OPERATORE ABILITATO AI RILEVAMENTI BIOMETRICI SUL … · inizia a perdere la striaturainizia a...

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23/02/2018 1 Sassoferrato, febbraio 2018 OPERATORE ABILITATO AI RILEVAMENTI BIOMETRICI SUL CINGHIALE BIOMETRICI SUL CINGHIALE Reg. Reg. 3/12 e ss. mm. ii., art. 2, comma 1, lett. i bis) Reg. Reg. 3/12 e ss. mm. ii. Art. 7 (Accesso alla gestione e al prelievo del cinghiale) 3. La squadra di braccata deve avere i seguenti requisiti: a) essere costituita da un minimo di trenta a un massimo di ottanta cacciatori abilitati alla caccia al cinghiale in forma collettiva, compreso il caposquadra, e almeno due sostituti aventi caccia al cinghiale in forma collettiva, compreso il caposquadra, e almeno due sostituti aventi la qualifica di caposquadra per la caccia al cinghiale in braccata ed un operatore addetto al rilevamento biometrico dei capi abbattuti ; b) essere costituite da almeno l80 per cento di residenti nella regione. 4. Il gruppo di girata deve avere i seguenti requisiti: a) essere costituito da un numero minimo di cinque ad un massimo di dieci cacciatori abilitati alla caccia al cinghiale in forma collettiva, compreso il conduttore di limiere ed un operatore addetto al rilevamento biometrico dei capi abbattuti ; b) essere costituito da almeno l80 per cento di residenti nella regione; b bis) avere la disponibilità di almeno un cane con funzioni di limiere abilitato attraverso una f d l d ll C l d d d ll' l d ll specifica prova di lavoro, organizzata dallATC, valutata da un giudice dell'Ente nazionale della cinofilia italiana (ENCI), esperto in cani da traccia. E' esonerato dal rinnovo il cane che abbia effettuato, nel corso della stagione venatoria, almeno cinque girate con esito positivo. 5. Il cacciatore appartenente a una squadra di braccata o a un gruppo di girata opera esclusivamente nella squadra o nel gruppo ove è iscritto nellambito di un solo ATC della regione e solo in veste di ospite in altre squadre o gruppi di girata per un massimo di 5 braccate e girate per stagione venatoria, fatta salva la possibilità di operare allinterno delle aziende faunistico-venatorie (AFV) e delle aziende agri-turistico-venatorie (AATV).

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Sassoferrato, febbraio 2018

OPERATORE ABILITATO AI RILEVAMENTI BIOMETRICI SUL CINGHIALEBIOMETRICI SUL CINGHIALE

Reg. Reg. 3/12 e ss. mm. ii., art. 2, comma 1, lett. i bis)

Reg. Reg. 3/12 e ss. mm. ii.

Art. 7 (Accesso alla gestione e al prelievo del cinghiale)

…3. La squadra di braccata deve avere i seguenti requisiti:a) essere costituita da un minimo di trenta a un massimo di ottanta cacciatori abilitati allacaccia al cinghiale in forma collettiva, compreso il caposquadra, e almeno due sostituti aventicaccia al cinghiale in forma collettiva, compreso il caposquadra, e almeno due sostituti aventila qualifica di caposquadra per la caccia al cinghiale in braccata ed un operatore addetto alrilevamento biometrico dei capi abbattuti;b) essere costituite da almeno l’80 per cento di residenti nella regione.4. Il gruppo di girata deve avere i seguenti requisiti:a) essere costituito da un numero minimo di cinque ad un massimo di dieci cacciatori abilitatialla caccia al cinghiale in forma collettiva, compreso il conduttore di limiere ed un operatoreaddetto al rilevamento biometrico dei capi abbattuti;b) essere costituito da almeno l’80 per cento di residenti nella regione;b bis) avere la disponibilità di almeno un cane con funzioni di limiere abilitato attraverso una

f d l d ll C l d d d ll' l d llspecifica prova di lavoro, organizzata dall’ATC, valutata da un giudice dell'Ente nazionale dellacinofilia italiana (ENCI), esperto in cani da traccia. E' esonerato dal rinnovo il cane che abbiaeffettuato, nel corso della stagione venatoria, almeno cinque girate con esito positivo.5. Il cacciatore appartenente a una squadra di braccata o a un gruppo di girata operaesclusivamente nella squadra o nel gruppo ove è iscritto nell’ambito di un solo ATC dellaregione e solo in veste di ospite in altre squadre o gruppi di girata per un massimo di 5braccate e girate per stagione venatoria, fatta salva la possibilità di operare all’internodelle aziende faunistico-venatorie (AFV) e delle aziende agri-turistico-venatorie(AATV).

