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1 SAN GIUSEPPE COME „UN GRANDE DIFENSORE E PREMUROSO PROTETTORE DELLA VITA”. DIVULGAZIONE DI CULTO ATTRAVERSO I MEZZI DELLA COMUNICAZIONE SOCIALE SULL'ESEMPIO DEL „CUSTODE” - BISETTIMANALE DELLA DIOCESI DI KALISZ. P. Andrzej Klimek Introduzione Quando riflettiamo sulla figura di San Giuseppe, sulla sua importanza nella storia della salvezza e sul culto a lui dovuto, vengono quasi subito in mente, oltre a certe immagini e santuari che conosciamo, anche alcune persone e le loro opere, in particolare: Giovanni Paolo II e la sua Esortazione Redemptoris Custos e Tarcisio Stramare, probabilmente il più illustre conoscitore di San Giuseppe del nostro tempo. Già all'inizio vorrei suggerire la tesi che agli abitanti della nostra Diocesi di Kalisz molto probabilmente viene in mente anche il nostro bisettimanale diocesano Il Custode, che proprio a San Giuseppe deve il suo titolo e durante i quindici anni della sua esistenza (quest'anno è stato pubblicato nel mese di settembre il numero 400° numero) è diventato ”di casa” nelle nostre famiglie, sempre dedicando alcune pagine allo Sposo di Maria. 1. Circostanze fondamentali per la creazione della Rivista diocesana Prima di prende confidenza con la Rivista della Diocesi di Kalisz vorrei ricordare alcuni eventi e situazioni che hanno creato le basi per la sua fondazione e hanno orientato la sua missione. All'inizio vorrei richiamare un pensiero di Tarcisio Stramare, che nel ventesimo anniversario dell'Esortazione apostolica Redemptoris Custos ha scritto così: Alla luce del mistero dell'Incarnazione si comprende come nel grande tema della Redenzione, sviluppato da Giovanni Paolo II come leitmotiv dottrinale del suo pontificato, Giuseppe vi occupi la sua giusta parte: „Redemptor hominis, Redemptoris Mater, Redemptoris custos”. È una trilogia che si impone e che si prepone alla „Redemptoris missio”. Un eventuale senso di sorpresa di fronte al posto occupato da san Giuseppe nel misero dell'Incarnazione è dovuto alla persistenza di alcuni „preconcetti” riguardanti la sua figura e la sua missione e, inoltre, alla mancanza dei necessari „presupposti”, che la teologia stenta a ricuperare 1 . 1 T. STRAMARE, A vent'anni dalla „Redemptoris custos”, in: A. LATOŃ (red), Święty Józef – Patron na nasze czasy.

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SAN GIUSEPPE COME „UN GRANDE DIFENSORE E PREMUROSO PROTETTORE DELLA VITA”.

DIVULGAZIONE DI CULTO ATTRAVERSO I MEZZI DELLA COMUNICAZIONE SOCIALE SULL'ESEMPIO

DEL „CUSTODE” - BISETTIMANALE DELLA DIOCESI DI KALISZ.

P. Andrzej Klimek

Introduzione

Quando riflettiamo sulla figura di San Giuseppe, sulla sua importanza nella storia della salvezza e

sul culto a lui dovuto, vengono quasi subito in mente, oltre a certe immagini e santuari che conosciamo, anche alcune persone e le loro opere, in particolare: Giovanni Paolo II e la sua Esortazione Redemptoris Custos e Tarcisio Stramare, probabilmente il più illustre conoscitore di San Giuseppe del nostro tempo. Già all'inizio vorrei suggerire la tesi che agli abitanti della nostra Diocesi di Kalisz molto probabilmente viene in mente anche il nostro bisettimanale diocesano Il Custode, che proprio a San Giuseppe deve il suo titolo e durante i quindici anni della sua esistenza (quest'anno è stato pubblicato nel mese di settembre il numero 400° numero) è diventato ”di casa” nelle nostre famiglie, sempre dedicando alcune pagine allo Sposo di Maria.

1. Circostanze fondamentali per la creazione della Rivista diocesana

Prima di prende confidenza con la Rivista della Diocesi di Kalisz vorrei ricordare alcuni eventi e

situazioni che hanno creato le basi per la sua fondazione e hanno orientato la sua missione. All'inizio vorrei richiamare un pensiero di Tarcisio Stramare, che nel ventesimo anniversario dell'Esortazione apostolica Redemptoris Custos ha scritto così: Alla luce del mistero dell'Incarnazione si comprende come nel grande tema della Redenzione, sviluppato da Giovanni Paolo II come leitmotiv dottrinale del suo pontificato, Giuseppe vi occupi la sua giusta parte: „Redemptor hominis, Redemptoris Mater, Redemptoris custos”. È una trilogia che si impone e che si prepone alla „Redemptoris missio”. Un eventuale senso di sorpresa di fronte al posto occupato da san Giuseppe nel misero dell'Incarnazione è dovuto alla persistenza di alcuni „preconcetti” riguardanti la sua figura e la sua missione e, inoltre, alla mancanza dei necessari „presupposti”, che la teologia stenta a ricuperare 1.                                                                                                                1 T. STRAMARE, A vent'anni dalla „Redemptoris custos”, in: A. LATOŃ (red), Święty Józef – Patron na nasze czasy.

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In seguito l'Autore spiega, che i preconcetti riguardanti San Giuseppe sono davanti agli occhi di tutti, in quanto è abbastanza chiaro, che salvo rare eccezioni, sia la teologia sia l'arte hanno proposto un'immagine di San Giuseppe cadente e decadente, marginale e decorativa2. Questi preconcetti sono stati ben presenti anche in Polonia, prima ancora che Stramare li esponesse nel suo discorso, così come si sentiva e si sente la mancanza dei necessari presupposti teologici per sostenere una rilettura del ruolo e dell’importanza di Santo Carpentiere. Passando al nostro campo specifico, quello dei mass-media, bisogna anche sottolineare che in Polonia sino ad oggi non esiste una rivista specifica dedicata a San Giuseppe e questa mancanza ed il desiderio di colmarla in qualche modo si trovano agli origini del nostro giornale.

Un altro evento fondamentale dal punto di vista della creazione del nostro titolo è stata la fondazione della Diocesi di Kalisz con il Santuario di San Giuseppe al suo centro. Nella riorganizzazione territoriale della Chiesa cattolica in Polonia, essa è stata fondata dal Santo Padre Giovanni Paolo II il 25 marzo 1992, con la Bolla Totus Tuus Poloniae Populus3, come una delle 13 nuove diocesi. Nella sua composizione sono entrate tre parti delle Arcidiocesi già esistenti di: Gniezno, Poznan e Wroclaw, così come tre parti delle Diocesi di: Częstochowa, Opole e Włocławek. La capitale della nuova Diocesi divenne Kalisz, una città di origini storiche più antiche della Polonia, invece il suo Patrono è San Giuseppe, Sposo della Vergine Maria, Custode del Redentore. La Chiesa Cattedrale di Kalisz è stata istituita la precedente Chiesa dei Canonici Lateranensi di San Nicola Vescovo, e al rango di Concattedrale il Santo Padre ha elevato la chiesa parrocchiale di San Stanislao Vescovo e Martire in Ostròw Wielkopolski. La Diocesi di Kalisz è stata unita alla Metropoli di Poznan. Il primo Vescovo di Kalisz divenne allora vescovo ausiliare di Poznan, Stanislaw Napierała, che nel giorno della sua fondazione, la sera 25 marzo 1992, è venuto alla cattedrale di Kalisz e ha preso canonicamente il governo nella Diocesi4. È il primo Vescovo di Kalisz, tenendo anche conto della diversità culturale, la mancanza di legami effettivi tra le diverse parti della Diocesi e l'urgente necessità di integrare, di procedere alla fondazione di una nuova Rivista.

E, infine, il terzo fatto la cui importanza non può essere sottovalutata, vale a dire la visita di Giovanni Paolo II a Kalisz, avvenuta il 4 giugno 19975. Durante il suo soggiorno, il Santo Padre ha lasciato alla Diocesi di Kalisz il messaggio che ha tracciato il programma pastorale per molti anni,

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                               Akta X Międzynarodowego Kongresu Józefologicznego. Kalisz/Polska, 27 września – 4 października 2009 (San Giuseppe – Patrono per i nostri tempi. Atti del X Congresso Internazionale su San Giuseppe. Kalisz/Polonia, 27 settembre – 4 ottobre 2009), Centrum Józefologiczne, Kalisz 2010, p. 38.

2 Cfr. Ibidem. 3 Cfr. JAN PAWEŁ II, Totus Tuus Poloniae Populus, Bolla apostolica dal 25 marzo 1992. 4 Più informazioni sul tema di fondazione della Diocesi di Kalisz cfr. S. NAPIERAŁA, Ogólne spojrzenie na pierwsze lata

istnienia diecezji kaliskiej (Sguardo generale sui primi anni dell’esistenza della Diocesi di Kalisz), in: www.diecezja.kalisz.pl/rys historyczny.

5 Su diverse visite di Carlo Wojtyla a Kalisz come vescovo, cardinale ed infine come papa, vedi M. KIELING, Odwiedziny Karola Wojtyły w Kaliszu i wizyta Jana Pawła II dnia 4 czerwca 1997 (Visite di Carlo Wojtyla a Kalisz e la visita di Giovanni Paolo II il 4 giugno 1997), in: Kaliskie Studia Teologiczne 6(2007), pp. 187-201.

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contribuendo alla creazione di molte opere che sopravvivono come il suo monumento vivente. Di particolare nota è l'omelia pronunciata durante la santa Messa6, in cui il Papa si è concentrato principalmente sulla persona di San Giuseppe. Una parte di questa omelia è stata dedicata alla difesa della vita umana dal momento del concepimento fino alla morte naturale, intrapresa sulla base del testo della lettura del Vangelo sulla fuga di Sacra Famiglia in Egitto.

