ORGANO DI INFORMAZIONE INTERNA DELLA FUNZIONE … · Ma che cos’è la patrimoniale? Con il...

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1 ANNO IV N. 5 Maggio 2011 STATO PARASTATO ENTI LOCALI SANITA’ Pubblica e Privata AZIENDE IGIENE AMBIENTALE COOPERATIVE SOCIALI ORGANO DI INFORMAZIONE INTERNA DELLA FUNZIONE PUBBLICA-CGIL DI LATINA Poveri noi! Pensioni e stipendi sono fermi al palo; il loro potere d’acquisto continua a diminuire mentre i prezzi al consumo, trainati dai prodotti energetici, sono aumentati al punto da rendere insostenibile il costo della vita. Tranne alcuni beni essenziali, la produzione rallenta e le imprese sono costrette a chiudere e a licenziare i loro dipendenti. Tra i lavoratori attivi, molti dei quali precari, la pressione fiscale ha raggiunto punte vicino al 50%. Molti i giovani costretti ad emigrare all’estero o che hanno smesso di cercare un lavoro. Risultato: ¼ degli italiani, come denunciato dall’ISTAT, è a rischio povertà, ma nessuno vuole ammettere le proprie colpe, sia per quanto riguarda il fallimento delle riforme del mercato del lavoro operate a partire dalla seconda metà degli anni Novanta, sia per la politica dei tagli lineari spacciata e propagandata per rigore, quando ingiustificati ed inaccettabili privilegi di casta, nonché gli sprechi accertati a favore di cricche e camarille varie, continuano ad imperversare indisturbati facendo lievitare la spesa pubblica a danno della collettività. Ingiustificata ed inaccettabile è soprattutto la politica ragionieristica dei numeri che non tiene conto delle gravi conseguenze sociali e dei drammi individuali che essa ha generato e continua a generare all’interno di un Paese che aveva già dato molto; che già in passato aveva accettato enormi sacrifici e che ora è chiamato a nuove rinunce per via di una classe dirigente inetta e fallimentare. Al punto che paesi come l’Inghilterra, che noi avevamo tanto rincorso negli anni del neoliberismo, oggi ci seguono attentamente per evitare di commettere i nostri stessi errori. In pratica, siamo l’esempio negativo da cui gli altri partner occidentali traggono insegnamento, spunti validi ed idee concrete per migliorare e dirigere la loro politica di contenimento e sviluppo, salvaguardando e garantendo quella spesa sociale da noi falcidiata in continuazione a favore di una politica di privatizzazioni, esternalizzazioni e sussidiarietà che hanno fatto lievitare i costi di gestione e diminuire la qualità dei servizi; che hanno prodotto scarsa innovazione, futili investimenti e minore competitività sul mercato; che hanno generato la piaga del precariato e la perdita di migliaia di posti di lavoro. Ora, alla faccia del tanto richiamato e propagandato ottimismo, la sfiducia è totale, diffusa e dire: Poveri noi!, non è soltanto un’implorazione dettata dallo sconforto, ma la dura e nuda realtà con la quale dobbiamo misurarci e fare i conti tutti i giorni. →→ Latina - 6 maggio 2011 Le manifestazioni e gli scioperi organizzati e decisi negli ultimi tre anni dalla sola CGIL, hanno dimostrato tutta la nostra determinazione a non cedere ai ricatti di un governo sordo ed ideologizzato, convinto di poterci imporre con l’arma dell’autoritarismo una serie di pseudo-riforme improponibili e svantaggiose per tutti. In cambio, abbiamo sempre avanzato nuove idee e proposte per spronare la ripresa e la crescita del Paese in una fase delicata di stagnazione che richiedeva maggiori garanzie ed investimenti sull’occupazione, nonché incentivi al salario e maggiori stanziamenti sugli ammortizzatori sociali per far ripartire i consumi e, nel medio periodo, favorire lo sviluppo in termini di PIL come è avvenuto in Germania. L’ultima proposta in ordine di tempo, avanzata direttamente dalla Segretaria generale della CGIL, Susanna Camusso, è l’introduzione della tassa patrimoniale (vedi servizio alle pagg.4-5). Conosciamo già le ciniche ed ironiche risposte di Tremonti che sbertuccia i dati ISTAT con un sondaggio improvvisato in sala stampa; non ci illudiamo di avere un cambio di posizione da parte di Sacconi, sempre pronto e puntuale con le sue raggelanti conclusioni che mirano esclusivamente alla divisione e alla rottura dell’unità sindacale; siamo abituati alle crudeli provocazioni di Brunetta che, commentando i dati ISTAT sulla crescita interna, ha liquidato la cosa affermando senza mezzi termini che <<in Italia non esiste povertà>>. Segue a pag. 12