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Il controllo e la valutazione dei capi abbattuti è una prassi gestionale moltoimportante, in quanto consente di ottenere informazioni precise, e a livellolocale, sullo stato della popolazione oggetto di prelievo.

I rilievi biometrici e l’analisi dei dati risultanti consentono:I rilievi biometrici e l analisi dei dati risultanti consentono:di caratterizzare la popolazione sottoposta a prelievo descrivendone iltrend (andamento) e le eventuali variazioni,

- utile per attuare le scelte gestionali più opportune;

-consentono di operare confronti estremamente accurati tral i ipopolazioni;

-stimare lo stato di salute di una popolazione;

- buon livello di standardizzazione;

All'abbattimento deve quindi sempre seguire una serie di verifiche e rilevamenti sulcapo prelevato.

Si tratta fondamentalmente di compilare con cura la scheda biometrica.

E' perciò necessario dare la giusta rilevanza alla raccolta dei dati biometriciE perciò necessario dare la giusta rilevanza alla raccolta dei dati biometrici,curando:

•sia la fase del rilevamento sul campo,

•sia la fase della memorizzazione e del trattamento statistico,

Fornire annualmente riepiloghi per specie e classe d'età.

La conoscenza dei pesi medi o di altre variabili come la lunghezza del garretto, permette di stimare lo stato di salute di una popolazione, di valutare l'eventuale superamento della densità biotica o l'approssimarsi di una condizione di saturazione della capacità portante.

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Dovrà acquistare sempre maggior importanza la raccolta sistematicadelle mandibole che ha lo scopo di esaminare lo stato di eruzione e diusura della dentatura per la valutazione dell'età dei capi abbattuti.

La stima dell'età

permette di valutare la struttura d'età della porzione dipopolazione prelevata;

inoltre l'età stimata di ciascun capo abbattuto, unita ai relativi datibiometrici, consente di valutare l'accrescimento corporeo medio, pdella popolazione.

Molto importanti sono anche gli studi sul rendimento riproduttivo, dallasemplice analisi dello stato dei capezzoli al prelievo dei tratti riproduttivicon esame dei corpi lutei o conteggio degli embrioni/feti.

Gli studi sulla fertilità permettono:

-di valutare la condizione delle popolazioni in esame;

-costruire modelli demografici predittivi.

Attualmente si sta sempre più affermando l'esigenza di effettuareindagini di tipo genetico, sia per caratterizzare alcune popolazioni di

f f àparticolare valore faunistico, sia per verificare la variabilità genetica didiversi nuclei

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La raccolta di crani e mandibole permette di effettuare indaginibiometriche molto raffinate che consentono di operare confrontiestremamente accurati tra popolazioni.

Alcune misurazioni, come la lunghezza della mandibola, potrebberodivenire di routine, data la facilità di rilevamento e il vasto uso che se ne fain Europa come indice di "condizione":

le dimensioni della mandibola sono infatti correlate alla qualitàdell'ambiente e alla densità di popolazionedell ambiente e alla densità di popolazione.

La trofeistica, se intesa in senso biologico e moderno, può essereun mezzo di promozione culturale all'interno del mondo venatorio;

l'importante è riuscire a fornirne una visione critica, sottolineandopregi e limiti di questa pratica tradizionale e promuovendo unavisione più moderna, in cui vi sia spazio e interesse sia per i trofei dipregio sia per quelli “di scarto” o anomali.

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La biometria (dalle parole greche bìos = "vita" e metros = "misura"):

è la scienza che ha come oggetto di studio la misurazione delle variabili morfologichedegli organismi di una popolazione, attraverso metodologie matematiche e statistiche.

