OPERAZIONE ANGELI E DEMONI · 2017. 7. 7. · OPERAZIONE ANGELI E DEMONI al medico, secondo...

9
VENERDÌ 2 DICEMBRE 2016 La Settimana 2 Leonardo Cazzaniga era pronto a morire pur di non far pagare alla sua compagna le conseguenze delle loro azioni. Ormai aveva capito di essere arrivato al capolinea e voleva uscire alla grande prendendosi tutte le colpe. Un ultimo sacrificio estremo SARONNO (pil) Lui decideva della vita o della morte dei pa- zienti che arrivavano in codice rosso al Pronto soccorso di Sa- ronno, adottando quello che or- mai era conosciuto come il «Protocollo Cazzaniga». Marte- dì mattina gli amanti diabolici sono stati arrestati. Leonardo Cazzaniga, 61 anni, di Rovel- lasca, separato, fino a un anno fa era anestesista e vice primario al Pronto soccorso di Saronno, poi era stato trasferito ad Angera su ordine della nuova Direzione sanitaria che sapeva dell’inchie- sta. La compagna è Laura Ta- roni, 40 anni, madre di due bambini di 8 e 12 anni, infer- miera nello stesso reparto, poi assegnata altrove. Uccidevano con i farmaci: al medico sono attribuiti quattro omicidi, questi quelli accertati, ma i casi sospetti sarebbero una dozzina, mentre entrambi sono accusati in concorso dell'omi- cidio di Massimo Guerra, ma- rito dell'infermiera. Aveva 45 an- ni. Quando i militari lo hanno portato in ospedale per pren- dere alcuni documenti il medico ha chiesto di portare via anche una sua antologia di autori clas- sici greci. E' sceso dall'auto ci- vetta accompagnato dai cara- binieri del Nucleo Operativo Ra- diomobile di Saronno mostran- dosi tranquillo, accennando una specie di sorriso e all'uscita, una volta in auto, ha fatto un cenno della mano quasi a sa- lutare i fotografi e i giornalisti. Ci sono voluti quasi due anni di indagini e oltre 150 testimoni ascoltati per chiudere le inda- gini. I quattro omicidi attribuiti La coppia diabolica amava «giocare» con la vita e la morte OPERAZIONE ANGELI E DEMONI al medico, secondo l’accusa, so- no stati commessi il 18 febbraio 2012, il 30 aprile 2012, il 15 feb- braio 2013 e il 9 aprile 2013. Le vittime sono Giuseppe Verga- ni,74 anni, Luigia Lattuada, 77, Antonino Isgró, 93, Angelo Lauria, 69. Si trattava di persone anziane e malate, alle quali il medico, aveva secondo laccusa, somministrato dosi letali di far- maci per via endovenosa, in so- vradosaggio e in rapida succes- sione tra di loro. I farmaci uti- lizzati erano stati clorpromazi- na, midazolam, morfina, propo- fol e promazina. Il medico lo faceva alla luce del sole met- tendo nero su bianco sulle car- telle cliniche il suo operato. Eescluso il movente economico. Il medico usava riferirsi a un proprio protocollo per il trat- tamento dei malati per lui ter- minali. L omicidio del marito dellin- fermiera è invece avvenuto il 30 giugno 2013. Secondo laccusa il medico e linfermiera avevano somministrato a Guerra (che era imprenditore agricolo) per un lungo periodo, farmaci assolu- tamente incongrui rispetto alle sue reali condizioni di salute, debilitandolo fino ad arrivare al- la morte. Sono sconcertanti le pagine che descrivono il delitto. Secondo la tesi accusatoria la donna ha alterato con farmaci i suoi pasti facendolo sentire ma- le più volte e convincendolo di essere malato di diabete, in real- tà era un uomo sano. Cazzaniga avrebbe inoltre falsificato reper- ti medici con lintento di farlo credere sempre più malato. Stessa sorte sarebbe toccata KILLE alla madre della Taroni, Maria Rita Clerici, che non era dac- cordo sulla loro relazione. Nel giro di pochi mesi nella famiglia dellinfermiera ci sono stati più decessi, tra cui quello di uno zio, Nazareno Guerra, fratello del padre del marito, finito nel li- quame nellazienda di famiglia il 24 agosto 2013. L indagine, battezzata «Angeli e Demoni», è iniziata in seguito alla denuncia di uninfermiera, nel giugno 2014, ed è stata svolta dal Nucleo Operativo guidato dal luogote- nente Salvatore Carrà al co- mando del capitano Giuseppe Regina, ora in servizio al Co- mando provinciale di Bergamo. Il nucleo operativo di Polizia DA OGGI E IN TUTTE LE MESSE DOMENICALI «Preghiamo per le vittime, i colleghi, gli inquirenti, l ospedale e la città» DALLA PRIMA nostri momenti più fragili, sforzandosi di ac- compagnarle con tutta lumanità di cui sono capaci. E questo da cento e più anni. Ti vogliamo bene anche perché molti di noi sono nati lì da te! E continuiamo a volerti bene, anzi di più, adesso che dun tratto, in una mattina fredda di no- vembre, due volti, di un uomo e di una donna che lavorano lì da te, vengono presentati su tutte le prime pagine come due lucidi aguzzini. E lo sono davvero se si dovessero rivelare vere le nefan- dezze loro attribuite. Come cristiani vogliamo anzitutto pregare per le vittime, anziane e giovani, note e ancora ignote. Avevano tutto il diritto di continuare a vivere, tanto o poco che fosse. Nes- suno invece ha il diritto di accorciare neppure di un istante la vita di nessuno. Preghiamo per i colleghi che soffrono un discredito immeritato e lo sconvolgimento di una conoscenza e addi- rittura di unamicizia che si rivela dun tratto falsa e traditrice. Preghiamo per gli inquirenti perché non lascino ombre, incidano a fondo senza la- sciare alcuna traccia di marcio. Preghiamo per lintera città che non si merita questa notorietà da incubo. Preghiamo e lo facciamo oggi, subito, in tutte le messe di questa domenica. Vorremmo che da questo male abissale possa scaturire una po- tente reazione di bene incontenibile. Esigiamo Sono accusati di omicidio volontario per la morte sospetta di cinque persone, tra cui il marito 45enne dell’infermiera L indagine partita grazie alla denuncia di un infermiera nei confronti del medico che l aveva minacciata SARONNO (pil) Nella tarda giornata di martedì al Comando dei carabinieri di via Manzoni il procuratore della Repubblica di Busto Arsizio Gian Luigi Fontana e il sostituto procuratore Maria Cristina Ria, che ha coordinato le in- dagini, hanno chiarito alcuni dettagli di unin- dagine durate quasi due anni. «L indagine è nata dopo la denuncia per offese e minacce verbali di uninfermiera, che aveva collaborato con il dottor Cazzaniga - ha spiegato Fontana - In questo contesto ha riferito di allarmanti condotte professionali dello stesso medico, riconducibili a quello che lei stessa definiva protocollo Cazzaniga. Ad alcune di queste condotte aveva assistito personalmente. Tale protocollo consisteva nella sistematica e de- liberata somministrazione da parte di Caz- zaniga a pazienti con bassa aspettativa di vita di anestetici o sedativi in dosaggi o combinazioni tali da provocare o accelerare il decesso. A quel punto si è passati alle intercettazioni tele- foniche e ambientali. I casi accertati sono quattro e secondo laccusa sono attribuibili a dottor Cazzaniga. Se non ci fosse stato so- vradosaggio non ci sarebbe stata la morte. In parallelo è stata portata avanti lindagine nei confronti dellinfermiera che allepoca lavorava con lui e poi è diventata la sua compagna. Nel corso delle indagini sono emersi elementi che ci hanno fatto comprendere come fosse stato commesso lomicidio del marito. Si sta con- tinuando a indagare sulla morte di altre per- sone, tra cui la madre della Taroni, avvenuta dopo quella del marito. La donna descriveva il marito come persona violenta e con abitudini intime non adeguate. Stavano attraversando Un’inchiesta dei carabinieri di Saronno durata due anni Martedì mattina, mentre venivano eseguiti gli arresti del medico Leonardo Cazzaniga e della compagna, Laura Taroni, i famigliari di quattro delle vittime (quelle finora accertate) del medico sono state chiamate dai carabinieri della Compagnia di Saronno e sono state accolte dal capitano Giuseppe Regina che ha spiegato loro quanto scoperto nel corso delle indagini Il prevosto di Saronno, monsignor Armando Cattaneo

Transcript of OPERAZIONE ANGELI E DEMONI · 2017. 7. 7. · OPERAZIONE ANGELI E DEMONI al medico, secondo...

  • VENERDÌ 2 DICEMBRE 2 01 6

    La Settimana2

    Leonardo Cazzanigaera pronto a morire pur dinon far pagare alla suacompagna le conseguenzedelle loro azioni. Ormaiaveva capito di esserearrivato al capolinea evoleva uscire alla grandeprendendosi tutte le colpe.Un ultimo sacrificio estremo

    SARONNO (pil) Lui decidevadella vita o della morte dei pa-zienti che arrivavano in codicerosso al Pronto soccorso di Sa-ronno, adottando quello che or-mai era conosciuto come il«Protocollo Cazzaniga». Marte-dì mattina gli amanti diabolicisono stati arrestati. L eonardoCazz aniga, 61 anni, di Rovel-lasca, separato, fino a un anno faera anestesista e vice primario alPronto soccorso di Saronno, poiera stato trasferito ad Angera suordine della nuova Direzionesanitaria che sapeva dell’inchie -sta. La compagna è Laura Ta-ro n i, 40 anni, madre di duebambini di 8 e 12 anni, infer-miera nello stesso reparto, poiassegnata altrove.

    Uccidevano con i farmaci: almedico sono attribuiti quattroomicidi, questi quelli accertati,ma i casi sospetti sarebbero unadozzina, mentre entrambi sonoaccusati in concorso dell'omi-cidio di Massimo Guerra, ma-rito dell'infermiera. Aveva 45 an-ni. Quando i militari lo hannoportato in ospedale per pren-dere alcuni documenti il medicoha chiesto di portare via anche

    una sua antologia di autori clas-sici greci. E' sceso dall'auto ci-vetta accompagnato dai cara-binieri del Nucleo Operativo Ra-diomobile di Saronno mostran-dosi tranquillo, accennandouna specie di sorriso e all'uscita,una volta in auto, ha fatto uncenno della mano quasi a sa-lutare i fotografi e i giornalisti.

    Ci sono voluti quasi due annidi indagini e oltre 150 testimoniascoltati per chiudere le inda-gini. I quattro omicidi attribuiti

    La coppia diabolica amava«giocare» con la vita e la morte

    OPERAZIONE ANGELI E DEMONI

    al medico, secondo l’accusa, so-no stati commessi il 18 febbraio2012, il 30 aprile 2012, il 15 feb-braio 2013 e il 9 aprile 2013. Levittime sono Giuseppe Verga-ni,74 anni, Luigia Lattuada, 77,Antonino Isgró, 93, Ang eloL auria, 69. Si trattava di personeanziane e malate, alle quali ilmedico, aveva secondo l’a c cu sa,somministrato dosi letali di far-maci per via endovenosa, in so-vradosaggio e in rapida succes-sione tra di loro. I farmaci uti-

    lizzati erano stati clorpromazi-na, midazolam, morfina, propo-fol e promazina. Il medico lofaceva alla luce del sole met-tendo nero su bianco sulle car-telle cliniche il suo operato. E’escluso il movente economico.Il medico usava riferirsi a unproprio protocollo per il trat-tamento dei malati per lui ter-m i na l i .

