Ottobre 2005 Mensile dell’A.N.A. · e la montagna travolge 70 nostri soldati. 2 9 ... sotto la...

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Sped. in a. p. - art. 2 comma 20/c legge 662/96 - filiale di Milano - Anno LXXXIV - N. 9 Ottobre 2005 Mensile dell’A.N.A. Pasubio, 13 marzo 1918: una mina, e la montagna travolge 70 nostri soldati Pasubio, 13 marzo 1918: una mina, e la montagna travolge 70 nostri soldati

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Ottobre 2005Mensile dell’A.N.A.

Pasubio,13 marzo 1918:una mina,e la montagnatravolge70 nostri soldati

Pasubio,13 marzo 1918:una mina,e la montagnatravolge70 nostri soldati

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Progetto grafico e impaginazione: Camillo Sassi

Chiuso in tipografia il 29 settembre 2005Di questo numero sono state tirate 384.852 copie

Editoriale

Lettere al Direttore

Calendario delle manifestazioni

Consiglio DirettivoNazionale del 17 settembre

Soggiorno alpino di Costalovara

Pellegrinaggio nazionale sul monte Pasubio

10-13

9

8

7

4-5

3 Pinerolo: raduno del 1° raggruppamento

Raduno triveneto nel 50°della sezione Palmanova

Nostri alpini in armi

SPORT: corsa in montagnagara individuale e staffetta

Cori e fanfare

Zona franca36

34

32-33

21-27

18-19

14-15

ottobre 2005Sommario

IN COPERTINA

Sembra il costone della montagna, invece è il fronte d’una enorme una frana. E’ lì da 87anni ed è la tomba di settanta soldati italiani, uccisi da una mina austriaca esplosa nel

ventre della selletta che divideva le due trincee, sul Pasubio. Con la mina austriaca esplo-se anche la mina che il genio italiano stava per far saltare: l’effetto fu ancora più deva-stante. Era il 13 marzo 1918. Il comando dell’esercito imperiale stava lanciando la sua of-fensiva che avrebbe dovuto sfondare le linee e portare a Venezia. Questa frana sotto la quale riposano per sempre tanti giovani non è certo l’unico segnodella guerra che sconvolse l’altopiano. Tutto il Pasubio è una testimonianza silenziosa e so-lenne del martirio di migliaia di vite. Quest’anno il pellegrinaggio è stato nazionale e so-lenne, con la presenza del Labaro, testimonianza di tanto valore e di tanto sacrificio. E c’e-rano migliaia di alpini che sono saliti fino alla chiesetta dedicata ai Caduti. “Ci voglionoquesti momenti per convincerci a credere in noi stessi”, ha detto il nostro presidente Pe-rona. (Foto di Mariolina Cattaneo).

Rubriche

Dalle nostre sezioni in Italia

Dalle sezioni all’estero

Obiettivo sulla montagna48

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Da qualche tempo assistiamo ad una ri-lettura di avvenimenti della prima edella seconda guerra mondiale oltre

che del periodo d’intermezzo. Ne scrivonoi quotidiani nelle pagine riservate alla cul-tura, e poi le riviste e infine ne trattano ilibri, soprattutto quelli che appaiono defi-niti contro corrente, scritti da personaggiallineati sulle teorie dominanti ma, im-provvisamente, divenuti fastidiosi, perchémostrano anche il rovescio d’una meda-glia che non si voleva guardare.Ma oltre a questa rivisitazione di come era-vamo c’è un altro fenomeno che ci interes-sa da vicino: è un moltiplicarsi di libri dimemorie dei nostri reduci. Libri che hannola dignità letteraria d’una casa editrice verae propria ma che spesso vengono addirittu-ra stampati da tipografie per conto dellostesso autore, non vengono affidati a unarete di distribuzione e devono essere ri-chiesti direttamente a chi li ha scritti. Cosa spinge questi reduci, ormai più viciniai novanta che agli ottant’anni, a scriveredi avvenimenti di sessanta, sessantacin-que anni fa? Sembra quasi che, sentendoormai breve il loro tempo, vogliano la-sciarci una testimonianza per rimettere aposto qualche tessera di mosaico, per dir-ci che no, non andò proprio così. Che no,non combatterono dalla parte sbagliata,combatterono da soldati, con valore, condignità, con onore, con umanità per quan-to possa sembrare incredibile in una guer-ra terribile e assurda. Ci raccontano veritàscomode che sarebbero sepolte con loro eche invece servono alla ricostruzione di

quanto avvenne. Verità taumaturgiche, peri nostri reduci che le perpetuano e per noiche siamo invitati a capire.Tutto questo ci induce a credere che sia sul-la grande guerra, ma soprattutto sulla se-conda, non sia mai stata fatta chiarezza,non siano mai state illuminate le zoned’ombra. Che il passato non sia affatto pas-sato e che sia destinato a ritornare fino aquando non sarà stato definitivamentechiarito. La lettura degli avvenimenti di oltre mezzosecolo fa, avvenimenti così diversi dallarealtà d’oggi, va lasciata agli storici, comedel resto è accaduto in tutti i Paesi europei,che vissero tragedie forse più grandi dellenostre. Sembra che la lettura storica delpassato da angolature diverse, una letturacostellata da tanti distinguo, da divisioni inbuoni e cattivi sia una nostra esclusiva. Mentre assistiamo a questo prezioso recu-pero di memoria dei nostri reduci, scopria-mo sempre più spesso l’interesse dei giova-ni che nel loro corso di studi universitari enelle tesi di laurea si accostano alla primae alla seconda guerra mondiale, al periodopiù problematico e drammatico della no-stra storia moderna. Lo fanno con innocen-za e disincanto, senza le passioni che por-tano a un giudizio, ma con la serietà del ri-cercatore, dello studioso sospinto dal desi-derio di capire.In fondo, è quanto vogliono i nostri reduci,che per oltre mezzo secolo hanno parlatocon l’esempio e che ora, attraverso uma-nissime e struggenti testimonianze, ci affi-dano verità inconfutabili e preziose. **

Quando i reduciraccontano

lettere al direttore

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TESTIMONIANZA

Giornata alpina a Morcone

� Attività poco associative

Amio avviso l’utilizzo delle sediANA mi sembra più rivolto ad

attività non associative che vice-versa. Se iniziative enogastronomi-che vanno oltre certi limiti cadonosotto la scure tecnico-amministra-tiva, fiscale, sanitaria come ogni al-tra iniziativa imprenditoriale, inuti-le piangere poi se le ASL compionoil loro dovere. Feste indette per so-lidarietà al prossimo non bastanoad esentarci dal rispetto delle nor-me. In caso di violazione non ci sal-verebbe di certo la penna che por-tiamo sul cappello. Attenzione al-l’uso di questi due emblemi perchéoltre al danno dovremmo sobbar-carci anche le beffe.

Achille Piardi - Gussago (BS)

Puntualizzazione necessaria su unproblema che dovrebbe essere datoper scontato. Mi auguro che sezioni egruppi si attengano alla norma. Pro-prio perché siamo alpini dobbiamoessere di esempio agli altri.

� Furti all’Adunata

Ti segnalo il lievitare dei furti,molti con destrezza, a Parma ri-

spetto alle precedenti adunate; iostesso ne sono rimasto vittima. Latecnica va migliorando: due o tredelinquenti, estranei al nostro am-

biente, avvicinano un alpino, lo iso-lano e, con il pretesto di brindarealle Penne nere, lo distraggonomentre un altro allunga le mani e...sparisce. Attenti perciò cari colle-ghi alpini: occhio alla penna e ... alportafogli.Tommaso D’Amico - Barrea (AQ)

Chi scrive è il simpatico “Luparod’Abruzzo” ben noto ai nostri lettoricome Pasetta. Mi associo: gli alpiniin genere sono estroversi, fiduciosi,portati all’amicizia. Invece, intornoalla nostra Adunata, sorge una cortedei miracoli dove delinquenti incal-liti hanno buon gioco. Perciò alpini,da Asiago in poi, acuite i sensi e sta-te in campana.

� Le tradizioni militari

Ate risulta che le alte carichedello Stato abbiano profferito

parole di elogio e di ringraziamentoa tutti i cittadini-soldato che tantohanno dato alla Patria, fino al donodella vita, in 144 anni di unità na-zionale?

Luciano BridiCastel San Giovanni (PC)

Se ciò che mi chiedi è avvenuto, nonme ne sono accorto. Certo che dueparole di commiato da parte del mi-nistro e del capo di Stato Maggiorealla chiusura della leva me le sarei

aspettate. Ma si sa: poichè ci siamotolti una fastidiosa tassa, un cuneodal fianco, non era il caso di solle-vare clangor di trombe. In fin deiconti si trattava solo di gente che si èlimitata a fare l’Italia.

� Troppe manifestazioni?

Le manifestazioni in ambito se-zione sono eccessive: perdono

il loro significato. La partecipazio-ne limitata (di alpini) a causa del-l’alta frequenza ci rende pateticiagli occhi della gente comune. Avolte per un raduno di gruppo si ar-riva a disertare cerimonie di benpiù alto significato.

Giuseppe Guanziroli

Sono dello stesso parere e non daadesso. Anch’io mi sono trovato insituazioni simili a quelle da te de-nunciate. Le sezioni dovrebbero in-dire manifestazioni in modo da snel-lire il programma annuale e garanti-re una maggiore partecipazione.

� La gavetta in soffitta

Afrugar nelle soffitte si scoprono,spesso, piacevoli sorprese. È

ciò che è successo a Pio Zilli di Zop-pola (Pordenone) che, nel ripulirneuna, ha trovato una gavetta con in-ciso un nome e una località: AttilioFerrari – Padova. Lo Zilli spera ditrovare un parente o un conoscentedi quel soldato per potergli restitui-re il cimelio che forse potrebbe rac-contarci chissà quale storia.

Gino Pignat

Lancio il suo messaggio attraversoquesta rubrica, ma temo che siaun’impresa disperata. Di Ferrari l’I-talia è piena. Consiglio di scrivereall’ufficio anagrafe del Comune oandare all’Archivio di Stato di Pado-va per vedere se il soldato in que-stione compare in quei ruoli. Altrevie non ne conosco.

� Il cimitero militare di Cesuna

Alpino e figlio di un Fante com-battente sul Carso, partecipo

ogni anno alla cerimonia che la Se-

Anome degli alpini del gruppo sannitico desidero esprimere il più vi-vo apprezzamento al presidente Perona, ai consiglieri Peragine e

Capannolo e ai presidenti delle sezioni di Napoli, Latina e Molise per laloro partecipazione alla nostra 9ª Giornata alpina. Ringrazio tutti quel-li che hanno reso possibile la manifestazione. Un grazie ai presidi, do-centi e alunni dell’istituto “E. De Filippo” di Morcone che, con la loroorchestra e coro, hanno animato la giornata e coinvolto la sala concanzoni alpine e con l’Inno nazionale.

Vincenzo Petrillo, capogruppo ANA - Morcone (BN)

L’Alpino non pubblica mai lettere di ringraziamento: non basterebbero lepagine di un numero, ma per te faccio un’eccezione perché conosco laspinta che tu, il tuo gruppo e Michele D’Allocco, ten. veterinario in con-gedo, date alla ricerca di nuovi iscritti e all’arruolamento di nuovi volon-tari. È questo, dunque, il mio modo di ringraziare voi anche a nome delnostro presidente nazionale.

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zione Fanti di Vicenza organizza ingiugno a Cesuna di Roana, presso ilcimitero italo-austro-inglese di ValMagnaboschi. La parte italo-au-striaca non ospita più le salme mafusti di abeti mozzati ad altezzad’uomo e dipinti di bianco con in-chiodate le bandierine della nazio-nalità del Caduto. Di fronte c’è il ci-mitero inglese, con piccole lapidi inpietra. Ho scritto una semplice cro-naca dell’avvenimento; se la reda-zione vorrà pubblicarla ne avròpiacere.

Nereo Faccio - Verona

Ho letto la sua partecipata descrizio-ne della cerimonia e i riferimenti aicombattenti di quei lontani giorni,granatieri, bersaglieri, alpini, fantidelle brigate Modena, Liguria, Forlì;nomi nei quali si racchiude l’eroismodi una generazione dell’intera Italia.Lo spazio mi impedisce di esaudireil suo desiderio non trattandosi di ce-rimonia alpina, ma il suo articolo ègià patrimonio del Centro Studi, per-ché la memoria di questa bella ini-ziativa della sezione consorella deifanti vicentini non vada perduta.

� La nave “Alpino” va in pensione

Anche la nave Alpino va in pen-sione, la fregata di base a La

Spezia già passata nella riserva epresto avviata al disarmo per esse-re radiata dalla flotta. Così, dopoun lungo, onorato servizio, questopezzo di storia legato agli alpini,sta per chiudersi. Allora tutto con-giura contro di noi? Non ci sarà unerede?

Ugo Dobner - Milano

Penso con quanta fierezza il gruppoStendardo della fregata Alpino hasfilato nelle nostre adunate. Ben aragione, visto che il gemellaggio trala nave e il Corpo degli alpini è ini-ziato nel 1909, avendo il suggellodella guerra italo-turca combattutada entrambi. Suggerisco allo StatoMaggiore della Marina di considera-re di dare lo stesso nome a una unitàdi prossimo varo. Sarebbe un belmodo per onorare tanti marinai. Etanti alpini.

� Andando verso Asiagocon un paesaggio a 360°

Se nel 2006 salendo verso l’Alto-piano di Asiago il mio pullman si

dovesse fermare, continuerei a pie-di. Guarderei a sinistra verso il Pasu-bio, davanti verso l’Ortigara, a de-stra verso il Grappa. Nelle soste mivolterei indietro per guardare il pon-te di Bassano. Avrò un telo tenda, unsacco a pelo e viveri in scatola comeai tempi della naja. Sai che bello!Gastone Pesavento - Creazzo (VI)

Parafrasando il motto di una grandeindustria francese di aerei, non pos-so che dirti: “Una soluzione vicenti-na a un problema genovese”, dalmomento che tu prendi spunto, spiri-tosamente, dalla lettera dell’amicoSulfaro comparsa a gennaio.

� Il soggiorno alpino di Costalovara

Il gruppo “Udine Sud” che dirigoha effettuato una gita in Alto Adi-

ge avendo come base il soggiornodi Costalovara. Tutti noi siamo ri-masti soddisfatti della permanenzain quel soggiorno. Desideriamo chei tanti iscritti all’ANA che non cono-scono Costalovara sappiano che èuna bella e confortevole strutturain un ambiente incontaminato, ba-se per visitare i bei dintorni.

Ivan Asquini - Udine

Leggerai in questo numero le due de-libere con le quali il Consiglio Diret-tivo Nazionale, nella riunione straor-dinaria del 27 agosto scorso, ha pra-ticamente rilanciato la struttura fa-cendone un punto di riferimento pertutti i nostri associati.

TESTIMONIANZA

Il cappello, tanti anni dopoHo partecipato al raduno degli alpini del btg Val Cismon a Santo Ste-

fano di Cadore. Tutti i convenuti si chiedevano di quale scaglioneerano, in quale periodo, cercando di ritrovarsi nonostante l’aspetto fi-sico non fosse più quello di una volta. Nel mettere il cappello dopo tan-ti anni nello stesso luogo ove lo misi per la prima volta ho provato un’e-mozione mai prima d’ora sentita. Gli ho detto: “Nonostante i tuoi 40 an-ni mantieni la tua nappina, la tua penna d’aquila la tua INTEGRITÀ co-me il primo giorno. Siamo diventati amici inseparabili”.

Adriano Bonato - Longare (VI)

Voi del Val Cismon, come tutti del resto, avete dimostrato cosa vuol dire,per noi alpini, l’appartenenza allo stesso reparto: un gruppo di alpini si in-contra e testimonia come, con il passare degli scaglioni, la memoria sia ri-masta identica, INTEGRA per usare il tuo aggettivo. Ora quel reparto nonc’è più sacrificato sull’altare della modernità, ma esso continuerà a viverefino a quando esisterà uno di voi. E questo è consolante, anzi, esaltante.

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Commissioni e zone di competenzaRiportiamo, aggiornato, l’elenco dei responsabili

delle commissioni decise dal CDN, le competenzee i nominativi dei consiglieri nazionali e dei colla-

boratori esterni che le compongono.

� RESPONSABILI COMMISSIONI:

VITTORIO BRUNELLO – vice presidente nazionale vi-cario: Contrin, Costalovara, Grandi Opere, ProtezioneCivile.

GIAN PAOLO NICHELE – vice presidente nazionale:Centro Studi, Fiscale, Informatica, Legale, Premio Gior-nalista dell’anno.

GIORGIO SONZOGNI – vice presidente nazionale:I.F.M.S., Manifestazioni Nazionali, Servizio d’OrdineNazionale, Premio Fedeltà alla Montagna, Sport.

� COMMISSIONI E INCARICHI:

COMITATO DI DIREZIONE de L’ALPINO: Adriano Roccipresidente, Alcide Bertarini, Cesare Di Dato, BrunoGazzola, Alessandro Rossi.CENTRO STUDI: Silvio Botter presidente, Cesare La-vizzari, Alfredo Nebiolo – esterni: Giuseppe Brazzoli,Quintilio Fostini, Gianluca Marchesi, Giosuè Negretti.CONTRIN: Attilio Martini presidente, Luigi Bernardi,Arrigo Cadore, Ivano Gentili; – esterni: Luciano Chero-bin, Bruno Serafin.COSTALOVARA: Alfonsino Ercole presidente, IldoBaiesi, Luigi Bernardi, Carlo Bionaz, Alessandro Rossi,Silvano Spiller – esterni: Renato Raffaelli, FerdinandoScafariello.SEZIONI ESTERE: Vittorio Brunello presidente, Ornel-lo Capannolo.FISCALE: Michele Casini presidente – esterni: RodolfoAnghileri, Mauro De Marco, Stefano Gandini, AndreaScalvini, Enrico Tarabini.GRANDI OPERE: Ivano Gentili presidente, Luigi Ber-nardi, Carlo Bionaz, Arrigo Cadore, Roberto Formag-gioni – Tecnici: Lino Chies, Sebastiano Favero, CesarePoncato.IFMS: Adriano Rocci presidente, Franco Munarini,Dante Soravito De Franceschi.INFORMATICA: Gian Paolo Nichele presidente – ester-ni: Maurizio Girola, Dario Gonano, Michele Tresoldi,Fabrizio Tonna.LEGALE: Cesare Lavizzari presidente, Antonio Lumel-lo, Vito Peragine, Adriano Rocci. MANIFESTAZIONI NAZIONALI e SERVIZIO D’ORDINENAZIONALE: Dante Soravito De Franceschi presiden-te, Giancarlo Antonelli, Roberto Formaggioni, AlfredoNebiolo, Vito Peragine, Silverio Vecchio.PROTEZIONE CIVILE: Giorgio Sonzogni presidente, Al-

cide Bertarini, Roberto Formaggioni, Maurizio Gorza,Franco Munarini, Alfredo Nebiolo, Giancarlo Sosello; –coordinatori: Aurelio De Maria (CIO) – Giai Arcota,Giotto Scaramuzzi, Orazio D’Incà, Gianni Cedermaz,Francesco Beolchini; specialisti - GIMC: Ugolino Ugoli-ni; Segretario: Angelo Greppi – invitati alla commissionedi Protezione Civile – Sanità: Mario Giaretta – AIB: Fran-cesco Morzenti – UCS: Giovanni Martinelli – CO: CarloCassani – Radio: Marco Lampugnani – Inf: Maurizio Gi-rola – Sub: Enrico Francisci.PREMO FEDELTÀ ALLA MONTAGNA: Attilio Martinipresidente, Antonio Cason, Marco Valditara, ArrigoCadore, Bruno Gazzola.PREMIO GIORNALISTA DELL’ANNO: Adriano Roccipresidente, Cesare Di Dato – esterni: Enzo Grosso, Li-vio Olivotto, Giancarlo Romoli.SPORT: Giorgio Sonzogni presidente, Silvio Botter,Antonio Cason, Alfredo Nebiolo.

� ZONE DI COMPETENZA DEI COMPONENTI IL CDNQueste le sezioni di competenza attribuite ai consiglie-ri nazionali:

ANTONELLI Domodossola, Intra, Novara,Omegna;

BERNARDI Colico, Lecco, Sondrio, Tirano;BIONAZ Aosta, Biella, Ivrea, Valsesia, Vercelli;BOTTER Luino, Varese;CAPANNOLO Abruzzi, Bari, Marche, Molise,

Napoli;CASINI Milano;CASON Belluno, Cadore, Feltre,

Valdobbiadene;ERCOLE Verona;FORMAGGIONI Bolognese Romagnola, Modena,

Parma, Piacenza, Reggio Emilia;GAZZOLA Ceva, Cuneo, Mondovì, Saluzzo; GENTILI Conegliano, Treviso, Vittorio Veneto;LAVIZZARI Monza, Como, Cremona, Pavia;MARTINI Bolzano, Trento;MUNARINI Padova, Venezia, Valdagno;NEBIOLO Alessandria, Asti, Casale;NICHELE Genova, Imperia, La Spezia, Savona,

Massa;PERAGINE Firenze, Latina, Pisa/Lucca/Livorno,

Sicilia, Sardegna, Roma;ROCCI Pinerolo, Susa, Torino;ROSSI Brescia, Salò, Vallecamonica;SONZOGNI Bergamo;SORAVITO Carnica, Cividale, Gemona, Udine;SPILLER Asiago, Bassano, Marostica, Vicenza;VALDITARA Gorizia, Palmanova, Pordenone,

Trieste. �

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CALENDARIOMANIFESTAZIONI

1 novembreTRIESTE – 20ª edizione della fiac-cola alpina della fraternità dal ci-mitero degli Eroi di Aquileia allaFoiba di Basovizza.

