Osservazione e teoria psicoanalitica

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La Qualità nella scuola non può essere considerata solo un caso particolare dell'applicazione di principi, metodi e strumenti elaborati in altri contesti produttivi, ma ...

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  • 1. Osservazione e teoria psicoanaliticaAngelo R. PennellaIndubbiamente possibile affermare che il rapporto tra osservazione e psicoanalisi si avviato fin dalla nascita della teoria psicoanalitica. Freud stesso ebbe modo di osservare ilcomportamento di un bambino di un anno e mezzo che si divertiva a lanciare a terra unrocchetto di filo. Ogni volta che il piccolo lo gettava oltre il bordo del lettino, producendonecos la scomparsa dal suo campo visivo, pronunciava un O-o-o, che fu interpretato dallamadre come Fort! = Via!. Lattivit continuava con il bambino che tirava a s il rocchetto eche, al suo riapparire, vocalizzava con gioia dicendo Da! = Qui! (1).Sebbene questa possa essere considerata la prima osservazione psicoanalitica diretta di unbambino, furono necessari molti anni prima che gli psicoanalisti iniziassero ad utilizzareseriamente losservazione per corroborare le loro ipotesi teoriche. Nonostante ledichiarazioni, in questo senso piuttosto esplicite di Freud, il quale auspic lintegrazione delmetodo ricostruttivo con quello osservativo, ci avvenne in tempi piuttosto lunghi. Se da unlato era infatti evidente limpossibilit della psicologia psicoanalitica (in modo particolare diquella dellet evolutiva) di basarsi solo sui dati desunti dalle terapie dei pazienti adulti(Hartmann, 1950), dallaltro, lutilizzo dellosservazione poneva agli analisti una serie diproblemi metodologici ed epistemologici di non facile soluzione. In effetti, non si trattava,come vedremo tra breve, solo di affiancare fonti diverse di dati, ma di riesaminare il ruolo ed ilsignificato che si doveva attribuire alle ricostruzioni analitiche.Dal punto di vista cronologico, Kris (1950) ha suddiviso il processo che ha condotto ad un usosempre pi sistematico dellosservazione da parte degli analisti in due fasi: nella prima, checaratterizz i primi due decenni del secolo, losservazione fu utilizzata essenzialmente perottenere conferme su ci che la ricostruzione analitica teorizzava, in modo particolare rispetto(1) Freud spieg il comportamento del bambino partendo dallipotesi che il rocchetto fosse unarappresentazione simbolica della figura materna. La possibilit di poter determinare lascomparsa e la ricomparsa del rocchetto/madre, fu interpretata come un tentativo del piccolodi elaborare le emozioni indotte dai reali allontanamenti materni. Nellipotesi freudiana, ilgioco era quindi simbolizzante la dinamica intrapsichica del bambino, fondata sulla rinunciapulsionale che il bambino doveva attuare quando permetteva/subiva alla madre diallontanarsi.Angelo R. Pennella Osservazione e teoria psicoanalitica 1

2. allo sviluppo della sessualit infantile e del complesso edipico. In questa prima fase,losservazione diretta dei bambini ebbe un ruolo assolutamente secondario ed i dati chevenivano raccolti sembravano costituire un campo quasi isolato, collegato pi alla pedagogiache alla teoria psicoanalitica in senso stretto (Berardelli, 1990).In quegli anni, sembrava esserci una forte ritrosia nei confronti di questo metodo, in partespiegabile con la convinzione che si potesse accedere agli strati pi profondi della personalitsolo attraverso il metodo ricostruttivo. Losservazione non poteva, quindi, che essereconsiderata uno strumento adatto solo per la conoscenza degli elementi pi superficiali(manifesti) del comportamento. A questo si aggiungevano, inoltre, i dubbi sulleffettivapossibilit di applicare, in modo attendibile, la tecnica dellinterpretazione al materialeosservativo (2).Al di l, comunque, delle motivazioni teoriche e tecniche, riteniamo possibile pensare che laritrosia espressa nei confronti dellosservazione diretta dei bambini possa