    L’omicidio del marito dell’in -fermiera è invece avvenuto il 30giugno 2013. Secondo l’accusa ilmedico e l’infermiera avevanosomministrato a Guerra (che eraimprenditore agricolo) per unlungo periodo, farmaci assolu-tamente incongrui rispetto allesue reali condizioni di salute,debilitandolo fino ad arrivare al-la morte. Sono sconcertanti lepagine che descrivono il delitto.Secondo la tesi accusatoria ladonna ha alterato con farmaci isuoi pasti facendolo sentire ma-le più volte e convincendolo diessere malato di diabete, in real-tà era un uomo sano. Cazzanigaavrebbe inoltre falsificato reper-ti medici con l’intento di farlocredere sempre più malato.

    Stessa sorte sarebbe toccata

    KILLER

    alla madre della Taroni, Ma r iaRita Clerici, che non era d’ac -cordo sulla loro relazione. Nelgiro di pochi mesi nella famigliad e l l’infermiera ci sono stati piùdecessi, tra cui quello di uno zio,Nazareno Guerra, fratello delpadre del marito, finito nel li-quame nell’azienda di famigliail 24 agosto 2013. L’i ndagi ne,

    battezzata «Angeli e Demoni», èiniziata in seguito alla denunciadi un’infermiera, nel giugno2014, ed è stata svolta dal NucleoOperativo guidato dal luogote-nente Salvatore Carrà al co-mando del capitano Gius eppeRe gina, ora in servizio al Co-mando provinciale di Bergamo.Il nucleo operativo di Polizia

    DA OGGI E IN TUTTE LE MESSE DOMENICALI

    «Preghiamo per le vittime, i colleghi,gli inquirenti, l’ospedale e la città»DALLA PRIMA

    nostri momenti più fragili, sforzandosi di ac-compagnarle con tutta l’umanità di cui sonocapaci. E questo da cento e più anni. Ti vogliamobene anche perché molti di noi sono nati lì da te!

    E continuiamo a volerti bene, anzi di più, adessoche d’un tratto, in una mattina fredda di no-vembre, due volti, di un uomo e di una donna chelavorano lì da te, vengono presentati su tutte leprime pagine come due lucidi aguzzini. E lo sonodavvero se si dovessero rivelare vere le nefan-

    dezze loro attribuite. Come cristiani vogliamoanzitutto pregare per le vittime, anziane e giovani,note e ancora ignote. Avevano tutto il diritto dicontinuare a vivere, tanto o poco che fosse. Nes-suno invece ha il diritto di accorciare neppure diun istante la vita di nessuno. Preghiamo per icolleghi che soffrono un discredito immeritato elo sconvolgimento di una conoscenza e addi-rittura di un’amicizia che si rivela d’un tratto falsae traditrice. Preghiamo per gli inquirenti perchénon lascino ombre, incidano a fondo senza la-sciare alcuna traccia di marcio. Preghiamo perl’intera città che non si merita questa notorietà daincubo. Preghiamo e lo facciamo oggi, subito, intutte le messe di questa domenica. Vorremmo cheda questo male abissale possa scaturire una po-tente reazione di bene incontenibile. Esigiamo

    Sono accusati di omicidio volontarioper la morte sospetta di cinque persone,tra cui il marito 45enne dell’i n f e r m i e ra

    L’indagine partita grazie alla denunciadi un’infermiera nei confrontidel medico che l’aveva minacciataSARONNO (pil) Nella tarda giornata di martedìal Comando dei carabinieri di via Manzoni ilprocuratore della Repubblica di Busto ArsizioGian Luigi Fontana e il sostituto procuratoreMaria Cristina Ria, che ha coordinato le in-dagini, hanno chiarito alcuni dettagli di un’in-dagine durate quasi due anni. «L’indagine ènata dopo la denuncia per offese e minacceverbali di un’infermiera, che aveva collaboratocon il dottor Cazzaniga - ha spiegato Fontana -In questo contesto ha riferito di allarmanticondotte professionali dello stesso medico,

    riconducibili a quello che lei stessa definiva“protocollo Cazzaniga”. Ad alcune di questecondotte aveva assistito personalmente. Taleprotocollo consisteva nella sistematica e de-liberata somministrazione da parte di Caz-zaniga a pazienti con bassa aspettativa di vita dianestetici o sedativi in dosaggi o combinazionitali da provocare o accelerare il decesso. A quelpunto si è passati alle intercettazioni tele-foniche e ambientali. I casi accertati sonoquattro e secondo l’accusa sono attribuibili adottor Cazzaniga. Se non ci fosse stato so-

    vradosaggio non ci sarebbe stata la morte. Inparallelo è stata portata avanti l’indagine neiconfronti dell’infermiera che all’epoca lavoravacon lui e poi è diventata la sua compagna. Nelcorso delle indagini sono emersi elementi checi hanno fatto comprendere come fosse statocommesso l’omicidio del marito. Si sta con-tinuando a indagare sulla morte di altre per-sone, tra cui la madre della Taroni, avvenutadopo quella del marito. La donna descriveva ilmarito come persona violenta e con abitudiniintime non adeguate. Stavano attraversando

    Un ’inchiesta dei carabinieri di Saronno durata due anniMartedì mattina, mentrevenivano eseguiti gliarresti del medicoLeonardo Cazzaniga edella compagna, LauraTaroni, i famigliari diquattro delle vittime(quelle finora accertate)del medico sono statechiamate dai carabinieridella Compagnia diSaronno e sono stateaccolte dal capitanoGiuseppe Reginache ha spiegato loroquanto scopertonel corso delle indagini

    Il prevosto diS a ro n n o,

    monsignorA rm a n d oC a tt a n e o

  • VENERDÌ 2 DICEMBRE 2 01 6

    La Settimana 3

    una profondacrisi. Il primo ri-covero del ma-rito risale al no-vembre 2011 acausa di unagrave intossica-zione. A presen-tare la segnala-zione era stata ladirezione sani-taria dell’osp e-dale. Sono incorso indaginianche sul de-cesso avvenutoin ospedale delsuocero dell’in-fermiera, una persona anziana e malata.

    Un ’indagine approfondita ha riguardato icomponenti della Commissione, per cui l’op e-rato del dottor Cazzaniga, denunciato da dueinfermieri in tempi diversi, era conforme. «LaCommissione aveva comunicato agli infermierida cui proveniva la segnalazione sui trattamentisomministrati ai pazienti che la condotta del

    medico era dac o n s i d e r a r s icorretta e chenon vi era al-cun nesso dicausalità tra ifarmaci infusi ela morte deipazienti. I con-sulenti dellaProcura hannoinvece stabilitoche il sovrado-saggio era net-to e tale daconfigurare ildecesso». Haperò aggiunto:

    «Non bisogna fare allarmismo, le morti sospetteriguardano soltanto i pazienti del dottor Caz-z a n iga » .

    Tra gli indagati c’è anche un maresciallo deicarabinieri di Saronno per il reato di omissionedi denuncia in relazione a fatti collegati all’omi-cidio del marito dell’infer miera.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    KILLER

    Tributaria della Guardia di Fi-nanza di Varese ha, invece, svol-to indagini e accertamenti pa-trimoniali. I carabinieri sia per sibambini sia per il vice primarioche ormai aveva capito di esserearrivato al capolinea ed era di-sposto a morire per non far pa-gare alla sua compagna le con-seguenze delle loro azioni. Ecco

    Acquisite le cartelle clinichee intanto ai carabinieri stannogiungendo nuove segnalazioni

    SARONNO (pil) L’indagine prosegue a tutto campo. Martedìmattina durante le perquisizioni in ospedale i carabinierihanno acquisito le cartelle cliniche (un’ottantina), sullequali sono state avviati una serie di accertamenti. Nelfrattempo al Comando di via Manzoni sono giunte nuovesegnalazioni da parte di parenti che hanno denunciato altremorti sospette. Potrebbero essere molte di più quindi levittime del protocollo Cazzaniga. Lo stesso procuratoreGian Luigi Fontana ha infatti confermato che i casi

    accertati sono cinque, compreso il decesso del marito, mache il numero dei casi presi in esame è almeno il doppio.Quello che è certo è che l’indagine della Procura dellaRepubblica di Busto Arsizio e dei carabinieri del NucleoOperativo di Saronno ha aperto una voragine su quello chesuccedeva all’interno del Pronto soccorso e sulla facoltà delvice primario Cazzaniga di poter decidere della vita e dellamorte delle persone che arrivavano in ospedale. Il «dottormorte» si sentiva onnipotente.

    Si sentivaonnip otente,de cidevadella vita edella mortedei pazientich earrivavan oin codicerosso alP ro ntos occors odi Saronno,a dottan doquello cheormai eraconos ciutocome il« ProtocolloCazz aniga»

    dalle autorità di ogni grado: nazionali e locali, sa-nitarie e amministrative che si lavi questo obbrobriogarantendo a Saronno e al suo Ospedale il massimodella qualità e dell’eccellenza. Adesso è dovere ditutti. Adesso i conti economici non possono pre-valere. E’ in gioco l’onore della città. Solo così si puòcancellare il gorgo di disumanità: con decisioni cheportino l’umanità in alto, il più in alto possibile. Matutto questo ancora non basta e forse non serve, senon ci dovessimo impegnare tutti a una decisa eirrevocabile scelta di bene. E’ in gioco la coscienza diciascuno. La dignità di ciascun saronnese. Nessunopuò tirarsene fuori. Ospedale di Saronno, tu che curitutti, oggi sei tu il grande ferito. Tocca a tutti ora curaret e.

    Don Armandoe la diaconia della comunità cristiana

    perché i militari sarebbero staticostretti a intervenire. Martedìmattina, mentre venivano ese-guiti gli arresti, i famigliari dellevittime uccise per mano del me-dico sono state chiamate in ca-serma e sono state accolte dalcapitano Giuseppe Regina cheha spiegato loro quanto scoper-to nel corso delle indagini.

    Gian Luigi Fontana Maria Cristina Ria

    I CARABINIERI AVEVANO PAURA PER I DUE FIGLI DELLA DONNA

    «Per te sarei disposta anchea uccidere i miei bambini»SARONNO (pil) «Sarei disposta anche a uccidere imiei bambini per te», si è sentito dire duranteun’intercettazione telefonica da Laura Taroni,ma il compagno rifiuta: «No, i bambini no».

    Sempre per amore di Leonardo CazzanigaLaura ha lentamente avvelenato il marito, som-ministrandogli farmaci di cui non aveva neces-si t à .