1/4 novembreGORIZIA - 49ª edizione della fiac-cola alpina della fraternità. Il 1°novembre accensione della fiac-cola al Sacrario di Timau ed arrivoal Sacrario di Oslavia – Il 4 no-vembre accensione della fiaccolaal Sacrario di Oslavia ed arrivo alSacrario di Redipuglia, con l’ac-censione dei tripodi.

4 novembreVALSUSA – Messa per i Cadutidella grande guerra all’Abbazia diNovalesa.VERCELLI – Serata dedicata allacommemorazione dei Caduti.

6 novembreSALUZZO – Festa alpina a TorreSan Giorgio per il 10° anniversariodel gruppo.

13 novembreLECCO – Festa sezionale di Prote-zione civile e consegna premio“R. Ripamonti”.

19 novembreVARESE - 24ª edizione premio“Pà Togn”.

20 novembrePALMANOVA – Pellegrinaggio se-zionale.

Ancora una volta gli alpini sonochiamati a dare una mano a chivive in indigenza. È l’appunta-

mento annuale del Banco Alimenta-re, la raccolta di generi di prima ne-cessità non deperibili (viveri inscatola, in lattine, comunque a lun-ga conservazione) che viene fattadavanti ai supermercati e ai negozilegati alla grande distribuzione ali-mentare. Quest’anno avverrà nellagiornata di sabato 26 novembre.L’anno scorso il Banco ha imma-gazzinato 6.945 tonnellate di viverinei 19 grandi centri di raccolta dis-seminati sul territorio nazionale,con un incremento del 22 per centorispetto all’anno precedente. Que-

Sabato 26 novembrela raccolta

del Banco Alimentaresto anche grazie agli alpini (secon-do quanto ha stabilito il CDN) e allaloro immagine che suscita simpatiae fiducia.Nel corso dell’anno, i viveri sonoandati, come sempre, a istituzioniassistenziali, mense e a tante fami-glie in gravi difficoltà economiche:è, quest’ultima, una realtà più diffu-sa di quanto si pensi. Sapere di por-tare un aiuto tangibile quanto ne-cessario è già un appagante motivoper contribuire alla buona riuscitadella raccolta.Il Banco ha un suo sito: www.ban-coalimentare.it, che può essereconsultato da chi intendesse saper-ne di più. �

I l 26 giugno 2005, nei pressi delrifugio Contrin, è stato trovatoun cappello alpino con fregio

del 4° reggimento, trasmissioni,contingente 7°/’92 (16/9/1992 –25/9/1993), con il distintivo: “24ºbtg. di man. Dolomiti”.Il proprietario lo può ritirarecontattando Cesare Poncato, viaSan Giorgio, 6 – 32011 Cadola(BL) – tel. 349.5863910. �

Cappello alpinotrovato al Contrin

I l 19 luglio, in occasione del ven-tennale della tragedia, la Provin-cia di Trento, il Comune di Tese-

ro e la Fondazione Stava 85 hannoinvitato una delegazione di tutte leassociazioni di volontariato chehanno operato durante quella tra-gedia. A ciascuna è stata consegna-ta una targa in legno, opera delloscultore Felix Deflorian, riprodu-cente il monumento che ricorda le268 vittime.La delegazione dell’ANA era guida-ta dal consigliere nazionale AttilioMartini, presente con delegazionidelle Sezioni di Bergamo, Intra, Lui-no, Milano, Piacenza, Trento e Val-lecamonica. La cerimonia, preceduta dalla con-celebrazione del cardinal Tetta-manzi di Milano con l’arcivescovodi Trento mons. Bressan, ha vistola presenza delle autorità civili e

Commemorate le vittimedella diga di Stava

nel ventennale della tragedia

militari della Provincia di Trento,dell’ex ministro della Protezione ci-vile Zamberletti e dell’attuale re-sponsabile della protezione civileBertolaso.Il cardinale Tettamanzi nella suaomelia, rifacendosi alle responsabi-lità della tragedia, ha ricordato chei beni della terra vanno usati in mo-do intelligente. (a.m.)

consiglio direttivo nazionale

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Consiglio Direttivo Nazionaledel 17 settembre 2005

1. – INTERVENTI DEL PRESIDENTE ... Giugno. 19, Sa-vona: premio “Alpino dell’anno” – 20, Udine: ritiro ono-rificenza dei Lyons “Mellwin Jones Fellow” – Luglio. 19,Verona: insediamento del gen. Iob a comandante diComfoter – 22, Roma: cambio del Capo di Stato Mag-giore: il gen. Cecchi subentra al gen. Fraticelli – 24,Monte Camino (BI): messa per le Penne Mozze – 28,Bolzano: cambio del comandante delle Truppe alpine.:il gen. Ivan Felice Resce subentra al gen C.A. Bruno Iob– 29/31, Adamello: pellegrinaggio – Agosto. Visite aigruppi di: 7, Valle Cervo; 15, Sagliano Micca; 16, Sorde-volo (BI); 19, Borgio Verezzi (SV); 30, Villa d’Almè (BG);2/9, Malo (VI) – 16, Pinerolo: funerali del gen. Forneris,già vice comandante del 4° Corpo d’Armata alpino egià presidente della sezione di Pinerolo – settembre.3/4, Pasubio: pellegrinaggio – 9/16, Canadà, visita allesezioni.2. – ... E DEI VICE PRESIDENTI. Brunello: 10/7, Ortiga-ra: pellegrinaggio – 18/7, Belluno: funerali sergente al-pino paracadutista Casagrande deceduto in Iraq – 7/8,Cima Grappa: commemorazione Caduti italiani e au-stro-ungarici - 4/9, Kitchener (CDN): visita al gruppoANA - Nichele: 1/7, Torino: saluto alla Taurinense inpartenza per l’Afghanistan – 3/7, Colle di Nava: Radunoal Col di Nava in ricordo della Divisione Cuneeense -3/9, Pinerolo: riunione presidenti di sezione del 1° rgpt,4/9, raduno del 1° rgpt – Sonzogni: 26/6, Mezzoldo(BG): campionato ANA corsa in montagna a staffetta –2/7, Varese: rassegna cori ex Brigate Alpine – 17/7, CàSan Marco (BG): incontro con alpini della Val Bremba-na e Valtellina – 10/9, Lobbia Alta: inaugurazione rifu-gio “Caduti dell’Adamello” ristrutturato – 11/9, Palma-nova: raduno del Triveneto – 16/17: Bligny (F): pelle-grinaggio al cimitero militare.3 – ADUNATA 2007. Perona propone di rinviare la scel-ta della sede alla riunione di ottobre: CDN approva.4. – BERTAGNOLLI. CDN approva le 18 borse di studioproposte: Argentina 2; Belgio 2, Canada 9, Germania 2,New York 2, Francia 1.5. – GRANDI OPERE. Gentili: Rossosch: sarà fatto uncontrollo per eventuali lavori di ripristino – Mozambi-co: il primo turno partirà il 1° ottobre

6. – Ridotta la risposta delle sezioni per i volontari aiturni del 2006 (aprile).7. – NUOVE SEZIONI. Acqui, (sez. Alessandria), avendo-ne i requisiti formali, ha richiesto di ridiventare sezione. 8. – Dopo vari interventi, Perona chiede di rinviare ladecisione al prossimo consiglio. CDN approva.9. – RIUNIONI. Il 16 ottobre, a Milano, riunione dei pre-sidenti di sezione. 10. – TERREMOTO. Perona intende organizzare mani-festazioni adeguate per il trentennale del terremoto inFriuli. 11. – SOLIDARIETÀ ALPINA. La quinta giornata sisvolgerà a Bergamo nell’aprile 2006 12. – L’ALPINO. Esame dell’art. 31 del Regolamentoche sospende dal 31 marzo l’invio della rivista ai socimorosi. Sentite le varie tesi, Perona propone di nonmodificare la norma, prendendo le decisioni caso percaso. CDN approva.13. – COMMISSIONI. Rocci (IFMS): riferisce sull’incon-tro di Sonthofen (Germania) dell’ 11/12 settembre,mentre Soravito relaziona su quello, contemporaneo,in Vermont (USA); i rappresentanti delle nove Nazionipresenti, hanno conferito, all’unanimità, l’annuale ri-conoscimento al rappresentante italiano, Gian CarloRomoli. – Martini (Premio fedeltà alla montagna): per il2006 propone Giovanni Polla di Spiazzo Rendena (TN);CDN approva all’unanimità. Per il 2008 la commissionepremierà i migliori lavori di ripristino delle opere belli-che della 1ª Grande Guerra effettuati dalle sezioni 14. – TEN. COL. BERTINOTTI. Il rappresentante delCdo TT.AA. porta il saluto del nuovo comandante, gen.Resce, che intende proseguire la politica di collabora-zione con l’ANA del suo predecessore. Si augura uncontinuo collegamento di gruppi e sezioni con le ca-serme. 15. – MONUMENTI. Perona intende fare un censimen-to di tutti i monumenti “alpini” sparsi per il mondo alfine di conservarne memoria. Se ne interesserà il Cen-tro Studi.16. – TELEGRAMMA. In luglio, di cordoglio al gen. Iob(allora ancora in carica) per il decesso in Iraq del ser-gente Davide Casagrande. �

I l soggiorno alpino di Costalovara sarà ristrutturato e rilanciato. Questo è quanto è stato deciso dal Consiglio direttivo na-zionale nel corso della seduta del 27 agosto: “Il CDN, riunito in seduta straordinaria per assumere una decisione sul futu-

ro del soggiorno alpino di Costalovara che necessita di interventi di ristrutturazione, in base ad una accurata relazione del-l’apposita Commissione, all’unanimità ha deliberato quanto segue: valutato il contenuto della relazione predisposta dallaCommissione, supportata da un’accurata documentazione, il CDN prende atto che il soggiorno alpino di Costalovara è pro-prietà della Sede nazionale. Condivide le ipotesi di intervento nella suddetta proprietà per adeguarla a più attuali criteri diutilizzo, apportando le migliorie e le razionalizzazioni previste dai progetti di massima contenuti nella relazione stessa. Au-torizza la predisposizione del progetto esecutivo relativo al primo stralcio dei lavori”. (Il servizio alla pagina seguente) �

Costalovara: la delibera del CDN

cost

alov

ara

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I l soggiorno alpino di Costalovarasarà rilanciato alla grande. Sonoprevisti lavori di ristrutturazione

che si svolgeranno in tre momentidiversi: una scansione temporaledecisa sia per diluire nel tempo ilcosto globale dell’intervento siaper non pregiudicare l’agibilità del-l’esistente: il soggiorno continueràa ospitare quanti vorranno trascor-rervi un periodo di vacanza nel pe-riodo estivo, ma per piccoli gruppianche in tutto il corso dell’anno, neifine settimana o per le settimanebianche. Come è detto nella delibe-ra del CDN che riportiamo nella pa-gina a fianco, il Consiglio direttivonazionale ha preso atto che il sog-giorno è proprietà ANA e ha decisodi rilanciarlo, ampliandone e diver-sificandone la capacità ricettiva. Lacaratteristica dependance resteràintatta, mentre il corpo centrale delsoggiorno – un tempo adibito a co-lonia estiva per i figli degli alpini –subirà sostanziali modifiche: saran-no ricavati mini alloggi con servizi,mentre per i gruppi che continue-ranno ad affluire saranno predispo-sti ambienti idonei. Il tutto sarà per-fettamente conforme alle normati-ve di legge, particolarmente restrit-tive in provincia di Bolzano. Modifi-che e adeguamenti saranno appor-tati anche agli spazi comuni, comela sala pranzo, gli spazi riservati altempo libero e le stesse cucine. Si è preferito diluire nel tempo i la-vori di ristrutturazione per garanti-re comunque la funzionalità e la ri-cettività del soggiorno, della cuibellezza abbiamo avuto modo discrivere in diverse occasioni.

Costalovara: il grande rilancioIl soggiorno alpino dell’ANA, che fu una colonia estiva,

sarà ristrutturato e adeguato a più attuali criteri di utilizzo

Fu costruito negli anni ’60, per ini-ziativa di Genesio Barello, presiden-te della sezione Alto Adige e inglo-ba un bosco di pini, abeti e larici di60 mila metri quadrati ricco di frut-ti del sottobosco, funghi compresi.L’edificio fu per anni una coloniaestiva per i figli degli alpini. In se-guito incorporò il caratteristicochalet che ha 13 stanze che consen-tono di ospitare una trentina di per-sone. Una cucina che serve colazio-ne, pranzo e cena completa la seriedi servizi. Non poteva mancare unachiesetta, all’interno dello splendi-do parco: è dedicata a San Maurizioe d’estate, la domenica, vi si cele-bra la S. Messa.Qualche indicazione sulla localitàdi Costalovara. Si trova nei pressi diun laghetto dall’omonimo nome,sull’altopiano del Renon, ad una al-titudine di 1.200 metri. Dista unaquindicina di chilometri da Bolza-no, servito da una bella strada pa-noramica. A chi invece raggiungeBolzano in treno, suggeriamo di ser-

virsi della funivia che dista qualchecentinaio di metri dalla stazione fer-roviaria. Con essa si raggiunge di-rettamente Soprabolzano. Si può infine salire su un treninoche fa continuamente la spola daSoprabolzano a Collalbo, percor-rendo un tratto dell’altopiano e cheha fermate intermedie: quella diStella (pochi minuti di viaggio sug-gestivo) e si è arrivati alla fermataprossima al soggiorno alpino.Non ci si annoia di certo: ci sonotantissime possibilità di escursioni,si può raggiungere il Corno Renon,con una cabinovia che porta a 2.250metri: d’inverno, è il paradiso deglisciatori. Completa il tutto un pano-rama mozzafiato sulle più belle ci-me dolomitiche nel gruppo del Cati-naccio. Tutt’intorno al soggiorno, cisono paesi che conservano il fasci-no dell’antico, con i suoi mercatinidei contadini, sentieri ben tenuti:tanta montagna vera, con prati, pa-scoli, boschi. Lasciandola, vi sistringerà il cuore. �

Il sentiero che dal soggiorno si inoltra nel bosco. A destra il laghetto nei pressi del soggiorno ANA. Sotto: il caratteristico cha-let trasformato in dépendance del soggiorno, e uno scorcio dell’edificio principale che sarà oggetto della ristrutturazione.

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Pasubio, luogo sacroMonte Pasubio: mi chiedo cosa

rappresentasse per me, stu-dente liceale del 1950, quel

nome. Nulla più di un viale di Mila-no, non troppo lontano dalla casaove abitavo, e tale rimase negli annisuccessivi pur prendendo lentamen-te forma nella mia mente di giovaneufficiale il significato assunto daquesta montagna nella difesa dellapianura veneta. Poi giunse Cammi-naitalia ’99: il monte fu una delle tap-pe più importanti di quella staffetta.

Tanti alpini al pellegrinaggionazionale con la presenza del Labaro

DI CESARE DI DATO E fu allora che percorsi per la primavolta (non prestai mai servizio allaCadore) la strada delle 52 gallerie eche calcai i due Denti, l’italiano el’austriaco. Fu allora che mi resi con-to quale pilastro fosse quel montedalle pareti a strapiombo sulle valliche da esso originano e quale deter-minazione animasse i nostri fanti,bersaglieri, alpini, artiglieri, genierinel non cedere al nemico evitandocosì l’aggiramento alle spalle dell’in-tero nostro Esercito. Ho ripercorsooggi quella strada costruita in pochimesi dal Genio minatori con l’ausilio

Il momento della resa degli onori ai Caduti. Sotto: una trincea del fronte italiano e la selletta Damaggio, teatro di aspricombattimenti. Nella pagina a fianco, una suggestiva immagine di vessilli e gagliardetti (foto di Mariolina Cattaneo).

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di una decina di centurie della Mili-zia territoriale: un capolavoro di in-gegneria militare che meriterebbeben maggiore valorizzazione stori-ca. Il pensiero è corso ai tanti nostrisoldati che la utilizzarono al riparodella vista del nemico per entrare inlinea e ai tanti di loro che non la ri-percorsero in senso inverso.In questi luoghi si è svolto il primopellegrinaggio dichiarato nazionaledal Consiglio direttivo nazionale, dacelebrare ogni cinque anni con lapresenza del Labaro. Mi ha colpito il religioso silenzio conil quale il migliaio e forse più di in-tervenuti, alpini e loro familiari maanche turisti per caso, percorrevanol’altopiano. Anch’io, preso da quel-l’incantesimo, ho camminato medi-tabondo: forse, nello stesso postoove posavo il piede, era passato unalpino con il suo mulo, un kaiserjae-ger portaordini o era caduto un ra-gazzo in uniforme, non importa segrigioverde o grigioferro. Alla sellet-ta Damaggio ho cercato di immagi-nare i momenti di concitazione vis-suti dal sottufficiale – del qualeprenderà poi il nome – e dai suoi set-te mitraglieri che riuscirono a ferma-re l’attacco austriaco in un momen-to di crisi della nostra difesa.Hai un bel dire “Non commuoverti,

tu che hai già conosciuto i luoghidell’eroismo: Adamello, Ortigara,Carso, Isonzo, El Alamein, Niko-lajewka. Dovresti essere rotto a tut-te le emozioni”. Ma quando ci sei,quando le tue orecchie sentono i co-mandi, le urla, gli scoppi, quando ituoi occhi vedono i corpo a corpo, ilsoldato che esce dalla trincea, ilconducente che sfida i colpi non po-trai mai trattenere la commozione. La cerimonia è stata semplice e benorganizzata dalla sezione di Vicenzae dal suo presidente Galvanin: onoriai Caduti, prima alla base del Denteitaliano dove giacciono tuttora set-tanta italiani sotto i detriti provocatidalla gigantesca mina avversaria,poi al cippo sul Dente austriaco, chericorda i kaiserjaeger. Il trombettieredella brigata Julia, cap. magg. Fran-cesco Pozzo, ha suonato il silenzioitaliano e quello austriaco: momen-to struggente. Poi discesa alla chie-setta di Santa Maria, voluta da donFrancesco Galloni che la inaugurò il1° settembre 1961 nel nome di tutti iCaduti del Pasubio. Don Galloni èandato avanti ma gli alpini vicentini

ne hanno raccolto l’eredità garan-tendo, nei tre mesi estivi, la presen-za di un sacerdote che, ogni domeni-ca, celebra la messa. La partecipazione del popolo alpinoè stata totale: tutti i declivi che con-tornano la chiesa erano occupati;presenti l’onorevole Conte, una de-cina di sindaci di cui quattro alpini,19 vessilli, 140 gagliardetti, gonfalo-ni. Tra gli ospiti il comandante O’-Brian della Marina USA, capo di Sta-to Maggiore della SETAF di Vicenzaaccompagnato dal colonnello Bor-donaro e una rappresentanza del-l’associazione dei kaiserjaeger. Ai la-ti dell’altare il Labaro, scortato dalpresidente Perona, la Bandiera di Vi-cenza decorata di due medaglie d’o-ro e il gonfalone di Schio decorato dimedaglia d’argento. Il coro di Creaz-zo ha accompagnato il Santo Sacrifi-cio mentre il picchetto d’onore eradel battaglione Feltre, presente il co-mandante, ten. col. Paolo Sfarra. Hacelebrato mons. Ezio Busato, sacer-dote con i gradi di generale di briga-ta, cappellano degli alpini a livelloprovinciale (cioè di tutte le quattro

della nostra memoria

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sezioni vicentine) forte dei suoi 31anni ininterrotti di cappellano mili-tare e oggi giudice del tribunale ec-clesiastico di Venezia e presidentedel Nastro Azzurro di Vicenza. Ha concluso gli interventi il presi-dente Perona, il cui padre, alpino,qui combattè e qui fu gravemente fe-rito: “...Ci vogliono questi momentiper convincerci a credere in noistessi. Il mondo va troppo di fretta;noi invece riflettiamo riuscendo adaffrontare con animo sereno i pro-blemi del momento”. Rivolto agli al-pini in armi: “Quando vi vediamo indivisa è per noi un ritorno al passa-to, un paragonarvi a noi ventenni eai vostri nonni di novant’anni fa. Voisiete la loro continuazione; avete laresponsabilità di portare quel cap-pello con la stessa dignità con cui loportarono i nostri Caduti. E loro quiidealmente vi abbracciano”. Poi, ri-volto a Galvanin: “Alpini della sezio-ne di Vicenza, avete meritato sulcampo questa manifestazione. Voisiete i custodi del Pasubio, salvan-dolo dall’oblio. La presenza dell’on.Conte e di tanti sindaci è motivo digrande soddisfazione; compongonol’ANA oltre 4.200 gruppi, dunque cisono 4.200 sindaci che ci stimano eci amano. Possa questa collabora-zione continuare sulla strada disempre”.Il sole ha ceduto alla nebbia che saledal piano; il Tricolore, sul più altopennone, garrisce al vento apparen-do e scomparendo tra le folate: mo-mento magico.Mi accingo a partire e mi chiedo: riu-sciremo a trasmettere questi senti-menti ai giovani di oggi? Non dispe-ro; ripenso a quello studente licealeper il quale il Pasubio nel 1950 nonera altro che un viale di Milano. �

Qui sopra: il picchetto d’onore del btg. Feltre e la chiesetta dedicata ai Caduti.In alto: il presidente nazionale Corrado Perona con il presidente della sezione di Vicenza, Giuseppe Galvanin. Qui sotto: lo spiegamento dei vessilli e i sindaci.Con la divisa bianca il capo di Stato Maggiore della Setaf di Vicenza comandante O’Brian della Marina USA accanto al colonnello Bordonaro.

