Osservatorio dei Mestieri d’Arte Sommario

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Anno III Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/c legge 662/96 filiale di Roma Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa Il Seminario OmA e Acri, per una rete dei Mestieri d’Arte di Giampiero Maracchi e Ugo Bar- gagli Stoffi* L ’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, seguendo un indi- rizzo dell’Unione Europea, nel 2006 ha costituito L’Osservato- rio dei Mestieri d’Arte, finalizzato alla promozione culturale dell’arti- gianato artistico. Tale iniziativa si inserisce perfettamente tra le attivi- tà di conservazione del patrimonio artistico e culturale della nostra sto- ria, ricca di quel contributo del “sa- per fare”, che è il tessuto naturale della nostra Nazione, diffuso da se- coli in ogni regione italiana, pur ca- ratterizzando le tipicità e le diversi- tà che contribuiscono alla valoriz- zazione di ogni territorio. Questo Indirizzo assume oggi una partico- lare importanza a fronte del proces- so di globalizzazione che tende a decentrare in continenti lontani dalla nostra cultura, le attività di nicchia causando perdite gravissi- me sotto il profilo culturale e sotto quello economico e occupazionale. L’Osservatorio dei Mestieri d’Arte si articola in numerose attività: la stampa del periodico omonimo, la pubblicazione di testi divulgativi in doppia lingua (italiano e inglese) finalizzati a sensibilizzare i giovani alla cultura del “saper fare”; e poi incontri, conferenze e convegni in- ternazionali che mirano alla crea- zione di una rete di competenza tra le istituzioni, i musei, la didattica scolastica e museale, e tutti i sog- getti operanti nel settore. In questo pur breve tempo di operatività l’Osservatorio di Mestieri d’Arte ha già stretto molte amicizie, cono- sciuto tante realtà nazionali ed in- ternazionali ed è rimasto benevol- mente colpito da alcune istituzioni a carattere locale che dimostrano una straordinaria capacità di offrire e condividere interessanti proposte n. 6 novembre-dicembre 2008 Ente Cassa di Risparmio di Firenze Osservatorio dei Mestieri d’Arte Sommario 84ª Giornata Mondiale del Risparmio Guzzetti: le banche, le fondazioni, la CDP 4 ACRI SERVIZI E ASSISTENZA ALLA PERSONA DAL SISTEMA ALTRE FONDAZIONI DAL SISTEMA ARTE E CULTURA Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì I dipinti romani di Maceo ed i manifesti tra le due guerre 14 Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna Polo Lama Sud: “Spazi per crescere” di qualità 8 DAL SISTEMA ISTRUZIONE Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto Umberto Prencipe, i paesaggi dell’anima 15 NEWS DAL SISTEMA Fondazione Cassa dei Risparmi di Cento “Da Guercino a Bonzagni” presentato il volume strenna 24 DAL SISTEMA ARTE E CULTURA Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia dell’Aquila 17 DAL SISTEMA I PROGETTI Fondazione TERCAS Il progetto lirico “Fondazioni all’opera” 12 Fondazione Nova Spes Fondazioni e culture politiche in Italia oggi 6 DAL SISTEMA SOCIALE Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna Per la solidarietà internazionale 10 Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto Inaugurazione a Spoleto dell’Accademia Internazionale di Alta Cucina 23 Fondazione CRUP Un’allegoria di Placido Costanzi 19 NEWS Fondazione Cassa dei Risparmi di Bolzano “Un gesto per portare luce dove fa più buio” 24 Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna Nuova sede di Ingegneria edile 22 DAL SISTEMA ARTE E CULTURA Fondazione CARIVIT La Piscina Probatica 20 Il maestro artigiano P. Penko al lavoro. (Ph. G Marzo)

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Anno III Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/c legge 662/96 filiale di Roma

Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa

Il Seminario OmA e Acri, peruna rete dei Mestieri d’Artedi Giampiero Maracchi e Ugo Bar-gagli Stoffi*

L’Ente Cassa di Risparmio diFirenze, seguendo un indi-rizzo dell’Unione Europea,

nel 2006 ha costituito L’Osservato-rio dei Mestieri d’Arte, finalizzatoalla promozione culturale dell’arti-gianato artistico. Tale iniziativa siinserisce perfettamente tra le attivi-tà di conservazione del patrimonioartistico e culturale della nostra sto-ria, ricca di quel contributo del “sa-per fare”, che è il tessuto naturaledella nostra Nazione, diffuso da se-coli in ogni regione italiana, pur ca-ratterizzando le tipicità e le diversi-tà che contribuiscono alla valoriz-zazione di ogni territorio. QuestoIndirizzo assume oggi una partico-lare importanza a fronte del proces-so di globalizzazione che tende adecentrare in continenti lontani

dalla nostra cultura, le attività dinicchia causando perdite gravissi-me sotto il profilo culturale e sottoquello economico e occupazionale.L’Osservatorio dei Mestieri d’Artesi articola in numerose attività: lastampa del periodico omonimo, lapubblicazione di testi divulgativi indoppia lingua (italiano e inglese)finalizzati a sensibilizzare i giovanialla cultura del “saper fare”; e poiincontri, conferenze e convegni in-ternazionali che mirano alla crea-zione di una rete di competenza trale istituzioni, i musei, la didatticascolastica e museale, e tutti i sog-getti operanti nel settore. In questopur breve tempo di operativitàl’Osservatorio di Mestieri d’Arteha già stretto molte amicizie, cono-sciuto tante realtà nazionali ed in-ternazionali ed è rimasto benevol-mente colpito da alcune istituzionia carattere locale che dimostranouna straordinaria capacità di offriree condividere interessanti proposte

n. 6 novembre-dicembre 2008

Ente Cassa di Risparmio di Firenze

Osservatorio dei Mestieri d’ArteSommario

84ª Giornata Mondiale del RisparmioGuzzetti: le banche, le fondazioni,la CDP 4

ACRI SERVIZI E ASSISTENZA ALLA PERSONA

DAL SISTEMA ALTRE FONDAZIONI

DAL SISTEMA ARTE E CULTURA

Fondazione Cassa dei Risparmi di ForlìI dipinti romani di Maceo ed i manifestitra le due guerre 14

Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna eFondazione del Monte di Bologna e RavennaPolo Lama Sud: “Spazi per crescere”di qualità 8

DAL SISTEMA ISTRUZIONE

Fondazione Cassa di Risparmio di OrvietoUmberto Prencipe, i paesaggidell’anima 15

NEWS

DAL SISTEMA

Fondazione Cassa dei Risparmi di Cento“Da Guercino a Bonzagni” presentatoil volume strenna 24

DAL SISTEMA ARTE E CULTURA

Fondazione Cassa di Risparmio dellaProvincia dell’Aquila 17

DAL SISTEMA I PROGETTI

Fondazione TERCASIl progetto lirico “Fondazioni all’opera” 12

Fondazione Nova SpesFondazioni e culture politichein Italia oggi 6

DAL SISTEMA SOCIALE

Fondazione Cassa di Risparmio in BolognaPer la solidarietà internazionale 10

Fondazione Cassa di Risparmio di SpoletoInaugurazione a Spoleto dell’AccademiaInternazionale di Alta Cucina 23

Fondazione CRUPUn’allegoria di Placido Costanzi 19

NEWS

Fondazione Cassa dei Risparmi di Bolzano“Un gesto per portare lucedove fa più buio” 24

Fondazione Cassa di Risparmiodi RavennaNuova sede di Ingegneria edile 22

DAL SISTEMA ARTE E CULTURA

Fondazione CARIVITLa Piscina Probatica 20

Il maestro artigiano P. Penko al lavoro. (Ph. G Marzo)

2 novembre-dicembre 2008

OSSERVATORIO DEI MESTIERI D’ARTE

di collaborazione. Lo scorso mese diOttobre l’Osservatorio ha aderito aduna importante iniziativa promossain Francia dalla S.E.M.A. chiamataJournées des Métiers d’Art, frutto diun costante contatto e di una colla-borazione europea di lunga data. Si-curi che in ogni regione d’Italia visiano luoghi d’eccellenza, mestieristorici e iniziative in questo settore,insieme alla Presidenza ACRI e allaCommissione per la conservazionedei Beni Culturali abbiamo organiz-zato un Seminario che si è svolto ilprimo dicembre scorso, per discuteree confrontarsi su iniziative comuni

finalizzate alla salvaguardia del no-stro patrimonio storico artistico e deimestieri d’arte. L’incontro avvenutonella sede dell’Ente Cassa di Rispar-mio di Firenze, ha visto coinvoltevarie Fondazioni Bancarie che han-no portato la loro esperienza: dal di-stretto orafo di Valenza, all’alabastrodi Volterra, alla meccanica di preci-sione di Imola, al museo della cera-mica di Viterbo e all’interessanteCentro Kandiskij di Brescia, tuttihanno partecipato attivamente. Perl’occasione il comitato scientificoOmA ha pensato di proporre alleFondazioni delle Casse di Risparmioitaliane, una prima forma di collabo-razione, mediante l’inserimento nelnostro portale di una pagina dedicataalle attività relative ai mestieri d’ar-te, di ciascuna fondazione bancaria.Il nostro portale www.osservatorio-mestieridarte.it. Nato da poco più diun anno, a questo indirizzo web sipossono trovare tutti gli aggiorna-menti delle attività OmA e una sele-zione di eventi e avvenimenti che ri-guardano il mondo dei Mestierid’Arte. Per coloro che fossero inte-ressati a consultare testi inediti e rarisulle varie attività artigianali è a dis-posizione un database (alla voce Ri-cerca) che indirizza alla collocazionedei volumi nelle maggiori bibliote-che fiorentine. E ancora interviste adartigiani, eventi e manifestazioni chemeritano un primo piano e la nuovis-

sima la sezione “Video” consente divedere dal vivo eventi e approfondi-menti. Dopo un anno di lavoro e dicostante aggiornamento, oggi glistessi artigiani e le istituzioni sonointeressati a dare notizia di sé e adoffrire la loro disponibilità per darevalore al saper fare.

*Coordinamento Scientifico OMA

La rivista di Maria Pilar Lebole*

La nascita di un nuovo, preziosostrumento di comunicazione ha col-pito il cuore degli artigiani fiorentini.In concomitanza con la prima riunio-ne del comitato scientifico OmA,svoltasi nel gennaio del 2006 (pro-prio quando, in seno all’Ente Cassadi Risparmio di Firenze si decidevadi avviare un gruppo di lavoro dispecialisti che si dedicasse alla valo-rizzazione dei mestieri d’arte nellanostra città), è nata l’idea di creareun periodico che soddisfacesse leesigenze di quei maestri artigiani, lecui eredità e realtà hanno reso e ren-dono ogni giorno Firenze più presti-giosa. La rivista si è quindi confer-mata lo strumento indispensabiledell’OmA per meglio conoscere queimestieri ancora vivi, ma purtroppospesso considerati “in disuso”, allaluce delle molteplici tecnologie edella realtà consumistica delle nuovegenerazioni. Attraverso un’analisi

DAL SISTEMA

COMITATO EDITORIALE

Marco Cammelli,Antonio Miglio,

Giuseppe Ghisolfi, Linda Di Bartolomeo

DIRETTORE

Stefano Marchettini

DIRETTORE RESPONSABILE

Elisabetta Boccia

REDAZIONE

Associazione fra le Casse di Risparmio Italiane

Piazza Mattei, 10 - 00186 Roma

Tel. 06.68.18.43.87

[email protected]

[email protected]

AUTORIZZAZIONE

in a.p. art. 2 comma 20/c

legge 662/96 - Filiale di Roma

PROGETTO GRAFICO E STAMPA

Varigrafica Alto Lazio

Zona Ind.le Settevene - 01036 NEPI (VT)

Tel. 0761.527254 - Fax 0761.527783

CODICE ISSN 1720-2531

Gli articoli firmati riflettono

esclusivamente l’opinione dei

loro Autori e non necessariamente

quella della Rivista o dell’ACRI

Artigiana al lavoro.

3novembre-dicembre 2008

OSSERVATORIO DEI MESTIERI D’ARTEDAL SISTEMA

del settore, interviste e opinioni sulleesperienze di vita e di lavoro di pro-fessionisti nell’ambito del mondo ar-tigiano, sempre improntata al recu-pero della tradizione, alle tecniche,alla progettualità al design e all’in-novazione lo strumento editoriale hacome obiettivo primario quello di di-venire un punto di riferimento pertutte quelle istituzioni legate al mon-do dei mestieri d’arte, e un luogo incui si possano esprimere i vari orien-tamenti sul piano culturale.Giunti al 14esimo numero diuna collana comprendentetesti monografici che espo-ne la realtà di ogni settore,dal restauro, alla lavorazio-ne della paglia, al mosaico,all’arazzeria, la rivista siapre alla collaborazione dinomi della cultura e molte-plici istituzioni che di voltain volta si sentono parteci-pi e colgono, non solo l’op-portunità di farsi conosceree di parlare ad un vastopubblico, ma collaboranoattivamente a idee e pro-getti divenendo parte inte-grante della rete di cono-scenza indispensabile pervalorizzare l’artigianato ar-tistico.

