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Pag. 1 a 22 Osservazioni di ANCI Lombardia Al bilancio di regione Lombardia 2017-2019 Milano, 19 novembre 2016 Prot.

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Osservazioni di ANCI Lombardia

Al bilancio di regione Lombardia 2017-2019

Milano, 19 novembre 2016

Prot.

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Sommario

SINTESI ........................................................................................................................................3

LA SITUAZIONE FINANZIARIA DEI COMUNI NEL 2017 ............................................................5

UNA LETTURA CONDIVISA DELLE FINANZA LOCALE ...........................................................7

IL RIORDINO TERRITORIALE IN REGIONE LOMBARDIA RESTA UNA PRIORITA’ ................7

SEMPLIFICHIAMO. I “COMUNI DIGITALI” E LA “CARTELLA SOCIALE” ................................9

SEMPLIFICHIAMO: UNO SPORTELLO PER I COMUNI ........................................................... 10

L’EUROPA E I COMUNI ............................................................................................................. 10

GESTIONI ASSOCIATE, UNIONI E FUSIONI DI COMUNI......................................................... 11

AREE MONTANE ED INTERNE ................................................................................................. 12

RENDERE PIU’ EFFICIENTI E RISPARMIARE ......................................................................... 12

GARANTIRE IL DIRITTO ALLO STUDIO E A SCUOLE BELLE E SICURE .............................. 12

POLITICHE ABITATIVE ............................................................................................................. 14

POLITICHE SOCIALI E SOCIO-SANITARIE .............................................................................. 16

LO SPORT PER TUTTI .............................................................................................................. 17

I GIOVANI AL CENTRO ............................................................................................................. 18

I COMUNI MOTORI DELLA CULTURA ..................................................................................... 18

POLITICHE TERRITORIALI, AMBIENTALI E TPL .................................................................... 19

SICUREZZA E PROTEZIONE CIVILE ........................................................................................ 21

COMMERCIO ............................................................................................................................. 21

TURISMO ................................................................................................................................... 21

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SINTESI ANCI Lombardia ha esaminato i documenti relativi al bilancio di previsione 2017 di Regione Lombardia contenuti nel pdl 323.

Inoltre si sono prese in considerazione le schede fornita da regione Lombardia circa i trasferimenti in conto capitale e in parte corrente ai Comuni, alle province e alla Comunità Montane che permettono un raffronto con il 2016, altrimenti assente negli altri documenti di bilancio.

Inoltre si fa riferimento al DEFR su cui ANCI Lombardia ha già avuto modo di avanzare proprie osservazioni lo scorso 19 ottobre 2016.

Come si evince dal pdl 0323 il comparto delle Regioni concorre al miglioramento della finanza pubblica per 9.214 milioni di euro in termini di indebitamento netto (inclusi 5,5 miliardi già previsti dalla legislazione vigente) e per 8.192 milioni in termini di saldo netto da finanziare. Per Regione Lombardia significa 1,5 miliardi in termini di indebitamento e saldo netto per il 2017, e ad un contributo cumulato 2014-2017 pari a 4,6 miliardi di indebitamento netto.

A questo si accompagna la riduzione di 58 milioni di entrate tributarie.

Regione Lombardia nel pdl 0323 osserva che tale situazione comporta una consistente riduzione di politiche di spesa.

Sul fronte delle entrate Regione decide di non toccare le politiche fiscali e sulle uscite indica come priorità il fondo per le politiche sociali, il “reddito di autonomia”, interventi a favore delle famiglie e persone fragili, il contributo regionale di solidarietà previsto dalla nuova legge sull’edilizia sociale.

Inoltre si prevede il finanziamento con xxx milioni di euro per il previsto referendum regionale sull’autonomia regionale ai sensi dell’art 116 della Costituzione e si opera una riduzione di finanziamenti per il sistema degli enti collegati.

Non vanno scaricati su Comuni ed EELL gli effetti della manovra nazionale sulle Regioni con la conseguenza di costringerli ad una riduzione di investimenti e servizi non potendo nemmeno usare la leva fiscale per compensare, in parte, l’effetto dei tagli subiti. Tanto più quando Regione Lombardia nelle leggi di settore individua ulteriori funzioni per i Comuni senza adeguata copertura finanziaria.

Si riassumono i dati desumibili dalle schede fornite da Regione:

2016 2017 delta Delta %

Conto capitale Comuni

491.775.499,05 319.319.640,65 -172.455.858,40 -35,07%

Conto capitale risorse autonome comuni

323.172.016,32 181.242.423,88 -141.929.592,44 -43,92%

Conto capitale Autonomie locali

962.027.593,57 572.899.029,20 -389.128.564,37 -40,45%

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Conto capitale Autonomie locali risorse autonome

618.830.411,12 367.134.425,09 -251.695.986,03 -40,67%

Trasferimenti correnti Comuni

768.894.313,30 603.670.296,00 -165.224.017,30 -21,49%

Trasferimenti correnti Comuni risorse autonome

137.807.377,47 140.669.573,00 2.862.195,53 + 2,08%

Trasferimenti correnti autonomie locali

1.105.769.302,76 899.461.335,00 -206.307.967,76 -18,66%

Trasferimenti correnti autonomie locali risorse autonome

412.926.083,62 393.912.431,00 -19.013.652,62 -4,60%

I dati esposti testimoniano dell’impatto della manovra sui Comuni e le autonomie locali che non riusciranno a rispondere alle domande loro rivolte da persone, famiglie, imprese, soggetti sociali. In particolare si evidenzia la drastica riduzione dei contributi in conto capitale.

Restano confermate gli stanziamenti per il referendum regionale sull’autonomie per 21 milioni di euro di trasferimenti ai Comuni in parte corrente per far fronte alle spese che sosterranno per il suo svolgimento.

Per il TPL si prevede, complessivamente, una riduzione di circa 12 milioni di euro mentre il fondo per la partecipazione di regione alle attività degli enti lombardi di spettacolo e per il finanziamento delle politiche contro il gioco d’azzardo sono sostanzialmente azzerati.

Per la parte in conto capitale si azzerano diverse misure per contrastare il dissesto idrogeologico e per il sostegno al commercio e del turismo. Si riducono gli investimenti per l’impiantistica sportiva mentre raddoppiano i contributi per gli investimenti in ICT e per il miglioramento della sicurezza urbana. Diminuiscono i contributi per la riqualificazione delle rete stradale di interesse regionale. Diminuisce sensibilmente (circa 35 milioni di euro) il contributo per il recupero e riqualificazione del patrimonio immobiliare pubblico e per la bonifica di aree contaminate (circa – 7 milioni di euro).

Il 2016 si è chiuso con l’assenza della attivazione del patto regionale verticale, nonostante le pressanti richieste di ANCI Lombardia. Ciò ha significato non dare alcuna risposta in termini di flessibilità del bilancio ai Comuni con popolazione inferiore ai 1.000 abitanti che hanno subito, per la prima volta, l’impatto del saldo finanziario di competenza per quanto a zero. L’attivazione del

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patto orizzontale non ha risolto questi problemi ed ha evidenziato come ci siano state richieste di acquisizione di spazi finanziari inferiori a quelli che venivano ceduti da altri Comuni. Ciò è motivato dalla impossibilità per gli enti di poter programmare la restituzione nei due anni successivi di quanto ricevuto.

Inoltre il 2016 ha visto una drastica diminuzione dei fondi regionali per le politiche sociali assegnati agli ambiti che passano dai 70 milioni degli anni scorsi ai 54 milioni di euro del 2016. Ciò non è stato compensato dalle misure previste dal reddito di autonomia perché si tratta di azioni diverse. Del resto Regione Lombardia aveva assicurato che le risorse per il reddito di autonomia erano aggiuntive rispetto a quelle del fondo regionale per politiche sociali destinato agli ambiti. Spiace constatare come questa affermazione non sia stata rispettata e i Comuni dovranno integrare con risorse proprie le politiche sociali, sacrificando altre voci ed azioni di bilancio.

Nel bilancio proposto le risorse per il fondo regionale delle politiche sociali si assesta a 54 milioni nel 2017 e scende a 44 nel 2018 e 2019. Il finanziamento del reddito di autonomia si stabilizza con 31,5 milioni di euro a partire per ciascun anno del triennio 2017-2019.

