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ORGANO UFFICIALE DELLA PRESIDENZA DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE GRANATIERI DI SARDEGNA ANNO LXVI N . 1 GENNAIO MARZO 2012 PUBB. TRIMESTRALE SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE D.L. 353/2003 CONV IN L. N. 46 ART. 1 COMMA 1 D.C.B. ROMA Di noi tremò la nostra vecchia gloria. Tre secoli di fede e una vittoria G. D’Annunzio

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  • ORGANO UFFICIALE DELLA PRESIDENZA DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE GRANATIERI DI SARDEGNAANNO LXVI N . 1 GENNAIO MARZO 2012 PUBB. TRIMESTRALE SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE D.L. 353/2003 CONV IN L. N. 46 ART. 1 COMMA 1 D.C.B. ROMA

    Di noi tremò la nostra vecchia gloria.Tre secoli di fede e una vittoria

    G. D’Annunzio

  • lettera dal direttoreLa mia lettera, questa volta, contiene delle scuse.Per motivi ancora non del tutto accertati, è finito nella spazzatura il «faldone» contenente tuttoil materiale pervenuto per il presente numero della rivista. Per fortuna, l'incidente è avvenuto dopo che erano stati memorizzati, su supporto elettronico,tutti i testi – anche quelli arrivati per posta ordinaria. Ne consegue che, purtroppo, sono andateirrimediabilmente perse tutte le fotografie (invero non tantissime) che erano state spediteutilizzando il servizio postale e non inviate per e-mail.Mi dispiace, in particolare, per le foto relative al ricordo di coloro che ci hanno lasciato. Credetemi: sono veramente costernato.

    Chi ritenesse indispensabile la pubblicazione delle foto andate perdute, è pregato di inviarlenuovamente alla Redazione che, in qualche modo, provvederà alla loro pubblicazione.

    Spero che quando arriverà la rivista abbiate trascorso in pace e serenità le festività pasquali.In ogni caso, vi invio, anche se a posteriori, i miei più fervidi e sinceri voti augurali.

    Direttore responsabile: Antonino Torre

    Redazione: Ernesto Bonelli, Alba Maria Mendico, Adalberto Bendinelli

    Segreteria: Mario ScalziAmministrazione: Benito Chiepolo

    indirizzo email redazione: [email protected] –––––––––––––

    Autor. Trib. N. 5244 del 22-5-1956 Iscrizione al Registro degli Operatori della Comunicazione (R.O.C.)

    n. 1599 del 10 ottobre 2001–––––––––––––

    Grafica: Marcello Ciriminna–––––––––––––

    Stampa: Romana EditriceSan Cesareo - RM–––––––––––––

    Editore: Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna00185 Roma, piazza Santa Croce in Gerusalemme, 7

    Tel 06/7028289 - Fax. 06/70393086E-mail [email protected]

    http://www.granatieridisardegna.itC.F.03073220588

    Presidente Onorario: On. Lino FornalePresidente: Mario Buscemi

    Vice Presidente: Ernesto BonelliSegretario Nazionale: Claudio Sampaolo

    Comitato Centrale: Antonino Torre, Roberto PadovaniPaolo Rossi, Antonio Giovannelli

    –––––––––––––Condizioni di cessione del periodico

    Una copia Euro 2,00Abbonamento ordinario Euro 10,00Abbonamento sostenitore Euro 15,00Abbonamento benemerito Euro 25,00Una copia arretrata Euro 2,50

    Gli abbonamenti possono essere sottoscritti anche mediante il c/c postale n.34577007 intestato alla Presidenza Nazionale ANGS avendo cura di indicarenella causale: “sottoscrizione abbonamento”

    –––––––––––––Quanto espresso dai singoli autori negli articoli firmati non

    rispecchia necessariamente il pensiero dell’editore e del direttore

    La collaborazione al giornale avviene a titolo volontario e gratuito. Tutto il materialeche perviene in Redazione, anche se non pubblicato, non viene restituito. La reda-zione si riserva la facoltà di modificare e/o sintetizzare i testi che vengono forniti.

    Chiuso in tipografia il 16-04-2012In copertina:Soldato della 2a Compagnia Granatieri di Sardegna in

    missione nel distretto di Farah.

    in questo numero

    2

    editoriale p. 3

    attualità p. 4

    brevi e liete p. 10

    storia p. 12

    lettere al direttore p. 19

    letti per voi p. 21

    alamari con le stellette p. 23

    attività associativa p. 29

    offerte p. 43

    sfileranno sempre... p. 44

  • editorialeeditoriale

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    CI RISIAMOIl cambio dei vertici nell 'Amministrazionedella Difesa ha riproposto in tutti i suoiaspetti quei problemi che, forse con un ec-cesso di ottimismo, avevamo consideratosuperati. Dopo il programma ufficioso, ma reso co-munque noto agli interessati, che vedevauna nuova struttura per la nostra Brigata,con il ritorno alla vita attiva di tutti e tre inostr i glor iosi reggimenti , i l cambio diGoverno e dei Capi di Stato Maggiore hacomportato un riesame di tutta la strutturadelle Forze Armate, secondo le necessitàdi ulteriori economie imposte dalla gravesituazione finanziaria del bilancio delloStato. Come sempre accade, tutti sono d'accordosulla necessità dei tagli, ma quando si trattadi designare chi deve essere colpito, suben-trano non poche difficoltà. Ogni ForzaArmata vanta i sacrifici già compiuti e l'im-portanza delle missioni da svolgere; pren-dere decisioni è difficile e richiede equili-brio e soprattutto tempo perché non sigiunga a scelte affrettate e superficiali... .In tale contesto - ahimè le cattive abitudinie i pregiudizi sono duri a morire – si è ri-parlato di scioglimento della nostra Bri-gata, attribuendo ai Granatieri una scarsaattitudine all ' impiego operativo per il pre-valere dei compiti di rappresentanza e dipresenza nella Capitale.Ancora nulla di definitivo c'è stato e su-bito abbiamo avviato tutte le possibili a-zioni intese ad evitare il danno, che sa-rebbe irreparabile per due motivi pari-menti rilevanti.Da una parte non è pensabile che vengacancellata l 'espressione più significativadella storia, non solo del nostro Esercitoma anche di tutte le Forze Armate, per ilvanto della primogenitura che nessuno cipuò negare e che in qualsiasi Istituzioneche tiene in considerazione i suoi Valorisarebbe oggetto di rispettosa, se non addi-rittura sacrale, considerazione. Si è parlato addirittura di inserire il nostroReggimento nella Brigata Sassari, per unaimpropria relazione con la terra sarda,quale manifestazione di chiara ignoranzadelle origini delle due Unità, la nostra ri-

    salente all 'antico,l ' a l t r a , p u r g l o-r i o s i s s i m a , n a t acon la prima guer-ra mondiale.D'altra parte è datener presente chela Brigata Grana-tieri occupa unospazio importantenel territorio na-z i o n a l e , c h e r i -guarda non solo laCapitale ma ancheuna larga fascia del-l'Italia Centrale; ilsuo scioglimentoc o m p o r t e r e b b equindi l'assenza di qualsiasi comando opera-tivo in questa vasta area, ove spesso sono ri-chiesti interventi delle Forze Armate, comead esempio per l'operazione «Strade Sicure»,già da tempo in atto.Considerazioni di questo genere sono chia-ramente di competenza degli Stati Mag-giori e potremmo essere pertanto accusatidi indebita interferenza, ma tra i compitifondamentali della nostra Associazione c'èla valorizzazione e la salvaguardia dei va-lori e delle tradizioni del nostro Corpo, deiGranatieri e della loro impareggiabile sto-ria.Le nostre istanze vanno perciò consideratequanto meno come un «grido di dolore»che si alza da tutta Italia e che esprime isentimenti di quanti nei Granatieri credonocome simbolo della nostra storia, di amorpatrio e di rispetto delle istituzioni. Nel passato abbiamo mandato centinaia difax a tutte le massime Autorità per salva-guardare i l r ispetto verso i Granatieri ,stiamo ora tentando altre vie e ci è statoassicurato l 'appoggio di Autorità di altis-simo livello, speriamo che abbiano la forzanecessaria per prevalere su altri orienta-menti diversamente ispirati.Dopo la svendita della caserma Gandin,peraltro non ancora definitiva, un altrocolpo potrebbe essere inferto ai nostri ri-cordi, alla nostra passione ma… spes ul-tima dea .

  • attualitàattualità

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    Ciao Roberto! Così, il Generale Buscemi, rivol-gendosi a te, nella piccola Chiesa del-l'Ospedale Militare del Celio, ha iniziato ilsuo discorso commemorativo nei tuoi confronti. Non ha mai rivolto lo sguardo verso di noi astanti ilGenerale! Ha sempre e solo puntato i suoi occhi verso di te. Lesue parole hanno aggiunto commozione alla com-mozione che già era presente dentro di noi. Pensavo di non farcela ad arrivare a Roma quelgiorno! Tutto sembrava cospirare contro, prima gliorari delle tue esequie: alle 10.00, no alle 9,15! Poi, fi-nalmente, alle 12.00! In seconda battuta il maltempo!Così, quando alle 11.00 sono uscito dalla stazionemetro del Colosseo, contento di essere lì, ho imma-ginato di sentirti bisbigliare alle mie orecchie: «sa-pevo che saresti venuto!» Siamo venuti! I tuoi commilitoni del 58° corso AUC della CasermaClementi di Ascoli erano lì con te.Antonio, Maurizio,Renzo, Sergio, Ro-berto! Presenti! Ti ho conosciuto nelgennaio del 1970,avevi ventanni e lostesso carattere.Discrezione, pu-dore e un grandis-simo senso dell'o-nore e dei valorid e l l ' a m i c i z i a .Carattere che, poi,in una fase tristedella tua vita, ti hafatto soffrire più chechiunque altro nellastessa posizione.In quegli anni eradifficile raggiun-gerti al telefono, bi-sognava insistereper parlarti! Poi, quando tutto si è risolto nel mi-gliore dei modi, (come doveva!), ci abbiamo risosopra assieme. All'orizzonte, poi, è arrivata Isa con ilsuo amore ed i suoi, i vostri ragazzi, e ti ho visto se-

    reno e realizzato. Iltuo impegno serio ecostante alla Segre-teria Nazionale del-l'ANGS ha fatto ilresto. Ma il destino imper-scrutabile e cinico erain agguato, strappan-doti alla famiglia, agliamici ed alla Asso-ciazione. La fittissima nevicatache ha avvolto la tuacassa di legno, all'u-scita dalla Chiesa, hasteso quasi un velosui nostri volti, na-scondendo le nostrelacrime. Quindi: ciao Roberto! Ma il nostro «ciao» è

    sicuramente un «arrivederci» in quell'angolino diCielo riservato ai Granatieri di Sardegna!

    Roberto Pellegrini

    UN PENSIERO PER ROBERTO SANTELLI Segretario Nazionale dell’ANGS

    febbraio 2012

    Santelli e i commilitoni del 58° AUC.