PASUBIO

Sapete come succede: si arriva in rifu-gio, sudati e stanchi, dopo aver per-corso la magnifica strada delle 52 gal-

lerie e ci si trova tutti assieme attorno adun tavolo, affratellati dalla fatica e dal co-mune obiettivo: l’omaggio ai Caduti delMonte Pasubio. E così mi trovo a chiacchie-rare con un ragazzo in divisa che non faparte, però, del plotone comandato di ser-vizio. Mi racconta di essere di Arsiero e diaver chiesto di poter intervenire a questopellegrinaggio alla Montagna che sentesua. Ci scambiamo battute sulla leva e suiprofessionisti, sulle differenze e anche sul-le diffidenze che ancora ci sono tra noi…Ragazzo sveglio e simpatico, il caporalmaggiore Francesco Pozzo, ventotto anni,da sei in servizio permanente effettivo allaFanfara della Julia. Terminato il pranzo, no-nostante il tempo non prometta niente dibuono, si parte di nuovo; destinazione: iDenti italiano e austriaco.La salita ci impegna per poco più di un’ora.La nostra giovane guida ci racconta la sto-ria di ogni sasso e i movimenti più rilevantidel fronte. Certo possiamo solo immaginar-li, perché siamo avvolti dalla nebbia. Ci di-cono che è normale: il Pasubio è così. Con-tinuiamo la salita e a stento possiamo ve-dere chi ci precede. Siamo soli con la Mon-tagna e con le sue storie di sacrificio, disofferenza, ma anche di valore e di amoreautentici. Le nebbie continuano ad andare evenire: ogni tanto scorgiamo qualche cosache immediatamente ci viene nascosta.Mi trovo a pensare che pare proprio unagiornata propizia per sferrare l’assalto: ilnemico non riuscirà a vederci fino a quandonon saremo proprio sotto le sue posizioni,ma ormai sarà tardi. Speriamo che la neb-bia non svanisca proprio quando saremo ametà strada, allo scoperto, a dover fare i

conti con le mitraglie avversarie e senza al-cuna possibilità di riparo. Pensavano que-sto quei ragazzi di novanta anni fa? Forse….E provo un senso di vergogna, perché pocoprima mi sono lamentato della fatica. Loro,quella strada l’avevano percorsa tante vol-te e ben diversamente equipaggiati. Forse,anzi di certo, avranno avuto la stessa neb-bia, ma un ben diverso peso sulle spalle esoprattutto sul cuore. Questi pensieri mifrullano in testa anche quando la nostraguida, ormai giunti sulla selletta che separai denti italiano ed austriaco, ci racconta lastorie delle mine, di quelle mine che hannofatto così tanti morti e che sono riuscite,persino, a distruggere parte del dente ita-liano.Quella frana l’abbiamo appena percorsa indiscesa e stentiamo a credere che sia ope-ra del tritolo. 70 morti quel giorno … soloperché gli italiani avevano piazzato una mi-na che sarebbe dovuta scoppiare un’ora do-po ed avevano arretrato il grosso delletruppe. Solo 70 … si fa per dire. E ci raccon-ta anche la leggenda del tenente Urli (me-daglia d’Oro) morto proprio in quel puntodopo trentasei ore di durissimo combatti-mento. Il corpo non è mai stato ritrovato ela leggenda vuole che il tenente, in procin-to di prendere i voti sacerdotali, sia rimastosul posto a vegliare i morti del Pasubio.È in quel momento che tre squilli d’attentici travolgono. Non possiamo vedere da do-ve provengono ma li sentiamo forti e chia-rissimi rompere il silenzio della Montagna.E mentre i nostri occhi cercano di scrutarenella nebbia, le note strazianti del silenzioitaliano prima, austriaco poi, ci colgono deltutto impreparati. Siamo tutti sull’attentima nessuno di noi riesce a portare la manoal cappello in segno di saluto. Siamo para-lizzati, come ipnotizzati da quella melodia:

Quel suonodi trombanella nebbia

DI CESARE LAVIZZARI

un suono che sembra provenire dalla Mon-tagna e dalla sua storia. Sembra quasi che sia il ten. Urli a suonareper cullare il riposo dei suoi ragazzi, di tut-ti quei ragazzi italiani e austriaci ormai af-fratellati nel sonno della morte.È solo con gli squilli del “riposo” che i nervisi sbloccano; come d’incanto si dirada an-che la nebbia e riesco finalmente a vederelassù, arroccato su un roccione della franadel dente italiano, un alpino in divisa con inmano la sua tromba. È ben visibile la drap-pella della Julia. È il primo caporal maggio-re Pozzo che in silenzio, senza che ce neaccorgessimo, si è nascosto dietro il massoe ha preparato lo strumento che portavanello zaino. Poi, quando la nebbia lo ha fa-vorito, è salito in piedi sulla roccia e, a mo-do suo, dominando l’intera valle, ha resoomaggio ai tanti Caduti del Pasubio.Anche lui è visibilmente emozionato, latromba ancora stretta tra le mani, un “at-tenti” rigido che non si rilassa neppure altermine dell’esecuzione: gli ci vuole qual-che minuto per digerire l’emozione. Ho come l’impressione che anche per luiquel suono sia venuto da “altrove” … anchese era suo il fiato in quella tromba. Ordinatamente ripone la tromba nello zainoe ci raggiunge. Non ci diciamo nulla, glistringiamo la mano, lo guardiamo negli oc-chi e ci rimettiamo in cammino verso il den-te austriaco per poi tornare al rifugio. Solo dopo cena siamo in grado di ringrazia-re il caporal maggiore per l’emozione irri-petibile che la sua sensibilità ci ha regalato. Anche di questo sono capaci i nostri ragaz-zi in divisa. Sì! Anche di questo. E dovremmo preoccuparci del nostro futu-ro? Grazie primo caporal maggiore Pozzo,grazie di cuore! �

(Foto di Alberto Serra, sez. di Vicenza)139 - 2005

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Quanti avevano scelto, per rag-giungere Pinerolo, la via storicache da Torino, attraverso Stupi-

nigi ed il suo parco reale, porta allaVal Chisone, hanno visto garrire leprime bandiere tricolori sulle anti-che case in cotto di Airasca, 17 chilo-metri prima della città ospite. Ma così era un po’ dovunque: aglisvincoli dell’autostrada in fase d’ulti-mazione, agli incroci della stataleper il Sestriere, perfino lungo la re-mota strada del valico della Colletta,che congiunge il Pinerolese alla ValSangone, o sullo stradale per Saluz-zo, altra terra di penne nere.

Massiccia partecipazione di penne nere al raduno del 1° Raggruppamento

DI ADRIANO ROCCI

Ventimila alpiniper una sfilata di 5 ore

L’accoglienza non poteva essere mi-gliore, dunque. Conscia delle proprietradizioni, l’antica città, linda e ordi-nata, è davvero scesa in piazza, pertre giorni, ad applaudire i “suoi” alpi-ni, i suoi soldati, di ieri e di oggi.Sede storica delle “nappine bianche”dell’omonimo battaglione del 3°, do-po l’ultimo conflitto Pinerolo vide ri-sorgere alla caserma Berardi i fastidel 4° Alpini e del battaglione Susa,negli anni della guerra fredda puntadi diamante dello schieramento ita-liano nella NATO ed ora, nel rinnova-to 3° Alpini, operativo oltremare inambito ISAF.Città militare da sempre (ospitò in-fatti un reggimento di cavalleria sindai tempi in cui, terra disputatissimadai Savoia, era inclusa nei domini delRe Sole) fu ed è sede dei dragoni diNizza Cavalleria (1° reggimento), og-gi inquadrato nella Taurinense. An-che il Genio alpino ha profonde radi-ci qui: la compagnia Genio pionieri

Taurinense, erede del 1° battaglionesacrificatosi in Balcania e “nonna”del 32° reggimento Guastatori, oggiin Kosovo, vi ebbe sede per oltrevent’anni.Ma torniamo alla cronaca. Grazie an-che a condizioni meteorologiche fa-vorevoli, il concerto corale del ve-nerdì sera, sotto le volte tardogoti-che della collinare basilica di SanMaurizio (sec. XI) ha registrato benpiù del tutto esaurito. “Avremmo do-vuto mettere all’esterno un paio dimaxischermi”, lamentava qualcunodegli organizzatori, impressionatodalla ressa di quanti volevano entra-re nel tempio. Le cante alpine e del-l’antica tradizione occitana e pie-montese hanno strappato al fittopubblico applausi prolungati.Un’ovazione con la gente in piedi èpoi esplosa tra le navate, quando itre cori (di Cavour, di Saluzzo e diAlessandria) hanno intonato insiemel’inno nazionale.

La marea di alpini, che ha sfilato per cinque ore al grande raduno del 1° Raggruppamento, a Pinerolo.

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Il Labaro, scortato dal vice presidente Gian Paolo Nichele e dai consiglieri nazionali.

Il cappello del generale Forneris, andatoavanti poche settimane fa, portato su uncuscino dal vice presidente sezionaleMassimino: è stato salutato da una lungaovazione.

La mattinata del sabato ha visto l’im-pegno dei 23 presidenti di sezionedel 1° Raggruppamento, riuniti acongresso, presente il vicepresiden-te nazionale Gian Paolo Nichele. Trai molti punti discussi ed approvati,anche quello relativo alle sedi deiprossimi raduni: Intra nel 2006, Loa-no (SV) nel 2007 e, per il 2008,Briançon, in Francia.Quest’idea vincente è stata propostada Renato Zuliani, presidente dellasezione ANA di Francia, che avevapreviamente raccolto l’adesione en-tusiastica del presidente nazionaledell’Associazione degli Eclaireurs-Skieurs Alpins francesi, monsieur Sa-muel Petermann, che è anche sinda-co della cittadina (poco più di 11milaabitanti) del dipartimento francesedelle Hautes-Alpes. Un’organizzazio-ne a due voci, francese ed italiana,che resterà probabilmente memora-bile nei nostri annali associativi.Alle 14,30, insieme al sindaco, prof.Alberto Barbero, al vicecomandantedella Taurinense, col. Silvio Biagini,ed ai comandanti del 3° e del Susa,tutti in piazza 3°Alpini per rendereonore ai Caduti, presente il Labarodell’ANA con adeguata scorta.Gran folla anche qui: giovani famigliecon i bimbi, ragazzi ed adulti attenti,compunti, partecipi. Una scena chesi è ripetuta ancora molte volte: inDuomo per la Messa di ringrazia-mento e poi, la sera, per il concertodelle fanfare alpine e, ancora, il gior-no dopo, durante la sfilata duratacirca 5 ore e, nel pomeriggio, alla ca-serma Berardi, spalancata ad un flus-so ininterrotto di visitatori.Sembrava minacciare pioggia, l’albadi domenica. Gradualmente, invece,il tempo si è aperto e la città si èriempita di penne nere, sotto un ti-mido sole. Dalla piazza AVIS, dove il gen. div.Franco Cravarezza, comandante delReclutamento Forze di Completa-mento Interregionale Nord ha co-mandato l’alzabandiera, la sfilata si èmossa, scandita dalle fanfare, lungo i2.800 metri di percorso, in direzionedi piazza 3°Alpini.Tra due fitte ali di pinerolesi plau-denti, hanno marciato “almeno inventimila”, come ha precisato soddi-sfatto Francesco Busso, presidentedella sezione, che era in contattocon le forze dell’ordine. Ma la televi-

sione nazionale ha parlato di unapresenza di oltre trentacinquemilapersone. In effetti, son venuti un po’da ogni dove, gli alpini radunisti: ol-tre ai vessilli delle ventitré sezioniANA del 1° Raggruppamento, abbia-mo contato sette rappresentanze se-zionali, provenienti anche da lonta-no: dal Molise, persino dal Brasile. Igagliardetti erano un fiume: ben sei-centosessantasette.E non sono mancate le altre Associa-zioni d’arma e quelle di volontariato:23 insegne. I Comuni rappresentatiufficialmente erano 31; molti i sinda-ci con cappello alpino e fascia trico-lore. Le Crocerossine volontarie, poi,avevano quasi la consistenza di unacompagnia, ordinata ed applauditis-sima.

Applausi, entusiasmo, commozione,dunque. Soprattutto al passaggio delplotone in armi del Susa, dei volonta-ri di Protezione Civile con i loro nuo-vi mezzi (fiore all’occhiello dell’ANApinerolese) e dei reduci più anziani,come l’alpino Secondo Roffinella daMontafià (AT), che di anni ne ha 107,compiuti a maggio. Essi hanno rice-vuto la loro robusta quota di batti-mani e di saluti, mentre sfilavano sul-le camionette.Quando, poi, recato su un cuscinobianco dal vicepresidente sezionaleCattalino Massimino, è passato da-vanti alla tribuna d’onore il cappellodel generale Michele Forneris, l’ap-plauso si è fatto tuono, scroscio ditemporale. Ed a più di qualcuno sonvenute le lacrime agli occhi.Michele Forneris, al termine di unacarriera prestigiosa, che lo vide Co-mandante della Taurinense e viceComandante del 4º Corpo d’Armataalpino, resse e sviluppò, investendoa piene mani nel volontariato e nellaProtezione Civile, la sezione di Pine-rolo per 11 anni, fino al 1997, allor-ché volle ritirarsi.Il suo cuore sapiente si era fermatoappena una ventina di giorni prima.Ma per gli alpini di Pinerolo egli era,è e resterà ben vivo.Per questo, essi – e molti altri con lo-ro – hanno salutato fieramente il lorogenerale che ancora marciava neiranghi: la mano destra all’ala delcappello, sull’attenti, appena vibran-te per un tremito d’emozione. �

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Forse pochi sanno che tra gliiscritti all’Associazione Naziona-le Alpini figura un principe del

già Sacro Romano Impero (S.R.I.). Sitratta del principe Diofebo Meli Lupidi Soragna, tenente in congedo deglialpini, Gran Cancelliere dell’Ordinecostantiniano di San Giorgio, figliodi Bonifazio, anch’egli ufficiale deglialpini, presidente della sezione diParma nell’anteguerra.In dimestichezza con la nobiltà euro-pea, ama stare con i suoi alpini di So-ragna e frequentare quelli che conlui divisero fatiche e pericoli in altavalle Pusteria nell’anno in cui vi pre-stò servizio militare.L’ho incontrato dapprima nel suocastello di Soragna, nella Bassa par-mense e, il sabato precedente l’Adu-nata nazionale, nella chiesa Magi-strale di Santa Maria della Steccatain Parma, alla tradizionale messa ce-lebrata da don Enelio Franzoni, me-daglia d’Oro al Valor Militare in Rus-sia. Al termine abbiamo avuto uncordiale colloquio che riporto.

A Padova, in un oratorio presso laChiesa del Santo, vi è una formellache reca il nome dei Lupi, non anco-ra Meli e non ancora di Soragna.

Qual è la storia della tua famiglia?Non vi è solo quella dedica, ma an-che una cappella all’interno dellaChiesa, fatta erigere dal marcheseBonifazio Lupi, comandante delletruppe dei da Carrara. Nei primi del’500 Caterina Lupi sposa Giovan Bat-

“Al mondoci sonouomini-alpini…e gli altri”

A colloquio con il sottotenente Diofebo Meli Lupi di Soragna dei principi del Sacro Romano Impero

tista Meli, da Cremona. Carlo IV diBoemia, divenuto imperatore, li in-feuda Signori e Marchesi di Soragna,titoli che Carlo V conferma per il fi-glio Gian Paolo e per tutti i maschiprimogeniti. Nel 1706 l’imperatored’Austria, Giuseppe I, concede allacasata il titolo di principi del S.R.I e diSoragna.

Un principe sembrerebbe più adattocome ufficiale di cavalleria piuttostoche degli alpini che, in un certo sen-so, ne sono l’antitesi.Ho scelto la Specialità alpina alla vi-sita di leva sull’esempio di mio pa-dre, Bonifazio, figura di spicco nelGotha degli alpini di Parma: un esem-pio molto valido. Amavo e amo lemontagne, praticavo e pratico lo sci el’alpinismo e quindi l’ingresso allaSMALP era scontato. Entrai con il 34°Corso AUC, nel 1964; non sapevo co-sa mi aspettava ma non mi sono pen-tito della scelta.

Qual è stata l’accoglienza?Alla stazione di Aosta due rudi capo-ral maggiori ci hanno accolto e, conmetodi piuttosto spicci, accompagna-ti in caserma. Un’accoglienza buona,tutto sommato. Ero incuriosito dallavita militare e l’ho accettata comeuna cosa naturale, che non mi ha par-ticolarmente sconvolto, avendo allespalle cinque anni di collegio. Mi so-no trovato subito a mio agio, senzanascondermi dietro quell’immagine

che uno crede di avere.

E al reparto?Mi sono adeguato agli altri con natu-ralezza anche se, per natura, deside-ro primeggiare. Ho trovato tra gli al-pini gente vera, pulita, con la qualevivere insieme dava serenità. Perquesto ho preferito il battaglione Bas-sano e non sono rimasto alla SMALP.Ho la massima fiducia nell’uomo-al-pino: ritengo che ci siano al mondogli “uomini alpini” ... e gli altri.Il contatto con la truppa è stato im-mediato e io mi sentivo uno come lo-ro, ma al tempo stesso il loro “con-dottiero”; amavo dire: “Io sono comevoi, andiamo”. La truppa seguiva:l’entusiasmo era vicendevole.

Veniamo alla domanda d’obbligo:come vedi il futuro delle Truppe al-pine?Se noi riusciremo a conservare lostesso spirito di un tempo, cioè lafiammella dell’alpinità e sapremo tra-sferirlo nei volontari allora salvere-mo le nostre tradizioni. Ma se ciò nonavverrà, se non ci sarà più un alpinoallora sarà cambiato il nostro mondoe sarà una perdita per tutti.

Ci lasciamo: il giorno dopo, alla sfila-ta, il sottotenente di complementoDiofebo Meli Lupi di Soragna, coe-rente con i suoi principi, sfilerà in-quadrato e confuso tra gli alpini del-la sua terra. �

DI CESARE DI DATOLa stretta di mano tra il nostro direttore e il s.ten. alpino Diofebo dei Principi di Soragna prima dell’intervista. Fanno corona gli alpini del gruppo.

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Ambito riconoscimento a Corra-do Perona, quale presidentedell’Associazione Nazionale Al-

pini: è il “Melvin Jones Fellow”, lapiù alta onorificenza della Fondazio-ne LCIF (Lions Club InternationalFoundation) a chi fa fronte ai biso-gni umanitari delle comunità di ogniparte del mondo.Il “Melvin Jones Fellow” è il simbolodell’impegno e della dedizione nelservire gli altri: valori che sono glistessi degli alpini, come ha ribaditoGianni Borta, presidente del LionsClub Udine Lionello, nell’annunciarea Perona il conferimento dell’onori-ficenza. “A titolo personale – ha aggiuntoBorta nella lettera – devo dire cheho orientato questa scelta per quel-lo che gli alpini hanno sempre rap-presentato”. E rievocando i giorniterribili del terremoto del 1976 el’aiuto di migliaia di alpini accorsi da

A Corrado Perona il “Melvin Jones Fellow”la più alta onorificenza del Lions Club

Consegnata a Udine, nel corso di una cerimonia avvenuta a palazzo Kechler

ogni parte d’Italia (è stato l’iniziodella nostra Protezione civile) Bortaha continuato: “Il Friuli non dimenti-ca, com’era scritto su quel muro diGemona distrutta”.E proprio il ricordo di quei giorni –così vivi anche durante l’adunatanazionale del 1996, nel ventennaledel terremoto – ha reso ancora piùsolenne e commovente la serata,svolta a Palazzo Kechler, a Udine,presenti l’Officer distrettuale dellaFondazione Franco Cosani, il gover-natore del Distretto 108Ta2, OscarLouvier, il poeta e pittore Gianni

Passalenti e il colonnello ClaudioLinda del comando della brigata al-pina Julia. Con Perona c’erano ilconsigliere nazionale Dante SoravitoDe Franceschi, il presidente della se-zione di Udine Rinaldo Paravan e ilprecedente presidente sezionale Ro-berto Toffoletti. Il sindaco Sergio Cerotti ha dettoche “la consegna del premio proprioa Udine – città degli alpini – assumeun significato speciale in un momen-to in cui, venendo meno la leva ob-bligatoria, potrebbe prospettarsi unfuturo incerto per le truppe alpine”.Una preoccupazione certamentedettata dal grande affetto per le pen-ne nere, in una regione la cui storia,

come in nessun’altra, si identificacon quella degli alpini. Ma lo stessoPerona – nel ringraziare il Lions anome di tutti gli alpini – ha aggiuntoche la massiccia presenza di giovaninelle file dell’Associazione “ci per-mette di essere sereni”. Gli ha fatto eco il presidente Para-van, affermando che la sua sezione èforte di oltre 13 mila iscritti, e che“punteremo sulla leva volontariaper trasmettere ai giovani i nostrivalori, l’importanza del lavoro disquadra, del volontariato e dell’at-taccamento alla terra d’origine”. �

In alto: Corrado Perona riceve la targa dell’onorificenza da Gianni Borta, presidente delLions Club Lionello di Udine. A destra, Oscar Louvier, governatore del Distretto 108Ta2.Sopra: la foto-ricordo della serata: da sinistra: la signora Anna Bragaglia, segretariadel Lions Club Lionello, il presidente del Lions di Udine Gianni Borta, il nostro presi-dente nazionale Perona e il governatore del Distretto 108Ta2 Oscar Louvier.

