Ospital Monacale - Residenza Estense

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  • 8/2/2019 Ospital Monacale - Residenza Estense

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    S.O.S. per la castalderia di Alfonso Ie Lucrezia Borgia

    Francesco Pertegato e Daniele Alberti

    La residenza in cui Alfonso I dEste e Lucrezia Borgia potrebbero aver trascorso alcuni deiloro momenti migliori sopravvive ad Ospital Monacale, qualche centinaio di metri allasinistra del vecchio corso del Po di Primaro, segnalata dalla elegantissima torre colombaia(fig. 1).

    Fig. 1

    Ledificio (fig. 2) ha la rara fortuna, a differenza di altri di pertinenza estense giunti fino anoi, di non aver subito manomissioni sostanziali, n dellimpianto architettonico ndelloriginaria articolazione degli spazi, nonostante le ingiurie del tempo. Della vita diquellepoca si preserva, miracolosamente, anche lapprodo sul fiume in asse con il viale

    che conduce alla residenza, dove i signori e i loro ospiti scendevano a terra.Non sono note a tuttoggi fonti storiche o documentarie che ne attestino luso o lafrequentazione da parte dei duchi; la supposizione tuttavia incoraggiata dalla presenza

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    nella decorazione dei soffitti lignei di molti degli emblemi e delle insegne estensi, quasi unrepertorio iconografico tratto dalle decorazioni dei palazzi Schifanoia, dei Diamanti,Rondinelli e Costabili, e della chiesa di S. Cristoforo alla Certosa: i delfini, laquila bianca, i

    Fig. 2

    draghi, le cornucopie,il leone rampante, i cavalli alati, le loriche e gli elmi; insieme ad altriche si riferiscono alle opere di bonifica o ad episodi tratti dalla letteratura. A questi siaggiunge un indizio inequivocabile: sulla facciata Alfonso ha lasciato come firma indelebileil suo emblema preferito: la granata svampante (fig. 3), richiamo alla geniale innovazione

    che aveva consentito allartiglieria ferrarese di vincere le forze del papa e della LegaSanta, prima alla Bastia dello Zaniolo (nei pressi di S. Biagio dArgenta) e a poi Ravenna;evento questultimo di cui il 12 aprile di questanno ricorre il mezzo millennio. In seguito aquella duplice impresa la granata avrebbe definitivamente rivoluzionato larte della guerrain Europa.

    Fig. 3

    Alfonso I come noto - il principe italiano che per primo organizza la produzione delle

    armi da fuoco di grosso calibro, con un insediamento strutturato che oggi definiremmoindustriale. Questa passione si riveler strumento essenziale per la difesa di Ferrara neiprimi decenni del secolo, in una situazione di fragilit politica e militare per la citt,

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    Nel territorio del ducato uno dei punti nevralgici era la citata Bastia dello Zaniolo, la

    fortezza dotata di tre torri, costruita nel 1384 da Nicol III, alla confluenza tra lomonimocorso dacqua, il Santerno e il Primaro. La sua conquista era strategica per penetrare nelducato dalla parte della Romagna in quanto vi convergevano tutte le strade dello statoPontificio. Altrettanto importante era per il controllo del traffico sul Po, imprescindibile perVenezia. Molto probabilmente alla Bastia, certamente a Ravenna, Alfonso impiega lapotenza distruttiva del nuovo ordigno che scoppiava sprigionando il fuoco da tre lati.Efficace la descrizione che ne fa Paolo Giovio: Alfonso, Duca di Ferrara, capitano dirisoluta prodezza e mirabil costanza, quandegli and alla battaglia di Ravenna, port unapalla di metallo, piena di fuoco artificiale che svampava per certe commissure, ed di taleartificio che a luogo e tempo, il fuoco terminato rompendosi farebbe gran fracasso diquegli che gli fussero incontro [...]. Mostrollo in quella giornata sanguinosa perch drizz di

    tal sorte lartiglieria che fece grandissima strage di uomini.Da questa vittoria deriva probabilmente ladozione della granata svampante comeemblema preferito di Alfonso. Scrive sempre il Frizzi: che dalluso cos opportuno emeritevole che fece allora delle tremende sue artiglierie contro a tre lati del camponemico, pigli il soggetto del corpo di questimpresa che di poi sempre us. La possibilitdi utilizzare il simbolo viene estesa dal duca agli uomini darme che avevano preso partealla battaglia, in base a quanto riportato nel XIX secolo da Giuseppr Mayr: e tanto ne fuleffetto delle artiglierie da lui stesso fabbricate, che molti cittadini per perpetuarne lamemoria, ornarono le facciate delle proprie case con pale o granate di pietra.

