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1 COMUNE di AGRIGENTO piazza Pirandello, 35 - 92100 AGRIGENTO telefono 0922 401737/ 590228- telefax 0922 590201 sito internet: www.comune.agrigento.it e-mail: [email protected] Comune di Agrigento Seduta del Consiglio Comunale del 17 Marzo 2014 Ordine del Giorno 1. Situazione dello stato idrogeologico del territorio della Città di Agrigento con particolare attenzione visti gli ultimi decadimenti che hanno interessato costoni delle vie: Duomo (cattedrale), Via Papa Luciani e Viale Della Vittoria.

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Comune di Agrigento

Seduta del Consiglio Comunale del 17 Marzo 2014

Ordine del Giorno

1. Situazione dello stato idrogeologico del territorio della Città di Agrigento con

particolare attenzione visti gli ultimi decadimenti che hanno interessato costoni

delle vie: Duomo (cattedrale), Via Papa Luciani e Viale Della Vittoria.

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Il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

Buonasera signori.

Sono le ore 17:27, iniziamo questa seduta di Consiglio Comunale aperto e iniziamo

con l’appello. Prego.

Il Vice Segretario Generale, Dottoressa INGLIMA MODICA Filippa, procede

all’appello nominale dei Consiglieri.

Il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

Va bene, presenti 10 Consiglieri, assenti 20, ricordo che trattandosi di seduta aperta

non è necessario il numero legale di 16 Consiglieri per la validità.

Allora, io ringrazio gli intervenuti per essere qui presenti. Diciamo che lo

svolgimento di questo Consiglio Comunale non è solo l’occasione per fare il punto

sulla situazione dello stato di salute del territorio agrigentino, dal punto di vista

idrogeologico, ma vuole fungere da sprono, affinché si faccia prevalere la logica

della prevenzione su quella degli interventi post evento. Il nostro è un territorio la cui

struttura geomorfologica ci dice che è un territorio fragile, soggetto a frane e

smottamenti, gli eventi passati e recenti ne sono la testimonianza, così come le

continue segnalazioni da parte dei cittadini. Allora, dicevo, bisogna far prevalere la

logica della prevenzione; prevenzione significa protezione del suolo, lotta

all’abusivismo, controllo costante del territorio, effettuare delle mappature del rischio

e attuare provvedimenti, al fine di mitigare il rischio idrogeologico. Molto spesso si

dice che mancano i fondi per effettuare la prevenzione, a tal proposito bisogna dare

atto al Governo nazionale che ha provveduto a stanziare una ingente somma, a questo

scopo, e noi dobbiamo avere il compito e fare di tutto affinché queste somme, che

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sono state messe a disposizione, possano essere utilizzate dalla nostra

Amministrazione al fine di effettuare questa prevenzione. Di contro dove questi soldi

ci sono o dicono di esserci non si riesce a capire perché i lavori non inizino, mi

riferisco alla nostra Cattedrale, chiusa da tre anni, simbolo della città di Agrigento e

di tutta l’Arcidiocesi agrigentina, nonché memoria storica di tutta la collettività. Il

susseguirsi di tavoli tecnici, di incontri, per capire ancora il da farsi e chi lo deve fare

non possono prendere il sopravvento su un dato di fatto, ormai inconfutabile e cioè

che il tempo è scaduto, che la collina ormai si trova al punto di non ritorno e questo

sarebbe una catastrofe per tutta la comunità agrigentina e non solo. È notizia di

questa mattina che gli uffici della Curia Vescovile si sono trasferiti al Palazzo del

Seminario, e, secondo me, questo è un ulteriore campanello di allarme su quella che

è la situazione in cui, attualmente, versa la collina. Infine, prima di iniziare i lavori

volevo fare un richiamo al principio di eguaglianza dei cittadini, sancito dalla nostra

Costituzione e non mi riferisco solo a quello dell’uguaglianza dei cittadini di fronte

alla legge, ma al diritto di avere, dalle Istituzioni, lo stesso trattamento quando sono

colpiti dalle stesse calamità, grandi o piccole che siano, perché di fronte alle calamità

non esistono cittadini di serie A o B ma cittadini che hanno bisogno di aiuti concreti

e necessari per rimuovere le situazioni di pericolo e di eliminare i rischi per la

pubblica incolumità, fermo restando che coloro che hanno causato questi disastri

debbono essere duramente colpiti. Dopo questa breve introduzione, possiamo iniziare

i lavori. Allora chi vuole intervenire, da parte del pubblico o delle Associazioni, si

avvicina al tavolo della Presidenza e lo mettiamo in elenco, tranne quelli che lo

hanno già fatto. Comunque, anche nel corso della discussione, eventualmente, chi

volesse intervenire si avvicina e lo mettiamo in coda agli interventi. Allora, se non ci

sono interventi, attualmente, da parte dei Consiglieri o da parte

dell’Amministrazione, diamo la parola al Consigliere Di Rosa, che è stato il

promotore, assieme ad altri Consiglieri, di questa seduta straordinaria aperta.

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Prego gli intervenuti di limitare gli interventi nell’arco di 15 minuti, anche per dare la

possibilità a tutti di parlare.

Il Consigliere DI ROSA Giuseppe

Grazie, Presidente. Signori della Giunta, colleghi Consiglieri, signori invitati e

signori intervenuti. Io vorrei, prima di tutto, sviare un attimino un problema che era

nato in città all’atto della grande efficienza mostrata dagli uffici regionali e proprio

da quello nasce la mia iniziativa, immediatamente, devo dire, sposata da gran parte

del Consiglio Comunale. Non abbiamo, come dice il Presidente, cittadini di serie A e

cittadini di serie B, qui dobbiamo capire un attimino cosa sta succedendo al nostro

territorio. Ci sono problemi idrogeologici, tutti ne siamo a conoscenza, ma nessuno

ne parla; tutti siamo a conoscenza del problema del costone, tutti siamo a conoscenza

degli smottamenti, tutti siamo a conoscenza di quello che si è verificato nell’ultimo

triennio ad Agrigento. Quando parla di costone della Cattedrale, sappiamo tutti che il

costone della Cattedrale, da anni sotto osservazione da un paio di anni, se non erro,

sotto attenta vigilanza da parte degli uffici preposti, oggi ha un finanziamento;

finanziamento che tutti sappiamo devono esserci tutti i crismi per arrivare, stiamo

provvedendo; noi non siamo gli addetti ai lavori, gli addetti ai lavori sicuramente

abbiamo voluto questo Consiglio Comunale proprio per capire quello che sta

succedendo al costone e all’intera città. Gli ultimi accadimenti, tra i quali Papa

Luciani, tra i quali Viale della Vittoria; Viale della Vittoria devo dire che

personalmente avevo attenzionato fine 2011/2012, Viale della Vittoria che non era

come l’accadimento di Papa Luciani, un accadimento che è avvenuto e basta, era un

accadimento che si prospettava potesse arrivare, tanto è vero c’erano anche studi in

tal senso. Io, nel 2012, personalmente ho una relazione da parte dei nostri uffici, ci

sono delle lettere che io ho, io ho chiesto l’intero incartamento, ci sono delle

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interlocuzioni tra i nostri uffici, tra la Protezione Civile, tra il Genio Civile, ci sono

degli incartamenti che parlano di ciò, perché questo Consiglio Comunale? Proprio

per sentire gli odierni intervenuti, chi non è intervenuto si assume la sua

responsabilità, gli inviti sono stati inviati a tutti, geologi, ingegneri, architetti, gli

Ordini dovrebbero essere i primi a intervenire in questi casi, perché poi magari va a

finire come in altre situazioni che dicono che non sono stati interpellati; invece no,

un Consiglio aperto, la città è rappresentata in questa aula; questa aula è la massima

assise dove si discute dei problemi dell’intera città. Se poi oggi sui giornali veniamo

a conoscenza che - cosa che io ho sempre ribadito - il finanziamento ero per lo studio

idrogeologico del costone, non è un finanziamento assolutamente dei Palazzi Crea,

non è un finanziamento assolutamente al privato, privato che se dovrà, dovrà farlo

con i propri soldi, il tutto nasce da questo, non siamo né per i cittadini di serie A, né

per i cittadini di serie B. Io la sera quando sono rientrato, dopo avere visto quello che

ho visto al Viale della Vittoria, alla mia famiglia ho detto: “Speriamo non sia una

seconda frana del ‘66; da lì nasce la mia preoccupazione e mi metto al computer, e

sento subito il collega Settembrino, il quale immediatamente sposa la situazione - no,

collega? Erano le nove e mezza, le dieci di sera - da quello nasce la nostra

preoccupazione, perché anche noi, noi facciamo politica, noi non siamo tecnici. Io

sono felice della presenza del Responsabile Regionale della Protezione Civile, io

volevo che venissero tutti. Io non vedo i nostri tecnici , presumo che i nostri tecnici

dovevano essere anche loro i primi a intervenire, di questo mi duole, spero solo che

sia un ritardo e non sia un ritardo voluto, però è quello che voleva essere questo

Consiglio Comunale aprirlo anche agli Ordini professionali, aprirlo anche alla gente

comune; la gente comune che può e deve intervenire in qualsivoglia problema che ci

possa essere in città, poi magari siamo i 30 Consiglieri, poi è la Giunta che interviene

motu proprio, però c’è un Sindaco, noi facciamo politica, noi non siamo tecnici; di

conseguenza, io, Presidente, ho già finito, il mio intervento voleva essere questo, poi

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magari riprenderò la parola dopo aver sentito cosa diranno i tecnici, però volevo

specificare che questo invito, questo Consiglio Comunale aperto, è voluto per questo

motivo, per sentire cosa sta accadendo all’intero territorio agrigentino, non al Viale,

Papa Luciani, Cattedrale o altri siti; va bene, quelli sono i punti dove è accaduto

quello che è accaduto, ma l’altro territorio, la rimanenza del territorio, tutto il

territorio, perché non ci sono degli studi? Io ne approfitto per dire che ho letto sulla

stampa - non li vedo qua, mio malgrado - due interventi di nostri due Deputati, io

regionale e uno nazionale, il quale uno, devo dire, che ho apprezzato tantissimo

quell’intervento, però pensavo volesse venirlo a fare pure in aula ed era giusto che

venissero qua, molti dimenticano che gli stessi che li votano, sono gli stessi cittadini

nostri, poi magari arriveranno in altri lidi e dimenticano spesso che, purtroppo,

provengono da qua. L’atto di presenza era un atto dovuto, pazienza! Perché per

intervenire hanno saputo che c’era questo Consiglio Comunale, gli altri magari non

solo non sono intervenuti, fanno finta di non saperlo e di non avere ricevuto l’invito,

però siamo qua, parliamo del problema. Io per quello avevo detto poco fa al

Presidente: “Diamo la parola ai tecnici”. Certo il fatto che mancano i nostri tecnici,

ripeto, è da condannare assolutamente. Grazie, Presidente.

Il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

Prego. Assessore Gibilaro.

L’Assessore GIBILARO Gerlando

Grazie signor Presidente. Signori della Giunta, colleghi Consiglieri, cittadini tutti. Io

credo che oggi occorre fare una doverosa premessa a tutela della pubblica e privata

incolumità dei cittadini agrigentini. Come tutti ben sapete, il 19 luglio del 1966

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questa città fu colpita da una frana; la frana interessò tre zone: la zona del Duomo,

San Michele e dell’Addolorata. Lo Stato italiano allora, con decreto legge 590 del

’66 non badò a nessuna spesa, ha voluto capire i motivi, le cause, le concause della

frana e istituì una Commissione ministeriale d’inchiesta, la cosiddetta “Grappelli”,

una Commissione tecnica. Allora sono stati effettuati dei sondaggi e mi riferisco ai

tecnici presenti in aula, questi sondaggi arrivarono a 150 metri di profondità e furono

spediti, attraverso una ditta spagnola, a San Francisco. L’esito di quelle indagini fu

devastante. Tant’è che la Regione Siciliana pubblica nella GURS del 5 luglio 1969

un decreto, decreto del 23 dicembre, numero 567 del 1968, questo decreto vigente

ancora oggi e inserito nel Piano Regolatore Generale nel 2005 - e non nel primo

Piano Regolatore Generale del 1978 - ha imposto i vincoli idrogeologici e urbanistici

del territorio del Comune di Agrigento. Quindi, quando sento parlare Onorevoli,

Associazioni di vario genere che dicono che bisogna fare degli studi geologici mi

viene da ridere, per il semplice motivo che già nel 1966 i migliori tecnici della

Repubblica Italiana sono scesi ad Agrigento e hanno redatto un Piano dei vincoli

idrogeologici e urbanistici; considerato che dal 1966 ad oggi, sicuramente, le

condizioni del sottosuolo non sono migliorate, perché nessuno è intervenuto, questo è

il quadro. Con riferimento specifico alla situazione che si è verificata in Viale della

Vittoria questo decreto la individua come zona B Grappelli, e detta determinate

prescrizioni, queste prescrizioni dovevano essere conosciute fin dall’inizio dei

proprietari che hanno costruito, dal Genio Civile e quant’altro. Oggi il problema qual

è? Che a me preme, come Assessore alla pubblica incolumità, pubblica e privata

incolumità, Presidente, di questa città, innanzitutto sono rammaricato e provo

amarezza che in aula non sono presenti quei Deputati regionali e nazionali che sono

stati votati da questi cittadini e che devono interessarsi di questi problemi. Purtroppo,

ormai Agrigento ha dei problemi che non possono essere risolti e demandati alla

politica locale. Ma occorre un impegno concreto delle sedi palermitane e delle sedi

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romane. Oggi la città di Agrigento si trova in una situazione molto particolare,

considerato che, da allora a oggi, nessun intervento di sistemazione idraulico

forestale è stato effettuato in quei luoghi dove la Commissione Grappelli lo ha ben

specificato. Quindi io credo che di questa questione se ne debba fare, sempre a tutela

della pubblica e privata incolumità, una questione nazionale, con l’obiettivo di

mettere in sicurezza edifici e persone. Mi auguro che gli organi competenti che

occupano le posizioni più alte e mi riferisco alla Regione e mi riferisco anche alle

sedi romane, si attivino immediatamente. Noi come II Commissione, ad esempio,

avevamo proposto un atto di indirizzo ed è allucinante il fatto che la zona C

Grappelli non era inserita nel PAI e nel PAI che cosa viene inserita? Viene inserita la

foce del fiume Naro e la foce del fiume Akragas, quando i veri rischi della pubblica e

della privata incolumità stanno a monte della città di Agrigento. Se volete, anche a

proposito della Cattedrale, dove l’allora gruppo di Grande Sud, composto dal

Consigliere Gibilaro, dal Consigliere Patti, dal Consigliere Cicero e dal Consigliere

Gramaglia, avendo saputo che il Governo aveva stornato quei 15.000.000,00 di euro

a Messina ci siamo immediatamente attivati e abbiamo informato il Sindaco e quei

15.000.000,00 di euro sono arrivati anche alla Cattedrale. Voglio leggere soltanto

degli atti ufficiali della Repubblica Italiana e gradirei un po’ di attenzione che

riguarda la zona C Grappelli: “La zona C Grappelli interessa le pendici settentrionali

o meridionali del colle; essa è costituita prevalentemente dagli affioramenti e delle

argille piogeniche, secondarie; in essa non dovrà essere consentita alcuna nuova

costruzione o ricostruzione, salvo le opere di rafforzamento e manutenzione degli

edifici esistenti, nonché l’esecuzione di servizi essenziali per la vita dell’abitato. In

particolare per gli edifici sia di culto (Duomo e Curia), sia privati che ricadono al

limite tra la zona C e le zone A e B di questo Piano, dovrà essere fatto obbligo agli

Enti e alle ditte interessate di provvedere caso per caso a attendere esaurienti indagini

tecniche onde accertare il grado di stabilità dell’insieme dell’edificio terreno. Il

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territorio della zona in ragione dei suoi aspetti vistosi di dissesto idrogeologico sarà

sottoposto agli interventi di consolidamento o sistemazione idraulico forestale o

agraria”; l’unico intervento che si è fatto è il Parco dell’Addolorata. Se noi poi

andiamo nella zona B Grappelli, dice che in particolare la distanza degli edifici dai

cigli superiori di sbancamento o tagli di cava non potrà mai essere inferiore al doppio

dell’altezza delle pareti di sbandamento taglio, significa che se il taglio di cava è 20

metri, l’edificio doveva essere costruito a 40 metri. In queste prescrizioni sono anche

previste che tutte le opere di sistemazione dovevano essere a carico dei privati,

sottoposti all’approvazione del Genio Civile e nel caso non conforme si poteva

ordinare anche la demolizione dell’immobile stesso. Detto quanto, e queste cose non

me le sono inventate, ma sono degli atti pubblici conservati nei cassetti dello Stato

italiano, io nuovamente, ripeto, credo, che la tutela della pubblica e privata

incolumità dei nostri cittadini, dei nostri edifici, impone che su questa questione ne

venga fatta una questione morale e propositiva, mi auguro che dopo questo Consiglio

Comunale i nostri Deputati regionali, nazionali, il nostro Assessore agrigentino al

Territorio e all’Ambiente della Regione Sicilia, il nostro Presidente della Regione

Siciliana, si attivino immediatamente, perché, credetemi, io non credo che la

situazione che verrà in futuro sarà migliore di questa. Io termino il mio intervento

confidando in quello spirito di Stato da parte dei nostri Deputati regionali e nazionali.

Grazie, signor Presidente. Grazie, signori della Giunta. Grazie, colleghi Consiglieri.

Il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

Allora se non ci sono altri Consiglieri, possiamo dare la parola a chi si era già iscritto

per l’intervento, il signor Rossano, Movimento Cinque Stelle.

Se nel frattempo ci sono altri Consiglieri che mi chiedono di intervenire,

logicamente, prima interverranno i Consiglieri.

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Il Signor ROSSANO (Movimento Cinque Stelle)

Buonasera a tutti. Io rappresento il Movimento Cinque Stelle. Ringrazio tutti gli

intervenuti e ringrazio per averci invitato a questo Consiglio. Era ora finalmente che

venisse convocato questo Consiglio aperto ai cittadini. Per il Movimento Cinque

Stelle sono i cittadini che contano e no gli eletti. Noi abbiamo messo in discussione

la democrazia delegata e privilegiamo la partecipazione alla responsabilità,

pretendiamo, in quanto cittadini, di essere informati, non alla fine di un mandato, ma

durante il mandato elettorale stesso ed è con questo spirito che oggi partecipiamo a

questa riunione. Basta girare per la città per rendersi chiaramente conto del degrado e

dell’abbandono in cui versano i luoghi più in vista della stessa,; piazze e strade,

strutture pubbliche sono abbandonate a sé stesse. Se poi vi recate in strade periferiche

l’abbandono e il degrado sono assoluti e totali.

Il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

Dobbiamo attenerci a quello che è l’ordine del giorno.

Il Signor ROSSANO (Movimento Cinque Stelle)

Sì, sì, sto arrivando. Era una premessa. La città vive in quotidiana emergenza, questa

Amministrazione non pone in essere nessuna azione di Governo, che tenda a una

programmazione delle emergenze che si manifestano di continuo in questa città, il

Consiglio Comunale ratifica bilanci preventivi e consuntivi e conseguentemente

legittima l’inconcludente operato di questa Giunta e di questo Sindaco. Le regole di

buonsenso e di buona prassi governativa dovrebbero interessare il Governo in una

pianificazione a priori delle azioni politiche e amministrative per una risoluzione

graduale e ottimizzata delle preminenze e ricordo che Agrigento di problematiche ne

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ha parecchie: il degrado economico e occupazionale, la mancata manutenzione

infrastrutturale, l’incapacità di immaginare la storia architettonica e la cultura

cittadina come volano di rilancio.

Il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

Signor Rossano, dobbiamo…

(Interventi fuori microfono)

Il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

Scusate, vi prego di attenerci a quello che è l’ordine del giorno e l’argomento, senza

bisogno di fare altre prosopopee o altre considerazioni, altri discorsi. Se ci sono

spunti e motivi di suggerimento per quanto riguarda questo argomento va bene.

D’accordo?

Il Signor ROSSANO (Movimento Cinque Stelle)

Allora, noi già abbiamo avuto delle emergenze, oggi una nuova emergenza, che ha

afferito il salotto della città, ha arrecato danno ad oltre 60 famiglie e alle attività

economiche presenti. Queste emergenze, come tutte le altre, non sono fatti

imprevedibili, come può essere un maremoto, sono fatti prevedibili e annunziati la

cui responsabilità politica, amministrativa e forse civile e penale, non può che

ricadere sugli organi di Governo. Noi del Movimento ci rendiamo conto che le

emergenze ormai hanno superato l’interesse della dimensione comunale, ma questa

circostanza non è la giustificazione per non effettuare la manutenzione ordinaria della

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città, non può, né deve, questo Consiglio Comunale approvare bilanci di previsione

dove sono indicati pochi spiccioli per la manutenzione ordinaria della città. Non c’è

bisogno di studi geologici per comprendere che tutto il territorio di Agrigento è una

emergenza; è una emergenza il costone dove sorge la Cattedrale, è una emergenza il

costone della Rupe Atenea, sono emergenze le bretelle che congiungono la via Imera

alla parte est dei quartieri cittadini, è una emergenza il ponte Moranti, diventa una

urgenza il dissesto statico del muro di contenimento retrostante gli edifici della

Provincia Regionale, ubicati in via Esseneto e del Dipartimento Provinciale

dell’ARPA, a confine della Villa del Sole, sulla cui sommità insiste l’area giochi dei

bimbi, per cui il Comune, nel novembre scorso, ordinava ai Dirigenti dei settori VI e

IX l’interdizione della area giochi interni alla villa. Noi del Movimento Cinque

Stelle, innamorati di questa città e degli agrigentini, ci chiediamo inoltre il perché

non siano stati approntati i lavori urgenti per il ripristino del costone Cattedrale,

avendo appreso dalla Protezione Civile qui presente in rappresentanza, che lo

scivolamento a valle è, secondo gli studi condotti sugli indici di stabilità, una

questione di mesi. Vorremmo ricordare che il ripristino della legalità e la tutela della

sicurezza, diritti inalienabili di cittadinanza, non possono certamente passare per le

catastrofi e non devono in nessun modo essere demandati alle ricostruzioni sulle aree

del centro storico, che andrebbero ad appesantire la collina già di suo aggravata dal

fenomeno dell’insistenza edilizia, meglio conosciuta nel paese come “Sacco di

Agrigento”. A ogni modo il nostro intervento ha una bussola precisa, che ricalca i

principi ispiratamente volutivi del Movimento. Si abbia il coraggio di intervenire

tempestivamente e di alzare la voce contro i responsabili, si abbia il coraggio e

l’equilibrio socio – politico per accelerare l’utilizzo dei fondi per le aree già colpite

da dissesto, senza che per questo si differenzino i cittadini in figli e figliastri. Ci

vuole – e concludo – l’audacia di amare Agrigento con i fatti; da parte comunale,

secondo molti, manca questo sentimento con ampia dimostrazione e allora si abbia

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solo il coraggio di fare un passo indietro e affidarsi alla storia. Il Movimento Cinque

Stelle stasera diffida il Sindaco e la Giunta a porre in essere una adeguata azione di

Governo e diffida altresì il Consiglio Comunale ad una verifica costante sull’azione

di Governo posta in essere. Il Movimento annunzia che, sin da domani, osserverà con

molta attenzione l’operato del Sindaco, della Giunta e del Consiglio, nonché dei

Dirigenti Comunali e non tarderà un minuto a denunziare ai cittadini le omissioni e il

disinteresse che potranno emergere. D’altro canto invitiamo tutti gli agrigentini a fare

avere al Movimento le loro segnalazioni, corredate da materiale fotografico, si

provvederà a notificare al Comune le loro segnalazioni, a verificare e a denunziare le

omissioni e le inadempienze, perché riteniamo che l’importante non sia più vincere o

perdere, ormai abbiamo perso un po’ tutti, l’obiettivo è solo il cambiamento. Grazie.

