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COMUNE DI BOFFALORA SOPRA TICINO PROVINCIA DI MILANO PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO STUDIO DI INCIDENZA sui siti della Rete Natura 2000 Dir. 92/42/CEE Dir. 79/409/CEE DPR 357/97 DGR VII/14106 8.08.2003 DGR VIII/6420 27.12.2009 e s.m.i. A cura di: Stefano Franco ingegnere STUDIO AMBIENTE E TERRITORIO 21021 Angera (VA) - Via Borromeo 9 | T: 0331.960242 | F: 0331.1817838 | E: [email protected] marzo_2012_agg_02

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COMUNE DI BOFFALORA SOPRA TICINO PROVINCIA DI MILANO

PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO

STUDIO DI INCIDENZA sui siti della Rete Natura 2000

Dir. 92/42/CEE

Dir. 79/409/CEE DPR 357/97

DGR VII/14106 8.08.2003 DGR VIII/6420 27.12.2009 e s.m.i.

A cura di: Stefano Franco ingegnere

STUDIO AMBIENTE E TERRITORIO 21021 Angera (VA) - Via Borromeo 9 | T: 0331.960242 | F: 0331.1817838 | E: [email protected]

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Studio di Incidenza 1

L’elaborato contiene lo Studio di Incidenza sui Siti della Rete Natura 2000 relativo al Piano di Governo del Territorio di Boffalora Sopra Ticino. Incarico conferito a: Studio Ambiente e Territorio – Ing. Stefano Franco. I contenuti del testo, l’impostazione metodologica e grafica sono coperti dai diritti di proprietà intellettuale dell’autore a norma di legge. Incarico di consulenza esterna conferito a: Stefano Franco ingegnere | Albo Ingegneri Provincia di Varese n. 2783 STUDIO AMBIENTE E TERRITORIO 21021 Angera (VA) – Via Borromeo 9 T: 0331.960242 / 338.3961800 | F: 0331.1817838 | E: [email protected] www.studioambienteterritorio.it Elaborato a cura di: Ing. Stefano Franco _________________________________________

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Studio di Incidenza 2

SOMMARIO

1. PREMESSE E RIFERIMENTI NORMATIVI ................................................................................. 3 

1.1. LA VALUTAZIONE DI INCIDENZA: RIFERIMENTI GENERALI ................................................................ 3 

1.2. IL QUADRO NORMATIVO ........................................................................................................... 5 1.2.1. La Direttiva 92/43/CEE .............................................................................................. 5 1.2.2. La gestione dei Siti Natura 2000 .............................................................................. 6 1.2.3. La Valutazione di Incidenza .................................................................................... 7 1.2.4. La normativa italiana ............................................................................................... 9 1.2.5. Quadro sinottico normativo .................................................................................. 13 

2. LA RETE ECOLOGICA D’AREA ............................................................................................ 15 

2.1. NOTE METODOLOGICHE ......................................................................................................... 15 

2.2. INQUADRAMENTO AMBIENTALE DELL’AREA VASTA ..................................................................... 15 

2.3. LA RETE ECOLOGICA REGIONALE E PROVINCIALE ...................................................................... 16 2.3.1. Il sistema delle connessioni ecosistemiche di scala sovralocale .................... 16 

2.4. I SITI DELLA RETE NATURA 2000 INTERESSATI DAL PIANO | ANALISI.............................................. 20 2.4.1. Riferimenti generali ................................................................................................. 20 2.4.2. Analisi dei SIC/ZPS ................................................................................................... 21 

2.4.2.1. SIC Turbigaccio, Boschi di Castelletto e Lanca di Bernate ................ 21 2.4.2.2. SIC Boschi della Fagiana .......................................................................... 25 2.4.2.3. ZPS Boschi del Ticino .................................................................................. 28 

3. POSSIBILI EFFETTI DEL PGT SUI SITI DELLA RETE NATURA 2000 ............................................. 33 

3.1. SINTESI DELLE PREVISIONI DI PIANO ED EFFETTI POTENZIALI SUI SITI .................................................. 33 3.1.1. Sistema degli obiettivi di Piano ............................................................................. 33 3.1.2. Politiche di Intervento per i diversi sistemi funzionali ......................................... 36 3.1.3. Ambiti di Trasformazione AT ed Ambiti di Riqualificazione Urbana ARU ........ 39 3.1.4. Note relative agli Ambiti di Trasformazione ed Ambiti di Riqualificazione

Urbana ........................................................................................................................ 42 3.1.5. Nota relativa alle previsioni di Piano per l’ambito “Cascina Gambarina” ... 54 3.1.6. Previsioni del Piano dei Servizi e Piano delle Regole ......................................... 56 

3.1.6.1. Piano dei Servizi ......................................................................................... 56 3.1.6.2. Piano delle Regole .................................................................................... 57 

3.1.7. Effetti diretti ed indiretti sui siti ............................................................................... 57 3.1.7.1. Effetti indiretti | sistema idrico ................................................................. 58 3.1.7.2. Effetti indiretti | considerazioni riferite agli Ambiti di trasformazione 60 

3.2. MITIGAZIONI E COMPENSAZIONI .............................................................................................. 62 

4. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE ....................................................................................... 64 

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Studio di Incidenza 3

1. PREMESSE E RIFERIMENTI NORMATIVI

1.1. LA VALUTAZIONE DI INCIDENZA: RIFERIMENTI GENERALI

Con la sottoscrizione della Convenzione di Rio sulla Biodiversità del 1992, tutti gli Stati Membri della Comunità Europea hanno riconosciuto la conservazione degli ecosistemi e degli habitat naturali quale priorità da perseguire, ponendosi come obiettivo quello di "anticipare, prevenire e attaccare alla fonte le cause di significativa riduzione o perdita della diversità biologica in considerazione del suo valore intrinseco e dei suoi valori ecologici, genetici, sociali, economici, scientifici, educativi, culturali, ricreativi ed estetici".

Tale visione, già anticipata dalla Convenzione internazionale sulle zone umide del 19711, viene recepita a livello legislativo europeo nelle due direttive comunitarie "Uccelli"2 e "Habitat"3 che rappresentano i principali strumenti innovatori della legislazione in materia di conservazione della natura e della biodiversità. L'approccio “conservazionistico” rivolto alle singole specie minacciate viene superato ed è affiancato da azioni volte alla tutela di tutta la diversità biologica (genetica, specifica ed ecosistemica).

La Direttiva Habitat 92/42/CEE ha così istituito la rete ecologica europea “Natura 2000”, un complesso di siti caratterizzati dalla presenza di habitat e specie sia animali e vegetali di interesse comunitario, la cui funzione è quella di garantire la sopravvivenza a lungo termine della biodiversità sul continente europeo. L’insieme di tutti i siti definisce un sistema relazionato da un punto di vista funzionale, al quale afferiscono le aree ad elevata naturalità identificate dai diversi paesi membri ed i territori ad esse contigui indispensabili per garantirne la connessione ecologica.

Rete Natura 2000 attribuisce importanza non solo alle aree ad alta naturalità ma anche a quei territori contigui, indispensabili per connettere aree frammentate, ma dall’elevata funzionalità ecologica. Questa impostazione sistemica si integra con altre forme di gestione del territorio che ha portato, ad esempio, in tempi più recenti alla adozione della Convenzione Europea sul Paesaggio4.

L'individuazione dei siti da proporre per l’inserimento nella Rete Natura 2000 è stata realizzata in Italia dalle singole Regioni e Province autonome in un processo coordinato a livello centrale dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio. Il lavoro di identificazione dei Siti di Importanza Comunitaria proposti è stato attuato tramite i dati del progetto Bioitaly.

La Rete Natura 2000 risulta ora costituita da Zone di Protezione Speciale (ZPS), Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e Zone Speciali di Conservazione (ZSC).

Le ZPS sono istituite ai sensi della Direttiva Uccelli 79/409/CEE al fine di tutelare i siti in cui vivono le specie ornitiche di cui all’allegato 1 della Direttiva e per garantire la protezione delle specie migratrici nelle zone umide di importanza internazionale (Convenzione di Ramsar). I SIC sono istituiti ai sensi della Direttiva Habitat al fine di

1 CONVENZIONE INTERNAZIONALE del 2 febbraio 1971 (Ramsaar) relativa alle zone umide d’importanza

internazionale, soprattutto come habitat degli uccelli acquatici. 2 DIRETTIVA 79/409/CEE del 2 aprile 1979 concernente la conservazione degli uccelli selvatici. 3 DIRETTIVA 92/43/CEE del 21 maggio 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e

della flora e della fauna selvatiche. 4 CONVENZIONE EUROPEA del PAESAGGIO del 20 ottobre 2000 (Firenze).

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mantenere o ripristinare un habitat naturale (allegato 1 della Direttiva) o una specie (allegato 2 della Direttiva) in uno stato di conservazione soddisfacente. Le ZSC sono l’evoluzione dei proposti SIC (pSIC) e ZPS individuati a seguito della redazione dei piani di gestione predisposti e approvati dalle comunità locali attraverso le deliberazioni dei Comuni in cui ricadono le zone.

Per la conservazione dei siti, l’art. 6 della Direttiva 92/42/CEE e l’art. 5 del D.P.R. 357/97 prevedono lo svolgimento della procedura di Valutazione di Incidenza (cfr. par. 1.2.3), finalizzata a tutelare la Rete Natura 2000 da possibili perturbazioni esterne negative: ad essa sono sottoposti tutti i piani o progetti che possono avere incidenze significative sui siti di Rete Natura 2000. Si sottolinea pertanto come la Valutazione di Incidenza si applichi sia ai piani ed ai progetti di interventi che ricadono all'interno dei Siti Natura 2000 (o in siti proposti per diventarlo), sia a quelli che, pur sviluppandosi all'esterno, possono comportare ripercussioni sullo stato di conservazione dei valori naturalistici tutelati con la rete ecologica europea.

La DGR della Lombardia n. 6420 del 27/12/2007 in materia di Valutazione Ambientale Strategica di Piani e Programmi ha ulteriormente precisato (cfr. Allegato 2 della DGR) l’esigenza di un raccordo tra le procedure di VAS e di Valutazione di Incidenza, definendo le modalità per lo svolgimento di un unico procedimento coordinato.

Il territorio comunale di Boffalora Sopra Ticino è interessato di seguenti siti appartenenti alla Rete Natura 2000:

Siti di importanza comunitaria

SIC IT2010014 “Turbigaccio, Boschi di Castelletto e Lanca di Bernate” SIC IT2050005 “Boschi della Fagiana”

Zone a protezione speciale

ZPS IT2080301 “Boschi del Ticino”

In relazione alle disposizioni di legge dianzi richiamate, le potenziali interferenze, di tipo diretto ed indiretto, del nuovo strumento urbanistico (nei suoi tre atti: Documento di Piano, Piano delle Regole e Piano dei Servizi) sui siti elencati vengono esaminate nel presente Studio di Incidenza il quale si integra con il Rapporto Ambientale VAS relativo al medesimo Piano di Governo del Territorio.

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1.2. IL QUADRO NORMATIVO

1.2.1. La Direttiva 92/43/CEE

La Direttiva 92/43/CEE rappresenta lo strumento caratterizzante un approccio innovativo per individuare azioni coerenti che consentano l’uso del territorio e lo sfruttamento delle risorse in una logica di sviluppo sostenibile per il mantenimento vitale degli ecosistemi. Lo scopo è quello di contribuire a salvaguardare la biodiversità, tenuto conto delle esigenze economiche, sociali e culturali locali, mediante la conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio comunitario.

La Direttiva fornisce indirizzi concreti per le azioni e per la costituzione della Rete Natura 2000, cioè dei siti rappresentativi per la conservazione del patrimonio naturale di interesse comunitario. L'attuazione delle politiche di conservazione del patrimonio naturale è stimolata anche tramite l'introduzione di appositi regolamenti finanziari che promuovono misure di sostegno per progetti finalizzati ed iniziative concrete per la conservazione di habitat e specie. In particolare il Regolamento LIFE rappresenta lo strumento finanziario di attuazione della Direttiva 92/43/CEE.

Ai fini dell’attuazione della Direttiva si riportano le seguenti definizioni fondamentali:

Definizione di Habitat

Per habitat di interesse comunitario (si veda allegato I della direttiva) si intendono quegli habitat che rischiano di scomparire dalla loro area di ripartizione, quelli che hanno un'area di ripartizione ristretta a causa della loro regressione o che hanno l'area di ripartizione ridotta. Sono di interesse comunitario anche gli habitat che costituiscono esempi notevoli delle caratteristiche tipiche di una o più delle zone biogeografiche europee (alpina, atlantica, continentale, mediterranea e boreale, macaronesiana). All'interno di questo elenco sono individuati con un asterisco gli habitat prioritari per la cui conservazione l'Unione Europea ha una responsabilità particolare per la grande importanza che essi rivestono nell'area in cui sono presenti.

Definizione di specie di interesse comunitario

Queste specie (si veda allegato II, IV e V della direttiva) vengono suddivise in base alla loro consistenza numerica o livello di minaccia di estinzione: in pericolo, vulnerabili, rare ed endemiche. Le specie prioritarie, individuate nell'allegato II con un asterisco, sono le specie in pericolo per la cui conservazione l'Unione Europea ha una particolare responsabilità. Definizione di Siti di Importanza comunitaria. Vengono individuati secondo i criteri di selezione indicati nell'allegato III della direttiva per la conservazione degli habitat naturali e delle specie di interesse comunitario. Nel 1995 gli Stati membri hanno trasmesso all’Unione Europea un elenco di questi siti. Per ogni sito lo Stato membro deve fornire, sulla base di schede predisposte dalla Commissione Europea (formulario standard Natura 2000), alcune essenziali informazioni, quali: la mappa del sito, la denominazione, l'ubicazione, l'estensione, le informazioni ecologiche sulla base dei criteri specificati nella stessa direttiva. La Commissione Europea elabora sulla base del precedente elenco e d'accordo con ciascuno degli Stati membri un elenco definitivo dei siti di importanza comunitaria. Una volta che un sito di importanza comunitaria viene definitivamente inserito nell'elenco lo Stato membro designa tale area come zona speciale di

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conservazione (Z.S.C.), stabilendo le priorità in funzione dell'importanza dei siti per il mantenimento o il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente degli habitat e delle specie in essi rilevati nonché alla luce dei rischi di degrado o di distruzione che incombono su detti siti.