I dati biometrici di un essere vivente sono derivabili dalla misurazione di variecaratteristiche del corpo (ad esempio le dimensioni del cranio e dell’ apparatoca a e s c e de co po (ad ese p o e d e s o de c a o e de appa a oscheletrico) e dalle proporzioni fra le sue componenti.

In pratica quindi la biometria è una scienza che studia le variazioni degliesseri viventi relativamente alle caratteristiche fisiche

PopolazioneComprende un gruppo di organismi o individui, appartenenti ad unadeterminata specie, che interagiscono gli uni con gli altri in un’area delimitatap , g g ge fra cui esiste la possibilità di scambio genetico (interfecondi).

VariabiliSono tutte quelle caratteristiche che mostrano una variabilità a livelloindividuale (ad esempio le misurazioni biometriche come: peso, lunghezzatesta-tronco, altezza al garrese, ecc).

La statistica è l’insieme delle metodologie adottate nella raccolta enell’elaborazione di dati di tipo quantitativo, generalizzando le conclusioni tratteda osservazioni effettuate su piccoli campioni;

si occupa:

•di organizzare sintetizzare e descrivere i dati quantitativi (le variabili)

•trarre conclusioni dagli stessi dati effettuando generalizzazioni.

La misurazione di una variabile è la determinazione di numeri e valori.

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Dal momento che nella maggior parte dei casi risulta impossibile misurare unadata variabile in tutti i membri di una popolazione, si è costretti a rilevare idati in un gruppo più piccolo che sia rappresentativo dell’intera popolazione.

Questo sottoinsieme è detto campione e risulta costituito da una serie di unitàdi campionamento (ad esempio il singolo indi id o)di campionamento (ad esempio il singolo individuo).

Il campionamento

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circonferenza scapolare circonferenz

a pelvica

lunghezza coda

PROGETTO CINGHIALEScheda rilevamenti morfologici e morfometrici

Data……………………………….............. Rilevatore…………………………..

Località prelievo…………………………………………………………………………..

Codice cinghiale…………………………………………………………………………..

Operatore di selezione…………………………………………………………………….

Colore disegno…………………………….. Sesso……………………………….

lunghezza piede

posteriore

altezza e larghezza disco

nasale

Profilo somatico…….. Profilo testa…….. Borra……… Coda………………

Lunghezza totale…………………………..Lunghezza coda…………………….

Circonferenza scapolare……………………Circonferenza pelvica………………

Lunghezza piede posteriore………………..Altezza padiglione auricolare………

Altezza disco nasale……………………….Larghezza disco nasale……………..

Peso……………………………………….. Peso sviscerato e senza testa………..

Contenuto stomacale………………………………………………………………………

lunghezza totale in “norma ventralis”

Cranio conservato: □ SI □ NO Età stimata………………………….

Norme per la compilazione:Codice individuo. Ad esempio CIN M 981002 RAPACOZZI 01 così costituito: sigla specie, sesso (M o F), giorno, località, n◦ individuo (solo nel caso di due individui nello stesso giorno e nella stessa località).Borra: presente +, assente –Coda: rettilinea +, “arricciata” –Profilo testa: rettilineo +, concavo –Profilo somatico: trapezoidale +, rettangolare –Lunghezza totale: dal grifo fino alla punta carnea della coda su norma ventralisLunghezza coda: dalla base fino all’ultima vertebra coccigea escludendo il ciuffo terminale di peli.

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I denti del cinghiale sono 44; 22 nella mandibola e 22 nella mascella:

12 incisivi (6+6), 4 canini (2+2), 16 premolari (8+8) e 12 molari (6+6);

la dentatura è molto diversa da quella di altri ungulati (… un onnivoro, non è ruminante);

Dentatura

il cibo viene strappato a morsi e non è brucato, deve quindi essere masticato e lacerato per poter essere digerito.

Tratto da:Moduli Formativi Regione Emilia Romagna Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica;ST.E.R.N.A.

Tratto da:Moduli Formativi Regione Emilia Romagna Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica;ST.E.R.N.A.

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Tratto da:Moduli Formativi Regione Emilia Romagna Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica;ST.E.R.N.A.

