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Chiesaviva ANNO XLIII - N° 464 OTTOBRE 2013 Scisma? Scisma? MENSILE DI FORMAZIONE E CULTURA DIRETTORE responsabile: dott. Franco Adessa Direzione - Redazione - Amministrazione: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà Via G. Galilei, 121 25123 Brescia - Tel. e fax (030) 3700003 www.chiesaviva.com Autor. Trib. Brescia n. 58/1990 - 16-11-1990 Fotocomposizione in proprio - Stampa: Com & Print (BS) contiene I. R. www.chiesaviva.com e-mail: [email protected] «LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI» (Jo. 8, 32) Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia. Abbonamento annuo: ordinario Euro 40, sostenitore Euro 65 una copia Euro 3,5, arretrata Euro 4 (inviare francobolli). Per lʼestero Euro 65 + sovrattassa postale Le richieste devono essere inviate a: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà 25123 Brescia, Via G. Galilei, 121 - C.C.P. n. 11193257 I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituiti Ogni Autore scrive sotto la sua personale responsabilità

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Chiesaviva ANNO XLIII - N° 464OTTOBRE 2013

Scisma?Scisma?

MENSILE DI FORMAZIONE E CULTURADIRETTORE responsabile: dott. Franco AdessaDirezione - Redazione - Amministrazione:Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 121 25123 Brescia - Tel. e fax (030) 3700003www.chiesaviva.comAutor. Trib. Brescia n. 58/1990 - 16-11-1990Fotocomposizione in proprio - Stampa: Com & Print (BS)contiene I. R.www.chiesaviva.com e-mail: [email protected]

«LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI»(Jo. 8, 32)

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L o “scisma”, essendo la se-parazione di una porzionedi fedeli dalla Chiesa catto-

lica è un “peccato-delitto” controla Carità, cioè contro l’Amoreche, guidato dalla Fede e dallaSperanza, implica necessariamentel’odio per Satana, nemico e avver-sario di Dio, e la condanna degliscismi e delle eresie che Satana hasempre suscitato contro il Regnodi Dio per dividerlo, indebolirlo eper strappargli le anime.Ora, sulla Cupola di S. Pietro silegge: “Inde oritur unitas sacer-dotii”, ossia il Papa deve essere ilvincolo della Carità e, quindi,dell’unione.Invece, Paolo VI dava da vedereche Egli stimava, onorava e pre-feriva “coloro che sono lontani”,più di quelli vicini nella Fede,mostrando, tante volte, segni difredda amicizia per i più fedeli. In-fatti, Paolo VI ammirava il lin-guaggio, i riti religiosi e la tradi-zione degli “altri”, mentre perse-guitava tutto ciò che appartenevaall’antica Tradizione cattolica, tut-to ciò che caratterizzava la Chiesa

Romana, che costituiva il “rito la-tino”, sì da imporre riti e compor-tamenti che si praticano al di fuoridella Chiesa Cattolica, per distrug-gere riti e istituzioni venerabilidella Chiesa.Paolo VI, cioè, mostrava di ado-perarsi, con le parole e le azioni,alla edificazione della “Città ter-restre”, quella di cui parlava S.Agostino, eretta di fronte alla“Città Santa”: «L’amore di sè,spinto fino al disprezzo di Dio,ha costruito la città terrena;l’amore di Dio, fino al disprezzodi sé, la città celeste»1.Le porte di casa Sua, infatti, eranosempre aperte, ma non mostravamai alcuna preferenza per i più de-voti, bensì per i teologi avventurie-ri, per gli agitatori, per coloro chespargevano di scandali la Chiesa.Dopo la Sua enciclica “EcclesiamSuam”, Paolo VI assunse Luistesso la direzione della Rifor-ma, la guida del movimento cheera sempre, però, contro la Chiesatradizionale “inerte e abitudina-ria”, e mai seppe dissimulare laSua animosità contro gli integristi

SCISMA?SCISMA?del sac. dott. Luigi Villa

Paolo VI.

2 “Chiesa viva” *** Ottobre 2013

1 Cfr. “La città di Dio”, 14, 28.

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e tradizionalisti, che difendevano quello che Lui volevadistruggere, che rifiutavano quello che Lui voleva impor-re.Non li scomunicò, perché non aveva motivi canonici, maprendeva precauzioni per non aver mai contatti diretti conloro, né umani né aperti. Ma questo è più che una scomu-nica, perché è l’“annullamento”, è la “soppressione dia-lettica” dell’avversario.

Avrei anch’io la mia “storia” da dire, ma non ne vale la pe-na. Non sono stato io solo a subire il peso dell’isolamentoe del rifiuto del cosiddetto “dialo-go”. Gli affronti sofferti li lascio ingiudizio al Signore. Qui, scrivo la“storia” di tutti coloro che non sisono piegati a tutte le follie, i ca-pricci, le storture e le stravaganzedi molto clero progressista, ubbi-diente alla “don Abbondio”, nelportare a termine, come disse ilCardinale Garrone, “la disfattadell’altro partito”2.Mentre non riceveva i tradiziona-listi che andavano a supplicarLodi conservare loro il diritto di ce-lebrare l’antica Liturgia della S.Messa Romana, riceveva, invece,per esempio, i capi della ribellio-ne portoghese, massacratori didonne e bambini, col pretesto cheerano cristiani, ma che la stampadi tutto il mondo interpretò comecalorosa accoglienza ai capi deimaquis della Guinea, come un in-coraggiamento al terrorismo anti-colonialista3.Un “partigiano”, quindi, Paolo VI,sempre quando aveva da fare conMovimenti Tradizionalisti, come il“Movimento TradizionalistaCattolico” degli USA, fondati daPadre Gommar de Pauw, chenon ebbe alcuna risposta alla suaLettera supplichevole, toccante, in-dirizzata a Paolo VI, il 15 agosto1967, per cui, dopo il silenzio di Paolo VI, ricevette daiVescovi americani un trattamento di durezza!Come la “Fraternità Sacerdotale Spagnola”, che si bat-teva in difesa della Santa Messa e del Sacerdozio, quandoalcuni Cardinali della Curia, Arcivescovi e Vescovi aveva-no già annunciato la loro partecipazione al Congresso delsettembre 1972, a Saragozza, con già stabiliti anche gli ar-gomenti da trattare, Paolo VI intervenne con un severomonito proibendo loro di andarvi.Come capitò anche a me, in occasione del mio Congresso

Internazionale, sul tema: “Ortodossia e Ortoprassi”, orga-nizzato a Roma, con l’approvazione del Cardinale FranjoSeper, Prefetto del Sant’Uffizio, e con Lettera personaledel Vicario di Roma, Cardinale Poletti e con la partecipa-zione del Cardinale Ottaviani, del Cardinale Palazzini,del Cardinale Oddi, ebbene, il Sostituto di Paolo VI,Mons. Benelli, si permise di inviare una Lettera di prote-sta al Cardinale Pietro Parente, Presidente del Conve-gno, per la partecipazione Sua e di altre Eminenze ed Ec-cellenze, al nostro Convegno.Il Cardinale Parente, a questo gesto della Segreteria di

Stato, rispose con una Lettera dicontro-protesta e ne ebbe, in se-guito, una Lettera personale discusa di Paolo VI stesso, ma chepoi si scoprì mentitrice, perchépiù nessuno dei Cardinali e Ve-scovi poterono partecipare agli al-tri miei due Convegni (uno Inter-nazionale e l’altro Nazionale) acausa del “divieto” diretto diSegreteria di Stato, ossia di Pao-lo VI (come mi disse, in confi-denza, il cardinale Florit, quan-do mi diede il permesso di tenereil Congresso a Firenze, anche se ilcardinale Benelli gli aveva dettodi non parteciparVi e di consiglia-re anche il clero di astenersi, co-me, infatti, avvenne!) Ma il Car-dinale mantenne il suo impegnodi far pervenire un Vescovo almio Convegno. Questo era il vero volto di PaoloVI! Sunt lacrimae rerum!

Come capitò a S.Ecc. Mons. Le-febvre, uno dei pochi vescovi ri-flessivi e coraggiosi del VaticanoII. Aveva oltre 400 vescovi che loseguivano. Per questo Paolo VIesigette la soppressione di quelgruppo di vescovi che non la pen-savano come Lui, e poi continuòla Sua azione vendicativa, silen-

ziosa, mirata, verso quel Vescovo, fino ad allontanarlo daRoma, accettando persino la quarantena che l’episcopatofrancese gli aveva decretato. Non avendo potuto impedir-gli di far sorgere il Seminario San Pio X, assieme al SuoSegretario di Stato, card. Villot, Paolo VI cercò, conogni mezzo, di distruggere quel vivaio di vocazioni sa-cerdotali, che non riusciva ad allineare alla Sua nuovaforma di distruzione dei “nuovi seminari” conciliari.

Si potrebbe continuare a lungo la lista del Suo settarismo.

Card. Alfredo Ottaviani.

2 Cfr. “Intervista” del 7 novembre 1969; DC 69, 1093. 3 Cfr. DC 70, 717-719.

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Potrei citare la Sua cara India “pacifica”, anche se avevarapito Goa al Portogallo. La Spagna, ma solo perché l’ave-va rovinata con una nuova Gerarchia progressista. Il Nord-Vietnam, ma solo perché era contro il Sud.Questo suo taglio netto con il passato sentiva di “scisma”.Infatti, la Sua Riforma liturgica, quella del Diritto Canoni-co e quella pastorale ruppero l’integrità della Tradizione,mettendo gli “integristi” in una posizione di disagio, senzapiù mezzi si espres-sione, sconcertati, di-sorientati, defraudatidi tutto il patrimoniodel passato.Questo Gli permette-va di introdurre nella“nuova Chiesa” “uo-mini nuovi”.Ma si avverava laprofezia di San Pio Xa un prete innovatoreche voleva la moder-nizzazione dellaChiesa: «Quandol’avrete fatta, amicomio, quelli che era-no dentro se ne an-dranno, ma quelliche erano fuori nonentreranno!».

Ora, questo significaaver calunniato tuttoil passato della Chie-sa e significa di-sprezzo per tutto ilsuo patrimonio! I suoi riti, le sue tradizioni, i suoi costumi,il carattere assoluto della sua Legge Ecclesiastica!..Come non ricordare, allora, i Discorsi di Paolo VI che ac-compagnarono il varo della Riforma Liturgica? In essi, in-vitava i fedeli a diventare “membri vivi e operanti, nonpiù incoscienti, inerti, passivi”. E contrapponeva alla “mentalità abituale”, per la quale“la cerimonia sacra non è che una semplice esecuzionedi riti esteriori, e la pratica religiosa non esige altro cheuna passiva e distratta assistenza” (13 gennaio 1965),quell’altra meraviglia della “nuova Liturgia”: “Il piano re-ligioso e spirituale che ci è aperto davanti dalla nuovaCostituzione liturgica – disse – è stupendo, per profon-dità e autenticità di dottrina, per razionalità di logicacristiana, per purezza e per ricchezza di elementi cultu-rali e artistici, per rispondenza all’indole e ai bisognidell’uomo moderno” (Discorso del 13 gennaio 1965).

La Chiesa pre-paolina, quindi, era nelle tenebre? NellaSua Allocuzione del 12 luglio 1967, Paolo VI ne parla ad-dirittura con disprezzo: «Il Concilio ha dato alla Chiesa ungrave e difficile compito, quello di ristabilire un pontetra Lei e l’uomo d’oggi... Questo presuppone, in ogni ca-so, che, per il momento, questo ponte non esiste, oppure

che è poco praticabile se non addirittura crollato. A ben ri-flettere, questo stato di cose rappresenta un terribile e im-menso dramma storico, sociale e spirituale. Ciò vuole direche, allo stato attuale delle cose, la Chiesa non sa piùrappresentare Cristo al mondo in modo e misura suffi-cienti».Questo parlare vuol dire che la Chiesa “pre-paolina” avevafallito nella sua missione divina, storica, sociale e spiritua-

le!Quale e quanto su-perbia! Per Paolo VI,infatti, il “Gran mo-vimento” della Rifor-ma conciliare era“necessario, dove-roso, provvidenzialee anche, speriamo,consolatore” (Di-scorso del 1° marzo1965), perché la Tra-dizione ecclesiastica,che esso sconvolgeda cima a fondo, ave-va perduto “autenti-cità, profondità, ra-zionalità di logicacristiana, purezza,ricchezza, efficacia,modernità, rispon-denza all’indole e aibisogni dell’uomomoderno”.È un’accusa graveverso la Chiesa disempre, per aver

istituito e insegnato e conservato tutte le sue tradizioni,contro tutti Riformatori e i ribelli di ogni tempo! E que-sto non per aver denunciato errori degli uomini di Chiesa,che possono e devono essere riformati col tempo, ma peraver chiamato in causa tutta la Tradizione ecclesiastica,liturgica, canonica e pastorale, come se fosse tutto dabuttare tra i rifiuti, promettendo fantastiche nuove sue in-venzioni!Ma quando la Riforma lasciava trasparire il suo vero volto,protestante e umanista, demolendo le cose più sacre, chedovevano essere intaccabili, allora, Paolo VI, celando lesue vere intenzioni “ecumeniche”, invocava, a suo rinfor-zo, il Concilio e l’obbedienza ed esso, anche quando ilConcilio non aveva mai voluto né immaginato quelloche Paolo VI gli attribuiva. Come, fece, soprattutto per laSua “Nuova Messa”.Ma come si era potuto arrivare a tanto? Lo dice lo stesso Paolo VI, il 19 novembre 1969: «Ecco èdovuto ad una volontà espressa dal Concilio ecumenicotestè celebrato (qui, cita un testo vago di cui i Padri nonavevano al certo previsto un tale abuso!). Questa riformache sta per essere divulgata, corrisponde a un mandatoautorevole della Chiesa; è un atto di obbedienza... cherichiede una pronta adesione da parte di noi tutti».

