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mensile 15.000 copie in 15.000 famiglie - Distribuzione gratuita Fondato nel 1969 da Luigi Pallottino Anno XXXIX - Marzo 2007 - Roma, mensile 00135 Roma - Via degli Scolopi, 31- Tel./Fax 06-35503317 - E-mail: [email protected] 244 244 www.montemario.org Una delle tre secentesche campane di S. Francesco d’Assisi a Monte Mario che ha ripreso a suonare, dopo alcuni anni di silenzio dovuti alle conseguenze di un fulmine. Con questa immagine auguriamo una buona Pasqua ai nostri lettori. Foto Paolo Bertollo, parroco di S. Francesco. Come sostenere questo giornale senza spendere un euro? La scelta del 5 per mille nella dichiarazione dei redditi non modifica l’importo dell’imposta e non genera alcun onere addizionale. Chiediamo quindi ai nostri lettori, se vogliono aiutare la pubblicazione di “Monte Mario”, di destinare il 5 per mille all’Associazione “Amici di Monte Mario” – onlus che ne è editrice; basterà, nel compilare la dichiarazione dei redditi, apporre la firma nella casella relativa al “Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale ...” ed indicare il numero di codice fiscale 80249070584. Grazie!

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mensile

15.000 copie in 15.000 famiglie - Distribuzione gratuita

Fondato nel 1969 da Luigi PallottinoAnno XXXIX - Marzo 2007 - Roma, mensile00135 Roma - Via degli Scolopi, 31- Tel./Fax 06-35503317 - E-mail: [email protected]

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Una delle tre secentesche campane di S. Francesco d’Assisi a Monte Mario che ha ripreso a suonare, dopo alcuni anni di silenzio dovuti alle conseguenzedi un fulmine. Con questa immagine auguriamo una buona Pasqua ai nostri lettori. Foto Paolo Bertollo, parroco di S. Francesco.

Come sostenere questo giornale senza spendere un euro?La scelta del 5 per mille nella dichiarazione dei redditi non modifica l’importo dell’imposta e non genera alcun onere addizionale. Chiediamo quindi ai nostrilettori, se vogliono aiutare la pubblicazione di “Monte Mario”, di destinare il 5 per mille all’Associazione “Amici di Monte Mario” – onlus che ne è editrice;basterà, nel compilare la dichiarazione dei redditi, apporre la firma nella casella relativa al “Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale ...”ed indicare il numero di codice fiscale 80249070584. Grazie!

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Anche questo è Monte Mario

Rivista mensile editadall’Associazione

AMICI DI MONTE MARIODirezione, redazione e pubblicità

Via degli Scolopi, 3100135 Roma

Tel./Fax 06-35503317E-mail: [email protected]

Direttore responsabileSILVIA SAMARITANI GIORDANI

Direttore editorialeGIO. MANTOVANI

Coordinatore di redazioneMARIELLA CASINI-CORTESI

In redazioneLUCIANA FRAPISELLI

ANNAMARIA MARCHESINIFRANCESCO ROCCO

MARIA ROSSARO

Ha collaborato a questo numeroPAOLA FUSCO

STEFANO PANELLA

VideocomposizionePUBBLISHOCK

Incisione e stampaGRAPHEIN SERVIZI s.r.l.

Via della Magliana, 1102 - RomaTel. 06 65004612 / Fax 06 65002416

Reg. Tribunale di Roman. 12985 del 18-9-1969

Numero chiuso il 26 marzo 2007DISTRIBUZIONE GRATUITAÈ vietata la riproduzione di testi

ed immagini senza l’autorizzazionescritta dell’editore

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coperto). Lo “scempio”, inizia-to alcuni giorni fa, era statoimmediatamente segnalato allaPolizia Municipale - Ambientedel XIX. Il lato della collinadove sono stati abbattuti glialberi, deve essere preservatonon soltanto per ragioniambientali, ma perché è sogget-to a smottamenti e frane duran-te la stagione invernale. Pertan-to, è indubbio che debba esiste-re un preciso vincolo. Circa 15anni orsono, parte della collinafranò e, grazie all’immediatointervento del DipartimentoProtezione Civile, venne raliz-zato l’attuale muraglione dicontenimento sulla via SimoneSimoni. Inoltre, per decine digiorni, vennero scaricaticamion di terra (sia dalla partesuperiore che dal basso) che,poi, le ruspe provvidero a com-pattare! In altri termini, in quellato della collina c’è sopra tuttoterra di riporto che, nel corsodegli anni, la natura ha ricoper-to con vegetazione spontanea(soprattutto robinia, acacia,ailanto), le cui radici trattengo-no il terreno! Nella giornata diieri 1° marzo, ho effettuato sva-riate segnalazioni ai competen-ti organi (Polizia Municipale,Servizio Giardini del Comune,Municipio XIX, CarabinieriTutela Ambiente, ecc.) ma,come sopra detto, l’abbatti-mento è continuato anche oggi.Probabilmente il fine settimanasegnerà una “tregua”, perciò lavostra testata (sempre sensibilealle problematiche ambientali)potrebbe inviare una squadra econstatare lo “sfregio” che èstato già prodotto al territorio!

Aldo Conidi

Baraccopoli,una vergogna - 1Alla Balduina e dintorni siamoinvasi da baraccopoli chevanno vieppiù crescendo edassumendo dimensioni preoc-cupanti. Alcuni esempi: ParcoRegionale del Pineto adiacentealla ferrovia Roma-Viterbo(FM3) all’altezza di via Fusco,Parco Mellini, Monte Cocci,salita del Don Orione. Le auto-rità competenti (Carabinieri,Guardia Forestale, PoliziaMunicipale) sembrano essereinsensibili al problema e noisiamo circondati da baracche,sporcizia, degrado e clandestiniche mortificano il nostroAmbiente e mettono a rischiola sicurezza del quartiere.

P. Tonelli

Baraccopoli,una vergogna - 2Partendo dal p.le Clodio, sullato destro del v.le Falcone eBorsellino e del v.le Cavalieridi Vittorio Veneto, sia nell’av-vallamento a ridosso di unodei Casali Strozzi, che sullependici verdi del Parco di

Monte Mario, e forse anche inaltre zone limitrofe meno visi-bili dalla strada, sono comparsiestesi agglomerati di baracchecon annesso deposito abusivodi r if iut i . Evidentementel’AMA di Roma non considerasuo compito rimuoverli ed ilComune di Roma non conside-ra né suo dovere proteggere learee vincolate, né preoccuparsidel malsano permanere in locodei rifiuti stessi. Come tutti gliabitanti della zona, in primis gliAmici di Monte Mario, nonchégli ospiti di passaggio ai varialberghi nelle vicinanze, ancheio seguo con apprensione laproliferazione delle baraccopo-li e della notevole quantità disacchetti dei rifiuti, prodottidalle stesse. E che lo spogliarsidegli alberi rende sempre piùvisibili. Per non considerare poiche gli occupanti delle barac-che necessitano, come tutti noi,di servizi a rete quale fognature

ed energia elettrica e, nonpotendo evidentemente servirsidelle reti urbane, possiamoimmaginare facilmente l’ulte-riore danno all’ambiente edall’igiene pubblica. Fiammelibere, necessariamente utiliz-zate per usi domestici, potreb-bero sviluppare incendi, giàfrequenti nel nostro Parco. Lebaraccopoli (delle quali ilComune di Roma, la Circoscri-zione e chi di dovere pare nonsi accorga) sembrano predilige-re le zone “protette” o chedovrebbero essere tali, qualepatrimonio monumentale e diaree verdi della nostra bellissi-ma città. Facendo riferimentoallo stralcio di un articolo delCorriere della Sera del 12 gen-naio scorso, pubblicato nellavostra rubrica Dai Giornali,sono rimasta esterrefattavenendo a conoscenza chepolizia, carabinieri o vigiliurbani o quant’altra autoritàdelegata a tali controlli (che miauguro sia prevista ed esistentenell’ambito del Comune diRoma) non prendano alcunainiziativa contro questo feno-meno, a meno che non sia ilsingolo cittadino a farsi caricodi presentare “esposti” alle sud-dette forze dell’ordine. Pagan-do di persona, in termini ditempo e di seccature e soprat-tutto con la convinzione chetale suo sforzo non avrà alcunesito. Fra non molto sarà lasola vegetazione che, pietosa-mente verso di noi, nasconderàalla vista questo deprecabilissi-mo abuso e purtroppo incorag-gerà l’espandersi delle barac-

C’è chi getta e chi raccoglieUn paio di scarpe da donna, tacco basso, abbandonate nellaloro scatola originale accanto ad un cassonetto per rifiuti invia Festo Avieno. Chissà se avranno trovato una nuovapadrona. Nella stessa strada vista da vicino una poltroncinaa pozzetto anni ‘30 di un bel legno lucido. Il tempo diposteggiare e la poltroncina era sparita. Al centro di unapiazza dello stesso quartiere una piramide di scatole percapi d’abbigliamento di lusso subito raccolte da qualcunoche si prepara a traslocare. C’è, insomma, chi getta e chi,per fortuna raccoglie e ricicla. C’è anche chi recuperaoggetti dal fondo di una cantina. Visto, questa volta da unrestauratore, un secchio di legno per tenere in fresco botti-glie di vino. È per il cavallo – spiega un uomo, forse rume-no – entrato nel laboratorio per chiedere un lavoro o qual-che euro.Ecco un contributo alla conoscenza che viene da chi menote lo aspetti.Anche questo è Monte Mario.

S.G.

che, i cui occupanti, a ragione,rinforzeranno quella che è giàuna certezza: che nessuno potràrimuoverli, quale che sia l’areadel loro insediamento. Mirivolgo all’Associazione Amicidi Monte Mario certa che potràrinforzare la sua azione persanare questo specifico caso dimalcostume. Non mi riferiscosolo a quanti mettono su lebaracche, ma anche a quantiresponsabili dei controlli sinascondono dietro le cosiddettedifficoltà burocratiche e di pro-cedura o quantomeno non cer-cano una strada per semplifi-carle. Potrebbe essere unavostra iniziativa quella di rac-cogliere le firme dei cittadinipreoccupati? Si sa bene che laprotesta del singolo resta trop-po spesso inascoltata. Forse unnutrito gruppo di firme sarebbepiù efficace.

Silvana MancoL’assurda procedura riportatanell’articolo citato dalla signo-ra Manco è stata fortunatamen-te smentita dagli interventi disgombero recentemente effet-tuati (nella foto il sedime dellamai completata via Faravelli,sotto la Panoramica, finalmen-te liberato da una delle barac-copoli). Bisogna però agireorganicamente su tutto il terri-torio e provvedere affinché que-sti sgomberi non si trasforminoin una fatica di Sisifo.

I cavalli del Centrosportivo Don OrioneRaccogliamo l’invito di unavostra lettrice che, nel numero243 del mese Gennaio/Feb-braio, chiedeva che le venisserochiariti dei dubbi sulle condi-zioni di vita di alcuni cavallitenuti all’interno del CentroSportivo “Don Orione”. Alcunidi noi sono soci dell’Associa-zione Equestre “Montemario”da molti anni, altri da alcunimesi, partecipiamo volentierialle loro lezioni pratiche, ascol-tiamo con interesse i loro consi-gli sul come prendersi cura deicavalli e cerchiamo di renderci

utile come possibile al fine distabilire un giusto contatto tranoi e quegli animali. Propriol’amore per la natura e per glianimali ci ha portato a sceglieredi praticare questo sport, esoprattutto di praticarlo pressol’associazione equestre “Mon-temario”, che fa del buon rap-porto con il cavallo il principioprimo da cui partire nell’equita-zione. Non vogliamo elogiarein questa sede le attività del-l’Associazione o la serietà dichi le svolge, del suo Presiden-te e dei suoi istruttori; riteniamoche questo sia sotto gli occhi ditutti noi soci che da anni fre-quentiamo l’Associazione consoddisfazione generale sia perla professionalità sia, cosa forsepiù importante, per l’ambienteassolutamente sereno e familia-re nel quale si svolgono le atti-vità. Invitiamo tutti ad entrare alcentro per sentire quell’acco-glienza e quell’aria di ospitalitàfamiliare che si respira! Vor-remmo solo far capire allavostra lettrice che quelle “pove-re bestie”, come lei le definisce,sono tenute con assoluta cura ededizione, costantemente con-trollate dal veterinario; il fattoche stiano all’aperto non è certosintomo di noncuranza, ma diun voler ricreare quanto piùpossibile il loro status di vitanaturale, fatto ovviamente disole, caldo, pioggia, freddo…non ricordiamo che gli animalisi siano sviluppati all’interno dicostruzioni prefabbricate!Quanto agli spazi angusti di cuiparla e nei quali sono tenuti icavalli… la invitiamo a vedere!Possiamo capire, pur non con-dividendo, che non sia d’accor-do o che non comprenda il fattodi tenerli all’aperto, ma parlaredi “spazi angusti” significa dif-famare gratuitamente un’asso-ciazione che opera nel quartiereriscuotendo apprezzabili con-sensi e che ha regalato a moltiamanti dell’equitazione, inprimo luogo a noi, la possibilitàdi divertirsi all’aria aperta.Ovviamente quanto detto è

Atac... che passioneAffido alla nota efficienza dellarivista Amici di Monte Mario,una richiesta che ormai da anni,volevo fare alla nostra “benea-mata” Atac: non sarebbe possi-bile far transitare su via dellaBalduina e via Ugo De Carolisun’altra linea oltre al 990,magari evitando di far percor-rere a questa seconda l’utilissi-mo ma penalizzante giro di viaAppiano, via Proba Petronia,via Lattanzio? Il 999 potrebberispondere, a mio avviso, aquesto requisito. Su viale delleMedaglie d’Oro non mancanole linee: 913, 991, 907 e 999, epenso che distrarne una a favo-re di un grosso numero di uten-ti, quali quelli del 990, conci-lierebbe in modo concreto lelodevoli iniziative del Comunedi Roma, a favore dell’antin-quinamento evitando di esaspe-rare gli utenti (spesso anziani)nella logorante, snervante atte-sa dell’unica linea che collegala Balduina alla zona Prati.