All’età di 3-4 mesi (classe 0)lo “striato” presenta tutti gliincisivi (i I, i II, i III) e icanini (c) di latte. Il mantello è ancora striato, mainizia a perdere la striaturainizia a perdere la striatura e tende a divenire “rosso”.

All’età di un anno (classe 1ª) il “porcastro” presenta i primi e secondi incisivi (i I, i II) di latte, gli sono spuntati i terzi incisivi definitivi (i 3) ed i canini (c) permanentied i canini (c) permanenti.

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All’età di 15 mesi (classe 1ª) al “porcastrone” spuntano i primi incisivi (i 1) permanenti, mentre sono ancora presenti i secondi incisivi di latte (i II).

All’età di 17-18 mesi (classe 1ª) al “porcastrone” sono cresciuti i primi incisivi permanenti (i 1) ed iniziano a spuntare i secondi incisivi (i p (2). Nel maschio i canini (c) sono già ben sviluppati rispetto alla femmina

All’età di 19-20 mesi (classe

1ª) al “porcastrone” sono già

evidenti i secondi incisivi

permanenti (i 2), ma ancora in

fase di crescita.

All’età di due anni (classe 2ª) il cinghiale ha pareggiato i primi e secondi incisivi permanenti (i 1, i 2). punto gli esemplari possono p g p pessere definiti “adulti”

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Fra i due e i tre anni di età (classe 2ª) è presente anche il terzo molare permanente (m 3)terzo molare permanente (m 3) con la corona dentaria non ancora usurata. La sua crescita termina a circa tre anni, per cui in seguito questi appare usurato in varia misura nella corona.

È importante sapere che …

I denti di latte si riconoscono da quelli permanenti per essere meno sviluppati, più sottili e senza scanalature longitudinali nella faccia linguale

All’età di due anni (classe 2ª) il cinghiale ha pareggiato i primi e i secondi incisivi

La crescita del terzo molare termina a circa 3 anni

Dentatura definitiva: 44 denti; 22 nella mandibola e 22 nella mascella:

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Da Gambioli e Maran, 2011

Da Gambioli e Maran, 2011

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Da Gambioli e Maran, 2011

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Esame visivo dell’apparato riproduttoreEsame visivo dell’apparato riproduttore

PRIMA FASE:Cosa si vede nelle ovaieAssenza di corpi lutei Presenza di corpi lutei

Femmina non fertile Femmina fertile

SECONDA FASE:Cosa si vede nell’utero

Assenza di feti Presenza di feti

Femmina non gravida Femmina gravidaFemmina non gravida

Accoppiamento non avvenuto oppure aborto precoce

Femmina gravida

Accoppiamento avvenuto ma durante il 1° mese di gestazione i

feti non sono visibili

Femmina gravida

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Norme generali per la raccolta, conservazione e conferimento dei campioni biologici per analisi.

Richiedere all’istituzione scientifica competente le provette e/ot it i hé l l i i li id l i d i

Tecniche di prelievo e conservazione dei campioni biologici ( tessuti, uteri e feti, sangue, ecc.)

contenitori, nonché le soluzioni liquide per la conservazione deireperti.

Usare materiale sterile usa e getta (guanti di lattice, lame dabisturi, pipette per sangue); sterilizzare con il fuoco gli strumentieventualmente da riutilizzare.

Rispettare i rapporti indicati tra il campione e la soluzioneconservante e non utilizzare mai alcool denaturato (quello rosautilizzato in campo sanitario!).

Verificare che il campione prelevato rimanga all’interno delcontenitore, non debordi, sia ben immerso nella soluzioneconservante e che il contenitore sia ermeticamente chiuso.

Etichettare le provette tramite scrittura a matita o vernice e noncon inchiostri degradabili in acqua o alcool.

Evitare le spedizioni nei giorni prefestivi e festivi in modo dalimitare la permanenza dei campioni a temperatureeccessivamente alte per lunghi periodi; prima delle spedizionicontattare il personale del laboratorio.