Paolo VI.

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E il 16 novembre 1969, otto giornodopo, per schiacciare le resistenze,disse: «Sarà bene che ci rendiamo con-to dei motivi, per i quali è intro-dotta questa grave mutazione;l’obbedienza al Concilio, la qua-le, ora, diviene obbedienza ai Ve-scovi che ne interpretano e neeseguiscono le prescrizioni».E il 26 novembre 1969, aggiunge-va: «Questo primo motivo non è sem-plicemente canonico, cioè relativoad un precetto esteriore; esso sicollega al carisma dell’azione li-turgica, cioè alla potestà e all’effi-cacia della preghiera ecclesiale, laquale ha nel Vescovo la sua vocepiù autorevole, e quindi nei Sacer-doti che ne coadiuvano il ministe-ro, e che come lui agiscono in per-sona Christi»4; «è la volontà diCristo; è il soffio dello SpiritoSanto, che chiama la Chiesa aquesta mutazione. Dobbiamoravvisarvi il momento profetico,che passa nel Corpo mistico di Cristo, che è appunto laChiesa, e che la scuote, la risveglia e la obbliga a rinno-vare l’arte misteriosa della sua preghiera».

Con questo dire, i lettori potranno pensare che, con la“vecchia Messa”, la Chiesa dormiva, e che solo l’opera

del Vaticano II e Cristo stesso, cheè venuto a scuoterla e a risvegliar-la, la Chiesa è stata obbligata acambiare la Messa.Falso! In primo luogo, perché se è veroche noi sacerdoti agiamo e parlia-mo “in nome di Cristo”, quandopronunciamo le sacre Parole dellaConsacrazione, e che queste paro-le sono efficaci ed infallibili nelprovocare il “miracolo eucaristi-co” della “transustanziazione”, èun assioma teologico certo e si-curo, ma che Paolo VI ponga,fraudolentemente, tra le azioni li-turgiche, il “cambiamento” delrito, questo no! È un’impostura! In secondo luogo, un giorno laStoria dirà che Paolo VI ha “im-posto di forza” e in nomedell’obbedienza i suoi nuovi ritie la sua “Nuova Messa”, perchédue terzi dell’episcopato non ave-vano accettato il “nuovo rito”, cheera stato provato davanti a loro,nella stessa Basilica Vaticana!

NOTE

4 Cfr. Ign. Ad Eph., IV.

IL TERZO SEGRETO DI FATIMAdott. Franco Adessa (pp. 16 - Euro 2)

Questo dossier è tratto dallʼarticolo apparso su “Chiesa viva” n. 462.Finalmente, il Terzo Segreto di Fatima è stato reso di pubblico dominio edistribuito in tutto il mondo in cinque lingue.Ringraziamo il card. Alfredo Ottaviani, per aver escogitato lʼingegnosa ideadella “versione diplomatica” del Terzo Segreto, e Don Luigi Villa per aver-ci indicato le frasi che appaiono nel documento originale di Lucia e che sonocontenute nel testo della “versione diplomatica”.Da parte nostra, confermiamo che lʼintento di divulgare questo “Terzo Se-greto” è principalmente quello di contribuire alla salvezza delle anime.

Per richieste, rivolgersi a:

Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 121 - 25123 Brescia Tel. e Fax. 030. 37.00.00.3 - C.C.P. n° 11193257

Paolo VI.

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Peccato ed economia della salvezza

Non ci manca, perciò, anche oggi, lapista da seguire e un aggancio sul qualefare presa quando dobbiamo parlare dipeccato: l’esperienza stessa dell’uo-mo. È quanto ci indica la cost. past.“Gaudium et spes” (n. 13) nella presen-tazione dell’uomo immagine di Diodeformata dal peccato. «Quello cheviene manifestato dalla Rivelazione di-vina concorda con la stessa esperienza.Infatti, se l’uomo guarda dentro il suocuore si scopre inclinato al male eimmerso in molteplici mali che nonpossono derivare dal suo Creatoreche è buono: l’uomo si trova, così, inse stesso diviso. Per questo, tutta la vi-ta umana, sia individuale che colletti-va, presenta i caratteri di una lottadrammatica tra il bene e il male, trala luce e le tenebre».Parlando di peccato, il Concilio prende le mosse da unaconstatazione di natura storica, sociologica, psicologica: lasituazione peccaminosa dell’uomo. La Scrittura, in specieS. Paolo (cfr. Rm. 1-2), non usa altro metodo che quellodella descrizione realistica del mondo, ben lontano dallarappresentazione idillica di una umanità ignara del peccato.Dopo le esperienze della guerra, della dittatura, della rivo-luzione, dello sfruttamento e dell’ingiustizia, di fronte alpericolo dall’autodistruzione dell’umanità, proprio attra-verso quella che rappresentano le più avanzate conquisteumane, l’uomo moderno ha vivissimo il senso del pecca-to, della colpa, avverte di essere inclinato al male, dacui si sente quasi sommerso e schiacciato, interiormen-te dilaniato e diviso. Agitato dalle proprie passioni e vitti-ma del proprio egoismo, si trova in urto e in odio contro i

fratelli, fino a rompere l’unità nella co-munità umana, familiare, politica, ec-clesiale.I quotidiani e le riviste, le scienze so-ciologiche e psicologiche, l’arte e la fi-losofia descrivono e analizzano questasituazione spaventosa e angosciosadell’esistenza umana.È opportuno iniziare il discorso cristia-no sul peccato prendendo le mosse daquesta situazione.D’altra parte, pur essendo ateo, ilmondo rimane nell’area della Graziae della salvezza. Ogni peccatore è pursempre chiamato al perdono e capacedi riceverlo, purché rinunci all’idolatriadi se stesso e delle cose, purché accettidi abbandonarsi a Lui dal quale solopuò ricevere la pienezza della verità,essere plasmato pienamente se stesso,diventando per la sua grazia un figlio diDio.Quindi, tutto, anche la miscredenza,

l’anticlericalismo, il materialismo odierno entrano nel-la economia di salvezza. Come la notte fa desiderare ilgiorno, così l’assenza di Dio ci ha reso più acuto il biso-gno di Lui. Pio XII nella sua prima enciclica ha scritto:«Le angustie del presente sono una apologia del cristia-nesimo, che non potrebbe essere più impressionante.Dal gigantesco vortice di errori e movimenti anticri-stiani sono maturati frutti tanto amari da costituireuna condanna la cui efficacia supera ogni confutazioneteorica» (AAS 31 [1939] 422).In molti, poi, più che un ateismo teorico, ideologico, c’è,oggi, un ateismo psicologico. Più che rifiutare Dio si rifiu-ta la maniera di credere in Lui anche da parte di molti chepur si dicono “cristiani”. In fondo a queste anime c’è unasincera esigenza di bene, di giustizia e di carità.

EVANGELIZZAZIONEe perdita del senso del peccato

del card. Pietro Palazzini

Il Cardinale Pietro Palazzini.

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Per questo, condannano la incomprensione di coloro chenon sono aperti ai problemi dei bisognosi e a quelli postidalla storia; denunciano i conformismi ciechi, e i farisei-smi di comodo. Sono, in fondo, delle forme di protesta,anche se corrosiva e irrazionale, ma pur sempre carica diumanità.Lo stesso Concilio Vaticano Il ha ricordato che l’ateismo«ha origine, non di rado, dalla protesta violenta controil male del mondo». Con costoro, quindi, basterebbe ini-ziare il dialogo, ricordando loro il primo articolo del “de-calogo”: «Tu non avrai idoli, perché lo, Jahvé, sono unDio geloso»; e spiegare loro come, nell’attuazione di que-sta legge, si potrebbe tutto risolvere in bene, e per l’uomosingolo e per la comunità. Ritornare a Dio, anche ai no-stri tempi, significherebbe assicurare le condizioni diun vero sviluppo e progresso, sia personale che comu-nitario.È ancora il Concilio Vaticano Il chericorda: «il rimedio all’ateismo lo sideve attendere sia dalla esposizioneconveniente della dottrina dellaChiesa, sia da tutta la vita di essa edei suoi membri» (cost. past. “Gau-dium et spes”, n. 21).

Morte e promessa della vita

Occorre far loro comprendere cheil cristianesimo è salvezza, reden-zione ed “essere redenti” signifi-ca “essere liberati”, non col signi-ficato di rottura, indipendenza, macome scoperta di un legame piùprofondo, qual è l’amore; mentreil peccato finisce con l’incatenarela volontà, rendere sterile l’amo-re e condurre alla morte.L’uomo d’oggi, è vero, non vuolepiù essere redento, ma vuole, dasolo, avere il dominio sul male, evorrebbe se stesso come valoreassoluto della creazione. Ma è unsogno illusorio, perché l’uomo, perle sue limitazioni di natura decadu-ta, non può evitare i limiti delle sue situazioni, le esperien-ze del dolore, l’inutilità di tanti suoi sforzi, l’ansia del fu-turo. Come pure è una illusione attendere la salvezza dallatecnica, dalla scienza, dal sistema sociale. In fondo non ci può essere che la disperazione!C’è, poi, un limite estremo che sottolinea le limitazionidell’uomo: la morte, l’unico grave problema per l’uomoche non crede e per quello che si trincera dietro forme diproblematicismo agnostico.Chissà perché, oggi, il clero parla tanto poco della mor-te; eppure, le pagine più belle della letteratura moderna,scritte da non cristiani, vertono proprio su questo tema,come quelle di Sartre e Camus.Non è poi solo la morte che fa porre all’uomo il problemadella salvezza; ma anche ogni esperienza dei propri limiti,ogni motivo di ansia, di incoerenza interna, di crudeltà: le

angosce della vita.Ora, tutte queste limitazioni pongono all’uomo il problemadella sua salvezza, che il cristianesimo risolve offrendo lapromessa di una vita, “la vita... in Cristo” (Rm. 6, 23).La vita cristiana è, appunto, questa immersione nella vi-ta di Dio che, divenuto “luce”, comunica la vita.Chi la respinge “cammina nelle tenebre e non ha la vi-ta”. Il peccato è, dunque, questo offuscamento della lu-ce, e chi lo commette, “cammina nelle tenebre e non hala vita”.

Conversione e Sacramenti

La rivelazione biblica, poi, non ci presenta un discorso sulpeccato visto a sé stante, ma lo inquadra nel messaggiopiù ampio della conversione.

Questo essenziale collegamento cimostra come non è possibileun’esatta considerazione del pec-cato che si fermi ad esso e nonvenga collegata all’annuncio del-la salvezza in Cristo. A questo ri-torno al Signore e a questa salvez-za devono portare sempre la parolae l’azione di colui che è stato man-dato da Cristo ad annunciare labuona novella. Nella Bibbia, la pe-nitenza (legata al peccato) è consi-derata oggetto di predicazione edi esortazione.«I cattolici, per reagire contro l’in-sistenza troppo esclusiva dei Rifor-matori su questo punto, rischianoforse di lasciarlo troppo nell’om-bra. Ne seguirebbe un grave danno.Prima di amministrare il Sacra-mento e nella sua stessa ammini-strazione l’aspetto predicazione haun ruolo primario. D’altronde, que-sto è un punto sul quale la pastora-le attuale attira la nostra attenzio-ne» (A. Lefèvre, “Pechè et pèniten-ce dans la Bible”, in La Maison-Dieu, 55, p. 9).

Alla parola che chiama alla conversione seguono e siuniscono i Sacramenti, che celebrano questa conversio-ne, che significano e attuano l’incontro di Dio misericor-dioso con l’uomo peccatore e penitente. «Il Sacramento della Penitenza è, nella Chiesa, il segnopermanente ed efficace del giudizio che Dio esercita in-teriormente sulle anime, anticipazione del giudizio che siavrà nel giorno in cui Cristo ritornerà». «La Confessione fatta al rappresentante della Chiesa èuna confessione di fede alla misericordia del Signore ealla vittoria della Redenzione; colui che si sottomette algiudizio con questa disposizione vede i suoi peccati consu-mati dallo Spirito e la sua anima giustificata dal dono dellasantità» (A. Lefèvre, op. cit., p. 16).