Definizione di Zona Speciale di Conservazione

Si intende un sito di importanza comunitaria designato dagli Stati membri mediante un atto regolamentare, amministrativo e/o contrattuale, in cui sono applicate le misure di conservazione necessarie al mantenimento o al ripristino degli habitat naturali e/o delle popolazioni delle specie per cui il sito è stato designato, e che implicano all'occorrenza appropriati piani di gestione specifici o integrati ad altri piani di sviluppo e le opportune misure regolamentari, amministrative o contrattuali che siano conformi alle esigenze ecologiche dei tipi di habitat naturali e delle specie, di cui egli allegati della direttiva, presenti nel sito. L'insieme delle zone speciali di conservazione costituiscono la rete ecologica coerente denominata Natura 2000. Entrano a far parte della rete ecologica Natura 2000 anche le zone di protezione speciale (ZPS) designate ai sensi della direttiva “UcceIli”. Questa rete deve garantire il mantenimento o all'occorrenza, il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente dei tipi di habitat naturali e seminaturali e delle specie della flora e della fauna selvatiche di cui agli allegati della direttiva “Habitat” nella loro area di ripartizione naturale.

1.2.2. La gestione dei Siti Natura 2000

La rete Natura 2000 è costituita dall'insieme dei siti ZPS e SIC attualmente proposti alla Commissione Europea, e che al termine dell'iter istitutivo saranno designati come ZSC (Zone Speciali di Conservazione), finalizzate a garantire la presenza, il mantenimento e/o il ripristino di habitat e di specie peculiari del continente europeo, particolarmente minacciati di frammentazione ed estinzione.

Obiettivo generale della politica comunitaria attraverso i suoi provvedimenti ufficiali (VI Programma di azione per l'Ambiente; Piano d'azione per la Natura e la Biodiversità del Consiglio d'Europa in attuazione della Convenzione per la Biodiversità; Regolamento Comunitario sui Fondi Strutturali 2000-2006) è quello di proteggere e ripristinare il funzionamento dei sistemi naturali ed arrestare la perdita della biodiversità nell'Unione europea e nel mondo.

La Direzione per la Conservazione della Natura del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio5 ha predisposto un manuale di orientamenti gestionali, modulati per tipologia di sito, individuando 24 tipologie di sito. Al fine di garantire un'adeguata gestione dei siti suddetti, con Decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio del 3 settembre 2002 (G.U. della Repubblica Italiana n. 224 del 24 settembre 2002) sono state emanate le Linee Guida per la gestione dei siti Natura 2000. Scopo di queste Linee Guida è l'attuazione della strategia comunitaria e nazionale rivolta alla salvaguardia della natura e della biodiversità, oggetto delle direttive comunitarie Habitat (Dir. 92/43/CEE) e Uccelli (Dir. 79/409/CEE). Le Linee Guida hanno valenza di supporto tecnico-normativo alla elaborazione di appropriate misure di conservazione funzionale e strutturale, tra cui i piani di gestione, per i siti della rete Natura 2000.

L'eventuale piano di gestione di un sito è strettamente collegato alla funzionalità dell'habitat e alla presenza della specie che ha dato origine al sito stesso. Ciò significa 5 Si veda il progetto LlFE-Natura 99 NAT/IT/006279 "Verifica della rete Natura 2000 in Italia: modelli di gestione”.

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che se eventualmente l'attuale uso del suolo e la pianificazione ordinaria non compromettono tale funzionalità, il piano di gestione si identifica unicamente nella necessaria azione di monitoraggio. La strategia gestionale da mettere in atto dovrà tenere conto delle esigenze di habitat e specie presenti nel sito preso in considerazione, in riferimento anche alle relazioni esistenti a scala territoriale.

La peculiarità dei piani di gestione dei siti Natura 2000 è che “non sono sempre necessari, ma, se usati, devono tenere conto delle particolarità di ciascun sito e di tutte le attività previste. Essi possono essere documenti a se stanti oppure essere incorporati in altri eventuali piani di sviluppo”. Attualmente, gli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale convenzionali, a diversa scala, non sempre garantiscono l'integrazione degli obiettivi ambientali nella pianificazione territoriale. Uno dei principali indirizzi proposti da queste Linee Guida è la necessità di integrare l'insieme delle misure di conservazione con la pianificazione ai diversi livelli di governo del territorio (internazionale, nazionale, locale) secondo quanto previsto dall'articolo 6, paragrafo 1, direttiva Habitat: “per le zone speciali di conservazione, gli stati membri stabiliscono le misure di conservazione necessarie che implicano, all'occorrenza, appropriati piani di gestione, specifici o integrati ad altri piani di sviluppo”.

Gli Stati membri dell’Unione Europea hanno la possibilità di decidere quali norme specifiche applicare nella gestione dei siti, fatto salvo il principio generale della necessità di conservare in uno stato soddisfacente habitat e specie. Ciò permette di adattare la gestione dei singoli siti (o di sistemi di essi caratterizzati per la loro uniformità ecologica, territoriale, biologica, produttiva o altro) alle realtà locali, alle esigenze delle popolazioni e alle esigenze di specie ed habitat.

Le attività, ad esempio, che vengono condotte all'interno dei siti individuati non vengono ristrette in alcun modo esplicito. Anzi talvolta alcune attività produttive, spesso legate all'agricoltura o all'allevamento, devono essere attivamente sostenute per contrastare la tendenza all'abbandono delle terre, proprio perché dalla loro esistenza dipende spesso la presenza di quei valori naturalistici per i quali il sito è stato individuato e ritenuto di importanza comunitaria.

La direttiva dunque non prevede in modo esplicito alcuna norma o vincolo, come il divieto di caccia, il divieto di accesso a mezzi motorizzati o a piedi o altro, come invece avviene nei parchi nazionali o nelle altre aree protette di livello statale o regionale. L'eventuale utilizzo di tali vincoli potrà essere deciso, se ritenuto opportuno, caso per caso sulla base delle condizioni, delle caratteristiche del sito e delle esigenze locali. Uno degli aspetti innovativi della direttiva è quindi la necessità di definire le modalità di gestione dei siti confrontando, caso per caso, le diverse esigenze, di conservazione, di fruizione e di sviluppo economico.

1.2.3. La Valutazione di Incidenza

La Valutazione di Incidenza è il procedimento di carattere preventivo al quale è necessario sottoporre qualsiasi piano o progetto che possa avere incidenze significative su un sito o proposto sito della rete Natura 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti e tenuto conto degli obiettivi di conservazione del sito stesso.

La procedura è stata introdotta dall'articolo 6, comma 3, della direttiva “Habitat" con lo scopo di salvaguardare l'integrità dei siti attraverso l'esame delle interferenze di piani e progetti non direttamente connessi alla conservazione degli habitat e delle specie per cui essi sono stati individuati, ma in grado di condizionarne l'equilibrio ambientale.

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La Valutazione di Incidenza, se correttamente realizzata ed interpretata, costituisce lo strumento per garantire, dal punto di vista procedurale e sostanziale, il raggiungimento di un rapporto equilibrato tra la conservazione soddisfacente degli habitat e delle specie e l'uso sostenibile del territorio. La Valutazione di Incidenza si applica sia agli interventi che ricadono all'interno delle aree Natura 2000 (o in siti proposti per diventarlo), sia a quelli che pur sviluppandosi all'esterno, possono comportare ripercussioni sullo stato di conservazione dei valori naturali tutelati nel sito.

La Valutazione di Incidenza rappresenta uno strumento di prevenzione che analizza gli effetti di interventi che, seppur localizzati, vanno collocati in un contesto ecologico dinamico. Ciò in considerazione delle correlazioni esistenti tra i vari siti e del contributo che portano alla coerenza complessiva e alla funzionalità della rete Natura 2000, sia a livello nazionale che comunitario. Pertanto, la Valutazione di Incidenza si qualifica come strumento di salvaguardia, che si cala nel particolare contesto di ciascun sito, ma che lo inquadra nella funzionalità dell'intera rete.

Gli strumenti di pianificazione, a qualsiasi livello territoriale, devono recepire gli indirizzi della direttiva "Habitat" e garantire il coordinamento delle finalità di conservazione ai sensi della direttiva stessa con gli obiettivi da perseguire nella pianificazione e le conseguenti azioni di trasformazione.

Più precisamente, tali piani devono tenere conto della presenza dei siti Natura 2000 nonché delle loro caratteristiche ed esigenze di tutela; dunque è necessario che riportino informazioni circa:

il nome e la localizzazione dei siti Natura 2000 interessati; il loro stato di conservazione; il quadro conoscitivo degli habitat e delle specie in essi contenuti; le opportune prescrizioni finalizzate al mantenimento in uno stato di

conservazione soddisfacente degli habitat e delle specie presenti.

Le informazioni che è necessario fornire riguardo ad habitat e specie dovranno essere sempre più specifiche e localizzate man mano che si passa da tipologie di piani di ampio raggio (piani dei parchi, piani di bacino, piani territoriali regionali, piani territoriali di coordinamento provinciale, ecc.}, a piani circoscritti e puntuali (piani di localizzazione di infrastrutture e impianti a rete, piani attuativi).

La procedura della Valutazione di Incidenza deve fornire una documentazione utile a individuare e valutare i principali effetti che il piano/progetto (o intervento) può avere sul sito Natura 2000, tenuto conto degli obiettivi di conservazione del medesimo. Infatti, “la valutazione è un passaggio che precede altri passaggi, cui fornisce una base: in particolare, l'autorizzazione o il rifiuto del piano o progetto. La valutazione va quindi considerata come un documento che comprende soltanto quanto figura nella documentazione delle precedenti analisi".

Il percorso logico della valutazione d'incidenza è delineato nella guida metodologica “Assessment of plans and projects significant/y affecting Natura 2000 sites. Methodological guidance on the provisions of Article 6 (3) and (4) of the Habitats Directive 92/43/EEC” redatto dalla Oxford Brookes University per conto della Commissione Europea DG Ambiente6.

6 Traduzione italiana, non ufficiale, a cura dell'Ufficio Stampa e della Direzione regionale dell'ambiente

Servizio VIA - Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, “Valutazione di piani e progetti aventi un'incidenza significativa sui siti della rete Natura 2000 - Guida metodologica alle disposizioni dell'articolo 6, paragrafi 3 e 4 della direttiva -Habitat- 92/43/CEE”.

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La metodologia procedurale proposta nella guida della Commissione prevede un percorso di analisi e valutazione progressiva che si compone di 4 fasi principali:

FASE 1: verifica (screening) - processo che identifica la possibile incidenza significativa su un sito della rete Natura 2000 di un piano o un progetto, singolarmente o congiuntamente ad altri piani o progetti, e che porta all'effettuazione di una valutazione d'incidenza completa qualora l'incidenza risulti significativa;

FASE 2: Valutazione “appropriata"- analisi dell'incidenza del piano o del progetto sull'integrità del sito, singolarmente o congiuntamente ad altri piani o progetti, nel rispetto della struttura e della funzionalità del sito e dei suoi obiettivi di conservazione, e individuazione delle misure di mitigazione eventualmente necessarie;

FASE 3: analisi delle soluzioni alternative - individuazione e analisi di eventuali soluzioni alternative per raggiungere gli obiettivi del progetto o del piano, evitando incidenze negative sull'integrità del sito;

FASE 4: definizione delle misure di compensazione - individuazione di azioni, anche preventive. in grado di bilanciare le incidenze previste, nei casi in cui non esistano soluzioni alternative o le ipotesi proponibili presentino comunque aspetti con incidenza negativa, ma per motivi imperativi di rilevante interesse pubblico sia necessario che il progetto o il piano venga comunque realizzato.

1.2.4. La normativa italiana

In ambito nazionale, la valutazione d'incidenza viene disciplinata dall'art. 6 del DPR 12 marzo 2003 n.120 (G.U. n. 124 del 30 maggio 2003) che ha sostituito l'art.5 del DPR 8 settembre 1997, n. 357 che trasferiva nella normativa italiana i paragrafi 3 e 4 della direttiva "Habitat".

In particolare la norma sancisce:

“1. Nella pianificazione e programmazione territoriale si deve tenere conto della valenza naturalistico-ambientale dei proposti siti di importanza comunitaria e delle zone speciali di conservazione.

2. I proponenti di piani territoriali, urbanistici e di settore, ivi compresi i piani agricoli e faunistico-venatori e le loro varianti, predispongono, secondo i contenuti di cui all'allegato G, uno studio per individuare e valutare gli effetti che il piano può avere sul sito, tenuto conto degli obiettivi di conservazione del medesimo. Gli atti di pianificazione territoriale da sottoporre alla valutazione di incidenza sono presentati, nel caso di piani di rilevanza nazionale, al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e, nel caso di piani di rilevanza regionale, interregionale, provinciale e comunale, alle regioni e alle province autonome competenti.

3. I proponenti di interventi non direttamente connessi e necessari al mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat presenti nel sito, ma che possono avere incidenze significative sul sito stesso, singolarmente o congiuntamente ad altri interventi, presentano, ai fini della valutazione di incidenza, uno studio volto ad individuare e valutare, secondo gli indirizzi espressi nell'allegato G, i principali effetti che detti interventi possono avere sul proposto sito di importanza comunitaria, sul sito di importanza

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comunitaria o sulla zona speciale di conservazione, tenuto conto degli obiettivi di conservazione dei medesimi.

4. Per i progetti assoggettati a procedura di valutazione di impatto ambientale, ai sensi dell'articolo 6 della legge 8 luglio 1986, n. 349, e del decreto del Presidente della Repubblica 12 aprile 1996, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 210 del 7 settembre 1996, e successive modificazioni ed integrazioni, che interessano proposti siti di importanza comunitaria, siti di importanza comunitaria e zone speciali di conservazione, come definiti dal presente regolamento, la valutazione di incidenza è ricompressa nell'ambito della predetta procedura che, in tal caso, considera anche gli effetti diretti ed indiretti dei progetti sugli habitat e sulle specie per i quali detti siti e zone sono stati individuati. A tale fine lo studio di impatto ambientale predisposto dal proponente deve contenere gli elementi relativi alla compatibilità del progetto con le finalità conservative previste dal presente regolamento, facendo riferimento agli indirizzi di cui all'allegato G.