  • attualitàattualità

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    IL SETTIMO ANNIVERSARIO nel RICORDO DI PADRE CHITI

    La Città sulla Rupe, bella ed enigmatica, è ri-masta nel cuore di tutti noi che alla caserma«Piave» fummo chiamati in gioventù a servirela Patria, mettendo alla prova il nostro carattere, lon-tani dal calore della famiglia, dall'affetto della fidan-zatina e dagli amici dell'adolescenza. Ma vi tro-vammo nuovi amici, ci scoprimmo insieme più ma-turi e forti al termine di quell'esperienza di vita mili-tare che oggi la maggioranza dei giovani non co-nosce.Orvieto rimane nel cuore: è un fatto. «Il cuore ha lesue ragioni che la ragione non conosce», scrisse nel'600 il matematico-filosofo Pascal. Oggi c'è una ra-gione di più: la memoria di un generale deiGranatieri che ha volutodiventare soldato di Diofacendo rivivere il con-vento di San Crispino, unluogo dove tutti possonoritrovare la pace con sestessi e con gli altri.Per le celebrazioni del set-timo anniversario del suopassaggio Lassù, il Gene-rale Padre GianfrancoChiti ha richiamato aOrvieto tanti, tanti deisuoi Granatieri da ogniparte d'Italia, incurantidelle lunghe distanze,degli impegni di lavoro, di qualche acciacco fisico:presenti oltre 30 delle nostre Colonnelle provenientida quasi tutte le Regioni italiane. Il Presidente regio-nale dell'Umbria, Gra. Paolo Rossi, ha predispostoun intenso programma per i giorni 19-20 novembre2011, articolato tra onoranze militari e religiose edeventi culturali. Sabato 19: l'Alzabandiera alla Caserma «Piave»presso il monumento al 3° Granatieri, il benvenutodel Vice Sindaco Dott. Rosmini e l'allocuzione delPresidente Nazionale, Gra Gen. Mario Buscemi, cihanno subito fatto sentire «a casa», tanto che si è in-nalzato spontaneo l'inno «Fratelli d'Italia», che haunito in un unico coro i Granatieri, le Autorità e lafolla di spettatori.Di grande impegno i tre eventi successivi. Al Centro

    Studi «Città di Orvieto» l'archeologo prof. ClaudioBizzarri ha illustrato i recenti scavi effettuati presso lacittà, e gli importanti rinvenimenti etruschi, romani emedioevali e il loro significato. Nel pomeriggio tuttial Convento ricostruito da Padre Chiti, ospitidell'Associazione (ma anche a casa nostra) che neporta il nome e aiuta le missioni africane da Lui fon-date. Seguitissima la dotta conferenza di PadreRaniero Cantalamessa, brillante commentatore tele-visivo, il frate che «fa le prediche» al Papa. PadreFlavio Ubodi ci ha ragguagliati sul processo di beati-ficazione di Fra' Gianfranco Maria e ha concelebratocon gli altri frati la Santa Messa. La sera un altro evento straordinario in Duomo: la

    manifestazione musicaledel coro «All Over GospelChoir» con lo scozzeseToni Randel e la sua cor-namusa.Domenica 20 novembre ciattendeva la solenneMessa al Duomo. Oltre200 i Granatieri presenti euna grande folla di citta-dini non solo orvietanima provenienti da tutti iluoghi dove Padre Chitiha esercitato il suo mini-stero militare e religioso,perché la personalità di

    Padre Chiti spazia in tutta Italia. Nell'omelia l'Officiante S. E. l'Arcivescovo Mons.Giovanni Marra - già Ordinario Militare - ha illu-strato la grande figura del militare e frate GiancarloChiti, il suo rigoroso senso del dovere assieme allasua calda umanità. Come sempre la soprano Rosanna BacchianiMajocchi con il coro del Duomo ha reso la funzioneancora più struggente. Al termine della Santa Messa, conclusa con laPreghiera del Granatiere, squilli di Tromba del«Silenzio» con i Granatieri in G.U.S. impeccabil-mente sull'attenti. Il Gra. Gen. Buscemi ha voluto rin-graziare pubblicamente per le sue alte parole Mons.Marra e tutti i Granatieri e i fedeli che letteralmentegremivano le navate. Come sempre presenti i

    19-20 novembre 2011

  • attualitàattualità

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    Il Generale C.A. Claudio Graziano, Capo diStato Maggiore dell'Esercito, ha ricevuto dalComune di Villanova d'Asti la CittadinanzaOnoraria. La foto ce lo mostra nel bel paese astigiano, festeg-giato dalla popolazione e dalle Autorità, ritrattoamichevolmente con il Gra. Valter Costamagna,presidente della sezione ANGS di Torino (asin.della foto) e il Gra. prof. Angelo Masperone,villanoveseAlla cerimonia ufficiale di conferimento dellaCittadinanza, tra i vari interventi delle Autoritàcomunali, il Gra. prof. Masperone ha rivolto al

    Generale Graziano, «Soldato di Pace», ilcaloroso saluto suo e degli amici disempre. Il Sindaco Roberto Peretti ha infine con-segnato al Generale Claudio Grazianol'artistica pergamena con la motivazionedella Cittadinanza Onoraria conferitagliall'unanimità dal Consiglio Comunale:«...Dopo aver trascorso gli anni giovaniliin Villanova d'Asti, ha realizzato unaprestigiosa carriera militare e si è alta-mente distinto in ruoli di comando in im-portanti missioni di pace internazionalicon onore e prestigio per la Nazione».

    Angelo Masperone

    Generali Simone, Corrado, Falconi, Canarile, Schinae molti altri Alti Ufficiali.L'ultimo atto di quelle intense due giornate - dopo ilricco e cordiale pranzo sociale - si è celebrato allaCaserma «Piave» con il commovente Ammainaban-diera.Grazie, Presidente Gra. Gen. Mario Buscemi, pre-sente a tutte le manifestazioni in programma; grazieal Gra Gen. Antonio Lattanzio, Vice PresidenteNazionale. Grazie Paolo: sei un Granatiere sempre inprima linea. A tutti un sincero arrivederci a Pesaro amaggio davanti alla sua tomba per ricordare PadreChiti; a Orvieto a settembre davanti al «nostro» mo-numento al 3° Granatieri.

    Angelo Masperone

    CITTADINANZA ONORARIA AL GENERALE GRAZIANO

    8 dicembre 2011

  • attualitàattualità

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    Era il 14 settembre del 1860quando le truppe del gene-rale De Sonnaz entraronoda Porta Santa Margherita aPerugia ponendo termine allalunga lotta di liberazione dalladominazione pontificia. E pro-prio in occasione dei 150 annidell'Unità d'Italia l'Associazioneculturale «Enzo Paolo Tiberi», in-titolata al noto avvocato e politicoperugino scomparso prematura-mente negli anni '90, ha voluto ri-cordare l'impresa dei Granatieridi Sardegna, mercoledì 14 set-tembre, con una cerimonia aPorta Santa Margherita.Un'occasione per scoprire unatarga celebrativa in ricordo alla

    liberazione di Perugia dalle truppedel generale Schmid, repressoredell'insurrezione perugina del 20giugno del 1859, ad opera deiGranatieri insieme ai Bersaglieri eagli Artiglieri. Fissato il tricolore ecantato l'inno di Mameli, al mo-mento celebrativo hanno presoparte Antonio Perelli, presidentedell'Associazione culturale che «siispira agli insegnamenti morali, ri-sorgimentali e repubblicani», Al-berto Grohmann, docente in storiaeconomica dell'Università deglistudi di Perugia, Nilo Arcudi, vice-sindaco di Perugia, Alvaro Ver-bena, sindaco di Deruta, e vari cit-tadini.«L'associazione ha deciso di ricor-

    TARGA A PERUGIA PER RICORDARE L’ENTRATA

    DEI GRANATIERI DEL 186014 settembre 2011

    attualità attualitàdare l'eroica impresa, particolarmente significativadella storia perugina - ha sottolineato AntonioPerelli, per lasciare alle generazioni future un segnotangibile.Un momento vissuto dai cittadini con un entu-siasmo tale da indurli ad incitare dalle mura iGranatieri, i Bersaglieri e gli Artiglieri, a dare infor-mazioni sulla città, a calare scale e corde per facili-tare l'ingresso e addirittura ad offrirsi come guideper le strade cittadine».«Quando all'imbrunire di quel 14 settembre - ha ri-cordato ancora - gli ultimi 1700 papalini uscironodisarmati dalla Rocca Paolina, i perugini si riversa-rono festanti per le strade dopo la lunga attesa chedurava dal 20 giugno 1859».

    AVI news

    Il generale Ettore De Sonnaz.

    Lo scoprimento della targa commemorativa.

  • attualitàattualità

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    IL CONTE NICOLÒ GIACCHIIL CONTE NICOLÒ GIACCHI

    Nato a Novara nel febbraio del 1887, da una famigliad’antica nobiltà, abbracciò la carriera delle armipercorrendo i vari gradi della gerarchia militare neiranghi del 1° e del 2° reggimento Granatieri diSardegna. Ufficiale di grande valore, partecipò allecampagne coloniali e alla Prima Guerra mondialemeritandosi una Medaglia di Bronzo, due Medaglied’Argento e l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordinemilitare di Savoia.Giacchi sposò Clotilde Mazzitelli dalla quale ebbeuna figlia, Pieretta, che morì di malattia in teneraetà. Per espressa volontà del conte Giacchi, dueappartamenti di sua proprietà, situati a Roma, fu-rono donati nel 1963 dalla moglie Clotilde aiGranatieri di Sardegna affinché con la loro renditafosse costituito un fondo da dedicare all’assistenzasanitaria delle figlie bisognose di cure deiGranatieri stessi. Il conte Giacchi morì a Roma il 7novembre 1948; sua moglie, donna Clotilde, aConca della Campania il 4 dicembre 1964.

    Il Fondo, che prende il nome dal donatore, viene gestito da un’apposita commissioneistituita presso la sezione ANGS di Roma.

    L’ISCRIZIONE ALL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE GRANATIERI DI SARDEGNA DA DI-RITTO A USUFRUIRE DI UN SOSTEGNO ECONOMICO ALLE CURE MEDICHE CHE,MALAUGURATAMENTE, POTREBBERO SERVIRE ALLE FIGLIE DEI GRANATIERISOCI.

    Per Informazioni contattare la sezione di Roma della ANGS - Via Sforza n. 5 00184 Roma,telefono/fax 06 4746395

    Valerio Zucchi, nostro socio della Sezione di Roma, ci ha chiesto di pubblicare l'an-nuncio dell'Agenzia con la quale collabora. Il suo numero di cell. è: 3933792936

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  • attualitàattualità

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    A OTTO ANNI DALLA SCOMPARSA DI GIANFRANCO CHITI: ... A OTTO ANNI DALLA SCOMPARSA DI GIANFRANCO CHITI: ...

    COSA RIMANE DEL SUO INSEGNAMENTO?COSA RIMANE DEL SUO INSEGNAMENTO?

    Restano vivi nella memoria di coloro che ebbero oc-casione di conoscerlo le immagini e i ricordi legatiai momenti o ai periodi passati insieme. Testimonianze il più delle volte descritte in formasuggestivamente aneddotica e familiare, frutto dellaestrema semplicità con la quale Gianfranco Chiti so-leva intrattenersi con i suoi interlocutori. Da queste testimonianze emergono le doti di figlioaffettuoso, di giovane devoto e rispettoso, di allievodiligente, di ufficiale valoroso, di comandante ecce-zionale, di religioso esemplare.Quello che le innumerevoli, tutte lodevoli, iniziativeintraprese nel suo ricordo in ogni parte d'Italia nonsono ancora riuscite ad evidenziare sufficientemen-te è la valenza universale del suo insegnamentoA otto anni dalla sua scomparsa terrena che cosa

    resta dell'insegnamento di Gianfranco Maria Chiti?È la domanda alla quale la città di Pesaro che si onora di ospitarlo nel suocamposanto con l'organizzazione della locale Sezione dei Granatieri diSardegna in congedo, tenterà di dare risposta tenendo, nell'abituale e bien-nale incontro: un convegno intitolato:

    «L ' insegnamento di Gianfranco Chit i»«L' insegnamento di Gianfranco Chit i»che si terrà a Pesaro nei giorni 5 e 6 maggio 2012.

    Al convegno saranno invitati, sia in veste di testimoni sia in quella di sem-plici partecipanti, tutti coloro cui sta a cuore la valorizzazione e la diffu-sione del messaggio di questo grande Educatore.

    AVVISO PER LA CERIMONIA A MONTE CENGIOAVVISO PER LA CERIMONIA A MONTE CENGIO

    Contrariamente a quanto già previsto nel calendario delle manifestazionidell'A.N.G.S., comunico che abbiamo dovuto anticipare a domenica 3 giugno il pel-legrinaggio a Monte Cengio, perché il giorno 10 a Cogollo del Cengio si terrà una im-portante celebrazione religiosa, di cui siamo venuti a conoscenza solo in questigiorni.La celebrazione vedrà impegnata la popolazione e l'Amministrazione Comunale nel-l'arco di tutta la giornata.Cordiali saluti

    Presidente zona sacra di Monte CengioGra. Giancarlo Busin

  • 10

    brevi e lietebrevi e liete

    Anche i Direttoridiventano Nonni

    Il 28 marzo 2012, pressol'Ospedale Sant'Eugenio diRoma, è nata la piccolaArianna. La neonata è la fi-glia di Giuseppe Torre edella consorte, signoraPaola Carlini.Il nonno, nostro Direttore,generale Antonino Torre,insieme alla nonna, la signora Anna, non stanno nella pelle e condividono lagioia dei felici genitori.Per la cronaca, la piccola alla nascita pesava 4,300 chili ed era lunga 53 cm.Tali misure fanno ben sperare per un eventuale futuro granatieresco.Auguri da tutta la Redazione.