    L’amore tra il vice primario del Pronto Soccorsoe la bella infermiera era nato in reparto e per quellegame hanno ucciso chi li ostacolava. In un’a l t raintercettazione del 13 marzo 2016 l’infer mieraespone al figlio di 11 anni (uno dei suoi due«angeli», da qui anche il nome dell’operazione) lesue idee sull’omicidio perfetto e sono evidenti icollegamenti tra questa conversazione e le mo-dalità degli omicidi del marito Massimo Guerra edella morte della madre Maria Rita Clerici. «Sail’elemento sorpresa è anche più efficiente di unaspada bella affilata... perché se hai una bellaspada affilata ma non sai che il nemico ti balza

    addosso non fai niente...», dice il figlio che ag-giunge: «Non sai quanto le nostri menti omicidemesse insieme siano geniali...». Ma lei gli spiegache non si può usare la spada per uccidere,bisogna essere furbi e commettere l’omicidioperfetto, che non lascia tracce. E’ pure «neces-sario eliminare i corpi per non lasciare tracce deifarmaci», che per non destare sospetti «è più facileuccidere con i farmaci chi è già malato». E con-tinua: «L’omicidio deve essere una cosa per cuinon ti scoprono, se ti scoprono che vai in galerache c...o fai? Perdi anche l’opportunità dei avereuna casa, te la portano via... Allora non fare ilcretino, bisogna... devi pensarla bene, non è che tisvegli la mattina e dici: “Ah passo a filo di lamaq u e l l o”, no! Non è così che si pensa bene unomicidio!». Successivamente commenta con ilcompagno la discussione avuta coll figlio. E scher-zano sul fatto che ingenuamente abbia propostodi usare la spada per eliminare i parenti inveceche pianificare tutto come aveva fatto la madre.

    Il capitano Giuseppe Re-gina con il luogotenente

    Salvatore Carrà; sopra,l’arresto del vice primario

  • VENERDÌ 2 DICEMBRE 2 01 6

    La Settimana4

    OPERAZIONE ANGELI E DEMONI

    Ospedale, indagati i verticiSapevano e hanno taciuto

    SARONNO (pil) La direzione sa-nitaria sapeva, ma non ha fattonulla. E’ quanto emerge dall’in -dagine «Angeli e Demoni» cheha portato all’arresto del medicoLeonardo Cazzaniga e dellasua compagna, l’infer mieraLaura Taroni. Dieci fra dirigentie medici sono stati indagati avario titolo: i reati vannodal l’omessa denuncia per gliomicidi al favoreggiamento per-sonale. Tra gli indagati figuraNicola Scoppetta, nato a Pavia il7 dicembre 1968 e residente aVarese, primario del repartooperativo di Pronto Soccorso:per lui era stata richiesta la mi-sura degli arresti domiciliari, ri-gettata dal gip Luca La Bianca.Tra gli altri indagati ci sonoClaudio Borgio, nato a Legnanoil 5 gennaio 1956 residente aBusto Arsizio, responsabile delS.I.T.R.A. aziendale, Fabriz ioF ra tt i n i di Varese, capo dipar-timento del reparto Emergenzae Accettazione, Maria LuisaPe n n u to, residente a Gallarate,medico legale aziendale, Pa oloVa l e nt i n i , residente a Milano,direttore medico del Presidio diSaronno, Roberto Cosentina diSeregno, all’epoca direttore sa-nitario ora in servizio a Seriate, ildottor Giancarlo Favia, nato aBari il 26 agosto e residente aSaronno, medico addetto al R.O.del Pronto soccorso, la dotto-ressa Simona Sangion, residen-te a Lomazzo, e la collega E l e naS oldav ini residente a Gallarate,l’oncologo Giuseppe Di Lucaresidente a Lissone. Poi ci sonouna cugina della Taroni, Filo -mena Pistidda residente a Mol-trasio, e un carabiniere dellacompagnia di Saronno, que-

    st ’ultimo per il reato di omis-sione di denuncia. Scoppetta, inqualità di pubblico ufficiale haomesso di denunciare all’auto -rità giudiziaria o ad altra au-torità i reati commessi dal suovice e di cui aveva avuto notizia.Dopo che due infermieri ave-vano inviato alla direzioned e l l’ospedale due segnalazioni,rispettivamente per la morte diAngelo Lauria e per l’attuazio -ne da parte del medico ane-

    stesista del cosiddetto «Proto-collo Cazzaniga» ai pazienti de-boli, Cosentina, direttore sani-tario dell’azienda ospedalieradel Circolo di Busto Arsizio, ave-va istituito una commissione in-terna di cui facevano parte Bor-gio, Frattini, Pennuto, Scoppettae Valentini. «La Commissione -si legge nell’ordinanza - ana-lizzava otto casi (tra gennaio20012 e aprile 2013), tra i qualiquello di Antonino Isgrò, Lui -

    gia Lattuada, Angelo Lauria eGiuseppe Pancrazio Vergani. Aconclusione dei lavori a firmadel dottor Valentini, i compo-nenti della Commissione, tra iquali Scoppetta, omettevano dirilevare gli elevatissimi sovrado-saggi di farmaci somministrati aipazienti da parte di LeonardoCazzaniga e l’elevata probabilitàd e l l’esistenza di un nesso dicausalità tra la somministrazio-ne di tali farmaci e la morte dei

    pazienti. Contro ogni evidenzascientifica esprimevano un giu-dizio di correttezza professiona-le e deontologica dell’operato diLeonardo Cazzaniga. Infine Ro-berto Cosentina formulava ri-sposta scritta che indirizzavaagli infermieri segnalanti, ripor-tando le conclusioni della Com-missione». Di fatto i componentidella commissione dissuadeva-no l’infermiere dallo sporgeredenuncia in relazione al caso

    della morte di Angelo Lauria eritardavano la denuncia in Pro-cura della collega, presentatasoltanto nel giugno 2014, oltreun anno dopo il termine deilavori della Commissione. «Intale modo i componenti dellaCommissione - prosegue l’or -dinanza - determinavano un ri-tardo nell’avvio delle indaginifinalizzate all’accertamento deireati». Di seguito riportiamo al-cuni passaggi della lettera in-viata agli infermieri che avevanosegnalato: «Tutti i casi cliniciesaminati riguardano pazientiperventi al Ps in condizioni cli-niche compromesse da altre pa-tologie croniche e con sintoma-tologie che descrivono pazientiin fase critica. Tutti sono statiaffidati alle cure del dottor Caz-zaniga... Il trattamento dei casiclinici ha messo in evidenza unutilizzo di farmaci stupefacenti,ipnotici e sedativi in associa-zione tra loro e in dosaggi noncomuni...». Poi continua: «Iltrattamento effettuato nei casiesaminati è stato prescritto daun medico esperto e in possessodi idonee specializzazionia l l’uso dei farmaci utilizzati. Laparticolare esperienza e e qua-lificazione del medico... giusti-fica la maggiore esperienza eorientamento all’utilizzo di far-maci a dosaggi terapeutici ele-vati. Non si ravvede un com-portamento in modo chiaro einequivocabile discordante ilcodice etico e deontologico pro-fessionale o, peggio, che possafar ravvisare delle responsabilitàdirette sull’esito dei casi tratta-ti». Contattato Nicola Scoppetta,ha preferito non rilasciare di-ch ia raz i o n i .

    L'ospedale era già finito sotto la nostra lente d'ingradimentoper le tante criticità denunciate dai cittadini esasperati

    SARONNO (blv) L’arresto dell’aneste -si st a Leonardo Cazzaniga e dell’infer -m i e ra Laura Taroni ha fatto sprofon-dare l’ospedale di Saronno in un in-cubo. Alle ormai note criticità legate aitagli del personale e dei servizi, si èaggiunto ora un vero scandalo con echia livello nazionale. Le telecamere dellepiù importanti emittenti televisive so-no puntate sulla scritta «Ospedale diSaronno» che, agli occhi di tutti gliitaliani, appare oggi come lo scenariodi un’inquietante vicenda di morti emalasanità. L’interesse de La Settima-na per le critiche condizioni in cuiversa il nosocomio cittadino si è

    espresso in vari servizi. Solo ultima-mente abbiamo realizzato un appro-fondito dossier basato sui risultati delportale web «Dove e come mi curo»:l’ospedale saronnese figurava, soprat-tutto per alcune patologie, agli ultimiposti rispetto ad altre strutture dellazona (il Galmarini di Tradate e l’« Hu-

    manitas» di Castellanza risultavano in-fatti più quotati). I problemi più gravierano però emersi nel corso dell’in -contro di settimana scorsa organizzatodal «Circolo della Bussola». Qui i cit-tadini avevano protestato per le con-dizioni indecorose in cui versa il set-timo piano, dove sono stati accorpati

    vari reparti a discapito della riabili-tazione, e per la chiusura di due deinove piani della struttura. Gius eppeBrazz oli, direttore generale dell’A sstdella Valle Olona, aveva però rassi-curato i saronnesi, negando altre ra-zionalizzazioni ai servizi dell’ospe dalecittadino (al contrario di quanto verrà

    invece fatto nelle strutture di BustoArsizio, Gallarate e Angera). All’incon -tro aveva partecipato l’assessore re-g i o na l e Giulio Gallera, che aveva par-lato, riferendosi a Saronno, di «futuroradioso», parole che oggi non possonoche stonare di fronte allo scandalopiombato sul nosocomio.

    Nic

    ola

    Scop

    petta

    Paol

    o Va

    lent

    ini

    Robe

    rto C

    osen

    tina

    Mar

    ia Lu

    isa P

    ennu

    to

    Dieci fra dirigenti e medici della struttura di piazzale Borella sono stati in dagatia vario titolo; per il primario del Pronto Soccorso i magistrati avevano chiesto l’arre sto

    Via San Cristoforo n. 9

    SARONNO

    Tel. 0296704081

    www.temporo.it

    Promo Natale 2016La Gioielleria ti accrediterà il 20% su ogni

    acquisto effettuato fi no al 31/12/2016* i buoni sono cumulabili

    più valore ai tuoi regaliRITIRO ORO

    COMPRAVENDITA OROLOGI ROLEX

  • VENERDÌ 2 DICEMBRE 2 01 6

    La Settimana 5

    SARONNO (blv) Stimato medico dallalunga esperienza professionale e alcontempo «angelo della morte», dot-tor Jekill e mister Hyde, anestesista daimodi garbati e serial killer. E’ un pro-filo profondamente contraddittorioquello che emerge dalle intercettazio-ni telefoniche e dalle testimonianzedei colleghi ed ex pazienti di L eonardoCazz aniga, che spesso indossava inPronto soccorso una maglia recitanteil suo nome. C’è chi lo descrive co-me «un bravissimo medico, alto, bello,educato, gentile e serio nel suo lavoro»,come la saronnese Ma r ia , che all’ane -stesista ha affidato suo marito e suocognato, e chi come la volontaria dellacroce rossa N.L . ne conserva un ter-

    ribile ricordo: «Era una persona moltostrana, spesso ci trattava male. Unavolta ha detto a noi operatori del 118:“Cosa portate a fare queste persone inPronto soccorso che tanto devono mo-r ire”». Ma i più delusi sono i suoi pa-zienti più fidati, come T.C ., che con-

    fessa: «Me lo ricordo perché era il me-dico più umano e simpatico del Prontosoccorso di Saronno. Quando andavoper mia mamma chiedevo sempre dilui, mi sentivo più sicura». Ma ai suoipazienti il medico rivelava anchedi «non avere paura della morte», una

    frase che molti consideravano natu-rale per un’anestesista, ma che in real-tà nascondeva un amore inconscioverso la morte, una morte che, con lacomplicità dell’amante, l’infer mie-ra Laura Taroni, procurava ai pazientipiù gravi, spesso malati terminali, ap-

    plicando loro il tristemente noto «pro-tocollo Cazzaniga». Ossia la sommi-nistrazione di un potente «cocktail difarmaci» che assicurava una morte im-mediata. «Con questo paziente dispie-go le mie ali dell’angelo della morte»,era la frase che Leonardo Cazzaniga,n e l l’apice del suo delirio di onnipo-tenza, pronunciava davanti ai pazientiche decideva di uccidere. «Eutanasia»,la definisce il dottore al telefono con lasua amante. «L’eutanasia è un’a l t racosa – lo redarguisce la donna - èquando una persona lucida e coscien-te ti chiede di porre fine alla sua vita».«Allora è omicidio volontario», rispon-deva lui nel corso di un’intercetta -z i o n e.

