Ovale Rossoblù n.1

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Gli Aldrovandi 70 anni di rugby bolognese l’Ovale Rosso blu Periodico di rugby • anno 1 numero 1 • 27 novembre 2011 • distribuzione gratuita

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Periodico del Rugby Bologna 1928

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Gli Aldrovandi 70 anni di rugby bolognese

l’Ovale RossobluPeriodico di rugby • anno 1 numero 1 • 27 novembre 2011 • distribuzione gratuita

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Il numero 1 dell’Ovale rossoblu uscì il 29 ottobre 1994. In prima pagina la formazione del 1934, una foto del sudafricano Casper Oelofsen con l’annuncio dell’imminente sfida con la Benetton Treviso e l’editoriale del grande Giuseppe Tognetti, che tito-lava “Ragazzi, è l’ora...”. Oggi, 27 novembre 2011, grazie al contributo di Emil Banca Credito Cooperativo, l’Ovale rossoblu torna ad essere un fedele compagno della Società, un luogo nel quale tutte le squadre trove-ranno spazio per far sentire la propria

voce, per raccontare, per raccontarsi. Uno strumento solido e antico, come è la storia del Bologna Rugby, ma che ben si affianca ai nuovi media. Alcune rubriche saranno fisse, come quelle dedicate alle partite in pro-gramma e a quelle giocate la settima-na prima. Spazi fissi saranno anche quelli del “Numero uno”, interviste fatte agli atleti protagonisti del cam-pionato e “Amarcord”, pillole di sto-ria scritte da Gianni Zanasi. Completano il giornalino i “pezzi” di colore di Carlo Castagnola, che tra ci-

tazioni letterarie, regole e luoghi co-muni sul rugby, cercherà di spiegare ai neofiti le qualità del mondo ovale. L’editoriale di Tognetti si rivolgeva ai ragazzi che da lì a poche ore avreb-bero incontrato la corazzata Benet-ton e si concludeva con un “Vinca sempre il migliore, beninteso, ma se sarete voi a vincere, tanto meglio”. È un “in bocca al lupo” che rinnoviamo noi oggi a tutti atleti che con la maglia del Bologna scenderanno in campo, qualsiasi sia il livello degli avversari: “Ragazzi, è l’ora...”.(A.M.)

Editoriale

Jhan Carlos Magallanes DelgadoI numeri UNOJhan Carlos Magallanes Delgado, flanker peruviano, laureando in scienze politiche e un futuro da diplomatico, è lo “straniero” del Rugby Bologna 1928.

Come e quando è nata la passione per il rugby?Nel 1998, appena arrivato in Italia. Fu mio zio che, facendo zapping in tv in attesa di una partita di calcio, trovò una partita della Nazionale italiana di rugby. Fu subito amore. Amore che ho potuto coltivare gra-zie all’appoggio dei miei genitori, di mio padre che segue le mie par-tite e di mia mamma che, ad ogni persona che incontra, racconta che suo figlio gioca a rugby.

I tuoi primi passi nel rugby italiano?I primi passi nel rugby li ho percorsi proprio nel Rugby Bologna 1928; ad allenarmi c’era Alessandro Mari-no: il mio personale Cristoforo Co-lombo verso la scoperta del Nuovo Mondo della Palla ovale. In seguito ho giocato a Modena, allenato da Marcelo Torricella (Popo): uno sti-molante cocktail italo-argentino. Poi a Bologna nel Reno Rugby, nel Castel San Pietro e infine, seguendo il detto “ovunque andrai la tua terra ti richiamerà”, ho risposto alla chia-mata del Bologna.

Descrivi i tuoi i tuoi compagni di squadra in una parola?Pazzi, pazzi da legare. La prima pa-

rola che mi viene in mente è proprio “pazzi”. La seconda è che sono la mia famiglia, e anche se siamo una famiglia di pazzi, è un onore scen-dere in campo con loro.