Invocando la difesa della vita concepita Giovanni Paolo II ha citato un lungo passaggio del discorso di Madre Teresa di Calcutta consegnato nel 1994 ai partecipanti della Conferenza Internazionale delle Nazioni Unite al Cairo sul tema di Popolazione. I fedeli hanno accolto con grande entusiasmo le parole di Madre Teresa, la quale ha definito l'aborto come il più grande pericolo per la pace nel mondo, e la vita come il più bel dono che Dio ha dato all'uomo e questo dono in nessun modo non può essere distrutto. Giovanni Paolo II ha fatto sue le parole di Madre Teresa: L'unico che ha il diritto di togliere la vita è Colui che l’ha creato. Nessun altro ha questo diritto, né madre, né padre, né medico, nessuna agenzia, nessuna conferenza e nessun governo (...). Il bambino è il più bel regalo per la vostra famiglia, per la nazione. Non dovremmo mai respingere questo dono di Dio7.

Dopo le parole di Madre Teresa, il Papa ha invitato tutti i polacchi, a prescindere dalla visione del mondo che sostengono, alla solidarietà con la vita e ha chiesto una generale mobilitazione delle coscienze e di intraprendere tutte le attività etiche per attuare la grande strategia della difesa di vita. Il Santo Padre ha detto: Oggi il mondo è diventato un'arena della battaglia per la vita. È in corso la lotta tra la civiltà della vita e la civiltà della morte. È quindi importante costruire una “cultura della vita”: la realizzazione di opere e modelli artistici e culturali che saranno la promozione della grandezza e della dignità della vita umana; la creazione di istituzioni scientifiche ed educative che promuovono questa visione della persona umana, del matrimonio e della vita familiare; la creazione di ambienti che incarnano nella pratica quotidiana di vita l’amore misericordioso che Dio dà ad ogni essere umano, specialmente ai sofferenti, ai deboli e ai poveri8.

Queste parole di Giovanni Paolo II sono state accolte come una sorta di testamento per Kalisz e tutta la Diocesi, motivo per cui fino ad oggi un posto di rilievo nel suo ministero pastorale prende l'impegno in difesa della vita concepita, del matrimonio sacramentale e delle famiglie. Espresso alla fine il messaggio rivolto a tutti coloro che difendono la vita, è diventato la regola dell'attività delle numerose iniziative della Diocesi: Difendete sempre la vita! È il vostro grande contributo alla costruzione della civiltà dell'amore. Lasciate che le schiere dei difensori della vita continuano a crescere. Non perdetevi d'animo. Questo è un grande mandato e la missione che la Provvidenza vi ha affidato9.

                                                                                                               6 GIOVANNI PAOLO II, Homilia wygłoszona podczas Mszy Świętej na Placu Kilińskiego w Kaliszu 4 czerwca 1997 roku

(Omelia pronunciata durante la santa Messa sulla Piazza di Kilinski a Kalisz il 6 giugno 1997), in: Pismo Kurii Diecezjalnej Diecezja Kaliska 19(1997), pp. 3-10

7 Ibidem, p. 6. 8 Ibidem. 9 Ibidem, pp. 7-8.

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2. Bisettimanale della Diocesi di Kalisz Il Custode Esattamente nel primo anniversario della visita di Papa Giovanni Paolo II a Kalisz, Mons.

Stanisław Napierała ha dato la vita alla Rivista diocesana. È stata la decisione coraggiosa, perché il declino degli anni novanta non prometteva bene alla stampa cattolica, che ha stentato a far fronte alle condizioni di libero mercato, ciò particolarmente si notava sull'esempio di scritti diocesani. La maggior parte di loro, anche quelli con le notevoli tradizioni, cessavano di apparire, o andavano inseriti come supplementi ad altre pubblicazioni cattoliche di livello nazionale, come Niedziela (Domenica), Gosc Niedzielny (Ospite Domenicale) o Przewodnik Katolicki (Guida cattolica).

I compiti della nuova Rivista della Diocesi di Kalisz, il Vescovo ha annunciato in una lettera ai diocesani rilasciata nel primo anniversario della visita di Papa Giovanni Paolo II a Kalisz: Desiderando aumentare la venerazione di San Giuseppe, dopo un lungo periodo di ricerca e sforzo, abbiamo deciso di pubblicare la Rivista diocesana denominata “Il Custode”. Il titolo indirizza la Rivista a San Giuseppe, Custode del Salvatore. La Rivista sarà bisettimanale (...). Convocando la Rivista, vorremmo in qualche modo colmare il vuoto che consiste nel fatto che il grande Patrono, San Giuseppe, non ha neanche una rivista nel Paese, che sarebbe a lui dedicata. Vogliamo colmare ancora un'altra lacuna, ossia il divario nella vita della nostra Diocesi, che non ha ancora la sua stampa. Dall'inizio d’esistenza della Diocesi non mancavano le voci che hanno chiesto la Rivista, per far conoscere la vita della Diocesi, le sue parrocchie, le istituzioni, le persone, gli eventi; la Rivista che ci avrebbe permesso una sorta d’incontro, di conoscerci, di integrarci. Vi chiedo di accogliere anche in questo spirito “Il Custode” nelle parrocchie, nei gruppi pastorali, nelle organizzazioni della Chiesa, e soprattutto nelle famiglie10.

Dopo la preparazione e le consultazioni che hanno richiesto diversi mesi, il primo numero del bisettimanale diocesano Il Custode è apparso nell'anniversario della visita di Santo Padre Giovanni Paolo II a Kalisz, con la data 31.05 - 13.06.199811. Dall'inizio il volume del Custode era di 16 pagine e                                                                                                                10 S. NAPIERAŁA, Słowa Biskupa Kaliskiego zapraszające do uroczystego obchodu pierwszej rocznicy wizyty Ojca Świętego Jana Pawła II w Diecezji Kaliskiej (Parola del Vescovo di Kalisz che invita a festeggiare solennemente il primo anniversario della visita del Santo Padre Giovanni Paolo II nella Diocesi di Kalisz), in: Pismo Kurii Diecezjalnej Diecezja Kaliska 22(1998), pp. 51-52. Più informazioni sul tema degli inizi della Rivista della Diocesi di Kalisz „Il Custode” nelle tesi di laurea: M. NAWROCKA, Opiekun. Dwutygodnik Diecezji Kaliskiej – jego historia, specyfika i znaczenie (Il Custode. Bisettimanale della Diocesi di Kalisz – la sua storia, specifica ed importanza, Kalisz 2012; D. WIECZOREK, Opiekun. Dwutygodnik Diecezji Kaliskiej w latach 1998 – 2011 (Il Custode. Bisettimanale della Diocesi di Kalisz negli anni 1998 – 2011), Poznań 2013.

11 Durante i quindici anni la composizione personale della Redazione subiva dei cambiamenti. Il primo direttore era Marian Rybicki, successivamente per dieci anni don Krystian Szenowski e dal 2008 questo incarico compie don Andrzej Antoni Klimek. Più informazioni in: M. NAWROCKA, op. cit. pp. 40-41; D. WIECZOREK, op. cit. pp. 35-37; S. KĘSZKA, Diecezja kaliska 1992 – 2012. Powstanie – organizacja – dzieła – wydarzenia (Diocesi di Kalisz 1992 -2012. Fondazione – organizzazione – opere – eventi), Kalisz 2013, pp. 171-172; D. KWIATKOWSKI, Święty Józef – Patron Kościoła naszych czasów. Waloryzacja kultu Świętego Józefa w diecezji kaliskiej w świetle soborowego i posoborowego nauczania Kościoła (San Giuseppe – Patrono della Chiesa nei nostri tempi. Valorizzazione del culto di San Giuseppe nella Diocesi di Kalisz nella luce di conciliare e postconciliare insegnamento della Chiesa), Poznań 2011, pp. 339-340.

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la sua tiratura oscillava tra 12.300 e 13.200 copie. Il contenuto tematico e il concetto della Rivista nei primi dieci anni di attività erano soggetti a numerosi cambiamenti, però vi è stata sempre una vasta sezione dedicata a San Giuseppe. In aggiunta, ci sono state più piccole rubriche dedicate alla liturgia, alla fede e alla spiritualità della vita cristiana12.

In conformità con gli obiettivi fissati dal Vescovo di Kalisz, Il Custode dall'inizio descrive tutti i principali eventi della Diocesi di Kalisz. Sulle pagine della Rivista bisettimanale vengono presentati tutti i decanati appartenenti alla Diocesi di Kalisz, e da diversi anni sono presentati uno dopo l'altro tutti i templi. I lettori possono anche seguire l’attività pastorale del primo Vescovo di Kalisz, Stanislaw Napierała ed ora del suo successore, il Vescovo Edward Janiak. Vanno pubblicate le relazioni dalle diverse solennità ecclesiali, ma anche di incontri sportivi e altri eventi di carattere secolare o secolare - religioso, che hanno luogo in varie parrocchie della Diocesi di Kalisz, il che ha determinato che la Rivista aveva fin dall'inizio una dimensione sociale, non solo religiosa13.

Cambiamenti essenziali, tra cui la progettazione grafica, il volume e la tiratura della Rivista, ha introdotto don Andrzej Antoni Klimek, nominato il Redattore capo de Il Custode il 1 settembre 2008. Progressivamente ha aumentato il volume di bisettimanale, prima a 24, poi a 32 e ora a 40 pagine. Spesso sono pubblicati i supplementi speciali tematici, fino a una dozzina di pagine. Una note particolare merita il supplemento sul pellegrinaggio nella Diocesi della Madre di Dio di Czestochowa in una copia dell'immagine miracolosa di Jasna Gora. È aumentata anche la tiratura ed è attualmente pari a circa 15.000 copie. La redazione è attualmente composta da cinque persone, che, insieme al Redattore capo, formano: Arleta Wencwel, Renata Jurowicz, Monika Rubas e Anika Djoniziak. Vale anche la pena menzionare il prezzo de Il Custode. Per più di dieci anni il prezzo di una singola copia era di 80 centesimi. Ora, con l'aumento del volume del 150%, il miglioramento della qualità della carta e della stampa, la Rivista costa 1,50 zł.