Il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

Prego. Signor Falzone, “Agrigento, punto e a capo”.

Il Signor FALZONE, “Agrigento, Punto a Capo”

Mi ero preparato la lettera, mettendo per prima il Sindaco, faccio finta che c’è,

abbiamo il Vice Sindaco. Signor Sindaco, signor Presidente del Consiglio, signori

Consiglieri, signori Assessori, cittadini presenti, amici che ci seguono a casa

(abbiamo la diretta). Negli anni della speculazione edilizia ad Agrigento si è costruito

in qualsiasi fazzoletto di terra era vuoto, si è sbancato, si è innalzato senza ritegno,

l’invasione delle zone circostanti la città, per rispettare il vincolo archeologico e

paesaggistico, continua ancora, non è finita. Abbiamo le colline attorno alle città

invase da costruzioni, ci sono palazzi costruiti anche sopra le gallerie semi-

pericolanti che si devono attraversare in auto sempre con i tergicristalli accesi, anche

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d’estate, mi riferisco alla galleria sotto la Madonna delle Rocche, sono due, ogni

tanto si chiude qualcuna, per essere sicuri che non diventi una trappola, questo non lo

ho mai capito. Strade nuove, minuscole, potranno fungere da via di fuga in caso di

disastro idrogeologico? Questo lo sa solo Dio. Questa è storia di oggi. Ci dobbiamo

accusare della stessa risolutezza dei nostri padri? Dei nostri nonni? Che senza

considerare la presenza di ipogei, senza considerare quel grande mare d’acqua che

abbiamo sotto la città, che si muove sotto Agrigento, tirarono su palazzi, grattacieli di

tutto e di più, che cosa succede oggi a ogni pioggia? Le strade diventano fiumi, fiumi

in piena, molti degli abitanti del Villaggio Mosè temono per le proprie abitazioni,

invase troppe volte dal fango. Che fine hanno fatto gli oneri di urbanizzazione, signor

Sindaco, che dovevano rendere quelle zone franche dagli allagamenti? Siamo sicuri

che tutti i recenti lavori garantiranno tutti i residenti del Villaggio Mosè; per non

parlare poi del centro storico, dove a ogni pioggia, chi ci vive, teme per la propria

abitazione e per la propria incolumità, spesso perché - come il mio caso personale - si

ritrova circondato da ruderi (via Orti, via Garibaldi, via Marsala) vi invito a venire a

vedere. Da dove viene l’acqua che fuoriesce spesso dall’ipogeo adiacente la Chiesa

del Purgatorio, ex S. Lorenzo, che scende allegramente lungo la via Atenea? È

possibile che il Comune non si interessi per niente di questa perdita? È allucinante ve

lo assicuro. Che cosa dobbiamo dire dei sottopassaggi di piazza Marconi che sono

periodicamente allagati, circostanza che noi abbiamo più volte segnalato - piuttosto

non mi sono presentato, io sono uno dei componenti di “Agrigento Punto a Capo”,

cittadini fuori dalla politica, che si sono conosciuti su facebook, e che operano

dicendo la verità, scusate l’inciso, l’emozione mi ha tradito - i sottopassaggi, per chi

non lo sapesse, sono percorsi utilizzati dai bambini, dai ragazzi che vanno e vengono

dalle scuole del Viale della Vittoria, invece che un utile e sicuro metodo per

attraversare la piazza, potrebbero diventare delle trappole mortali, perché

l’Amministrazione non ha mai preso in considerazione questo problema? Intende

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creare un nuovo rischio idrogeologico in città? Altra questione, i capolavori al

Monastero di Santo Spirito, sono praticamente distrutti, mangiati dall’umidità;

l’umidità scendendo all’interno della Chiesa e tanta e tale che sta danneggiando

irrimediabilmente dei capolavori incredibili, stiamo assistendo, signori, a un delitto e

conosciamo il nome dell’assassino, ma nessuno interviene seriamente, nessuno;

Girgenti Acque è intervenuta, sì; ha staccato le prese delle case abbandonate. Bene,

non ci sono più gli allagamenti, ma non basta, non possiamo perdere un tesoro

artistico così rilevante, è assurdo, è da vigliacchi farlo. E il Comune gestisce

direttamente anche il portico del bene artistico di Santo Spirito. Noi di APC

vogliamo ricordare soltanto alcune delle situazioni che abbiamo segnalato negli anni

scorsi, ci siamo fatti il fegato marcio per questo, l’Istituto Schifano, ne vogliamo

parlare? Sulle macerie dell’Istituto Schifano si stanno realizzando in questi giorni

una serie di nuove costruzioni spacciate per edilizia a canone sostenibile: bugia.

Questi nuovi insediamenti costruiti sugli ipogei saranno esenti dal rischio

idrogeologico? Io sono geometra, ve lo dico subito, non sono un tecnico, è

importante, ma da geometra autodidatta avrei paura di starci. Siamo molti curiosi,

dicevo, di vedere alla fine dei lavori quante famiglie veramente bisognose e disagiate

saranno in grado economicamente di godere di queste nuove case e di questo

famigerato progetto Terra Vecchia. Palazzo Tomasi. Noi di APC ricordiamo bene

anche questo altro sopralluogo fatto a Piano Sanzo, con il Sindaco, sempre insieme

alla sua solita scorta di Dirigenti Comunali (che stasera non vedo), per verificare lo

stato dei luoghi dopo i danni provocati dalla pioggia, oltre che dall’incuria,

dall’abbandono; noi ci siamo andati dopo il fatto della Cannalata, che qualcuno

ricorderà, siamo stati anche denunziati per questo, comunque lasciamo perdere.

Ebbene, signori, il Palazzo Tomasi, è sempre lì, chiuso, sprangato, ne abbiamo

documentato i danni, provocati dall’acqua e dall’umido, l’interno e l’esterno

dell’edificio continua a degradare giorno dopo giorno, in attesa che arrivi la gara per

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l’affido dell’immobile, a chi? Quando? In che termini? Ricordiamo a tutti che il tetto

dell’edificio confinante è sfondato, non esiste più da anni e noi ci chiediamo: ma c’è

qualcuno che controlla questo stato di cose? Abbiamo diversi dubbi. Sulla Cattedrale

di San Gerlando e il costone che sta franando ci è venuto un cattivo pensiero: e se ci

fosse dietro una silente manovra dei poteri occulti della politica e altro per fare in

modo che, mentre si cazzeggia burocraticamente, crolli la collina con tutta la

Cattedrale? Così risolviamo il problema? Il perché verrebbe fuori una bella grande

torta di finanziamenti da gestire per tutti e da spartire? Lasciamo perdere. Come APC

facciamo questa amara riflessione finale, perché le recenti cronache ci impongono di

farlo e lo faccio con tutto il cuore: com’è possibile non pensare al male oggi, quando

vediamo aprire, come per incanto, un cantiere al Viale della Vittoria per la messa in

sicurezza dei Palazzi Crea, quando abbiamo visto ieri, ieri, non un anno fa, ieri,

tralasciare altre emergenze, per esempio via Papa Luciani, con i cittadini interessati

che hanno messo le mani in tasca per ripararsi il muro, senza nessuna Protezione

Civile che li aiutasse e questo non è giusto, non è corretto, non si tratta di essere

cittadini di serie A o di serie B, qua siamo tutti cittadini che paghiamo le tasse (più

care d’Italia). Agrigento, signori amministratori, lo sapete bene anche voi, ha bisogno

di un recupero idrogeologico serio, di tutto il territorio, recupero che si deve attuare

con una serie progettualità, con risorse economiche sostanziose, importanti, che si

possono reperire, tutti lo sapete, io lo sto capendo ora, perché mi sto affacciando ora

ai meandri della politica, tramite l’Europa a Bruxelles, la tanta agognata Bruxelles,

come fecero mirabilmente i nostri amici di Siracusa per Ortigia. Ultima domanda: a

che punto siamo con la famigerata e tanto sbandierata, perché finanziata in parte,

nuova rete idrica di Agrigento? A detta dei tecnici che abbiamo interpellato la vetustà

della vecchia rete provoca ogni giorno sempre più disastri enormi nel sottosuolo

urbano, come per esempio le infiltrazioni dei sottopassaggi di cui parlavo prima, che

noi abbiamo più volte segnalato sulla rete, con foto, servizi sulle TV locali; nessuno

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fa niente. Infiltrazioni, lo ripetiamo ancora, potrebbero causare rovinosi disastri.

Concludo per dire che in tante interviste televisive e sulla stampa locale, noi cittadini

di “Agrigento Punto a Capo” siamo stati spesso definiti una sparuta e isolata

minoranza, è vero, siamo pochi, non siamo molti, ma quello che diciamo è soltanto la

verità dei fatti, è soltanto la verità delle situazioni, niente di più e niente di meno, non

c’è nessuno dietro di noi, levatevelo dalla testa, nessuno. E questo lo facciamo

mettendoci la faccia, come sto facendo io qui stasera, in prima persona, non lanciamo

la pietra per rompere la testa a qualcuno, tirando fuori la mano per dire: “Non sono

stato io”. Ultimamente, sempre dalla stampa locale, abbiamo appreso che il

Presidente di questo Consiglio Comunale, il Dottore Trupia e il Vice Presidente,

Giuseppe Di Rosa, e numerosi Consiglieri Comunali qui presenti, stasera, adesso la

pensano come noi, cosa dobbiamo dire? Ne prendiamo atto e ne siamo contenti. In

conclusione, io avevo previsto due finali al mio discorso, ve li leggo tutte e due,

perché il mio stato d’animo stasera è quello di uno che non ne può più in questa città

di assistere questo immobilismo e a questo teatrino della politica…

Il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

Signor Falzone la prego di intanto arrivare a conclusione…

Il Signor FALZONE, “Agrigento, Punto a Capo”

Ho finito, tre parole.

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Il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

Voglio dire che non c’è nessuna comunanza fra, almeno per quanto mi riguarda, e il

gruppo che lei rappresenta…

Il Signor FALZONE, “Agrigento, Punto a Capo”

Lo abbiamo letto che lei condivideva le nostre idee. Tutto qua.

Il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

Sì, va bene. Allora, andiamo a concludere.

Il Signor FALZONE, “Agrigento, Punto a Capo”

Infatti, in premessa avevo detto che nessuno c’è dietro di noi, nemmeno lei. Volevo

dirlo al Sindaco, glielo ho detto più volte di persona, lo ripeto perché mi piace, chi mi

conosce sa che io sono un ex allievo Salesiano, Don Bosco al Monumento alla

Bibirria c’è una frase riportata che dice: “Non basta amare i giovani, bisogna fare in

modo che loro si accorgono di essere amati” e io al Sindaco volevo dire stasera: non

basta dire sempre: amo la mia città e i miei cittadini, bla, bla, bla, come ha fatto in

questi sette anni, solo parole, per poi smentirsi con i fatti che sono sotto gli occhi di

tutti, bisogna fare in modo che la città e i cittadini si accorgono davvero di essere

amati e rispettati nell’interesse delle nostre nuove generazioni; perché per noi,

almeno per me che ho 57 anni, penso che è finita.

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Il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

Va bene. Grazie. Intanto do il benvenuto in questa aula all’ingegnere Domenico

Armenio, che è il Direttore del Genio Civile, al Dottore Gullo, che è il Direttore

Generale dell’ARTA. Buonasera. E al Dottore Guadagnino. Va bene. Consiglieri non

ce ne sono. Se gli intervenuti, quindi gli ospiti, vogliono intervenire, basta che mi

fanno un cenno e noi siamo qua a disposizione.

(Intervento fuori microfono)

Il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

Al microfono, cortesemente.

Il Dott. GUADAGNINO

Signor Presidente, grazie per l’accoglienza, grazie anche per i saluti, signor Sindaco,

Vice Sindaco. Noi siamo intervenuti, su invito dell’Assessore, e perché l’Assessore -

non so se lo sapete - sta per arrivare, era impegnata a Lampedusa, ci siamo sentiti

poco fa, penso che fra meno di un’ora dovrebbe essere qua, ci ha invitati a dare il

supporto rispetto alle problematiche, certamente, diciamo molto importanti per la

città di Agrigento che stasera sono in discussione. Noi, ovviamente, noi usualmente

non interveniamo nei Consigli Comunali, come lei ben sa, però siamo a disposizione

per eventuali chiarimenti che voi vorreste, i Consiglieri, tutto il Consiglio vorrà

porci, rispetto a alcune problematiche anche più impellenti, tipo l’intervento che ho

sentito poco fa. Siamo pronti a dare ogni chiarimento che è in nostro possesso e poi

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per quanto riguarda altre cose c’è anche il collega della Protezione Civile,

l’ingegnere Foti, che penso avrete già, non so se avete sentito. Grazie.

Il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

No, ancora no. Va bene, grazie. Consigliere Patti.

Il Consigliere PATTI Alessandro

Grazie, Presidente. Colleghi Consiglieri, signori della Giunta, Autorità tutte,

cittadini. Quando si decise di indire questo Consiglio straordinario, è noto che la mia

posizione, il mio sentimento nei confronti di questa intrapresa fu eufemisticamente

tiepido, perché non capivo allora, e in parte continuo a non capire adesso, dove si

volesse andare ad arrivare, perché se l’intenzione era quella di mettere in scena una

sorta di processo di piazza, di processo pubblico nei confronti della

Amministrazione, e lo dico da fermo oppositore di questa Amministrazione, senza un

minuto di tentennamento da un anno e mezzo a questa parte, onestamente non ne

condividevo e continuo a non condividerne l’obiettivo. Altra cosa sarebbe se, invece,

si volesse fissare un punto di partenza, facendo lo stato dell’arte, e capire cosa può

accadere. Ho detto nei giorni seguenti - e lo ribadisco adesso - che io parto da una

considerazione che è la seguente: oggi ad Agrigento registriamo la presenza di due

diversi modelli organizzativi, di due diverse modalità gestionali, una inedita è quella

che abbiamo visto scendere in campo al Viale della Vittoria e che sotto l’egida della

Prefettura ha visto tutte le diramazioni territoriali periferiche dello Stato agire

sinergicamente e con efficienza, operosità e efficacia, raggiungere degli immediati e

tangibili risultati sotto diversi punti di visti, dal punto organizzativo, dal punto di

vista assistenziale, burocratico, economico; e questo è un modello organizzativo che

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noi salutiamo favorevolmente, ovviamente, e, allora dissi, mi fa piacere sapere che

oggi questo pensiero è diffuso, perché all’inizio quando lo dissi mi arrivò pure

qualche critica, questo modello organizzativo però non hanno avuto il piacere e

l’onore di conoscerlo cittadini che hanno vissuto situazioni analoghe e mi riferivo ai

casi di Via Papa Luciani, di via Saponara, di Pietro Nenni, di via Dante, Palazzo del

Carretto, eccetera, eccetera. Accanto a questo modello organizzativo ce n’è un altro

che è quello consueto, quello a cui siamo abituati ed è quello - tanto per fare un

esempio e per dire l’ultima - che scende in campo in via Pietro Nenni, ed è un

modello organizzativo che vede il Comune di Agrigento, non solo non adoperarsi

affinché si realizzi quell’azione sinergica che abbiamo visto al Viale della Vittoria e

agire solitariamente, ma dare vita alle sue solite crociate, alle guerre conto tutti,

scaricando la responsabilità sugli altri, responsabilità che vengono anche individuate

e in maniera pesantissima, c’è una ordinanza sindacale, che è la numero 43, del 7

marzo 2014, in cui addirittura - e mi fa piacere che oggi ci diano l’onore di essere

presenti i Dottori Foti e Costa della Protezione Civile, sul cui conto vengono dette

delle cose terrificanti - in questa ordinanza, con riferimento all’imminente crollo che

viene preannunziato del costone esistente su via Pietro Nenni, stiamo parlando

dell’antica cinta muraria, su cui esiste la così denominata Porta di Mare, questa

ordinanza sindacale mette per iscritto che il Dipartimento Regionale della Protezione

Civile si è fatta probabilmente sfuggire la gravità della problematica, strali contro la

Sovraintendenza ai Beni Culturali e Ambientali, che dovrebbe agire e che dovrebbe

andare a redigere il progetto per la messa in sicurezza, strali contro il Genio Civile,

strali contro l’Assessorato Regionale Territorio Ambiente, insomma strali contro

tutti, contro tutti. Dopodiché, strali contro le Ferrovie dello Stato, strali contro tutti, si

carica la responsabilità sugli altri, tutti da ragazzini abbiamo giocato a palla

avvelenata, qui si gioca a palla avvelenata e, quindi, immediatamente la si scarica

sugli altri, dopodiché che cosa fa la nostra Amministrazione? L’unica cosa concreta

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che fa, è quella di preannunziare l’arrivo di altri sfollati, perché sono in arrivo

ordinanze di sgombero su via Pietro Nenni e stessa cosa accadrà, verosimilmente, a

breve su via Dante, un altro intero edificio sul cui capo pende questa spada di

Damocle di una verosimile ordinanza di sgombero. Ma, signori, è questo il punto;

cioè oggi ai cittadini non interessa sapere, cioè poi la verità la abbiamo intuita, ma ai

cittadini oggi non interessa sapere – specie in questo momento – di chi siano le

responsabilità. Datemi del populista, datemi del demagogo, datemi quello che vi

pare, ma è da un anno e mezzo che dico questa cosa, Agrigento è una città in cui già

per mille ragioni, forse anche più di mille, è difficile vivere. Ma se ciascuno di noi

offre il proprio infinitesimale contributo, affinché oltre che difficile vivere, qui

diventa anche facile morire, signori chiudiamo e andiamocene tutti. Allora, oggi

bisognerebbe vedere e io sono convinto che le Autorità, i rappresentanti degli

organismi che sono intervenuti, vengono con questo spirito che è lo stesso spirito che

li sta animando sulla vicenda Viale della Vittoria, e che lo fanno nonostante la

assenza fisica - e non solo fisica - del capo dell’Amministrazione, perché poi

capitano pure queste cose, le dobbiamo dire, a me spiace fare polemica, ma questa è,

in questo istante, mentre noi siamo qui in questa solenne assise, viene diffusa una

notizia Ansa che dice che il Sindaco Zambuto è candidato ufficialmente alle europee

e evidentemente l’interesse che ha per la città, mentre si discute del dissesto

idrogeologico, è quello che ci manifesta con la sua assenza fisica qui. Detto questo,

quindi, allora l’auspicio qual è? L’auspicio è quello di fare in modo che la città

sappia e veda, che nonostante oggi il Comune di Agrigento sia sostanzialmente una

nave senza nocchiero in gran tempesta; veda che c’è un Consiglio Comunale che

duole, con le varie diramazioni territoriali e periferiche, alcune delle quali oggi

degnamente e illustremente rappresentate, duole perché deve attivare questi processi

sinergici, che mettono al centro di tutto la sicurezza dei cittadini, senza stare qui a

interrogarsi in questo momento di chi siano le responsabilità del passato più o meno

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recente, a noi quello che interessa è vedere tutto lo Stato, con le sue varie

diramazioni, e, ovviamente, essendo nel territorio di Agrigento, con a centro il

Comune Agrigento e il suo Sindaco, vedere tutte queste diramazioni adoperarsi

avendo a mente e a cuore innanzitutto la tutela della sicurezza dei cittadini, mi

dispiace che oggi non siano presenti i nostri uffici, i nostri Dirigenti, ai quali avrei

tanti interrogativi e avrei posto degli interrogativi ben precisi; perché vedete, quando

parliamo poi di sicurezza, andiamo al concreto, parliamo di sicurezza dei cittadini,

signori su via Pietro Nenni si dice che c’è un pericolo di crollo di un costone, egregi

signori Dottori Foti e Costa, ci dicono che stanno arrivando le ordinanze di

sgombero, stessa cosa su via Dante, stanno arrivando ordinanze di sgombero, ma

concretamente, al di là dell’ andare a redigere e a notificare le ordinanze di

sgombero, il Comune di Agrigento cosa sta facendo? Io non sono un tecnico, sento

parlare e ho cercato di documentarmi di piani speditivi, cioè cosa sta facendo il

comune di Agrigento, Dio non voglia, mentre noi siamo qui riuniti in assise, se

questo costone di via Pietro Nenni dovesse crollare in questo istante, il Comune di

Agrigento ha approntato un piano di intervento, un piano di allarme, abbiamo detto a

questi signori del condominio latistante, che vogliamo sgomberare, come

comportarsi, cosa fare, come agire? Cioè cose elementari, signori, cosa che i miei

figli fanno alla scuola materna, queste cose il Comune di Agrigento le sta facendo?

