Oratorio Salesiano San Domenico savio · formazione permanente e a quelli in cui si tratta degli...

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24 28) Fa parte degli impegni di ogni oratoriano cristiano partecipa- re abitualmente alla Santa Messa festiva delle 10:00 29) I giorni di ritiro e le grandi feste liturgiche hanno la precedenza su tutto. 30) La catechesi deve essere al centro dell’attività oratoriana, e deve es- sere proposta efficacemente non solo ai bambini. In conformità alle diret- tive della Chiesa italiana, deve avviarsi verso percorsi catecumenali, con tempi, tappe, garanti, esperienze e partecipazione alla liturgia, e che non finiscano con i sacramenti, ma proseguano in forma mistagogica e vitale… Abbracciando per i più grandi anche la dottrina sociale della Chiesa. Non mancano giovani che non hanno ricevuto neppure la prima co- munione e occorre prendersene cura a parte I genitori dei piccoli chiedono con insistenza che la messa del cate- chismo sia spostata alle ore 11. 31) Nella situazione attuale non va sottaciuta una prudente, ma tempe- stiva educazione alla castità e all’amore . 32) Il canto e l’animazione liturgica deve aprirsi alla corresponsa- bilità e ravvivarsi con nuove voci, nuovi strumenti, nuovi canti. 33) L’ufficio di ministranti va stimolato efficacemente anche con iniziati- ve riservate a loro. 34) Nella Chiesa, durante la Messa domenicale, gli oratoriani e i bambini del catechismo debbono avere uno spazio riservato sufficiente e adatto. 35) Il giorno di incontro degli animatori potrebbe essere alternato tra lectio, catechismo (affrontando i problemi più vivi, e mirando a poco a po- co a una sistematicità), preghiera, programmazione e revisione. Da decide- re il giorno più opportuno. 36) Fare di tutto per coinvolgere i genitori : incontrarli, stimolando a iscrivere personalmente e a presentare i figli; organizzando feste e giochi con loro; interessarli alla vita oratoriana; aiutarli a condividere e risolvere problemi educativi e a sostenersi reciprocamente. 37) Ogni nostro affannarci è vano senza l’aiuto di Dio da invocare nella preghiera personale e comunitaria. “Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori. Se il Signore non vigila sulla città, invano veglia la sentinella” (Dal salmo 126) Oratorio Salesiano San Domenico savio Via Lenzi 24, 98122 Messina Tel 0907769016,0907769011,3346196941 (Don Roberto) Mail: [email protected] Sito http://orasavio.sitiwebs.com/ 2013-2014

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28) Fa parte degli impegni di ogni oratoriano cristiano partecipa-re abitualmente alla Santa Messa festiva delle 10:00

29) I giorni di ritiro e le grandi feste liturgiche hanno la precedenza su tutto.

30) La catechesi deve essere al centro dell’attività oratoriana, e deve es-sere proposta efficacemente non solo ai bambini. In conformità alle diret-tive della Chiesa italiana, deve avviarsi verso percorsi catecumenali, con tempi, tappe, garanti, esperienze e partecipazione alla liturgia, e che non finiscano con i sacramenti, ma proseguano in forma mistagogica e vitale… Abbracciando per i più grandi anche la dottrina sociale della Chiesa. Non mancano giovani che non hanno ricevuto neppure la prima co-

munione e occorre prendersene cura a parte

I genitori dei piccoli chiedono con insistenza che la messa del cate-chismo sia spostata alle ore 11.

31) Nella situazione attuale non va sottaciuta una prudente, ma tempe-stiva educazione alla castità e all’amore.

32) Il canto e l’animazione liturgica deve aprirsi alla corresponsa-bilità e ravvivarsi con nuove voci, nuovi strumenti, nuovi canti.

33) L’ufficio di ministranti va stimolato efficacemente anche con iniziati-ve riservate a loro.

34) Nella Chiesa, durante la Messa domenicale, gli oratoriani e i bambini del catechismo debbono avere uno spazio riservato sufficiente e adatto.

35) Il giorno di incontro degli animatori potrebbe essere alternato tra lectio, catechismo (affrontando i problemi più vivi, e mirando a poco a po-co a una sistematicità), preghiera, programmazione e revisione. Da decide-re il giorno più opportuno.

36) Fare di tutto per coinvolgere i genitori: incontrarli, stimolando a iscrivere personalmente e a presentare i figli; organizzando feste e giochi con loro; interessarli alla vita oratoriana; aiutarli a condividere e risolvere problemi educativi e a sostenersi reciprocamente.

37) Ogni nostro affannarci è vano senza l’aiuto di Dio da invocare nella

preghiera personale e comunitaria.

“Se il Signore non costruisce la casa,

invano si affaticano i costruttori.

Se il Signore non vigila sulla città,

invano veglia la sentinella” (Dal salmo 126)

Oratorio Salesiano San Domenico savio

Via Lenzi 24, 98122 Messina

Tel 0907769016,0907769011,3346196941 (Don Roberto)

Mail: [email protected]

Sito http://orasavio.sitiwebs.com/

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22) La polisportiva (PGS) non deve essere una istituzione che sot-trae all’oratorio spazi e tempi, ma che attiri all’oratorio, che ha le sue fina-lità educative, finalità che si perseguono anche, ma non solo, con i valori insiti nello sport. Per cui gli atleti siano prima oratoriani, che accet-tano gli impegni che ne derivano, e tali siano percepiti dai genitori.

23) La convenzione con la PGS deve prevedere

· la centralità dell’oratorio di cui è parte, condividendone le finalità, an-che se con metodi propri;

· tempi di formazione (ogni giorno la buona sera, incontri...)