Prelievo di tessuto solido da carcasseRACCOLTA: prelevare circa 1-2 gr (indicativamente con un diametro non superiore a 0,3-0,5 cm, paricirca alle dimensioni dell’unghia del mignolo) di tessuto muscolare (cuore, lingua, muscoli scheletrici) o diorgani interni (fegato, rene) e porre in provette preferibilmente da 2 ml (o di volume superiore in caso dinecessità) contenenti etanolo 95% (non denaturato), avendo cura di rispettare il rapporto di 1 a 2 con

Tecniche di prelievo e conservazione dei campioni biologici ( tessuti, uteri e feti, sangue, ecc.)

l’alcool (1 di tessuto e 2 di alcool).

CONSERVAZIONE: appena possibile porre in congelatore fino all’invio al laboratorio per le analisi.

Prelievo di peliRACCOLTA: prelevare un numero di peli (da 10 a unciuffo), avendo cura, se possibile, di verificare la presenzadei bulbi. Si rammenta che sull’animale vivo, ove possibile,è da preferire il prelievo di sangue o se le condizioni loè da preferire il prelievo di sangue o, se le condizioni loconsentono, un piccolo campione di tessuto tramitebiopsia.CONSERVAZIONE: porre in provette da 2 ml (o superiori)contenenti etanolo 95% (non denaturato), avendo cura dirispettare il rapporto di 1:2 con l’alcool (1 di campione e 2di alcool) e quindi refrigerare se possibile.

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Prelievo di sangueIl sangue costituisce il tipico prelievo che viene effettuato su animali vivi; si possono comunqueprelevare campioni anche da animali morti (qualora richiesti a scopo di studio) prendendo i coaguli delcuore, del fegato o della giugulare (in caso di analisi genetiche è bene che il sangue non sia coagulatoed in tal caso l’istituto scientifico di riferimento fornisce una soluzione di conservazione adatta allo

Tecniche di prelievo e conservazione dei campioni biologici ( tessuti, uteri e feti, sangue, ecc.)

scopo).RACCOLTA (sangue non coagulato): porre il campione di sangue in una soluzione di conservazioneper campioni ematici tipo Long Buffer rispettando le proporzioni di 1 a 1 (quindi, se si utilizzanoprovette da 2 ml con indicatore di volume, ad 1 ml di soluzione va aggiunto 1 ml di sangue).CONSERVAZIONE: i campioni ematici così ottenuti sono stabili e possono essere conservati meglio seal freddo (frigorifero) o a temperatura ambiente.CONSEGNA: in funzione degli accordi presi con i coordinatori.

Tecniche di prelievo e conservazione dei campioni biologici ( tessuti, uteri e feti, sangue, ecc.)

Prelievo di resti fecali

RACCOLTA: raccogliere solo i campioni più freschi (idratati, esenti da muffe, non polverosi, etc.), preferibilmente in periodo freddo, e procedere come da schema allegato.

CONSERVAZIONE: porre il campione in etanolo 95% (non denaturato) rispettando il rapporto di 1 a 2 con l’alcool (1 di feci e 2 di alcool) e refrigerarlo al più presto.

CONSEGNA: a seguito di accordi da prendere con i coordinatori.

Schema di conservazione di resti fecali

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Prelievo per l’analisi genetica da carcasse in avanzato stato di degradazione

L’ avanzato stato di degradazione delle carcasse incide fortemente e negativamente sulla qualità del DNA; per minimizzare questo deterioramento cellulare è opportuno effettuare il prelievo nelle parti più

Tecniche di prelievo e conservazione dei campioni biologici ( tessuti, uteri e feti, sangue, ecc.)

DNA; per minimizzare questo deterioramento cellulare, è opportuno effettuare il prelievo nelle parti più interne della carcassa, dove è più probabile rinvenire tessuto integro..

Norme igieniche e sanitarieIndicazioni sui dispositivi di protezione individuale (D.P.I.) e sull’attrezzatura per una corretta

manipolazione della fauna selvatica abbattuta (ungulati).

(D P I ) Attrezzature(D.P.I.) Attrezzature

Guanti in lattice monouso per la manipolazione delle carcasse.

Guanti antitaglio (maglia d’acciaio) per la protezione delle mani

Un coltello affilato adatto ad eviscerare e scuoiare.

Una mannaia o un coltello di grandi dimensioni per sezionare la carcassa.

Sacchetti e sacchi in PVC per lo stoccaggio della carcassa, delle

durante le operazioni di eviscerazione, scuoiatura e

sezionamento.

gg ,interiora e del materiale organico di

risulta.