*Coordinamento tecnicoe redazione OmA

Le borse lavorodi Marcella Antonini*

Le Borse Lavoro sonol’assoluta novità OmA chevedrà impegnati per un in-tero semestre tre giovaniaspiranti artigiani ospitatida maestri di antica tradi-zione fiorentina. La richie-sta nasce, oltre che dai giovani ap-prendisti, proprio dalle botteghe ar-tigianali, i cui responsabili hannomanifestato più volte serie difficoltàa proseguire l’attività per mancanzadi un adeguato ricambio generazio-nale, una delle maggiori emergenzedel mondo dell’artigianato lamenta-ta anche da gran parte degli ateliereuropei. Le Borse lavoro offriranno la possi-

bilità a giovani apprendisti di arric-chire il loro percorso formativo conuna esperienza lavorativa completaed efficace e permetteranno al con-tempo di aumentare la produttivitàdella bottega ospitante.Una buona occasione per promuove-re i mestieri della tradizione.Le prime tre borse lavoro, ancora invia sperimentale, sono state affidatead una bottega orafa, una sartoria ead un atelier di restauro e intaglio dimobili e cornici.

I tre artigiani selezionati hanno scel-to personalmente il candidato mi-gliore tra i giovani aspiranti appren-disti.Questo permetterà un più proficuopercorso formativo, che ci auguria-mo condurrà a uno stabile rapportolavorativo nel prossimo futuro.

*Responsabile Relazioni EsterneEnte Cassa di Risparmio di Firenze

e Comitato Scientifico OmA

Quando il mestiere d’arte entra infamigliadi Elisabetta Nardinocchi*

Artigiani in famiglia è un progetto in-novativo che si rivolge alle famigliecon bambini e ragazzi dagli 8 ai 13anni per proporre un itinerario di co-noscenza e sperimentazione di tecni-che artistiche tradizionali, ancora og-gi vive grazie al lavoro e alla sapien-za degli artigiani fiorentini. Il MuseoHorne, casa museo che restituisce

l’atmosfera di una dimorarinascimentale e conservacome uno scrigno capola-vori d’arte e d’artigianatoartistico, vuole così rinsal-dare, nel segno del passato,il legame della città di oggi.In occasione del ConvegnoOmA sulle fibre tessili chesi terrà il prossimo maggio,il corso di Artigiani in Fa-miglia 2009 è dedicato allatessitura mentre in conco-mitanza con la grande mo-stra Il cotto dell’Impruneta.Maestri del Rinascimento ele fornaci di oggi, promossadall’Ente Cassa di Rispar-mio di Firenze, l’edizionedel progetto programmataper la primavera 2009 è de-dicata al cotto e alle tecni-che di lavorazione delle ar-gille. L’iniziativa si avvaledelle competenze di studio-si, artigiani e animatori di-dattici per offrire un’espe-rienza che comprende la vi-sita al Museo con l’appro-fondimento storico artisticodella tecnica, visita alle for-naci e botteghe artigiane el’attività laboratoriale in cuisperimentare in prima per-

sona tecniche tradizionali di manipo-lazione di argille. La partecipazioneall’iniziativa è gratuita. Artigiani infamiglia è un progetto del MuseoHorne in collaborazione con l’Osser-vatorio dei Mestieri d’Arte e promos-so dall’Ente Cassa di Risparmio di Fi-renze, ideato da Cristina Bucci eChiara Lachi e dalla direzione delmuseo Horne.

*Direttrice Museo Horne

Alcune inziative OmA tra cui Artigiani in Famiglia, la didattica organizzatadal Museo Horne, per i ragazzi.

4 novembre-dicembre 2008

84ª Giornata Mondiale del Risparmio

Guzzetti: le banche, le fondazioni, la CDP

di Linda Di Bartolomeo*

ACRI

Più che mai alta è stata que-st’anno l’attenzione sulla Gior-nata Mondiale del Risparmio,

la cui 84ª edizione si è svolta il 31 ot-tobre scorso a Roma, sotto l’alto pa-tronato del Presidente della Repub-blica. Insieme al Presidente dell’A-cri, Giuseppe Guzzetti, sono interve-nuti: il Ministro dell’Economia edelle Finanze Giulio Tremonti, ilGovernatore della Banca d’ItaliaMario Draghi, il Presidente dell’AbiCorrado Faissola.Erano presenti alcune fra le più altecariche dello Stato, numerosi espo-nenti del mondo politico e istituzio-nale, dell’economia e della finanza,la stampa e diversi rappresentanti deiconsumatori e dei sindacati.Centrale nel dibattito il tema del ri-lancio dell’economia italiana in unquadro di pesante crisi internaziona-le e il ruolo delle banche. Ampia èstata la risonanza data dai media atutti gli interventi. Di seguito ripor-tiamo gli elementi essenziali emersidal discorso del presidente Guzzetti.

Le Banche italianeLa loro minor esposizione alla crisinon è casuale«La più limitata esposizione dellebanche italiane alla crisi - ha dettoGuzzetti - non è casuale né la fortu-nata conseguenza di una poco ag-giornata interpretazione dell’attivitàbancaria. È invece il risultato di unaconsapevole scelta strategica chequotidianamente concepisce la fun-zione dell’attività creditizia come unlegame trasparente e professionaletra un punto di partenza - la raccoltae la tutela del risparmio - e un puntodi arrivo: il finanziamento di attivitàproduttive… Alle banche - ha ag-giunto - può essere chiesto un ulte-riore impegno per la tutela del rispar-mio. Tutti sanno, peraltro, che la rile-vante progressione della raccoltabancaria osservata in questi anni nonè conseguenza di aggressive propo-ste in tema di tassi di remunerazione.

È invece il risultato di una solida fi-ducia che il risparmiatore accordaperché percepisce che le politiche diimpiego hanno come riferimento leiniziative economiche di imprese efamiglie. Da sempre, infatti, le inda-gini certificano che la sicurezza del-l’investimento è per il risparmiatoreitaliano il criterio di riferimento piùfrequente. E bene sta facendo in pro-posito il Governo italiano - e in par-ticolare il ministro Tremonti - a vara-re scelte che rassicurino i risparmia-tori tutelando ulteriormente i lorodepositi sui conti correnti delle ban-che italiane».

Le FondazioniIn tutte le banche di cui sono azio-niste faranno la loro parteRiguardo poi al ruolo che le Fonda-zioni di origine bancaria possonosvolgere nell’attuale contesto in cuiproblemi complessi e urgenti si af-follano tutti insieme, Guzzetti ha di-chiarato: «Le Fondazioni sono e vo-gliono continuare ad essere una ri-sorsa per il Paese.L’attuale contingenza bancaria e fi-nanziaria ha evidenziato di nuovo,con chiarezza, l’importante ruolodelle nostre Fondazioni: investitoriistituzionali capaci di garantire oriz-

5novembre-dicembre 2008

ACRI

zonti di stabilità e prospettive solideagli istituti partecipati.Nelle scorse settimane le Fondazio-ni, dove è stato necessario, hannoprontamente aderito a impegnativeoperazioni di rafforzamento patri-moniale, confermandosi un vero

punto di forza per le imprese di cuisono partecipi e per il Paese.Posso ribadire che tutte le Fondazio-ni, responsabilmente, si comporte-

ranno allo stesso modo. In tutte lebanche che ci vedono azionisti, noifaremo la nostra parte. Non consen-tiremo che sia distrutto il buon lavo-ro dei manager delle nostre banche edelle migliaia di uomini e di donneche in esse lavorano. Non consenti-

remo che le banche italiane siano ri-dotte a reti di raccolta di risparmio ei centri decisionali siano invece por-tati fuori dall’Italia, in altri paesi.

Non è indifferente per la nostra eco-nomia reale che le decisioni sianoprese a Roma o a Milano piuttostoche altrove in Europa o fuori dal-l’Europa».Ha quindi sottolineato: «È lodevolee va apprezzato lo sforzo del Gover-

no e del Ministro dell’Economia: lemisure pubbliche a tutela dei rispar-miatori sono importanti; però, finchésarà possibile, le Fondazioni daranno

In occasione della Giornata Mondiale del Risparmio, daotto anni Acri, l’Associazione delle Fondazioni e delleCasse di Risparmio Spa, presenta un’indagine1 sugli Ita-liani e il risparmio, realizzata in collaborazione con Ip-sos. Dalle risposte raccolte emerge che la percezione delfuturo dell’economia rimane improntata a un forte pes-simismo, ma non è particolarmente peggiore di quellodel 2007, già estremamente diffuso. È come se gli Italia-ni avessero già introiettato la percezione della crisi e lepreoccupazioni degli ultimi giorni non stiano aggiun-gendo nuovi elementi di negatività. La percentuale deisoddisfatti della propria situazione economica rimaneattestata al 51%; ma ciò non vuole dire che la crisi inter-nazionale non abbia determinato effetti negativi. Comelo scorso anno, il tenore di vita è ritenuto peggiorato ne-gli ultimi due/tre anni dal 65% del campione: nell’ulti-mo anno due terzi degli Italiani hanno sperimentato dis-agi o difficoltà, sostanzialmente in linea con i dati regi-strati nel 2007, ma è aumentato del 2% il numero di co-loro che sono passati da una situazione di difficoltà auno stato di difficoltà grave (sono il 21%; i pensionati indifficoltà grave sono circa uno su quattro). È da sottoli-neare che gli Italiani in maggiore difficoltà dichiaranouna riduzione sensibile di tutti i propri consumi, ed an-che coloro che sperimentano difficoltà più lievi, o non lesperimentano affatto, si ritengono più accorti negli ac-quisti rispetto al passato.Pensando al futuro, rispetto alla propria situazione per-sonale gli ottimisti prevalgono sui pessimisti (28% di ot-timisti contro 21%), mentre c’è pessimismo circa la si-tuazione economica dell’Italia (49% contro 24% di otti-misti, ma nel 2007 la situazione era peggiore e il saldonegativo ammontava a 35 punti percentuali), dell’Euro-pa (33% di pessimisti e 28% di ottimisti: 5 punti percen-tuali di saldo negativo contro i 7 punti percentuali di sal-do positivo del 2007 e i 19 punti di saldo positivo del2006), del mondo (37% di pessimisti e 27% di ottimisti:10 punti percentuali di saldo negativo contro i 5 puntidel 2007). Come dato generale: gli ottimisti sono anco-ra il 34%, mentre il numero dei pessimisti è aumentatodal 46% al 48%. Peraltro, la percezione dei problemi che sul fronte diquesta crisi finanziaria stanno avendo gli altri paesi, daun lato, ha portato a un miglioramento dell’opinione ri-guardo alle regole e ai controlli presenti in Italia, anchese la maggioranza degli Italiani rimane critica (il 56%contro il 69% del 2007), dall’altro ha ridato spazio alla

fiducia nell’Europa: crescono i fiduciosi, che tornano adessere i 2/3 della popolazione (67%, erano il 60% nel2007 e il 67% nel 2006), anche se i delusi (29%) supe-rano gli entusiasti (11%). Inoltre la globalizzazione del-la crisi porta molti Italiani (il 59%) ad avere fiducia inun suo efficace superamento, perché c’è l’attesa che igoverni si impegnino nella ricerca di regole e di com-portamenti virtuosi che determineranno un sistema eco-nomico mondiale migliore nel quale l’Italia sarà diretta-mente coinvolta. Ciò non avverrà, però, in tempi brevi:in media gli Italiani si attendono almeno 3 anni di crisi(per il 54% 3 anni o più), mentre sono pochi quelli cheprevedono una veloce uscita (13% entro 1 anno, 26%entro 2 anni). C’è la percezione che per rilanciare lo svi-luppo del Paese bisognerà puntare molto sulla formazio-ne e la ricerca scientifica: per il 76% degli Italiani sonofondamentali; seguite a brevissima distanza (73%) dalsenso civico e dal rispetto delle regole, cui si deve ac-compagnare un sistema giuridico efficace, con leggichiare (70%). A questi fattori ritenuti prioritari se ne ag-giungono altri, quali: lavoratori affidabili (per il 64%del campione), un sistema bancario efficiente (56%),imprenditori capaci e coraggiosi (55%), una classe poli-tica con una visione strategica (49%). Non è in contrad-dizione con questa graduatoria il fatto che, nel confron-to con gli altri cittadini europei, gli Italiani si sentano in-dietro nel senso civico e nel rispetto delle regole (68%),nella crescita economica (66%), nella classe dirigentepolitica e imprenditoriale (52%). In questo contesto ilcittadino italiano sembra confermare la sua tradizionaleprudenza: rimane molto alta la propensione al risparmio(87% di propensi) e si mantiene elevata la preferenzaper la liquidità (60%), con la speranza di poter investiremagari nel mattone (56%) o quantomeno negli strumen-ti considerati più sicuri (24%). Riguardo poi agli impie-ghi del proprio risparmio, se metà degli Italiani (49%,erano il 50% nel 2007) dichiara che terrebbe conto solodegli aspetti economici (rischio, rendimento), un’altrametà (49%, erano il 44%) afferma di essere interessataa sapere in quale ambito verrà investito. Costoro deside-rano soprattutto che con i propri soldi non si finanzinoattività illecite (26%), che si contribuisca allo sviluppodell’Italia (25%) e della zona dove essi risiedono (21%).1 L’indagine è stata realizzata, nella prima settimana di ottobre, tramite inter-

viste telefoniche con tecnologia Cati - Computer Aided Telephone Inter-views ed è stata arricchita di alcuni dei risultati delle indagini congiuntura-li prodotte dall’Isae e da altre indagini condotte da Ipsos nel 2008.