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ANNO IV N. 5 Maggio 2011

STATO

PARASTATO ENTI LOCALI

SANITA’ Pubblica e Privata

AZIENDE IGIENE

AMBIENTALE COOPERATIVE

SOCIALI ORGANO DI INFORMAZIONE INTERNA DELLA FUNZIONE PUBBLICA-CGIL DI LATINA

Poveri noi! Pensioni e stipendi sono fermi al palo; il loro potere d’acquisto continua a diminuire mentre i prezzi al consumo, trainati dai prodotti energetici, sono aumentati al punto da rendere insostenibile il costo della vita. Tranne alcuni beni essenziali, la produzione rallenta e le imprese sono costrette a chiudere e a licenziare i loro dipendenti. Tra i lavoratori attivi, molti dei quali precari, la pressione fiscale ha raggiunto punte vicino al 50%. Molti i giovani costretti ad emigrare all’estero o che hanno smesso di cercare un lavoro. Risultato: ¼ degli italiani, come denunciato dall’ISTAT, è a rischio povertà, ma nessuno vuole ammettere le proprie colpe, sia per quanto riguarda il fallimento delle riforme del mercato del lavoro operate a partire dalla seconda metà degli anni Novanta, sia per la politica dei tagli lineari spacciata e propagandata per rigore, quando ingiustificati ed inaccettabili privilegi di casta, nonché gli sprechi accertati a favore di cricche e camarille varie, continuano ad imperversare indisturbati facendo lievitare la spesa pubblica a danno della collettività. Ingiustificata ed inaccettabile è soprattutto la politica ragionieristica dei numeri che non tiene conto delle gravi conseguenze sociali e dei drammi individuali che essa ha generato e continua a generare all’interno di un Paese che aveva già dato molto; che già in passato aveva accettato enormi sacrifici e che ora è chiamato a nuove rinunce per via di una classe dirigente inetta e fallimentare. Al punto che paesi come l’Inghilterra, che noi avevamo tanto rincorso negli anni del neoliberismo, oggi ci seguono attentamente per evitare di commettere i nostri stessi errori. In pratica, siamo l’esempio negativo da cui gli altri partner occidentali traggono insegnamento, spunti validi ed idee concrete per migliorare e dirigere la loro politica di contenimento e sviluppo, salvaguardando e garantendo quella spesa sociale da noi falcidiata in continuazione a favore di una politica di privatizzazioni, esternalizzazioni e sussidiarietà che hanno fatto lievitare i costi di gestione e diminuire la qualità dei servizi; che hanno prodotto scarsa innovazione, futili investimenti e minore competitività sul mercato; che hanno generato la piaga del precariato e la perdita di migliaia di posti di lavoro. Ora, alla faccia del tanto richiamato e propagandato ottimismo, la sfiducia è totale, diffusa e dire: Poveri noi!, non è soltanto un’implorazione dettata dallo sconforto, ma la dura e nuda realtà con la quale dobbiamo misurarci e fare i conti tutti i giorni. →→

Latina - 6 maggio 2011

Le manifestazioni e gli scioperi organizzati e decisi negli ultimi tre anni dalla sola CGIL, hanno dimostrato tutta la nostra determinazione a non cedere ai ricatti di un governo sordo ed ideologizzato, convinto di poterci imporre con l’arma dell’autoritarismo una serie di pseudo-riforme improponibili e svantaggiose per tutti. In cambio, abbiamo sempre avanzato nuove idee e proposte per spronare la ripresa e la crescita del Paese in una fase delicata di stagnazione che richiedeva maggiori garanzie ed investimenti sull’occupazione, nonché incentivi al salario e maggiori stanziamenti sugli ammortizzatori sociali per far ripartire i consumi e, nel medio periodo, favorire lo sviluppo in termini di PIL come è avvenuto in Germania. L’ultima proposta in ordine di tempo, avanzata direttamente dalla Segretaria generale della CGIL, Susanna Camusso, è l’introduzione della tassa patrimoniale (vedi servizio alle pagg.4-5). Conosciamo già le ciniche ed ironiche risposte di Tremonti che sbertuccia i dati ISTAT con un sondaggio improvvisato in sala stampa; non ci illudiamo di avere un cambio di posizione da parte di Sacconi, sempre pronto e puntuale con le sue raggelanti conclusioni che mirano esclusivamente alla divisione e alla rottura dell’unità sindacale; siamo abituati alle crudeli provocazioni di Brunetta che, commentando i dati ISTAT sulla crescita interna, ha liquidato la cosa affermando senza mezzi termini che <<in Italia non esiste povertà>>. Segue a pag. 12

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LA BACHECA SINDACALE MAGGIO 2011

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La giusta tassa: cos’è la patrimoniale proposta dalla CGIL?

