Ordini Di Francesco II^ Contro Garibaldi

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  • 8/4/2019 Ordini Di Francesco II Contro Garibaldi

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    Editoriale Il Giglio

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    Gli ordini di Francesco II

    contro Garibaldi

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    Editoriale Il Giglio

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    Francesco II di Borbone probabilmente il sovrano che pi pesantemente ha subito gli oltraggidella storiografia di matrice ideologica. A causa della breve durata del suo regno, e nel momento di maggiore travaglio, masoprattutto a causa damnatio memoria scientificamente applicata dopo lunificazione, il clichche stato costruito su Francesco II lo descrive troppo giovane, incapace, schiacciato dallaingombrante personalit paterna, impreparato al comando, credulone superstizioso perch

    credente e di delicata spiritualit, soprattutto indeciso ed imbelle, tanto che il suo eral'esercito di Franceschiello.Di tanto in tanto per, un documento scovato in archivi mai aperti dagli "storici" fa filtrare unospiraglio che permette di intravedere un'immagine ben diversa dell'ultimo Re delle Due Sicilie.

    La consegna del Re Francesco II al Maresciallo di Campo Tommaso de Clary, che reggeva lapiazzaforte di Messina nella Sicilia invasa da Garibaldi, era quella di combattere, di organizzarela guerriglia contro gli invasori, di recuperare con iniziative politiche la popolazione e di ritirarsinella Cittadella, solo quando la difesa sia divenuta impossibile.Lo dimostra un documento custodito allArchivio di Stato di Napoli, trovato dallappassionatostudioso Luigi Andreozzi de Romano Colonna.

    Il 19 giugno 1860, per il tramite del ministro della Guerra, Tenente Generale FrancescoAntonio Winspeare (1778-1870), il Re invia a Clary ordini dettagliati per lorganizzazione dellaresistenza e per far costruire dal Genio militare le opere necessarie ad assicurare la difesa dellacitt in modo che le truppe napoletane non fossero colte di sorpresa, di smontare le batterieeventualmente costruite contro la Cittadella e di difendere i Forti.Il Re pensava anche alla controffensiva e non mancavano, nello stile dei Sovrani delle DueSicilie, che combattevano con le regole della guerra medievale contro la guerra rivoluzionariasenza regole e senza onore dei piemontesi e dei garibaldini, indicazioni dettate dalla caritcristiana. Procurer che i prigionieri siano rispettati, lasciando il giudizio sulloro conto a Lei,

    ordina Francesco II.

    Il documento smentisce limmagine di un Sovrano debole, inadatto a combattere ed indecisocostruita dalla storiografia risorgimentale. Al contrario emerge la volont di Francesco II diaffrontare Garibaldi in Sicilia e di rioccupare le province conquistate dagli invasori, a partire daCatania. A Clary vengono date anche direttive politiche, come labolizione del dazio sulmacinato e lamnistia da concedere a quanti, anche se compromessi con linsurrezione, non sifossero resi responsabili di delitti e intendessero rientrare nellordine.

    Come andarono le cose, nonostante le disposizioni di Francesco II lo documenta lo storicoGiacinto de Sivo.Lavventura di Garibaldi avrebbe potuto finire subito. Ma Clary, che disponeva di oltre 15 mila

    uomini, prima rimase inerte, poi rifiut il sostegno di due battaglioni al colonnello FerdinandoBeneventano del Bosco. Il 14 luglio 1860 Bosco aveva effettuato una sortita da Messina. Il 17,al trivio di Archi, sulla strada di Barcellona, aveva messo in fuga i garibaldini e presi prigionieriun capitano, un tenente, un sergente e 18 soldati piemontesi che combattevano con la bandegaribaldine. Il 20 aveva inflitto in uno scontro aperto a Milazzo perdite per quasi 800 uomini aigaribaldini prima di essere costretto a ritirarsi per la mancanza di quei rinforzi che Clary rifiutdi inviargli. Questo Clary sintetizza deSivo fece cader una opportunit s rara in vitadacquistare fama grande con poca fatica: accorrere a salvare il compagno, stringere linvasorein un cerchio di ferro, spazzare La Sicilia da quei tristi (Storia delle Due Sicilie dal 1847 al1861, 2 voll. Berisio, Napoli, 1964. Vol. II, libro XII, p. 125).