Maria Luisa Martini

Monte Ciocci sfregiatoRiceviamo per conoscenza epubbblichiamo la lettera invia-ta alla Direzione del TG Regio-nale Lazio.Nella giornata di ieri 1° marzoe, in parte questa mattina, ècontinuata l’azione di abbatti-mento di numerosi alberi sullacollina di Monte Ciocci, Muni-cipio XIX, in località sottostan-te via Casale Bini, sovrastantevia Simone Simoni (parcheggio segue a pagina 10

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Franz Ludwig Catel (1778-1856)è attualmente il protagonistadella mostra allestita alla Casa di

Goethe in via del Corso e visitandolaabbiamo avuto la piacevole sorpresadi apprendere che il celebre pittoreberlinese visse buona parte della suavita a Roma, sposò in seconde nozzeuna romana e fu il proprietario di unatenuta fra Ponte Milvio e Tor di Quin-to e, alla fine della sua vita, fondò aRoma, in viale Trastevere, un istitutodi beneficenza per artisti tedeschi eitaliani che porta il suo nome e cheancora esiste ed è attivo: il Pio IstitutoCatel, che ha prestato molti quadridella sua collezione all’attuale mostra.Franz Catel, dopo la morte dellaprima moglie Sophie Frederike Kolbenel 1810, dopo un soggiorno a Parigi,giunse a Roma il 28 ottobre 1811 conil fratello architetto, e mentre il fratel-lo l’anno seguente rientrò in Germa-nia egli non se ne allontanò più, senon per brevi periodi, vi morì e vi fusepolto nella chiesa di S. Maria delPopolo. Arrivando a Roma, Catelandò ad abitare in via Sistina 79,strinse rapporti amichevoli con ilcelebre scultore danese BertelThorwaldsen, con il pittore franceseDominique Ingres e con i pittoriNazareni che dimoravano nel vicinoconvento di S. Isidoro. Catel avevaconosciuto Goethe a Weimar prima divenire in Italia e successivamente

illustrò le opere Hermann e Dorotea eWilhelm Meister.Nel 1814 Franz Catel sposò in secon-de nozze, nella chiesa di S. Lorenzoin Lucina Margherita Prunetti (1790-1874), figlia del poeta e critico d’arteMichelangelo Prunetti, e per potercontrarre matrimonio, si convertì allafede cattolica. In un primo tempo lagiovane coppia andò ad abitare incasa del padre della sposa in via delCorso 151, poi in un grande apparta-mento in piazza di Spagna 9, doverimasero fino alla morte. Franz eradivenuto celebre come pittore paesag-gista (aveva eseguito molti bei dipintidurante un viaggio a Napoli, in Cala-bria e in Sicilia con il principe russoAlexander Galitzin) ed aveva ricevu-to commissioni da personaggi autore-voli come la duchessa di Devonshireche, stabilitasi a Roma, promosseun’edizione dell’Eneide di Virgilionella traduzione di Annibal Caro, perla quale Catel dipinse ad olio quasi lametà degli originali per le incisioni.Molti acquirenti dei suoi dipinti eranocollezionisti d’arte provenienti datutte le nazioni: fra questi vi furonomembri della casa reale di Prussia eperfino il principe ereditario FedericoGuglielmo, durante il viaggio in Ita-lia, gli ordinò un quadro. Ebbe fre-quenti rapporti con il console prussia-no a Roma Jacob Salomon Bartholdyed anche il futuro re di Baviera

Monte Mario e Ponte Milvionella pittura di un grande artista tedesco

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Franz Ludwig Catel: Due pifferai circondati da bambini davanti ad un tabernacolo della Madonna su Monte Mariocon vista su Castel Sant’Angelo e San Pietro. 1822, olio su tela, 49,5x62 cm.

Franz Ludwig Catel: Vista dalla vigna Catel sul Ponte Milvio con Roma e lacupola di San Pietro sullo sfondo. 1850?, matita su carta, 14,4x24,4 cm.

Ludwig I, durante i suoi soggiorni aRoma, gli commissionò dei quadri,fra i quali la celebre tela che rappre-senta il gruppo degli amici che brin-dano la suo quarantesimo complean-no, nell’Osteria Spagnola di RipaGrande: erano presenti Catel stesso eThorwaldsen. Questa tela è stata datain prestito dalla Pinacoteca di Mona-co. Catel lavorò anche per la casareale del Württemberg e per lo Zar diRussia Alessandro II.Ci siamo soffermati a narrare la vita

di Catel perché, come dicemmo all’i-nizio, nel Pio Istituto Catel, da lui fon-dato, è conservato un quadro, prestatoalla mostra, che doveva essergli moltocaro, poiché nel testamento lo lasciòesplicitamente alla moglie: esso cimostra la tenuta fra Ponte Molle e Tordi Quinto che l’artista aveva acquista-ta il 30 novembre 1850 (secondoquanto attestato nell’archivio dell’I-stituto). Il quadro, dipinto fra il 1850 eil 1852, un olio su tela (64x93 cm)mostra un’ansa del Tevere, da cuispunta la cima della torretta del ponte,più in alto prati luminosi dove si ripo-sano contadini e contadine, sullo sfon-do di un’ampia veduta chiusa daimonti. La tenuta era conosciuta come“Vigna Catel”, secondo lo Stato delleAnime della parrocchia di S. Mariadel Popolo e secondo un disegno amatita anonimo, andato perduto, chesi trovava a Dresda, rappresentante ilcapanno degli attrezzi della tenuta.Nel 1902-03 la vigna fu venduta delPio Istituto Catel a Luigi Mazzanti.Un disegno in matita su carta(14,4x24,4 cm) dalla collezione dellostesso Istituto, che è esposto nellamostra, è intitolato Vista della vignaCatel sul Ponte Milvio con Roma e laCupola di S. Pietro sullo sfondo doveper Roma si intende Monte Mario conle sole Villa Mellini e Villa Madamaben visibili a destra.Un’ultima testimonianza del suoamore per la zona di Monte Mario èfornita da un’opera precedente prove-niente da una collezione privata diNorimberga dal titolo Due pifferai cir-condati da bambini, davanti ad untabernacolo della Madonna sul MonteMario con vista su Castel Sant'angeloe San Pietro, un olio su tela del 1822(49,5x62 cm), che ricorda molto leopere del contemporaneo BartolomeoPinelli, di analogo soggetto.Sono anche degni di menzione unminuscolo olio su tela (8x12 cm) conla visione del Tevere presso Tor diQuinto con a sinistra le prime falde diMonte Mario; nonché un altro picco-lo olio su cartoncino (20,3x28,1 cm)che forse è ripreso dall’alto delMonte, con vista della cupola di S.Pietro, intitolato Un pastore congregge di pecore nella CampagnaRomana al tramonto, in cui risplendeuna luce meravigliosa.

Luciana Frapiselli

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La costruzione della chiesa dedicataa San Francesco d’Assisi a MonteMario, voluta dal canonico Bartolo-meo Neri, fu travagliata da accuse erelative cause che ne ritardarono ilcompletamento, avvenuto nel lonta-no 1676. Poiché era stata aggregata alconvento di Sant’Onofrio al Gianico-lo, ebbe per lungo tempo la denomi-nazione di S. Onofrio in campagna,nome ancora usato dai più vecchiabitanti della zona. Fu eretta a par-rocchia dal cardinal vicario GaspareCarpegna nel 1708, con un territoriodi competenza che comprendevaSanta Maria del Popolo e San Lazza-ro. Oggi, affidata alle cure dei padriScolopi, il suo territorio, pur contan-do circa 17.000 anime, è molto ridot-to ed è limitato entro via G. Nisio, viadel Forte Trionfale, via Trionfale finoa via Igea, via della Camilluccia finoa via Salsomaggiore e via Stresa.Anche a San Francesco, come nellealtre parrocchie, sono presenti attivitàsociali promosse sia dalla Caritas, siadalla San Vincenzo. Le vincenzianesono per lo più proiettate verso l’ester-no, cioè fungono da anello di collega-mento fra le varie istituzioni comuna-

li o regionali e le persone che necessi-tano di aiuto. Tale aiuto, secondo lespecifiche problematiche, viene ero-gato attraverso servizi loro spettanti didiritto. I contatti con queste personeavvengono direttamente, con le visitedomiciliari, oppure su segnalazione,specie quando si tratta di povertànascosta, dove più forte è la reticenza,oppure di persone con disturbi psichi-ci che vengono indirizzate al CSM(Centro di Salute Mentale), oppure diragazze madri da mettere in contattocon il Segretariato sociale per la vita.Le vincenziane, inoltre, organizzanogite, pellegrinaggi, cene sociali nelCentro anziani di via Fornelli, dove imeno giovani si riuniscono mensil-mente per giocare a carte, per farequattro chiacchiere lavorando amaglia. Ma l’attenzione è rivoltaanche ad altri problemi, come la rac-colta di firme contro il proliferaredelle antenne, conclusasi tempo fa conla manifestazione di via Fani; o la rea-lizzazione del marciapiede lungo laCamilluccia, per gli ospiti diversa-mente abili del don Orione; ed ora conla mobilitazione contro l’allargamentodella Trionfale, nel tratto davanti alla

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Le attività sociali delle parrocchie di Monte Mario

San Francesco a Monte Mario

S. Francesco d’Assisi a Monte Mario fine anni ‘50.Foto archivio storico dell’Associazione Amici di Monte Mario.

scuola Nazario Sauro.“Vorremmo fare di più ma siamotroppo poche – si lamentano – ci vor-rebbero altri volontari”.Speriamo che questo appello nonrimanga inascoltato.I volontari della Caritas per lo piùoperano all’interno della parrocchiaattraverso il Centro di ascolto apertoa tutti, il cui aiuto, a seconda dei casi,consiste in suggerimenti, in pacchi

viveri o abbigliamento oppure in sup-porto nella ricerca di un posto dilavoro. Da segnalare anche il Centrodocce, frequentato quasi esclusiva-mente da stranieri e aperto una voltaalla settimana, con cambio di bian-cheria nuova, vestiario usato e primacolazione. Inoltre la parrocchia mette a disposi-zione dei più giovani il campo dibasket e mini-basket.

Importante è l’adozione a distanza,con sede operativa a via Fornelli ecurata da padre Claudio Marinucci,che è articolata sia come adozionenominativa con la garanzia dei servi-zi base: scuola, cibo ecc., sia comeadozione a pioggia a beneficio distrutture che si occupano di bambinidi strada o totalmente abbandonati. Icontatti sono con il Brasile, Madaga-scar, Nicaragua e altri paesi (vedi ilsito: www.setem.it).Infine, padre Paolo Bertollo, da pochimesi nuovo parroco di San France-sco, pur impegnato in questo periodopasquale nelle visite per la benedizio-ne delle case, fra le altre attività, hapromosso la raccolta di fondi destina-

ti a ripristinare il meccanismo delletre campane secentesche, meccani-smo danneggiato da un fulmine cadu-to sul campanile, durante un fortetemporale. Mancano poco più di 500euro per coprire tutte le spese delrestauro ormai completato, che per-metterà di ascoltare dal vero, dopoanni di silenzio, il suono inconfondi-bile del bronzo vibrante.

M.C.C.

Il campanile di S. Francesco d’Assisi a Monte Mario. Foto Paolo Bertollo.