Indagini Acri-Ipsos - Gli italiani e il risparmio

6 novembre-dicembre 2008

ALTRE FONDAZIONIDAL SISTEMA

Le fondazioni, in quanto istitutiproduttori di cultura, che ruo-lo possono svolgere e quanto

possono incidere nel tessuto sociale?Quali le possibilità di acquisire mag-gior peso e rilevanza (nonché atten-zione da parte di stanziamenti finan-ziari pubblici e privati) attraverso ladelineazione di progetti comuni?Queste sono solo alcune delle que-stioni affrontate nel convegno “Fon-dazioni e culture politiche in Italiaoggi”, pensato dalla Fondazione No-va Spes - insieme all’Istituto Sturzo ealla Fondazione Spirito - per appro-fondire i temi trattati nell’ultimo nu-mero della rivista ParadoXa, Destrae sinistra allo specchio, edita da No-va Spes stessa. I partiti politici hannoormai perso il ruolo di promotori eproduttori di cultura, aprendo in uncerto senso la possibilità di colmaretale lacuna proprio a quelle fondazio-ni e a quegli istituti che, come Nova

Fondazione Nova Spes

Perché c’è bisogno delle Fondazioni Culturali?

di Laura Paoletti*

Laura Paoletti, Segretario Generale della Fondazione Nova Spes.

ACRI

il loro contributo, affinché le risorsepubbliche, già scarse, non venganosottratte ad altri interventi, altrettantourgenti per l’economia reale, il socia-le, le infrastrutture materiali e imma-teriali; ci deve essere un forte impe-gno privato e le Fondazioni sarannoparte attiva di questo impegno».

La Cassa Depositi e PrestitiÈ lo strumento principe per realiz-zare un piano di infrastrutture e ser-vizi indispensabili per il rilancio del-l’economia realeIn merito al ruolo della Cassa Depo-siti e Prestiti, nel cui capitale hannoinvestito, come azionisti di minoran-za, 66 Fondazioni di origine banca-ria, Guzzetti ha detto: «Questa sceltaderiva da una profonda fiducia nellepotenzialità di questo strumento,

nonostante nel passato queste poten-zialità siano state largamente ine-spresse e i mezzi di cui CDP disponesiano rimasti per buona parte inutiliz-zati. Siamo convinti del ruolo attivoe di stimolo che possiamo avere per-ché le iniziative di CDP contribuisca-no a sostenere i singoli territori e ilPaese con infrastrutture e servizi in-dispensabili per il rilancio dell’eco-nomia reale. La CDP è lo strumentoprincipe per realizzare un piano na-zionale di edilizia sociale, per i fondidi private equity, per il venture capi-tal nella ricerca, per le infrastrutture.Dopo la riforma del 2003 bisogna so-lo rendere possibile l’utilizzo delleingenti risorse di cui essa dispone.Noi pensiamo a strumenti che man-tengano la strategia, le regole, l’indi-rizzo, il coordinamento a livello na-

zionale, da parte del Governo, masiano valorizzate la collaborazionecon le Regioni e le competenze delleautonomie locali, anche per mezzodelle Fondazioni che sono un impor-tante anello di collegamento con esui territori. Interessanti rapporti laCDP potrà, inoltre, realizzare anchecon organismi europei quali la BEI ela FEI.Se la CDP si muoverà in questa dire-zione il dialogo in corso con il Mini-stro dell’Economia, on. prof. GiulioTremonti, che della CDP è l’azioni-sta di maggioranza, si concluderà po-sitivamente già nelle prossime setti-mane con importanti novità per l’at-tività della CDP». ■

* Responsabile Comunicazionee Ufficio Stampa Acri

7novembre-dicembre 2008

Spes, ma non solo, per naturale predi-sposizione hanno nella propria ragio-ne d’essere l’attitudine a elaborare,condividere e trasmettere cultura, an-che a fini, in senso ampio, politici.Proprio per questo, quindi, apparenecessario ridefinire il ruolo di questiistituti, e comprendere quali siano imodi e le effettive possibilità di inci-dere attivamente nella società, stabi-lendo allo stesso tempo le sinergie daattivare e gli obiettivi comuni da per-seguire per instaurare un dialogo pro-ficuo con le Istituzioni e le altre Fon-dazioni, prime fra tutte quelle di ori-gine bancaria.Gli “addetti ai lavori”, che hannopartecipato al convegno (oltre agliorganizzatori, la Fondazione Basso,la Fondazione Istituto Gramsci e laFondazione Einaudi) hanno dato vitaad un dibattito interessante che hamostrato la possibilità concreta dicondividere nuove strategie operati-ve. Palpabile è stata proprio la vo-lontà comune di individuare un ca-nale di collegamento e trovare unospazio aperto e produttivo per la dis-cussione, che senza sottacersi le ri-spettive differenze - di origine, per-corso, terreno di applicazione - valo-rizzi, piuttosto, gli obbiettivi condi-visibili. Infatti: come rilanciare ilruolo delle Fondazioni nel nostroPaese, se non potenziando la colla-borazione fra le associazioni? Que-sta, è stata una delle tesi-cardine

emerse dal dibattito, e condivisa datutti gli interlocutori.Nel nostro Paese bisogna rafforzareil capitale civile, che vede nella ma-trice culturale - ampiamente trascu-rata, ma costitutiva dell’ethos pub-blico - il punto nodale su cui far levaper incentivare il progresso global-mente inteso (Stefano Zamagni). LeFondazioni culturali, attraverso unapproccio pragmatico, devono assu-mersi il compito di colmare tale la-cuna, perché altri luoghi storicamen-te deputati a far ciò, oggi sembranoinadeguati. Molte Fondazioni hannocostruito un tessuto di recupero delleculture politiche di questo Paese -anche attraverso la tutela e la salva-guardia degli archivi ai fini dellaconservazione della testimonianzastorica (Giuseppe Parlato) - e, quin-di, possono porsi come interlocutriciautorevoli per proporre ed elaborarespunti per i nuovi partiti politici, al-l’insegna di quella tutela dei valoridi cui si sente il bisogno. Ma per far“crescere” le fondazioni politiche egli istituti culturali è necessario an-che procedere con metodologia eu-ropea, cioè con cooperazioni raffor-zate, per omogeneità oggettiva dirapporto con la storia del Paese (Giu-seppe Vacca); ciò aiuterebbe a realiz-zare progetti specifici, ma condivisi,che abbiano maggiore ricaduta sianella produzione culturale, sia nellacapacità di acquisire una più ampia

audience in ambito sociale. L’Italia èormai lontana da quegli anni in cuil’ethos pubblico era, per dir così, ilrisultato dell’incrocio, della compe-tizione delle tre grandi agenzie cul-turali: impresa, politica e chiesa(Giacomo Marramao). Da segnalareil fatto che sulla tesi di una profonda“deculturalizzazione della politica”si sia individuata una convergenzatutt’altro che estrinseca con chi in-terpretava il punto di vista delle Fon-dazioni bancarie (Marco Cammelli).L’analisi opportunamente realisticadi difficoltà per molti versi simmetri-che rispetto a quelle delle Fondazio-ni culturali non si è tradotta in unadichiarazione di resa al pessimismo;al contrario è emersa con chiarezzanon solo l’esigenza condivisa, maanche la convinzione della praticabi-lità di un dialogo non più tra sordi,che ponga le basi per impostare inmodo diverso il rapporto tra cultura,territorio e sistemi locali. Per concludere, al di là della diversi-tà delle proposte avanzate, il conve-gno - toccando temi complessi emolto ambiziosi - ha esplicitato conforza e con voce unanime l’obiettivoche accomuna tutte le fondazioni:elaborare forme culturali condivise,capaci di innestarsi sul terreno socia-le costituito dalle nuove sfide chescaturiscono dalla rivoluzione tecni-co-scientifica e dalla globalizzazio-ne. Nel tentativo di colmare quellepericolose lacune lasciate caderenell’oblio da una società incline adenfatizzare modelli di progresso po-litici ed economici, che rischiano ladimenticanza del valore del “farecultura”. Tra la ricerca scientifica ve-ra e propria, che procede secondo leproprie finalità e logiche interne, etra una politica sempre più asfitticaperché ridotta a tecnica del consensoe gestione dell’immediato, non soloesiste lo spazio per laboratori di ideequali istituti e fondazioni; di più: leloro credenziali appaiono attualmen-te quanto mai idonee ad offrire uncontributo determinante al bisognodi cultura che lo spazio pubblico av-verte in modo pressante. ■

*Segretario generaledella Fondazione Nova Spes

ALTRE FONDAZIONIDAL SISTEMA

I relatori della Tavola rotonda.

8 novembre-dicembre 20088

Lo scorso 11 ottobre è statoinaugurato il nuovo polo perl’infanzia “Lama sud” intera-

mente finanziato dalle FondazioniCassa di Risparmio di Ravenna e delMonte di Bologna e Ravenna.A sud del canale Lama, su una super-ficie di ventiduemila metri quadri,sorge il polo per l’infanzia LamaSud. La struttura, cui si accede da viaVitruvio, nuova strada di collega-mento fra via Le Corbusier e la ro-tonda di via Marconi, ospita un nidod’infanzia in grado di accogliere 60bambini (quattro sezioni) e una scuo-la dell’infanzia per 168 bambini (seisezioni). L’opera è costata 6 milioni e350mila euro ed è stata finanziata conil contributo fondamentale e paritariodella Fondazione Cassa di Risparmiodi Ravenna e della Fondazione delMonte di Bologna e Ravenna su pro-getto dello studio Giancarlo De Car-lo e Associati, vincitore di un concor-so a valenza europea bandito nel2003 con l’obiettivo di dare alla cittàuna struttura di alta qualità architetto-nica e didattica. I lavori sono statieseguiti dalla cooperativa Iter di Lu-go su commissione del Consorzioprovinciale delle cooperative di pro-duzione e lavoro, vincitore della garad’appalto, e sono stati realizzati neitempi previsti. Con questo rilevante

intervento viene, ancora una volta,evidenziata l’importanza che le Fon-dazioni di origine bancaria hanno nelpromuovere e sostenere concreta-mente lo sviluppo sociale, economi-co e culturale del territorio cui fannoriferimento. Anche il Sindaco Mat-teucci ha affermato di essere moltoorgoglioso di questo nuovo spazioper l’infanzia, sottolineando il grandevalore della scelta delle due Fonda-zioni di contribuire in maniera decisi-va ad un progetto così lungimirante.È un segno importante di una colla-borazione positiva tra il Comune, lacittà e le due Fondazioni bancarie.Per i nostri bambini si è voluto unluogo moderno, al passo con le mi-gliori esperienze europee, un luogo

all’avanguardia per quanto riguardale forme, i colori, i materiali, l’illu-minazione, la suddivisione degli spa-zi, il ruolo del verde e la concezionedel risparmio energetico. La comunità amica dei bambini edelle bambine ha concretizzato nellavoro dei progettisti e delle pedago-giste un risultato che rimarrà nel tem-po, confermando l’Emilia Romagnae Ravenna in prima linea per quantoriguarda l’educazione e i servizi perl’infanzia. Innovazione, creatività,incontro tra discipline: questa la ri-cetta che ha portato fino alla realizza-zione dell’intero complesso Polo La-ma Sud, struttura paradigma per lapubblica amministrazione.

L’EDIFICIO“Il carattere dell’edificio, la sempli-cità dei materiali impiegati, l’armo-niosità del sistema di copertura con-sentono di immaginare un coerenteed efficace inserimento nel contesto.Gli interni descrivono spazi adeguatiallo svolgimento delle attività conl’attenzione e la flessibilità d’uso ne-cessarie alla cura dell’infanzia”.La principale novità che chi si con-fronta con il nuovo edificio percepi-sce è la copertura, che non ha prece-denti. È come una grande tenda chesi eleva con andamento sinuoso dalsuolo con poca altezza seguendo levariazioni dello spazio che copreper adattarsi alla diversità dell’uso

ISTRUZIONEDAL SISTEMA

Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna

Polo Lama Sud: “Spazi per crescere” di qualità

di Erika Fabbri*

Il taglio del nastro durante l’inaugurazione del Polo.

