alle pro-prie necessità. I modelli dim-merabili, inoltre, sono dotati della tecnologia CTA (Colour Temperature Adjustment) che imita le lampade a incan-descenza nel riprodurre un tono più caldo quando dim-merata. Unico neo delle pro-poste è la potenza delle lam-pade: il modello Classic A E27, infatti, è disponibile in due versioni da 6,5 Watt e 9 Watt, indicate per sostituire lampade a incandescenza di 20 e 40 Watt, producendo 190 e 440 lumen rispettivamente. I valori di luminosità sono in linea con quelli offerti dalle lampadine a incandescenza di quel

wattaggio, tuttavia rimane il dubbio se 40 Watt di potenza massima siano sufficienti per un’illuminazione do-mestica di buon livello. Manca meno di un anno al bando della lampadine a incandescenza (1 settembre 2012), ma forse c’è ancora qualcosa su cui lavorare. Tutti i modelli sono proposti a un prezzo di 24,99 euro.

DIGITAL IMAGING Un algoritmo dice se la foto è bella o bruttaA qualcuno potrà sembrare aberrante, ma nei laboratori della Open Xerox è stato sviluppato un algoritmo capace di “giudicare” la qualità estetica di una foto. L’algoritmo è in fase “alpha”, ma è già possibile valutarlo cliccando qui. Nella pagina di dimostrazione sono disponibili alcune categorie di immagini, all’interno delle quali l’algoritmo cerca di separare le foto “normali” da quelle “belle”. A giudicare dai risultati, le foto belle lo sembrano effettivamente, ma ce ne sono di “normali” che potrebbero benissimo essere spostate in una categoria superiore. Questo algoritmo ha un limite evidente: nessun PC potrà mai “calcolare” l’emozione che una foto ci trasmette, a prescindere dalla bellezza estetica della foto.

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GUIDA / Questa guida spiega finalmente che un piccolo sensore dà scarsi risultati, mentre uno più grosso fa la differenza

La dimensione del sensore conta più dei MegapixelI Megapixel non servono a niente se il sensore è piccolo, ma purtroppo quasi nessuno ha realmente idea di quali siano le sue dimensioni effettive

di R. Pezzali

Quando si deve scegliere una fotocamera o uno smartphone i megapixel del sensore sono

sempre un valore che si guarda con una certa attenzione. Fortunatamen-te ormai quasi tutti hanno capito che non sempre un sensore con tanti Me-gapixel vuol dire qualità più elevata, e che spesso la dimensione del sen-sore è uno dei parametri più impor-tanti da guardare. Non a caso le foto-camere full frame, con il loro sensore gigante da 36 x 24 mm, sono quelle che garantiscono non solo una qua-lità migliore, ma anche un minor ru-more sulle basse luci, proprio perché ad un sensore grosso corrispondono anche pixel più grandi. Il sensore in-fatti è composto da milioni di pixel, e ogni pixel è composto da una micro-lente e da un elemento elettrico che trasforma la luce in segnale digitale: più grande è il pixel più grande è la luce che cattura, con una resa quindi più accurata e con un rumore minore. Ecco perché sensori minuscoli da 8 Megapixel scattano foto, soprattutto con poca luce, decisamente peggiori di fotografie scattate da sensori da 4 Megapixel molto più grossi.

Il valore effettivo del sensore Stabilito ciò, resta da capire qua-li sono le dimensioni effettive dei sensori, perché il valore che viene segnato dalle aziende sui manuali e sulle schede tecniche non aiuta asso-lutamente a capire quanto è grosso realmente il sensore.Chi sa quanto è grande il sensore di una compatta da 1/2.3”? E quello di una fotocamera da 1/4”?