    Compleanno di Don Cristoforo Maggio

    Don Cristoforo Maggio, Canonico della diocesi di Otranto, Cavaliere dellaRepubblica, una volta su proposta del Ministero degli Esteri e un'altra di quello dellaDifesa, già ufficiale in guerra del 1°Rgt. Granatieri, vocazione adulta, parroco prima,

    missionario in Germania tra gliemigranti italiani per oltre duedecenni, ha raggiunto il 23 di-cembre 2011 il traguardo dei 90anni.Una rappresentanza di Granatie-ri della sezione di Maglie gli hareso visita porgendo gli auguriper ogni bene.Mons. Maggio è stato molto fe-lice ed ha augurato ai presenti e atutti i Granatieri di essere sem-pre fieri dell'appartenenza alglorioso Corpo dei bianchi Ala-mari.

    Il presidente nazionale Gen. Bu-scemi e quello regionale Caldarolahanno porto il loro pensiero augu-rale telefonicamente.

  • 11

    ritrovarsiritrovarsi

    Il granatiere Luciano Martini di Castelfranco Veneto e i commilitoni, Adolfo Franzin di Meolo(VE) e Luciano Pisolato di Zelarino (VE), si conobbero nel novembre del 1963 al 1° ReggimentoGranatieri di Sardegna nella 7ª Compagnia, comandata dal capitano Luciano Venturini. I tre erano stati inquadrati con l'incarico di «Zappatore».Nel febbraio del 1965, con il foglio di congedo in mano, si salutarono per l'ultima volta.Dopo 47, anni ad una cerimonia granatieresca svoltasi a Castelfranco Veneto il 18 dicembre2011, si sono riabbracciati, e inevitabilmente, come avviene in queste occasioni, i ricordi sono ri-tornati ai giorni del loro servizio militare. Dopo quasi mezzo secolo, per i tre commilitoni è statoun momento di grande emozione, tanti ricordi e di tanta nostalgia.I tre sarebbero ben lieti di incontrare qualche altro Granatiere, per rivivere i ricordi di quandoerano giovani con le stellette.

    Eugenio Lanaro

    DOPO 47 ANNI

    Ricerca diCommilitoni

    La foto che pubblichiamo,datata 10 giugno 1969, è statascattata alla caserma «Piave»di Orvieto e ritrae un gruppo di reclute in addestramento presso ilCAR.Il terzo, in alto a destra, è il gra. Giuseppe Caldarola, attuale Presidenteregionale della Puglia.«Io sono il 3° in alto da destra. Ma voi tutti dove siete? Fatevi vivi!» èil messaggio che Caldarola ha messo a corredo della foto su FB.Vediamo se nostro tramite Pinuccio riesce a ritrovare qualche commi-litone.

    A destra il presidente Giuseppe Caldarola

    DOPO 43 ANNI

    ritrovarsi ritrovarsi

  • 12

    storiastoria100 ANNI FA, UN GRANATIERE IN LIBIA...

    Nel turbine delle celebra-zioni del centocinquante-simo, è passato un po'sottotono il centenario dell'occu-pazione italiana della Libia(1911).L'occasione per ricordare l'eventomi è stata proposta dall'Associa-zione Nazionale del Nastro Az-zurro di Piemonte che nella riu-nione mensile di Assoarma, mi haconsentito di mettermi in contattocon la famiglia di un Granatieredecorato di Medaglia d'Argentoal Valor Militare esattamentecento anni fa in Libia.L'incontro cordiale e interessantecol Sig. Pier Giacomo Chiorino, fi-glio del Decorato ha riportato allaluce la vicenda che qui vi tra-smetto.Il Granatiere Natale Chiorino,nato a Chivasso (TO) il 17 di-cembre 1890, viene arruolato nell°Rgt Granatieri con cui parte perla Libia nel 1911 alla conquista

    della «quarta sponda».Il 18 gennaio 1912 si trova aGargaresh località sita a circa 6km a est di Tripoli, dove il contin-gente italiano stava costruendodelle fortificazioni. Quel mattinouna nostra colonna al comandodel Col. Amari composta dal IIIBtg. del 52° Rgt. Fanteria, dal IBtg. del l° Rgt. Granatieri, da unaBatteria di Artiglieria da mon-tagna e da 2 Squadroni Guide, fuassalita da nuclei Turchi che fu-rono tosto messi in fuga dal fuocodei nostri pezzi. Ma intorno amezzogiorno il nemico tornò al-l'attacco in forze investendo vio-

    lentemente la colonna italiana neltentativo di avvolgerla sulla de-stra dello schieramento. Il vio-lento combattimento durò finquasi alle ore 17.00, poi i nemicirespinti dai nostri ripiegarono indisordine verso Fonduk el Toger.Nel corso della battaglia il nostroGranatiere Chiorino si meritavala MAVM con la seguente moti-vazione: «Ferito ad un piede du-rante il ripiegamento della suaCompagnia rimaneva al suoposto, prendendo parte al con-trattacco nonostante la ferita(B.U. 1913, pag. 26).Nella fotografia, putroppo persa,

    il Granatiere Chiorino ritratto alcampo in Libia coi suoi commili-toni ed il suo Sergente, è il primoin alto a sinistra coi baffi. Si no-tino due particolari: i volti ab-bronzati dal sole ma tutti con lafronte pallida in quanto protettadalla visiera del berretto dellanuova uniforme grigioverde ap-pena distribuita che diventerà dilì a poco celebre nella GrandeGuerra. Parimenti quella cam-pagna libica segnò il debutto delfucile '91 (nella foto imbracciatodal Granatiere in basso a destra,purtroppo andata persa) che so-stituì il Vetterli e che accompa-

    storia storia storia

  • 13

    storiastoria

    Racconto di Guerra di unGranatiere - Paracadutista

    A17 anni vestivo già il gri-gioverde come volontarionei Granatieri di Sardegnae dopo quattro anni, nel '42, ero inAfrica con la «Folgore».Quanti ricordi dei miei anni diguerra affollano la mente, ma perfortuna non sono tutti tragici. Per esempio, ricordo quella volta,nel 1940, che ero con la Compa-gnia di Granatieri tra Albania e laGrecia. Facevamo parte di unReggimento di formazione deiGranatieri. Ero sergente e radiote-legrafista. Avevo la stazione radioin dotazione. Fui assegnato alle«Bande Albanesi» che erano for-mate da circa 300 uomini, alcunipoco raccomandabili, che abita-vano i territori di frontiera traGrecia e Albania, e si erano offertidi combattere contro la Grecia.Con me c'era anche un plotone diGranatieri mitraglieri, comandatodal maggiore Chiaravalle, una de-gnissima persona. Era il 28 ottobre1940. La guerra contro la Greciaera appena stata dichiarata. Noi ci trovavamo in località Del-vino e da lì ci avviammo verso lamontagna. Iniziammo a salire, sa-lire ... . Io faticavo molto, perché,non pratico di montagna, facevopassi molto lunghi, e allora un al-pino che era vicino a me mi spiegòche in montagna si devono fare

    passi molto più brevi; mi corressi egli fui grato. Arrivammo su che era notte. Ma,parliamo della salita. Avevo l'or-dine di prendere ogni ora il colle-gamento col Comando di Reggi-mento (o di Battaglione). Io ero ilcapo della stazione radio, avevogià fatto due anni di esperienza econ me c'era un granatiere dellaBasilicata arruolato con l'ultimaleva. Si chiamava Salvatori.Continuando la salita, che parevanon finire mai, ad un certo puntosentimmo partire dall'Epiro deicolpi di cannone. I proiettili passa-vano in alto su di noi e li senti-vamo frullare nell'aria, ma per for-tuna andavano a cadere molto piùin là. Ogni tanto mi fermavo perprendere un collegamento e avolte ci provavo anche cammi-nando, Salvatori con la stazione inspalla e io con le cuffie e col tasto:ta, tata, tata … . Facevo le chia-mate e nessuno mi rispondeva.Sentivo tutte le stazioni delmondo, ma nessun segno di vitada quelle che tentavo di contat-tare. Nessuno mi rispondeva.Ricordo che una volta mi ero per-sino messo a piangere. Ero gio-vane, avevo freddo, morto difame, morto di paura. Sentivodella musica, come dei ballabili,pensavo che mentre noi eravamo

    qui a penare, forse da qualcheparte c'era gente spensierata cheballava e allora quella volta mi erotalmente demoralizzato che lacri-mavo, ma nessuno se ne accorse.Facevo ruotare il ragazzo con l'ap-parato radio in varie posizioni.Sentivo Bersaglieri e altri repartiche mi rispondevano, ma daiGranatieri nulla. Intanto arri-vammo in alto su quella mon-tagna e fummo poco per volta cir-condati da una nebbia sempre piùfitta.Noi due a causa delle soste pertentare i collegamenti restavamosempre più indietro. I Granatieri,una trentina erano andati avanti esvanivano nella nebbia. Anchequelli della banda albanese li ave-vamo visti scomparire come fan-tasmi che sfumavano nella nebbia.Ormai soli riprendemmo la salitacon visibilità zero, poi il terreno sifece meno ripido fino a diventarepianeggiante. Eravamo in cima.Passammo vicino ad una posta-zione di guardie di confine. Midissi: «qui occorre stare attenti»ma dentro non c'era nessuno, solopaglia e qualcos'altro. Forse eranoscappati. Ora dovevo decidere chefare.Mi misi a gridare; «granatieri, gra-natieri... ». Macchè, nessuno ri-spondeva, nessuna visibilità, non

    Carlo Pani classe 1921 racconta:

    gnerà il soldato italiano fino allaII Guerra Mondiale (e oltre, in al-cuni Corpi).Rientrato in Italia, il GranatiereChiorino si sposò ed ebbe un fi-glio, ma dovette presto ripartireper lo scoppio della I GuerraMondiale dove, essendo uno deipochi elementi all'epoca dotati dipatente automobilistica, si trovò a

    prestare servizio come autista deiprimi autocarri del RegioEsercito. Tornato a casa dopo lafine del conflitto, scopri triste-mente di aver nel frattempo persola moglie e la figlia mai cono-sciuta, portate via entrambe dallafamigerata epidemia di influenzaspagnola. Chiorino aprì un ne-gozio di tessuti in Torino, che

    purtroppo fu tra i primi edifici adessere centrati dai bombarda-menti aerei Alleati del 1940-43.Morì a Torino il 20 aprile 1966.Si ringrazia la famiglia del Gra.Chiorino, cui questo articolo è de-dicato in riverente memoria, perla fattiva collaborazione.