9novembre-dicembre 2008 9

che ne viene fatto.Il nido è stato organizzato in mododa formare un ambiente il più possi-bile favorevole al soggiorno e all’ap-prendimento. La grande sala centralecostituisce il centro dell’edificio ver-so il quale si affacciano le sezioni, gliatelier, piccoli giardini conclusi, pun-to focale dell’organismo, che dannoluce ai locali che vi siaffacciano, consentonola visione simultaneadelle attività che sisvolgono nel nido, di-ventano luoghi di giocoall’aperto protetti dairigori del clima. L’in-gresso della scuola del-l’infanzia è di fronte aquello del nido. Nessu-na sezione ha confor-mazione fissa, ma c’èla possibilità di variaregli spazi destinati agliatelier e alle sale comu-ni. Il polo è poi caratte-rizzato da grandi vetra-te quasi continue affac-ciate su un ettaro diverde. È inoltre dotatodi una cucina, servizi,un centro di documen-tazione e uno spaziogiochi al servizio deibambini accompagnatinelle loro attività daigenitori. I tetti sono fo-tovoltaici. Il tutto è sta-to pensato - in strettacollaborazione con ungruppo di lavoro delComune, formato datecnici e da pedagogi-ste - assumendo il bambino come ri-ferimento, cioè considerando lo spa-zio architettonico come componenteessenziale per la formazione e le atti-vità didattiche, e quindi prevedendo,tra l’altro, l’utilizzo di materiali e dilinguaggi presenti nel contesto ra-vennate e uno spazio esterno com-plementare con quello interno.

GLI ARREDINel lungo corridoio della scuola del-l’infanzia, ad esempio, si susseguo-no specchi deformanti di varie di-mensioni e curvature, in modo da

trasformare anche questo spazio inuna occasione di gioco e di esperien-za. Nella cosiddetta “piazza del Ni-do” l’altezza della copertura è inter-rotta da elementi mobili composti daleggeri diaframmi di tela coloratache limitano porzioni più commisu-rate alla percezione dei bambini. So-no appesi al soffitto e possono esse-

re manovrati attraverso cavi e carru-cole che consentono di alzarli e ab-bassarli o, se necessario, di rimuo-verli per liberare la grande stanza.Per il resto le scelte sono state im-prontate a criteri di qualità e robu-stezza dei materiali, semplicità equalità del disegno, flessibilità. Si èscelto di mantenere la coerenza dimateriali già utilizzati per la costru-zione dell’edificio tra cui, in primoluogo, il legno.

I GIARDINI E I GIOCHIGrande attenzione è stata dedicata al

verde. La struttura è infatti circonda-ta da ampi giardini in cui trovano spa-zio diverse aree giochi per i bambini.Nel giardino dei più piccoli (“La sco-perta della natura”) c’è un’isola di pa-vimentazioni in gomma colorata sucui installare giochi, tra cui anche“La vasca di sabbia” e “Il cerchio ma-gico”, realizzato con sezioni di tron-

chi di diverse misure dis-posti a semicerchio e co-lorati di blu tuareg. Larealizzazione dei giochiprevede anche l’impiegodelle piante stesse: è ilcaso del “Capanno” edella “Galleria di salice”.In altri casi si tratta dipiccole strutture di legnocome la “Casa sull’albe-ro”, ovvero una piccolapiattaforma rialzata co-struita intorno ad un al-bero, raggiungibile conuna scala a pioli e coper-ta di rampicanti.Pensati per i bambinipiù grandi della scuoladell’infanzia sono “Ilcantiere”, dove i piccolipossono realizzare murie piccole costruzionicon mattoni, assi di le-gno e teli e, quasi adia-cente, “La piantonaia, lacompostiera e gli orti”,semplici manufatti co-struiti con assi di pinosvedese dove si possonocoltivare ortaggi e fiori.C’è anche “Il laghetto insicurezza”, ai cui bordisaranno piantate ninfee

e papiri. A circa dieci centimetri dal-la superficie sono stati messi in ope-ra dei piatti di acciaio inox su cui siappoggia una rete elettrosaldata del-lo stesso materiale, che manterrà lostagno sempre sicuro per i giochi deibambini. Tutti i giochi e le diverseparti del giardino sono legati tra loroda una serie di pavimentazioni costi-tuite da lastre di pietra di Lusernaposate su malta di cemento a costi-tuire dei “Passi persi”. ■

*Ufficio Stampa della FondazioneCassa di Risparmio di Ravenna

ISTRUZIONEDAL SISTEMA

La costruzione del Polo Scolastico Lama Sud a Ravenna rappresen-ta per la città un obiettivo davvero centrato rispetto al quale si sonomisurate le due Fondazioni - Cassa di Risparmio di Ravenna e Fon-dazione del Monte - per la prima volta unite a promuovere in pienaautonomia un progetto proprio. Un importante elemento di innova-zione, questo, rappresentato appunto dal ruolo delle Fondazioni che,nel caso del Polo Lama Sud, sono uscite dalla consueta funzione diEnti erogatori per assumere la veste di ideatori e promotori in primapersona del progetto, iniziato e seguito in tutte le sue fasi fino allaconsegna finale al Comune di Ravenna. Il tutto in piena collabora-zione - altro aspetto da non sottovalutare, perché originale ed insoli-to nella pur breve storia delle Fondazioni italiane - attraverso unapartecipazione che, nel caso specifico, ha coniugato la volontà e lacapacità di entrambe le Fondazioni di rispondere di comune accordoad un bisogno reale espresso dalla comunità. Il biennio che ha vistoimpegnati gli addetti ai lavori, dalla progettazione alla realizzazionedel Polo, si è tradotto in un risultato ammirevole, anche sotto il pro-filo estetico. Ciò che si è voluto perseguire infatti è stata la creazio-ne non solo di una struttura socialmente utile e sostenibile, ma anchedi un luogo esteticamente valido e riconoscibile. Si è trattato dunquedi un intervento di riqualificazione urbana allineandolo alle esperien-ze europee - soprattutto al modello anglosassone - dove le periferiesono vissute non come appendici, ma come spazi la cui somma co-stituisce la città contemporanea. Il che presuppone il passaggio dalconcetto di centro della città a quello di città dei centri, con di inter-venti soprattutto sulle nuove identità urbane da affiancare al centrostorico. La Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e la Fonda-zione del Monte in accordo con il Comune di Ravenna hanno sceltodunque, nel caso del Polo Lama Sud, di investire sulla periferia, at-traverso un’opera socialmente necessaria ma anche attraverso un“oggetto estetico-architettonico” in grado di migliorare il paesaggiourbano e, pertanto, la qualità della vita che vi si svolge.

Lanfranco Gualtieri Marco CammelliPresidente della Fondazione Presidente della Fondazione

Cassa di Risparmio di Ravenna del Monte di Bologna e Ravenna

10 novembre-dicembre 200810

Venerdì 14 Novembre la Fon-dazione Cassa di Risparmioin Bologna ha ospitato pres-

so la sede di Casa Saraceni un incon-tro sulle attività, i programmi e iprossimi obiettivi della FondazioneNord-Sud per la Solidarietà Interna-zionale, ricevendo, nella persona delpresidente Fabio Roversi-Monaco,l’attestato di “Membro Patrocinante”per la importante partecipazione dasempre offerta. La FondazioneNord-Sud, nata nel 1997 e presiedu-

ta dal sen. Giovanni Bersani già so-cio, consigliere e vicepresidente del-la Fondazione Carisbo, persegue fi-nalità umanitarie a favore delle po-polazioni dei Paesi in Via di Svilup-po godendo di un fondo patrimonia-le, inizialmente pari a 510 milioni dilire, che ha raggiunto € 1.750.000 al31 ottobre 2008, con prospettiva dipervenire a circa € 2.000.000 entroil 31 dicembre 2010. Il patrimonio,alimentato da concorsi finanziariprovenienti da privati, società indu-striali e commerciali, associazioni,consorzi, cooperative banche, fonda-zioni, istituzioni, enti pubblici e so-cietà private, ha consentito di realiz-zare vari progetti in 7 Paesi africani

(Tanzania, Kenya, Etiopia,Sudan, Marocco, Eritrea eCongo), 4 Paesi in AmericaLatina (Guatemala, Argen-tina, Ecuador e Brasile), 4Paesi nei Balcani (Albania,Bosnia Herzegovina, Ser-bia, Moldova) e 4 Paesi inMedio Oriente (Libano, Ar-menia, Israele, Palestina).La Fondazione Nord-Sud,cui la Fondazione Cassa diRisparmio in Bologna hadestinato € 500.000 nelcorso del 2008, sostienecon contributi finanziari iprogetti di associazioni ri-conosciute, con particolareattenzione a quelli promossi dal CE-FA, cura interventi di emergenza incaso di calamità o situazioni conflit-tuali, promuove organismi del Suddel pianeta con specifiche finalità so-ciali, finanzia strutture e servizi neiPaesi in Via di Sviluppo, realizzastudi e convegni sui temi della soli-darietà e della cooperazione interna-zionale gestendo services specifici(credito cooperativo, aiuto alle don-ne che hanno subito violenza, moni-

toraggio quotidiano delle situazioniconflittuali più gravi) e cura azioni disolidarietà e informazione in Emilia-Romagna circa i problemi dell’im-migrazione.Realizza le proprie finalità nel tem-po, operando attraverso generazioni,con un costo di gestione di poco su-periore all’1% grazie a interventiprofessionali, servizi, contabilità eamministrazione coperti da presta-zioni volontarie di enti e persone.

SOCIALEDAL SISTEMA

La Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna riceve l’attesta-to di “Membro Patrocinante” nella persona del presidente Fa-brio Roversi-Monaco.

Guatemala. Donne che tessono.

La Tanzania ospita un progetto sostenuto dalla Fondazione Nord-Sud.

Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna

Per la solidarietà internazionale

a cura dell’Ufficio Stampa della Fondazione Carisbo

INTERVISTA AL SENATORE GIOVANNI BERSANIPresidente della Fondazione Nord-Sud per la Solidarietà Internazionale, già socio,

consigliere e vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna

11novembre-dicembre 2008 11

Come si rapportano le Fondazioni bancarie ai Paesi inVia di Sviluppo?Molte Fondazioni hanno in bilancio cifre importanti inquesto settore, alcune hanno creato uffici ad hoc al lorointerno, altre finanziano programmi o progetti comuni.Una forma particolare di attenzione è l’adesione all’Eu-ropean Foundation Centre, cui si affiancano altre formedi collaborazione tra fon-dazioni.

Il caso di Bologna?Bologna ha per così dire“sbloccato” la situazionesul piano nazionale in ter-mini di solidarietà interna-zionale: nel corso dellamia vicepresidenza laFondazione Cassa di Ri-sparmio in Bologna ha in-serito nello Statuto la pos-sibilità di operare in cam-po internazionale, facendoda capofila all’adegua-mento di tutte le fondazio-ni italiane.Un passo avanti per il qua-le si è reso necessario unconfronto con il Ministerola cui direttiva circoscri-veva l’interesse delle fon-dazioni ai problemi delterritorio; personalmenteho sempre creduto che lefondazioni non fosseroisole e non potessero dis-interessarsi del resto delmondo.Qualifica Bologna anche la legge del 1971 di riforma ditutta la cooperazione internazionale, che ha riconosciutoe disciplinato le associazioni rivolte al terzo mondo, na-ta appunto nella città.Nel 2008 la Fondazione Carisbo ha contribuito con €500.000 e potrà essere presente con un proprio membronel nostro consiglio di amministrazione.

In quale prospettiva erogare per il Sud del mondo?Promuovendo l’autonomia di ogni Paese nel proprio svi-luppo economico e sociale.L’aiuto, dato per se stesso, rischia di ribadire la dipen-denza.Lo sviluppo autonomo libera invece dal condizionamen-to. Questa è la filosofia della Fondazione Nord-Sud.

Quale coordinamento fra enti e istituzioni?L’aiuto internazionale è di proporzioni enorme, un’asso-ciazione di semplice volontariato non può affrontarne dase stessa la complessità. La Comunità Europea non puòinoltre operare gestendo tutto in autonomia: quando sitratta di coinvolgere la gente nel proprio sviluppo, solole organizzazioni non governative riescono a svolgere

un’azione efficace. L’aiu-to pubblico, pur necessa-rio e fondamentale, ha unindice di precarietà ed è li-mitato nel tempo: negli ul-timi anni questo è dimi-nuito del 70% e, ovvia-mente, cambia da finan-ziaria a finanziaria. I pro-grammi richiedono una lo-ro continuità e coerenza,le Fondazioni in questosenso possono fare molto.

Come opera la Fondazio-ne Nord-Sud?Finanzia progetti con ilrendimento del denaro chepossiede, non spende ilpatrimonio che è intangi-bile. Ha un fondo di riser-va speciale per reintegrarele perdite dovute a fattimonetari e quanto più ilfondo patrimoniale cresce,tanto più crescono le dis-ponibilità per i programmidi sviluppo. La nostra atti-vità non si limita tuttavia aquesto: promuoviamo una

serie di iniziative di sviluppo attraverso una rete moltoampia di contatti che ci portano a dialogare con i leaderdi tutto il mondo. Abbiamo rapporti con le grandi agen-zie mondiali e abbiamo ad esempio contribuito allo scio-glimento di alcuni conflitti inter africani.