5. Ai fini della valutazione di incidenza dei piani e degli interventi di cui ai commi da 1 a4, le regioni e le province autonome, per quanto di propria competenza, definiscono le modalità di presentazione dei relativi studi, individuano le autorità competenti alla verifica degli stessi, da effettuarsi secondo gli indirizzi di cui all'allegato G, i tempi per l'effettuazione della medesima verifica, nonché le modalità di partecipazione alle procedure nel caso di piani interregionali.

6. Fino alla individuazione dei tempi per l'effettuazione della verifica di cui al comma 5, le autorità di cui ai commi 2 e 5 effettuano la verifica stessa entro sessanta giorni dal ricevimento dello studio di cui ai commi 2, 3 e 4 e possono chiedere una sola volta integrazioni dello stesso ovvero possono indicare prescrizioni alle quali il proponente deve attenersi. Nel caso in cui le predette autorità chiedano integrazioni dello studio, il termine per la valutazione di incidenza decorre nuovamente dalla data in cui le integrazioni pervengono alle autorità medesime.

7. La valutazione di incidenza di piani o di interventi che interessano proposti siti di importanza comunitaria, siti di importanza comunitaria e zone speciali di conservazione ricadenti, interamente o parzialmente, in un'area naturale protetta nazionale, come definita dalla legge 6 dicembre 1991, n.394, è effettuata sentito l'ente di gestione dell'area stessa.

8. L'autorità competente al rilascio dell'approvazione definitiva del piano o dell'intervento acquisisce preventivamente la valutazione di incidenza, eventualmente individuando modalità di consultazione del pubblico interessato dalla realizzazione degli stessi.

9. Qualora, nonostante le conclusioni negative della valutazione di incidenza sul sito ed in mancanza di soluzioni alternative possibili, il piano o l'intervento debba essere realizzato per motivi imperativi di rilevante interesse pubblico, inclusi motivi di natura sociale ed economica, le amministrazioni competenti adottano ogni misura compensativa necessaria per garantire la coerenza globale della rete "Natura 2000" e ne danno comunicazione al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio per le finalità di cui all'articolo 13.

10. Qualora nei siti ricadano tipi di habitat naturali e specie prioritari, il piano o l'intervento di cui sia stata valutata l'incidenza negativa sul sito di importanza comunitaria, può essere realizzato soltanto con riferimento ad esigenze connesse alla salute dell'uomo e alla sicurezza pubblica o ad esigenze di

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primaria importanza per l'ambiente, ovvero, previo parere della Commissione Europea, per altri motivi imperativi di rilevante interesse pubblico."

L’articolato normativo di cui sopra dispone pertanto che nella pianificazione e programmazione territoriale è fatto obbligo di tenere conto della valenza naturalistico ambientale dei proposti siti di importanza comunitaria, dei siti di importanza comunitaria e delle zone speciali di conservazione. Si tratta di un principio di carattere generale tendente a rendere coerenti gli strumenti di gestione territoriale con le esigenze di conservazione degli habitat e delle specie di interesse comunitario.

Nella fattispecie le disposizioni relativa all’obbligo di valutazione di incidenza di piani territoriali è riferita al punto 2. Ai fini della valutazione di incidenza, i proponenti di piani presentano uno “studio per la valutazione di incidenza” volto ad individuare e valutare i principali effetti che il piano o l'intervento può avere sul sito interessato.

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1.2.5. Quadro sinottico normativo

Per l'interpretazione dei termini e dei concetti di seguito utilizzati in relazione alla Valutazione di Incidenza, si fa riferimento a quanto precisato dai seguenti riferimenti di legge con particolare riferimento alle norme della Regione Lombardia:

Direttiva 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992 e s.m. (c.d. Direttiva Habitat), relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, che rappresenta il principale atto legislativo comunitario a favore della biodiversità;

Direttiva 79/409/CEE del Consiglio del 2 aprile 1979 e s.m. (c.d. Direttiva Uccelli), concernente la conservazione degli uccelli selvatici;

Progetto nazionale "BioItaly" che, in sede tecnica ha individuato, anche in Lombardia, i siti proponibili come "Siti di Importanza Comunitaria" in base ai loro contenuti in termini di habitat e specie di cui alle citate direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE;

DPR 8 settembre 1997, n. 357 "Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali nonché della flora e della fauna selvatiche” e s.m. (ora sostituito dal DPR 12 marzo 2003, n. 120 “Regolamento recante modifiche ed integrazioni al decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, concernente attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche”);

Nota prot. 78887 del 18 dicembre 1996, con la quale la Regione Lombardia ha trasmesso al Ministero dell'Ambiente, Servizio Conservazione della Natura, lo studio conclusivo nel quale sono stati individuati n. 176 proposti Siti di Importanza Comunitaria;

Decreto Ministeriale 3 aprile 2000, con il quale il Ministero dell’Ambiente ha reso pubblica la lista dei proposti Siti di importanza comunitaria (pSIC);

Decreto Ministeriale 3 settembre 2002, con il quale il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio ha dettato “Linee guida per la gestione dei siti Natura 2000”;

Deliberazione Giunta Regionale n. VII/14106 del 8.08.2003 "Elenco dei proposti siti di importanza comunitaria ai sensi della Direttiva 92/43/CEE per la Lombardia, individuazione dei soggetti gestori e modalità procedurali per l'applicazione della valutazione d'incidenza";

Decreto del Ministero dell'Ambiente 25 marzo 2004, pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 167 del 19 luglio 2004, con il quale è stato definito l'elenco dei SIC per la regione biogeografica alpina in Italia;

Decreto del Ministero dell'ambiente 25 marzo 2005, pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 156 del 7 luglio 2005, con il quale è stato definito l'elenco dei SIC per la regione biogeografica continentale in Italia;

Deliberazione della Giunta Regionale 30 luglio 2004, n. 18453, con la quale sono stati individuati gli enti gestori dei SIC non ricadenti all'interno di aree protette e delle ZPS designate con il decreto del Ministero dell'ambiente 3 aprile 2000;

Deliberazione della Giunta Regionale 30 luglio 2004, n. 18454, recante rettifica dell'allegato A alla DGR n. 14106/2003;

Deliberazione della Giunta Regionale 15 ottobre 2004, n. 7/19018 "Procedure per l'applicazione della valutazione di incidenza alle Zone di Protezione Speciale (ZPS) ai sensi della Dir. 79/409/CEE, contestuale presa d'atto

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dell'avvenuta classificazione di 14 ZPS ed individuazione dei relativi soggetti gestori", con la quale si è altresì stabilito che alle ZPS classificate si applichi la disciplina prevista dagli allegati B, C e D della deliberazione della Giunta Regionale 14106/2003;

Deliberazione della Giunta Regionale 25 gennaio 2006, n. 8/1791 "Rete Europea Natura 2000: individuazione degli enti gestori di 40 Zone di Protezione Speciale (ZPS) e delle misure di conservazione transitorie per le ZPS e definizione delle procedure per l'adozione e l'approvazione dei piani di gestione dei siti";

Deliberazione della Giunta Regionale 8 febbraio 2006 n. 8/1876 e s.m. (1° suppl. str. al BURL n.21 del 23.5.2006) "Rete Natura 2000 in Lombardia: trasmissione al Ministero dell'Ambiente della proposta di aggiornamento della banca dati, istituzione di nuovi siti e modificazione del perimetro di siti esistenti";

DGR 7884 del 30 luglio 2008 “Misure di conservazione per la tutela delle ZPS lombarde ai sensi del d.m. 17 ottobre 2007 n.184 – Integrazione alla DGR n 6648/2008”.

DGR 8/9275/2009 "Determinazioni relative alle misure di conservazione per la tutela delle ZPS lombarde in attuazione della Direttiva 92/43/CEE e del DPR 357/97 ed ai sensi degli articoli 3, 4, 5, 6 del DM 17 ottobre 2007, n.184 - Modificazioni alla DGR n. 7884/2008".

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2. LA RETE ECOLOGICA D’AREA

2.1. NOTE METODOLOGICHE

La rete ecologica costituisce uno strumento importante per la conservazione della natura e la pianificazione territoriale in contesti dove la pressione antropica è marcata.

In paesaggi dominati dall’uomo, la conservazione della biodiversità necessita una struttura spaziale di ecosistemi coerente a larga scala. Teoria ed esperienze empiriche delle reti ecologiche offrono un contesto per il disegno e la progettazione di tali strutture spaziali. Inoltre, le reti ecologiche possono permettere di superare la contraddizione tra la conservazione (ovvero, mantenere le caratteristiche naturali di un ambiente o di un’area nel tempo e nello spazio) e lo sviluppo, che comporta invece cambiamenti dell’uso del suolo. Questo è possibile dal momento che le reti ecologiche possono cambiare struttura senza perdere il loro potenziale in termini di conservazione.

Per tutte queste ragioni, la corretta individuazione delle reti ecologiche diventa elemento necessario per le decisioni che presuppongono potenziali interferenze, evidenziando quali debbano essere gli obiettivi da raggiungere per quanto riguarda la conservazione della natura, aiutando a focalizzare l’attenzione sulla scala spaziale più efficacie per la conservazione.

Nella presente sezione si riporta un inquadramento delle componenti naturalistiche a livello di area di riferimento territoriale, costituita dall’area vasta della Valle del Ticino, nella zona di Boffalora Sopra Ticino in Provincia di Milano, e la descrizione dei Siti Rete Natura presenti nell’ambito di studio.

2.2. INQUADRAMENTO AMBIENTALE DELL’AREA VASTA

Il comune di Boffalora Sopra Ticino si caratterizza per l’appartenenza all’area vasta della Valle dei Ticino, la più importante ed estesa fra le aree naturali residue dell’intera Pianura Padana. Da sempre, il suo territorio è stato largamente sfruttato ed oggi è una delle valli maggiormente antropizzate e di grande sviluppo urbano e industriale.

Nel settore lombardo del Parco (Parco Lombardo della Valle del Ticino), oltre alle aree di rilevante valore naturalistico (Riserve Naturali) ed alle vaste aree agricole, sono compresi numerosi centri abitati. Nel parco si individuano diverse zone omogenee, tra cui in particolare: le zone di Riserva Integrale ed Orientata, che coincidono quasi per intero con l'alveo del fiume e con la sua valle, spesso sino al limite del terrazzo principale e proteggono i siti ambientali di maggior pregio, e le zone Agricole Forestali, che comprendono le aree situate tra la valle fluviale ed i centri abitati.

Il Parco del Ticino occupa un’area vicinissima alla conurbazione milanese, densamente popolata, e da tale prossimità geografica sorgono problematiche di conflitto tra gli elementi naturali e le attività umana nelle componenti più importanti.

Tuttavia, nonostante la domanda di territorio e di risorse si ponga in forte contrasto con la conservazione del patrimonio genetico, la costante attività di difesa del territorio – attraverso modelli di gestione di aree naturali situate in regioni a forte urbanizzazione e industrializzazione - ha reso possibile, ancor oggi, la conservazione di caratteri di pregio,

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sia per le varietà paesaggistiche, sia per la ricchezza degli ecosistemi presenti nel Parco.

Dal punto di vista geomorfologico, la configurazione territoriale attuale della valle è il risultato dell’azione erosiva originaria del ghiacciaio Verbano e della successiva dinamica idrogeologica del fiume. In generale lungo la valle fluviale si riconoscono tre diversi ambienti: anfiteatri morenici nella porzione settentrionale, seguiti da piani alti a terrazzi, ed, infine aree di pianura caratterizzata da dossi, scarpate, alvei abbandonati, che generano microambienti assai diversi per suolo e per vegetazione.

La valle del Ticino è caratterizzata da una forma detta "a cassetta": il fiume si è, infatti, scavato una vallata in tutti gli ambienti attraversati (colline moreniche, pianalti e pianura) piuttosto stretta nella parte superiore e più ampia in quella centrale. Seguendo il corso del suo alveo, si può notare che il dislivello tra la pianura e il greto fluviale diminuisce man mano che ci si allontana dal Lago Maggiore: nel primo tratto, da Sesto Calende a Somma Lombardo, il Ticino scorre, infatti, tra le colline moreniche con una forte differenza di quota; ad Oleggio il dislivello è di circa quaranta metri, che si dimezzano a Vigevano.

La valle del Ticino vede una equilibrata ripartizione tra zone agricole attive e territori boschivi. Nell’alta pianura il paesaggio naturale è caratterizzato da vegetazione di brughiera, mentre nella parte centro-meridionale della valle i boschi di ripa rappresentano gli ultimi lembi dell’originaria foresta planiziaria di latifoglie decidue. Numerose zone umide costellano l’andamento meandriforme del fiume nel tratto di pianura.

Il Parco del Ticino è una delle aree residue della Pianura Padana in cui ambienti naturali e semi-naturali hanno un’estensione tale da permettere la presenza di popolamenti animali.

Il fiume Ticino rappresenta un polmone verde in un’area di forte antropizzazione e industrializzazione ed un corridoio naturalistico che collega l’area pedemontana del Lago Maggiore al Fiume Po.

Gli habitat presenti sono quelli tipici dei boschi (boschi delle colline pedemontane, boschi delle brughiere, boschi del fondovalle), zone umide (zona delle acque correnti, fascia dei fontanili e delle risorgive, zone ad acqua stagnante), zone aride e brughiere, paesaggio agricolo, risaie, marcite.

2.3. LA RETE ECOLOGICA REGIONALE E PROVINCIALE

2.3.1. Il sistema delle connessioni ecosistemiche di scala sovralocale

Il principale riferimento regionale sotto il profilo delle connessioni ecosistemiche di scala territoriale è costituito dalla Rete Ecologica Regionale RER, il cui disegno definitivo è stato approvato dalla Regione Lombardia con DGR n. 8/10962 del 30.12.2009; la RER rappresenta lo strumento di programmazione settoriale che fornisce il quadro delle sensibilità prioritarie naturalistiche esistenti ed un disegno degli elementi portanti dell’ecosistema di riferimento per la valutazione di punti di forza e debolezza, di opportunità e minacce presenti sul territorio regionale.