Come risulta dal piano del Vescovo di Kalisz, che fu il creatore e fondatore della Rivista diocesana, il compito principale de Il Custode è stato ed è tuttora moltiplicare onore di San Giuseppe - Custode del Redentore e Sposo della Beata Vergine Maria14. Dato che, con poche eccezioni, in quasi tutti ormai più di 400 numeri della Rivista era pubblicato il materiale legato a San Giuseppe, non è facile in un breve studio presentare tutti i contenuti su San Giuseppe, pubblicati su Il Custode. Pertanto,                                                                                                                12 Cfr. K. SZENOWSKI, Diecezjalny dwutygodnik „Opiekun” (Bisettimanale diocesano „Il Custode”), in: J. BĄK (red),

Jedność w wielości. X lat Diecezji Kaliskiej (Unità in pluralità. X anni della Diocesi di Kalisz), Kalisz 2002, p. 193. 13 Cfr. D. KWIATKOWSKI, op. cit. pp. 340-341. 14 Cfr. S. NAPIERAŁA, Słowa Biskupa Kaliskiego zapraszające do uroczystego obchodu pierwszej rocznicy wizyty Ojca Świętego Jana Pawła II w Diecezji Kaliskiej (Parola del Vescovo di Kalisz che invita a festeggiare solennemente il primo anniversario della visita del Padre Santo Giovanni Paolo II nella Diocesi di Kalisz), op. cit., p. 51. I compiti del Custode sono stati poi confermati negli Statuti dei documenti sinodali, in cui nel punto 776 si legge: Il bisettimanale “Il Custode” convocato con il decreto del Vescovo di Kalisz il 19 marzo 1998 tiene il compito di: informare su correnti eventi religioso – pastorali dalla vita di Chiesa, specialmente della Diocesi; avvicinare la figura di San Giuseppe e divulgare il suo culto; offrire la semplice esplicazione di fede e moralità; promuovere atteggiamento cristiano dei lettori, cfr. . Pierwszy Synod Diecezji Kaliskiej (Primo Sinodo della Diocesi di Kalisz) (2007-2009), Prawo diecezjalne Kościoła Kaliskiego (Diritto diocesano della Diocesi di Kalisz), Kalisz 2009, p. 147.

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sembra ragionevole un tentativo di identificare alcune categorie che ci permettono di apprezzare il contributo della Rivista diocesana nella divulgazione del culto di San Giuseppe, come “un grande Difensore e un Custode attento della vita”.

3. La copertura mediatica del Santuario di San Giuseppe di Kalisz

Già dal primo numero de Il Custode si vede chiaramente, che la Rivista e i suoi redattori prendono

sul serio la missione di diffondere ed approfondire il culto di San Giuseppe. In questo numero troviamo informazioni sui pellegrinaggi nazionali che vengono al Santuario di Kalisz15. Inoltre, vi hanno messo un articolo sulla storia dell'immagine e del culto di San Giuseppe, la preghiera a San Giuseppe recitata da Santo Padre Giovanni Paolo II a Kalisz, il 4 giugno 1997, l'atto d’affidamento a San Giuseppe di ex-prigionieri del campo a Dachau, l’invito del Custode della Basilica a peregrinare da San Giuseppe16 e l’intervista con il presidente d’allora degli Studi Polacchi su San Giuseppe17.

Questo primo numero con il suo contenuto ci fa capire, che una delle forme principali e ancora presenti nella diffusione del culto di San Giuseppe consisterà nell'accompagnare tutte le feste, i pellegrinaggi e gli eventi organizzati nella Basilica di Kalisz. Sulle pagine de Il Custode si possono sempre trovare prima gli inviti e poi rapporti, reportage e foto-relazioni riguardanti la vita di Santuario. Anche nei tempi in cui il primo entusiasmo si era affievolito e sembrava diventare sempre più difficile trovare i nuovi materiali sul Santo, di cui insistentemente si ricorda, che nella Bibbia non è scritta una sola sua parola, e le quattro pagine iniziali dedicati a San Giuseppe sono state ridotte prima a due, e poi a una sola appena, erano sempre presenti materiali dalla Basilica. Grazie a Il Custode tutta la Diocesi poteva e può in qualche modo “partecipare” alla vita di sua capitale spirituale18. Questo fatto diventa essenziale se si considera, che il Santuario di Kalisz finora non tiene il proprio giornale, di cui si possono invece vantare altri più conosciuti santuari polacchi, come Jasna Gora o Lagiewniki di Cracovia.

Per tutto il primo anno di pubblicazione de Il Custode uno dei compiti più importanti era far conoscere ai lettori la storia dell'immagine e il culto di San Giuseppe nella Collegiata di Kalisz. L'Autore di maggior parte di questi testi storici era uno storico di Kalisz e collaboratore della Rivista, Jerzy Aleksander Splitt19, ma non mancavano anche i testi di altri autori20. Nei primi anni sono state

                                                                                                               15 P. K. Pielgrzymka księży, byłych więźniów obozu w Dachau (Il pellegrinaggio di ex-prigionieri del campo di Dachau), in:

Opiekun 1(1998), p. 7; J. MOSIŃSKI, Pielgrzymka robotników (Il pellegrinaggio dei lavoratori), in: ibidem. 16 M. RYBICKI, Wielki cichy patron. Historia obrazu i kultu św. Józefa Kaliskiego (Grande silenzioso Patrono. La storia

dell’immagine e del culto di San Giuseppe di Kalisz), in: ibidem, pp. 8-9. 17 �R. GRUSZKA, Bóg nie zawiódł się na Józefie…Rozmowa z prezesem Polskiego Studium Józefologicznego ks. kan.

Władysławem Czamarą (Iddio non ha sbagliato su Giuseppe… La conversazione con il presidente degli Studi Polacchi su San Giuseppe, don can. Wladyslaw Czamara), in: ibidem, p. 10.

18 Dal 27 dicembre 1998 a compiere questa missione aiuta anche la Radio diocesana La Famiglia che, però, nonostante lo sviluppo continuo non è ancora in grado di raggiungere tecnicamente tutti gli abitanti della Diocesi.

19 �J. A. SPLITT, Poszukiwanie autora obrazu Świętej Rodziny Kaliskiej (In ricerca dell’autore dell’immagine di Santa

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pubblicate anche le preghiere a San Giuseppe, poesie su Patriarca di Nazareth e le testimonianze di fede che parlavano di grazie ricevute tramite l'intercessione di San Giuseppe.

Negli anni seguenti sulle pagine de Il Custode si poteva accompagnare numerosi pellegrinaggi annuali a San Giuseppe, che è difficile calcolare, dunque menzioniamo solo i pellegrinaggi più importanti, come quelli di artigiani, lavoratori, consulenti di vita familiare, l'Azione Cattolica, Chiesa Domestica, o pellegrinaggio sacerdoti - ex prigionieri di Dachau, che da molti anni giunge alla Basilica per ringraziare di essere sopravvissuti21. Per quanto riguarda ad esempio quell'ultimo pellegrinaggio che giunge al santuario nel Giorno del Martirio di Clero Polacco, si poteva leggere sulle pagine de Il Custode la seguente relazione: Dai sacerdoti che sono sopravvissuti al campo e in seguito hanno servito Dio e i fedeli, ed iniziando dal 1946 venivano a San Giuseppe di Kalisz nel pellegrinaggio di ringraziamento, non è rimasto più nessuno. Il compianto già ex-prigioniero di Dachau, don Jan Wolniak durante il soggiorno presso San Giuseppe, nel 1992, ha detto: “Abbiamo chinato il capo brizzolato a terra. Sentiamo che si avvicina la nostra partenza. Chiediamo allora San Giuseppe, Patrono di quelli che partono, affinché, come in modo in cui miracolosamente ci ha portato fuori d’inferno del campo, così ci conduca nella stanza del Signore nella Casa del Padre, dove il Signore “asciugherà dai nostri occhi ogni lacrima, e la morte non ci sarà più, né lutto, né lamento, né fatica non ci sarà più, perché le cose di prima sono passate (Ap 21, 4)”, dove anche faciem ad faciem incontreremo il nostro Protettore - San Giuseppe”. Ultimo di loro - don Leon Stępniak, che per molti anni è stato Vice-Presidente del Comitato degli Ex-prigionieri del Campo di concentramento, il Venerdì Santo, 29 marzo di quest'anno, ha celebrato il centesimo anniversario della sua nascita, e pochi giorni dopo si mise in sua strada per incontrare Dio e San Giuseppe22. Sebbene tutti gli ex-prigionieri di Dachau sono tornati alla Casa del Padre, la Giornata del Martirio di Clero Polacco continuerà ad essere celebrata nella Basilica di San Giuseppe, e Il Custode verrà informando al riguardo.

Un evento molto importante nel calendario del Santuario di Kalisz sono diventati anche i mensili

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                               Famiglia di Kalisz), in: Opiekun 9(1998), p. 10; IDEM, „…łask twoich nieprzebranych skarb…”. Z dziejów sanktuarium św. Józefa w Kaliszu (“…il tesoro delle tue grazie immense…”. Dalla storia del Santuario di San Giuseppe a Kalisz), in: Opiekun 17(1999), p. 7, Opiekun 18(1999), pp. 10-11, Opiekun 19(1999), p. 9; IDEM, Od biskupstwa do diecezji (Dal vescovado alla diocesi), in: Opiekun 27(1999), p. 10; IDEM, Pątniczym szlakiem (Sul cammino dei Pellegrini), in: Opiekun 30(1999), p. 10; IDEM, Septenna, in: Opiekun 34(1999), p. 7; IDEM, „Żywot świętego Józefa” Piotra Skargi (“Vita di San Giuseppe” di Piotr Skarga), in: Opiekun 38(1999), p. 8.