    Pier Andrea Ferro

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    storiastoriasapevo dove andare, forse avevoanche un po' paura, ma dissi al ra-gazzo: «continuiamo lo stesso».Trovammo una specie di sentieroche scendeva. «Da qualche parte ciporterà», dissi. Mi sentivo caricodi responsabilità per via di quelcollegamento che non riuscivo adottenere e che era molto impor-tante perché serviva a portare or-dini al maggiore Chiaravalle.Continuammo a scendere nellanebbia. Avevo perso quasi tutte lesperanze. Sentimmo nuovamentedelle cannonate, colpi di grosso ca-libro che passavano in alto e chissàdove andavano a finire. Noi era-vamo sulla direttrice di Giannina,per occuparla. II sentiero intantoscendeva, scendeva, e finalmentela nebbia diradava. Che sollievo!Poi da lontano, come in un sogno,ci giunge il suono di una piccolacampana: «din, din, din» e alloravia verso quel suono. Giù, giù e ar-riviamo in vista di un villaggio.Ero convinto d'essere stato prece-duto dalla compagnia Granatieri ementre mi avvicinavo mi prepa-ravo a dovermi giustificare colmaggiore: «…le tante soste per icollegamenti ... poi ci siamo per-duti nella nebbia... ». Ma, congrande sorpresa, nel villaggio non

    c'era nessuno, tranne pochi an-ziani, uomini e donne. Alcune di esse avevano un piattoin mano con qualcosa da offrirci.Non ricordo se era pane o altro.Chissà se si trattava di un'usanzalocale, per un senso di spiccataospitalità che hanno quelle popo-lazioni, o più semplicemente in-tendevano tenersi buoni dei sol-dati che venivano ad occupare laloro terra? Certo che mi sembra-vano pieni di paura.Io ricordavo qualche parola di al-banese, li ringraziai e cercai ditranquillizzarli, poi chiesi se eranopassati dei soldati italiani.Risposero: «no, non è passato nes-suno». «Per la miseria !» dissi almio compagno, «qui abbiamo oc-cupato il paese da soli !».Là sulla destra c'era un muretto asecco che delimitava i campi, edall'altra parte c'era la montagna,da lassù avevo visto, a circa 300metri, qualche persona muoversi.Improvvisamente sentii degli spa-ri e pallottole che fischiavano in-torno a noi. «Qui ci sparano!».Prontamente ci buttammo giù dal-l'altra parte del muretto, mentregli anziani che ci avevano accoltifuggivano via tutti. Riuscii a vedere da dove erano

    partiti i colpi. C'era, non so se unmulo, un cavallo o un asino, vidiche stavano caricando una mitra-gliatrice e se ne stavano andando.Evidentemente pensavano chestessero arrivando in forze gli ita-liani e invece c'ero solo io col miocompagno Salvatori che piangevaper la paura dopo quella sventa-gliata di pallottole che picchia-vano sul muretto vicinissime anoi. Stemmo nascosti per un po'osservando quegli albanesi o greciche fossero. Per fortuna se ne an-darono. Poi vidi da lontano, sullostesso sentiero dal quale ero arri-vato io, una fila di Granatieri che siavvicinavano, col maggiore Chia-ravalle in testa, che fu molto mera-vigliato di trovarci già lì e dopoaver sentito tutte le mie spiega-zioni, concluse: «hai occupato unpaese da solo !».In guerra ho vissuto varie altre av-venture veramente dure, e mi fapiacere poterne ricordare anchequalcuna più leggera, tipo questa,conclusasi alla fine in modo quasiumoristico.

    Testo inviatoci dal signor Bruno Giaretto,

    figlio di Mario, paracadutistaMedaglia d'Oro al VM di El Alamein

    UN SEMPLICE CITTADINO VALOROSO Pasquale Soria

    Fedeli alla responsabilità diconservare ed onorare la me-moria di quanti hanno datocon il loro eroico comportamentolustro e motivo di orgoglio allaSpecialità, siamo portati a soffer-marci spesso sulle figure più cele-brate, di cui ricordiamo doverosa-mente le più significative imprese,tralasciando inevitabilmente il sa-crificio di tanti che, con altrettantoamor di patria ed attaccamentoagli Alamari, hanno pur essi con-

    tribuito all'esaltazione dello spiritogranatieresco.Probabilmente, una delle cause ditale mancato «ricordo» va attri-buita al grande numero di casi edepisodi che dovrebbero esserepresi in considerazione, ma questonon comporta o per lo meno nongiustifica che, almeno a titolo em-blematico, non debbano essere ri-proposte quelle figure di semplicicittadini che hanno affrontato lavita militare per rispondere all'ap-

    pello della patria, svolgendo ono-revolmente il servizio loro ri-chiesto distinguendosi per abne-gazione e generosità. Sono quindirientrati nella vita civile e poi,come nel caso delle classi più gio-vani, coinvolte nella prima Guerramondiale e richiamati ancora allearmi per i successivi eventi bellici.A questo riguardo, appare partico-larmente esemplare la figura del-l'avvocato granatiere, Ten. Col.cpl. Pasquale Soria, classe 1897, di

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    antica nobiltà di origine spagnola,il quale iniziava la sua lunga «pa-rentesi» militare il 24 maggio 1915quale soldato nel reparto volontariciclisti del 10° Reggimento Fante-ria, sino al proscioglimento dalservizio volontario, a seguito diOrdine del Comando Supremo indata 30 ottobre 1915, per poi essererichiamato in servizio il 28 marzo1916, quando veniva di nuovo as-segnato al 10° Reggimento Fante-ria, 6° Reparto ciclisti.Successivamente, il 5 maggio 1917,veniva ammesso alla Scuola Mili-tare di Modena, quale Aspiranteallievo ufficiale, per essere quindiassegnato, sempre quale Aspiran-te, al 1° Rgt. Granatieri ed inviatoin zona di guerra. Con anzianità21 settembre 1917 otteneva la no-mina a Sottotenente.Intervenuta la fine della guerra, ri-maneva in servizio con vari inca-richi e vicende, partecipandoanche alla missione del Reggi-mento Granatieri inviato oltralpe,alla fine del 1919, a presidio delTirolo austriaco e nella valle

    dell'Inn.Posto in congedo nel 1920, poté fi-nalmente affrontare gli studi uni-versitari e conseguire la laurea ingiurisprudenza, iniziando con

    successo la propria attività profes-sionale sino all'ottobre del 1936,quando fu richiamato alle armicon il grado di Tenente ed asse-gnato al 1° Rgt. Granatieri.

    Prendeva così partealla campagna d'A-frica, con assegna-zione nel 1937 primaal Comando dellaDivisione Granatieridi Savoia e successi-vamente alla XIXBrigata Coloniale distanza ad AddisAbeba. Capitano conanzianità 1° gennaio1938, in data 14 marzo1940 veniva posto incongedo.Durante la Campagnad'Africa, il TenenteSoria meritò dueCroci al merito diGuerra ed un en-comio del Gen. Luigi

    In Abissinia, il Ten. Soria in macchina con altri colleghi, 1936.

    A Insbruck il S. Ten Soria prestava serviziocon le truppe poste a presidio del Tirolo,1919.

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    Frusci, Governatore del Settoremeridionale e Comandante delleTruppe, con la seguente motiva-zione: «con nobile iniziativa, ap-preso che un suo ascaro era cadutoprigioniero in mani avversarie, ac-correva con un pattuglione a ricu-perarlo sfidando il pericolo di im-boscate, rese possibili dall'insidiadel terreno e dalla accertata pre-senza di ribelli.Curava personalmente il trasportoall'accampamento dell'ascaro che,ferito gravemente, decedeva du-rante la notte, attorniato e confor-tato dai compagni d'armi. DebraMarcos, 23 febbraio 1940».La parentesi da borghese dell'av-vocato Soria non doveva durare alungo: il 18 giugno dello stesso1940 veniva chiamato alle armiper mobilitazione e di nuovo asse-gnato al 1° Rgt. Granatieri per poipassare al 3° ed essere destinato inGrecia.Durante quella Campagna, il Ca-pitano Soria non mancò di distin-guersi: dapprima gli fu conferita la

    Croce al Valor Militare perché«conquistate e sorpassate le posi-zioni nemiche in un momento par-ticolarmente delicato del combat-timento, con serena audacia occu-pava, sotto intenso tiro di arti-glieria, una importante posizione,assicurando così i successivi movi-menti del Reggimento e contri-buendo validamente all'esito vit-torioso dell'azione Scindeli Metz-Gorani - Fronte Greco, 14-17 aprile1941».Successivamente, riceveva un se-condo encomio, sempre per leoperazioni in Grecia, con la se-guente motivazione: «Ufficiale ad-detto alla Sezione Informazioni diun Comando di Divisione ope-rante in territorio occupato, orga-nizzava, dirigeva e partecipava adun lungo e faticoso servizio cheportava alla cattura di 5 sbandatiinglesi – dei quali uno armato – edall'arresto dei componenti una or-ganizzazione nemica; partecipavapoi, volontariamente, a successivebattute per addivenire alla cattura

    di altri sbandati in-glesi distinguendosiper dedizione al ser-vizio, attaccamento aldovere, elevato spiritodi sacrificio - Atene,dicembre 1941».Di particolare signifi-cato, a conferma dellagenerosità d'animo edell'altruismo del no-stro protagonista, laconcessione di unaMedaglia d'argento alvalor civile conces-sagli il 20 marzo 1943così motivata: «Si slan-ciava, semi vestito, inmare in soccorso di ungiovane greco chestava per annegare anon breve distanzadalla riva e, raggiun-tolo a nuoto, riusciva,con notevoli sforzi, asalvarlo.

    Dava così prova, al cospetto dellapopolazione straniera, di genero-sità d'animo e di ardimento -Rafina (Grecia) 10 giugno 1942».Rientrato in patria, ancora con ilgrado di Capitano, prese parte at-tivamente alla difesa di Roma nelsettembre 1943, ottenendo la pro-mozione al grado di Maggiorecon la seguente motivazione:«Comandante di un battaglionedi formazione incaricato di con-trastare alle truppe germanichel'ulteriore avanzata nell'internodella capitale, dopo avere con pa-role incitatrici animato i suoi gra-natieri, il cui ardente slancio su-scitava l'entusiastico plauso dellapopolazione, riusciva, pur sottol'aggiustato fuoco nemico, conopportune disposizioni ai suoireparti, e con l'esempio perso-nale, a fronteggiare una situa-zione particolarmente delicata edifficile, dimostrando singolareperizia, spirito di decisione, per-fetta serenità e grande sprezzodel pericolo.

    Qui il Cap. Soria alla testa della sua compagnia in una sfilata ad Atene, 1941.

  • Ufficiale di elevati sentimenti,dotato di non comune capacitàprofessionale e di grande ascen-dente, con il suo brillante e valo-roso comportamento di fronte alnemico, ha confermato il pienopossesso di spiccate attitudini alcomando - Roma 10 settembre1943».Per gli stessi episodi gli fu ancheconferita la Croce al merito diguerra.Da una nota non ufficiale, ma cheè doveroso riportare a comple-mento dei fatti riportati, risultache il Soria fu uno degli ultimi uf-ficiali a ritirarsi dal combattimentoe con i suoi Granatieri oppose aPiazza Venezia l'ultima resistenzaai tedeschi ed impedì loro di occu-pare il Campidoglio.Desistette dalla difesa solo a se-guito di ordine, e rientrò inCaserma con il Battaglione inqua-drato, malgrado la città fosse giàtutta in mano ai tedeschi.Con decorrenza 1 gennaio 1953, ilMaggiore Soria venne promossoal grado di Tenente Colonnello.Con ciò termina lo scarno ma si-gnificativo ed emblematico reso-conto dell'impegno militaredell'Avvocato Soria che, agli atte-stati militari, assommò onorifi-cenze e considerevoli riconosci-

    menti professionali, quale apprez-zatissimo penalista del Foro diRoma, dove operò sino alla con-clusione del suo itinerario terreno,avvenuta il 4 ottobre 1960.Il suo attaccamento agli Alamaricertamente non terminò con il con-gedo militare, ma fu mantenuto

    vivo con la partecipata adesioneall'ANGS e nell'aprile 1959, in oc-casione del Tricentenario dellafondazione della Specialità, fu unodegli oratori ufficiali al raduno diTorino.

    Arsenio Rossoni

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    storiastoria

    Torino - Raduno per il tricentenario dei Granatieri. A tavola l'avvocato Soria con il collegaRaffaello Tarquini, Presidente nazionale ANGS e il Colonnello Enrico Falconi, comandantedel 1° Reggimento, 1959.