    «Fatti mostruosi;c o mp l i m e nt iai carabinieri»SARONNO (blv) «Se verranno conferma-te le notizie che trapelano dai giornali edalla televisione, abbiamo a che fare confatti, a dir poco, mostruosi». Non na-sconde lo sconcerto il sindaco Ale ssan-dro Fagioli che, prima di ogni altra cosa,tiene a esprimere la sua solidarietà, peri «danni irreparabili subiti», a tutti i fa-migliari delle vittime accertate. Le sueparole si concentrano anche sull’«e gre-gio lavoro delle forze dell’o rd i n e » : « Co nqueste lunghe ed estenuanti indagini,coordinate dalla Procura di Busto Ar-sizio e portate atermine dai ca-rabinier i sa-ronnesi guidatidal capitanoGiuseppe Re-g ina con S a l-vatore Carrà,che ha diretto ilNucleo opera-tivo e radiomo-bile, le forzed e l l ’ o r d i n ehanno dimo-strato la lorogrande profes-sionalità. A lorovanno tutti imiei compli-m e n t i » .Su l l’ospedale cittadino si limi-t a i n v e c e a c o m m e n t a-re: «Queste morti sono il fruttodi due menti malate e non han-no niente a che vedere con laprofessionalità del restantepersonale sanitario. Lo dimo-stra il fatto che l’azione cri-minosa dei due amanti si siaconcentrata anche in ambien-te famigliare». E conclu-de: «Sono ancora senza paroleper quanto accaduto. E’ i na c -cettabile che due persone pos-sano arrogarsi il diritto di sce-gliere sulla vita o la morte deiloro pazienti e non solo».

    «Bisogna continuare ad averefiducia nei nostri validi medici»

    SARONNO (blv) «Mi sento scon-volto. Conoscevo bene il dottorCazzaniga. Da medico di fami-glia, lo consideravo un collegastimato e in passato c’erano sta-te parecchie occasioni di incon-tro e collaborazione». Così l’exsindaco, nonché medico di ba-s e , L u c i a n oP o r r o c o m-m enta l’ar restodel medico ane-stesista e tutte leinquietanti no-tizie trapelates u l s u o c o n-to. «Spesso gliaffidavo i mieiassistiti in Pron-to soccorso enon avrei maiimmaginato unrisvolto simile.Da medico, masoprattutto dasaronnese, nonposso che rimanere senza pa-role: un medico è una persona difiducia a cui ci affidiamo quan-do stiamo male», sostiene, ag-giungendo subito dopo: «Lo co-

    noscevo da più di 30 anni. L’hosempre ritenuto molto compe-tente, nonché uno dei migliorimedici del Pronto soccorso. Erasempre disponibile e gentile ealle spalle aveva una grandeesper ienza».

    Per Porro, che al momentod e l l’arrivo delleforze dell’o rd i-ne si trovava inospedale per unesame di preri-covero, que stanotizia non faràper niente benea l n o s o c o-mio: «In questigiorni sto leg-g e n d o m o l t icommenti pe-santi e superfi-ciali. Non si de-ve generalizzaresu tutto il per-sonale. Ci sono

    tanti medici e infermieri che la-vorano con professionalità e de-dizione e su cui dobbiamo con-tinuare ad avere fiducia».

    E’ dello stesso parere an-

    ch e Daniele Ballabio, sindaca-lista Uil che si occupa propriod el l’ospedale saronnese: «Nonritengo corretto che una situa-zione che coinvolge due per-sone vada a inficiare il lavoro diquasi mille dipendenti, che con-tinuano a garantire la salute deipazienti». E aggiunge: «Quelloche è successo è sicuramentegrave e brutto, ma non possiamofar emergere un messaggio de-leterio per l’ospedale. Ritengoassurdi quei commenti che van-no a denigrare la professionalitàdi tutto il personale sanitario, dicui invece i cittadini possonocontinuare a fidarsi».

    An che Leonardo Calzeroni,dal 2010 al 2015 membro dellacommissione ospedale istituitadal Comune, precisa: «E’ u navicenda pazzesca che nuocea un ospedale che, pur con i suoilimiti, ha finora svolto un buonservizio. Conosco bene quanto ilpersonale fa per garantire i ser-vizi a un bacino d'utenza estesosu quattro province. Medici einfermieri non si meritano que-st'immagine negativa».

    «Con i pazienti dispiegole ali da angelo della morte»

    L’assessore Gallera Il sindaco FagioliTre commenti a caldo sulla vicenda Cazzaniga

    IL SINDACO

    A l e s s a n d roFagioli fa icomplimentialle forzedell’ordine perl’egregio lavo-ro svolto erassicura i cit-tadini di Sa-ronno sullaprofessionali -tà dei medici edi tutti i pro-fessionisti inservizioall’ospedale

    Sconcerto

    L’ex sindaco, nonchémedico di famiglia,Luciano Porro è rimastosenza parole dopo avereappreso le notizieriguardanti un collegache ha sempre stimatoe ritenuto valido

    TESTIMONIANZE

    L'ex sindaco LucianoPorro che, da medicodi base, conosce be-ne l'anestesista Leo-nardo Cazzaniga, eLeonardo Calzeroni,ex membro dellacommissione comu-nale sull’ospedale,che difende i profes-sionisti dell'ospedales a ro n n e s e

    La Regione avviauna Commissioned’i n ch i e st a

    SARONNO (pil) «Siamo sconcertati perquanto emerso ieri e quanto sta emer-gendo, per questo riteniamo asso-lutamente doveroso mettere in campouna Commissione di inchiesta regio-nale affidata all'Ats Insubria, ad esperticlinici e di riskassessment, per ve-rificare la corretta gestione del Prontosoccorso, delle procedure e attività dicontrollo, svolta dalla direzione, inseguito alle segnalazioni di irregolaritàpervenute negli anni passati».

    Lo ha dettol'assessore alWelfare di Re-gione Lombar-dia Giulio Gal-le ra in meritoagli arresti avve-nuti ieri dei dueoperatori sani-tari per ipotesidi reati com-messi tra il 2012e il 2013 pressol'ospedale di Sa-ro n n o.

    «Circa la ge-stione delle pro-cedure da partedel dottor Caz-zaniga - ha ag-giunto l'asses-sore - era statasvolta dall'A-

    zienda ospedaliera di Busto Arsizioun'inchiesta finita senza sanzioni. Vo-gliamo capire perché il fenomeno none' emerso allora e se ci sono delleresponsabilità da parte dell'allora di-rezione nell'attività di controllo. Perquesto Regione Lombardia ha decisodi attivare subito una commissione diinchiesta regionale, coordinata dal-l'Ats Insubria che coinvolgerà ancheesperti clinici e di organizzazioneospedaliera. Quando e se ci saranno ipresupposti ci costituiremo parte ci-vile».

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    Re gioneLombardia vuolefare chiarezza suquanto accaduto,l’ass ess oreGiulio Galleraha predispostouna commissionedi inchiesta peraccertare eventualiresp onsabilità

    I carabinieri durantela perquisizioneall’ospedale di piaz-zale Borella, marte-dì mattina; a de-stra, il luogotenen-te Salvatore Carrà

    acquisto effettuato fi no al 31/12/2016

  • VENERDÌ 2 DICEMBRE 2 01 6

    La Settimana6

    OPERAZIONE ANGELI E DEMONI

    Sospetti anche sulla mSARONNO (blv) L’istinto omi-cida dell’«angelo della morte»e della sua «amante diabolica»potrebbe essere andato benoltre l’omicidio volontario diAngelo Lauria, 69enne mala-to di tumore, ucciso con unadose di Propofol cinque voltesuperiore al normale, di G iu-seppe Pancrazio Vergani,71enne malato di Parkinson,ammazzato con una dose dimorfina dieci volte oltre il con-sentito, di Luigia Lattuada,77enne malata di tumore, eAntonino Isgrò, 93enne an-dato al pronto soccorso per larottura del femore. Oltrea ll’omicidio già accertatod i Massimo Guerra, maritodi Laura Taroni, altri parentidella donna potrebbero infattiessere finiti nel mirino del-la «coppia diabolica», a partiredalla stessa madre Maria RitaCleric i. Anche lei, secondo gliinvestigatori, sarebbe stata uc-cisa da un potente mix difarmaci letali e tutto perchéavrebbe ostacolato la relazio-ne della figlia con Cazzaniga. Ilsospetto nasce grazie a un’in-tercettazione, in cui l’a n e ste -sista elogia l’amante perl’«idea geniale» di cremare ilcadavere del marito MassimoGuerra per nascondere ognitraccia sulle reali cause dellasua morte. «Dalla cremazione

    non possono capire niente»,commentavano i due a lugliodello scorso anno, quandoavevano iniziato a intuire chein Procura era stato aperto unfascicolo per le strane mortiavvenute tra il 2012 e il 2013n e l l’ospedale cittadino. Anchela madre, defunta nello stessoperiodo, è infatti stata crematadopo il decesso. Circostanzache fa aumentare i sospetti suun ennesimo caso di omicidiovolontario. Ma i retroscena in-

    quietanti non sono finiti qui: sisospetta infatti l’inter ventodella Taroni e di Cazzanigaanche dietro le morti del suo-cero della donna e di uno ziodi Massimo Guerra, caduto inu n a v a s c a d i l i q u a m in e l l’azienda agricola «Regina»di Lomazzo, di proprietà dellafamiglia Guerra da diverse ge-nerazioni fino alla recentechiusura. Nell’agosto 2013,quindi a due mesi di distanzadalla morte di Guerra, lo zio

    era infatti morto asfissiato inuna vasca per la raccolta diliquame bovino profondaquattro metri. L’istinto omi-cida della donna emerge innumerose intercettazioni. «Ioogni tanto ho una certa vogliadi uccidere qualcuno», con-fessa in un’occasione. E in piùc’è l’agghiacciante intercetta-zione con il figlio di 11 anni,l’«angelo blu», in cui madre eragazzino discutono su comeuccidere la nonna e la zia.