· circostanze in cui prevale l’attività prettamente oratoriana (feste, tridui, ritiri, vacanze …)

Rapporti con gli scouts 24)

Intensificazione degli approcci formativi 25) Essendo una caratteristica dell’oratorio, fin dai tempi di Don Bosco,

la costituzione di gruppi formativi e di interesse, il giovedì o il vener-dì (per tanti non c’è da studiare per il sabato) sarà riservato esclusivamente agli appartenenti a tali gruppi, esistenti o da suscitare (ad es. gruppi di ca-techismo, ministranti, gruppi di animazione missionaria, gruppo teatrale, musicale, cineforum). In tale giorno sarà esclusa l’attività di PGS, eccetto che si vogliano creare in quei giorni momenti di formazione di gruppo con gli atleti.

26) Gli animatori siano preparati e abilitati a guidare i gruppi del giove-dì, che dovrebbero a poco a poco essere autogestiti (“sono cose dei ragaz-zi” diceva Don Bosco, parlando delle “compagnie”), pur con l’assistenza, colma di simpatia e disposta all’aiuto, di un animatore.

27) Il sabato sarà destinato ad attività organizzate, attraenti (savioland, tornei…) e formative. Sarebbe opportuno che anche gli scout il sabato partecipassero alle attività comuni, anche organizzando l’animazio-ne, pur non trascurando le proprie.

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tazione vicendevole (ognuno ha dei difetti). Ma soprattutto vedendo gli altri non come ostacolo ai propri progetti, ma come risorsa che può ren-derli più belli, come doni dello Spirito da non spegnere ma da valutare.

15) Se mancano amore e umiltà è tutto è vano. La mormorazione è un tarlo che fa crollare tutto. E molte volte si fa da chi non partecipa e non conosce. Una parola malevola, una volta gettata, è come una scintilla che incendia una foresta (cfr. lettera di San Giacomo).

16) Per superare ogni impasse occorre che si creino dei momenti di scam-bio sereno, di conoscenza, di festa comune; ma occorre soprattutto la pre-ghiera personale e comunitaria e la meditazione della parola di Dio.

17) Il gruppo degli animatori non deve essere autoreferenziale, ma aperto alle iniziative della Chiesa locale, dell’Ispettoria Salesiana e capace di prendere iniziative per e con la Chiesa locale, per e con l’Ispettoria; per i gio-vani che non raggiungiamo in oratorio.

18) Educatori privilegiati dell’Oratorio sono le catechiste e le guide dei gruppi formativi.

19) Non si possono considerare animatori quelli che

a) non prestano effettivamente il servizio di animazione, almeno due ore alla settimana,

b) che rifiutano la formazione permanente,

c) che, pur professandosi cristiani, escludono dalla propria vita qualcuno dei sacramenti (come la confessione , la cresima, la messa domenicale, la co-munione: colonne del sistema preventivo, a dire di Don Bosco),

d) che non si sforzano di educare con l’esempio, prima che con la parola

e) che pretendono un’autonomia assoluta nelle iniziative: Tutti siamo corresponsabili, tutti siamo utili, nessuno è indispensabile

20) Da chiarire la nozione di responsabile, che può essere inteso come uni-co responsabile di un settore, spesso chiuso agli apporti degli altri; da evolve-

re nell’idea di corresponsabile: impegnato come se tutto dipendesse da lui, ma pronto a mettersi in discussione ed aperto agli apporti degli altri e capace

di coinvolgerli non da gregari, ma da protagonisti.

Rapporti con le PGS

21) Anche gli allenatori (alleducatori) sono animatori delle squadre, che debbono essere o diventare gruppo. E debbono partecipare agli incontri di formazione permanente e a quelli in cui si tratta degli obiettivi dell’Oratorio.

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L’0ratorio San Domenico Savio Una risposta alle esigenze dei minori del territorio e della città provano a

darla ininterrottamente dal 1931 i Salesiani di Don Bosco, che, oltre alla scuola, fin dalle origini, aprivano un oratorio, centro di aggregazione per minori, presso i locali di Via Lenzi 24, nella zona centrale di Messina.

Migliaia di giovani sono passati in questi 80 e più anni dal Savio e intere generazioni hanno usufruito dell'impegno educativo e apostolico di tanti Salesiani, e di generosi volontari, che hanno speso la propria vita, o gran parte del loro tempo, a servizio dei giovani e delle famiglie della città.

Vanto del Savio è aver dato molte vocazioni sacerdotali e salesiane.

Collocazione e frequenza L’Oratorio Domenico Savio si trova nel cuore del centro cittadino. Nel cor-

so degli anni il quartiere circostante si è andato via via svuotando; e molte delle abitazioni sono occupate da uffici vari (Giudice di Pace; Tribunale del Lavoro, CGIL, studi legali, ecc.). Non possiamo quindi definirlo un “Oratorio di quartiere”.

Ne consegue una frequenza socialmente eterogenea e piuttosto disconti-nua, causata anche dall’attuale contesto socio-culturale, che offre ai no-stri ragazzi mille opportunità, invogliandoli a continui mutamenti nelle pro-prie scelte.

Frequentano attualmente l’oratorio: ragazzi provenienti dal vicino quartiere di Gravitelli, molti figli/e dei titolari degli esercizi commerciali li-mitrofi, alcuni degli ex allievi dell’Istituto San Luigi (recentemente chiuso). A questi vanno aggiunti altri ragazzi che, anche a causa della distanza delle loro abitazioni, limitano per lo più la frequentazione all’attività specifica in cui sono impegnati: catechismi, gruppi sportivi (basket, calcio, volley), scout, e quant’altro.

Il cortile nel tempo libero è frequentato quasi solamente da maschi.

Il centro è facilmente accessibile a piedi dai minori che abitano nelle vici-nanze, mentre il posteggio delle macchine è difficoltoso, per cui non sono molti i genitori che, accompagnando o prelevando i ragazzi, abbiamo modo di contattare.

Il numero approssimativo dei frequentanti, (con le grandi oscillazio-ni stagionali dei non aggregati e comprendendo catechismi, sportivi, scout, animatori, coro), supera i 200 (di cui circa 110 fanciulli, una quarantina di

preadolescenti, una sessantina di adolescenti, una sessantina di giovani).

Di estate il grest accoglie circa 200 ragazzi/e dagli 8 ai 16 anni, con una trentina di giovani animatori.