    L’elenco che pubblichiamo èla raffigurazione di un mo-mento ben preciso del ser-vizio militare negli anni '70: «Laraccolta di fondi» per la «Cena deiCongedanti». La lista raccoglie icognomi dei componenti la 3ªcompagnia del I Btg. meccanizzatoAssietta ed e' stata fatta a favoredei congedanti del 1/1976. Allora vigeva l'usanza che i «Non-ni», nell'approssimarsi della datadel congedo, passassero fra le«Spine» per fare la raccolta delle

    offerte (un giorno di paga 500 lire)per la cena dei congedanti.L'usanza faceva parte del «non-nismo buono», un rito accettato eriproposto poi da tutti. Non negoche qualche «cucù» o, «sacco» o«juke box» ci sia anche scappatoper quelli che non capivano ilsenso goliardico del gesto, ma fa-ceva parte del gioco.. e nulla dipiù. È un ricordo che ho custodito concura perchè quando lo leggo mi ri-corda di tanti ragazzi ventenni

    come me, provenienti da tutte leregioni d'Italia con cui ho frater-nizzato, parlato, discusso e impa-rato, condividendo l'esperienzadella naia. Ora a distanza di 35 anni mi piace-rebbe che chi si riconosce o ha no-tizie dei componenti di questa listasi mettesse in contatto con me ma-gari per radunarci e parteciparetutti assieme ad una maxi cena diGranatieri di quel lontano 1976 ..Garantito che ognuno paga persé.... .

    C'ERANO UNA VOLTA I «NONNI»

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    storiastoriaricordo ricordo ricordo

    È possibile trovare altre informazioni al seguente indirizzo : gra. Aldo Viotti - Via G. Villa, 2 15076 Ovadacell. 3473553675

    ricordo ricordo ricordo

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    lettere al direttore

    lettere al direttore

    La gentile Signora Nella Fornale, ci ha inviato al-cune foto, purtroppo andate perse, che ritraggonoil marito. Nella lettera ci ha informato sullo stato disalute del consorte scrivendo:

    «Mio marito sta bene e legge i giornali ma, purtroppo,ha grossi problemi di deambulazione». Ricordiamo che si deve al nostro Presidente onorario,on. Lino Fornale, all'epoca Deputato nel Parlamentoitaliano, il fatto che il Monte Cengio, teatro del valoredei Granatieri di Sardegna nella Grande guerra, siastato dichiarato con legge «Zona Sacra».

    L'occasione è propizia per inviare all'On. Fornale ealla sua gentile consorte affettuosi saluti e i più fer-vidi e sinceri voti augurali.

    Caro Antonino,ho letto attentamente, come sempre, il caro bollettino«Il Granatiere» n. 3 (luglio-settembre 2011) e ti debboporgere la mia gratitudine per tutto il bene che stai fa-cendo alla nostra Associazione Granatieri.Le pagine 9 e 10 e la tua opera impegnativa espressanella pag. 11 riportano azioni davvero entusiasmanti. In merito, poi, alla tua importante attività e costanza,svolta all'interno dell'Assemblea capitolina, in qualitàdi membro della stessa, hai avuto la soddisfazione di es-sere l'artefice dello spostamento della stele da PortaCapena a Porta San Paolo. Grazie, caro Antonino,anche in veste di Granatiere ex combattente in quel tra-gico scontro con il nemico, a Porta San Paolo dell'8 - 9-10 settembre a soli 19 anni (sono della classe 1924).Antonino, continua a condurre così egregiamente il«Granatiere» perché piace veramente.Ti porgo cordiali e affettuosi auguri di bene in occa-sione del S. Natale e la speranza che il 2012 ci porti laPace in Italia e nel mondo.

    Tuo Costantino Bombonato

    PS. Ti allego una mia china, formato ridotto, di unquadro esposto in una personale qui a Bolzano.

    Caro Costantino,non immagini il piacere e la gioia che mi hannofatto le tue parole. Come tu ben sai, i riconosci-menti a chi fa, ed io cerco di fare, sono semprerarissimi. Anche per questo ho voluto pubbli-care la tua lettera.Nel ricambiare, anche se in ritardo, i graditis-simi auguri t'invio un forte abbraccio camera-tesco.

    Antonino

    lettere al direttorelettere al direttore

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    lettere al direttorelettere al direttore

    lettere al direttore

    RECLUTE DEL LUGLIO-SETTEMBRE 1963

    Il granatiere Ermanno Baccarin della Sezione diPadova ci ha inviato una foto, purtroppo andatapersa, della quale ci ha fornito la seguente dida-scalia:

    «10ª squadra, 1ª compagnia dell'80° Rgt. Fanteria‘Roma’ con destinazione 1° rgt. Granatieri diSardegna. Nella foto si riconoscono le seguenti reclute: In piedi da Sx: Sigarini, Baccarin, Ghezzi, Cori,Morsamuto, Ciro, Moro.Accosciati da Sx: Venz, Bongiorno e altri tre dei qualinon ricordo il nome».

    Chi volesse contattare il gra. Baccarin può farlo aiseguenti numeri: 049667367 cell. 3391105944.

    Caro Direttore, sono Raffaela Saia, la figlia del MMA Paolino Saia, de-ceduto nel febbraio del 2003, che ha prestato serviziopresso il Secondo Battaglione Cengio (Caserma Ruffo)e negli ultimi anni, presso il Museo Storico deiGranatieri di Sardegna.Dopo la morte di mio padre, ho voluto personalmente, econ convinto orgoglio, continuare ad abbonarmi alla ri-vista «Il Granatiere» alla cui redazione, circa vent'annifa, poco più che adolescente e studentessa universitariain giurisprudenza, inviai la mia poesia "La sfilata deiGranatieri", con l'unico fine di esternare le sensazioniesuberanti che una giovane ragazza provava nell'assi-stere ad una sfilata. Del tutto inaspettatamente trovaipubblicata la mia poesia sulla rivista e ricordo ancora lamia emozione e la soddisfazione di mio padre, di alcunisuoi colleghi ed anche di persone che ebbero modo dileggerla. Pochi giorni fa ho ricevuto il calendario anno 2012 esfogliandolo frettolosamente, com'è mia abitudine farequando voglio vedere subito che cosa ho tra le mani,non mi ero accorta che tra le varie poesie, c'era anche lamia. Quando poi con calma ho iniziato a leggere il con-tenuto del calendario, all'improvviso mi sono accortache c'era! Ho avuto un tuffo al cuore, ho provato in soloattimo tutte le emozioni di quando, vent'anni fa, l'a-vevo vista inaspettatamente pubblicata e, unitamente aqueste emozioni, ho provato una più consapevole soddi-sfazione nel constatare che mi trasmetteva ancora lastessa freschezza, carica, grinta e sano rigore di quandol'avevo pensata e scritta.Desidero ringraziarVi veramente con tutto il cuore peraver nuovamente pubblicato la mia poesia e per avermiconsentito di provare ancora, con un piccolo gesto, unagioia immensa, anche in ricordo di mio padre. Questaoccasione mi è servita, inoltre, per non dimenticare -ora che non ho più vent'anni e sono un avvocato daoltre tredici anni - che le emozioni, quelle che nasconodai veri valori, che si alimentano e vivono di saldi prin-cipi e che si radicano nel nostro più profondo essere, ri-mangono sempre nel cuore e non muoiono mai.Desidero salutarVi come avrebbe fatto mio padre, unorgoglioso Granatiere: «A me le guardie».

    Raffaela Saia

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    letti per voiletti per voi

    Di questa monografia, edita dalla Delta Editrice diParma nella collana I libri di War Set e che racconta diuna spietata e allucinante campagna di guerra in cuila pietas sembrava scomparsa, stralciamo un passo tratto dalcapitolo «Italiani brava gente»:

    […] a far da contraltare a questa concezione belluina della guerrac'era quella dell'Esercito italiano, la cui massa di soldati era an-corata ai valori della terra e della famiglia e quindi lontano millemiglia dal pensare di commettere violenze contro le popolazionicivili locali.Anzi gli italiani tendevano a fraternizzare, ricambiati, con que-

    st'ultime. Contro il nemico in armi non nu-trivano affatto odio, la qual cosa però nonproibiva di combatterlo accanitamente e diportare quindi onorevolmente le stellette […].Eppure c'è stato qualche nostro studioso cheha usato in modo beffardo la definizione «ita-liani brava gente» per dire ma quando mai gli«italiani brava gente». E giù, per portare so-stegno alla sua tesi, a citare episodi di assas-sini, stupri, saccheggi, stragi di cui si eranoresi colpevoli i nostri soldati.Tralasciamo le tesi denigratorie di chi nonriesce neppure a nascondere troppo bene lemotivazioni politiche e ideologiche che lospingono a ciò. Parliamo dello studioso serio,che porta documenti e prove. Generalmentegli episodi contestati sono opera di singoli odi piccoli gruppi, rarissimi da parte dei co-mandi o di interi reparti. Episodi comunqueda deprecare e da condannare senza atte-nuanti, senza ma e senza se.Si potrebbe facilmente obiettare poi che laguerra purtroppo non è mai stata una seratadi gala. D'altronde episodi efferati si sono ve-rificati in tutti gli eserciti e in tutti i tempi,come dimostrano anche le guerre recentis-sime. Per restare alla seconda guerra mon-diale citiamo, per tutti, gli episodi che viderocoinvolti reparti dell'esercito americano, ilpiù democratico del tempo, nell'invasione del-la Sicilia del 1943 e che macchiarono il loro onore militare con l'uccisione sistematica di sol-dati italiani già arresisi (vedi strage di Biscari) e con stragi contro civili (vedi Canicattì)

    FRONTE DELL'EST GLI ITALIANI IN RUSSIA

    di Orazio Ferrara

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    letti per voiletti per voi

    Mi sonoa v v i c i -n a t ocon titubanzaalla lettura delsaggio «Poco diNiente e Nientedi Nulla» scrit-to, firmandosicon lo pseudo-nimo NADAL,dal collega edamico Natale

    Muttinelli, vecchio, d'età ma non di spi-rito, Granatiere.Mi sono dovuto ricredere.Il saggio è una simpatica descrizione diconsiderazioni, di pensieri, di ricordi diun anziano signore comodamente rilas-sato su di una poltrona del salotto di casae di quadretti di vita quotidiana che lostesso trascorre insieme alla sua com-pagna di sempre.È una piacevole lettura che suggeriscoagli attempati colleghi.Grazie Muttinelli hai donato un bel ri-cordo a noi Granatieri.

    Erbon

    […] Da noi, pur nella tregenda di una guerra apocalittica, funzionava un tribunale di giu-stizia militare, che aveva il coraggio di emettere sentenza di condanna a morte contro un no-stro soldato, colpevole di aver ucciso un civile russo.Oppure di promuovere un processo penale militare a carico di un soldato resosi responsabiledi un furto di una gallina ai danni di un russo; questo a Bologna il 17 luglio del 1943. Oh,incredibile e cara burocrazia del Regio Esercito!Negli anni Sessanta restava ancora nelle patrie galere un soldato imputato per fatti accadutisul fronte russo, solo la grazia concessa dal Presidente della Repubblica del tempo gli ridiedela libertà nel 1962. Tutto ciò la dice lunga sulla correttezza del nostro comportamento sulfronte russo.Gli abusi furono sempre perseguiti […].

    Il libro si compone di 96 pagine con numerose foto, in parte inedite, al costo di euro8,50 si può ordinare a; DELTA EDITRICE B.go Regale, 21 - 43121 PARMA (Italia);email: [email protected] tel.0521.287883 - fax 0521.237546

    POCO DI NENTE E NIENTE DI NULLAdel Gra. Natale Muttinelli

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    Nel mese di febbraio tre compagnie del1° reggimento «Granatieri di Sarde-gna», comandate rispettivamente daiTenenti: Davide Li Pira, Michele Barbato eGianluigi Corio, sono state dislocate sullezone di Palestrina, Colleferro e in alcuni co-muni della provincia di Rieti per l'operazionedenominata «Palla di neve» ove l'Esercito èintervenuto a sostegno delle autorità locali edella popolazione duramente colpita da un ec-cezionale fenomeno meteorologico che ha in-teressato il Lazio e altre regioni italiane.Le abbondanti nevicate, che non si ricorda-vano a memoria d'uo-mo, si sono avute neicomuni più alti delcomprensorio dei mon-ti Prenestini e del Rea-tino dove hanno pro-vocato enormi disagied imbiancato tutte lestrade causando pro-blemi alla viabilità lo-cale, alla fornitura deiservizi essenziali comeelettricità e acqua e al-la sicurezza dei citta-dini.Le sedi operative nateper coordinare le ope-razioni sul territorio,costituite da postazionidell'Esercito, dei Cara-binieri, del Corpo Fo-

    restale dello Stato,della Polizia Provin-ciale, oltre che darappresentanti deicomuni, hanno per-messo di avere unavisione chiara e com-plessiva della situa-zione e di poter in-tervenire con pron-tezza e modo risolu-tivo a tutte le esi-genze. L'impegno dei mili-tari ha permesso dirimuovere la nevec a d u t a i n a b b o n -danza, riuscendo agarantire la viabilitàdelle principali stra-de, la mobilità pedo-nale, nonché la mes-

    sa in sicurezza di strutture a ridosso di centristorici, scuole, ingressi ospedalieri ed ambula-tori. Il grosso lavoro, eseguito comune per co-mune, con il massimo spirito di servizio esenza interruzione, ha contribuito al sostegnodelle popolazioni colpite dalle calamità.I cittadini rincuorati e riconoscenti per l'e-norme impegno fornito dai nostri granatierihanno preparato dolci e torte di «ringrazia-mento».

