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Giovanni Costa, Paolo Gubitta, Organizzazione Aziendale
L’organizzazione e i suoi
ambienti
Prof. Armando Urbano - A.A. 2011-2012
ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Giovanni Costa, Paolo Gubitta, Organizzazione Aziendale Giovanni Costa, Paolo Gubitta, Organizzazione Aziendale Copyright © 2008 – The McGraw-Hill Companies s.r.l.
Le tre dimensioni
dell’organizzazione
Ambiente R
ela
zio
ni
Adesso siamo qui
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Ambiente Di cosa stiamo parlando
È costituito da tutti quegli aspetti che non
influenzano in modo diretto le attività
quotidiane, e che sono assunti come dati. Al
suo interno agiscono diverse forze:
i mercati
la tecnologia
le istituzioni
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Ambiente L’ambiente generale
I MERCATI: sono luoghi fisici e talora astratti
dove s’incontrano la domanda e l’offerta per
realizzare scambi di beni o servizi contro un
corrispettivo in denaro, definito prezzo di
mercato.
Definiscono l’ambiente economico (tassi di
crescita dell’economia, tassi di interesse,
livello di disoccupazione) e determinano la
domanda e i costi di produzione.
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Ambiente L’ambiente generale
LA TECNOLOGIA: Insieme dei saperi
scientifici e tecnici applicabili a processi di
trasformazione fisica, spaziale e temporale dei
materiali, delle informazioni e quindi
all’interazione tra l’uomo e la natura.
Definisce l’ambiente scientifico e tecnologico,
e comprende tutte le attività preposte alla
produzione e alla diffusione del sapere
(strumenti, impianti e materiali, e know-how).
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Ambiente L’ambiente generale
LE ISTITUZIONI: Complesso di valori, norme,
consuetudini che definiscono e regolano
durevolmente, in modo indipendente
dall’identità delle singole persone, i rapporti
sociali e i comportamenti reciproci dei gruppi
sociali e della società nel suo complesso.
Definiscono: l’ambiente socio-culturale (valori,
ideologie ecc.) e l’ambiente politico e legale
(distribuzione del potere, norme che
disciplinano l’operatività dell’impresa).
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La concezione Tayloristica
Definizione della strategia secondo il sistema
tradizionale Tayloristico:
“Adottando i principi organizzativi
adeguati si ottiene la soluzione ottima”
L’ambiente è pertanto ininfluente, perché si assume che:
• le problematiche che l’organizzazione deve affrontare sono solo di natura
interna ;
• che l’organizzazione è autosufficiente; è quindi un sistema chiuso che
può funzionare indipendentemente dall’ambiente esterno;
• che l’ambiente è omogeneo e tutte le organizzazioni si confrontano con lo
stesso ambiente; le differenti performance dipendono quindi solo dai
metodi di gestione applicati
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H. Ford, il Modello “T” e
la fabbrica fordista
Ford perfezionò il sistema in modo che si arrivasse
all’intercambiabilità non soltanto del pezzo ma anche
dell’operaio.
Nel 1915 nello stabilimento Ford di Detroit
lavoravano 7000 addetti al montaggio, la maggior
parte provenienti dalle campagne o immigrati negli
Stati Uniti, che parlavano più di cinquanta lingue
diverse e che sapevano a malapena l’inglese.
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H. Ford, il Modello “T” e
la fabbrica fordista
Il segreto che rendeva efficiente questa forza lavoro era la divisione del lavoro portata all’estremo, tale per cui l’operaio aveva un unico compito: infilare due dadi su due bulloni o magari fissare una ruota su ogni vettura, senza preoccuparsi di ordinare i pezzi, procurarsi gli attrezzi, controllare la qualità del suo lavoro o anche solo capire cosa stava facendo il suo vicino
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Ambiente e confini
Ambiente transazionale: Porzione di
ambiente in cui l’organizzazione attiva scambi
di risorse necessari alla sua sopravvivenza.
I confini dell’organizzazione dipendono dalla
necessità di ridurre i costi di transazione (costi
di negoziazione, di stesura dei contratti ecc.).
A volte l’organizzazione si estende
sull’ambiente e sul mercato (con contratti a
medio-lungo termine), altre volte è il mercato
che si insinua nell’organizzazione. I confini
sono quindi mobili e continuamente ridefiniti.