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È stato stimato che il numero dellemalattie cardiovascolari nel 2020sarà raddoppiato rispetto alla metàdegli anni ’90. Anche il diabeteaumenta progressivamente in tuttele popolazioni. Solo lo sviluppo diuna diffusa “cultura della preven-zione” potrà frenare l’aumento diqueste gravi malattie degenerative,indubbiamente legate in parteall’aumento della durata della vita,ma anche a fattori di rischio, comeerrate abitudini di vita e fattoriambientali ed alimentari, modifica-bili con una migliore educazionesanitaria.È quindi necessaria una generaliz-zata operazione di prevenzione che,per essere efficace, dovrà coinvol-gere non solo i medici e il SistemaSanitario Nazionale, purtroppo lati-tante in campo di prevenzione, matutte le istituzioni che, in variomodo, si occupano di benessere edi salute dei cittadini. Solo cosìsarà possibile una reale riduzionedelle malattie degenerative e tumo-rali, che si prefigurano come vere eproprie “epidemie del XXI secolo”.Sensibile a queste esigenze, anchel’Associazione Amici di MonteMario ha deciso di organizzare unaserie di incontri rivolti alla popola-

zione, allo scopo di contribuire amigliorare le conoscenze dei singo-li cittadini sulle possibilità dellaprevenzione delle più diffusemalattie. Sarà infatti difficile che ilmedico, da solo, possa esercitare lasua vocazione di tramite fra la cul-tura medico-scientifica della pre-venzione e il cittadino, senza il sup-porto di una diffusa rete di iniziati-ve collettive che diffondano e con-solidino nel tempo l’idea che lemalattie, prima ancora che curate,debbano essere prevenute.Prenderanno così presto il via gli“Incontri della Salute”, voluti e orga-nizzati dall’Associazione “Amici diMonte Mario”, sotto forma di confe-renze-dibattito, con ampi spazi diinterattività con il pubblico, chesaranno aperti gratuitamente a tuttigli interessati.È prevista l’organizzazione di spe-cifici incontri sui temi di più attua-le interesse per la popolazione: pre-venzione delle malattie cardiova-scolari e dei tumori, malattie geria-triche, ginecologiche, endocrinolo-giche, dismetaboliche (diabete) enervose (depressione nervosa). Lepresentazioni saranno di taglioeminentemente pratico e facilmen-te comprensibile, con finalità preci-

Gli Incontri della SaluteUna nuova iniziativa degli “Amici di Monte Mario”, per aiutare tutti a prevenire le più diffuse malattie

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Per consultare “Monte Mario”L’intera collezione di “Monte Mario” può essere consultata pres-so la sede dell’Associazione “Amici di Monte Mario”, previoappuntamento (la sede è aperta il lunedì ed il venerdì dalle15.30 alle 18.30 ed il mercoledì dalle 10 alle 13; telefono06.35503317). Gli ultimi 10 numeri sono disponibili anche inrete, sul sito www.montemario.org.

pue di educazione sanitaria e diprevenzione, e saranno organizzatee moderate dal prof. Bruno Dome-nichelli, consigliere, che curerà inparticolare che la discussione deltema del giorno si svolga in manie-ra proficua per tutti gli intervenuti.Saranno invitati a parlare specialistidi chiara fama delle diverse branchedella medicina, che si avvarrannoanche di proiezioni di diapositive eai quali gli intervenuti potrannorivolgere liberamente ogni tipo didomanda. Gli incontri si svolgeran-no, con cadenza mensile, pressol’Aula Convegni della ResidenzaMonte Mario, via degli Scolopi 31(traversa di via Trionfale all’altezzadel civico 7585, in corrispondenzadel gomito di fronte al Forte Trion-fale) messa gentilmente a disposi-zione dal sig. Evandro Chiodetti. La

sede degli incontri è facilmente rag-giungibile in auto e con gli autobus907, 911 e 913.Il primo degli incontri, sul tema:“Malattie di cuore: prevenire sipuò”, si terrà il giorno 23 aprile p.v.alle ore 17 e sarà svolto dal cardio-logo prof. Bruno Domenichelli.Tutti i cittadini sono invitati a par-tecipare, portando il loro personalecontributo di idee organizzative edi domande per il relatori. Solo seognuno di noi si sentirà pienamen-te coinvolto in un’azione responsa-bile di trasmissione della culturadella prevenzione, le campagne dieducazione sanitaria saranno utili amigliorare il nostro stato di salutecollettiva.Le date e i temi dei successiviincontri saranno comunicati neiprossimi numeri di questo giornale.

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NO AL MAL DI SCHIENA!

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Parapetti, porte, ogni angolo delPonte Milvio appare ormai imbrat-tato da corrispondenze d’amorosisensi in massima parte datate –dagli innamorati che le hannoapposte – fra l’estate 2006 e ilmarzo 2007. In quel periodo lamoda di appendere i lucchetti –rimasta fino ad allora a caratteresemispontaneo, e perciò dai conte-nuti effetti – è esplosa: prima, pro-pagandata a ogni pie’ sospinto dapessimi servizi televisivi (piùrimarchevoli quelli prodotti dallaTV pubblica), e poi declamata daqualche politico di maggioranzadel XX Municipio. Fa riflettere ilruolo assunto, nel frangente, dacerte imprese discografiche e cine-matografiche, grazie alle quali quellampione, completamente bardatodi lucchetti, è finito nell’immagina-rio collettivo degli adolescenti,almeno di quelli meno dotati di fan-tasia. Così, all’induzione del biso-gno, è seguita l’emulazione delgesto: appendere il lucchetto e but-tare via la chiave, nel Tevere, esat-tamente nel modo in cui accade, sulgrande schermo, fra i due belli diturno, protagonisti di un certo film.Film di successo, ispirato a unromanzo d’amore, il cui autore èuno scrittore quarantaquattrenneromano che si diverte a inventarel’amore dei diciottenni, lui che,però, è un autore per la televisionee per il cinema. E allora qualchedubbio viene spontaneo. Non saràche qualcuno ha trovato il modo disfruttare, per interessi legittimi maindividuali, un fenomeno innocuo,qual è la spontanea aggregazione(serale) di migliaia di giovani sulPonte, in atto ormai da circa setteanni? Fino al 2003 ci si poteva stu-pire che, malgrado le moltitudini difrequentatori, nessuno avesse anco-ra dato corso ai consueti atti di van-dalismo. Allora il senso del belloprevaleva. Oggi, invece, il Pontepiù bello di Roma è ridotto comefosse un troiaio, ma di fronte a que-sto scempio il Sindaco esprime ilconsenso ai lucchetti, a patto chesia garantita la stabilità dei lampio-

ni. Come se i lucchetti fosserooggetti avulsi dal clima di sottocul-tura che ha determinato il lacrime-vole stato del nostro monumento. Ela cultura che c’entra con tutto que-sto? Se Goethe redivivo tornasse aRoma, per la via Cassia, inorridi-rebbe a vedere com’è stato ridottoil ”Suo” Ponte Molle. Proprio comefanno quotidianamente una partedegli abitanti di questa città: quelliche vi si sono radicati nel rispettodel patrimonio pubblico e con l’or-goglio di potere contemplare quellostorico-monumentale. Chi inveceesprime il proprio viscerale attac-camento al nostro monumento, per-ché a Ponte Milvio ci è nato, nonpuò non sentirsi preso per i fondel-li da tanta ipocrisia. E chi scrive faparte di questo ristretto gruppo.

S.P.

A li tutori de’ lucchettiQueli lucchetti appesi a Ponte Mollo- frutto politico de ‘na mattana -

chissà che quarche brava popolananun ve li metta pe’ corona ar collo.

Chi ha deciso, ha deciso come un pollo, riuscenno solamente a fa’ burianasenza manco penza’, porca puttana,a chi se fionna e intruia a scapicollo.

‘Gni pischello, accusì, si nun se scoteriduce er parapetto un luridumepe’ scrive du’ patrocchie co’ le note.

Chi invece ha incoraggiato ‘sto sfasciumedovrebbe, pe’ l’insurti che ariscote,mettese in barca e abbandonasse ar fiume.

Stefano Panella

Catene e lucchetti al senso civico

Domenica, poco prima delle 13.Raiuno e SAT 2000 hanno appenadiffuso le immagini del Papa invisita al carcere minorile di Casal

Visto da vicino

Come“Il sorpasso”

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Nonostante la spoliazione eseguitada un gruppo di ladri di metalli,continua a svilupparsi l’apposizionedi lucchetti sui lampioni di PonteMilvio, uno dei quali sembra quasiinclinarsi sotto tanto peso.La fioritura dei lucchettiè accompagnata da scritte di ognitipo, colore e misura sui parapettidel ponte ed anche nel passaggioall’interno della torretta.

del Marmo che, rivolgendosi aigiovani detenuti, ha detto: “Il lavo-ro, l’umiltà e la disciplina creano lavera libertà”.Piazzale delle Medaglie d’Oro èinvasa dal mercatino. La giornataassolata ha spinto giovani coppie aportare i bambini alle giostre. Inquesta atmosfera festosa un’autopercorre a velocità moderata viadella Camilluccia dove si devonorispettare i 40 km l’ora e non si puòsuperare e al volante un signoreanziano con accanto la moglie siappresta a girare a sinistra per tor-nare a casa. Dietro, su una spider,qualcuno freme e suona ripetuta-mente il clackson.Sembra una scena del film di DinoRisi, girato in questo quartiere. Abordo non c’è Vittorio Gassman maun nuovo bullo che quando final-mente riesce a riprendere la corsarombando, rivolto ai due signori,alza un dito in un modo che sola-mente il pudore impedisce di rac-contare. Suonare, rombare e ...alzare quel dito è una pratica diffu-sa anche fra le giovani donne chenon somigliano certo a CatherineSpaak ma sono parte di quella “fra-gorosa volgarità” che il film cosìbene aveva raccontato.

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BOCCADAMO

Preoccupazioni a Ottavia Il prossimo completamento deinuovi collegamenti della via Trion-fale con il G.R.A. ha generato vivepreoccupazioni tra i residenti diOttavia e Palmarola, per il temutoaumento di traffico sulla via Trion-fale, già ora spesso congestionata,che potrebbe portare alla paralisigli spostamenti tra quei quartieri edil centro città. Il previsto allarga-mento integrale della via Trionfale,superati i problemi progettuali edeconomici che non ne hanno per-messo finora l’esecuzione, potreb-be essere una soluzione, ma ci sichiede quando sarà effettivamenterealizzato e se non porterà ancoraaltro traffico, qualora l’itinerarioTrionfale-Passante a Nord-Ovest simostrasse preferibile alla Cassia.Affronteremo più ampiamente l’ar-gomento sul prossimo numero.

Nuova disciplina a TorrevecchiaDal 24 marzo sono in atto a Torre-vecchia nuove discipline di traffi-co, a carattere sperimentale, mirateanche a facilitare i lavori di Italgasnella zona. I provvedimenti princi-pali sono:• l’istituzione del senso unicodiscendente in via di Torrevecchiadall’altezza di via S. Mosca a largoDonaggio e in via P. Gasparri dalargo Donaggio all’altezza di via T.De Vio nonché del senso unicoascendente in via P. Maffi, in mododa realizzare in queste vie una rota-toria antioraria;• l’istituzione del senso unicoascendente in via di Torrevecchiadall’altezza di via Campo Ligurefino a via C. Castiglioni, in mododa realizzare, con via S. Vinci e viaC. Lombroso, un’altra rotatoriaantioraria; • l’istituzione di due sensi unicicontrapposti in via A. Tebaldi.In via S. Vinci è stata istituita unacorsia preferenziale per le linee 46e 49. La durata prevista per l’espe-rimento è di due mesi. Il Municipioricorda che queste discipline nonsono alternative agli interventistrutturali previsti dall’Ammini-strazione comunale ed in particola-re alla realizzazione della Via diTorrevecchia bis.

Congestione in via Mario FaniL’apertura del Passante a Nord-Ovest ha determinato un notevoleaumento del traffico in via MarioFani, con frequenti situazioni dicongestione, specie all’intersezionecon via Stresa. Ci si chiede se non èil caso di invertire le precedenze atale intersezione, dando lo “stop” avia Stresa, ma il problema è piùampio ed andrebbe studiato organi-camente. Infatti si creano intoppianche allo sbocco di via Stresa suvia della Camilluccia, con qualcheinsufficienza della sicurezza acausa di limitazioni della visibilità.

Viabilità, problemi e novitàDifficoltà si registrano anche allosbocco di via M. Fani sulla viaTrionfale, per gli accresciuti flussiin entrata ed uscita; tra l’altro l’en-trata degli autobus delle linee 48 e990 in via M. Fani è spesso ostaco-lata dalle auto in sosta fino al bordodella Trionfale.