di Antonio Marrone* La patrimoniale, questo oggetto misterioso che periodicamente alimenta il dibattito politico italiano e che turba i sogni di molti. L’ultima proposta per istituirla è di Susanna Camusso, neo segretaria generale CGIL che l’ha presentata tra le proposte della confederazione per uscire dalla crisi economica. Ma che cos’è la patrimoniale? Con il termine imposta patrimoniale o anche solo “patrimoniale” si intende un’imposta che non grava su di un flusso che si verifica in un dato periodo di tempo (per esempio, l’Irpef tassa il reddito percepito ogni anno), bensì su di uno stock di ricchezza accumulato anche nell’arco di intere generazioni. In sostanza,è una tassa calcolata, invece che sul reddito, sul patrimonio del contribuente. Nel 1992 l’allora governo Amato, per evitare il crack finanziario e permettere alla lira di restare agganciata al sistema monetario europeo, impose un prelievo forzoso del sei per mille su tutti i conti correnti bancari. Ma occorre considerare fra le patrimoniali anche l’Ici, abolita sulle prime case e oggi applicata solo sulle seconde. Questa fu introdotta nel 1993 come imposta straordinaria (Imposta straordinaria sugli immobili, Isi), per divenire solo in seguito ordinaria. Nel 2008 il Governo Prodi ha ridotto l’Ici sulla prima casa tramite una detrazione del valore massimo di 200 euro, ma in seguito questa norma è stata abrogata in favore della completa abolizione dell’Ici sulla prima casa voluta dal quarto Governo Berlusconi. E’ una forma di patrimoniale l’imposta di successione: quest’ultima, quasi abolita dal primo governo Berlusconi, fu reintrodotta dal governo Prodi. La soglia di patrimonio oltre la quale oggi è imposta è alta, circa un milione di euro. La tassazione sulle rendite finanziarie, oggi al 12,5%, non è tecnicamente una patrimoniale: si tratta infatti di una imposta sulla creazione di ricchezza. In Europa la patrimoniale è applicata in alcuni paesi come Svezia e Norvegia. In Francia si paga l’«impote de solidarité sur la fortune». In questo paese, al quale la Camusso ha fatto riferimento per sostenere la sua proposta, fu istituita nel 1982, per volontà dell’allora presidente François Mitterrand, con l’obiettivo di sostenere la redistribuzione dei redditi. →→→

Abolita nel 1987 da Jacques Chirac, è stata reintrodotta due anni dopo, con modalità diverse, sempre dai socialisti. Lo scorso novembre Nicolas Sarkozy annunciò l’intenzione di sopprimerla, il deficit di cassa lo ha convinto a soprassedere: garantisce ogni anno all’erario più di quattro miliardi di euro di entrate Ma qual è la proposta della CGIL in materia? Il sunto, se così possiamo chiamarlo, è il seguente:tassare i super ricchi. Il prelievo sui grandi patrimoni (a partire dagli 800 mila euro) potrebbe far incassare al fisco fino a 18 miliardi di euro l´anno. Pagherebbe non più del 5% della popolazione e non più di mille euro l´anno. Tutti gli altri ne sarebbero esclusi. L’Italia è detentrice, tra l´altro, del record dell´evasione fiscale che indirettamente pesa sulla tassazione del lavoro e delle imprese ( infatti, come dicono le statistiche dell’Ocse, con l’eccezione della Danimarca la tassazione sui redditi da lavoro e sulle imprese nel nostro paese è la più alta d’Europa). Ha inoltre accresciuto negli ultimi decenni il tasso di diseguaglianza sociale (il 10 % delle famiglie più ricche detiene circa il 45 % dell´intera ricchezza), ed è uno dei pochi paesi a non avere nel suo ordinamento una tassa generale sul patrimonio immobiliare (le case) e mobiliare (le attività finanziarie). La Cgil non propone di tassare le famiglie proprietarie di abitazioni o i piccoli risparmiatori che hanno investito in titoli di Stato (a cominciare dai Bot). La soglia che - nell´impostazione del Dipartimento economico della CGIL - bisogna superare per dover pagare è effettivamente molto alta: 800 mila euro complessivi di patrimonio familiare (a prescindere dal reddito imponibile ai fini dell´Irpef) al netto delle detrazioni. A quel punto scatterebbe l´"imposta sulle grandi ricchezze" (Igr), così è stata battezzata la nuova imposta. E’ stata ipotizzata l´applicazione di due aliquote: 1% e 0,55%. Nel primo caso l´incasso arriverebbe a 17,9 miliardi di euro l´anno, nel secondo a 9,8 miliardi. Non poco se si considera, tra le altre cose, che con le nuove regole sul patto di stabilità europeo già a partire dal 2012 bisognerà correggere il deficit dello 0,5 % del Pil ogni anno (pari a non meno di 7 miliardi). Comunque è interessante vedere l´identikit del super ricco "colpito" dall´Igr pensata dalla Cgil: una famiglia di imprenditori e liberi professionisti proprietari di una casa dove abita con un valore di 500 mila euro, di un´altra casa con un valore di 300 mila euro e che detiene 100 mila euro in depositi, titoli di Stato, obbligazioni e azioni per un totale di 900 mila euro di ricchezza netta. →→→