In che modo il Rugby ti ha aiutato nella tua crescita personale?Il rugby non mi ha aiutato, mi ha cresciuto. Il rugby è uno stile di vita, e quando ti entra nelle vene non ti va più via. Il rugby ti allena per la vita, ti allena a prendere dei colpi, ma soprattutto ti allena a ri-alzarti subito e non smettere mai di combattere, ti insegna che nel tuo cammino puoi trovare delle perso-ne che sono disposte a combattere insieme con te per raggiungere uno scopo unico, e che “sei tu il capita-no del tuo destino”.

Ti dà più soddisfazione superare il tuo rivale o migliorare te stesso?Trovo soddisfazione quando in

campo miglioro me stesso tanto da superare il mio rivale, ma la soddi-sfazione più bella è quando ti trovi al terzo tempo vicino al tuo avver-sario e lui, passandoti un piatto di pasta ti dice: ”Oggi in campo sei stato migliore di me! Complimen-ti”. Allora ti rendi conto che questo è lo sport più bello che ci sia.

Quali sono i tuoi piani futuri?Anche se sono determinato nell’in-traprendere la carriera diplomatica, nel mio futuro non riesco ancora a vedermi in abito blu e papillon a sorseggiare champagne tra amba-sciatori e consoli. La tentazione di gettarsi nella mischia e nel fango credo che mi resterà sempre. Co-munque, il rugby è uno sport in cui alla fine tutti si stringono la mano, quindi un buon esempio per le re-lazioni diplomatiche. Poi, chi può sapere che non riesca a portare il rugby in Perù: sarebbe un bellissi-mo regalo per il mio Paese d’origi-ne.

Cosa vuoi dire a coloro che voglio-no iniziare a giocare a rugby?Dovete giocare a rugby! Dovete entrare in un campo da rugby! Tro-verete dei fratelli che cresceranno insieme a voi disposti a lottare con voi. Troverete una seconda fami-glia, troverete una seconda casa! Dimenticavo, una cosa importante: i rugbisti piacciono molto alle don-ne, e quindi... pronti a rimorchiare!

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Ospite difficile e insidioso il Terni: la squadra umbra che scenderà in campo all’Arcoveggio di Bologna domenica 27 novembre, viene per vincere e conservare un posto nella parte alta della classifica. La setti-mana scorsa ha costretto al pareg-gio il fortissimo Jesi (17 a 17), e fino ad oggi ha perso una sola partita (di un soffio con il Firenze). Per i ra-gazzi di Aldrovandi e Sgarzi sarà un confronto molto impegnativo e gli atleti, davanti al pubblico di casa, dovranno mettere in mostra il loro migliore gioco per non soccombe-re.Il Terni vanta una lunga storia rugbi-stica. Lo sport della palla ovale ven-ne portato nella città umbra guarda caso proprio da un appassionato di rugby bolognese (Massoli) nel lontano 1936, che lo introdusse tra quelli praticati nel dopolavoro

dell’acciaieria. Poi, dopo alti e bas-si, nel 2006 la Società è ripartita con un preciso programma che per l’attenzione ai giovani e al sociale ha molti punti in comune con quel-lo del Rugby Bologna 1928. Perciò, Società gemellate di fatto ma che

Una mischia tra Rugby Bologna 1928 e Rugby Gubbio con la splendica corinice della città medivale.»

Oggi in campo

Formazione Emil Banca Rugby 192815. Federico Testoni

14. Matteo Gianesini

13. Giuseppe Crescenzo

12. Giacomo Bianconi

11. Enrico Scorzoni

10. Federico Soavi

9. Marco Sabbi

8. Daniele Montanino

7. Carlos Magallanes

6. Riccardo Bertato

5. Alessandro Pirona

4. Francesco Donati

3. Daniele Cerfogli

2. Emilio Macchione

1. Massimo Sandri (cap.)

A disposizione Simone Finzi Andrea Meletti Fabio Poluzzi Renato Chichinato Roberto Lauri Ivano Trapani