Cordolo in viale Medaglie d’OroNel tratto di viale Medaglie d’Orotra via D. Galimberti e via Marzia-le la corsia riservata a bus e taxi èstata recentemente protetta con uncordolo munito di inserti verticalimirati ad aumentarne la visibilità.Alla fine del tratto si è creataun’ambiguità, perché la corsia èstata portata fino all’attestamentosemaforico, mentre non esiste, per iveicoli ordinari, alcun divieto disvolta a destra. Devono proseguirediritto o devono arrestarsi sulla cor-sia ordinaria, bloccando chi lisegue, per non tagliare la strada adun autobus prossimo alla partenzadalla fermata?L’installazione del cordolo eracominciata anche a valle da viaMarziale, ma evidentemente la suc-cessione di passi carrabili delle areedi servizio e dell’albergo Pacific hafatto cambiare idea: i pochi metriinstallati sono stati rimossi ed èstata soltanto rinnovata la segnale-tica orizzontale.

Si estende la sosta in blual TrionfaleDal 19 marzo l’area della sostatariffata è cresciuta verso le pendicidi Monte Mario. Il nuovo confine ditale area è ora tracciato da via P. DeCristofaro, p.le Amm. Bergamini,via S. Simoni, via G. Serafino, viaA. Labriola, v. S. Tommaso d’Aqui-no. Il pagamento della sosta è oradovuto anche in queste strade e tuttequelle a valle di esse, compresiquindi i relativi tratti di viale Meda-glie d’Oro e via Trionfale. Vigonole consuete esclusioni dall’obbligodi pagamento, in particolare per iresidenti; quelli che non avesseroricevuto il contrassegno da esporrené il relativo avviso della posta pos-sono rivolgersi al “contact center”dell’Atac, 06.57118.333.

Il tratto di corsia preferenzialedi viale Medaglie d’Oro ora protettocon un cordolo. Che succederàquando la bella stagioneriporterà la sera tante autoin sosta su quel tratto?

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Il XIX Municipio ha aderito allaGiornata Internazionale per ilRisparmio Energetico intitolata“M’illumino..di meno”, indetta il16 febbraio, con un consiglio tema-tico aperto in cui sono stati illustra-ti ai cittadini le abitudini e i com-portamenti con cui si possono con-trastare le emergenze legate ai cam-biamenti climatici e al surriscalda-mento della terra verificatisi direcente. All’incontro erano presentiil presidente Fabio Lazzara, i consi-glieri di maggioranza e opposizionee alcuni esperti sul tema. “Gli obiet-tivi di riduzione dell’emissione digas serra e di utilizzo di energie rin-novabili fissati dieci anni fa dalprotocollo di Kyoto sono ancorapiuttosto lontani” ha dichiarato l’in-gegner Ennio Ferrero dell’Enea;“nonostante dal punto di vistaimpiantistico esistano molte solu-zioni per evitare gli sprechi, comele caldaie ad alta efficienza, i pan-nelli radianti per il riscaldamentodegli ambienti e le valvole termo-statiche da apporre sui radiatori, ilnostro Paese è agli ultimi postinella classifica dei comportamentiresponsabili”. Negli ultimi anniinfatti, se l’utilizzo di energia rin-novabile in Italia è aumentato, èaltrettanto vero che si è registrataun’impennata nei consumi di ener-gia tradizionale, soprattutto con la

diffusione dei condizionatori cheproducono aria fredda. Al dibattitoè intervenuta anche la dottoressaSabrina Albanesi, presidente del-l’Agenzia Comunale Romaenergia,che ha illustrato ai presenti le ini-ziative varate dal Campidoglio infavore dell’energia rinnovabile,come la “delibera 48”, che ponevincoli sulle tecnologie volte alrisparmio alle imprese edili cherichiedono le licenze, o le nuovenormative sul patrimonio ediliziopubblico: “Abbiamo siglato unaccordo con i Municipi XV, XVI eXIX secondo il quale per ogniintervento di costruzione o ristrut-turazione degli edifici scolastici cisi dovrà attenere alle norme sull’u-tilizzo di energia rinnovabile” hadichiarato “ma non è tutto, la novitàè che in zona Cerquetta è stataappena inaugurata la prima illumi-nazione pubblica fotovoltaica dellaCapitale”. Il direttore di Romaener-gia Bruno Sansedo ha invece spie-gato, numeri alla mano, perchédotare la propria abitazione di pan-nelli solari o pale per l’energia eoli-ca fa bene non solo all’ambiente maanche alle nostre tasche: “L’investi-mento iniziale, per il quale si puòaccendere un mutuo, è a carico del-l’utente ma da luglio 2005 laRegione Lazio mette a disposizionefondi per la gestione dell’impianto.

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M’illumino di meno Questo fa sì che il cittadino da con-sumatore diventa produttore, poi-ché per ogni kilowattora che vieneimmesso nella rete pubblica glivengono pagati dall’amministrazio-ne regionale tra i trenta e i quarantacentesimi di euro, cifra che consen-te di ammortizzare l’investimentoiniziale in dieci o dodici anni” haspiegato. Agli incentivi degli entilocali si aggiungono poi le agevola-

zioni previste dalla finanziaria2007, che permettono di detrarredalla dichiarazione dei redditi ilcinquantacinque per cento in treanni (invece del trenta per cento indieci anni, come previsto dalle vec-chie leggi) delle spese sostenute perl’installazione di impianti per l’e-nergia rinnovabile e l’acquisto dielettrodomestici a basso consumo.

Paola Fusco

Premio Monte Mario 2007La seconda edizione del concorso di prosa, poesia, pittura e fotografiaper dilettanti con residenza od attività nei territori dei Municipi 17, 19e 20 è rinviata a data da destinarsi. Ulteriori informazioni saranno pub-blicate prossimamente su questo giornale.

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LO SBIANCAMENTODENTALE*di Attilio Carbonelli

Un bel sorriso, denti luminosi e bianchi, rappresentano un biglietto da visitaimportante in una società in cui i rapporti sociali hanno sempre maggioreimportanza. Per questo motivo il desiderio di avere un bel sorriso stadiventando un’esigenza sempre più diffusa e lo sbiancamento dei denti è unarichiesta che il dentista deve soddisfare quotidianamente. Oggi sonodisponibili molteplici tecniche che in modo più o meno efficace offrono alpaziente la possibilità di ottenere un buono sbiancamento dentale.Fondamentalmente lo sbiancamento può essere domiciliare, professionale ouna combinazione delle due metodiche. Lo sbiancamento DOMICILIAREviene effettuato per mezzo di strips cioè di strisce di polietilene su cui c’è unadesivo contenente l’agente sbiancante (perossido di idrogeno inconcentrazione piuttosto bassa). Queste strips si applicano sulla superficieesterna dei denti e vengono vendute comunemente in farmacia. La durata el’intensità dello sbiancamento domiciliare è sicuramente inferiore a quelloPROFESSIONALE, ottenuto per mezzo di un gel contenente perossido diidrogeno o di carbamide in concentrazione piuttosto elevata e per questoapplicato alla poltrona sotto il controllo del dentista. Il perossido di idrogenoa contatto con i denti sviluppa l’ossigeno che schiarisce. Il gel da alcuni vieneattivato da una luce alogena o laser, che ne influenza la velocità di attivazionema non l’efficacia che è del tutto sovrapponibile. Una combinazione delle duemetodiche, quella professionale e quella domiciliare, rappresenta a mio avvisola strada migliore per ottenere uno sbiancamento significativo. Non tutti ipazienti sono candidati ideali allo sbiancamento, bisogna dire infatti che i variprodotti sono inattivi sui restauri (otturazioni, corone in ceramica) presentiin bocca, per questo motivo è necessaria una visita dal dentista per stabilirel’opportunità dello sbiancamento.

* Medico specialista in odontoiatriaVia R. Rodriguez Pereira, 166 Tel. 06 35453155

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Devia e s’allungala metro CUn’imprevista e buona notizia per chivive o lavora alla Farnesina o lungo laCassia. È stato annunciato che dopola stazione Farnesina, nei pressi delMinistero degli Esteri, la linea nonpiegherà più verso Vigna Clara, perterminare a Tor di Quinto, bensì sidirigerà verso Nord, con una stazionenella zona di via dei Giuochi Istmicied una in quella di piazza dei GiuochiDelfici, per poi proseguire in direzio-ne di Tomba di Nerone e Grottarossa,con altre quattro stazioni. L’obiettivo,fortemente richiesto dagli abitanti edagli operatori della zona della Cas-sia, è quello di offrirle un validomezzo di trasporto pubblico e didecongestionare quell’unica arteria,che sopporta, oltre all’intenso trafficolocale, quello di penetrazione da fuoriRoma. L’Amministrazione comunaleha in programma la conclusione deilavori di tutta la linea C, incluso ilnuovo tratto, per il 2015, ma nonesclude un’anticipazione del termine.Bene dunque, per tanta cittadinanza,ma si perde lo scambio con il futuroramo nord dell’anello ferroviario.Appare infatti impraticabile l’ipotesidi una nuova stazione sotterranea del-l’anello, in corrispondenza con la sta-zione Giuochi Delfici della linea C.

In febbraio gli abituali passanti di viaAppiano sono stati colpiti da unnuovo aspetto dei manufatti ferrovia-ri: pesci e volatili blu su fondo gialloavevano cancellato le scritte abusivesulla parte alta del ponte coperto,mentre un enorme gatto, anch’essoblu, ghermiva un pesce sulla paretedel sottopasso. Ancora più sorpren-dente l’interno della stazione: lepareti dell’atrio cosparse di pesci epolipi, decorate anche le scale diaccesso alle banchine, dove era inve-ce stata installata una serie di gigan-tografie.È il risultato di un intervento dell’As-sociazione culturale “zerouno3nove”che fa parte di un ciclo che tende allariqualificazione artistica dei quartieridi Roma, con una particolare atten-zione alle periferie; l’obiettivo è fargiungere l’arte contemporanea neiluoghi pubblici, creare un altro aspet-to, più vivibile, dei centri urbani.Quella della Stazione Appiano dellaFR3, inaugurata il 15 febbraio, è laseconda realizzazione del progettoQart nell’ambito delle stazioni ferro-viarie minori di Roma, in collabora-zione con RFI – Rete Ferroviaria Ita-liana, e segue quella del Nuovo Sala-rio, sulla FR1. I due atrii della stazione Appianohanno accolto decorazioni murali ingrande scala, eseguite da Hitnes, unosperimentatore di diverse tecnicheartistiche, che ha eseguito molti lavo-ri su commissione, dipingendo come

muralista in Italia, in diversi paesieuropei ed in Australia, oggi conside-rato tra i massimi esponenti del“nuovo muralismo”. Gli elementifigurativi da lui usati vogliono pro-porre una visione panteistica totale,dove l’uomo è “assente giustificato”e la natura simbolo di perfezione efonte di ispirazione inesauribile. I 14 pannelli allestiti sulle banchinedella stazione costituiscono inveceuno spazio espositivo per giovanifotografi, da utilizzare a rotazione.Nell’attuale prima sessione sonoesposte opere di Achille Filipponi ePablo Ficcadenti. Il tema è quellodell’uomo nella città, del cittadinoimmerso nella realtà urbana: il primopresenta scatti rubati nel quartiere incui vive, che ritraggono persone; ilsecondo racconta Ostia d’inverno,quando perde il carattere balneare.

Stazione Appiano: Qart #02

Collaborazionea Monte MarioLa Redazione di Monte Mariointende organizzare un incontrocon persone interessate a collabora-re al nostro periodico, a titolovolontario. L’iniziativa è rivolta inparticolare ai giovani con ambizio-ni giornalistiche, aperti alla cultura,ai problemi ed all’attualità del terri-torio locale. Gli interessati sonopregati di inviare un messaggio [email protected], odi telefonare alla segreteria del-l’Associazione, tel. 06 35503317.Verranno successivamente definitiluogo e data dell’incontro.

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comprovato dai numerosi sociche, ogni giorno, come noi fre-quentano il Centro e, ci sembradi capire dalla vostra lettrice,sottolineato anche da Enti da leistessa interpellati. Concludiamoinvitando la vostra lettrice e chicome lei abbia dei dubbi sullaprofessionalità dell’associazio-ne a venire pure a trovarci emagari approfittare per appas-sionarsi ad un nuovo sport!