essere ricondottaanche al forte bisogno di legittimazione sociale che la psicoanalisi manifest nei primi annidel 900 (Sulloway, 1992). Se questa ipotesi corretta, la priorit se non addiritturalesclusivit riconosciuta al metodo ricostruttivo, rispetto ad altre modalit di conoscenza, sispiegherebbe non solo con il naturale bisogno di differenziazione che qualsiasi nuova teoriaesprime nei confronti delle vecchie, ma anche con il fatto che rinforzava la legittimazionedella psicoanalisi agli occhi della comunit culturale e scientifica. Se lobiettivo era cio quellodi evitare che strumenti fondamentali come linterpretazione e la costruzione psicoanaliticafossero tacciati di essere delle mere suggestioni operate dagli analisti nei confronti dei propripazienti, era necessario dimostrare che la "relazione analitica fondata sullamore dellaverit, ovverosia sul riconoscimento della realt" (Freud, 1937, trad. it. pag. 531) e che ilmetodo ricostruttivo aveva una dignit scientifica pari, se non superiore, a quella di altremetodologie scientifiche.In questa prospettiva, facile pensare che luso limitato dellosservazione da parte deglianalisti consentiva loro di evitare in un momento particolarmente importante per lacostruzione dellimmagine sociale della psicoanalisi un confronto sulla validit euristica deidue metodi ed una riflessione sui rapporti e gli equilibri tra dati osservativi e dati ricostruttivi.Non a caso, Freud inizi il suo articolo sulle "Costruzioni nellanalisi" discutendo proprio delvalore che deve essere attribuito ai "no" dei pazienti, a quelle situazioni cio in cui questiultimi contraddicono le "verit" proposte dagli analisti. Come noto, egli si dichiara convintodel fatto che il giudizio negativo del paziente non debba considerarsi sufficiente, di per s, adelegittimare lintervento interpretativo: il "no" pu essere, infatti, a sua volta interpretatocome una resistenza del paziente ed dunque necessario che lanalista, nella sua funzionedi osservatore esterno ed estraneo (3), raccolga ulteriori informazioni prima di abbandonare (o(2) nota laffermazione di Freud secondo cui losservazione diretta del neonato ha lo svantaggio diutilizzare dati che sono facilmente fraintendibili; la psicoanalisi incontra delle difficolt per il fatto chepu ottenere i suoi dati cos come le sue condizioni dopo lunghe peripezie. Ma attraverso lacooperazione i due metodi possono ottenere un soddisfacente grado di certezza nei loro risultati(Freud, 1905, trad. it. 1970).(3) chiaro che una simile ipostatizzazione espressiva del paradigma empiristico sotteso allapsicoanalisi tradizionale.Angelo R. Pennella Osservazione e teoria psicoanalitica 2 3. accettare) definitivamente la propria ipotesi.Riprendendo ancora Kris (1950), a questa prima fase fece comunque seguito un lungoperiodo in cui losservazione non fu pi, per gli analisti, unattivit sporadica e secondaria, maun mezzo di indagine su cui fare sempre pi affidamento (4). Ci indusse a rivendicare perlosservazione il ruolo di strumento elettivo per lindagine di tutte quelle aree dicomportamento a cui le ipotesi ricostruttive non potevano avere accesso. Secondolapproccio classico, infatti, la ricostruzione psicoanalitica della vita mentale del bambinoinferita dalle verbalizzazioni dei ricordi del paziente in analisi poteva estendersi con validitattendibile solo fino al limite della fase verbale (inizio del linguaggio articolato), mentreavrebbero rischiato di diventare largamente arbitrari i tentativi di ricostruire quellapreverbale (Bonaminio, Iaccarino, 1992, pag. 12-13).Si recuperava cos il motivo dellinteresse iniziale di Freud nei confronti dellosservazionediretta dei bambini, che aveva infatti ipotizzato luso dellosservazione proprio per risolvere ledifficolt a distinguere le fantasie regressive dei pazienti dai fatti realmente accadutinellinfanzia. Prevalse, cio, la convinzione che per comprendere la natura e la funzionedella fantasia necessario studiare le prime fasi dello sviluppo mentale