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con l’ovale in mano non concede-ranno nulla. Emil Banca Bologna scenderà in campo con una for-mazione simile a quella schierata con il Forlì, anche se mancheranno gli infortunati Vecchi e molto pro-babilmente Poluzzi. Da segnalare un grande ritorno, quello di Matteo Gianesini, storica ala bolognese che vanta presenze in Super 10 e che ha deciso di tornare a gioca-re per la sua squadra del cuore. Al completo la prima linea, con i due rocciosi ed esperti piloni, Sandri e Cerfogli, con Macchione nell’ine-dito ruolo di tallonatore. Da segna-lare anche la mediana, che vedrà la determinazione di Sabbi a garanti-re il collegamento tra la mischia e i trequarti (incredibile il recupero dopo l’infortunio rimediato nella prima di campionato) e il sempre generoso Soavi all’apertura.

Andrea Malossini

Altri incontri della settimana: Rugby Forlì 1979 - Foligno RugbyRugby Parma 1931 - Firenze Rugby Club Rugby Jesi 70 - Cus Siena RugbyAmatori Rugby Ascoli - Rugby Gubbio

il Terni Rugby arriva a Bologna

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Nulla da fare per Emil Banca Bolo-gna, che nelle trasferta di Forlì rime-dia la terza sconfitta e finisce nella parte bassa della classifica. Un 34 a 5 che non lascia dubbi su chi in campo abbia giocato meglio. Il For-lì si è dimostrato ben organizzato, aggressivo e, pur senza grandi gesti tecnici, ha surclassato il Bologna per grinta e determinazione. Avvio di gara lento, quasi controllato, fino a quando il mediano di mischia ro-magnolo Benvenuti trova un varco nella difesa bolognese e corre per 40 metri: meta in mezzo ai pali ap-plaudita da un infreddolito pubbli-co. Giardini trasforma e il Bologna si scuote. Un lampo d’orgoglio e i rossoblù si avvicinano alla meta guadagnando un calcio in mezzo ai pali. Tre punti sicuri per accorcia-re le distanze, ma la mediana gio-ca alla mano e dopo una concitata azione il Bologna perde la palla in area di meta e resta a 0.Persa l’occasione, dopo pochi mi-nuti il Forlì supera la linea di meta dopo una bella azione corale se-gnando il raddoppio.

Giardini trasforma ancora e allo sca-dere di tempo mette a segno anche un calcio piazzato. Nell’intervallo il tecnico del Bologna Aldrovandi striglia i propri ragazzi e sembra in-fondere loro nuova energia. Qual-che galoppata del generoso Soavi, di Crescenzo e alcune buone per-cussioni degli inossidabili Montani-no e Testoni. Al 5° Chichianato supera la difesa e con una ubriacante corsa delle sue segna la meta per il Bologna. I ros-soblù in crescita continuano a pres-sare i romagnoli nei loro 22. Dopo dieci minuti di predominio, però, i ragazzi di Aldrovandi improvvisa-mente si spengono. A punirli è pri-ma un calcio piazzato di Giardini e poi la meta di Guidi, con il quale il Forlì chiude di fatto la partita. Nel finale c’è solo la squadra romagno-la in campo, determinata a segnare la meta del bonus. L’irruenza for-livese è inarrestabile e nemmeno la ferita con sangue del capitano (curata a suon di vaselina e fango), viene meno. A tempo scaduto – una volata sulla fascia destra del cam-

po del solito Benvenuti – consen-te ai padroni di casa di acciuffare il bonus. La sconfitta del Bologna è il risultato di una squadra che nelle ultime partite ha dimostrato di non avere la forza sufficiente per reagire nei momenti di difficoltà. I mezzi ci sono e il campionato è ancora lun-go, ma occorre più determinazione per risollevare la sitazione. (AM)