20 �J. DELURA, Ze skarbca kaliskiej Bazyliki (Dal tesoro della Basilica di Kalisz), in: Opiekun 19(1999), p. 8; IDEM, Matka Boża od ognia (Madre di Dio dal fuoco), in: Opiekun 20(1999), p. 8; J. C., Z dziejów kultu św. Józefa (Dalla storia del culto di San Giuseppe), in: Opiekun 31(1999), p. 9.

21 Cfr. E. KOTOWSKA, Ocaleni kapłani w sanktuarium (Salvati sacerdoti nel Santuario), in: Opiekun 53(2000), p. 18; A. ZIELARZ, Rzemieślnicy ze św. Józefem (Artigiani con San Giusppe), in: Opiekun 47(2000), pp. 8-9; J. DURAJCZYK, Praca jest fundamentalnym dobrem człowieka… (Lavoro è il bene fondamentale dell’uomo…), in: Opiekun 52(2000), pp. 1. 9; BŁASZCZYK, Obrońcy życia u Świętej Rodziny (Difensori di vita da Santa Famiglia), in: Opiekun 55(2000), p. 9; M. MRÓZ - ŻURAWSKA, Pielgrzymka pracowników Wodociągów i Kanalizacji do św. Józefa (Pellegrinaggio dei lavoratori di Acquedotti e Fognatura a San Giuseppe), in: Opiekun 55(2000), p. 8

22 S. KĘSZKA, Dzień Męczeństwa Duchowieństwa Polskiego (Giornata di Martirio del Clero polacco), in: Opiekun 392(2013), p. 8.

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incontri di preghiera per la difesa della vita concepita e della famiglia nel primo Giovedì di ogni mese, che hanno avuto inizio il 3 giugno del 2004, e continuano fino a questo giorno, quindi ce ne sono stati già più di 10023. Tramite questi incontri si cerca di adempire il testamento spirituale di Giovanni Paolo II, che ha chiesto proprio a Kalisz una particolare cura per la vita. Una volta all'anno essi coincidono con il Pellegrinaggio annuale della Famiglia di Radio Maria a San Giuseppe, l’evento che vanta la più grande affluenza nel Santuario durante l'anno. Questi incontri sono sempre stati preannunciati e in qualche modo menzionati sulle pagine della nostra Rivista, ma a partire dal 2008 su Il Custode ne appaiono i rapporti molto dettagliati, spesso con le parti di conferenze o omelie tenute da vescovi invitati, e in occasione del Pellegrinaggio della Famiglia di Radio Maria - fotoreportage24. Proprio dai testi provenienti da questi incontri San Giuseppe emerge di più come un Difensore della vita.

4. Non solo Giuseppe di Kalisz

Molto presto, già nel primo anno d’attività de Il Custode, è apparso chiaro che non sarebbe

possibile nella promozione del culto di San Giuseppe limitarsi esclusivamente all'immagine di Kalisz. Così nel corso degli anni sulle nostre pagine sono state presentate diverse opere d'arte raffiguranti Santo Falegname di Nazareth, altri suoi santuari sparsi per il mondo ed anche altri Santi che si sono distinti per la devozione particolare a San Giuseppe.

Inizialmente, la maggior attenzione è stata dedicata ai famosi dipinti in cui si trova la figura di San Giuseppe, come ad esempio: Laboratorio di falegname di San Giuseppe di Georges de la Tour, dello stesso Autore Sogno di San Giuseppe, San Giuseppe nella bottega dipinto da R. Campina, Lo Sposalizio di Maria di Raffaello, Adorazione dei pastori di Caravaggio, La Sacra Famiglia con gli Angeli di Rembrandt, Sacra Famiglia – B.E. Murillo, Cristo torna ai suoi genitori dipinta da S. Martini, icona della Sacra Famiglia di ritorno da Gerusalemme a Nazareth di F. “Kiko” Argüello, e tanti altri dipinti di epoche diverse25. Vi era pubblicato addirittura un articolo su rappresentazioni di San Giuseppe in filatelia26.

                                                                                                               23 �Cfr. L. SZKOPEK, Św. Józef stał się nam bliższy (San Giuseppe è diventato più vicino da noi), in: Opiekun 375(2012),

p. 3. 24 Cfr. A. KLIMEK, Nie ma jak w rodzinie (Non è così come in famiglia), in: Opiekun 270(2008), pp. 9-11. A.

WENCWEL, Rodzina jako Kościół domowy (Famiglia come Chiesa domestica), in: Opiekun 272(2008), pp. 8-9; IDEM, O życiu w czystości (Sulla vita in castità), in: Opiekun 276(2008), pp. 8-9.

25 Cfr. J.A. SPLITT, Pracownia św. Józefa (Laboratorio di San Giuseppe), in: Opiekun 3(1998), p. 10; IDEM, Sen świętego Józefa (Sogno di San Giuseppe), in: Opiekun 4(1998), p. 9; R. STARCZEWSKA, Święty Józef w warsztacie (San Giuseppe nella bottega), in: Opiekun 5(1998), p. 9; J. DELURA, Święta Rodzina (Sacra Famiglia), in: Opiekun 9(1998), p. 9; R. STARCZEWSKA, Chrystus powracający do rodziców (Cristo tornando ai suoi genitori), in: Opiekun 10(1998), p. 9; J. DELURA, Powrót Świętej Rodziny z Jerozolimy do Nazaretu (Ritorno di Sacra Famiglia da Gerusalemme a Nazareth), in: Opiekun 13(1998), p. 9; IDEM, W szkole świętego Józefa (Nella scuola di San Giuseppe), in: Opiekun 18(1999), pp. 8-9; A. JABŁOŃSKI - WAŻNY, Święty Józef w przedstawieniach plastycznych (San Giuseppe nelle rappresentazioni plastiche), in: Opiekun 38(1999), p. 9.

26 J.A. SPLITT, Święty Józef… z ząbkami (San Giuseppe… con i dentini), in: Opiekun 41(1999), pp. 8-9.

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È interessante, che perfino descrivendo immagini di diverso tipo con San Giuseppe, anche lì si cerca gli elementi per sottolineare la sua eccezionalità ed il suo ruolo servile per la vita e la famiglia, come per esempio leggiamo da Colafranceschi: Nell’arte antica non ci sono queste testimonianze, perché la figura di San Giuseppe era piuttosto la figura del Santo molto silenzioso, zitto e perfino trascurato. Invece quando le confraternita e le congregazioni religiose, specialmente francescani e domenicani, cominciano vedere il suo ruolo fondamentale di Custode (Custos) e Nutritore (Nutritor) del Salvatore, allora anche nell’arte abbiamo il rispecchio di questa situazione. Possiamo dire, che dai tempi di Rafaello, nelle rappresentazioni di Santa Famiglia San Giuseppe comincia essere la figura principale, prima non lo era. Questi sono gli studi che si compiono adesso. Ogni santo tiene quasi la sua specialità, San Giuseppe è il Santo particolare, perché aveva il ruolo decisivo come il Custode di Gesù Bambino, allora sicuramente è il Santo d’altra dimensione, che insieme con Maria rappresenta la storia dell’Incarnazione. Da questo punto di vista mi sembra perfino non giustificato trattarlo uguale con gli altri santi27.

Nel corso del tempo cominciano ad apparire i testi sui posti al di fuori del nostro Paese, e così, per esempio, su San Giuseppe venerato nel Santuario mariano di Lourdes ha scritto don J. Robakowski28, che dedicò un altro articolo al posto di San Giuseppe nella devozione di Bernardetta Soubirous29. Sul culto e sulla storia dell'immagine di Custode di Gesù derivato dal villaggio Nowosiółka Koropiecka scrisse E. Sługocki30. Sul Santuario romano di San Giuseppe Avvocato dei morenti ha raccontato don Aleksander Gendera31. Vi sono anche apparsi testi su chiese meno conosciute di San Giuseppe in Polonia, come quella in Inowrocław32.

Nel presentare questa parte dell'attività de Il Custode non possono essere trascurati testi di don Andrzej Antoni Klimek, che durante i viaggi in varie parti del globo cerca di visitare sempre luoghi particolarmente associati a San Giuseppe e descriverli ai lettori di suo giornale. Si tratta di un elemento importante nel propagare il Santo Patrono, dato l'utilizzo della narrativa leggera, linguaggio non dogmatico, spesso in forma di reportage o di diario di viaggio. Uno di questi luoghi è Santa Fe, allo Stato di New Mexico negli Stati Uniti d'America, dove nella Cappella di Loretto si trova così detta Scala miracolosa. La leggenda dice che le Suore Loretane che hanno costruito questa Cappella si sono trovate ad affrontare un grave problema scoprendo che nessun falegname vuole prendere il lavoro per costruire una scala per un altissimo soppalco del coro. Come ci sono riuscite a risolvere questo problema? Così ha descritto Klimek: Religiose, forse d’ogni congregazione sotto il sole, in tali situazioni hanno sempre un altro asso nella manica: “pregheremo, e poi si vedrà”. Avevano grande venerazione per il San

                                                                                                               27 S.COLAFRANCESCHI, Św. Józef na pierwszym miejscu (San Giuseppe al primo posto), in: Opiekun 311(2010), p. 12. 28 �J. ROBAKOWSKI, Postawiono mnie tu jako stróża (Messo qui come il Custode), in: Opiekun 136(2003), p. 9. 29 �IDEM, Wybierz św. Józefa, a się nie zagubisz (Scegli San Giuseppe e non ti perderai), in: Opiekun 140(2003), p. 9. 30 �E. SŁUGOCKI, Moje spotkanie ze św. Józefem (Il mio incontro con San Giuseppe), in: Opiekun 296(2009), pp. 10-11. 31 A. GENDERA, Rzymskie sanktuarium św. Józefa Orędownika umierających (Santuario romano di San Giuseppe

Avvocato dei morenti), in: Opiekun 35(1999), p. 8. 32 J. MAJEWSKA, W mieście na soli (Nella città sul sale), in: Opiekun 333(2011), p. 12.