Probabilmente no. Allora, signori, andiamo oltre le inefficienze della

Amministrazione, oggi abbiamo il dovere, nei confronti della città, nei confronti dei

cittadini, di mettere in campo azioni sinergiche che abbiano al centro di tutto la

sicurezza dei cittadini, che è la priorità assoluta e imprescindibile, da questo punto di

vista sappiano tutte le Autorità intervenute che troveranno la massima assistenza, la

massima collaborazione da parte di questo Consiglio Comunale. A voi la parola.

Grazie.

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Il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

Allora, altri Consiglieri non ce ne sono. Interventi da parte degli ospiti. Marco

Interlandi, Legambiente.

Il signor INTERLANDI Marco (Legambiente)

Buonasera a tutti. Un ringraziamento innanzitutto per lo spazio offertoci, grazie a

questa iniziativa, a questo Consiglio aperto, per dare il nostro contributo a queste

problematiche che ormai, diciamo, accompagnano la nostra città da tempo. Poco fa si

è parlato di Grappelli, io parlo - come rappresentante di Legambiente - anche come

geologo, perché sono anche un geologo, voglio ricordare che la nostra Associazione,

Legambiente, in particolare la Legambiente storica di Peppe Arnone e di Salvo

Castellano, si sono battuti perché i vincoli Grappelli fossero rispettati, perché già era

stato messo in evidenza, chiaramente, da questo egregio lavoro fatto allora, quali

erano le maggiori vulnerabilità a cui la nostra città è esposta. Io farò un passaggio

breve per quanto riguarda il dissesto idrogeologico presente nella nostra città;

presente nella nostra città ma voglio sottolineare che è una condizione diffusa su

tutto il territorio nazionale. Noi dobbiamo considerare che circa il 10% della

popolazione italiana, quindi parliamo di 6.000.000 di cittadini sono, praticamente,

stati individuati dai piani di assetto idrogeologico come cittadini residenti in aree a

rischio molto elevato, è un dato enorme, ma ahimè non è un dato assolutamente

definitivo, perché il PAI si è fermato a analizzare solo il dato di fatto, quindi le frane

in atto, le frane conosciute e i dissesti storici. Non ha tenuto conto della propensione

al dissesto. Cosa significa? È stato detto ai tecnici, che hanno realizzato il PAI, di

individuare tutte le aree a rischio, perché c’erano state delle frane, perché si sapeva

che quelle zone erano estremamente vulnerabili ma ci si è fermati lì, quindi questo

dato del 10% va ampliato di parecchio e su questo c’è tanto lavoro ancora da fare.

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Per quanto riguarda le caratteristiche geologiche di Agrigento, la Sicilia è un

territorio molto giovane dal punto di vista geologico e questo fa sì che sia

estremamente vulnerabile. Questo dato è presente in tutta la Sicilia, lo abbiamo visto

negli ultimi anni i disastri che hanno interessato la nostra Regione, sono stati

tantissimi, per parlare del dissesto idrogeologico nella zona di Agrigento, limitandoci

al centro storico e alla parte dove si sviluppa la maggior parte della città, sappiamo,

abbiamo visto, ormai siamo a conoscenza, che è stata costruita su una alternanza di

banchi calcarenitici che si alternano a argille, quindi abbiamo una stratificazione che

è varia, partendo da argille, calcareniti, nuovamente argille e poi calcareniti, questa

variazione in verticale ce la abbiamo anche in orizzontale, si chiama eteropia laterale,

questo significa praticamente che un blocco calcarenitico si assottiglia

progressivamente e lascia spazio alle argille, questa particolare formazione di strati

immagiamocela un po’ come due fette biscottate che sono separate da due strati di

marmellata, le fette biscottate rappresentano la calcarenite, quindi con un

comportamento più rigido, la marmellata, invece, sono sostanzialmente le argille, in

più ci sono altre problematiche legate alle caratteristiche delle argille, che le argille

sono dei materiali espandibili; quindi a seconda la quantità di acqua che è contenuta

nel reticolo cristallino delle argille, le argille si gonfiano e si sgonfiano. Ovviamente

le calcareniti che ci stanno sopra, risentono di questo movimento e quindi tendono,

praticamente, in tempi abbastanza lunghi, a fratturarsi, a formare dei sistemi di

microfratture, alcune di queste fratture possono essere molto evidenti, io vi invito a

vedere quella che c’è, ad esempio, in via Piave; in via Piave c’è una frattura storica,

già conosciuta da tempo, che fa capire un po’ come questi banchi calcarenitici che

sembrano duri, possenti, indistruttibili, in realtà sono molto vulnerabili, questa

frattura interessa tutto il costone e sopra questo costone c’è il palazzo dell’INPS.

Quindi, condizioni di questo tipo, fratture di questo tipo ce ne sono tantissime in giro

nella nostra città, quello che è più difficile notare sono le microfratture, che sono

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presenti e hanno avuto un ruolo nell’ultima frana, ci passerò più avanti. Un’altra

condizione di dissesto idrogeologico di cui si parla poco è quella relativa al carsismo,

nella zona nord della città, parliamo della zona Madonna degli Angeli, lì è stato

costruito, nonostante un parere che fu dato negativo da un geologo di costruire, di

realizzare delle zone di espansione in quell’area, perché lì troviamo, praticamente,

vasti affioramenti di rocce gessose, le rocce gessose sono delle rocce estremamente

vulnerabili, sia perché non sono molto resistenti, hanno pessime caratteristiche

tecniche, sia perché sono soggette a carsismo e lì già poco fa si parlava anche della

galleria, proprio per questo motivo, perché c’è un carsismo molto sviluppato, quelle

aree sono estremamente a rischio e purtroppo si è costruito su queste zone e

probabilmente dovremmo ricorrere in un prossimo futuro anche in quell’area. Di

dissesto idrogeologico possiamo parlare anche lungo le coste, sappiamo che tutte le

nostre coste agrigentine sono soggette a una forte regressione, anche questo è

dissesto idrogeologico, dovuto in parte a tutto quello che è stato fatto negli anni

scorsi, nei fiumi, insomma tutte le problematiche che conosciamo, e anche lì

dovremmo intervenire. Quindi sono tutti costi che la collettività dovrà intervenire per

risolvere queste problematiche. Farò un passaggio nella parte finale, ovviamente,

sulle soluzioni che noi proponiamo. Tornando al fenomeno che ha interessato il

costone del Viale, va detto che molti palazzi ad Agrigento sono stati costruiti a

ridosso di antichi cigli di cava, in alcuni casi, addirittura, si è provveduto, tra l’altro

dopo gli anni 60, dopo l’evento franoso, si è provveduto addirittura a tagliare il

costone calcarenitico per costruire dei palazzi, questi tagli, praticamente, verticali,

fanno sì, lo sa benissimo un cavatore, che diventano delle arre caratterizzate da una

certa instabilità, per rilasci tensionali che tendono a fare staccare dei blocchi e dei

cunei di roccia. Per fare un esempio banale e capire cosa sono questi rilasci

tensionali, immaginate di avere una fila di 20 persone, uno dietro l’altro che

spingono tutti verso un muro, a un certo punto togliamo la quinta persona,

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ovviamente quelli che spingono tendono a andare avanti, questi sono i rilasci

tensionali che avvengono in qualsiasi taglio di cava o nella realizzazione di una

galleria, spesso tra l’altro questi rilasci tensionali rilasciano solo delle microfratture,

quindi non sono visibili, queste microfratture possono poi essere saldate nuovamente

dalle acque circolanti nell’ammasso calcioso - e in quel caso si cementificano di

nuovo - in altri casi, invece, possono rappresentare delle vie preferenziali dell’acqua

e diventare superfici di scorrimento e, quindi, degenerare poi in crolli. Ora situazioni

di queste. come al Viale, ne abbiamo tantissime ad Agrigento, quindi sono tutte

potenzialmente a rischio nonostante il costone calcarenitico ci sembri molto stabile.

Tanto è vero che lo stesso PAI ha individuato nel Viale il rischio idrogeologico

legato alle argille, quindi soltanto alle argille, ma in realtà, praticamente, il compito

del PAI era quello vedere sostanzialmente i dissesti in atto, lì c’era un dissesto in atto

e è stato giustamente censito; ma proprio perché lo strumento del PAI non prevede la

propensione al dissesto, si è limitato a analizzare il dato sulle argille, ma non ha

approfondito quello che riguardava il costone e questa è una cosa che va

assolutamente fatta, perché situazioni fotocopia in Agrigento di queste ce ne sono

tantissime. Va inoltre segnalato che tutti i tagli di cava che sono stati fatti nelle nostre

zone, vista la esposizione delle rocce sono tutte a franapoggio meno; questo che

significa? Che se la roccia scarica sul terreno, sostanzialmente è stabile, se io questa

la taglia in questo modo, immaginate che questi siano gli strati e la taglio in questo

modo, proprio perché sono a franapoggio meno, questi tenderanno a scivolare,

proprio perché vi ricordavo che le calcareniti non sono estremamente compatte, ma

presentano strati argillosi in mezzo, strati sabbiosi, che possono diventare come dei

cuscinetti su cui scivolano i grossi blocchi calcarenitici, esempi ce ne sono stati tanti,

la frana del ’66 o altri tipi, parliamo di via Toniolo, dove qualche anno fa ci sono

stati dei crolli, fortunatamente là anche in quel caso non ci sono stati morti, ma sono

situazioni molto diffuse. Cosa proponiamo noi di Legambiente, innanzitutto che

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vengano censite tutte queste aree a rischio, quindi tutti questi fronti di cava, in alcuni

casi sono tra l’altro difficilmente ispezionabili, perché alcuni edifici sono stati

proprio attaccati al fronte di cava, altri sono a ridosso, nel caso dove ci siano fratture

evidenti di cominciare a mettere, i costi sono irrisori, ma semplicemente delle spie

per vedere se queste fratture cominciano a muoversi, una volta che sono state censite

tutte, effettuare un continuo monitoraggio di tutti questi siti, monitoraggio che deve

essere costante nel tempo, perché non dobbiamo dimenticare che questi fronti di cava

sono soggetti a naturale processi di disgregamento delle rocce, e una volta che si

disgregano, ovviamente, le caratteristiche tecniche delle rocce diminuiscono

drasticamente e possono evolvere in crolli, quindi questo va senz’altro fatto e va fatto

nell’immediato, tra l’altro diciamo non credo che ci siano costi alti a avviare questo

monitoraggio. Un altro intervento che si può fare nell’immediato - e poco fa veniva

accennato pure - è il discorso della regimentazione delle acque superficiali; molto

spesso nelle aree abbandonate della nostra città – e un esempio è proprio quello sopra

il costone che è crollato - non viene fatta la regimentazione, oppure nel caso delle

presenza di opere non vengono curati i drenaggi, non ci sono drenaggi o comunque i

drenaggi vanno periodicamente rifatti perché tendono a intasarsi, quindi queste sono

piccole opere di manutenzione che vanno fatte e vanno fatte anche rapidamente e

costantemente nel tempo. Un altro elemento - che può sembrare banale, ma che

nell’evento franoso che ha interessato il Viale nei giorni scorsi ritengo abbia avuto un

certo ruolo - è quello degli incendi, se voi andate a vedere la foto di Google dell’area

soggetta a frana, l’area verde che c’è sopra il ciglio franato vedete che è tutto nero,

quindi lì è passato un incendio e sostanzialmente gli incendi fanno sì che la

vegetazione, praticamente, sparisca e, quindi, le acque tendano a dilavare più

facilmente il terreno finendo a valle. Ora, io non ho visto mai ad Agrigento fare le

fasce antincendio su queste aree, sia diciamo quelle pubbliche, sia quelle private, ai

privati tra l’altro c’è una legge che lo impone, di fare le barriere tagliafuoco, proprio

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per evitare questi incendi che possono avere conseguenze rischiose, in un contesto

idrogeologico caratterizzato da forte instabilità, proprio come quella della nostra

città. Cosa diciamo, poi, noi di Legambiente e che abbiamo sempre detto, il problema

è anche di impostare le nostre future espansioni, perché ovviamente noi abbiamo

comunque bisogno di migliorare le nostre condizioni di vita, però dobbiamo farlo in

modo che questo non danneggi il nostro ambiente e non si ripercuota sulle

generazioni future, tutti questi costi che dovremmo affrontare noi adesso sono dei

costi dovuti alla cattiva pianificazione che hanno fatto i nostri genitori, insomma a

chi è venuto prima di noi, e io non voglio che la stessa cosa avvenga per i miei figli,

io voglio che i miei figli non abbiano a pagare i costi degli errori che faccio io. Come

si fa? Si fa pianificando e lavorando meglio; già gli Ordini professionali hanno visto

le problematiche diffuse su tutto il territorio nazionale e hanno voltato pagina e la

cominciano a pensare in maniera differente. Io voglio fare un esempio dell’Olanda,

l’Olanda che ha da sempre avuto problemi con l’acqua, ha deciso di svoltare pagina e

ha avviato l’iniziativa che si chiama “Spazio al fiume”, dove, praticamente, non si

prevede più rialzare gli argini perché si prevedano piene più alte, non si prevede di

fare parapie per ripararsi dall’acqua, ma si prevede semplicemente di togliere le case,

di non costruire più le case in queste aree, lasciando lo spazio naturale al fiume. Un

ultimo secondo è per un passaggio per quanto riguarda la scelta che è stata fatta di

utilizzare la Villa Bonfiglio come viabilità alternativa. Noi crediamo che una città

debba garantire una vivibilità, proprio come si parla oggi tanto di Smart City,

vogliamo che questi spazi siano essenzialmente dedicati al cittadino…

Il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

L’ultimo minuto e chiude.

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Il signor INTERLANDI Marco (Legambiente)

Semplicemente, chiudo dicendo che riteniamo non corretta questa idea di utilizzare la

Villa Bonfiglio come viabilità alternativa, comunque queste zone possono essere

raggiungibili, con un minimo di disagio, anche da altre strade e, quindi, va bene

ringrazio tutti per l’attenzione.

Il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

Va bene, grazie. Se non ci sono altri Consiglieri, c’è ancora iscritto a parlare

l’architetto Grimaldi, in rappresentanza dell’Ordine degli architetti di Agrigento.

Prego.

L’architetto GRIMALDI (Ordine degli Architetti, Agrigento)

Ringrazio per l’opportunità che diamo alla città oggi e, quindi, con la presenza degli

Ordini. Io rappresento il Presidente, che era qui, ma è dovuto andare via per motivi

improvvisi, quindi mi ha lasciato questo bel compito di rappresentare l’Ordine.

Francamente mi aspettavo un po’ più di cittadinanza presente, evidentemente

Agrigento ha molta fiducia in questo Consiglio, non si spiega altrimenti. Io ho a

cuore il problema di diversi sfollati in questo momento e francamente pensare che

oggi si dovesse discutere di questo, mi aspettavo un po’ più di presenza da parte dei

cittadini che soffrono di questi problemi. Ma siamo agrigentini e sappiamo anche il

perché. Mi aspettavo anche che chi sottoscrive le ordinanze, quantomeno chi le

istruisce, fosse presente questa sera qui, io francamente mi aspettavo di parlare con

gli ingegneri, però penso che era corretto essere qui questa sera a discutere con noi.

Noi che nel 2007 abbiamo lavorato insieme all’Amministrazione, presentando un

progetto sul centro storico, evidenziando gravi problemi strutturali ad un edificio che

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non c’è più, però quei documenti sono rimasti nei cassetti, quindi sarebbe stato

opportuno oggi avere presenti qui i nostri colleghi che sottoscrivono questi

documenti. Detto questo, in Italia c’è stato un cambio di rotta, nel mese di febbraio è

stato presentato un documento che si chiama “Dissesto Italia”, le professioni

tecniche, insieme all’ANCE, insieme al Ministero dell’Ambiente, hanno presentato

un documento in cui si dice che oggi l’unica emergenza in Italia sia il dissesto

idrogeologico; oggi chi si occupa di lavori pubblici - qui abbiamo presenti diversi

luminari della città - chi si occupa di lavori pubblici oggi sa che il dissesto

idrogeologico è il problema numero uno da affrontare e da risolvere; per fare questo

ci vuole una componente interdisciplinare; io non avrei mai pensato che Legambiente

insieme a ANCE si mettessero insieme, cioè costruttori, contro quelli che, tra

virgolette, impedirebbero le costruzioni, si sono messi insieme per studiare il

fenomeno di dissesto idrogeologico. Secondo me ad Agrigento bisogna trovare

queste sinergie, bisogna che i professionisti si mettano insieme a chi amministra, i

costruttori si mettano insieme ai professionisti, perché dobbiamo voltare pagina,

esattamente come stanno facendo nel resto d’Italia. Dobbiamo dare risposte a chi

oggi soffre questo problema, ma dobbiamo evitare che ciò si ripeta. Quindi partiamo

dal PAI, partiamo dall’esame che già è stato fatto, cominciamo a capire quali sono le

soluzioni, reperire fondi è la cosa più difficile ma francamente intervenire in

emergenza, qui c’è l’ingegnere Foti che conferma, costa dieci volte più rispetto che

alla prevenzione, quindi i fondi vanno trovati, si può anche provare a utilizzare i

fondi degli oneri concessori che spesso vengono utilizzati per la contabilità ordinaria.

Quindi, da parte nostra, da parte dei tecnici, degli architetti che rappresento c’è -

come al solito - la massima disponibilità per coadiuvare eventuali tecnici in tavoli

che possono portare allo studio e alle soluzioni che interessano, purtroppo, non chi

sta subendo e chi subisce oggi questi disagi, ma chi purtroppo in futuro potrà subirne.

Un inciso - lo hanno detto un po’ tutti - io ho a cuore particolarmente, perché ho

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tantissimi amici che abitano lì, il problema di via Papa Luciani, francamente

dobbiamo notare questa differenza di trattamento, stanno raccogliendo le somme,

hanno già fatto i lavori, ci saremmo aspettati qualcosa anche per loro, non è

avvenuto, ma siamo ancora in tempo perché c’è un altro fronte di frana che è

accaduto qualche mese fa e che i cittadini stanno provvedendo a riparare a proprie

spese. Grazie.

Il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

Prego. L’ingegnere Di Miceli, per quanto riguarda l’Ordine degli ingegneri di

Agrigento.

L’ingegnere DI MICELI (Ordine degli Ingegneri, Agrigento)

Buonasera. Io come Consigliere dell’Ordine volevo innanzitutto portare il mio

personale saluto e dire come il nostro Ordine già da tempo ha costituito diverse

Commissioni, tra cui per le problematiche che si discutono stasera in questo

Consiglio Comunale e delle Commissioni specialistiche, quali strutturali e

geotecnica, nonché urbanistica. Parlare della problematica di per sé è così complessa

e non mi ci voglio cimentare, comunque tutte le Istituzioni preposte a gestire questa

emergenza sanno - e noi come Ordine degli ingegneri - siamo assolutamente

disponibili, per qualsiasi e eventuale supporto tecnico ove venisse richiesto. Quindi,

io volevo dare la piena disponibilità del nostro Ordine degli ingegneri che conta

diversi iscritti e diverse professionalità specializzati nella materia. Era solo questo.

Buonasera e grazie.

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Il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

Va bene, grazie. Grazie per la disponibilità che stanno mostrando tutti gli Ordini

professionali tecnici, quindi abbiamo visto la disponibilità da parte dell’Ordine degli

architetti, ora anche da parte dell’Ordine degli ingegneri a coadiuvare i lavori che

eventualmente si possono prospettare per la prevenzione di questi rischi. Consigliere

Mallia, prego.

Il Consigliere MALLIA Michele

Presidente, colleghi Consiglieri, signor Sindaco, Autorità, convenuti ospiti.

Naturalmente, la questione che oggi è qui in trattazione merita delle opportune

considerazioni, perché traggo spunto da una frase detta dal mio collega Consigliere

Patti, con la quale si chiedeva che cosa può accadere in seguito. Io, invece, forte di

atti e documenti devo necessariamente narrare la storia urbanistica di questa città,

perché se non si conosce il passato, non si potrà mai conoscere né il presente e né

quello che ci attende domani. I fatti impongono una precisa ricostruzione degli stessi.

La questione urbanistica e dei dissesti idrogeologici, oltre a avere interessato il nostro

territorio sin dai primi anni del secolo scorso, hanno avuto il loro culmine il 19 luglio

1966, allorquando un evento calamitoso colpì questa nostra città e lo Stato allora - e

con questo rispondo all’esponente dell’Ordine degli architetti, con il quale diceva che

oggi gli aspetti idrogeologici in Italia sono al primo posto, le faccio sapere e le do

contezza di documenti che già lo Stato nel ’66 mise Agrigento al primo posto - non

badando a spese, addirittura impegnò una somma come 500.000.000 di lire nel ’66

quando un appartamento costava 2.500.000 traete un pochettino voi quante somme

impegnò lo Stato per Agrigento. Bene; cosa accadde in questa martoriata città, che

chi ha amministrato, ha operato delle precise discrezionalità alle norme, alle leggi, ai

regolamenti, perché lo Stato quando si interessò puntualmente della questione

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agrigentina, come poc’anzi detto, non badò a spese, istituì ben due Commissioni

d’inchiesta una denominata Martuscelli e una affidata all’ingegnere Giorgio

Grappelli; le due Commissioni, una volta istituite per decreto, lavorarono nei locali

della Prefettura, ubicati in Piazza Vittorio Emanuele, una Commissione lavorava al

secondo piano e una al terzo piano e, naturalmente, si scambiavano i documenti.

Cosa emerse a seguito di approfonditi studi: che il terreno agrigentino, oggetto dei

dissesti, fu oggetto di studi approfonditi, studi tecnici, i quali carotaggi, così il

termine tecnico, io non sono un tecnico, però per averlo letto, in apposite casse delle

dimensioni di un metro furono spedite a San Francisco per essere sottoposte a

indagini geognostiche, i responsi arrivarono e dopo sei mesi circa e nel gennaio ’67

quella Commissione, presieduta dall’ingegnere Giorgio Grappelli, definì un piano di

vincoli idrogeologici e urbanistici che dovevano essere tenuti a base per la redazione

del Piano Regolatore Generale, questo fu stabilito.