    Molto dubbi i decessidel suocero della Taronie di uno zio del marito

    «Mi auguro che le cose che hannofatto a mio padre le facciano a loro»

    SARONNO (pil) «Mi auguro che facciano aloro le stesse cose che hanno fatto a miopadre». A parlare è Rinaldo Isgrò, figlio diAntonin o, morto a 93 anni dopo essereandato al Pronto soccorso per una fratturaa una gamba. «Mio padre stava bene. Eracaduto dal letto durante la notte - raccontail figlio - Mi hanno detto che era decedutoper un’embolia, io so solo che mio padrefino a quel giorno stava bene. Certo avevagli acciacchi di una persona di novant’an-ni, ma era ancora in gamba. Aveva unatempra forte». Antonino Isgrò arrivò inaccettazione al Ps di Saronno il 30 aprile2012 alle 9.45, alle 11.02 furono eseguiti iprimi esami che accertarono la fratturadella gamba. Quaranta minuti dopo fu

    constato il decesso del 93enne a causa diuna «insufficienza respiratoria acuta ir-reversibile». A portarlo in ospedale erastata l’associazione Sos di Uboldo che loaveva soccorso nella sua abitazione in viaRamazzotti. L’anziano era stato trovatoadagiato a terra su un materasso e, all’ar-rivo dei soccorritori, aveva una bassa

    saturazione di ossigeno. Al momentod e l l’accesso al Ps l’infermiera, in con-siderazione dei valori della frequenza car-diaca e della ridotta saturazione, gli as-segnò priorità rossa. Poco dopo il triage lesue condizioni precipitarono, il dottor Caz-zaniga dispose pertanto di procedere aintubazione e a ventilazione manuale som-

    ministrando del midazolan e della mor-fina. Isgrò morì poco dopo. «Sapevamo chesi era fatto male ma eravamo certi che sisarebbe ripreso. Siamo ancora scioccati, èuna cosa incredibile. Quando martedì icarabinieri ci hanno informato non po-tevamo crederci. Hanno ucciso nostro pa-d re » .

    I Carabinieri durante le perquisizio-ni di martedì mattina in ospedale; a

    destra, il luogotenente SalvatoreCarrà con i suoi uomini

    FINO AL 31 DICEMBRE 2016

  • VENERDÌ 2 DICEMBRE 2 01 6

    La Settimana 7

    a morte della madre

    Gli ex compagnidi S el: «Siamosconcer tati»SARONNO (blv) Oltre a una brillante car-riera da medico anestesista, nella «doppiavita» di Leonardo Cazzaniga, stimatoprofessionista e al contempo serial killer,ha trovato spazio anche la candidaturaalle scorse elezioni amministrative sa-ronnesi. Cazzaniga compariva infatti tra icandidati consiglieri della lista di Sel(Sinistra ecolo-gia e libertà). Ela notizia del suoarresto è piovutaoggi come unfulmine a cielsereno sui suoiex «colleghi po-l i t i c i » . « S o n osconcertato eancora non rie-sco a credere al-le notizie chestanno emer-gendo su Cazza-niga. L’avevo co-nosciuto lo scor-so anno in occasione della campagnaelettorale, quando avevamo deciso dicontattarlo in qualità di medico alta-mente rispettato nel suo ambiente», rac-c o nt a Dario Liotta, referente di Sel perSaronno. «Nei mesi di campagna elet-torale, Cazzaniga si era dimostrato unapersona brillante, professionale e ancheun po’ eccentrica. Come l’ex sindacoLuciano Porro non possiamo che dircisorpresi e sconcertati: a noi ha infattisempre mostrato un’altra immagine, lon-tana da quella che oggi ci viene rac-contata. Siamo probabilmente di fronte aun caso di sdoppiamento della perso-nalità» e si dice fiducioso sul lavoro ef-fettuato dalle forze dell’ordine e sugliaccertamenti che la magistratura farà do-po l’arresto. A onor di cronaca la carrierapolitica di Cazzaniga, residente a Ro-vellasca, era finita con la sconfitta elet-torale e con la delusione per i soli otto votiricevuti: «Non ha mai avuto tessere e nonè mai stato iscritto a Sel. Si era solodichiarato disponibile a candidarsi, con-dividendo il nostro programma elettoraleper la città di Saronno».

    Un passato da politico

    Dario Accurso Liotta

    SARONNO (pil) «I recenti e terribili fatti dicronaca nera che secondo l'accusa sisarebbero svolti entro le mura dell'o-spedale cittadino lasciano tutti nello sgo-mento - si legge nel comunicato di Sa-ronno al centro - E' naturale essereattoniti e porsi degli interrogativi quandoci si trova di fronte a casi in cui sem-brerebbe emergere totale sprezzo dellavita umana». Il gruppo ricorda però dinon associare questi casi all'intera strut-tura ospedaliera saronnese. «Ci sono per-

    sone che giorno per giorno lavorano incondizioni di personale numericamentelimitato, proteste e talvolta pretese, strut-ture e macchinari non sempre all’a l tezz adell'alta vocazione richiesta alla sanità...problemi che vengono da tempo ma-nifestati da più fonti e che hanno spinto ilnostro gruppo a richiedere al sindaco lacreazione di un tavolo di lavoro sul-l'ospedale. Vogliamo in questa occasionerivolgerci al bene che alberga, vive e favivere l’ospedale di Saronno: non ab-

    battetevi, proseguite - pur tra mille dif-ficoltà - nel portare professionalità eumanità nella struttura, ai degenti e ailoro parenti. Questi giorni sono soggettialla rabbia che emerge dal constatarecome in momenti di vulnerabilità servepotersi affidare a persone in grado diriconoscere una persona nel malato: ab-biamo bisogno di persone così, che nel-l'ospedale sono la maggioranza che non fan o t i z ia » .

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    SARONNO AL CENTRO INVITA A CONTINUARE AD AVER FIDUCIA DELL’O S P E DA L E

    «Non associamo questi casi a tutta la struttura»

    « E’ molto scossa, la suapreoccupazione sono i figli»

    LOMAZZO (pil) La primapreoccupazione di Laura Ta-ro n i è stata verso i bambini.

    «Ha chiesto come stessero»,ha detto l’avvocato Mo n i c aAlb erti, dello studio Mascettidel foro di Varese. L’i n f e r-miera sarà sottoposta a in-terrogatorio venerdì in car-cere. «Era molto scossa e ilsuo primo pensiero è andatoai bambini, voleva sapere sestessero bene e dove fossero».Non dice altro l’avvocato cheprima di decidere come muo-versi vuole leggere con at-tenzione tutte le carte dell’o r-dinanza. L’arresto è scattatomartedì mattina quando i ca-rabinieri del Nucleo Opera-tivo si sono presentati a casa,nella sua abitazione di via

    Lombardia a Lomazzo. Sonostati momenti molto concitatie prima di effettuare l’arresto idue figli, di 8 e 12 anni, sonostati affidati ai Servizi socialidel Comune. Una volta ac-certato che i bambini fosseroal sicuro, sono scattate le per-quisizioni in casa per recu-perare altro materiale utilealle indagini. Gli investigatorihanno sequestrato documen-ti, farmaci, cellulari e com-puter. Poi hanno portato l’i n-fermiera in caserma a Sa-ronno dove è rimasta fino altardo pomeriggio prima diessere poi trasferita in car-c e re.

    Nunziato Isgròintervistato dalletele cameredi Mediaset mostrail suo sconcertoper la morte del padreAntonino, 93enne,arrivato al ProntoSoccorso per lafrattura di una gamba

    Laura Taroni mentre vieneportata in caserma

    Il capitano Giu-seppe Regina

    Ti aspettiamo a SARONNO (VA) in viale Lombardia ang. Via Grieg 32 - Tel. 02 96283711

    Visita il sito www.autotorino.ite scopri le nostre migliori o� erte su nuovo, usato e aziendale

  • VENERDÌ 2 DICEMBRE 2 01 6

    La Settimana8

    OPERAZIONE ANGELI E DEMONI

    Un marito «ingombrante» ammazzatocoi farmaci e il corpo subito crematoLOMAZZO (aol) Avrebbero ar-chitettato tutto. Ogni minimoparticolare. Così almeno haricostruito l’accusa. L au-ra e L eonardo non potevanovivere la loro storia d’a m o realla luce del sole. Laura vivevacon il marito 46enne, Ma s -simo Guerra, il titolare del-l'azienda agricola «Regina»,come il nome della nonna. Lacoppia e i loro due bambini, aitempi di 2 e 5 anni, abitavanoa Lomazzo, in via Lombardia,a pochi passi dall’az i e n daagricola. Lei aveva confidato aun’amica che voleva separar-si. Ma invece di andare da-vanti a un giudici fin dal 2011gli mette antidepressivi nelcaffè. E alla fine lei e il suoamante, appunto, il dottorLeonardo Cazzaniga, il me-dico anestesista all’ospe daledi Saronno, hanno pensato diuccidere il marito, sanissimo ebisognoso forse solo di un po’di dieta, inventandosi una ma-lattia per indurlo a prenderefarmaci. Laura e il suo amante hanno falsificato gli esami e glihanno fatto credere di avere ildiabete e lei, sempre d’ac-

    cordo con l’amante, gli hasomministrato dei farmaci chenon erano compatibili con lostato di salute del coniuge: ilfisico così si è indebolito finoad arrivare alla morte.

    Massimo si è spento il 30giugno del 2013. Un maloreimprovviso, quasi inspiegabileavvenuto una domenica pri-ma dell’ora di pranzo. Era tor-nato dal mercato e si era se-duto in attesa di pranzare enon si è più rialzato. Quandola moglie ha mandato il fi-glioletto a chiamarlo perchéera pronto in tavola, il piccololo ha trovato seduto sul divanoormai privo di vita: una finepremeditata, ma lei ha con-tinuato a recitare la parte,chiamando i soccorsi. Ovvia-mente a nulla erano valsi itentativi di rianimarlo da parted e l l’equipe medico sanitariache aveva raggiunto con ur-genza l’abitazione della fami-glia Guerra. Per il giovane pa-pà non c’era stato più nulla dafare. La salma era stata cre-mata: Laura aveva deciso così,oggi si è capito che l’ave vafatto per non lasciare trac-

    ce. Martedì mattina mentrescattavano le manette per idue «amanti diabolici», anchea Lomazzo, in via Lombardia,

    sono arrivati i Vigili del fuoco ei militari della Guardia di Fi-nanza in borghese hanno suo-nato alla porta di Laura Ta-

    ron e. Hanno sequestrato do-cumenti, immagini, pc e ma-teriale che potrebbe essereutile alle indagini che pro-

    seguono incessanti. Mentredue bambini, sono rimasti«orfani». E di loro si stannooccupando i Servizi sociali.