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I n ventimila, provenienti da Friuli,Veneto e Trentino Alto Adige han-no festeggiato, dal 9 all' 11 settem-

bre il 50° della sezione di Palmanova.L'organizzazione di un'adunata trive-neta nella città stellata, tenacementevoluta dal presidente sezionale LuigiRonutti, è stata, infatti, il clou dellecelebrazioni per il mezzo secolo divita di questa piccola ma dinamicasezione della bassa friulana.I festeggiamenti sono iniziati venerdìpomeriggio, con la presentazione diun libro sul vissuto sezionale di que-

Triveneto,grande raduno a Palmanova

nel 50º anniversario della Sezione

Erano quasi ventimila le penne nere convenute nella “città stellata” per partecipare alla doppia celebrazione

sti cinquant'anni, curato dal vicepresidente sezionale Perini e dal col.Dentesano, segretario della commis-sione regionale per la protezione ci-vile ANA: nell'occasione, sono staticonsegnati attestati di riconoscenzaa reduci e soci fondatori. In serata,l'immancabile rassegna corale concomplessi locali e, a far da padronedi casa, il coro sezionale “Ardito De-sio".Il sabato è stato dedicato alla memo-ria: il locale cimitero di guerra au-stro-ungarico e la loggia dedicata ai

Caduti, hanno raccolto gli alpini permomenti di riflessione in ricordo dichi ha compiuto il suo dovere sinoall'estremo sacrificio. Tutti gli alpini"andati avanti" sono poi stati ricor-dati con una Messa solenne, conce-lebrata nel Duomo dogale dall'arci-prete di Palmanova, dal cappellanodella Julia e da don Carmelo, già gui-da spirituale della brigata. In serata,la grande piazza d’armi, cuore e van-to della città fortezza, è stata anima-ta dalle fanfare delle sezioni di Pal-manova, Cividale e Trento e dal loca-le gruppo storico esibitosi in danzerinascimentali. Un improvviso tem-porale, a tarda serata, ha invitato tut-ti al riposo, in vista della grande adu-nata domenicale.Un sole tranquillizzante ha accoltodi primo mattino il Labaro ed i venti-cinque vessilli con una selva di ga-gliardetti, non solo del Triveneto, cuisi sono uniti anche i vessilli di Firen-ze, Ivrea ed Aosta e persino quello diParigi, schierati sotto il pennonecentrale della piazza per l'alzaban-diera: rendevano gli onori un pic-chetto in armi dell'8°rgt. alpini e lafanfara della Julia.

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E' iniziato quindi lo sfilamento, aper-to dai gonfaloni della provincia diUdine, del Comune di Palmanova edi tutti i Comuni del territorio in cuiopera la sezione palmarina, accom-pagnati dai sindaci, molti con cap-pello alpino. Seguiva il Labaro, scor-tato dal vice presidente nazionaleSonzogni e dai consiglieri nazionaliGentili, Martini, Munarini e Valditara.Poi un gruppo di reduci su un mezzostorico e gli alpini di Zara, Pola e Fiu-me, così vicini alle loro mai dimenti-cate terre d'origine. Dopo le già citate rappresentanze

ospiti, é stata la volta delle delegazio-ni dell'intero raggruppamento; primale sezioni Alto Adige e Trento, poiquelle venete ed infine le friulane. Una presenza massiccia, quella cheha sfilato per quasi due ore a Palma-nova, con striscioni ed insegne che,come ha felicemente ricordato il bra-vo ed instancabile speaker, GuidoAviani Fulvio, hanno riconfermato laininterrotta linea di continuità fra isacrifici dei "veci" nelle guerre pas-sate e la disponibilità ad un servizioa tutto tondo delle generazioni attua-li, impegnate costantemente suifronti della salvaguardia della memo-ria cosi come su quelli della solida-rietà. Una nota di romantico colore è stataportata da due “sezioni” di salmerie:quella ormai nota di Cappella Mag-giore con i suoi sette muli ed una,con un solo quadrupede ma non perquesto meno applaudito, portata da-gli alpini veneziani di “Quota Zero". In tribuna, un nutrito numero di auto-rità: il past presidente Beppe Parazzi-ni, il comandante della Julia, gen. Pri-micerj, con diversi ufficiali della bri-gata, il senatore Collino, l'assessore

regionale Iacop, consiglieri regionalie provinciali, il prefetto di Udine, il vi-cesindaco di Palmanova Cressatti,rappresentanze dei carabinieri, dellapolizia di Stato e della guardia di fi-nanza.

E, lungo tutto il percorso,due fitte ali di folla plau-dente.La sfilata è stata chiusadalla sezione di casa, gui-data dal presidente Ro-nutti e da tutto il consigliosezionale, giustamenteorgogliosi e soddisfatti.Gli alpini palmarini hannovoluto tributare un com-mosso omaggio alla me-moria del sindaco alpino,Alcide Muradore, andatoavanti pochi mesi or so-no, che tanto aveva volu-to un'adunata triveneta aPalmanova: sfila anche ilsuo cappello, avvolto nel-la fascia da sindaco, gene-rando un velo di commo-zione generale.Un efficiente rancio, ser-vito senza code a migliaia

di allegri commensali, ha chiuso lagiornata, sancendo l'efficienza logí-stica di questa sezione, giustamentefiera della risposta collettiva fornitada tutti i soci, tenacemente impegna-ti ed alacremente guidati. (m.v.) �

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Commemorato il generale sul luogo in cui cadde, colpito mentre ispezionava le linee nemiche

re; Giovanni Belgrano ha recitato la “Pre-ghiera dell’alpino”.A conclusione di questa prima parte dellagiornata commemorativa, nel vicino vec-chio rifugio Tofane, diventato poi, dopo il1915, rifugio Cantore e ormai in disuso, glialpini di Cappella Maggiore hanno offerto aibocia e a tutti i partecipanti una pasta-sciutta preparata con le cucine someggiabi-li, che ci hanno fatto ritornare alle nostreesperienze di naia. Alle ore 16 nel SacrarioMilitare di Pocol è stata deposta una coronad’alloro davanti alla tomba del gen. Canto-re, cui è seguita la S. Messa, accompagnatadalla fanfara alpina di Conegliano, al termi-ne della quale lo storico della “Grandeguerra” prof. Paolo Giacomel di Cortinad’Ampezzo ha ricostruito gli eventi belliciavvenuti sulle Tofane tra i due contendentiitaliani e austro-ungarici.Il consigliere della sezione di Genova, Gian-carlo Militello, ha dato una lettura storicadel generale Cantore. Il terzo momento del-la commemorazione è avvenuto alle ore18,30 al monumento dedicato al gen. Anto-nio Cantore in centro di Cortina, con depo-sizione di altra corona d’alloro alla presen-za di autorità civili locali, del plotone alpinidel 7° rgt. e di numerosi alpini. La fanfaraalpina di Conegliano ha concluso la giorna-ta con un concerto di musiche alpine. �

Il monumento a Cantore, sulla forcella di Fontana Negra. Sullo sfondo, da sinistra, il massiccio della Civetta, il Nuvolao, il monteAverau e le pendici delle Tofane di Roces.

F orcella di Fontana Negra. Zona Tofane.È il pomeriggio del 20 luglio 1915,quando il generale Cantore rimane fer-

mo, impassibile a due proiettili che lo sfio-rano. Cade subito dopo, colpito mortalmen-te da un terzo colpo che lo centra in pienafronte, forando la visiera del berretto cheportava.Nasce così la leggenda del “papà degli alpi-ni” e noi in ogni occasione in cui accompa-gnamo i nostri reduci scomparsi diciamoche sono “andati avanti” e che andranno atrovare tutti i Caduti che li hanno precedutinel “paradiso di Cantore”.Antonio Cantore nasce a Sampierdarena(Genova) nel 1860. Segue i corsi regolaripresso scuole e accademie, da colonnellofonda e sarà il primo comandante dell’8°Reggimento Alpini. Partecipa alla guerraitalo-turca dimostrando brillanti prove del-le proprie capacità. Viene decorato e insi-gnito dell’Ordine Militare di Savoia. Resta inLibia fino a quasi tutto il 1914 e rientra inItalia col grado di generale. Nel 1915 coman-da la Brigata Mantova, quindi passa al co-mando della 2ª divisione del 1° C.A. cheopera in Ampezzo e Cadore.Alla sua memoria viene concessa la Meda-glia d’Oro al V.M.E noi dell’Associazione Nazionale Alpini sia-mo saliti a Forcella Fontana Negra, sulle To-

fane, per ricordare il “papà degli alpini” nel90° anniversario della morte. La toccante cerimonia è stata organizzatadalla Sezione di Genova, città che ha dato inatali a Cantore, e dalla Sezione Cadore, nelcui territorio riposa la salma. Determinante esignificativo è stato il contributo dei duegruppi alpini – gemellati – di Cortina d’Am-pezzo (Cadore) e di Pieve Ligure-Sori (Geno-va), che da diversi anni commemorano consolennità l’anniversario.La partecipazione di un plotone di “bocia”(anche donne) del 7° Reggimento alpini diBelluno al comando del cap. Agostinetto, edella squadra di conducenti guidata da Gio-vanni Salvador, di conducenti con i muli diCappella Maggiore, ha messo a confronto an-cora una volta la realtà delle Truppe alpineodierne e dei nostri vecchi che durante lagrande guerra hanno percorso e combattutoaspramente in quei ghiaioni e in quegli an-fratti di roccia.Alla presenza dei vessilli di Cadore e Genova edi quello di Marostica dei numerosi gagliar-detti e di tanti alpini e alpinisti che hanno fat-to corona al cippo che ricorda il gen. Cantore,si è svolta la cerimonia commemorativa conl’onore ai Caduti, la deposizione di due coroned’alloro, il breve intervento dei due presiden-ti: Antonio Cason ha portato il saluto del pre-sidente Perona e rievocato la figura di Canto-

Sulle Tofane, 90 anni fa, Antonio Cantore…Sulle Tofane, 90 anni fa, Antonio Cantore…

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Dopo 60 anni la gavetta è tornata a ca-sa. È tutto quello che resta dell’alpino,

disperso in Russia, Alfredo Gini, primoge-nito di 13 figli, nato il 17 ottobre 1922 a Vil-la di Chiavenna, in provincia di Sondrio, einquadrato nel 5° reggimento della divi-sione “Tridentina”.La gavetta è stata trovata da una famigliarussa in un’isba di Novokalitwa, a “quotapisello”, ed è stata portata in Italia dall’a-mico degli alpini Dimitri Ozino. Poi grazieall’interessamento di Antonio Pirini, re-sponsabile del museo della sezione di Biel-la, è stata avviata una lunga ricerca che hadato buoni frutti, grazie al contributo diOnorcaduti.A fine agosto Egidio e Anna Gini, con altrisei fratelli dell’alpino disperso, sono statiaccompagnati a Biella dal capogruppo di

Villa di Chiavenna Umberto Stellino per laconsegna ufficiale della gavetta. È stata unacerimonia semplice, la consegna di un og-getto dal valore intrinseco insignificante

ma che onora il ricordo e la memoria del-l’alpino Alfredo Gini e degli oltre centomi-la soldati caduti sul fronte russo.

(Foto Giuliano Fighera)

Dopo 60 anni la gavetta torna a casa

C ontinua l’Operazione Mozambico, dovesvolsero la loro missione internaziona-le di pace i nostri alpini (di leva!) dal

1992 al 1994. Nel decennale di questa missio-ne, il Consiglio Direttivo Nazionale ha decisodi compiere un intervento umanitario per ri-cordare e onorare l’opera dei nostri alpini:nella provincia di Nampula, dove c’è una mis-sione di suore alle quali i nostri alpini offri-rono assistenza durante la loro permanenza,sarà ristrutturato un collegio femminile e sa-ranno realizzati un edificio per attività for-mative e un centro nutrizionale per bambiniabbinato al piccolo ospedale esistente. Dopo l’intervento della prima squadra parti-ta ai primi di questo mese, i lavori sarannosospesi per la stagione delle piogge: ripren-deranno in primavera. Per la seconda squadra sono richiesti mura-tori, carpentieri, impiantisti, elettrici e mec-canici. La speciale commissione disposta dalCDN (come è stato comunicato alle sezionicon una circolare del 21 giugno scorso) sce-glierà i volontari a seconda delle specializza-zioni richieste. Anche il secondo turno di la-vori avrà la durata di 35 giorni. Le disponibilità vanno comunicate alla se-greteria della Sede nazionale ANA via fax02.6592364 o per e-mail: [email protected]

Operazione Mozambico: sono richiestivolontari per il turno di primavera 2006

223 - 2003

Tremilaseicento pattugliamenti,oltre 35mila chilometri percorsiper sorvegliare un territorio diffi-

cile, sotto la costante minaccia di attiostili. Questo è, finora, il consuntivodella missione della brigata Tauri-nense in Afghanistan comandata dalgenerale Claudio Graziano, nel terri-torio di Kabul e di Herat, in un qua-drilatero che ha cento chilometri dilato. Ma c’è, ovviamente molto di piùdi quanto questi pur rilevanti numeridicono: c’è la costante opera dei no-stri alpini, il rapporto di grande ami-cizia e umanità con la popolazione, lastessa riconoscenza delle autorità af-ghane dimostrata in tante circostan-

Il sindaco di Kabul:Continua la difficile missione della Taurinense nell’ambito della forza Isaf in Afghanistan

ze. La Taurinense fa parte del Corpod’Armata multinazionale agli ordinidel generale Del Vecchio, comandan-te del Corpo d’Armata Nato di stanzaa Solbiate Olona e costituisce l’ossa-tura della brigata multinazionale del-la forza ISAF che opera nel territorio

di Kabul. La forza ISAF è composta damilitari di 36 Paesi, quella della briga-ta di 24 Paesi.Con i suoi duemila uomini del 9° e del3° reggimento e dei reparti logisticigli alpini sono il contingente naziona-le più numeroso della brigata multi-nazionale inviata in Afghanistan nelperiodo a cavallo delle prime elezionidemocratiche della storia di questoPaese. Le quali sono state un succes-so grazie anche – potremmo dire so-prattutto – l’opera della brigata cheassieme a unità dell’esercito afgano(ANA, Afghan National Army) e dellapolizia (KCP, Kabul City Police) hacreato quella idonea cornice di sicu-

ALPINI IN ARMI

“Grazie, italiani”“Grazie, italiani”

Il sindaco di Kabul:

Una pattuglia in perlustrazione. A sinistra, un manife-sto elettorale raffigurante un alpino con un soldato eun poliziotto afghani. Sopra, uno scorcio di Kabul e ilgen. Graziano, comandante della Taurinense.

233 - 2003

rezza per poter consentire a tutti icittadini di adempiere al proprio di-ritto al voto.La missione del comando Nato di Sol-biate Olona si concluderà in primave-ra, durerà invece sei mesi quella del-la Taurinense, cioè fino alla fine delprossimo mese di gennaio. Con gli al-pini operano tedeschi, inglesi, fran-cesi, canadesi, norvegesi e gli stessimilitari del ricostituito esercito afga-no che viene addestrato dai nostriistruttori. Infatti fra i compiti dellaforza multinazionale c’è anche quellodell’addestramento, per consentireai soldati afghani di raggiungere quelgrado di preparazione che consen-tirà loro di poter gestire in proprio ilcontrollo del territorio e garantire illento e difficile ritorno a normali con-dizioni di vita. L’addestramento è cu-rato in particolare dagli uomini delbattaglione del genio “Sicilia”: da rile-vare che circa un terzo delle missionidi perlustrazione condotte dagli uo-mini della brigata multinazionale so-no state effettuate in collaborazionecon soldati afghani. Il risultato è una continua scoperta didepositi di armi ed esplosivi, di razzida 107 millimetri che generalmentevengono lanciati in modo rudimenta-le ma non per questo hanno effettimeno devastanti se colpiscono obiet-tivi civili.Un grande lavoro di intelligence ca-ratterizza la missione dei nostri alpi-ni e dei reparti che compongono labrigata multinazionale. È un lavoro dipreparazione indispensabile per po-ter controllare il territorio e svolgereil pattugliamento in sicurezza.Il risultato si vede, ed è un lento ri-torno alla normalità che riscuote lariconoscenza e il rispetto della popo-lazione locale, come ha dichiarato indiverse circostanze lo stesso sindacodi Kabul Gholam Sahi Nurzat al gene-rale Del Vecchio e al generale Grazia-no. Il sindaco ha rilevato “il rilevantecontributo alla rinascita del Paese at-traverso la discreta e costante pre-senza dei militari sul territorio dellacapitale e per il grande impegno an-che sotto il profilo umanitario”.Noi siamo vicini ai nostri alpini inquesta delicata missione, a tutti i mi-litari degli altri reparti che fannoparte della forza Isaf. Essi sono por-tatori di pace e sicurezza e onoranol’Italia. �

Scene di vita a Kabul: lapopolazionevede negli alpini aiuto,protezione e sicurezza.

Le foto sonodell’Ufficio P.I.del Comandodella BrigataMultinazionale

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D onne in caserma, sempre di piùe sempre più alte in grado. Do-po i primi arrivi nei ranghi dei

sottufficiali, le soldatesse ora sonopronte ad assumere ruoli di coman-do. Proprio quest’anno infatti sonouscite dall’Accademia le prime te-nenti che hanno già assunto ruolioperativi nelle caserme di destina-zione. Nel Friuli Venezia Giulia, fragli alpini della brigata Julia, ce ne so-no già due: Monica Segat, 25 anni,trevigiana di Vittorio Veneto, e Mar-ta Galbiati, 29 anni, di Casatenovo inprovincia di Lecco.La prima è arrivata a Feruglio di Ven-zone, sede del 14° reggimento alpini,il 24 agosto; la seconda è stata desti-nata a Tolmezzo, al 3° reggimento ar-tiglieria da montagna, dove ha presoposizione dal 23 agosto. Due donneunite dalla stessa passione, vita mili-tare e montagna, ma che hanno per-corso strade diverse per arrivare al-la stessa meta.Monica Segat, bionda e occhi chiari,a venti anni lavorava come impiega-ta in uno studio legale quando ha de-ciso di iscriversi all’Accademia Mili-tare. “Il lavoro non mi soddisfaceva

È certamente una novitàper gli alpini avere donneal comando in repartioperativi, ma chi simeraviglia è fuori tempo– Queste giovani sonomotivate e preparate e costituiranno unaricchezza in più per il nostro Esercito

DI SIMONA PACINI

Rosa sì, ma con grintaAi reggimenti alpini sono arrivati i primi ufficiali donna

– racconta – cercavo qualcosa di piùstimolante”. Fin dall’inizio era deci-sa ad entrare nel Corpo degli alpini.“Sono figlia d’arte – continua Moni-ca – mio padre era nell’artiglieria damontagna, e sono cresciuta veden-do gli alpini e formandomi una visio-ne mistica della loro forza, lealtà, ca-pacità di intervenire al momento delbisogno. E poi amo la montagna, do-ve sono sempre andata, fin da picco-la”. Il tenente Segat ha ai suoi ordini unplotone. Trenta fra uomini e donneche prendono ordini da lei. Che ef-

fetto fa? “Niente di particolare – rispondetranquilla – i cinque anni di accade-mia ti preparano anche a questo”.Sulla stessa linea anche la collegaGalbiati che, come vice comandantedi batteria, comanda 50 alpini e 10alpine. “Non riscontro alcun problema daparte dei soldati a prendere ordinida donne”, afferma il tenente Marta.E non si tratta solo di diplomazia.Anche i colleghi maschi testimonia-no la stessa tendenza, confermandoche ormai nell’esercito certe diffe-renze sono superate. “Nelle Forzearmate la presenza femminile è undato assodato – dice il tenente IgorPiani -. Al momento se ne registra un4 per cento ma non è più una novitàda cinque anni. La differenza stasemmai nel fatto che, entrando in unmondo fino ad ora esclusivamentemaschile, sono molto più motivatedegli stessi colleghi e figurano an-che molto bene. Ma di problemi conloro non ce ne sono”.Ancor più particolare la storia diMarta Galbiati che, laureata in leggea Milano, dopo un anno di pratican-tato ha fatto il concorso per entrarein Accademia, vincendolo. Ora, fortedi ben due lauree, è la più anzianadel suo corso. “Dopo i primi due an-ni di addestramento base come arti-gliere a Torino – racconta – ho matu-rato l’idea di entrare negli alpini, unCorpo con il quale mi sento in sinto-nia”. L’amore per la penna nera(“maturato fuori dalla famiglia doveposso vantare solo un nonno alpino,che ha combattuto la seconda guer-ra mondiale”) e quello per la monta-gna, l’hanno fatta saltare di gioiaquando è arrivata la notizia della de-stinazione: Tolmezzo. Come dire,Carnia e basta.“Abbiamo già fatto qualche adde-stramento sui monti e prove su roc-cia”, dice con orgoglio. Per il resto? Sembrerà impossibilema queste ragazze raccontano dicondurre una vita normale. Entram-

Il tenente Marta Galbiati, effettiva al 3° reggimento artiglieria da montagna di stan-za a Tolmezzo, al comando del col. Maurizio Paissan.

