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EditorialePartiamo

PostaCaro Duca ti scrivo

Notiziario della sezione TecnicaAttivitàLaboratorio di caseificazione La Band del Duca Gara nazionale tra Istituti Tecnici AgrariNotiziario delle attività

Notiziario della sez. ProfessionaleAttività

Biancoperla: a scuola di mais della tradizioneLa Padovana dal ciuffo all’Università: un regalo al Magnifico RettoreIncontriIl RegoloVite d’altro mondoIncontro con i CombonianiNotiziario delle attività

Convitto

Latte e aflatossineUn semplice calcolo

La voce degli studentiGiovani idee

CinemaAttualitàCulturaIl piccione viaggiatorePerdoniamoli: non sanno quello che dicono

Sperimentando 2006Mostra scientifica interattiva

Progetto ComeniusL’Europa a scuola

AgriFoglionotiziario dell’Istituto Superiore di Istruzione Agraria

Duca degli Abruzzi - Padova

Direttore responsabile:Luigino Grossele

Direttore di redazione:Patrizia Valentini

Redazione docenti:Gabriele BaldanLorenzo TisoPatrizia Valentini

Redazione studenti:Denny BellottoAlberto BettelllaMatteo BianchettoMauro BorellaJussi Chinchio Federica FranchinClaudia MarzottoArrigo NicolettiGiulia SchievanoMattia ValentiniSara VenutoLuca VigatoCarlo Zanetto

Progetto graficoAndrea Chinello

ImpaginazioneLorenzo Tiso

Foto di copertinaDomenico Talbot

StampaNuova grafotecnica snc Via Leonardo da Vinci, 8 – 35020 Casalserugo PDDirezione, redazione amministrazione:Istituto Superiore di Istruzine AgrariaDuca Degli Abruzzivia Merlin, 135143 PADOVATel.: 049 8685455Fax: 049 8685390

INDIRIZZO TECNICODuca Degli Abruzzivia Merlin, 135143 PADOVASito: http//:www.ducabruzzi.itE-mail: [email protected]

INDIRIZZO PROFESSIONALE“San Benedetto da Norcia”Via Cave, 17235136 PadovaTel.: 049 620274Sito: http//:www.ducabruzzi.itE-mail: [email protected]

INDIRIZZO PROFESSIONALE Sede di Piove di SaccoVia Ortazzi,11 35028 Piove di Sacco PDTel 049 5841129Sito: http//:www.ducabruzzi.itE-mail: [email protected]

ANNO I - N° 1 - Aprile 2006

SOMMARIOPag. 3

Pag. 4

Pagg. 5-8

Pag. 21

Pagg. 22-23

Pagg. 9-11

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Pag. 14-20

In copertina: Silvia Franzolin, diplomata nel 2005, conduce Oriondo, pulripremiato esemplare di TPR del sig.

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Abbiamo impiegato due mesi solo per trovare un tito-lo e, alla fine, già lo sappiamo, accontenteremo solouna parte dei nostri lettori. Eppure crediamo che iltempo di ricerca, compreso quello speso per confezio-nare questo primo AGRIFOGLIO, nonché quello checonsumeremo da ora in avanti per confezionare gli al-tri numeri, sia ben speso. In redazione abbiamo la forte sensazione che possaaprirsi una grande opportunità per il nostro Istituto.Non solo quella di dialogare tra noi e con gli altri, op-pure quella di proporre all’esterno la nostraorganizzazione e le nostre attività, obiettivi per altroscontati di qualsiasi pubblicazione interna. In più, ab-biamo la sensazione che questo giornale possarinfocolare passioni sopite e stimolare pensieri e ideecapaci di ridare alle nostre scuole il ruolo di protagoni-ste del sapere scientifico. Quello vero, quello chenasce dal saper fare e che si concretizza nel saper ap-plicare regole ed assunti alle esigenze dell’ambiente incui viviamo!Agrifoglio persegue un’ulteriore importante finalità. E’un giornale di aggregazione, scritto a più mani, cherappresenta l’intera comunità scolastica, piante ed ani-mali compresi. Per questo, vuol porsi come una sortadi bandiera d’Istituto: uno strumento di identificazionee di gratificazione. Chiunque potrà esprimere libera-mente e individualmente il proprio pensiero (anche dicritica e rivendicazione). Nel contempo, si riconosceràcome membro effettivo di una squadra dove non cisono numeri 1 ma neppure numeri 13 (riserve) e dove,pertanto, tutti potranno mettersi in gioco per calami-tare consensi. Per la squadra, per il giornale, perl’Istituto.Agrifoglio è davvero un bel giornale! Ho scritto questerighe dopo aver visto le prime bozze della pubblicazio-

ne e la mia sorpresa è stata notevole. I contenuti, l’im-paginazione, la struttura grafica, le immagini, iparticolari… tutto è ottimamente curato: il gioco disquadra ha pagato ancora una volta! Desidero pertan-to complimentarmi e ringraziare tutte le persone chehanno messo a disposizione il proprio tempo e le pro-prie specifiche competenze per una così buona riuscitadell’opera, fin dal suo numero di lancio. Il giudizio checonta di più è però quello che i nostri lettori darannodella pubblicazione valutandola sia dal punto di vistaeditoriale, sia per le sensazioni e le emozioni che essaavrà saputo suscitare. Come scuola, infine, valuteremoquanto il giornale avrà saputo incidere sui processi dicambiamento interni e quanto sarà stato capace di farconoscere all’esterno, in modo concreto ed obiettivo,la realtà dell’istruzione agraria locale.

A tutti un augurio di buona lettura.

Il dirigente scolasticoLuigino Grossele

Editoriale

Partiamo!Bella impresa il giornale scolastico

AAGGRRIIFFOOGGLLIIOO ÈÈ OOPPEERRAA VVOOSSTTRRAARingrazio gli studenti e i colleghi che hanno collaboratoalla realizzazione di questo primo numero e invito tutti apartecipare alle rubriche di approfondimento e a far cono-scere alla redazione le mille attività che vengono messe inatto nella nostra scuola.

Patrizia Valentini

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LETTERE

Caro signor preside,forse è vero che noi fumatori ci lasciamo con-sumare lentamente e inesorabilmente dallenostre amate “bionde” e che il fumo sia atti-vo che passivo miete migliaia di vittime nelmondo ma, d’altro canto, io non ho mai vistobloccare il passaggio per obbligare il malcapi-tato di turno a inalare con vigore le possentizaffate, causa del nostro “vizioso tirar” .Perciò mi chiedo se veramente deve andar co-sì, se tutto questo vietare non sia una formadi proibizionismo contemporaneo. Perché, infondo non è proprio una proibizione insensa-ta quella di vietare di poterci isolare a fareuna tirata di sigaretta, senza dar fastidio anessuno? In fondo noi chiediamo solo unospazio da vivere in coppia: noi e la nostrapuzzolente “amica”. Mi pare che anche la li-bertà di volersi isolare per non provocaredanni ad altri sia proibita.Mattia 5B

Caro Mattia,hai fatto bene a scrivermi su un problema cosìspinoso come quello del fumo. Così mi con-senti di rispondere anche agli altri studentiche la pensano come te. Potrei dirti che tu e quella tua “bionda ami-ca” non siete per nulla una bella coppia: timeriti sicuramente molto di più! Vale propriola pena di mollarla! So però che, nonostantetiri fuori tutte le mie arti persuasive, non riu-scirò a convincerti di cambiare, almenosubito. Spero proprio che quando ti convince-rai non sia troppo tardi. Purtroppo, quella chetu chiami amica, in effetti è una delle peggiorinemiche che tu possa avere. Ti porta sullacattiva strada, direbbero gli anziani! E nonsbagliano più di tanto: ti portano in viaDipendenza (non via dell’Indipendenza: badabene!!!). Certo che uno “grande e grosso”come te dipendere da una … che va in fumo,proprio non ti ci facevo! “Chi è colpa del suo

mal pianga se stesso” – diceva un anticodetto popolare - per cui, nessuno ti impediscedi isolarti e fare una tirata. Lo puoi fare tran-quillamente fuori della scuola e nei luoghiove questo comportamento è consentito. Maa scuola no! Basterebbe dire che lo imponela legge e potrei finire qui questa risposta.Ma voglio aggiungere ancora qualche riga. Ilfumo uccide. Le conseguenze non si riversanosolo sul malcapitato ma anche su chi gli stavicino e su tutta la comunità. Perdere un con-giunto per le malattie che il fumo provoca opagare tutti le enormi spese per le lunghe de-genze e le cure dei malati terminali (dafumo), sono risultati che non possiamo nétollerare, né permetterci, sia dal punto di vi-sta umano che materiale.Segui la strada della libertà e dell’indipen-denza e dai il buon esempio anche ai ragazzipiù giovani che, purtroppo, come accadevamolti anni fa, iniziano a fumare con assiduitàfin a partire da 12-13 anni. Un ultimo consi-glio. Entra nel sito della Lega ItalianaAntifumo (www.liaf-onlus.org/test.asp) e fai ilTest di Fagerström per capire quanto sei nico-tina-dipendente e che speranze puoi avereper una tua redenzione futura. Naturalmente,se vuoi, ti posso aiutare anch’io, con metodimeno proibizionistici di quelli che credi.L.G.