Ciò provocherà problemi nei servizi alle famiglie e alle persone erogati dai Comuni e Regione si propone come soggetto erogatore di servizi invece che programmatore.

Il finanziamento per l’assistenza ad personam dei disabili alle scuole medie superiori, sommando le risorse statali e regionali ed arrivando a 23 milioni di euro, non copre il fabbisogno stimato in 28 milioni di euro (in crescita di circa il 25-30% negli ultimi anni). Non si vede nel bilancio regionale individuata uno stanziamento adeguato.

Nel 2016 non è stato rifinanziato il Fondo sostegno affitti e si prende atto con favore che nel triennio sono previsti finanziamenti per il contributo regionale di solidarietà per i servizi abitativi per 21 milioni nel 2017 e per 26,5 milioni nel 2018, e per misure a favore del mantenimento dell’abitazione per 4 milioni per ciascun anno del trienni 2017-2019.

Per quanto riguarda la riduzione dei trasferimenti in parte corrente per il TPL è da verificare se corrisponda agli impegni assunti dalle Agenzie in sede di confronto regionale tra risparmi ed omogeneizzazione tariffaria.

LA SITUAZIONE FINANZIARIA DEI COMUNI NEL 2017 I Comuni sono stati chiamati in questi anni ad un pesante contributo per il risanamento della finanza pubblica nettamente superiore al loro peso all’interno del comparto della P.A. come riconosce la stessa Corte dei Conti.

Secondo gli stessi dati del MEF ai Comuni dal 2010 al 2015 sono state imposte manovre per un totale di 13,6 miliardi di Euro tra obiettivi di patto (6,536 miliardi) e tagli (6,540 miliardi) prima ai trasferimenti e poi al Fondo di Solidarietà Comunale. E’ bene ricordare che il FSC è alimentato integralmente da una quota, circa il 38%, della tassazione locale sugli immobili.

Gli effetti sono stati una contrazione della spesa primaria corrente di circa il 4% e una contrazione della spesa in conto capitale di circa il 50%.

I Comuni Lombardi hanno contribuito a questo sforzo per 2,17 miliardi di euro tra obiettivi di patto per 630 milioni e tagli per 1,547 miliardi di euro.

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In termini pro-capite per i Comuni lombardi ciò ha significato un impatto medio di 150 euro, di 142 euro per i Comuni fino a 1.000 abitanti, 106 euro per i Comuni fino a 5.000 abitanti, 121 euro per i Comuni fino a 10.000 abitanti e di 174 euro per i Comuni oltre 10.000 abitanti.

Le risorse disponibili per i Comuni sono diminuite in Lombardia di 91 milioni di euro (10 euro pro-capite) mentre lo sforzo fiscale chiesto ai cittadini è aumentato di 2,19 miliardi di euro (220 euro pro-capite).

Questa situazione ha provocato una sfiducia verso la stessa istituzione Comune accusata di alzare la tassazione senza garantire la stessa qualità dei servizi.

A ciò va aggiunto il taglio delle risorse statali per le politiche sociali che sono passate da 1,618 miliardi nel 2008 a 110 milioni nel 2012 per poi risalire a 816 milioni nel 2015 e 782 nel 2016 (cui va aggiunto il fondo di 600 milioni per la povertà). Per i Comuni lombardi ha significato passare da 150,21 milioni di euro nel 2008 a 7,9 milioni di euro nel 2012 e poi risalire a 76 milioni di euro nel 2015.

Le risorse regionali per le politiche sociali si sono stabilizzate dal 2010 su 70 milioni anno. Nel 2015, sull’intero ammontare delle risorse, una quota pari a 12 milioni di euro è stata sostanzialmente vincolata ad investimenti in conto capitale diminuendo quindi le capacità di spesa corrente che caratterizza le spese sociali. Per il 2017 si ribadisce quanto avvenuto nel 2016: le risorse regionali previste in parte corrente subiscono un’ulteriore diminuzione attestandosi a 54 milioni di euro.

Il saldo di competenza non negativo del 2016 che ha sostituito il patto di stabilità ha indubbiamente rappresentato un aspetto positivo soprattutto per l’inserimento nel calcolo del Fondo Pluriennale Vincolato per l’utilizzo dell’avanzo.

Il ddl per la Legge di bilancio 2017 ripropone per il triennio 2017-2019 sia il saldo di competenza non negativo che la considerazione del FPV al netto dell’indebitamento. Ciò potrà permettere ai Comuni di poter utilizzare l’avanzo e forme limitate di indebitamento per la parte in conto capitale.

Per molti Comuni, però, resta il problema del blocco delle aliquote e delle tariffe che limitano di fatto la possibilità di investimenti e di servizi soprattutto per gli enti che avevano nel 2014 mantenuto livelli bassi.

Gli effetti positivi del Patto di stabilità verticale incentivato, nato da una iniziativa di ANCI Lombardia e Regione Lombardia, sono stati importanti negli anni scorsi ed hanno contribuito a permettere ai Comuni il pagamento di debiti scaduti e di opere in corso di realizzazione. Nel 2016 regione non la ha riproposto, a differenza di altre regioni, e il patto orizzontale non ha risposto alle esigenze dei Comuni per i motivi ricordati in premessa.

Anci Lombardia ritiene importante e necessario che l’esperienza del Patto territoriale incentivato prosegua anche nei prossimi anni e chiede che Regione lo istituzionalizzi.

ANCI Lombardia, insieme a Regione, ha avanzato emendamenti tesi a reintrodurre il patto regionale incentivato con una priorità per i Comuni inferiori ai 1.000 abitanti.

Nel ddl “Legge di bilancio 2017” persistono tuttavia norme che ostacoleranno la normale attività dei Comuni a partire della norme sul personale che devono essere superate. Inoltre ANCI Lombardia ha presentato proposte concrete per la necessaria semplificazione dei controlli e dei monitoraggi

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cui i Comuni sono sottoposti e per l’abrogazione delle norme ordinamentali che in questi anni hanno invaso l’autonomia organizzativa dei Comuni.

Restano invece pesanti i tagli a carico delle Province e delle città metropolitane mettendo a rischio l’esercizio delle stesse funzioni fondamentali.

UNA LETTURA CONDIVISA DELLE FINANZA LOCALE E’ sempre più necessaria una lettura condivisa dei dati della finanza locale per poter operare al meglio le scelte sul comparto dei Comuni.

ANCI Lombardia ribadisce la proposta di lavorare insieme ad IFEL, che ha aperto una sua sede milanese nella struttura di ANCI Lombardia, e Regione Lombardia con l’obiettivo di condividere dati ed analisi sulla finanza locale, renderli disponibili a studiosi ed opinione pubblica, elaborare proposte, verificare impatti delle diverse misure in campo.

Si parte da esperienze positive condotte comunemente come l’elaborazione, unica Regione in Italia, di un Indice Sintetico di Virtuosità e dal lavoro sul Patto territoriale incentivato e sono in corso gli incontri preparatori con Regione che ha da subito offerto una importante e positiva collaborazione.

Inoltre potrebbe essere uno strumento per supportare iniziative importanti su nuovi scenari per la finanza locale come il PPP (Partenariato Pubblico Privato) su cui Regione, attraverso Finlombarda, ha già avviato importanti iniziative rivolte ai Comuni.

IL RIORDINO TERRITORIALE IN REGIONE LOMBARDIA RESTA UNA PRIORITA’ Sicuramente l’esito del referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre potrà disegnare scenari diversi.

ANCI Lombardia ritiene che comunque si debba andare ad un riordino territoriale con l’obiettivo di semplificare e metter ordine tra le competenze dei diversi livelli istituzionali.

In particolare in una Regione vasta e popolosa come la Lombardia va ripensato il ruolo delle aree vaste, delle aggregazioni di Comuni, della stessa Regione, alla luce della Legge “Delrio”.

I drastici tagli imposti a Province e Città metropolitane impediscono di poter pensare di continuare con le medesime modalità fin qui conosciute.

