OS 2011 004 INT - Il Centro Sanitario · ai movimenti d’inversione ed eversione ... che indica...

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Ortopedici & Sanitari maggio 2011 16 Intervista Centro Sanitario Giulia Agresti Da Collegno Per il piede, scientificità e metodo Centro Sanitario di Collegno si occupa da oltre vent’anni del piede, con ortesi plantari e calzature. Approccio scientifico, metodo di lavoro consolidato e attrezzature all’avanguardia hanno permesso di fidelizzare la clientela e rafforzare la crescita S pecializzata nella cura del piede in tutte le sue declinazioni - dalla realizzazione di ortesi plantari fino alla fornitura di calzature appropriate per ogni situazione - l’Ortopedia Centro Sanitario nell’hinterland torinese da quasi due decenni. L’approccio scientifico verso qualsiasi problema podalico, una metodologia di lavoro consolidata e l’utilizzo di attrezzature all’avanguardia per l’analisi del passo hanno permesso a questa struttura di ottenere sempre ottimi risultati, fidelizzando così la clientela, oggi consolidata e in crescita. Titolari dell’Ortopedia sono i fratelli Raggi, Marco e Maurizio, entrambi tecnici ortopedici. “Camminare nel benessere” è il vostro slogan… «…e anche il nostro principale impegno. Una calzatura troppo stretta, una tomaia rigida così come un cattivo appoggio plantare sono spesso causa di problemi a carico del piede con comparsa di dolori, infiammazioni e, talvolta, quando già presenti, un aumento dei disturbi posturali. Dolori a volte anche fastidiosi, mal sopportati e che predispongono la persona al cattivo umore». Il Centro Sanitario nasce per risolvere questi problemi. «Io e mio fratello Marco abbiamo rilevato l’attività di questa ortosanitaria nel novembre del 1990: allora la sede di circa 90 m 2 era poco distante dall’attuale. Il Centro Sanitario esisteva già dal 1982 anche se, come rivela il nome, era maggiormente improntato alla vendita di articoli sanitari. Questi ultimi (elettromedicali, dispositivi per l’arto inferiore e superiore e per il tronco, ausili per la deambulazione, materiali e attrezzature varie), comunque, continuiamo a proporli al di là della nostra specializzazione sul piede. Dedicarci sempre più all’ambito del piede e alle sue problematiche è stata una scelta precisa, scaturita dall’esperienza già consolidata di Marco nella calzoleria su misura e sostenuta poi dall’idea di specializzarci, di focalizzare le nostre risorse economiche e intellettuali in un comparto specifico dell’ortopedia. Non vogliamo essere dei “tuttologi”, preferiamo piuttosto offrire alla clientela il miglior servizio possibile nel nostro specifico ambito di competenza. Con questo - tengo a precisare - non c’è da parte nostra disinteresse per altri settori, bensì la volontà di affrontare un argomento in modo molto specialistico. Occuparsi di ambiti diversi richiederebbe altresì superfici notevolmente estese. Qui a Collegno, nell’attuale sede di via Roma 15, la nostra struttura è di 250 m 2 , perfetta per quanto riguarda l’argomento piede ma assolutamente inadeguata a ospitare altre forme di ortopedia: c’è il giusto spazio per i salottini di prova, c’è la sala dedicata all’analisi del passo, il laboratorio, il magazzino, gli uffici e un ampio e luminoso locale di vendita…». Il team del Centro Sanitario al completo

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Ortopedici & Sanitarimaggio 201116