    Massimo Guerra, imprenditore agri-colo, non aveva problemi di salute,ma aveva la «colpa» di essere un ma-rito «ingombrante», per questo la mo-glie Laura e l’amante hanno architet-tato un piano diabolico per convin-cerlo di essere ammalato fino a uc-ciderlo (accanto la casa di Lomazzo)

    I vicini di casa, gli stessi sindaci di Lomazzo e Rovellancora credere che tra loro vivevano due persone tan

    Il sindaco Benzoni: «Sono sconvolta,a Lomazzo vivono brave persone»

    LOMAZZO (aol) «Sono sconvolta». Loripete più volte, quasi sussurrando.Nelle due parole pronunciate dal sin-daco di Lomazzo, Valeria Benzoni, ècontenuto un grande dolore. Il doloreper una vicenda che definire incre-dibile è poco.

    «Quasi non ci credo che sul nostroterritorio possano verificarsi episodidi questo tipo. Sono talmente scon-volta che non so cos’altro aggiun-gere - afferma quasi incapace di par-lare - Sono convinta che Lomazzo siauna realtà di brave persone. Sonosicura che la giustizia ora farà ilsuo cors o».

    Laura Taroni abita a Lomazzo, invia Lombardia, in una villettina a

    pochi passi dalla suocera e da quellache un tempo era l’azienda agricolaRegina, l’attività gestita dalla famigliaGuerra, e che era conosciuta in tutta lazona, fino a Saronno, per la bontà deisuoi prodotti. Nella città degli ama-retti aveva infatti anche un punto didistribuzione di latte fresco.

    «Se conoscevo Laura? In realtà dipersona no, se non per essere “lamoglie di...” – precisa il sindaco –Conoscevo però bene la famigliaGuerra per l’attività che ha sempresvolto in paese e per l'azienda agricolache ha portato avanti con passione ededizione al lavoro».

    E ora è tutto finito: i titolari morti,l’azienda chiusa.

    Laura amava giocare a Criminpartita postata su Facebook lLOMAZZO (aol) Le piacevagiocare a Criminal Case. Sullasua home page di FacebookLaura Taroni postava tutti ilivelli raggiunti con quel gio-co in cui spesso si cimentava,l’ultima volta proprio la notted e l l’arresto, alla 1 e 37 mi-nu t i .

    Ma amava tanto anche ilsuo L eonardo e ha riempitoFacebook di foto insieme, ab-bracciati e felici, rendendopalese il loro amore che aquanto sembra la coppia vi-veva da tempo alla luce delsole. Quel legame «malato»che martedì mattina li ha por-

    tati in carcere, al Bassone.Non appena la notizia si è

    diffusa, le foto e i nomi del-l'anestesista e della sua in-fermiera si sono diffuse la suahome page, per altro par-zialmente pubblica, è statainvasa da commenti di quelliche le erano amici. Commen-ti pesanti, insulti, parole efrasi cariche di odio e di ran-core verso di lei, ma qualcunaanche di sostegno e di com-prensione verso i due bam-bini, da martedì mattina af-fidati ai Servizi sociali delcomune di Lomazzo e portatiin una struttura protetta per-

    Il sindaco di Lomazzo, ValeriaBenzoni, sconvolto dell’a c c a d u to

    Sono sotto chocle comunitàdi Lomazzoe Rovellascadove abitavanol’i n f e r m i e raassassina eil suo amante chepensava di essereDio e di potera suo piaceredispensare la vitae la morte a chientrava in ospedaleper essere curatoe salvato

  • VENERDÌ 2 DICEMBRE 2 01 6

    La Settimana 9

    Sembrava una famiglia sfortunata:morti marito, suocero e madreLo zio caduto in un fossa di liquamiLO M A Z Z O ( a o l ) A i u t a t ada l l’amante, Laura Taroni haucciso il marito Massim oG uerra. Ha architettato tuttocon Leonardo Cazzaniga. Main quella famiglie i decessi so-no stati troppi e nel giro ditroppo poco tempo: è un altroabisso su cui gli inquirentistanno cercando di fare luce. Inparticolare sono sospette lemorti della mamma di Laura edel suocero, Luciano Guerra,il papà di Massimo. La Procurasospetta che siano stati uccisicon una dose letale di farmacianche loro due, probabilmenteperché erano contrari alla re-lazione che aveva con l’ane -stesista più anziano di lei. Almomento però è solo quella diuna persona, quella del marito,la morte che le viene contestatadalla Procura. Cinque invecequelle che al momento ven-gono contestate a Cazzaniga.

    Anche la mamma di Laura, sidiceva, potrebbe essere tra lemorti su cui la Procura sta in-dagando. La donna stando a

    quanto è stato possibile rico-struire, dopo la morte del ma-rito, era venuta ad aiutarla aLomazzo, nella gestione della

    casa e dei due bambini ancorcosì piccoli. Un paio di mesidopo però si era spenta. Ancheper il suo corpo Laura aveva

    scelto la cremazione.Successivamente è stata la

    volta del suocero LucianoGuerra, pure lui morto in ospe-

    dale in situazioni che alle lucedi quanto è emerso paiono so-sp ette.

    Alla fattoria Guerra avevaperso la vita anche lo zio Naz -z areno, fratello di Luciano ezio di Massimo: mentre facevadei lavori, si era detto da solo,era finito nella vasca dei liqua-mi ed era stato inghiottito esoffocato. A trovarlo era stata lanipote: anche in questo caso(era già successo con il marito)era andato a chiamarlo per ilpranzo perché aveva visto chenon arrivava, ma quando l’ave -va scorto era ormai troppo tar-

    di. Aveva visto una scarpa sulbordo della vasca e aveva dettoche aveva intuito quanto erasuccesso quindi aveva chiama-to i soccorsi. Quando gli ope-ratori erano riusciti ad arrivareallo zio Nazareno sul fondodella vasca, l’uomo era ormaiin fin di vita. Ai tempi sembravache la sventura si fosse abbat-tuta sulla fattoria dei Guerra,ora verrebbe da pensare chepotrebbe esserci stato qualco-sa d’altro, ma sarà solo e sol-tanto la Procura a dire cosa èdavvero successo in quella ca-sa della morte.

    LO ZIO

    La foto e l’arti -colo de La Set-timana pubbli-cato dopo la tra-gedia nell’azien -da agricola dellafamiglia Guerrache oggi, conl’arresto di Lau-ra Taroni e diLeonardo Caz-zaniga, è torna-ta alla luce fa-cendo scoprireretroscena in-quietanti su cuisono in corsoancora le inda-gini degli inve-s t i ga to ri

    vellasca si dicono sconvolti: non possonoone tanto malvagie da uccidere parenti e malati

    Il sindaco di Rovellasca: «Comesi fa a uccidere chi si ha in cura?»ROVELLASCA (aol) «Un emerito sco-nosciuto». Per Renato Brenna, il sin-daco di Rovellasca, il dottor L eonardoCazz aniga, il «dottor morte», è soltantoun nome e un volto comparsi sullecronache nazionali per l’uccisione condose letali di farmaci di quattro personeanziane e malate arrivate al prontosoccorso dell’ospedale di Saronno e delmarito della sua amante. Con lui è stataarrestata la sua compagna, Laura Ta-ro n i , un’infermiera 40enne di Lomazzo,accusata di aver ucciso il marito.

    «Prima di questo momento non l’av e-vo mai visto né come medico né comecittadino», ribadisce Brenna che subitoaggiunge: «La giustizia farà il suo corso.Ci saranno i processi e, se davvero ver-

    ranno riconosciute come reali le colpeper cui sono stati arrestati, sarebbesconvolgente. Pensare che ci sono co-munque dei medici e delle infermiereche invece di esercitare del bene perguarire le persone esercitano il malefino ad arrivare ad uccidere chi hannoin cura è davvero sconvolgente. Come sifa solo a pensare di ammazzare lepersone che si affidano a te per esserecu rate ? » .

    Un interrogativo che angoscia tanti eche sta minanando la credibilità delmondo sanitario che davvero non me-rita di essere messo alla gogna. Ma il«protocollo Cazzaniga», messo in attodal vice primario del Pronto soccorso diSaronno, è angosciante.

    e a Criminal Case: l’u l t i maok la notte dell’ar resto

    Laura Taroniamava giocarea Criminal Ca-se, l’ultimo suoaccesso alla pa-gina Facebookrisale a pocheore primadell’a rre s to

    Il sindaco di Rovellasca, Renato Brenna è anchelui sconvolto dall’operato del concittadino

    ché ne possano avere cura.Con qualcuno che deve spie-gargli che la mamma ha uc-ciso il papà e che era pronta asacrificare i suoi «angelo ros-so» e «angelo blu» se il suoamante medico glielo avessechiesto. Lei e lui inebriati daun delirio di onnipotenza, ca-paci di pianificare gli omicidia tavolino e di metterli inpratica. Quella mamma checon il figlio maggiore parlavadi come è meglio uccidere ealla sua «spada affilata» con-trapponeva i farmaci che nonlasciano traccia, «ma poi bi-sogna cremare i corpi».

    ROVELLO P. Il caso di Angelo Lauria, malato oncologico di 69 anni, arrivato in pronto soccorso per una crisi respiratoria

    Parla la moglie: «Siamo sconvolti, è agghiacciante»ROVELLO PORRO (pil) Angelo Lauria,aveva 69 anni ed è una delle vittime del«dottor Morte». Era un malato on-cologico, non in condizioni terminali.Era arrivato al Pronto soccorso il 9aprile 2013 su disposizione dell’on-cologo in servizio, che ne aveva or-dinato la sistemazione temporanea inPs, in attesa di un letto in reparto.Affidato alle cure di Cazzaniga era de-ceduto nella stessa giornata. «Siamosconvolti - ha detto la moglie Ang ela,che non ha molta voglia di parlare -Tutto questo è assurdo - Martedì mat-tina siamo andati in caserma dai ca-rabinieri, siamo rimasti paralizzati. Fi-no all’altro giorno non avevamo maiavuto spiegazioni». Soltanto martedì lamoglie e i figli hanno saputo la verità diquello che era accaduto quel terribilegiorno. Il caso di Angelo Lauria - silegge nella richiesta di misura cau-telare - è emblematico dell’ap p l i ca -zione del protocollo Cazzaniga «poichéè quello nel quale la volontà dell’in-dagato di cagionare la morte del pa-ziente si è manifestata più chiaramen-te». Quel giorno era stato condotto daifamiliari in ospedale, nel reparto dioncologia dove era in cura da tempo.

    Alla visita il 69enne si è presentato conuna notevole difficoltà respiratorie,tanto da rendere necessario il ricorsoa l l’ossigeno. L’accesso in triage risaletra le 9.44 e le 9.46, orario in cuil’infermiere di turno aveva registrato ivalori. Secondo quanto emerso dall’in-dagine e dall’esame della cartella cli-nica il dottor Cazzaniga ha sommi-nistrato una terapia farmacologica deltutto inadatta a ristabilire i parametri es p ro p o r z i o nat a a n c h e r i s p e t t oa l l’eventuale scopo di ridurre la sof-ferenza del paziente - si legge nei do-cumenti - In particolare ha sommi-nistrato farmaci che, combinati tra diloro e infusi in forte sovradosaggio, nonavrebbero potuto portare ad altra con-seguenza che a una definitiva depres-sione dello stimolo respiratorio, finoa l l’arresto». Angelo Lauria è morto po-chi minuti dopo la somministrazione.