(fine)

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8 “Chiesa viva” *** Ottobre 2013

Il Corriere di Lecco - 27 novembre 2012Morto il prete lecchese che “bocciò” Martini. Addio al teologo lecchese che ha dedicato la sua lungaesistenza alla missione di cui lo incaricò San Pio da Pietrelcina: smascherare, denunciare pubblica-mente e combattere la massoneria infiltrata nella Chiesa.

INCONTRO CON IL SANTO. All’alba di domenica 18 novembre è morto don Luigi Villa, (foto) fon-datore delle Operaie di Maria Immacolata e direttore del mensile bresciano “Chiesa viva”. Ordinato sacer-dote il 29 luglio 1942, celebrò la sua prima Messa nella basilica di S. Nicolò a Lecco ed esercitò il suoministero sacerdotale nell’Istituto Comboniano per una decina d’anni. Lasciò l’istituto missionario nel

1956: in quell’anno avvenne l’incontro con padre Pio, che gli cambiò la vita.SCRITTI E CONFERENZE. Dopo un periodo nelle diocesi di Ferrara e di Chieti, don Villa si stabilì definitivamente a Brescia dove fondòla Casa Editrice Civiltà. Dottore in Teologia, il sacerdote lecchese adempì all’incarico ricevuto dal santo di Pietrelcina con una inesauribile at-tività pubblicistica e di conferenziere, sostenuta dal piccolo istituto di suore da lui fondato a Brescia. Già nell’ottobre 1974, al primo Congres-so Internazionale di Studio organizzato a Roma da “Chiesa viva” don Villa poté contare sulla partecipazione di prestigiosi teologici e alti pre-lati come i cardinali Ottaviani, Oddi, Parente e Palazzini.CULTO DELL’UOMO. Per tanti anni la sua rivista Chiesa Viva si è fatta carico di una irriducibile battaglia alle infiltrazioni massonichenella Chiesa di cui definì tipologia, metodi e obiettivi. Don Villa denunciò il piano massonico di sostituire al culto di Dio il culto dell’uomo,attraverso la desacralizzazione e il moderno ecumenismo. Famose le sue liste di prelati massoni e famosa anche la battaglia teologica che lo oppose al cardinale Carlo Maria Martini. In una sua pub-blica presa di posizione (un libretto-lettera aperta pubblicato dalla sua casa editrice) contro certe affermazioni dell’allora arcivescovo di Mila-no, don Villa espresse la propria distanza dalle concezioni dell’ecumenico Martini.CRITICHE A MARTINI. “La virtù della carità non spinge al dialogo - scrisse Villa a Martini -, ma all’evangelizzazione, la quale non am-mette alcun dialogo paritetico con l’errore. Gesù Cristo ha parlato chiaro: Predicate il Vangelo... chi crederà, sarà salvo; chi non crederà, saràcondannato!”. Caso mai, dalla carità potrà nascere la “disputa” sulle cose di fede, ma non come dubitando di esse, bensì per manifestare la ve-rità e confutare gli errori. Di conseguenza, eminenza, la carità, quella vera, spinge tutt’altro che al rimaner chiusi o ad appassire, ma accettaanche l’apertura alle opinioni religiose altrui, però, per guadagnare tutti a Cristo. Proselitismo autentico, quindi, Eminenza, e obbligatorio per icattolici, al fine di portare tutti all’obbedienza della fede”.

Dicembre 10, 2012È col cuore gonfio di tristezza che scrivo questa mail. Non ho parole, speravo stesse bene invece mi ritrovo a leggere tutt’altro. Non posso farealtro che porgervi le mie più sentite condoglianze e pensare che il Don sia in paradiso al fianco del Padre e di San Pio da Pietrelcina. Lo ricor-derò per tutta la vita, per me è stato un qualcosa di speciale anche se lo ho conosciuto poco ma mi è bastato per averlo per sempre nel cuore. Sono molto triste, per cortesia portategli un mio saluto sulla sua tomba.

Giuseppe Farina e Maria D’Alosio

Caro Franco,P. Villa ha finito la sua battaglia: egli sarà incoronato vicino al Trono di Dio...Sento molto la perdita che significa per voi, soprattutto per le Suore: io manderò una e-mail con la mia preghiera. (…) Inviami il PDF in modorapido, per la Gloria di Dio e in onore a tutti gli anni di lavoro di P. Villa. Lo manderò a tutti quelli che conosco.Dio ti benedica.P.S.: Mi rendo conto che la “Lettera ai Cardinali” è il testamento spirituale di P. Villa, che è stato sigillato con la sua morte ...

(N.N.)

Carissima Natalina,sono stato informato da Alessandra, con la quale sto scrivendo questa lettera, che il tuo “Padre” Don Luigi Villa, vi ha lasciato per raggiungerequelle sfere dal cielo che gli competono. So che per te questo è un grande dispiacere, anche se i tempi erano ormai giunti...Non è una tragedia quando i padri muoiono prima dei figli, ma è il dispiacere di perdere una consuetudine, un appoggio, una parola, una diret-tiva. Conoscendoti, sappiamo anche, Alessandra ed io, che sarai in grado di affrontare e superare le difficoltà che in questo momento ti si pre-senteranno amplificate rispetto al reale.Noi comunque siamo qui, tuoi fratelli, per qualsiasi esigenza, qualsiasi consiglio, qualsiasi intervento fosse necessario.Cara Natalina, non so come ti si porrà il problema dell’editoria, dei beni e dei confratelli. Sappi però, e lo crediamo fermamente, che un Ente anoi forse remoto, ma a te sicuramente vicino, accompagnerà le tue azioni nel bene, come tu hai sempre agito.Ci è dispiaciuto anche non essere stati presenti alla cerimonia funebre, ma, da una parte, la mia ormai saltuaria presenza a Brescia, dall’altra,gli impegni organizzativi di Alessandra, non ci hanno consentito di esserti vicini, in questo particolare momento di dolore.Come tu ben sai, comunque, la vita non è questa: questo è solo un breve passaggio verso un mondo più luminoso e più gratificante.Ti abbracciamo con affetto.

Prof. Livio Dei Cas - Alessandra Giuliani

Lettere Lettere di condoglianzedi condoglianze

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Occhi sulla Politica

4. La sistematizzazione teologica

Osserviamoli. Dispensano dal ripetere il travaglio che ha portato ad esse e pertanto dal ren-dersi conto perché mai una verità occupa quel posto piuttosto che un altro. Fa-cilitano l’apprendimento e, con questo, possono stimolare meno la ricerca el’approfondimento personale. In mano degli uomini, che talvolta noti hannograndi qualità e non meno spesso sono guidati da notevole pigrizia intellettua-le, diventano meccaniche e di apprendimento mnemonico. Data la semplifica-zione che le sistemazioni operano, la stessa pigrizia si trova agevolata nel rite-nere dovere compiuto quello che è fatto col minimo sforzo. Osserviamo, però,che questi pericoli non dipendono dalla sistematizzazione di una materiadi studio, bensì dai difetti o dalle carenze intellettuali degli uomini. Il chedimostra come in essi il fatto intellettuale risente sempre del fatto morale. Per-tanto, non possono essere imputati alla “sistemazione” stessa. Vi sono pericoliche possono accompagnare la sistemazione di per se stessa. Essi sono la tentazione della sottigliezza, quella di subordinare in modoincongruo l’apprendimento della verità a particolari vedute filosofiche,giovevoli peraltro a sistemazioni e sintesi; quella di creare questionipleonastiche, opinioni su opinioni nella zona di margine. Se ne ha un fa-voreggiamento alla fazione, al dilettantismo, al collezionismo di sfumaturestoriche. Talvolta la saldezza della struttura sistematica pare dispensi dalladisamina dei testi di documentazione, non vagliati, non rapportati a un in-sieme, allineati con una non lodevole indolenza. Questi possibili difetti sono poi dovuti in qualche misura alle carenze degliuomini, ma trovano una stimolazione maggiore dalla sistemazione in sestessa. Questi pericoli sono stati e possono tuttavia essere reali. Fu per questi difetti che la Teologia ebbe nelle esagerazioni speculative,cui si abbandonò dopo il periodo aureo del XIII secolo, un reale decadi-mento. Esso era aiutato dal fatto che pareva tranquilla la posizione dellaFede in un mondo profondamente cristiano anche nelle istituzioni civili enon ci si accorse che l’umanesimo grandeggiante aveva bisogno di mag-giori cure e adeguati sostanziosi interventi. Se la Teologia non avesseavuto questo momento di decadimento, dovuto ad uomini talvolta più inna-morati della sistemazione in se stessa e della teoria che non della verità, lastoria intellettuale dell’umanesimo sarebbe stata diversa e probabilmenteavrebbe prevenuto e sventato il danno della riforma luterana. I pericoli della sistemazione possono essere sventati sempre, quando inTeologia si dà il dovuto accuratissimo peso alla dimostrazione per do-cumenti, all’uso delle fonti sostenuto da una sana critica interpretati-va e quando non si accolgono strumenti di umana filosofia senza avereuna legittimazione sufficiente ad accoglierli nelle fonti stesse. Si trattasolo di fare le cose con saggezza, con cura e con pazienza. Insomma, la sistemazione teologica è un’opera umana in sé, che però adun certo punto, diviene garantita da un Magistero, nella misura stessain cui il Magistero la accoglie, la approva e la usa. Perché opera umana,può, in taluni rappresentanti della Teologia, andare soggetta ad usure chesono sempre evitabili, quando l’occhio è sempre ben fisso al Magistero edalle regole or ora elencate.

(continua)

Il ringiovanimentonella Chiesa

del card. Giuseppe Siri15

LETTERA DI SARDINIAI FESSACCHIOTTI

IGNARI DI CONGIURE E DI COMPLOTTI

Lʼebreo non ama Cristo – cosa nota –Ma nella Chiesa è ben rappresentato,Essendosi da secoli infiltrato,Siccome sʼinfilò Giuda Iscariota,

Complice il clero, subdolo o idiota,Che non sʼè accorto o lʼha facilitato,Ed alla somma carica elevato,Nella Barca di Pietro, che pilota!

Lʼebreo non ama Cristo, che odia a morte,Ma, al fin di poter mungere e tosare,E, allʼoccasione, il gregge macellare,

Astutamente, “a Cristo apre le porte”Spronato dalla “sommità”, che manforteGli presta, seguitando a radunare!

Prof. Arturo Sardini

Chiosa

Tosare un gregge libero e disperso,Per i monti e i prati, è tempo perso!Se invece è radunato dai “pastori”,Sono facilitati i tosatori!

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DOCUMENTA FACTA

Il lettore si chiede: «Fin quando la Chiesa hacondotto la battaglia contro il maligno, era pos-sibile dire che questi stesse dentro la Chiesa?Dal momento che in questa consacrazione si di-ce che San Michele deve difenderci dal malignoe deve gettarlo fuori dalla Chiesa, si è portati apensare due cose: a) che non si ha più voglia di combattere il ma-ligno e si pensa che San Michele faccia tutto dasolo; b) che questo abbandono della battaglia corri-sponda al fatto che il maligno sia tra gli stessiuomini di Chiesa.E queste due considerazioni sembrano essereconfermate dal confronto dell’attuale auspiciodi Francesco con la preghiera di Leone XIII,che nell’Esorcismo contro Satana e gli AngeliRibelli, dice: «Gloriosissimo Principe delle ce-lesti milizie, Arcangelo San Michele, diféndi-ci nelle battaglie contro tutte le potenze delletenebre e la loro spirituale malizia».Francesco parla di difesa dal maligno e di cac-ciata del maligno dalla Chiesa,mentre PapaLeone XIII parla di difesa nelle battaglie con-tro le potenze del male, condotte dalla Chiesa.Due prospettive diverse. In quella modernamanca la battaglia e si chiede a San Michele checi difenda… ma il lettore si chiede: «Può SanMichele difendere coloro che non combatto-no più il maligno?».

Secondo elemento“Sulla punta della lancia è scritto QUIS UTDEUS (Chi come Dio?), mentre in basso, sulglobo terrestre, figura l’iscrizione evangelicadella promessa di Gesù all’Apostolo Pietro: “etportae inferi non praevalebunt” (Mt., 16,18). Ora, mentre da un lato, la promessa di Gesù èrelativa alla Chiesa, dall’altro, questa scrittaapposta sul globo, sul “mondo”, lascia pensareche questa promessa del Signore possa rife-rirsi al mondo». C’è forse una identificazionedella Chiesa col mondo?”.La scritta “Quis ut Deus”, è la trasposizione la-tina del nome di Michele, in ebraico Mi-ka-El =Chi come Dio.

La nuova statua di San Michele Arcangelo nei giardini vaticani

Il lettore G.F. dal Brasile, fa notare due elementi di non poco conto nel-la vicenda di questa nuova statua: li riportiamo volentieri e li sottopo-niamo all’attenzione dei lettori.

Primo elementoQuando Francesco “Vescovo di Roma” parla della consacrazione del-la statua, dice: «Nel consacrare lo Stato Città del Vaticano a San Mi-chele Arcangelo, gli chiediamo che ci difenda dal Maligno e che logetti fuori».