Il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

Consigliere Mallia, un attimino; fra cinque minuti chiudiamo le iscrizioni. Vi prego

di fare silenzio in fondo. Prego.

Il Consigliere MALLIA Michele

Quella Commissione definì i propri studi e fu definito, sulla base di quegli studi così

accurati, così scientifici, una zonizzazione affidata a sei aree, dalla A alla F (A, B, C,

D, E, F), per ognuna di esse ha stabilito delle prescrizioni vincolanti. Bene, la frana

che diede seguito a questi atti che colpì la città di Agrigento ha interessato una

superficie di 200.000 metri quadri, investendo la zona dell’Addolorata, il Duomo e

San Michele e l’area, naturalmente, dove insistono gli edifici di culto, poi per la

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Cattedrale farò un riferimento puntuale. Sulla base di questa zonizzazione fu

emanato, da parte del Ministro Lavori Pubblici dell’epoca, Giacomo Mancini, fu

emanato il cosiddetto Piano dei vincoli a salvaguardia della pubblica incolumità.

Come ben vedete, cari colleghi, cari amici, Autorità, ospiti, gli strumenti in questa

città ci sono sempre stati, dal 1966 a tutt’oggi, a tutt’oggi perché? Perché questi

strumenti a protezione della incolumità pubblica, dovevano essere calati nel Piano

Regolatore Generale, quello del ’78, così non fu; perché quel Piano dei vincoli che

doveva essere tenuto a base del Piano Regolatore Generale non è stato calato nello

strumento urbanistico, il Piano Regolatore del 1978. Noi oggi, cari colleghi, Autorità,

ospiti, troviamo quel Piano dei vincoli Grappelli a far data dal 2004, quando si diede

incarico al gruppo di progetto affidato all’ingegnere Giacobazzi, il quale quando

consegnò il Piano al Consiglio Comunale per la sua adozione, ricomparvero i vincoli

imposti dal Piano Grappelli, nello specifico le due zone più interessanti che erano la

zona B e la zona C, la zona B è quella dove sono ubicati i Palazzi Crea, oggetto

dell’evento calamitoso che si è verificato giorni or sono. Bene, cosa è accaduto, per

quale ragione il Piano ricompare nel 2004, è anche noto, sotto questo aspetto, che

questo Piano a protezione della pubblica incolumità e io dico, ecco, la domanda che

porgo io agli Ordini professionali, ma dove sono stati dal 2004 al ’66, dove siete

stati? Cosa avete fatto? Di cosa vi siete interessati? Cosa avete fatto? Come mai non

ha operato uno strumento a salvaguardia della pubblica incolumità dal 2004 al ’66?

Vorrei capire, qualcuno sarebbe opportuno che mi desse qualche risposta in merito.

Ma la ragione ve la spiego io, ma non perché io fossi un mago, ma io, sulla base di

carte e documenti, sono riuscito a avere una risposta in questo e perché, cari colleghi,

questo decreto Grappelli era molto indigesto, questo decreto non si doveva fare,

perché ora arriviamo lì, perché non si doveva fare, non si doveva fare perché questo

decreto doveva fare spazio a un altro decreto, che ora vi dico qual è; questo decreto

non s’aveva da fare, perché era indigesto; era un decreto che impegnava e ricalcava

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ancora di più quelle responsabilità che sono in quell’area che oggi sia gli Ordini

professionali sia il Comune di Agrigento dicono che è sottratta alla pianificazione del

Piano Paesistico e io da venti anni che dico queste cose, se ne sono accorti ora che

mancano 500 ettari di territorio? Se ne sono accorti oggi? È da venti anni che raglio,

no che grido, raglio, come fanno gli asini, io raglio, ho ragliato per venti anni, per

avere poi finalmente che cosa? La soddisfazione che gli Ordini professionali e gli

uffici tecnici si accorgono che mancano 500 ettari. E sapete perché mancano 500

ettari, cari colleghi? La città deve sapere queste cose, i rappresentanti dei vari Ordini,

che sono giovani, io non attribuisco a loro colpe, per carità, vedete questa area? Dove

c’è questo pallino rosso? Questa è un’area che oltre ad essere sottoposta a un vincolo

ambientale, un vincolo ambientale ma non così semplice e leggero, è un vincolo che

attribuisce la servitù del diritto pubblico, non so se sono stato chiaro; servitù di diritto

pubblico in quell’area, cioè significa che il proprietario ha la proprietà, ma non può

disporne nello ius aedificandi. Servitù di diritto pubblico. Benissimo. Questa area,

quella verde, è quella che impone i vincoli ambientali, questi sono i 500 ettari, queste

con le striscette in longitudinale, questi sono i famosi 500 ettari che oggi mancano

nella pianificazione. Questo è il Piano Grappelli, a salvaguardia della pubblica

incolumità, l’area questa arancione è quella nel quale non è possibile effettuare

alcuna edificazione, salvo poi che qualche Sindaco sprovveduto, nei primi anni ’90,

ha affidato uno ristudio, quei saggi sono andati a San Francisco e con uno ristudio ha

praticamente operato delle discrezionalità a quei vincoli inchiodati da tantissimi anni,

ha ristudiato, cosa ha consentito quel ristudio? Ve lo dico io cosa ha consentito; ha

consentito la ripresa del movimento franoso e della Cattedrale, ingegnere Foti,

perché con la concessione di edificazioni nella via Imera, via 25 Aprile, Quadrivio

Spinasanta, si è arrecato un sovraccarico statico che ha consentito la ripresa del

movimento franoso, e oggi parliamo di Cattedrale e di interventi per il suo

consolidamento. Si dice dalle nostre parti: chi è causa del suo male, pianga sé stesso.

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Questo Piano Grappelli è stato firmato dal Ministro Mancini, ai lavori pubblici, e

sapete questo è l’altro decreto, si dice, a firma di Mancini, si dice, ecco le Autorità

inquirenti cosa dovrebbero accertare, se Mancini il 15 marzo ’68 firma un decreto a

salvaguardia della pubblica incolumità e dopo 20 giorni, dopo 30 giorni, il 16 maggio

’68 ne firma un altro con il quale abroga e cassa i vincoli idrogeologici che aveva

imposto 20 giorni prima; questa è la storia. Sapete, cari colleghi, Presidente,

convenuti, tecnici, Autorità, sapete questo marchingegno, questo decreto dove è stato

costruito? Nei Palazzi Crea, è stato costruito nei palazzi Crea, oggetto della nostra

discussione odierna, questo decreto è stato costruito nei palazzi Crea. Sapevate

queste cose? Non le sapeva nessuno o qualcuno magari che ci sta ascoltando a casa,

qualcuno un po’ avanti con gli anni, questa è la storia di questa città. Ebbene, la

Regione dimentica 500 ettari, è il ragionamento di poc’anzi; allora in questa città, se

veramente vogliamo dare una svolta ognuno deve fare la propria parte, le regole ci

sono e vanno osservate, quelle giuste, che qua dentro è accaduto, in questa città è

accaduto e credo che accada ancora, le leggi si interpretano, si modificano, se ne fa

quello che si vuole, cioè ad Agrigento c’è un Parlamento a Agrigento c’è un altro

Parlamento, le sentenze non contano, si fa quello che si vuole. Allora, è necessario, a

mio avviso, prendere coscienza, abbiamo visto la storia cosa ci ha insegnato, cosa ci

ha portato, abbiamo visto tutti, questa è la storia nuda e cruda. Se veramente

vogliamo darci una mossa, dobbiamo iniziare a fare sul serio e innanzitutto il rispetto

delle regole, perché sennò non si va da nessuna parte. I fenomeni di dissesto, caro

Consigliere Patti, in via Pietro Nenni sono frutto di queste amenità che io ho

raccontato, lì insistono, in quell’area, i vincoli panoramici, i vincoli panoramici sono

vincoli di godimento pubblico e in quanto tali sono della collettività e, quindi, di

godimento pubblico. Che significa vincolo panoramico? Vi è un punto di vista e dal

punto di osservazione quando si vede, si osserva un panorama, una bellezza non può

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essere diciamo così occultata; ad Agrigento è accaduto tutto e il contrario di tutto. I

sei punti di visti che sono stati imposti…

Assume la Presidenza il Vice Presidente del Consiglio DI ROSA Giuseppe

Il Vice Presidente del Consiglio DI ROSA Giuseppe

Consigliere Mallia, si appresti a concludere.

Il Consigliere MALLIA Michele

Sto finendo, Presidente. I punti di vista che sono stati imposti con decreto, oggi

ancora vigenti, in quanto richiamati, perché vigenti nel decreto legislativo 42/2004, il

cosiddetto Codice Urbani, sono stati presi a morsi, con la costruzione di tantissimi

edifici in barba a qualsiasi norma, a qualsiasi regolamento e oggi tutti questi

palazzoni, che qualcuno dice: “Va beh, ormai c’è la prescrizione”; prescrizione non

ce n’è può essere e vi dico la ragione: perché come ho detto poc’anzi, lì insiste una

servitù di diritto pubblico, è come se noi facessimo, ecco vi porto un esempio, come

se noi facessimo una costruzione sulla sabbia, sulla battigia e lì non ci potrà mai

essere nessuna legge che potrà consentire il diritto di proprietà, allo stesso modo quei

palazzi essendo insistenti in area dove vige una servitù di diritto pubblico non ci può

essere prescrizione; vi dico di più, bene…

Il Vice Presidente del Consiglio DI ROSA Giuseppe

Consigliere Mallia, la invito a concludere. Grazie.

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Il Consigliere MALLIA Michele

Volevo completare. Quell’area dove si è verificato quell’evento, quella area è Valle

dei Templi, quella Valle dei Templi è area vincolata e in quell’area vincolata,

essendo vincolata, necessita di una supervisione per fare in modo che quel vincolo

venisse esercitato e lì vi abitano due Sovraintendenti, proprio per tenere vincolata

ulteriormente l’area, vi abitano due Sovraintendenti. Grazie, Presidente.

Il Vice Presidente del Consiglio DI ROSA Giuseppe

Grazie a lei. Si è iscritto a parlare il Dottore Riolo, “Articolo 49”, prego.

Il Dott. RIOLO (Associazione Articolo 49)

Buonasera. Io sono il Dottore Riolo, parlo a nome dell’Associazione Articolo 49, la

nostra associazione si occupa da circa un anno dei problemi della città, abbiamo fatto

degli interventi di tipo sia sociale che politico nel senso che abbiamo fatto azioni nel

sociale con azioni di doposcuola…

Il Vice Presidente del Consiglio DI ROSA Giuseppe

Dottore Riolo, mi scusi, atteniamoci all’ordine del giorno.

Il Dott. RIOLO (Associazione Articolo 49)

Sì.

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Il Vice Presidente del Consiglio DI ROSA Giuseppe

Cioè, dobbiamo parlare del problema idrogeologico. Lei ha diritto a parlare del

problema idrogeologico. Grazie.

Il Dott. RIOLO (Associazione Articolo 49)

Sì, assolutamente. Lo dicevo solo per dire che l’associazione è assolutamente inserita

nel contesto sociale della città. Fra le altre cose abbiamo organizzato recentemente un

convegno sul centro storico, nel quale convegno abbiamo già esplicitato alcune delle

proposte che si inquadrano benissimo nel tema odierno del dissesto idrogeologico,

nel senso che noi pensiamo che tale dissesto venga a essere determinato fra le altre

concause da un sovraccarico strutturale del territorio per una edificazione che è stata,

negli anni, diciamo quasi fuori controllo, nel senso che all’interno della città si è

costruito in maniera molto caotica, senza probabilmente tenere conto delle

caratteristiche idrogeologiche della città e poi si è allargato l’orizzonte delle

costruzioni, andando a creare una serie di città satellite. Quello che era emerso in

questo incontro che era sul centro storico, appunto sulla Cattedrale, era la necessità di

andare a rivedere il tipo di sviluppo urbanistico della città, concentrando lo sviluppo

urbanistico della città all’interno del costruito, cioè con un modello di sviluppo che

noi abbiamo identificato nel modello di sviluppo a consumo di suolo zero. Questo

servirebbe intanto a limitare l’espansione della città in maniera stellare, così come

finora si è sviluppato, ma soprattutto servirebbe a recuperare tutta la parte di città che

in questo momento è molto abbandonata a sé stessa e abbandonata al degrado e

all’autodistruzione. Sappiamo benissimo di tutti i crolli che ci sono stati in città, a

parte quello ultimo che ha fatto venire fuori e scoppiare un pochino la problematica

del dissesto idrogeologico, ma prima di questo ce ne sono stati tanti altri che sono

evidentemente espressione di questo tipo di problema. Diciamo che quello che noi

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abbiamo proposto va esattamente nella direzione opposta, va verso il recupero, va

verso la salvaguardia e, quindi, va verso la utilizzazione del suolo già edificato. Noi

vorremmo, per le caratteristiche tipiche e proprio idrogeologiche della città, cioè una

città che si sviluppa in collina, quindi con una tendenza proprio ai fenomeni franosi.

Noi vorremmo che questo venisse in qualche modo monitorato, cioè vorremmo che

tutto questo e soprattutto le costruzioni che sono state fatte e soprattutto in queste

costruzioni daremmo una particolare attenzione, una particolare preferenza alle

costruzioni che sono state realizzate prima dell’avvento della normativa antisismica,

per esempio, vorremmo che tutto questo venisse in qualche modo monitorato. In

questo ritengo che fondamentale possa essere l’apporto che possono dare, anche in

termini di collaborazione volontaristica, sia gli Ordini professionali e sia tutte le

organizzazioni che si possono occupare e si occupano, dal punto di vista tecnico,

della salvaguardia del territorio. Questo potrebbe consentire di fare una sorta di

censimento sia dei palazzi che sono interessati a questo problema, perché costruiti

prima di questa normativa antisismica e sia le zone, cioè i quartieri o perlomeno le

porzioni di quartieri che sono, per le loro condizioni, appunto idrogeologiche,

maggiormente esposte al rischio. Sappiamo benissimo che ce ne sono di queste zone

diverse, sappiamo che per la conformazione del territorio e con esso dello scolo delle

acque, per esempio vi sono delle zone particolarmente esposte al pericolo di frane e

molto spesso in queste zone insistono delle costruzioni che appunto per questo si

espongono al rischio di fenomeni franosi. Ritengo che, quindi, queste due proposte

noi ci sentiamo di fare e cioè un indirizzo urbanistico verso il consumo di suolo zero

e un monitoraggio del territorio e delle costruzioni già edificate al fine di evitare

ulteriori fenomeni franosi. Grazie.

Assume la Presidenza il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

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Il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

Prego. Consigliere Vassallo, prego.

Il Consigliere VASSALLO Alfonso

Grazie, Presidente. Colleghi Consiglieri, signori convenuti tutti, signori tecnici,

Dirigenti e ringrazio pure i fantasmi del Comune di Agrigento che oggi non si sono

presentati, spero che almeno ci sia la loro anima, mi riferisco al Dirigente alla

pubblica incolumità, ai funzionari, a tutti coloro che fanno parte di questa macchina

amministrativa, perché oggi a parte il Dottore Sciara, persona illustrissima, nonché

competente della propria materia, non vedo nessun altro, non so se per caso in platea

c’è qualche Dirigente del Comune di Agrigento, c’è qualche funzionario, non so se

sono loro che devono risolvere questo problema; non capisco chi deve venire a

parlare oggi qui, se deve parlare la politica o se più è un problema tecnico più che

politico quello di oggi, dobbiamo parlare la politica solo per fare chiacchiere,

giustamente. A parte interventi consistenti come quello del Consigliere Mallia, del

Consigliere Di Rosa, a parte l’intervento che c’è stato in questi mesi da parte

dell’Assessore Gibilaro, che oggi è un Assessore che vuole lavorare, perché ha la

delega alla pubblica incolumità, ma non è messo assolutamente nelle condizioni di

lavorare e ringrazio pure il Vice Sindaco Luparello che ci viene a mettere la faccia a

cercare di rispondere, perché quando c’è da rispondere in situazioni critiche il

Sindaco manda a Luparello, perché il Sindaco aveva qualcosa di più importante,

doveva stare a Palermo a ufficializzare la sua candidatura per le europee, perché è più

importante della questione del dissesto idrogeologico della città di Agrigento, in

effetti è più importante questo. Io non so oggi lo stato, con la presenza anche di

alcuni funzionari, a livello regionale, ringrazio la presenza dell’ingegnere Costa, però

io ho un problema grosso: sapete, io ho il mio ufficio che è in via 25 Aprile e giusto,

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giusto, mi affaccio dalla mia stanza e vedo quella Cattedrale sopra la mia testa. Io,

ingegnere Mallia, mi scusi Consigliere Mallia, io mi pongo un quesito, ma se cade

questa Cattedrale, se va giù, anche perché ultimamente, lei deve sapere, che

giustamente gli uomini della forestale stanno tagliando gli alberi per mettere in

sicurezza la zona per altre motivazioni, praticamente quella montagna adesso è solo

terreno, non c’è neanche più… è meglio forse, vero? Abbiamo l’idea della

consistenza del danno che si arrecherà in via 25 Aprile, la abbiamo l’idea, no? C’è

l’idea. Io da quant’è che sono nato, sono nato nell’83, Consigliere Mallia, mi

appoggio a lei perché è un po’ la mente storica di questi passaggi, ho visto case che

sono state demolite, ho visto che lo Stato è stato presente solo per demolire a

Agrigento, ma esiste un Piano Grappelli di messa in sicurezza, lo Stato deve fare

anche la sua parte, non per demolire soltanto, ma deve fare un intervento consistente.

Ma io mi chiedo e non ho qui neanche il piacere di fare la domanda, perché

giustamente l’Assessore Gibilaro è forse da 4 mesi, 5 mesi che è Assessore, mica può

rispondere da 20 anni, ma sono usciti dei bandi mai? Sono usciti degli interventi?

Qualcuno - e in questo caso la nostra espressione politica di questo Comune - è

andato mai a Roma per battere il pugno e non chiedere solo la candidatura ma

chiedere anche altre cose? No. No, non mi sembra, non mi sembra. Consigliere

Mallia, mi scusi, ci sono stati mai interventi sostanziali con ingenti risorse negli

ultimi 20 anni, 25 anni? Il Vice Sindaco Luparello non mi può rispondere, il Sindaco

abbiamo già detto che è impegnato in cose più importanti, in questo momento; io

veramente dico: oggi mi sarei aspettato che qui dentro ci dovevano essere schierati

tutti i Dirigenti e anche gli uscieri degli uffici di competenza, ma dove sono dico io?

No, deve servire soltanto, l’importante che questi signori devono guadagnare

150.000,00 euro annui, devono guadagnare i T.P.O., T.A.P.O. come li volete

chiamare, 50 – 60.000,00 euro annui, devono guadagnare questo. Dottore Sciara, io

mi rifaccio allo schema che mi ha fatto il Dottore Mantione, perché io vado avanti

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con le carte e con la sostanza delle cose, non vado avanti con le chiacchiere, con la

sostanza delle cose. Ci sono T.A.P.O. che guadagnano 45.000,00 euro glielo posso

dire io, non so se è lei in questo caso o qualcun altro, però fino a quando è un

T.A.P.O che fa il suo dovere e che la sera viene qui a parlare, mi sta pure bene, ma

quando è qualcuno che, invece, guadagna 45.000,00 euro solo per stare seduto in una

sedia quello non va bene in questo Comune. Io, Presidente, non so a quale

conclusione si arriverà questa sera, non so che cosa ci diranno i Dirigenti esterni, i

signori Dirigenti esterni e che soluzioni ci saranno per la città, ma se non c’è, come si

dice “u scrusciu”, non si risolvono i problemi; questo è sicuro. Grazie, Presidente.

Il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

Prego. Una precisazione da parte dell’ingegnere Di Miceli, in quanto è Dirigente

dell’Azienda Forestale, voleva fare una precisazione, prego, ingegnere, al microfono

però sempre.

L’ingegnere DI MICELI (Ordine degli Ingegneri, Agrigento)

Questo mio intervento non era messo in conto, però, siccome più volte (almeno due

volte), è stata citata l’attività forestale del taglio degli alberi, io sono il Direttore

dell’Amministrazione Regionale che fa questo tipo di lavoro. Io volevo rassicurare e

dire una cosa fondamentale: il dissesto idrogeologico è una materia molto complessa,

per la disomogeneità delle forze e della materia che è in gioco, ci sono delle forze

non indifferenti e non si può pensare di frenare un dissesto idrogeologico attraverso

la piantumazione e, quindi, con l’apparato radicale. Siccome è un argomento molto

tecnico volutamente non lo voglio approfondire; ma per quanto riguarda il taglio

degli alberi, il Consigliere lo volevo rassicurare, il taglio degli alberi è fatta con una

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selezione particolare, cioè non vengono tagliati a casaccio, sono alberi che già sono

stati danneggiati nel tempo a causa delle intemperie e poi siccome per il

mantenimento dello stato di salute del bosco stesso devono farsi questi tipi di

intervento, per fare crescere le piante più forti, perché è intuitivo, l’influenza delle

piante si condizionano nella loro crescita. Quindi, non sono interventi fatti a

casaccio. Volevo rassicurare, perché tante volte si pensa che sì la vegetazione dà il

suo contributo, però il dissesto idrogeologico è una materia che è abbastanza

complessa, non è il toccasana, dà anche un contributo a livello corticale non

indifferente che non consente dilavamento delle terre sciolte verso valle, quindi che

poi può appesantire o ridurre le sezioni idrauliche degli attraversamenti o intasare

canali, quindi poi aggrava ancora di più il deflusso naturale delle acque; però nella

fattispecie il taglio degli alberi, i miei operai, attraverso questi interventi mirati, sono

molto attenzionati. Ecco, solo questo, ci tenevo a precisare, sono venuto qua come

Ordine, ma non posso dimenticare la funzione istituzionale che quotidianamente

svolgo. Grazie.

Il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

Allora, il Consigliere Di Rosa. Prego.