Il prossimo traguardo?Il raggiungimento di 5 milioni di euro entro 4-5 anni:potrebbe assicurare il finanziamento ogni anno di un nu-mero significativo di progetti importanti e, al contempo,contare su un aumento programmato del fondo patrimo-niale. Punteremo molto anche sulla promozione del cre-dito cooperativo, sull’aiuto alle donne che hanno subitoviolenza, e sul monitoraggio quotidiano delle situazioniconflittuali più gravi. ■

SOCIALEDAL SISTEMA

Agricoltori in Tanzania.

12 novembre-dicembre 200812

ARTE E CULTURADAL SISTEMA

Il Progetto Lirico Fondazioni al-l’Opera costituisce un amplia-mento ed arricchimento di una

iniziativa culturale intrapresa dallaFondazione Tercas che, a partire dal1998, inizia la produzione di OpereLiriche con il coinvolgimento di En-ti Locali, di istituzioni musicali, arti-sti e tecnici abruzzesi.A partire dall’allestimento dellaStagione Lirica 2005, infatti, leFondazioni di Chieti, Fermo e Pe-scarabruzzo decidono di entrare an-ch’esse nella produzione di questoincomparabile spettacolo di geniali-tà italiana avviando un circuito cheha portato l’Opera, ai migliori livel-li, in cinque centri importanti del-

l’Abruzzo e delle Marche.Sotto la direzione artistica di Fran-cesco Sanvitale vengono quindi al-lestite e rappresentate, con grandesuccesso di pubblico e di critica, neiTeatri di Teramo, Pescara, Fermo edOrtona quattro Opere tra le più po-polari ed apprezzate dagli appassio-nati di musica lirica: Rigoletto nel2005, Trovatore nel 2006, La Tra-viata nel 2007.Per la quarta edizione si è deciso diallestire quell’affascinante drammagiocoso che è la “La Cenerentola”di Rossini affidandone la regia aduna grande personalità dello spetta-colo italiano di livello internazio-nale, Massimo Ranieri, al quale la

Direzione Artistica ha chiesto dievidenziare lo spirito napoletanodella favola che non fu originaria-mente di Perrault, dei fratelliGrimm o di Walt Disney, ma delloscrittore ed uomo politico napoleta-no Gianbattista Basile, che nel suoLo cunto de li cunti scrisse in dia-letto e pubblicò molte fiabe d’origi-ne popolare come Il gatto con glistivali, L’amore delle tre melarancee Cenerentola appunto, “saccheg-giata” nei secoli per ogni tipo d’usoartistico: da quello letterario, all’o-pera, al vaudeville, al balletto, aicartoni animati. L’opera buffa è stata rappresentatacon grande successo di pubblico e di

critica a Teramo il 16novembre, ad Atri il16 ottobre, a Pescarail 3 dicembre, a Fer-mo il 6 e 7 dicembre,a Chieti l’11 dicem-bre ed a Ortona il 14dicembre.La realizzazione deicostumi è stata affi-data a Giovanni Ciac-ci, le scene a MarcoCalzavara, la coreo-grafia a Giorgio DeBortoli.Per il direttore e gliinterpreti è stata se-guita la fortunata for-mula, ben sperimen-tata negli anni prece-denti, della ricerca diun perfetto equilibriotra personalità di ri-lievo nazionale ed in-ternazionale e forzelocali.Il cast, infatti, è statoformato da giovaniartisti di grande talen-to e già in carrieracon alcuni importantidebutti. Così come il

Fondazione TERCAS

Il progetto lirico “Fondazioni all’opera”

La Cenerentola di Rossini per l’edizione 2008a cura dell’Ufficio Stampa della Fondazione

Da sinistra Annamaria Merlini segretario generale Fondazione Tercas, Mario Nuzzo Presidente Fondazione Tercas, Massi-mo Ranieri e Francesco Sanvitale, direttore artistico.

13novembre-dicembre 2008

giovane direttore d’orchestra tera-mano Massimiliano Caporale, che siè alternato in alcune recite a dicem-bre con il direttore Marco Moresco;entrambi hanno retto orchestra e pal-coscenico con puntuale perizia e ri-uscite intuizioni coloristiche edespressive.Particolare cura è stata riservata al-l’individuazione degli interpreti, chesono stati scelti - in massima parte -tra i più promettenti artisti formatidalle istituzioni musicali regionali, etra alcuni giovani ma ampiamenteaffermati artisti italiani.Nella formazione dell’orchestra èstato altresì confermato il consuetocriterio di reclutamento, per la quasitotalità dei componenti, tra profes-sionisti abruzzesi, e teramani in par-ticolare, accanto a qualificati stru-mentisti di livello nazionale.Il coro - è stato diretto con la solitabravura dal teramano Paolo Speca -come nei passati allestimenti è costi-tuito con migliori diplomati e diplo-mandi dei Conservatori abruzzesi e

marchigiani, selezionati con apposi-ta audizione: requisito, questo della

qualità, che ha determinato l’eccel-lenza delle prove finora date da que-sta compagine.Ad essi si sono aggiunti, per tutte lecomponenti di back stage, le consue-te maestranze e professionalità loca-li già abbondantemente collaudate inpassato con profi cua sinergia.Il settore tecnico in particolare, im-pegnato in allestimenti via via piùcomplessi, ha dimostrato negli annidi essere sempre più valido ed auto-nomo.Fondazioni all’Opera costituisce unesempio tipico di interazione siner-gica che caratterizza l’agire delleFondazioni che danno così attuazio-ne a quei principi che informano illoro peculiare modo di operare teso asviluppare i processi di cooperazione- soprattutto con gli Enti Locali - e acreare reti che vedono coinvolte ri-sorse del territorio tutelando l’identi-tà culturale quale presupposto fonda-mentale per lo sviluppo civile edeconomico di ogni comunità. ■

Una scena dell’opera “La Cenerentola”.

Gli attori dell’opera “La Cenerentola” di Gioacchino Rossini. Al centro il regista Massimo Ranieri.

ARTE E CULTURADAL SISTEMA

14 novembre-dicembre 2008

ARTE E CULTURADAL SISTEMA

Dopo i grandi eventi dedicatiai maggiori protagonisti del-la storia dell’arte in ambito

forlivese tra Rinascimento, Baroccoe Risorgimento (ovvero a Marco Pal-mezzano e Guido Cagnacci e Silve-stro Lega) ed in attesa della grandemostra su Canova, ovvero su “l’idea-le classico tra scultura e pittura”, cheinaugurerà il 25 gennaio 2009, laFondazione ha allestito nel comples-so museale di San Domenico unaprima duplice ricognizione nell’artedel primo Novecento.Fino al 30 novembre le celle del pia-no terra e le grandi sale del piano no-bile hanno ospitato, infatti, due di-verse mostre che da angoli prospetti-ci per tanta parte opposti hanno of-ferto un originale e correlata chiavedi lettura dei movimenti artistici trale due guerre mondiali. La mostraMaceo. Anni romani. 1934-1943 èstata dedicata per l’appunto agli annitrascorsi nella capitale dal grande ar-tista forlivese in qualità di disegnato-re e pittore nel reparto trucchi cine-matografici di all’Istituto NazionaleLuce ed alla successiva esperienzacome foto-reporter di guerra. Il corpus maggiore delle opere pitto-riche realizzate in quel periodo è ri-

emerso nei circuiti artistici edantiquari due anni fa ed è statoacquistato in gran parte dellaFondazione Cassa dei Risparmidi Forlì, che lo ha presenta alpubblico per la prima volta,mettendolo a confronto con unaattenta selezione di opere dellostesso periodo di altri protagoni-sti della pittura romana: da Mo-nachesi a Surdi, da Ghiglia aCalandi, da Rivaroli a Cespa.Oltre a documentare la sua par-tecipazione a numerose esposi-zioni romane del tutto dimenti-cate, la mostra ha rivelato comela pittura di Maceo, di improntafigurativa, assuma nelle opere diquesto decennio una straordina-ria forza lirica ed una capacitàevocativa che risente, nella originali-tà dell’espressione pittorica, dellasua quotidiana pratica con la ricercafotografica e cinematografica.Maceo non disdegnò neppure, nellasua esperienza artistica, cimentando-si con la novità espressiva indottadal nascente “consumismo”: la grafi-ca pubblicitaria.Nelle sale della grande biblioteca alpiano nobile del San Domenico haospitato per questo visitabile la mo-stra L’arte della pubblicità. Il mani-festo italiano e le avanguardie.1920-1940, che ha ripartito in cinquegrandi sezioni più di cento manifestidel Massimo & Sonia Cirulli Archi-ve. Si partiva da “Richiami classici enuovi modelli, la donna e l’uomomoderni” (con opere di Cambellotti,Cappiello, Dudovich) per passare al-la “meccanizzazione e il gioco dellafigura umana” (con manifesti diBoccasile, Depero, Seneca, e Atla).Spazio quindi ai temi della “Veloci-tà” (con manifesti sulle gradi impre-se automobilistiche e aeronautiche) edel “Volo” (con modellini originalidi aereo, un arazzo di Balla e mani-festi di Di Lazzaro Martinati), perchiudere con la sezione riservata alla

“Astrazione della forma” (con operedi Bertelli, Chelini, Carboni, Sironi,Depero, e Balla). Anche se il sogget-to principale dell’esposizione è statorappresentato dai manifesti, la mo-stra ha approfondito altri ambiti e te-mi della comunicazione proponendoopere di scultura e pittura, bozzettioriginali che avevano per oggetto lostesso tema, vale a dire il “lancio”della celebrazione patria. ■

Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì

I dipinti romani di Maceo ed i manifesti tra le due guerrein mostra ai Musei San Domenicoa cura dell’Area Relazioni ed Eventi della Fondazione

15novembre-dicembre 2008

ARTE E CULTURADAL SISTEMA

Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto

Umberto Prencipe, i paesaggi dell’anima

di Maria Maresca

La Fondazione Cassa di Rispar-mio di Orvieto ha inauguratoun nuovo complesso architet-

tonico polifunzionale in occasionedella mostra dedicata ad UmbertoPrencipe, un grande pittore ed inci-sore degli inizi del Novecento moltolegato alla città di Orvieto. Unico per originalità strutturale e pertecnologie d’avanguardia il nuovocomplesso polifunzionale della Fon-dazione Cassa di Risparmio di Or-vieto completa e qualifica PalazzoCoelli, storica sede della Fondazio-ne, con l’intento di inserirsi organi-camente nel tessuto cittadino per mi-gliorare la tradizionale ricettività or-vietana: lo spazio è una realtà polie-drica che fonde storia, arte e culturain un perfetto mix di stile, design edinnovazione. La mostra, intitolata‘Umberto Prencipe. Paesaggi dell’a-nima’, era visitabile gratuitamentedal 18 ottobre fino all’11 gennaio2009, il percorso espositivo rico-struiva l’esperienza formativa diUmberto Prencipe, legato ad Orvietoda un rapporto strettissimo e privile-giato. Oli, incisioni e disegni dispo-sti secondo un allestimento cronolo-gico consentivano al visitatore di ap-profondire la conoscenza della vitacreativa dell’artista attra-verso una collezione dona-ta all’Ente orvietano dallafiglia dell’artista e com-prendente ben 79 opere. Come ha affermato il Pre-sidente della Fondazione,Torquato Terracina, “laFondazione ha, quindi, ri-tenuto opportuno celebrarequesta importante donazio-ne ricevuta organizzandouna mostra-evento in con-comitanza con l’inaugura-zione della nuova sala con-vegni che arricchisce ecompleta la sede della Fon-dazione di Palazzo Coelli.Alla fine della mostra laFondazione consentiva in

ogni caso al pubblico chene avrebbe fatto richiestadi visitare la collezionePrencipe esposta in viapermanente nell’ambitodel palazzo”.Umberto Prencipe (Napoli1879 - Roma 1962) inse-gnò alle Accademie diLucca, di Roma e di Napo-li, presente alle principalirassegne nazionali e inter-nazionali venne premiatoin più occasioni. L’artista -nello scenario d’inizio No-vecento - si colloca tra gliartisti che, maturati in li-nea con le esperienze europee, opera-no un mutamento di rotta nei con-fronti della pittura verista per un ag-giornamento in chiave simbolista deilinguaggi artistici. Un’operazioneche sviluppandosi in stretta sintoniacon gli indirizzi della letteratura deltempo, in particolare con quella fran-co-belga, assume connotati del tuttooriginali, dal timbro marcatamentecrepuscolare. Fondamentale il ruolosvolto dalla città di Orvieto, dovePrencipe soggiorna per lunghi perio-di a partire dal 1905. Identificata dal-l’artista con la Bruges descritta da

George Rodenbach in suo romanzo,vissuta attraverso le descrizioni lette-rarie di Gabriele D’Annunzio, Orvie-to ‘Città del silenzio’ diventa il me-dium privilegiato per elaborare un’i-conografia del paesaggio cittadinocome forma simbolica di una perso-nale condizione esistenziale. Con lesue vedute vuote e silenziose, immer-se nella nebbia, nella notte o nel cre-puscolo, trasfigurate spesso in termi-ni irreali, Prencipe si mostra in que-sto modo vicino agli artisti centralidella pittura simbolista europea comeFernand Khnopff e Vilhelm Ham-

mershoi. Umberto Prencipe dal1937 è stato anche membrodell’Accademia di San Lu-ca e della Pontificia Acca-demia dei Virtuosi del Pan-theon. Nel 1957 il Ministe-ro della Pubblica Istruzio-ne gli ha conferito la meda-glia d’oro per i Benemeritidella scuola, della cultura edell’arte. Ha tenuto nume-rose mostre personali, tracui, nel 1950, un’impor-tante antologia della suaproduzione grafica allaCalcografia nazionale. La Galleria nazionale d’Ar-te Moderna, il Museo diRoma, la Galleria Comuna-

La nube (Tramonto umbro), 1916, Milano, Civiche raccolted’arte.