ALPINI IN ARMI

259 - 2005

be fidanzate, non appena hanno unagiornata di libertà raggiungono ilmoroso e i familiari che guardanocon orgoglio alle loro attività di uffi-ciali. Si dichiarano pronte a partirein missione, ovunque essa sia, e vi-vono perfettamente a loro agio larealtà militare.Dallo scorso maggio la brigata Juliapuò vantare un’altra presenza fem-minile in un ruolo di alto livello. Pa-trizia Alberghino, 34 anni, di Ivrea, èinfatti il nuovo consulente giuridicodel comandante, il generale AlbertoPrimicerj. Una figura istituita que-st’anno dalla Difesa in vista dellemissioni internazionali che, con uncorso da febbraio a maggio, ha for-mato i primi cinque ufficiali, fra cui iltenente Alberghino. Laureata in leg-ge, lavorava nel settore privato per

società di servizi, curando l’ammini-strazione del personale, la gestionedei fondi, la pratica legale.“Ho visto il bando dell’Esercito ca-sualmente – racconta – e ho pensatoche sarebbe stato molto interessan-te conciliare l’aspetto professionalecon l’ambito militare”. Anche il te-nente Alberghino aveva già la mon-tagna nel sangue, oltre al Dna alpinocon il padre nel coro dell’Ana diIvrea e, nonostante il suo ruolo siapiù di carattere amministrativo, nonsi tira mai indietro di fronte alleesercitazioni. Il concorso prevedeun incarico di 24 mesi, con possibi-lità di rafferma per un anno. “Io faròdi tutto di restare per sempre. Lamia scelta è stata ponderata, e final-mente ho trovato quello che volevofare”. �

Il tenente Patrizia Alberghino, consulen-te legale della brigata alpina Julia, oracomandata dal generale Claudio Mora.

Il Generale di Brigata Claudio Moraè il nuovo comandante della briga-

ta alpina “Julia”. La cerimonia per ilcambio di comandante si è svolta ve-nerdì 23 settembre u.s. presso la ca-serma “Manlio Feruglio” di Venzone,alla presenza del comandante delleTruppe alpine, generale di Corpod’armata Ivan Resce.La partecipazione del Labaro dell’As-sociazione Nazionale Alpini ha con-ferito particolare risalto all’evento.Era scortato dal vicepresidente na-zionale Giorgio Sonzogni e dai consi-glieri nazionali Franco Munarini, San-dro Rossi e Dante Soravito De Fran-ceschi; alfiere il vicepresidente dellasezione di Udine Giorgio Della Longa.Presenti molti vessilli e gagliardettidel Triveneto.Erano presenti numerose autorità ci-vili e militari, rappresentanti delleAssociazioni combattentistiche ed’arma fra cui la Medaglia d’Orosig.ra Paola Carnielli Del Din, il presi-dente del consiglio regionale delFriuli Venezia Giulia Alessandro Tesi-ni, il procuratore della Repubblica di

Tolmezzo Enrico Cavalieri, il coman-dante provinciale dei carabinieri ge-nerale di brigata Silvio Ghiselli e i sin-daci delle città di Udine, Tolmezzo, Ge-mona e Venzone.Il generale Alberto Primicerj è desti-nato ad assumere il comando della di-visione “Tridentina”, presso il Coman-do delle Truppe alpine a Bolzano.Il suo periodo di comando è stato ca-ratterizzato da profondi cambiamenti:il passaggio dalla leva al professioni-smo, l’ingresso delle donne, l’esterna-lizzazione dei servizi logistici e larealtà delle operazioni multinazionali.Infatti, la brigata ha partecipato aesercitazioni in Ungheria e Slovenia,nell’ambito della Multinational LandForce, ed è stata impegnata nelle mis-

sioni in Bosnia, Kosovo e Afghani-stan. In Patria, le compagnie dellabrigata hanno continuato ad avvi-cendarsi nella protezione degliobiettivi sensibili nel contesto delleoperazioni “Domino” e “Santa Bar-bara”. Il generale di brigata ClaudioMora, che ricopriva l’incarico di capodi Stato Maggiore delle Truppe alpi-ne, ha comandato, nei ranghi della“Julia” il 3° reggimento artiglieriada montagna a Tolmezzo nel 1999-2000. Il primo impegno operativodel nuovo comandante sarà l’opera-zione “Joint Enterprise” in Kosovo,ove il generale Mora assumerà persei mesi il comando della Brigatamultinazionale Sud-Ovest di stanza aPrizen. �

Cambiodi comandoalla “Julia”

Gli onori al Labaro durante la cerimo-nia di insediamento del nuovo coman-dante della Julia. In primo piano il gen.Resce, con i generali Primicerj e Mora

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G li atleti potranno essere assuntiin forza autonomamente dalCentro di Addestramento Alpi-

no di Courmayeur, per concorso. Loha deciso – finalmente, aggiungiamo– lo Stato Maggiore dopo il varo di undecreto del presidente della Repub-blica concernente “il reclutamento eil trasferimento ad altri ruoli del per-sonale dei gruppi sportivi militari”.Si tratta di una materia di grande in-teresse per le Truppe Alpine e lo svi-luppo della “Sezione Sport Invernali”di Courmayeur, da decenni fucina diatleti con la penna nera.

Centro Addestramento Alpino: arruolamento diretto, per concorso

ALPINI IN ARMI

Finalmente lo Stato Maggiore ha varato nuove norme per l’accettazione degli atleti

In particolare è previsto l’arruola-mento mediante pubblico concorsoper titoli, riservato esclusivamenteagli atleti che hanno ottenuto risulta-ti di livello almeno nazionale certifi-cati dal CONI o dalle Federazioni adesso affiliate. Analogo percorso èprevisto per gli istruttori, allenatori,tecnici o maestri per i quali vale lalaurea di 2° livello in scienze motorie– ex diploma ISEF – od il titolo equi-pollente rilasciato dalle Federazionidegli sport invernali.Questo personale, atleti e tecnici,verrà reclutato come VFP4 (Volonta-

rio in Ferma Prefissata di 4 anni) conuna ferma garantita per 4 anni, al ter-mine della quale è possibile il transi-to in Servizio Permanente Effettivonei ruoli sportivi od il re-impiego inaltri settori della Forza Armata.Si tratta di un provvedimento a lun-go atteso, d’importanza fondamenta-le per completare il processo di pro-fessionalizzazione dello sport nell’E-sercito, il quale assicura agli atletid’interesse nazionale ed ai tecnici unsistema di arruolamento ed un iter dicarriera specifico che tiene in contole loro particolari capacità. �

VFP1: sono disponibili 21 mila posti per il 2006

Ci sono 21.000 posti per chi vuole arruolarsi nelle Forze ar-mate, come volontario a ferma prefissata di un anno(VFP1), secondo il bando di concorso pubblicato sulla Gaz-

zetta ufficiale nr. 74 del 16 settembre scorso. Il compimento diquesto servizio consente di poter accedere, una volta completa-to l’anno, alle Forze di Polizia (Carabinieri, Guardia di Finanza,Polizia di Stato, Forestale, Corpo delle Guardie Carcerarie e Cor-po Militare della Croce Rossa). L'arruolamento è aperto a uominie donne di età compresa fra i 18 ed i 25 anni, di statura almeno dim. 1,61 se donna ed 1,65 se uomo. I candidati devono possedererequisiti di moralità e condotta incensurabile e devono possede-re un diploma di istruzione secondaria di primo grado (3ª media)e possono essere single o sposati.

Coloro che intendono svolgere il servizio nel Corpo degli Alpinipossono chiedere informazioni telefonando al tenente colonnel-lo Marco Panciroli, direttore dell’agenzia di pubblica informazio-ne, tel. 0461/940516.Per il 1° blocco, posti 3.500, la domanda di partecipazione devepervenire entro il termine del 31 ottobre 2005; possono parteci-pare i nati dal 31.10.80 al 31.10.87. L’incorporazione è prevista peril mese di febbraio 2006.Per il 2° blocco, posti n. 3.500, (incorporazione nel mese di apri-le 2006) la domanda può essere presentata dal 1° novembre2005 e deve pervenire entro il termine del 31 dicembre 2005;possono partecipare i nati dal 31.12.80 al 31.12.87. �

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ALPINI IN ARMI

Lancio degli alpini paracadutistiin alta val Pusteria

Una compagnia di alpini paracadutisti del battaglioneMonte Cervino, del 4° reggimento Alpini, hanno ese-guito un periodo di addestramento in alta val Puste-

ria. Si è concluso con un lancio a Prato Piazza. Al terminehanno assistito ad una S. Messa celebrata dal cappellanodel reggimento don Gian Paolo Manenti; all’omelia, il cap-pellano ha ricordato il sergente Davide Casagrande, ca-duto in Iraq mentre era in missione di pace.

Al periodo addestrativo dei nostri alpini paracadutisti,ha partecipato anche un contingente giordano, in Italianell’ambito di uno scambio bilaterale molto proficuo perentrambi. Nelle foto: un momento del lancio degli alpini paracadu-tisti e della S. Messa al campo. (Foto Comando truppe al-pine). �

Unità cinofile della sezione di Torinoimpiegate in una ricerca in SloveniaI

l gruppo cinofilo “Dingo” della sezione di Torino, mentre sitrovava in Slovenia per una esercitazione congiunta conunità cinofile di soccorso slovene, austriache, tedesche e

austriache, è stato mobilitato per un intervento reale. L’allarmeera stato lanciato dalle autorità di Lubjana: un uomo era stato di-chiarato disperso mentre si aggirava nella zona del fiume Sava:l’intero territorio era investito dal maltempo e i sentieri eranoscivolosi per il fango. Quindici unità cinofile dei quattro Paesi chepartecipavano all’esercitazione hanno unito le forze e battuto ilterritorio: per la sezione tori-nese c’erano Emiliano Bres-san con il cane Mora, Ugo Ma-riani con il cane Tosca e GiuliaGugliermotti con il cane Du-ska. Le ricerche sono stateparticolarmente difficili perle condizioni del terreno: piùche la pioggia o il terreno im-pervio era il fango il peggior

ostacolo. Purtroppo del disperso non è stata scoperta alcunatraccia: secondo le autorità slovene era stato trascinato dallacorrente del fiume in piena. Le nostre unità hanno ricevuto ilplauso e il ringraziamento da parte del presidente della Commis-sione dei cani da soccorso dell’ente nazionale sloveno.L’impiego, per un intervento reale in condizioni estreme, dellesquadre cinofile di quattro diversi Paesi ha dimostrato un im-pensabile affiatamento delle squadre, con i volontari che si aiu-tavano a vicenda come se fossero sempre stati parte di un uni-

co gruppo. In tempi in cui idiversi paesi della Comunitàuniscono le forze per inter-venti umanitari di ogni tipo, èstato utile constatare ancorauna volta la preparazionedelle unità cinofile della no-stra Associazione, peraltronon nuove a interventi all’e-stero. �

PROTEZIONE CIVILE

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P er la prima volta, l’11 settembrescorso, la Sede Nazionale del-l’Associazione Nazionale Alpini

è stata presente, accanto alla Sezio-ne ANA Germania, a Sonthofen, sullePrealpi bavaresi dell’Allgäu, neipressi della frontiera svizzero-tede-sca, per l’annuale pellegrinaggio alsacrario del Monte Grünten.L’invito era stato rivolto personal-mente al nostro presidente naziona-le Perona dal comando della 10ª Divi-sione corazzata, da cui dipende la23ª Brigata Gebirgsjäger, e dai rap-presentanti dell’Associazione checura le onoranze al Grüntendenkmal.In relazione tuttavia, ai pregressicoincidenti impegni in Canada, ilpresidente ha dovuto con dispiace-re rinunciare e mi ha onorato, chie-dendomi di rappresentarlo nella cir-costanza.

Vi si recano da 57 anni i Soldati da Montagna tedeschi in congedoe quelli in servizio delle caserme di Füssen, di Mittenwald e del Baden Würtemberg

Sulla cima del Grünten (1.736 m), dacinquantasette anni, i soldati damontagna tedeschi, in congedo edin servizio (quest’anno oltre cin-quanta ragazze e ragazzi provenien-ti dalle caserme di Füssen, di Mit-tenwald e del Baden Würtemberghanno raggiunto con due ore di mar-cia la vetta), le associazioni degli excombattenti dell’Allgäu e della Ba-viera, ma anche del Würtemberg e dialtri Länder federali si ritrovano conuna quantità di cittadini per rendereomaggio alla memoria dei Caduti edelle vittime civili di guerra. Una ma-nifestazione di grande rilievo, dun-que. Più esattamente la seconda,per importanza, dopo quella che, aPentecoste, si svolge in vetta al-l’Hohen Brendten, presso Mit-tenwald.“Noi veniamo qui ormai da tre anni”,

dice Giovanni Sambucco, presidentedella Sezione ANA Germania, men-tre, lungo la cresta terminale delmonte, avvolta purtroppo da una fit-ta nebbia, ci portiamo verso l’areasacra. “Ogni anno – prosegue – lapresenza degli alpini in congedoquassù aumenta, sempre più graditada parte dei nostri amici tedeschi.Quest’anno, accanto ai miei ‘dellaseconda naja’ ci sono quelli di Aalene di Augsburg, sono presenti ancheuna ventina di penne nere di cinquegruppi (Porlezza, Claino con Oste-no, Carlazzo, Rampogno-Verna) del-la Sezione ANA di Como, che offri-ranno un omaggio floreale con i no-stri simboli associativi”. Mentre conversiamo, arriva la coro-na dell’ANA, recata da due Gebirg-sjäger: fronde di pino verdissime efiori dai colori luminosi. Sul nastro

Pellegrinaggio al monte Grünten,in Baviera L’omaggio ai Caduti

e alle vittime civili di guerra – Presente una delegazione ANA

299 - 2005

tricolore, a grandi caratteri d’oro, lascritta: Gli Alpini.“Sono estremamente grato al presi-dente nazionale, che so impegnatoin Nord America, per averti delegatoin questa occasione – continua Sam-bucco – io so quanto l’attenzione ela presenza ufficiale dell’ANA nazio-nale a questi momenti di raccogli-mento sia importante, per i Gebirg-sjäger e per noi. La montagna uniscee noi tutti, quassù ed insieme, lostiamo testimoniando”. Gli ricordo,allora, che, ancorché senza vessillo,per espresso desiderio del Presiden-te Giorgio Chiosso in quel momentorappresento anche i dodicimila as-sociati ai 150 gruppi della SezioneANA di Torino. Sambucco sorride,soddisfatto, mentre stringe le manidi una quantità di amici, vecchi enuovi.Si schierano le insegne – bellissimee pesantissime – delle varie associa-zioni di combattenti e di riservistitedeschi: il vessillo della SezioneANA di Germania e i gagliardetti diGruppo sono accanto a loro.In cima alla breve scalinata, alla de-stra della lapide più antica che ri-corda gli oltre tremila Caduti del 3°reggimento Gebirgsjäger nella Gran-de Guerra, viene apprestato l’altare.Celebrerà la Messa l’ultraottantennemons. Hermann Völck, che a Creta,con i paracadutisti, si guadagnò laprestigiosa Ritterkreuz.Giovanni Camesasca, direttore re-sponsabile de “Il Transalpino”, ed al-cuni volenterosi bavaresi ci tempe-stano di foto. Lampi di flash nellanebbia, barbagli di luce sull’oro del-le insegne.Dopo il rito religioso, ordinatamen-te, al rullo continuo di un tamburo(così usa, in Germania, per rendereonore a chi “è andato avanti”) ven-gono chiamate al Sacrario le corone,tantissime. Quando tocca all’ANA,Sambucco ed io saliamo dietro aidue soldati che depongono la nostracorona ai piedi dell’altissimo culmi-ne del monumento. Aggiustiamo ilnastro, sostiamo brevemente sull’at-tenti, la mano alla falda del cappello.Mentre riprendiamo posto nei ran-ghi, inaspettate quanto commoventie solenni, dagli ottoni della Mu-sikkappelle (banda musicale) diSonthofen si alzano le note del no-stro Silenzio. Un omaggio commo-

vente ai Caduti, senza dubbio, maanche un segno d’amicizia agli alpinid’Italia che oggi sono qui, numerosi.Ancora un momento solenne: la ce-rimonia è chiusa dall’inno bavarese,da quello nazionale tedesco e dallevivaci note della marcia dei Gebirg-sjäger, che tutti ascoltiamo sull’at-tenti, in unanime compostezza.Scendiamo, mentre la nebbia qua elà si squarcia, rivelando un verdissi-mo paesaggio di monti, di colli di-gradanti e di laghi che luccicano co-me argento forbito.Più tardi, durante il breve ricevimen-to a Sonthofen, consegno a nome delpresidente nazionale i crest associa-tivi al maggiore Anton Gerl, coman-dante interinale del Gebirgslogistik-battalion 8 (8º Battaglione Logisticoda Montagna) di Füssen, dove sonostato ottimamente ed amichevol-mente ospitato (a proposito, un gra-

zie particolare al mio mentore, te-nente Jörg Langer), al secondo pre-sidente della Truppen und Gebirg-sjäger Kameradschaft, Hans Singer(associazione cui compete l’organiz-zazione della cerimonia e la cura delmonumento) ed a Mons. Völck, l’en-tusiasta ottuagenario “parroco delGrünten”.“Un grazie particolare per la vostracordiale ospitalità”, dico loro, cer-cando di scandire bene le parole nelmio tedesco un poco appannato. Edaggiungo: “Sono certo che non di-menticherò assolutamente questagiornata con voi, tra queste monta-gne”.Quando scendo dal palco, mi si fa in-contro sorridente un Gebirgsjäger inmimetica: “Allora, ci rivedremo l’an-no venturo!”, mi dice, stringendomila mano.

Adriano Rocci

Alcuni alpini della sezione Germania e della delegazione giunta dall’Italia.Dietro il vessillo il presidente della sezione Germania, Giovanni Sambucco. A destra il colonnello Klammert del Kameradenkreis der Gebirgstruppe di Monaco.

La S. Messacelebrata da mons. Hermann Völck.

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“ORedentor Gesù, se qualcu-no ti vuole prenda comeguida il sole e s'innalzi

quassù”. Chissà quanti avranno ac-colto l'invito scolpito cinquant'annifa ai piedi del Cristo delle Vette, pro-teso ai 4.170 metri dell'isolotto roc-cioso del Balmenhorn sulla distesa

La cerimonia per ilcinquantesimo della posadella grande statua sul Balmenhorn

DI UMBERTO PELAZZA

Alpini di ieri e di oggi pelle

bianca ricamata dalle cime del Mon-te Rosa! Non c'è libro di rifugio cheriporti le loro sensazioni in ossequioa un rito appagante ma effimero co-me l'impronta sottile di uno sci sullaneve, al quale i più non saprebberorinunciare. Son rimasti invece lassù, suggellatiin una semplice bottiglia di vetro nelgeloso ricetto del piedistallo, i nomidegli artefici dell'epica impresa, alpi-ni e artiglieri alpini di ogni prove-nienza. Dei ventenni di cinquant'annifa alcuni han già raggiunto la vettapiù alta: altri, riconoscibili dal grigiodelle scarse chiome e dagli occhi luc-cicanti che dicevano: "C'ero anch'io";

319 - 2005

grini al Cristo delle vetteli abbiamo rivisti oggi, 4 settembre2005, insieme al loro comandante,per sempre “capitano” Picco, arzilloe pronto di spirito come allora. E, come allora, le spalle sgravate deisacri bronzi, in molti han ripercorsogli antichi sentieri dell'itinerario adogni angolo cangiante che il Signoredalle vie infinite, ma soprattutto er-te e faticose, aveva predisposto peril Figlio diletto: dal carrello a crema-gliera spinto a braccia, alle vogatesul lago schiaffeggiato dal maltempocome nella sinfonia di Rossini, allegroppe dei muli recalcitranti, alleslitte al traino sotto la nevicata, allescale a pioli sugli infidi crepacci, allecorde fisse ancorate sulle ultimerocce. Nessun frullo d'ali..., a bana-lizzare l'ascensione. Cielo limpido per la giornata del ri-cordo, celebrata in vetta con la mes-

sa officiata da monsignor Anfossi,vescovo di Aosta, e ricevuta in maxi-schermo nella parrocchiale di Gres-soney-St-Jean, preceduta dal mes-saggio di papa Benedetto XVI e dallaproiezione di un documentario d'e-poca sottolineata da applausi. Tra i fedeli Achille Compagnoni, giàpresente alla cerimonia inauguraledel 1955, i due commossi nipoti del-lo scultore Baj, Marzia e Alfredo, e ladelegazione ligure di Camogli, nellacui baia di San Fruttuoso era statoimmerso, nel 1953, il Cristo degliAbissi. La fiorita cittadina della valle del Lysha tributato un'accoglienza calorosaal comandante e ai numerosi alpinidel Centro Addestramento aostano,accorsi a onorare i loro nonni dellagloriosa Scuola Militare Alpina. Nelpomeriggio, mentre il simulacro delBalmenhorn si ammanta lentamentedi silenzio, rientrano a Gressoney,sorridenti e applauditi i protagonistidi mezzo secolo fa: “Era stata dura...ma volete mettere? Quelli erano ve-ramente i migliori anni della nostravita!”. �

Foto di Davide Camisasca concesse dalla Sanguinetti Comunicazioni di Pollein (Aosta).