Il Consigliere DI ROSA Giuseppe

Grazie Presidente. Come vedete, obiettivo raggiunto, adesso ascolteremo, oltretutto,

il Dottore Sciara, abbiamo ascoltato la voce della gente, le presenze sono state quelle

che volevamo, tranne la politica, ma la politica, ripeto, a noi poco interessava oggi in

questo Consiglio Comunale, volevamo capire e stiamo capendo qualcosa di più,

adesso, ripeto, essendoci il Dottore Foti, il Responsabile Regionale della Protezione

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Civile, il Dottore Sciara, che è il Responsabile della Protezione Civile del nostro

Comune avremo contezza, poi chiuderanno l’Assessore Gibilaro che parlerà

dell’incolumità pubblica, il Vice Sindaco e l’Assessore Lo Bello, che non è solo una

nostra concittadina, ma è l’Assessore al Territorio e Ambiente. Volevo fare due

piccoli appunti su quello che si è detto stasera, molto interessante è stato l’intervento

di Legambiente, perché ci ha un attimino spiegato, anche minuziosamente, cosa sia e

cosa non sia Agrigento oggi; Agrigento oggi è tutta in pericolo, non conosciamo se i

nostri uffici hanno o meno mai progettato qualcosa per questo dissesto che potrebbe

avvenire da un momento all’altro, non lo sappiamo; poco fa il collega diceva ci sono

stati bandi? Abbiamo mai partecipato? Il problema è proprio quello, perché se poi

andiamo a vedere quello che è successo al Viale della Vittoria, ripeto, parlo del Viale

della Vittoria e non di Papa Luciani, perché via Papa Luciani era inaspettato, Viale

Della Vittoria se ne parlava, io ignorante in materia me ne ero occupato già due anni

prima. Se andiamo a vedere, io alcune carte le ho viste, perché io personalmente ho

già chiesto l’accesso agli atti, mi sono fatto consegnare l’accesso agli atti, da profano

in materia quello che capisco è che la politica ha giocato e oggi non è più il momento

di giocare, oggi non è il momento di giocare, questo Consiglio Comunale abbiamo

visto che abbiamo anche Consiglieri Comunali che sono molto addentrati nella

materia, non vorrei entrare nella questione delle costruzioni o meno per campata, la

metà, il doppio, assolutamente perché poi fondamentalmente, Agrigento, se andiamo

a vedere, è questo, penso me ne daranno atto poi i tecnici che concluderanno, era

tutta una cava, ad Agrigento il 70% dei palazzi sono stati costruiti lì, in quel periodo.

Nessuno oggi ci dice come stanno le cose. Allora, questo Consiglio, questa sera, ha

raggiunto il suo obiettivo, stiamo capendo qualcosa più di ieri. Effettuazione di

monitoraggio, ha parlato di monitoraggio Interlandi, però non sarebbe necessario e

opportuno monitorare questo territorio nella sua totalità? Questo è quello che vorrei

ora, speriamo che arrivi in tempo l’Assessore Lo Bello, non sarebbe opportuno con

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immediatezza che si dia incarico al Genio Civile Regionale di effettuare uno studio

se già non c’è, perché io temo, cari miei, che la politica ha nascosto quello che i

tecnici portano alla luce da tempo e le carte che ho visto io sono quelle, che i tecnici

dicevano una cosa e la politica ci giocava sopra; queste le domande e le risposte che

vorrò io dai tecnici. Dottore Sciara, una domanda le rivolgo ed è una domanda

precisa; io per primo abito in un palazzo di nove piani, sette sopra livello della strada

e due sotto il livello della strada, vorrei rassicurare i nostri cittadini che il territorio di

Agrigento, idrogeologicamente, è monitorato, dai nostri uffici penso che sarebbe

difficile, perché non abbiamo i fondi per mettere in sicurezza un costone che poteva

costare 130 – 180.000,00 euro, oggi ne costerà 2.000.000,00 – 3.000.000,00, perciò

figuriamoci altro, però vorrei capire se tra voi, che siete tecnici del nostro Comune, e

i tecnici regionali c’è quella apertura e quella discussione aperta sul monitoraggio e

su quello che c’è da andare a programmare, perché facile è oggi scaricare

sull’incompetenza e sulla incongruenza degli altri uffici, quando poi l’unico

responsabile - e qua mi riallaccio a una cosa che ha detto il collega poco fa - il

collega Patti parlava che non voleva che questo si trasformasse in un processo

pubblico; assolutamente, l’unico che ha parlato di processo in questo momento è

stato proprio lui, quando ha dato già la condanna con sentenza definitiva senza

appello, dicendo che il Sindaco stasera è assente, come lo è sempre, ma non lo ho

evidenziato io, lo vede la gente in televisione, la gente vede che quando parliamo di

cose essenziali, tranne che non sia il bilancio, quando non conviene più parlare ci si

raccoglie il telefonino, l’impermeabile e si scappa, la gente vede che oggi, oggi una

seduta straordinaria aperta, aperta significa che oggi poteva intervenire qualunque

cittadino, il Sindaco doveva essere presente e non lo è, e non c’è bisogno che

facciamo i processi, i processi li fa la gente, non necessita; fatto sta che oggi, però,

sulla richiesta di quei Consiglieri uno pensante e gli altri immediatamente che hanno

contribuito a che si potesse svolgere stasera in questa assise questa riunione aperta

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del Consiglio Comunale, oggi ha avuto i suoi frutti, uno dei frutti è quello che

abbiamo sentito per voce del collega Mallia che tutti sapevano, i giornali in questi

giorni si sono sbizzarriti, tutti sapevano, io tutti i giorni leggo sulle testate

giornalistiche tutti sapevano; sapete però - e lo voglio dire ai nostri cittadini,

concittadini intervenuti in televisione - l’unico responsabile dell’incolumità pubblica

cittadina è il primo cittadino, il Sindaco; oggi non è presente. Grazie.

Il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

Va bene. Allora, Dottore Sciara, responsabile Protezione Civile Comunale.

Il Dott. SCIARA Attilio

Signor Presidente, signori Assessori e signori Consiglieri, buonasera a tutti. Mando i

saluti del Dirigente Comandante, che, come me, per un disguido, probabilmente,

procedurale non era a conoscenza di questo civico consesso di questa sera, in questo

momento si trova a Palermo e mi ha detto di portare i saluti e, comunque, è sempre a

disposizione come sempre a disposizione è stato il sottoscritto, responsabile del

servizio di Protezione Civile, e di questo penso che me ne devono rendere atto i

Consiglieri che a vario titolo e a più riprese mi hanno chiamato a relazionare…

(Intervento fuori microfono)

Il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

Certo che sono stati invitati. Cioè non siamo noi che alla fine curiamo il servizio di

segreteria.

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Il Dott. SCIARA Attilio

Va bene, poco importa…

Il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

No, no, poco importa, perché è importante questo aspetto, noi quando convochiamo

il Consiglio Comunale diramiamo l’ordine del giorno a tutti gli uffici competenti,

quindi non è che…

Il Dott. SCIARA Attilio

Io intanto ho parlato di disguidi, non voglio accusare nessuno ci mancherebbe.

Il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

Qua c’è il Dirigente, il funzionario, quindi viene mandato tramite PEC, a tutti i

Dirigenti, a tutti gli uffici interessati.

Il Dott. SCIARA Attilio

Sì, probabile che considerato che in questi giorni siamo stati estremamente impegnati

con la criticità del viale, nonché dulcis in fundo anche con la sagra, dove ci è stato

chiesto di predisporre un piano socio-sanitario che doverosamente abbiamo portato

avanti fino alla fine, senza eccessivi problemi, sicuramente tutti sono stati invitati,

però io infatti avendo saputo di questa possibilità, avendo peraltro relazionato al Vice

Sindaco, Dottore Luparello, proprio sul dissesto idrogeologico io dico semplicemente

che quello che ho scritto stamattina, mandando via mail, al Vice Sindaco, potevo

tranquillamente, come sempre ho fatto, venirlo a ragguagliare di presenza, non

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avendo il sottoscritto, né il proprio servizio, nulla da rimproverarsi rispetto al lavoro

incessante che da cinque anni a questa parte puntualmente facciamo. Mi corre

l’obbligo, peraltro, di ringraziare nell’ultimo periodo l’Assessore Gibilaro, che

ancorché Assessore alla pubblica incolumità, si è dimostrato molto vicino a noi,

affrontando assieme a noi molti dei problemi che man mano si andavano verificando,

mi viene da ricordare tra questi, sicuramente, i problemi sul rischio idraulico e noi

abbiamo consegnato proprio in questi giorni, nei giorni passati un piano speditivo di

rischio idraulico nelle zone Villaggio Mosè, a San Leone dove c’è il rischio di

esondazione, ma anche al Fiume Naro, così come dettagliatamente è riferito nel PAI,

ma anche nelle molte criticità che noi in questi anni abbiamo potuto riscontrare. Per

quanto riguarda l’assetto idrogeologico o il dissesto idrogeologico, guardate, in

maniera molto serena, mi viene da pensare a tutto il lavoro che negli ultimi mesi

abbiamo fatto nelle scuole, parlando proprio nelle frane e lo abbiamo fatto anche

all’Università di Agrigento, al CUPA, parlando di dissesto idrogeologico, centro

storico e quant’altro. Mi corre l’obbligo di dire che probabilmente la frana…

buonasera Assessore…

Il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

Diamo il benvenuto in aula all’Assessore Lo Bello.

Il Dott. SCIARA Attilio

All’indomani della frana del 1966 che sostanzialmente mise in ginocchio l’intera

città e tanti di noi sanno cosa è successo, con i vincoli successivi che sono arrivati sia

a livello urbanistico e parlo del decreto GUI – Mancini, ma sia a livello proprio di

vincoli sull’assetto idrogeologico, e mi riferisco nella fattispecie al vincolo che la

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Grappelli metteva, ma anche tutti i vari decreti, Martuscelli e quant’altro,

quell’episodio del 1966, 19 luglio, non ci ha insegnato niente e io parlo che tutti a

vario titolo si devono sentire interessati da questa affermazione; perché al Viale della

Vittoria, sostanzialmente, si è verificato una fotocopia di quello che si è verificato nel

bancone calcarenitico dell’Addolorata. Ora, senza volere entrare nell’argomento,

nella fattispecie, perché penso che non è compito del sottoscritto dire, fare, io dico

che il servizio, parlo del servizio, perché è giusto ribadire una cosa, il sottoscritto - e

io ringrazio il Consigliere Vassallo perché ha dato la possibilità anche di parlare di

emolumenti - io metto a disposizione il mio 730, nonché il mio CUD, parla di

29.000,00 euro lordi, comunque, va bene, giusto per capirci, sono poi meno di

1800,00 euro al mese, no perché la gente che ascolta poi magari pensa, cosa ben

diversa è per i Dirigenti. Allora, in questo momento mi corre l’obbligo dire che io

sono un responsabile di servizio, cioè un sottoposto, sopra di me, a vario titolo, c’è

sempre un dirigente che negli ultimi tre anni, grazie alla riorganizzazione sistematica

dei settori e dei servizi è cambiano per ben tre volte. Noi ci siamo trovati dal 2009 al

2012 sotto il settore VIII, lavori pubblici, ci siamo trovati dal 2012 al 1° luglio 2013,

sotto il settore urbanistica, con l’architetto Greco, ci siamo trovati dal 1° luglio 2013,

questo lo dico, perché la sensazione che ho io, ma poi ognuno giudica, è che se il

Servizio di Protezione Civile, occupandosi di argomenti molto ludici, probabilmente,

è un servizio che a vario titolo ognuno cerca di sbarazzarsi, che anche io, l’anno

scorso, rendendomi conto delle molteplici criticità di questa città avevo chiesto

all’Amministrazione attiva, visto che si stava minando la serenità del sottoscritto,

quello della famiglia, e quant’altro di destinarmi a un altro settore, perché nel nostro

contratto è prevista la rotazione; non tanto dei Dirigenti, ma quanto dei T.A.P.O. e

dei funzionari in genere. Detto questo, se vogliamo affrontare il problema dissesto

idrogeologico in città, io sono qua, intanto mi corre l’obbligo di ringraziare anche la

Protezione Civile Regionale, che a vario titolo, in diverse circostanze, si è messa a

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disposizione mettendo anche fondi, per porre rimedio a diverse criticità sul territorio

agrigentino e di questo potrei parlare in via Esseneto dove è stato rifatto il muro, in

via Duomo dove ne è stato rifatto un altro, in via Santa Rita da Cascia dove c’è una

frana in corso, hanno - sempre su nostro consiglio - pulito il vallone Kaos, hanno

sistemato via Petrarca dove c’erano crolli di blocchi, si è sistemato, ultimamente,

tutta una serie di situazioni critiche che, probabilmente, senza il loro intervento in

questa fase erano destinate a diventare criticità abbastanza grosse. Detto questo, e

detto che nell’ultimo periodo siamo stati impegnati a segnalare. Consigliere Di Rossa

quando lei parla di monitoraggio, evidentemente, il monitoraggio va inteso nei due

modi semplici, con cui si può affrontare, da parte di un servizio, che negli ultimi

cinque anni ha avuto il centro di costo aperto quest’anno con la cifra sbalorditiva di

2.000,00 euro messi lì nel centro di costo di cui vi parlo, con questi 2000,00 euro

pensiamo di potere assicurare i nostri volontari, fior di tecnici, geologi, ingegneri e

quant’altro per monitorare ulteriormente grazie a loro il territorio, perché noi nel

servizio siamo solo tre, un funzionario specialista geologo e due esperti in attività

tecniche, quindi geometri, per così dire, più tre amministrativi; ovviamente la mole di

lavoro che si è portata avanti è imponente e le carte sono a disposizione di tutti,

l’interfaccia che abbiamo avuto anche con l’Assessorato Territorio Ambiente è stata

di notevole importanza, e tengo a ribadire che fino al gennaio 2009, anno di

costituzione del Servizio di Protezione Civile, così come oggi, la Protezione Civile di

Agrigento, scusatemi se lo dico, ma era solo una riga e un servizio messo tra tanti

altri, oggi c’è un Piano di Protezione Civile Comunale, ci sono diversi piani speditivi

richiesti dal Dipartimento e che noi doverosamente portiamo avanti, perché ci

interfacciamo giornalmente con l’Ente superiore che è il Dipartimento, ma anche con

tutti gli altri Enti, Genio Civile, Provincia Regionale, Sovraintendenza; uno dei temi,

per esempio, che mi sta a cuore, oltre a quello del dissesto idrogeologico

propriamente detto e qualcuno poco fa parlava del versante della Cattedrale; parliamo

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del versante della Cattedrale, noi già nell’anno 2011 abbiamo fatto una ordinanza di

interdizione, allora eravamo ancora settore lavori pubblici, della navata nord, perché

ci siamo - di concerto con il Dipartimento - resi conto di una criticità notevole, cioè

fratture dell’ordine di 10 – 15 centimetri, alla navata nord è seguita poi l’estensione a

tutta la Cattedrale, ma soprattutto, dico io finalmente, dopo decenni e decenni di

abbandonano e trascuratezza, si decide di intervenire sul versante. Oggi quel versante

è monitorato a cura del Dipartimento e dell’UNIPA, cioè dell’Università di Palermo,

le misurazioni fatte, che ancora sono in corso di definizione, ma già pare di capire

che quel versante poi il Dipartimento, ovviamente, per bocca del Dirigente Generale,

ingegnere Foti, ci ragguaglierà ancora di più in merito, ci pare di capire che quel

versante sicuro non è. Noi, peraltro, in seguito poi all’intervento che, sicuramente,

farà l’ingegnere Foti, vogliamo capire se oltre a quel Piano speditivo che abbiamo

fatto dobbiamo, eventualmente, adottare ulteriori provvedimenti a garanzia della

pubblica incolumità. Al Consigliere Vassallo, che prima interveniva, io dico,

sicuramente al momento c’è una situazione di work in progress, sicuramente al

momento si stanno facendo le misurazioni, però, io, considerato che non siamo

direttamente noi a eseguire queste misurazioni, non me la sento né di stare tranquillo

come agrigentino, né di stare tranquillo come responsabile del servizio di Protezione

Civile, prova ne sia che abbiamo - oltre al Piano di Protezione Civile con

l’inserimento di tutte le criticità insistenti sul territorio - completato un piano

speditivo di emergenza già nell’anno 2012 che è stato aggiornato nell’anno 2013,

quindi di recente. A novembre lo abbiamo aggiornato perché ci siamo resi conto che

andava aggiornato per le notevoli criticità presenti sul territorio. Oltre a questo, e

vista la presenza dell’Assessore Lo Bello, mi corre l’obbligo di ricordare o di fare

presente la vicenda annosa degli ipogei. La vicenda annosa degli ipogei sembrava

avere trovato un inizio di iter procedurale e progettuale proprio nell’anno 2012,

quando grazie all’interessamento del Genio Civile, abbiamo presente l’ingegnere

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capo, che si è fatto Ente coordinatore di questo tavolo interdipartimentale, avevamo

fatto partire, finalmente, un tavolo interdipartimentale che si doveva occupare del

monitoraggio, quindi dell’esplorazione degli ipogei, e io vi avviso che, in qualità di

responsabile, ci sono diversi che qua assieme a me sono entrati, sono entrato diverse

volte mettendo a rischio anche l’incolumità personale, ma di questo ne vado fiero,

come sono andato fiero di altre criticità in cui mi sono sempre fatto avanti, detto

questo, è giusto dire che quel famoso tavolo interdipartimentale di cui facevano parte

- come dicevo prima - il Genio Civile come Ente Capofila coordinatore, il Comune di

Agrigento, il Distretto Minerario, la Sovraintendenza B.C.A., nonché il Dipartimento

e la Provincia Regionale che sì è occupata della base cartografica e del FIT, tant’è

che per la prima volta si è riusciti a fare un pochino di chiarezza su tutti questi

cunicoli, spesso sovrapposti; vi invito a venire a vedere l’ipogeo del Purgatorio, per

capire che significa criticità in centro storico e che significa ipogei che possono

sfondare, tirandosi dietro intere palazzine da un momento all’altro. Noi queste grida

di allarme le abbiamo sempre lanciate fin dal primo momento, abbiamo chiesto, a

viva voce, che si procedesse a mettere su questo tavolo, però chiedo umilmente

all’Assessore Lo Bello che mi dica che fine hanno fatto i 455.000,00 euro stanziati,

decretati, mi corre l’obbligo di dire, dall’allora, quasi decretati, dall’Assessore

Sparma, io sono stato presente in quasi tutte le conferenze di servizio, assieme a

diversi interlocutori presenti qui dentro, l’ingegnere Armenio mi può dare

testimonianza di questo, ebbene vi posso garantire, che a distanza, credo, di tre anni,

dalle prime riunioni, oggi questi soldi non si sa che fine hanno fatto, oggi siamo

costretti a chiamare l’ARTA e, soprattutto, i colleghi del PAI, a raccolta

sistematicamente in zone che noi avevamo già indicato come possibili criticità e

parlo della zona Piano Palillo, parlo della zona di via Neve, quindi sopra l’ipogeo del

Purgatorio, sono tutti ipogei, compreso quello anche del Bonamorone, che si trova al

di fuori della cinta del centro storico, che noi abbiamo già informalmente monitorato

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e vi assicuro che notare le criticità all’interno degli ipogei, dove non tutti spesso si

sentono di entrare, per motivi che potete ben intuire, non è per nulla piacevole;

sentire parlare la signora Carmelina sopra dal solaio che dà sopra l’ipogeo, non è per

nulla piacevole; far notare che ci sono criticità di questo tipo che potrebbero, ahimè,

e io queste cose le voglio dire qua, perché poi non si venga un domani a dire: né il

servizio di Protezione Civile, né l’UTC comunale, né i lavori pubblici e quant’altro,

scritte, riscritte, trite e ritrite e a me fa piacere la presenza oggi, la presenza

contestuale dell’Assessore Lo Bello, che è una persona avveduta e giudiziosa, per

come la conosco io, nonché del Dipartimento di Protezione Civile con gente

competente, del Genio Civile e di tanti Consiglieri, a partire dal Consigliere Mallia,

ma a seguire tutti gli altri, che sono competenti forse molto più di tanti tecnici nel

settore. Quindi mi corre l’obbligo di ricordare che oggi se il territorio è devastato sia

dal punto di vista dell’assetto idrogeologico, sia dal punto di vista delle costruzioni in

centro storico, è solo perché ci sono non meno di 50 – 60 anni di gravi inadempienze;

mi viene da ricordare il famoso finanziamento di 40 miliardi dell’anno ‘76 o ‘77 che

si perse solo perché l’Amministrazione Comunale e i tecnici dell’epoca non avevano

predisposto un Piano Particolareggiato, questi soldi, ben sapete, arrivarono a zone

come Ortigia, come a Ibla, che oggi hanno dei centri storici che sono dei gioiellini, e

penso che tanti di voi lo hanno già visto, mi viene da pensare alle tante grida di

allarme che sono arrivate all’indomani della frana del ’66, che doveva essere per tutti

un monito, in quell’occasione 5000 sfollati un intero quartiere edificato nella zona di

Villaseta, non insegnarono un bel niente, perché negli anni successivi, e ci sono le

carte che parlano, gli amministratori di Agrigento e, probabilmente, anche i tecnici

dell’epoca, parliamo di 40 – 50 anni fa continuarono a rilasciare concessioni edilizie

in zone vincolate dalla Grappelli e oggi che ci troviamo di fronte a queste criticità,

cioè con dei palazzi edificati a due metri dai banconi calcarenitici che hanno poi

grossi danni nel momento in cui i banconi crollano e cedano, perché in Viale della

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Vittoria si è verificato qualcosa che nessuno aveva previsto, nessuno degli Enti

convenuti e in successione mi corre l’obbligo ricordare l’Assessorato Territorio

Ambiente al quale avevamo chiesto l’aggiornamento del PAI, con tecnici di primo

livello, lo stesso Dipartimento venuto con noi più volte in sopralluogo, il Genio

Civile, il Comune e quant’altri, ripeto tutti questi soggetti andati sopralluogo avevano

constatato quello che era un semplice colamento di argille, riportato su carta nel PAI,

nel PAI aggiornato, nessuno poteva immaginare che le acque percolate e

probabilmente…

Il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

Un attimo, Dottore Sciara, è finito il tempo, le do un ulteriore minuto.