La RER è riconosciuta come infrastruttura prioritaria del Piano Territoriale Regionale e costituisce strumento orientativo per la pianificazione regionale e locale, definendo un quadro orientativo di natura naturalistica ed ecosistemica e indicazioni circa le

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opportunità per individuare azioni di pianificazione compatibili. In particolare, la RER lombarda, intesa come rete polivalente in grado di produrre sinergie positive con le varie politiche di settore che concorrono al governo del territorio e dell’ambiente, si inquadra come strumento fondamentale per uno sviluppo sostenibile all’interno del più vasto scenario territoriale ambientale delle regioni biogeografiche alpina e padana. In particolare, il documento "Rete ecologica regionale e programmazione territoriale degli enti locali" fornisce indicazioni per la composizione e la concreta salvaguardia della Rete nell'ambito dell'attività di pianificazione e programmazione.

Il territorio di Boffalora Sopra Ticino si colloca nel contesto di questo importante sistema di tutela ecologica, con un interessamento di aree che ricomprendono sia ambiti extraurbani che periurbani.

Rete Ecologica Regionale Estratto

Legenda

Fonte: Regione Lombardia | Rete Ecologica Regionale – tav. 3

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Cartografia

Legenda

Fonte: Regione Lombardia | Rete Ecologica Regionale – settore 33

A scala provinciale, lo stesso Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Milano (PTCP, approvato con DCP n. 55 del 14.10.2003 ed in corso di adeguamento alla LR 12/2005) individua un disegno di rete ecologica.

La Rete Ecologica Provinciale definisce le aree di maggiore rilevanza naturalistica e le direttrici di connessione ecosistemica la cui tutela e valorizzazione costituisce elemento indispensabile per il mantenimento e potenziamento delle funzioni ecologiche a cui la rete si rivolge.

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Rete Ecologica Provinciale (PTCP) Estratto

Legenda

Fonte: Provincia di Milano – PTCP | Tav. 4 - Rete Ecologica Provinciale

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2.4. I SITI DELLA RETE NATURA 2000 INTERESSATI DAL PIANO | ANALISI

2.4.1. Riferimenti generali

La costruzione del quadro conoscitivo che sottende alla presente Valutazione di Incidenza si svolge attraverso l’integrazione dei dati raccolti sul campo con quelli relativi alle informazioni esistenti già approfondite dagli studi di settore.

Le indicazioni sulla vegetazione/flora sono state tratte essenzialmente da:

Formulario Natura 2000 Del Favero R., (a cura di), 2002: “I tipi forestali della Lombardia. Inquadramento

ecologico per la gestione dei boschi lombardi”. Regione Lombardia.

Le indicazioni sulla fauna sono state tratte essenzialmente da:

Barbieri, Gentili, 2002. Gli Anfibi e i Rettili del Parco del Ticino. Bernini et al., 2004. Atlante degli Anfibi e dei Rettili della Lombardia. Bogliani, 2004. I Mammiferi del Parco Ticino. Bogliani et al., 2003. Biodiversità animale degli ambienti terrestri nei parchi del

Ticino. Bogliani et al., 2007. Rete Ecologica della Pianura Padana Lombarda. Brichetti e Fasola, 1990. Atlante degli Uccelli nidificanti in Lombardia. Gariboldi, 2001. Gli Uccelli del Parco Ticino. Formulario Natura 2000 Fornasari et al., 1992. Atlante degli Uccelli svernanti in Lombardia. Fornasari & Villa (eds), 2001. La fauna dei Parchi lombardi. Regione Lombardia. Furlanetto, 2002. Atlante della biodiversità nel Parco del Ticino. Prigioni et al., 2001. Atlante dei Mammiferi della Lombardia. Rubolini et al., 2002-2006. Censimento annuale degli Uccelli acquatici svernanti

il Lombardia (IWC). Tosi, Martinoli, Preatoni, Cerabolini & Vigorita - Foreste e biodiversità faunistica in

Lombardia – Monitoraggio e conservazione della fauna forestale (Galliformi e Mammiferi) - (eds), 2003. Regione Lombardia.

Nelle successive schede di ciascun Sito Natura 2000 vengono elencati gli habitat e le specie di interesse comunitario per i quali tali siti sono stati designati, e che sono riportati sul Formulario Standard Natura 2000 ufficiale relativo a ciascun sito.

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2.4.2. Analisi dei SIC/ZPS

Sono proposte nel seguito schede descrittive sintetiche dei siti della Rete Natura 2000 che interessano il territorio di Boffalora Sopra Ticino.

2.4.2.1. SIC Turbigaccio, Boschi di Castelletto e Lanca di Bernate

Codice SIC Localizzazione IT2010014 Long. E 8,4515 | Lat. 45,3012 Superficie Ente Gestore 2.531 ha Consorzio Parco Lombardo della Valle del Ticino Altezza [m s.l.m.] Area protetta interessata 112 (min) - 151 (max) Parco Lombardo della Valle del Ticino Comuni interessati Bernate Ticino, Boffalora Sopra Ticino, Castano Primo, Cuggiono, Lonate Pozzolo, Nosate, Robecchetto con Induno, Turbigo. Descrizione L’area è completamente inserita all’interno del Parco Regionale Lombardo della Valle del Ticino e in buona parte all’interno dei confini del Parco Naturale (L.R. n. 31/2002), che coincide con la fascia di silenzio venatorio. In particolare, i boschi e la lanca di Bernate vi sono inseriti come Riserva Naturale Orientata. Nel complesso l’area comprende sia la depressione valliva del fiume Ticino, sia parte della Piana diluviale (alta pianura) in cui il solco fluviale è inciso. Risulta perciò costituita da alluvioni fluviali recenti e attuali. Il territorio è costituito da un ambito a morfologia “piatta” anche se non mancano basse scarpate, arginelli ecc. Qui il fiume ha un andamento perlopiù di tipo intrecciato. Individuazione SIC

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Habitat In tabella è riportato l’elenco degli habitat di interesse comunitario ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (inseriti nell’Allegato I), presenti all’interno del SIC “Turbigaccio, boschi di Castelletto e lanca di Bernate”.

Codice Denominazione

3130 Acque stagnanti da oligotrofe a mesotrofe con vegetazione di Littorelleta uniflorae e/o degli Isoeto-Nanojuncetea

3260 Fiumi delle pianure e montani con vegetazione di Ranunculus fluitantis e Callitricho-Batrachion

6210 Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuca Brometalia) (*) stupenda fioritura di orchidee)

6220 (*) Percorsi substeppici di graminacee e piante annue di Thero-Brachypodietea 9160 Querceti di farnia o rovere subatlantici e dell’Europa centrale del Carpion betuli

91E0 (*) Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae)

91F0 Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenion minoris)

Nota (*) Habitat prioritari ai sensi della Direttiva 92/43/CEE Specie

Nella tabella che segue è riportato l’elenco delle specie animali inserite nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE e nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE, presenti nel SIC “Turbigaccio, boschi di Castelletto e lanca di Bernate”.

Codice Nome scientifico Nome comune UCCELLI A021 Botaurus stellaris Tarabuso A023 Nycticorax nycticorax Nitticora A026 Egretta garzetta Garzetta A060 Aythya nyroca Moretta tabaccata A073 Milvus migrans Nibbio bruno A081 Circus aeruginosus Falco di palude A082 Circus cyaneus Albanella reale A103 Falco peregrinus Falco pellegrino A193 Sterna hirundo Sterna comune A195 Sterna albifrons Fraticello A222 Asio flammeus Gufo di palude A224 Caprimulgus europaeus Succiacapre A229 Alcedo atthis Martin pescatore A338 Lanius collurio Averla piccola MAMMIFERI 1303 Rhinolophus hipposideros Rinolofo minore 1304 Rhinolophus ferrum-equinum Rinolofo maggiore 1321 Myotis emarginatus Vespertilio smarginato RETTILI E ANFIBI 1167 Triturus carnifex Tritone crestato 1215 Rana latastei Rana di Lataste 1220 Emys orbicularis Testuggine palustre europea PESCI 1167 Triturus carnifex Tritone crestato 1107 Salmo marmoratus Trota marmorata 1114 Rutilus pigus Pigo

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1115 Chondrostoma genei Lasca 1131 Leuciscus souffia Vairone 1137 Barbus plebejus Barbo comune 1138 Barbus meridionalis Barbo canino 1140 Chondrostoma soetta Savetta 1149 Cobitis taenia Cobite comune 1163 Cottus gobio Scazzone INVERTEBRATI 1041 Oxygastra curtisii Cordulia di Curtis 1060 Lycaena dispar Licena delle paludi 1065 Euphydryas aurinia - 1071 Coenonympha oedippus - 1083 Lucanus cervus Cervo volante 1088 Cerambyx cerdo Cerambice delle querce 1092 Austrapotamobius pallipes Gambero di fiume PIANTE 1670 Myosotis rehsteineri Nontiscordardimè di Rehsteiner

Connotazione ambientale ed ecosistemica del sito Questo sito è caratterizzato dalla presenza di habitat di notevole interesse naturalistico, legati alla divagazione fluviale quali lanche, isole fluviali, canali naturali, che ospitano una vegetazione e una fauna peculiari. Gli ambiti forestali presenti, che occupano ampie superfici, presentano gradi diversi di igrofilia e si distinguono per l’elevato livello ambientale.

Alla notevole varietà di habitat, tutti contraddistinti da un buon grado di naturalità e conservazione, corrisponde una grande ricchezza sia floristica che faunistica, che vede la presenza di numerose specie sia di importanza comunitaria, rare, o appartenenti alla Lista Rossa, sia di specie caratteristiche degli ambienti umidi.

Il sito ha tra i principali fattori di pressione la presenza di numerose infrastrutture (ferrovie, autostrade, elettrodotti e oleodotti che determinano un notevole disturbo e l’interruzione del corridoio ecologico rappresentato dai boschi del Ticino. All'interno dell'area SIC è inoltre evidente il fenomeno del deperimento dei popolamenti e un grave impatto determinato dalla presenza di cinghiali e specie vegetali esotiche.

Piano di Gestione del SIC Il SIC “Turbigaccio, Boschi di Castelletto e Lanca di Bernate” è dotato di Piano di Gestione approvato con Delibera n. 3 del 16 marzo 2011 dall’Assemblea Consortile del Parco del Ticino.

Il piano di gestione ha come obiettivi generali:

- la conservazione degli habitat,

- il contenimento della diffusione di alloctone infestanti,

- l’eliminazione delle specie di fauna alloctona,

- le attività di ricerca scientifica.

Le azioni previste per il raggiungimento di questi obiettivi sono: il controllo delle esotiche, il ripristino della viabilità forestale, l’ampliamento della superficie canneto, il ripristino potenziale forestale nelle pertinenze dell'elettrodotto, attività di ricerca per la valutazione dei danni da cinghiale, il monitoraggio degli habitat e studio della flora e della vegetazione, il ripristino dell’area interessata da incendi boschivi, la conservazione delle orchidee. E ancora il monitoraggio e contenimento del

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cinghiale e dei relativi danni arrecati agli habitat naturali, il monitoraggio di Chirotteri e creazione di alberi-habitat e siti idonei per chirotteri e rapaci, il monitoraggio dello scoiattolo grigio, della nutria e degli invertebrati alloctoni, il ripristino della permeabilità ecologica in presenza delle infrastrutture, il monitoraggio della lontra, della martora e dell’avifauna lungo l’asta del Ticino, opere di mitigazione dell’effetto delle linee elettriche sull’avifauna, la realizzazione di siepi e filari nelle aree agricole (fonte: www.parcoticino.it)

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2.4.2.2. SIC Boschi della Fagiana

Codice SIC Localizzazione IT2050005 Long. E 8,501 | Lat. 45,286

Superficie Ente Gestore 1.050 ha Consorzio Parco Lombardo della Valle del Ticino Altezza [m s.l.m.] Area protetta interessata 99 (min) - 118 (max) Parco Lombardo della Valle del Ticino Comuni interessati Boffalora Sopra Ticino, Magenta, Robecco sul Naviglio

Descrizione Il notevole interesse naturalistico di questo sito deriva dalla grande varietà di habitat caratteristici della pianura lombarda, quali la brughiera e le risorgive catturate a fontanili, in buono stato di conservazione. Vi è inoltre, ricchezza e varietà di specie, sia animali che vegetali.

Oltre alla rilevanza naturalistica è da sottolineare anche l’elevato interesse paesaggistico che caratterizza l’area.

Individuazione SIC

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Habitat In tabella è riportato l’elenco degli habitat di interesse comunitario ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (inseriti nell’Allegato I), presenti all’interno del SIC “Boschi della Fagiana”.

Codice Denominazione

3130 Acque stagnanti da oligotrofe a mesotrofe con vegetazione di Littorelleta uniflorae e/o degli Isoeto-Nanojuncetea

3260 Fiumi delle pianure e montani con vegetazione di Ranunculus fluitantis e Callitricho-Batrachion

6210 Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuca Brometalia) (*) stupenda fioritura di orchidee)

6220 (*) Percorsi substeppici di graminacee e piante annue di Thero-Brachypodietea 9160 Querceti di farnia o rovere subatlantici e dell’Europa centrale del Carpion betuli 9170 Querceti di rovere del Galio-Carpinetum 9190 Vecchi querceti acidofili delle pianure sabbiose con Quercus robur 91B0 Frassineti termofili a Fraxinus angustifolia

91E0 (*) Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae)

91F0 Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenion minoris)

Nota (*) Habitat prioritari ai sensi della Direttiva 92/43/CEE

Specie Nella tabella che segue è riportato l’elenco delle specie animali inserite nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE e nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE, presenti nel SIC “Boschi della Fagiana”.