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M arco Gaiardo, uno dei migliorispecialisti italiani di corsa inmontagna, porta alla sezione

ANA di Belluno il prestigioso titolo dicampione nazionale 2005. Per lo spe-cialista agordino è stata una garacondotta in testa sin dalle prime bat-tute, in compagnia del vicentino Mi-chele Barcarolo e del bergamascoMauro Lanfranchi, campione uscen-te della manifestazione. Con l’aumentare dell’impegno fisicoe l’accumulo di fatica emerge in pro-gressione la sua classe cristallina dialpino del btg. “Feltre”, e così sullacroce sommitale del monte Summa-no, sulla quale si è aperto uno squar-cio di sole proprio al momento del-l’arrivo dei big, giunge in perfetta so-litudine. Sul traguardo, Marco Gaiar-do staccava di ben (1’41”) MauroLanfranchi ed ancor di più nettamen-te (3’37”), l’altro orobico Danilo Bo-sio, già plurivincitore in passato. Al via erano presenti circa trecentoconcorrenti appartenenti a 29 sezio-ni ANA in rappresentanza di tutto ilNord Italia e dell’Abruzzo. Il traccia-to di gara, disegnato sul versantesud della montagna, era completa-mente in salita e con un dislivello dimille metri.Molto positiva anche la prova dei

Gara individuale: Marco Gaiardo trionfa sul Summano

SPORT

300 gli iscritti al 34º campio-nato nazionale ANA, a Santor-so (Vicenza) – tra i veteranivittoria di Dino Tadello e IvoAndrich dell’ANA di Belluno,sezione del vincitore assoluto

“veterani”, con l’arrivo simultaneo enel segno dell’amicizia del duo com-posto da Dino Tadello ed Ivo Andri-ch dell’ANA di Belluno. Tadello era intesta, vedendo il compagno a pochedecine di metri da lui, lo ha aspetta-to per tagliare insieme il traguardo.Ufficialmente è il vincitore, ma lo èancor più moralmente perché ha di-mostrato un grande spirito sportivoe soprattutto alpino. È stato un gestoche onora lui e tutti gli alpini.Terzo, a 1’24”, il campione italianouscente Alfredo Pasini (ANA Berga-mo). I “camosci delle Orobie” cedono loscettro individuale ai bellunesi maconservano la leadership a livello se-zionale precedendo la Valtellinese eVicenza che, inoltre, registra l’ottimaprestazione individuale di MicheleBarcarolo, quinto assoluto.Fra i militari in servizio, la vittoria èandata ad Ambrogio Pisano, del Co-mando Truppe alpine. �

CORSA IN MONTAGNA

CLASSIFICHE1ª e 2ª Categoria: 1° Marco Gaiardo(Belluno) 43’48”, 2° Mauro Lanfran-chi (Bergamo) a 1’41”, 3° Danilo Bo-sio (Bergamo) a 3’37”, 4° Alen Bo-nesi (Bergamo) a 3’44”, 5° MicheleBarcarolo (Vicenza) a 3’57”.3ª e 4ª categoria: 1° Dino Tadello(Belluno) 36’19”, 2° Ivo Andrich(Belluno) a 0”7, 3° Alfredo Pasini(Bergamo) a 1’24”, 4° Tarcisio Cap-pelletti (Trento) a 2’29”, 5° EnnioSavio (Vicenza) a 2’58”.Alpini in armi: 1° Ambrogio Pisano(Cta) 53’01”, 2° Paolo Cupido (Cta)a 1’57”.Per sezioni: 1° Bergamo punti 1679,2° Valtellinese 1486, 3° Vicenza1329, 4° Verona 985, 5° Biella 958.

LE INTERVISTE AI PROTAGONISTIMarco Gaiardo: “Al di là della vitto-ria, che fa sempre piacere, questagara mi è servita da test importanteper valutare la mia condizione allavigilia della partenza per i Campio-nati mondiali di corsa in montagnaprevisti a Wellington (Nuova Zelan-da) fra quindici giorni. Bello il per-corso con la salita che mi è piaciu-ta”.Mauro Lanfranchi: “Ho fatto il pos-sibile per restare sulle “tracce” diGaiardo ma era più forte lui. Sonocomunque soddisfatto, perché arri-vavo da un infortunio e una salita diquesta caratteristica era quello checi voleva per capire la mia attualecondizione”.Michele Barcarolo (primo dei vi-centini): “Non ero al meglio nel pri-mo tratto, poi mi sono messo a regi-me concludendo in maniera più chesoddisfacente”.

Dino Tadello, primo nella categoria “over50” con Ivo Andrich: hanno tagliato il tra-guardo insieme.

Il podio della gara individuale: al centroMarco Gaiardo, a destra Mauro Lanfranchie a sinistra il terzo arrivato, Danilo Bosio.

La partenza.

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CORSA IN MONTAGNA

Gara a staffetta: Belluno sul podio, dopo un lungo digiunoBelluno riconquista dopo 18 anni

il titolo nazionale di corsa inmontagna a staffetta.

Diciotto anni: tanto è durato il “di-giuno” della sezione di Belluno nelcampionato. Era il 1986 quando ed aSan Zeno di Verona, la sezione bellu-nese metteva a segno un tris di vitto-rie e di titoli. Poi il silenzio durato di-ciotto anni interrotto con la ventino-vesima edizione della gara organiz-zata a Mezzoldo, sulla montagna ber-gamasca, dal gruppo locale coordi-nato dal capogruppo Santino Salvinie dal sindaco Raimondo Balicco conil supporto della commissione sport(Dino Perolari, Gianfranco Rota, Lui-gi Invernizzi) della sezione ANA diBergamo. Belluno ha vinto con una terna atleti-ca di altissimo valore tecnico ed ago-nistico: Claudio Cassi, Ennio De Bo-na, Marco Gaiardo. Bergamo è uscitaa testa alta dall’appuntamento aven-do conquistato il secondo ed il terzoposto con le terne formate da: Anto-nio Toninelli, Mauro Lanfranchi, Cri-stian Terzi - Danilo Bosio, Isidoro Ca-vagna e Luciano Bosio, primeggian-do nel trofeo “Marco Balocco” e nel-la classifica per sezioni. Una vittoria veramente perentoriaquella della squadra di punta dellasezione bellunese, che ha potutoschierare una formazione di altissi-mo spessore. Claudio Cassi è perso-naggio di spicco della corsa in mon-tagna a livello nazionale anche neiranghi FIDAL; Ennio De Bona era sta-to campione nazionale nelle tre edi-zioni sopracitate. Di Marco Gaiardoc’è poco da dire tanto è conosciutonel mondo della corsa in montagna,essendone uno degli esponenti dispicco a livello mondiale. “Ci eravamo preparati bene, con de-terminazione” ha affermato De Bona

Erano 18 anni che la sezionenon prevaleva in questacompetizione – Alla partenza85 squadre – Nel terzetto ditesta, Marco Gaiardo, cam-pione individuale assoluto

a fine gara, “proprio perché la vitto-ria era nelle nostre intenzioni. Non èstato facile, perché i bergamaschi so-no sempre fortissimi, ma finalmentesiamo riusciti a tornare nell’Albod’Oro della manifestazione”.L’evento ha avuto un prodromo nellagiornata di sabato con il momentopatriottico della sfilata delle pennenere per le vie del piccolo borgo al-pestre - posto sulla strada del Passodi San Marco che mette in comunica-zione la Valle Brembana e la Valtelli-na - con l’omaggio al monumento aiCaduti, i discorsi ufficiali e la cele-brazione della Santa Messa.Ventuno le sezioni partecipanti, con85 squadre alla partenza di un cam-pionato “affollatissimo”, seguito daun folto pubblico di appassionati

della corsa in montagna e di turisti.L’Associazione è stata rappresentatadal vicepresidente nazionale GiorgioSonzogni e dal consigliere nazionaleAlfredo Nebiolo. Per l’ANA Bergamoerano presenti il past-president EnzoCrepaldi, novantaquattrenne reducedi Nikolajewka, il presidente seziona-le Antonio Sarti ed una decina diconsiglieri.Folta e molto qualificata la rappre-sentanza del mondo amministrativolocale, della quale hanno fatto parteil presidente della Comunità Monta-na di Valle Brembana, Piero Busi al-pino, e numerosi sindaci della valle.Infine, a garantire l’ottimo svolgi-mento della manifestazione, unasplendida giornata estiva.

Sergio Tiraboschi

I vincitori con lo speaker della gara Francesco Brighenti. Accanto a lui, Marco Gaiardo,Ennio De Bona, Claudio Cassi e (con il cappello alpino) il sindaco di Mezzoldo Rai-mondo Balocco, che è anche il responsabile nazionale della nazionale di corsa inmontagna. (Foto Anna Patti-San Pellegrino Terme)

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Sono passati quattro anni daquando il capogruppo RenatoFoschiatti, coadiuvato da Giaco-

mo Lepore, ha dato vita al coro “Al-pini Gruppo Gemona” radunando ungruppo di 40 appassionati al cantosotto la valente direzione del mae-stro Fulvio Zanin. L’intento dei fon-datori era di diffondere cante attintedal repertorio popolare e alpino, chespesso a Gemona, sono tutt’uno,considerata la lunga tradizione alpi-na di questo territorio.Dopo il “battesimo” al teatro Glemo-nensis di Gemona avvenuto il 20aprile 2002, il coro è passato di suc-cesso in successo, grazie anche allacura e alla preparazione artistica delcomplesso guidato dal maestro Za-nin. In alcune esecuzioni il coro hagoduto dell’accompagnamento mu-sicale della Banda Filarmonica di Ma-

Coro “Alpini Gruppo Gemona”CORI E FANFARE

donna di Buja il cui presidente Adria-no Miani è anche rodato corista.Il coro “Alpini Gruppo Gemona” dallasua costituzione ha partecipato al-l’Adunata di Aosta, di Trieste e diParma, alla rassegna corale di Vipite-no e costituisce il clou in varie mani-

festazioni che si svolgono a Gemonae nel territorio. Vive un felice perio-do di intensa attività, rispondendocon entusiasmo e professionalitàagli impegni ed affermandosi comeuna delle realtà culturali più impor-tanti del gemonese. �

L’amore per i cori, nati numerosianche nel territorio bassanese, èparticolarmente radicato nel

cuore della gente perché il canto usalinguaggi immediati e universali, sen-za i falsi pudori che caratterizzanoaltre forme di comunicazione. Quan-do, poi, il canto di ispirazione popo-lare assume le forme più nobili del-l’arte, per mano di poeti e musicistiautentici, allora nell’espressione co-rale si sentono rappresentate tutte lecomponenti della società, senza di-stinzione di età, di classe e di estra-zione culturale. In questi valori siidentifica anche il Coro della SezioneAlpini di Bassano, nel quale conflui-scono, dal 1984, le culture musicalidel Coro ANA Monte Grappa, nato aBassano nel 1960 e quelle del CoroEdelweiss sorto nel 1965 a Borso delGrappa. Un fortunato connubio diesperienze tradotto in concerti inquasi tutte le Regioni italiane, in mol-ti Paesi europei (Svizzera, Francia,Germania, Austria, Slovacchia, Fin-landia, Russia) e d’oltre oceano (Ca-

Coro Edelweiss-Monte GrappaCustodi fedeli dello spirito alpino

nada, Stati Uniti). Molte sono state leoccasioni per esibirsi in luoghi pre-stigiosi, come il teatro comunale diTreviso, quello di Cosenza, il Rosset-ti di Trieste, il Politeama di Palermo,la Cattedrale di Asolo, la Basilica delSanto a Padova e il Duomo di Assisi. Nella città umbra, nel 2002, il CentroInternazionale per la Pace fra i Popo-li gli ha conferito il titolo di “Cavalie-re per la Pace”: un’onorificenza chericonosce al coro l’impegno a tra-smettere con le canzoni di guerra unforte messaggio di pace e, come alpi-ni, l’impegno a promuovere questogrande valore con la solidarietà. Nel 2003 il coro ha partecipato a Ros-sosch alle celebrazioni del 10° anni-versario dell’asilo e del 60° di Niko-

lajewka. I pezzi migliori sono stati in-cisi in un nastro e in videocassetta.Più volte è stato richiesto per esecu-zioni dalle reti televisive Rai, Media-set e locali. Ogni anno ad una settimana dall’a-dunata nazionale, il coro organizza aBassano una rassegna di canti alpini. Punto d’orgoglio del coro è la giova-ne età degli attuali trentatré compo-nenti, che rappresentano buona par-te dei gruppi della Sezione e che, as-sieme al direttore Massimo Squizza-to, intendono rimanere interpretimusicali, puntuali e fedeli dell’Asso-ciazione Alpini che rappresentano,nonché dei sentimenti e delle aspira-zioni più forti e nobili della gente del-la propria terra. �

Il coro sul ponte di Bassano davantialla sede della Sezione.

359 - 2005

Com’è noto, il Consiglio DirettivoNazionale ha istituito un pre-mio da assegnare ogni due anni

al giornale – sezionale o di gruppo –che una speciale commissione ap-positamente istituita giudicherà ilmigliore per contenuti, ricchezza diarticoli, impaginazione. È il “Premiostampa alpina Vittorio Piotti”, la cuiprima edizione nazionale è stata ag-giudicata a “Carnia Alpina”, giornaledella sezione carnica.Il premio Piotti venne istituito per laprima volta dalla sezione di Brescia,ed aveva carattere sezionale. Ora èstato “adottato” dal CDN che l’hatrasformato in premio nazionale acadenza biennale.Il regolamento prevede che negli annidispari si proceda alla raccolta delleriviste delle sezioni e dei gruppi cheintendono concorrere e negli anni pa-ri all’assegnazione del premio, cheavverrà in occasione del Convegnoitinerante della stampa alpina.Per la seconda edizione del premio –del 2006 – i presidenti di sezione,d’intesa con i direttori delle testate,dovranno inviare entro il 31 gennaio2006 alcune copie dei rispettivi gior-nali editi nell’ultimo biennio alla re-dazione de L’Alpino, che le metterà adisposizione della commissione perla selezione. Le testate che non os-

“Premio Stampa alpina Vittorio Piotti”:scade il 31 gennaio 2006 il termine per partecipare

Alla Scuola telecomunicazioni delle Forze Armate di Chiavari, co-mandata dal capitano di vascello Angelo Castriotta, gli alpini e i so-ci dell’U.N.U.C.I. di Chiavari hanno partecipato alla cerimonia di pre-

miazione dei vincitori del “Concorso di narrativa 2005” intitolato al sotto-tenente Vincenzo De Michiel, Medaglia d’Oro al Valor Militare. Tra i vincito-ri si sono classificati due alpini. La Medaglia d’Oro del concorso è stata vin-ta da Franco Vaia, artigliere alpino di Gemona del Friuli, mentre GermanoAffaticati di Bresso è stato premiato con la medaglia d’argento. Alla ceri-monia conclusiva erano presenti, tra gli altri, il fratello del sottotenente DeMichiel, Bruno, l’on. Gabriella Mondello, i sindaci di Chiavari Sergio Poggi edi Lavagna Giuliano Vaccarezza e il vice questore Giannina Roatta. �

Il concorso di narrativa“Vincenzo De Michiel”

vinto da due alpiniOscar Brambani per la suatesi di laurea sta condu-cendo una ricerca storica

sui nostri soldati internati inGermania dal ’43 al ’45 (IMI). A tale scopo chiede l’aiuto diquanti sono in possesso diinformazioni o materiali chepossano portare un contributoa questa ricerca. Scrivergli in via don Mornatti 3– 22010 Germasino (Como),e-mail: [email protected]

Tesi di laureasugli IMI

serveranno questa scadenza non sa-ranno considerate agli effetti delconcorso. Di seguito pubblichiamoil regolamento del premio, approva-to dal CDN.

� REGOLAMENTOIl premio avrà la seguente intitola-zione “Premio Stampa Alpina Vitto-rio Piotti”. Il premio avrà periodicitàbiennale. Hanno diritto a partecipa-re tutti i periodici delle sezioni e deigruppi A.N.A.La giuria sarà composta dal diretto-re dell’ultima testata vincitrice delpremio (che pertanto non partecipaall’edizione successiva), dal vicepresidente vicario A.N.A., dal diret-tore de L’Alpino, dal presidente delcomitato di direzione de L’Alpino,

dal presidente della commissionedel Centro Studi, dal delegato dellasezione di Brescia. La giuria deci-derà, a maggioranza dei presenti eda parità prevarrà il parere del presi-dente vicario.La giuria individuerà il vincitore tra iperiodici pervenuti entro il 31 gen-naio dell’anno di assegnazione (perla prossima edizione il termine sca-de dunque il 31 gennaio 2006). L’assegnazione del premio avverràin occasione del C.I.S.A. 2006 (Con-vegno Itinerante della Stampa Alpi-na).Il premio consisterà in un trofeo iti-nerante ed una pergamena a firmadel Presidente nazionale. Detto Tro-feo resterà in affido, per due anni, al-la sezione premiata. �

zona franca

369 - 2005

� Attività culturale dei gruppi

Ritengo che l'elemento basilare, ca-pace di attirare e di mantenere nel

tempo la funzione di collante e di vivi-ficare gli interessi dei nostri associati,sia, sopra ogni altro, quello culturale,inteso nella più ampia accezione deltermine.Sono belle le caratteristiche feste alpi-ne, le sfilate, i simposi e le tavolate, in-somma gli incontri organizzati per sta-re insieme. Ma tutto ciò sarebbe pocacosa se rimanesse del tutto assentequel minimo di attività culturale cherende vivo e interessante lo scambiodi opinioni, mediante un aperto e co-struttivo dialogo tra le persone. Il tut-to finalizzato all'arricchimento del ba-gaglio culturale dei singoli, con evi-dente vantaggio generale.Nella mia lunga esperienza scolasticaho appreso una regola fondamentale:la persistenza degli interessi di unapersona verso un determinato obietti-vo è il fondamento dell'attività intellet-tuale dell'individuo ed è la molla chefa scattare e durare nel tempo ogni sa-na attività. Intendiamoci, al fine di evi-tare equivoci, sul termine cultura, inquesto preciso contesto, che deve es-sere inteso come desiderio e aspira-zione alla ricchezza interiore, all'edu-cazione e alla tendenza al bello, nelsenso classico; quindi: discernimentocritico di tutto ciò che la vita di rela-zione ci presenta e finisce col modifi-care il nostro comportamento. Pensia-mo soltanto all'importanza dei mediache oggi imperversano con effetti mol-to spesso negativi a causa dell'impre-parazione della gran parte degli uten-ti. Basti pensare a frasi ricorrenti co-me “l'ha detto la televisione!”.In questi ultimi anni abbiamo dedicatomolto tempo alla conoscenza della no-stra storia, alle mitiche imprese deinostri battaglioni, al sacrificio estre-mo dei nostri Eroi, al fine di far cono-scere su quali basi si fonda l'orgogliodi essere alpini. Così pure s'è illustratoquanto è stato fatto e si continua a fa-re nel campo della Protezione Civile.Oggi però non si può pretendere di vi-vere di ricordi e degli aloni di gloriadel passato, i quali formano pur sem-pre il grande e solido piedistallo stori-co della nostra associazione.Quindi, riconosciuta la validità dell'as-sunto, riteniamo doveroso mettere afuoco gli argomenti che sicuramente

riscuoteranno l'interesse dei nostri as-sociati, come: la storia delle penne ne-re in guerra e in pace, gli aggiorna-menti sulla grande politica (a titolo diesempio: la nascita e lo sviluppo dellanuova Europa, con i problemi e i van-taggi che ne derivano); i grandi temidella vita pubblica, le forme di demo-crazia odierne, la storia delle grandidemocrazie; qualche pagina di buonaletteratura, opportunamente scelta eaccessibile a tutti; qualche argomentodi carattere musicale, dando la prio-rità alla nostra tradizione alpina deicori, ed altri argomenti ritenuti di ba-silare importanza.Va ribadita l'assoluta esclusione diqualsiasi argomento concernente lapolitica partitica.Per ultimo, non certo per importanza,si raccomanda una maggiore cura peri nostri giornali e periodici di sezionee di gruppo che raggiungono capillar-mente anche i più tiepidi, cioè coloroche, pur fedeli iscritti, rimangono aimargini della vita dell'Associazione.La nostra grande famiglia dell'ANA èun mondo poliedrico e completo: tuttii tipi di mestiere o professione sonorappresentati. Questa è l'occasione dicoloro che sono in possesso di mag-giore cultura: si mettano a disposizio-ne per assumere iniziative come sopraaccennato. Sicuramente riscuoteran-no grandi soddisfazioni.I capigruppo imparino a sfruttare que-ste nuove vie, d'accordo con i colleghidi altri gruppi anche per lo scambio direlatori capaci e del materiale audiovi-sivo a disposizione.In tal modo, ogni nucleo diventerà uncentro culturale alpino.