Il Dott. SCIARA Attilio

Io penso di dire delle cose interessanti per tutti che danno lo spunto a riflessione. Io

dico semplicemente se solo la città di Agrigento avesse rispettato e vi invito, invito

tutti, a leggere i contenuti della Grappelli, di cui l’Assessore Gibilaro e il Consigliere

Mallia sono dei propugnatori agguerriti, a ragion veduta, se solo Agrigento avesse

rispettato i contenuti della Grappelli, dei vari decreti da sui sicuramente anche la

Martuscelli, probabilmente altri tipi di vincoli, di tipo idrogeologico e sull’assetto

idrogeologico che nel tempo sono stati fatti, gli studi anche del PRG, ma soprattutto

se in centro storico fossero stati anche fatti degli interventi, perché tutte le

ristrutturazioni non hanno mai previsto, ahimè, per il miglioramento anche sismico

degli edifici e ringraziamo il fatto che Agrigento per fortuna di scosse storicamente

non ne sono mai arrivate, sennò potremmo parlare di ben altri danni, anche peggiori

di quelli che sono arrivati a L’Aquila. Sulla vicenda degli ipogei, che mi sta

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particolarmente a cuore, come mi sta particolarmente a cuore l’intero perimetro del

centro storico, io dico – ho finito – l’intero perimetro del centro storico è stato

decretato dall’Assessorato Territorio Ambiente nel luglio 2012 come sito di

attenzione, ciò presupponeva che a seguito di questa indicazione di sito di attenzione

si dovevano svolgere, così come si stavano svolgendo, tutti gli studi appropriati per il

monitoraggio e la successiva messa in sicurezza. Di tutto questo, ad oggi, purtroppo,

ben poco c’è, ma io penso di avere dato degli spunti di riflessione forti e mi auguro

che gli interlocutori presenti anche stasera, mi diano, ci diano e diano delle risposte

alla città di Agrigento, perché sennò saremmo sempre qui parlare di dissesto

idrogeologico e crolli nel centro storico. Grazie.

Il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

Prego. Allora, è iscritto a parlare Don Carmelo Petrone – Amico del popolo.

Don Carmelo PETRONE (Amico del Popolo)

Approfitto di questo spazio ma non della vostra pazienza, però voglio approfittare

della presenza dell’Assessore Lo Bello e dell’ingegnere Foti per porre soltanto delle

semplici domande; non ho riflessioni, non ho soluzioni da proporre, ma delle

domande sì. Durante l’ultimo tavolo tecnico che sì è tenuto a Palermo a proposito

della Cattedrale, l’Assessore Masone, che sta entrando in questo momento, definì, a

margine quell’intervento scrisse un comunicato stampa nel quale disse che non sono

chiari l’entità delle risorse i tempi e i soggetti responsabili. A me sembra una

affermazione abbastanza grave dopo tre anni, non sapere l’entità delle risorse dopo

tutto quello che abbiamo sentito, quindi la prima domanda all’Assessore Lo Bello: a

quanto ammontano le risorse? A soli 5.000.000,00 di euro, a 20.000.000,00 di euro,

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20 più 5? I 15 o 40 come lei ha dichiarato al giornale La Sicilia, se non sbaglio,

quindi aggiungendo ai 25 altri 15.000.000,00 di euro derivanti da risparmi del suo

Assessorato; poi circa l’entità di queste risorse, ecco conoscere l’entità delle risorse è

importante per il cronoprogramma di intervento ma anche per la velocità

dell’intervento stesso, sappiamo che quel costone di tempo ne ha poco, almeno dalle

relazioni che vengono date. Quindi, la domanda è questa: desidero sapere l’entità

delle risorse - e all’ingegnere Foti - i tempi di realizzazione e i soggetti responsabili,

che non sapere ancora questo, cioè chi fa cosa, in che tempo e con quale risorse, a

mio avviso è grave. Grazie.

Il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

Prego. Deve intervenire l’Assessore Gibilaro?

L’Assessore GIBILARO Gerlando

Grazie, signor Presidente. Grazie, signori della Giunta. Io rivolgo il benvenuto

all’Assessore Lo Bello e la ringrazio prima come cittadino e poi come

amministratore di questa città, ripeto nuovamente il mio rammarico è l’assenza dei

Deputati regionali e nazionali che sono stati eletti in questa città e che dovrebbero

rappresentare questo Ente nelle sedi opportune e appropriate. Come cittadino e come

amministratore di questa città, credo che tutti gli intervenuti, Consiglieri Comunali,

Assessori, Dirigenti, T.A.P.O. e anche la società civile che è intervenuta, oggi ha

come obiettivo prioritario quello di salvaguardare la pubblica e la privata incolumità

di questa città. Lei, caro Assessore, era assente poc’anzi, io credo che di questa

questione, che si è verificata nel 1966, oggi ne è venuto il momento di farne una

questione regionale e nazionale, una questione morale e propositiva, a tutela dei

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nostri concittadini e degli immobili. Io credo sia nota a tutti la normativa vigente nel

territorio di Agrigento. Noi abbiamo il territorio comunale, il nostro territorio

comunale, è il territorio più vincolato del belpaese. È chiaro che i vincoli di notevole

rilevanza sono quelli che discendono dal decreto del 23 dicembre del 1968, numero

537, il cosiddetto Piano Grappelli che ha posto i vincoli idrogeologici e urbanistici

all’interno della città. Il nostro obiettivo, il nostro compito, il nostro dovere morale,

caro Assessore, e a tutti gli intervenuti, è quello di mettere in sicurezza questi edifici,

non occorre una mappatura, nel 1966 sono stati chiari i migliori tecnici che sono

venuti ad Agrigento, ad accertare le cause del movimento franoso. Oggi occorre una

seria programmazione politica a medio e a lungo termine, volta a mettere in sicurezza

gli immobili che sono stati costruiti in violazione della zona B Grappelli e della zona

C Grappelli, questo può essere fatto soltanto attraverso la redazione di progetti e la

realizzazione delle opere che andranno a mettere in sicurezza queste aree. Io ho già

preparato un atto di indirizzo al mio Dirigente di riferimento, che questa sera non è in

aula, lo inviterò ad attivare tutte le procedure tecniche e amministrative per la

risoluzione di queste problematiche. Io in questi quattro mesi ho effettuato dei

sopralluoghi, su segnalazione di cittadini residenti, e vi assicuro che la situazione che

si è verificata dietro il Palazzo Crea, alla fine, è una delle meno rilevanti di quelle che

si possono vedere de visu andando a fare un sopralluogo. Mi auguro che questo mio

accorato appello alla Deputazione regionale e nazionale venga accolto, perché io

credo e sono fermamente convinto che oggi Agrigento più che mai non ha bisogno di

divisioni, ha bisogno che le migliori risorse politiche del centrodestra, del

centrosinistra o al di sopra o al di sotto dei partiti, lavorino nell’interesse di questa

città. A breve, caro Assessore, lei riceverà una mia nota ufficiale in merito alla

predisposizione di interventi tesi a mitigare questo rischio idrogeologico di cui

poc’anzi ho parlato. Sono certo di un suo immediato riscontro e anticipatamente io la

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ringrazio di cuore, a nome mio e a nome dei cittadini che ci stanno seguendo, del suo

impegno per la città di Agrigento. Grazie.

Il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

Grazie, Assessore. Invitiamo a parlare l’ingegnere Foti, Direttore della Protezione

Civile Regionale. Grazie.

L’Ingegnere FOTI

Grazie, Presidente. Un saluto a tutti i presenti. È con imbarazzo che parlo perché ho

sentito parecchie cose non vere, ma capisco, così come diceva Rousseau che la verità

e la giustizia sono una, le falsità sono tante, perché le falsità discendono

sostanzialmente dalla passione e, quindi, siccome io ritengo che i qui presenti hanno

parlato con passione, hanno espresso una serie di situazioni semplicemente per

questo motivo. È stato detto che la Protezione Civile si sta adoperando, è stato detto e

è stato scritto, da più fronti, che la Protezione Civile sta intervenendo, perché in

questo Palazzo ci stanno i nobili e i potenti della città, non mi risulta che la

Protezione Civile stia semplicemente con una porzione della società, la Protezione

Civile è di tutti, la Protezione Civile sono tutti. Noi stiamo intervenendo perché per

c’è stata una ordinanza, l’ordinanza 95, del 10 marzo, da parte del Comune di

Agrigento, che ha deciso di fare intervenire la Protezione Civile e noi stiamo

intervenendo in danno, chi siano i responsabili e chi debba pagare questo non è un

problema nostro, sarà un problema che sarà visto dagli organi competenti, dalle

Amministrazioni competenti. Quindi è una falsità ciò che è stato detto. Via Papa

Luciani non siamo intervenuti, perché come era giusto che fosse, i cittadini,

proprietari del pendio e dell’area, sono intervenuti direttamente. È ovvio che i costi

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di un intervento privato non sono quelli di un intervento pubblico, quindi che ben sia

stato fatto così. Noi presenteremo il conto, voglio dire, a qualcuno, dopodiché sarà

pagato. È stato detto che il Governo non era presente, è stato scritto pure, a me risulta

una delibera, la 68, del 7 marzo, quindi due giorni dopo che ha immediatamente dato

alla Protezione Civile, non a altri, la possibilità di intervenire, qualora se ne fosse

manifestata la necessità, rimpinguando due capitoli che sono della Protezione Civile,

questo è un altro discorso, quindi il Governo è stato presente ed è stato presente

nell’unico modo che poteva, perché è ovvio che di fronte a responsabilità di tipo

civile e penale ognuno deve risponderne. La Protezione Civile svolge il suo compito,

che è quello di stare vicino ai cittadini come sistema e al sistema non è che fa unico

riferimento il Dipartimento della Protezione Civile; ricordo a tutti che la Protezione

Civile è un sistema complesso, dove c’è un Dipartimento regionale che coordina le

attività, ma a queste, evidentemente, conferiscono tutta una serie di strutture organi e

altri Enti o direi cittadini attraverso gli Ordini professionali, per esempio, che

vengono chiamati appositamente, ognuno con un suo compito, ognuno con una sua

parte, ognuno con il suo ruolo. A livello cittadino il competente ufficio di Protezione

Civile, esiste, ha lavorato, ha redatto un Piano di Protezione Civile, che può essere e

deve essere migliorato, e su questo stiamo lavorando, perché nel frattempo dalla

legge costituente il sistema regionale di Protezione Civile che è datata 1998, acqua

sotto i ponti ne è passata parecchio, adesso stiamo lavorando per un nuovo sistema

regionale di Protezione Civile, dove saranno assegnati compiti e funzioni e questo

sarà fatto, ritengo, prossimamente con una nuova legge di Protezione Civile. Vorrei

tornare però al discorso Agrigento, che a noi ci ha visti in parecchie occasioni

presenti, ma sempre in via sostitutiva, così come dice la legge, perché noi

affianchiamo l’operato delle Amministrazioni, non lo sostituiamo se non quando ci

viene richiesto, se non quando è necessario farlo. Diverso è il compito dell’avvenuta

emergenza che, evidentemente, ci vede primi attori, perché in quel caso affianchiamo

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in modo diretto, perché quello è il nostro ruolo, quello della gestione delle

emergenze, ma non solo, evidentemente, ma in quel caso diventa assolutamente

evidente il nostro impegno. Compito della Protezione Civile è anche la prevenzione,

evidentemente. Noi la prevenzione la esercitiamo generalmente attraverso l’adozione

di sistemi di difesa passiva però, perché non siamo Enti finanziatori, noi definiamo,

attraverso i Piani di Protezione Civile, quelli che sono gli scenari di rischio, ma in

questo caso quando parlo di questa cosa ne parlo perché è sempre il sistema

regionale, il compito di definire gli scenari di rischio, evidentemente appartiene a

ogni singolo Comune, perché altrimenti potremmo eliminare tutti i Comuni e affidare

tutti i compiti direttamente alla Regione, noi abbiamo il compito di coordinare le

iniziative, di dare delle direttive, per il rischio idrogeologico la Protezione Civile ha

già emanato e diffuso le linee guida per la redazione dei Piani Regionali e dei Piani

di Protezione Civile Comunali; ciò non significa che se qualcuno ci chiede qualche

cosa in più, noi siamo sempre pronti e disponibili e questo è stato pure il caso dello

studio, per esempio, del problema del rischio idrogeologico sulla collina di Agrigento

e della Cattedrale in particolar modo; abbiamo condotto una serie di studi stiamo

monitorando e continuiamo a monitorare, attraverso anche un sistema remoto, e

sappiamo come evolve il sistema, perché il compito nostro alla fine è quello di

andare a definire, più che ancora gli interventi, quelle che sono le soglie di attenzione

per fare scattare le procedure previste dal Piano di Protezione Civile, perché

indubbio, è facile dire: “Monitoriamo tutto il territorio”, ma per monitorare tutto il

territorio ci vogliono soldi, non mi pare che per ora ci sia una situazione così brillante

dal punto di vista economico a qualunque livello, allora bisogna definire quelle che

sono realmente le aree a rischio, noi non abbiamo bisogno di soloni che sono

conoscitori di tutto, perché io intanto non credo a tutto, credo nel lavoro, credo

nell’impegno, credo nella razionalità, poi ci possono anche dire le nefandezze più

varie, ma siccome mi piace leggere, ricordo sempre Bulgakov, che nel “Maestro e

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Margherita” dice che le ingiurie sono la giusta paga di chi fa un buon lavoro. Allora,

quando mi dicono cose brutte, sono ben felice perché vuol dire che ho lavorato bene.

Nel caso in specie Agrigento è una città difficile, perché il rischio idrogeologico è

sicuramente grave, devo dire che non è l’unica cittadina però della Regione Siciliana

che presenta queste stesse caratteristiche, ne posso realmente contare parecchie e su

tante siamo impegnati. Poi, andare a dire la colpa è di questo, la colpa è di quell’altro

non sta a me dirlo, non mi interessa nemmeno dirlo, il compito della Protezione

Civile non è quello di fare dei processi, il compito della Protezione Civile è quello di

analizzare la situazione e difendere e salvaguardare il cittadino, attraverso però che

cosa? Dei Piani di Protezione Civile, non mi andava e non mi va di dire che la

Regione era assente, perché se sono qui presente è perché, evidentemente, mi manda

il Presidente, dipendo direttamente da lui, sono qui perché sta attenzionando anche

questa situazione, evidentemente, e allo stesso riferirò, dirò cosa occorre ma non è

sicuramente l’intervento che abbiamo immediatamente messo in atto, che serve per

che cosa in questa fase? Così lo illustriamo a tanti che parlano. Noi in atto abbiamo,

mi pare che lo potete sapere meglio di me, circa 64 nuclei familiari che sono stati

evacuati dalle loro abitazioni; ora non tutti sono direttamente assistiti dal Comune,

perché fortunatamente hanno altre sistemazioni, però vivono un disagio, siano essi

abbienti o meno abbienti il disagio lo vivono lo stesso; perché strappare una famiglia

dalle loro abitudini, evidentemente, è sempre un disagio. Di cosa ci stiamo

occupando: ci stiamo occupando di determinare il rischio residuo, affinché si possa

determinare se queste famiglie possono, o meno, immediatamente tornare, almeno

per due fabbricati, il terzo che è stato direttamente interessato da questo evento ha un

pochino di problemi in più e occorre comprendere alcuni aspetti quali anche la

risposta strutturale dell’edificio. Il resto ci verrà sicuramente più facile e spero che in

una quindicina – ventina di giorni possiamo sapere evidentemente la risposta. Questa

è la verità. La verità è allora che siamo intervenuti, ma stiamo intervenendo in danno,

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che non stiamo facendo favori a nessuno, che siamo stati chiamati

dall’Amministrazione Comunale e stiamo intervenendo in suo conto, così come

prevede il principio di sussidiarietà che è proprio della Protezione Civile. Io non so

se c’è qualche domanda in particolare e in questo senso sono ben felice di potere

rispondere; per il resto non saprei veramente che dire, tranne il fatto che forse – e

questo lo dico da cittadino agrigentino, perché anche se ormai vivo a Palermo da un

pochino di tempo - ritengo che in questa città viva troppo e alberghi troppo

l’egoismo, e l’egoismo dovrebbe essere eliminato se si vuole realmente fare del bene

a questa città.

Il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

Un attimino, ingegnere Foti, c’era il Consigliere Di Rosa che le voleva porre una

domanda.

Il Consigliere DI ROSA Giuseppe

Mi scusi, ingegnere. Questo Consiglio nasce proprio per questo, per capire se voi che

siete Protezione Civile, siete a conoscenza dello stato di fatto del territorio

agrigentino. Io la domanda precisa che le pongo è questa: oggi, oltre gli studi che

state facendo sul costone e della Cattedrale, su quelli che andrete a fare adesso già

finanziati sul costone del viale della Vittoria, ma non ritenete voi opportuno che si

debba approfondire, anche in altre zone, quali ad esempio, le faccio un esempio così

rude, la zona stadio anche lì delle cave, la zona a monte verso la zona del manicomio

era anche lì un problema reale, voi oggi avete questo monitoraggio? Questa è la mia

domanda.

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L’ingegnere FOTI

È ovvio che i fatti che accadono a noi fanno fare delle domande, alle quali cerchiamo

di dare delle risposte, ci sono dei fatti nuovi che dobbiamo analizzare e verso i quali

ci dobbiamo, evidentemente, porre. Stiamo già effettuando una analisi di questo tipo,

perché è pur vero che occorre definire quello che è il rischio, ma è pur vero che il

rischio deve essere accertato anche da chi di competenza, il che significa che se ci

sono delle proprietà private, è loro il compito che lo devono fare, è a loro che deve

essere addebitato questo onere. Allora assieme all’ufficio comunale, sicuramente,

questo tipo di accertamento, con indirizzi precisi, andremo a darli. Così come sarà

dato, ma questo per tutta la Sicilia, proprio nell’ambito del rinnovo della visione

della strategia della Protezione Civile, sarà necessariamente doveroso migliorare il

Piano di Protezione Civile definendo con esattezza, per ciascuna abitazione, così

come in un albergo qualunque, ciascuno di voi se va in un albergo la prima cosa che

fa ritengo sia quella di vedere dietro la porta qual è il percorso di fuga con l’area di

sicurezza, noi vogliamo arrivare a fare in modo che tutti i cittadini sappiano

perfettamente quello che è il loro corridoio di salvezza e quella che sia la loro area di

attesa, quindi gli uffici di Protezione Civile di tutti i Comuni da qui a poco dovranno

presentare un Piano delle aree di attesa, per potere poi dare ai cittadini anche questo

tipo di indirizzo, di indicazione. Perché questo? Perché se si vogliono fare delle

programmazioni, bisogna sapere che cosa bisogna programmare e conseguentemente

bisogna capire se realmente quelli sono corridoi utili di sicurezza oppure no e quali

siano le opere da fare, analogamente per il rischio idrogeologico, bisognerà fare una

serie di accertamenti, definendo con esattezza però chi li deve fare, le famose parole

della Protezione Civile: “Chi deve fare cosa”; anche in questa occasione saranno

perfettamente definite.

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(Intervento fuori microfono)

L’ingegnere FOTI

Penso che di questo ne parlerà adesso l’Assessore direttamente.

Il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

Va bene, grazie. Diamo la parola al Vice Sindaco, Dottore Luparello.

Il Vice Sindaco LUPARELLO Pietro

Buonasera a tutti, io innanzitutto mi complimento con l’ufficio di Presidenza e con la

conferenza dei capigruppo che ha voluto mettere all’ordine del giorno di questo

Consiglio aperto un argomento così toccante per Agrigento. Avevo preparato una

sorta di relazione su quelli che erano stati gli interventi della Protezione Civile sul

nostro territorio, però dopo l’intervento del Dottore Sciara è inutile che li vado a

rileggere, già ha detto abbastanza lui. Io dico soltanto che traendo spunto da quelle

che sono state le ricerche che ho effettuato in questi giorni, mi hanno colpito alcuni

articoli, uno è quello del WWF che ricalca l’intervento fatto da Legambiente che si

sofferma sulla peculiarità del nostro territorio, principalmente, ma così come la

Martuscelli e la Grappelli hanno detto, oltre a una peculiare composizione del nostro

territorio, che lo rende fragile dal punto di vista dell’edificazione, esiste pure uno

scempio commesso negli anni dall’uomo che per avidità, interessi personali in barba

a quelli che erano gli equilibri da rispettare e da mantenere a che il nostro territorio

potesse essere ospitale per i nostri abitanti e per noi stessi, ha messo in atto interventi

edilizi al di fuori di quelle che erano le logiche e le regole banali della costruzione e

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come si dice: “I nodi vengono al pettine”, perché oltre a questo dissesto anche il

cambio climatico che c’è stato negli ultimi anni, con pioggia abbondanti, a cui non

eravamo - a memoria che io ricordo - abituati, ha fatto sì che questo stato poco

stabile del nostro territorio potesse essere accelerato negli eventi che si sono

verificati; eventi quello del Viale Vittoria credo imprevedibile, anche perché come

diceva l’intervento del responsabile di Legaambiente la calcarenite ha delle

fessurazioni che non sempre sono visibili, ci sono delle fessurazioni che sono

orizzontali o laterali che, non essendo visibili, poi si manifestano improvvisamente

senza preavviso. Ed è quello credo che è successo al Viale della Vittoria dove veniva

attenzionato un rigolo di argilla, il costone non aveva dato segni assolutamente di

instabilità o di cedimento e improvvisamente cade, con il senno del poi, ma solo con

il senno del poi si riesce a capire perché cade. Un altro articolo che mi è piaciuto

leggere è questo, è quello che individua, non in Agrigento, ma nel nostro territorio

nazionale, un territorio ad alto dissesto idrogeologico, quando si dice che circa il

10% della nostra popolazione è a rischio di dissesto idrogeologico, quando si dice

che in Italia ci sono 1.260.000 edifici a rischio idrogeologico, di questi, 6251 sono

edifici scolastici e 547 ospedali; questo è quello che emerge da uno studio fatto

dall’ANBI, (Associazione Nazionale di Bonifica e Irrigazioni) che mette in chiara

luce quella che è la vulnerabilità del nostro territorio, del territorio nazionale e

secondo l’ANBI, sempre, in base alla proposta contenuta nel piano pluriennale

antidissesto gli interventi necessari per ridurre il rischio idrogeologico richiedono un

investimento di quasi 8 miliardi di euro per circa 3400 interventi. Questo fotografa

una situazione che non è una situazione agrigentina, è una situazione nazionale a cui

bisogna porre rimedio con interventi che non siano interventi, cioè oggi Agrigento

non può assolutamente intervenire nel sanare una situazione che questa

Amministrazione o meglio questa generazione, la nostra generazione eredita. Eredita

in una situazione e in una condizione di economie che non sono più in grado di fare

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fronte a quello che è successo. Allora qual è il mio invito, il mio invito è che i

Governi nazionali, i Governi regionali, le Istituzioni, il Genio Civile, gli Ordini degli

ingegneri, degli architetti (così come hanno fatto), vadano a costituire un sistema di

monitoraggio continuo sul territorio, per far sì che quelli che sono gli eventi che

possono essere previsti vengano immediatamente tamponati e per far sì che la gente

comincia a godere di un momento di serenità e di sicurezza in più. Vorrei concludere

il mio intervento - per poi dare la parola all’Onorevole - dicendo che non esistono

cittadini di serie A e cittadini di serie B a Agrigento. Gli interventi che sono stati

fatti, al di là Della Vittoria sono stati interventi fatti in danno, ma fatti in danno dopo

avere dato la possibilità ai privati di intervenire su un dissesto che era stato già loro

segnalato. Dopo questo tempo trascorso, abbiamo ritenuto opportuno o meglio si

sono utilizzati i fondi messi a disposizione dalla Protezione Civile Regionale per

operare immediatamente, ma sempre a carico dei proprietari o di coloro i quali ne

avranno poi una responsabilità giuridica del fatto. Grazie.