Un contenitore con coperchio, possibilmente ermetico, di dimensioni idonee al trasporto della carcassa e

facilmente lavabile.

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Norme igieniche e sanitarieIndicazioni sulle procedure per una corretta manipolazione degli ungulati selvatici abbattuti.

Dopo lo sparo, verificare l’avvenuto decesso dell’animale.

Prima di ogni manipolazione del capo abbattuto, indossare i D.P.I. precedentemente indicati.

Eseguire con attenzione e in condizioni di sicurezza le operazioni di eviscerazione, scuoiatura e sezionamento.

Inserire la carcassa dell’animale nel contenitore per il trasporto.

Inserire il materiale organico di risulta negli appositi sacchi, hi d li lti li i tt d l ti i tchiuderli e smaltirli rispettando la normativa vigente.

Effettuare: l’asportazione del materiale organico di risulta dal luogo in cui sono state eseguite le operazioni soprascritte; la

pulizia del sito.

Effettuare un lavaggio accurato dei materiali non monouso utilizzati.

Rischi sanitari nella manipolazione delle carcasse: infezioni

Il contatto diretto con animali selvatici e la loro carne può essere veicolo di infezioni e infestazioni.Le malattie infettive trasmesse dagli animali all’uomo vengono chiamate zoonosi e negli ultimi annihanno suscitato particolare interesse ed allarme. Le due zoonosi più comuni e conosciute sono latoxoplasmosi e la salmonellosi.

La toxoplasmosi è una zoonosi causata dal Toxoplasma gondii, un protozoo intracellulareobbligato. è un organismo ubiquitario che esiste in tre forme: l’oocita che viene escreto dalle fecidei gatti infetti, la forma proliferativa (trofozoita o tachizoita) e la forma cistica (cistozoite) che sitrova nei tessuti degli animali infetti. Il gatto è l’ospite definitivo, ma l’organismo in natura si trovain altri ospiti accidentali quali animali carnivori, onnivori ed erbivori. L’infezione viene trasmessaper via orale mediante cibi poco cotti o carni crude, contenenti le cisti. Il congelamento a –20 °Co la cottura ad almeno 66 °C della carne rende le cisti non infettive.

La salmonellosi è un’infezione causata da Salmonelle (batteri presenti nell'apparatogastrointestinale di molti animali quali insetti, rettili, uccelli e mammiferi) che vengono escreti conle feci. Nell'uomo, la salmonellosi ha un tempo di incubazione che varia fra le 12 e le 72 ore. Lefonti di contagio sono rappresentate quasi esclusivamente dall'ingestione di alimenti contaminati(soprattutto carne e uova) poco cotti, e molto più limitatamente dal contatto con portatori. La viapiù comune d'infezione è dunque quella orale (ingestione di cibi o liquidi contaminati).

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Rischi sanitari nella manipolazione delle carcasse: infestazioni (endoparassitosi)

Le infestazioni possono essere dovute a endoparassiti (come tenie e trichinelle) oppure ectoparassiti (come le zecche). Le endoparassitosi più comuni e conosciute sono la Teniasi e la Trichinosi.

Fra le teniasi le più comuni (ma comunque oggi molto rare) ci sono l'infestazione da Tenia saginata(tenia dei ruminanti) e da Tenia solium (tenia dei suidi); sono vermi piatti, nastriformi, lunghi fino a 6-7metri, biancastri, costituiti da una testa (scolice) dotata di uncini per fissarsi alla mucosa e da una seriedi segmenti (proglottidi). L'uomo si infetta mangiando carne cruda o poco cotta contenente la formalarvale (cisticerco), che nell'intestino dà origine al verme adulto in circa 3 mesi. Il riscontrodell'infestazione è spesso casuale per il ritrovamento delle proglottidi nelle feci.

La trichinosi è causata da un ciclo selvatico del verme Trichinella britovi. L'uomo si infetta consumandocarni contenenti le larve incistate dal verme che può infettare tutti i mammiferi qualora non venganosufficientemente cotte. Nell'intestino le larve si liberano dalla ciste, migrano attraverso la mucosaintestinale, si accoppiano e danno origine ad altre larve, che si diffondono in tutto l'organismoannidandosi prevalentemente nei muscoli. Qui determinano una miosite seguita da degenerazione dellefibre muscolari con emorragie, febbre elevata e grave compromissione dello stato generale.