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Giuseppe Loretane hanno dunque cominciato una novena con la domanda di trovare una soluzione al loro problema. Il nono giorno della novena, un uomo dai capelli grigi su un asino e con un modesto cesto di strumenti ha bussato alle porte del convento delle suore offrendo i suoi servizi: “Lasciatemi provare”, - ha detto. Il misterioso falegname, che oltre al martello aveva pochi altri strumenti per lavorare, lavorava, secondo diverse fonti, dai sei agli otto mesi, e quando la Madre Maddalena andò a pagarlo per il suo lavoro, è scomparso33. Fino ad oggi, Suore Loretane credono che proprio San Giuseppe era quel misterioso falegname, autore della scala, che è un capolavoro e un’opera singolare d’ingegneria.

Lo stesso Autore ha descritto anche la canonizzazione di due grandi devoti a San Giuseppeç fra Andrea di Montreal e Mary MacKillop, che ha avuto luogo a Roma: Molti dei miei interlocutori esprimono sorpresa quando durante la canonizzazione a Roma, il 17 ottobre, alla domanda se sono venuto qui per celebrare la canonizzazione di un altro polacco, Stanislaw Kazimierczyk, rispondo: no! Naturalmente sono contento che dopo diversi secoli del processo di canonizzazione il nostro connazionale, e inoltre il sacerdote innamorato dell'Eucarestia, allarga il gruppo di intercessori presso Dio, ma questa volta volevo gioire soprattutto con due amici speciali di San Giuseppe: Sant’Andrea Bessette da Canada e Santa Mary MacKillop da Australia. È il loro rapporto speciale con il nostro Santo Patrono mi ha portato prima a visitare i luoghi dove loro hanno vissuto, e ora di essere presente a questo grande momento quando Papa Benedetto XVI ha proclamato la famosa formula: “Sanctos esse decernimus et definimus, ac Sanctorum Catalogo adscribimus, statuentes eos in universa Ecclesia inter Santos pia devotione recoli debere”34. Altri due testi dello stesso Autore degni d’attenzione sono sopra menzionati reportage da Montreal e Sydney, dove è possibile conoscere le biografie e le opere di vita, rispettivamente di Andrea Bessette e Mary McKillop35.

In conclusione, riportiamo ancora un altro dai più recenti articoli sulle opere d'arte dedicate a San Giuseppe, in questo caso alla chiesa di San Giuseppe a Krzeszow, che si vanta forse del numero più alto delle rappresentazioni artistiche del nostro Patrono riuniti in un unico luogo. Quest’articolo, che vale la pena segnalare e al tempo stesso ci introduce alla prossima sezione più importante per la divulgazione di San Giuseppe, è una sorta di racconto con le “parole proprie” della conferenza tenuta in uno dei simposi. Questa è una delle iniziative più importanti della Redazione de Il Custode negli ultimi anni, mirata a non evitare le problematiche difficili da comprendere, soprattutto riguardanti la teologia, ma di presentarli in una forma adatta per i destinatari del nostro giornale. Torneremo a questo argomento non prima di citare alcune parole di A. Djoniziak, la quale così descrive la conferenza tenuta da un relatore: È un procedimento di composizione interessantissimo: mettere le dimostrazioni bibliche e le persone nelle realtà di Provincia della Silesia seicentesca, tra le persone viventi in prossimità del monastero e nel suo                                                                                                                33 A. KLIMEK, Cudowne schody (Scala miracolosa), in: Opiekun 324(2010), pp. 10-11. 34 IDEM, Przyjaciele św. Józefa (Amici di San Giuseppe), in: Opiekun 326(2010), p. 4. 35 IDEM, Andrzej Bessette – przyjaciel, brat, święty (Andrea Bessette – amico, fratello, santo), in: Opiekun 327(2010),

pp. 10-11; IDEM, Święta buntowniczka z Australii (Santa Contestatrice da Australia), in: Opiekun 328(2010), pp. 10-11.

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paesaggio montanaro. Inoltre, i ben noti eventi biblici di anni dell'infanzia di Gesù sono stati arricchiti da motivi d’apocrifi, e anche antichi, che non confondono però la presentazione precisa della vita di Giuseppe - ha detto don Stanislaw Szupieńko. Una delle scene più affascinanti è quella in altare laterale della navata principale, sulla sinistra. È matrimonio di Maria e Giuseppe, giovani sposi, per cui Dio ha preparato il suo piano. Però, ovviamente, è meglio meditare le rappresentazioni artistiche di San Giuseppe e la Sacra Famiglia di persona, in Krzeszow36.

5. Teologia e spiritualità di San Giuseppe La Rivista diocesana che per sua natura ha una gamma molto ampia di destinatari, cominciando

dai bambini, attraverso ai giovani, famiglia, clero e fino alle persone anziane, deve tener conto del fatto che la media preparazione dei lettori per il contenuto teologico (tranne il clero) è piuttosto bassa. Pertanto, proporre il contenuto teologico è una sfida molto difficile: da un lato si rischia che tali contenuti saranno ignorati dai lettori a causa del linguaggio troppo ermetico, dall’altro lato si tende a dispensarsi a cuor leggero dalla loro pubblicazione, oppure a banalizzarli. Sulle pagine de Il Custode nel corso degli anni si poteva notare questo dilemma. Dopo i primi tre anni, durante i quali sono stati pubblicati numerosi testi, anche ristampe e omelie d’alto contenuto teologico37, molto probabilmente a causa dello scarso feedback da parte dei lettori, così come delle difficoltà nel reperire il materiale su San Giuseppe, ci fu una pausa significativa di alcuni anni, quando il soggetto di San Giuseppe si è basato principalmente sulla presentazione degli eventi dalla Basilica di San Giuseppe, eventualmente sulle omelie tenute dal Vescovo di Kalisz e sulla descrizione delle grazie ottenute tramite la sua intercessione38.

Un importante impulso per nuovo approfondimento teologico su San Giuseppe è arrivato dai due fatti che si sono sovrapposti nello stesso tempo: il cambiamento nella composizione della Redazione39 e innanzitutto i preparativi per il prossimo Congresso Internazionale su San Giuseppe che doveva avere luogo a Kalisz. Nel 2008, un anno prima del Congresso, la Redazione prende sforzo per tornare al contenuto approfondito, cercando allo stesso tempo di trasmetterlo in un modo facile da assorbire e comprensibile per la maggior parte dei lettori. Secondo questa linea editoriale si è deciso di includere sulle pagine della Rivista il contenuto di quasi tutti i documenti del Congresso, ma non attraverso la pubblicazione dei testi integrali dei discorsi, ma piuttosto tramite le interviste con i loro autori o                                                                                                                36 A. DJONIZIAK, Opiekun Zbawiciela w malarstwie (Custode del Salvatore in pittura), in: Opiekun 371(2012), pp. 9-

10. 37 Come esempio si può vedere: K. MAJDAŃSKI, Święty Józefie, Głowo Najświętszej Rodziny (San Giuseppe, Capo di

Sacra Famiglia), in: Opiekun 4(1998), p. 7; M. BIGIEL, Św. Józef jako wzór ojca (San Giuseppe come esempio del padre), in: Opiekun 10(1998), p. 9; K. WOJTYŁA, Święty Józef (San Giuseppe), in: Opiekun 20(1999), p. 7.

38 Cfr. D. KWIATKOWSKI, op.cit., p. 345-347. Nel suo studio Kwiatkowski molto dettagliatamente analizza le annate singolari del Custode e nel supplemento presenta l’indice di tutti gli articoli riguardanti San Giuseppe apparsi sulle pagine di Bisettimanale di Kalisz.

39 �Ibidem, p. 349.

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panoramiche scritte in un linguaggio semplice. Il 2009 è stato l'anno del Decimo Congresso Internazionale su San Giuseppe, che ha avuto luogo a

fine di settembre ed inizio d’ottobre, ma già dal primo numero de Il Custode a gennaio si poteva notare la mobilitazione di sforzi per approfondire la conoscenza di San Giuseppe. Come la prima è apparsa una intervista con don dr A. Laton sulla sua devozione al San Giuseppe, sul nuovo Centro Josephologico, che è stato costruito a Kalisz e sui preparativi per il Congresso. A. Laton, appena prima del Congresso ha descritto anche il culto di San Giuseppe come una grande opportunità per salvare la famiglia40. Nel numero di marzo de Il Custode, don B. Kempa ha ricordato i contenuti teologici e liturgici della solennità di San Giuseppe, Sposo della Beata Vergine Maria, celebrata in tutta la Chiesa il 19 marzo41. Particolarmente a noi interessanti dal punto di vista di questo studio i contenuti su San Giuseppe di Kalisz venerato come il santo Patrono che protegge la vita, hanno ricordato A. Wencwel e A. Klimek42. Sul Congresso e sulla sua importanza per l'approfondimento del culto di Santo Patrono ha parlato in un'intervista don W. Hanc, uno dei più grandi studiosi polacchi di San Giuseppe e presidente di lunga data dei Studi polacchi su San Giuseppe43. Padre A. Jacyniak, spiegando il tema del Congresso ha risposto alla domanda del perché San Giuseppe potrebbe essere il Patrono per i nostri tempi, e poco prima dell'inizio del X Congresso Internazionale su San Giuseppe è stato pubblicato un articolo di don A. Laton riguardante lo stesso soggetto44. Un altro numero de Il Custode è stato quasi interamente dedicato ai dibattiti del Congresso, oltre che agli eventi che l'hanno accompagnato. Fu pubblicata, tra gli altri, la parola predicata da Mons. Stanislaw Napierała, durante la Messa d'inaugurazione del X Congresso Internazionale di San Giuseppe nella Basilica di San Giuseppe di Kalisz45.