relative ai primi treanni di vita (Isaacs, ed. it. 1992, pag. 25) e losservazione diretta degli infanti era lunicomodo possibile per farlo.Nonostante quindi il perdurare di un certo scetticismo, luso dellosservazione si diffuse inambito psicoanalitico. Si delinearono, tuttavia, due diverse linee di sviluppo, presenti ancoraoggi nellambito delle teorie psicodinamiche.Nella prima, esemplificata dal lavoro di Anna Freud, Ernst Kris e Margaret Mahler,losservazione fu utilizzata essenzialmente come strumento di ricerca. Il fine era quello diraccogliere dati sulle fasi precoci dello sviluppo infantile, in modo da poterli rapportare alleteorizzazioni elaborate a partire dal setting psicoanalitico, giungendo cos a previsioniattendibili sullo sviluppo di possibili psicopatologie (5). Il tentativo di questi autori fu quello dievitare interpretazioni selvagge (Freud A., trad. it. 1992) del materiale osservativo, grazie alsuo sistematico inquadramento allinterno delle conoscenze analitiche ricavatedallesperienza clinica. Kris sostenne, infatti, che per quanto ricchi siano i dati forniti dalletecniche di osservazione, tutto ci che riguarda la loro organizzazione, la coerenza deifenomeni, cio tutte le misure che prendiamo nello stabilire le ipotesi da verificare attraversoci che osserviamo, dipendono direttamente da ci che abbiamo imparato e impariamo dallaricostruzione nella psicoanalisi (Kris, 1950, cit. in Berardelli, 1990).In qualche modo, collocabile in questa linea di sviluppo anche il lavoro di Ren Spitz. noto, infatti, linteresse che questo autore manifest nei confronti dellosservazione come(4)A testimonianza di questo cambiamento della psicoanalisi nei confronti dellosservazione diretta deibambini, si pu ricordare che il 20 Congresso Inte rnazionale di Psicoanalisi (Parigi, 1955), dedic per la prima volta un Simposio proprio ai contributi dellosservazione alla teoria psicoanalitica.(5) Un significativo esempio di questo approccio rappresentato dalla teoria della Mahler (1972) suiprocessi di separazione-individuazione, teoria fortemente incentrata sui periodi di vita preverbali delbambino e prodotta grazie allintegrazione tra dati di tipo clinico, ricerche sperimentali ed osservazionidirette di bambini.Angelo R. Pennella Osservazione e teoria psicoanalitica 3 4. metodo di ricerca e la rilevanza che ebbero, nellelaborazione delle sue teorie, i dati ottenuticon questo metodo (6).La preoccupazione di Spitz di garantire scientificit al proprio lavoro, espressa dalluso distrumenti particolarmente innovativi per lepoca come la ripresa cinematografica e la screenanalysis, port ad un obiettivo avvicinamento della psicoanalisi alla metodologia e alla ricercasperimentale (Berardelli, 1990). Se questo consent allautore uno studio pi attento econtrollato del materiale raccolto nel corso delle osservazioni (7), ci lo spinse per anche adaderire completamente al paradigma empiristico, sposando lassunto secondo cui possibilegiungere ad una conoscenza obiettiva della realt. Di fatto, lannullamento del ruolo svoltodallosservatore e dalla sua teoria di riferimento, allontan Spitz da quello che possiamoconsiderare come lapproccio psicoanalitico alla osservazione, fondato sullo spostamentodellaccento dalloggetto al processo.Riprendendo comunque il filo del nostro discorso, si diceva prima che losservazione inpsicoanalisi ha seguito, per cos dire, due linee di sviluppo. La seconda pu esserefacilmente individuata nel lavoro di Esther Bick e dei suoi colleghi della Tavistock Clinic(gruppo che faceva riferimento al pensiero di Melanie Klein). Questi analisti consideraronolosservazione unesperienza il cui perno la relazione osservatore-osservato (Berardelli,1990, pag. 14) ed in cui essenziale limpatto emozionale dellosservatore con la situazione.A differenza degli autori a cui abbiamo fatto cenno prima, in questo gruppo il fine non eratanto la raccolta di dati e lelaborazione teorica, quanto piuttosto la formazione dei futuripsicoterapeuti. Non