Intervista

Centro

Sanitario

Giulia Agresti

Da CollegnoPer il piede, scientificità e metodo

Centro Sanitario di Collegno si occupa da oltre vent’anni del piede, con ortesi plantari

e calzature. Approccio scientifico, metodo di lavoro

consolidato e attrezzature all’avanguardia hanno

permesso di fidelizzare la clientela e rafforzare la crescita

Specializzata nella cura del

piede in tutte le sue declinazioni

- dalla realizzazione di ortesi

plantari fino alla fornitura di

calzature appropriate per

ogni situazione - l’Ortopedia Centro

Sanitario nell’hinterland torinese da quasi

due decenni. L’approccio scientifico

verso qualsiasi problema podalico, una

metodologia di lavoro consolidata e

l’utilizzo di attrezzature all’avanguardia

per l’analisi del passo hanno permesso a

questa struttura di ottenere sempre ottimi

risultati, fidelizzando così la clientela,

oggi consolidata e in crescita. Titolari

dell’Ortopedia sono i fratelli Raggi, Marco

e Maurizio, entrambi tecnici ortopedici.

“Camminare nel benessere”

è il vostro slogan…

«…e anche il nostro principale impegno.

Una calzatura troppo stretta, una tomaia

rigida così come un cattivo appoggio

plantare sono spesso causa di problemi

a carico del piede con comparsa di

dolori, infiammazioni e, talvolta, quando

già presenti, un aumento dei disturbi

posturali. Dolori a volte anche fastidiosi,

mal sopportati e che predispongono

la persona al cattivo umore».

Il Centro Sanitario nasce per

risolvere questi problemi.

«Io e mio fratello Marco abbiamo rilevato

l’attività di questa ortosanitaria nel

novembre del 1990: allora la sede di

circa 90 m2 era poco distante dall’attuale.

Il Centro Sanitario esisteva già dal 1982

anche se, come rivela il nome, era

maggiormente improntato alla vendita di

articoli sanitari. Questi ultimi (elettromedicali,

dispositivi per l’arto inferiore e superiore e

per il tronco, ausili per la deambulazione,

materiali e attrezzature varie), comunque,

continuiamo a proporli al di là della nostra

specializzazione sul piede. Dedicarci

sempre più all’ambito del piede e alle sue

problematiche è stata una scelta precisa,

scaturita dall’esperienza già consolidata di

Marco nella calzoleria su misura e sostenuta

poi dall’idea di specializzarci, di focalizzare

le nostre risorse economiche e intellettuali in

un comparto specifico dell’ortopedia. Non

vogliamo essere dei “tuttologi”, preferiamo

piuttosto offrire alla clientela il miglior

servizio possibile nel nostro specifico

ambito di competenza. Con questo -

tengo a precisare - non c’è da parte nostra

disinteresse per altri settori, bensì la volontà

di affrontare un argomento in modo molto

specialistico. Occuparsi di ambiti diversi

richiederebbe altresì superfici notevolmente

estese. Qui a Collegno, nell’attuale sede di

via Roma 15, la nostra struttura è di 250 m2,

perfetta per quanto riguarda l’argomento

piede ma assolutamente inadeguata a

ospitare altre forme di ortopedia: c’è il

giusto spazio per i salottini di prova, c’è

la sala dedicata all’analisi del passo, il

laboratorio, il magazzino, gli uffici e un

ampio e luminoso locale di vendita…».

Il team del Centro Sanitario al completo

Ortopedici & Sanitarimaggio 2011 17

Specialisti quindi nel piede.

«Una parte rilevante dell’attività del Centro

Sanitario (circa l’80%) è concentrata sul

piede, tuttavia non abbiamo abbandonato,

come detto, la commercializzazione

di articoli sanitari di altro tipo. Di

quest’ultimo aspetto si occupano le nostre

collaboratrici e nostra madre Rosa, molto

attiva nonostante l’età: proprio lei, con

i suoi 45 anni d’esperienza nel settore,

ci ha trasmesso la passione e ci ha

indirizzato verso questa professione».

Articoli sanitari sempre più

preziosi ai � ni del bilancio…

«Abbiamo sempre un occhio di riguardo

per gli articoli sanitari e cerchiamo di

sviluppare quest’ambito anche con

un’offerta di qualità. Il privato diventa

quanto mai importante in periodi come

questo, in cui di anno in anno il margine

di guadagno sui prodotti rimborsati dal

Ssn si riduce, da un lato per l’incremento

del costo di materie prime, semilavorati o

prodotti finiti, dall’altro per l’ormai tragica

stasi dei prezzi del Nomenclatore tariffario».