Squadra Partite Vinte Paregg. Perse Punti fatti

Cus Siena 5 5 0 0 23

Rugby Parma Fc 1931 5 4 0 1 20

Firenze Rugby Club 5 4 0 1 19

Rugby Jesi 70 5 3 1 1 18

Terni Rugby 5 3 1 1 16

Rugby Forlì 1979 5 2 0 3 11

Emil Banca Bologna 1928 5 2 0 3 9

Amatori Rugby Ascoli 5 1 0 4 5

Rugby Gubbio 5 0 0 5 2

Foligno Rugby* 5 0 0 5 -4

Classifica Campionato Serie C Elite - 5a giornataOVALE ROSSOBLUPeriodico del Rugby Bologna 1928. Anno 1, n.1Rugby Bologna 1928 SrlVia G.L.Bernini 140138 Bolognawww.bolognarugby1928.itDirettore responsabile: Andrea Malossini. Hanno collaborato in questo numero: Carlo Castagnola, Andrea Malossini, Alessandro Mandato, Jhan Carlos Magallanes Delgado, Gianni Zanasi.Grafica e impaginazione: Michelangelo Abatantuono.Stampa: Tipolito Cattabriga - Via del Lavoro 13 - Pianoro.Tiratura: 300 copie, diffusione gra-tuita. Questo notiziario è distribuito tra i soci e i tesserati di Rugby Bolo-gna 1928 e ASD Bologna Rugby. Chiusura in tipografia: 25/11/2011.

Marcatori: I tempo: 12 mt Benvenuti tr Giardini (Fo), 23 mt Berti tr Giardini (Fo), 40 cp Giardini (Fo). II tempo: 5 mt Chichinato (Bo), 16 cp Giardini (Fo), 22 mt Guidi tr Giardini (Fo), 40 mt Benvenuti tr Giardini (Fo).

Formazione Emil Banca Bologna 1928: Chichinato, Testoni, Crescenzo, Scorzoni (7 st Finzi), Bianconi, Soavi, Poluzzi (7 st Sabbi), Montanino, Bertato, Vecchi (28 pt Magallanes, 23 st Lauri), Pirona, Da Ros (17 st Donati), Macchione (22 st Cerfogli), Panella, (37 st Macchione) Sandri.Altri incontri: Foligno–Parma = 11-34 | Jesi–Terni = 17-17; | Cus Siena-Amatori Ascoli = 56-0; | Firenze–Gubbio = 40-0

Ieri in campo

*Penalizzato per irregolarità nell’incontro con l’Ascoli e vittoria a tavolino per 20 a 0 per l’Ascoli.

Bianconi bloccato dalla difesa del Forlì.

Emil Banca Bologna nella nebbia a Forlì

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(20 novembre 2011) Giornata nera per le squadre del Rugby Bologna 1928, dato oltre alla sconfitta rime-diata della Seniores con il Forlì, sia l’Under 16 Cimteclab Bologna sia l’Under 14 Hera Bologna hanno perso gli incontri disputati. La compagine Under 16, guidata da Marco Minardi, è stata sconfitta dal Rugby Forlì per 64 a 0, mentre l’Under 14, guidata da Elmer Ma-laguti, ha prima perso con il For-migine Rugby per 28 a 7 (meta di Mentini trasformata da Nipoti per il Bologna) e poi dal Rimini per 26 a 0. Eppure, bisogna fare un distin-guo. l’Under 14, pur nella sconfitta di Formigine, ha fatto vedere a tratti un buon gioco e specie nei primi tempi ha combattuto ad armi pari con gli avversari. Certamente i ra-gazzi devono crescere e migliorare sia tecnicamente sia fisicamente, ma sembrano avere un buon ap-

proccio anche negli incontri quasi proibiti-vi come quelli di oggi. La nettissima sconfitta dell’Under 16 con il Forlì, invece, pur tenen-do contro che gli avver-sari erano fisicamente molto più forti, ha pro-babilmente deluso l’al-lenatore Minardi, dato che molte delle mete sono state il risultato di grossolani errori difensi-vi. Una giornata no, nella quale di placcaggi ben fatti se ne sono visti pochi ed è mancato il carattere, la forza di reagire quando gli avversari hanno preso il sopravvento. Qualche buona azione in verità è stata giocata e le fasi in attacco han-no a tratti galvanizzato il Bologna, anche se da ogni azione sfumata, il Forlì in contrattacco è riuscito a sor-

prendere la difesa bolognese. Ai rossoblù è mancato infine quel pizzico di cattiveria messo in cam-po dai romagnoli, che oltre ad avere doti fisiche degne di una categoria superiore, hanno anche la malizia (a volte al limite della regolarità), che i ragazzi di Minardi devono an-cora assimilare. (AM)