a caso, in questa prospettiva acquista un ruolo essenziale ilcontrotransfert dellosservatore, considerato come una sorta di sonda della comunicazioneinconscia, lunico strumento in grado di aiutare lanalista a comprendere il fantasma chesottende lagito (cfr. anche il cap. 5).A prescindere comunque dalle differenze esistenti nei due approcci allosservazione, in ognicaso, luso che ne fecero gli analisti non si tradusse mai in un appiattimento del loro metodosu quello della psicologia accademica. Lintroduzione del metodo osservativo in psicoanalisipromosse, al contrario, una nuova modalit di considerare questo metodo. Furono introdotti,infatti, fattori nuovi, fino ad allora trascurati o percepiti addirittura come elementi di disturbodellosservazione. Se ne dilat il campo dazione, non limitandolo pi al solo comportamentodel bambino, ma includendo in esso anche gli atteggiamenti consci ed inconscidellosservatore e le dinamiche interattive che si sviluppano allinterno del contestoosservativo.In questo senso, risulta fondamentale il contributo di Winnicott, che descrisse in un articolo(6)Si pensi, tra gli altri, agli studi condotti dallautore nei confronti della percezione delle qualitespressive del volto umano detta anche percezione sociale nel corso dei primi mesi di vita e checonsentirono di determinare le posizioni che il viso deve assumere per poter attivare nel bambini larisposta del sorriso. Noto anche il concetto di organizzatore della psiche che Spitz propose sempresulla base delle sue osservazioni dirette del comportamento infantile.(7)Ad onor del vero, furono espresse alcune perplessit sulla scarsa selezione che Spitz avrebbe fattonei confronti dei bambini ospedalizzati la cui osservazione lo condusse a formulare lipotesi delladepressione anaclitica.Angelo R. Pennella Osservazione e teoria psicoanalitica4 5. del 1941 (8) il suo modo di osservare i bambini piccoli in una situazione prefissata, modalitin cui sono contenuti in nuce tutti i parametri di quella che pu essere consideratalosservazione psicoanalitica. Il metodo illustrato da Winnicott prevedeva un settingdallapparenza piuttosto semplice: una stanza in cui era accolta la coppia madre bambino edin cui era disponibile poggiato sulla scrivania dellanalista un abbassalingua di metalloluccicante.Il metodo osservativo winnicottiano si caratterizzava per il fatto di non limitarsi allaregistrazione delle reazioni del bambino alla situazione e alloggetto stimolo (labbassalingua),ma di estendersi alle dinamiche interpersonali che la situazione stessa attivava nella coppiamadre-bambino. Questo ampliamento del focus osservativo pu essere facilmente spiegatocon lapproccio teorico di Winnicott, che non si limitava a considerare i fantasmi interni delbambino, ma considerava essenziale anche lanalisi delle caratteristiche reali della madre edelle sue reali capacit di rispondere in modo soddisfacente ai bisogni del figlio.Laspetto comunque pi interessante del contributo di Winnicott per la sua differenziazioneterminologica e concettuale tra le parole profondo e precoce.Come si detto, lintegrazione del metodo ricostruttivo con quello osservativo poneva aglianalisti il problema della congruenza e della validit da riconoscere ai dati ottenuti con questidue metodi (10). Si trattava, per dirla con Stern (1987), di coniugare il bambino clinico con ilbambino osservato, senza che luno prevalesse sullaltro. La proposta di Winnicott, tesa adifferenziare nettamente i significati da attribuire ai termini profondo e precoce, sembraoffrirsi come una possibile soluzione del problema.Quando in psicoanalisi si parla di profondit, si fa infatti riferimento alla fantasia inconscia oalla realt psichica dellindividuo, si parla, in altre parole, di qualcosa che coinvolge sialintelletto che limmaginazione del paziente. Questo attribuisce per al concetto una notevolevariabilit: , infatti, pi profondo riferirsi ai rapporti infante-madre che ai rapporti triangolari,riferirsi allangoscia