Le mie figlie, 1920, Roma, Collezione Prencipe.

16 novembre-dicembre 2008

ARTE E CULTURADAL SISTEMA

le d’Arte Moderna di Roma e l’Istitu-to Nazionale per la Grafica conserva-no ricchi nuclei della sua produzione.Altre opere sono presenti alle Civi-che Raccolte d’arte di Milano, al Ga-binetto dei Disegni e delle Stampedegli Uffizi, al Civico Museo Revol-tella di Trieste, alla Galleria d’ArteModerna e Contemporanea di Latina. L’esposizione di Palazzo Coelli, pro-dotta dalla Orvieto Arte Cultura Svi-luppo srl, Società strumentale dellaFondazione Cassa di Risparmio diOrvieto, è stata curata dalla dottores-sa Sabrina Spinazzè che ha ricostrui-to sapientemente il percor-so formativo e pittorico diPrencipe, offrendo cosìl’opportunità di conoscerel’intero arco dell’attivitàdell’artista permettendo,contemporaneamente, dicomprendere non solo glisnodi fondamentali del-l’arte simbolista del XXsecolo, ma anche l’univer-so personale dell’artista.Nelle due nuove gallerie diPalazzo Coelli il pubblicoha potuto ricostruire, conammirevole incrocio dipuntualità scientifica e diricchezza e varietà esposi-tiva, le fasi salienti dellasua arte cogliendone l’e-

voluzione e losviluppo nel per-sonalissimo rap-porto che l’artistaebbe con Orvieto,città in cui sog-giornò per lunghiperiodi e che di-venne motivo dipredilezione nelsuo repertorio.La mostra si apri-va con ‘La chiesadi San Giovenale’dipinta nel 1904secondo i canoniveristi ma già em-blema e segno de-gli orientamentifuturi della suapittura. I lavoridel primo quindi-cennio del secolo

riflettono la stagione simbolista testi-moniando la vicinanza di Prencipe aquanto, partendo dalla medesimamatrice letteraria nordica, dipingeva-no negli stessi anni artisti centralidella pittura europea. Numerosi era-no i dipinti degli anni Venti e Trentaeseguiti per lo più ad Orvieto, ‘Cittàdel silenzio’, ma non solo. Si segna-lano gli studi per ‘Sole d’inverno’,quadro con cui nel 1927 vinse il Pre-mio per il paesaggio alla mostra con-corso dell’Associazione nazionaledegli artisti di Firenze, la serie deiprofili di orizzonte, in cui l’artista

accentua in senso astrattizzante l’e-lemento lirico ed emozionale, i vuo-ti interni del convento di Sant’Anna,dove Prencipe aveva lo studio,straordinari per la loro pregnanzaevocativa, ancora memore delle at-mosfere simboliste d’inizio secolo.Numerosi erano anche i paesaggieseguiti a Procida, a Sorrento, aIschia - dove si reca in vacanza - e aNapoli, dove insegna incisione allalocale Accademia di belle arti. È evi-dente in questa fase una strutturazio-ne tonale del colore più geometrica ecalibrata, un’architettura dell’imma-gine più ferma e contemplata, co-struita con larghi tratti di materia cor-posa. E se alcune produzioni segna-lano l’influenza di Giacinto Gigante,soprattutto nelle sottili suggestioniluministiche e atmosferiche, le inci-sioni ‘La caserma degli svizzeri’ e‘L’albergo di Posta’ datate anni Tren-ta registrano una maggiore sintoniacon la sobrietà novecentista e razio-nalista di molta grafica del periodo.La seconda galleria di Palazzo Coel-li ospitava i dipinti romani degli anniQuaranta e Cinquanta in cui la inizia-le solidità d’impianto viene progres-sivamente abbandonata per una ma-niera più libera e meno strutturata. Il volume che accompagnava la mo-stra rappresenta la prima completamonografia dedicata all’artista.Scritto da Sabrina Spinazzè con unaintroduzione di Anna Maria Dami-gella, è frutto di un lungo lavoro di

studio e ricerca condottograzie alla collaborazionedi Giovanna Prencipe, fi-glia dell’artista. Nel volu-me viene ricostruito conpuntualità scientifica e ric-chezza iconografica l’inte-ro cammino artistico diUmberto Prencipe, dagliesordi fino agli anni Cin-quanta del Novecento. Completano la monografiaun’appendice con il regestobiografico e una selezionedi scritti, quasi tutti inediti,conservati nell’ArchivioPrencipe. Concludono ilvolume il catalogo delleopere e la bibliografia ra-gionata. ■

Campagna procidiana, 1927, Orvieto, Fondazione Cassa di Risparmio di Or-vieto.

Lo studio dell’amico, 1954, Orvieto, Fondazione Cassa di Risparmio di Or-vieto.

17novembre-dicembre 2008

a cura di Francesca Cigna

La rubrica presenta alcune delle iniziative delle Fondazioni bancarie contenute nel database “Pro-getti” nell’area riservata alle associate del sito ACRI. Si tratta di interventi che per modalità innova-tiva e complessità di realizzazione o per la loro particolare tipologia appaiono di rilevante interesse.

DAL SISTEMAI PROGETTI

Come è negli scopi istituziona-li di questa fondazione il finan-ziamento a tale progetto rien-tra nella politica di sostegnoalla valorizzazione e tutela delpatrimonio culturale inteso co-me volano di sviluppo econo-mico di un’area come quelladell’aquilano soggetta ad unaprofonda crisi industriale. Cri-si che sta innescando processidi sviluppo diversi e alternati-vi a quelli finora sostenuti. Inparticolare questo progetto èteso alla realizzazione di unavera e propria banca dati sullasituazione di numerosi edificidi culto del territorio dell’aqui-lano a servizio di interventi fu-turi di restauro e recupero.

GENESI DELPROGETTO

Fondazione Cassa di Risparmio

della Provincia dell’Aquila

DENOMINAZIONE PROGETTO DIAGNOSTICA PREVENTIVA TRAMITE TECNICATERMOGRAFICA FINALIZZATA AL RESTAURODEGLI EDIFICI RELIGIOSI

Descrizione Sintetica Il progetto ha inteso esaminare una serie di edifici di cultodella provincia dell’Aquila e attraverso la particolare tecni-ca di diagnostica ha realizzato una banca dati sullo statodelle strutture, fornendo informazioni utili agli operatori delrestauro

Settore Arte Attività e Beni CulturaliDurata Progetto pluriennaleImporto circa 30.000,00 euro/anno 2007-2008Anno prima delibera 2007Natura giuridica del soggetto beneficiario Privato (Arcidiocesi dell’Aquila)Origine del Progetto Domanda per progetti di terziLocalizzazione L’Aquila

Santa Maria Assunta a Bominacodi Caporciano (immagine termografica).

18 novembre-dicembre 2008

I PROGETTIDAL SISTEMA

È al secondo anno di finanziamen-to. Il progetto “Diagnostica pre-ventiva tramite tecnica termogra-fica finalizzata al restauro e con-servazione degli edifici religiosi eal risparmio energetico”, finan-ziato dalla Fondazione Cassa diRisparmio della Provincia dell’A-quila e dall’Arcivescovado, che hapoi affidato la realizzazione al La-boratorio Las.E.R. della facoltà diIngegneria dell’Università dell’A-quila, ha permesso di mettere sot-to esame un’altra serie di chiese:Santa Maria a Graiano, Santa Ma-ria ad Cryptas, Santa Maria As-sunta e Santa Maria Paganica.Oltre ai normali rilievi riguardantila presenza di umidità, individua-zione di distacchi su affreschi, mo-saici e intonaci, studio composizionale di strutture antiche, individuazione di strutture sepol-te, alterazioni superficiali, rilevamento di strutture a rischio per fattori microclimatici, si sonoriscontrate, nel corso della campagna di misure, anche anomalie strutturali che possono, a det-ta degli esperti, influire sulla stabilità dell’edificio. In particolare vengono segnalati all’atten-zione degli addetti al restauro, possibili problemi strutturali nella chiesa di Santa Maria adCryptas di Fossa e notevole degrado nella chiesa di Santa Maria Assunta di Bominaco.È comunque da segnalare che per la prima volta, nella nostra regione, in modo sistematico, èstata utilizzata la diagnostica preventiva su edifici religiosi oggetti di restauro, il che consen-te di procedere ad interventi mirati con notevole risparmio di tempo e di denaro.La termografia è un tecnica diagnostica non distruttiva che, misurando la radiazione infraros-sa emessa da un corpo, consente di determinarne la temperatura superficiale. La mappatura ditale temperatura è fondamentale per poter valutare lo stato di conservazione dei materiali stes-si; infatti anomalie nelle distribuzioni denunciano problematiche in atto sull’edificio o sull’o-pera d’arte analizzata.

IMPATTO,RISULTATI EPROSPETTIVEFUTURE

Il progetto intende continuare il lavoro intrapreso negli anni precedenti, nell’ambito della tu-tela e valorizzazione del patrimonio artistico e architettonico della Provincia dell’Aquila, do-ve sono stati “diagnosticati” undici edifici religiosi, mentre su altri dodici si stanno eseguen-do gli esami in questi mesi. Si tratta di monumenti importanti per la comunità il cui valore vaben oltre quello artistico che è comunque inestimabile.Con questo lavoro sarà creata una banca dati sullo stato delle strutture religiose aquilane for-nendo uno strumento indispensabile per futuri interventi di restauro. La realizzazione del pro-getto è stata affidata al Laboratorio LA.S.E.R. della facoltà di ingegneria dell’Università del-l’Aquila che sta realizzando tavole tematiche sullo stato igrometrico, quindi danni da umidi-tà, delle strutture; sul flusso termico delle stesse; sulla disomogeneità del comportamento ter-mico, zone di massima sollecitazione di dispersione e di accumulo termico; sulle zone di de-grado legate a processi di natura chimico-fisica (erosioni e de coesioni); sui dissesti legati al-le caratteristiche meccaniche della muratura: fessure, schiacciamenti, sganciamenti, distacchi,collassi strutturali ed infine, sugli elementi architettonici inglobati nelle murature, presenze divuoti, rifacimenti e tamponature. Negli edifici in cui sono presenti affreschi di notevole rile-vanza si procederà ad un’ulteriore indagine sullo stato di conservazione di tali affreschi. Il fi-ne ultimo è la costituzione di un insieme di informazioni che consentono di operare confron-ti e sovrapposizioni in modo da pervenire alla costruzione di una mappa di correlazioni dai di-versi dati che dia un quadro interpretativo di ogni struttura in esame e dei fenomeni su essaagenti con un notevole grado di plausibilità.

DESCRIZIONE ANALITICADELPROGETTO

Santa Maria ad Criptas a Fossa (immagine termografica).