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Gestire l’ambiente transazionale
L’impresa ha a disposizione altri strumenti per
aumentare il controllo dell’organizzazione
sull’ambiente (o ridurne la dipendenza):
il contracting: sono accordi collettivi tra
produttori, fornitori e clienti (Ryanair, compagnia
aerea low-cost, ha fatto una precisa scelta di nic-
chia: passeggeri sensibili al prezzo, accordi di
lungo periodo con Boing per la fornitura di un
unico tipo di velivolo, quindi minori costi di
manutenzione e di addestramento e
remunerazione dei piloti);
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l’advertising: pubblicità e comunicazione in grado di
influenzare la domanda (in Italia i medicinali branded
continuano ad essere preferiti malgrado i prezzi più
elevati);
il coopting: la cooptazione nella propria
organizzazione di soggetti in grado di generare
incertezza (Alitalia nel 1996 cooptò nel proprio CdA il
comandante Angioletti, leader dell’ANPAC, il
sindacato dei piloti, godendo così di un periodo di
relazioni sindacali meno turbolente);
il coalescing: accordi o fusioni con lo scopo di
ridurre l’incertezza ambientale (Fiat-General Motors
nel 2000; Sky nel 2003 nata dalla fusione di Tele+ e
Stream).
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Oltre a gestire l’ambiente con politiche volte all’esterno,
l’organizzazione si attrezza internamente per gestire
l’impatto dell’incertezza ambientale.
Monitorare l’ambiente per cogliere in anticipo i segnali di
cambiamento è affidato alle unità di confine (funzioni
commerciali, di marketing, acquisto, ecc.) [Thompson] e
consente al nucleo tecnico di concentrarsi sull’efficienza
come se fosse un sistema chiuso.
Le attività di buffering servono a proteggere il core dalle
variabilità dell’ambiente (servirsi da più fornitori, tenere
scorte di materiali, formare il personale ad una pluralità di
mansioni). In alternativa, si possono applicare correttivi per
stabilizzare la domanda (ENEL incentiva l’uso notturno di
energia elettrica con tariffe differenziate; Bauli e Motta
hanno livellato la domanda stagionale di panettoni con le
merendine e gli snack).
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Le dimensioni dell’ambiente
Le dimensioni che caratterizzano l’ambiente sia
generale che transazionale sono:
complessità: dato soggettivo che dipende dal
soggetto che osserva e dalle informazioni che tale
soggetto possiede. Essa in primis fa riferimento alla:
varietà (n° di possibili varianti = tipi e modelli di
fenomeno in un dato tempo)
variabilità (o dinamismo = il “ulteriore varietà” nel
tempo).
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Complessità ambientale è anche la difficoltà che le
imprese incontrano nell’operare nell’ambiente e tali
difficoltà derivano in particolare da 3 fenomeni:
• globalizzazione
• ammodernamento dei sistemi paese
• innovazione e progresso
La complessità fa infine riferimento alle difficoltà
derivanti dalla forza e dal numero di interconnessioni
tra le entità che popolano l’ambiente come i
consumatori e i loro diritti.
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ricchezza: è un’altra dimensione dell’ambiente che
in base ad essa si distingue in ambiente ricco e
ambiente povero, facendo semplicemente riferimento
all’ammontare di risorse nell’ambiente; ovviamente
tanto più l’ambiente è ricco, quanto più bassa sarà la
concorrenza tra le imprese che popolano l’ambiente
dinamismo: è un’altra dimensione dell’ambiente che
in base ad essa si distingue in ambiente stabile e
ambiente dinamico, facendo riferimento all’entità e
alla velocità con la quale mutano le forze ambientali
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Ambiente Generale
È un dato Influenza indiretta
Mercati
Ambiente Economico (tassi di crescita; altri indicatori economici)
Ambiente Transazionale
Impatto diretto Oggetto di maggiore attenzione
Tecnologia
Ambiente Scientifico (innovazione,
tecniche disponibili; impianti & know-how)
Istituzioni
Ambiente socio-culturale (norme, ideologie)
Ambiente politico e legale (potere, leggi)
Complessità, Dinamicità e Ricchezza
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Organizzazione e Ambiente Per analizzare la relazione tra dinamismo ambientale e
strategie dell’impresa gli studiosi Emery e Trist hanno
costruito un modello basato sull’incrocio di due variabili
che sono indipendenti l’una dall’altra:
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Sulla base di questo modello si individuano quattro tipologie di
ambiente:
Ambiente placido: in cui opportunità e minacce sono
distribuite in modo casuale e l’incertezza è limitata e
controllabile. Tipico dei settori maturi dove possono operare
sia grandi che piccole imprese
Ambiente placido e connesso: in cui c’è un basso tasso di
cambiamento ma comunque sono alte le connessioni,è un
ambiente dominato da gruppi
Ambiente agitato: tasso cambiamento elevato ma basse
connessioni. In esso si punta all’efficienza,poiché solo le
impresse efficienti sopravvivono in tale ambiente
Ambiente turbolento: in cui il controllo sulle variabili
ambientali è molto difficile a causa dell’incertezza e le imprese
attuano strategie collaborative per resistere al cambiamento.