    Se lartiglieria faceva di Ferrara una citt difficilmente prendibile, talvolta cannoni ebombarde venivano distratti dagli impieghi militari e chiamati a far da base sonora aglieventi altrimenti solenni della dinastia. Una di queste occasioni il matrimonio delprimogenito di Alfonso, Ercole, con Renata di Francia, secondo quanto testimoniato daGiovanni Pandolfini: Questa sera il signor Don Hercule et Madama hanno facto la loroentrata nella cipt; et sono stati da questo Sig.re honorati assai, et maxime di quelle coseche sua Ex.tia tiene pi care cio di fare bella mostra delle sue artiglierie, le quali ha factotrarre di sorte doveranno essere sute sentite fin da Bologna. Le nozze di Ercole e Renatane richiamano altre, similmente se non pi splendide, dove non deve essere mancato ilfragore dei colpi sparati a salve: le seconde dello stesso Alfonso con Lucrezia, figlia dipapa Alessandro VI, al suo terzo matrimonio. Lucrezia arriva a Ferrara, da Roma, il 2

    febbraio 1502, dopo un viaggio ovviamente incomodo. Nonostante le difficolt, aggravatedalle frequenti nevicate che costringono a continue soste, la promessa sposa viaggia conun corredo trasportato da ben 150 muli, per un valore stimato allepoca intorno a 300.000ducati doro, un patrimonio ingentissimo di gioielli, abiti, argenterie, tessuti preziosi earazzi. Le feste e gli spettacoli di benvenuto suscitano grandissimo clamore, come riportain cronaca Marin Sanudo.Ci pone laccento su un altro aspetto della vita di corte, quello mondano e intellettuale,che larrivo di Lucrezia contribuisce ad arricchire, grazie al suo fascino personale, allapassione per le belle vesti e i gioielli che condivide con la cognata Isabella, allariconosciuta abilit nellintrattenere rapporti con gli umanisti che frequentano la corte (nota la passione amorosa che nutriva per lei Pietro Bembo). Limportanza dellevento trova

    espressione soprattutto nel massiccio programma di rinnovamento edilizio che investe lacitt, durante la preparazione e nei due anni successivi, programma condotto conlinsostituibile collaborazione di Biagio Rossetti. A circa un decennio pi tardi -

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    presumibilmente dopo la vittoria conseguita su Ravenna risale forse quella chepossiamo ritenere la castalderia di Ospital Monacale, cio una delle residenze fuori cittche erano, nel contempo, centri operativi dellorganizzazione fondiaria degli estensi nelFerrarese e nel Polesine rodigino.

    Ledificio principale ha una vasta sezione centrale ad un solo piano, comprendente unambiente a T (fig. 4 A), in asse con i portali di accesso anteriore e posteriore,fiancheggiato da due sale con camino (fig. 4B), poste in posizione simmetrica e affacciatesul fronte. Due piccoli vani, anchessi laterali e simmetrici, contengono le scale di accessoal piano superiore (fig. 4C) e alle soffitte. Il salone centrale ha unaltezza monumentale(528 cm) e un imponente soffitto ligneo, parzialmente dipinto, sostenuto da bellissimemensole, intagliate e dipinte con una raffinatezza almeno pari a quelle di palazzoRondinelli, la cui decorazione pittorica per ormai irrimediabilmente perduta. La stessaaltezza hanno i due grandi vani con camino. Le porzioni laterali del corpo di fabbrica (fig.4D) sono invece a due piani, con soffitti di altezza inferiore ai tre metri: il piano terreno eradestinato ai servizi, il primo piano alle camere da letto della corte e degli ospiti.

    Fig. 4(grafico L. Gnaccarini Studio Coatti)

    Questarticolazione in parti che hanno livelli diversi e in cui trovavano spazio funzioni siaresidenziali che di servizio trova riscontro evidente nel prospetto anteriore dove, allequattro grandi finestre delle due grandi sale con camino, su un solo livello, si affiancanolateralmente quelle pi piccole delle ali di servizio, disposte sui due piani; fuoriallineamento con queste e quelle risultano le due, ancora pi piccole, ai lati del portonedaccesso, che danno luce al grande vano centrale. Una simile distribuzione delleaperture, corrispondenti alle diverse funzioni delledificio e con relativo rispetto dellasimmetria, anche se non attribuisce direttamente la paternit della fabbrica a BiagioRossetti la questione merita ovviamente dessere demandata ad altra occasione e aglistudiosi della materia sembra per collocarsi allinterno di quella tradizione. Cos come il

    fatto che tutte le imposte delle finestre originarie sono incardinate agli angoli e, quandoaperte, verso linterno, si incassano nel muro come a Schifanoia per intenderci -consentendo, come osserva Bruno Zevi, alla luce di penetrare radente i muri laterali,

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    evitando di proiettare lombra delle stesse, mentre la parte centrale della parete impegnata dal camino e dalla canna fumaria.

    La villa, la torre colombia e larea di pertinenza, di propriet privata, sono dal 1990vincolate dalla Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici. Grazie

    allautorizzazione e alla fattiva collaborazione della propriet stato possibile effettuarne,oltre ad una dettagliata documentazione fotografica interna ed esterna, i rilievi dei prospettianteriore e posteriore e delle piante. Queste operazioni hanno anche consentito direndersi conto dello stato di conservazione delledificio e di individuare sia i percorsipraticabili per effettuare i primi interventi, sia i problemi di consolidamento e restauro.A questo scopo stata quindi indirizzata una segnalazione agli organi di tutela, alleamministrazioni, alluniversit e alle associazioni che fanno opera di sensibilizzazione sullaconservazione del patrimonio artistico. Si cos pervenuti ad un incontro con laSoprintendenza ai Beni Artistici e Architettonici di Ferrara che sta operando con lapropriet alla ricerca di una soluzione. E seguita, a breve distanza di tempo, lapresentazione del caso nel corso dellassemblea annuale della sezione ferrarese di Italia

    Nostra (14.01.2012). Successivamente, per iniziativa congiunta della Soprintendenza edella Facolt di Architettura, stato organizzato un workshop sul restauro della villa, nelcorso dellannuale fiera del restauro (Ferrara, 28-31.03. 2012).

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