19novembre-dicembre 2008

ARTE E CULTURADAL SISTEMA

Dal curatore della mostra “Te-stimonianze d’arte in Friuli.Capolavori della Fondazio-

ne”, di cui abbiamo pubblicato nelloscorso numero di “Fondazioni” unarticolo di Alvise Rampini, ricevia-mo e volentieri pubblichiamo.Il 6 luglio 1751, a inevitabile conclu-sione delle aspre controversie tra laSanta Sede, l’Austria e Venezia, pa-pa Benedetto XIV con la bolla“Iniuncta nobis”, sopprimeva “inperpetuo” il Patriarcato di Aquileia.Erano passati 1500 anni da quandoera stato “istituito nella persona delglorioso S. Ermacora. Così volle -commenta sconsolato il cronista udi-nese Lucrezio Palladio degli Olivi -la moderna politica dei principi perque’ fini loro particolari, a noi ignotima pure verificati”. Della soppres-sione del Patriarcato, e della conse-guente istituzione delle due arcidio-cesi di Gorizia e di Udine, resta unaconsistente documentazione anchenel mondo dell’arte: nell’occasionevennero coniate due medaglie, volu-te rispettivamente da Maria Teresad’Austria e da Benedetto XIV: la pri-ma nel 1751 ad opera del più apprez-zato medaglista viennese, MatthaeusDonner, che ritrae nel recto i profilidell’imperatore d’Austria FrancescoStefano di Lorena e della consorteMaria Teresa e nel verso in una lun-ga scritta celebra la pace finalmenteraggiunta tra Venezia e l’Austria; laseconda nel 1754, come medagliaannua del papa, il cui ritratto compa-re nel recto mentre nel verso due ve-scovi in paludamenti pontificali sidanno la mano. Le scritte che li ac-compagnano, NOVO. ECCLESIA-RUM. FOEDERE. e TRANQUIL-LITAS RESTITUTA sono indicativedel significato e del messaggio chealla medaglia - disegnata e coniatadal noto medaglista papale Otto Ha-merani - volle conferire il Pontefice.L’evento fu di tale importanza, da di-ventare più volte oggetto di raffigura-zione. Gorizia, ad esempio, conserva

un singolare documento pittoricoconnesso alla soppressione del Pa-triarcato: è un dipinto, su tavola, (og-gi di proprietà della Fondazione Cas-sa di Risparmio di Gorizia), che face-va parte degli stalli per i canonici col-locati nel coro del duomo. Eseguitonel 1752 dal pittore goriziano Anto-nio Paroli, raffigura San Vito che be-nedice papa Benedetto XIV, il quale,in abiti pontificali, ha in mano unapergamena nella quale si legge: “BE-NEDICTUS XIV/ BULLA/ EREC-TIONIS ARCHIEPISCO/ PATUS,SEDIS ET CAPITULI/ GORITIEN./ROMAE, ANNO 1752”. Nelle pareti della sacrestia del duo-mo di Udine, nel 1792, il pittore ve-neziano Pietro Antonio Novelli illu-strò, in otto scene, i più significativimomenti della lunga vita del Patriar-cato di Aquileia: nella prima scenaSan Pietro consacra S. Ermagoravescovo di Aquileia; nell’ultima lasoppressione del patriarcato diAquileia e l’istituzione degli arcive-scovadi di Udine e di Gorizia.Il più interessante ricordo dell’avve-nimento è tuttavia dato dal dipintoche il cardinale Domenico Orsinid’Aragona commissionò al pittoreromano Placido Costanzi per farnedono a papa Benedetto XIV.Il Diario Ordinario di Roma, impor-tante fonte documentaria settecente-sca per la storia della città, più noto

con il nome di Chracas, riporta neln. 5382 del 15 gennaio 1752 la se-guente notizia: “Nella settimanascorsa l’E.mo Sig. Cardinale Orsinimandò in regalo a Sua Santità unQuadro di palmi 7. di altezza e 5. dilarghezza, ornato di bellissima corni-ce, essendo il medesimo opera delSig. Placido Costanzi celebre Pitto-re; in esso si rappresenta l’avere laSantità Sua accomodate le vertenzetra l’Imperatrice Regina di Ungheria,e Boemia, e la Republica di Veneziacon aver proveduto all’Indigenzespirituali, e Governo delle Animedella Città di Aquileja, e parte diquel Patriarcato situato ne Stati Ere-ditarj dela Casa d’Austria; dettoQuadro viene simboleggiato dal Ri-tratto di Sua Santità in Trono a’ pie-di del quale vi è la figura della Pace,che invita ad approssimarsi due figu-re rappresentanti una la Germania, el’altra la Republica di Venezia, qualisono con tutti i loro simboli, & in se-gno di Pace si uniscono le mani de-stre; vicino al Trono del Papa vi so-no due Chierici, che presentano unodue Croci Arcivescovili, e l’altro dueMitre, significando gli due Arcive-scovati eretti da Sua Santità nell’ac-comodo delle sudette vertenze, & allato del Trono vi è la figura dellaGiustizia con i suoi simboli; in alto sivede la Religione, che riguarda ilPontefice, e più in alto lo Spirito

Fondazione CRUP

Un’allegoria di Placido Costanzi

di Giuseppe Bergamini*

20 novembre-dicembre 2008

Santo fra nuvole, che spira raggi co’quali illumina il volto & il petto diSua Santità; da una loggia poi si ve-de della campagna, e poscia il MareAdriatico, con altre proprie addattatevedute; ed il Santo Padre nel ricever-lo mostrò tutto il gradimento versol’Eminenza Sua”. Il fatto è segnalatoanche dal “Mercurio Francese”(stampato in Olanda) del 1751 in cuisi scrive che il papa espresse il suopieno gradimento per il dipinto edordinò che venisse collocato nellaGalleria del Campidoglio. Per la realizzazione del dipinto, ilCostanzi eseguì un accurato bozzet-to, che pur nelle piccole dimensioni(33x52 cm) mantiene tutta la solen-nità dell’opera finita. Il cardinal Or-sini lo tenne per sé, ma il bozzettovenne in seguito venduto per entrarepoi (come opera del pittore PompeoBatoni) nella ricca raccolta di Giaco-mo Carrara. Nell’Inventario dei qua-dri esistenti presso la Galleria delconte Giacomo Carrara, steso nel1796 da Bartolomeo Borsetti, cheper diciassette anni aveva servito ilCarrara in qualità di restauratore, ildipinto figura al n° 80 ed è così de-scritto: “Istoriato ov’è figurato ilPontefice Papa Lambertini in atto di

accordare le differenze fra casad’Austria e la Serenissima Signoriadi Venezia per il patriarcato d’Aqui-leia, quadro molto delicato, opera diPompeo Batoni romano”. Il bozzettopassò infine, per legato, all’Accade-mia Carrara di Bergamo dove tuttorasi conserva. Anche il dipinto regala-to a Benedetto XIV, dopo la mortedel papa, finì, probabilmente pervendita, in mani private. E da un pri-vato collezionista è stato di recenteacquistato dalla Fondazione Crup.È un’opera basilare per la compren-sione dell’arte di Placido Costanzi,che diede vita ad una pittura religio-sa di carattere classicheggiante, in-tensa sul piano poetico e corretta suquello esecutivo qualitativo. Non resta molto da aggiungere all’e-sauriente descrizione fornita dalChracas, se non che all’estrema si-nistra due paggi recano scudi in unodei quali è dipinto il leone di SanMarco, simbolo della SerenissimaRepubblica, nell’altro l’aquila bici-pite dell’Impero d’Austria. La per-cepibile preoccupazione di eviden-ziare i simboli e di portare all’imme-diata comprensione dell’evento sto-rico e dei dati allegorici, priva, al-meno in parte, il dipinto di immedia-

tezza e di freschezza bloccando le fi-gure in una fredda ufficialità. E tut-tavia è di sicura presa la gradevoletrattazione delle vesti dei personag-gi femminili, l’uso di colori accesima ben modulati e stesi con una pro-prietà che non sempre è riconosciu-ta al Costanzi, il classicismo chesembra nobilitare alcuni volti. Assu-me una certa rilevanza l’inserto pae-saggistico, che a sinistra mostra ro-buste costruzioni dietro la verde ve-getazione, al centro l’azzurra distesadel mare. La scenografica impagina-zione non lasciò indifferente il pitto-re Pompeo Batoni, che in parte la ri-prese nel 1757 nel dipinto celebrati-vo di un altro importante avveni-mento, raffigurante Benedetto XIVche presenta l’enciclica “Ex omni-bus” al conte di Choiseul ambascia-tore di Luigi XV a Roma, eseguitoanch’esso per commissione del car-dinale Domenico Orsini che ne fecedono al Pontefice. Il quadro, che an-che per le misure di poco superioripuò essere considerato pendent diquello del Costanzi, si conserva alMinneapolis Institute of Arts. ■

*Storico dell’arte e curatoredella mostra

ARTE E CULTURADAL SISTEMA

Venerdì 20 giugno 2008 alleore 16,30 è stato presentatopresso la Sala delle Assem-

blee della Fondazione CARIVIT diPalazzo Brugiotti a Viterbo “La paladella Piscina Probatica”, un capola-voro cinquecentesco dipinto da Ce-sare Nebbia, recuperato con sapienterestauro. Un evento significativo perla città di Viterbo che può tornare adammirare in una sala accessibile alpubblico questo splendido capolavo-ro, molto importante per la piena co-noscenza della carriera dell’artistache fu uno dei massimi esponenti ita-liani del mondo dell’arte. La presen-tazione è stata accompagnata da un

catalogo a cura di GennaroEsposito che contiene la prefa-zione del Prof. Claudio Strina-ti, Soprintendente del Polomuseale romano ed altri nu-merosi riferimenti storici edartistici sull’opera pittorica ela figura dell’autore a cura del-la professoressa Simona Ri-naldi (facoltà dei Beni cultura-li dell’Università della Tu-scia), di Giorgio Caprioti (di-rettore del Centro di Restauro)e di Fabiano Tiziano FagliariZeni Buchicchio (storico). Questa operazione di recuperoha beneficiato della collabora-

Fondazione CARIVIT

La Piscina Probatica

di Ida Ferraro

Cesare Nebbia, Piscina Probatica, Viterbo, Palazzo Bru-giotti, Sala delle Conferenze.

21novembre-dicembre 2008

ARTE E CULTURADAL SISTEMA

zione sinergica della Ausl di Viterbo(proprietaria dell’opera), dell’Am-ministrazione provinciale, dell’Uni-versità della Tuscia, della Fondazio-ne Carivit e della SoprintendenzaPSAE. Come ha sottolineato il Presi-dente della Fondazione Carivit, AldoPerugi, nell’introduzione al volume:“la Fondazione CARIVIT è grata -scrive - agli Autori di questo ampiovolume monografico che illustra eaccompagna due significativi eventiriferiti, il primo, all’avvenutopregevole restauro dell’Operainsigne di Cesare Nebbia, lagrande tela detta della ‘PiscinaProbatica’, e l’altro alla sua resti-tuzione a pubblica e permanenteesposizione presso la sala delleassemblee dell’Ente fondativo,in Palazzo Brugiotti. I vari signi-ficativi contributi presenti nellapubblicazione costituiscono unacomplessa e ricca cornice di rife-rimenti storici, estetici e tecnicicollegati all’opera pittorica e allafigura del Maestro, dovute a qua-lificate firme di cultori delle ri-spettive materie”.Cesare Nebbia è un pittore parti-colarmente legato alla zona dellaTuscia. Nato ad Orvieto, allievodi Girolamo Muziano, ebbestretti contatti anche con gli Zuc-cari; la “Piscina Probatica” costi-tuisce un’importante pagina del-la storia artistica viterbese. La te-la era, infatti, stata commissiona-ta al Nebbia per l’OspedaleGrande degli Infermi di Viterbo;fu eseguita tra il 1594 ed il 1595.La cappella nella quale l’operaera stata ospitata per anni, fu in-vece distrutta nel 1844. Primadelle operazioni di restauro la te-la versava in uno stato di degra-do che la rendeva pressoché ille-gibile. Il restauro ha invece permes-so a questo capolavoro di ritrovare ilsuo originale fascino. La pubblica-zione presenta il lavoro di elevateprofessionalità dell’Università, dellaSoprintendenza e del Laboratorio direstauro dell’Amministrazione pro-vinciale che hanno concorso al recu-pero materiale dell’opera e allo stu-dio della stessa in tutti i suoi aspetti,stilistici, storici e materici. Si sono

svolte, infatti, una serie di indaginidiagnostiche, effettuate direttamentesui materiali costitutivi dell’opera,che hanno permesso di approfondirein modo significativo aspetti legatialla sua realizzazione. Nel catalogo,oltre a una cornice di riferimenti sto-rici, estetici e tecnici, vengono riper-corse tutte le tappe che hanno con-dotto al restauro finale della ‘PiscinaProbatica’.In particolare, Claudio Strinati rico-

struisce alcuni aspetti della vita edell’attività di Cesare Nebbia.“Quando mise mano alla pala dellaPiscina Probativa - ha scritto Strinati- aveva appena aderito, con fermaconvinzione, ai lavori per il cantieredella chiesa di S. Susanna in Romacomandati dal cardinale Rusticucci,una figura di spicco nell’ambienteculturale del tempo”. E precisa che“sotto quel pontefice (Clemente VIII

Aldobrandini) si celebrò il Giubileodel 1600 destinato a restare memora-bile nei secoli, anche dal punto di vi-sta della produzione artistica e Neb-bia giunse a quell’appuntamento sto-rico con grande dignità e autorevolepresenza. Era stato, il Nebbia, il pit-tore prediletto di Sisto V Peretti ne-gli anni tra il 1585 e il 1590. Avevarealizzato una mole di lavoro artisti-co veramente notevole conseguendograndissima fama e ammirazione”.