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LʼULTIMA BATTAGLIA DI DON LUIGI VILLAFranco Adessa(pp. 24- Euro 4)

Abbiamo fatto questo dossier, tratto dallʼarticolo “Lʼultima battaglia diDon Luigi Villa”, pubblicato sul precedente numero di “Chiesa viva”,per diffondere più ampiamente la verità sulle vere ragioni delle dimis-sioni storiche di Benedetto XVI.Nel settembre 2011, Don Luigi Villa stilò il piano della sua ultima batta-glia: smascherare Benedetto XVI e farlo cacciare dal trono di Pie-tro! Malgrado i due ricoveri ospedalieri del Padre, nel 2012, il pianoproseguì ininterrotto fino al suo scopo finale!

Per richieste, rivolgersi a:

Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 121 - 25123 Brescia Tel. e Fax. 030. 37.00.00.3 - C.C.P. n° 11193257

NOVITÀ

La scritta “et portae inferi non prevalebunt” è posta suuna fascia che circonda il globo terrestre, su questa fasciaè apposta una mano, che rappresenta la Chiesa.Il lettore si chiede: «Se la promessa evangelica di Gesùall’Apostolo S. Pietro è una promessa per la Chiesa, il fat-to che Essa appaia come una fascia sul mondo, può farpensare che il “non praevalebunt” sia valido per il mon-do? La Chiesa è il mondo?».La domanda non è peregrina, poiché questa statua è statascelta dal Vaticano e quindi il simbolismo presentato è sta-to appositamente studiato, come dimostra la mano appostasulla fascia. Fascia e mano simboleggiano la Chiesa e, nel loro cir-condare il mondo, indicano che la Chiesa abbraccia ilmondo; la mano, poi, nell’indicare l’azione della Chiesa,sembra quasi che protegga il mondo, respingendo ciòche sta fuori dal mondo.Intanto, ciò che sta fuori dal mondo può essere solo ciòche attiene ai Cieli, poiché è scontato che il contrario deiCieli sono gli Inferi, per ciò stesso collocati nel profondodel mondo e non fuori da esso; tale che quella mano cheprotegge sembrerebbe proteggere il mondo dal Cielo.Ma ci sembra impossibile che, in modo cosciente, l’Autoree il Vaticano abbiano voluto simboleggiare una cosa delgenere. Eppure la statua è lì, ad indicare che se non si ètrattato di una scelta cosciente, quanto meno si è di frontead una scelta incosciente, nel doppio significato che inquesto caso il termine indica.Resta però l’iscrizione sulla fascia che, sarà pure relativaalla Chiesa, ma, dal momento che in tal modo la Chiesaabbraccia il mondo, finisce col riferirsi anche al mondo.Se ne traggono due conseguenze problematiche, che at-tengono non alla dottrina cattolica, ma alla dottrinamassonica.

1. La funzione della Chiesa è la salus animarum e non lasalus mundi, e tale funzione, non solo distingue il mondodalla religione e da Dio, ma si preoccupa di ricordare ai fe-

deli che, essendo la vita vera quella del Cielo e nonquella della terra, il credente nella vera Fede è nelmondo, ma non è del mondo.E il mondo è tanto da rifuggire, per quanto esso è “la valledi lacrime” che si ricorda giornalmente nel Salve Regina.Dimenticare questo significa consegnarsi nelle mani deldemonio.Anche solo supporre che la Chiesa cinga e protegga ilmondo, cinga e protegga questa “valle di lacrime”, è fruttodi una concezione tanto irreale quanto anticattolica.

2. Una Chiesa che cinga ed abbracci il mondo sarebbe ine-vitabilmente una Chiesa fondata da Cristo per il benedel mondo, tale che l’Incarnazione del Figlio di Dio sa-rebbe anch’essa finalizzata alla salvezza del mondo. Ma,poiché è il mondo ad essere fatto per l’uomo, la salus ani-marum comporta la cura e la difesa dell’uomo da tuttociò che lo allontani dalla vita vera, compreso, in primis,il mondo. Esattamente il contrario di quanto sembra sug-gerire questo globo terrestre “cinto” dalla Chiesa.

Eppure, in tutto questo c’è una logica, ed è la logicadell’antropocentrismo che col Vaticano II ha soppian-tato il teocentrismo. Se l’uomo terreno è un valore di persé, e se egli è naturalmente in simbiosi col mondo, è inevi-tabile concluderne che il mondo abbia pari valore, anziforse ancor di più, perché senza il mondo l’uomo terrenonon potrebbe vivere.Da qui, l’ecologismo cattolico, che non è una nostra in-venzione, ma una delle preoccupazioni del Sommo Pon-tefice Emerito, il cardinale Joseph Ratzinger.Da qui, la “cura del creato” intesa come cura per l’uomostesso e dalla cui portata si misurerebbe anche la dignitàdell’uomo.Da qui, la Chiesa moderna, la fascia del globo di cui par-liamo, che abbraccia e protegge il mondo, e chiama perfi-no a proteggerlo l’Arcangelo Michele, a maggior gloriadell’uomo e a minor gloria di Dio.

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LE STIGMATE DI PADRE PIO

Le parole della Madonna di Fatima:“Se il mondo non smetterà di offen-dere Dio... scoppierà una guerra sot-to il regno di Pio XI...” fanno ricaderele responsabilità della Seconda Guerramondiale su Pio XI. Infatti, se Egliavesse consacrato la Russia al CuoreImmacolato di Maria, il mondo avreb-be evitato gli orrori di quella guerra!Perché Pio XI non compì questo Attodi Consacrazione?Pio XI era un Papa colto, coraggioso,scrisse stupende encicliche... perchéEgli non volle compiere quell’Atto diConsacrazione?Era forse, come lo riteneva BenedettoXV, il Papa della “nuova Èra”? Lanuova Èra delle idee democraticheemergenti in cui l’uomo prendeva il posto di Dio, e lapolitica il posto della religione? Un’èra in cui non ci siappellava più all’intervento di Dio, ma ai soli sforzi uma-ni? Ma quale sforzo umano poteva ergersi a paragoneall’Atto di Consacrazione della Russia al Cuore Immaco-lato di Maria, per ottenere la sua conversione, evitareall’umanità la Seconda Guerra mondiale e dare un periododi pace al mondo? La corruzione di questa “nuova Èra” aveva un nome: il

Il segretodella “tomba vuota”

di Padre Pio

Il segretodella “tomba vuota”

di Padre Pio

“Culto dell’Uomo”! L’uomo che sisentiva l’artefice del suo destino; l’Uo-mo-Dio, o il Maestro della Massone-ria, che avanzava ovunque e che si eragià insinuato anche nelle più alte sferevaticane.La Madonna, a La Salette, l’aveva pro-fetizzato: «Tremate... voi che fateprofessione di adorare Gesù Cristo eche interiormente adorate solo voistessi...». Ma la corruzione non avevaancora raggiunto il suo apice.Il piano delle Tre Guerre mondialidel secolo XX, stilato dai vertici degliIlluminati di Baviera, e che contempla-va la distruzione fisica del Cristiane-simo dall’esterno (col “Martello”della Massoneria), era la parte asse-gnata al “Partito della Guerra” dellaMassoneria. Ma vi era un altro “pia-

no”, complementare al precedente, e molto più importan-te, che contemplava la distruzione spirituale del Cattoli-cesimo dall’interno (con la “Falce” della Massoneria) eche era stato assegnato al “Partito filosofico” della Mas-soneria.Mentre il primo “piano” era simboleggiato dalle TreGuerre Mondiali e dalla parola “Russia”, che dopo l’an-nientamento della sua fede cristiana, doveva diventare lo“strumento chiave” della distruzione fisica del Cristianesi-

a cura del dott. F. A.

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Padre Pio dopo l’apparizione delle stigmate visibili del 20 settembre 1918.

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mo dall’esterno, il secondo “piano” della “distruzionespirituale” del Cristianesimo dall’interno della Chiesa erasimboleggiato da una data: 20 settembre.Perché questa data? Il 20 settembre 1870, con la “Brecciadi Porta Pia”, scomparve il Potere temporale del papato,e, nello stesso giorno, fu creato il Nuovo Rito PalladicoRiformato con uno scopo dichiarato: la distruzione delPotere spirituale della Chiesa Cattolica!La data 20 settembre, quindi, riunisce in sè il fine supre-mo della Massoneria, che il secondo Capo Supremo degliIlluminati di Baviera, il Nubius,espresse con le parole: «Il nostroscopo finale è quello di Voltaire edella Rivoluzione francese: cioèl’annichilimento completo delCristianesimo e perfino dell’ideacristiana», e cioè l’annichilimentocompleto del Potere temporale edel Potere spirituale della ChiesaCattolica.Dal 1870, il 20 settembre è di-ventata la data più importanteper la Massoneria.

Il famoso scrittore Pierre Virion,nel suo libro “Il Governo Mon-diale e la Contro-Chiesa” scrive:«Saint-Yves d’Alveydre – uno deipropagatori del complotto sinar-chico – non fece che porre in luce,al momento previsto, il piano diimpero universale immaginato, findall’inizio, dalla Contro-Chiesa edinesorabilmente perseguito. E que-sto momento finalmente propi-zio, non dimentichiamolo, era do-po il 1870, dopo la caduta del po-tere temporale del Papa, del qua-le le sétte si credevano ormai sicu-re di abbattere anche il potere spi-rituale»1 E questa “caduta” avven-ne il 20 settembre!

Domenico Margiotta, alto inizia-to del Nuovo Rito PalladicoRiformato, poi convertito al Cattolicesimo, sulla nascitadi questo Nuovo Rito, scrive: «Nel 1870, Albert Pike eGiuseppe Mazzini si erano perfettamente intesi sul fattodella creazione di un Rito Supremo e l’organizzazione diun’Alta Massoneria centrale. (...) Questo fu favoritodalla caduta del potere temporale del Papa. Fu allorache la costituzione dell’Alta Massoneria centrale fu decre-tata e firmata tra Albert Pike e Giuseppe Mazzini. Sia purquesta data una verità reale od artificio posteriore; fatto stache l’atto di creazione ne è datato del 20 settembre1870, giorno dell’entrata in Roma dell’armata d’invasione,comandata dal “fratello” Cadorna».Margiotta, per sottolineare l’importanza della data del 20settembre, di Lemmi scrive: «So in modo assoluto che le

logge giudaiche furono i primi strumenti di Lemmi. Cin-quantamila massoni, contemporaneamente del Nuovo RitoPalladico Riformato e membri della Federazione aventecentro in Amburgo, obbedendo alla parola del Capod’Azione politica, Adriano Lemmi, fecero una propagan-da straordinaria per trasferire il Supremo DirettorioDogmatico da Charleston a Roma, per combattere me-glio il Vaticano. Le parole di Lemmi furono: “La sede su-prema dell’Ordine a Roma! Ecco il suo vero posto.Qual grandioso avvenire si schiuderebbe per la Masso-

neria Universale se questo sicompisse il giorno 20 settem-bre!”».

La Madonna di Fatima, nelle Suesei Apparizioni del 1917, indiretta-mente, denunciò il “piano” delleTre Guerre Mondiali, pianificateda Albert Pike e Giuseppe Mazzi-ni, e offrì al Papa l’arma per com-battere questo “piano” satanicodi distruzione fisica del Cristia-nesimo dall’esterno. Purtroppo, per la negligenza deiPapi, il “Martello” della Masso-neria fu utilizzato per causare lamorte a milioni e milioni di cristia-ni, in tutto il mondo.L’anno seguente, il 20 settembre1918, al frate cappuccino PadrePio di Pietrelcina, apparvero lestigmate visibili.Probabilmente, pochi compreseroil significato simbolico di questadata, ma questa “coincidenza”non poteva certo sfuggire ai ver-tici degli Illuminati di Bavierache, dopo la “Risposta” del Cielodella Madonna di Fatima al loropiano satanico delle Tre GuerreMondiali, dopo solo un anno, sitrovarono di fronte ad una seconda“Risposta” del Cielo, e questo ac-cadeva il 20 settembre: proprio ladata-simbolo del loro piano sata-

nico di distruzione del Potere spirituale della ChiesaCattolica, e cioè il piano di distruzione dall’interno conla “Falce” filosofica della Massoneria, che avrebbe do-vuto scardinare il contenuto dogmatico e soprannaturaledella Fede Cattolica, per creare un “nuovo cristianesimo”senza dogmi e senza soprannaturale, che si sarebbe potuto,poi, eliminare senza particolari difficoltà.

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Madonna di Fatima.

1 Pierre Virion, “Il Governo Mondiale e la Contro-Chiesa”, Contro-corrente, Napoli 2004, p. 77.2 Domenico Margiotta, “Ricordi di un Trentatre”, Delhomme e Bri-guet, Editori, Parigi 1895, pp. 84-85.3 Idem, pp. 215-218.