persecutoria interna che al senso di persecuzione esterna (Winnicott,trad it. 1970, pag. 140). In qualche misura, il sempre pi profondo implica anche il semprepi precoce, ma spesso i pazienti propongono contenuti che rappresentano la sintesi e lafusione di elementi precoci con altri pi tardivi e la profondit non garantisce la precocit delcontenuto. Il concetto precoce rinvia, dunque, ad un dato di fatto - per cos dire, storico -mentre il concetto di profondo sembra invece evocare una dimensione di tipo narrativo.Winnicott era consapevole dellimportanza di questa differenziazione, che consentiva diriproporre in modo nuovo e meno critico la questione del rapporto tra i due metodi: la(8) curioso notare che larticolo di Winnicott sullosservazione fu pubblicato nello stesso periodo in cuilAutore inizi a formalizzare le sue critiche alla teoria kleiniana. Nel 1941 Winnicott inizi infatti asollevare obiezioni nei confronti, ad esempio, della nozione di conoscenza e di immagini a priori che ilbambino secondo la Klein avrebbe del pene paterno, fino a giungere ad affermare nel 1962 che iltentativo kleiniano di anticipare sempre di pi la data dei complessi processi cognitivi aveva rovinato illavoro successivo di questa autrice (Greenberg, Mitchell, 1983, trad. it.1986, pag. 204).(10)La questione, come abbiamo gi ricordato, non aveva implicazioni esclusivamente teoriche, maandava a toccare anche il primato della ricostruzione analitica ed il rapporto, su cui si lavorato peranni in ambito analitico, tra verit storica e narrativa dei contenuti che emergevano in sedepsicoterapeutica.Angelo R. Pennella Osservazione e teoria psicoanalitica5 6. psicoanalisi ha molto da imparare da coloro che osservano direttamente gli infanti, e le madrie gli infanti insieme, e i piccoli bambini nellambiente in cui vivono naturalmente. Ma neppurelosservazione diretta in grado di costruire da sola una psicologia della prima infanzia.Collaborando continuamente psicoanalisti e osservatori diretti possono essere in grado dicorrelare ci che profondo nellanalisi con ci che precoce nello sviluppo infantile. Inbreve: un infante deve distanziarsi da ci che precoce al fine di acquisire la maturitnecessaria per essere profondo. (Winnicott, 1970, pag. 144, corsivo dellautore).Tra gli anni 60 ed 80 le osservazioni condotte dagli psicoanalisti sui bambini si moltiplicaronoe si consolid la convinzione che solo in questo modo fosse possibile acquisire conoscenzesugli stadi preverbali dello sviluppo psicologico. Per certi versi si ribalt lequilibrio che fino adallora esisteva tra metodo ricostruttivo e metodo osservativo, indubbiamente a vantaggio diquestultimo. Sempre pi frequentemente, losservazione fu utilizzata per validare le ipotesiteoriche elaborate sulla base dei dati ricostruttivi, giungendo ad ipotizzare correzioni eriformulazioni della teoria in funzione degli studi osservativi ed empirici (Conte, Dazzi, 1988).In realt, riteniamo che il problema del rapporto tra osservazioni dirette dei bambini ericostruzioni analitiche non possa esaurirsi attribuendo una sorta di potere di veto alle unerispetto alle altre. Cos facendo si rischierebbe, da un lato, di aderire in modo incondizionatoal paradigma empiristico e allidea che losservazione sia in grado di fornire dati obiettivi sullarealt su cui costruire una nuova struttura teorica (11), dallaltro di dare per scontato che i duemetodi conducano a tipologie di risultati omogenei (annullando cos lo sforzo di Winnicott tesoa differenziare i concetti di precoce e profondo). Questo non deve indurre, ovviamente, adignorare il fatto che le ricerche osservative hanno falsificato molti degli assunti evolutivicentrali della teoria psicoanalitica ed hanno reso difficile mantenerne lassetto tradizionale,ma deve piuttosto spingere a riconsiderare le questioni poste dallintegrazione dei metodi (edei risultati) ricostruttivi ed osservativi.Ancor pi che nel passato, quindi necessario chiedersi quali metodi di osservazione e