Il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

Diamo la parola all’Assessore Lo Bello, Assessore al Territorio e Ambiente. Prego.

L’Assessore Regionale al Territorio e Ambiente, LO BELLO Mariella

Intanto devo ringraziare e scusarmi, ringraziare per l’invito, è il primo che ricevo dal

Consiglio Comunale ufficiale, voglio dire, anche se ci sono state tante richieste di

incontri, probabilmente più in Assessorato che non, invece, in consessi come questo.

Devo dire che la riunione di oggi risente anche di alcune urgenze, di alcune

particolarità, ma credo che risenta, più di ogni altra cosa, anche della necessità di

alcuni chiarimenti, chiamiamoli così. Qualcuno, probabilmente, prima di me, li ha

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definiti forse non verità, però credo che siano necessari, proprio per sgomberare un

po’ quel cono d’ombra, in cui, come al solito, dentro le nebbie e dentro i coni

d’ombra ognuno può dire e può fare quello che si vuole, perché vedete quando si

accende solo la luce si vede quello che c’è, se invece lasciamo tutto un po’ nella

penombra, c’è un mio amico che dice che piuttosto che avere Santa Chiara di Napoli,

preferisce la Madonnina di Milano, che essendo in mezzo alle nebbie, insomma, la

cosa può anche avere le doppie o triple o quadruple verità. Credo che siamo qui

proprio per questo, da un lato per fare chiarezza, dall’altro per cercare, non per

individuare colpevoli, perché io credo che l’unico sport grande che noi facciamo in

questa città, io lo dico perché sono agrigentina, noi abbiamo uno sport: “Non si deve

fare nulla”, salvo poi se qualcuno fa qualche cosa subito andiamo a individuare:

“perché non si è fatto altro” o “La colpa di chi è?” Quindi io credo che a queste

risposte, permettetemi di dire, e lo dico da agrigentina, non da altro, io credo che

abbiamo tutti il dovere intanto di fare chiarezza, se è possibile, e se ci riusciamo,

perché anche qui a volte non è facile fare chiarezza, tenuto conto che le troppe

ombre, le troppe nebbie, le troppe volontà, le troppe inadempienze, le troppe assenze,

le troppe, per lungo tempo, incuranti azioni, hanno poi alla fine lasciato a noi in

eredità, ma io credo che noi non siamo quelli che la hanno ereditato, noi siamo

assolutamente protagonisti della situazione in cui noi ci troviamo e finiamola con il

dire che abbiamo ricevuto questa realtà e questa città, perché ognuno di noi ci ha

messo il suo peso; ognuno di noi e credo che se ci sono a volte azioni o reati di azioni

ci sono anche quelli di omissioni e quelli credo che, rispetto a queste cose, ci

appartengano un po’ a tutti. Voglio subito intervenire sulla Cattedrale, non perché la

voglia trattare per prima, perché più importante, ma semplicemente perché credo che

Don Petrone, e dall’altro anche questo è un bel momento, molto agrigentino, anche

se è stato consumato a Palermo, molto agrigentino, devo dire che sulla Cattedrale va

fatto chiarezza, perché evidentemente brucia; brucia che siano stati trovati dei soldi

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per la Cattedrale, brucia che finalmente dopo venti anni c’è qualcuno, c’è un

Assessore Regionale che la ha presa a cuore, brucia evidentemente che questi

20.000.000,00 che ci sono, sicuramente, adesso diremo dove, come e perché e che

possano essercene 40, se saremo bravi, noi speriamo che ce ne siano bisogno anche

meno, perché brucia, perché dopo avere assistito, per tanti anni: “La Cattedrale va

salvata, va salvata, va salvata”, ma certamente è come il famoso tema: “Svolgimento:

zero”, se, normalmente, quando tutti eravamo a scuola, non svolgere il tema

significava non classificarlo, insomma, quel componimento e siccome rispetto ai

tanti non classificati, mi permetto, voglio essere giudicata per quello che faccio, non

certamente né per le nebbie, né per l’oscurità. Insediata dentro questo benedetto

Assessorato Territorio Ambiente, insomma, quando ho scoperto che la Cattedrale

non era Protezione Civile, voi sapete che io non sono un Assessore tecnico, perché

questa cosa possono pensarla a Messina, a Catania, a New York (ammesso che arrivi

la notizia), ma certamente non ad Agrigento, l’unico Assessorato con il quale non

avevo mai avuto modo, se non le denunzie fatte da organizzazione sindacale alla

quale sono appartenuta e ancora sento di appartenere, parliamo delle bombe

ecologiche, delle discariche, delle tante cose, poi alla fine questo Assessorato,

diciamo, non lo sentivo mio, mi ci sono trovata, è come chi, comunque, accetta le

sfide, anche quando le accetta dentro l’Assessorato, dove misurarsi risultava

assolutamente difficile. La prima della questione: “Sai la Cattedrale dipende proprio

dall’Assessorato Territorio Ambiente”, a me è sembrato di fare “Tredici”, nel senso

che finalmente potevo misurarmi con quello stare dall’altra parte, dove tanti

spettatori e pochi giocatori, quelli che giocavano si prendevano: ora sono bravi, ora

un po’ meno, ma poi tutti spettatori, come tutti allenatori della Nazionale, perché

questo è il nostro sport preferito. Allora a quel punto ho detto: “Ma guarda un po’,

quindi devo scendere in campo”. Quindi la prima cosa che ho detto ai miei uffici -

c’è qui il Dottore Gullo, allora il Dottore Gullo non era il Direttore Generale del

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Dipartimento Ambiente, ma c’era invece il Dottore Guadagnino, con il Dottore

Guadagnino la prima cosa: “Dottore Guadagnino, com’è questa storia della

Cattedrale?” Dice: “Ma sa, perché lì c’è una questione che riguarda la Protezione

Civile”. “Dottore Foti, com’è questa questione della Cattedrale?” E quindi

cominciammo a ragionare. Cominciammo a prendere le carte, Don Carmelo nel

prendere le carte ci accorgiamo di una cosa: che nella famosa delibera, dove prima

stavano i 20.000.000 e poi tolti i 15 cos’è che c’era scritto? Siccome l’urgenza la

giustificava tutta, siccome sono accaduti fatti a Giampilieri, sappiate, cara Agrigento,

che lì ci sono state vittime e, quindi, come tale 15 di questi 20.000.000,00 che sono

stati allocati su Agrigento ce li prendiamo, però sappia Territorio Ambiente che se tu

ci riesci, tutte le economie fino a 20.000.000,00 le puoi destinare alla Cattedrale; “mi

parsi di aviri fattu tririci”, perché ho detto: “Scusate, che significa?” Significa che se

riesce a risparmiare 20.000.000,00 (quindi 20 più 5), possono essere destinati alla

Cattedrale. Allora io ho chiesto subito al Dottore Guadagnino ho chiesto

immediatamente: “Dottore Guadagnino come siamo?” “Con i ribassi d’asta, sa però

se noi ci manteniamo!” Allora sta parola “ci manteniamo”; manteniamoci; dobbiamo

semplicemente capire come facciamo a creare queste economie, a far tesoro di queste

economie e devo dire che lì il monitorarlo continuamente e siamo venuti qui con il

Presidente Crocetta, siamo venuti quando eravamo arrivati a quota 17.000.000,00

(dei 20), per cui abbiamo detto: 17 più 5, il Dottore Guadagnino mi diceva ogni

tanto: “Ce la faremo a arrivare a 20”, però noi 17 erano quelli che potevamo

certificare essere economie allocabili come spesa destinata, secondo quella delibera,

alla Cattedrale di Agrigento, non potevamo dire 20, oggi vi possiamo dire che,

invece, 20 ci sono; giusto Dottore Guadagnino?

(Intervento fuori microfono)

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L’Assessore Regionale al Territorio e Ambiente, LO BELLO Mariella

Quello è un problema che non riguarda noi, ma che riguarda il Comune di Agrigento,

ognuno risponde per le cose che fa, certamente se il Comune di Agrigento invece non

ritira questa, ne avremo quindici, vorrà dire che avremo uno sconto. Quindi rispetto a

questo, io lo ho chiesto al Sindaco ufficialmente, ho chiesto al Sindaco ufficialmente;

credo che sia utile avere la possibilità di potere utilizzare i 20.000.000,00 milioni di

euro piuttosto che, invece, i 15 che il TAR potrebbe restituirci e abbiamo, quindi,

chiesto di ritirarlo, ho appreso dalla stampa: “Mai, non se ne parla”. Ma questo

attiene forse, quando due non si parlano e parlano a distanza forse succede questo. Se

fosse stato qui il Sindaco gli avrei detto così come stanno le cose, forse anche nella

convenienza. Pur tuttavia, torniamo un momento indietro, le tre domande che faceva

l’amico mio, l’Assessore Masone, anche lui, probabilmente, il fatto di non parlarci

fanno sorgere i dubbi. Anche su quella riunione che vi dicevo un po’ strana, nel

senso che quella riunione a un certo momento, come sapete il Duomo ha una

specificità, è Duomo e, quindi, come tale è un’opera dei Beni Culturali, il problema

non è il Duomo, il problema è sotto, tant’è che i fondi sono da dissesto

idrogeologico, il Sovraintendente dice: “Fermi”, siccome per potere, abbiamo detto

che non è possibile prenderli dai 20.000.000,00 che servono per il dissesto

idrogeologico, sono necessari 2.000.000,00 di euro per smontare gli altari, per

smontare tutto quello che c’è dentro la Cattedrale, insomma tutto quello che… io

Territorio Ambiente ormai capisco solo il Territorio Ambiente, Beni Culturali no,

questi 2.000.000,00 c’è bisogno! Allora questi 2.000.000,00 abbiamo detto ai Beni

Culturali guarda che è necessario 2.000.000,00, senza i 2.000.000,00 non possiamo

attivare nessuna procedura che riguarderà, invece, la Cattedrale. A quel punto

all’Assessorato Beni Culturali avviene una convocazione, dove si convoca tutto il

mondo, non si convoca noi, perché si vuole parlare di Cattedrale di Beni Culturali,

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non si vuole parlare di dissesto idrogeologico, in questo non si vuole, non è un atto di

volontà, c’è semplicemente…

(Intervento fuori microfono)

L’Assessore Regionale al Territorio e Ambiente, LO BELLO Mariella

No, no, assolutamente no. Assolutamente no, perché si parlava dei 2.000.000,00 di

euro da ricercare, poi, invece, la riunione, insomma, la riunione poi, giustamente, il

Dottore Foti ha deciso, ne abbiamo parlato, ne abbiamo parlato anche con

l’Assessorato ai Beni Culturali, abbiamo deciso la riunione di farla, si è deciso la

riunione di farla alla Protezione Civile e poi da lì si è deciso che la faremo al

Territorio Ambiente. Quindi vi preannunzio che non sarà possibile fare questa

riunione durante questo mese di marzo, primissimi di aprile faremo la riunione con i

Beni Culturali, con l’Assessorato Territorio Ambiente, insomma tutto. Si diceva: chi

gestirà? Perché l’altra domanda è: l’entità. Abbiamo detto che c’è oggi la

disponibilità, noi abbiamo la possibilità oggi di applicare la famosa delibera che

spostava i 15.000.000,00, quindi l’entità…

(Intervento fuori microfono)

L’Assessore Regionale al Territorio e Ambiente, LO BELLO Mariella

I fondi sono di dissesto idrogeologico, economie su bandi effettuati, espletati, pagati

e tutto il resto. Dopodiché, invece, dove sono allocati? Al Territorio e Ambiente, al

dissesto idrogeologico? Chi li gestirà? Questa è una bella domanda, perché; quando

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siamo arrivati qui e ci ragioniamo da circa due settimane con il Dottore Foti, sino a

ora, noi vogliamo trovare il modo più veloce, quando siamo venuti con il Presidente

della Regione parlavamo che nel giro di tre mesi noi saremmo riusciti a fare il bando,

ci siamo resi conto però che non è così semplice, nel senso che le procedure, perché

ci dice sempre la Protezione Civile, attenzione, perché lì sembra essere quasi una

specie di corsa contro il tempo, abbiamo - io lo incontrerò domani mattina - ma

abbiamo, probabilmente, dopodomani l’incontro con il Commissario Straordinario

del dissesto idrogeologico, il Dottore Croce, dobbiamo fare un incontro, l’Assessore,

il Dottore Gullo, il responsabile della Protezione Civile e il Commissario

Straordinario del dissesto idrogeologico, faremo questo incontro per capire come noi

possiamo fare realizzare, quello che per noi è il raggiungimento dell’obiettivo;

l’obiettivo è sicuramente mettere in sicurezza il costone; come farlo? Quindi chi fa il

bando, come si gestisce, deve essere un bando integrato, deve essere un bando,

invece, perché essendo di queste dimensioni, parliamo di un bando europeo;

insomma stiamo ragionando, come vedete, per la prima volta no: “Ci penso io e solo

io”, al contrario; mettiamoci insieme, perché anche questo, questo non è un vizio, per

la verità, agrigentino, ma è molto siciliano, credo che sulla Cattedrale di Agrigento

nessuno vorrà essere figlio unico, nel senso che noi ci incontreremo per decidere cosa

è possibile fare, nel migliore dei modi, nel più breve tempo possibile, quindi quella

sinergia che noi dobbiamo - e io spero a cominciare da oggi per una occasione così

brutta, per la verità- ma che noi possiamo realizzare anche tra quella che è la Regione

e, invece, tutti i Comuni. Arrivo da Lampedusa, dove c’eravamo due Assessori

Regionali e il Presidente della Regione per illustrare lì quella che è la zona franca,

quindi un’altra delle cose che stiamo mettendo in campo. Quindi, chi li gestirà? Chi

saranno i soggetti responsabili? E, credo, Don Carmelo, che quando io parlo di

40.000.000,00 cosa è successo? Noi abbiamo fatto una cosa, quando io mi sono

insediata, come vi dicevo, non sono un tecnico, quindi mi sono fatta spiegare di cosa,

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in maniera consistente, di cosa si occupa questo Assessorato, la prima cosa che mi è

stata detta è: “Dissesto idrogeologico e per la verità ciò che non c’è - questa cosa

devo dire che il merito è tutto del Dottore Gullo qui presente – sai, però, ciò che

manca e che non c’è, noi dobbiamo guardare al problema dell’abusivismo”. Capirete

bene, insomma, vengo da Agrigento, dove la parola abusivismo finisce con l’essere

insomma, poco fa diceva: “Questa è la città – me lo sono segnata – questo è il

territorio più vincolato”, con quello che abbiamo fatto tutti, se non era vincolato chi

avissimu fattu! Voglio dire, davvero ci sarebbero stati, eppure è un problema con cui

dobbiamo discutere, confrontarci, cercare di trovare soluzioni, né possiamo

trasformare i nostri territori in Beirut abbattendo tutti, però devo dire che dobbiamo

anche guardare com’è che salvaguardiamo un po’ tutto quello che è possibile

salvaguardare. Quando mi sono insediata ho detto immediatamente che bisognava,

proprio per parlare di dissesto idrogeologico, aggiornare immediatamente tutti i PAI,

i PAI sono delle mappature di territori, in Sicilia ce ne sono 107, e vi devo dire che a

oggi tutti i PAI della Sicilia sono tutti aggiornati e credo che questo sia un lavoro e

anche in stretta collaborazione, cosa significa aggiornare un PAI, non è perché arriva

Antonio Brucculeri, che è uno straordinario operatore del PAI di Agrigento e sa cos’è

che accade in tutto il territorio, è perché il Genio Civile, perché i Comuni ci

segnalano che ci sono dei cambiamenti e allora arriva il PAI guarda, vede, verifica e

da questo, quindi ci deve essere quella sinergia, se il PAI non è aggiornato e non

spunta una cosa, non è perché la Regione doveva essere lì, che ha una lente di

ingrandimento ogni scaluni, è perché dal Comune si devono fare le segnalazioni, dai

Geni Civili, da tutti quelli, dalla Forestale, voglio dire, tutti stanno a protezione e a

monitorare un territorio che poi ha questa sua specificità, ce la ha nella redazione e

nell’aggiornamento del PAI, quindi tutti i PAI della Sicilia sono aggiornati. Ebbene,

aggiornare questi PAI ha significato anche un’altra cosa, che è quella di vedere e via,

via abbiamo cercato di capire, c’è qui il Dottore Guadagnino che segue un po’ questo

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settore, con tutti gli uffici, con tutti i nove uffici che noi abbiamo disseminati per

tutta la Sicilia, nove uffici che non dovrebbero stare qui, qui non ci dovrebbero essere

le sedi dell’ufficio PAI, non ci dovrebbe essere, eppure la scelta che è stata fatta è

quella di avere proprio in loco, qui, per potere fare quelle operazioni, tant’è che ci

ospita ora la Protezione Civile, ma quasi tutti insieme Protezione Civile e settore

dissesto idrogeologico. Cosa abbiamo realizzato? Due cose. La prima – come dicevo

– l’aggiornamento del PAI; la seconda era quello di andare a guardare tutte le schede

e tutti i progetti che via, via a seguito, di aggiornamento del PAI, erano arrivate alla

Regione per potere fare finalmente una banca dati, perché questa delle banche devo

dire che in Sicilia non funziona, non c’è nessuna banca dati di nessuna cosa, la parola

monitoraggio sempre, la parola banca niente, sarà perché noi siamo, insomma,

contrari alle banche e favorevoli forse a chi fa monitoraggio, banche dati zero. Allora

cos’è che si è detto? Prendiamo tutti i progetti, quindi sono sette mesi che l’ufficio

del dissesto idrogeologico lavora attorno a quelli che erano i progetti. Ad un certo

momento arriva attorno al 28 di gennaio, mi pare, una lettera dal Ministero e ci dice:

“Cari Assessori al Territorio Ambiente, mi dovete inviare entro il 7 di febbraio -

quindi parliamo meno di dieci giorni - mi dovete inviare entro il 7 di febbraio tutto

ciò che voi avete in termini di progettazione, ciò che voi ritenete indispensabile

perché? Perché guardate che ci sono somme sul fondo sviluppo e coesione (FSC), su

questo fondo ci sono i 55 miliardi di euro che devono essere investiti per la nuova

programmazione 14/20, vogliamo intanto avere una mappatura, fateci sapere che

bisogni avete”. Allora dentro questa cosa, sapevamo poi noi che l’80% di queste

somme vanno a finire alle Regioni meridionali e sappiamo che di questa somma il

25%, dai conti che si è fatto, normalmente è finita alla Sicilia. Abbiamo fatto una

specie di “Tredici”, perché significa intorno ai 10 miliardi di euro, certo da 14/20,

allora subito abbiamo detto: “Come siamo combinati?” Mi risponde il Dottore Gullo:

“Pronti”; perché da sette mesi noi aggiornavamo tutte le schede, perché da sette mesi

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avevamo fatto aggiornare tutti i PAI, perché da sette mesi ogni singola scheda

sapevamo se era preliminare, definitivo e esecutivo, tutto. Per cui cosa facciamo?