Siamo abituati, quando si parla di pol-lici, a pensare che ci stiamo riferendo alla diagonale del sensore, ma non è affatto così: un sensore da 1/4” non è un sensore con diagonale da 1/4”, ma è più piccolo. Per capire quanto è davvero grande un sensore si deve tornare ai tempi dei tubi catodici, quando venivano usati i tubi al posto dei CCD sulle videocamere.In un tubo da 1/4” di diametro l’area utile di ripresa era di circa 2/3 più pic-cola, ed è questa area che va presa in considerazione oggi per i sensori. Graficamente la differenza tra i sensori è ancora più evidente se usiamo una rappresentazione grafica che mostra la dimensione dei sensori in rapporto al sensore Full Frame (tabella in basso a destra): si scopre che il sensore del-l’iPhone 4S, da 1/3.2”, è di 24 volte più piccolo del sensore di una reflex APS-C e che la differenza tra un sensore di una reflex full frame e quello di una videocamera HD Panasonic è enorme: servono 80 sensori della videocamera per riempire la stessa area.La dimensione del sensore è quindi il parametro fondamentale da guar-dare quando si acquista una fotoca-mera o un dispositivo che scatta foto: difficilmente sensori piccoli come un’unghia daranno risultati accetta-bili, mentre grossi sensori, anche se con meno Megapixel, potranno dare grandi soddisfazioni.

Qui sopra, ecco raggruppate le dimensioni reali dei sensori più comuni.

** le dimensioni dei sensori APS-C variano leggermente a seconda del produttore.

Un sensore da 2/3” ha una dia-gonale reale di �� mm, mentre il “tubo” virtuale equivalente ha un diametro di �6,7 mm.

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TEST / Immergersi e fare foto e video “a mani libere” è una gran comodità, ma forse bisogna accettare qualche compromesso

Liquid Image Scuba 3�8: foto e video sott’acqua La Scuba 318 di Liquid Image è una maschera subacquea che integra una compatta videocamera che cattura foto e video in HD. Eccola alla prova dei fatti

di M. Monti

La certificazione di impermeabilità e funzionamento fino a 40 metri inquadra con sufficiente precisio-

ne la Scuba 318 di Liquid Image tra le maschere subacquee con funzione di cattura foto/video di livello medio-alto, visto anche il prezzo di listino di 350 euro, benché online si riesca a trovare intorno ai 290 euro. Altre caratteristiche tecniche utili per inquadrare l’apparec-chio sono il sensore CMOS da 5 MP di dimensioni 1/3.2”, con il quale scattare foto interpolate fino alla risoluzione di 12 MP, quindi 4000x3000 pixel, e girare video da 1.280x720 pixel a 30fps. L’ot-tica ha un’apertura fissa F/3.2, riesce a mettere a fuoco da una distanza mi-nima di 80 cm, offre una copertura di campo di circa 74 gradi ed è affiancata da un microfono mono. Per la registra-zione di foto e video è possibile usare schede di memoria microSD e nella confezione ne è inclusa una da 4 GB, in grado di stipare circa 2000 foto JPEG e 80 minuti di video H.264, che viene registrato in Quick Time con estensione MOV a un bitrate medio compreso tra 6700 e 7000 Kbps. Menzione infine per le batterie: ne servono quattro di tipo mini-stilo AAA che, se al litio, consento-no un’autonomia di scatto di circa 2000 foto e due ore di ripresa video.

Primo contatto fuori dall’acqua: solidità innanzituttoIl silicone della maschera è molto mor-bido e l’assemblamento al frame di tut-ta la parte ottico/elettronica è ben fatta e dà una bella sensazione di robustez-za. I vani non stagni e che potrebbero far penetrare dell’acqua se non corret-tamente chiusi sono tre: quello che co-pre lo slot microSD e la presa mini-USB e i due cilindri laterali nei quali inserire le pile. Il meccanismo di chiusura è molto semplice, visto che si tratta di avvitare

i tappi alle rispettive sedi, con l’aiuto prezioso fornito da degli indicatori che segnano il punto in cui è bene fermare l’avvitamento, così da non esagerare, ri-schiando di bloccare il capuccio o di ro-vinare la filettatura. Tutta la struttura è in plastica, un materiale resistente e ben predisposto a incassare gli urti, e i sub lo sanno bene a quali maltrattamenti può andare incontro l’attrezzatura. Il peso di 360 g non si fa sentire e la calzata è age-vole più o meno come se si trattasse di una normale maschera da sub.