Enrica Malvagnae altre 14 firme

Sull’allargamentodella Trionfalea Sant’OnofrioNel ringraziarLa per lo spaziodedicato all’assemblea pubbli-ca dei cittadini tenuta il 17 gen-naio u.s. a via Fornelli perdiscutere sul progetto di allar-gamento di via Trionfale, nellatratta compresa da via Stresa alnuovo ingresso del policlinicoGemelli, e dello spazio chevorrà concederci con questanostra precisazione, ci premetuttavia sottolineare che alcunesue considerazioni a nostroparere non possono trovareriscontro di fronte ad una veri-fica oggettiva degli interventiche andranno ad interessare lazona in questione. I motivi percui le Associazioni e i cittadinidi zona riuniti nel ComitatoSant’Onofrio a Monte Mario(già Forum delle associazioni aNord/Ovest) si oppongono ailavori, così come progettati,sono stati ampiamente illustratinella delibera che è scaturita altermine dell’assemblea di cui ilsuo giornale ne da ampio e det-tagliato resoconto, e su cui rite-niamo di non dovere ulterior-mente definire. Diversamenteci lasciano perplessi alcuni giu-dizi riportati al termine dell’ar-ticolo per la loro genericità,come quando di afferma chel’intervento di ampliamento,malgrado la totale inutilità fina-le, i danni sociali che arreca, elo spreco di pubblico denaro,debba essere comunque realiz-zato nella tratta in questione.Scendendo più nello specifico,ci preme sottolineare che perquanto riguarda l’innesto dellanuova uscita dell’UniversitàCattolica del Sacro Cuore l’in-tervento può essere tranquilla-mente essere effettuato in

quanto in quel punto la strada ègià stata ampiamente ingrandi-ta. Porterebbe invece a conse-guenze pesantissime l’allarga-mento progettato da quel puntofino all’incrocio con via Stresa,in termine di sicurezza degliattraversamenti e di inquina-mento atmosferico ed acustico,soprattutto davanti al nascenteparco Sant’Onofrio e davantialla scuola “Nazario Sauro”che si vede ridotto il piazzaleantistante, vissuto giornalmen-te da centinaia di bambini, conconnesso taglio degli attualiparcheggi disponibili. A tal pro-posito risulta poco chiaro ilriferimento nell’articolo adoperazioni di riconfigurazionee compensazione dei parcheggiche verranno a mancare al ter-mine dei lavori. Scarsamentecondivisibile ci sembra poi laconsiderazione che i platani(tutti in buona salute) debbanoessere comunque abbattuti perfar posto, a lavori ultimati,forse, a degli arbusti di nessunautilità analogamente a quantoavvenuto all’uscita del Passan-te a Nord/Ovest dove conflui-scono via Trionfale e via PinetaSacchetti. Siamo completa-mente d’accordo invece sull’i-stituzione di un tavolo comunedi confronto tra l’Amministra-zione e gli abitanti del quartiereche possa favorire una serie diinterventi di riqualifica dellaviabilità nel nostro quartiere,tavolo già richiesto e promessodalle autorità pubbliche circatre anni fa in occasione di unaraccolta di circa 3000 firmecontro l’opera che sta andandoin questi giorni in appalto.Oltre a ribadire quindi il nostroapprezzamento per lo spazio el’attenzione riservata dal Vostrogiornale ad una questione cheriteniamo importante, ribadia-mo in ogni caso la nostra forteavversione verso questa opera ela richiesta all’Amministrazio-ne Comunale, centrale e perife-rica, di aprire un confrontoserio con i cittadini sui veriproblemi della viabilità delquartiere che, a nostro parere,probabilmente nulla hanno ache vedere con le dimensionidella sede stradale di via Trion-fale nel tratto considerato.

Per il ComitatoDavide Iacovoni

Questa lunghissima lettera,riportata integralmente, richie-de un commento, perché puòinstillare il dubbio che questarivista (e l’Associazione che la

esprime) persegua ciecamentela promozione del traffico auto-mobilistico, incurante della vivi-bilità dei luoghi attraversati.Nulla di più lontano dai nostricriteri: abbiamo sempre ritenu-to che qualsiasi progetto urbanodebba essere esaminato organi-camente, esaminandone ogniaspetto e rifiutando sia le ade-sioni superficiali sia le sindromi“Nimby” (Not in my backyard).Nello specifico, fin dalla presen-tazione del progetto del Passan-te, più di 6 anni fa, abbiamo evi-denziato la necessità di garanti-re tranquillità e sicurezza allacittadinanza della zona diSant’Onofrio (e nel maggio del2002, scrivendo dell’amplia-mento della chiesa, intitolammoironicamente “Una parrocchiasull’autostrada”). Da qui avolere che non si faccia nulla, cicorre, però. Un’adeguata siste-mazione dell’innesto di via degliScolopi è urgentemente richiestada motivi di sicurezza; un rac-cordo di ritorno, a valle delnuovo ingresso dell’UniversitàCattolica, serve ad evitare traffi-co parassita e manovre rischio-se; anche l’uscita da via Stresaverso il centro deve trovare undiverso assetto, per ragioni disicurezza; forse il tratto in que-stione della Trionfale non deveessere allargato di molto, mauna corsia riservata ai mezzipubblici e di soccorso potràrisultare vitale, per esempio neicasi di chiusura del Passante.Certamente, Sant’Onofrio nondeve essere spezzato in due, mal’attuale situazione di piazza diMonte Gaudio, già tagliatadalla Trionfale (senza un attra-versamento pedonale semaforiz-zato) e ridotta per il resto ad undisordinato parcheggio non cipare il massimo della qualitàurbana. Il progetto del “secon-do stralcio” non deve dunqueessere cancellato, bensì riesami-nato, senza alcun pregiudizio. Èquesto che chiediamo all’Ammi-nistrazione comunale; qualchemese di più per metterlo a puntonon sarà grave, dopo anni diattesa. Infine, è vero che la via-bilità di Monte Mario (vorrem-mo dire, più compiutamente, lamobilità a Monte Mario) soffredi molti altri mali. Ma ciò nonpuò essere una ragione perdismettere del tutto le soluzioniin corso di attuazione.

Le chiusure delPassante a Nord-ovestLunedì 19 febbraio 2007. Ore 9del mattino. Incrocio tra viadella Pineta Sacchetti e viaMattia Battistini. Se fosseroatterrati i marziani, ci sarebbemeno caos o forse sarebberogià fuggiti inorriditi. Che cosa èsuccesso? Ancora una volta èchiuso il tunnel GiovanniXXIII! Perché? Stavolta per unincidente. Una signora parlaanimatamente con il vigilelamentandosi d’aver impiegato45 minuti per percorrere viaMattia Battistini (!). Ma iodico, oltre ad alcune altre chiu-

sure (plurale) dei giorni scorsidovute al distacco dei pannellinel tunnel (complimenti! L’o-pera è stata ultimata solo dueanni fa), ci si mettono anche gliincidenti che provocano traffi-co e quindi non consentono alcarro attrezzi di rimuovere iveicoli coinvolti e quindi, conuna spirale perversa e traffica-ta, tutti fermi. Agli incidenti(forse) non c’è facile soluzione,mentre per le deficienzecostruttive basterebbe infligge-re al costruttore/manutentoreuna multa miliardaria per pre-venire la mancata individuazio-ne di ulteriori difetti strutturali,ma almeno si potrebbe evitareche i poveri automobilisti arri-vino fino all’imbocco del tun-nel per scoprire l’amara sorpre-sa e invece dar loro la possibi-lità di scegliere percorsi alter-nativi ben prima dell’intoppo.Mica dico tanto, ma almenomettere dei cartelli segnaleticiai tre grandi incroci precedentiall’imbocco del tunnel, questosì che si potrebbe fare! Dobbia-mo chiamare addirittura i mar-ziani per far questo?

Luca Montanaro

Gli incidenti possono purtrop-po accadere (specie se poco sifa per dissuadere dal frequen-tissimo superamento del limitedi velocità) e la manutenzioneha le sue esigenze (ma forsepotrebbe essere meglio orga-nizzata). Nell’era della telema-tica, è però ben fondata larichiesta di pannelli a messag-gio variabile che avvisino tem-pestivamente gli automobilisti(purché siano fatti funzionarebene, non come l’orologioposto nella galleria ascenden-te, che da mesi – o anni? – dàun’ora sbagliata, attualmenteanticipata di 55 minuti.

Senso unico in tuttavia Lattanzio?Mentre ringrazio per la pubbli-cazione di un’altra mia letterasul degrado della Balduina,devo fare alcune precisazionisulla risposta da Voi data aun’altra, sempre a mia firma,che probabilmente, per miacolpa, non è stata ben compre-sa, e che ora solo ho letto in unnumero precedente della rivi-sta. Chiedevo il senso unicosulla via Lattanzio da piazzaGiovenale in poi, visto che permetà c’è già. Non ho mai chie-sto lo spostamento della linea990, ancora ritengo di intende-re sufficientemente, che giàpassa per via Lattanzio quandoquesta è già senso unico e nonpretendo nemmeno che “i turi-sti dell’Hotel Tiberio si portinole valigie a piedi”. Ho solochiesto che il senso unico pertutta la strada, visto che ci pas-sano anche i bus diretti all’Ho-tel Tiberio creando intralci. Ciòche è stato proposto da Voi, unadiversa pianificazione dellasosta, non è assolutamente fat-tibile, perché le auto non hannoaltri molti posti dove parcheg-

giare, visto i giusti divieti suvia Floro, perennemente sporcae senza nessuno addetto che lapulisca da mesi. Tutto ciò erasolo per precisare il mio pen-siero travisato e per compli-mentarmi ancora una volta perla Vostra rivista che tanti argo-menti tratta e che forse se, spe-dita in omaggio al 19 Munici-pio, darebbe idee o suggeri-menti validi anche a Loro. Gra-zie ancora e continuate così.

Roberto Cannavo’

Stanca di vedereil gatto

Passo ogni giorno in via Appia-no per raggiungere il posto dilavoro e a distanza di pocotempo da quando la stazionedella FR3 è stata affrescata, giàsono stufa di vedere quell’enor-me gatto azzurro che sta perdivorare un pesce. Plaudo all’i-niziativa ma perché non limi-tarsi a decorare l’interno dellestazioni, lasciando in pace imuri esterni?

B.D.C. (lettera firmata)

Pista ciclopedonaleSono un assiduo lettore dellavostra (nostra) rivista, abitantedalla nascita a Balduina, chevorrebbe avere notizie riguardola pista ciclabile che dovrebbeessere aperta sulla coperturadella ferrovia Roma-Cesano-Viterbo. Mi spiego meglio,sapete per caso quando verràaperta? In realtà mi pare giàtutto pronto, in quanto non cisono barriere anti-automobileda installare e forse l’unicaspesa sarebbero gli eventualiscivoli di entrata e uscita alposto delle scale (ma la ferma-ta Balduina non ne avrebbebisogno). Non basterebbetogliere i cancelli che ne chiu-dono l’accesso?

Stefano BazzoliLa storia della pista ciclopedo-nale, il cui principale sedime –ovvero la copertura della ferro-via – è pronto dal 2000 e giàallora fu abusivamente e gioio-samente inaugurato da cammi-natori, ciclisti e mamme concarrozzine, è incredibile. Dopotanti rinvii, nel maggio scorsopotemmo dare la notizia cheera in ultimazione il progettoesecutivo ed imminente la garad’appalto, ma quasi un annodopo siamo ancora al palo ed ilprossimo annuncio ci troverà,ormai, assolutamente incredu-li. Al nostro lettore dobbiamocomunque dire che la pista nonè assolutamente pronta e devo-no essere realizzate varie opereper consentirne una fruizioneconfortevole e sicura. I soldi cisono, stanziati da molto tempo.

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Ristorante

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Dal 10 al 17 marzo scorso il pittoreSebastiano Sanguigni ha espostopresso la galleria R.D.F. Arte in viaFesto Avieno, i suoi “Ulivi di Albe-robello”, 16 recentissimi dipinti(tecniche miste).Da molti anni questo artista portaavanti con grande sensibilità e coe-renza un proprio discorso pittorico.La sua è una pittura complessa, digrande spessore, sempre in bilico

fra realtà ed immaginazione, nellaquale la luce intride e frantuma icolori, e fa balenare figure cheappaiono e scompaiono, comespinte dal vento.Ma per dipingere gli ulivi centena-ri di Alberobello, Sanguigni ha sen-tito il bisogno di smorzare i toni piùcaldi della sua tavolozza. Solo unafugace sfumatura di rosso, un verdespento, un viola cupo e profondo:poi le sue tele si sono ricoperte ditutte le tonalità dei bruni, dal beigeall’ocra fino al marrone più scuro.A questo punto l’artista ha volutorendere più materica la sua pittura,per mettere in evidenza le asperità edare maggiore spessore alle forme:ora sulla tela è tutto un brulicare diincrostazioni, di segni in rilievo, dipagliuzze o di frammenti di pietra,

che rendono la superficie ruvida escabra, e che il colore ricopre etinge di toni smorzati. Ed ecco, inquesto scenario quasi primordialein cui la materia si rende palpabile,quegli alberi secolari prendonoforma, contorcendosi ed abbarbi-candosi l’uno all’altro. Quel movi-mento che nei precedenti dipintidell’artista sembrava investire leforme dall’esterno, qui sembra

piuttosto provenireed affiorare da didentro, e lentamentespingere verso l’altoi vecchi tronchi,come collassati su sestessi, stremati:mentre le piccolefoglie verdi, che fre-mono impercettibil-mente e si intravedo-no appena sullacima, rendono testi-monianza della vitache continua.Se poi osserviamopiù attentamentequesti dipinti, sco-priamo qualcosa dicurioso e sorpren-dente: ci sembra chequesti alberi stianosubendo una sorta dimetamorfosi e chepian piano ciascuno

di loro cominci ad acquistare unasua particolare fisionomia. Vedia-mo apparire qua e là sulla cortecciadelle forme che hanno a che farecon il mondo animale: un occhio,una zampa, un muso, o persino unatesta, seminascosta in una caverno-sità del tronco.Sono solo scherzi di natura dovutial caso, oppure richiami intenzio-nali, voluti dal pittore? Probabil-mente l’uno e l’altro. Forse a voltel’artista non fa che riportare sullatela una singolarità che la naturastessa ha prodotto. Talaltra inveceaggiunge qualche tocco di pennel-lo, per accentuare una vaga sem-bianza, ancora indistinta, e darleuna più precisa e suggestiva conno-tazione.