E’ necessario che Regione metta al centro una legge di riordino territoriale centrata su: ruolo delle aree vaste come soggetti espressione dei Comuni con funzioni di programmazione di scelte strategiche e sovra-territoriali, sulle zone omogenee per gestire servizi basandosi su quanto già esiste a livello territoriale, sulla premialità alla gestione associata da parte dei comuni e non solo piccoli, sul ruolo strategico della Città metropolitana.

ANCI Lombardia ed UPL hanno avanzato proposte articolate nel merito col loro documento dello scorso 26 aprile 2016 che fornisce alcune prime risposte alla discussione avviata nei territori sulla base delle proposte di Regione di istituzione dei “Cantoni”.

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SEMPLIFICAZIONE E RAPPORTO SUSSIDIARIO TRA ISTITUZIONI. L’OCCASIONE DELLA REVISIONE DELL L.R. 12/05

I Comuni sono tra le vittime della complicazione burocratica frutto della sovrapposizione di norme spesso contraddittorie fra loro. Solo negli ultimi due anni sono ben 64 le norme che sono intervenute sulla redazione dei bilanci e della contabilità locale.

I Comuni devono sottostare ogni anno a 60 tra controlli e comunicazioni per diverse istituzioni statali.

Le norme pensate per un Comune di medie o grandi dimensioni vengono applicate anche ai piccoli Comuni senza alcuna differenziazione col risultato di bloccare ulteriormente l’attività amministrativa.

I Comuni hanno bisogno di semplificazione e di chiarezza circa le responsabilità delle scelte in modo che sia possibile rendere conto ai cittadini del proprio operato.

Anche diverse norme regionali intervengono addossando ai Comuni ulteriori compiti senza individuare adeguati finanziamenti. E’ il caso delle recenti norme sulle autorizzazioni antisismiche che produrranno un inevitabile ingolfamento della struttura regionale cui i singoli Comuni inseriti nelle zone di rilevante rischio sismico (secondo livello), non avendo né personale qualificato né risorse o possibilità di assunzione, chiederanno il controllo dei progetti per il rilascio dell’autorizzazione. Altresì ai Comuni classificati in zona 3 e 4 Regione ha affidato i compiti di controllo e verifica del 5% delle pratiche edilizie senza dotarli di risorse economiche e assistenza tecnica. Nel merito di questo delicato tema è necessario trovare soluzioni condivise, ovvero strutture tecniche ad hoc, istituite in collaborazione con Regione Lombardia per consentire ai Comuni di adempiere a queste nuove funzioni nella necessaria applicazione puntuale della normativa antisismica.

Ed anche leggi regionali importanti con obiettivi condivisibili sono formulate in modo tale da rendere difficoltoso e a volte impossibile raggiungere l’obiettivo per cui sono state redatte. E’ il caso della L.R. 30/2014 sulla Banca della Terra Lombarda dove Regione è dovuta intervenire modificando le modalità di censimento che risultavano troppo onerose e inapplicabili nei tempi previsti. E ancor di più nel caso della L.R. 31/14 sulla riduzione del consumo di suolo.

Nel percorso avviato sulla revisione della LR 12/05 è necessario dare risposte per rendere più definito e semplice il percorso dei Comuni che vogliano ridurre il consumo di suolo e attuare le politiche della rigenerazione urbana. L’obiettivo da ricercare è quello consentire ai comuni di ottemperare agli indirizzi e disposizioni normative attivando percorsi semplificati e meno onerosi.

ANCI, in uno spirito di leale collaborazione e partecipazione, ha quindi sviluppato proposte concrete in merito alle diverse soluzioni che la Regione ha di volta in volta presentato nei tavoli tecnici, sulla proposta di adeguamento del PTR alle disposizioni della LR. 31/2014, sulla modifica e revisione della LR 12/2005 (versione febbraio 2016 e ottobre 2016) ed infine sulle modifiche alla LR 31/2014 (con una particolare attenzione alla norma transitoria, di cui all’art.5, per gli aspetti relativi ai contenuti e alle tempistiche).

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Vogliamo innanzitutto sottolineare come la funzione di governo del territorio sia incardinata sui Comuni e come non sia accettabile una idea di esautorazione delle loro funzioni da parte di altri livelli istituzionali. Sarebbe del tutto illogico ed irrealistico ritenere che ci possa essere un PTR o un PTCP/PTM capaci di dettare nel dettaglio le modalità di governo del territorio. Una sorta di centralismo in scala ridotta che vedrebbe i Comuni opporsi radicalmente.

Chiediamo, inoltre, che si attivi da subito un tavolo di lavoro per tradurre e rendere operativi in Lombardia le i criteri e indicazioni dell’Intesa Stato/Regioni concernente l’adozione del regolamento edilizio-tipo di cui all’articolo 4, comma 1-sexies del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, perché ANCI Lombardia è consapevole della necessità di omogeneizzazione di regole e procedure con beneficio conseguente di aziende e cittadini.

Anci chiede che Regione persegua concretamente il principio di sussidiarietà anche nei rapporti con i Comuni riconoscendo il ruolo di governo ed amministrativo essenziale che esercitano ed assicurando loro le risorse necessarie per svolgere ulteriori funzioni che vengono loro assegnate.

Infine in tema di strategie di intervento e sostegno alla gestione amministrativa dei Comuni ANCI Lombardia si rende disponibile a collaborare con Regione per fornire ai Comuni un supporto opportuno con la predisposizione di regolamenti e bandi di gara tipo, ma anche per la diffusione efficace di buone pratiche. Si tratta di un’attività preziosa in quanto oltre ad offrire un valido e ampio sostegno alle realtà che per le ragioni conosciute non dispongono di personale sufficiente e con professionalità specifiche ottenendo una sostanziale omogeneizzazione delle scelte locali sui diversi temi che generano oggettiva semplificazione ai cittadini ed alle imprese.

SEMPLIFICHIAMO. I “COMUNI DIGITALI” E LA “CARTELLA SOCIALE” Esperienza positiva è stata la sperimentazione del protocollo “Comuni digitali” con cui si vogliono raggiungere come obiettivi la costruzione di gestioni associate sull’ICT, la messa a disposizione da parte di Regione Lombardia di data center anche nell’ottica di riduzione della spesa pubblica, producendo sinergie attraverso la condivisione massiva di dati che permettono anche la lotta all’evasione fiscale e la non duplicazione e sovrapposizione di interventi tra i diversi livelli istituzionali.

È necessario che Regione riesca a coordinare i vari processi favorendo tra i Comuni iniziative di condivisione e riuso di piattaforme gestionali ed esperienze in gestione associata, ovviando al proliferare di soluzioni a corto raggio. In tal senso sarà utile favorire e sostenere la creazione di Centri Servizi Territoriali per i sistemi informativi o di soluzioni in cooperazione applicativa. Inoltre si dovranno avviare una serie di azioni che possano aiutare i Comuni nell’attuazione dell’Agenda per la Semplificazione promossa dal Governo e dall’AGID, sulla fatturazione elettronica e la conservazione sostitutiva digitale.

Un altro obiettivo importante è lo sviluppo delle politiche per Open Data e Open Government, attraverso il sostegno a iniziative volte alla creazione e diffusione soprattutto nei piccoli Comuni (e nelle loro aggregazioni) di competenze specifiche e di modelli organizzativi orientati a una più consapevole gestione dei dati pubblici (data governance), come condizione per una loro efficace diffusione secondo i principi dell’open data.

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ANCI Lombardia considera poi la diffusione di competenze digitali un obiettivo strategico da conseguire, sia in termini di sviluppo e ri-qualificazione del capitale umano all’interno dei Comuni lombardi (con particolare attenzione ai piccoli Comuni e alle loro aggregazioni), sia in termini di effettiva realizzazione delle condizioni per l’inclusione digitate (cittadinanza digitale), che sempre più si caratterizza come fondamentale elemento di inclusione sociale.

ANCI Lombardia ritiene prioritaria l’adozione di un sistema per il monitoraggio continuo dell’attività degli SUAP lombardi, finalizzato alla definizione di standard minimi di performance e di qualità delle prestazioni degli SUAP della Regione Lombardia e alla individuazione di interventi di accompagnamento che permettano a tutti i SUAP lombardi di conseguire, mantenere e incrementare a livello di sistema questi standard minimi.