    OPERAZIONE «PALLA DI NEVE»

    alamari con le stellettealamari con le stellettefebbraio 2012

    IL MUSEO IMBIANCATOVolpato, un carissimo lettore e amico deiGranatieri, ci ha inviato questa bella fotografianella quale possiamo vedere il nostro Museo diSanta Croce in un paesaggio innevato.

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    alamari con le stellettealamari con le stellette

    Sta ormai giungendo al termine l'avven-tura dei Granatieri di Sardegna inAfghanistan. In questi giorni, infatti, èin corso il TOA (Transfer of Authority) tra lanostra 2ª compagnia «Torino» e l'11ª compa-gnia «Demoni» dell'8° Reggimento Bersaglie-ri in qualità di «Dardo Coy» nell'area di re-sponsabilità del distretto di Farah. Le condizioni generali per un momento deli-cato come questo non sono del tutto ottimalise si tiene conto degli ultimi eventi nel terri-torio Afghano che hanno creato non pochiproblemi alle forze ISAF.L'evento del Marine americano nella caldazona del Kandahar, nel Sud dell'Afghanistan,che ha provocato una decina di morti con unazione di fuoco contro civili ancora sotto in-chiesta e, ancor di più, il ritrovamento di unCorano bruciato sempre in una base ameri-cana nei pressi di Kabul sono stati motivo dinumerosissime dimostrazioni d'intolleranzaverso le forze ISAF fortemente incitate daiMullah locali. Tali eventi non solo hanno deteriorato il la-voro già svolto dalle forze della coalizione,ma hanno anche costretto queste ultime a unamaggiore presenza sul terreno e ad una piùfrequente partecipazione alle «shura» locali. In questo delicato contesto strategico, a ri-dosso di voli di rientro in Patria, la nostracompagnia di Granatieri è stata chiamata ad

    operare quale QRF (Quick Reaction Force) asupporto delle Task Force South East (TF-SE)del Regional Command West (RC-W) e delleforze ANA (Afgan National Army), nellaOp.«Wheel-barrow» in Gulistan, nella quale èstato richiesto l'assetto VCC80 «Dardo». Il supporto logistico è stato offerto dai col-leghi americani del 6° Reggimento Marinesstanziati a Delaram, un villaggio distante più

    di 100 km ad Est da Farah lungo la «Highway 1»anche soprannominata «Ring Road» e confi-gurato nell'area di responsabilità del RC-W acomando statunitense. La possibilità di confrontarsi con una realtàun pò diversa da quella nella quale siamoabituati ad operare, è stata occasione di cre-scita per i nostri Granatieri, sia dal punto lo-gistico (ovviamente il primo impatto) sia dalpunto di vista operativo.Più di uno dei nostri uomini si è trovato nellacondizione di doversi confrontare con un col-lega d'oltreoceano e con molta sorpresa, oforse per ironica necessità, abbiamo scopertoche la lingua inglese non è poi così un tabùnell'Esercito Italiano! L'operazione è risultata, a questo punto,completa sotto qualsiasi punto di vista inquanto aveva carattere combined, dato il con-tinuo coordinamento anche con la Tf-Feniceper l'impiego degli elicotteri d'attacco A129

    I NOSTRI RIENTRANO: MISSIONE COMPIUTA

    Farah (AFG), 20 marzo 2012

    I Granatieri distribuiscono aiuti alle popolazioni.

    I Granatieri della 2ª compagnia in servizio di pattuglia.

  • alamari con le stellettealamari con le stellette

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    presenti nella base di Delaram II a supportodella medesima operazione, e joint grazie allacollaborazione della Sala Operativa deiMarines, nella quale è stato distaccato un no-stro Ufficiale di collegamento, e l'assetto RCP(Route Clearence Package) dell'US ARMY. Al termine di quindici turbolenti giorni e del-l'operazione, nella quale hanno perso la vitaben 5 militari afgani, i motori dei «Lince» edei «Dardo» sono stati nuovamente riaccesiper iniziare la fase di redeployment alla voltadi Farah, dove già da qualche giorno sono ar-rivati i colleghi dell'8° Bersaglieri. In pochigiorni saranno effettuati tutti i passaggi diconsegne in vista del TOA che avverrà alle24.00 locali del 22 marzo 2012, con il rientroin Patria previsto per l'intera 2ª compagnia«Torino» nell'arco di una settimana.Il bagaglio d'esperienza che i nostri uoministanno per riportare al Reggimento è enor-me, altrettanto risulta la reputazione che

    hanno lasciato dalle unità che hanno avuto ilpiacere di operare con loro. Quelle stessefacce un pò sorprese dalla nostra presenza al-l'aeroporto di HERAT nel Settembre 2011 orasono state sostituite da altrettante rispettose egrate del contributo che i «Granatieri diSardegna» hanno dato al fine comune.L'impiego del Teatro Operativo più compli-cato e difficile del mondo è risultato di granlunga alla portata della nostra gloriosaSpecialità dai «Bianchi Alamari».

    Ten. Vincenzo D'Anna Vice C.te la CHARLIE COY TASK FORCE SOUTH - RC-W

    Lo schieramento della 2a Compagnia Granatieri di Sardegna.

    Gli operatori di pace sanno che il dialogo con gli anziani è il presup-posto fondamentale per una fattiva collaborazione.

    Terzo plotone in Afghanistan.

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    Un soldato italiano è morto e altri cinquesono rimasti feriti, a seguito di un attaccocon colpi di mortaio, avvenuto alle ore 18.00circa (in Italia 14.30), contro la FOB (For-ward Operative Base) «ICE» in Gulistan, nelsettore Sud-Est dell'area di responsabilitàitaliana, assegnata alla Task Force South-East, su base del 1 Reggimento Bersaglieri.Lo rende noto lo Stato Maggiore dellaDifesa.Il personale ferito è stato subito soccorso etrasferito in elicottero all'ospedale militareda campo della Coalizione più vicino. Sonoin corso le azioni per informare i familiaridell'accaduto.

    Dopo alcune ore abbiamo appreso che sitrattava del Sergente Michele Silvestri, mi-litare del Genio Guastatori inquadratonella Brigata Garibaldi.

    Afghanistan - Soldato italiano ucciso con colpi di mortaio

    Dopo aver ricevuto l'articolo del capitano D'anna, abbiamo letto questo comunicato, 24 Marzo 2012

    Tra caserma, missioni, impegni e famiglia il Caporal Maggiore Scelto del 1° Reggimento «Granatieri di Sardegna» racconta la sua esperienza

    «Donne in divisa, intervista a Barbara Adinolfi»

    Il filo conduttore che dal secondo dopo-guerra ci guida fino ai giorni nostri èquello dell'autodeterminazione.Dalla fine dell'era coloniale sino alla prima-vera araba gli ultimi sessant'anni di storiasono stati scanditi da una rinnovata spinta al-l'indipendenza. Etnie, popoli, genti accomu-

    nate da valori e tradizioni condivise hanno re-clamato un riconoscimento all'interno del pa-norama internazionale. Affrancamento che spesso è passato attra-verso ostilità, conflitti e cruente guerre civili.Ma non è sempre andata così.Uno dei processi sociali più importanti del se-

    Sì SIGNORA ... !

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    colo scorso è stata l'emancipazione del gentilsesso. Le donne hanno portato avanti una «ri-voluzione di velluto» al termine della quale,senza alcuno spargimento di sangue ma solograzie alla loro caparbietà ed alle loro capa-cità, sono riuscite ad imporsi nella modernasocietà civile.Un percorso tutt'altro che semplice. Bastipensare che dal suffragio universale italianodel 1946 sono dovuti trascorrere benvent'anni prima di vedere una «signora» alvertice di un Dicastero (1976 - Terzo GovernoAndreotti, Tina Anselmi Ministro delLavoro).Le «femmine» non hanno mai preteso di so-stituirsi ai «maschi» ma solo di essere equipa-rate al «sesso forte». Un cammino di ugua-glianza che parte da un riconoscimento for-male ed oggettivo fino ad arrivare a quellosostanziale e soggettivo.Il Parlamento italiano, facendo fede all'arti-colo 3 della Carta Costituzionale, il 20 ottobredel 1999 con la legge n° 380 ha aperto le portedelle Forze Armate alle donne. Sono trascorsi13 anni dalla proclamazione della norma cherappresenta una pietra miliare nel campo del-l'autodeterminazione femminile.In un paese tendenzialmente conservatorecome l'Italia ci siamo ormai abituati a vederedonne in tuta da combattimento che girano il

    mondo partecipando a missioni di pace nellequali, oltre all'indiscusso impegno professio-nale, mettono in campo sesto senso, umanitàe altruismo.Abbiamo deciso di farci raccontare cosa vuoldire essere una donna-soldato dal CaporalMaggiore Scelto Barbara Adinolfi compiendoinsieme a lei un viaggio che parte dall'ambitolavorativo fino ad arrivare a quello stretta-mente privato: dalla divisa agli affetti fami-liari, dal fucile al biberon.

    Caporal Maggiore Scelto Adinolfi, la primadomanda può apparirle retorica ma è inevita-bile porgerla. Cosa spinge una donna ad ar-ruolarsi?

    «Ovviamente penso che ciascuna di noi abbiamotivazioni sensibilmente diverse anche senon si compie questa scelta di vita se allabase non si nutre un certo fascino nei con-fronti della vita militare.Nel mio caso, oltre alla passione per la “mi-metica”, ha influito molto il contesto fami-liare. Molti miei parenti fanno o facevanoparte delle Forze Armate.Pensi che io e mia sorella ci siamo arruolatelo stesso giorno, trascorrendo l'intero periodo

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    addestrativo fianco a fianco. Poi ognuna hapreso la sua strada. Lei ha scelto di seguire lasua vera passione: l'Arma dei Carabinieri dicui è sottufficiale».

    Quale aspetto del suo lavoro trova più sti-molante?

    «Può sembrare un'antinomia ma il lato opera-tivo rappresenta la sfera più interessantedella mia attività.Io non mi tiro mai indietro. Quando c'è statal'emergenza-neve ho insistito per essere ag-gregata al gruppo che è andato a dare ausilioalle popolazioni di Colleferro e Rocca Priora.Una bellissima esperienza. Quando stò “sulcampo” mi sento realizzata e trovo nel lavorola mia vera gratificazione».

    Hai mai partecipato a Missioni di Pace?

    «Si. In due occasioni. Sono stata in Iraq nel2004 e in Libano a cavallo tra la fine del 2008e l'inizio del 2009».

    Cosa ti porti dentro a queste due esperienze?

    «Tante, tantissime cose. È innegabile chequando parti il lato economico assuma unasua rilevanza, importante ma non fondamen-tale. Quando rientri in Patria però ti sentiricca sotto i più svariati punti di vista.Innanzitutto capisci quanto sei fortunataa vivere in un contesto sociale assisten-ziale, che t i consente di real izzarti , di a-vere ambizioni , di non subire la legge delpiù forte.Poi inizi ad apprezzare le piccole cose cheprima davi per scontate come l'acqua cor-rente, l'elettricità e sopratutto i generi ali-mentari.Il mondo consumistico di oggi ci porta asprecare risorse fondamentali che in altreparti del mondo salverebbero migliaia di viteumane.Da 2004 in avanti faccio molta più attenzionea non sprecare i generi di prima necessitàperché ho capito fino in fondo il loro valoreche spesso viene perso di vista dalla maggiorparte delle persone».