Spesso ragazzi delle medie o che frequenta-no senza passione altre scuole superiori michiedono come mi trovo all’Istituto Agrario. Iofrequento la Sede Professionale di Piove diSacco posso proprio dire che mi trovo benee spero che non la chiudano perché io vorreirestare sino alla fine dei cinque anni scolasti-ci. Qui ho fatto molte esperienze nuove,imparando e sbagliando perché: “sbagliandosi impara”, come recita un famoso detto. Essaoffre molte aule come i laboratori di scienze,chimica, sala computer, video, biblioteca, offi-

cina e aula magna. Ci sono varie materie:quelle professionali, quelle di indirizzo, che tiinsegnano la tua specializzazione di agrono-mo, e quelle pratiche, cioè lo stage che sisvolge in varie aziende più vicine possibile acasa. Durante l’anno scolastico si fanno delleuscite che possono essere d’istruzione e dipiacere. I rapporti con i professori e con ilpersonale della scuola sono molto cordialiperché ti aiutano, se hai bisogno, e cercano intutti i modi di spingerti a migliorarti. Invitotutti i ragazzi che quest’anno terminano laterza media a visitare il nostro Istituto e a va-lutare la possibilità di iscriversi al “Duca degliAbruzzi” a Piove, avendo modo di godere diun ambiente famigliare e tranquillo dovesvolgere i propri studi. Ricordo sin da ora chequesta scuola richiede lo stesso impegno diqualsiasi altro Istituto ma che sicuramente ta-le sacrificio darà delle grosse soddisfazioni.Rinnovo l’invito a visitare l’istituto della sedestaccata di PIOVE DI SACCO dove tutto il cor-po docenti sarà lieto di guidarvi nella visita edi rispondere a qualsiasi vostra domanda.ANDREA cl 3 CCYPiove di Sacco

Caro Andrea di 3 CCY,la Sede Professionale Agraria di Piove diSacco, che per quarant’anni è stata Sezionecoordinata del “San Benedetto Da Norcia”,dall’anno scolastico 2006/2007, sarà accor-pata all’Istituto Superiore “DE NICOLA” diPiove di Sacco ma tu puoi stare del tuttotranquillo e continuare a studiare con impe-gno e passione perché la nostra scuolaagraria continuerà a svolgere la sua attivitàcome ha sempre fatto mettendo a disposizio-ne a tutti i ragazzi del Piovese appassionati diagricoltura di ottenere una formazione ade-guata alle loro aspettative.Prof. Natale Donato

La PostaCaro Duca ti scrivo

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La lunga storia del Duca Degli Abruzzi, ini-ziata fin dal 1874, conta innumerevoliiniziative nelle quali l’apprendimento, an-che delle materie più teoriche, siconcretizza in attività pratiche e produttive.Un esempio di questo felice connubio èstato, per lungo tempo, il caseificio che hafunzionato in diretta collaborazione conl’azienda zootecnica e il laboratorio di chi-mica. Da qualche anno, ricollegandosi aquesta positiva esperienza del passato, ildocente di chimica, professor GiampaoloCozzula, ha pensato di organizzare dei cor-si di caseificazione rivolti agli studenti delleclassi quarte e quinte che seguono il pro-getto Cerere. Si tratta di un’attivitàfortemente integrata con l’apprendimentoteorico in quanto, durante gli ultimi dueanni del corso Cerere, lo studio della chimi-ca riguarda, oltre che i costituenti dellematerie prime, anche i composti e le tra-sformazione che essi subiscono durante iprocessi di lavorazione artigianali ed in-dustriali. Costituisce, inoltre, un’attivitàdalla netta valenza multidisciplinare poi-ché stabilisce una concreta interazione tratutte le materie che afferiscono all’aziendazootecnica ed infine contribuisce a valoriz-zare i prodotti della scuola e a mantenerevivace il suo rapporto con il quartiere incui è inserita. Per la maggior parte deglistudenti il corso consiste in una giornataintera di lavoro presso il laboratorio di ca-seificazione ma, per gli allievi piùinteressati, è prevista la possibilità di unamaggiore specializzazione ottenuta duranteuno stage della durata di 15 giorni. Si trat-ta di un’ulteriore competenza che lanostra scuola offre agli studenti, capace dirivelarsi una risorsa preziosa per l’inseri-mento nel mondo del lavoro. La stalla delDuca degli Abruzzi ospita mediamente 40vacche in lattazione, prevalentemente di

razza Frisona, Pinzgau e Bruna Italiana.L’allevamento è a stabulazione fissa e, du-rante la mungitura, il latte vieneconvogliato direttamente in una cisternarefrigerante. Degli 800 litri di latte prodottiin media ogni giorno, 150 vengono desti-nati al laboratorio di caseificazione dellascuola. Il latte è composto per l’87% daacqua, per il 3,7% da lattosio, per il 4% dagrassi e per il 3,5% da proteine e vienetrasformato durante un processo lento e la-borioso. Una volta raccolto nella caldaia dirame, il latte subisce un primo riscalda-mento che porta la sua temperatura ° ai35°, durante questa operazione è impor-tante mantenere continuamente inmovimento la massa per mezzo dell’appo-sita rotella in modo che la temperaturaaumenti in modo omogeneo. Raggiunti i35°, il latte viene addizionato con fermentilattici selezionati; quando la temperaturaraggiunge i 37°, si aggiunge infine il ca-glio. Il caglio è un complesso enzimaticosecreto dalla mucosa gastrica dell’abomasodei vitelli lattanti ed è composto da dueprincipali enzimi: la chinosina e la pepsina.

Ad ogni 150 litri di latte vanno aggiunti60 ml. di caglio diluito in 600 ml.di acquafredda, si procede in seguito ad un’accura-ta miscelazione, cosicché il caglio agiscaallo stesso modo su tutta la massa di latte,si lascia in seguito riposare il composto per30 minuti al fine di permettere la coagula-zione della proteina più importante: lacaseina. Passati i 30 minuti la cagliata de-ve presentarsi omogenea e benconsolidata, dopo di ché, con un appositoattrezzo, detto spino, viene sminuzzata inpiccole parti, non più grandi di una noc-ciola, così da favorire lo spurgo del sieroed ottenere una pasta più asciutta e soli-da. A questo punto è necessario passarealla vera e propria cottura del compostoportando la temperatura dai 37° ai 42°,sempre mantenendo la massa in movimen-to per evitare che i grumeroli aderiscanoalle pareti della caldaia. Durante questaoperazione il coagulo si disidrata e la pastaassume una consistenza maggiore che lafa precipitare sul fondo. È giunto allora ilmomento di estrarre la cagliata dalla cal-daia, operazione che si effettua per mezzodi una tela porosa nella quale si raccogliela massa depositandola poi, senza dan-neggiarla, su un piano leggermenteinclinato che consente una migliore rac-colta del siero residuo. La cagliata viene

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NOTIZIARIO Sezione tecnica

Laboratorio dicaseificazione Quando la chimica si fa gustosa

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La Band del DucaMusica ed espressioneNicolò Sajeva alla batteria, GuglielmoPasserella alla chitarra, EnricoTrombetta albasso, questi sono gli elementi portanti dellaBAND DEL DUCA ma spesso a loro si unisco-no Riccardo Turetta alla tromba, MarcoRagazzi al violino, Stefano Antonello alla chi-tarra e chiunque altro abbia voglia di fare

musica e di stare insieme. Musica come attivi-tà di libera partecipazione creativa, questoinfatti è il motto della Band che, da due an-ni, è coordinata dal prof. GiampaoloPauletta. “Gli obiettivi del nostro gruppo – ciha spiegato il docente– sono molto ambiziosie nello stesso tempo molto semplici: ci propo-niamo di avvicinare alla pratica di unostrumento o al canto tutti quelli che abbianola voglia di farlo, offrendo loro la possibilità diesprimersi liberamente, perché il nostro genereè basato sull’improvvisazione e sull’elabora-zione tecnica di atmosfere musicali. Nonsiamo il solito complesso che impara a memo-ria le canzonette in voga e le ripeteossessivamente, produciamo noi la nostra mu-sica attingendo alla vena creativa che è inciascuno di noi. È’ una forma di cooperativelearning in cui sono elementi essenziali la vo-lontà di inserirsi nel gruppo e lo spiritocollaborativo, apprendiamo un nuovo alfabetoper comunicare e stare insieme”. Il gruppo hagià prodotto un CD che può essere preso inprestito in Biblioteca o richiesto in copia alprofessor Pauletta. “Anche il lavoro di registra-zione è molto importante per noi – ha detto ilprofessore – si tratta di un apprendimentotecnico che affascina molto i ragazzi perché licoinvolge in procedure computerizzate moltospecialistiche e questo li abitua alla precisio-ne, alla puntualità, alla pazienza che sonoqualità sempre più rare e per questo semprepiù preziose”. Il gruppo si è esibito per la pri-ma volta in pubblico durante la Festa di SanMartino dello scorso anno, il palco era statomontato al centro del chiostro e tutta la scuo-la è stata investita da uno tzunami di note. LaBand s’incontra al giovedì e al venerdì, subitodopo le lezioni e tutti gli studenti possono an-dare a vedere, provare e, magari, scoprire chesuonare insieme è proprio uno sballo!

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dunque frazionata in parti ognuna dellequali viene collocata in uno stampo di pla-stica e pressata manualmente per facilitareun completo spurgo del siero, dare al for-maggio la forma desiderata e garantirne ilmantenimento nel tempo. Le forme vannogirate per due volte con un intervallo di 5minuti ed in seguito devono essere salateper salamoia. Si tratta di un metodo anticoche consente, non solo di conferire al pro-dotto una più intensa sapidità ma anche diselezionare i microrganismi utili alla forma-zione della crosta protettiva.. Le formeriposano nella salamoia, composta di unapercentuale di sale pari al 20%, per 12 oredopodiché inizia il processo di definitivamaturazione che, per la Caciotta del Duca,dura dai 28 ai 35 giorni.La maturazione delformaggio è un processo biologico moltocomplesso che inizia con una serie di tra-sformazioni fisiche e biologiche e siconclude con modificazioni di tipo orga-nolettico: l’acido lattico viene in partesalificato, le proteine e i grassi si idrolizza-no e si formano gli acidi grassi. Infineavviene la formazione della crosta che pro-tegge il formaggio dagli attacchi battericidell’ambiente esterno, nella crosta, infatti,si sviluppa una microflora aerobica e acido-fila, detta muffa che, lungi dall’esserenociva, garantisce invece la qualità delprodotto.Dopo l’estrazione del formaggio,nella caldaia rimane il siero dal quale si ri-cava un altro prodotto caseario moltoapprezzato: la ricotta. Questo latticino ènotoriamente povero di grassi giacché risul-ta composto essenzialmente di acqualattosio, acido lattico e sieroproteine. Perottenere la ricotta si inizia col portare il sie-ro ad una temperatura compresa tra gli87°e i 90°, sempre tenendo in movimentoil liquido; si procede aggiungendo acido ci-

trico, nella percentuale di 0,6 gr./l., al finedi acidificare il siero e portare il suo PH dalvalore neutro a quello di 6. In questo mo-do le sieroproteine coagulano ed affioranoin superficie. Una volta affiorata la massacoagulata assume consistenza così da po-ter essere estratta, depositata in appositistampi e, in breve tempo, resa pronta per ilconsumo.Seguire la produzione del for-maggio e della ricotta, dal latte al prodottofinito, costituisce un’importante esperienzaper gli studenti poiché permette loro dicomprendere l’importanza delle materieteoriche studiate in classe, di diventare ar-

tefici dei processi chimici di trasformazionee di acquisire diretta conoscenza di un pro-cedimento produttivo importante sia alivello artigianale che industriale.