Tornando al piede, seguite una

metodologia speci� ca per la

realizzazione del presidio sanitario?

«Per la costruzione di un’ortesi plantare

utilizziamo un approccio veramente

metodico: un processo standardizzato

caratterizzato da alcuni passaggi. Prima

di passare alla presa dell’impronta e alla

successiva realizzazione del plantare,

iniziamo sempre da un’analisi approfondita

del piede, che prevede anzitutto la richiesta

della prescrizione medica dell’ortesi

plantare e le valutazioni strumentali

eseguite (Tac, Rm, lastre, ecografie ecc.).

In seguito alla rilevazione di una comune

impronta podalica su inchiostro, effettuiamo

l’ispezione, la palpazione e un’analisi

articolare posizionando il paziente

posizionato sul lettino e misurando alcuni

angoli importanti legati alla tibiotarsica e

ai movimenti d’inversione ed eversione

dell’articolazione sottoastragalica.

Misurazioni che non riguardano soltanto

il retropiede ma anche l’avampiede:

sempre in catena cinetica aperta, si valuta

la mobilità funzionale del primo raggio

metatarsale. In caso siano presenti disturbi

di eterometrie o disturbi posturali, vengono

anche valutati approfondimenti agli arti

inferiori. Completata questa prima fase,

si passa alla visualizzazione classica

con il podoscopio per definire un quadro

ben preciso sulla staticità del piede, alla

quale segue l’indagine anamnestica con

un questionario di valutazione per meglio

focalizzare la problematica. Al paziente si

chiedono alcune informazioni come l’entità

del dolore, quando esso scaturisce, la

sua tipologia. Tale indagine ci permette

di ottenere elementi utili per inquadrare

meglio il tipo d’intervento ortesico».

Quindi si passa all’analisi

baropodometrica.

«È uno studio che comprende un esame

statico e successivamente dinamico

per ottenere una mappatura completa

del piede e per conoscere le forze, le

pressioni, le superfici d’appoggio ecc.

A questo proposito ci avvaliamo di una

strumentazione all’avanguardia, che

impiega anche un sistema di telecamere

con modalità di ripresa in posizione

frontale e sagittale. Le informazioni

raccolte attraverso questo sistema,

accompagnate anche dalla refertazione

podografica, ci permettono di ottenere

un quadro quanto mai completo del

L’attività del Centro Sanitario è focalizzata sulla cura del piede

Nel Centro si trovano anche elettromedicali, dispositivi per l’arto inferiore e superiore

e per il tronco, ausili per la deambulazione, materiali e attrezzature varie

Ortopedici & Sanitarimaggio 201118

Intervista

Centro

Sanitario

comportamento del piede nelle diverse

fasi del passo. Oggi possiamo parlare

davvero di monitoraggio (termine a volte

abusato nel nostro campo) grazie ai molti

dati oggettivi raccolti, che ci permetteranno

di effettuare un confronto reale a distanza

di tempo, valutando eventuali modifiche

strutturali da apportare sull’ortesi.

Follow-up, quindi, attraverso controlli

programmati post-consegna, aspetto

molto importante per verificare l’efficacia

dell’ortesi, risolvere dubbi ed effettuare

modifiche programmate o non previste per

il completamento del trattamento ortesico».

I dati e le informazioni raccolti vengono

inseriti in un software dedicato.

«Un software che è stato possibile

sviluppare grazie alla collaborazione con

un’azienda specializzata. È uno strumento

di lavoro prezioso perché, attraverso la sua

elaborazione, siamo in grado d’individuare

la migliore soluzione al problema e redigere

un programma terapeutico ad hoc. Grazie

all’interfaccia con un altro software, infatti,

sarà possibile redigere una scheda delle

verifiche e dei collaudi, fondamentale

anche ai fini della tracciabilità dei materiali

utilizzati per realizzare l’ortesi, nel rispetto

delle nuove disposizioni normative di

accreditamento. Questi documenti, insieme

con tutte le procedure per la gestione della

qualità, rappresentano aspetti con i quali

tutte le aziende ortopediche dovranno

confrontarsi per essere accreditate, in un

prossimo futuro, secondo il regolamento

previsto per le prestazioni orto-protesiche».