    Credi che il tuo lavoro sia abbastanza flessi-bile da darti la possibilità di costruirti unafamiglia?

    «Sono stata trasferita da Mestre a Roma pro-prio per stare vicina alla mia famiglia.Non nego che, nel corso del mio periodo dipermanenza in Libano, in corrispondenzadelle festività natalizie, la lontananza da casae dal mio “piccolo angelo” di due anni emezzo mi sia pesata in modo particolare.Staccare dal lavoro, tornare a casa, poterloriabbracciare è una gioia quotidiana, una sen-sazione di benessere che si rinnova ognigiorno».

    Come ti trovi al 1° Reggimento Granatieri diSardegna?

    «Bene. Davvero molto bene. I colleghi sonocordiali e disponibili ed il lavoro stimolante.Sono contenta di aver trovato un Reggimentoche, come accadeva per il “Serenissima” diMestre, riesce a trasmettere un forte sensod'appartenenza ai soldati che vi prestano ser-vizio.Il gruppo di donne è piccolo ma in costantecrescita e questo, ovviamente, non mi di-spiace».

    Caporal Maggiore Scelto Benito Tangredi

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    Susa (TO) - Grande emozionedomenica 15 gennaio alCastello della Contessa Ade-laide con il coro Alpi Cozie che haeseguito in anteprima assolutal'Inno di Susa a degna chiusuradella mostra dedicata al poeta ri-sorgimentale Norberto Rosa (A-vigliana, 3 marzo 1803 - Susa, 24giugno 1862). Curatore dell'espo-sizione e del bel catalogo MicheleBonavero, organizzatori i Comu-ni di Susa e Avigliana insieme allaProvincia di Torino, ComitatoItalia 150, Associazione il Ponte eAmici di Avigliana. In una sala gremita in ogni posto,il pubblico presente ha applauditol'esecuzione dell'Inno dei Susinicomposto dal poeta valsusinoRosa nel 1848 e musicato dal mae-stro Gibelli per la festa di anniver-sario dello Statuto nel 1856.Il brano è stato ricostruito e armo-nizzato da Mariano Martina, di-rettore del complesso vocale, se-condo le indicazioni del grana-tiere Giancarlo Sibille.Immancabile il bis a meritato tri-buto del lavoro svolto. «Era giustoche il Coro Alpi Cozie rianno-dasse i fili della memoria - ha di-chiarato Sibille, il caponucleoANGS della Val Susa - affinché

    tutti ricordino, oggi e sempre,quelle parole dell'antico Inno, cherisuona dal cuore degli eroiciGranatieri, su cui s'inargenta unagloria tessuta di sacrifici totali:“Siam susini e su quest’Alpi / Se ilnemico apparirà / La memoriadell'Assietta / Vigor nuovo ci darà”.Cantiamo dunque l'inno di Nor-berto Rosa, nel momento in cui uncoro lo vocalizza ravvivato nel tri-colore, lo esegue sull'attenti e avoce spiegata rammenta un testodi amor patrio». È stato quindi consegnato dalla

    Città di Susa un attestato istituzio-nale al Coro Alpi Cozie ed alGruppo Folkloristico della ProSusa, quale gruppi di musica po-polare e amatoriale di interessenazionale.La manifestazione si è conclusa,tra gli applausi degli intervenuti,con il ringraziamento del SindacoGemma Amprino a tutte le asso-ciazioni che hanno reso possibilel'evento ed ai Granatieri diSardegna, presenti anche con ilgruppo storico «Val Susa 1861»come in molte occasioni.

    Il granatiere Giancarlo Sibille prende accordi con il maestro Mariano Martina.

    IL CORO ALPI COZIE NEL 150° DELL'UNITÀ D’ITALIA

    15 gennaio 2011

    94ª ANNIVERSARIO DELLA BATTAGLIA DI FLAMBRO 30 ottobre 2011

    In questo giorno si è tenuta latradizionale cerimonia aFlambro, località del co-mune di Talmassons nel Friuli,per celebrare i combattimenti diretroguardia del Secondo Reg-gimento Granatieri al comandodel Colonnello Spinucci du-

    rante la ritirata di Caporetto.La celebrazione è stata prece-duta, alle ore 9.00, alla presenzadel Sindaco di Codroipo dott.Fabio Marchetti, dalla deposi-zione di una corona al monu-mento situato nei pressi delponte sul fiume Tagliamento

    che vide i Granatieri sacrificarsiper difendere la ritirata dellealtre truppe italiane.Successivamente, nella chiesaparrocchiale di Flambro, venivacelebrata la Santa Messa.Presenziavano al rito religioso ilSindaco di Talmassons, dott.

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    Piero Mario Zanin, il Presidentedel Consiglio Provinciale di U-dine Marco Quai, ben tredicirappresentanti dei Comuni as-sociati, il Presidente ANGS delCentro regionale Veneto Cav.Uff. Lino Marian, che ha colla-borato attivamente per la ri-uscita dell'evento e il Presidenteregionale ANGS del Friuli Ve-nezia Giulia, gra. Renzo Ros. Erano presenti, inoltre, le rap-presentanze dell'Arma dei Ca-rabinieri, ben quattro Sezioni diAlpini con Labari, l'Associa-zione Combattenti e Reduci conil loro Presidente, Militari incongedo delle varie armi e spe-cialità.Più che soddisfacente è stata lapresenza delle Colonnelle, benventiquattro provenienti dalleSezioni ANGS del Veneto. Al termine della funzione reli-giosa hanno preso la parola, ilSindaco di Talmassons dott. PieroMauro Zanin, e il Presidente delConsiglio Provinciale di UdineMarco Quai che nei loro dis-corsi hanno vivamente elogiatoil corpo dei Granatieri esaltan-done il valore.I convenuti hanno poi depostouna corona al monumento deiCaduti di tutte le guerre eall'Erma del Colonnello Spinuc-ci. In corteo, al seguito dellabanda di Bertiolo, i numerosi

    partecipanti hanno sfilato sinoalla chiesetta di S. Giovannisulla strada Napoleonica, confermata al cippo, dove ha persola vita il Colonnello Spinucci,per un minuto di raccoglimentoe con la deposizione della co-rona al Monumento che ricordai 250 giovani Granatieri caduti,nei pressi della citata chiesa.Un vivo ringraziamento, algruppo Alpini di Flambro, per

    l'entusiasmo, che come sempreci mettono, per preparare le viea festa con il tricolore.Un grazie a tutti i numerosi par-tecipanti e a quanti hanno colla-borato alla buona riuscita dellacerimonia, in particolare, alPresidente della Sezione diCodroipo, Gran. Cav. VincenzoAlberini.

    Renzo Ros

    Èstata solennemente cele-brata a Chieti la comme-morazione dei Cadutipresso il locale Sacrario mili-tare nazionale, notevole com-plesso monumentale.Sono intervenute le Autorità ci-vili e militari del Presidio diChieti-Pescara e numerose rap-presentanze delle Associazioni

    combattentistiche e d'Armadelle due città. I rappresentantidelle nostre Sezioni di Pescara,Chieti e Lanciano hanno de-posto fiori sulle lapidi nomina-tive dei Granatieri abruzzesidecorati al valore militare postenel Parco della Rimembranzariservato ai Granatieri di Sar-degna.

    Particolare significativo e de-gno di nota, l'intervento dellaProf.ssa Rita Di Cicco di Pesca-ra, nipote del commilitone, S.Ten. Camillo di Cicco, fucilatoin Montenegro dai nazisti peraver mantenuto fede ai giura-mento alla Patria.

    Giovanni Scarpelli

    COMMEMORAZIONE DEI CADUTI A CHIETI

    Flambro, Monumento in ricordo della morte del Colonnello Spinucci.

    2 novembre 2011

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    Si è svolta a Verona laGiornata delle FFAA Lacittà è stata prescelta, nelVeneto, per il secondo anno con-secutivo, quale sede per unaesposizione di mezzi dell'Eser-cito Italiano.Le foto che pubblichiamo sonostate realizzate in Piazza Brà,sulla scalinata di Palazzo Barbierisede del Comune.I due granatieri in GUS, sonodella Compagnia di Rappresen-tanza, inviati da Roma, e hannopresenziato, nell'arco della setti-mana, alle pubbliche cerimoniedel 2, del 4, e del 6.Gli amici del COMFOTER (col.Monni, capoufficio AG) ....scherzando lo avevano antici-pato al Presidente Pellegrini ...quale regalo ai granatieri vero-nesi.In realtà, i due ragazzi hannoavuto un magnifico riscontropresso i cittadini veronesi (nonusi a vedere tale uniforme) ... inparticolare tra le ragazze!Il giorno 6 (data della foto), ter-

    minata la cerimonia inPiazza, il PresidentePellegrini li ha condottial proseguimento dellamanifestazione all'in-terno del PalazzoComunale. Il granatiere in divisaordinaria, è invece, unragazzo di Vicenza,

    Alessandro Lancellotti, richia-mato periodicamente in servizioal Comando Regione Veneto diPadova e «ricostitutore» della se-zione ANGS di Vicenza.

    A VERONA LA GIORNATA DELLE FFAA6 novembre 2011

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    CENA DEGLI AUGURI ALLA SEZIONE DI PINEROLO 22 novembre 2011

    Il salone del Ristorante del Moro aVigone è diventato, per una se-rata, un affollato e vivace «club» diGranatieri, con in più un particolaretocco di simpatia portato dalla pre-senza dalle loro gentili signore. L'occasione per ritrovarsi è stata latradizionale cena prenatalizia dellaSezione pinerolese, che ha compiutoquattro anni con un notevole incre-mento di Soci, ormai divenuti unasessantina. C'è una bella atmosfera di amicizia edi entusiasmo, si ammirano le foto-grafie-ricordo della Commemora-zione di Padre Chiti a Orvieto (19-20novembre '11), alla quale avevanopartecipato anche rappresentanze digranatieri piemontesi (Pinerolo, To-rino, Valsesia).Si parla di programmi, si fanno nomidi ex commilitoni da rintracciare.

    Insomma, la cena degli auguri èanche un'occasione per proporre ideeper il prossimo anno.Il Presidente della Sezione, ClaudioGariglio, ascolta e scrive sul suo noteselettronico… finché viene introdottoin sala uno straordinario, fumantequarto di vitello, appena uscito dal

    forno ! I programmi per il futuro ven-gono per ora sospesi e saranno ap-profonditi in Sezione; intanto è giu-sto apprezzare la buona cucina e ilclima conviviale che rinsalda l'ami-cizia, base indispensabile per la vitaassociativa.

    A.M

    COMMEMORAZIONE del GENERALE CHITI

    Nel 7° Anniversario dellascomparsa del generaleGianfranco Chiti, nellabasilica di San Decenzio all'in-terno del Camposanto di Pesaro, ilCentro provinciale di Pesaro eUrbino ha fatto celebrare unasanta messa in sua memoria.Alla Santa Messa, nonostante l'a-vanzata età erano presenti alcuniamici d'infanzia del generale. Al termine della funzione reli-giosa, mentre il trombettiere conmaestria eseguiva l'inno dei pif-feri, ci siamo portati verso la suatomba per la deposizione dell'ala-maro, di fiori e la successiva com-memorazione. Mi preme sottolineare che l'ala-maro è stato portato dal miticogranatiere Franco Fabrizi presi-dente del Centro regionale Mar-

    che e dal granatiere pesarese Ar-duini Attilio classe 1922, semprepresente a tutte le cerimonie che sitengono in città, nonostante l'etàraggiunge il luogo delle cerimoniein sella alla sua bicicletta.Cerimonia semplice ma di alto si-gnificato.Si coglie l'occasione per ricordarea tutti i lettori che i prossimi 5 e 6maggio a Pesaro si terrà un ra-

    duno interregionale per ricordarequella alta, nobile, chiara ed irrag-giungibile figura di uomo, sol-dato, granatiere, comandante,educatore e soldato di Dio qualeera il generale Gianfranco Chiti,che ha sempre portato la suaPesaro nel cuore ed ha sceltoPesaro come sua ultima dimora.