La semplificazione ha come presupposto una maggiore sinergia tra gli enti della PA, per evitare tra le altre cose, una moltiplicazione e duplicazione della spesa pubblica nell’erogazione dei servizi e nel richiedere ai Comuni e ai cittadini “sempre gli stessi dati”. E’ inoltre una forma di controllo e monitoraggio trasparente delle prestazioni e dei sussidi/servizi erogati. Questo ha una maggiore pregnanza per la spesa sociale che negli anni ha operato in modo diversificato tra gli Enti Locali. Regione Lombardia e ANCI devono avviare una forte partecipazione nell’integrare e rendere interoperabile una cartella sociale del cittadino informatizzata fornita e aggiornata dal Comune e quella delle prestazioni socio-sanitarie e sanitarie resa dalle nuove ATS e ASST di Regione Lombardia.

In questo quadro di riferimento non può mancare un accordo con l’INPS su tutte le questioni inerenti i benefici sulla disabilità e invalidità per evitare ai Comuni una doppia comunicazione di dati.

L’obiettivo è un cruscotto unitario di accesso ai dati per giungere a una cartella sociale e socio-sanitaria unitaria, condivisa da tutti gli attori istituzionali, per la gestione dei servizi sanitari e socio-assistenziali con i seguenti vantaggi: ottimizzazione dell’erogazione dei servizi, pianificazione e controllo nell’erogazione dei servizi, centralizzazione del monitoraggio dei servizi, ottimizzazione dell’erogazione dell’assistenza.

SEMPLIFICHIAMO: UNO SPORTELLO PER I COMUNI Semplificare per i Comuni significa anche evitare duplicazioni di comunicazioni, monitoraggi che assommano ormai a diverse decine per i piccoli Comuni e oltre duecento per i Comuni di grandi dimensioni.

Proponiamo che, sull’esempio del SUAP, si possa costituire un ufficio unico cui i Comuni possano rivolgersi per la comunicazione ai livelli istituzionali dello Stato e della Regione e che questo si occupi di far circolare le informazioni all’interno della P.A.

L’EUROPA E I COMUNI E’ necessario un maggior coordinamento delle risorse provenienti dall’Europa e il sistema degli Enti Locali della Lombardia.

ANCI Lombardia ha dato avvio al progetto SEAV (Servizi Europei di Area Vasta) per un coordinamento dei territori che sappia coniugare i bisogni e le vocazioni territoriali con progettazioni complesse di fondi diretti

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E’ in via di definizione una Convenzione tra ANCI, UPL e Regione Lombardia per la creazione di SEAV in tutta la Lombardia a valere sulle misure del “Rafforzamento della Capacità Amministrativa” degli Enti Locali della Lombardia. E’ fondamentale oggi creare una rete di funzionari e dirigenti che abbiano capacità progettuale e sappiano coniugare le risorse provenienti dai proprio bilanci con quelle di finanziamento diretto e indiretto. Regione Lombardia potrà contare su strutture di Uffici Europa consolidate e associate per attuare anche politiche e norme di riferimento a livello territoriale e locale.

E’ inoltre importane avviare una buona collaborazione tra Regione Lombardia, il CdR (Comitato delle Regioni) e i suoi rappresentanti lombardi e ANCI Lombardia sulle politiche di diretto impatto sui Comuni sulla scorta delle esperienze di confronto in essere e continue degli iter normativi regionali perché possano essere conosciute tempestivamente dagli amministratori lombardi e laddove possibile si possa intervenire con pareri e documenti politici a supporto per il CdR.

GESTIONI ASSOCIATE, UNIONI E FUSIONI DI COMUNI La Gestione Associata Obbligatoria per i Piccoli Comuni vive l’ennesima scadenza che deve traguardare un progetto di gestione delle funzioni intercomunali che prescinda dalla dimensione demografica: unire debolezze non può costituire una forza maggiore nella gestione di servizi e adempimenti sempre più complessi e articolati. In un quadro normativo nazionale che delinea annualmente scadenze e proroghe ANCI si è fatta promotrice di un nuovo progetto di Zone Omogenee e di Unioni che comprendano la totalità dei Comuni lombardi nella gestione associata di almeno tre funzioni.

Accanto a questo Regione Lombardia deve confermare la base minima di sostegno economico alle Unioni intervenuta con il registro e il nuovo regolamento per la distribuzione dei finanziamenti.

In particolare chiediamo che svengano mantenuti i contributi alle unioni per almeno 4.500.000 euro dello scorso anno, più un fondo per i contributi straordinari da destinare allo startup delle nuove Unioni in via di completamento.

Al pari di altre Regioni e a sostegno di un coordinamento dello sviluppo delle Unioni e del loro funzionamento tra ANCI Lombardia e il livello regionale, si chiede a Regione Lombardia di regionalizzare il finanziamento nazionale vigente alle Unioni, per dare coerenza e funzionalità alle azioni intraprese e concertate di incentivazioni alle Unioni esistenti e appena avviate.

Serve una legge regionale organica su Unioni e Fusioni che semplifichi e sviluppi le norme della legge 56/14 “Delrio” a livello regionale che contempli incentivi maggiori legati alle funzioni conferite e sviluppi la governance sulla base di un territorio vasto e frammentato tra i piccoli comuni ricomprendendo nel progetto anche altre dimensioni demografiche (Comuni fino a 10.000 abitanti ad esempio). Si auspica un serio affiancamento alla costruzione di questi processi da parte di Regione Lombardia: ANCI Lombardia è disponibile a interpretare questo ruolo con gli enti strumentali di Regione Lombardia deputati a questo sviluppo quali Eupolis o altri.

Si deve infine rivedere il regolamento per disincentivare i processi di uscita dalle Unioni a breve termine con sanzioni adeguate e parametrate allo sforzo esecutivo messo in atto nei processi di conferimento e aggregazione delle funzioni alle Unioni.

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Sulle Fusioni di Comuni ANCI Lombardia chiede un fondo a Regione Lombardia che favorisca questi processi e chiede di intervenire con alcuni accorgimenti utili a non far naufragare progetti complessi con dispendio di risorse ed energie. In particolare indichiamo la possibilità di istituire un referendum preliminare agli atti formali presso Regione Lombardia e la possibilità di mantenere attiva un fusione superiore a due componenti in caso di mancata adesione di una parte dei Comuni.

AREE MONTANE ED INTERNE Regione Lombardia ha più volte sottolineato come sia strategico l’investimento sulle aree interne. Chiediamo di valutare la possibilità di stanziamento di ulteriori 40 mln per individuare altre due aree interne in Regione Lombardia (rispetto alle quattro individuate fino ad ora).

Per sostenere la montagna andrebbero individuate risorse per nuovo PISL 2017-2019 (piano integrato sviluppo locale).

Inoltre all'interno del bilancio trovano spazio solo nel 2018 (e non nel 2017) somme pari a 1.800.000 euro per interventi di valorizzazione dei piccoli comuni montani.

RENDERE PIU’ EFFICIENTI E RISPARMIARE Il POR-FESR ha finanziato con due bandi l’efficientamento energetico degli edifici pubblici di proprietà dei piccoli Comuni, Unioni dei Comuni e Comuni derivanti da fusione, Comunità Montane.

Il primo bando del 30 luglio 2015 aveva una dotazione finanziaria di 7 milioni cu cui ANCI Lombardia aveva avanzato riserve in merito alla metodologia di assegnazione dei finanziamenti a sportello tramite il “click-day”.

Regione Lombardia ha recepito queste osservazioni con un successivo bando del 22 maggio 2016 con un finanziamento di oltre 11 milioni sempre rivolto ai Piccoli e loro forme di gestione associata.

A questo secondo bando hanno concorso oltre 200 Comuni o loro aggregazioni. Sono state escluse, pur essendo giudicati ammissibili, 29 progetti presentati da Enti.

Si chiede l’erogazione di un finanziamento regionale per finanziare i progetti ammissibili per un ammontare complessivo stimabile in circa 6 milioni di Euro. Questo permetterebbe il raggiungimento dell’obiettivo di efficientamento energetico in modo diffuso sul territorio regionale.