Quanto conta l’esperienza del tecnico

in questa prima fase d’acquisizione

di dati e informazioni?

«È fondamentale. Sono molti gli aspetti

che non possono essere trascurati, a

partire dalla misurazione goniometrica,

che indica l’escursione dell’inversione-

eversione del retro piede: un dato in

apparenza banale ma estremamente

importante per inquadrare al meglio il

problema (se il piede è solido, lasso o

ipermobile). Anche in fase di rilevazione

podografica nulla può essere lasciato

al caso, il paziente va istruito per

effettuare correttamente la camminata

sulla pedana baropodometrica, affinché

i dati ottenuti siano significativi e

credibili. Minimo comune denominatore

di questa fase dev’essere la

standardizzazione del risultato, senza

la quale il dato non avrebbe valore».

Presa dell’impronta e realizzazione

del plantare, in� ne…

«Se i dati raccolti in questo studio

iniziale sono sufficienti, procediamo alla

realizzazione vera e propria dell’ortesi.

Fase, quest’ultima, preceduta di solito

dalla presa del calco, operazione molto

importante e da eseguire seguendo un

protocollo standardizzato che permetta

di realizzare il calco del piede in una

“neutra” dell’astragalo e tenendo conto

di tutte le informazioni recepite con

la valutazione tecnico-strumentale.

Diversamente, ove necessario,

approfondiamo con ulteriori indagini

attraverso l’utilizzo di solette elettroniche».

Può approfondire questo aspetto?

«Attraverso questo studio possiamo

ottenere informazioni più specifiche

sulla postura globale del piede durante

la deambulazione o osservare picchi di

pressione in caso di patologie specifiche.

È il caso di dismetrie o sovraccarichi

legati a situazioni come il diabete, per i

quali è importante conoscere le pressioni

plantari all’interno della calzatura, ma

anche dell’ambito sportivo dove è richiesta

un’alta frequenza di campionamento per

meglio comprendere il gesto atletico.

Anche in questo caso ci serviamo di un

protocollo operativo ben definito: per

ottenere dati confrontabili utilizziamo

per lo studio, quando possibile, una

calzatura tradizionale con fondo in para

che, grazie alla sua ottima flessibilità,

ben si adatta allo scopo. Fondamentale

è anche la precisione dei sensori: per

questo dal 2008, in collaborazione con

un’azienda tedesca, utilizziamo sensori

di ultima generazione, di tipo capacitivo. Marco (a sinistra) e Maurizio Raggi con la madre Rosa, da 45 anni nel settore

Ortopedici & Sanitarimaggio 2011 19

Questi sensori, a differenza di quelli di tipo

resistivo, hanno un’isteresi molto bassa che

permette di registrare errori inferiori al 3%».

Per la realizzazione del plantare -

passiamo allo step successivo -

utilizzate la lavorazione tradizionale. Non

vi siete fatti ancora tentare dal cad cam?

«Siamo un’azienda molto tecnologizzata

ma ciò non significa investire

nell’innovazione tout court. Le nuove

tecnologie ci interessano a condizione che

consentano all’azienda un reale percorso

di crescita e performance superiori per

ciò che produciamo. Per certi versi ,il

cad cam è una tecnologia affascinante:

la parte di progettazione cad dell’ortesi è

davvero interessante, ma purtroppo la fase

successiva di realizzazione del plantare

con la fresa a controllo numerico non è

ancora in grado, a nostro avviso, di offrire le

migliori prestazioni. E questo perché lavora

su materiali mono o bicomponenti. Una

delle caratteristiche fondamentali di una

buona ortesi plantare è garantire la giusta

compressione, elasticità, shore differenziati

a seconda della zona del piede e questo

oggi è ancora ottenibile soltanto con una

costruzione artigianale, con l’inserimento

del materiale più idoneo nel punto giusto».