Annamaria Marchesini

La bella personale di Massimo Spiz-zichini tenutasi nella torretta Vala-dier di Ponte Milvio, ci presenta lecreazioni di un artista che riesce aconiugare il suolavoro di scienziatocon una dedizioneappassionata alla pit-tura. L’attenzioneallo sviluppo dellatecnologia, ai proble-mi pressanti chel’uomo di oggi deveaffrontare e risolve-re, la ricerca di unnuovo rapporto conla natura, e soprattut-to il timore che possaessere dimenticato edistrutto ciò che dibello e di più prezio-so la creativitàumana è riuscita aprodurre attraverso isecoli: sono questi itemi che l’artista rie-labora nella sua pit-tura, trasfigurandoliattraverso la fantasia. Visioni fiabesche,che diventano lospecchio delle sensa-zioni, delle memorie, delle speranzedell’artista. Immagini suggestive evagamente surreali, dal saporeorientale; edifici traballanti e comesospesi nell’aria; architetture essen-ziali arrampicate l’una sull’altra, cheil segno delinea con brevi trattiscuri. Spuntano qua e là un campa-nile a cipolla, o un minareto. Porte,arcate, finestre. Oppure le forme sifanno aguzze, verticali, quasi astrat-te, e sembrano trascinate da un motoche le scompagina, scomponendolee poi ricomponendole secondo ungioco di geometrie e di elaborazionifantastiche.Ma il vero protagonista di questa pit-tura è il colore, morbido e sfumato,che l’artista spruzza sulla superficiedel dipinto, prima di intervenire conpiccole pennellate per aggiungerequa e là dei tocchi vibranti e lumino-si. Ed ecco i rossi, i verdi, i gialli, i

blu intensi, ma anche i neri che disse-minano qua e là sulla superficie deipiccoli particolari dal sapore tecnolo-gico, con una precisa funzione sim-

bolica. Quando siamo di fronte aqueste immagini, tutto ci sembraplausibile, reale, e al tempo stesso cisentiamo trasportati in una dimensio-ne onirica.I riferimenti alla pittura di Mirò, diChagall o di Klee, ma anche di alcu-ni rappresentanti del Cubismo e delFuturismo – facilmente riscontrabilinelle opere di Massimo Spizzichini –sono il segno che questo artista auto-didatta ha saputo guardarsi intornoed orientarsi nel vasto panorama del-l’arte, prima di costruire ed elabora-re in maniera nuova ed originale ilsuo linguaggio pittorico. Più di settanta le opere – vernice edolio su carta, legno o cartoncino –che l’artista ha esposto con successodal 26 gennaio fino al 2 febbraioscorso nei suggestivi spazi dellaTorretta Valadier.

Annamaria Marchesini

“Un ricercatore scientificocon la passione artistica”

Massimo Spizzichini Luci dell’Alba a Fez 2005.

Sebastiano Sanguignie gli ulivi di Alberobello

Marco Calcagni alla R.D.F. Arte

Sebastiano Sanguigni, Metamorfosi ulivo 1, tecnicamista cm 60x60.

Dal 14 al 21 aprile prossimo il pitto-re Marco Calcagni terrà una sua per-sonale presso la galleria di FestoAvieno. Questo artista, che ama spe-rimentare di continuo nuove tecni-che e nuovi materiali, presenterà unatrentina di opere: paesaggi, case

dalle forme elementari, composizio-ni dall’impianto geometrico, moltedelle quali astratte.In occasione di una sua mostra tenu-tasi nel novembre 2005 nella stessagalleria, è uscita sul numero 235 delnostro giornale, una breve recensione.

Prosegue il Cineforum ai Due Pini (viaZandonai 2) con il ciclo “Armiamoci epartite”: il 30 marzo è in programmaJahead di Sam Mendes (USA, 2005) nelquale un giovane marine, dopo una noio-sa gavetta, nel prendere parte all’opera-zione Desert Storm, attraversa il desertoesposto al caldo e al nemico iracheno. Il13 aprile chiude il ciclo Paradise now diHany Abu-Assad (Germania, Francia,Olanda, 2005). Due giovani palestinesi,amici da bambini, scelti per un attentatokamikaze a Tel Aviv, dopo l’ultima sera-

ta passata in famiglia, si preparano almomento decisivo ma non tutto va comeprevisto. Il 20 aprile, per il ciclo “Il gustoamaro della vendetta” sarà proiettato ilfilm V per vendetta di James McTeigue(USA, Germania, 2006) nel quale sinarra di una giovane donna la quale, sal-vata da un misterioso “V” che si ribellaferocemente all’oppressore, ne scopre ilpassato e ne diventa alleata per ristabili-re la libertà e la giustizia.Per tutti i film sono previste due proie-zioni, una alle 16 e una alle 21.

Cineforum ai Due Pini

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Dalla Russia con ardoreMargarita Muzychenko ha appenaventun’anni; lo scorso ottobre isuoi insegnanti di pianoforte lehanno consigliato di venire in Italiae tentare – con in mano già qualchebuon attestato ma non ancora ildiploma di conservatorio – il Con-corso internazionale “Città di Sul-mona”. Margarita ha spiazzato tuttie si è aggiudicata il primo premio“Rodolfo Caporali”; poi è ritornatain Russia, il suo paese, a studiare.Ma, come vincitrice del concorso,le spettava un altro premio: un veroe proprio concerto tutto suo.Eccola dunque a Roma, per i“Concerti del Mercoledì” all’audi-torium dell’Università Cattolica,dove l’abbiamo ascoltata il 28 feb-braio scorso, in un programma checomprendeva Beethoven (Sonataquasi una fantasia in mi bemollemaggiore, op. 27 n. 1), Schumann(Phantasiestücke op. 12) eMusorgskiy (Quadri di un’esposi-zione).Margarita si è guadagnata subitoun applauso di ammirazione quan-do è apparsa nel suo splendidoabito di broccato che ne esaltava labella figura e che durante l’esecu-zione – lasciando ampiamente sco-perte le spalle – permetteva di indi-viduare l’impegno di una muscola-tura potente. Tutto da indovinare,invece, l’uso del pedale rimastosempre nascosto sotto l’ampiagonna, quasi a concentrare la vistasoprattutto sull’eleganza con cui lagiovane pianista, eretta ma mairigida nella postura, alzava eabbassava le lunghe braccia sullatastiera, a dimostrare la cura ancheesteriore coltivata dai suoi maestri.Sia in Beethoven che in Schumannha colpito, di Margarita Muzy-chenko, l’estrema duttilità deltocco, la naturalezza e l’abilità concui sa affrontare i passaggi piùdisparati. Già quando sfiora latastiera nel pianissimo inizialedella sonata di Beethoven, viene dachiedersi: ma se i tasti li toccaappena, se “vaga così trasognata”,come direbbe il celebre studiosobeethoveniano Walter Riezler,come se la caverà nel turbinosoallegro, nell’impegnativo prestofinale? Nella “sequenza” di Schu-mann, come farà – e sarà ancorapiù difficile – a destreggiarsi giàfra i due primi brani, fra il soaveEusebio della Sera e il turbinosoFlorestano dello Slancio?Ma quando abbiamo ascoltato ilfamoso schumanniano Warum? (datradursi, meglio che con Perché?,nel più accorato Ma perché?), c’erasolo da stupirsi che un’interpretecosì giovane riuscisse ad esprimeretanto fedelmente sia l’angoscia che

la dolcezza, con quel finale cheSchumann fa svanire in un soffio eche Margarita, le braccia a lungosospese sopra la tastiera, prolunga,appunto, come un interrogativoche fatica a trovare una conclusio-ne.Avevamo tuttavia notato come, aprima vista, fosse una sensazionedi grande vigore a connotare l’im-magine di questa pianista alla suaprima apparizione ufficiale nelnostro paese (ma che già nel suo siera esibita al Bolshoi, al Cremlinoe in Ucraina, ottenendo premi ecollezionando borse di studio).Quindi non poteva che affrontaresenza timore l’intensità fantasiosadella lunga passeggiata fra i Qua-dri di un’esposizione del suo con-terraneo e dimostrare ancora unavolta con quanta levità e spigliatez-za possano danzare I pulcini neiloro gusci, e poi però con quantaprofonda cupezza si possa scende-re nelle Catacombe e soprattuttoquanto sia possente la vista – ulti-mo quadro – della Grande porta diKiev.Non poteva mancare, dopo unoscroscio di applausi, un bis. Corsadi cavalli di S̆c̆edrin, ha annunciatoMargarita, in italiano; e si è messaal pianoforte iniziando uno svagatoandirivieni di note, tutte giocatesulla sapienza del tocco. Ancorauna domanda: avrà sbagliato il tito-lo del brano del suo conterraneocompositore e pianista? No, erasoltanto il preludio spiazzante diun crescendo, l’inizio e il progredi-re frenetico di una corsa, il percus-sivo incedere degli zoccoli deicavalli, l’arrivo trionfante al tra-guardo.Molti a complimentarsi con Mar-garita per tanto virtuosismo maanche per tanta sensibilità, alla finedel concerto. Tuttavia qualche pic-cola domanda, con l’aiuto di unvalido interprete (un pianista russo,quasi “naturalizzato” a MonteMario), sono riuscita a porgliela,soprattutto quella fondamentale eovvia, che però ha avuto una rispo-sta originale e divertente. Da doveproviene, dunque la passione per lamusica di Margarita Muzychenko?“Fin da piccolissima – ha racconta-to – canterellavo sempre, ancoraprima di parlare: mentre giocavo,mentre camminavo, mentre aspet-tavo di addormentarmi e i mieigenitori sono stati bravi a capire. Aquattro anni, quando ero in gradodi comprendere di cosa si trattava,mi hanno chiesto se volevo studia-re, ad esempio, il pianoforte. Eraquello che inconsciamente miaspettavo da loro, ed eccomi qui”.

Maria Rossaro

Andante con …bus è una formulaideata dalla 2000 eventi s.r.l con loscopo di andare a teatro comodamen-te. Infatti consiste in un sistema cheprevede l’informazione circa gli spet-tacoli proposti, la prenotazione eacquisto dei biglietti con consegna adomicilio e infine il trasporto, andata eritorno, con bus navetta da zone peri-feriche verso il teatro prescelto. Ilprezzo del biglietto comprensivo deltrasporto, quasi sempre è inferiore aquello ufficiale per lo sconto offertodai teatri. Questo progetto, che ha

ottenuto l’Oscar della Mobilità e unfinanziamento triennale dal Comune,è già in funzione grazie alla collabora-zione di vari Municipi, dell’Associa-zione Andante con…bus e, oseremmodire, anche del nostro giornale che haappoggiato l’iniziativa sin dal suonascere. Martedì 3 aprile, all’Eliseo è in pro-gramma Enrico IV di W. Shakespearecon Paolo Bonacelli. Prezzo delbiglietto di platea euro 24. Per sapernedi più telefonare al numero 0635429683.