Prof. Patrizia Valentini

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NOTIZIARIO Sezione professionaleSezione tecnica

Le nostre scuole agrarie partecipano ogni anno a numerose attività e manifestazioni che integrano la prepara-zione teorica degli studenti e mantengono vivo il rapporto con il territorio. Segnaliamo solo le principali traquelle che si svolgeranno nella stagione primaverile.

AttivitàManifestazioni, gare e corsi

CORSIOltre alle normali attività didatti-che, ogni anno, vengonoattivati corsi integrativi e di spe-cializzazione

•CORSO PER IL CONSEGUI-MENTO DEL PATENTINO, 6incontri dal 30 gennaio al 15Febbraio•CORSODI FORMAZIONE perPERITI GRANDINE, 8 incontridall’8 Febbraio al 7 Aprile•CORSODI FORMAZIONE perPERITI GRANDINE 1 e 8 Aprile•CORSO DI FORMAZIONE EINFORMAZIONE SULLA SICU-REZZA NELL’AMBITO DELLAVORO “SCUOLA” incontri dal3 marzo al 15 maggio – per glistudenti -•CORSO DI FORMAZIONE EINFORMAZIONE SULLA SICU-REZZA NELL’AMBITO DELLAVORO per utenti esterni,Marzo - Maggio •CORSO DI MICOLOGIA, 8 in-contri dal 23 gennaio al 13Marzo •CORSO DI DEGUSTAZIONE•IL GIARDINO LUOGO D’IN-CONTRO E DI SAPERIorganizzato in collaborazionecon la Rete delle Scuole Agrariedel Veneto, 3 incontri nel mesedi Marzo che si concluderannocon un Concorso tra le Scuoledella Rete sulla realizzazione di

CONCORSO ENOLOGICO NAZIONALE BACCO E MINERVA

Menzione per il miglior spumante prodot-to da una scuola agraria e grandesuccesso per i nostri vini rossi e bianchi alconcorso BACCO E MINERVA, edizione2006, tenutosi ad Avellino dal 29 al 31Marzo.Si tratta di un concorso di partico-lare interesse riservato agli Istituti agrari,tecnici e professionali, di tutta Italia spe-cializzati in viticoltura ed enologia o cheproducono vini propri. È organizzato dallaFEDERDOC (Federazione Consorzi diTutela delle Denominazioni di origine deivini italiani) in collaborazione con ilMinistero dell’Istruzione, dell’Università edella Ricerca ed il Ministero delle politicheagricole. Il concorso prevede il confrontosu 5 categorie di vini: bianco, rosso, rosa-to, spumante e speciale. I nostri studentimigliori vi partecipano ogni anno consoddisfazione guidati dalla competenza edalla passione del professor Buongiorno.

INVERNO - PRIMAVERA

•BACCO E MINERVA, Avellino,29-31 Marzo 2006•ESTE IN FIORE, Este (PD), 21-23Aprile 2006•MIRANO IN FIORE, Mirano (VE),25 Aprile 2006

•FIERA DI RUSTEGA Rustega,(VI), 7 Maggio 2006•BORGO ALTINATE, Padova, 20Maggio 2006•VILLA DA SCHIO IN FIORE,Costza(VI), 13-14 maggio 2006•MEETING DEL TPR, Parco del“San Benedetto Da Norcia”, 13Maggio 2006•PORTE APERTE 14 e 21 Maggio2006•FESTA DI PRIMAVERA, Parco del“San Benedetto Da Norcia”, 20Maggio 2006•PROGETTO COMENIUS - TheWonderful World of Waters –Fase n. 2 , 22-26 Maggio

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Convitto

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Gente e mais. Mais e Veneto: è un bi-nomio inscindibile nella terra e nellatavola. Il Biancoperla è una varietà stori-ca. Per la sua valorizzazione è sortal'Associazione conservatori del maisBiancoperla cui ha aderito il nostroIstituto. Lo spirito è di dare continuità aisignificati della tradizione gastronomica.Sono significati che danno emozioni, ri-cordi e piacere della tavola. I giovaniche esplorano questi sapori possonoscoprire l'accesso ad un certo linguaggiodegli anziani e alla loro storia. Il saporedel mais è … un mediatore culturale tragenerazioni?È anche questo un ruolo che si può as-segnare alla coltivazione di maisBiancoperla, del 2004 e del 2005, coin-volgendovi gli studenti delle classiquarte, per primi, e di altre del "SanBenedetto"? Mais e scuola. Raccolta. Si raccoglie

il mais a mano per limitare i danni allecariossidi e la diffusione di micotossinenel prodotto finale. Ci è difficile farlocomprendere agli studenti.Con la collega, nel campo, assegniamoai ragazzi le file, i compagni più espertidanno qualche aiuto e insieme osserva-no le diversità che vanno scoprendo ecompiono la prima selezione.Discutiamo sulle spighe incomplete, su

quelle danneggiate dalla Piralide e damuffe, o sgranate da Merli e Tortore. Sulcampo diamo nome alle infestanti piùdiffuse (Erba morella, Farinello,Topinambour, Sorghetta, Convolvolo),cerchiamo di creare relazioni tra nomiitaliani e dialettali. Non si è voluto ricor-rere ad interventi fitosanitari contromalerbe e parassiti.Essiccazione e selezione. A qualchegiorno dalla raccolta collaboriamo all'es-siccazione disponendo le spighe in duecassoni attraversati daun flusso d'aria.Con il caricamento deicassoni si compie laselezione delle spigheda cui ricavare i semiper il 2006.Cerchiamo quelle checoncordano con lalunghezza, il numerodelle file (ranghi), del-le cariossidi sulla fila ela caratteristica tra-sparenza perlaceacome indicato dal di-sciplinare.

La curiosità si fa spa-zio nei ragazzi,qualcuno di lorochiede di avere qual-che pannocchia daportare a casa perseminarne le cariossi-di.In una lezione racco-gliamo dati dinumerosità delle ca-riossidi su uncampione di spighe(44) selezionato per

la semina, conteggiamo il numero deiranghi (media 13,19), delle cariossidiper rango (media 43,81) e delle carios-sidi per spiga (media 577,52).Altre classi compiono la sgranatura e al-la fine la granella è portata all'anticomolino Moretto, mosso ad acqua, diGrum di Villabruna (Feltre -BL) per lamolitura, in parte a cilindri e in parte apietra, e l'insacchettamento finale.Degustazione.Organizziamo con la classe un laborato-

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NOTIZIARIO Sezione professionale

Biancoperlaa scuola di mais della tradizione

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zi lo hanno raccolto e preoccupati confi-davano che potessi intervenire persalvarlo. Ma fortunatamente non ce neha dato il tempo, si è infatti ripreso, poi,eretto sulle zampe si è guardato intornoe di lì a poco ha spiccato il volo lascian-doci sorpresi e grati per l'incontro. Si èposato per un po' su di un platano e conun altro frullio è uscito dalla nostro vista.(redazione San Benedetto)

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rio del gusto nella sala mensa delConvitto.Predisponiamo gli studenti per l'osserva-zione di tre distinte farine, una di maisbianco commerciale, la seconda diBiancoperla da molitura a cilindri e laterza di Biancoperla da molitura a pie-tra. Riportano in una scheda il colore, ilprofumo, strofinandole tra le dita, il sa-pore mettendo in bocca un pizzico dicampione e bagnandolo con la saliva.Passiamo poi alle polente. Chiediamoosservazioni su aroma - qualità, aroma -intensità, dotazione di "dolce" e di"amaro"e tessitura.Apprezziamo l'impegno degli studenti.Tra le farine gli studenti assegnano il

100 % di omogeneità di colore a quellacommerciale; il 69%, l'81% e l'88%, re-lativamente alla sapidità, per la farinamacinata a pietra (sapore deciso), poi acilindri (sapore lieve) e commerciale (sa-pore assente). Per le polente la quantitàdi sapore è "decisa" (64%), "lieve"(43%) e "assente" (79%) rispettiva-mente per "a cilindri", "a pietra" ecommerciale. L'aroma è "franco" (origi-nalità, personalità) nelle due farine delBiancoperla (53% e 40%), "anonimo"nella commerciale (60%).L'impressione che abbiamo avuto a fineesperienza è che la diversificazione del-l'approccio all'argomento, dallamanualità, alla teoria e alla degustazio-

Era tramortito dal colpo subito volandocontro un vetro delle finestre dell'aula. Atenerlo tra le mani, anche qualche se-condo, un uccello così piccolo lasciasempre una traccia d'emozione. Era unRegolo (Regulus regulus): 5-7 grammi diun piccolo corpo avvolto da penne colo-rate di giallo, verde oliva, nero e bianco.D'inverno si avventura anche in ambienticome il parco del nostro Istituto. I ragaz-

ne, possa aver lasciato traccia negli stu-denti come conoscenze acquisite,valutate con opportune prove, come at-teggiamenti nuovi verso la conoscenzastessa e come memoria del cibo.

Prof. Gabriele Baldan

La goliardia dell'Università padovana animale inaugurazioni dell'Anno Accademico conla consegna al Rettore di una gallina, che,ad onore della coerenza storica e zoologica,è da qualche anno la Padovana dal ciuffo. Ècosì che tra i frequentatori dello storico avia-rio del nostro Istituto annoveriamo dei baldigiovanotti della goliardia padovana che riti-rano una delle nostre Galline padovane. Almomento del ritiro, prima di correre alla ceri-monia, non mi manca di cogliere gesti emovenze un po' maldestre nel prendere inmano il nobile pennuto: ma vince comunqueil coraggio e l'abnegazione. Così il 16 marzoscorso si è ripetuto l'evento. C'è stato un se-guito mediatico: la nostra gallina, sospesa amezz'aria tra le mani incerte ma forti di ungoliardo e lo sguardo perplesso e sorridentedel Rettore, è comparsa nei televisori dome-stici durante il telegiornale regionale. Restala ricerca da condurre sull'origine di questatradizione. Chi vivrà … vedrà. (redazioneSan Benedetto)

IncontriIl Regolo

La Padovana dalciuffo all’UniversitàUn regalo al MagnificoRettore

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Laboratorio di OrticolturaAttività: produzione di piantine da orto: Lattuga, Cicoria, Pomodoro, Peperone, Melanzana (an-che innestata), sedano, Prezzemolo, Basilico, Finocchio, Zucchino, Zucca, Melone, Piantearomatiche e officinaliDidattica: operazioni di semina, ripichettatura, irrigazione, concimazione, difesa fitosanitaria.