La formazione Under 14 del Rugby Bologna 1928.»

Largo ai giovani

La trasferta comincia alle 8 e 45 con una tipica ambientazione “transilva-na”: temperatura sotto zero e nebbia fitta. Il primo ostacolo da superare è stato quello di trovare il campo sportivo di Formigine. La squadra si mette alla ricerca: la nebbia e il Tom-Tom dell’autista del pullman ci fanno perdere nelle campagne della Bassa. Siamo dunque costretti a chie-dere informazioni a un “modenese” con un sospetto accento dell’Europa dell’Est; siamo forse davvero in Tran-silvania?Grazie all’intervento del Team mana-ger (il buon Nevio), che scende per

chiedere informazioni a un gelataio (d’inverno in mezzo al nulla?), rag-giungiamo il campo e diamo il via al riscaldamento: i ragazzi in campo e i supporter al bar.Nella prima partita i ragazzi affronta-no i padroni di casa del Formigine e si assiste subito a una bella partita.Un primo tempo disputato tutto alla pari vede i padroni di casa passare in vantaggio e realizzare la succes-siva trasformazione: 7-0. Poi il Bo-logna pareggia con una bella meta di Federico Mentini e Alessandro Nipoti trasforma. Prima di andare negli spogliatoi c’è ancora tempo per vedere delle belle azioni tra cui due bei placcaggi dell’estremo Mar-co Nerini che ferma gli avversari sul 7-7. Nel secondo tempo, purtroppo, il Formigine torna padrone del pro-prio campo e la partita si chiude sul 28-7.Nella pausa i ragazzi rientrano negli spogliatoi per ripararsi dalla nebbia e dall’umidità; anche i supporter cercano riparo e grazie alla guida esperta del Team manager Nevio (“sacrificatosi” come assaggiatore

volontario), troviamo un’ottima for-nitura di lambrusco e torte. Si ritorna in campo con un timido sole. Ancora una volta un ottimo inizio: tant’è che il Bologna arriva a un passo dalla meta del vantaggio; purtroppo, però, il Rimini recupera palla e riparte velocemente. I nostri, con la testa ancora sognante la pos-sibile meta, subiscono il contropie-de che li porta in svantaggio: 0-7.Si riparte e appena il Rimini racco-glie il calcio, parte a tutta velocità e va in meta: per colpa di 2 picco-li cali di attenzione il primo tempo si chiude 14-0. Nel secondo tempo la squadra continua a combattere a testa alta, ma non riesce a fermare i più esperti avversari e la partita si chiude 26-0 per il Rimini. L’impegno agonistico cresce ancora nel terzo tempo e l’assalto alla pastasciut-ta vede qualche sconfitto tornare a casa con un po’ di fame, ma come al solito in pullman si ride, si canta e si… Insomma, con un gruppo così bello, il divertimento è assicurato a ogni trasferta.