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PRO-MEMORIA

1. DATI BIOGRAFICI

Baggio Sebastiano è nato a Rosà(diocesi di Vicenza) il 16 maggio1913. Ordinato sacerdote il 21 di-cembre 1935; Arcivescovo titolaredi Efeso il 30 giugno 1953. CreatoCardinale il 28 aprile 1969. Arci-vescovo di Cagliari il 23 giugno1969. Prefetto della Sacra Con-gregazione per i Vescovi il 26 feb-braio 1973.Il Baggio occupa, in seno alla Cu-ria Romana, una preminente posi-zione di potere e fa parte delleCongregazioni più importanti quali quella della Dottri-na della Fede, dei Religiosi e Istituti Secolari, Evan-gelizzazione dei Popoli, Educazione Cattolica.Sui collegamenti e influssi del Baggio con questi or-ganismi si vedrà appresso. Inoltre, fa parte della Pontificia Commissione del Co-dice, organismo questo per lui pressoché inutile e su-perfluo, dati gli interessi economici che coltiva in mo-

do particolare, mentre rivestonocapitale importanza la Commissio-ne per lʼAmerica Latina, per le Mi-grazioni e Turismo, e quella Cardi-nalizia per i Santuari di Pompei eLoreto, nonché lʼAmministrazionedel Patrimonio della Sede Aposto-lica.

2. FIGURA MORALE

a) Il cardinale Baggio, anche a pri-ma vista, offre subito allʼinterlocu-tore una immagine chiara del suotemperamento e della sua perso-nalità. Uomo di mondo, figura ri-

nascimentale, fa sfoggio di una cultura eminente-mente profana, mentre ricorre alle risorse della suaformazione teologica nelle omelie, quando non nepuò fare a meno e con molta parsimonia. Scarsa lasua formazione giuridica.Ama lo sfarzo e la buona cucina, per cui usa adorna-re la sua casa di oggetti preziosi, di antiquariato(quadri, sculture, ecc. mentre disdegna lʼarte moder-

Il Cardinale SEBASTIANO BAGGIO

– Papa mancato? –sac. dott. Luigi Villa

Il cad. Sebastiano Baggio

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Nota: Le notizie contenute nel presente pro-memoria sono tutte direttamente verificate e con-trollate, come quella dell’appartenenza del Cardinale Baggio alla Massoneria, che ha subìtoquattro diverse verifiche in seno alla Loggia e quattro conferme di indubitabile valore. Le seguenti note non vogliono essere esaustive, ma semplicemente esemplificative e non ospitano alcuna notizia che sia frutto di fantasie eccitate o di cattivo animo verso chiunque.

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na). Per i donativi da parte del clero e dei novelli ve-scovi, che consacra con molta frequenza, esprime lesue preferenze sui pezzi archeologici o di fine anti-quariato.Fa raccolta di pietre preziose nei suoi frequenti viagginei vari continenti, e ne cura la lavorazione presso unorafo romano, ordinando anelli, croci pettorali ed altrimonili da collezione.Quando era Arcivescovo a Cagliari, più volteespresse ad un Parroco il desiderio di avere pezziantichi di raro valore, sculture ostatue romane, oggetti in argen-to del 600 700 sardo. Il Sacer-dote in questione non ha maiceduto a tali inviti. Pur essendoquesti degnissima persona ebenemerito della Diocesi, nongli ha concesso neppure il titolodi Cappellano di Sua Santità, ti-tolo di cui ha gratificato, nellʼan-dare via da Cagliari, pochi sa-cerdoti intimi e servitori incondi-zionati, tra i quali il SacerdoteDon Piero Monni di cui si avràmodo di parlare, essendo questiil suo principale manutengolonel giro dʼaffari del Baggio inCanada e altrove, ed avendo-lo sottratto in tempo alle de-nunce della magistratura ca-gliaritana per le malversazio-ni e furti perpetrati nel gestirela pubblica assistenza in un Uf-ficio denominato CRACIS ed icui profitti sono andati a vantag-gio comune del Baggio e delMonni.In quanto ai munera che gradisce, in occasioni di or-dinazioni, basta menzionare lʼultimo recente casodellʼordinazione episcopale dellʼAbate di Montecas-sino: gli è stato regalato un calice in filigrana dʼoroe argento lavorato in Sicilia di epoca 1600, una pre-ziosa croce pettorale di antica lavorazione ed in piùun gran vassoio dʼargento colmo di frutta esoticae pregiata per la sua rarità e qualità. Al segretario èstata regalata una penna dʼoro Parker...Il donativo di frutta esotica conferma ancora una vol-ta lʼattitudine del Baggio di farsi inviare da vescovi eda laici delle varie regioni in cui è stato, frutta e altrigeneri commestibili (pesci, carni pregiate, verdure,ecc.). Ciò avviene con frequenza sistematica e bastacitare in merito le spedizioni frequentissime che av-vengono dalla Sardegna da parte di un certo Comm.Mereu, ricco notabile di una parrocchia della periferiadel Campidano di Cagliari, col quale fin dai primigiorni di permanenza in Diocesi il Cardinale Baggioha stretto legami di fraterna amicizia, nonostantefosse stato sinceramente avvertito dal Parrocoche si trattava di persona discussa in tutto il pae-

se. Il Cardinale non solo non si è cautelato nei con-fronti del Comm. Mereu, ma quando si recava in visi-ta a quella Parrocchia faceva scalo in casa delComm. Mereu e non in canonica. Il parroco, poi, haavuto la peggio perché è stato emarginato e tenuto indisparte dallʼArcivescovo e trattato duramente, pertutto il periodo della Sua permanenza a Cagliari.A Cagliari è notissimo il legame e lʼamicizia con lʼIng.Marras, direttore della Cartiera e persona discutibilis-sima e chiacchierata per la sua gestione del pubblico

danaro, col Cardinale Baggio,che lo onorava della sua pre-senza a mensa e in altre circo-stanze. In Canada, durante lasua delegazione apostolica feceamicizia col Sig. S. B. Roman,cattolico di rito orientale ricchis-simo proprietario di miniere diUranio e col quale ancora con-serva legami di fraterna solida-rietà. Il Sig. S. Roman è perso-na degnissima con tutti i neofitie si considera onorato di poteressere utile alla Chiesa. Ma,conoscendo un poʼ tutti gliusi e i costumi del CardinalBaggio, è facile prevedereche fine facciano gli aiuti eco-nomici che gli vengono ero-gati con abbondanza e gene-rosità dal menzionato perso-naggio.Si sa anche che nelle stalle diCastel Gandolfo, le mucchevengono periodicamente rinno-vate con capi bovini di razza in-

viati dal Canada per interessamento del benefattorein questione.

b) Atteggiamenti classisti

Da quanto è stato sopra rilevato, appare la prefe-renza che il Cardinal Baggio offre ai ceti privile-giati, ricchi, classisti e di grande rilievo sociale,senza andar troppo per il sottile sulla moralità oreligiosità di essi. Se sono buoni bene, ma se sondiscussi o notoriamente contestati per i loro atteggia-menti e per la loro vita poco onesta, va bene lo stes-so. Questo metro di relazione è stato usato anche colClero, per cui preferiva e preferisce il clero ab-biente, emarginando o trattando con debita di-stanza il povero. È uno dei più grossi appunti chesono stati mossi al Cardinal Baggio come Arcivesco-vo di Cagliari: sempre disponibile per una categoriapreferita, mai disponibile, o disponibile per il tempostrettamente necessario, per il clero povero.

(continua)

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U n orefice ebreo, AmschelMoses Bauer, stanco divagare nell’Europa

dell’Est, decise, nel 1750, di stabilirsi aFrancoforte sul Meno, in Germania.Egli aprì una bottega di contabilità, neldistretto ebraico e, sopra la porta diquesta bottega, pose, come simbolodella sua attività, una Targa rossa.Questo fatto assume una grande impor-tanza, poiché gli Ebrei, nell’Europadell’Est, che appartenevano al Movi-mento Rivoluzionario, fondato sulterrorismo, avevano adottato anch’essila Bandiera Rossa come loro emble-ma, e questo perché il rosso rappresen-tava il sangue!Amschel Moses Bauer, con un figlio nato nel 1743, di no-me Amschel Mayer, morì nel 1754 quando questi avevasolo undici anni. Il ragazzo, a cui il padre aveva insegnatoquanto aveva potuto sui princìpi rudimentali dell’attivitàdei prestatori di denaro, mostrò subito una grande abilitàed una straordinaria intelligenza. Qualche anno dopo lamorte del padre, Amschel Mayer Bauer fu assunto, comeimpiegato, presso la Banca Oppenheimer e, per la sua

abilità naturale nell’attività bancariasubito dimostrata, venne promosso allaposizione di socio junior della Banca.In seguito, Amschel tornò a Francofor-te dove si assicurò la proprietà e il con-trollo dell’attività che era stata fondatada suo padre nel 1750. La Targa rossaspiccava ancora sopra la porta e, cono-scendo il significato segreto di questosimbolo, Amschel Mayer Bauer decisedi adottare un nuovo nome di famiglia.“Targa rossa”, in tedesco si dice“Roth Schild”, e così nacque “La Ca-sa dei Rothschild”.Amschel Mayer Bauer visse fino al

1812 ed ebbe cinque figli, tutti educati e addestrati per di-venire dei Capitani dell’alta finanza. Nathan, uno dei figli,dimostrò un’abilità eccezionale e, all’età di ventun’anni,andò in Inghilterra con lo scopo ben preciso di assicurarsiil controllo della Banca d’Inghilterra, con la finalità,poi, di collaborare col padre e coi fratelli, per fondare econsolidare un Monopolio Bancario in Europa. La ric-chezza cumulativa di questo Consorzio InternazionaleBancario poteva, poi, essere utilizzato per agevolare le se-grete ambizioni che il padre aveva comunicato ai suoi figli.

GOVERNO MONDIALEGOVERNO MONDIALEcontro Dio contro Dio

contro l’uomo!contro l’uomo!

Mayer Amschel Rothschildpropugnatore del Governo Mondiale nel 1773.

Il Commodoro canadese William Guy Carr, valoroso combattente della Prima e Seconda Guerra mondiale,autore di diversi libri, tradotti in lingue europee e famosi per i riconoscimenti ricevuti, è uno degli investigatori più informati sulla Congiura Internazionale degli Illuminati di Baviera e dei Capi Incogniti che la dirigono.

Nel suo libro: “Pawns in the game”, CPA Book Pubblisher, alle pp. 26-31, Carr ci racconta come M.A. Rothschild diede inizio alla congiura che doveva portare ad un satanico Governo Mondiale.

Lʼarticolo era già apparso sui numeri di “Chiesa viva” 337-338 del 2002.

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svelò il suo “Piano Rivoluzionario”.Con una sottile manipolazione consentita dalla loro ric-chezza unificata, sarebbe stato possibile creare condizio-ni economiche di tale gravità da ridurre, con la disoccu-pazione, le masse a condizioni di fame e miseria. Conl’uso di un’accorta propaganda, poi, sarebbe stato facilefar ricadere la colpa di questa tragedia sul Re, sulla suaCorte, sui Nobili, sulla Chiesa, sugli industriali e sui da-tori di lavoro. I loro propagandisti ben pagati, quindi,avrebbero avuto facile gioco nel fomentare sentimenti diodio e di vendetta nei confronti delle classi dominanti,

esponendo tutti i casi, reali o pre-sunti, di sperpero, condotta licen-ziosa, ingiustizia, oppressione epersecuzione. Essi avrebbero inven-tato infamie per infangare altri che,se lasciati agire, avrebbero potutointerferire col loro piano globale.Dopo questa introduzione generale,fatta per suscitare un ascolto entu-siasta al piano che egli stava persvelare, Rothschild prese un mano-scritto e procedette a leggere unpiano d’azione accuratamente pre-parato. Quanto segue è una versione suc-cinta di ciò che mi è stato assicura-to essere stata l’esposizione delcomplotto che aveva lo scopo dicontrollare le ricchezze, le risorsenaturali e la forza-lavoro di tutto ilmondo.

1.1. Il relatore iniziò a svelare il“Piano”, dicendo che, poiché lamaggioranza degli uomini erano in-clini al male piuttosto che al bene,il miglior risultato che si potevaottenere nel governarli poteva es-sere raggiunto con l’uso della vio-lenza e del terrorismo e non condiscussioni accademiche. Egli con-tinuò dicendo che, agli inizi, la so-cietà umana era soggetta alla forza

bruta e cieca, la quale, col tempo, fu tramutata in LEGGE.Egli affermò che la LEGGE era un mascheramento dellaFORZA. Egli disse che era logico concludere che: “Per leleggi della Natura, il diritto si fonda sulla forza”!

2.2. Subito dopo, egli affermò che la libertà politica è soloun’idea e non un fatto. Egli disse che per usurpare ilpotere politico, tutto ciò che era necessario era di pre-dicare il “Liberalismo”, cosicché l’elettorato, per amor diun’idea, avrebbe concesso parte del suo potere e prerogati-ve che i complottatori avrebbero riunito nelle loro mani.