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Con queste caratteristiche c´è il 5% della popolazione italiana. E pagherebbe solo mille euro l´anno in più. Il presidente di Assonime (l’Associazione delle società per azioni) Luigi Abete propone ad esempio di tassare dello 0,1% tutti i patrimoni: poiché le stime della Banca d’Italia dicono che la ricchezza complessiva è di poco inferiore ai novemila miliardi di euro, in questo modo si potrebbe produrre un gettito annuo di circa nove miliardi. Stando alle dichiarazioni del premier invece, finché ci sarà questo governo non sarà imposta alcuna tassa «alla francese». Nel mondo accademico, fra gli economisti e i politici sono però in molti a invocarla come soluzione per abbattere rapidamente il debito italiano o come unica strada per ridurre le tasse sul lavoro. Le risorse reperite potrebbero essere destinate al settore dell’istruzione e della ricerca, così fortemente penalizzate dai tagli di Tremonti, oppure per aumentare i redditi bassi attraverso azioni redistributive che sicuramente farebbero bene all’economia in questo momento di crisi attraverso uno stimolo della domanda. Infatti, come ha dichiarato l’altro giorno il presedente della Confcommercio, il PIL italiano è composto per l’80% da domanda interna, e se questa non aumenta, difficilmente ci potrà essere la auspicata riduzione del debito pubblico. In definitiva oltre ad evidenti criteri di equità fiscale, si tratterebbe di applicare un sano principio da buon padre di famiglia, secondo il quale nei momenti di bisogno sono i figli più abbienti che aiutano quelli in difficoltà. Inoltre, servirebbe alla comunità di questo paese a ritrovare lo spirito della convivenza e della solidarietà, che ha consentito in passato ai nostri padri di costruire dopo le rovine della guerra una grande nazione. *RSU Agenzia delle Entrate di Latina

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Il 29 aprile scorso, durante il convegno su “Federalismo municipale: opportunità di sviluppo o costo sociale?” organizzato dalla CGIL di Latina nell’ambito della quinta edizione di PRIMOMAGGIOINSIEME sui Monti Lepini, ad una domanda specifica sulla Tassa Patrimoniale, il Presidente della Provincia di Latina, Armando Cusani, si è detto d’accordo con la proposta della Camusso, affermando di essere favorevole alla cosiddetta “patrimoniale” perché necessaria a ridurre il debito pubblico e a sostenere la spesa a favore dei servizi essenziali. La speranza, ora, è che questa posizione venga riportata e sostenuta anche nelle riunioni di quella parte politica di cui Cusani è uno dei dirigenti di spicco.

Comunicato stampa di Antonio Crispi, Segretario Nazionale Fp-Cgil Evasione Fiscale. Da Agenzia Entrate circolare per redarguire funzionari troppo zelanti. Dalla lotta ai “fannulloni” alla tutela della sensibilità dell'evasore Il direttore dell'Agenzia delle Entrare, Attilio Befera, ha inviato una circolare al personale incui esorta a non effettuare controlli vessatori, ancor più se non sussiste un “solidofondamento”, onde evitare il rischio di far “apparentare l'attività dei verificatori a quella di estorsori”. Un lettore disattento, trattandosi di una circolare di una pubblica amministrazione,potrebbe ingenuamente pensare che una tale precisazione sia dovuta a riscontri dellamagistratura, note disciplinati, provvedimenti a danno di pericolosi funzionari pubblici intenti a vessare onesti cittadini, perché solo fatti accertati potrebbero spiegare un tale allarmismo e un utilizzo di espressioni tanto forti. Niente di tutto questo: Befera si dice“sconcertato” per le “segnalazioni” che continua a ricevere. Segnalazioni che, precisa lo stesso direttore, non sono tutte affidabili e “possono certamente essere influenzare da interessi strumentali”, ma che vanno prese estremamente sul serio perché “possonoesprimere un disagio reale”. Dobbiamo ammettere il nostro, di sconcerto. Non più di una settimana fa il Ministro Tremonti magnificava i risultati ottenuti nella lotta all'evasione e adesso le Agenzie delle Entrate fanno una bella tirata d'orecchi ai propri funzionari per eccesso di zelo nel perseguire gli evasori. Tutto motivato da un sentito dire che deve aver messo in allarme Befera. Con il Direttore condividiamo una preoccupazione: il sistema di autotassazione ha bisogno di un rapporto di fiducia tra il cittadino e le istituzioni. A differenza sua però, crediamo che a incrinare questo rapporto siano i condoni tombali, le sanatorie e le ingiustizie perpetrateda un sistema che opprime il lavoro dipendente, non l'operato di dipendenti che andrebbero puniti solo in caso di violazioni delle norme e non certo per aver urtato la sensibilità di quelli che, ai nostri occhi, restano pur sempre evasori fiscali. Roma, 6 Maggio 2011

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CGIL FP

FEDERAZIONE LAVORATORI FUNZIONE PUBBLICA Stato, Parastato, Enti Locali, Sanità, Igiene Ambientale

TEL. 0773/695491 – FAX 0773/664211 LATINA

COMUNICATO SINDACALE

Il giorno 24 maggio 2011 si è tenuto un incontro tra i rappresentanti delle OOSS provinciali,

la RSU provinciale e la Direzione Aziendale della stessa Asl.