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Le concezioni sistemica e reticolare
di ambiente
Concezione sistemica
Ambiente come sistema di fattori e soggetti che
circondano gli attori e ne determinano il
comportamento
L’ambiente influenza il comportamento degli attori
Attori si confrontano con interlocutori esterni
Concezione reticolare
Rapporti con più attori
Relazioni che vanno oltre il mercato (scambio)
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Quanto più incerte e diverse sono le relazioni tra
un’impresa e i settori ambientali con cui interagisce,
tanto maggiore sarà la differenziazione
dell’organizzazione e il conseguente bisogno di
integrazione delle diverse parti.
L’ambiente in cui opera l’impresa è costituito da aree
che possono avere gradi differenti di prevedibilità.
Lawrence e Lorsch [1967] distinguono tre settori
ambientali (scientifico, commerciale e tecnico) cui
corrispondono tre diverse aree aziendali (ricerca e
sviluppo, marketing e vendite, produzione).
Modello di Lawrence e Lorsch - 1967
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Differenziare e Integrare Il modello di Lawrence & Lorsch
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Condizioni ambientali differenti richiedono un
diverso modo di funzionare da parte
dell’organizzazione.
In condizioni ambientali stabili, la divisione dei
compiti sarà molto precisa, la formalizzazione
sviluppata, le relazioni principalmente verticali
(capo/subordinato) e il controllo affidato a
una struttura gerarchica.
Modello di Burns e Stalker - 1961
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Meccanico e Organico Il contributo di Burns & Stalker
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Ambiente economico e mercati
Ambiente economico:è il luogo fisico-astratto
all’interno del quale avvengono gli scambi tra
input ed output. Sulla base di ciò l’ambiente
economico può essere suddiviso in:
1) Mercato degli input
2) Mercato degli output o di sbocco
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Mercato degli input
E’ il mercato di fornitura di materie prime,
semilavorati, impianti, energia risorse
finanziarie e servizi.
In tale mercato l’organizzazione deve fare
scelte di make or buy attinenti il tipo di input da
acquistare all’esterno e con quale fornitore
relazionarsi.
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All’interno del mercato degli input ha
particolare importanza il mercato del lavoro.
Esso viene analizzato dall’organizzazione a tre
livelli:
• il livello macro:viene cioè analizzato il tasso
di disoccupazione e occupazione
• il livello settoriale:viene considerata domanda
e offerta relativamente a un comparto
economico o a una porzione territoriale
• il livello interno:cioè l’ambito in cui sono attivi
i mercati che sono stati definiti interni
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Mercato degli output o di sbocco
E’ il mercato di sbocco dei prodotti delle imprese, e
rappresenta l’oggetto tipico delle strategie d’impresa
giocando quindi un ruolo centrale nella progettazione
organizzativa. E’ importante dal punto di vista
strategico perché rappresenta la fonte del vantaggio
competitivo dell’impresa e quindi della sopravvivenza
della stessa. Sono fonti del vantaggio competitivo la
qualità del prodotto e il prezzo dello stesso.
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L’ambiente tecnologico Di cosa stiamo parlando
Complesso delle condizioni tecniche e
organizzative che sono alla base dei processi
di trasformazione materiale, spaziale e
temporale degli input produttivi.
La tecnologia è la trattazione sistematica
delle regole sulle quali si basa la realizzazione
del processo produttivo.
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Le due prospettive della tecnologia
La tecnologia nella
prospettiva oggettivistica
Insieme di mezzi e metodi
volti alla trasformazione di
risorse, fisiche e
informative, in prodotti e
servizi intermedi o finali
È un dato
La tecnologia nella
prospettiva emergente o
fenomenologica
Catena di mezzi-fini
socialmente costruita.
Non esiste un impatto
“oggettivo” della
tecnologia.
La tecnologia si limita ad
“alterare” i significati e le
mappe cognitive degli
operatori
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Prospettiva oggettivistica
Questa visione è un richiamo alle teorie classiche
di Taylor,e vede la tecnologia come un insieme di
mezzi e tecniche per trasformare risorse (fisiche o
informatiche) in beni e/o servizi (accezione
ristretta). Un modello di studio proprio di tale
prospettiva è quello di Bright. Tale modello
analizza la tecnologia in base a 3 dimensioni:
• estensione
• livello
• penetrazione
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Prospettiva oggettivistica
Scala di Bright
Tecnologia
estensione: grado di diffusione della meccanizzazione
livello: grado di esecuzione meccanica
penetrazione: grado di meccanizzazione delle
mansioni secondarie e terziarie
La scala delle complessità tecnologiche
All’aumento del grado di meccanizzazione
– Diminuisce lo sforzo
– Aumenta la necessità di addestramento e formazione
– Aumenta lo sforzo mentale
– Aumenta la responsabilità