Vito Mantia

� Signore, conservaci così

A Parma, durante la celebrazionedella santa Messa il vescovo,

mons. Bonicelli, ha invitato a pregareper tutti gli alpini e per l’Associazione.Mi sono chiesto cosa avrei potutochiedere al Signore per me, per gli al-pini e per i tanti che ancora non cono-sco ma che sento vicini.Tanti pensieri si sono rincorsi nellamia mente, tanti desideri, tante neces-sità. Al termine di queste riflessioni misono permesso, Signore, di chiedertiuna sola cosa: la salute, necessaria sedobbiamo fare la Tua volontà, ma per ilresto lascia gli alpini così come sono.

Lasciali brontoloni, scontenti e critico-ni, lasciali litigare nell’interesse dellecose in cui credono, lasciali generosi ediffidenti, imboscati e in prima fila, la-sciali così perché così è l’uomo.Conserva lungamente la franchezza,l’umiltà, la serenità, la fratellanza, l’u-manità e l’allegria dei nostri alpini. La-sciaci con i nostri difetti e con le no-stre debolezze e preservaci nei nostrivalori che dobbiamo e possiamo anco-ra offrire alla società. Ci sentiamo be-ne così.

Giorgio Chiosso - Torino

Stralcio dell’editoriale del presidentedella sezione di Torino comparso sullarivista sezionale “Ciao Pais”.

� Su “l’alpinità”

Caro direttore, ho letto il suo articolosul significato da attribuire al termi-

ne “alpinità” (L’Alpino febbraio 2005).Sollecitata nell’intimo mio dall’argo-mento, mi sono fermata a metà del pez-zo (l’ho terminato successivamente)per non lasciarmi influenzare dalla suaopinione in merito. Seduta in poltrona,ho chiuso gli occhi e mi sono chiesta: eper te, Marcella, cos’è l’alpinità?La risposta è giunta con tale immedia-tezza da far soprendere me stessa. So-no qui a dirgliela: alpinità è l’immede-simazione morale e in toto alpino-montagna. Questa, dura e rocciosa,quello pervicace e deciso (è o no ami-co dei muli?); questa, lanciata verso ilcielo, quello proteso a cercare di rag-giungere le vette dei valori umani e so-ciali con risultati a frequenza “spessis-simissima” (se, erroneamente, è inval-so l’uso del “tantissimo”, per rabbia edispetto verso chi strapazza la nostralingua io conio il superlativo di un su-perlativo e mi perdonino la grammati-ca italiana, il Devoto-Oli e i lettori).L’una, vivida di freschezza, l’altro fre-sco di vitalità. E, riflettiamoci, non èun becero gioco di parole. L’una gene-rosa e terribile al variare delle circo-stanze, l’altro a sua immagine e somi-glianza nell’affrontare la vita. La mon-tagna, possente baluardo naturale,l’alpino votato per scelta a ogni tipo didifesa quando il mondo decide di gira-re al rovescio.Arrivata qui, direttore, non mi è venu-to in mente più nulla e mi sono allorafermata perchè le forzature sono sem-pre pessime consigliere.

Marcella Rossi Spadea

379 - 2005

I libri recensiti in questa rubrica si possono reperirepresso la Libreria Militare (via Morigi 15,

angolo via Vigna, Milano; tel. 02-89010725) punto vendita gestito da due alpini.in biblioteca

PRIGIONIERO IN RUSSIA

Otto anni di prigionia in Russia, di cui cinquepassati ai lavori forzati: Lelio Zoccai, caporal-

maggiore della 9ª compagnia del XXX battaglio-ne guastatori alpini, è uno degli ultimi testimonidi un calvario costellato di croci, di fame, dimalattie, di torture fisiche e psicologiche, diinterrogatori umilianti, di processi farsa. Nei con-fronti dei soldati prigionieri, l'NKVD, l'onnipre-sente polizia politica russa, tenne un atteggia-mento disumano, spiandoli di continuo, sotto-ponendoli a ri-catti odiosi. Il diario di Zoccai è unviolento «j'accuse» non solo contro la barbariedei carcerieri ma anche contro i “volonterosicomplici” italiani che nei lager russi accettaronodi essere aguzzini dei loro compatrioti. Un atto d'accusa che nonrisparmia chi sapeva e per opportunità politica ha taciuto.

LELIO ZOCCAIPRIGIONIERO IN RUSSIAUn guastatore alpino nei lager sovietici 1943-1950.Pag. 188 – euro 14,50Mursia Editore – Milanowww.mursia.com – In tutte le librerie

OLTRE IL CONFINE

«Cosa è rimasto e quanto dureràancora?»: è l'interrogativo che

trapela da questo commosso tributodella memoria a una terra, l'Istria, ea un paese, Grabrova, che ne è sin-tesi e simbolo. Attraverso raccontisolidi nell'impianto, accurati nel lin-guaggio, l'autore ha saputo trasferireesperienze significative di vita inscrittura, descrivendo volti, riti egesti, che richiederebbero di perde-re la loro essenza sacra e antica perrivivere solo nella memoria di chi resta o di chi torna. NonnoJure, Boris, Katarina e soprattutto Liza, icona critica e appas-sionata di questa terra, avvincono e suggeriscono che ogniconfine andrebbe superato. Indimenticabile affresco di unmondo sospeso tra storia e natura, nostalgia e umanità, delquale al lettore non resta che ripercorrere le strade.

GABRIO GABRIELEOLTRE IL CONFINEPag. 110 – euro 12,00Sconto del 20% per i lettori de “L’Alpino”Editrice Nuovi Autori – MilanoTel. 02/89409338 – Fax 02/58107048www.editricenuoviautori.it - [email protected]

I FRATELLI BETTONIDalle rive del Don ai lager nazisti1941-1945

Il libro narra le vicende dei duefratelli Luigi e Giuseppe Bettoni

di Tavernola Bergamasca chehanno vissuto le tristi esperienzedella campagna di Russia (ilprimo) e della prigionia nei lagernazisti (ambedue). Il grosso dellanarrazione è riservato alle testi-monianze particolareggiate registrate dall’autore nei numero-si incontri con Luigi e Giuseppe.Lo sfogo liberatore dei due protagonisti, ha dato l’occasioneper conoscere le vicende di uomini della comunità bergama-sca che, come tanti, hanno contribuito in prima persona ascrivere uno dei capitoli più drammatici della storia italiana.Il racconto coinvolge il lettore non solo nella cruda quotidia-nità delle situazioni narrate, ma anche nella comprensionedei comportamenti umani che nel pericolo manifestano l’at-taccamento ai valori dell’amicizia, della famiglia, dell’altrui-smo, della speranza di costruire un mondo migliore.

JORIS DANILO PEZZOTTII FRATELLI BETTONIDalle rive del Don ai lager nazistiFerrari Editrice – ClusonePag. 235 – euro 14,00 + spese di spedizioneIl volume deve essere richiesto all’autore:Joris Danilo Pezzotti – Via Sarnico 33 – 24060 Tavernola (BG)Tel. 035/931230 – cell. 339/1943771e-mail: [email protected]

GLI ALPINIUOMINI, STORIA, UNIFORMI

È da poco in edicola “Gli Alpini-Uomini,Storia, Uniformi” delle Edizioni del

Prado, una collezione a fascicoli settimanalisulla nostra storia, dalla fondazione delCorpo degli Alpini ai nostri giorni attraversosessanta soldatini di piombo, accompagnatida una scheda uniformologica. I fascicoli acolori, alla fine dell’opera, potranno essererilegati con le copertine che saranno distri-buite, formando eleganti volumi da conser-vare. Tutti i soldatini sono pezzi unici dipintia mano e compongono una collezione checopre ogni periodo storico, e che tratta l’e-popea delle Truppe Alpine: gli uomini, ireparti, le battaglie, le tradizioni, daPerrucchetti alle missioni di oggi, passando per le due guerremondiali, le avventure coloniali, le attività dell’ANA. L’opera ècurata da due tra i più noti esperti del settore storico-uniformo-logico, Luca Soldati e Stefano Rossi, che garantiscono l’elevataqualità della realizzazione. Stefano Rossi, capitano in congedodegli alpini paracadutisti, conosce la nostra storia, gli aneddoti,le curiosità della nostra tradizione, che rendono la trattazioneancora più ricca.L’opera si avvale della mano del disegnatore Ezio Giglioli per letavole inedite delle uniformi, realizzate espressamente, e che,custodite in un apposito raccoglitore, costituiscono una colle-zione nella collezione. Informazioni e richieste di abbonamentio di arretrati possono essere richieste al Servizio Clienti attra-verso il sito dell’editore.

LUCA SOLDATI E STEFANO ROSSIGLI ALPINI – UOMINI, STORIA, UNIFORMIOgni fascicolo di 8 pagg. con soldatino e scheda uniformolo-gica – euro 9,95. Edizioni del Prado – Madrid (Spagna) –www.delprado.it – oppure Servizio Clienti al numero199.158800 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 14 (tariffa unicada tutta Italia: Euro 0,12/min.).

389 - 2005

chi si riconosce?incontriamoci!

BRG. CADORE, GR. AGORDO NEL 1960Cena dei congedanti, 3°/’37, 6° artiglieria da montagna,brg. Cadore, gruppo Agordo, a Pedavena nel dicembredel 1960. Contattare Alberto Suci, 0574-750069; oppu-re inviargli una mail all’indirizzo [email protected]

BTG. VAL PELLICE, 226ª CP.Btg, Val Pellice, 226ª cp., trasferito poi all’11° Alpini, divi-sione Pusteria, btg. Bolzano a Marostica e Bassano delGrappa, prima della partenza per il fronte greco-albane-se. Scrivere a Battista Giordanengo, via San Giovanni 8 –10064 Pinerolo (Torino).

GR. VESTONE, 35ª BATTERIACena dei congedanti, 1°/’66, 35ª batteria, gruppo Vesto-ne a Merano. Contattare Bruno Zola, al nr. 030-3541383.

MERANO NEL 1947Caserma Cesare Battisti a Merano, cp. comando reggi-mentale, nella primavera del 1947. Telefonare a MarioParise, 0473-563795.

10° ALPINI, NEL ‘44Ancona, nel 1944, 10°battaglione Alpini. SonoGecchele, Mantovani,Giandoso, Barolo, Furla-netto. Contattare GiorgioGecchele, 0444-872222.

46° CORSO AUCAosta, nel gennaio del1967, 46° corso AUC. Tode-scato, Rebecchi, Calciolari,Raglia, Moretti, Orsoni,Bartolotti sono pregati dicontattare Fausto Berio, alnr. 010-219020, oppurescrivergli all’indirizzo [email protected] cerca inoltre il mor-taista che salì con lui sulMonviso, nel giugno del1967, quando erano alcampo estivo a Dronero(Cuneo), brg. Taurinense,4° Alpini, btg. Susa, 35ª cp.

SAN GIORGIO ACREMANO NEL ‘70San Giorgio a Cremano(Napoli), nel 1970, allascuola trasmissioni, ilgiorno di Pasqua. Contat-tare Candido Rosa Marin,al nr. 011-9349143.

BTG. L’AQUILA, NEL 1948Alpini del btg. L’Aquila, 93ªcompagnia, nel luglio del‘48. Sono, da sinistra: Vin-cenzo Santurbano, Anto-nio D’Ancelo, MarianoMattioli, Giuseppe D’An-celo, Giovanni Palmerio eAntonio Di Pietro. Scriverealla sezione ANA di Ot-tawa all’indirizzo: 1424Caledon St. PO box 8124,Ottawa ON K1G 3H6.

399 - 2005

alpino chiamaalpino

CAR DI MONDOVI’, NEL 1966Genieri al CAR del 2° Alpini di Mondovì, nel giugno del1966. Telefonare a Gino Luigi Viel, al nr. 328-4614518.

GRUPPO VESTONE, 39ª BATTERIACampo estivo, gruppo Vestone, 39ª batteria, 1°/’37: aMadonna di Senales nel luglio del 1959. ContattareVentura, al nr. 339-2404723.

6° CORSO AUCChamporcher, nel 1951:ufficiali del 6° corso AUC,aggregati al btg. Aosta, 4°Alpini. Telefonare a Rena-to Porta, al nr. 019-486908; oppure scrivergliall’indirzzo: [email protected]

CP. COMANDO, BTG. L’AQUILABtg. L’Aquila, cp. Comandoa Tarvisio: foto scattata aCima 11 (Auronzo) con ilmulo Cirone, nel 1957. Te-lefonare a Paolo Serafini,075-8557703.

SAN CANDIDO NEL 1966Btg. Val Brenta a San Candido nel 1966. Contattare An-drea Modena, al nr. 340-0766091.

BARDONECCHIA NEL 1940Erano a Bardonecchia, nel 1940 prima di partire per ilMontenegro. Scrivere a Giovanni Iviglia in via U. Garo-glio, 3 - San Maurizio di Conzano - tel. 0142.925564.

BERNARDINO GUIDISi cercano notizie di Bernardino Guidi, na-to nel novembre del 1917 a Pieve Foscia-na (Lucca) e dato per disperso nel 1943durante la campagna di Russia. Era un ar-tigliere alpino della divisione Cuneense. Chi fosse in grado di dare sue notizie allafamiglia, contatti la nipote Rosa Rita Gui-

di, via Aldo Moro 4 – 55032 Castelnuovo Garfagnana(Lucca) – e-mail: [email protected]

ETTORE GUARNERIChi si ricorda del cap. magg. EttoreGuarneri, appartenente al 4° Alpini eandato avanti nel 1941 in Montenegro?Contattare Norberto Guarneri al nr.

0332-551093.

IL CAPPELLO E LA SIGNORA FRIULANA, NEL ‘43“Camminavo a piedi attraverso una borgata nei pressi diCividale del Friuli... era il 9 settembre del 1943. Una giova-ne donna mi chiede se sono friulano, io gli rispondo che so-no vicentino.... «Vieni, perchè se ti beccano i tedeschi ti por-tano in Germania», mi rispose la signora, e mi accompagnòin una casa dove altre donne preparavano abiti civili dadare ai militari di passaggio per evitare loro di essere fattiprigionieri”. Così ci scrive Giuseppe Nonchesin, che oggidopo oltre 60 anni vorrebbe ritrovare questa gentilissima si-gnora per ringraziarla (o una sua parente) e sapere se con-serva ancora il suo cappello alpino che quel giorno dovetteabbandonare in quella casa. Il cappello aveva un fregio d’ar-tiglieria, con il numero 3 e la nappina verde con il numero18. Se qualcuno si ricordasse dell’episodio è pregato di con-tattare Giuseppe Nonchesin, al nr. 0424-462751.

GRUPPO SUSA, 1ª BATTERIAGli artiglieri del 2°/‘73, 1ªbatteria, gruppo Susa si ri-troveranno dopo oltre 30anni dal congedo. Telefo-nare a Giulio Carloni, al nr.0324-33685; oppure aDario Tisti, 0324-248682.

ANTONIO DEL MONACOMario Garbari cerca il ser-gente Antonio Del Monacoche prestava servizio nel‘55 all’11° alpini da posizio-ne a Tolmezzo, comandatodal ten. Marcello Trevisan.Contattare Mario Garbari,al nr. 0432-928476.

incontri

409 - 2005

Di nuovo insieme a 62 annidalla ritirata di Russia: sonoAgostino Peruck, classe 1915 ePaolo Castagna, entrambi del-la sezione di Sydney (Austra-lia) che si sono ritrovati alla fe-sta sezionale di Wollongong.

Felice Mongiat, del gruppo diCasarsa San Giovanni (Porde-none) e Ottorino Slaviero diRoana (Vicenza), si sono ritro-vati dopo 53 anni all’inaugura-zione della sede di Casarsa.

Insieme a Feltre alla festa diSanta Barbara gli artiglieriGianluigi Seben, GabrieleSplendore e Clemi Ginato. Cin-quant’anni fa erano alla caser-ma D’Angelo, a Belluno.

Si sono trovati alla Campanadei Caduti di Rovereto, Anto-nio Delpero ed Enrico Bazza-nella, che nel ‘63 erano alla ca-serma D’Angelo, btg. Bolzano,6° rgt. a Bressanone. Nellostesso anno Pietro Zendri, Re-nato Cattoni ed Elino Daldoss(con loro nella foto) erano nelGemona, 8° rgt. a Ugovizza.

77ª cp, 7° ALPINI, ANNI ‘61/62Quattro commilitoni degli anni‘61/62 si sono ritrovati a Bellu-no. Sono: Sergio Darin Pister,Ugo De Bettio, Gaetano De To-mi, Giuseppe Carlassare. Eranonel 3°/’39, 77ª cp., 7° Alpini.Per il prossimo appuntamentocontattare De Bettio, al nr. 347-4668316.

Sergio Boltrizzi di Domodosso-la ha ritrovato dopo 56 anni icommilitoni Brazzorotto di Do-modossola, Chabloz di Aosta eTonetta di Nus (Aosta). Neglianni ‘49/50 erano alla caser-ma Testafochi di Aosta.

190 artiglieri degli anni ‘57/58 e successivi, appartenenti al 6° artiglieria da montagna, della Cadoresi sono dati appuntamento in un ristorante di Dueville (Vicenza). Per il prossimo raduno contattareDomenico Zanazzo, 0444-591371; oppure Tarcisio Guglielmi, 0444-596600.

Si sono ritrovati a Cividale delFriuli, al raduno del btg. Civida-le, a 42 anni dal congedo. Sisono salutati con la promessadi rivedersi al più presto.

Domenico Munaro, GiacomoSturniolo, Giampietro Burigo ePaolino Chiesa all’Adunata diParma. Erano commilitoni 45anni fa alla caserma Spaccame-la, del genio pionieri della Julia.

Si sono ritrovati a Gargnano (Brescia) dopo 35 anni gli AUC del 60° corso della Scuola militare alpi-na di Aosta. Li vediamo mentre posano per la foto ricordo.

Lino Panato, Antonio Roncari eAngelo Roncari si sono incon-trati dopo 46 anni con il com-militone Mario Muraro. Nel ’58erano al CAR di Montorio Vero-na, 3°/’36. Chi si ricorda di loropuò contattare Angelo Roncari,al nr. 045-7450755.

inco

ntri

419 - 2005

BTG. BASSANO, 2°/’63Foto di gruppo scattata a Pergine, al raduno annuale della 74ª cp.,gruppo Bassano. Per il prossimo incontro, aperto a tutti quelli del2°/’63, btg. Bassano, contattare Luigi Zoppini, 045-991590.

Di nuovo insieme, dopo 54anni, grazie a un appello suL’Alpino. Sono Sergio Zaltron(0464-420550) e GiovanniDalbosco che vorrebbero in-contrare altri commilitoni delgr. Vicenza, 2° da montagna,gruppo anticarro, che erano aMonguelfo negli anni‘50/51/52.

Posano sorridenti per la foto ricordo gli alpini del btg. Valchieseche erano a Vipiteno, con il 3°/’51. Per il prossimo incontro con-tattare Giancarlo Scotti, 035-878342.

BTG. CIVIDALE, 115ª CP. MORTAIIncontro a 32 anni dal congedo: sono i commilitoni della 115ª cp.mortai, btg. Cividale che erano a Chiusaforte negli anni ‘72/73.per il prossimo raduno, tutti con il cappello, contattare Lino DePin, 0438-500795.

Hanno trascorso tre giorni indimenticabili come ospiti del gruppodi Bugnara-Torre dei Nolfi (sezione Abruzzi) i veci del 6° corso ASCdella Scuola militare alpina di Aosta, anni ‘54/55. Assente, giusti-ficato, il presidente Corrado Perona, che fece parte del corso.

Foto di gruppo dei commilitoni friulani, del 2°/’66 che 39 anni faerano alla caserma Rossi a L’Aquila. Per il prossimo incontro, con-tattare Franco Gubaro, 0432-564694.

Rimpatriata a Tezze sul Brenta degli allievi e degli istruttori del 17° corso ASC, per festeggiare i 45anni dalla naja. Era presente anche l’allora capitano (oggi generale) Giuseppe Pistono.