GARANTIRE IL DIRITTO ALLO STUDIO E A SCUOLE BELLE E SICURE L’entrata in vigore della legge 13 luglio 2015, n. 107 su “La buona scuola”, ha previsto l’obbligo per le scuole di programmare le attività didattiche e i servizi d’istruzione attraverso i Piani triennali dell’offerta formativa, con attivazione degli ambiti territoriali, costituiti con decreto del 7 marzo 2016.

Le nuove norme richiedono modalità diverse di pianificazione, disponibilità a leggere le esigenze di studenti e famiglie su tempi medio-lunghi, capacità di stabilire relazioni positive nei territori, individuando forme di supporto non tradizionali e attivando meccanismi efficaci di partnership, anche per il reperimento delle risorse.

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I Comuni, le famiglie e le scuole hanno bisogno di certezze. Il diritto allo studio è stato ribadito e sottolineato dalla Legge n. 107/15, anche con possibilità di sviluppo di alcuni aspetti relativi ai servizi erogati dai Comuni (educazione alimentare, interventi antidispersione scolastica, orientamento scolastico e professionale, alternanza-scuola lavoro, piani di digitalizzazione, innovazione nell’edilizia scolastica, ecc.). Purtroppo l’azzeramento dei fondi previsti dalla L.R. n.31/80 sul diritto allo studio, con la scelta della Regione di devolvere per intero gli stanziamenti alle famiglie tramite la dote, nelle sue molteplici forme, non permette ai Comuni di programmare i servizi, ma solo di prendere atto di quanto le famiglie ricevono dalla Regione in termini di contributo o di voucher. I Comuni non ricevono nulla per garantire servizi previsti dalla legge, erogai con risorse proprie.

Da anni ANCI Lombardia chiede una revisione della L.R. n. 31/80. Essendo ora in vigore la nuova legge nazionale di riforma del sistema di istruzione, vi sono tutte le condizioni per avviare una riflessione seria e proficua in questo senso. Va inoltre evidenziato che si va diffondendo il fenomeno della consumazione a scuola del pasto preparato a casa, pregiudicando una delle principali finalità della refezione scolastica, che rappresenta un momento a valenza educativa, condiviso all’interno della comunità scolastica con regole ben definite dal punto di vista sanitario. E’ pertanto necessario che la Regione garantisca norme precise a salvaguardia del momento di socializzazione e di promozione della salute, coinvolgendo le rappresentanze dei Comuni, delle scuole e dei genitori degli alunni.

Dal 2007 i bambini lombardi di età dai 24 ai 36 mesi hanno potuto godere delle Sezioni Primavera, un servizio educativo, finanziato in parte dalla Regione Lombardia, dallo Stato, dai Comuni e dalle famiglie stesse. Sino al 2015 il contributo regionale è stato di 1 mln di euro, poi è stato dimezzato. Per il 2017 non è previsto ancora nulla. Ci si domanda se Regione Lombardia intenda rinunciare alle Sezioni Primavera. Ci si domanda anche quale famiglia vorrà iscrivere il proprio figlio alla Sezione Primavera, con un’intesa regionale sempre sottoscritta in ritardo (l’intesa 2015/16 è stata formalizzata il 15 marzo 2016), non contando su finanziamenti regionali o statali certi. Ci si domanda inoltre quale sia l’orientamento della Regione di fronte alla proposta in corso di discussione in Parlamento sulla revisione del sistema educativo e di istruzione relativo alla fascia d’età 0-6 anni, in attuazione della Legge n. 107/15. ANCI Lombardia ha assunto iniziative in proposito, costituendo un gruppo di lavoro che sta analizzando il progetto di legge e intende presentare proposte, contributi ed emendamenti, in vista dell’approvazione della legge, annunciata per il mese di gennaio 2017.

I servizi educativi degli asili nido, oggi in capo al sistema del welfare, sono in massima parte gestiti dagli enti locali o da soggetti con essi convenzionati. I Comuni sono comunque coinvolti, sia per quanto riguarda la programmazione del servizio che la governance del sistema. La generalizzazione della scuola dell’infanzia, già prevista dalla legge n. 53 del 2003, è rimasta incompiuta ed i primi ad esprimere dubbi o evidenziare criticità sono proprio i soggetti del sistema integrato, che gestiscono il 60 % del servizio educativo per i bambini lombardi dai 3 ai 6 anni e che lamentano la mancata certezza di risorse, soprattutto in una Regione dove aumenta la popolazione scolastica e con essa la domanda di attivazione dei servizi per la prima infanzia e di qualificazione dei medesimi. E’ urgente attivare un confronto tra Regione, rappresentanze degli enti locali e del sistema integrato.

La legge finanziaria per il 2016 ha assegnato alle Regioni le funzioni per l’assistenza ad personam e trasporto degli alunni con disabilità, frequentanti scuole secondarie di secondo grado. Regione Lombardia ha delegato le funzioni alle Province. Si richiede un conseguente stanziamento di risorse dedicate e garantite a livello strutturale che implementino quelle individuate dallo Stato. Ribadiamo

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la nostra disponibilità ad attivare un tavolo di lavoro per individuare linee guida per rendere omogeneo il servizio e per individuare costi standard di riferimento. Infine, riteniamo che sia più efficiente assegnare le risorse direttamente ai Piani di Zona per la gestione di questo delicato servizio.

Come già segnalato, per quanto riguarda l’edilizia scolastica andrebbero valutate le proposte già avanzate da ANCI Lombardia in merito a criteri, adottati da altre regioni, che non impongono il cofinanziamento degli interventi con risorse comunali ma consentono di utilizzare appieno le risorse dello Stato.

A seguito delle linee guida emanate dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, dal mese di settembre 2015 sono entrati in funzione a pieno titolo i 19 Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti. Anche per l’anno scolastico 2016/17 ANCI Lombardia ha operato per garantire l’attivazione di tutti gli strumenti finalizzati all’integrazione degli stranieri, all’inclusione e inserimento di giovani e adulti, per dare una seconda chance a chi ha perso il lavoro e per offrire ai detenuti nelle carceri lombarde, disponibili a frequentare percorsi formativi, di poter ricominciare con un nuovo progetto di vita.

Per quanto riguarda la Dote Comune, si auspica la prosecuzione della positiva esperienza in corso da anni, in collaborazione con ANCI Lombardia. La Dote Comune non riguarda solo i giovani dai 18 ai 35 anni ma anche gli adulti ultracinquantenni disoccupati, ai quali può essere offerta un’ulteriore possibilità di occupazione, di socializzazione e di formazione, con riconoscimento e certificazione dei crediti acquisiti.

POLITICHE ABITATIVE La recente approvazione in Consiglio Regionale della nuova legge sulla “Disciplina del sistema regionale di edilizia residenziale sociale” apre una stagione di sinergie inter-istituzionali e di una nuova considerazione, da parte della Regione, del ruolo dei Comuni nella gestione delle politiche per la casa, anche se lascia ancora nel vago la possibilità di programmare gli interventi, non avendo certezza delle risorse disponibili.

La legge porta la materia nell’ambito delle politiche di welfare e non nel mero sistema degli interventi edilizi. Si è accolta la proposta di ANCI Lombardia, che ha chiesto attenzione alla persona e al nucleo familiare, soprattutto se in condizione di povertà assoluta o di difficoltà temporanea, con possibilità di finanziare le situazioni di emergenza con contributi di solidarietà. Per tale contributo esiste una previsione di spesa nel triennio (€ 11,2 mln nel 2016, 20 mln nel 2017 e 25 mln nel 2018), che potrebbe consentire di affrontare una serie di situazioni segnalate da tempo dai Comuni lombardi (copertura delle spese del canone, opportunità di incentivi ai canoni concordati, possibilità di accordi con il privato previa istituzione di misure di garanzia, ecc.).

Trattandosi di politiche sociali, è indispensabile un sostegno pubblico non transitorio ma strutturale, soprattutto sapendo che è posta in capo ai Comuni la presa in carico dei casi sociali.

I Comuni hanno inoltre chiesto di favorire il mix sociale, tramite una revisione del sistema delle assegnazioni.