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Risorse strutturali

Il centro aggregativo offre ai ragazzi la disponibilità di numerosi ed ampi locali:

due cortili, con campi polifunzionali, (Calcio, basket, pallavolo, gioco li-bero)

una palestra coperta, dotata di numerose attrezzature, usata, oltre che per gli allenamenti, per giochi vari organizzati (soprattutto nei periodi di maltempo) e per le feste.

Due palestrine con attrezzi ginnici (pesi ecc)

una sala riunioni, con possibilità di usufruire di audiovisivi;

una sala giochi con calcetti, ping-pong, e tavoli da gioco, 2 computer, ed un’ampia gamma di giochi da tavolo di società;

un ufficio oratoriano, un ufficio per la polisportiva;

la Chiesa e una cappellina;

Una sala per le prove di musica,

un salone teatro utilizzabile in alcune circostanze.

Inoltre sale e attrezzature della scuola possono essere usate dagli orato-riani e viceversa secondo le opportunità e le esigenze.

Gli ampi e luminosi corridoi consentono anche nelle giornate particolar-mente fredde e piovose di potersi incontrare ugualmente in oratorio anche solo per scambiare qualche chiacchiera.

Mancano delle sale riservate a gruppi particolari o per laboratori.

Risorse personali

Salesiani: Il direttore, l’incaricato dell’oratorio, e prestazioni di al-tri salesiani della comunità. Nei fine-settimana collabora uno studente di teologia.

volontari:

Catechisti:

Animatori: pochi durante l’anno, molti nel periodo del grest.

Una scuola animatori settimanalmente cura la formazione dei giovani animatori e aspiranti animatori e incontri settimanali sono destinati alla formazione permanente di quelli più maturi, a programmare e rivedere.

Capi scout: seguono una cinquantina di Scout di varie età;

Allenatori: un buon numero di allenatori ben preparati curano un

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L’oratorio deve assumere l’aspetto di una famiglia, in cui i rapporti sia-

no dettati soprattutto dall’amore, e dalla confidenza reciproca, più che quel-lo di un’azienda fondata sulle regole.

Ruoli 11)Tuttavia sono necessari per un buon funzionamento:

organi di “governo (sono tutti coloro che hanno la funzione di individuare le decisioni da prendere. In un oratorio sia chi ha questo ruolo per carisma (direttore dell’opera, incaricato di oratorio, consiglio della comunità) sia chi ha questo ruolo per elezione (presidenti e consigli direttivi delle associazioni)

e organi di animazione (sono tutti gli operatori e gli organismi che agiscono nei vari settori dell’oratorio).

Nel rispetto dei ruoli è bene che chi è chiamato a decidere coinvolga e senta il parere di chi anima, cercando di scegliere per il bene dei ragazzi…

chi anima è chiamato ad attuare le scelte prese dal governo attualizzandole e verificandole nella vita concreta”

“Per creare sinergia sono necessari

organismi comunitari (es. consiglio oratoriano, CEP) con i rappresen-tanti dei due livelli di intervento.

Alcune delle metodologie per raggiungere questa intesa sono la programma-zione e la verifica, strumenti grazie ai quali è possibile chiarire i pen-sieri, appianare le divergenze, compiere scelte”

12) L’oratorio è coordinato, nello svolgimento ordinario delle attività, da un salesiano (che va visto come un dono, una risorsa, non una remo-ra), che ha dovere e diritto di indirizzo, conforme alle regole e alle direttive della pastorale giovanile salesiana e della Chiesa (Universale e locale).

13) Nella tradizione salesiana la funzione del coordinatore salesiano (Incaricato dell’oratorio) non si limita a una direzione spirituale, ma si estende a tutta l’attività educativo-pastorale.

Anche se, nel caso che l’incaricato sia un sacerdote, per lui sarà primario impegno la preghiera; la catechesi e l’evangelizzazione; e la formazione degli animatori, dei ragazzi, delle loro famiglie. Gli animatori nutrano e favorisca-no nei destinatari un rapporto di fiducia e di confidenza con lui.

14) Nell’oratorio l’integrazione tra salesiani e laici sarà possibile solo lavo-rando tutti insieme con stima vicendevole (ognuno ha dei pregi) e soppor-

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6) Elementi fondamentali in un oratorio salesiano sono: evange-lizzazione, catechismo, preghiera,, S. Messa, Frequenza alla Confessione e alla comunione, Parola di Dio, devozione a Maria, al papa e alla Chiesa.

7) La partecipazione sincera degli animatori e dei giovani a questi ele-menti può essere segno di un oratorio salesiano ben riuscito, diventa se-gno e strumento di una adesione vitale a Cristo.

8) Se anche avessimo centinaia di ragazzi e giovani a riempire i cortili e la Chiesa rimane vuota, e il rapporto con Dio formale e freddo; la vita degli oratoriani, dentro e fuori, lontana dalla volontà di Dio; dobbiamo conside-rarci dei falliti e non darci pace per quello che dipende da noi.

9) L’attività educativa dell’oratorio deve articolarsi su tre piani:

· ambiente educativo

· gruppi associativi

· rapporti personali (dalla parolina in cortile alla direzione spirituale)

Educatori 10) La risorsa fondamentale di un oratorio sono gli educatori, salesiani e

laici, che debbono formare un gruppo · in formazione permanente (ritmi e costanza)

· unito nella carità e negli intenti (obiettivi)

· u

Gli animatori non debbono contrastare o dare indirizzi diversi da quelli cristiani e salesiani.

Un gruppo di animatori capaci (di animare, revisionare, pro-grammare, e in atteggiamento di umiltà, di fiducia, e di apertura a nuove proposte per rispondere meglio alle esigenze dei ragazzi e dei tempi)Queste qualità a volte risultano carenti

Occorre uno spirito di Chiesa in cui siamo collaboratori, non lavora-tori ognuno con il proprio indirizzo e il proprio metodo.