In tale riunione si è discusso della scadenza dei contratti a tempo determinato fissata al 30

giugno prossimo e a cui sono direttamente interessati oltre 300 lavoratori (318 per la precisione) tra

medici, infermieri, tecnici e amministrativi, etc.

Tale questione è da affrontare e risolvere con urgenza considerato che gli stessi sono

impiegati in reparti e unità operative che quotidianamente e con dedizione e senso di

responsabilità, considerato anche il contesto particolare in cui versa la sanità pontina, assicurano

servizi essenziali per la salute a centinaia di migliaia di cittadini della nostra Provincia.

La scadenza prevista del rapporto di lavoro di questi “cosiddetti” precari avviene a ridosso

del periodo estivo, precisando, che l’azienda Asl di Latina sopravvive nell’erogazione dei sevizi con

organici già carenti da anni; inoltre dal 1 giugno fino al 30 settembre ci sono le ferie da garantire a

tutto il personale e non da ultimo i carichi di lavoro, di per sé già al limite della sopportazione,

aumenteranno a seguito del fatto che la provincia di Latina è una provincia con locazione

prettamente turistica e che nel periodo estivo c’è da assicurare servizi sanitari di qualsiasi tipo ai

turisti che scelgono di passare le vacanze nel nostro territorio.

A tutto ciò si aggiunge il taglio a nostro avviso, del tutto discriminato, visto le condizioni di cui

sopra, del 50% del budget di straordinario che per effetto del CCNL assegna alla nostra azienda.

L’azienda sollecitata in merito al rinforzo estivo non ha saputo fornire adeguate rassicurazioni

e soluzioni tali da compromettere seriamente l’erogazione di quasi tutti i servizi che oggi a fatica

vengono resi all’utenza.

Inoltre c’è da aggiungere che, da comunicazioni della stessa azienda e precise

comunicazioni regionali dei tagli del tutto non condivisibile, in quanto limita l’operatività gestionale, è

in atto una riduzione di un ulteriore 2% del budget assegnatogli. Tutto ciò comporterà sui vari

capitoli di spesa, una contrazione di servizi, se non addirittura la soppressione degli stessi, facendo

venire meno servizi che sulla carta possono sembrare inutili soprattutto quelli erogati,

principalmente nei territori, che a nostro avviso, nonostante tutte le intenzioni, da sempre

sbandierati da tutti, di massimo potenziamento, rimangono sempre la cenerentola ed è la più facile

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da colpire quando condizioni dettate dalla insufficienza dei fondi lo permettono, ma che

invece sono di fondamentale importanza per una utenza particolarmente di per sé già disagiata.

E’ utile ricordare che l’azienda Asl di Latina, e questi sono dati oggettivi, ha rispettato con

notevole sacrificio da parte dei cittadini e dei lavoratori, il budget assegnatogli ed in virtù di questo ci

saremmo aspettati da parte della Regione Lazio, un riconoscimento ad una corretta gestione dei

soldi pubblici.

Pertanto, per i motivi di cui sopra, che getta un’ombra sinistra su quello che potrà accadere

se da parte della Regione non si dovesse tenere in considerazione il mantenimento in servizio dei

lavoratori le cui scadenze dei contratti sono al 31 giugno c.a.

Le OO.SS. e la RSU unitariamente, hanno indetto lo stato di agitazione riservandosi

successive azioni sindacali a difesa dell’efficacia e dell’efficienza dei servizi sanitari della Asl di

Latina, a tutela dell’occupazione e a garanzia dei diritti contrattuali.

Di contro riteniamo che la direzione aziendale che ha preso atto della dichiarazione dello

stato di agitazione ne ha riconosciuto e condiviso le preoccupazioni comunicandoci che si riserverà

di portare ulteriormente tale problematica nel prossimo incontro che avranno in Regione Lazio.

Si ricorda a tutti che a fronte di provvedimenti che non tengono conto del bisogno di salute

dei cittadini della nostra provincia e la viva e forte preoccupazione del mantenimento di servizi

essenziali, la FP CGIL chiede alla direzione aziendale uno scatto d’orgoglio in quanto gli stessi

sono consapevoli della gravità della situazione e quindi auspichiamo da parte della dirigenza, la

difesa, non fosse altro che è un compito istituzionale che gli viene attribuito per legge, nell’interesse

generale dello stato di salute della sanità pontina.

Latina, 25/05/2011 Il Segretario Provinciale Sanità Pubblica/Privata Ovidio Bianchi _______________________________________________________________________________ Latina - Sciopero generale CGIL 6 maggio 2011

Ovidio Bianchi Giovanni Coruzzolo

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CONTRATTAZIONE DECENTRATA DEL 24 MAGGIO 2011

Nella seduta di martedì u.s. i soli due ordini del giorno fissati hanno trattato in primis la delicatissima questione delle scadenze contrattuali previste per il 30.06.2011 ed in secondo luogo l’esame dei processi di verticalizzazione del personale amministrativo non rientrante nella cosiddetta “prima fase”.