Laboratorio di VivaioAttività: Marzo: innesto di Glicini e altre essenze reperibili; acquisto di bulbi primaverili e altro;Aprile - Maggio: partecipazione a mostre del settore con promozione del Laboratorio e venditadi prodotto.Didattica: tecnica d'innesto, organizzazione della partecipazione a mostre.

Laboratorio di FloricolturaAttività: conduzione delle colture di Geranio, "annuali da fiore", piante verdi, Primule, Begoniaelatior, Viola del pensiero. Avvio della coltura della Stella di Natale.Didattica: esercitazioni di: irrigazione, concimazione, difesa fitosanitaria, preparazione del ter-riccio rinvaso.

Laboratorio di Avicoltura e AvifaunaAttività: proseguimento delle incubazioni di uova di Pollo (Padovana dal ciuffo, Polverara,Ancona, Valdarno nera, White america), Anatra, Oca. Allevamento dei pulcini, interventi di pre-venzione igienico-sanitariaDidattica: operazioni di raccolta uova con registrazione su scheda, di speratura delle uova (va-lutazione della fecondità), di governo dei pulcini

Laboratorio di Pieno campoAttività: (a) Colture arboreee - arbustive: potature su Actinidia, Susino, Rosa e ornamentali; (b)Pieno campo: semina di Mais Biancoperla (1 ha) e di Maranone (0,7 ha), conduzione della col-tura di Farro.Didattica: (a) esercitazioni di potatura; (b) preparazione del terreno per il Mais, semina, conci-mazione organica in ordine alle procedure di conversione al "biologico"

Laboratorio di Meccanica AgrariaAttività: costruzione di un bancale di radicazione per talee; manutenzione dell'impianto di sol-levamento delle finestre delle serre di floricoltura; razionalizzazione dei pozzi artesiani.Didattica: stretta collaborazione con il docente e i tecnici impegnati nelle attività elencate.

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NOTIZIARIO Sezione professionale

AttivitàI laboratori della sez. professionale

Azienda Agraria San Benedetto da NorciaAttività produttive e didattiche del periodo Marzo - Maggio 2006

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NOTIZIARIO Professionale Piove di Sacco

La sede professionale Duca degli Abruzzi di Piove di Sacco offre ai suoi alunni molte opportunità per il futuro La scuo-la si trova nel cuore di Piove di Sacco, a poche centinaia di metri dal Duomo. In questa scuola gli alunni possonoapprendere le materie d’indirizzo attraverso attività didattiche e vari laboratori , come quello di scienze in cui possiamousufruire si microscopi, il laboratorio di chimica, ben attrezzato per esperimenti nel settore agrario. Noi alunni siamocontenti anche di avere una piccola azienda florovivaistica in cui possiamo imparare numerosi lavori osservando e met-tendo poi noi in pratica con l’aiuto e la pazienza che solo Dario e Berto, i nostri assistenti, possono avere. Nell’aziendaabbiamo anche una piccola serra in cui possiamo coltivare piante aromatiche e fiori, in modo particolare gerani, primu-le e altre piante. Un’altra attività molto importante è la manutenzione del Bosco di Tognana in cui possiamo potare glialberi, tagliare l’erba con uso di attrezzi che impariamo a usare con l’aiuto dei professori. Inoltre, in questo parco, ven-gono svolte delle vere e proprie lezioni all’aperto, soprattutto nelle belle giornate di primavera.Rudy Ferro 1D

Gli stage proposti dalla nostra scuola sono molto belli da fare:praticamente noi andiamo per un certo periodo inaziende agricole o florovivaistiche, nelle quali lavoriamo come se fossimo operai, e dove impariamo nuove tecniche dilavoro. Noi andiamo spesso a far visita a certe aziende agricole. In più, all’inizio dell’anno scolastico, siamo andati a vi-sitare la cantina sociale di Conselve (PD), la fiera FlorMart di Padova, e adesso, è in programma una visita al centroagrometereologico di Teolo (PD), e forse andremo a visitare la mia azienda agricola. La scuola ci concede una visitad’istruzione, e noi abbiamo deciso di andare al parco naturalistico Sigurtà vicino a Verona. Insomma la nostra sede èstupenda anche se è piccola; speriamo che migliori con il passare del tempo, e se volete visitarla venite pure, sareteben accetti, e se qualcuno vorrà iscriversi da noi, ne saremo ben contenti. Baldo Simone 1D

Il nostro Istituto è una scuola che è stata sottovalutata sotto molti punti di vista. La scuola professionale agraria, in-vece è molto importante per il futuro dell’ecosistema, infatti ai ragazzi vengono insegnate materie legate alla natura eall’ambiente che, a causa dell’inquinamento, dell’urbanizzazione e dello sfruttamento sconsiderato di foreste e fontiidriche , rischia di essere distrutto totalmente. Lo scopo di questa scuola è di formare culturalmente e professionalmen-te idonei alla salvaguardia dell’ecosistema ambientale che è un elemento di fondamentale importanza. Meneghetti Bianca 1D

Lunga vita alla sededi Piove di SaccoLe attività della nostra sede

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Zootecnia

Riprendo da un articolo de l’Informatore Agrario del gennaio2004, a firma di G. Borreani e E.Tabacco, una semplice metodologiaper il calcolo dei livelli di aflatossinenel latte, conoscendo il loro conte-nuto nei foraggi. Ho già svoltoquesto procedimento in classe congli studenti della 4B.

Veleni naturali

Le aflatossine sono metaboliti natu-rali di alcuni funghi (Aspergillus

flavus e A. parasiticus) presenti nor-malmente nelle nostre zone, inparticolare sul mais. Sono sostanzecancerogene. Purtroppo il mais italia-no e in particolare quello prodottonella pianura padana presenta livelliparticolarmente elevati di aflatossine. L’allevatore, dall’analisi dei foraggi edei mangimi, può facilmente evitareche concentrazioni dannose di questiveleni si travasino nel latte.

Carry-overOccorre tenere presente alcuni termi-ni, come il Carry-Over cioè la % diaflatossine che dall’alimento si tra-smette al latte. Questo dato dipendedal metabolismo dell’animale e, inparticolare, è direttamente propor-zionale alla capacità produttiva dellebovine. Il Grafico 1 illustra il suo an-damento.

Due (o tre) moltiplicazioniA questo punto occorre conoscere:1- i dati dell’analisi dei foraggi, inparticolare la sostanza secca (s.s.) ela % di aflatossine.2- il Grafico 1 relativo al carry-over3- i limiti di legge.Come puoi vedere nella Figura 2,abbiamo preso in considerazione trealimenti a base di mais nella razionedi una bovina che produca 30Kg/giorno di latte.a) Silomaisb) Farina di maisc) concentrati a base di maisI calcoli sono chiaramente illustrati.

Sigle incomprensibili?μg/kg e ηg/Kg potrebbero confon-

derti le idee, ma sappi soltanto chesono grandezze piccolissime, milio-nesimi e miliardesimi di grammorispettivamente. Non farci troppo ca-so.

Conclusioni

Il calcolo della Figura 2 si riferisce al-l’annata 2003, in cui le difficilicondizioni climatiche hanno stressa-to le piante ed incrementato oltremisura le % di aflatossine.Purtroppo in casi del genere (rarisperiamo), come vedi, i limiti di leg-ge vengono facilmente raggiunti.Non si tratta solo di teoria.In questi frangenti l’allevatore dovràeliminare quegli alimenti oppure di-luirli nella razione con altri “sani”fino a rientrare nei valori consentiti.

Prof. Lorenzo Tiso

AflatossineUn semplice calcolo per ridurne l’apportoin razione

0

1

2

3

4

5

6

10 20 30 40 50Latte/capo/giorno (kg)

Car

ry-o

ver

(%)

Grafico 1- Relazione tra produzione di latte e tasso di passaggio(carry-over) dell’aflatossina nel latte

%

Figura 2 - Livelli di aflatossine nel latte in situazione di rischio elevatoSilomais 33% s.s Farina di mais 87% s.s Concentrato 89% s.s(AFB1 3,5 ppb s.s.) 1ppb = 1 μg/kg (AFB1 8,0 ppb s.s.) 1ppb = 1 μg/kg (AFB1 1,0 ppb s.s.) 1ppb = 1 μg/kg

Tal quale in razione 25,0 kg Tal quale in razione 3,5 kg Tal quale in razione 6,0 kgSost. Secca razione 25 x 33% 8,3 kg Sost. Secca razione 3,5 x 87% 3,0 kg Sost. Secca razione 6,0 x 89% 5,3 kgAFB1 ingerita 8,3 x 3,5 29,1 μg AFB1 ingerita 3,0 x 8,0 24,0 μg AFB1 ingerita 5,3 x 1,0 5,3 μg

Carry-over AFM1 (3,7%) in vacche da 35 kg/giorno (vedi grafico 1)

AFM1 totale nel latte 29,1 x 3,7% 1,08 μg AFM1 totale nel latte 24,0 x 3,7% 0,89 μg AFM1 totale nel latte 5,3 x 3,7 0,2 μg

AFM1/ kg di latte 1,08/35 30,9 ηg AFM1/ kg di latte 0,89/35 25,4 ηg AFM1/ kg di latte 0,2/35 5,7 ηg

Ingestione totale di AFB1 = 58,4 μg

In 1 litro di latte = 30,9 + 25,4 + 5,7 = 62,0 ppt di AFM1

ARTICOLI

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NOTIZIARIO La voce degli studenti

TORNEO INTERNO DI PALLAVOLOMISTOEntusiasmante il torneo di pallavolo cheha impegnato i ragazzi di tutte le sezio-ni del Tecnico in due giornate, nel mesedi Novembre.La selezione che ha impegnava il bien-nio si è conclusa con la qualificazionedella 1^ C.La 5^C ha vinto la selezione del triennioed infine, sia per la maggior prestanzafisica che per l’esperienza, si è aggiudi-

PROGETTO + SPORT@SCUOLALa Regione Veneto ha organizzato unaserie di attività allo scopo di aumentarel’offerta sportiva per i ragazzi che fre-quentano gli istituti superiori. Sonopreviste le seguenti attività:1. sci di fondo2. escursioni con ciaspole (racchette daneve) a Passo Coe o sull’Altopiano diAsiago3. rafting4. arrampicata sportiva5. escursioni e tracking nel Parco deiColli Euganei ( è prevista la partecipazio-ne dei docenti di scienze perapprofondire l’educazione ambientale).