Controlli ridotti all’ossoI controlli a disposizione sono ridot-ti ai minimi termini e infatti questo prodotto non è stato pensato per i vi-deoamatori di livello evoluto, ma per chi desidera immergersi senza doversi portare dietro ulteriore attrezzatura, e con la possibilità di riprendere un video premendo un semplice pulsan-te. Nella parte destra della maschera è infatti presente una leva basculante che, se premuta per qualche secondo a sinistra accende/spegne la camera e consente di passare da una modalità all’altra, mentre se premuta a destra scatta/riprende. Per evitare accensioni involontarie è presente un fermo in gomma. Il bilanciamento del bianco è automatico, così come i profili di registrazione/scatto. Il piccolo display incastonato in alto a destra mostra la carica della batteria, l’ora, il numero di file registrati e, mediante una luce che cambia tra rosso e blu, la modalità in cui ci si trova. Un buon sistema che fa-cilita le cose sott’acqua.

La prova sott’acqua: scatto faci-le, bolle scomodeUna volta in immersione, si nota il li-vello di comfort della maschera, con le parti in silicone che aderiscono senza problemi e non fanno entrare acqua. Anche il cinghiolo è facilmente regola-bile e la parte superiore della maschera, dove si trova la camera, non disturba ec-cessivamente qualora si voglia/debba compiere l’operazione di svuotamento della maschera dall’acqua mentre si è in immersione. Il maggiore ingombro e peso non si fanno sentire mentre si nuota e attivare la levetta di comando

è molto comodo, con la luce LED visi-bile con la coda dell’occhio e dei bip che segnalano la corretta attivazione della funzione desiderata. Sufficiente la visibilità generale attraverso le due lenti temprate, anche se si nota il pro-filo leggermente maggiore del frame della maschera e il ponticello nasale di rinforzo. Altro fattore da tenere in con-siderazione è il fastidio causato dalle bolle emesse nella fase di espirazione, che salgono inevitabilmente verso l’al-to sovrapponendosi e disturbando con tremolii la cattura delle immagini. Un problema che si fa sentire durante la cattura delle foto, quando si sta fermi, e che cala quando si è in movimento durante la ripresa video. Si sente anche la mancanza di un mirino sovrapposto alle lenti della maschera che aiuti nel-l’inquadratura e che infatti è stato ag-giunto nei modelli successivi.

La luce, questo problemaPartiamo dalle foto che una volta in-grandite al 100% mostrano alcuni limiti di definizione, con il rumore video che abbatte la nitidezza. Opinabile quindi la scelta di ricampionare l’immagine originale da 5 MP a 12 MP, un resam-ple molto spinto che anche quando effettuato con software di fotoritocco professionali introduce non pochi ar-tefatti. Analizzando i dati EXIF di vari scatti risulta chiaro come i soggett in-quadrati, se immobili, risultano a fuoco fino a un tempo di esposizione di ¼ di secondo con ISO automatico a 400. Questo risultato è stato ottenuto in pi-scina a tre metri di profondità, con una luminosità ambientale decisamente superiore rispetto a quella che si trova

normalmente durante un’immersione ricreativa classica che si effettua tra i -18 e i -30 metri e con soggetti non pro-priamente immobili. Discorso analogo per i video, che soffrono del rumore video introdotto dal sensore, che fatica a lavorare appena si abbassa la lumi-nosità ambiente. Per questo motivo è plausibile ritenere un netto migliora-mento qualitativo in entrambi i campi usando i faretti supplementari da mon-tare ai lati della maschera, negli innesti filettati già predisposti. Buona la fedeltà cromatica delle immagini, segno che il bilanciamento del bianco automatico svolge correttamente il suo lavoro.