3.3. Rothschild affermò che il Potere di Dio aveva usurpa-to il potere dei governanti liberali, persino a quel tempo,

Per provare la sua abilità, Nathan Rothschild aveva molti-plicato le 20.000 sterline, che gli erano state affidate, in60.000 sterline, in soli tre anni.Nello studio del Movimento Rivoluzionario Mondiale, èimportante ricordare che la Bandiera Rossa era stato ilsimbolo della Rivoluzione Francese come pure di tutte lerivoluzioni che l’hanno seguita.Ancor più significativo, inoltre, è il fatto che quando Le-nin, finanziato dai Banchieri Internazionali, rovesciato ilGoverno Russo, stabilì la prima Dittatura Totalitaria, nel1917, i simboli usati erano una Bandiera Rossa, con unaFalce e Martello, con impressa laStella giudaica a cinque punte.Nel 1773, all’età di soli trent’anni,Mayer Rothschild invitò, a Fran-coforte, dodici uomini ricchi e in-fluenti, con lo scopo di convincerlidel fatto che, se avessero unito leloro risorse, essi avrebbero potutofinanziare e dirigere il MovimentoRivoluzionario Mondiale, e usarlocome il loro Manuale d’azione perprendere il controllo delle ricchez-ze, delle risorse naturali e della for-za lavoro di tutto il mondo.Rothschild rivelò come la Rivolu-zione Inglese fosse stata organizza-ta e mise in risalto gli errori che era-no stati commessi. Il periodo rivolu-zionario era stato troppo lungo;l’eliminazione dei reazionari nonera stata eseguita con sufficiente ra-pidità e spietatezza; il programmato“regno del terrore”, col quale sidoveva ottenere la rapida sottomis-sione delle masse, non era statomesso in pratica in modo efficace.Malgrado fossero stati commessitutti questi errori, lo scopo della Ri-voluzione era stato raggiunto. Ibanchieri, che avevano istigato larivoluzione, avevano stabilito il lo-ro controllo sull’economia nazio-nale inglese ed avevano consolida-to il debito nazionale. Con l’intri-go, attuato su scala internazionale, essi avevano, poi, gra-dualmente aumentato il debito nazionale, prestando soldiper combattere le guerre e le rivoluzioni che essi avevanofomentato sin dal 1694.Basando il suo argomento sulla logica e su solidi argomen-ti, Mayer Rothschild aveva mostrato che i risultati finan-ziari ottenuti con la Rivoluzione Inglese non sarebberostati da paragonare a quelli che si potevano ottenere con laRivoluzione Francese, a condizione che i presenti si unis-sero per mettere in pratica il Piano rivoluzionario che egliaveva studiato e aggiornato con grande cura.Raggiunto l’accordo secondo il quale questo “Piano” sa-rebbe stato sostenuto da tutto il potere che poteva esserecomprato con le loro risorse unificate, Mayer Rothschild

La casa della “Targa rossa” (“Rothen Schild”), nella qualenacque Mayer Amschel Rothschild, nel 1743, e dove egli ten-ne, nel 1773, una riunione a dodici persone ricche e influentialle quali espose il suo “piano” per un Governo Mondiale.

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7.7. Rothschild, poi, sostenne l’usodella “Psicologia della plebaglia”per ottenere il controllo delle mas-se. Egli spiegò che la potenza dellaplebaglia è cieca, priva di sensi,senza ragione e sempre alla mercédi suggestioni provenienti da ogniparte. Egli affermò: “Solo un go-vernante dispotico può governarela plebe con efficacia, perché sen-za un dispotismo assoluto non vipuò esistere una civiltà che è con-dotta NON dalle masse ma dallaloro guida, chiunque sia questa per-sona”. Egli li mise in guardia: “Ilmomento in cui la plebagliaprenderà la LIBERTA nelle sue

mani, la trasformerà,immediatamente, inanarchia”.

8.8. Rothschild, poi, so-stenne che l’uso di al-cool, droghe, corruzio-ne morale ed ogni altraforma di vizi, fosse uti-lizzato, in modo siste-matico, dai loro “Agen-tur”1, per corrompere lamoralità della gioventùdelle nazioni. Egli racco-mandò di usare “Agen-tur” speciali addestraticome tutori, valletti, isti-tutori, contabili, e le no-stre donne nei luoghi didissipazione frequentatidai Goyim. Egli aggiun-se: “Nel numero di que-sti ultimi, io conto an-che le cosiddette donnedi mondo che diventanoseguaci degli altri nella

corruzione e nella lussuria. Noi non dobbiamo fermarcidavanti al ricatto, all’inganno e al tradimento, quandoquesti servono per raggiungere i nostri fini”.

9.9. Rivolgendosi alla politica, Rothschild rivendicò il loroDIRITTO di prendere le proprietà con ogni mezzo esenza esitazione se, nel far questo, essi si assicuravanosottomissione e sovranità. Egli dichiarò: “Il nostro STATO,marciando lungo il sentiero della conquista pacifica, ha ilDIRITTO di rimpiazzare gli orrori delle guerre con le me-

nel 1773. Egli ricordò alla suaudienza che vi era stato un tempoin cui la FEDE aveva dominato,ma disse che, una volta che la LI-BERTA avesse sostituito la FE-DE, la gente non avrebbe saputousarla con moderazione. Egli so-stenne che per questo fatto, era lo-gico assumere che il popolo avreb-be usato l’idea della LIBERTA persfociare nella LOTTA DI CLAS-SE. Egli indicò che era indifferen-te, per il successo del suo piano,che i Governi legittimi fossero di-strutti da nemici interni o esterni,poiché il vincente, per necessità,doveva sempre chiedere l’aiuto del“Capitale”, il quale “èinteramente nelle no-stre mani”!

4.4. Rothschild aggiunseche l’uso di ogni mezzo,per raggiungere il loroscopo finale, era giusti-ficato sulla base che ilregnante, che governavaattraverso un codice mo-rale, non era un politicocompetente perché si tro-vava in una posizione divulnerabilità e di instabi-lità sul suo trono. Eglidisse: “Quelli che desi-derano governare devo-no ricorrere all’astuziae devono essere convintiche le grandi qualitànazionali, come la fran-chezza e l’onestà, sonoinvece vizi, in politica”.

5.5. Egli affermò che “Ilnostro diritto risiede nella forza. La parola DIRITTO è unpensiero astratto e non prova nulla. Io scopro un nuovo DI-RITTO... attaccare col DIRITTO del forte, e spargere alvento tutte le forze esistenti dell’ordine e della legge, perricostruire tutte le istituzioni esistenti e diventare il Signoresovrano di tutti quelli che ci hanno consegnato i DIRITTI e iloro poteri, per averli deposti volontariamente col loro “Li-beralismo’”.

6.6. Egli, poi, ammonì i suoi ascoltatori con queste parole:“Il potere delle nostre risorse deve rimanere invisibilefino al momento in cui avrà raggiunto una tale forzache nessuna astuzia o forza potrà minarlo”. Egli li av-vertì che ogni deviazione dalla LINEA del piano strategi-co, che egli stava tracciando, avrebbe rischiato di far nau-fragare “Il lavoro di secoli”.

“Rothschild”, in una vignetta di C. Léandre - Francia 1898.

La Nuova Torre di Babele, e cioé l’unione di tutte le religioni in una Religione Uni-versale Mondiale, prevede l’annichilimento della Chiesa di Cristo, come necessità perla realizzazione del Governo Mondiale. Perché Benedetto XVI e Francesco “Vescovodi Roma” caldeggiano e promuovono questa Nuova Torre di Babele? Non conosconoEssi la “ricompensa” che otterranno per aver tradito Cristo-Dio?

1 La parola “Agentur” significa un corpo completo e organizzato di agenti-spia, contro-spie, ricattatori, sabotatori, ed ogni cosa o persona che, al di fuoridella Legge, sia capace di aiutare, avvantaggiare o far avanzare i piani segretie le ambizioni dei cospiratori internazionali.

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12.12. Poi, fu la volta dell’Amministra-zione. Rothschild disse ai presenti che do-vevano usare la loro ricchezza per favori-re l’elezione, in posti pubblici, di candi-dati che fossero “servili e obbedienti ainostri comandi, in modo da essere usaticome ‘pedine’ nel nostro gioco da uomi-ni ingegnosi e ben addestrati, che noi in-staureremo dietro le quinte dei Governi,per agire come consiglieri ufficiali”. Egli,poi, aggiunse: “Gli uomini che noi ‘desi-gneremo’ come ‘Consiglieri’ dovrannoessere allevati, coltivati e addestrati sindalla fanciullezza, in sintonia con le no-stre idee, per dirigere gli affari del mondointero”.

13.13. Poi, venne il turno della propagan-da, e Rothschild spiegò come la loro ric-chezza riunita potesse controllare tuttele fonti di informazione pubblica, men-tre essi rimarrebbero nell’ombra e al sicu-ro da ogni attribuzione di colpa, senza cu-rarsi delle ripercussioni causate dalla pub-blicazione di libelli, calunnie o falsità.

Egli disse: “Grazie alla nostra Stampa, noi abbiamoavuto l’oro nelle nostre mani nonostante il fatto che noiabbiamo dovuto raccoglierlo da oceani di lacrime esangue... Ma siamo stati ripagati anche se abbiamo dovutosacrificare molti della nostra gente. Ogni nostra vittimavale mille Goyim”.

14.14. Egli, in seguito, spiegò la necessità che i loro“Agentur” venissero allo scoperto ed apparissero inscena, quando le condizioni fossero giunte al loro puntopiù basso, e le masse fossero state già soggiogate con leprivazioni e col terrore. Egli indicò che quando fossegiunto il tempo di restaurare l’ordine, essi avrebbero dovu-to agire in modo che le vittime fossero indotte a credere diessere state depredate da criminali e da irresponsabili. Egliaggiunse: “Con l’esecuzione dei criminali e dei fanatici,dopo che essi hanno portato a termine il nostro pianifica-to ‘regno del terrore’, noi dobbiamo apparire come i sal-vatori degli oppressi ed i campioni dei lavoratori”. Il rela-tore continuò: “Noi siamo, invece, interessati proprioall’opposto... alla riduzione e all’uccisione dei Goyim”!

15.15. Rothschild parlò di come provocare la depressioneindustriale e il panico finanziario e come utilizzarli perservire i loro fini, e spiegò: “La disoccupazione forzata ela fame, imposta alle masse, col potere che noi abbiamodi creare scarsità di cibo, creerà il diritto del Capitaledi regnare in modo più sicuro di quanto non fosse quellodella vera aristocrazia e dell’autorità legale dei Re”. Egliaffermò che, avendo i loro Agentur il controllo della ple-baglia, la plebe potrebbe essere usata per spazzar via tuttiquelli che oserebbero intralciare il loro piano.

16.16. L’infiltrazione della Frammassoneria fu discussa

no evidenti ma più efficaci sentenze di morte, necessariea mantenere il “terrore” che genera la cieca sottomissio-ne”.

10.10. Trattando il tema dell’uso degli “slogan”, AmschelMayer Rothschild disse: “Nei tempi antichi, siamo statinoi i primi a mettere le parole “Libertà”, “Uguaglianza”e “Fraternità” sulla bocca delle masse. (...) parole ripetu-te fino ai giorni nostri dagli stupidi pappagalli; parole dallequali anche il più saggio dei Goyim non potrebbe cavarnulla dalla loro astrattezza, e senza neppure notare la con-traddizione del loro significato e inter-relazione”. Egli af-fermò che queste parole hanno portato sotto la loro dire-zione e controllo intere “legioni” “che hanno portato le no-stre bandiere con entusiasmo”. Egli spiegò che non vi è al-cun posto in natura per “Eguaglianza”, “Libertà” o“Fraternità”. Egli disse “Sulle rovine dell’aristocrazianaturale e genealogica dei Goyim, noi abbiamo sovrap-posto un’aristocrazia del DENARO. La limitazione diquella aristocrazia è la RICCHEZZA che è in manonostra”.

11.11. Egli, poi, espose la sua teoria riguardo la guerra.Nel 1773, egli stabilì un princìpio che i Governi della GranBretagna e degli Stati Uniti, pubblicamente, annunciaronocome loro politica comune, nel 1939. Rothschild affermòche la politica dei presenti doveva essere quella di fomen-tare guerre, ma di dirigere le Conferenze di Pace, inmodo che nessuna delle due parti del conflitto potesseottenere guadagni territoriali. Egli aggiunse che le guer-re dovevano essere dirette in modo tale che le nazioni,coinvolte in entrambi gli schieramenti, sprofondasserosempre di più nel loro debito e, quindi, sempre di piùsotto il potere dei loro “Agentur”.

Fotografia scattata in una zona del Texas (USA). L’area, cintata con tanto di filo spinato e torrette diguardia, è attualmente deserta. Si è forse in attesa di popolarla? E con quali persone? Perché esistonopiù di 600 di questi campi di concentramento negli USA? E perché, nelle loro vicinanze, si trovano cen-tri militari con truppe dell’ONU, e cioé con militari non americani?

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più economico per portare la popo-lazione ad una rapida sottomissio-ne”.

19.19. Venne poi il turno della Diplo-mazia. Rothschild disse che, dopoogni guerra, si deve insistere sulla di-plomazia segreta “in modo che i nostriagentur, camuffati da consiglieri ‘poli-tici’, ‘finanziari’ ed ‘economici’, pos-sano portare a termine i nostri ordini,senza timore di esporre “il vero PotereSegreto” dietro gli affari nazionali einternazionali”. Rothschild disse aipresenti che, attraverso la diplomaziasegreta, essi dovevano ottenere un talecontrollo “che le nazioni non dovevanopoter pervenire persino ad un irrilevan-te accordo privato, senza che i nostriagentur non vi avessero parte”.