    «Gli ha fatto una roba...quella che aveva ucciso Michael Jackson»SARONNO (blv) «Li ammazzava?». «Si faceva il Pro-pofol a endovena». «Oh mamma...ma tu basta?». «Nobasta, basta». «E secondo te è una terapia ecces-si va ? » . « Ca.. . l’ha ammazzato, l’ha ammazzato...l’haammazzato!». «Ma lui lavora ancora lì?». «L’ha am-mazzato!». «Ma non sa che ti hanno chiamato?». «...èarrivato in pronto soccorso...non so cosa...gli ha fattoducento milligrammi di propofol, venti milligrammi dimorfina e sessanta milligrammi di midazolma...gli hafatto una roba...cioè quella che aveva ucciso MichaelJackson». Fanno rabbrividire questi pochi estratti diun’intercettazione tra due operatori sanitari dell’osp e-dale saronnese che, con le loro parole, dimostrano diessere perfettamente a conoscenza dell’ormai triste-mente noto «protocollo Cazzaniga». I due si riferi-scono proprio alla morte di Angelo Lauria, pensionato69enne di Rovello Porro, che, malato di tumore, eraarrivato in pronto soccorso con una crisi respira-

    toria. «Sì, sì...l’ha ammazzato. E lui arrivato in prontosoccorso...questo qua pare...non si capisce se ha avutouna crisi respiratoria oppure no...perché il referto delpronto soccorso è vago...c’è una dissociazione traquello che scrive l’infermiere del triage che parla di unpaziente dispnoico ma non in condizioni critiche equello che ha scritto...paziente in gravissima difficoltàrespiratoria». Racconta un dipendente, che all’ep o caera appena stato sentito dal pm, riportando la det-tagliata descrizione di quello che a tutti gli effetti era unemblematico esempio del «protocollo Cazzaniga», os-sia l’inniettamento di dosi letali di potenti sedativi viaendovenosa ai pazienti, in sovradosaggio rispetto alnecessario, causandone la morte. I colleghi parlanodel «delirio di onnipotenza» del medico e del suo «an-dare fuori di testa» in determinate circostanze, quandoCazzaniga decideva di porre fine alla vita di qualchepaziente, «pensando a tutto lui».

  • VENERDÌ 2 DICEMBRE 2 01 6

    La Settimana 10

    LOMAZZO (blv) La verità dietrola morte di Massimo Guer-ra ha sconvolto un paese in-tero. In molti ricordano ancoral’impresario agricolo e la suagiovane vita spezzata nel 2013da un malore improvviso, dicui solo oggi si conoscono leterribili cause. Tra i concit-tadini sconvolti dalla notizia,c’è un dipendente del consor-zio agrario di Lomazzo, che si èsfogato davanti alle telecame-re di «Chi l’ha visto?», il pro-gramma di Rai Tre condottoda Federica Sciarelli.

    Il lomazzese ha raccontatola sua amicizia con Guerra e leultime settimane di vita diquest ’ultimo: « Nell’ultimo periodo era semprepallido in volto, si vedeva chiaramente che erasofferente. Gli domandavo come stesse, ma luirispondeva che stava bene e che era stressatodal lavoro per i numerosi rifornimenti chedoveva fare».

    Nessuno in paese poteva immaginare chedietro quel volto pallido e sofferente si na-

    scondesse il «diabolico piano» della mo-g l ie Laura Taroni e dell’a ma nte L eonardoCazz aniga. Agli occhi dei conoscenti, Guerraera solo «debilitato dallo stress lavorativo», co-me ha ripetuto in televisione l’amico del con-sorzio agrario, dove l’imprenditore si recavaspesso per acquistare il mangime per i suoianimali e il concime per le coltivazioni.

    La dottoressa Sangion vorrebbe dire la veritàPrimario e direttore le promettono un postoLOMAZZO (pil) Una degli inda-gati è la dottoressa Sim onaSang ion, residente a Lomazzo,che dovrà rispondere di falsoideologico in atto pubblico. E’sospettata di aver aiutato L auraTa ro n i a falsificare le analisi delsangue del marito Massim oG uerra. La sua posizione è de-scritta nella richiesta di misuracautelare a firma dei magistratiMaria Cristina Ria e Gian LuigiFo nta na. Quando la dottoressariceve, il 5 giugno 2015, l’avvis odi garanzia, appena uscita dallacaserma, sconvolta, chiama ilcompagno e lo informa di es-sere indagata per concorso inomicidio. Quindi comunica chesta per recarsi da Scoppetta:«Mi fermo un attimo da Scop-petta perché devo sbattergli infaccia come, cosa, mi ha ro-vinata, ok?». Il primario forni-sce suggerimenti sulla strategiadifensiva da adottare. «Io sonod e l l’idea che bisogna sostenerela verità, nel senso che succedeche si faccia una cortesia a uncollega e quindi, si facciano de-gli esami al marito anche se nonè presente, perché...». Insommaquello che Scoppetta suggeri-sce di dire è una menzogna per-ché il primario sa, perché glieloaveva riferito la stessa Sangiornche, in occasione del falso ac-cesso di Massimo Guerra dell’1novembre 2012, il secondocampione di sangue mandatoin laboratorio non appartenevaa Guerra ma a Cazzaniga, vistoproprio dalla Sangion mentre siprelevava il sangue. La dotto-ressa è furiosa, lo si evince an-

    che da una telefonata con lamadre con la quale si sfoga: «E ilmio capo mi dice non tirarefuori storie, non accusarlo conaccuse dirette...». Il tono è di-sperato e prevede ogni sorta diconseguenza negativa per lapropria carriera e promette difare guerra a tutto l’ospe dale.«Perché io verrò radiata dall’al -bo dei medici, ma io tiro dentrotutti. Perché tanto io perdo illavoro sicuro, ma li distruggotutti! Perché faccio il nome ditutti, perché visto che loro nonmi difendono, io non difendoloro». Il 9 giugno 2015, due gior-ni prima della data fissata perl’interrogatorio, in un’altra in-tercettazione con la madre laSangion riferisce di aver parlato

    con il direttore medico di pre-sidio, il dottor Paolo Valentini,il quale le ha manifestato l’in -tenzione di assumerla a tempoindeterminato, nonostantel’avviso di garanzia ricevuto.L’interesse dell’ospedale per ri-solvere la situazione della San-gion è evidente anche da una

    telefonata di Scoppetta con uncollega, a cui dice di essere inospedale a Busto Arsizio perincontrarsi con il direttore sa-nitario Cosentina, al quale do-veva parlare del problema San-gion. Il giorno dell’inter rogato -rio risulta una telefonata traScoppetta e la Sangion con lapromessa del bando di concor-so per l’assunzione. La serad e l l’interrogatorio, l’11 giugno2015, circa due ore dopo il ter-mine dell’interrogatorio la San-gion è contattata da Scoppetta,tranquillizzandola e informan-dola che «stanno preparando ilbando di concorso per rinno-varti il contratto». Siamo a giu-gno, i giorni passano e si arrivaal 21 agosto quando la dotto-

    ressa torna alla carica. «Se io il24 settembre però non ho unlavoro, io faccio scoppiare uncasino! E ho le carte in manoper far scoppiarlo scoppiare malo faccio scoppiare davvero». LaSangion vedendo avvicinarsi lascadenza del contratto (23 set-tembre 2015) senza la sicurezzadi una nuova assunzione mi-naccia ancora di far scoppiareun casino, ovvero di coinvol-gere l’ospedale. Scoppetta larassicura, confermando il suocostante impegno nella vicen-da. Insomma meglio mentire,ricattare, depistare gli inquiren-ti che dire la verità. I capi sa-pevano, tutti sapevano, solodue infermieri hanno avuto ilcoraggio di denunciare.

    Lo sfogo dell’amico di Massimo Guerra

    « Nell’ultimo periodo era pallido, dicevache stava bene, era stressato dal lavoro»

    «La letteratura scientificaforense parla di “Angeli del-la morte”, individui che uc-cidono in modo seriale lepersone che assistono pro-fessionalmente, come me-dici o paramedici - spiega lopsichiatra Michele Cucchi,direttore sanitario del Cen-tro Medico Santagostino diMilano cui abbiamo chiestodi analizzare il profilod e l l’anestesista e dell’infer -miera dal punto di vista psi-cologico - E’ inte re ssa nteche infermieri o medici cheesercitano da una vita, soloa un certo punto diventinoassassini seriali particolar-mente avidi di vittime. Vistola frequenza con cui poi agi-

    scono, come se fossero "dro-gati" della sensazione chel'agito criminoso genera inloro. Queste persone agisco-no sulla base di una fameemotiva di ciò che l'onni-potenza di questo criminegli dà. Solo in taluni casisono dei professionisti se-riali, alienati, che studianonel dettaglio il piano e cheagiscono come veri preda-tori a sangue freddo. Le per-sone in questione hannovissuto nella totale indiffe-renza emotiva. Questa è unacaratteristica in buona partedell'isteria, fenomeno che simanifesta per una mancan-za di capacità di vivere leemozioni, sentirle nel benee nel male, utilizzarle comestrumento sociale. Sonopersone che somatizzano ipropri sentimenti, che fati-cano a parlarne, e che spes-so hanno sintomi fisici sen-za una vera causa organica.Ricercano un ruolo per ave-re un riconoscimento, sem-pre mancato, dagli altri».

    LO PSICHIATRA

    «Agiscono inpreda a deliriodi onnipotenza»

    I carabinieri l’accusano, lei lo racconta al capo e in cambio del lavoro sta zitta

    «Voglio risposte sulla morte di mio marito»Alessandro Pagani, 56 anni, morì nel 2002 al Pronto soccorso, la moglie ha sempre avuto dubbi

    SARONNO (pil) «La mia vita è cambiata incinque minuti. E ho perso per sempre miomarito. A distanza di tanti anni quella nottenon me la posso dimenticare. E' da allorache ho dubbi sul decesso di mio marito. Poiho controllato la cartella clinica e quellanotte all’1.30 in servizio c’era proprio ildottor Cazzanica. Mi sembra di tornareindietro di anni e di rivivere un incubo»,racconta Gisella Rocchio Pagani. Era lanotte dell'11 giugno 2002. Alessandro Pa-ga n i , all'epoca aveva 56 anni ed era inbuona salute. «Non si sentiva bene perquesto chiamai l'ambulanza, che lo portò alPronto soccorso, da lì però non tornò maipiù». Il 56enne quella sera si era sentito

    male, ma fino ad allora non aveva mai avutoproblemi di salute. «Il mese prima eravamostati in vacanza, era un uomo in salute. Daquel giorno ho sempre avuto dubbi sullasua morte, ho sempre pensato che ci fossequalcosa che non andava - continua - Vo-glio andare a fondo. Quando ho aperto lacartella clinica mi sono spaventata nel ri-leggere quel nome. Perché non hanno fattol’autopsia? Ho sempre chiesto, ma non homai avuto delle risposte. In questi giornileggo e rileggo la cartella clinica e nonriesco a trovare pace. Ho tanti dubbi suquello che è successo quella notte». Ladonna si rende conto che sono passati tantianni, ma vorrebbe avere delle risposte. «E’

    trascorso tanto tempo da allora, ma il nonsapere mi ha lacerato. C’era qualcosa chenon riuscivo a capire e questa incertezzanel corso di tutti questi anni non mi ha maiabbandonato. Mio marito non tornerà più,ma perché non è stata eseguita l’au to p sia ?Era un uomo ancora giovane, che non ave-va problemi di salute. Avevo dubbi già pri-ma, ora con tutto quello che è successo lemie incertezze sono maggiori. Io e miomarito ci siamo conosciuti a 13 anni, l’hosposato che non era ancora maggiorenne.Sognavo di passare tutta la mia vita con lui.Voglio capire non solo per me, ma ancheper mio figlio. Io non ho niente da na-scondere, vorrei soltanto delle risposte».