Lo SportLe nostre squadre in campo

CORSA CAMPESTREMercoledì 7 dicembre, presso gli impiantisportivi Brentelle,di via Pelosa, si è svol-ta la selezione provinciale della corsacampestre. Il nostro istituto si è classifi-cato in entrambe le categorie, allievi eJuniores.Tra gli ALLIEVI si sono distinti : SilviaCielo 17^, Alice Panzarin 23^e JennyCapuzzo 33^. Le loro prestazioni hannoconsentito alle nostre scuole di qualifi-carsi al 7° posto sulle 12 squadrepartecipanti.Nella categoria JUNIORES le prestazionidi Luca Pertile 19°, Martino Schiavon 44°e Samuele Finco 48°, hanno consentitoal nostro Istituto di aggiudicarsi il 10°posto tra 18 squadre partecipanti.

PALLACANESTRO MASCHILESuccesso della nostra scuola nei campionati studenteschi di pallacanestro maschile che si èsvolto in tre giornate nei mesi di gennaio e febbraio:la squadre dei JUNIORES ha vinto ilgirone: FORZA DUCA!

Luca Vigato 3A Tecnico

IL NOSTRO CAMPIONE!È Nicolò Ghiraldo di 1D che il 2aprile, a Castelgandolfo (Roma), havinto i Campionati italiani diCanoa e si è classificato per iMondiali! COMPLIMENTI NICOLÒ, SEI FORTE!

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NOTIZIARIO Sezione professionaleLa voce degli studenti

DOGTOWN AND Z-BOYS

REGIA: Stacy Peralta

PRODUZIONE: U.S.A. - 2001 - Docum./Sport.

DURATA: 91'

INTERPRETI:

Ian MacKaye, Peggy Oki,

Shogo Kubo, Wentzle Ruml,

Allen Sarlo, Jeff Ho, Tony

Alva SCENEGGIATURA:

Craig Stecyk - Stacy Peralta

FOTOGRAFIA: Peter Pilafian

SCENOGRAFIA: Craig Stacyk

MONTAGGIO: Paul Crowder

MUSICHE: Terry Wilson

Venice Beach è una delle spiagge più fa-mose del litorale losangelino. Dalla metàdegli anni Cinquanta, a Venice, comenella limitrofa spiaggia di Santa Monica,si potevano trovare le giostre che com-ponevano il Pacific Ocean Park, il piùimportante luna park della West Coast.Quando, un decennio dopo, il P.O.P. chiu-se, quel territorio rimase in mano apiromani e drogati, ma anche a surfisti eartisti da strada. Quel territorio prese ilnome di Dogtown, e lì i surfisti erano trai più rispettati della città. Ma a LosAngeles bisogna andare sulla spiaggia lamattina presto, perché alle 10 già le on-de non vanno più bene per fare surf.Così, i surfisti di Dogtown - gli Z-Boys -iniziarono a fare skateboard nel pomerig-gio, utilizzando la tavoletta dello skatecome fosse un surf e finendo anche perallenarsi nelle piscine vuote delle ville deiricchi. Quando nel 1975 venne organiz-zato un campionato nazionale diskateboard, gli Z-Boys parteciparono inmassa e stupirono tutti con uno stile chenessuno aveva mai visto prima, aggressi-vo e frenetico. Senza forse rendersene

conto, avevano completamente rivoluzio-nato il modo di andare sullo skate.Ideato e diretto da uno degli Z-Boys piùdi successo, per lo meno dal punto di vi-sta commerciale, il film che raccontaquesta storia, "Dogtown and Z-Boys", ècertamente auto-celebrativo ma riesce atrasmettere pienamente l'amore per loskateboard che gli Z-Boys hanno.Con filmati girati trent'anni fa e connuove interviste realizzate appositamen-te da Stacy Peralta, il film ripercorrevelocemente la storia dello skateboard,lasciando quella del surf molto sullosfondo e riuscendo a rendere meraviglio-se le evoluzioni del gruppo ed esaltantile loro imprese.

Luca Olivetto e Matteo Bianchetto4A Tecnico

SCARFACE

L’ambizione ti rende brutto, ecco come sipotrebbe riassumere questo interessantefilm. Tony, un ambizioso esule cubano,vuole fuggire dal suo passato di miseriae prigioni, sogna cose mediocri: macchi-ne, donne, soldi.Ma ha vissuto in unastrada, ha combattuto delle guerre, equeste cose ritornano sempre; sono nelsuo modo di esprimersi, schietto e velo-

ce, puro e diretto. Niente fronzoli.La car-ta verde, un documento di libertà, e unasfrontatezza pari alla sua arroganza por-tano Tony a diventare un boss delnarcotraffico. Il non accontentarsi e il vo-lere sempre di più lo conducono aintraprendere una vita sociale fallimenta-re fatta di paranoia e di cocaina. Lamadre lo rinnega mentre la sorella loadora. L’amore di sua sorella è troppo ri-cambiato da Tony.Questo suo amorediventerà gelosia della sorella fino a ri-portare a galla il dramma incestuoso diEdipo. Un amore malato, male coltivato,erroneamente interpretato. Il mondo del-la droga è un mondo dove non ti puoifidare di nessuno, la strada di Tony si co-stella di morti. Una delle scene che miha maggiormente colpito è stata quelladel ristorante dove Tony accusa il falsoperbenismo delle persone. “Io sono ilcattivo, ma voi che siete i buoni avetebisogno di questo cattivo per poter pun-tare il dito” dice Tony con voce urlante ealterata dall’alcool. La sua arroganza, ilsuo non guardare in faccia nessuno sicontrappongono alla sua etica umanita-ria, stupenda la scena dove uccide ilsicario pur di non far perire dei bambini.Questo suo atteggiamento lo porterà alnoto epilogo, la morte. Muore come unguerriero pazzo, combattendo fino all’ul-timo, colpito alle spalle. Ha rovinatotante vite e ne ha spezzate altrettante equesta morte dettata dalla violenza è laconseguenza della sua ambizione. “Ilmondo è tuo”, primo piano di una sferacon su incisa questa affermazione. Il cre-do di Tony, la sua preghiera.

Jussi Chinchio3A Professionale

CinemaLi abbiamo visti per voi

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NOTIZIARIO Sezione tecnica

AttualitàNoi la pensiamo così

La voce degli studenti

FAR WEST ALL’ITALIANAQualcuno la chiama difesa all’america-na, altri far west all’italiana, di certol’emendamento alla legge numero 52del Codice civile penale, approvata il 24gennaio di quest’anno, ha scatenatoun vero pandemonio. Questo emenda-mento, introdotto dal deputatoLuciano Dussin, prevede sostanzialmen-te che chi si troverà a sparare controun malvivente che si sia introdotto nellasua proprietà, “quando non v’è desi-stenza e vi è pericolo di aggressione”,non rischierà più di finire sotto proces-so. Autorizza dunque il ricorso adun’arma, se legittimamente detenuta,con lo scopo di difendere, non solo lapropria o altrui incolumità, come acca-deva già fino ad ora, ma anche i propribeni: soldi, gioielli, quadri e quant’al-tro. Licenza di uccidere quindi? Non èproprio così. La legge infatti affermache, per essere ammessa la reazione, cideve essere un effettivo pericolo di ag-gressione da parte di chi si è introdottonella proprietà altrui abusivamente. Èquindi vietato l’uso di armi contro unmalvivente in fuga o se si sorprendequalcuno che ruba senza mostrare in-tenzioni violente.Le prese di posizionenei confronti di questa nuova legge so-no diverse. C’è chi afferma che inquesto modo i cittadini onesti non sa-ranno più costretti a subire processiingiusti solo perché tentano di difen-dersi. C’è chi sostiene che questoemendamento viola il principio secon-do il quale la sicurezza dei cittadini nonpuò essere affidata all’autodifesa madeve essere garantita dallo Stato. C’èpoi chi sostiene che, con questa modi-fica all’articolo 52 il governo italianovoglia inviare un messaggio politico po-

co chiaro, che potrebbe essere inter-pretato come un invito al cittadino diprocurarsi un’arma. Senza considerareil fatto che certi criminali, potrebbero,di conseguenza, decidere di agire, daora in poi, sempre accompagnati daun’arma da fuoco. Sicuramente è pre-sto ancora per dire se questa nuovanorma andrà a modificare l’atteggia-mento degli italiani nei confronti dellearmi e ad aumentare il tasso di posses-so di pistole o fucili a domicilio, ma sedovesse essere così, considerati i gravirischi che la disponibilità di armi puògenerare, è da temere che il numero diomicidi accidentali o non intenzionali, iltasso dei suicidi con armi da fuoco e icasi di violenza domestica sfociati inassassini aumentino sempre di più.Mattia Rigoni5A Tecnico