La calzatura non è meno

importante di un plantare realizzato

secondo i dovuti crismi.

«La calzatura è il contenitore del piede,

quindi riveste un’importanza equiparabile a

quella del plantare. Individuare la calzatura

più idonea richiede esperienza e attenzione

in ogni sua componente. Anzitutto la calzata

(il piede può essere magro, medio, largo

oppure robusto), che detta le condizioni

standard per la realizzazione del plantare.

Ci sono poi: il tacco che, per esempio,

potrà svolgere un ruolo antinfiammatorio

e di aiuto nel caso di problema al tendine © RIPRODUZIONE RISERVATA

Approccio scientifico, metodo di lavoro

consolidato e attrezzature all’avanguardia

permettono di garantire risultati di qualità

Per la costruzione di ortesi plantari il Centro

segue un processo standardizzato

calcaneare; il fondo per il quale potrebbe

essere necessaria una maggior morbidezza

e flessibilità; il tipo di chiusura allacciato o

a velcro. Date tutte queste variabili, appare

evidente l’importanza di avere un’offerta

assortita. A tal proposito, per alcuni

modelli abbiamo messo a disposizione

della clientela una serie di forme differenti

per soddisfare le esigenze di calzata

ma anche di costruzione ortesica».

L’ortopedia del piede in futuro

evolverà in futuro?

«Penso al telefonino: vent’anni fa se ne

utilizzavano di molto grandi. I primi portatili

erano ingombranti e poco pratici. Oggi il

telefono cellulare è compatto e con un ricco

corredo di funzioni, a volte molto (se non

addirittura troppo) sofisticate. Lo stesso

potremo dire del plantare. L’evoluzione in

termini di materiali è stata impressionante

nell’ultimo ventennio, tanto che oggi le

prestazioni di queste ortesi sono notevoli,

proprio grazie ai materiali innovativi con i

quali sono costruite. Nonostante il progresso,

comunque, penso esistano ancora ampi

margini di miglioramento per il futuro. E

mi auguro accada lo stesso per il cad

cam, affinché si superino quei limiti cui ho

accennato, che rallentano l’ampia diffusione di

questa tecnologia nelle officine ortopediche».

Cosa pensa del futuro della

vostra categoria?

«Per i tecnici ortopedici, i titolari delle

ortosanitarie si stanno aprendo periodi

complessi. Nell’intento di contenere la

spesa pubblica si ridurrà sempre più la

rimborsabilità dei dispositivi ortopedici

da parte del Ssn. Sappiamo bene che

la sanità incide pesantemente sul debito

pubblico del nostro Paese. Partendo

da questa premessa, penso che i tempi

siano maturi per una rivisitazione della

figura del tecnico ortopedico, che non

dovrà più essere legato esclusivamente

alla produzione dei presidi, ma che si

occuperà sempre più anche della parte

imprenditoriale della sua azienda. Come

imprenditore, il tecnico ortopedico dovrà

analizzare, servendosi di strumenti

informatici, l’andamento della sua

azienda, conoscere i settori più efficienti

e remunerativi e su di essi puntare le

proprie risorse. Noi utilizziamo questa

filosofia gestionale da parecchio

tempo, tanto che nel 2008, consapevoli

dell’importanza del settore piede nella

nostra attività, abbiamo deciso d’investire

su di esso in maniera considerevole,

acquistando le tecnologie avanzate di cui

abbiamo parlato. Investire in tecnologie

tanto sofisticate può sembrare, agli occhi

di molti, uno spreco di risorse, ma non

per noi che crediamo profondamente

nell’importanza di acquisire maggior

professionalità nel settore di cui

ormai da oltre vent’anni ci occupiamo

senza mai trascurare e dimenticare

le nostre origini di professionisti

artigiani in ambito ortopedico».