La genesi della preparazione dell’Esortazione apostolica Redemptoris Custos ha svelato un’eminente studioso italiano di San Giuseppe, Padre T. Stramare46. È stata questa intervista a rispecchiare perfettamente la nuova linea della Rivista. Stramare non solo apertamente ha condiviso alcune informazioni47 dai tempi della redazione dell'Esortazione Redemptoris Custos, ma ha anche

                                                                                                               40 A. KLIMEK, Patron na nasze czasy. O świętym Józefie, Studium Józefologicznym i zbliżającym się Międzynarodowym

Sympozjum w rozmowie z ks. Andrzejem Latoniem (Patrono per i nostri tempi. Su San Giuseppe, Studi su San Giuseppe e avvicinandosi Simposio Internazionale su San Giuseppe nella conversazione con don Andrzej Laton)), in: Opiekun 279(2009), p. 10-11; A. LATOŃ, Święty Józef – w poszukiwaniu tego, co zanikło we współczesnej rodzinie (San Giuseppe – in ricerca di ciò che ha scomparso nella famiglia contemporanea), in: Opiekun 294(2009), p. 10.

41 B. KEMPA, Wielki Święty (Grande Santo), in: Opiekun 282(2009), p. 10. 42 A. WENCWEL, Patron chroniący życie (Patrono che protegge la vita), in: Opiekun 283(2009), p. 10; A. KLIMEK, Z

szacunkiem dla życia (Con il rispetto alla vita), in: Opiekun 285(2009), pp. 10-11. 43 W. HANC, Święty Józef – patron, na którym można się oprzeć… (San Giuseppe – il Patrono cu cui si può appoggiare…),

in: Opiekun 291(2009), pp. 10-11. 44 A. JACYNIAK, Dlaczego św. Józef może być patronem na nasze czasy? (Perché San Giuseppe può essere il Patrono per

i nostri tempi?), in: Opiekun 295(2009), pp. 10-11; A. LATOŃ, Patron na nasze czasy (Patrono per i nostri tempi), in: Opiekun 297(2009), pp. 10-11.

45 S. NAPIERAŁA, Patron na nasze czasy (Patrono per i nostri tempi), in: Opiekun 298(2009), pp. 14-15. 46 T. STRAMARE, Odkrywając Świętego Józefa (Scoprendo San Giuseppe), in: Opiekun 298(2009), pp. 18-19. 47 T. Stramare non solo non ha negato la sua paternità, ma anche ha assicurato che prevedevano di pubblicare questo

documento papale in forma di enciclica: Dopo 20 anni, posso dire un’altra cosa. Nel 1970, quando sono passati 100 anni

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ricordato il più importante, nel suo parere, patronato di San Giuseppe: Chiesa aveva bisogno di imparare da San Giuseppe, come trovare la propria identità. Come ascoltare e obbedire a Gesù. Così San Giuseppe è il Patrono della Chiesa come il modello di identità della Chiesa. Che cosa ha fatto San Giuseppe? Ha servito a Gesù che salva. Cosa dovrebbe fare la Chiesa? Servire a Gesù, che è il Salvatore. In questo la Chiesa trova la sua identità: servire alla salvezza. La Chiesa non dà la salvezza, la Chiesa serve alla salvezza. Così come San Giuseppe. E questo è il più importante patronato di San Giuseppe48.

La promozione del culto di San Giuseppe, come colui che ha la cura per la vita della Chiesa, è diventata definitivamente il contenuto dei numeri consecutivi, soprattutto sulla base di interviste e relazioni riguardanti il menzionato Congresso. Konecki ha ricordato, per esempio, una fonte importante della ricerca sul ruolo di San Giuseppe: Si prega di notare che tramite la vicinanza con Gesù San Giuseppe era presente in quasi tutti i misteri della vita di Gesù, attraverso quali è stata realizzata l'opera della nostra salvezza. È lui dopo Maria il primo partecipante dei misteri di Gesù, che, grazie alla presenza dello Spirito Santo nella Chiesa, vengono costantemente attualizzati nella liturgia. Non fa niente che la Bibbia parla di San Giuseppe così poco, ma parla di lui la liturgia, che è l'attuazione delle azioni salvifici e delle parole di Gesù. Ed essa è anche il locus teologicus! Si prega di notare che su questa linea va Giovanni Paolo II in “Redemptoris Custos”49.

San Giuseppe è anche il premuroso difensore della vita spirituale. Questa verità fu ricordata al Congresso e sulle pagine de Il Custode da, tra altri, padre J.M. Verlinde: Guarigione interiore è qualcosa che accelera il nostro cammino verso la santità. E qui San Giuseppe è particolarmente utile soprattutto quando le ferite vengono dal proprio padre, così come Maria è un canale dell'amore di Dio per le ferite causate, spesso inconsapevolmente, dalla propria madre. Maria e Giuseppe sono i due pilastri, i parametri, i mediatori, e loro, come si vede nell'immagine in Kalisz, ci tengono per mano e portano avanti50.

Lettori de Il Custode potevano anche leggere la testimonianza di Matthew Spencer, per il quale la spiritualità di Giuseppe si dimostrò un'ancora di salvezza per riordinare la propria vita. Spencer oggi coordina, tra altre cose, un molto importante Progetto di Rachela, dove, sotto il patrocinio di San Giuseppe si cerca di aiutare persone colpite dal peccato di aborto: Negli Stati Uniti, l'aborto è un grande

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                               dalla costituzione di San Giuseppe Patrono della Chiesa, tutti aspettavano un documento, mentre non appariva praticamente nulla. Congresso svoltosi a Roma allora ha ottenuto solo una benedizione formale della Santa Sede. Così allora nel centenario di prima enciclica dedicata a San Giuseppe niente ancora meno era atteso e nessuno osava nemmeno domandare o chiedere. Devo ammettere che essendo già allora seriamente interessato di San Giuseppe, mi permettevo di scrivere una lettera al Padre Santo chiedendogli un ricordo almeno di questo documento. Invece il Santo Padre mi ha risposto che vuole preparare l'enciclica. Lo dico con piena responsabilità, che doveva essere l'enciclica. Più tardi però, è stato deciso che forse l’enciclica sarebbe troppo, in Ibidem, p. 18.

48 �Ibidem, p. 19. 49 �K. KONECKI, Św. Józef od spraw niemożliwych (San Giuseppe dalle cose impossibili), in: Opiekun 301(2009), pp.

10-11. 50 J.M. VERLINDE, Wychodzenie z Egiptu (Uscire dall’Egitto), in: Opiekun 299(2009), pp. 10-11.

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business, quindi c'era un forte bisogno di creare un sistema per aiutare coloro che hanno commesso questo peccato. Ci sono coinvolte anche delle persone i cui genitori hanno commesso il peccato di aborto, e dunque loro piangono per i suoi fratelli non nati. Pertanto, nel Santuario di San Giuseppe in Santa Cruz sono proposti dei ritiri e delle giornate di riflessione per queste persone, in cui i sacerdoti cercano di riconciliarle con Dio e di ridurre le tragiche conseguenze provocate nella loro vita dal peccato di aborto. Questo è uno dei compiti più importanti del nostro Santuario in California, che è chiamato Shrine of Saint Joseph, Guardian of Redeemer (Santuario di San Giuseppe, Custode del Redentore)51.

Sull'aiuto di San Giuseppe nel trattamento delle ferite della vita interiore e il suo ruolo servile del mistero dell'Incarnazione sulle pagine de Il Custode hanno scritto ripetutamente frati dalla convocata ad experimentum Confraternita di Giuseppe in Kalisz, M. Wisniewski e P. Gorski durante gli anni 2012-2013. Ad esempio, prima di Natale Gorski ha scritto: Giuseppe nel momento della nascita di Gesù Cristo, ci appare come quello in cui si compiono tutte le promesse fatte ai patriarchi attraverso i secoli. Giuseppe ha visto la salvezza, che Dio ha promesso ad Abramo e Davide, per bocca dei profeti. Questo vedere ed accogliere Gesù nel mondo, non è stato, quindi, solo un atto semplice, ma per essere il Servo di Salvezza, Giuseppe prende nelle sue mani al momento della nascita, questo Sacramento unico e speciale della presenza salvifica di Dio nella storia dell'umanità, che è Gesù Cristo. Giuseppe, subito dopo Maria, e con essa, è il primo depositario di questa grazia52. Invece Wisniewski, descrivendo il ritiro sulla guarigione interiore sotto il patrocinio di San Giuseppe, ha sostenuto: Si può chiedere a questo punto, qual è il ruolo di San Giuseppe qui? La risposta è semplice: fondamentale. Durante il ritiro infatti entriamo nel mistero di Cristo - il Figlio di Dio che ha lasciato il cielo ed è venuto nella nostra storia, diventando un uomo. Perché ha fatto così? Per annunciare la Buona Notizia per noi, che la nostra vita è buona, è il dono del Padre, e che Dio si prende cura di noi. Perché non lo vediamo? Perché è il peccato che ci vela gli occhi. Costantemente quando viene la sofferenza siamo inondati di veleno dello spirito malvagio che dice: Dio non ti ama, sei solo. La risposta di Dio è Gesù Cristo - il Figlio prediletto del Padre, che prende su di sé la nostra umanità, e così anche la storia della vita di ognuno di noi, con tutte le ferite, i dolori, gli eventi. Ne accoglie nell'incarnazione come è, e da il consenso per essa, perché sa che questo è il disegno del Padre. San Giuseppe insieme con Maria sono i primi testimoni dell'incarnazione e quelli che la ricevono, che permettono che l’incarnazione mette la luce sulla loro vita53. Vale la pena ricordare qui che la guida spirituale di San Giuseppe era sempre presente nelle pubblicazioni del Custode fin dall'inizio, quando, ad esempio, i ritiri quaresimali annuali alle pagine del giornale sono state effettuate nello spirito di San Giuseppe54.