Comoda ma con qualche limiteCon la giusta quantità di luce la ca-mera riesce a catturare foto accettabili annullando la necessità e l’ingombro di usare fotocamere scafandrate, quin-di lo snorkeling e l’apnea potrebbero essere i campi di utilizzo più indicati. Per la subacquea è da mettere in con-to l’acquisto dei faretti supplementari oppure di immergersi in qualche para-diso tropicale con visibilità da primato e non scendere comunque troppo in profondità, altrimenti il rischio è di ave-re foto mosse e video confusi.

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Il video della maschera Liquid Image Scuba 3�8

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n. 37 / 5 dicembre 20��estratto da www.dday.it

TEST / Decisamente buono il comportamento della porta USB con gli smartphone, un po’ meno con l’iPad di Apple

Utile la presa BTicino con porta USB integrataAbbiamo avuto la possibilità di provare e testare il comportamento della presa tripla di BTicino che unisce l’USB alle classiche prese della corrente

MOBILE OK di AGCOM per il cambio gestore in un giornoCambiare gestore di telefonia mobile mantendo il proprio numero sarà questione al massimo di un giorno: la novità è stata ratificata oggi dall’AGCOM, che aggiorna così la normativa italiana a quella europea in materia di portabilità del numero. Una bella riduzione che, secondo l’Autorità, dovrebbe favorire la concorrenza tra operatori facilitando ulteriormente il passaggio da un gestore all’altro. Il nuovo sistema entrerà però in vigore tra tre mesi.

PC & MULTIMEDIAUltrabook troppo cari? Intel ci mette �00$Le vendite degli Ultrabook non decollano, così Intel starebbe pensando di dare un sussidio di 100$ per ogni portatile, nella speranza che, abbassando il prezzo, gli ultraportatili con Windows possano finalmente andare a impensierire il MacBook Air. Al momento si tratta solo di un’indiscrezione, riportata da Digitimes che cita fonti taiwanesi vicine alla produzione degli ultrabook Acer, Asus e Toshiba. I produttori starebbero inoltre già pensando di abbassare sotto i 1000$ il prezzo degli ultrabook entro fine anno.

MOBILE Sharp: �2 Megapixel e stabilizattore otticoSharp ha annunciato lo sviluppo di un nuovo sensore CMOS per smartphone dalle caratteritstiche interessanti. In soli 5.47 mm Sharp è riuscita a infilare un sensore da 12.1 Megapixel con dimensione di 1/3.2 pollici, obiettivo da F2.5 di apertura e stabilizzatore ottico. Un componente sulla carta davvero promettente ma che non costerà poco: 12000 Yen per i primi campioni, circa 115 euro. La produzione di massa inizierà a gennaio 2012 a un ritmo di 100.000 unità al mese.

PEOPLE & MARKET Record di un milione di Xbox 360 in 7 giorniSette anni di vita e non sentirli: recentemente Microsoft ha venduto ben un milione di pezzi di console Xbox 360 e 750.000 dispositivi Kinect, un record assoluto nella storia della console. Una performance di questo tipo ovviamente ha un messaggio ben chiaro : Microsoft può attendere ancora un po’ a sviluppare la console di prossima generazione, e l’attuale Xbox attrae ancora, anzi, sembra essere più interessante di prima. Difficilmente vedremo una Xbox 720 (o Loop, secondo alcuni recenti rumour) entro la fine del 2012.

TV & VIDEO Debutta a dicembre il TV Eco ChipGrazie a un nuovo processore e a una batteria di condensatori il TV Eco-chip di Toshiba in stand-by consuma quanto un TV con il cavo di alimentazione staccato, ovvero 0 watt. Toshiba ha annunciato che il primo TV Eco-chip, il Regza 32BE3 sarà disponibile da fine anno. Il funzionamento è semplice: quando si mette il TV in stand-by lo si stacca dalla rete elettrica e attinge l’alimentazione dai condensatori elettrolitici, con un assorbimento minimo, 95 μA.