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La lettera

A proposito del Foro ItalicoSarò estremamente grato se verranno pubblicate alcune rettifiche e preci-sazioni riguardanti il Foro stesso.Nel 1926 il Capo del Governo incaricò Renato Ricci [presidente dell’Ope-ra Nazionale Balilla e sottosegretario di Stato all’Educazione Nazionalen.d.r.] di creare una organizzazione per l’educazione morale civile e spor-tiva della gioventù italiana. Così nacque l’opera Nazionale Balilla. Peral-tro Ricci fu scelto per la sua posizione politica e culturale: valoroso com-battente pluridecorato della Guerra Mondiale, uomo di punta per l’Impre-sa Fiumana e per la conquista di Zara, ambasciatore di D’Annunzio pres-so il Governatore della Dalmazia. Vicesegretario del Partito, Deputato alParlamento, Presidente di Consorzio Marmi, Sottosegretario per l’Educa-zione Nazionale.Innanzi tutto il Foro fu ideato da Renato Ricci e non da Bottai. L’area fuprescelta da Ricci fra le sei aree messe a sua disposizione dal Governato-re di Roma Pippo Cremonesi, vecchio compagno di armi di Ricci. Tutte letrattative per le acquisizioni dell’area furono condotte direttamente fraRicci e Cremonesi. Questa struttura doveva servire per creare i dirigentiper i vari settori della appena creata Opera Balilla. Pertanto il Foro fu idea-to da Ricci non come un impianto sportivo, ma sul modello dell’Accade-mia che Platone realizzò ad Atene. Infatti Ricci, come del resto Platone,attraverso un inizio di educazione fisica portava alle superiori conoscenzeintellettuali i suoi allievi. I Rettori dell’accademia, fino a quando Ricci fupresidente dell’O.N.B. furono sempre scienziati di chiara fama e mai gin-nasti. Gli accademisti, che provenivano dai corsi dovevano essere soprat-tutto degli educatori e pertanto il corso contemplava una serie di materiescientifiche e tecniche.Del Debbio fu chiamato da Ricci perché era stato un brillante collaboratoredi Ricci quando questi, nel 1924, essendo Presidente del Consorzio Marmidi Carrara gli aveva affidato la ristrutturazione dell’Accademia di Belle Artidi Carrara. Del Debbio fu responsabile del primo piano regolatore del Forodal 1927 al 1932, anno nel quale la responsabilità passò per decisioni daRicci a Moretti che elaborò il progetto definitivo del Foro dal 1932 al 1937.Non esistono misteri sulla esecuzione del Foro, ne sugli incarichi ad archi-tetti ed artisti. Tutte le decisioni furono prese da Ricci che scelse architettied artisti secondo il suo insindacabile giudizio. Ad esempio lo Stadio deiMarmi, progettato da Del Debbio, fu realizzato in marmo perché Ricciottenne gratuitamente, dagli associati del Consorzio Marmi, di cui era pre-sidente, tutti i blocchi di marmo difettosi, che ingombravano le cave di Car-rara. Detto stadio fu realizzato di dimensioni tali che non fosse possibile uti-lizzarlo per partite di calcio. Questo sport era poco amato da Ricci per ilcontorno di tifo smodato e per gli eccessi ad esso, anche allora, connessi.Gli stadi furono tutti realizzati incassati perché Ricci voleva lasciare liberala prospettiva verso le colline ed il parco di cui si occupò l’Arch. Ceschi.Dopo l’allontanamento di Ricci dall’O.N.B. nel 1937 e la trasformazione diquesta in Gioventù italiana del Littorio le prospettive verso le colline verdivennero annullate dal colossale edificio del Ministero degli Esteri progetta-to da Del Debbio e dallo Stadio Olimpico ristrutturato ed ampliato al disopra del bellissimo stadio, progettato a suo tempo, totalmente incassato, daPintonello. Quando si parla del Foro ritengo sia corretto ricordare tutti gliArchitetti ed Artisti che vi prestarono la loro opera. Sono a tutti, avendoliconosciuti personalmente, ugualmente affezionato, come dimostra il fattoche ho prestato volentieri prezioso materiale inedito per la mostra di DelDebbio. Ma procediamo con ordine ricordando i progettisti di ogni opera.Del Debbio progetta il primo progetto urbanistico del Foro e relative varian-ti dal 1927 al 1932. Moretti progetta il piano urbanistico definitivo del Forodal 1932 al 1937. Del Debbio progetta l’Accademia, lo Stadio dei Marmi ela Foresteria Sud. Fasolo e Giannelli progettano il Ponte Duca d'Aosta.Costantini e Pintorello progettano l’Obelisco Mussolini. Costantini proget-ta le Piscine coperte con le grandi pareti a mosaici policromi, le Piscineall’aperto, l’Accademia di Musica, l’Auditorium, gli Stadi del tennis, lepalazzine di servizio e la Foresteria Nord (attualmente deturpata dallarimozione dello splendido rivestimento di candido marmo). Moretti proget-ta la Casa delle Armi, il piazzale dell’Impero con la grandiosa superficie dimosaico, lo Studio quadrato per 400.000 spettatori, gli stadi per la danza ei servizi generali. Pediconi e Paniconi progettano la Fontana della Sfera conil grande spazio circolare di mosaico. Frisa e Pintonello progettano la primaversione dello Stadio Olimpico totalmente incassato. Ceschi prende cura edelimita l’area del Parco di Monte Mario e ne traccia i confini. Latini creai giardini che contornano stadi e edifici. Tralascio per ora i nomi dei trentae più artisti scelti da Ricci per la realizzazione di statue, mosaici e pittureche completano edifici e stadi all’interno del Foro. Mi sia consentito diricordare che Ricci in soli dieci anni dando incarichi a 200 architetti e 250artisti, fece costruire la “Casa della Gioventù”, dodici grandi Collegi e,naturalmente il Foro Mussolini. È in mio possesso tutta la documentazioneche conferma quanto accennato in questo scritto.

Giulio Ricci

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(febbraio-marzo)

Le stazioni ferroviarie, regno diwriter, La Repubblica, 17 febbraioDa Balduina al Gemelli a OttaviaQart, un’idea appoggiata e finanziatadalla Regione, dalla Provincia, dal-l’Ance e dalla Rete Ferroviaria Italia-na. I giovani dell’associazione 0139hanno presentato un progetto per rico-prire di colore i muri grigi e il presi-dente del XIX, Lazzara, ha credutonell’idea di far arrivare l’arte nellestazioni della Fr3.Al Foro Italico il nuovo stadio deltennis, La Repubblica, 18 febbraioL’impianto sorgerà al posto dell’at-tuale campo centrale e sarà dotato diuna copertura apribile. La capienzavarierà da 6500 a 10400 posti (apertoo chiuso). Ospiterà palestra, spoglia-toi e uffici. L’ok deve arrivare dallaprossima Conferenza dei servizi e ilcosto previsto è di 25milioni di euro.I lavori di costruzione inizierannodopo il prossimo torneo e la consegnaè prevista nel 2009.Tante vite ai margini: dove vivono inuovi poveri, Il Giornale, 19 febbraioPiù di ottomila persone stanno inauto, baracche, accampamenti, inbarba alle varie associazioni, comu-nità e al Comune che negli ultimi anniha aumentato i posti di accoglienza.Aumenta il numero dei poveri, spiegal’assessore alle politiche sociali, Raf-faela Milano, e il rischio di scivolarenella povertà. I nuovi poveri si insi-nuano ovunque. Anche a MonteMario, a pochi metri dal Tribunale c’èuna sorta di favelas abitata da romeni.Galleria Giovanni XXIII ancora ungiorno di tormento, La Repubblica,3 marzoUn avvallamento nell’asfalto e il tun-nel è stato chiuso per lavori. Il cedi-mento era all’altezza di via di SanGiuliano, a 400 metri di distanza dal-l’uscita. Traffico in tilt per la decisio-ne dei vigili. Spiega l’assessore D’A-lessandro: assurdo chiudere per unavvallamento o per riparare un chiusi-no. Sconcertato anche il responsabiledell’Osservatorio di tutela civica,Giuseppe Rossetti.I lucchetti di Ponte Milvio venduti a5 centesimi al chilo, Corriere dellaSera, 4 marzoNessun atto di vandalismo, nessunavendetta politica. I lucchetti sono statitagliati e rivenduti per essere fusi inuno stabilimento per lo smaltimentodi materiali ferrosi di Tor di Quinto daun rumeno.Don Orione, un centro per accoglie-re emigrati, La Repubblica, 4 marzoLa struttura è stata creata grazie ad uncontributo di 350mila euro, 30miladalla Provincia, 120mila dai parroc-chiani, 50mila dalla Regione, 25miladal Cardinale Kasper. Il centro è gesti-to da 70 volontari del MovimentoOriorino ed è aperto tutti i giorni dalle9 alle 20. Ospita già 22 donne senza-tetto e produce 600 pasti a settimana.La Sapienza al S. Maria della Pietàalloggi e aule per la facoltà di lette-re, La Repubblica, 8 marzo

Parla Roberto Palumbo, prorettore delprimo ateneo: da subito, spiega, pos-sono essere disponibili 240 posti lettorealizzati per il Giubileo. Nello stessocampus sarà trasferito il corso di lau-rea in Disegno Industriale e un pezzodella Facoltà di Lettere. L’opera diriqualificazione del Santa Maria ellaPietà, spiega Morassut, assessorecomunale all’Urbanistica, è da attuarein collaborazione con la Regione, uti-lizzando i finanziamenti della legge338 del 2000.“Via di Torrevecchia, si cambia”,La Repubblica, 10 marzoDal 24 marzo sperimentazione delMunicipio XIX: due mesi a sensounico da via Mosca a largo Donaggioe da via Campo Ligure a via Casti-glioni. La sperimentazione riguarderàanche via Pietro Maffi, che sarà asenso unico e via Gasbarri, direzioneunica fino a via De Vio. La vera cura,spiega il presidente del XIX Munici-pio, Fabio Lazzara, sarà il raddoppiodi via Torrevecchia per il quale sonoabbastanza fiducioso perché rientranell’ordinanza dei poteri speciali delSindaco e quindi le procedure diesproprio sono agevolate. Previstoanche un parcheggio a spina in via diTorrevecchia.“Piano emittenza”, Via le antenneTV da Monte Mario, Corriere dellaSera, 15 marzoIl nuovo piano regionale per le anten-ne televisive obbligherà Rai, Media-set e La7, oltre alle emittenti minori,al trasferimento dei propri tralicci innuovi siti a basso impatto ambientalee lontano dai centri abitati a colleSterparo nei monti Prenestini e MonteGennaro. Con l’approvazione delnuovo Piano regionale abbiamoaffrontato, ha commentato Marrazzo,un problema che aspettava da anniuna soluzione. È un risultato storico,ha aggiunto il vice presidente dellaRegione e assessore all’Urbanistica,Massimo Pompili.

I giornali hanno dedicato grandespazio alla visita del Pontefice alcarcere minorile di Casal delMarmo. Nella piccola chiesa ilPapa tedesco, Benedetto XVI, haparlato a lungo a braccio, rivol-gendosi a una cinquantina diragazzi e ragazze e commentandola parabola del Figliol prodigo.

I ciclisti romani denunciano: “Pistesporche e poco sicure”, Il Giornale,23 marzoSecondo il presidente dell’associazio-ne Bici Roma, Fausto Bonafaccia, leciclabili esterne vivono un’involuzio-ne per carenza di sicurezza e pulizia.C’è mancanza di torrette d’emergenzae fontanelle, problemi di sicurezzaall’altezza di tutti gli insediamentinomadi. A Ponte Milvio la pista correal di sopra del livello stradale, ma nonci sone né rampe né canaline per rag-giungerla con la bici.

Attività per bimbi e ragazziLa serie “Martedì dei ragazzi”, inizia-ta il 3 marzo con l’associazione Mileggi ti leggo; prosegue con gli appun-tamenti del 3 e 17 aprile, l’8, 15, 22 e29 maggio. Inoltre la Biblioteca Basa-glia ha organizzato Le sorpresepasquali con trampolieri, letture ani-mate e sorprese a non finire con Mar-tino e Piergiorgio; l’appuntamento èper giovedì 5 aprile.Attività per adulti.Il 77 attraverso le immagini di TanoD’Amico, la conferenza è per sabato14 aprile alle ore 11.00. Partecipano ilnoto fotografo e Alessandro Portelli,giornalista e docente di letteraturaAnglo-americana all’Università LaSapienza di Roma, che ci aiuterà acapire meglio quell’affascinante edrammatico periodo della nostra storiarecente.Il 23 aprile La Giornata della Lettu-ra. Accogliendo l’invito dell’Unesco,le Biblioteche di Roma, fra cui laBiblioteca Basaglia, da anni celebranola Giornata della Lettura, con numero-se iniziative culturali. Quest’anno laBiblioteca ha in programma l’aperturadei servizi tutto il giorno fino alle22.00, con l’esposizione della mostrafotografica Primavalle. I percorsidella memoria e visite guidate allamostra e alla biblioteca. Per i bambinialle ore 16.30 Il LibrOca, una sorta digioco dell’oca con i libri con lettureanimate e giochi; per gli adulti alle18.00 Sembrano proprio come noi,conferenza sul tema delle carceri inItalia, con Daniela De Robert, LuigiGermano e operatori e volontari, conaccompagnamento musicale di GinaCapone all’arpa e letture di brani scel-ti a cura del Circolo di Lettura dellaBiblioteca; a seguire la presentazionede Il Premio Biblioteche di Roma conletture di brani dei libri in concorsoquest’anno a cura del Circolo di lettu-ra della Biblioteca; infine la sera alle20.30 Serata e cena afgana, conproiezione, conferenza sulla dramma-tica realtà del paese asiatico, cenaetnica e bar equosolidale per racco-gliere fondi per il progetto BibliotecheSolidali. Progetto Biblioteche Solidali. Le Biblioteche di Roma hanno ideatoil progetto Biblioteche Solidali. Sono10 attualmente i progetti seguiti incollaborazione con le associazioni persostenere spazi di cultura in 10 paesidel mondo; la Basaglia ne segue due(Afghanistan e Guatemala). Si tratta diraccogliere fondi, ma anche fare atti-vità di informazione sulla cultura, l’ar-te, la storia e la letteratura di questipaesi. Accanto ai metodi più tradizio-nali, si utilizzano quelli più fantasiosi:dalla conferenza al cineforum, dallavetrina dei libri alla cena etnica, dallamostra mercato di quadri ai libri inregalo, un libro un euro. Per ulteriori informazioni: info0661661863, 0645439330;www.bibliotechediroma.it paginaBiblioteca Franco Basaglia.