Prepariamo le schede, ne mettiamo dentro 400 per la data del 7, oggi tenuto conto,

non lo so che cosa è successo, lo hanno lasciato aperto questo bottone, noi abbiamo

continuato a inviare, credo che siamo a 600; non ce lo hanno chiuso, perché il 1° di

marzo (appena passato), doveva esserci una riunione CIPE che doveva ripartire

questi fondi, quindi per la prima volta la Sicilia, mi permetto di dire, nella storia, per

la prima volta la Sicilia si è presentata con un programma complessivo di 5 miliardi,

non c’entra dentro solo il dissesto idrogeologico, c’è l’inquinamento acustico, c’è

l’inquinamento dell’aria, ci sono dentro i piani di recupero, ci sono dentro i parchi, ci

sono dentro le riserve, ci sono dentro tutte quelle cose che fino a ieri era un inseguire

l’emergenza e che invece da oggi si parla di programmazione, banca dati,

programmare questo significa; quando uno si fa un mutuo, io dico che la

programmazione veramente ha a che fare molto con la banca, perché tu ti programmi

e dici: “Questo è quello che devi fare” e abbiamo fatto così; abbiamo prodotto un

programma per cinque miliardi di euro, dopodiché altri Assessorati accederanno a

questo fondo ma capite bene che siamo, come si suol dire, in pole position per

cercare di avere quelle risorse necessarie e lì comincia un po’, mi permetterete se

sono, ma credo che un po’ di chiarezza vada anche fatta, e lì mi accorgo di una cosa,

mi piglio queste carte, i 400 interventi, naturalmente gli dico: “Guarda mettiamo

dentro la Cattedrale di Agrigento”, mettiamola comunque, perché a fronte del fatto

che noi abbiamo quelle risorse e se capita, invece, che il TAR, vero è che li investe e

poi non so che succede e poi c’è un altro ricorso e poi questo e poi quello, noi

mettiamoli i soldi allora decidiamo di allocare lì come richiesta 40.000.000,00 di

euro, perché? Perché da un lato significa i 25 – 30, perché qualcuno dice che 25 non

basteranno, si parla di 30.000.000,00 di euro per salvare la Cattedrale, per salvarla,

non per mettere in sicurezza il costone, per salvare la Cattedrale, per cui noi abbiamo

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cercato, nel mettere 40.000.000,00, io poi ho una mia fissazione che si chiama via di

fuga, per cui ho detto li vogliamo mettere qualcosa in più che vediamo poi se

riusciamo a realizzare qualche cosa che ha a che vedere con la sicurezza delle

persone, oltre che la Cattedrale e guardiamo un po’ se riusciamo a realizzare, anche

lì, la via di fuga. Quindi queste due somme il fatto di non esserci chiarezza, spero che

sia ora sufficientemente chiaro a tutti, noi abbiamo economie per 20.000.000,00 di

euro, 5.000.000,00 di euro sono lì e si chiamano Agrigento, ne abbiamo messi 40 che

non sono uno sommando l’altro, ma sono naturalmente il corpo più grande assorbe

quello più piccolo, ma ricorreremmo al corpo più grande, io spero per le somme

rimanenti e per altre cose. Oggi quello su cui possiamo disporre immediatamente

sono le somme che vi dicevo prima, con una allocazione che è quella del territorio

Ambiente. Ma torniamo un momento alla questione della chiarezza. Anche lì, però

cos’è che succede, prendiamo tutti questi 400 progetti e mentre c’è qualche cosa

come Messina, pari a 200 non mi ricordo, 260.000.000,00 di euro, mi pare, ce ne

sono alcuni, insomma, alla fine Agrigento è ben messa, perché Agrigento

complessivamente, 260 è Messina, credo che siano forse intorno a 200.000.000,00 di

euro Palermo e 161.000.000,00 Agrigento poi gli altri parlo, 60, 80, quindi, voglio

dire, guardate, da un lato significa che abbiamo tante criticità, dall’altro significa che

avremo veramente un territorio che frana, ecco mettiamola così; però guarda caso,

guardo questi 161.000.000,00, di questi 161, 40 sono la Cattedrale di Agrigento, ma

anche lì vi ho detto che le altre Province sono 80, 60, anche togliendo i 40, voglio

dire, siamo sempre al numero 3. Però guardo e cercavo di capire, ma può essere che

non sono messe in ordine alfabetico, può essere che sono messi in un’altra maniera,

scusate, che significa questo elenco, perché anche lì dovevamo mettere le priorità, le

400 schede non significa il dissesto di tutta la Sicilia, significa la priorità, un

territorio che è un R4 e che ha una priorità maggiore sono i cosiddetti centri abitati, e

cose straordinarie quindi le 400 schede riguardavano solo questo, guarda i

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161.000.000,00 e ci trovo solo, a esclusione del Duomo di Agrigento, solo un

progetto via Graceffo, quindi mi sono chiesta: “Ma scusate, Agrigento è un

colabrodo, abbiamo 161.000.000,00, abbiamo un territorio che fa pena, abbiamo una

cosa che non finisce mai, voglio capire che significa. Allora io dico che

immediatamente cerchiamo di capire, vediamo un po’ se riusciamo ad avere qualche

progetto in più; mi vedo rispondere, la mia non era una polemica, io vengo chiamata

da un giornalista, il quale mi dice, questo giornalista: “Assessore, lei ha presentato il

suo Piano?” Ero orgogliosa di potere dire che per la prima volta la Sicilia non doveva

rincorrere, che eravamo pronti, che abbiamo dato i nomi, i cognomi, quanti definitivi,

quanti preliminari, quanti esecutivi, per che importo, per quale strada, per quale

numero civico, eravamo orgogliosi; intervistata in una televisione regionale dico che

abbiamo questo di tutto il territorio siciliano, Comune per Comune; dico questa frase.

L’indomani ricevo la telefonata di un giornalista agrigentino de “La Sicilia” e mi

dice: “Quanti sono i progetti sulla città di Agrigento?” O mentire e dire: “Non mi

ricordo”, immaginate che io dico in capo a tutte le città che ci sono, in capo a

Agrigento dico non mi ricordo, insomma ci avrei fatto una figura non bella e quante

città conosci? Su Agrigento avrei avuto due strade: o non mi ricordo o dire quello

che risultava e, quindi, ho detto che c’era il progetto del Duomo e che c’era un

progetto che riguardava via Graceffo, naturalmente mi vedo rispondere poi sempre

sul giornale che ci sono una serie di progetti, invece, presentati via, via dal Comune

di Agrigento, sono davvero tanti, sono davvero che non finiscono mai, c’è un elenco

sulla stampa, di questi progetti ce ne sono tre che riguardano il mare, noi ne abbiamo

8, di Agrigento ce ne sono 8, questi 8 progetti tre di questi riguardano la costa e di

questi uno, che era quello che riguardava un finanziamento della Rupe Atenea che è

stato poi, invece, spostato quando accadde Via delle Torri, quindi come vedete quello

era stato l’unico finanziamento ricevuto, c’era stato questo spostamento. Quindi se

noi guardiamo la città di Agrigento e tutti gli altri, vorrà dire che non sono stati

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progetti, forse sono state segnalazioni, ma progetti vi assicuro, siccome noi li

abbiamo lì, i progetti che noi abbiamo sono quelli che vi ho appena detto. Dopodiché

certamente è possibile pure che siano dei progetti che non sono così pesanti, da

quello che abbiamo visto noi, io non lo so se riguarda R1, R2, R3, R4, questi sono

quelli che risultano a noi, può darsi che si sono persi e quindi sarà un errore del

nostro protocollo che non li ha ricevuti. Andiamo oltre, mi è stato chiesto poco fa la

questione - così terminiamo questa partita - che riguardava, invece, cos’è che veniva

chiesto? Gli ipogei. Sugli ipogei c’era stata una azione, questa azione che era pari a

non so quanti soldi. Quanto?

(Intervento fuori microfono)

L’Assessore Regionale al Territorio e Ambiente, LO BELLO Mariella

450.000,00 euro era per studi e monitoraggi. Questa linea di intervento 2.3.1 non è

colpa di Agrigento, precisiamo; questo finanziamento che era stato concesso

finanziava però studi e monitoraggi che questa linea di intervento non li finanzia,

quindi non è un errore né di Agrigento, né del progetto presentato, probabilmente è

anche un nostro errore, io non lo so cos’è che è accaduto, per la serie no eredità, non

lo so, e, quindi, diciamo oggi che forzature non ne facciamo diamo semplicemente

quello che è un diritto, forzature niente, fatto sta che questi soldi non si possono dare,

lo abbiamo inserito però; lo abbiamo inserito nella nuova programmazione del PAC

nuove azioni, quindi speriamo di potere per gli ipogei che sono una nostra…

(Intervento fuori microfono)

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L’Assessore Regionale al Territorio e Ambiente, LO BELLO Mariella

Per studi e monitoraggi lì lo prevede. Torniamo un momento al perché siamo qui e

all’occasione funesta che credo da un lato sembra riguardare… ha detto una frase il

Vice Sindaco di Agrigento, ha detto: “con il senno del poi”; io dico invece che oggi

siamo qui - e ringrazio nuovamente il Presidente del Consiglio - perché vorremmo

ritrovarci anche in altre occasioni con il senno del prima, perché credo che questa

nostra occasione sia proprio quella di volere fare un chiarimento, di volere offrire una

occasione che sia da un lato di chiarezza, ma dall’altro di programmazione, tutto ciò

che ho detto sinora serviva semplicemente a uscire dal cono d’ombra, da adesso solo

positività. Adesso dobbiamo cercare di essere tutti giocatori, o decidiamo di essere

tutti giocatori e scendiamo tutti qua dentro, oppure se qualcuno vuole fare gli

spettatori, quelli che siamo in campo però dobbiamo giocare e dobbiamo essere tutti

della stessa squadra, perché altrimenti se qualcuno fa l’autogoal, non può dire che ha

sbagliato. Giusto? Quindi dobbiamo anche capire come riconvertiamo un po’ la

questione; e le polemiche, perché anche lì le polemiche e mi riferisco alle tre

polemiche, alle due che hanno riguardano sinora, ma a una terza che potrebbe

essercene, via Papa Luciani, Viale della Vittoria e via Picone, perché quello potrebbe

essere un’altra cosa. Allora, quando è successo via Papa Luciani se io non fossi

andata non sarebbe accaduto nulla, non ci fosse oggi la polemica, per cui oggi se io

non fossi venuta qui, oggi al massimo avrebbero detto: “La Lo Bello non si è

presentata”, però nessuno potrà, alla luce del fatto che stiamo registrando, domani

avere reazioni, chiamiamole così. Quindi se uno non gioca è sicuro che non sbaglia, è

come tanti onesti che però si tengono le mani in tasca. Quindi c’è bisogno, invece, di

onesti che si mettono a lavorare e che diano della loro capacità di seguire una linea

dritta, insomma, prova e non semplicemente uno non ha fatto niente, è come quelle

zitelle che nessuno se le pigliava: “Io onestissima”, e nuddu li ‘nquitava, quindi

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dobbiamo capire come, invece, usciamo da alcune questioni, la prima questione, e

che riguarda il Viale della Vittoria e via Papa Luciani, io sono stata in via Papa

Luciani, e quando sono arrivata non mi era stato detto in prima istanza che tutto dalla

parte alta, alla parte bassa, riguardava dei privati, per cui in prima istanza io dissi che

noi saremmo intervenuti, che avrei fatto il mio intervento, così come ho dato prova

poi di avere fatto per il Viale della Vittoria, sarei intervenuta per fare in modo che

potesse esserci un intervento della Regione a salvaguardia di quel territorio e di

quelle famiglie che erano state da lì a poco, invece, evacuate, avevo anche detto,

parlando proprio con le persone che erano lì, qualcuno diceva: “Ma sa potrebbero

essere privati”, se invece sono privati io credo che sia più utile, perché nel momento

in cui dovesse farlo la Regione o dovesse farlo il Comune, siamo sulla stessa barca,

lo fa in danno costando molto di più, devo dire per la verità che le persone erano

anche molto informate, molto consapevoli, molto dispiaciuti per quanto accaduto ma

devo dire che poi alla fine la questione ha trovato quel tipo di soluzione. Andiamo al

Viale della Vittoria. Il Viale della Vittoria quando accadde e quando il danno

sicuramente molto grande, molto forte, subito fu detto che erano terreni privati e che

era un costone privato, ma che la messa in sicurezza dell’edificio intanto che sta nel

mezzo, rivendicava un intervento immediato perché non era sicuro che potesse in

ogni caso, alla luce di ogni possibile ulteriore smottamento, potere esserci ulteriori

danni e, quindi, come tale, mi fu fatta richiesta dal Comune di Agrigento di un

intervento in sostituzione del Comune, mi ha chiamato proprio e devo dire che tutta

questa vicenda lo ho seguita con il Vice Sindaco Luparello, ci siamo sentiti

costantemente e devo dirvi anche per le parti precedenti, molto spesso noi abbiamo

ragionato, abbiamo ragionato di costa, abbiamo ragionato di demanio, abbiamo

ragionato di abusivismo, abbiamo ragionato di Piano Regolatore, insomma, e questo

devo dire che tante volte con il Vice Sindaco ci siamo trovati a confrontarci e devo

dire che in questa occasione il Vice Sindaco disse: “Noi abbiamo la necessità di un

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intervento che dobbiamo fare in danno, ma che non abbiamo le risorse economiche

per intervenire”, nel frattempo era subito arrivata la Protezione Civile, quella

regionale, quella provinciale c’è stata fin dai minuti successivi, perché credo che la

grande capacità, ma devo dire anche la grande professionalità, di Costa, così come

del dottore Armenio del Genio Civile, che anche in funzione di qualche altra cosa di

dissesto idrogeologico, Marco Vullo mi chiama una sera e mi dice: “Mariella c’è una

cosa che riguarda Villaseta, lì stanno cadendo sta cosa” e dissi: “Guarda non lo so”,

non c’era in Assessorato, per cui ho chiamato il capo del Genio Civile che

gentilmente ha chiamato il Consigliere Comunale per dire: “La vogliamo vedere

questa cosa?” Quindi insomma sono state un po’, quindi mai né verticismo, né

mancanza di presenza, tutte le volte che l’argomento ha richiesto un intervento,

questo c’è sempre stato. Oggi c’è un altro problema che riguarda oltre che le due

questioni che riguardano il Viale e che riguarda l’ormai sempre, insomma, quasi

risolta questione di Papa Luciani, perché la prima costerà molto meno, la seconda

costerà parecchio, perché costerà ai proprietari del costone e dell’immobile del

condominio, questo è assolutamente ovvio, c’è la questione che noi dobbiamo

affrontare di via Picone e credo che al Consiglio Comunale lo rappresento io, sono

andata a fare un sopralluogo, il giorno del Viale della Vittoria, poi sono andata in via

Picone, senza televisioni, sono andata in via Picone con gli uffici, siamo andati lì,

siamo andati con la Protezione Civile, siamo andati con il PAI, uno addirittura

scavalcò, perché voleva vedere se un muro era gonfio, invece era solido, siamo

andati lì e ci siamo accorti che c’è un bel lago sotto quel costone, quindi c’è bisogno

di un intervento immediato, perché lì sicuramente non potrà essere acqua piovana,

perché dicono che è a intermittenza, l’acqua se è acqua di sorgente o piovana e

questa qui avviene invece in determinati periodi, anche quando piove questa acqua

non c’è, bisogna capire, quindi vorrà dire che è una questione di condotte e se è una

questione di condotte non può essere che la gente litiga, i proprietari litigano e chi è

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che ne deve piangere poi magari siamo tutti, perché quel 1.500.000,00 intanto vero è

che ce lo restituiranno, però speriamo di non spenderli tutti. Quindi, tenete conto che

abbiamo dovuto fare una azione, che era quella di verifica e oggi rappresentiamo

l’esigenza che ci sia da questo punto di vista in via Picone, c’è un bel lago, ma lì non

è che c’è bisogno una grande fantasia? C’è bisogno semplicemente fare due passi a

piedi, nel senso che si va dentro quella specie di giardinetto e lì si vede l’acqua che

scende giù e poi si vede questa specie di laghetto e mi hanno indicato dove, invece,

c’è il rivolo d’acqua, che quando si apre l’acqua, evidentemente, esce fuori e se ne

va. Quindi dobbiamo intervenire, perché se non interveniamo il muro che, invece, è

di strapiombo e che va a finire in Viale della Vittoria, via Piave, dall’altra parte

insomma, non è che possiamo dire come con il senno del poi, questa è una cosa in

cui possiamo essere con il senno del prima, quindi bisogna subito capire che tipo di

intervento, anche perché è sempre meglio un intervento di questo tipo che possa darci

finalmente quel necessario intervento. Pur tuttavia, sapete, io siccome ho cominciato

e vi ho detto due cose che la prima delle questioni di cui mi sono occupata era il

dissesto idrogeologico, ma l’altro era pure l’abusivismo e credo che comunque

sottacere rispetto a come vanno affrontate alcune questioni, non è mio carattere, e voi

mi conoscete e, quindi, come tale voglio dire quello che penso. Quando mi sono

insediata il Dottore Gullo, noi abbiamo immediatamente, noi abbiamo il primo vero

report sull’abusivismo siciliano, ma che report è? Abbiamo tutti i casi che sono stati

consegnati sempre dai Comuni, perché non c’è una specie di idrovolante, è una rete

che se non funziona questa rete qui è un po’ un problema, perché ognuno saprà meno

della verità, se non c’è una rete che funziona e abbiamo, quindi, fatto il primo report

sull’abusivismo e abbiamo verificato due cose, due. La prima è che circa l’80% delle

costruzioni abusive, investono su aree a dissesto idrogeologico: la seconda è che -

quindi guardate un po’, quindi Giampilieri non accade per caso - molto spesso c’è un

far coincidere questi luoghi a rischio idrogeologico con quello a rischio sismico e

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quindi la cosa è perfetta. Ora cosa fare? Sono accaduti due fatti in questa Sicilia, una

si chiama via Bagolino e l’altra si chiama Favara e le sorelline, questi due casi e

apparentemente qualcuno potrebbe dire: “Ma cosa c’entra l’abusivismo con questo?”

Vedete i continui crolli che avvengono in giro per la Sicilia e avvengono nei centri

storici, possono avvenire solo per tre motivi; il primo: è per la vetustà degli edifici; la

seconda: è per il materiale usato; la terza: perché c’è un appesantimento da

costruzioni abusive, poi naturalmente non ci mettiamo dentro la frana, parlo di azioni

di non tutela legati dalla mano dell’uomo, abbiamo quindi una responsabilità.

(Intervento fuori microfono)

L’Assessore Regionale al Territorio e Ambiente, LO BELLO Mariella

Certo, ma naturalmente, e va beh, unnè ca nuatri putemu fari valiri i bulli senza

cuntari i genti, solo perché c’è “u bullu”, la gente non è che è sicura, “u bullu” non

ci salva la vita, quindi voglio dire da questo punto di vista noi dobbiamo fare però un

censimento, questa volta no programmazione, manco banca dati, un censimento che è

una cosa diversa, il censimento io vengo da te è ti vengo a dire: “Come ti chiami?”

“Dottore Pietro Luparello”; “Come ti chiami”, “Dottore Gerlando Gibilaro”, no

Banca dati, mentre invece noi abbiamo bisogno di capire cosa c’è. Da questo

Comune mi sono venute più volte richieste di incontri che hanno a che vedere

l’annosa questione del Parco, delle sue dimensioni, del Piano Regolatore, io mi sono

sottratta per troppo tempo a questo confronto e ve lo dico, è vero, me lo hanno

chiesto in tanti e io più volte ho cercato di prenderla un po’ alla lontana, credo che,

invece, sia probabilmente arrivato il tempo di farlo questo tavolo e faremo un tavolo

di confronto, dove sarà presente il Consiglio Comunale, naturalmente i rappresentanti

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di questo Consiglio Comunale, l’Amministrazione Comunale, il Presidente che me lo

ha chiesto tante volte e mi scuso per non avere accolto l’invito, dobbiamo dire la

verità, le ragioni stanno tutte nelle questioni che vi ho detto prima, a non mi

piacciono né chi dice che ha le carte a posto, perché è la prima cosa che mi dissero;

quando sono arrivata in Assessorato c’è stato un problema e vedevo un funzionario

che da lontano mi guardava e rideva, e dico: “Ma che ha questo”, parlavo di una cosa

grave. A un certo momento questo, appena se ne sono andati tutti, dice: “Permette

Assessore?” “Prego”. “Assessore, nuatri avemu i carti a postu!” Quindi, vedete,

tenuto conto che molto spesso mi permetto di dire ai funzionari poi dirò qualche cosa

sull’ufficio tecnico del Comune, me la dovete consentire, ma questo attiene a un’altra

questione, però me lo dovete consentire, quindi rispetto a questo vi devo dire una

cosa, che a un certo momento ci sono i funzionari, molto spesso della Regione, quelli

che collaborano con me e io mi onoro di collaborare con loro; ebbene - così ce ne

andiamo - allora cos’è che fanno? I funzionari sono più preoccupati della legittimità

degli atti che emettono che della loro efficacia, ci interessa solo avere le carte a

posto. Per cui, scusami Michele, a me interessa poco che ci sono tutti “i bulli”, se poi

‘nsamma a Diu po’ serviri… tu lo sai quant’è che ti voglio bene, però non è solo

questione… le responsabilità vanno ricercate, giusto? Quindi noi dobbiamo capire

che succede. Ufficio tecnico, ultimo e finisco. Qualcuno ha detto che questo

Assessore bisognava mandare un messaggio a “Chi lo ha visto?”, lo mando io,

perché qua ufficio tecnico del Comune di Agrigento non ce n’è, quindi c’è bisogno di

capire, permettetemi, abbiamo bisogno di progetti, confronti, abbiamo bisogno di

tavoli attivati, abbiamo bisogno di avere un ufficio che finisca con l’avere a cuore

questa città. Tutti noi siamo responsabili. Ho cominciato con il dire che la

responsabilità è mia, permettetemi, ho cominciato questo mio ragionamento dicendo

che io sono agrigentina, e io non sono meno, io sono probabilmente, oggi per il posto

che ricopro, maggiormente consapevole che la responsabilità è mia e in questo dire

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mia però c’è, non lo voglio trasformare in un plurale maestatis, insomma spero di

non commettere più quel reato di omissione che per la verità pensavo di avere

commesso poco, ma che arrivando alla Regione, ho capito, invece, anche io, come gli

altri, avere comunque commesso. Grazie.

Il Presidente del Consiglio TRUPIA Aurelio

Allora, prima di chiudere la seduta volevo ringraziare tutti gli intervenuti, in primo

luogo l’Assessore Lo Bello, i Dirigenti Regionali, la Protezione Civile con

l’ingegnere Costa, l’ingegnere Foti, il Genio Civile con l’ingegnere Armenio. Debbo

dire che i due termini più utilizzati questa sera, nell’ambito della discussione, sono

stati due: programmare e prevenire e sinergia fra i vari Comuni, che sono

importantissimi per portare avanti progetti, perché di fatto noi ereditiamo un

territorio con enormi criticità. Allora è importante programmare e prevenire tutti i

fatti che attualmente ci affliggono. È anche vero che sono necessari fondi e qua

l’Assessore Lo Bello questa sera ci ha dato dimostrazione che è possibile con la

volontà e la dedizione trovare i fondi per portare avanti questi programmi. La

ringrazio ulteriormente per la promessa che ha fatto di istituire questo tavolo dove si

possa trattare questo annoso problema del Piano Regolatore. Ha detto i primi di

aprile. Va bene. Ringrazio tutti.

La seduta è sciolta.

Sono le ore 21:10.