                                                                                                               51 M. SPENCER, Duchowość jako dar Boży (Spiritualità come il dono di Dio), in: Opiekun 305 (2010), pp. 10-11. 52 P. GÓRSKI, W tajemnicy Narodzenia (Nel mistero di Natale), in: Opiekun 383(2013), p. 11. 53 M. WIŚNIEWSKI, Czy może być coś dobrego z Nazaretu? (Può essere qualcosa buono da Nazareth?), in: Opiekun

374(2012), p. 10. 54 Tra altri: A. LATOŃ, Ze św. Józefem w oczekiwaniu na Paschę (Con San Giuseppe in attesa di Pasqua), in: Opiekun

204(2006), p. 9, Opiekun 205(2006), p. 11; IDEM, „Pascha” znaczy „przejście” (“Pasqua” significa “passaggio”), in:

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Tuttavia, la maggior parte di studi su San Giuseppe che è promossa nelle pagine della Rivista di Kalisz tratta di San Giuseppe, come colui che custodisce la vita dei bambini non nati. Come per esempio nelle parole di L. Toschi, che spiega così il significato di dare il nome a Gesù da Giuseppe: Dando a Gesù il nome stabilito da Dio, Giuseppe insegna padri il loro dovere rispetto a dare il nome al bambino in conformità con la volontà di Dio. Mentre il concepimento al di fuori del matrimonio è un errore enorme, nessun bambino può essere trattato come un “errore”. Ogni uomo è concepito a immagine di Dio, grandemente stimato da Dio. Così come Gesù è stato conosciuto come il “figlio di Giuseppe”, così anche ogni bambino ha il diritto di essere riconosciuto come figlio di un padre amorevole. Gesù dice: “Chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me” (Mt 18, 5). Gesù fa anche un forte monito a chiunque avrebbe fatto male ad un bambino, “meglio per lui sarebbe che gli fosse appesa al collo una macina da mulino e fosse gettato nel profondo del mare” (Mt 18, 6, Luca 17, 2). Giuseppe insegna ai padri di “fare ciò che è giusto”, vale a dire, di ascoltare Dio, avere la fiducia nella sua volontà e seguire la Sua volontà con un impegno per tutta la vita. Per il bene dei bambini i cui padri biologici hanno fallito, Giuseppe può ispirare altri uomini a sposare le loro madri e diventare i “veri” padri di quei bambini che non costituiscono la loro prole biologica. I bambini, che sono senza un padre, possono cercare conforto e forza da San Giuseppe, vedendo in lui il loro padre spirituale55.

Gli stessi temi apparivano spesso anche nell'insegnamento del primo Vescovo di Kalisz, e furono riportate sulle pagine di Bisettimanale, ma su questo argomento sarà presentata in questa sede una relazione separata, preparata da prof. Dariusz Kwiatkowski56. Chiudendo questa sezione dedicata al approfondimento teologico della conoscenza di San Giuseppe come un grande Difensore e un Custode premuroso di vita va sottolineato che dal X Congresso Internazionale di San Giuseppe a Kalisz, ogni anno su Il Custode sono pubblicati in modo accessibile materiali, discussioni e riviste riguardanti le tematiche di tutti i successivi simposi su San Giuseppe che hanno luogo a Kalisz ogni anno57.

In conclusione, vale la pena citare un interessante tentativo di Aleksandra Polewska che ha proposto la colonna per i bambini dedicata a San Giuseppe intitolata Club dei piccoli studiosi di San Giuseppe, dove un personaggio di fantasia Józefologia Józefiak (sia il nome che il cognome chiaramente alludono a San Giuseppe) rende più famigliare ai giovanissimi lettori della Rivista il Santo Patrono58.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                               

Opiekun 206(2006), p. 9; IDEM, Opiekun życia (Custode della vita), in: Opiekun 228(2007), p. 8; IDEM, Opiekun Prawdy (Custode della Verità), in: Opiekun 229(2007), p. 9; IDEM, Opiekun Drogi (Custode Caro), in: Opiekun 230(2007), p. 9.

55 L. TOSCHI, O ojcostwie w naszych czasach (Sulla paternità nei nostri tempi), in: Opiekun, 306 (2010), p. 11. 56 Relazione di don prof. Dariusz Kwiatkowski è intitolata San Giuseppe protettore delle famiglie e patrono della vita

concepita nell'insegnamento del monsignore Stanisław Napierała – primo vescovo della Diocesi di Kalisz. 57 Nel 2013 sono stati pubblicati tutti e sei interventi dai 44 simposi, cominciando da A. WENCWEL. Pielgrzym wiary

(Pellegrino di fede), in: Opiekun 393(2013), pp. 10-11, fino a D. KWIATKOWSKI, Sobór Watykański II i św. Józef Kaliski (Concilio Vaticano II e San Giuseppe di Kalisz), in: Opiekun 398(2013), pp. 10-11.

58 Cfr. A. POLEWSKA, Józefologia Józefiak (Studi di San Giuseppe, Studioso di San Giuseppe), in: Opiekun 301(2009), p. 27; IDEM, Św. Józef i … Doda (San Giuseppe e … Doda), in: Opiekun 303(2009), p. 27; IDEM, Dwóch Józefów i cicha noc (Due Giuseppe e la notte tranquilla), in: Opiekun 304(2009), p. 33.

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6. Serie Editoriale Biblioteca del Custode Nella divulgazione del culto di San Giuseppe non si può trascurare i libri che sono stati pubblicati

sotto l'egida di Bisettimanale. Meno di quattro anni dopo l'uscita del primo numero, il Redattore di allora don K. Szenowski ed i suoi colleghi hanno intravisto la necessità di trovare un modo per proporre i contenuti più corposi di un semplice articolo. Così è nata l'idea di creare la Biblioteca de Il Custode59. Nel suo ambito si è deciso di emettere pubblicazioni più complete dando così la vita a sei volumi dedicati a San Giuseppe60.

Il primo elemento rilasciato nella serie della Biblioteca de Il Custode era un libro di don D. Foucher di Francia intitolato Giuseppe da Nazareth, nostro padre, che presenta gli eventi poco noti della vita di San Giuseppe. Don D. Foucher mostra San Giuseppe come un giovane ed equilibrato uomo aperto all’azione interiore di Dio, che lo ha scelto come Sposo e il Marito di Maria. Giuseppe, come sposo di Maria e padre di Gesù, ha sperimentato l'odio di Erode, fuggì con la sua Famiglia in Egitto, e aveva molti altri momenti drammatici. Tuttavia, nonostante queste esperienze difficili, ha avuto sempre la fiducia in Dio e ha agito con grande saggezza e prudenza. San Giuseppe ha legato la sua vita con Maria, e quindi entrò nel grande mistero del Verbo Incarnato e della Chiesa. Maria diede alla luce il Figlio di Dio, e il suo marito vergine portò a sua casa sia il Figlio come la Madre. La conseguenza di questo è stata condivisa con Maria l’educazione di Gesù. Da una modesta casa di Nazareth è venuta una fiamma che non cessa mai di brillare e infiamma ancora il mondo intero61.

Il secondo libro della serie della è stata la posizione di padre Aleksander Jacyniak dal titolo: Con San Giuseppe al passaggio dei millenni. L'autore era superiore del convento dei Gesuiti a Kalisz durante molti anni e aveva frequenti contatti con la Basilica di San Giuseppe. Così scrive sulla preparazione del suo libro: Lentamente, e qualche volta di corsa, hanno assunto forma i testi che sono stati inclusi in questo studio. (...) Conoscendo la sua (San Giuseppe) mitezza ed umiltà, sono sicuro che mi perdonerete le seguenti limitazioni sul contenuto della sua persona, e alcuni aspetti della sua vita, in gran parte coperti dal silenzio della Bibbia. Sono ancora un principiante nell’approfondire la vita di un Santo che si nascondeva dietro un velo di silenzio e di cui l’umiltà e la mitezza hanno penetrato anche queste parti

                                                                                                               59 Cfr. D. KWIATKOWSKI, Święty Józef – Patron Kościoła naszych czasów (San Giuseppe – Patrono della Chiesa dei

nostri tempi), p. 357. 60 D. FOUCHER, Józef z Nazaretu, nasz ojciec (Giuseppe da Nazareth – nostro padre), Kalisz 2002; A. JACYNIAK, Ze świętym Józefem na przełomie tysiącleci (Con San Giuseppe al passaggio dei millenni), Kalisz 2002; P. KAMZA, Cień Józefa. Apokryf współczesny (Ombra di San Giuseppe. Apocrifo contemporaneo), Kalisz 2003; s. E. STOLAREK, Obraz słowem malowany – Święty Józef w poezji polskiej (Immagine dipinta con la parola – San Giuseppe in poesia polacca), Kalisz 2004; ks. A. DOZE, Józef, cień Ojca. Refleksje z duchowości nazaretańskiej (Giuseppe, ombra del Padre. Riflessioni dalla spiritualità di Nazareth), Kalisz 2006; don T. STRAMARE, Ewangelia tajemnic ukrytego życia Jezusa (Mateusz i Łukasz 1-2) (Vangelo dei misteri della vita nascosta di Gesù (Matteo e Luca 1-2), Kalisz 2007.