Sabato 24 febbraio, presso la Casadel Parco - Casale del Giannotto, siè tenuta la presentazione del librodi Mario Attorre, Rosanna Oliva eFabio Attorre ”In difesa del Parcodi Veio”, pubblicato dall’Istitutoper gli Studi Filosofici.Gli autori, nel ringraziare il presi-dente dell’ISF avv. Gerardo Marot-ta, hanno sottolineato che il volumeè frutto di una ricerca promossadall’Istituto come atto di solidarietàverso i cittadini che difendono ilParco di Veio.Stefano Panella, esperto di storiaagricola del territorio, ha illustrato,con l’ausilio di documentazioneinedita, i caratteri storici dell’areadell’Inviolatella. È seguito quindi ilcontributo di Fabio Attorre, Botani-co e Ricercatore, che ha presentatogli aspetti salienti della flora efauna veientana. Paola Gaglianone, membro delCdA delle Biblioteche di Roma, nelportare il saluto del PresidenteIgino Poggiali, ha espresso apprez-zamento per l’iniziativa, in sintoniacon la fisionomia che Casa delParco va assumendo. Sono quindiintervenuti gli altri autori, RosannaOliva e Mario Attorre, che hannoillustrato le vicende che hanno por-tato all’istituzione del Parco di Veioe alcune problematiche relative allasua salvaguardia.Quest’ultima tematica ha suscitatoun vivace dibattito fra i cittadinipresenti, ai quali è stata consegnatauna copia della pubblicazione, cheè fuori commercio.Un numero limitato di copie èancora disponibile per i lettori diMonte Mario.

Ennio De Risio

In difesa del Parco di Veio

La Casa del Parco (via della PinetaSacchetti 78) oltre ad offrire i nor-mali servizi di biblioteca, organizzavisite guidate, attività culturali e dipromozione alla lettura. È apertadal martedì al sabato con orariocontinuato 9.00-17.00.Ingresso libero.È possibile iscriversi alla “Biblio-pass“ gratuitamente con validitàper tutte le biblioteche delle “Siste-ma comunale”.Ai bambini di età inferiore ai seianni è dotati di tessera di iscrizionealla biblioteca sarà donata unacopia del volume Gocce di Voce.

www.bibliotechediroma.it

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L’associazione “Amici di Monte Mario” organizzazione non lucrativa di utilità sociale(ONLUS), costituita il 28 maggio 1969, persegue fini di promozione sociale, civica e cul-turale nei quartieri di Monte Mario. Non legata a partiti politici e aconfessionale, l’Asso-ciazione dipende esclusivamente dai propri soci, nello spirito di solidarietà verso tutti gliabitanti del territorio. Per aderirvi va presentata domanda su apposito modulo. La misuradella quota d’iscrizione è libera. La quota associativa annuale è di € 30,00 per i soci ordi-nari; € 90,00 per i sostenitori; € 10,00 per i familiari e gli studenti. Versamenti nel contocorrente postale n. 40706004, intestato all’Associazione Amici di Monte Mario. L’Asso-ciazione ha sede in via degli Scolopi 31, presso la Residenza Monte Mario, telefono (consegreteria automatica funzionante 24 ore su 24) e fax 06 35503317, e-mail [email protected]. La segreteria è aperta il lunedì e il venerdì dalle 15.30 alle 18.30 edil mercoledì dalle 10.00 alle 13.00.

Lingua inglese. Sono iniziate lelezioni ai diversi livelli: medio,avanzato, conversazione; martedìe mercoledì alle 18.00. Docente:dott. Conor Rowan.Lingua francese. La prof.ssaMaria Teresa Livadiotti, dimadrelingua francese, terrà pros-simamente il suo corso (anche diconversazione).Letteratura inglese. La prof.ssaElisabetta Perotti impartirà pros-simamente un corso di letteraturainglese, che spazierà dalle originiai nostri giorni.Training autogeno. In aprile lapsicoterapeuta dott.ssa Lucia Guer-riero inizierà il secondo corso, checonsiste in 12 incontri settimanali,ogni lunedì alle ore 17.00 e alle18.00, primo e secondo livello.Disegno. La scultrice Marina

Mele ha tenuto le prime lezionidel suo corso, il venerdì dalle17.00 alle 19.00. Vi sono ancoraposti disponibili.Ceramica. Esperti docenti inse-gneranno a realizzare manufatti inceramica d’utilità o d’arte. I corsi,di 10 lezioni di 2 ore, si terrannoin altra sede, provvista dell’appo-sito forno. Per informazioni speci-fiche telefonare a Sandra Fiorenti-ni (06.35491943 oppure335.216081).Altri corsi. Sono previsti anchecorsi di Lingua araba, russa, spa-gnola e tedesca, di Storia dell’Ar-te, di Storia della Musica, di Sto-ria della Letteratura Italiana eStraniera, di Storia delle Religio-ni, di Storia del Teatro, di Regiatelevisiva, di Psicologia, di Grafo-logia, impartiti da esperti docenti.

Libera Università di Monte Mario LUMMAnno accademico 2006-2007 - Segreteria telefonica: 06 35403503

I corsi si tengono presso l’Istituto Comprensivo “Dionigi Chiodi”,via Appiano 15 (piazza Giovenale - bus 990 o FR3 fermata Appiano)

Programma di attivitàPubblichiamo, come di consueto, unostralcio del programma delle attivitàdell’Associazione, avvertendo chegli appuntamenti che seguono, salvodiverso avviso, si intendono riservatiai soci. Per informazioni telefonare alnumero 06 35503317 oppure 0635403503.

APRILE

11, mercoledì. Visita guidata allamostra “I profumi di Afrodite - Sco-perte archeologiche a Cipro” aiMusei Capitolini.

19, giovedì. Visita alla chiesa di S.Eligio dei Ferrari, della Confraternitadei fabbri, chiodaroli, maniscalchi,archibugeri, all’Oratorio annesso e alMuseo, illustrati dalla dott.ssa Patri-zia Torlonia.

20, venerdì. Scadenza per prenota-zioni per la gita del 5 maggio.

23, lunedì. Primo “Incontro dellaSalute”: conferenza del prof. BrunoDomenichelli sul tema “Malattie di

cuore: prevenire si può alle ore 17.00nella sala delle riunioni della Resi-denza “Monte Mario”, via degli Sco-lopi 31 (traversa della via Trionfale,all’altezza del numero civico 7585,quasi di fronte all’ingresso del ForteTrionfale), ampio parcheggio inter-no, nelle vicinanze delle linee 907,911, 913 e 991).

26, giovedì. Serata in pizzeria: alleore 20.15 al Ristorante “I Vespri sici-liani”, piazzale Medaglie d’Oro 23.

MAGGIO

5, sabato. Gita in pullman per visita-re Ninfa (in occasione della fiorituraprimaverile dell’Oasi), il Castello diSermoneta, l’Abbazia di Fossanova.Pranzo sul Lago di Fogliano. Preno-tazione obbligatoria con anticiposulla quota, entro il 20 aprile.

10, giovedì. Conferenza del dott.Emanuele Mariani dal titolo “MonteMario, ieri, oggi e domani” conproiezione di fotografie d’epoca, alleore 17.30 alla Residenza “MonteMario” (ampio parcheggio).

15

Vera BozinoSi è spenta dopo una breve malattiala signora Vera Bozino, mamma delnostro socio Valerio Ochetto.Aveva dedicato la sua vita alla fami-glia ma aveva anche affrontato condignità i momenti difficili: la guerra,l’arresto del marito nel ‘43, e delfiglio giornalista in Cecoslovacchianel ‘72, sempre animata da un fortesenso di giustizia.Vive nella speranza cristiana e nelricordo dei figli, della nipote Ema-nuela, dei parenti e degli amici tutti.

Come ci eravamo augurati nel n.242 di questa rivista, si è svolto allaResidenza “Monte Mario” il secon-do “Salotto letterario”, organizzatoda Patrizia Torlonia per soci e non-soci, per i partecipanti al primo“Premio Monte Mario” ed ancheper coloro che, pur non avendovipartecipato, desiderassero leggere ipropri racconti o le loro poesie. Hadiretto l’incontro anche questavolta la regista televisiva, AdrianaBorgonovo.Ha aperto la serie di letture Giulia-no Falcolini con due poesie, o piut-tosto preghiere, scritte dallamoglie; poi Laura Quarato De Ste-fanis ha ricordato “La moglie delferroviere” da lei conosciuta sultrenino per Anzio. È stata poi lavolta di Lamberto Cioffi che haricordato il 4 giugno 1944, giornodella liberazione di Roma dall’oc-cupazione nazista nel racconto didue testimoni diretti: il primo delfiglio del direttore della centraleelettrica di Tor di Quinto, alloragiovinetto, che aveva ricevuto lamattina presto una telefonata dellacentrale elettrica di Tor Pignattaracon l’annuncio dell’arrivo, nel suddi Roma delle truppe americane,

che poi giunsero solo nel pomerig-gio a Tor di Quinto; il secondo delSor Attilio, custode della Villa Laz-zaroni a Tor di Quinto (ora dell’E-nel), il quale assistette alla fuga deisoldati tedeschi, quando un carrocon sei soldati si fermò davanti allasua abitazione per chiedere un bic-chiere di acqua. Allora il Sor Atti-lio, da buon romano, preso da pietà,offrì loro del vino e poi sua mogliepreparò anche un piatto di spaghet-ti, così i soldati lasciarono procede-re la colonna di carri finché nonarrivarono gli americani con cuifraternizzarono. E fu così che il SorAttilio contribuì alla pace fra inemici.La poesia di Giuliana Girolamiconteneva anch’essa un ricordo deltempo di guerra quando, bambina,era in collegio e la bambola e il suoPinocchio erano la sua sola compa-gnia. Cesare Ippoliti ha recitato unaprosa “La neve”, e Oreste Battigal-li due sonetti: “A mia mogliePaola” nell’anniversario del matri-monio, e “La vita a ritroso” se sipotesse nascere vecchi e morirebambini. “Le cinque lune” di MariaLuisa Brovia era ispirata ai cinquemesi delle sue vacanze in monta-

Secondo “Salotto letterario”

gna. Mariella Chiaravallotta si èispirata invece al vento; VittorioStegher ha letto il saggio intitolato“La Fotografia è un racconto silen-zioso”; Fabrizio De Fano ha recita-to tre poesie: “Stagioni”, “ForteStella sull’Argentario” e “Scenden-do per la via Trionfale”; infine Sal-vatore Di Pasquale ha presentato

uno spiritoso racconto: “La rivoltadegli ultimi” in cui faceva parlarel’ultima parola del dizionario, laparola “zuzzurellone” che anelavaad essere inclusa fra “abaco” e“amore”, cioè le prime parole deldizionario, causando così una rivo-luzione nella lingua italiana.

L.F.

Michele Pallottino

Siamo rimasti tutti attoniti quandol’8 marzo ci è giunta l’improvvisanotizia della scomparsa - quellamattina – del Prof. Avv. MichelePallottino, causata da una malattiasopportata con coraggio e discre-zione. Nipote del Fondatore del-l’Associazione “Amici di MonteMario”, è stato socio impegnato delsodalizio fin dai primi tempi. Michele Pallottino, nato a Romanel 1943, era Avvocato presso leMagistrature superiori, con specia-lizzazione in diritto amministrativoe con particolare riferimento allematerie del diritto dei lavori pubbli-ci, del diritto urbanistico ed edilizioe del diritto delle espropriazioni.

Ha avuto molteplici incarichi acca-demici, fino a quello di ProfessoreAssociato in Diritto amministrativoe in Legislazione dei lavori pubbli-ci e Diritto urbanistico. È statoinoltre membro di commissioniministeriali, socio fondatore dellaSocietà degli Avvocati amministra-tivisti ed autore di numerosissimepubblicazioni.La stima di cui godeva per le Suequalità professionali e l’affetto chelo circondava per la Sua umanitàhanno avuto riscontro nel com-mosso affollamento della chiesadella Divina Sapienza, alla Cittàuniversitaria, dove si sono svoltele esequie.

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VISTA INTERNI

INGRESSO VIA L. ANDRONICO

INGRESSO VIA LATTANZIO

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