Codice Nome scientifico Nome comune UCCELLI A021 Botaurus stellaris Tarabuso A023 Nycticorax nycticorax Nitticora A024 Ardeola ralloides Sgarza ciuffetto A026 Egretta garzetta Garzetta A073 Milvus migrans Nibbio bruno A081 Circus aeruginosus Falco di palude A084 Circus pygargus Albanella minore A094 Pandion haliaetus Falco pescatore A166 Tringa gareola Piro-piro boschereccio A193 Sterna hirundo Sterna comune A195 Sterna albifrons Fraticello A197 Chlidonias niger Mignattino A222 Asio flammeus Gufo di palude A224 Caprimulgus europaeus Succiacapre A229 Alcedo atthis Martin pescatore A338 Lanius collurio Averla piccola MAMMIFERI 1303 Rhinolophus hipposideros Rinolofo minore 1304 Rhinolophus ferrum-equinum Rinolofo maggiore 1321 Myotis emarginatus Vespertilio smarginato 1355 Lutra lutra Lontra

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RETTILI E ANFIBI 1167 Triturus carnifex Tritone crestato 1215 Rana latastei Rana di Lataste 1220 Emys orbicularis Testuggine palustre europea PESCI 1115 Chondrostoma genei Lasca 1131 Leuciscus souffia Vairone 1137 Barbus plebejus Barbo comune 1138 Barbus meridionalis Barbo canino 1140 Chondrostoma soetta Savetta 1149 Cobitis taenia Cobite comune 1163 Cottus gobio Scazzone INVERTEBRATI 1060 Lycaena dispar Licena delle paludi 1083 Lucanus cervus Cervo volante 1084 (*) Osmoderma eremita Scarabeo eremita 1088 Cerambyx cerdo Cerambice delle querce 1092 Austrapotamobius pallipes Gambero di fiume PIANTE 1670 Myosotis rehsteineri Nontiscordardimè di Rehsteiner

Nota (*) Specie prioritaria ai sensi della Direttiva 92/43/CEE

Connotazione ambientale ed ecosistemica del sito Il notevole interesse naturalistico di questo sito deriva dalla grande varietà di habitat, dal buono stato di conservazione degli stessi e dalla presenza di habitat caratteristici della pianura lombarda quali la brughiera e le risorgive catturate a fontanili.

A tale ricchezza di habitat corrisponde un’altrettanta e ancora maggiore ricchezza e varietà di specie, sia animali che vegetali, tra le quali troviamo specie tipiche degli habitat presenti, rare o minacciate, indicatori di elevata qualità ambientale (in modo particolare relativi agli ecosistemi acquatici), o specie appartenenti alla Lista Rossa, nonché numerose specie di importanza comunitaria.

Oltre alla rilevanza naturalistica è da sottolineare anche l’elevato interesse paesaggistico che caratterizza l’area.

Piano di Gestione del SIC Il SIC “Boschi della Fagiana” non dispone allo stato attuale di Piano di Gestione; in via transitoria per esso valgono quali misure di conservazione le norme del Piano Territoriale di Coordinamento del Parco del Ticino.

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2.4.2.3. ZPS Boschi del Ticino

Codice ZPS Localizzazione IT2080301 Long. E 8,4935 | Lat. 45,2628 Superficie Ente Gestore 20.566 Consorzio Parco del Ticino Altezza [m s.l.m.] Area protetta interessata 60 (min) - 280 (max) - 170 (media) Parco Regionale Valle del Ticino Province interessate Milano, Varese, Pavia

Descrizione L’area rappresenta il più grande parco fluviale d’Europa, inserito in posizione centrale nella Pianura Padana, dove salvaguarda frammenti di habitat fondamentali per la riproduzione di uccelli nidificanti, per la sosta dei migratori e per la sopravvivenza delle popolazioni svernanti.

Individuazione ZPS

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Habitat In tabella è riportato l’elenco degli habitat di interesse comunitario ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (inseriti nell’Allegato I), presenti all’interno della ZPS “Boschi del Ticino”.

Codice Denominazione 9160 Querceti di farnia o rovere subatlantici e dell'Europa centrale del Carpinion betuli. 91E0 Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alnion-Padion, Alnion

incanae, Salicion albae). 6220 Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea. 4030 Lande secche europee 3260 Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e

Callitricho-Batrachion 91F0 Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor,

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Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenion minoris) 6430 Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile *6210 Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato

calcareo (Festuco - Brometalia) (* notevole fioritura di orchidee) 9190 Vecchi querceti acidofili delle pianure sabbiose con Quercus robur 8230 Rocce silicee con vegetazione pioniera del Sedo-Scleranthion o del Sedo albi-

Veronicion dillenii 3270 Fiumi con argini melmosi con vegetazione del Chenopodion rubri p.p e Bidention

p.p. 3150 Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition 3130 Acque stagnanti, da oligotrofe a mesotrofe, con vegetazione dei Littorelletea

uniflorae e/o degli Isoëto-Nanojuncetea *6110 Formazioni erbose di detriti calcarei dell’Alysso-Sedion albi Nota (*) Habitat prioritari ai sensi della Direttiva 92/43/CEE

Specie

Nella tabella che segue è riportato l’elenco delle specie animali inserite nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE e nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE, presenti nella ZPS “Boschi del Ticino”.

Codice Nome scientifico Nome comune UCCELLI A021 Botarus stellaris Tarabuso A023 Nycticorax nycticorax Nitticora A024 Ardeola ralloides Sgarza ciuffetto A026 Egretta garzetta Garzetta A027 Egretta alba Airone bianco maggiore A029 Ardea purpurea Airone rosso A030 Ciconia nigra Ciconia nera A031 Ciconia ciconia Cicogna bianca A034 Platalea leucorodia Spatola A060 Aythya nyroca Moretta tabaccata A072 Pernis apivorus Falco pecchiaiolo A073 Milvus migrans Nibbio bruno A074 Milvus milvus Nibbio reale A081 Circus aeruginosus Falco di palude A082 Circus cyaneus Albanella reale A084 Circus pygargus Albanella minore A090 Aquila clanga Aquila anatraia maggiore A094 Pandion haliaetus Falco pescatore A098 Falco columbarius Smeriglio A103 Falco peregrinus Falco pellegrino A119 Porzana porzana Voltolino A120 Porzana parva Schiribilla A121 Porzana pusilla Schiribilla grigiata A127 Grus grus Gru A131 Himantopus himantopus Cavaliere d’Italia A140 Pluvialis apricaria Piviere dorato A151 Philomachus pugnax Combattente A154 Gallinago media Croccolone A166 Tringa gareola Piro-piro boschereccio A193 Sterna hirundo Sterna comune A195 Sterna albifrons Fraticello A196 Chlidonias hybridus Mignattino piombato A197 Chlidonias niger Mignattino

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A224 Caprimulgus europeas Succiacapre A229 Alcedo atthis Martin pescatore A231 Coracias garrulus Ghiandaia marina A243 Calandrella brachydactyla Pispoletta A246 Lullula arborea Tottavilla A001 Gavia stellata Strolaga minore A002 Gavia arctica Strolaga mezzana A003 Gavia immer Strolaga maggiore A255 Anthus campestris Calandro A321 Ficedula albicollis Balia dal collare A338 Lanias collurio Averla piccola A379 Emberiza hortulana Ortolano MAMMIFERI 1303 Rhinolophus hippoposideros Rinolofo minore 1304 Rhinolophus ferrumequinum Rinolofo maggiore 1305 Rhinolophus euryale Rinolofo euriale 1307 Myotis blythii Vespertilio minore 1308 Barbastella barbastellus Barbastello 1310 Miniopterus schreibersi Miniottero 1321 Myotis emarginatus Vespertilio smarginato 1324 Myotis myotis Vespertilio maggiore 1355 Lutra lutra2 Lontra2 RETTILI E ANFIBI 1167 Triturus carnifex Tritone crestato 1199 Pelobates fuscus insubricus Pelobate fosco insubrico 1215 Rana latastei Rana di Lataste 1220 Emys orbicularis Testuggine palustre europea PESCI 1096 Lampetra planeri3 Lampreda di ruscello3 11001 Acipenser naccarii Storione cobice 11011 Acipenser sturio4 Sturione comune4 1107 Salmo marmoratus Trota marmorata 1114 Rutilus pigus Pigo 1115 Chondrostoma genei Lasca 1131 Leuciscus souffia Vairone 1136 Rutilus rubilio5 Rovella5 1137 Barbus plebejus Barbo comune 1138 Barbus meridionalis Barbo canino 1140 Chondrostana soetta Savetta 1149 Cobitis taenia Cobite comune 1163 Cottus gobio Scazzone 1092 Austropotamobius pallipes Gambero di fiume INVERTEBRATI 1037 Ophiogomphus cecilia Gonfo serpentino 1041 Oxygastra curtisii Cordulia di Curtis 1060 Lycaena dispar Liceana delle paludi 1071 Coenonympha oedippus Farfalla diurna 1083 Lucanus cervus Cervo volante 10841 Osmoderma eremita Scarabeo eremita 1088 Cerambyx cerdo Cerambice delle querce Note 1 Specie prioritaria ai sensi della Direttiva 92/43/CEE.

2 Le ultime segnalazioni di questa specie risalgono agli anni ‘80; il Parco Lombardo, all’interno della riserva demaniale della Fagiana, ha realizzato un sito di acclimatamento per giovani di lontra e sta portando avanti un piano per la loro reintroduzione. 3 Presumibilmente ci si riferisce in realtà alla Lampreda padana (Lampetra

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zanandreai) 4 Questa specie è scomparsa dal Fiume Ticino 5 Si ritiene una segnalazione poco attendibile in quanto l’areale della Rovella comprende le regioni centro-meridionali della penisola italiana mentre nel Fiume Ticino questa specie è alloctona e non risulta presente; verosimilmente è stata confusa con la specie esotica di recente comparsa “Gardon” (Rutilus rutilus)

Connotazione ambientale ed ecosistemica del sito Questo sito rappresenta il più grande parco fluviale d’Europa, inserito in posizione centrale nella Pianura Padana, dove salvaguarda frammenti di habitat fondamentali per la riproduzione di uccelli nidificanti (ad esempio le colonie di Ardeidi), per la sosta dei migratori e per la sopravvivenza delle popolazioni svernanti.

Piano di Gestione della ZPS La ZPS “Boschi del Ticino” non dispone allo stato attuale di Piano di Gestione; in via transitoria per essa valgono quali misure di conservazione le norme del Piano Territoriale di Coordinamento del Parco del Ticino.

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3. POSSIBILI EFFETTI DEL PGT SUI SITI DELLA RETE NATURA 2000

3.1. SINTESI DELLE PREVISIONI DI PIANO ED EFFETTI POTENZIALI SUI SITI

Gli effetti ambientali delle previsioni del PGT di Boffalora Sopra Ticino sono esaminati nel Rapporto Ambientale VAS, con cui il presente Studio di Incidenza si integra, che riporta una descrizione di sintesi delle principali determinazioni di Piano, accompagnata da indicatori rappresentativi delle modificazioni attese sotto il profilo del carico antropico ed insediativo.

Considerata l’ubicazione dei due SIC e della ZPS in esame, la loro caratterizzazione naturalistica, come in precedenza esposta, e lo scenario strategico del nuovo Piano di Governo del Territorio configurato attraverso il sistema di obiettivi generali di seguito richiamati, le previsioni di Piano che possono comportare effetti potenziali in relazione agli habitat ed alle specie presenti sono da ricercarsi nelle previsioni riferite agli Ambiti di Trasformazione urbanistica (AT) ed agli Ambiti di Riqualificazione Urbana (ARU).

Relativamente a tali ambiti AT e ARU dianzi richiamati, le schede che seguono descrivono l’insieme degli ambiti individuati sul territorio comunale e le relative previsioni di intervento, rispetto alle quali vengono riportate le valutazioni circa i possibili effetti sui siti della Rete Natura 2000.

Non si ravvisano effetti potenziali di carattere diretto o indiretto nei contenuti del PGT relativi al sistema dei servizi di interesse generale, di cui al Piano dei Servizi, o nelle disposizioni riferite alle diverse porzioni del tessuto urbano consolidato od altre parti del territorio comunale non interessate direttamente da previsioni di trasformazione urbanistica e trattate con il Piano delle Regole. Anche i contenuti principali di questi due atti del Piano vengono di seguito brevemente richiamati.

3.1.1. Sistema degli obiettivi di Piano

Gli obiettivi generali verso cui il PGT di Boffalora Sopra Ticino si rivolge e le conseguenti determinazioni di Piano sono i seguenti:

Obiettivi generali e indirizzi di Piano

Sistema Obiettivi generali Obiettivi specifici – determinazioni di Piano

1 ECOSISTEMA Tutelare e valorizzare le risorse naturali

Attuare a livello locale il progetto di rete ecologica provinciale

Sostenere e regolamentare interventi per il risparmio energetico

Salvaguardare e riqualificare gli ambiti fluviali Tutelare e valorizzare gli ambiti agro-forestali

esistenti in una logica di multifunzionalità (componente produttiva, paesistica, ecologia, turistica, culturale, ecc.)

Ridurre la pressione antropica sulle componenti ambientali attraverso: il potenziamento della mobilità dolce, la razionalizzazione del traffico

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veicolare, il collettamento degli insediamenti sprovvisti, la realizzazione di edifici con minori emissioni inquinanti, ecc.

2 PAESAGGIO

Ridurre il degrado paesistico Costruire un paesaggio locale valorizzando gli elementi individui e le specificità territoriali

Introdurre una disciplina paesistica comunale che orienti le trasformazioni verso una specifica attenzione alla componente paesistica (definizione del grado di sensibilità del territorio)

Ridurre o quantomeno non aumentare l'impatto paesistico rispetto agli ambiti vulnerabili o quelli con maggiore visibilità

Tutelare e valorizzare i beni storico-architettonici, compresi gli elementi di rilevanza “minore” che rappresentano un segno della comunità e sono da essa riconosciuti

Comporre o ricomporre il margine urbano quale elemento qualificato di transizione tra la città e l'ambiente agro-naturale

Contenere la sfrangiatura del tessuto edificato Strutturare un sistema di fruizione che valorizzi gli

elementi paesistici presenti e potenziali (beni, punti panoramici, peculiarità ambientali, ecc.)

3 SISTEMA INSEDIATIVO

Governare lo sviluppo urbanistico secondo regole di sostenibilità

Definire un modello insediativo compatibile con le valenze paesistico-ambientali e coerente con le esigenze dei cittadini

Contenere il consumo di suolo Rivalutare le previsioni edificatorie non attuate Favorire l’efficiente sfruttamento del tessuto

urbano consolidato Recuperare e rifunzionalizzare il patrimonio edilizio

esistente con particolare riferimento al centro storico

Introdurre meccanismi di perequazione e compensazione

Rifunzionalizzare le aree dismesse coerentemente con le caratteristiche edilizie e urbanistiche del contesto urbano

Mitigare le interferenze derivanti dalla convivenza di funzioni residenziale e produttive

Assicurare qualità e coerenza agli interventi urbanistici ed edilizi (di piccole o grandi dimensioni) in forza del principio generale secondo il quale tutti gli interventi devono concorrere al miglioramento urbano e al potenziamento del sistema dei servizi

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4 SERVIZI

Sviluppare una gestione efficiente ed efficace dei servizi

Razionalizzare le strutture esistenti al fine di garantire l'equilibrio tra la prestazione fornita e il costo per la comunità (accorpamento delle sedi, plurifunzionalità delle strutture, ecc.)