    Loccasione fu perduta, come lo stesso de Sivo lascia comprendere, per il tradimento, non

    certo per gli ordini impartiti da Francesco II.

    Da Lettera Napoletana, n. 43 agosto 2011

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    n.741 - Ministero e Real Segreteria di Stato della Guerra

    Al Signore

    Signor Maresciallo di CampoCommendatore D. Tommaso de ClaryMessina

    Sua Maest il Re N.S. nello affidarle il Comando della Divisione in Messina ha credutodi darle un segnalato attestato della considerazione in cui La tiene e mi ingiunto diesternarle la Sua Sovrana volont sul modo come regolarsi nella importante

    commissione che resta a Sua cura di disimpegnare.

    Ella assumer il Comando Superiore delle Truppe e de Forti della Guarnigione diMessina e della Provincia e Piazza, quando non venga destinato un altro Comandantedi questa. In conseguenza, fino a che vi sar il Signor Maresciallo di Campo perquanto riguarda il Servizio, la disciplina della Piazza stessa.

    Lattuale forza non essendo da tanto di poter estendere il suo raggio di operazioneper quanto si dovrebbe, curer di tener concentrata la Truppa sempre

    nellanriguardo della Cittadella tenendo per fermo che non dovr ritirarsi in essa,che quando forze cotanto superiori avessero preso il disopra e non restasse altromezzo di difendere la Citt.Curer che i Forti Castellanio e Gonzaga siano difesi sconvenevolmente e coadiuvinole operazioni del Corpo principale, badando a smontare le Batterie che si potesserocostruire contro la Cittadella. A conseguir questo scopo si lascia a Lei di fissare leistruzioni analoghe.Potr far costruire dal Genio quelle opere passeggere che creder convenirsi adassicurare la difesa della Citt, badando sempre che la Truppa non sia sorpresa eche si abbia il tempo di dispiegarsi, quando gli avvenimenti fossero ripiegati dal

    Corpo principale. In una parola le Truppe dovranno difendere la Citt daunaggressione qualunque, e non rientrare alla Cittadella che quando la difesa siadivenuta impossibile lo che non si suppone.

    Quando saranno riunite forze maggiori Ella curer di spaziare la Sua linea dioperazioni in proporzione dello aumento, tenendo fermo principii di sopra stabiliti.

    Allorch a Sua Maest N.S. piacesse di far occupare la Provincia di Catania Ella vispedir le forze che creder sufficienti a tale operazione, ma per massima, non sar

    occupata Catania se pria non lo sar Taormina ed il forte S. Alessio. Lacomunicazione tra Catania e Messina dovr esser sempre libera e piva di ostacoli.Ella autorizzata ad impiegare ogni mezzo non indecoroso ma bonario per la

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    occupazione de vari punti. A Lei non manca tatto per ci. Ella sapr conservare ladignit dovuta, evitando lo spargimento di sangue, quando questo lo si possa fare,senza compromettere la dignit Sovrana e lonore delle Truppe.

    Eviter con tutt i mezzi che i soldati si lancino alle scorrerie, alle rapine, alsaccheggio, alla devastazione, quando questi mezzi non siano a Lei ordinati comemezzi di punizione, quando per altro non dovr usare che dopo aver esauriti tutti glialtri e questi fossero riusciti insufficienti.

    Procurer che i prigionieri siano rispettati, lasciando il giudizio sul loro conto a Lei.In una parola, la Truppa ove passi o faccia dimora, quando anche avesse dovuto faruso delle armi, dovr lasciar desiderio di se dovendo porgere ognuno nel soldatolindividuo preposto alla tutela dellordine. Sar severo co trasgressori, siinouffiziali, siano soldati, convocando alluopo n casi estremi Consiglio di Guerra

    subitaneo, e facendo eseguire la sentenza, acci la punizione istantanea, dopo ilcommesso delitto sia esempio agli altri che potessero pensare a delinquere.