Alessandro Mandato

Under 14

Domenica quasi da dimenticare

Lampi di luce a Formigine

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Quando mi è stato chiesto di scri-vere qualcosa sulla storia del rugby bolognese, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata il recente ricordo dell’ultima partita giocata in casa dal Rugby Bologna contro il Cus Siena. La squadra felsinea stava perdendo e l’allenatore bologne-se, imperterrito ed apparentemente tranquillo, non gridava ai suoi gio-catori e non si agitava come fanno molti conduttori durante le partite. Sto descrivendo Nicola Aldrovandi, Nik per gli amici, che naturalmen-te aveva già detto ai suoi giocatori quale era il loro compito e perciò non c’era bisogno di ricordarglielo: se gli avversari erano più forti, ono-re agli avversari. Nicola Aldrovandi è la punta di un iceberg ovale che pone gli Al-drovandi sul filo conduttore di più di settanta anni di rugby bologne-se. Fu proprio nell’anno 1940 che il primo Aldrovandi cominciò a ci-mentarsi con il rugby: era Ipo detto il Dottorone. Purtroppo la guerra interruppe i campionati, ma subito

dopo, finito l’incubo, si riprese a giocare a rugby. Riprese anche Ipo e scese in campo fino al 1950. La storia ricorda che dal 1955 un altro grande giocatore, Angelo Aldrovan-di, vestì la maglia del Rugby Bolo-gna 1928, lasciando un’impronta di grande classe per la palla ovale del tempo. Angelo divenne ed è ancora oggi il fulcro intorno al quale ha girato il rugby rossoblù. Su di lui fecero per-no i più giovani cugini Ulisse e Vita-le dal 1975 al 1985, mentre Ange-lo si ritirò dall’agonismo nel 1980, rimanendo sempre vicino alla sua squadra del cuore. Diversi perso-naggi sono cambiati nel tempo, ma Angelo Aldrovandi non ha mai

abbandonato il Rugby Bologna, an-che nei momenti più difficili. Fare la storia cronologica dai tempi eroi-ci ad oggi, seguendo le vicende di questa famiglia sarebbe, come ho già accennato, scrivere la storia del Rugby Bologna.Io credo che Nicola, quando nac-

que, ebbe una visione ovale della vita, perchè mentre cresceva e i suoi compagni sognavano di diven-tare famosi calciatori, lui immagi-nava di dribblare tutti gli avversari e tuffarsi in meta, tra il tripudio de-gli spettatori. Aveva diciasette anni quando debuttò in prima squadra, violando le mete avversarie ripe-tutamente. Chiamato in nazionale, fece un’esperienza esaltante, mi-surandosi con squadre più esperte e raggiungendo un record ancora imbattuto: quello della più alta per-centuale di mete segnate per partita (5 mete in 3 test match). Poi avven-ne che per un disturbo a un occhio fu escluso dalla Nazionale. “Grave disturbo” che però non gli impedì poi di giocare ad altissimo livello, come capitano, fino agli anni 2000. Nel 2010, con la rifondazione della Società, Nicola prese la decisione di allenare la squadra del cuore: il Rugby Bologna 1928, determinato nel far risalire la Società al rango che le compete.Probabilmente, Nicola, quella do-menica che al bordo del campo seguiva i suoi ragazzi affrontare il forte Cus Siena, riviveva i suoi mo-menti difficili, sapendo che, col tempo e l’impegno, tutte le difficol-tà si possono superare. L’esperien-za che lo sorregge assomma anche la consapevolezza di quello che lui rappresenta nel rugby bologne-se, una lunga storia che passa dal padre Angelo, da Ipo e dai cugini Ulisse e Vitale.

Gianni Zanasi

Gli Aldrovandi: 70 anni di rugby bologneseAmarcord

L’arbitro. Come ogni liturgia ha un sa-cerdote, così il celebrante di una par-tita di rugby è l’arbitro.Ma nel rugby l’arbitro è di più di un celebrante: è un giudice. Egli è l’u-nico interprete delle regole e decide della loro applicazione: si deve tener conto se una quadra sta attaccando o no, se la palla è affossata o viva e quindi giocabile, se un fallo va punito subito o se deve essere lasciato gio-

care il vantaggio momentaneo di chi l’ha subito... Per questo motivo la sua figura è circondata da un alone di to-tale rispetto. Le sue decisioni non si discutono, pena l’immediata perdita di 10 metri di terreno. Con quel che costa conquistarlo, è evidente che ogni opposizione all’arbitro è un dan-no immediato. Solo il capitano può rivolgergli la parola. La sua complessa responsabilità è supportata, nei con-

fronti importanti, da una moviola vi-deo visionata da un collega in cabina regia. Facendo strani gesti nell’aria, l’arbitro può chiedere l’interpretazio-ne del collega a video prima di una decisione importante, per esempio l’assegnazione di una meta.Dopo il match, nel terzo tempo, avrà modo di spiegare molte delle sue de-cisioni sul campo.