Potenziare e migliorare il sistema del verde urbano (Parco Folletta)

Migliorare l'accessibilità ciclopedonale alle strutture

Coinvolgere i soggetti privati e il “terzo settore” nella programmazione e gestione dei servizi

Incrementare le opportunità culturali

5 MOBILITÀ

Creare una rete di mobilità sostenibile e coerente con le caratteristiche del territorio e dell’utenza

Gerarchizzare la rete viabilistica (flussi locali – traffico di attraversamento)

Rivedere la circolazione veicolare nelle zone edificate al fine di renderla compatibile con la mobilità ciclopedonale

Realizzare percorsi ciclo-pedonali (di accesso ai servizi, per gli spostamenti all’interno del territorio, per scopi ricreativi e turistici)

Monitorare i progetti di carattere regionale al fine di verificare le ricadute locali

6 SISTEMA ECONOMICO

Garantire e sviluppare il sistema economico locale

Mantenere un tessuto produttivo che eviti la monofunzionalità residenziale nel rispetto delle valenze paesistico-ambientali (*)

Adeguare la disciplina urbanistica alle nuove esigenze produttive

Sostenere la riattivazione produttiva delle aree dismesse

Salvaguardare il piccolo commercio al servizio delle fasce con minor disponibilità di mobilità

(*) Tale determinazione di Piano, definita in prima istanza, è stata superata a seguito di aspetti di

criticità emersi negli incontri specifici con gli operatori economici e con i cittadini; è prevalsa la non operabilità della scelta della riattivazione del tessuto produttivo all’interno del tessuto residenziale per le due aree dismesse Ex Cantoni e Scatolificio-manifattura.

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3.1.2. Politiche di Intervento per i diversi sistemi funzionali

POLITICHE DI INTERVENTO PER I DIVERSI SISTEMI FUNZIONALI

SISTEMI FUNZIONALI POLITICHE DI INTERVENTO

MOBILITÀ

Il Piano prevede di creare una rete di mobilità dolce a sostegno del sistema dei servizi nonché quale sistema di supporto per la valorizzazione degli ambiti di interesse paesistico.

Azioni specifiche di Piano:

Revisione ipotesi strada e ponte sul Naviglio

Ponte del Naviglio

Nuova passerella ciclopedonale del Naviglio

Collegamento Pontenuovo – centro

Variante SS11 di Pontenuovo (richiamo di una previsione definita a livello sovracomunale)

RESIDENZA

Il Piano prevede di orientare le trasformazioni (intese sia come rinnovo del patrimonio edilizio esistente sia come nuova edificazione) coerentemente con i caratteri paesistici e con l'obiettivo di aumentare la qualità urbana.

Inoltre, il Piano si pone l’obiettivo di strutturare un modello insediativo dimensionato secondo parametri conservativi (recupero tessuto storico, densificazione misurata dell’esistente, ridotte espansioni).

Azioni specifiche di Piano:

Revisione zona di espansione residenziale - Garibaldi-Manzoni proposta dal PRG (non confermata)

Ambito di trasformazione residenziale - via Donizetti

Ambito di riqualificazione urbana – Circonvallazione

Ambito di riqualificazione urbana – Centro storico

Centro storico

Ambiti di riqualificazione urbana – Via Marconi-Magenta

Ambito di trasformazione residenziale Marconi-Magenta-Circonvallazione

Villa Giulini

Margine urbano sud

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ATTIVITÀ PRODUTTIVE ATTIVITÀ COMMERCIALI

Il Piano si pone l’obiettivo di supportare i processi economici volti alla sviluppo dell'economia locale (aggiornamento normativo, rinnovamento tecnologico, riduzione impatto) e di sfruttare le sinergie ed economie derivanti dalle iniziative di area vasta. Azioni specifiche di Piano:

Revisione zona di espansione produttiva Circonvallazione – San Defendente prevista da PRG (non confermata)

Rifunzionalizzazione ambiti produttivi esistenti e di espansione - Ambito di trasformazione (AT) – Manifattura, Ambito di riqualificazione urbana (ARU) – Scatolificio (conversione a funzione residenziale)

Zona industriale esistente

Ambito di trasformazione produttiva – Viale Industria

Ambito di riqualificazione urbana - “ex-Saffa”

Ambiti di espansione produttiva-commerciale Magnana nord

Ambito di espansione terziario-ricettivo Magnana sud

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SERVIZI DI INTERESSE GENERALE (IN AGGIUNTA A QUELLI RELATIVI ALLA MOBILITÀ)

Il Piano prevede di sviluppare una gestione efficiente ed efficace dei servizi e delle reti (accorpamento sedi, potenziamento strutture, collettamento).

Il ruolo del PGT - attraverso il Piano dei Servizi - è quello di prevedere le adeguate infrastrutture affinché le manifestazioni, gli eventi, ecc. possano trovare la loro giusta collocazione.

Valorizzare la capacità e l'esperienza degli anziani, creando le condizioni perché possano continuare a essere protagonisti della vita comunitaria e a dialogare con le nuove generazioni: creare luoghi di incontro fra generazioni; coinvolgere gli anziani in attività di interesse generale; ampliare l’offerta di iniziative che mettano a confronto le diverse esperienze

Proporre, incentivare e sostenere iniziative ricreative, formative e culturali per i giovani: ampliare l’offerta di iniziative per il tempo libero; migliorare i canali di dialogo e collaborazione fra la città e i giovani.

Costruire un calendario di iniziative che risponda agli interessi culturali dei cittadini: sostenere eventi ed iniziative culturali in sinergia con le associazioni del territorio e con le scuole (mostre, concerti, convegni, ecc.); “esportare sul territorio” le iniziative (arte nei cortili, feste, sagre, ecc.).

Garantire la sicurezza e la vivibilità del territorio: garantire l’efficienza dei servizi sul territorio (anche attraverso accordi di livello intercomunale); sostenere attività di prevenzione (scuole) in collaborazione con enti e volontari.

Garantire la partecipazione attiva della popolazione alla vita cittadina - Facilitare il dialogo tra Enti e cittadini: istituire momenti e luoghi di confronto attraverso i quali i cittadini possono conoscere le iniziative dell’amministrazione e portare il proprio contributo ampliare gli spazi per l’informazione; creare una “consuetudine” di collaborazione con gli altri enti per conoscere e partecipare alle iniziative che possono avere effetti positivi sul territorio (concorsi, finanziamenti, bandi, ecc.).

Azioni specifiche di Piano:

Polo dei servizi

Rifunzionalizzazione dell’edificio biblioteca (ARU)

Parco Folletta

Fonte: Documento di Piano

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3.1.3. Ambiti di Trasformazione AT ed Ambiti di Riqualificazione Urbana ARU

Il PGT di Boffalora Sopra Ticino promuove Ambiti di Trasformazione residenziale AT ed Ambiti di riqualificazione urbana ARU a vocazione residenziale come descritti nel seguito.

Ambito di trasformazione residenziale AT Destinazione SLP ammissibile (mq)

AT – Via Donizetti residenza e compatibili 2.135

AT – Manifattura (via Donizetti) residenza e compatibili 4.200

AT – Marconi-Magenta-Circonvallazione residenza e compatibili 6.500

SLP complessiva 12.835

Tutti gli Ambito di trasformazione residenziale AT sono all’interno del tessuto urbano consolidato.

Ambito di riqualificazione urbana ARU

Destinazione SLP ammissibile

ARU – Scatolificio (via Donizetti) residenza e compatibili 3.000

ARU - Circonvallazione residenza e compatibili 3.000

ARU – Centro Storico residenza e compatibili 3.000

ARU - Via Marconi-Magenta residenza e compatibili 2.400

ARU – Ex Filatoio residenza bar, ristoranti, ricettivo, commercio di vicinato, artigianato, servizi privati, attrezzature sportive e ricreative, studi professionali d’arte

recupero esistente

SLP complessiva 12.000

Gli Ambiti di riqualificazione urbana a vocazione residenziale ARU sono per lo più individuati in aree all’interno del tessuto urbano consolidato; unica eccezione l’ARU Ex filatoio, con affaccio sulla valle del Ticino.

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Studio di Incidenza 40

AMBITI DI TRASFORMAZIONE RESIDENZIALE E RIQUALIFICAZIONE URBANA - localizzazione

ambiti di trasformazione residenziale

ambiti di riqualificazione urbana a vocazione residenziale

Ambito di trasformazione industriale AT Destinazione SLP ammissibile

AT – Viale industria produttivo 8.500 mq

Ambito di trasformazione produttivo-commerciale AT Destinazione SLP ammissibile

AT – Magnana nord Produttivo, terziario, commercio, servizi privati 3.500 mq

Ambito di trasformazione ricettivo AT

Destinazione SLP ammissibile

AT – Magnana sud Terziario, ricettivo, servizi privati, residenziale (esistente) 5.000 mq

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Studio di Incidenza 41

Ambito di riqualificazione urbana ARU

Destinazione SLP ammissibile

ARU – Ex Saffa Produttivo, terziario, commercio (piccola – media dimensione) 250.000 mq

L’ambito di trasformazione produttivo si colloca in un contesto produttivo consolidato. Gli ambiti di trasformazione produttivo-commerciale e ricettivo si collocano in località Magnana, nella porzione meridionale del territorio comunale.

L’area ARU Ex Saffa rappresenta un comparto ex produttivo a sud-est del tessuto urbano consolidato.

AMBITI DI TRASFORMAZIONE E RIQUALIFICAZIONE URBANA NON RESIDENZIALI - localizzazione

ambiti di trasformazione industriale ambiti di trasformazione produttivo commerciale ambiti di trasformazione ricettivo

ambiti di riqualificazione urbana non residenziale

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Studio di Incidenza 42

All’interno del Tessuto Urbano Consolidato, il PGT individua aree in cui saranno attuate riconversioni puntuali secondo le modalità definite dal Piano delle Regole che definisce anche altre strategie di densificazione del tessuto consolidato.

Particolare attenzione viene posta dal Documento di Piano alle caratteristiche del margine urbano sud - che si rivolge verso la valle fluviale – che ad oggi appare particolarmente disomogeneo e disarticolato a causa di una edificazione rivolta all’affaccio stradale senza alcun rapporto con l’ambito agricolo.

Tessuto Urbano consolidato - Margine Urbano sud

Pertanto il PGT propone per tale settore del tessuto urbano consolidato la costruzione di una nuova frangia urbana qualificata da attuarsi mediante una contenuta edificazione dei lotti interni alla zona I/C e la creazione di una fascia boscata lungo tutto il margine.

Per la definizione dei parametri edificatori e di “compensazione ambientale” da attuarsi in tale settore del TUC si rimanda al Piano delle Regole.

3.1.4. Note relative agli Ambiti di Trasformazione ed Ambiti di Riqualificazione Urbana

Vengono di seguito presentate alcune note descrittive riferite agli Ambiti di Trasformazione (AT) ed agli Ambiti di Riqualificazione Urbana (ARU), finalizzate a meglio sostenere le valutazioni di cui alla sezione seguente relative alle possibili interferenze sui SIC e ZPS del territorio comunale; sono, poi, sinteticamente descritti anche gli ulteriori ambiti ai quali si rivolgono previsioni di piano riferite alle attività economiche.

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Studio di Incidenza 43

Ambito di trasformazione AT - Via Donizetti

Estratto cartografico

Destinazione residenza e compatibili

SLP ammissibile 2.135 mq

Descrizione

Area libera interessata da proposta di PA derivante dal PRG (per i quale si conferma la capacità insediativa)

Azioni di piano

Conferma di previsione residenziale dello strumento urbanistico previgente (PRG) con riperimetrazione per inglobare tutti i reliquati esterni al PA verso l’edificato esistente.

Realizzazione di tratto di pista ciclabile in sede propria lungo via Donizetti affiancato da un filare di alberi di alto fusto. 

Scenario ambientale

L’area è un comparto attualmente inedificato in prossimità del margine settentrionale del tessuto urbano consolidato.

L’intorno, a nord, è caratterizzato da aree libere, in parte interessate da altri ambiti di trasformazione del PGT; si osserva, ad est, la presenza di tessuto edificato a bassa densità edilizia.

Non sono disponibili dati a livello locale circa le caratteristiche di qualità delle diverse componenti ambientali.

Gli utilizzi pregressi dell’area, libera da edificazione, non sottendono attenzioni specifiche in relazione alla qualità di suolo e sottosuolo.

L’ubicazione del sito in prossimità del TUC si presenta in via preliminare favorevole sotto il profilo acustico rispetto alla funzione residenziale prevista.

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Studio di Incidenza 44

Ambito di trasformazione AT – Manifattura

Estratto

Destinazione residenza e compatibili

SLP ammissibile 4.200 mq (sub A = 1.200 mq + Sub B = 3.000 mq)

Descrizione

Ambito produttivo esistente in contesto residenziale ed agricolo.

Azioni di piano

Rifunzionalizzazione ambiti produttivi esistenti e di espansione

Realizzazione di strada verso il confine comunale

Realizzazione di tratto di pista ciclabile in sede propria lungo via Donizetti affiancato da un filare di alberi di alto fusto. 

Scenario ambientale

L’area è un comparto attualmente a destinazione produttiva, parte edificato, parte libero.

L’intorno, a sud, vede la presenza di tessuto edificato a bassa densità edilizia; a nord si trova un altro ambito produttivo, oggetto di trasformazione residenziale nel PGT.

Non sono disponibili dati a livello locale circa le caratteristiche di qualità delle diverse componenti ambientali.

Gli utilizzi pregressi dell’area non sottendono attenzioni specifiche in relazione alla qualità di suolo e sottosuolo.

L’ubicazione del sito in prossimità del TUC si presenta in via preliminare favorevole sotto il profilo acustico rispetto alla funzione residenziale prevista.

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Studio di Incidenza 45

Ambito di trasformazione AT - Marconi-Magenta-Circonvallazione

Estratto cartografico

Destinazione residenza e compatibili

SLP ammissibile 6.500 mq

Descrizione

Area libera interessata da proposta di PA derivante dal PRG.

Azioni di piano

Conferma di previsione dello strumento urbanistico previgente (PRG) con riperimetrazione.

Realizzazione di nuova strada tra Via Marconi e Magenta. 

Scenario ambientale

L’area è un comparto attualmente inedificato tra il tessuto urbano consolidato e Via Circonvallazione.