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Associazione convenzionata: Un’associazione (Pandora), conven-zionata con il nostro oratorio e con l’università, contribuisce attraverso il richiamo di volontari e di tirocinanti universitari;

Servizio civile: Da gennaio 2012 una risorsa importante ci è manca-ta: i giovani del S.C.N. Si spera in nuovi bandi e giovani volenterosi.

Oratorio in crisi Oltre che per i motivi ambientali, e per i cambiamenti epocali della fami-

glia e della società, l’Oratorio da una diecina di anni attraversa una eviden-te fase di crisi interna.

Questa crisi si evidenzia tra l’altro: nella scarsissima e distratta partecipazione alla S. Messa domenicale, se

si escludono il gruppo scout, il coro e parte dei frequentanti i catechismi; nella mancanza di gruppi di impegno, se si eccettuano i catechismi, fre-

quentati in stragrande maggioranza dai bambini della scuola; e di interes-se, se si eccettuano i gruppi sportivi e gli scouts;

nella scarsa partecipazione alle iniziative della Chiesa locale e della MGS zonale e regionale;

nella scarsa e saltuaria partecipazione alla scuola animatori e agli incon-tri di formazione permanente degli animatori;

nella difficoltà, motivata anche da impegni di studio e di lavoro, di molti animatori a prestarsi eccetto che per il grest;

nella difficoltà di armonizzare in un progetto educativo unitario le molte forze di volontariato che vi operano;

nell’attenzione posta più alla riuscita delle iniziative che agli obiettivi formativi da raggiungere.

nella scarsa o superficiale partecipazione alla vita oratoriana, come la in-tendeva Don Bosco, soprattutto delle femmine.

Tale situazione esige un

per qualificare l’identità e l’impegno educativo ed evangelizzatore del nostro Oratorio;

per maturare una coesione e una visione condivisa degli obiettivi educativi e pastorali e dei valori dell’oratorio salesiano;

per organizzare l’azione educativa-evangelizzatrice al fine di raggiun-gere degli obiettivi prefissati, più che la riuscita delle iniziative;

per acquistare più significatività e diventare un punto di riferimento educativo per le realtà ecclesiali e civili presenti nel territorio.

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Premesse generali Il nostro oratorio, accoglie: fanciulli, preadolescenti, adolescenti e gio-

vani. L'adolescenza precede nelle femmine; si prolunga in un senso o nell’altro a motivo delle sollecitazioni o degli impedimenti dovuti all'ambiente e alla società.

Nel periodo estivo, attraverso l’organizzazione del GREST, l’attenzio-ne dell’oratorio si concentra soprattutto su fanciulli, preadolescenti e adolescenti. Alcuni giovani e genitori si inseriscono, con il ruolo di animatori e collaboratori.

Tratti psicologici generali:

FANCIULLI E PREADOLESCENTI

I FANCIULLI si aprono al rapporto positivo con le altre persone da cui sperimentano e imparano l'amore; e al rapporto curioso, e pieno di inizia-tive, con quanto esiste attorno. E' in genere il genitore adulto il modello e il primo maestro sul vero e sul bene.

I PREADOLESCENTI sperimentano le prime crisi, scoprono il pro-prio corpo, le amicizie e, avventurosamente, si cimentano con la realtà. Subentrano o si aggiungono ai genitori altri modelli.

Fanciulli e preadolescenti sono facilmente traumatizzabili nella loro sensibilità da carenze affettive o da atteggiamenti violenti o iperpro-tettivi; e sono esposti a facili condizionamenti da parte di adulti, com-pagni, mass-media, ambiente, difettando la capacità critica e l'aiuto dell'e-sperienza.

Problemi adolescenziali possono essere precocemente indotti in un ambiente disattento alla loro sensibilità.

ADOLESCENTI Gli adolescenti vivono, con balzi di umore, un ambivalente periodo di

crisi.

a) Crisi di identità: l'ansia di conoscersi e affermarsi può provocare diffi-coltà ad accettarsi, con bisogno di protezione; o una ricerca, anche spaval-da, di esperienze; con gli esiti positivi di una prima maturazione della per-sonalità e di aperture vocazionali e i rischi di un eccessivo ripiegamento su se stessi, o di esperienze devianti;

b) Il bisogno di libertà e di socializzazione, stimolo alla formazione di personalità autonome, responsabili e aperte, comporta spesso contrasti con genitori ed educatori, per la difesa della propria identità, o per motivi anche futili; e pesanti condizionamenti da parte dei coetanei e della moda, 19

zazione e di formazione, che contribuiscono a una loro crescita sana, aper-ta agli altri, anche di situazioni sociali diverse, e di apprendimento di valo-ri, che influiranno a migliorare la società. Occorre farlo conoscere di più. Abbiamo avuto l’apprezzamento di psicologhe per il miglioramento di ra-gazzini che ci avevano inviato, dopo la loro frequenza dell’oratorio.

2a parte Verso un progetto di rinnovamento

È urgente all’inizio di quest’anno tracciare un progetto di rinnovamento sostanziale di tutta la pastorale giovanile oratoriana, che risponda adegua-tamente alle situazioni del nostro tempo e del nostro ambiente, dovendo partire subito la proposta, il calendario, la propaganda e le attività di sport e di catechismo.

Per cui in assemblea si discuterà con quelli che vogliono collaborare effettivamente durante l’anno di tanti degli elementi presenti in questo documento, rimandando a gruppi di studio (istituzionali o spontanei), l’e-laborazione di proposte da mettere insieme e da discutere e da pre-sentare alla CEP e al consiglio della Casa, e da avviare con realismo, con urgenza, ma anche con gradualità.

Affidandoci alla preghiera, con la fiducia di Don Bosco nella Provvidenza e in Maria Santissima, frattanto si terranno presenti le seguenti:

Linee guida per il miglioramento dell’oratorio

1) L’oratorio di Don Bosco ha uno scopo essenziale: attrarre e condurre i giovani, specialmente i più bisognosi, a Dio nella Chiesa per trovare il senso e la gioia della vita qui e nell’eternità.