    Amato Borghi

    27 novembre 2011

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    la Sezione Granatieri di Sar-degna di Portogruaro (VE), hafesteggiato la ricorrenza di«Santa Barbara» con i Vigili delFuoco, gli Avieri, i Marinai e gliArtiglieri della caserma «L. Ca-pitò».I partecipanti si sono ritrovati inPiazza della Repubblica, dinanzi alPalazzo del Municipio e, in corteo,si sono recati al Duomo doveerano attesi da Monsignor DonPietro Cesco per la celebrazione

    della Santa Messa. Dopo il rito re-ligioso, ancora in corteo, i conve-nuti sono ritornati in piazza,dove c'è stata la benedizione e ladeposizione di una corona di al-loro al monumento che ricorda icaduti di tutte le guerre. Alla presenza del Vice-SindacoLuigi Villetta, Monsignor Cesco hapoi benedetto gli automezzi deiVigili del fuoco. L'AssociazioneGranatieri era rappresentata daquattro Colonnelle e da una ven-

    tina di granatieri, al seguito deiPresidenti regionali Lino Marian eRenzo Ros. Alla conclusione della ben riuscitacerimonia, i presenti si sono scam-biati gli auguri di buone feste ehanno auspicato una pronta guari-gione per al Presidente dellaSezione gran. Bruno Cesco. Pertutti l'auspicio di ritrovarsi anche ilprossimo anno.

    Lino Marian

    LA «GIORNATA DELLA SEZIONE» DEI GRANATIERI VIGEVANESI

    27 novembre 2011

    Di domenica ha avuto luogola tradizionale «Giornatadella Sezione», momentoculminante dell'anno per i Grana-tieri di Vigevano e della Lomel-lina. Nella mattinata è stata cele-brata nella Chiesa delle SuoreMaddalene di Vigevano, la S.Messa del Granatiere, nella qualesono stati altresì ricordati i Grana-tieri che sono «andati avanti».Alla cerimonia hanno partecipatomolti granatieri con i loro fami-liari, le autorità cittadine (rappre-sentate dal Sindaco di VigevanoArch. Andrea Sala) e le locali As-sociazioni combattentistiche ed'Arma. Erano presenti, inoltre, le colon-nelle delle Sezioni di Milano eAbbiategrasso, con una nutritarappresentanza di granatieri, equella del Centro provinciale diPavia con il Presidente Gra.Ceroni.Al termine della S. Messa, nei lo-cali adiacenti alla Chiesa, la Sezio-ne ha allestito il tradizionale rin-fresco con aperitivi accompagnatida salame d'oca ed altre specialità

    locali.Successivamente la giornata havissuto la sua parte meno formale,ma non per questo meno impor-tante, quando granatieri, amici efamiliari si sono recati, sfidandouna fitta nebbia, all'Agriturismo«Carlo e Nadia» per il pranzo del-la Sezione.Nel corso dell'incontro convivialeil Presidente Cav. Groppelli haringraziato tutti i partecipanti, i

    Consiglieri, il Segretario Bezzi etutti coloro che in diversi modiavevano contribuito alla riuscitadella giornata. Al termine, i pre-senti si sono scambiati i saluti e gliauguri di Buon Natale e di un se-reno 2012.L'appuntamento per tutti è perl'ultima domenica di novembre2012, quando si festeggerà laprossima «Giornata della Sezio-ne».

    CERIMONIA DI SANTA BARBARA A PORTOGRUARO4 dicembre 2011

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    Domenica 4 dicembre 2011,per la Sezione di Bolognaè stato un bel giorno divita associativa.Riuniti in un tipico ristorantedella provincia, oltre al consuetoconvivio di fine anno, i soci dellaSezione che orgogliosamenteporta il nome del «Gran. Al-fonso Samoggia», fulgida MO-VM della nostra Specialità,hanno celebrato l'85° anniver-sario della costituzione e ilColonnello Massimo Meinero(che sempre ci onora della suapresenza), ha letto la Motiva-zione della decorazione.Al termine del ricevimento, l'as-semblea dei soci della Sezione, aseguito di regolare consultazioneelettorale, ha eletto il nuovo Pre-sidente della Sezione, nella per-

    sona del Gra. Giovanni Bettini eper acclamazione, come Presi-dente Onorario, il decano della

    Sezione il Cap. Prof. UmbertoSgarzi.

    Il Segretario

    INCONTRO CON ELEZIONI A BOLOGNA4 dicembre 2011

    Il neo Presidente Giovanni Bettini.

    VISITA DEL PRESIDENTE NAPOLITANO A MANTOVA 6 dicembre 2011

    Nel contesto del 150°dell'Unità d'Italia, ilPresidente Giorgio Na-politano si è recato a Mantovaper rendere omaggio al monu-mento ai Martiri di Belfiore.Il giorno successivo avrebbepresenziato all'inaugurazionedella stagione musicale dellaScala di Milano dove era in pro-gramma il «Don Giovanni».La sua visita alla Valletta diBelfiore è avvenuta verso le16.30, alla fine della quale si ètenuto presso il teatro «Bibiena»un incontro con i Sindaci deiComuni che furono coinvoltinelle battaglie risorgimentali. Il sole spuntato d'incanto tra ledense nebbie padane ha allie-tato la visita del Presidente

    Napolitano che ha deposto unacorona d'alloro al monumentoin ricordo dei Martiri diBelfiore. L'amministrazione comunale a-veva predisposto tutto affinchéla visita lasciasse un buon ri-cordo per la sua gradita pre-senza ed anche per l'accoglienzache i cittadini gli hanno con en-tusiasmo tributato. Il 7 dicembre 1852 vennero im-piccati 5 degli 11 Martiri; fraquesti, 5 erano mantovani di cui3 Sacerdoti. Il primo, unico fuci-lato la cui condanna fu eseguitail 5 dicembre 1852, fu DonGiovanni Grioli, Coadiutore nel-la parrocchia di Cerese comunedi Virgilio; il secondo, fu DonEnrico Tazzoli nato a Canneto

    sull'Oglio e residente a Man-tova, professore nel SeminarioVescovile, impiccato due giornidopo. Il giorno stesso, assieme alui, furono impiccati: il dr. CarloPoma, di anni 29, cebile, nato edomiciliato a Mantova, mediconell'ospedale di Mantova città eresidente in Contrada Larga cheora è a lui dedicata; AngeloScarsellini, nato a Legnago (Vr)e residente a Venezia di anni 30,cattolico, macellaio, (in realtàera un grosso imprenditore nelcommercio delle carni), condan-nato per essere stato uno deicapi del comitato regionaleVeneto, per avere trattato conMazzini e per avere progettatoun attentato alla sacra personadi S.M. l'Imperatore, (sconfes-

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    sato dal Tazzoli); Bernardo DeCanal, nato e residente aVenezia, di anni 28 cattolico ce-libe, senza stabile occupazione(condannato per essere stato unodei capi del comitato rivoluzio-nario Veneto e in cognizione del-l'attentato alla sacra personadell'Imperatore; Giovanni Zam-belli, nato e domiciliato a Ve-nezia, di anni 28, cattolico, ce-libe, ritrattista (stesse imputa-zioni di De Canal); PietroFortunato Calvi, di anni 38, natoa Briana di Noale di Padova (oradi Venezia) primo tenente dell'I.R. Armata (dalla quale si eradimesso), l'unico ad essere im-piccato a Lunetta di San Giorgio,dalla parte opposta alla Vallettadi Belfiore. Siamo convinti che coloro chesalirono al patibolo in quei gior-ni si siano meritati il giusto ri-cordo e questa bella visita delPresidente della Repubblica ita-liana. Al Risorgimento italiano,che poi ha portato all'Unità

    d'Italia, possiamo dire che le no-stre amate terre mantovane han-no dato un contributo vitale diideali e uomini. Non c'è infatti città d'Italia chenon abbia dedicato vie o stradea Curtatone-Montanara 29 mag-gio e Goito 30 maggio 1848,

    Solferino e San Martino, 24 giu-gno 1859. La visita Presidenziale si è con-clusa verso le 18 dopo aver in-contrato la popolazione manto-vana nel centro storico citta-dino.

    Roberto Bonini

    SEZIONE DI TORINO: VIVA LA CLASSE DI FERRO 1921!

    Festa dei Granatieri dellaSezione di Torino, convo-cati per gli auguri natalizi -ma non solo - in un tipico localein riva al Po.Nell'invito-programma, il Presi-dente Valter Costamagna ha sa-puto far leva sui sentimenti esull'orgoglio dei Granatieri conespressioni che non potevanonon ridestare l'entusiasmo deiSoci: «Granatiere»! Il 2011, 150anni dall'Unità d'Italia, ci havisti ancora protagonisti con ilXXX Raduno Nazionale dell'aprile scorso (terzo a Torino dal1959) e con quello di Assoarmadi luglio. E ora «con passo lentoe cadenzato» andiamo verso il

    9 dicembre 2011

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    Sul numero 1/2011 del no-stro periodico, il Gran.Angelo Masperone ha pro-posto di fare dono alla BibliotecaCivica del proprio Comune diuna copia del volume scritto dalGran. Gen. Ernesto Bonelli «Gra-natieri di Sardegna Trecentocin-quant'anni di Storia Italiana».La Sezione di Vercelli ha accoltoentusiasticamente la proposta esi è attivata per contattare gli or-gani interessati, pensando peròdi non limitarsi ad una semplicedonazione, ma facendo in mododi dare risalto a questo eventoper far conoscere alla maggiorparte dei propri concittadini lagloriosa storia dei Granatieri diSardegna.Con la preziosa e valida collabo-razione del Responsabile dellaBiblioteca Civica vercellese, Sig.Pietro Lucia, che ci ha fatto datutor guidandoci e facendo datramite con l'Assessorato allaCultura del Comune, abbiamocosì potuto programmare l'in-contro con l'Assessore dott. PierGiorgio Fossale.A questo punto abbiamo trovatoterreno fertile, dal momento cheil dott. Fossale è persona di gran-

    de sensibilità e cultura ed oltre-tutto molto disponibile versoqualsiasi contributo che possadare lustro alla nostra città ed ar-ricchire la conoscenza dellastoria della nostra Patria e degliuomini che hanno contribuito acrearla.Dal dott. Fossale è nata quindi la

    proposta di convocare una con-ferenza stampa presenti le te-state giornalistiche cittadine perpubblicizzare in maniera ade-guata l'evento.La conferenza è stata indetta peril giorno 15 dicembre e si è svoltanella Sala del Consiglio Comu-nale, presenti l'Assessore Fos-

    2013, centenario della costitu-zione della Sezione di Torino,verso il 400° dei Granatieri eoltre»!La risposta dei Soci è stata co-rale, arricchita dal Nucleo Val-susa col «Gruppo storico 1861»e da una rappresentanza dellaSezione di Pinerolo col Presi-dente Claudio Gariglio. Specialeospite il Ten. Col. Antonio Iam-marrone. La serata era dedicata ai due no-stri Granatieri della classe 1921:Giacomo Girardi e Giovanni

    Ciravegna, combattenti della 2ªguerra mondiale.Il Ten. Girardi operò in Yugos-lavia, Grecia e alla difesa diRoma; prigioniero dei Tedeschi,evase e raggiunse le sue vallipiemontesi dove partecipò allaResistenza.È socio ANGS dal 1947, ora èPresidente Onorario della Sezio-ne di Torino.Il Gra. Ciravegna dopo l'armi-stizio entrò nel Corpo Italiano diLiberazione - Gruppo di com-battimento Friuli, che operava

    con gli Alleati. È socio ANGSdal 1952 , è purtroppo assente aquesto appuntamento per causadi forza maggiore. Il Presidente regionale Ferro e ilPresidente della Sezione, Costa-magna hanno interpretato i sen-timenti di stima e ammirazionedi tutti per i due valorosi Grana-tieri con vibranti parole di rin-graziamento e di augurio (chesaranno trasmesse anche a Ci-ravegna). �