Otto poesie e un ragazzo insonne

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Alessandro Mascia Otto poesie e un ragazzo insonne

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Otto poesie e un ragazzo insonne

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Alessandro Mascia

Otto poesie e un ragazzo insonne

Quanto segue è stato scritto in un'età compresa tra i quattordici e i diciotto anni, generalmente nella veglia subito precedente al sonno.

Nella camera del diavolo

Nella camera del diavoloCh'è il nome che ho dato ai miei pensieriI sentimenti sono come il ventoUn minuto t'amo, ma non quello dopo.Così le lancette sono dardi di fuocoCosì io divento i pianeti.Ad un tratto, nel vederti il sorrisoSono ancora piccolo.E nebuloso, gli atomi mi tremano.

Ventisei Marzo

Io, dimmi perchè la notteti amodomani vado a farmi consolarese piangose ho tempoprima ti contounapoi ti conto gli atomi di quanto sei bellae ancora mi inventole parolee le metrichedei mille paradisi che seipoi ti ringrazio perchè struggi il cuoree finchè vivo, in queste commoventi condizionifinchè non mi piango ogni energiagodo della graziache ingenua mi hai insegnato.

Venticinque Marzo

Tu grappolo d'uva,io la mia bocca.Tu che sopporti una piccola pressionee poi esplodi di colore nel mio buio.Senza volere delle scuse,martire per i miei denti ingordi,semmai mi riempi le pareti dell'animacol tuo zucchero generoso.

Mi aprirei a te

Mi aprirei a tecome il lototi berreicon la bocca del naufrago.Pagherei degli sconosciutiper piangere per mee degli altriper dirti che mi dispiace.

Tre e sedici

Un sassofono raucocome la voce di nonnoche ha visto tutto, o così crede.Un rullante, che ogni tre seconditi riporta sull'attenticome una madre che ti vuole bene.Degli acuti che la pelle si alza e fuggee tu lì, senza più la pelle, ma che importa.

Come io t'ho amato

Come io t'ho amatoneppure la terra gira.Non così veramente, ti giuro.Mi fai male tutti i giorni di sangue e baci.Mi hai fatto male alla golache il suo naso ora gocciola dell'ultimo piantoora stringe una palla che anche io sento.Quando esisti di più dentro i ricordistringo le manicercandone altre in mezzoma mi buco le mie con le ditache si sorprendono da dietro.

Qui, la notte giaccio

Qui, la notte giaccio.Nel buio, con gli occhi chiusim'immagino uguale a Dio.E l'anima, e la vitami treman tutte.

Questi baci di nessuno

Questi baci di nessunoche sanno di morte e vitainsiemeche sanno di guerrae Chopin che la raccontadimmiquanto ancora li odierò, questi baci?Quando il mio cuoreesploderà di te, dove andrai?Mi busseraisulla lapide del senno?Io, amore, cuore, sono ebbro d'angoscia.E andrò da solo,con le gambe che non mi ascoltanodove la commozione di viverenasce e muore.