Ecco a 33 anni dal congedo gli alpini del 1°/2°/3°/’71 della cp. co-mando, btg. Pieve di Cadore. Per la prossima rimpatriata contatta-re Luciano Zorzan, 0444-636683, o Bruno Fortuna, 0444-648523.

429 - 2005

La foto della famiglia SPINETTA quan-do si riunì al monumento ai Cadutidel gruppo di Cornuda (sezione diTreviso): sono, da destra il capostipite,Taddeo, cl. 1915, btg. “Belluno”, anda-to avanti un lustro fa, i figli Giuseppe,cl. ’55 e Angelo, cl. ’51, entrambi delbtg. “Cividale”, Paolo, cl. ’60, gruppo“Conegliano”, Giorgio, cl. ’52, brigata“Tridentina”, Roberto, cl. ’62 e Luigi,cl. ’53, entrambi del btg. “Gemona”.

Dal gruppo di Angrogna (sezione diPinerolo) il “vecio” Edoardo BELLION,cl. 1915, btg. “Val Chisone” è con il fi-glio Armando, cl. ’47, della “Julia” e ilnipote Fabrizio, cl. ’74, btg. “Edolo”.

Un padre orgoglioso con i due figlioli: èla famiglia BOR, del gruppo di Pino To-rinese, sezione di Torino. Da sinistra:Danilo, cl ’66, caporale compagnia al-pini paracadutisti a Bolzano, il papàPier Luigi, cl. ’38, artigliere del 3° rgt. a.mon. e Riccardo, cl. ’64, caporal magg.al distretto militare di Alessandria.

Ecco la gran bella famiglia VERCELLO-NI del gruppo di Col San Martino (se-zione di Valdobbiadene). Da sinistraGiancarlo, sottotenente del 7° Alpini,che tiene in braccio il nipote France-sco Sole, suo figlio Roberto, alpinodella Fanfara “Julia”, il genero LivioSTELLA, del coro della “Julia”, il cogna-to Arnaldo MOSER, maresciallo al Co-mando brigata Cadore, il figlio di que-st’ultimo, Fabrizio, della compagniaControcarri “Cadore” che tiene inbraccio il piccolo Manuel e, infine, ilgenero Arnaldo Roberto OLIVOTTO,del reparto comando brig. “Cadore”con il figlio Alessandro.

Ecco i tre cugini PELI: Giovanni, najaal Comando del Corpo d’Armata diBolzano, Emanuele, artigliere del 5°reggimento e Fabio, del 24° rgt. ma-novra “Dolomiti”. Con loro nonna Ma-ria, moglie di Angelo, reduce dellaguerra di Russia con la “Tridentina”,andato avanti anni fa.

Papà Sante CELANTE, cl. ’41, pionieredella Cadore, socio del gruppo di Ta-vagnacco (sezione di Udine) è con ilfiglio Fabio, cl. ’85, alpino dell’8° reg-gimento, nel giorno del suo giura-mento.

Dal gruppo di Cozzuolo (sezione diVittorio Veneto), la famiglia PERIN.Sono, da destra, Antonio, cl. 1926, 7°Alpini, btg. “Feltre”, Pietro, cl. 1930, 8°Alpini, btg. “Cividale”, 115° compagniamortai e Mario, cl. 1934, radiotelegra-fista all’11° rgpt. da posizione.

Giuseppe BORTOLOSO, cl. 1932, arti-gliere del 6° rgt., gruppo “Agordo” coni figli Marco, cl. ’74, geniere alla brg.“Cadore” e Paolo, cl. ’78, 170° corsoAUC, sottotenente al 2° rgt. genio gua-statori. Con loro il piccolo Andrea…alpino in erba.

Dal gruppo di Trana (sezione di Tori-no), ecco la bella famiglia OSTORERO:sono Francesco, cl. ’39, 4° rgt. alpini ei nipoti Paolo, btg. “Aosta” e Marcello,AUC ad Aosta.

Il capogruppo di Seren del Grappa (se-zione di Bassano) Pietro TITTON con ilfiglio Luca, il genero Fabio CECCHIN ei due nipotini Patrick e Maicol.

Il piccolo Jacopo insieme al nonnoOtello FAPOLDI, classe ’41, del 3° damontagna, gruppo Udine e al papàLoris MARCON, classe ’75, anche luiartigliere del gruppo Udine.

belle famiglie

dalle

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tre

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439 - 2005

Conferita a Carsoli la medaglia d’Argento

Gli alpini del gruppo diCarsoli hanno comme-

morato il 60° anniversariodei tragici bombardamentiche durante l’ultimo con-flitto mondiale distrusseroil paese, causando tantevittime fra la popolazione.Durante la celebrazione ègiunta notizia che il presi-dente della RepubblicaCarlo Azeglio Ciampi avevaconferito al Comune di Car-soli la medaglia d’Argento

al Merito Civile per la gran-de prova di solidarietà, digenerosa assistenza aglisfollati e di impegno nellaricostruzione materiale emorale del paese. La meda-glia è stata consegnata suc-cessivamente al sindacoLuciano Lauri dal prefettode L’Aquila Giovanni Troia-ni. Anche a questa cerimo-nia erano presenti gli alpinidel gruppo di Carsoli, congagliardetto (nella foto).

L’AQUILACassano D’Adda: una mostra sul Tricolore

I l gruppo di Cassano d’Ad-da con la collaborazione

dell’amministrazione co-munale e la collezione for-nita da Luigi Cravero di Bra,ha allestito una mostra sul-la “Storia del tricolore”, condocumenti dal 1797, opu-scoli sulle origini, la storia eil significato del nostro Tri-colore e distribuendo Ban-diere alle famiglie del pae-se. I cittadini di Cassano

D’Adda hanno risposto congrande entusiasmo a que-sta manifestazione. Il presi-dente della Repubblica Car-lo Azeglio Ciampi, informa-to della manifestazione, haespresso apprezzamento algruppo e all’ANA, attivi nel-l’opera di divulgazione e diconoscenza dei valori dellaPatria, dei simboli della Re-pubblica e dell’unità delPaese.

MILANO

Incontro alpini-giovani per raccontare la storiaDa anni il gruppo di Vig-

giù-Clivio, in collabora-zione con il nucleo di Prote-zione civile di Varese, curala manutenzione della “Li-nea Cadorna”, l’immane for-tificazione edificata dal ge-nio militare dal 1916 al 1918per proteggere Lombardia ePiemonte da un probabile

attacco delle truppe austro-ungariche dalla Svizzera.L’incontro alpini-giovani si èperfezionato quando il presi-de dell’istituto di Ragioneriae del Liceo scientifico di Bisu-schio, che nel programma distudi ha inserito proprio la“Linea Cadorna”, ha interpel-lato il locale gruppo alpini per

VARESEsvolgere delle lezioni in aula.È stato l’alpino Luigi Ciceri aspiegare i come e i perchédella “Linea Cadorna” solle-citandovi una visita, per me-glio capire il notevole lavoroaffrontato dal genio e l’im-portanza strategica che essarivestiva.Tanto è stato l’interesse di-

mostrato dagli studenti chele lezioni hanno coinvoltoaltre classi, con soddisfazio-ne del preside ma anche esoprattutto degli alpini diViggiù-Clivio, che con la loroopera di manutenzione con-corrono alla salvaguardia dimonumenti di interesse sto-rico.

dalle nostre sezioni

449 - 2005

I l gruppo di Ziracco di Ci-vidale del Friuli ha festeg-

giato il compleanno deidue soci più anziani, i fra-telli Ermacora. Sono Attilio,classe 1910, artigliere damontagna e Renzo, classe1912, alpino della divisionePusteria e combattente neiBalcani durante il secondoconflitto mondiale. Hannocompiuto rispettivamente95 e 93 anni.Gli alpini del gruppo, du-rante i festeggiamenti, han-no consegnato ai due veciun attestato di riconosci-mento per la loro testimo-

nianza di vita trascorsa al-l’insegna dei valori alpini.Alla cerimonia, oltre cheparenti e amici, erano pre-senti l’intero consiglio di-rettivo del gruppo con il ga-gliardetto e il vice coman-dante della brigata Julia,col. Romeo Vicario.Vediamo Attilio e Renzo(secondo e terzo a sinistra)nel momento della foto-ri-cordo, con la torta e “L’Al-pino” in bella vista: una ra-gione in più per mandareloro gli auguri del nostrodirettore e di tutta la reda-zione.

Le 188 primavere dei fratelli Ermacora

CIVIDALE

Ripulito il parco della Fondazione don Gnocchi

Alcuni volontari delle se-zioni di Bergamo, Reggio

Emilia, Saluzzo, Piacenza edel gruppo di Cernusco sulNaviglio hanno ripulito ilparco dell’Istituto SantaMaria al Castello, della Fon-dazione don Carlo Gnocchidi Pessano con Bornago

(Milano). Sono stati co-struiti nuovi percorsi pavi-mentati, percorribili con lecarrozzine degli ospiti del-l’Istituto. Chi volesse partecipare aiprossimi lavori del parco,può telefonare al nr. 02-955401.

BERGAMO

Occimiano: festa dei veci con beneficenza

L’annuale festa dei vecidella sezione, su richie-

sta del gruppo guidato daErnesto Berra, e con il be-nestare del presidente se-zionale, quest’anno è stataorganizzata ad Occimiano.Il gruppo, che con varie ini-ziative ha raccolto oltre do-dicimila euro, ha deciso didonare agli anziani della lo-cale casa di riposo “San Ca-millo” una vettura di servi-zio. La sfilata si è snodata

tra due ali di folla per le viedel paese imbandierato afesta, aperta dalla Filarmo-nica di Occimiano. Sono se-guiti l’alzabandiera e la re-sa degli onori ai Caduti.Sono intervenuti molti sin-daci della zona, il mare-sciallo dei carabinieri Anto-nio Caputo e il maresciallodegli alpini Carletto Acetodel Centro di Addestra-mento Alpino di Aosta. Erapresente il revisore dei

conti Nazionale AntonioLumello.Facevano ala al vessillo se-zionale i gagliardetti deigruppi di: Ottiglio, Mirabel-lo, Valle Cerrina, San Mauri-zio, Conzano, Sala, Coniolo,Ozzano, Villanova, Ponte-

stura, Lauriano Po, BorgoSan Martino e Occimiano.Nei discorsi finali gli orato-ri, tra i quali il sindaco, ilpresidente sezionale e ilparroco, hanno evidenzia-to la grande sensibilità de-gli alpini per i più deboli.

CASALE MONFERRATO

dalle

nos

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459 - 2005

Pellio: raduno in memoria del btg. Val d’Intelvi

Gli alpini del gruppo diPellio Intelvi hanno cele-

brato il loro 23° raduno conla presenza dei vessilli diComo, di Brescia e di Ger-mania, di 43 gagliardetti, disette sindaci, del rappre-sentante della Provincia, si-gnor Zanetti. Ospite d’ono-re la sindachessa del luogo,signora Lanfranconi. Ha ce-lebrato la Messa padre Feli-ce, energico cappellanodella sezione, temprato daqualche decennio trascor-so da missionario nel MatoGrosso (Brasile). Animedella manifestazione il ma-resciallo Nicolino Palmieri,già della Tridentina ed excapo zona, e Augusto Pe-duzzi capo zona in carica.Un 23° anniversario nonsarebbe motivo di reso-conto se non fosse che èstato organizzato in ricor-do dei Caduti del battaglio-ne Val d’Intelvi, immolatisisulle nevi dell’Adamello. Ilsottotenente TeodolindoDe Bernardi, di quel batta-glione ebbe a scrivere: “E’ora di ricordarsi anche delpiù massacrato battaglio-ne dell’Adamello, il Vald’Intelvi, altrimenti si faràuna storia balorda”. Invece subentrò l’oblio, al

quale si sono opposti il ma-resciallo Palmieri che volleerigere un monumento sul-la vetta del Monte Crocio-ne e il capo zona Peduzzi,che ha organizzato la sera-ta di sabato all’insegna dellibro “Morte sul Ghiac-ciaio” di Alberto Redaelli,dedicato a quel reparto erecensito nel gennaio 2005da “L’Alpino”. Erano presenti il presiden-te della sezione di Como,Achille Gregori, l’amba-sciatore Paolo Scarso e ilnuovo direttore de “Il Tran-salpino” Giovanni Camesa-sca, per la sezione Germa-nia, il capogruppo di Bor-gosatollo Coccoli, editoredel libro “Morte sul ghiac-ciaio”, l’autore del libro Al-berto Redaelli e il nostrodirettore Cesare Di Dato.Ha accompagnato gli inter-venti il coro Negritella diMonte Olimpino, localitàalle porte di Como, che, surichiesta di Redaelli haconcluso la serata con “Si-gnore delle Cime” dedicatoal Battaglione, ascoltato inpiedi dagli oltre 350 inter-venuti.Un successo completo: iCaduti del Valle Intelvi selo meritavano.

COMO

Sul Monte Nero per onorare i Caduti

Come ricordare degna-mente il 90°anniversa-

rio della conquista di Mon-te Nero? Tornandoci, natu-ralmente, hanno detto al-cuni “veci” della sezione diTorino (molti già del 3° edel 4°, qualcuno del 5° Al-pini).Già dieci anni or sono alcu-ni alpini torinesi erano sali-ti lassù con il mitico Gio-vanni Vecchio, combatten-te dell’Exilles ed alpinistadi vaglia, scomparso quasicentenario pochi anni fa.Anche nella spedizione2005 c’erano i “veci”, comel’alpino Mario Bertello, daCastelnuovo Don Bosco,classe 1923, o come l’alpi-no Franco Morra, che haappena un anno di meno.Ma penna nera, montagnae tradizione affratellano legenerazioni: e così, insie-me a loro ed a una robustapattuglia tra i settanta ed isessant’anni, quest’annoha salito la storica cimaslovena anche un alpinoclasse 1964, Bruno Riva, diAlpignano.In nove, sotto la guida diGiorgio Coizza, “pennabianca” del coro ANA diTorino, hanno percorso inpellegrinaggio i vecchi sen-tieri di guerra, nelle stesseore notturne in cui, il 16

giugno 1915, il 3° reggimen-to alpini muoveva all’attac-co delle postazioni austro-ungariche. È stata unaemozione profonda ed uni-ca, difficilmente descrivibi-le.Lo hanno fatto a nome ditutti: la salita a Monte Ne-ro, infatti, quest’anno si in-scrive tra le celebrazioniufficiali per l’85° della“Veja” Torino, sezione pri-mogenita dell’ANA.La tromba dell’alpino Feli-ce Andriano ha suonato ilsilenzio, mentre il vessillodella sezione e i gagliardet-ti di Torino Centro, Castel-nuovo ed Alpignano si in-chinavano nell’onore ai Ca-duti. Franco Morra ha reci-tato la Preghiera dell’Alpi-no. Aggiungendovi un’in-tenzione speciale in più:che Dio protegga, nell’ar-duo dovere, le giovani pen-ne nere della Taurinensein Afghanistan e in Kosovoed i ragazzi del “MonteCervino”, rischierati inIraq.Sulla via del ritorno, omag-gio al Sacrario di Redipu-glia.“E il prossimo appunta-mento”, dicono ora i no-stri, “è per il 2010, quandocadrà il 95° dell’impresa”.

Giorgio Coizza

TORINO

dalle nostre sezioni all’estero

469 - 2005

ARGENTINA

Due momenti della vitaassociativa dei bravi

alpini della sezione Ar-gentina. La prima foto èstata scattata in occasio-ne del raduno sezionale edella celebrazione del 44°anniversario della fonda-zione della sezione. Pre-cede il corteo la Fanfaradel 121° Reggimento del-

l’esercito argentino, se-gue il vessillo della sezio-ne scortato dal presiden-te Fernando Caretti. La seconda fotografia èrelativa ad una cerimoniasvolta a Rosario, presen-te il console generale d’I-talia, il capogruppo Ange-lo Glerean e il segretarioTacconi.

Com’è noto, diverseborse di studio vengo-

no assegnate a figli o ni-poti di alpini all’estero.Ecco Alessandra Cappus-si, figlia del capogruppodi Liegi (Belgio) al confe-

Liegi: borsa di studio per Alessandra

rimento della borsa distudio alla presenza delpadre Roberto, del presi-dente sezionale RobertoDel Fiol e di alcuni mem-bri del consiglio direttivosezionale.

BELGIO

I l 9 agosto ha compiu-to106 anni il cav. Evari-

sto Dal Maso, alpino, re-duce della prima guerramondiale, che oggi vive aSan Paolo del Brasile. DalMaso, ragazzo del '99, èuno degli ultimi Cavalieridi Vittorio Veneto viventi(ne sono rimasti meno ditrenta) ed è uno degli ulti-mi due alpini reduci dellaGrande Guerra insieme alcav. Secondo Roffinella,classe 1898, l'alpino piùanziano d'Italia.Era nel battaglione "Mon-te Berico" (6° reggimento

Evaristo, alpino dalle 106 primavere

alpini), e combatteva sul-l'altopiano di Asiagoquando, nel novembre-dicembre 1917, fu fattoprigioniero sul MonteFior e poi mandato in pri-gionia in Austria, neipressi di Vienna. Propriodal campo di prigioniapoté assistere allo stori-co volo di D’Annunziomentre dal suo aereo lan-ciava manifestini tricolorisulla capitale imperiale. Evaristo emigrò in Brasilenel 1948, diventando im-prenditore edile. “La vitaè bella e gratificante”, di-ce sempre, anche se lasorte non gli è semprestata amica. A chi gli chie-de come sia la sua vec-chiaia risponde che la pa-rola “vecchio” non esistenel suo vocabolario.Che il segreto della suabeata longevità sia que-sto…?

BRASILE

Visita a sorpresa di Ser-gio Bello del gruppo di

Alpignano (sez. Torino)che, recatosi in Australia,ha incontrato gli alpini diEpping, sezione di Mel-bourne. Dopo uno scam-bio di gagliardetti e meda-glie ricordo si sono fatti fo-tografare davanti al monu-

Agli alpini di Epping i saluti da Alpignano

mento del Fogolar Furlan,alla presenza del presiden-te della sezione australia-na della federazione del-l’Associazione Nazionalecombattenti e reduci ita-liani (primo a destra) cheha consegnato a SergioBello (con la maglia rossa)un diploma d’onore.

AUSTRALIA

Ospite d’eccezione all’assemblea degliiscritti: il presidente nazionale Corra-

do Perona, che è stato accolto con gran-de cordialità dagli alpini di questa attivis-sima sezione. Ad attenderlo all’aeroportodi Parigi il presidente della sezione Rena-to Zuliani. Quindi il viaggio per Mulhouse,e di qui a Steinbrunn le Haut dove, alcippo che li ricorda, è stato resoomaggio ai tanti soldati italianimorti in prigionia. Perona ha quindipresenziato all’assemblea generale, icui interventi hanno ancora una vol-ta evidenziato l’affinità degli alpinid’Oltralpe con gli alpini rimasti in Pa-tria e quanto sia profonda l’alpinitàche vivono e per la quale sono ri-spettati nella seconda Patriaadottiva.

Il presidente Perona in visita alla Sezione

FRANCIA

Una rappresentanza de-gli alpini di Monaco,

con il capogruppo Rena-to Ghellere, ha partecipa-to ad una celebrazioneorganizzata dal consolatogenerale di Monaco e dalComites. Dopo la S. Mes-sa in suffragio delle vitti-ma del nazifascismo, ce-lebrata nella chiesa delleCarmelitane attigua alcampo di sterminio, c’èstata la rievocazione sto-rica della signora Kathari-na Ernst, rappresentantedel sindaco di Dachau,del console generaleFrancesco Scarlata e delpresidente del Comites

A Dachau, per non dimenticare

Claudio Cumani. La ceri-monia è proseguita nella“cappella italiana” del ci-mitero di Dachau-Leiten-berg, eretta a memoriadegli italiani deportati.Nel prendere la parola,Fiorenza Colonella, espo-nente del consiglio comu-nale di Monaco, ha dettodi voler recuperare allamemoria uno spezzone distoria scritta dagli italianiin Baviera in quei tristianni di guerra.Nella foto: il capogruppodi Monaco Ghellere, Clau-dio Cumani, la signoraKatharina Ernst e il con-sole Scarlata.

GERMANIA

I l gruppo di Aalen per la27ª volta si è ritrovato

coi bambini disabili dell’i-stituto Lindenhof, da loroadottati nel 1982. Oltre aidirigenti dell’istituto era-no presenti il capogrup-

Aalen: gli alpini e i bambini disabili

po di Aalen, il presidentedella sezione GermaniaGiovanni Sambucco, il de-putato al parlamento re-gionale di Stoccarda Ma-rio Capezzuto e un grup-po di marinai di Aalen.

GERMANIA

479 - 2005

Obiettivo sulla montagnaEcco una suggestiva immagine di montagne che, come le quinte d’un teatro,si aprono sul palcoscenico della natura rivelando i paesi-gioiello incastonatisulle rive del lago di Como. Da sinistra: Grandola e Uniti; sull’altra sponda,Dervio e il promontorio di Piona. Fanno da sfondo i contrafforti dei monti della Valchiavenna e della Valtellina. La foto è stata scattata dalle pendici del monte Galbiga, da Renzo Gatti, della sezione di Como.