20.20. Il Governo Mondiale come sco-po finale. Per raggiungere questoobiettivo Rothschild disse: “Sarà ne-cessario creare dei monopoli immensie riserve di tale ricchezza colossale chepersino le ricchezze più grandi deiGoyim dipenderanno da noi, in tale

misura che essi raggiungeranno il fondo, insieme al credi-to dei loro Governi, NEL GIORNO DOPO LA GRAN-DE CATASTROFE POLITICA”. Il relatore poi aggiun-se: “Voi, gentlemen qui presenti, che siete economisti, po-tete avere un’idea del significato di questa combinazione”.

21.21. Guerra economica. Vennero discussi i piani perspogliare i Goyim delle loro proprietà terriere e industriali.Rothschild propugnò una combinazione di tasse elevate ecompetizione sleale per portare alla rovina economica iGoyim nei loro interessi finanziari nazionali e nei loro in-vestimenti. In campo internazionale, egli disse che poteva-no essere spinti fuori mercato. Questo poteva essere otte-nuto con un accurato controllo delle materie prime, conagitazioni organizzate dei lavoratori per avere una riduzio-ne dell’orario di lavoro, ma con aumenti salariali, e con lasovvenzione dei loro concorrenti. Rothschild ammonì isuoi cospiratori che essi dovevano fare in modo che “gliaumenti salariali, ottenuti dai lavoratori, non dovevanobeneficiarli in alcun modo”.

22.22. Armamenti. Fu suggerito di lanciare una corsaagli armamenti in modo tale che i Goyim potessero di-struggersi a vicenda, ma su una scala così colossale chealla fine “non rimarranno solo che masse di proletaria-to nel mondo, con pochi milionari devoti alla nostracausa... e forze di polizia e militari sufficienti a proteg-gere i nostri interessi”.

23.23. Il Nuovo Ordine. I membri del Governo Mondialeverranno designati dal Dittatore. Egli sceglierà uomini tra

in modo estensivo. Rothschild disse che il loro scopo eraquello di sfruttare i vantaggi che offriva il segreto masso-nico. Egli affermò che essi potevano organizzare le loroLogge del Grande Oriente all’interno della MassoneriaAzzurra, in modo da continuare le loro attività sovversivee nascondere la vera natura del loro lavoro, sotto la coper-tura della filantropia. Egli disse che tutti i membri affi-liati alle Logge del Grande Oriente dovevano essere usatiper il proselitismo e per la diffusione della loro ideolo-gia ateo-materialistica tra i Goyim. Egli terminò questafase della sua presentazione con queste parole: “Quandosuonerà l’ora dell’incoronazione del nostro Signore sovra-no di tutti i Mondi, queste stesse mani spazzeranno via tut-to ciò che potrebbe frapporsi al suo cammino”.

17.17. Egli espose il valore dell’inganno sistematico, di-cendo che i loro agentur dovevano essere addestrati all’usodi frasi altisonanti e di slogan popolari. Essi avrebbero do-vuto fare alle masse le promesse più prodighe. Egli os-servò: “L’opposto di quello che è stato promesso può es-sere sempre dato in seguito... e senza conseguenze”.Egli argomentò che, facendo uso delle parole Indipen-denza e Libertà, i Goyim potevano essere mossi ad unfervore patriottico tale da farli combattere persino controle Leggi di Dio e della Natura. Egli aggiunse: “E per que-sta ragione, dopo aver ottenuto il controllo, il vero NOMEDI DIO verrà cancellato dal ‘lessico della vita’”.

18.18. Egli, poi, dettagliò i piani per la guerra rivoluzio-naria; l’arte della battaglia di strada; e delineò il modellodel “Regno del Terrore” che - egli insisteva - doveva ac-compagnare ogni sforzo rivoluzionario “perché è il mezzo

Nel Terzo Segreto di Fatima, la Madonna disse: «... le acque degli oceani diverranno vapori e la schiumas’innalzerà sconvolgendo e tutto affondando. Milioni e milioni di uomini periranno di ora in ora, e coloro cheresteranno in vita invidieranno i morti». Questa è la descrizione della Seconda Coppa dell’ira di Dio dell’Apo-calisse di San Giovanni, che, però, non è contemplata nel “piano” del Governo Mondiale!

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gli scienziati, economisti, finanzieri, industriali, e dai mi-lionari, perché “in sostanza, tutto verrà regolato dalproblema dei numeri”.

24.24. Importanza della gioventù. Rothschild enfatizzòl’importanza di catturare l’interesse della gioventù ammo-nendo che “I nostri Agentur dovranno infiltrarsi in tut-te le classi, a tutti i livelli della società e del Governo,per raggirare, confondere e corrompere i membri piùgiovani della società, insegnando loro teorie e princìpiche noi sappiamo essere falsi”.

25.25. Le Leggi Nazionali e Internazionali non devonoessere modificate, ma usate come sono per distruggerela civilizzazione dei Goyim “semplicemente col torcerlenella contraddizione dell’interpretazione che prima ma-schera la legge, e poi la nasconde completamente. Il no-stro scopo finale è quello di sostituire l’ARBITRATOalla LEGGE”.

Mayer Rothschild, poi, disse alla sua udienza: “Voi potre-te pensare che i Goyim si solleveranno contro di noi con learmi, ma, nell’OCCIDENTE, contro questa possibilità,noi abbiamo un’organizzazione di un tale terrore terrifi-cante da far tremare anche i cuori più gagliardi... gli “Un-

derground”... i “Metropolitani”.. i corridoi sotterra-nei... questi saranno creati nelle capitali e nelle città di tut-ti i paesi, ancor prima che questo pericolo ci possa minac-ciare”.

La parola “OCCIDENTE”, usata da Mayer AmschelRothschild, è di estrema importanza. Questo chiarisce cheRothschild stava rivolgendosi a uomini che avevano aderi-to al “Movimento Rivoluzionario Mondiale”, che ebbeinizio con il “Pale of Settlement”2 (= confine di insedia-mento) nell’EST. A questo proposito, si deve ricordareche, prima che Amschel Moses Bauer si stabilisse a Fran-coforte sul Meno (Germania), egli aveva esercitato il suomestiere di orefice e argentiere, viaggiando estensiva-mente nell’Est europeo dove egli, indubbiamente, avevaincontrato gli uomini ai quali suo figlio Mayer Amschel siera rivolto, dopo esser cresciuto da presta-denaro a ban-chiere, e dopo aver stabilito “la Casa dei Rothschild”nella Judenstrasse, proprio il luogo in cui fu tenuto questoincontro, nell’anno 1773.

3 Il “Pale of Settlement”, o “Confine di insediamento”, era una zona geo-grafica, situata nella parte occidentale della Russia, che si stendeva dal MarBaltico, fino al Mar Nero, e dove la maggior parte degli Ebrei, migratinell’Europa dell’Est, erano stati costretti a risiedere, a partire dall’anno 1772.La maggioranza erano Ebrei Khazari, noti per la loro cultura yiddish e per leloro pratiche rapaci in campo finanziario, e per la loro mancanza di etica nelletransazioni commerciali. (Cfr. Guy Carr, op. cit., pp. 18 e 63).

M.A. Rothschild propose di «.. lanciare una corsa agli armamenti in modo ta-le che i cristiani possano distruggersi a vicenda, ma su una scala così colossaleche, alla fine, non rimarranno che masse di proletariato nel mondo, con pochimilionari devoti alla nostra causa... e forze di polizia e militari sufficienti aproteggere i nostri interessi».La Madonna a La Salette disse: «Allora Gesù Cristo, con un atto della Suagrande Misericordia per i giusti, comanderà ai Suoi Angeli che tutti i Suoi ne-mici siano messi a morte. Di colpo, i persecutori della Chiesa di Cristo e tuttigli uomini dediti a peccato moriranno e la terra diventerà come un deserto!».Nell’Apocalisse, l’Angelo, a proposito dei traditori di Cristo, dice: «Le diecicorna che hai visto e la bestia odieranno la prostituta, la spoglieranno e la la-sceranno nuda, ne mangeranno le carni e la bruceranno col fuoco»!

A Lourdes, nel Suo Quinto Messaggio, la Madonna disse: «Una terribile bat-taglia avrà luogo, nella quale 5.650.451 soldati perderanno la vita, ed unabomba di grande potenza sarà lanciata su una città della Persia». A La Salette,la Madonna disse: «Parigi sarà bruciata e Marsiglia inghiottita: molte grandicittà saranno scosse e inghiottite dai terremoti».

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22 “Chiesa viva” *** Ottobre 2013

del Cardinale José Maria Caro y Rodriguezex Arcivescovo di Santiago - Cile

Conoscere la Massoneria

I SEGRETI E I MASSONICI

Il segreto è una parte essenziale per la Massoneria; il giorno che ilsegreto fosse abbandonato, lo stesso giorno, la Massoneria cesse-rebbe di esistere. Perché le società segrete non sono organizzate permarciare all’unisono con la società in cui vivono; il segreto vieneusato perché le società segrete cospirano contro la società.I massoni, quasi sempre negano che la Massoneria sia una societàsegreta. Ad esemio, il “fratello” Limosin, direttore e fondatore del-la Rivista massonica “L’Acacia”, in un dibattito del 1903, afferma-va che era un errore madornale affermare che la Massoneria fosseuna società segreta; egli disse che essa, invece, era una “società di-screta, non una società segreta”.Ma sono innumerevoli i documenti e i libri che affermano il contra-rio, e l’oggetto della segretezza non riguarda “solamente i metodigenerali e le dottrine, ma anche dottrine speciali e particolarimetodi, ordini giornalieri, piani, comandi, ecc..”.L’obiettivo del segreto massonico non è rivolto solo agli esterni,ma alla maggioranza degli stessi iniziati. «Lo scopo dell’Ordine deve essere il suo primo segreto; il mon-do non è sufficientemente preparato per sopportarne la rivela-zione»1.«Noi manteniamo la segretezza sui nostri membri e sulle nostrerisoluzioni interne; è un omaggio ad antiche tradizioni...»2.«È proibito (...) far conoscere al mondo esterno, per qualsiasiragione o per qualsiasi mezzo, documenti, rapporti, circolari,lettere o scritti ufficiali, connessi con la Massoneria, senza averprima ottenuto un permesso scritto dal Gran Maestro»3.

Il mondo viene ingannato sulle dottrine che sono insegnate nelleLogge, come pure alle Logge inferiori sono occultate le dottrine in-segnate in quelle superiori. La vera organizzazione della Massoneria è la sovrapposizione disocietà strutturate l’una sull’altra, in cui i livelli inferiori sonoesclusi dalle conoscenze di tutto ciò che esiste al di sopra di loro, inmodo particolare l’identità del Comando Supremo e il Supremoscopo dell’Istituzione.Parlando di se stesso, Copin-Albicelli (un massone che uscì dallaMassoneria) scrisse: «Si può pensare che io conosca le questionimassoniche poiché ho trascorso sei anni in essa. (...) Io conosco so-lo ciò che ho visto, ma ciò che uno vede in Massoneria è solo unospettacolo che serve a nascondere ciò che non si vede. Io sono statoApprendista, Compagno, Maestro, Rosa-Croce. Nella mia Loggia,sono stato Segretario, Oratore, e Primo guardiano, ho avuto ricono-scimenti in altre Logge (...). Malgrado tutto questo, lo ripeto, nonho mai sospettato la natura della società di cui sono divenuto unmembro attivo. Con quanta cura vengono concepiti i modi peringannare quelli che sono diventati massoni, come pure gli altriche non lo sono!»4.

La prova dell’insistenza della Massoneria di mantenere il suosegreto verso i membri e gli esterni, è il fatto che nessuno può di-re quale sia il vero obiettivo della Massoneria, e questa condizio-ne è prevalsa per ben due secoli di esistenza di questa organizzazio-ne.È uno scopo filosofico? Caritatevole? Anti-Cattolico? Liberale? Ri-creazionale? Pornografico? Satanico? Per ognuna di queste catego-rie vi sono persone e massoni che si sentono sicuri di rispondere af-fermativamente.«Nonostante le ipocrite dichiarazioni dell’Ordine, gli obiettivi e imetodi della Massoneria sono occultati con una straordinariaastuzia nella spiegazione dei geroglifici e dei simboli che, conside-rati separatamente, sono suscettibili di diverse e numerose interpre-tazioni. Alcuni simboli sembrano scelti per nessun altra ragione chequella di rendere ancora più difficile l’interpretazione di quellipiù importanti. (...) Il senso mistico riguarda in parte il cerchio in-terno dell’Ordine e in parte la sua storia. All’Apprendista vengonodate solo insinuazioni e mai una spiegazione completa, perché gliargomenti di minore importanza non potrebbero essere spiegati ecompletamente compresi senza rivelare l’essenza della vera que-stione»5.