È SOLO UNA QUESTIONE DI VIGNETTE?Ormai è da settimane che sentiamoparlare nei giornali e alla televisione dieventi che lasceranno un profondo se-gno nella storia, si tratta dellesanguinose proteste che molti gruppimussulmane hanno scatenato contro lapubblicazione di alcune vignette satiri-che sul Profeta Maometto da parte dialcuni giornali danesi e francesi. Le pri-me proteste sono partite dallecomunità islamiche residenti in Europache hanno cominciato col bruciare sul-le piazze la bandiera danese e colminacciare tutti i Paesi che avevanoosato pubblicare immagini diMaometto. Poi la scintilla si è innescataanche in India, in Turchia, in Libia ed ècominciata una feroce opposizione almondo cristiano che ha fatto già nu-

merose vittime sia tra i cristiani che trai mussulmani e che ancora non accen-na a fermarsi. Particolarmente grave siè presentata la situazione in Libia dove,a causa di un intervento, a dir pocoinadeguato, del nostro ministroCalderoni si è scatenata una protestaantieuropea che ha provocato numero-si morti e ha costretto molti cittadinilibici di origine europea a lasciare il loroPaese. Ancora più cruenta si fa la lottatra Occidente e mondo mussulmanoquando le violente proteste hanno ot-tenuto l’approvazione del presidenteiraniano, il quale sostiene, fin dalla suaelezione, che lo stato di Israele nondeve esistere sulla carta geografica eche l’Iran ha il diritto di disporre libera-mente dell’energia nucleare. Come senon bastasse, le elezioni in Palestinavengono vinte da Hamas, un partito diestremisti che non ha mai riconosciutol’Esistenza dello Stato ebraico. Dopoaver assistito a tutti questi eventi miosono posto un quesito: perché dob-biamo essere tolleranti verso le altreculture e religioni mentre noi veniamoaggrediti nei paesi mussulmani solo peril fatto di essere cristiani o europei? Ilmotivo è semplice: è vero che la cultu-ra cristiana e quella mussulmana sonodue universi molto diversi ed è difficilemettere in relazione e integrare duemodi di pensare e due stili di vita cosìdifferenti, eppure forse è proprio giun-to il momento di sotterrare l’ascia diguerra e di cercare di costruire unmondo insieme, basato sul reciprocorispetto e sulla tolleranza, perché que-sto è l’unico mondo che abbiamo!Matteo Cavinato3A Tecnico

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A PROPOSITO DI INFLUENZAAVIARIACome ti distruggo un settore economi-co in sei mesi di telegiornaliIl timore che l’influenza agraria possaaver contaminato il pollame che arrivasulle tavole degli italiani è del tutto in-fondato così come ci assicura ilMinistero della Sanità, ma questo nonbasta a convincere la popolazione a ri-prendere un normale consumo di carnebianca anche a costo di impoverire lapropria dieta e il proprio portafoglio.Per questo motivo numerose aziendedel nostro Paese e in particolare delVeneto sono ridotte sull’orlo del falli-mento. Abbiamo voluto renderci contodi persona della situazione e ci siamorecati in provincia di Venezia, presso unallevamento avicolo a conduzione fa-migliare per intervistare il proprietario.L’azienda del signor Fabio Moro insistesu 1200 metri quadri di superficie co-perta, e si occupa dell’allevamento dipolli, tacchini e faraone. Ogni annovengono allevati mediamente circa130 mila i capi, ma questo è un annodavvero nero.Com’è la situazione odierna?Oggi la situazione è veramente critica,per non dire disastrosa. È da circa settemesi che i giornali parlano di questa in-fluenza aviaria, e già la nostraproduzione si era ridotta del 20,30%ma ancora si riusciva a lavorare.Quando però sono stati trovati queipochi casi di influenza sui cigni allorac’è stato il vero crollo di mercato: Oggiil lavoro si è ridotto deli’80%: non siriesce a recuperare neanche i soldi deicereali usati per l’alimentazione deglianimali. Secondo lei, di chi è la colpa di questapaura ingiustificata?Bisogna rendersi conto che la maggiorparte delle persone, oggi come oggi,ha paura solo di vedeRlo un pollo, figu-riamoci di mangiarlo! E tutto questopanico è stato creato da una cattivainformazione che ha continuato a tra-smettere immagini, spesso esagerate,spesso sempre le stesse, di pollamemorto e ammassato per essere sotter-rato: la colpa è dei mass–media chenon hanno usato bene i loro mezzi.Come state affrontando questa crisi?

Ora occupiamo il nostro tempo facen-do manutenzione alle strutture interneed esterne dell’azienda, altro non pos-siamo fare. Siamo sicuri che lasituazione migliorerà ma per il momen-to il mercato è nettamente in crisi alpunto che, tra colleghi siamo ridotti asperare che questa tanto nominata in-fluenza arrivi se davvero deve arrivare,così almeno ci potremo rendere contose la si può affrontare con successo,come io credo, o se l’azienda agricoladeve abbandonare l’allevamento e indi-rizzarsi verso un’altra strada. Siamocerti inoltre, che fra 2 o 3 anni, in Cinae in altri paesi emergenti, saranno giàattivi allevamenti avicoli con annessa lalavorazione della carne, pronti perl’esportazione in Italia e la vendita di-retta ai banchi frigo. Allora sì che cisarà da aver paura, ma se i mass-medianon ci aiutano, tra poco di polli italianice ne saranno ben pochi in giro perchél’unica cosa certa è che, così, non siriesce a vivere.Mauro Borrella4A Tecnico

INCONTRI DA IMPATTOGli studenti si confrontano su mondidella nostra TerraIl 13 febbraio, le classi IA, IIA, IIC delSan Benedetto da Norcia e la IIIB delDuca degli Abruzzi hanno partecipatoad un interessantissimo incontro che siè tenuto nell'aula magna della sezioneprofessionale. Due padri comboniani,padre Giorgio, padre Dario e un medi-co dell'Organizzazione non governativa"Medici con l'Africa" (CUAMM), il dr.Massimo hanno raccontato, anche conl'ausilio di filmati e diapositive, la loroesperienza missionaria in AmericaLatina ed in Africa e il loro servizio a fa-vore dei più poveri. Lo scopo dell'incontro (organizzato dal-la Commissione per l'Educazione allaSalute del nostro Istituto) era di suscita-re negli studenti una riflessione sutematiche sociali, a partire da tre esem-pi di vita che hanno comportato unascelta importante. Ecco di seguito alcu-ne considerazioni personali espressedagli studenti di II C su quanto da essivisto e ascoltato.“Le cose che mi hanno più colpito dei

due padri comboniani sono: la vogliadi aiutare il mondo e l'interesse chehanno per tutto" (Marco).“I due padri comboniani sono stati permolti anni Brasile, nelle favelas, che so-no delle baraccopoli sovraffollate dovela gente vive in una povertà inimmagi-nabile (…). Vorrei fare una domanda aipadri comboniani: hanno mai pensatodi abbandonare tutto?” (Samuele).“Ringrazio Dio di essere qua, anche semi dispiace per quelle persone (…) chesi trovano in quelle condizioni (…)Abbiamo visto con il medico missiona-rio, che ci ha spiegato com'è lasituazione sanitaria in Africa, come so-no ridotti a lavorare i medici e tutte lemalattie presenti.” (Alberto).“È stata una lezione molto interessantee importante, mi ha fatto ricordare chenon siamo soli nel mondo, ma ci sonotanti altri che hanno bisogno d'aiuto.”(Patrick).“Bisognerebbe che tutti noi in qualchemaniera dessimo una mano a questimissionari; peccato che ci sia poca vo-lontà di farlo.” (Silvia).“Qui da noi la situazione è molto di-versa, siamo abituati ad averequalunque cosa: viviamo nel benesseree ascoltare le parole di questi missiona-ri ci ha commosso, facendoci capirequanto siamo fortunati noi.” (Manuel).“Il medico ci ha fatto riflettere su unastatistica che dimostrava che i soldispesi per la guerra basterebbero persalvare quasi tutta la gente povera inAfrica (…) La domanda che vorrei farea queste tre persone è: dove trovanotutto questo coraggio per andare inAfrica o in Brasile ad aiutare i poveri?”(Michele).“Dobbiamo essere grati per quel cheabbiamo, abbiamo anche troppo (…).Io devo dire che stimo quel dottore,anche se non lo conosco, perché lui vain Africa a spese sue a curare più gen-te possibile .”(Andrea).

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di poter rispondere con un secco NO.Soprattutto personaggi come JimmiHendrix, Janis Joplin e Jim Morrison,considerati dalle generazioni del vente-simo secolo come dei miti, se avesseropotuto sfuggire alla droga, sarebberoancora vivi e anche noi li avremmo po-tuti conoscere e ammirare. come altriloro coetanei - Santana o i RollingStones! Allora si potrebbe, anche oggi,accendere la radio e sentire la cupa vo-ce di Morrison, o quella rauca di Janise la chitarra di Hendrix toccarci ancorail cuore con i loro ultimi successi.

Matteo Nizzardo5A Tecnico

CARO CECCO, TI SCRIVOCaro Cecco Angiolieri,a scuola stiamo studiando le tue ope-re, la poesia comico-parodica, e tuttequeste menate che, scusa se te lo dicoin faccia, sono una gran rottura! E poiche lingua parli, la prof dice che è ita-liano delle origini; a me, certe volte,sembra turcomanno delle origini!Comunque, fatto sta che m’è toccatostudiarti e dopo un po’ mi sono accor-to che, accidenti! Nonostante tu siavissuto più di 700 anni fa, avevi già ca-pito tutto della vita! Noi giovani del2000 desideriamo esattamente le stes-se cose di cui parli tu nelle tue poesie:“la donna, la taverna e ‘l dado”. A noiragazzi piace divertirci, ci piace passarebelle serate in dolce e compagnia esoprattutto ci piace stare con gli amici,davanti a uno, o due boccali di birra agiocare a carte o con i giochi elettroni-ci. A proposito tu ne avevi di amici?Perché con la vita che facevi, sregolatae violenta, avrai avuto più nemici che

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NOTIZIARIO

CONOSCETE I MANGA?Prima di parlarvi del manga che abbia-mo intenzione di recensire, è bene chediciamo cosa sia un manga a coloroche non lo sapessero.Con questo termine vengono chiamatii fumetti giapponesi; essi hanno carat-teristiche diverse dai nostri: di normamancano di colore (solo alcun isonocolorati, normalmente sono edizionispeciali, o particolari come ad esempioSolar Lord o Streat Fighther), inoltre,ed è la loro caratteristica principale, lalettura dei manga avviene da destraverso sinistra.La pagina da leggere per prima è quin-di quella posizionata a destra delloschermo perciò e vignette si leggonocome se la pagina fosse davanti aduno specchio, in questo modo:

Anche i balloon (le “chiacchiere” deipersonaggi) si leggono da destra a sini-stra.