2) L’oratorio deve strutturarsi con metodo progettuale: Obiettivi finali, intermedi; tappe; risorse; verifiche.

3) Attrarre per: Occorre pubblicizzare l’oratorio e creare delle attrattive, ma non ci si può accontentare di averle programmate e condot-te bene, il nostro fine va oltre. Arte dell’educatore dovrebbe essere

4) Le capacità tecniche degli animatori e la tradizione non escludono nuove esperienze.

5) Una corretta revisione deve riguardare, oltre le cose fatte, in primo luogo gli obiettivi formativi raggiunti attraverso di esse.

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VERIFICHE Dopo la programmazione iniziale, le verifiche avranno luogo in alcuni

incontri degli animatori.

Si sa che una verifica nel campo educativo non è facile, dovendo tener conto della libertà e dei tempi di maturazione di ogni ragazzo e giovane.

Le revisioni riguarderanno soprattutto:

L’equipe animatori

disponibilità e impegno

affiatamento e coordinamento nell’équipe degli operatori

educazione

I rapporti educativi nell’oratorio

la conformità a Don Bosco amico, modello, educatore dei giovani

l’incidenza delle varie attività programmate su:

la maturazione psicologica, culturale, sociale, morale, cristiana dei minori e dei giovani

la loro capacità critica e l’esercizio della libertà in base a scala di valori

Una prospettiva vocazionale

i casi più difficili con ipotesi di soluzione.

Le qualità positive e i limiti dell’oratorio e dei vari gruppi

le relazioni con le famiglie

Collaborazione, tensioni, affiatamento

l'aiuto per far crescere capacità educativa dei genitori

Animazione e attività

Gioco, sport, laboratori, preghiera, attività varie, feste...

Preparazione, svolgimento, sistemazione, difficoltà...

Uso dei network e pubblicità varie

Eventuali cambiamenti nell’organizzazione o attenzioni particolari.

Apertura e ricerca di ragazzi e giovani che non frequentano

Relazioni con altre agenzie sociali ed educative

RICADUTE SUL TERRITORIO Un centro dotato di ampi spazi, ricco di iniziative, con la presenza co-

stante degli educatori, un clima e uno stile di famiglia, offre a tanti ragazzi, che altrimenti rimarrebbero a lungo chiusi in casa davanti alla tv o alla playstation, o sulla strada, la possibilità di spazi di ricreazione, di socializ-

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per paura dell'emarginazione.

c)

Esperienze devianti, o comunque premature e deludenti, possono in-cidere negativamente sulla psiche dell'adolescente. Mentre lo aiutano un am-biente sereno e stimolante, aperto a valori e interessi molteplici; amici disinteressati con cui confrontarsi; educatori a cui riferirsi per chiarimenti e guida.

GIOVANI

I giovani, mirano a elaborare una propria sintesi culturale, e sentono bisogno di partecipare e offrire contributi alla vita sociale e di impostare seriamente la propria vita sentimentale ed economica; scontrandosi spesso con la difficoltà di trovare un lavoro, di impostare una famiglia, e di essere accettati come in-fluenti nella società degli adulti.

Emergenza educativa

Scrivono i nostri vescovi: “Quanti accettano la scommessa dell’educa-zione possono talvolta sentirsi disorientati. Viviamo, infatti, in un contesto pro-blematico, che induce a dubitare del valore della persona umana, del si-gnificato stesso della verità e del bene e, in ultima analisi, della bontà della vita.

Ciò indebolisce l’impegno a «trasmettere da una generazione all’altra qualcosa di valido e di certo, regole di comportamento, obiettivi credibili intorno ai quali costruire la propria vita». Le difficoltà, però, non sono insuperabili; «sono piut-tosto, per così dire, il rovescio della medaglia di quel dono grande e prezioso che è la nostra libertà, con la responsabilità che giustamente l’accompagna»

Tratti sociologici generali

Non siamo solo noi a influire sui ragazzi e sui giovani

I nostri destinatari

vivono nel nostro tempo:

frequentano vari ambienti

la famiglia, la parentela, il quartiere, la strada, gli amici, il vicinato;

la scuola;

ambienti religiosi: la parrocchia, l’oratorio, i gruppi, il catechismo…

partecipano ad altri impegni: allenamenti, palestre, danza ecc.

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ambienti del tempo libero: strada, pub, discoteche...

usufruiscono dei mezzi di comunicazione sociale

Riviste, Radio e TV, Internet, canzoni, play station, pubblicità...

Interagiscono e comunicano tra di loro

Incontrandosi o con i telefonini, messaggi, email, network come facebook...

hanno già assorbito cultura, valori e disvalori

da famiglia, scuola, mass-media, amicizie, letture, documentari, telegiornali, cultura del paese di origine per gli immigrati.

hanno ricevuto una qualche educazione: su alcuni diritti e doveri, una certa educazione socio-sanitaria, seguono modelli di comportamento; hanno maturato dei giudizi morali.

hanno vissuto una loro storia ed esperienze condizionanti

una loro famiglia (unita, discorde, divisa, acquisita, allargata; di coc-cole o di severità in famiglia; di confronto con fratelli e sorelle);

situazioni di accettazione o di isolamento o rifiuto dal gruppo, dalla scuola;

forse anche fatti traumatizzanti, abusi o ingiustizie.

pesa su di loro la situazione sociale ed economica, l’occupazione o la disoc-cupazione dei genitori;

influisce l’ abitazione (piccola, grande, promiscuità, pulizia, decoro, comodi-tà...).