L’intorno è caratterizzato dalla presenza di tessuto edificato a bassa densità edilizia.

Non sono disponibili dati a livello locale circa le caratteristiche di qualità delle diverse componenti ambientali.

Gli utilizzi pregressi dell’area, libera da edificazione, non sottendono attenzioni specifiche in relazione alla qualità di suolo e sottosuolo.

L’ubicazione del sito nel contesto del TUC si presenta in via preliminare favorevole sotto il profilo acustico rispetto alla funzione residenziale prevista.

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Ambito di riqualificazione urbana ARU – Scatolificio

Estratto cartografico

Destinazione residenza e compatibili

SLP ammissibile 3.000 mq

Descrizione

Ambito produttivo esistente in contesto residenziale ed agricolo.

Azioni di piano

Rifunzionalizzazione di ambito produttivo esistente.

Realizzazione di strada verso il confine comunale.

Realizzazione di tratto di pista ciclabile in sede propria lungo via Donizetti affiancato da un filare di alberi di alto fusto. 

Scenario ambientale

L’area è un comparto edificato, attualmente a destinazione produttiva.

L’intorno, a sud, vede la presenza di tessuto edificato a bassa densità edilizia; ad est si trova un altro ambito produttivo, oggetto di trasformazione residenziale nel PGT.

Non sono disponibili dati a livello locale circa le caratteristiche di qualità delle diverse componenti ambientali.

Gli utilizzi pregressi dell’area non sottendono attenzioni specifiche in relazione alla qualità di suolo e sottosuolo.

L’ubicazione del sito in prossimità del TUC si presenta in via preliminare favorevole sotto il profilo acustico rispetto alla funzione residenziale prevista.

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Ambito di riqualificazione urbana ARU - Circonvallazione

Estratto cartografico

Destinazione residenza e compatibili

SLP ammissibile 3.000 mq

Descrizione

Ambito residenziale nei pressi della Circonvallazione.

Azioni di piano Estensione del l’intervento di recupero già previsto dal PRG a tutto l’ambito interno alla circonvallazione al fine di garantire la riqualificazione del margine urbano est.

Scenario ambientale

L’area, collocata al margine orientale del TUC, è un comparto in parte edificato, attualmente a destinazione residenziale.

L’intorno, si caratterizza per la presenza di tessuto edificato a bassa densità edilizia; ad est corre Via Circonvallazione.

Non sono disponibili dati a livello locale circa le caratteristiche di qualità delle diverse componenti ambientali.

Gli utilizzi pregressi dell’area non sottendono attenzioni specifiche in relazione alla qualità di suolo e sottosuolo.

L’ubicazione del sito in prossimità del TUC si presenta in via preliminare favorevole sotto il profilo acustico rispetto alla funzione residenziale prevista.

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Ambito di riqualificazione urbana ARU – Centro storico

Estratto cartografico

Destinazione residenza e compatibili

SLP ammissibile 3.000 mq

Descrizione

Ambito produttivo nel contesto del TU, in prossimità del NAF.

Azioni di piano Riqualificazione urbana mediante conversione funzionale di area ex produttiva.

Scenario ambientale

L’area, collocata nel contesto del TUC, è un comparto in parte edificato, attualmente a destinazione non residenziale.

L’intorno, si caratterizza per la presenza di tessuto edificato a bassa densità edilizia e per l’adiacenza al NAF.

Non sono disponibili dati a livello locale circa le caratteristiche di qualità delle diverse componenti ambientali.

Gli utilizzi pregressi dell’area non sottendono attenzioni specifiche in relazione alla qualità di suolo e sottosuolo.

L’ubicazione del sito in prossimità del TUC si presenta in via preliminare favorevole sotto il profilo acustico rispetto alla funzione residenziale prevista.

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Ambiti di riqualificazione urbana ARU - via Marconi-Magenta

Estratto cartografico

Destinazione residenza e compatibili

SLP ammissibile PCC1 = 700 mq

PCC2 = 900 mq

PCC3 = 800 mq

Descrizione Ambiti produttivi-commerciali parzialmente edificati

Azioni di piano Conferma con riperimetrazione di previsione dello strumento urbanistico previgente (PRG)

Scenario ambientale

L’area, collocata nel contesto del TUC, è un comparto in parte edificato.

L’intorno, si caratterizza per la presenza di tessuto edificato a bassa densità edilizia.

Non sono disponibili dati a livello locale circa le caratteristiche di qualità delle diverse componenti ambientali.

Gli utilizzi pregressi dell’area non sottendono attenzioni specifiche in relazione alla qualità di suolo e sottosuolo.

L’ubicazione si presenta in via preliminare favorevole sotto il profilo acustico rispetto alla funzione prevista.

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Ambiti di riqualificazione urbana ARU – Ex Filatoio

Estratto cartografico

Destinazione

residenza , bar, ristoranti, ricettivo, commercio di vicinato, artigianato, servizi privati, attrezzature sportive e ricreative, studi professionali d’arte

SLP ammissibile recupero delle superfici (non dei volumi) esistenti autorizzate

Descrizione

Ambito dell’ex filatoio in località Folletta degradato e in pessimo stato di conservazione; insediamento residenziale adiacente.

 

Azioni di piano

Riqualificazione dell’intero comparto, evitando risanamenti parziali.

Recupero delle superfici (non dei volumi) esistenti autorizzate (già residenziali o agricole-produttive).

Scenario ambientale

L’area si colloca all’esterno dell’ambito edificato, lambendo la porzione di suolo agricolo e boscato affacciata sulla valle del Ticino.

L’intorno si caratterizza per la presenza di tessuto edificato ed aree libere, denotando elementi di valore storico-testimoniale costituiti dallo stesso edificio dell’ex filatoio, nonché dal vicino Santuario della Madonna dell’Acquanera che riveste rilevanza culturale specifica per la comunità locale.

Non sono disponibili dati a livello locale circa le caratteristiche di qualità delle diverse componenti ambientali.

Gli utilizzi pregressi dell’area non sottendono attenzioni specifiche in relazione alla qualità di suolo e sottosuolo.

L’ubicazione si presenta in via preliminare favorevole sotto il profilo acustico rispetto alla funzione prevista.

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Ambito di trasformazione produttivo Viale Industria

Estratto cartografico

Destinazione produttivo

Descrizione

Area produttiva di proprietà comunale

Azioni di piano L’area produttiva di proprietà comunale è riconfermata con i medesimi parametri e disciplina urbanistica.

Scenario ambientale

L’area, attualmente non edificata, si colloca in contesto produttivo.

L’intorno, a sud ed ovest, si caratterizza per la presenza di insediamenti produttivi; a nord ed est permangono aree libere

Non sono disponibili dati a livello locale circa le caratteristiche di qualità delle diverse componenti ambientali.

Gli utilizzi pregressi dell’area non sottendono attenzioni specifiche in relazione alla qualità di suolo e sottosuolo.

L’ubicazione si presenta in via preliminare favorevole sotto il profilo acustico rispetto alla funzione prevista.

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Area industriale sovracomunale “ex-Saffa” - Ambito di riqualificazione urbana ARU

Estratto cartografico

Destinazione Produttivo, terziario, commercio (piccola – media dimensione)

SLP ammissibile 250.000 mq

Descrizione

Area industriale sovracomunale caratterizzata da condizione di forte sottoutilizzo e parziale dismissione, accompagnata da diffuso stato di degrado nelle parti di più antica formazione.

Azioni di piano

Riqualificazione mediante attuazione di Ambito di riqualificazione urbana (ARU).

Creazione di collegamenti fra il Naviglio e l’area.

Attivazione di processi di cogenerazione che possano condurre a circuiti tecnologici virtuosi dal punto di vista energetico-ambientale.

Scenario ambientale

Il vasto comparto industriale, ad oggi sottoutilizzato ed in parziale dismissione, si colloca in fregio al Naviglio, sul confine comunale di Magenta, in posizione strategica rispetto alle ipotesi viabilistiche sovracomunali.

A nord si colloca un comparto produttivo consolidato.

Non sono disponibili dati a livello locale circa le caratteristiche di qualità delle diverse componenti ambientali.

Gli utilizzi pregressi dell’area non sottendono attenzioni specifiche in relazione alla qualità di suolo e sottosuolo.

L’ubicazione si presenta in via preliminare favorevole sotto il profilo acustico rispetto alla funzione prevista.

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Ambito di trasformazione produttivo-commerciale AT – Magnana nord

Estratto cartografico

Destinazione Produttivo, terziario, commercio, servizi privati

SLP ammissibile 3.500 mq

Descrizione

Ambito in località Magnana per il quale il PRG prevede un intervento diretto su un edificio esistente ed un piano attuativo (ad oggi non attuato), entrambi con destinazione mista (commerciale-ricettivo-terziario).

Azioni di piano Conferma parziale delle previsioni del PRG per quanto attiene la destinazione commerciale-ricettivo-terziaria dell’ambito per riqualificare l’esistente.

Scenario ambientale

Nell’area, in località Magnana, si trova un edificio oggi dismesso e in pessime condizioni a seguito di un incendio da convertire a destinazione mista (commerciale-ricettivo-terziario).

L’ambito appare in parte edificato per l’attuazione di un PA previsto dal PRG.

L’intorno si caratterizza per la presenza di aree libere.

Non sono disponibili dati a livello locale circa le caratteristiche di qualità delle diverse componenti ambientali.

Gli utilizzi pregressi dell’area non sottendono attenzioni specifiche in relazione alla qualità di suolo e sottosuolo.

L’ubicazione si presenta in via preliminare favorevole sotto il profilo acustico rispetto alla funzione prevista.

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Ambito di trasformazione ricettivo AT – Magnana sud

Estratto cartografico

Destinazione AT Magnana sud

Terziario, ricettivo, servizi privati, residenziale (esistente)

SLP ammissibile 5.000 mq

Descrizione Area collocata sul versante sud della Strada Statale 11.

Azioni di piano Conferma parziale delle previsioni del PRG.

Scenario ambientale

L’area, libera da edificazione (solo in parte interessata da edificio residenziale al margine est), si colloca sul versante sud della Strada Statale 11.

L’intorno è prevalentemente interessato da aree libere.

Non sono disponibili dati a livello locale circa le caratteristiche di qualità delle diverse componenti ambientali.

Gli utilizzi pregressi dell’area non sottendono attenzioni specifiche in relazione alla qualità di suolo e sottosuolo.

L’ubicazione si presenta in via preliminare favorevole sotto il profilo acustico rispetto alla funzione prevista.

3.1.5. Nota relativa alle previsioni di Piano per l’ambito “Cascina Gambarina”

Il Documento di Piano del PGT evidenzia sulla tavola delle Azioni di Piano (elaborato D2) l’ambito relativo alla Cascina Gambarina, interamente ricompreso entro il perimetro del SIC “Turbigaccio, Boschi di Castelletto e Lanca di Bernate” e della ZPS “Boschi del Ticino”, per il quale si rende necessaria la precisazione delle relative previsioni urbanistiche.

Benché ricadente entro l’ambito territoriale di competenza del Parco del Ticino il PGT ha ritenuto opportuno evidenziare la situazione di forte degrado in cui versa l’area della Cascina Gambarina, sottolineando la compromissione ormai pressochè totale dell’insediamento rurale originario ed il forte grado di pressione paesistica che gli produttivi attivi presenti nell’area esercitano all’interno della fascia di maggiore interesse ambientale del fiume.

Poste queste premesse, l’azione che il PGT promuove con riferimento a quest’ambito è costituita dalla cessazione delle attività incompatibili con il territorio ed il recupero

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Studio di Incidenza 55

ambientale delle aree, eventualmente con insediamento di strutture connesse alla creazione di un accesso turistico al Ticino.

Ambito Cascina Gambarina

Estratto grafico da Documento di Piano

Previsioni di piano Cessazione delle attività incompatibili con il territorio e recupero ambientale delle aree

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3.1.6. Previsioni del Piano dei Servizi e Piano delle Regole

3.1.6.1. Piano dei Servizi

Il Piano dei Servizi si configura quale atto programmatorio riferito alle funzioni ed attrezzature di interesse pubblico e generale, in attuazione delle disposizioni di indirizzo strategico in tal senso definite dal Documento di Piano.

Le principali previsioni di intervento che il Piano dei Servizi individua sono così costituite:

Attrezzature civiche:

⋅ Attrezzatura del Polo dei servizi esistente, ove trovano già collocazione il municipio, la scuola, l’asilo, la posta ed il parco comunale, al fine di collocare nuove funzioni: la biblioteca, la sala polivalente, le sedi delle associazioni, uno spazio scoperto di relazione e spazi verdi organizzati.

Verde urbano:

⋅ Parco Folletta

⋅ Parco di Villa Giulini e bosco del Naviglio

⋅ Parco di Ponte Nuovo

⋅ Parco di via Righi-Magenta

Rete ecologica comunale: Il progetto di rete ecologica comunale si configura come individuazione di un organico sistema di aree e relative connessioni spaziali teso, da un lato, a riconoscere e valorizzare gli ambiti di valenza ecologica e naturalistica di livello comunale, ivi compresi i principali elementi del verde urbano sopra richiamati, dall’altro, a declinare a scala locale le funzioni di connettività ecosistemica riconosciuti a livello regionale (RER) e provinciale (PTCP).

Interventi per la viabilità e sosta autoveicolare e per la mobilità ciclopedonale

⋅ Gli interventi in materia di viabilità e sosta sono costituiti dall’adeguamento di alcuni assi stradali esistenti e dalla realizzazione di due brevi tratti di collegamento all’interno del tessuto urbano consolidato (collegamento via Marconi – via Bandiera e collegamento via Magenta – via Righi – via San Defendente) pertinenziali alle nuove aree di trasformazione, senza interessamento di porzioni territoriali esterne al perimetro attuale dell’abitato.

⋅ Gli interventi per la sosta sono riferiti in primo luogo agli spazi pertinenziali ai nuovi AT e ARU. È previsto inoltre una nuova area a parcheggio di fronte al centro sportivo con funzione di “belvedere” sulla valle agricola sottostante.

⋅ Con riferimento alla mobilità ciclopedonale, il Piano dei Servizi individua un sistema di connessioni volto in primo luogo a svolgere una funzione alternativa alla mobilità veicolare anche negli spostamenti sistematici e non solo ricreativi; la rete proposta si pone dunque l’obiettivo di collegare i principali punti attrattori del territorio comunale (servizi, luoghi della socialità, ecc.) i quali sono interessati quotidianamente da flussi locali.