dianalisi di dati sarebbero appropriati; quali costruttori teorici sono richiesti per ottenere unaconvergenza scientificamente plausibile tra losservazione del lattante e i resoconti verbalisullesperienza soggettiva (Wolff, 1991, pag. 6).La confusione, cos come lattuale tendenza a subordinare il metodo ricostruttivo a quelloosservativo, pu forse essere spiegata con il fatto che si proposto un confronto in cui non stato sufficientemente chiarito che cosa si intendesse con il termine osservazione. Comeabbiamo detto (cfr. cap. 3), questa parola rinvia infatti non solo a processi molto diversiriguardo a sistematicit ed intenzionalit, ma anche ad assunti epistemologici contrastanti. Siha quindi la necessit preliminare come ha notato Wolff di definire il tipo di osservazionecon cui il metodo ricostruttivo dovrebbe cercare unintegrazione.(11) Rinviando il lettore a quanto gi detto a proposito del paradigma empiristico e dellecritiche che gli sono state rivolte (cfr. cap. 2), comunque importante ricordare che leosservazioni, in s, non hanno alcun senso se non sono interpretate alla luce di una teoria ingrado di dare un significato ai fatti, di fornire loro una cornice di riferimento, di attribuire adessi pi o meno importanza, selezionandone quelli ritenuti di maggiore significativit rispettoad altri (Miller, 1994).Angelo R. Pennella Osservazione e teoria psicoanalitica 6 7. Si ha infatti la sensazione che se ci non avvenisse, il confronto non avverrebbe tanto trametodi, quanto piuttosto tra paradigmi di riferimento. Per dirla in altri termini, il problema non quello di accettare o meno una validazione esterna per le asserzioni della teoriapsicoanalitica (cosa peraltro possibilissima per una serie di ipotesi generali di funzionamentodella mente), ma quello di riflettere sugli assunti epistemologici sia della teoria che dei metodiutilizzati per la verifica. In caso contrario, si darebbe per scontato che lo strumento divalidazione debba essere losservazione della psicologia sperimentale e che la psicoanalisisia una disciplina il cui senso e validit scientifica debbano essere fondate sul paradigmaempirista.Se vero che, fino a qualche decennio fa, lideale teorico dominante per lanalisi eraloggettivit totale, con un conseguente non riconoscimento dellinfluenza dellosservatoresullosservato (Kohut, 1986, pag. 61), altrettanto vero che oggi si tende invece asottolineare limportanza del contributo situazionale dellanalista e a discutere sul carattere(ermeneutico, costruttivista, narrativivista, ecc.) della conoscenza psicoanalitica.Il proliferare degli studi osservativi non dovrebbe quindi tradursi nello sforzo di rendere lateoria psicoanalitica pi aderente alle aspettative positivistiche che a volte si hanno neiconfronti delle discipline scientifiche, ma dovrebbe stimolare piuttosto una riflessione sullemodalit e sul tipo di conoscenza che si ottiene attraverso questa prassi. In questo senso,losservazione, evidenziando le discrepanze esistenti tra dati precoci (ottenibili con rilevazionidirette del comportamento infantile) e dati profondi (desunti dal lavoro psicoterapeutico), haagevolato lemergere di una maggiore criticit degli analisti non solo nei confronti delle loroaffermazioni teoriche, ma anche della loro stessa partecipazione al processo e al modo concui rilevano i fatti psicologici.Sia pure come semplice suggestione, ci sembra utile ricordare che la decisione di Freud diabbandonare lipotesi traumatica ha trasformato la psicoanalisi da teoria interessata ai fattistorici a teoria del mondo fantasmatico. Ci interessante per il nostro discorso in quanto ciconsente di evidenziare che loggetto di studio di questa teoria non costituito tanto dai fattiempirici, quanto piuttosto dalle rappresentazioni che se ne possono dare (12). Questo,ovviamente, incide sui rapporti che si dovrebbero instaurare tra osservazione (13) e teoriapsicoanalitica, perch esplicita il fatto che si tratta di metodi che afferiscono a piani differentidi