Le novità introdotte dalla legge indurranno non solo gli enti locali ma tutti i soggetti, a diverso titolo interessati alle politiche per la casa, a stabilire relazioni sistematiche e permanenti per programmare

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l’offerta abitativa, che terrà conto anche del ruolo che possono svolgere i privati o il privato sociale. La piattaforma informatica, che verrà messa a disposizione dalla Regione, dovrebbe evitare la gestione di graduatorie infinite e consentire di contenere gli impegni burocratici degli uffici comunali, prevedendo uniformità e trasparenza nella gestione degli alloggi da assegnare.

La fase di attuazione della legge richiederà comunque un ruolo di assistenza e accompagnamento all’utenza da parte dei Comuni, chiamati ad un nuovo ruolo di programmatori dell’offerta abitativa ma sempre coinvolti nel front office con il pubblico.

L’azzeramento del Fondo Sostegno Affitti impone invece una rivisitazione delle misure in vigore, soprattutto per quanto riguarda i Comuni ad elevata tensione abitativa o rientranti nella categoria “con fabbisogno in aumento”. Va messa a sistema l’erogazione ai Comuni di contributi finalizzati a interventi per almeno due tipi di situazioni:

• per far fronte all’emergenza, o nel caso di sfratto, si potrebbero reperire nuovi alloggi nel mercato privato, con affitto diretto o intermediato di alloggi temporanei da parte dei Comuni per gli inquilini sfrattati, in attesa di una soluzione stabile;

• per sostenere le famiglie con morosità incolpevole ridotta, che non abbiano sfratti in corso.

Il contributo al Comune può compensare, anche se parzialmente, i mancati introiti del Fondo Sostegno Affitti e va ovviamente garantito con adeguati finanziamenti regionali.

In proposito vanno ripensati i criteri di assegnazione del contributo di solidarietà e del fondo ex FSA: numerosi Comuni lombardi, soprattutto di minore dimensione demografica, non rientrano nell’elenco PRERP 2014 o nella delibera CIPE, ma non per questo sono immuni da situazioni che richiedano interventi di contenimento dell’emergenza abitativa.

La fase attuativa della legge prevede nuove modalità di programmazione dei servizi abitativi: dovrà avvenire attraverso piani triennali, con piani annuali di attuazione predisposti a livello di Piano di Zona. Ma tale scelta dovrà essere coerente con la revisione degli ambiti territoriali attuata da Regione Lombardia con la riforma del sistema socio-sanitario. A sua volta il Piano di Zona dovrà avere funzioni e competenze precise e definite, che lo rendano uno strumento forte e capace di assumere le attribuzioni che la nuova legge ha assegnato.

Restano immutate le perplessità evidenziate rispetto ai rapporti non positivi delle ALER con i Comuni, alla percentuale del 20% riservata agli indigenti e alla previsione di azzeramento dei costi di costruzione e degli oneri di urbanizzazione per i Comuni.

Si confida che Regione Lombardia intenda assumere opportuni impegni per garantire la piena realizzazione dei contenuti della legge, soprattutto attivando tutti i meccanismi di coinvolgimenti degli enti locali (Consigli territoriali, Osservatorio Regionale, collaborazione con le rappresentanze dei Comuni nella fase di approvazione dei regolamenti attuativi della nuova legge regionale).

Dimostrando grande senso di responsabilità, ANCI Lombardia ha offerto la propria collaborazione a partecipare alla fase di redazione dei regolamenti ed ha attivato in proposito iniziative con alcuni Comuni ad alta tensione abitativa, che hanno messo a disposizione competenze e professionalità per il percorso di condivisione proposto. Si auspica che tale impegno costituisca il presupposto per una interlocuzione reale ed efficace.

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POLITICHE SOCIALI E SOCIO-SANITARIE La riforma socio-sanitaria avviata con la LR 23/2015 sta ogni giorno dispiegando i suoi effetti.

Come abbiamo avuto modo di dire più volte è necessario che si garantisca una vera integrazione tra il sociale, il socio-sanitario e il sanitario come del resto la riforma intende fare.

Anche nella discussione della DGR 5507/2016," Regolamento di funzionamento della Conferenza dei Sindaci, del Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci, dell'Assemblea dei Sindaci di Distretto e Dell'Assemblea dei Sindaci dell'Ambito Distrettuale", ANCI Lombardia ha sottolineato come sia necessario avere un rapporto sinergico tra sindaci e ASST, aziende delegate dalla ATS all'integrazione territoriale delle politiche sanitarie e sociosanitarie con le politiche sociali.

Ribadiamo la necessità che all'interno della cabina di regia prevista tra Regione e Stato sull'attuazione della riforma sia prevista la partecipazione dei Comuni.

Se l'obiettivo che ha accompagnato la riforma è "dalla cura al prendersi cura" sono ancora da definire le indicazioni sul modo con il quale sarà garantita la presa in carico, quali ridefinizioni organizzative saranno necessarie, quali dispositivi saranno introdotti per la gestione, la progettazione e il monitoraggio e come saranno definite e distribuite le responsabilità.

Oggi i territori vivono una situazione di stallo in cui ancora non si vedono le azioni conseguenti. In particolare va sottolineato come sia da disegnare il ruolo del diffuso tessuto delle RSA presenti sul territorio lombardo anche in considerazione delle nuove policy ospedaliere sulle dismissioni precoci per attuare e rendere più fluido il percorso di dimissioni protette delle persone fragili.

Anci Lombardia ribadisce la necessità di un suo coinvolgimento fattivo in merito alla definizione degli adempimenti normativi necessari alla messa a regime della riforma sociosanitaria e la centralità dell'esperienza dei piani di zona, come costruzione condivisa dell'analisi del bisogno e delle risposte.

Il riconoscimento della assemblea dei Sindaci all'interno dei tavoli di programmazione (ATS) e di gestione/organizzazione (ASST) non deve essere un fatto burocratico, come troppo spesso è sin qui avvenuto, ma va considerata un elemento essenziale per una vera governance che realizzi l'integrazione tra sociale e socio-sanitario.

Anci Lombardia chiede che si garantiscano 70 milioni per le politiche sociali destinate ai Piani di Zona, come fondo indistinto, al fine di assicurare un loro utilizzo coerente con le esigenze programmabili ed emergenti nei territori e ribadisce la richiesta che i fondi destinati al reddito di autonomia siano aggiuntivi rispetto a quelli destinati al fondo sociale che deve garantito nei 70 milioni di euro destinati da Regione in questi anni.

Per ciò che riguarda l'utilizzo delle risorse economiche, è necessario che sia sempre più stringente la collaborazione e il confronto per l'utilizzo dei fondi economici nazionali (Fondo Nazionale Politiche Sociali e Fondo Non Autosufficienza) la cui destinazione deve essere attuata di concerto tra Regione e Rappresentanza degli enti locali, e non subita da quest'ultima.

Sempre per essere a servizio dei territori, è necessario che il coordinamento con gli enti locali si attui anche nella gestione del SIA (Sostegno Inclusione Attiva) e nella collaborazione nella progettualità nell'accoglienza dei richiedenti asilo. Non si tratta infatti solo di questioni meramente

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economiche perchè lo sviluppo territoriale passa anche da una facilitazione dei rapporti istituzionali e dal riconoscimento delle rispettive competenze.

Per le RSA si continua a porre il problema di risorse legato al riconoscimento della percentuale della quota sanitaria sui costi giornalieri. Da una nostra rilevazione oggettiva che ha coinvolto 120 istituti, l'incidenza della spesa sanitaria sul costo giornaliero è attorno al 70% circa, mentre ad oggi, la Regione ne riconosce circa il 40%. Ciò determina uno squilibrio dei costi che è tutto a carico delle famiglie e dei Comuni e che non può più essere sopportato. Anche su questo tema Anci Lombardia ha chiesto da tempo l'apertura di un tavolo di confronto, a oggi non ancora programmato da Regione Lombardia, volto a garantire chiarezza sui costi sanitari e socio assistenziali.

Anci Lombardia ritiene indispensabile l'attuazione di un nuovo sistema diverso e complementare a quello ospedaliero, nei percorsi relativi alla cronicità per la presa in carico della gestione delle cure subacute.

Va sottolineata l'importanza e la necessità di cambiamento del modello di assistenza territoriale di prossimità, di presa in carico, e di continuità assistenziale. Anci Lombardia si è spesa e si spenderà, anche dopo l'emanazione della Legge Regionale 23, per ottenere una rete che garantisca assistenza socio sanitaria e sociale ai cittadini, compresa quella ospedaliera andando incontro ai bisogni sempre più emergenti delle famiglie lasciate sole nella presa in carico dei famigliari "fragili".