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Tenuto conto dei riferimenti generali sopra esposti ed esaminati gli elaborati grafici e descrittivi del Piano dei Servizi relativamente alle previsioni di intervento richiamate, non si individuano potenziali effetti anche di tipo indiretto tra questo atto del PGT e la Rete Natura 2000 interessata.

3.1.6.2. Piano delle Regole

Il Piano delle Regole costituisce l’atto del Piano di Governo del Territorio a cui compete la disciplina urbanistica dell’intero territorio comunale, ad eccezione degli Ambiti di trasformazione individuati nel Documento di Piano.

Al Piano delle Regole è affidato il compito di esprimere e declinare le scelte strategiche in materia di:

territorio edificato consolidato;

aree destinate all’agricoltura;

aree di interesse paesaggistico-ambientale;

aree o edifici sottoposti a tutela.

Nel caso di Boffalora Sopra Ticino l’area di specifica competenza del Piano delle REgole si limita alla “Zona di iniziativa comunale orientata” ai sensi del Piano Territoriale di Coordinamento del Parco del Ticino. Al di fuori di quest’area la classificazione del territorio nonché la disciplina urbanistica è demandata all’Ente Parco; in tal senso il Piano delle Regole riporta fedelmente la suddivisione in zone e rimanda totalmente alla corrispondente normativa.

Costituiscono eccezioni a quanto sopra detto gli Ambiti di compensazione, aree prive di possibilità edificatoria in sito che rappresentano luoghi nei quali concentrare azioni di tipo ambientale, in linea con le finalità e la disciplina dettata dal Parco per tali aree.

Tenuto conto di quanto sopra espresso, e valutato come gli effetti di nuovo carico insediativo previsti dagli ambiti disciplinati dal Piano delle Regole sono già considerati nella valutazione del Documento di Piano, è possibile considerare i contenuti del Piano delle Regole stesso privi di possibili effetti diretti o indiretti sui siti della Rete Natura 2000 oggetto del presente studio.

3.1.7. Effetti diretti ed indiretti sui siti

Gli elementi descrittivi dei siti della Rete Natura 2000 interessati dal Piano ed i richiami alle previsioni del PGT in formazione evidenziano come tutti gli ambiti di trasformazione/riqualificazione previsti dal nuovo strumento urbanistico risultino esterni al perimetro dei SIC ZPS e sufficientemente lontani da questi, o comunque indipendenti sotto il profilo della connettività ecosistemica.

In termini generali si osserva come, non disponendo allo stato attuale il comune di Boffalora Sopra Ticino di una rete di collettamento fognario, i cui lavori di realizzazione sono stati appaltati ed avranno avvio nel corso del 2012, qualsiasi nuovo intervento insediativo può costituire un potenziale aggravio del carico inquinante sul reticolo idrografico di superficie (i reflui vengono ad oggi immessi nella Roggia Cornice), e dunque comportare effetti indiretti anche sui SIC e ZPS.

A questo riguardo, si evidenzia, tuttavia, come il progetto di nuova rete di collettamento fognario risulti dimensionato in modo da sopperire pienamente alla

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domanda di smaltimento dei reflui attuale ed a quella aggiuntiva generata dalla previsioni di PGT.

3.1.7.1. Effetti indiretti | sistema idrico

La rete di fognatura comunale esistente è di tipo unitario (trasporto combinato di liquami domestici ed acque meteoriche) e con funzionamento a gravità; essa serve la quasi totalità dell’area urbanizzata, intesa come Boffalora Capoluogo (3.900 abitanti circa), nonché le zone industriali/artigianali sviluppatesi nella parte Est del territorio.

Le canalizzazioni sono costituite, per la quasi totalità, da tubazioni circolari in calcestruzzo, con diametro variabile tra 30 cm e 100 cm, posate nel terreno con un grado di copertura medio di circa m 2,00 ed i terminali principali della rete si possono così individuare (fonte: Comune di Boffalora Sopra Ticino):

a) collettore 100 cm, drenante la maggior parte degli scarichi urbani di Boffalora Centro e percorrente, nella parte finale dell’asta, la via Marzabotto con pendenza media del 6,10‰ per collegarsi ad una condotta in c.c.a. afferente, a sud del Naviglio Grande, nella roggia Cornice;

b) scaricatore 70 cm. delle portate civili e meteoriche interessanti l’area a nord della Via XXV Aprile e confluente in una batteria di fosse IMHOFF di adeguata capacità, dotata di sfioro per le extra portate di pioggia nella vicina roggia esistente;

c) scaricatore 80 cm proveniente da Via Vittorio Veneto, con recapito sempre nella roggia Cornice.

L’obiettivo finale del citato progetto di adeguamento della rete fognaria è rappresentato dalla realizzazione di una serie di opere idrauliche e di ristrutturazione dei terminali esistenti, al fine di un corretto collegamento al collettore consortile del Magentino per il recapito, nel sistema centralizzato di depurazione, delle acque di magra e di prima pioggia.

In particolare, facendo riferimento ai criteri di pianificazione del Piano Regionale di Risanamento delle Acque della Regione Lombardia (PRRA), in materia di dimensionamento dei bacini di accumulo di prima pioggia e delle vasche volano, nonché al valore massimo di portata scaricabile nella rete consortile stabilito dal T.A.M. (134 l/s) la progettazione delle opere ha tenuto conto in modo specifico dei valori parametrici base stabiliti dalla Regione Lombardia, sia in termini di fabbisogno idrico civile, che di riduzione delle portate meteoriche drenate.

Conseguentemente, in corrispondenza degli emissari finali di fognatura comunale sono state previste le opere di volanizzazione delle acque di prima pioggia, equipaggiate con le necessarie installazioni di regolazione e smaltimento automatico dei flussi meteorici.

Gli interventi in progetto si possono suddividere in due parti:

le opere necessarie al collegamento sempre con il collettore T.A.M. aventi attualmente terminale in Via XXV Aprile;

le opere necessarie al collegamento con il collettore del T.A.M. delle fognature aventi attualmente terminale in Via Marzabotto e in Via Vittorio Veneto.

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Progetto di ampliamento e completamento della rete fognaria comunale

Fonte Comune di Boffalora Sopra Ticino

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Il secondo lotto (già finanziato dall’A.T.O.) assume ad oggi la finalità del collettamento dell’ambito territoriale afferente a Via Folletta ed alla frazione Magnana.

Con riferimento a questo intervento, l’Amministrazione Comunale ha posto l’obiettivo di una modifica al progetto originario finalizzata a poter collettare oltre agli ambiti Folletta e Magnana anche la frazione Pontenuovo, la quale attualmente scarica in roggia nel comune di Magenta. A questo scopo è già stato elaborato uno studio di fattibilità che ha delineato le modalità generali per l’attuazione della nuova previsione infrastrutturale.

Come richiamato, la nuova rete di collettamento fognario risulterà pienamente adeguata per lo smaltimento dei reflui attuali e di quelli aggiuntivi correlati alle previsioni di PGT.

A titolo cautelativo, in attesa del completamento della rete di collettamento comunale secondo le fasi dianzi richiamate, si ritiene tuttavia opportuno subordinare l’attuazione degli interventi di trasformazione urbanistica previsti dal Piano ad opportuni approfondimenti tesi ad evidenziare l’effettiva assenza di possibili interferenze con il reticolo idrografico di superficie che interessa i SIC e ZPS.

3.1.7.2. Effetti indiretti | considerazioni riferite agli Ambiti di trasformazione

Nel merito delle previsioni di Piano, l’unico ambito collocato a ridotta distanza spaziale dai siti è rappresentato dall’Ambito di trasformazione ricettivo Magnana sud, posto lungo la SS 11, che risulta prossimo (se pure esterno) al perimetro settentrionale del SIC “Boschi della Fagiana”.

L’ambito di trasformazione è separato dal perimentro del SIC dal tracciato della linea ferroviaria Magenta-Novara, la quale definisce un elemento di discontinuità territoriale, anche sotto il profilo morfologico, tale da presupporre l’indipendenza funzionale tra l’ambito naturalistico e l’area di prevista trasformazione urbanistica.

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AT Magnana sud | immagine aerea

Fonte www.googlemaps.it

In relazione alla definizione ancora del tutto preliminare delle previsioni di intervento, la valutazione dei possibili effetti sul SIC permane ad un livello necessariamente qualitativo.

In via preliminare e valutato lo stato attuale dei luoghi, è possibile considerare come non siano da attendersi modificazioni o alterazioni degli habitat presenti; in particolare,

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secondo un’analisi a scala locale, riferita all’ambito di intervento, si osserva come già nel suo stato di fatto il sito in esame risenta del carico antropico che interessa le porzioni abitate più prossime nonché, in particolar modo, il tracciato della SS 11. In questo senso, l’attuazione delle previsioni di Piano non pare introdurre elementi di interferenza significativa rispetto alle dinamiche ecosistemiche del SIC.

Le ipotesi di intervento in esame non sono, inoltre, configurabili sotto il profilo generale quali introduzione di nuove funzioni antropiche nell’area, quanto declinazione specifica di attività ed elementi di pressione ambientale già presenti (ristorante “Garden”).

Relativamente ai potenziali effetti sulle specie faunistiche che interessano il SIC, è peraltro evidente come qualsiasi iniziativa a cui possa conseguire un incremento del carico antropico e della frequentazione dei luoghi può costituire potenziale elemento di disturbo rispetto alle funzioni ecosistemiche insediate.

Le eventuali ricadute sulle specie faunistiche, in via preliminare non ravvisabili, potranno dunque essere delineate nella loro entità e consistenza unicamente a valle della definizione delle proposte attuative.

Elementi di interferenza specifica potrebbero essere costituiti dall’introduzione di nuove sorgenti luminose notturne, le quali andranno evitate ed in ogni caso valutate in modo specifico in ordine ai possibili effetti sulla fauna.

3.2. MITIGAZIONI E COMPENSAZIONI

Posti gli elementi di valutazione preliminare di cui al paragrafo precedente, è possibile ipotizzare fin d’ora alcuni elementi generali di mitigazione e compensazione che potranno accompagnare la definizione delle proposte di attuazione degli scenari di trasformazione delineati dal Documento di Piano per l’AT Magnana sud ed in parte orientare la scelta delle soluzioni di intervento.

In relazione a quanto espresso circa lo stato di fatto dell’area, le proposte di attuazione del Piano dovranno accompagnarsi con interventi di miglioramento ambientale a scala locale connessi alla realizzazione delle nuove strutture/attrezzature ricettive, tali per cui il grado effettivo di pressione antropica sulle aree di pregio naturalistico non risulti incrementato.

Le valutazioni di maggiore dettaglio da svolgersi sui piani attuativi che faranno seguito alle previsioni generali del PGT potranno infatti definire dimensionamenti e modalità specifiche di attuazione degli interventi – non prefigurabili allo stato attuale di definizione delle previsioni di Piano - attraverso cui individuare un corretto equilibrio tra gli obiettivi di carattere urbanistico citati e quelli di salvaguardia del sistema ecologico descritto per l’area di studio.

Tali interventi potranno essere costituiti dalla ricostituzione degli elementi vegetazionali all’interno dell’AT con un’adeguata configurazione arborea ed arbustiva del sito, piuttosto che dalla realizzazione di opere di compensazione anche esterne laddove le soluzioni progettuali dovessero implicare alterazioni più significative, ad esempio attraverso interventi di corretto inserimento ambientale degli elementi viari anche esistenti e delle aree di sosta autoveicolare.

Opportuni interventi di mitigazione e compensazione potranno essere attuati mediante la realizzazione di opere a verde che impieghino esclusivamente materiale autoctono

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certificato. In particolare andrebbero realizzate o, laddove presenti, valorizzate le formazioni boschive mesofile (querceti s.l.) e meso-igrofile (alnete, salici-populeti).

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4. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

Con riferimento a quanto in precedenza espresso, è possibile sintetizzare come segue gli esiti dello Studio di Incidenza condotto:

La Rete Europea Natura 2000 è interessata dal PGT di Boffalora Sopra Ticino per la presenza dei siti: SIC IT2010014 “Turbigaccio, Boschi di Castelletto e Lanca di Bernate”, SIC IT2050005 “Boschi della Fagiana”, ZPS IT2080301 “Boschi del Ticino”;

Le determinazioni di cui ai tre atti del PGT (Documento di Piano, Piano delle Regole, Piano dei Servizi) presentano potenziali relazioni con i siti dianzi detti unicamente con riferimento alla previsione dell’Ambito di trasformazione denominato AT Magnana sud, collocato esternamente al perimetro del SIC Boschi della Fagiana e tuttavia in prossimità di esso; ulteriori relazioni di tipo indiretto non sono da escludersi con riferimento alle attuali modalità di drenaggio e smaltimento dei reflui fognari, i quali, in attesa del completamento della rete di collettamento comunale, interagiscono con il reticolo idrico di superficie;

Le previsioni di Piano attualmente configurate per l’AT citato non evidenziano profili di incidenza significativa rispetto agli habitat ed alle specie presenti nel SIC, risolvendo positivamente la presente fase valutativa del PGT, nei suoi tre atti costitutivi, tenuto anche conto delle misure generali di mitigazione e compensazione in precedenza esposte;

Nell’ottica di un approccio cautelativo e considerata l’attuale indeterminazione delle azioni/interventi che accompagneranno la fase attuativa delle previsioni programmatiche introdotte con l’AT Magnana sud, si propone l’applicazione della procedura di Valutazione di Incidenza anche alle successive proposte di attuazione dell’Ambito di trasformazione. Analogamente, appare opportuno subordinare la fase di attuazione degli interventi di trasformazione urbanistica previsti dal Piano ad opportuni approfondimenti tesi ad evidenziare l’effettiva assenza di interferenze con il reticolo idrografico di superficie che interessa i SIC e ZPS.

Il presente Studio di Incidenza viene allegato agli atti costitutivi del Piano di Governo del Territorio di Boffalora Sopra Ticino per l’espressione del parere di competenza da parte dell’Ente Gestore dei siti Rete Natura 2000 interessati, il Consorzio Parco Lombardo della Valle del Ticino, e per la successiva Valutazione di Incidenza in capo all’Autorità Competente, la Provincia di Milano.