Si tratta di un evento importan-tissimo per Viterbo: sia il recu-pero della pala del Nebbia sia lapubblicazione del volume sonoiniziative che coinvolgono diret-tamente la Fondazione CARI-VIT che attraverso il suo Presi-dente ha espresso gratitudine “alDirettore Generale dell’Ausl diViterbo, Giuseppe Antonio Ma-ria Aloisio, al Laboratorio di Re-stauro e per esso all’Ammini-strazione Provinciale di Viterbo,al Rettore dell’Università degliStudi della Tuscia, per aver resopossibile questo significativoevento che è anche una riaffer-mazione della ‘mission’ dellaFondazione stessa a vantaggiodella crescita culturale della Ter-ra di Tuscia”. Nell’introduzione al volume,Giuseppe Antonio Maria Aloisioha scritto: “credo di poter affer-mare che, fino ad oggi, in pochiconoscevano o, meglio, avevanoriconosciuto il valore della ‘Pi-scina Probatica’ di Cesare Neb-bia dipinto commissionato nel1594 per la Cappella dell’Ospe-dale Grande degli infermi, men-tre d’ora in poi sarà possibileapprezzarla in un luogo accessi-bile al pubblico. Un risultato no-tevole che contribuisce a mante-

nere viva e pulsante la coscienza del-la nostra comunità rispetto all’enor-me patrimonio artistico ereditato neisecoli. Un obiettivo centrato grazieal sostegno e alla collaborazione dienti che, come la Ausl, sono natural-mente e visceralmente radicati nelterritorio. Parlo dell’Amministrazio-ne provinciale, dell’Università dellaTuscia e della Fondazione CARIVITche ringrazio con calore”. ■

Cesare Nebbia, Nascita della Vergine, Orvieto, Museo dell’O-pera del Duomo.

22 novembre-dicembre 2008

ISTRUZIONEDAL SISTEMA

Crescono gli spazi destinati alladidattica nell’ambito del Polouniversitario di Ravenna. Con

l’inaugurazione della nuova sede delcorso di laurea in Ingegneria Edile,avvenuta questa mattina, presso l’im-mobile “ex Asili Infantili” di Ravennadi proprietà della Fondazione Cassadi Risparmio di Ravenna in via Tom-besi Dall’Ova 55, si compie il primopasso verso quella profonda riorga-nizzazione degli spazi e dei corsi dilaurea che proseguirà nei prossimimesi con l’inaugurazione di palazzoS. Croce in via Guaccimanni, delCentro Congressi e della sede ammi-nistrativa del Polo scientifico didatti-co di Ravenna in via Baccarini.A fare gli onori di casa di fronte alleautorità presenti, tra cui il MagnificoRettore Pier Ugo Calzolari, il ProRettore per le Sedi Decentrate GuidoGambetta, il Presidente del Corso diLaurea prof. Monti, il preside dellaFacoltà di Ingegneria Pier PaoloDiotallevi, il pro rettore alla Didatti-ca Guido Masetti, il vicesindaco diRavenna Giannantonio Mingozzi el’assessore all’Università MassimoRicci Maccarini, è stato il presidentedella Fondazione Cassa di Rispar-mio di Ravenna Lanfranco Gualtieri.

“La Fondazione Cassa di Risparmio- ha spiegato - ha sostenuto costi percirca due milioni di euro per la ri-strutturazione e l’ampliamento degliex Asili. Dagli anni Novanta ad oggiha investito a sostegno dell’insedia-mento universitario ravennate circa9 milioni e mezzo di euro oltre allaconcessione in comodato gratuitodell’immobile. Questo perché hasempre creduto che la presenza del-l’università a Ravenna rappresentiun apporto culturale significativo perla città. Così come è sempre stato si-gnificativo l’impegno di tutta la cittàa favore della crescita dell’universi-tà. Oggi Ravenna ha recuperato il ri-tardo rispetto agli altri insediamentidella Romagna, d’altra parte un cor-po universitario non si costruisce inpochi anni, e ora può contare su 8corsi di laurea triennali, una facoltà ediverse Specialistiche. Il nostro im-pegno per la crescita dell’insedia-mento universitario ravennate e delcorso di laurea in Ingegneria edile,che ha avuto negli ultimi anni unacrescita esponenziale, è di portare aRavenna una laurea magistrale di In-gegneria. Proponiamo anche che l’u-niversità voglia contribuire con l’ap-porto delle sue competenze allo svi-

luppo del grande progetto che ri-guarda il Polo della Nautica da di-porto nell’area ex Sarom”. Apprez-zamento per la nuova sede, comple-tamente rinnovata è venuto anchedal Magnifico Rettore Calzolari cheha sottolineato come l’università de-centrata in Romagna rappresenti unascelta vincente: “Sono i numeri a dir-lo: le matricole qui crescono mentrea Bologna diminuiscono. La Roma-gna ha una maggiore attrattività per-ché i suoi corsi sono molto qualifica-ti e migliore è l’offerta dei servizi.La scelta di trasferire non solo labuona didattica, ma anche la ricercache qui è già a un livello superiore ri-spetto a quella dell’ateneo, è statamolto positiva. L’università è potutacrescere anche grazie a quell’appor-to degli enti pubblici e privati del ter-ritorio che a Bologna è mancato”.Il preside della Facoltà di Ingegneriadi Bologna Pier Paolo Diotallevi hacommentato con toni positivi l’aper-tura della nuova sede: “La presenzadel corso di laurea in Ingegneria edi-le in una terra ricca di imprese comequello di Ravenna rappresenta unmotivo di forte arricchimento per ilterritorio che potrà sicuramente be-neficiare delle conoscenze e compe-tenze che vengono dall’università”.Grazie all’operazione sostenuta daFondazione Cassa di Risparmio diRavenna, proprietaria dell’immobiledegli ex Asili, gli studenti di Inge-gneria Edile potranno ora contaresulle più moderne infrastrutture perlo studio e la didattica. In particolarel’immobile di via Tombesi dall’Ovaospita cinque aule (un’aula Magnada 140 posti, due aule da 120, una da50 e una da 30), un’aula di Disegnocon 30 postazioni e tavoli da disegnoper circa 60 persone, due laboratori euna sala studio con circa 70 posti ecollegamento alla rete wireless diPolo. L’intervento di ampliamentoha portato la superficie da 1500 me-tri quadrati disponibili a circa 2400metri quadrati. ■

Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna

Nuova sede di Ingegneria edilea cura dell’Ufficio Stampa della Fondazione

Un momento dell’inaugurazione.

23novembre-dicembre 2008

ISTRUZIONE E FORMAZIONEDAL SISTEMA

La Fondazione Scuola di AltaCucina Villa Redenta, costi-tuita nel 2003 dal Comune di

Spoleto e dalla Provincia di Perugia,ha preso il via nel momento in cui gliamministratori locali della Regionedell’Umbria hanno avvertito l’esi-genza di realizzare un’iniziativa chepotesse conferire al loro territorioun’opportunità di ulteriore sviluppo,e hanno trasformato tale esigenza inuna realtà condividendo e promuo-vendo questo progetto. Lo scorso settembre 2008 è statainaugurata nella sede di Villa Reden-ta, a Spoleto, l’International Culi-nary Academy, l’Accademia Interna-zionale di Alta Cucina, un punto diriferimento a livello nazionale ed in-ternazionale che fa di Spoleto la pro-pria base operativa.La possibilità di realizzare un’idea digrande prestigio si è concretizzataanche grazie all’esistenza, nella cittàdi Spoleto, di una sede in grado di fa-re da cornice ideale per accogliereun’iniziativa di tale portata: Villa Re-denta, uno dei più bei complessi ar-chitettonici di Spoleto. I corsi del-l’Accademia sono riservati a chefprofessionisti che vogliono migliora-re e accrescere le loro capacità e laconoscenza delle produzioni di quali-tà italiane, abbinate alla grande cuci-na. Saranno articolati in quattro mo-duli: il primo per la pasta, il secondoper la carne, il terzo per il pesce, ilquarto per la pasticceria e per il pane.Ciascun modulo ha una durata di unasettimana. Tutti i moduli possono es-sere frequentati singolarmente oppu-re in abbinata, partecipando al corsocompleto dei quattro moduli per ladurata di quattro settimane.Contemporaneamente inizierannoanche i corsi amatoriali, denominatinon a caso, “La cucina per stupire …con Gianfranco Vissani”. I corsi in-fatti permetteranno in un tempo ra-gionevole e con tecniche semplici, di

apprendere quel che serve, anche daipiù inesperti, un menu completo eraffinato di immediata utilizzazione.L’Accademia di Alta Cucina è unluogo dove si può apprendere unostile gastronomico di indiscussa ec-cellenza acquisendo non solo tecni-che, ma anche il metodo e la sensibi-lità che ne sono alla base.Obiettivo principale dell’Accademiaè trasmettere agli allievi questa sen-sibilità che potrà formarsi con la gui-da di grandi chef, a cominciare dalsuo primo direttore Gianfranco Vis-sani, docenti insostituibili per illu-strare gli aspetti più profondi e menonoti del mondo gastronomico.Parallelamente alla specializzazionedel personale saranno realizzate unaserie di iniziative, sia nel compartoagroalimentare sia in eventi cultura-li, che accentuino l’aspetto interna-zionale del progetto.La conoscenza è la migliore forma dicomunicazione e la cultura dell’ac-coglienza rappresenta in questo mo-mento l’unico plus valore che puòfare la differenza tra le numerose ediverse offerte del mercato.Per questo motivo Villa Redenta, at-traverso la Fondazione Scuola di Al-

ta Cucina Villa Redenta, potrà co-struire un centro vivo di alta forma-zione e di ricerca proponendo inizia-tive, eventi, pubblicazioni e docu-mentazioni che rappresentino l’ec-cellenza, collocandosi a un livello diprestigio internazionale.Al progetto dell’Accademia ha con-tribuito, in modo notevole, la Fonda-zione Cassa di Risparmio di Spoletopresieduta da Dario Pompili, che hasubito abbracciato l’idea elargendo,per tale progetto, un cospicuo finan-ziamento. “Si tratta di un’iniziativaambiziosa - commenta il PresidenteDario Pompili - che mira all’organiz-zazione di corsi professionali, allarealizzazione di eventi di promozio-ne culturale, di valorizzazione delprodotto tipico pregiato a livello in-ternazionale e ad altri importantiobiettivi che renderanno la scuola unpunto centrale per far conoscere l’ar-te culinaria del nostro paese. A tale progetto ha guardato con inte-resse, sin dal primo momento, laFondazione Cassa di Risparmio diSpoleto, riconoscendone il ruolo al-tamente qualificato nell’ambito diuna strategia operativa che colloca laCittà nel suo ambito naturale”. ■

Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto

Inaugurazione a Spoleto dell’Accademia Internazionale

di Alta Cucinaa cura dell’Ufficio Segreteria della Fondazione

24 novembre-dicembre 2008

Fondazione Cassa di Risparmio di Cento

Da Guercino a Bonzagni

Nel salone di rappresentanza della Cassa di Risparmiodi Cento è stato presentato alla cittadinanza il volume“Da Guercino a Bonzagni - le collezioni d’arte dellaFondazione e della Cassa di Risparmio di Cento”.L’opera raccoglie organicamente i tanti quadri, sculture,disegni e incisioni che, con un’accelerazione all’iniziodegli anni ’80, hanno portato alla nascita e al consolida-mento di una colle-zione d’arte che hanei capolavori delGuercino e dellasua Bottega i “pun-ti forte”. Con que-sta particolare ini-ziativa artistico-culturale Cassa eFondazione hannodato il via ufficial-mente agli eventiprogrammati nel2009 in occasionedel 150° di vita diCariCento. I testisono a cura di An-drea Emiliani eGraziano Campa-

nini che nell’occasione si sono in particolare soffermatisulle caratteristiche culturali, artistiche ed editoriali del-l’opera; le schede tecniche sono di Fausto Gozzi; le im-magini fotografiche di Andrea Samaritani.Vilmo Ferioli e Milena Cariani, presidenti rispettiva-mente della Cassa e della Fondazione, hanno posto in lu-ce le motivazioni alla base dell’operazione editoriale ma

soprattutto la gene-si della collezioneche di fatto costi-tuisce un vero eproprio patrimonioper la comunità lo-cale e si affiancaalle molteplici ini-ziative a carattereeconomico-finan-ziario e socio-cul-turale delle due en-tità.Per FMR, la socie-tà che ha edito ilvolume, è interve-nuto il condiretto-re Walter Guada-gnini. ■

NEWS

Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano

“Un gesto per portare luce dove fa più buio”

Nell’ultima seduta prenatalizia, il Consiglio diAmministrazione della Fondazione Cassa diRisparmio di Bolzano ha deliberato uno spe-ciale pacchetto di finanziamenti nella misuradi 100.000,00 euro.L’iniziativa è mirata ad aiutare singoli indivi-dui e famiglie che si troveranno in situazionedi necessità durante le prossime feste natali-zie. Le locali organizzazioni di solidarietà chesiano a conoscenza di simili casi sono invita-te a rivolgersi alla Fondazione che, grazie auna procedura accelerata, provvederà a esami-nare e liquidare in tempi brevi le relative do-mande di contributo. Il presidente della Fon-dazione, dottor Gerhard Brandstätter, ha defi-nito l’approvazione di quest’ultima deliberaprima di fine anno come “un gesto per portareluce dove fa più buio”. Una conferma dell’im-pegno primario della Fondazione ad aiutare lepersone e a sostenere la giustizia sociale. ■