MOBILE Musei Capitolini tour guidato con NFCSamsung ha scelto Roma per dimostrare le potenzialità della tecnologia NFC anche nel mondo della cultura. Grazie a una collaborazione con I Musei Capitolini, i visitatori potranno usufruire dei benefici della “Near Field Comunication” sfruttando la capacità di piccoli chip radiotrasmittenti per ricevere informazioni sulle opere esposte, grazie a uno smartphone compatibile con questa tecnologia. Chi non dispone di uno smartphone di questo genere, potrà richiedere, senza costi aggiuntivi, uno dei 200 telefoni Samsung Star NFC dati in dotazione al museo.

TV & VIDEO Più Facebook e YouTube in HD per i TV SonySony ha annunciato un aggiornamento software per i TV con connessione a Internet della gamma 2011 che aggiunge alcune interessanti novità. La più importante è forse la compatibilità con i video in HD di YouTube; sarà possibile utilizzare le tecnologie di miglioramento di immagine del Bravia Engine anche sui video di YouTube. L’altro aspetto è l’integrazione dei social network Facebook e Twitter. In entrambi i casi si potrà avere l’immagine quasi a tutto schermo e un’applicazione in un riquadro.

PC & MULTIMEDIAPhilips lancia il suo primo monitor 3DPhilips lancerà sul mercato a gennaio il suo primo monitor 3D, dedicato ai videogiocatori sia su PC che su console. Il Philips 273G avrà un pannello Full HD da 27 pollici, con tempi di risposta (grey-to-grey) di 2 millisecondi; la tecnologia impiegata è ovviamente LCD, in versione TN (Twisted Nematic), con retroilluminazione a LED ai bordi (LED Edge). Per quanto riguarda il 3D, invece, il monitor apparterrà alla famiglia 3D Max, ovvero quella con occhiali attivi e schermo a 120 Hz. Il 273G sarà disponibile da gennaio 2012 a 499 euro, con un paio di occhialini inclusi.

La notizia prosegue su DDAY.it...

di M. Dalli

Abbiamo provato la presa BTicino che integra una nor-male presa tripla con una

porta USB nella versione con uscita da 1 A color grafite (mod. 3613GU). La BTicino è dotata di una presa Schuko e due prese di tipo italiana a tre poli, poste ai lati della struttu-ra. Vi è poi una “protuberanza” nella parte superiore che serve a ospitare

il trasformatore per portare la ten-sione da 220 V ai 5 V richiesti dal-l’USB; in questo caso la porta USB è in grado di erogare fino a 1 A di corrente, ma ne esiste anche un modello con uscita USB limitata a 500 mA, per quei dispositivi dotati di circuiti di protezione. La presa è di buona qualità e l’inse-rimento di altre spine è piuttosto agevole e mai troppo “duro”. Nel nostro test abbiamo provato ad attaccare alla porta USB vari dispo-sitivi elettronici da caricare. Nessun problema per quanto riguarda gli smartphone, iPhone compreso (3GS, 4 o 4S). Qualche problema sorge invece con l’iPad (entrambe le generazioni), in quanto il tablet di Apple richiede un’alimentazio-ne con 2 A di corrente. Altri tablet

hanno gli stessi requisiti in termini di corrente, come per esempio la fa-miglia Samsung Galaxy Tab, anche se non abbiamo potuto verificarne di persona l’incompatibilità. Resta quindi da chiedersi perché, vista la

popolarità di cui godono i tablet, non viene fatta una versione com-patibile (anche) con le tavolette. La BTicino modello 3613GU è vendu-to al pubblico al prezzo di circa 10 euro.