Nel corso di questi ultimi anni Regione Lombardia ha anche attivato una lotta efficace al contenimento del propagarsi della ludopatia.

Gli interventi approvati vanno nella direzione giusta ma necessitano ancora dell'attuazione di strumenti operativi volti a sostenere i comuni che decidono di mettere in campo decisioni e azioni forti sul contenimento del proliferare delle occasioni di gioco da parte dei soggetti fragili.

LO SPORT PER TUTTI Nel DEFR 2016 si è data grande importanza alla prevenzione, al ruolo dello sport e dell’educazione motoria nelle scuole. ANCI Lombardia ha collaborato attivamente affinchè il progetto “A scuola di sport – Lombardia in gioco”, destinato agli alunni della Scuola Primaria potesse proseguire, anche grazie al sostegno dei Comuni. Anche per l’anno scolastico 2016/17 la domanda è stata alta e si è potuto far fronte alle richieste solo grazie all’incremento del cofinanziamento comunale. Tuttavia, se la domanda continuerà anche in futuro ad essere molto alta, diventano indispensabili maggiori finanziamenti, anche per mettere a sistema un progetto condiviso da anni con molti Scuole e Comuni lombardi.

Si apprezza la decisione di Regione Lombardia di gestire attraverso una propria piattaforma la Dote sport: la sperimentazione avviata nel 2015 ha visto l’adesione massiccia degli enti locali, che hanno collaborato con la Regione mettendosi a disposizione delle famiglie e verificando il possesso dei requisiti dei richiedenti. Tuttavia si è verificato che l’impegno profuso ha consentito il soddisfacimento solo di un terzo delle domande pervenute, per l’insufficienza degli stanziamenti regionali. Nel momento in cui si è intercettata una domanda consistente, si deve dare una risposta adeguata. Si concorda pertanto con l’attivazione di nuove modalità di gestione della Dote sport e si apprezza l’aumento delle risorse messe a disposizione dalla Regione.

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I GIOVANI AL CENTRO ANCI Lombardia propone alla Regione di proseguire le positive esperienze in corso, sia per quanto riguarda la Leva civica che per quanto riguarda i Piani locali dei giovani. La Leva civica, tuttavia, costituisce uno strumento che potrebbe essere meglio valorizzato. ANCI ha suggerito alla Regione alcuni accorgimenti che consentirebbero ai giovani di avere maggiore disponibilità di tempo e informazioni utili per rispondere ai bandi pubblicati e, contemporaneamente, ha chiesto un agio maggiore per gli uffici comunali, impegnati su tanti fronti, anche per espletare servizi richiesti dalla Regione.

E’ opportuno valorizzare i servizi offerti dagli Informagiovani comunali disseminati sul territorio regionale. Sarebbero opportuni segnali concreti di attenzione e disponibilità rispetto ad un organismo che non dirama solo informazioni e comunicazione di dati ma anche occasioni di incontro e socializzazione, offre opportunità di inserimento lavorativo e di crescita culturale, propone esperienze all’estero. Gli sportelli Informagiovani sono soggetti capaci di lavorare in rete, di collaborare con le scuole, di relazionarsi con gli operatori economici e le attività produttive dei territori, offrendo concrete proposte di orientamento scolastico e professionale e percorsi formativi per giovani e meno giovani.

I COMUNI MOTORI DELLA CULTURA In occasione del confronto avviato con la Regione per il riordino della normativa regionale, ANCI Lombardia ha presentato una serie di proposte, anche per valorizzare il ruolo che gli enti locali lombardi possono svolgere per promuovere cultura, tradizione e identità.

Le funzioni assegnate da Regione ai Comuni evidenziano un’opinione riduttiva del potenziale degli enti locali, che dovrebbero provvedere solo allo sviluppo e alla diffusione delle attività culturali di preminente interesse locale e alla istituzione, al funzionamento e allo sviluppo degli istituti culturali di loro spettanza o loro trasferiti a qualsiasi titolo, promuovendone l’autonomia gestionale ed incentivandone le attività ed i servizi culturali, anche in forma integrata.

Invece si dovrebbero valutare anche i nuovi strumenti messi a disposizione dalla normativa nazionale, che negli ultimi anni ha dato un forte impulso alla promozione di attività culturali anche nei territori, recuperando risorse e rivelando opportunità straordinarie, peraltro apprezzate dai cittadini di ogni età, livello culturale, provenienza geografica.

Si condivide la previsione di una programmazione condivisa, attraverso l’attivazione dei “tavoli della cultura”. Negli ultimi mesi ANCI Lombardia ha raccolto esigenze e bisogni da parte dei territori, che potrebbero offrire contributi e opportunità, anche in collaborazione con il mondo del volontariato, delle Pro loco e delle associazioni culturali che, in varie forme, tengono vive le tradizioni culturali della nostra regione e costituiscono un potenziale ambito di impegno per i giovani.

Si ritiene necessario individuare forme sistematiche di raccordo con le istituzioni e le associazioni che si occupano di tutela dell’ambiente, anche per attività di formazione e di sensibilizzazione del patrimonio culturale e ambientale; con il sistema turistico, per la valorizzazione di itinerari culturali; con il mondo della scuola, per la promozione della musica e del teatro, della valorizzazione delle eccellenze e cogliendo le opportunità offerte alla popolazione giovane e adulta con la formula

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“Scuole aperte”, con attività teatrali, musicali, culturali, formative, da realizzarsi in orario extrascolastico.

Le risorse messe a disposizione dalla Regione sono scarse. Se la Regione intende promuovere e valorizzare il patrimonio culturale lombardo deve impegnarsi investendo maggiori risorse. Sicuramente Regione Lombardia potrebbe attivare meccanismi di reperimento di fondi da destinare ad attività culturali, promuovendo iniziative di crowdfunding o utilizzando lo strumento dell’Art bonus, che anche in Lombardia ha permesso e continua a permettere la realizzazione di interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici, fondazioni lirico-sinfoniche e teatri di tradizione.

Recentemente ANCI Lombardia ha organizzato eventi che hanno consentito di mettere in luce il grande interesse di privati e imprese verso il patrimonio culturale lombardo.

ANCI Lombardia ha inoltre promosso iniziative a salvaguardia delle sale di spettacolo, soprattutto di minori dimensioni, che nei piccoli Comuni costituiscono l’unico (o quasi) luogo di aggregazione sociale. L’adeguamento agli standard tecnologici richiesto dalle nuove norme in materia di digitalizzazione sta creando non poche difficoltà a gestori e proprietari di sale di spettacolo. Sarebbero opportune adottare misure di tutela, sia tramite interventi di sostegno finanziario che iniziative di semplificazione o riduzione di tasse o imposte.

ANCI Lombardia intende inoltre organizzare iniziative per la diffusione dell’accordo ANCI-SIAE, sottoscritto nel mese di settembre 2016, che prevede misure di agevolazione per le realtà che promuovono cultura a livello locale. Si chiede a Regione Lombardia di valutare le iniziative di ANCI Lombardia come un segno tangibile della volontà espressa con il documento presentato in occasione del confronto in Commissione regionale e di riconoscere tale percorso attraverso un accordo che sancisca l’assunzione di impegni reciproci, a supporto delle iniziative culturali messe in atto dall’Associazione dei Comuni.

POLITICHE TERRITORIALI, AMBIENTALI E TPL I comuni lombardi considerano essenziale porre mano a una revisione della LR 12/05 per rispondere alle diverse domande che oggi vengono poste al governo del territorio.

Una revisione che metta al centro una radicale semplificazione e una individuazione chiara dei passaggi con cui governare la trasformazione e la tutela del territorio.

Rigenerazione urbana, riuso e non consumo del territorio, centralità ambientale e bonifiche, smart cities, dissesto idrogeologico sono gli obiettivi importanti cui la revisione legislativa deve rispondere.