Sul Precariato: l’Azienda ha informato i sindacati sulla necessità di attendere gli sviluppi che a livello regionale dovranno aversi a breve tempo (entro il 31 maggio); la stessa esclude la possibilità di intraprendere un’iniziativa autonoma dell’ASL LT in quanto esplicitamente impedito dalle direttive della Regione Lazio. Le OO.SS. e la RSU Provinciale ritenendo di essere già in forte ritardo rispetto alle previste scadenze temporali che peraltro nella nostra azienda riguardano circa 318 fra medici, infermieri e tecnici sanitari, proclamano lo stato di agitazione sindacale e unitariamente convergono sulla possibilità di porre in essere ulteriori iniziative sindacali, qualora tale situazione perduri oltre il 31 maggio;

Sulla verticalizzazione di “seconda fase”: le OO.SS. e la RSU Provinciale, fermo restando l’effetto dell’art. 9 c. 21 della Legge 122/2010 (c.d. Decreto Brunetta) il quale stabilisce che le progressioni di carriera attivate negli anni 2011-2013 hanno effetto ai fini esclusivamente giuridici (e quindi non economici), hanno verbalizzato la richiesta di attivazione dei processi di sviluppo professionale che riguardano il personale già transitato nel ruolo amministrativo, come da precedente accordo aziendale.

Il Coordinatore della RSU ha presentato alla Direzione Aziendale una proposta di calendarizzazione dei futuri incontri di contrattazione decentrata, viste le diverse questioni che si stanno trascinando e sovrapponendo e che restano attualmente in attesa di adeguate risposte. Tra queste,

• l’attribuzione di una fascia economica superiore al personale rimasto escluso dall’ultima applicazione;

• l’applicazione del c. 3 dell’art. 10 CCNL Integrativo 98/01 ovvero il riconoscimento dell’indennità di parte variabile per i coordinamenti del personale di comparto;

• la mobilità derivante dalla ricollocazione in sedi di servizio lontane oltre 25 km dalla precedente sede;

• la regolamentazione concertata del sistema di “acquisto prestazioni” ovvero le attività in ALPI, progetti di produttività aggiuntiva, progetti di abbattimento delle liste d’attesa;

• la puntuale applicazione del vigente regolamento dell’istituto della mensa con il conguaglio dei buoni pasto, fino ad oggi distribuiti solo attraverso numerosi acconti;

• l’applicazione puntuale del contratto integrativo aziendale per la parte riguardante la produttività anche attraverso un’ulteriore proposta in preparazione da parte della RSU.

Latina, 25.05.2011 Il Coordinatore Provinciale Giovanni Coruzzolo

RAPPRESENTANZA SINDACALE UNITARIA

AZIENDA UNITA’ SANITARIA LOCALE DI LATINA

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RSU CGIL CISL UIL FSI UGL

PROCLAMATO LO STATO DI AGITAZIONE SINDACALE

NELLA SEDUTA ODIERNA DI CONTRATTAZIONE DECENTRATA E’ EMERSO CHE NON ESISTE E NON E’ AL MOMENTO IN PREPARAZIONE ALCUN PROVVEDIMENTO AZIENDALE PER IL RINNOVO DEI CONTRATTI IN SCADENZA AL 30.06.2011. SI TRATTA DI CIRCA 318 LAVORATORI DI VARIE CATEGORIE COME MEDICI, INFERMIERI E TECNICI SANITARI.

LA DIREZIONE AZIENDALE HA COMUNICATO AI SINDACATI LA PROPRIA INTENZIONE DI ATTENDERE L’INVIO DI UNA FORMALE DIRETTIVA DALLA REGIONE LAZIO, NON AVENDO PERALTRO SORTITO ALCUN EFFETTO LA SERIE DI CONTATTI AVVIATI CON LA STESSA NEGLI ULTIMI MESI. LA DIREZIONE AZIENDALE HA PRECISATO ALTRESI’ DI NON POTER ASSUMERE ALCUNA INIZIATIVA AUTONOMA PER EFFETTO DEL DIKTAT REGIONALE.

DINANZI AL PERICOLO DI NON POTER ASSICURARE IL MANTENIMENTO DEI LEA CON POSSIBILE COMPROMISSIONE ANCHE DEI LIVELLI QUALITATIVI DELLE PRESTAZIONI SANITARIE PUR AVENDO ACQUISITO PROFESSIONALITA’ DI VARIO GRADO IN ANNI DI COSTANTE LAVORO OPERATIVO, LE OO.SS. E LA RSU HANNO DECISO DI AVVIARE UN PERCORSO DI INIZIATIVE SINDACALI PARTENDO DALLA PROCLAMAZIONE DELLO STATO DI AGITAZIONE E PROSEGUENDO CON ULTERIORI AZIONI,

• A DIFESA DELL’EFFICACIA E DELL’EFFICIENZA DEI SERVIZI SANITARI AZIENDALI;

• A SOSTEGNO DEL MANTENIMENTO DEI LIVELLI OCCUPAZIONALI;

• A REALE VALORIZZAZIONE DELLE PROFESSIONALITA’ ACQUISITE;

• A TUTELA DELLA SALUTE PUBBLICA;

• A GARANZIA DEI DIRITTI CONTRATTUALI DI TUTTI I LAVORATORI

IN ASSENZA DI RISPOSTE OLTRE IL 31 MAGGIO I SINDACATI COMUNICHERANNO LE OPPORTUNE SUCCESSIVE AZIONI SINDACALI ANCHE ATTRAVERSO IL COINVOLGIMENTO DELLA CITTADINANZA. Risanare non significa smantellare.