    La dottoressaSimona San-gion residen-te a Lomazzo,deve rispon-dere di falsoideologico inatto pubblico

    L’amico di Mas-simo Guerra,operatore del

    Consorzio agra-rio di Lomazzo,intervistato da

    «Chi l’ha visto?»

    Michele Cucchi, psichiatra

    OPERAZIONE ANGELI E DEMONI

    Licata: «Conoscevo Cazzaniga, ma nongeneralizziamo, difendiamo l’ospe dale»SARONNO (can) «Quanto suc-cesso nel nostro ospedale è ter-ribile. Conoscevo il medico ar-restato visto che ho trasportatocentinaia di pazienti al Prontosoccorso di Saronno, come co-nosco decine di altri operatoridel pronto soccorso, motivo dipiù, per non generalizzare».Commenta Francesco Licatacapogruppo del Pd e volontario

    della Croce rossa dal 2003. «E’un bruttissimo fatto di crona-ca, ma nulla c'entra con laqualità del servizio, che era eche rimane alta. E’ indispen -sabile fare quadrato e strin-gerci intorno al nostro ospe-dale e soprattutto attorno a chicon professionalità, umanità esilenziosamente si prende cu-ra della nostra comunità».

    LA CENA DI NATALE

    Commedia - durata : 95' - regia : Marco Ponti

    ROCK DOGSabato 3 - Domenica 4 : h. 15.00 - 17.30

    2 atti - durata : 2 ore e 45 ' ca compreso un intervallo

    UN NATALE AL SUD

    Commedia - durata : 95' - regia : Federico Marsicano

    Venerdì 2 : h. 21.00 Sabato 3 : h. 21.15

    Domenica 4 - Lunedì 5 - Martedì 6 : h. 21.00

    con Riccardo Scamarcio, Laura Chiatti, Michele Placido

    Dopo Io Che Amo Solo Te tornano le emozioni, le risate e le furie dei personaggi creati da Luca Bianchini, che troveremo ancora insieme per La cena di Natale. Nella splendida Polignano a Mare imbiancata della neve, saranno ancora più agitati del solito: tra isterismi, introvabili capitoni, test di gravidanza, ansiolitici, ascensori bloccati, anelli scomparsi, ritrovamenti e colpi di scena, ne succederanno di tutti i colori.

    Animazione - durata : 82' - regia : Jean-Francois Pouliot, Francois Brisson

    Bodi è un giovane mastino tibetano che vive in un villaggio tra le montagne, spinto aseguire le orme paterne come guardiano di un gregge di pecore. Ma Bodi ha altreaspirazioni e quando una radio cade letteralmente dal cielo, decide di trasferirsi nella grandecittà per diventare una rock star. Dal regista candidato all'Oscar per Surf's Up e co-regista di Toy Story 2, una spettacolare animazione per una storia che emoziona, diverte e parla al cuore dei più piccoli ma nonsolo.

    L'Opera al Cinema : La PRIMA della ScalaMADAMA BUTTERFLY di G. Puccini

    Mercoledì 7 dicembre : h. 17.30

    in diretta via satellite dal Teatro alla Scala di Milano

    ore 16.30 introduzione all'opera a cura del Maestro Paola ManaraMusica : Giacomo Puccini - Regia : Alvis Hermanis - Direttore : Riccardo Chailly

    con Maria José Siri, Annalisa Stroppa, Bryan Hymel

    Madama Butterfly nacque alla Scala nel febbraio 1904: Riccardo Chailly prosegue nel percorso di rilettura critica delle opere pucciniane proponendo per il suo secondo 7 dicembre da Direttore Principale la prima versione scaligera! La regia è di Alvis Hermanis, già apprezzato alla Scala per le nuove produzioni de " Die Soldaten " di Zimmermann e " I due Foscari " di Verdi, e il cast ruota intorno alla Cio-Cio San di Maria José Siri, soprano emergente sui maggiori palcoscenici internazionali.

    Venerdì 2 : h. 21.00

    Sabato 3 - Domenica 4 : h. 15.30 - 21.00

    con Massimo Boldi, Biagio Izzo, Anna Tatangelo

    Peppino, un carabiniere milanese, e Ambrogio, un fioraio napoletano, insieme alle amate mogli Bianca e Celeste, festeggiano il Natale nella stessa località turistica. È durante queste feste che le coppie di genitori scoprono che i rispettivi figli, Riccardo e Simone, sono fidanzati con due coetanee: Giulia e Ludovica. Tutto molto bello se non fosse che i quattro innamorati ... non si sono mai incontrati dal vivo! Ma siamo così sicuri che le storie d'amore di una volta fossero più vere di quelle 2.0 di oggi?

    Aderiamo alle

    promozioni

    LA CENA DI NATALE

    Commedia - durata : 95' - regia : Marco Ponti

    ROCK DOGSabato 3 - Domenica 4 : h. 15.00 - 17.30

    2 atti - durata : 2 ore e 45 ' ca compreso un intervallo

    UN NATALE AL SUD

    Commedia - durata : 95' - regia : Federico Marsicano

    Venerdì 2 : h. 21.00 Sabato 3 : h. 21.15

    Domenica 4 - Lunedì 5 - Martedì 6 : h. 21.00

    con Riccardo Scamarcio, Laura Chiatti, Michele Placido

    Dopo Io Che Amo Solo Te tornano le emozioni, le risate e le furie dei personaggi creati da Luca Bianchini, che troveremo ancora insieme per La cena di Natale. Nella splendida Polignano a Mare imbiancata della neve, saranno ancora più agitati del solito: tra isterismi, introvabili capitoni, test di gravidanza, ansiolitici, ascensori bloccati, anelli scomparsi, ritrovamenti e colpi di scena, ne succederanno di tutti i colori.

    Animazione - durata : 82' - regia : Jean-Francois Pouliot, Francois Brisson

    Bodi è un giovane mastino tibetano che vive in un villaggio tra le montagne, spinto aseguire le orme paterne come guardiano di un gregge di pecore. Ma Bodi ha altreaspirazioni e quando una radio cade letteralmente dal cielo, decide di trasferirsi nella grandecittà per diventare una rock star. Dal regista candidato all'Oscar per Surf's Up e co-regista di Toy Story 2, una spettacolare animazione per una storia che emoziona, diverte e parla al cuore dei più piccoli ma nonsolo.

    L'Opera al Cinema : La PRIMA della ScalaMADAMA BUTTERFLY di G. Puccini

    Mercoledì 7 dicembre : h. 17.30

    in diretta via satellite dal Teatro alla Scala di Milano

    ore 16.30 introduzione all'opera a cura del Maestro Paola ManaraMusica : Giacomo Puccini - Regia : Alvis Hermanis - Direttore : Riccardo Chailly

    con Maria José Siri, Annalisa Stroppa, Bryan Hymel

    Madama Butterfly nacque alla Scala nel febbraio 1904: Riccardo Chailly prosegue nel percorso di rilettura critica delle opere pucciniane proponendo per il suo secondo 7 dicembre da Direttore Principale la prima versione scaligera! La regia è di Alvis Hermanis, già apprezzato alla Scala per le nuove produzioni de " Die Soldaten " di Zimmermann e " I due Foscari " di Verdi, e il cast ruota intorno alla Cio-Cio San di Maria José Siri, soprano emergente sui maggiori palcoscenici internazionali.

    Venerdì 2 : h. 21.00

    Sabato 3 - Domenica 4 : h. 15.30 - 21.00

    con Massimo Boldi, Biagio Izzo, Anna Tatangelo

    Peppino, un carabiniere milanese, e Ambrogio, un fioraio napoletano, insieme alle amate mogli Bianca e Celeste, festeggiano il Natale nella stessa località turistica. È durante queste feste che le coppie di genitori scoprono che i rispettivi figli, Riccardo e Simone, sono fidanzati con due coetanee: Giulia e Ludovica. Tutto molto bello se non fosse che i quattro innamorati ... non si sono mai incontrati dal vivo! Ma siamo così sicuri che le storie d'amore di una volta fossero più vere di quelle 2.0 di oggi?

    Aderiamo alle

    promozioni

    2-3 SETT_SAR (Doppia) - 02/12/2016 SETT6048 del 02-12_SAR7 (Left)�¿ŸaÖ��` ¹�3���¤¸Ž�.���¤¸Ž�.�����������` ¹�3���à�`�.���È€®�3���€Cz�3���¢†•�������ÀÍ�����¹�3�������.���È€®�3���þÿÿÿÿÿÿÿ0wcM.���€Cz�3���ùÜžf����071�.�����������(¸Ž�.���À!¿ 3�������.���(¸Ž�.���2-3 SETT_SAR (Doppia) - 02/12/2016 SETT6048 del 02-12_SAR7 (Right)�_.���à�`�.���À�Þf����°���������������/&®f�������ÀÌ�������������������°���������������þÿÿÿÿÿÿÿþÿÿÿÿÿÿÿàŒfi�3���0;˜˘3����ضf����ŸµŽ�.���À�Þf����˘Û6O.���•"uZ.���À�Þf����˘Û6O.������ÀÌ���,—•����4-5 SETT_SAR (Doppia) - 02/12/2016 SETT6048 del 02-12_SAR7 (Left)�c„aÖ���å™6.���—¿E�.���—¿E�.������������å™6.���`÷ã3.���¨¶L�.����…/.���¢†•�������À������™6.�������.���¨¶L�.���þÿÿÿÿÿÿÿ0—¡M.����…/.���ùÜžf�����U6�3������������¿E�.���pžg3�������.����¿E�.���4-5 SETT_SAR (Doppia) - 02/12/2016 SETT6048 del 02-12_SAR7 (Right)�3.���`÷ã3.���À�Þf����°���������������/&®f�������À�������������������°���������������þÿÿÿÿÿÿÿþÿÿÿÿÿÿÿ€¯^�.����Fʘ.����ضf����x¼E�.���À�Þf����øGÉ�3���°muZ.���À�Þf����øGÉ�3������À���,—•����6-7 SETT_SAR (Doppia) - 02/12/2016 SETT6048 del 02-12_SAR7 (Left)�WŸaÖ��€¸}E.���d½q�.���d½q�.�����������€¸}E.���ÐíôM.���ø!ıM.���ðY¸?.���¢†•�������Àz�����}E.�������.���ø!ıM.���þÿÿÿÿÿÿÿ�Õ��3���ðY¸?.���ùÜžf����Ð˙Vï2�����������è¼q�.���