    Potr formare delle guerriglie, atte ad agire nella campagna, con i modi che Ellaprescriver, ed alloggetto invier a me le istruzioni che avr date ai Capi di questemasse, comprendendovi gli appuntamenti giornalieri per ciascuno, il servizio aprestare e le norme per larruolamento. Farsi uso de mezzi che creder convenevoliper tenere dei fondi a disposizione pel mantenimento di tali squadriglie, badando anon mettere imposte su glindividui sibbene su comuni, facendosi fare dichiarazione

    delle somme che ricever. Ovunque potr ristabilire lordine che i FunzionariAmministrativi, come Sindaci, Eletti, Decurioni si rimettano nello esercizio senzaindugio. Alluopo, quando potr, dar conoscenza aglIntendenti locali ed a questoReal Ministero, per sottometterlo a Sua Maest (D.G.).

    A Catania, n Capiluoghi di Distretti, ove non esiste Guardia Urbana, potr formarneuna, badando al personale, al morale di essi ed agli Uffiziali soprattutto, affinchsiino animati da vero attaccamento alla Real Persona ed allordine. Ella per dopoloccupazione della Citt di Catania, formoler un progetto da sottomettersi allaSovrana sanzione, ed in un tutto sia preveduto, che la possa assicurare lottimaorganizzazione allimportante servizio che deve prestare questa Guardia Cittadina.

    Per le Compagnie dArme fermo rimanendo alla loro istituzione si regoler in modoche quando si dovessero riunire siino de Militari senza essere obbligati alla severamilitare disciplina. Tale operazione esige molta accuratezza, e si lascia al suo saperfare. I Compagni dArme rendono degli utili servizi, ma la loro composizione talvoltamostra chiaro che n bisogno di disciplina ed istruzione.

    Ella proporr i mezzi perch siano pi utili che per lo passato e che col loro convegno

    ne impongano pi che la loro forza materiale.Ove la rioccupazione della Provincia seguisse bonariamente e senza spargimento disangue, Sua Maest il Re D.G. vuole chella faccia abolire il dazio sul macinato dando

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    conto di tale disposizione. Vuole la Maest del Re che in questo caso Ella conceda nelReal Nome lamnistia a queglindividui che si fossero compromessi per lainsurrezione, ma che rientrino allordine, quante volte non si fossero macchiati didelitti o misfatti comuni.

    Sintende bene che queste istruzioni generali non lobbligano a stare perfettamentealla lettera a quanto sta scritto, dovendo Ella regolar le Sue operazioni sullecircostanze che Le si parano innanzi, tenendo fermo allo scopo, cio che lePopolazioni rientrino sotto la legittima Sovrana Autorit, e che i Sudditi non ribellisiino rispettati, come rispettate le propriet.

    Bader a non prendere collisioni coi Consoli Esteri, ma se il caso menasse a qualchecontroversia, bader a renderne conto a questo Real Ministero, che sapr a chidoversi dirigere per eliminare il progresso di cose che debbono finire sul loro

    nascere, quante volte per la Dignit Sovrana non sia compromessa e si conservi intutta la estensione del significato.

    Infine Signor Maresciallo di Campo, Sua Maest il Re D.G. intimamente persuasache Ella porr tutto in opera per riuscire nel geloso incarico affidatole, ed io facendoseguito a quanto ho in varii rincontri esternato che col suo zelo, attaccamento,attivit e soprattutto modi convenevoli alle circostanze, sapr tutelar lordine e farritornare il bel Paese sul quale dovr agire, alla dovuta obbedienza pel legittimoPadrone in modo duraturo e con basi che si sono deplorati sin qui.

    Napoli 19 Giugno 1860

    Il Tenente Generale Ministro della GuerraF. Winspeare.

    Fonte:Archivio di Stato di Napoli - Fascio 1154, Corrispondenza del Re Francesco II con i Militari, Affari diSicilia / aprile - giugno 1860, lettera n 741