descrizione della realt.Spesso, si ha invece la sensazione che linteresse dei ricercatori si esaurisca nel tentativo divalidare le rappresentazioni o, se si vuole, i singoli dati ricostruttivi con una serie pi omeno estesa di osservazioni sperimentali, oppure nello sforzo di giungere alla individuazione(12)In realt il discorso molto pi articolato e complesso di quanto non appaia da una simileaffermazione. Lattenzione nei confronti della realt esterna al soggetto, delle sue qualit e capacit dirispondere ai bisogni e desideri dellindividuo sono, infatti, aspetti rilevanti della psicoanalisi pirecente, basti pensare agli autori (ad es. lo stesso Winnicott) afferenti allambito della teoria dellerelazioni oggettuali.(13)Ricordiamo che il termine osservazione che stiamo usando nei nostri confronti con la teoriapsicoanalitica fa riferimento alla prima accezione fornita in questo lavoro, cio ad un metodo teso allaraccolta di dati obiettivi.Angelo R. Pennella Osservazione e teoria psicoanalitica 7 8. delle possibili eziologie dei disturbi mentali attraverso lindividuazione dei fatti reali e delleesperienze soggettive di bambini preverbali e ancora incapaci di simbolizzare (Wolff, 1991,pag. 7) (14).Sebbene non sia nostra intenzione mettere in discussione queste linee di ricerca, cosa cheestenderebbe eccessivamente il discorso, riteniamo tuttavia che esse siano lespressione delperdurare in ambito psicoanalitico del modello medico di cui era portatore Freud (Fossi,1990). Come stato gi detto da altri (Carli, 1987; Carli, Paniccia, Lancia, 1988; Grasso1993), a cui ovviamente rinviamo il lettore, la validit di questo modello si fonda sullapossibilit di connettere in una sequenza logica la rilevazione di un disturbo con una terapiache agisca sulleziopatogenesi del disturbo stesso. Lefficacia e la credibilit della medicina sibasano, in altre parole, sul fatto di aver abbandonato una diagnosi fenomenologica a favoredi una diagnosi eziopatogenetica.La questione che in ambito psicologico lapplicazione di questo modello tuttaltro cherealistico, perch non possibile pensare di eradicare specifici eventi od esperienzepregresse dalla storia personale di un individuo. A differenza di ci che accade in medicina(in cui lobiettivo leliminazione dellagente patogeno), la psicologia non pu che focalizzareil proprio intervento sulla relazione attuale, al fine di rendere pensabile la fantasia, di tradurlain forme verbali compiute, nello sforzo di stabilire delle relazioni, estraendole dalle fantasieattraverso il pensiero che preposto a tale funzione (Carli, Paniccia, Lancia, 1988, pag.107).Se non si consapevoli dei modelli di conoscenza e dei paradigmi sottesi ai dati derivantidallosservazione cos come a quelli che emergono con il lavoro clinico, riteniamo inevitabileche si incrementi la confusione piuttosto che ridurla. Da questo discende, a nostro avviso, lanecessit di riconsiderare non solo i rapporti esistenti tra metodi osservativi e ricostruttivi, maanche lomogeneit e compatibilit dei paradigmi che li sottendono, cercando ovviamenteanche di riflettere su ci che si intende effettivamente indagare.(14) In parte, ci pu essere spiegato con il fatto che convivono allinterno della psicoanalisi sia unateoria esplicativa delluomo che una prassi terapeutica. Mentre la prima tenta di descrivere e spiegare ifatti generali del comportamento e della vita psichica delluomo, la seconda si propone invece diaffrontare problematiche di tipo individuale. evidente che sul piano strettamente clinico il compitodello psicoterapeuta non quello di applicare e validare la teoria (sebbene essa possa guidare il suolavoro), ma di formulare delle ipotesi relative a quelluniverso relazionale diadico di cui egli stesso faparte, nella consapevolezza che le asserzioni teoriche in psicologia sono di tipo probabilistico edunque il singolo caso pu anche non corrispondere a quanto previsto dalla teoria. (Merini, 1994, pag.63).Angelo R. Pennella Osservazione e teoria psicoanalitica 8