LATINA 25 MAGGIO 2011

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PROROGATI I CONTRATTI A TEMPO DETERMINATO FINO AL 31.12.2011

Nella tarda serata di ieri 27 maggio è stato siglato l’accordo fra le OO.SS. e la Regione Lazio per la riconferma in servizio degli operatori sanitari in scadenza di contratto.

Si tratta di un atto che fa seguito al precedente accordo del 29 Dicembre 2010 ed al quale si richiama, sebbene il conseguimento di tale risultato non sia stato facile né scontato, come del resto è ampiamente dimostrato dalla lunga attesa dovuta alle incomprensibili esitazioni e difficoltà, a cui però i sindacati hanno saputo opporre le loro legittime ragioni.

Ancora una volta si è riusciti ad evitare la pesante compromissione dei livelli occupazionali, salvaguardando con essi la sopravvivenza dei servizi e l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza.

Ancora una volta la pressione sindacale esercitata da tutte le RSU e dalle OO.SS. è stata di fondamentale importanza ed ha prodotto un risultato fortemente positivo, pur tuttavia parziale rispetto ad una definitiva soluzione rappresentata solo dal pieno superamento del lavoro precario.

Il testo dell’accordo sottoscritto dalle parti sociali impegna infatti la Regione Lazio ad avviare tale percorso entro sei mesi, mentre contemporaneamente stabilisce anche una regolamentazione della mobilità del personale a seguito dei processi di riconversione delle aziende sanitarie.

L’esistenza del precariato di massa è lo specchio di una società incerta e debole, conflittuale e sbandata,

non all’altezza dei suoi compiti essenziali, e che non ha futuro. Il precariato è sfruttamento del lavoro e come tale va consegnato alla storia.

Latina, 28.05.2011 Il Coordinatore Provinciale Giovanni Coruzzolo

RAPPRESENTANZA SINDACALE UNITARIA

AZIENDA UNITA’ SANITARIA LOCALE DI LATINA

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La bacheca delle lettere Sciopero 6 maggio: Un enorme lavoro per una grande giornata di mobilitazione. Un caro saluto ed un sentito ringraziamento per l’eccezionale lavoro svolto. di Lorenzo Mazzoli - Segretario Generale Fp Cgil Roma e Lazio

Care compagne, cari compagni il lavoro sviluppato in queste settimane è stato straordinario. Avevamo bisogno della massima motivazione e disponibilità da parte di tutti e tutte voi per rendere possibile un risultato importante, sia sul piano politico sia su quello organizzativo.

Lo scorso venerdì 6 maggio, la FP CGIL di Roma e Lazio è stata protagonista della giornata di mobilitazione generale proclamata dalla CGIL. In tutti i territori dove si sono svolte le manifestazioni la Categoria è stata numerosa e visibile. Si potrebbe dire determinante per la loro riuscita senza indulgere all’autocelebrazione.

Lo sappiamo bene quanto sia stato faticoso ed esaltante convincere le persone a fare il sacrificio di una giornata di sciopero. Si è trattato di un confronto a volte anche molto complicato; non per le ragioni che stavano alla base della nostra iniziativa quasi unanimemente condivise, quanto per la domanda posta spesso nelle assemblee o nei colloqui singoli: riusciamo a modificare le cose? Che impatto ha uno sciopero della sola CGIL sulle decisioni di Governo, sulla Politica, su Confindustria, sugli orientamenti delle altre Organizzazioni sindacali?

Non sempre si hanno risposte adeguate alle aspettative e soprattutto alle tante ansie delle persone. Le certezze ideologiche non soccorrono da tempo ed i tanti interrogativi di oggi abbisognano di uno sforzo collettivo che sappia tenere insieme i valori irrinunciabili e sguardo verso il futuro.

L’attuale fase sembra interminabile e tutto ciò che stiamo facendo sembra non sortire effetti. Appare dinanzi a noi un concatenarsi di fatti che vorrebbero consegnarci all’immobilismo di una società avvinghiata su se stessa.

Noi abbiamo la responsabilità e l’ambizione di dare speranza a milioni di persone. L’abbiamo fatto in modo chiaro anche venerdì e continueremo a farlo. La volontà di partecipazione e protagonismo del mondo del lavoro saprà produrre la giusta novità.