Carlo Castagnola

Pillole ovali

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Son fatti così...Li riconosci al volo, i rugbisti.Collo taurino? Pilone.Bisogno di affetto? Tallonatore.Culo basso? Trequarti centro.Culo alto? Trequarti ala.

Orecchie a cavolfiore? Seconda linea.Gente che ti lascia un caffè già pagato al bar? Terza ala.Una quercia dove appoggiarsi per fare un pisolino, leggere La Gazzetta dello Sport e baciare la morosa? Terza centro.Due occhi da furbetto? Mediano di mischia.

Il proprietario di una spider? Mediano di apertura.Uno cui affidare i bambini da portare all’asilo? Estremo.

Mario “Maci” Battaglini, rugbysta e allenatore

Il rugby. Se siano state le regole a sti-molarne i valori o se invece siano stati i valori a voler essere celebrati dalle regole, non è dato sapersi. Sta di fat-to che il rugby non può definirsi solo uno sport. In campo, durante la parti-ta, trentun persone ( trenta giocatori e un arbitro ) sono impegnati a rappre-sentare la metafora della vita, conqui-stando con fatica, disciplina, strategia e intelligenza il terreno, verso la meta.

Hanno di fronte avversari e non nemi-ci. Sapranno affrontarli con rispetto. Con rispetto vinceranno e con rispetto sapranno perdere, perché importante non è il punteggio ma la storia che in campo lo avrà generato. In campo im-pareranno cos’è il sostegno reciproco e il rispetto delle regole, il controllo della fatica e della paura. E nella li-turgia del terzo tempo, tutti insieme, vincitori e vinti confronteranno le dif-

ferenze e le identità, gestendo la gio-ia della vittoria o la frustrazione della sconfitta. Questi valori e un gioco co-struito per esaltarli sono un patrimo-nio straordinario che merita di essere diffuso e portato a conoscenza di tut-ti, in special modo di coloro che sono i ricettori naturali di qualsiasi attività di formazione: i giovani.

Carlo Castagnola

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Compagni di strada: Emil Banca Credito Cooperativo

“Siamo orgogliosi che la più antica squadra di rugby a 15 d’Italia scenda in campo con il nome Emil Banca”. Questa le parole del direttore gene-rale Emil Banca, Daniele Ravaglia, alla presentazione della nuova maglia del Bologna Rugby 1928. “Lo scorso anno abbiamo accompagnato le socie-tà giovanili e le attività nelle scuole, quest’anno abbiamo deciso di fare il grande salto e mettere il nostro nome

sulle maglie dei seniores – ha pro-seguito Ravaglia - Lo abbiamo fatto perché siamo presenti un tutte le ini-ziative che hanno come scopo la co-esione sociale. Nel Bologna Rugby ho trovato un ambiente sano, con com-portamenti che farebbero bene anche ad altri sport più blasonati ma meno carichi di significati e valori importan-ti, perfettamente in linea con i nostri. Un ambiente sincero, dove la lealtà è

un dogma, e professionale, con gen-te capace e che sta mettendo le basi per un futuro roseo di cui noi faremo parte”. Emil Banca è una banca di cre-dito cooperativo nata dalla fusione di ben tredici Casse Rurali del bolognese che in oltre un secolo di storia si sono unite per formare quella che oggi, con 49 filiali presenti a Bologna, Modena e Ferrara e oltre 20 mila soci, è diventata una delle più grandi Bcc d’Italia.

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www.emilbanca.it

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