Tratti socio-ambientali specifici

Come già accennato, vario è l’ambiente di provenienza degli oratoriani. (Gravitelli, figli/e dei titolari degli esercizi commerciali limitrofi, ex allievi del San Luigi, ragazzi di altri quartieri attratti dalle proposte), come varia ne è la situazione economica (da famiglie benestanti di media borghesia, a situazioni precarie, per disoccupazione, lavoro sottopagato o pagato in ritardo, lavoro di entrambi i genitori). e varia è la situazione familiare: (da famiglie unite e affiatate a molte famiglie in crisi, che si ripercuote pesante-mente sui figli; da famiglie che hanno scarsa cura dei figli ad altre in cui pre-vale un atteggiamento iperprotettivo che ne limita od ostacola la crescita e la maturazione; da famiglie con più figli ad altre con un figlio unico, che cer-ca in oratorio esperienze di fraternità e socializzazione); vario l’atteggiamen-to religioso (prevale, dopo la quasi universale partecipazione al cate-chismo “della prima comunione”, un disinteresse di adolescenti e giovani a proseguire la formazione religiosa, spesso dovuta anche al mancato suppor-to di genitori praticanti).

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FASI PRINCIPALI DELL’ANNO ORATORIANO:

Settembre: Accoglienza e avvio delle attività

Ottobre: Mese missionario, sensibilizzazione e cooperazione.

Avvento: Festa dell’Immacolata, Preparazione al Natale e ritiri.

Periodo Natalizio e vacanze natalizie:Novena di Natale e tombole, si pro-porrà anche quest’anno il GRINNAT (Gruppi invernali natalizi) che coin-volga come un grest in piccolo, con apertura mattina e pomeriggio, con giochi, tornei, programma di mondialità, animazione missionaria.

Gennaio: mese salesiano: Conoscenza di Don Bosco, Festa di Laura Vi-cuña, Festa di Don Bosco.

Periodo di Carnevale: allegria, festa in maschera, giochi

Quaresima: Intensificazione della catechesi, e ritiri.

Pasqua e prime confessioni, comunioni, cresime

Da Aprile: Formazione animatori e aiuto animatori per il grest

Maggio: Mese Mariano e festa di Domenico Savio.

Giugno-Luglio: Il Grest.

Cureremo i tempi liturgici forti, i tridui, le feste, sia dal punto di vista religioso, sia da quello dell’allegria salesiana.

Non mancheranno altri momenti di festa e di allegria.

(festa di inizio, dei morti, Epifania a chiusura del Grinnat, Carneva-le, Domenico Savio ecc.)

L’apertura missionaria sarà stimolata in particolare

in occasione dell’ottobre missionario,

del Grinnat (con la giornata mondiale della Santa Infanzia),

durante il grest con una fiera il cui frutto viene mandato nelle missioni di origine dei Chierici che ci aiutano,

il sabato con proiezione di documentari delle missioni salesiane e del Vis.

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Questi elementi devono essere tenuti presenti nei gruppi, nella PGS, nelle preghiere della sera e nella buona sera. Queste vanno programmate seriamente e debbono essere incentrate sulla parola di Dio e su testimonian-ze di fede e frequentate da tutti gli oratoriani, comprese le PGS.

In sintonia con il Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione, daremo la massima importanza alla conoscenza e all’adesione a Cristo, cercando di fare della evangelizzazione e della catechesi il fine primario dell’oratorio.

Don Bosco considerava colonne del suo sistema educativo la frequente confessione e comunione. Solleciteremo volontari e destinatari ad attingere a questi tesori di grazia con gratitudine e apertura.

Negli incontri settimanali degli animatori, oltre agli aspetti pedagogici, si mirerà, senza supporla, a proporre la conoscenza e l’adesione alla fede, se-condo l’esortazione che fa ai Giovani il papa Benedetto XVI nell’introduzio-ne al catechismo youcat: “

“Studiate il catechismo con passione e perseveranza! Sacrificate il vostro tempo per esso! Studiatelo nel silenzio della vostra camera, leggetelo in due, se siete amici, formate gruppi e reti di studio, scambiatevi idee su Internet. Rima-nete ad ogni modo in dialogo sulla vostra fede!

Dovete conoscere quello che credete…” La catechesi, di tipo catecumenale, (finora vista da molti come preparazio-

ne ai sacramenti) è rivolta a quattro categorie che dovrebbero diventare gruppi (caratterizzati da un clima di dialogo, di sostegno reciproco, di amici-zia cristiana): preparazione a confessione e comunione, preparazione alla Cresima, dopo comunione, dopo cresima.

Si insisterà sulla frequenza alla Messa domenicale e sulla partecipazione sentita e devota alle preghiere e ai sacramenti.

Inviteremo ragazzi e giovani a partecipare a incontri zonali salesiani.

TEMPI FORTI: Ogni sabato un’ora circa di formazione (in genere con l’uso di audio-visivi catechistici, formativi, sociali, missionari). Giornata dei gruppi (giovedì o venerdì) Il Venerdì sera Messa domenicale Preghiera della sera e buonasera quotidiane. Ritiri soprattutto nel tempo di avvento e quaresima, anche insieme a ragazzi e giovani della parrocchia, e di altri oratori con cui abbiamo instau-rato una maggiore collaborazione.

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Il rapporto educativo con le famiglie è pressoché inesistente, se si escludono gli incontri mensili dei genitori dei fanciulli del catechismo, preva-lendo un’idea di oratorio come posteggio per i figli o come scuola di vari sport.

L’oratorio non è neppure molto conosciuto da ragazzi e giovani e da molte famiglie, scarsa la propaganda e le occasioni di presentarlo.

La maggior parte degli oratoriani studiano e frequentano sport, alcuni giova-ni vanno inserendosi, anche se in modo spesso precario, nel mondo del lavoro.

Data anche la varietà delle situazioni di partenza è quanto mai importante, anche se difficile, adoperarsi per

Conoscere le situazioni dei nostri ragazzi

I ragazzi a volte si aprono spontaneamente,

altre volte possono manifestarsi con atteggiamenti che debbono farci riflet-tere: (quali: instabilità emotiva, iperattività, depressione e abulia, nervosi-smo, tic, facile irritabilità, appartamento dagli altri, facile pianto, incontinen-za, occhiaie, richiesta di coccole, interessi o giochi sessuali precoci, mentalità da clan, omertà, atteggiamenti trasgressivi alla ricerca di popolarità).