Todo cambia. Roma, 9 maggio 2011

Lettera aperta al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano

Sig. Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nella consapevolezza di compiere un atto oltremodo inusuale, mi rivolgo a Lei come garante della Costituzione e per la sua straordinaria attenzione e sensibilità per tutte quelle situazioni che minano la credibilità dell’Italia come paese che tutela la pari dignità di tutti i cittadini.

Vengo immediatamente al punto. Uno soltanto.

Come è noto, la gestione dell’Emergenza e dei Pronto Soccorso a Roma e nel Lazio presenta serie difficoltà e diverse realtà ospedaliere sono pressoché al collasso.

Al Policlinico Umberto I di Roma, la scena che si para dinanzi gli occhi superata la porta da cui si accede al Pronto Soccorso supera qualsiasi immaginazione. Decine di persone “gomito a gomito” su lettighe e lettini affollano le sale adibite ed i corridoi attendendo il miracolo di usufruire di un posto letto.

Il personale cerca di fare quello che può in una sorta di girone sanitario dantesco.

La privacy una chimera non essendo più tangibile la stessa dignità delle persone. È come se si attraversasse la linea immaginaria che separa l’essere umano dal suo corpo ormai all’altrui mercé di atti e di sguardi.

Non mi permetterei mai di invitarLa a vedere quanto le sto descrivendo, ma Le assicuro l’effetto vergogna che si prova pensando ai valori che si cerca di difendere come appartenenti allo Stato Italiano.

Davvero non è accettabile.

Sig. Presidente, la mia non vuole essere l’estrema ed impotente denuncia di chi ha rinunciato a battersi per cambiare le cose. Al contrario. Quotidianamente proviamo a spostare un granello di sabbia, ma preoccupa l’incessante avanzare del deserto.

La saluto cordialmente e L’abbraccio con affetto.

Lorenzo MAZZOLI Segretario Generale Fp Cgil Roma e Lazio Roma, 19 maggio 2011

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Segue da pag. 1 Certo, siamo ancora uno dei paesi più ricchi ed industrializzati del mondo, ma fino a quando durerà questa “favola”? Quale dato statistico dobbiamo ancora raggiungere per disilluderci e far capire ai nostri attuali governanti lo stato comatoso in cui versa il Paese? Una prima risposta a questa domanda è venuta da tutti quei cittadini che si sono recati alle urne durante le recenti elezioni Amministrative e che, attraverso il voto, hanno inviato un messaggio inequivocabile, una richiesta di cambiamento immediato, sia al primo turno che ai ballottaggi, con i risultati sorprendenti di Milano, Napoli, Cagliari, Trieste e in altre città e province d’Italia. Ma non illudiamoci: è stata vinta solo una battaglia, non la guerra; è stata una netta vittoria contro l’inefficienza dell’attuale maggioranza di governo; è stato un sussulto popolare contro il suo autoritarismo, ma non possiamo ancora parlare di 25 aprile. Per la Liberazione completa del Paese c’è ancora da lavorare. Tutti insieme. Uniti. In questo numero, oltre al tema della patrimoniale, abbiamo dato ampio spazio anche alla vicenda del precariato che affligge la sanità pontina e che è lo specchio di una condizione drammatica che attanaglia l’intero Paese. Una vicenda, questa, che si trascina avanti ormai da anni e che ha raggiunto una dimensione tale al punto che l’intera rete dei servizi sanitari in terra pontina, si regge esclusivamente grazie al lavoro di medici, infermieri e tecnici con contratti a termine. Seguendo un ordine cronologico, abbiamo pubblicato, senza commentarli, i comunicati sindacali e delle RSU riguardanti questa vicenda: dalla dichiarazione dello stato d’agitazione alla momentanea soluzione del problema. Anche in questo caso siamo consapevoli di aver vinto una battaglia, ma non la guerra. Per vincere la guerra, serve ancora un piccolo sforzo collettivo che non riguarderà solo una fetta di elettori, bensì l’intero Paese: da Tarvisio a Lampedusa. L’appuntamento irrinunciabile per tutti - Cassazione permettendo - e al quale nessuno di noi potrà sottrarsi, è fissato per domenica 12 e lunedì 13 giugno prossimo, quando i seggi torneranno a funzionare in occasione del voto sui 4 quesiti referendari su Acqua pubblica, Nucleare e Legittimo impedimento. Quattro quesiti referendari che valgono molto, a cominciare dal futuro dei nostri figli. Quattro SI per dire NO alla privatizzazione dell’acqua pubblica, alla costruzione di nuove centrali nucleari e al privilegio concesso ai “soliti pochi” di essere immuni di fronte alla giustizia, anche quando si sono commessi reati gravi. Usiamo questo strumento della democrazia per rimuovere gli ostacoli, per ristabilire le regole cancellate e far tornare a funzionare quei diritti che ci sono stati negati e tolti negli ultimi anni. Altrimenti, non ci resterà altro da fare che implorare, miserevolmente: Poveri noi!

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