61 Cfr. D. KWIATKOWSKI, Święty Józef – Patron Kościoła naszych czasów (San Giuseppe – Patrono della Chiesa dei nostri tempi), p. 358.

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della Bibbia che stanno cercando di abrogare questa tenda un po’62. Nei singoli articoli e riflessioni la figura di San Giuseppe viene mostrata sulla base di immagini bibliche, Tradizione della Chiesa e le arti. Tutti gli articoli di p. Jacyniak dimostrano la validità di questo “silenzioso” Santo nei tempi d'oggi. San Giuseppe parla anche all'uomo moderno al punto tale che possa essere considerato una guida che introduce nel terzo millennio del cristianesimo63.

Il moderno apocrifo di Pawel Kamza dal titolo Ombra di Giuseppe64 è un altro libro, arricchito dalla prefazione scritta da don dr A. Laton: San Giuseppe - Patrono per i nostri tempi, che delinea i grandi temi degli studi su San Giuseppe contemporanei, dall'antropologia, attraversando la teologia del corpo e del matrimonio, fino all'ecclesiologia65. Rappresentazione teatrale di Pawel Kamza, di cui personaggi sono diverse persone in cerca di amore che nella Sacra Famiglia trovano il suo vero esempio e in San Giuseppe, suo custode e aiutante, è stata presentata al Teatro di W. Bogusławski a Kalisz. La prima rappresentazione ebbe luogo il 12 aprile 2003.

Il quarto libro, pubblicato nella collana editoriale della Biblioteca de Il Custode è stata la posizione intitolata Immagine dipinta con la parola - San Giuseppe nella poesia polacca. La sua Autrice è Ewa Stolarek dalla Congregazione delle Suore Ancelle della Beata Vergine Maria Immacolata66. Nei singoli capitoli l'Autrice presenta i vari aspetti della vita e del culto di San Giuseppe nella poesia polacca. Testi poetici selezionati si riferiscono ai passi del Vangelo riguardanti la presenza di San Giuseppe alla nascita di Gesù, durante la fuga della Sacra Famiglia in Egitto, e nelle scene di dedicazione e di trovare Gesù nel Tempio di Gerusalemme. Inoltre, San Giuseppe viene presentato nella poesia polacca anche come capo della Santa Famiglia, un esempio di duro lavoro e di silenzio, un vero Israelita e il Custode della Santa Chiesa67.

Un altro libro pubblicato nella serie della Biblioteca de Il Custode ha il titolo Giuseppe, ombra del Padre. Riflessioni dalla spiritualità di Nazareth ed è stato scritto da don dr A. Doze dalla Francia68. L'intero libro composto di sette capitoli si concentra sul quarto capitolo, che funge da chiave di interpretazione di tutto il libro e del suo pensiero. Autore vuole mantenere un certo simbolismo che si trova spesso nella Sacra Scrittura. Riferendosi al racconto della creazione svoltasi nei sette giorni, suggerisce come il giorno-chiave il quarto giorno, quando Dio creò i grandi fonti di luce: il sole e la luna, e le stelle, come la decorazione del cielo. Sole che illumina la terra poteva garantire la vita                                                                                                                62 A. JACYNIAK, Ze świętym Józefem na przełomie tysiącleci (Con San Giuseppe al passaggio dei millenni), pp. 11-12. 63 Cfr. D. KWIATKOWSKI, Biblioteka Opiekuna powiększa się (La Biblioteca del Custode cresce), in: Opiekun

130(2003), p. 9. 64 P. KAMZA, op.cit. 65 A LATOŃ, Św. Józef – patron na nasze czasy. Przedmowa (San Giuseppe - Patrono per i nostri tempi. Introduzione), in:

P. KAMZA, op. cit., pp. 5-35. 66 E. STOLAREK, Obraz słowem malowany – Święty Józef w poezji polskiej (Immagine dipinta con la parola - San

Giuseppe nella poesia polacca), Kalisz 2004. 67 Cfr. D. KWIATKOWSKI, Obraz słowem malowany – Święty Józef w poezji polskiej (Immagine dipinta con la parola -

San Giuseppe nella poesia polacca), in: Opiekun 169(2004), p. 9. 68 A. DOZE, Józef cień Ojca. Refleksje z duchowości nazaretańskiej (Giuseppe, ombra del Padre. Riflessioni dalla

spiritualità di Nazareth), Kalisz 2006.

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all’uomo, e la luna ha permesso la cognizione del tempo. Secondo don Doze, Mercoledì, come il giorno di mezzo della creazione, rimanda allo stesso modo alla Domenica e al Sabato. In questo contesto, il quarto capitolo del libro parla della discesa di Gesù a Gerusalemme, e del completamento dell'opera salvifica. In questa luce, si deve vedere il ruolo e il posto di San Giuseppe e la venerazione a lui riservata da parte della Chiesa69.

L'ultima, fin d’ora, posizione emessa nella serie della Biblioteca de Il Custode è il libro di p. T. Stramare: Vangelo dei misteri della vita nascosta di Gesù. Padre Stramare ha dedicato la sua opera a San Giuseppe, a cui cura amorevole il Dio Padre ha voluto affidare gli inizi della nostra Redenzione70. Nel suo libro esamina in modo scientifico i primi due capitoli del Vangelo secondo San Matteo e secondo San Luca che parlano sulla crescita di Gesù nella Santa Famiglia di Nazareth. L'applicazione del metodo scientifico l'Autore spiega come segue: Il mio interesse scientifico per questi racconti è associato con l'inizio dei miei studi presso il Pontificio Istituto Biblico, dove molto apprezzato professor Max Zerwick ha scelto come tema della sua conferenza sull’esegesi del Nuovo Testamento proprio i primi due capitoli del Vangelo di Luca. L'interesse verso Matteo 1-2 arrivò molto più tardi ed è stato causato dalla necessità di approfondire la conoscenza della missione di San Giuseppe, che è la chiave per la cristologia, e tuttavia grande assente nei trattati teologici71. Nella conclusione Stramare nota che i Vangeli sono una testimonianza dell'insegnamento apostolico, il cui soggetto è il “mistero” (SC 5). Dal momento invece che i racconti sulla vita nascosta di Gesù sono a tutti gli effetti una valida parte di esso, allora rimuoverli, ridurli, trattarli come mezzi non storici significa contestare lo stesso mistero72.

Conclusione

Nel Decreto sugli strumenti di comunicazione sociale del Concilio Vaticano II si legge, che: La

Chiesa cattolica, essendo stata fondata da Cristo Signore per portare la salvezza a tutti gli uomini, ed essendo perciò spinta dall'obbligo di diffondere il messaggio evangelico, ritiene suo dovere servirsi anche degli strumenti di comunicazione sociale per predicare l'annuncio di questa salvezza ed insegnare agli uomini il retto uso di questi strumenti. Compete pertanto alla Chiesa il diritto innato di usare e di possedere siffatti strumenti, nella misura in cui essi siano necessari o utili alla formazione cristiana e a ogni altra azione pastorale73. Fin dall'inizio della sua esistenza il Bisettimanale della Diocesi di Kalisz si poneva come il fine la diffusione della Buona Novella del Vangelo, e data la

                                                                                                               69 Cfr. D. KWIATKOWSKI, Święty Józef – Patron Kościoła naszych czasów (San Giuseppe – Patrono della Chiesa dei

nostri tempi), p. 364. 70 T. STRAMARE, Ewangelia tajemnic ukrytego życia Jezusa (Mateusz i Łukasz 1-2) (Vangelo dei misteri della vita

nascosta di Gesù (Matteo e Luca 1-2), Kalisz 2007, p. 5. 71 Ibidem, p. 7. 72 Ibidem, pp. 395-396. 73 CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Decreto Inter mirifica sugli strumenti di comunicazione sociale (4 dicembre

1963), 3.

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presenza del Santuario di San Giuseppe a Kalisz proprio la sua persona e il suo ruolo ancillare verso l'opera di salvezza e verso la vita sono diventati una parte vitale di questo messaggio.

Occuparsi di San Giuseppe, però, non è un compito semplice. Da una parte, come ha notato Stramare, è perfino problematico trovare nelle facoltà teologiche un professore che accetti di seguire una tesi che riguardi in qualche modo San Giuseppe, relegato tra le devozioni popolari74. Dall'altra parte, come detto prima, in Polonia non esiste neanche una rivista popolare o scientifica che sia, dedicata totalmente a San Giuseppe. In questo contesto il Bisettimanale diocesano Il Custode sembra davvero riempire il vuoto che si era creato con il suo impegno nel diffondere il culto di San Giuseppe.

Come abbiamo visto questo impegno non è stato sempre uniforme, ma nel corso dei quindici anni della esistenza della Rivista i lettori potevano espandere notevolmente la loro conoscenza e la devozione a San Giuseppe, che proprio a Kalisz, il beato Giovanni Paolo II ha chiamato Grande Difensore e Premuroso Protettore della Vita di Gesù. Numerosi articoli, discorsi, interviste e per fino storielle per i bambini hanno mostrato San Giuseppe come il Difensore della vita dei bambini non nati e dei deboli, il Promotore della vita familiare, la Guida discreta nella vita spirituale, e, infine, il Protettore della vita della Chiesa. Negli ultimi anni d’attività de Il Custode sulle sue pagine si poteva notare la nuova crescita dell'interesse verso il Santo Patrono, a cui si riferisce il titolo della Rivista. Chissà se non si deve proprio a questo, che, nonostante un calo costante dei lettori di giornali in Polonia, il Custode registra un continuo aumento della tiratura. Anche in questo caso San Giuseppe sembra circondare con la sua paterna premura il lavoro affidatogli.

                                                                                                               74 Cfr. T. STRAMARE, A vent'anni dalla „Redemptoris custos”, p. 41.