Arrigo Nicoletti 4B TecnicoCarlo Zanetto 1A Tecnico

UN’ARTE BELLA DA MORIREBaudelaire muore nel 1867, a 46 anni,consunto dall’alcool edall’oppio;Verlaine e Rimbaud muoinorispettivamente a 52 e 37 anni dopoaver assunto tutte le sostanze psicoat-

tive che poterono trovare; ma col tem-po le droghe si sono fatte più cattive:Jimmy Hendrix e Jim Morrison ci lascia-no a soli 27 anni, Janis Joplin a 26.Tutti e tre per overdose.Mi domandose quello che questi artisti, e molti altri,ci hanno lasciato vale davvero la lorovita. Spesso, per poter esprimere lapropria arte, per trovare la giusta ispi-razione, per abbattere le barrierementali che ci separano dall’ignoto,poeti, pittori e cantanti hanno fattolargo uso di alcool e di sostanze stupe-facenti. La maggior parte di loro èmorta ad un’età media di trent’annidopo aver prodotto un cospicuo nume-ro di opere in poco tempo ma ilrapporto tra droga e arte prima, li hatrasformati in schiavi della dose quoti-diana e poi ha distrutto la loro vita.Difficile è stabilire se, senza l’uso distupefacenti, avrebbero potuto arrivareai livelli artistici cui sono giunti; certosono stati aiutati, soprattutto nel supe-rare le proprie ansie, le paure e ledebolezze che spesso accompagnanogli artisti così, se analizziamo le loroesistenze, possiamo ritrovare una fortesomiglianza tra le vite dei poeti deca-denti dell’Ottocento e quelle dellerockstar degli anni Settanta. I loro mo-delli di vita erano completamento inconflitto con quelli della società in cuivivevano per cui, spesso, furono accu-sati di turpiloquio e oltraggio alpudore, sia durante le loro esibizioni,sia, soprattutto, durante il loro vagareubriachi e stupefatti in cerca della loroispirazione. La droga, distruggendoli,ha messo fine alla loro carriera quandoavrebbero potuto dare ancora molto e,forse, il meglio doveva ancora venire.Per questo, alla domanda iniziale credo

La voce degli studenti

CulturaLetteratura, Arte e Musica

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italiano è il registro Principale dolce,senza mordente, povero di armonici,che varia nelle diverse scuole organariesolamente per alcune sfumature lievi dichiaro-scuro. Oggi, si tende a daremaggiore rilevanza a fondi e ance a di-scapito del Ripieno che viene sostituitocon Misture d'importazione che nonhanno nulla a che vedere con la nostratradizione . su dieci organi realizzatinove sono di fattura estera. Credo chequeste brevi considerazioni invitino ariflettere e a meditare sulla situazioneattuale dell'organaria italiana in co-stante evoluzione e per chiedersi: chefine ha fatto il Ripieno italiano?

Mattia Valentini5B Professionale

amici, soprattutto nel giro del giocod’azzardo! Come mi piacerebbe sfidar-ti a una partita a carte!e chi perdepaga da bere, - sai, sono un campionea carte io: mi alleno tutti giorni a scuo-la! - sono sicuro che non resisterestialla mia sfida e poi, dopo una caraffadi quello buono, mi potresti raccontarele tue mille avventure e magari inse-gnare qualche dritta sulle le donne.Certo che tu, con la scusa della poesia,avevi un bel fascino su di loro, ho sen-tito dire che non te ne lasciaviscappare una! Mi hanno anche dettoche sei stato arrestato per aver provo-cato una rissa fuori da una tavernaquando un altro tentava di fregartila donna. Come ti capisco, anche a meè successa una cosa simile: ho trovato

un sedicente amico insieme alla mia ra-gazza, e allora ce le siamo date disanta ragione! È stato fantastico!Adesso non ho più né ragazza né ami-co ma almeno non ho perso anche lafaccia! Senti, dimmi un po’ e con tuo padrecome va? Hai sistemato le cose con lui,almeno nell’altra vita? In fondo lui tiha lasciato in eredità un sacco di quat-trini, sì lo so che te ne servivano di più,e che in poco tempo li hai fatti fuoritutti, ma, insomma dai, io lo perdone-rei per questa volta! Nonostante tutto,ho visto però che anche tu, a momen-ti, hai avuto paura della malinconia,anche a me qualche volta mi prende,cosa dici che sia?… Beh, adesso ti sa-luto perché io non posso darmi allapazza gioia così liberamente come te,

ma mi tocca andare a scuola e purestudiare, ma quando ci incontreremo,IL PIÙ TARDI POSSIBILE, mi raccoman-do, porta le carte!!!

Pietro Bertini3A Tecnico

DIVERSITÀ MUSICALE A RISCHIO DIESTINZIONE: il caso del RipienoItalianoSe esiste la biodiversità, argomentoche ricorre spesso nel nostro Istituto,esistono infinite altre diversità e una diqueste è quella delle tecniche costrutti-ve degli Organi. La tradizione distinguetre tecniche costruttive a seconda dellaregione europea d'origine Una diffe-renza importante sta nella costruzionedei registri: vale a dire delle file di can-ne di diverse altezze, diametri e forme,che vengono impiegati dall'organistaper variare il suono emesso dallo stru-mento, in parte secondo le indicazionidella partitura, molto spesso secondola circostanza e la personale sensibilità.I registri hanno propri nomi e tra essiuno è detto Ripieno. Questo registro inItalia aveva una particolare sistemazio-ne nella progettazione dellostrumento, da cui Ripieno italiano.Oggi questa particolarità rischia discomparire perché troppo spesso è so-stituito da registri di altra tradizione.Lecaratteristiche degli Organi Italiani so-no: la fusione dei suoni, lacomposizione dei Ripieni con registridella stessa famiglia (principali), gli altriregistri intonati in modo che ne risultiun tutto omogeneo con il Ripieno, eancora: trasparenza, morbidezza, chia-rezza, dolcezza, espansività, calore. Neinuovi organi di costruzione italiana ilRipieno italiano lascia il suo posto dicomponente fonico a: Mixtur, Scharf,Zimbel e Fornitour (Germania). Questiregistri svolgono il ruolo tipico delRipieno in Italia: la dolcezza del nostroRipieno, invidiata da tutti, la sua pos-sanza e la sua cristallina trasparenzasono forse d'un tratto divenuti difettida condannare? Ciò porterà a dimenti-care la tecnica di costruzione ed'intonazione della piramide armonicamaschile? Il fondamento del Ripieno

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IL MARE

Una candida brezza lungo il mare si stava bene, mi faceva il solletico sul collo come fosse una ragazza, ed io mi divertivo, nel frattempo il sole tramontava come un’enorme palla infuocata e il mare calmo dondolava i gabbiani.

Guido Berto2C Professionale

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mollare con la patente, forse tra10 anni ce l’avrai! Anonima•Al mio invalido: Guarisci prestomio dolce amore perché sei troppoalto con le stampelle. Ti amo By latua Mussetta•Libero, portame i sche! By Pesse2^E•Schiavo, mi annebbi le idee con iltuo ferro vecchio, cambialo! ByAndrearea 2^E

Se vi piace questa rubrica, te-netela viva partecipando anchevoi: mettete i vostri messagginell’apposita scatola che trove-rete sul tavolo del corridoio discienze, al primo piano.

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NOTIZIARIO Sezione tecnicaLa voce degli studenti

•A Ping: Me piaaaaaase! By Dack•A 892: Ecco il numero! Ciao, byex di Moamed•A Peri and Mad: Ciao Ciccini, sie-te i migliori! Kis by Juliette•Veronica e Marica, voi illuminate inostri giorni al “Duca”!•A dei lesi di 5^A: Ciao lesi, ciao!Anonima•A Dany! Fatti Mora! Ti si vede laricrescita! Anonima•A tutta la 4^A: A maggio se tajael fen e i conti a casa mia no tevien a farmei ti! By la vostra a affe-zionatissima compagna di classe•Ad Atzory: Finalmente sessanten-ne! Dai che al gruppo della terzaetà ti aspettano! Vai nonno!Anonima•Poiana sei un pito bolscevico! Unconoscente•Pesse, se l’altro è durato 100,questo dura 10! By Numa•Al signor Preside: “Chi rompe (gliarmadi) paga, ma i cocci sonosuoi” 2^E•A Veronica di 1^A: Ti amo! ByFilippo 1^D•A Daniela: Ti prego, risparmiaci,non fanno ridere le tue barzellette!By i mejo dea 3^D•A Piccolo di 1^E: Tu di piccolonon hai solo il cognome! By X-File•A Matteo, Carlo, Daniel di 3^A:Scondite!!! By Mattia 1^D•Enrico! Impara a pattinare! By1^D•Numa, salda i debiti, ma non conla saldatrice! By Andrearea 2^E•A Tartol: la mia vendetta sarà lun-ga e dolorosa! Il tuo ombrello ha igiorni contati! By Cip•Ad Annalonza Grazie, TVB! E non

PERDONIAMOLI! NON SANNOQUELLO CHE DICONO!

•Infatti, Gesù Cristo nacque nel33 dopo Cristo….. (Valentini)•Tre per tre fa sei. !??! (Favaro)•Diciassette, diciotto diciannovee diciaventi?????? (Boriello)•Nazareno! Se non la smetti timetto in croce! (Romanello)

Questo è tanto per cominciarema, se partecipate tutti con lefrasi più strampalate dei prof., cisarà da ridere! (almeno pernoi!!!!)

Messaggi e sorrisiIl piccione viaggiatore

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Mostra interattiva di esperimenti scientifi-ci. La mostra è nata nel 1994 presso lanostra scuola e, inizialmente, era realizza-ta utilizzando il materiale di Mostreitineranti, come la Mostra GEI e IGiocattoli e la Scienza; successivamente siè arricchita di esperimenti, eseguiti daglialunni e dai docenti della Scuola con ma-teriale povero e facilmente reperibile, finoa diventare una mostra autonoma chepresenta più di 200 esperimenti e acco-glie ogni anno una media di 4000visitatori. Dal 2002, la Mostra è organiz-zata in spazi pubblici in collaborazionecon gli Assessorati alla cultura e alle poli-tiche scolastiche del Comune di Padova,con i Laboratori nazionali di Legnaro lasezione padovana dell’Istituto Nazionaledi Fisica nucleare, l’Unità di ricerca diPadova dell’Istituto Nazionale per la Fisicadella materia, le sezioni padovanedell’Associazione per l’insegnamento del-la fisica, l’Università di Padova, laDirezione generale dell’Ufficio Scolastico

regionale del Veneto. Il “Duca DegliAbruzzi” è capofila di una rete di scuolesuperiori di Padova a cui appartengonoanche gli Istituti superiori “Scalcarle”,“Fermi” e “Marconi”.La Mostra è gene-ralmente -aperta al pubblico nellaSettimana della Cultura Scientifica, è ri-volta principalmente, agli studenti delleScuole Medie Inferiori e Superiori ed ulti-mamente anche agli allievi delle Scuoleelementari per i quali sono stati studiatipercorsi adeguati. L’iniziativa si proponecome un'occasione per svolgere attività

didattica di tipo alternativo in quanto sicerca di stimolare i ragazzi a lavorare e aprodurre "idee", da soli o in gruppo, as-sieme ai loro insegnanti. Gli esperimenticonsentono l'acquisizione della conoscen-za scientifica di base senza alcuna pretesadi completezza ma stimolano a porre do-mande e ad usare conoscenze e abilità,per ottenere risposte appropriate attra-verso dirette esperienze. Per tutte questeragioni anche l’allestimento della mostracorrisponde ad un momento di didattica

alternativa: i nostri allievi imparano, pre-parando, inventando e presentando ilmateriale esposto in mostra.