Adeguare i comportamenti pedagogici

Stare in mezzo a loro (“assistenza” salesiana...) Osservarli con attenzione, lasciarli esprimere, senza mostrare di indagare;

rapportarsi fraternamente quando ci si accorge di momenti di sofferenza e di disagio; aiutarli con brevi affettuose esortazioni (“la parolina all’orecchio” di Don Bosco)...

Convogliare le osservazioni, comunicando elementi che possono essere importanti all’incaricato dell’Oratorio, che può mettere insieme vari ri-lievi, come tanti tasselli, capire la situazione e proporre dei rimedi.

Comporterebbe una grave responsabilità tacergli, per un malinteso cameratismo, quello che può esigere un intervento educativo o costituire ri-schio di scandalo.

Di fronte a situazioni delicate o domande a cui non si è preparati a risponde-re, evitare interventi o risposte avventate, ma consultarsi; si può anche dire: domani riprenderemo se vuoi, il discorso; o esortare alla confidenza con qual-cuno più competente, con il sacerdote dell’oratorio; o a confessarsi. Se bisogna trattarne con i genitori, ottenere possibilmente il con-senso del ragazzo e chiedere parere al Coordinatore dell’oratorio su opportunità e modalità.

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Di fronte alle varie situazioni è importante

Educare, non irreggimentare

Non si fa educazione solo imponendo o impedendo determinate co-se, ma creando delle convinzioni e sostenendo amorevolmente nell’apprendi-mento di atteggiamenti e abitudini buone, che i nostri ragazzi continueranno a tenere anche in altri ambienti e nel resto della vita.

Li facciamo riflettere sulle origini e sulle conseguenze di emozioni, atteg-giamenti e azioni.

Li stimoliamo a una crescente empatia, che si accorga delle emozioni degli altri, e a un amore generoso nel venire incontro.

Inculchiamo non solo l’accoglienza di tutti e l’amicizia, ma anche la liber-tà dai condizionamenti degli altri e della massa. Rifiutiamo perciò sempre la scusa: “Lo fanno tutti” o “Non sono stato solo io”

Educhiamo a un uso moderato, critico e saggio dei mass media.

Data la limitatezza del tempo trascorso dai ragazzi nel nostro oratorio e la loro frequentazione di molteplici ambienti e interessi, risulta importante curare anche

comunicazioni e interventi educativi attraverso il Web

(siti, network, email…) e

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l’apertura ai problemi dello sviluppo, della globalizzazione, delle missioni

rispetto degli stranieri e disponibilità a scambi culturali

Dal temporaneo all’eterno

Apertura all’eterno dalle scienze umane a quelle divine dal dialogo alla preghiera dall’amicizia alla carità verso tutti dall’ascolto degli altri all’ascolto di Dio (Bibbia, Chiesa, coscienza…) dall’igiene alla purezza del cuore dalla fiducia nel progresso alla speranza cristiana

dall’impegno sociale all’apostolato e alla missione

dalla conoscenza di sé e dei bisogni del mondo, la scoperta della vo-

cazione.

dai ragazzi alle famiglie

Sostegno familiare Favorire e valorizzare le competenze genitoriali,

affiancare le famiglie nello svolgimento dei compiti educativi

aiutarle a risolvere tensioni e problemi..

Inserirsi nella pastorale della Chiesa universale (nuova evangelizzazione), della Chiesa italiana (educazione), della Chiesa locale (educazione attraverso la parola di Dio), della congregazione salesiana (spiritualità di Don Bosco).

Applicare il progetto pastorale della Ispettoria Salesiana sicula che que-st’anno è così formulato:

Attingiamo all’esperienza spirituale

di Don Bosco,

per camminare nella santità

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OBIETTIVO GENERALE Attraverso l’educazione contribuire a formare personalità libere, socialmen-te aperte, responsabili, cristiane.

“Onesti cittadini e buoni cristiani” “Educare evangelizzando , evangelizzare educando”

OBIETTIVI SPECIFICI dall’essere accolti ad accogliere gli altri

Formazione sociale

In un clima sereno di famiglia apprendimento di regole sociali senza discriminazioni, razzismi e sopraffazioni libertà da condizionamenti capacità di difendere i deboli e opporsi ai prepotenti;

all’altruismo. educazione al dialogo esercizio del perdono e ricerca della pace

Sostegno e offerta di opportunità adeguate a ragazzi\e in difficoltà graduale educazione all’amore, in vista di una famiglia unita, affettuosa,

cristiana.

dall’essere accolti all’accoglienza di sé stesso

Formazione personale

stimolare all’accettazione della propria situazione personale, familiare, sociale e all’impegno responsabile per il loro miglioramento

verso libere scelte consapevoli, ragionate, cristiane

Dal piccolo al vasto mondo

Apertura alla mondialità

Consapevolezza di appartenere alla comunità locale e globale, alla chiesa locale e universale, al cammino della storia e della civiltà

favorire la conoscenza dell’ambiente e delle sue risorse;

interscambio con altri gruppi della provincia della diocesi, dell’isola; 11

Intessere rapporti con altre forze o istituzioni:

in primo luogo con

le famiglie.

Benedetto XVI il 31 marzo 2008 così disse ai membri del capitolo generale dei Salesiani:

“Nell’educazione dei giovani è estremamente importante che la famiglia sia un soggetto attivo. Essa è spesse volte in difficoltà nell’affrontare le sfide dell’educa-zione; tante volte è incapace di offrire il suo specifico apporto, oppure è assente. La predilezione e l’impegno a favore dei giovani, che sono caratteristica del cari-sma di Don Bosco, devono tradursi in un pari impegno per il coinvolgimento e la formazione delle famiglie. La vostra pastorale giovanile quindi deve aprirsi decisamente alla pastorale familiare. Curare le famiglie non è sot-trarre forze al lavoro per i giovani, anzi è renderlo più duraturo e più effi-cace. Vi incoraggio perciò ad approfondire le forme di questo impegno, su cui già vi siete incamminati; ciò tornerà anche a vantaggio dell’educazione ed evangelizzazione dei giovani”.