I Comuni sono disponibili alla elaborazione di misure e proposte per una maggiore omogeneizzazione e sincronizzazione delle procedure in modo da permettere al cittadino e alle imprese una maggiore semplicità nei suoi rapporti con la P.A. ma altrettanto chiedono una chiarezza e una semplificazione delle norme che li riguardano il governo del territorio a partire dalla revisione della PTR ai sensi della legge 31/15 14 e sulle procedure/tempistiche della VAS.

Si riconosce la disponiblità al confronto da parte della struttura dell’assessorato di questi ultimi mesi che ha permesso l’avvio di un confronto nel merito dei provvedimenti da emanare, superando un intervento legislativo di Regione che nei fatti ha a volte sminuito le prerogative dei Comuni previste in Costituzione.

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Le soluzioni che prevedono un trasferimento di competenze e funzioni alle autonomie locali devono essere accompagnati da adeguati finanziamenti e indispensabili attività di formazione per non portare al collasso le già provate strutture dei Comuni.

L’intervento regolatorio di Regione non deve assumere un approccio di pianificazione diretta di dettaglio per lasciare poi alle autonomie locali la mera attività di esecutore/gestore delle scelte sovraordinate, ma deve determinare principi e criteri ritenuti di interesse regionale ai quali i Comuni e gli Enti di Area Vasta devono attenersi nelle attività di programmazione locale e di governo del territorio.

Il prossimo adeguamento del PTR è pertanto una occasione per applicare concretamente questo principio di sussidiarietà verticale spesso mediaticamente reclamizzato quanto altrettanto spesso negato ai Comuni. Per questo motivo ANCI è disponibile ad un dialogo aperto finalizzato ad interloquire con l’attività del legislatore (ai diversi livelli) sui temi della rigenerazione & rottamazione ma anche per orientare le pratiche relative ai programmi/strumenti per la riqualificazione delle periferie.

Più precisamente l’obiettivo che ANCI si propone è quello di elaborare un “Agenda della rigenerazione urbana” capace di supportare l’azione legislativa sui temi della rottamazione edilizia e rigenerazione urbana nell’ambito del DL n. 2383 sul “Contenimento del consumo di suolo e riuso del suolo edificato”, ma anche su nuove e future proposte che stanno emergendo a livello nazionale e comunitario.

In tema di difesa del suolo e di difesa idrogeologica è indispensabile uno sforzo maggiore da parte di Regione Lombardia verso i territori più a rischio. Favorire ed incrementare la possibilità di manutenzioni ordinarie programmate e costanti è la soluzione più concreta e a conti fatti meno costosa per mettere i territori in una condizione di minima sicurezza.

Sui temi ambientali il contenimento dell’inquinamento non solo da smog è strettamente correlato alla necessaria tutela della salute pubblica che, come ormai è ampiamente dimostrato, ottiene risultati significativi solo con l’attivazione di azioni concrete di larga scala di prevenzione.

La recente sottoscrizione del protocollo di intesa tra ANCI Lombardi, Regione e capoluoghi di Provincia punta ad una adesione sostanziale di molti comuni. Si tratta di uno strumento con indicazioni operative condivise nei tavoli tecnici che però, proprio per la volontarietà della sua adesione, rimane di efficacia incerta rispetto al numero oggi sconosciuto dei comuni aderenti. Al termine di questa fase sperimentale preso atto delle adesioni al protocollo si comprenderà se vi sia o meno la necessità di provvedimenti più cogenti da parte di Regione. Altresì appare evidente che i campi di intervento per contenere l’inquinamento dell’aria non sono limitati alle limitazioni della circolazione degli autoveicoli più inquinanti, ma interessano in percentuale elevata anche altri settori come ad esempio l’utilizzo delle biomasse o lo spandimento dei nitrati. Bene pertanto il lavoro dei tavoli tecnici congiunti ma ottenuta la condivisione degli obiettivi e delle modalità di intervento per il contenimento delle emissioni, Regione deve anche sostenere economicamente le misure volte al loro raggiungimento.

ANCI Lombardia ritiene necessario proseguire nella concertazione delle iniziative finalizzate al contenimento dell’inquinamento.

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Per quanto riguarda invece l’attivazione delle Agenzie di TPL, le economie di scala generate da questa scelta di accorpamento delle sedi organizzative e gestionali rischiano di non essere sufficienti per migliorare il servizio di Trasporto Pubblico Locale che abbisogna di risorse vere e certe per garantire il sempre maggiore utilizzo dei mezzi pubblici da parte dei cittadini/utenti e migliorare le emissioni ambientali dei mezzi utilizzati.

Da anni ANCI Lombardia ribadisce, inoltre, che l’attivazione dei biglietti integrati è una scelta positiva che però non ha ancora esteso integralmente il suo raggio d’azione su tutti i territori. Riteniamo che le nuove tecnologie informatiche debbano essere applicate con maggiore ampiezza ovvero ampliando i sistemi e le reti di informazione e delle possibilità di acquisto dei titoli di viaggio. Procedure che possono anche avere riscontri positivi nei controlli e nella verifica degli incassi.

SICUREZZA E PROTEZIONE CIVILE Sul versante del controllo del territorio e della gestione ordinaria delle attività inerenti ANCI ritiene che Regione Lombardia debba offrire con nuovi Bandi un sostegno maggiore ai Comuni che sul territorio si impegnano a favorire l’intervento delle associazioni di volontariato nel settore della Protezione civile e ambientale, ma anche nel welfare. Per l’aspetto strutturale è innegabile che la prevenzione sia lo strumento più efficace per limitare i rischi alle persone e contenere i danni per cui occorre che Regione Lombardia elabori una graduatoria sugli interventi strutturali proposti dai comuni provvedendo al loro finanziamento proporzionalmente alla valutazione del rischio reale.

Dopo l’introduzione della nuova legge regionale in tema di Polizia Locale è necessario un monitoraggio sulla sua applicazione per verificare opportunità e criticità. Auspichiamo un’attenzione particolare per sostenere economicamente l’utilizzo di nuove tecnologie per il controllo puntuale e costante del territorio e per aumentare il numero dei pattugliamenti finanziando progetti specifici che puntino a contenere il rischio di atti malavitosi e di vandalismo generalizzato.

COMMERCIO In tema di commercio non sempre l’iniziativa di Regione Lombardia ha raccolto le richieste di semplificazione dei Comuni, nonostante i tavoli tecnici organizzati per ammortizzare le diverse opinioni e per convergere su obiettivi condivisi. Molti comuni lamentano criticità applicative in quanto i provvedimenti regionali non tengono conto delle diverse dimensioni e necessità dei comuni minori rispetto ai centri maggiori piuttosto che alle esigenze delle città. In particolare si sottolinea il caso della legislazione regionale in tema di occupazione di suolo pubblico che obbliga i Comuni a complicare percorsi autorizzativi con conseguenze negative sui rapporti con i cittadini e le organizzazioni di volontariato. I prossimi passi devono quindi direzionarsi verso un monitoraggio degli effetti ottenuti con l’applicazione dei provvedimenti più impattanti come ad esempio la D.g.r. 18 aprile 2016 – n. X/5061 "Linee guida regionali per la disciplina delle cessioni a fini solidaristici”; la D.g.r. 27 giugno 2016 - n. X/5345, Disposizioni attuative della disciplina del commercio su aree pubbliche ai sensi dell’articolo 17, c. 2 della l.r. 2 febbraio 2010, n. 6 (testo unico delle leggi regionali in materia di commercio e fiere) e sostituzione delle D.g.r. 3 dicembre 2008 n. 8570, 5 novembre 2009 n. 10615 e 13 gennaio 2010 n. 11003”; la D.g.r. 2 agosto 2016 – n. X/5519 " Linee guida per la stesura dei regolamenti comunali delle sagre ai sensi dell’articolo 18 ter, comma 1 della l.r. 6/2010.

TURISMO A seguito del varo del testo unico sul turismo appare anche qui importante eseguire un monitoraggio sull’applicazione delle norme introdotte o modificate al fine di consentire a questo settore così importante

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per l’economia regionale un possibile miglioramento. I comuni hanno compreso bene la necessità di implementare l’offerta turistica territoriale, l’importanza della costruzione delle reti e la necessità di incoraggiare le iniziative di attrazione. Anche Regione non deve sottrarsi in questo progetto e deve incentivare economicamente le sperimentazioni che stanno avendo maggiore successo.