Alla Mostra sono abbinati due concorsi :1.Sperimenta anche tu2.L’Arte sperimenta con la Fisica

Nelle domeniche di apertura della Mostrasono previste altre manifestazioni: •Osservazione del cielo con i telescopi de-gli astrofili di Santa Maria di Sala (7maggio)

•Gara di lancio di razzi ad acqua (14maggio)•Giro per il parco di Villa Brada in carroz-za con carrozza e cavalli dell’I.S.I. “Ducadegli Abruzzi” (21 maggio)L’avventura ricomincia: tutti possono par-tecipare!

Prof. Elena Viola

Sperimentando 2006Mostra interattiva di scienze

SPERIMENTANDO 2006 – MO-STRA INTERATTIVA DI SCIENZE

2 - 21 maggio 2006Villa Breda, via San Marco 219Ponte di Brenta – Padova

Orario di aperturaDomenica e lunedì: 11.00-13.00e 15.00-18.00Mercoledì 9.00-13.00Martedì, giovedì, venerdì e saba-to: 9.00-13.00 e 15.00-17.0020 maggio: premiazione del con-corso alla mattina, al pomeriggiola mostra sarà aperta con il con-sueto orario

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NOTIZIARIO

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NOTIZIARIO Sezione tecnica

Il nostro Istituto prende parte a numero-si progetti europei, tra essi anche alComenius, a cui la sede professionaledel “San Benedetto da Norcia” si è de-dicata con particolare entusiasmo. Ilprogetto Comenius - The WonderfulWorld of Waters- affronta il tema cru-ciale dell’acqua, si articola in tre anni diattività ed ha, quali obiettivi principali, laconoscenza di nazioni diverse, l’appren-dimento di una lingua straniera, ilconfronto fra metodi pedagogici, la cre-scita personale di tutti i partecipanti,provenienti da paesi europei molto lon-tani, che godono della possibilità distringere amicizia tra loro e di divertirsia creare un futuro di comprensione e dicollaborazione tra i popoli. Il progetto èmultidisciplinare perciò coinvolge nume-rose discipline di studio: chimica,economia, biologia, ecologia, geografia,storia e, naturalmente, inglese, la lin-gua comune in cui avviene lacomunicazione. ñ previsto anche l’inter-vento di esperti e di imprese interessateall’argomento. L’obiettivo specifico diquesto primo anno di attività è l’analisidi alcuni corsi d’acqua e la loro in-fluenza sull’ambiente e sullapopolazione durante la storia.Partecipano al progetto cinque Paesi:Italia, Slovenia, Polonia, Lettonia, eTurchia i quali, a turno, si impegnanoa ospitare i lavori. Il primo incontro si ètenuto a BreÏice, in Slovenia, dal 24 al28 ottobre dove la nostra scuola hapresentato i risultati di un’indagine sul-le acque di risorgiva dei Colli Euganei.Hanno illustrato il lavoro i professoriSantina Bortolami, e Flavio Turetta, co-ordinatore delle operazioni di ricercachimica, gli studenti Clizia Peraro, del

“San Benedetto da Norcia”, e IvanCrescenzio del “Duca Degli Abruzzi”. Liabbiamo intervistati per sentire come èandata.E’ stata un’esperienza davvero positiva -ci ha detto il professor Turetta - che ciha aperto le porte verso un orizzontenuovo, permettendoci di conoscere real-tà di vita e di pratica didattica ancorapoco conosciute in Italia. Vuole raccontarci com’è andata?Durante il primo giorno dei lavori, ogniscuola ha presentato il proprio Paese eil proprio Istituto; noi abbiamo organiz-

zato un viaggio virtuale in Italia einfine abbiamo condotto gli spettatori avisitare le due scuole del nostro Istituto.Durante il secondo giorno, ogni nazioneha presentato il proprio lavoro di ricerca:la Lettonia, la Polonia e la Turchia hannofocalizzato il loro interesse sulla rete

idrografica;la Slovenia ha presentato unlavoro intitolato “Acqua e religione”; lanostra scuola, invece, ha esposto unostudio sull’analisi chimica delle acquedei Colli Euganei in relazione al tipo diroccia da cui sgorgano. Beh, per voi ragazzi deve essere statauna giornata pesantuccia!Non dico di no - ci ha detto Ivan - male presentazioni erano supportate da vi-deo così è stato più facile capire eabbiamo potuto farci un’idea dell’idro-grafia dei Paesi presentati, la relazionedel Professor Turetta poi, è stata parti-

colarmente applaudita così, debbodire, mi sono proprio sentito fiero diessere là.Ma, oltre che a sentire relazioni che co-sa avete fatto?Oh! Quel pomeriggio è stato proprio di-

ProgettoComenius L’Europa a scuola

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vertente: ci siamo dati allo sport.Abbiamo tirato con l’arco - ha racconta-to Clizia - io non avevo mai provato emi sono divertita un sacco!Più tardi - ha proseguito Ivan - abbia-mo partecipato ad una discesa in canoalungo il fiume Krka. E’ stata davveroun’avventura emozionante: più di unavolta abbiamo rischiato di finire nell’ac-qua a testa in giù e poi, voi non cicrederete, ma è venuto anche il profes-sor Turetta!!!.Alla fine della giornata, cisiamo goduti un barbecue all’aperto.Ci voleva proprio! dopo tutto quellosport e quelle emozioni, io stavo moren-do di fame!E poi era un posto davvero incantevole,tanto che siamo stati lì a chiacchierarecon gli altri ragazzi fino a mezzanotte,così sì che è bello imparare l’inglese!Già, ma poi la mattina dopo è statoduro alzarci presto! Quel giorno – ci haraccontato Clizia - ci siamo recati pres-so alcune risorgive della zona pereffettuare dei rilevamenti sul campo e,nel pomeriggio, siamo andati tuttiinsieme a visitare le Terme di ?ateskeToplice dove l’acqua di risorgiva affiorain superficie ad una temperatura co-stante di 52°, si tratta di una strutturaturistica attrezzata con tutti i confort ele attrazioni acquatiche dell’ultima ge-nerazione, così l’acqua l’abbiamopotuta studiare immergendocisi dentro!Niente male ragazzi, davvero niente ma-

le!Ah, allora siete stati a sollazzarvi in pi-scina tutto il giorno? Ma cosa dici, eravamo lì per lavorarenoi!Si, infatti il giorno successivo, il lavoro èstato davvero duro: la mattina siamostati accolti in una classe dell’Istituto checi ospitava per renderci conto, dal vivo,di come funziona la didattica in Sloveniae nel pomeriggio siamo andati a visita-re una centrale idroelettrica. Qui – ci ha spiegato Clizia – abbiamo

potuto prendere visione di un innovati-vo progetto di sfruttamento idrico. Sitratta di un impianto di piccole di-mensione, che una volta portato atermine, dovrebbe fornire il 30 % del-l’energia idroelettrica nazionale . Insistesu un fiume di carattere torrentizio, ilSava, che presenta le stesse caratteristi-che del Brenta nel suo alto corso ed èperciò un modello per la nostra regionein quanto le 5 dighe di modesta di-mensione che la comporranno,formando altrettanti piccoli laghi, adattiad inserirsi con un basso impatto am-bientale nel territorio circostante.ñ vero, peccato che poco distante ab-biano insediato anche una centraletermonucleare – ha aggiunto Ivan – per-ché quella è una zona ad alto rischiosismico e la sua presenza suscita nonpoche preoccupazioni nella popolazio-ne.

Sempre presso Krsko - ha proseguitoClizia – ci siamo recati a visitare unpiccolo impianto di potabilizzazione, co-struito presso una sorgente ed ingrado di servire direttamente le abita-zioni del luogo. Un impianto di questotipo permette lo sfruttamento anche dipiccole sorgenti con un costo relativa-mente basso di manutenzione perchélascia invariata la composizione dell’ac-qua intervenendo solo per filtrarebatteri e sostanze E’ una realizzazionedavvero interessante, dovremmo pen-sarci anche noi, in Italia!Caspita, è stato proprio un giorno diintenso lavoro per voi!Sì, ma la sera ci siamo potuto rilassare edivertire perché i ragazzi dellaEkonomska In trgovska ·ola hanno or-ganizzato un pizza-party davvero“cool”! Così siamo stati insieme perl’ultima volta e ci siamo scambiati deipiccoli regali, a me un ragazzo ha do-nato tre CD di musica rock slovena,incredibile!Sì, i giorni sono proprio volati, e partireè stato un vero dispiacere!Beh ragazzi mi sembrate davvero soddi-sfatti?Puoi dirlo! Questa sì che è un bel mododi studiare!E voi professori che ne dite? Mi pare abbiano detto tutto i ragazzi,giudichino i lettori se partecipare al pro-getto Comenius è o no un’esperienzautile -ha concluso la professoressaBortolami - noi adesso siamo già inpiena attività per preparare il secondoincontro che avrà per tema L’uso del-l’acqua nel passato e nel presente;questa volta, dal 22 al 26 Maggio, saràla nostra scuola ad ospitare le rappre-sentanze degli altri paesi perciò, comepotete immaginare, si tratterà di mette-re in campo tutte le nostre risorse. Mane varrà la pena perché tutti gli studentisi sentiranno coinvolti e comprenderan-no che nel nostro Istituto il tempo diuna scuola europea è gia arrivato.A noi non resta che augurare a studentie docenti un buon lavoro e tanta soddi-sfazione!

Prof. Patrizia Valentini

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