Partendo da una situazione di scarsa interazione e collaborazione, occorre tentare vie efficaci e nuove di coinvolgimento: sia promuovendone la partecipa-zione alla vita dell’oratorio, nelle attese, nelle feste, nelle gite; sia proponendo, almeno per i genitori più volenterosi, l’ AGEOR /Associazione genitori oratoria-

ni, con incontri che mirino a

uno scambio di idee ed esperienze sull’educazione dei figli, una collaborazione alla programmazione e alla gestione dell’oratorio, un vicendevole sostegno nelle situazioni difficili

Alcune attenzioni nei riguardi dei genitori curare il saluto, le informazioni, prestare ascolto ai suggerimenti e anche alle

proteste e agli echi delle discussioni;

non mostrarsi gelosi se ci controllano: è il loro diritto e dovere, finché non capiscono che meritiamo fiducia;

non dar sempre credito al loro giudizio sui figli o alla loro interpretazione dei fatti, ma neppure trascurarli senza una certezza ragionevole;

dire ogni cosa col massimo rispetto, evidenziando le doti belle dei figli, e mo-

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strando dispiacere di notarne i difetti, di rimproverarli o di castigarli e chie-dendo i loro consigli su come aiutarli meglio.

Possibilmente riservare al coordinatore dell’oratorio le notificazioni sui figli ai genitori o almeno consultarsi prima.

Non consentire interventi di genitori sugli altri ragazzi nel caso sia-no coinvolti i propri figli.

Anche eventuali animatori genitori o parenti di oratoriani, evitino di inter-ferire sui propri familiari o in loro difesa, se lo possono fare altri ani-matori. Se qualche atteggiamento di altri animatori sembrasse loro inade-guato, ne parlino con il coordinatore, non con loro.

Non affidare a genitori di ragazzi oratoriani i figli degli altri, (non è detto che tutti meritino fiducia, e i genitori debbono essere consenzienti).

Per quanto riguarda altre agenzie educative

è utile entrare in dialogo costruttivo e arricchente, coinvolgere e lasciarsi coinvolgere in qualche iniziativa. Questo ad esempio col parroco, o con i parroci; con insegnanti, soprattutto insegnanti di Religione delle scuo-le vicine, e con altri insegnanti per i ragazzi che frequentano da noi il dopo-scuola; con responsabili civici, e, se è il caso, con i servizi sanitari e sociali; e con altre forze di volontariato (promuovere, arruolare, conoscersi, confron-tarsi, aiutarsi).

Il nostro apporto Il nostro centro aggregativo non può certo risolvere tutti i problemi dei

minori, ma vi contribuisce, puntando sulla forza trasformante dell'educazio-ne, per la crescita armonica dei minori, perché si aprano ai valori umani, so-ciali e cristiani, apprendendo e sperimentando.

L’Oratorio L’oratorio è un’istituzione di vasta accoglienza, che cerca di attirare

o raggiungere nel territorio quanti più minori possibile, e stimola la collabo-razione e l’aggregazione di genitori, famiglie e volontari.

Esso accetta fanciulli, ragazzi e giovani così come sono, volgendosi anzi di preferenza ai più disagiati e diffi cili; esigendo in cambio un minimo di apertura al dialogo e un comportamento che non ostacoli il carattere edu-cativo dell'ambiente

E’un luogo di amicizia, di socializzazione, di formazione, di gioco, di stu-dio, di attività sportive e di vario genere, in cui le molteplici iniziative e pro-poste mirano a promuovere un sano sviluppo umano e cristiano della perso-

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nalità e un graduale responsabile inserimento nella società civile e nella Chie-sa.

Le aggregazioni proposte sono in parte distinte per età (essendo differenti i bisogni e le attitudini), in parte da vivere insieme (in modo da favorire il reci-proco rispetto; la proposizione di modelli di crescita ai più piccoli e ai più grandi opportunità di impegno nei confronti dei piccoli).

Inoltre, si offrono occasioni di incontro, di comunicazione e di raccordo con altre realtà sociali e istituzionali (diocesi, altri oratori a livello provin-ciale, regionale, nazionale; parrocchia, scuola ecc. )

Notevole l’apporto positivo per minori con disturbi di personalità.

Elementi essenziali del progetto oratoriano

1) un'idea di educazione: come amoroso accompagnamento dell'uomo in crescita, per aiutarlo a sviluppare le proprie risorse (fisiche, intellettive, vo-litive, affettive, sessuali, sociali, morali e religiose) verso la meta di una vera libertà, che si apra all'amore;

2) un metodo educativo, il "Sistema preventivo" di Don Bosco, basato sulla forza della ragione, della religione e dell'amorevolezza e sulla , "assistenza", cioè presenza (continua, fraterna, propositiva) degli educatori;

3) un ambiente alternativo, (in cui si prospetti e si sperimenti un mondo di gioia e di amicizia, fondato sui valori umani e cristiani);

4) l’esperienza di gruppi, in cui i minori abbiano possibilità e stimolo al dialogo, alla socializzazione, al confronto, all’emulazione;

5) la disponibilità dell'educatore all'incontro personale con i singoli destina-tari;

6) spazio all’impegno, allo studio e alla spontaneità e alla creatività nell'uso del tempo libero, valorizzando il gioco, lo sport, le feste, le gite, la musica, la declamazione, le espressioni corporali e artistiche, atte ad eviden-ziare e stimolare le doti di ognuno;

7) apertura alla prospettiva vocazionale a partire dalla coscienza delle proprie doti e dalla conoscenza dei bisogni della società;

8) tempi e strutture in cui la proposta formativa possa essere resa esplicita e condivisibile, anche attraverso preghiera, incontri e uso di audiovisivi;

9) dialogo con le famiglie sui figli e sulla loro educazione, e, in pro-spettiva più lontana, un'educazione e una preparazione alla famiglia;

10) Un clima di gioia festosa, di famiglia, di amore, di fiaba.