Card. José Maria Caro y Rodriguez,Primo Cardinale di Santiago, Cile (1939-1958).

1 “Manifest Of The Grand Lodge of Germany”, in 1794, cited by Ed. Em.Eckert, “La Franc-Maçonnerie dans sa veritable Signification”, I, 184.2 “Il Segreto massonico”.3 Art. 135 delle Costit. della Massoneria italiana, “Il Segreto massonico”4 Copin Albacelli, “Le Drame Maçonnique; Le pouvoir Occulte Contre LaFrance. La Cospiration Juive contre le Monde Chretien”, P.O. 43-44.5 Ed. Em. Eckert, “La Franc-Maçonnerie dans sa veritable Signification»,I, 148-149.

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LA BANCA LA MONETA LʼUSURAdi Bruno Tarquini

Questo libro, sia pur con un linguag-gio molto semplice, ha lʼambizione difar conoscere un aspetto della finan-za e dellʼeconomia che è sempre ri-masto nascosto nei luoghi oscuri delPalazzo, come qualcosa che nonconvenisse svelare al popolo.Ed è bene, invece, che il popolosappia finalmente che lo Stato ha datempo rinunciato alla propria sovra-nità monetaria in favore di un enteprivato, qual è la Banca dʼItalia; harinunciato, cioè, ad emettere monetapropria, con la conseguenza che,per il perseguimento dei propri finiistituzionali, è costretto a chiederein prestito oneroso le necessarierisorse finanziarie, indebitandosi neiconfronti dellʼIstituto di emissione.Ed è bene che sappia anche chequesto inutile indebitamento si tra-sferisce necessariamente ai cittadinimediante la pressione fiscale.Pertanto, il popolo si ritrova debi-tore di quella moneta di cui, inve-ce, dovrebbe essere proprietario,anche perché essa acquista valoresolo perché i cittadini lʼaccettano co-me strumento di scambio, e quindisolo a causa ed in conseguenza del-la sua circolazione.

SEGNALIAMO:

«Guardati dallʼuomo cheha letto un solo libro».

(S. Tommaso dʼAquino)

In Libreria

stre anime, sarebbe opportuno farci sa-pere chi sono questi veri servitori di Dio.La saluto in Cristo(S.L.D. - USA)

***

Franco ti ringrazio.Io prego e spero che tu, un giorno, possafarci avere lʼedizione inglese di “Chiesaviva”.Il numero 461 fa aprire gli occhi: France-sco è un Massone!Io lo indovino dalle fotografie che parlanoda sole.Fa ogni sforzo per farci avere questa Ri-vista in lingua inglese!Grazie. Dio ti benedica e continua col tuobuon lavoro.

(A.D. - USA)

***

Caro Franco,Don Villa dal Paradiso fa le grazie... Edadesso un Concilio Vaticano III, conside-rando in modo principale la Proprietà Po-polare della Moneta, come attuazionedella Dottrina Sociale della Chiesa Catto-lica.Saluti.

(R.C. - Chieti)

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Congratulations! At last “The Secret ofFatima”!Congratulazioni! Finalmente il “Terzo Se-greto di Fatima”!

(M.D. - Polonia)

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Infinite grazie, buon lavoro ed i più sinceri auguri di ognibene... nonostante che... mala temporacurrunt.

(F.F.P. - Irlanda)

RAGAZZE e SIGNORINEin cerca vocazionale, se desiderate diventare

Religiose-Missionarie” – sia in terra di missione, sia restando in Italia –

per opere apostoliche, con la preghiera e il sacrificio,potete mettervi in contatto, scrivendo o telefonando a:

“ISTITUTO RELIGIOSO MISSIONARIO”

Via Galileo Galilei, 121 - 25123 Brescia - Tel. e Fax: 030 3700003

Caro Franco,congratulazioni! Io non sono nata in Italiaquindi mi scuso se il mio Italiano non èmolto corretto. Io abito negli Stati Uniti e non so come,cercando in siti cattolici, ricercando sugliscandali che sono usciti ultimamente dapreti che stanno parlando finalmentedellʼomosessualità dentro la Chiesa, sonofinita sul sito di Don Villa. Dopo aver letto il suo dossier sulla vita ela lotta di don Villa contro la Massoneria,veramente ho pianto molto e sono rima-sta commossa per il coraggio di tutti voicontro un male cosi gigantesco e podero-so. Non so come reagire a tutto questo,non so dove andare, da chi confidarmipiù nella Chiesa. Se neppure il Papa sisalva!Come si fa a continuare? Dopo tanteschifezze, come si fa a sapere chi é one-sto e chi fa la doppia vita dentro la Chie-sa? Come si fa a portare i figli dentroquesta istituzione corrotta e infettata dalmale? Come si può dire ai figli di obbedi-re a questi uomini che vogliono portarcisul cammino del male? Almeno voi ave-vate questo grande Sacerdote Don Villa.Come si può lottare contro il malignoquando sono loro che hanno il poteredentro la Chiesa?Abbiamo bisogno di un Papa incorruttibilee Santo con la lettera maiuscola. Ma cʼèqualcuno così?Io vorrei collaborare in questa lotta. Mipiacerebbe tradurre in inglese alcuni arti-coli per passarli, qui, tra persone che co-nosco e che amano la chiesa e vivono inuna confusione con il modernismo dellaChiesa che cʼè qui in America. Siamo tutticome pecore senza un pastore!Mi scusi per il mio scoraggiamento e perle mie domande, ma sono così confusa.Avrei voluto così tanto conoscere questogrande Sacerdote, Don Luigi Villa.Mi dica Lei come posso fare per dare ilmio aiuto. Anche se ci sono dei preti edei vescovi ai quali si può affidare le no-

Lettere alla Direzione

“Chiesa viva” *** Ottobre 2013 23

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ControcorrenteVia Carlo de Cesare, 1180132 NapoliTel. 081- 421349 / 5520024Fax 081 - 4202514e-mail: [email protected]

Chiesa viva 464 O-ELENA:Chiesa viva 464 O 03/09/13 09:40 Pagina 23

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2 Scisma?del sac. Luigi Villa

6 Evangelizzazione e perditadel senso del peccato (6)del card. Pietro Palazzini

8 Lettere di condoglianze

9 Occhi sulla politica

10 Documenta Facta

12 Il segreto della tomba vuota di Padre Pio (34)a cura di F. A.

14 Il card. Sebastiano Baggio: –  Papa mancato? – (1)del sac. Luigi Villa

16 Governo mondiale– Contro Dio, contro lʼuomo –di W. Guy Carr

22 Conoscere la Massoneria

23 Lettere alla Direzione - In Libreria

24 Conoscere il Comunismo

OTTOBRE 2013

SOMMARIO N. 464

SCISMA?

SCHEMI DI PREDICAZIONE

Epistole e VangeliAnno C

di mons. Nicolino Sarale

(Dalla XXIX Domenica del T.O. alla XXXIV Domenica del T.O. )

Il Congresso del Partito dei lavoratori social-democratici russi, la cui preparazione avevapreso l’avvio anni prima e che doveva risol-vere la questione della rivoluzione mondiale estabilirne le modalità nonché l’inizio, presel’avvio a Bruxelles, ma dovette esser subitosospeso per le pesanti interferenze della poli-zia sui partecipanti e trasferito a Londra. Quiriprese in una sala disadorna di una chiesa inlegno di un sobborgo. Quarantatre uomini pallidi, denutriti, rozzi,malvestiti, con espressioni cariche di odio, fu-mano, sputano, gridano ingiurie o acclamanonei dialetti dei sobborghi russi e nel gergo ri-voluzionario. In questo ambiente senza ad-dentrarsi nelle dispute e nelle conflittuali po-sizioni politiche si verifica quella profonda einsanabile scissione che avrà conseguenzenei successivi avvenimenti rivoluzionari. Al-la fine prevarrà la maggioranza (i bolscevi-chi) pur di pochi voti di Lenin sulla minoran-za (i menscevichi); il Congresso conferirà aLenin i pieni poteri per lo sviluppo e lacondotta della rivoluzione.Di fatto, il partito uscì frantumato dal Con-gresso. In Russia, nelle famiglie, nei circoli,anche nelle deportazioni siberiane, si ritrova-rono militanti l’un contro l’altro armati; solonegli ambienti governativi s’inneggiava alcrollo del partito rivoluzionario; ma la propa-ganda di anni dei fuoriusciti aveva determina-to un malcontento indefinito, ma diffuso intutte le fasce della popolazione. Per la verità,al Ministro dello Zar, Plehwe sarebbe statopossibile realizzare un miglioramento dellecondizioni generali del lavoro, che Lenin con-siderava come una possibilità futura, ancheper l’ottima situazione finanziaria dello Stato,ma nel contempo, la classe dirigente nobiliaree militare considerava necessario acquisire ilpopolo alla causa nazionale unitaria medianteuna breve guerra vittoriosa. Il piano poteva riuscire! Come supporre apriori che il gigantesco impero russo nonavrebbe avuto ragione del piccolo Stato insu-lare giapponese?.. Un paese che solo da pochianni si era aperto al mondo occidentale. LoZar Nicola II avverso a tutto ciò che eragiapponese non si oppose all’iniziativa e fula guerra.Mentre l’esercito ortodosso accompagnatodalle benedizioni del Pope e dello Zar mosseverso la Manciuria, per combattere contro igiapponesi, il grido di giubilo di tutti i rivolu-zionari fu: “Ecco la guerra! Speriamo chela Russia sia sconfitta e la rivoluzione saràinevitabile!..”.

A Ginevra, Zurigo e Basilea erano cessate lelotte tra i rivoluzionari; il denaro era affluitoin sovrabbondanza. Ingenti somme perve-nivano ai rivoluzionari seguendo vie occul-te e misteriose, che solo i capi, Lenin e altri,conoscevano: gli insospettabili sostenitoridella “Lega democratica russa” erano oc-

culti funzionari dello Stato Maggiore giappo-nese. Lenin non aveva esitato neppure un istante aaccettare dai nemici della sua patria il denaroper i suoi scopi sovversivi! In piena guerra, improvvisamente e inaspetta-tamente la rivoluzione scoppiò con dimostra-zioni, scioperi, paralisi dei trasporti, delle co-municazioni, gli ordini alle truppe dell’estre-mo Oriente dovevano essere trasmessi via Pe-chino o Londra!... Valorosi generali salutaro-no le bandiere rosse, il conte Witte, ministrodello Zar dichiarò che i 9/10 della popolazio-ne era impazzita mentre il rimanente era co-stituito da idioti!.. Per Lenin, la sua maggiorpreoccupazione era la lotta ai menscevichiche avrebbero potuto trarre vantaggio dall’in-controllabile situazione. A Ginevra, inveivacontro gli avversari politici, mentre in patria isommovimenti erano nelle mani di ribelli im-provvisati, che sovente erano stati al serviziodella polizia.Il Pope Gapon, lautamente stipendiato pereducare il popolo alla fedeltà allo Zar, il 9gennaio 1905, si mise alla testa di alcune mi-gliaia di dimostranti che con croci e bandieremossero verso il Palazzo d’ Inverno per pre-sentare allo Zar una supplica su un foglioscritto una lunga serie di rivendicazioni libe-rali e sociali.Il “piccolo Padre”, a differenza di suo padree di suo nonno, non ebbe il coraggio di com-parire sul balcone del palazzo e di parlare alsuo popolo e non volle ricevere la supplicadel Pope. La folla impaurì i capi della poli-zia, fu aperto il fuoco sui dimostranti, il reg-gimento cosacco caricò a sciabolate la follache si disperse nella disordinata fuga determi-nando ulteriori morti. Una strage. Il PopeGapon si nascose e, travestito, scappò oltreconfine. Successivamente, si presentò a Gine-vra, al circolo rivoluzionario, accolto e riveri-to come un eroe e trattato come un principe.

a cura del Gen. Enrico Borgenni

Conoscere il ComunismoAnche Lenin, nonostante l’avvertimento dellaKrupskaja che aveva riscontrato una impres-sione di falsità, non si sottrasse ai festeggia-menti facendo tutto il possibile per arruolarlonelle file bolsceviche.Gapon, venuto a conoscenza della organizza-zione di lotta social rivoluzionaria, organizzòun trasporto di armi, su una nave a vaporecon alcuni marinai ribelli della famosa coraz-zata Potiemkim partendo per Pietroburgo. La nave affondò e il carico andò perduto, maGapon si presentò al suo ex capo, prefetto dipolizia, chiedendo trentamila rubli per aversalvato, con il naufragio, la patria. Gli furonopagati!.. L’organizzazione di lotta social rivo-luzionaria venuta a conoscenza del fatto, faràattirare in un locale notturno Gapon dove mo-rirà strozzato.Soltanto allora Lenin si renderà conto che ilPope, fulgida speranza del bolscevismo, eraun vile e prezzolato agente della polizia.Il popolo russo non dimenticò mai la tragicadomenica di sangue che nell’animo collettivosegnerà una rottura della fiducia nella casa re-gnate dei Romanov.

(continua)

Vladimir Uljanov (Lenin).

24 “Chiesa viva” *** Ottobre 2013

LeninLenin

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