La brucellosi è una zoonosi causata da un agente batterico del genere brucella. La via più comune diinfezione è rappresentata dal contatto con escreti e secreti (muco, liquidi organici, ecc.) di animali infetti.Il batterio è in grado di penetrare anche la cute integra, risulta pertanto molto importante ai fini preventiviindossare guanti di protezione prima della manipolazione delle carcasse.

Rischi sanitari nella manipolazione delle carcasse: ectoparassitosi (morbo di Lyme)

Fra le malattie infettive trasmesse da agenti di ectoparassitosi, la più nota è sicuramente la Borreliosi di Lyme (meglio conosciuta come morbo di Lyme) causata da un microrganismo chiamato Borrelia burgdorferi il cui più importante vettore è rappresentato dalla zecca Ixodes ricinus

Nell’uomo, la malattia insorge nel momento in cui lazecca, contenente nelle ghiandole salivari l’agentepatogeno, morde l’uomo ed emette materiale checontiene spirochete nella sede del morso.

L’infezione precoce localizzata, si verifica nel primo mese dall’infezione (tempo medio di 7 giorni) e simanifesta con una lesione maculo-papulare (erythema migrans) di colore rosso vivo ai bordi e chiaraal centro, localizzata in qualsiasi punto, anche se i siti più comuni sono la coscia, l’inguine e l’ascella.

Al primo eritema, molti giorni dopo, se ne associano moltialtri. A queste lesioni si possono aggiungere malessere,astenia, febbre, brividi, ecc. L’infezione cronica ècaratterizzata dalla comparsa di disordini neurologici(neuropatia periferica, meningoencefalite cronica) ed artrite.

www.antropozoonosi.it

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Alcuni consigli per limitare il rischio di essere punti da zecche: applicare (con molta moderazione)prodotti repellenti su abiti, scarponi ed eventualmente su parti di cute esposta; fare frequenti controllidegli abiti e dei tratti di pelle scoperti (aiutandosi reciprocamente se si è con altri); rimuovere lezecche individuate sugli abiti prima che si attacchino alla cute; utilizzare indumenti a maniche egambe lunghe; infilare i pantaloni dentro ai calzettoni; al ritorno da località infestate da zecche, lavaregli abiti in la atrice alla temperat ra più alta possibile e prima di fare il bagno ispe ionare

Rischi sanitari nella manipolazione delle carcasse: morbo di Lyme (procedure di prevenzione)

gli abiti in lavatrice alla temperatura più alta possibile e, prima di fare il bagno, ispezionareaccuratamente il corpo con l’aiuto di un familiare.

Come comportarsi in caso di puntura di zecca (occorre premettere chele probabilità d’infezione sono molto basse se la zecca resta attaccataalla cute per meno di 36-48 ore, e che una volta individuata lazecca,questa deve essere correttamente e rapidamente rimossa),operare quindi come segue: afferrarla con una pinza il più vicinopossibile alla cute e toglierla effettuando un leggero movimentorotatorio e tirando verso l’alto senza schiacciarla; qualora il rostro(l’organo che la zecca usa per attaccarsi) rimanga nella pelle estrarlo(l organo che la zecca usa per attaccarsi) rimanga nella pelle, estrarlocon un ago da siringa sterile; disinfettare la zona e verificare di esserevaccinati contro il tetano; non gettare la zecca tolta ma bruciala; nonusare metodi impropri di estrazione quali il caldo (brace di sigaretta,fiammiferi, aghi arroventati, ecc.) o sostanze come benzina, trielina,ammoniaca, acetone ecc. (tali metodi “irritano” la zecca e aumentanoil rischio di infezione; evitare, se possibile di toglierla con le mani e dischiacciarla fra le dita (rischio di contagio attraverso piccole lesionidella pelle o schizzi di sangue).

Pinze e procedura per la corretta estrazione delle zecche

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Lum = lunghezza media

Cs = circonferenza coti somme

Lam = larghezza media

Ag = aggiunte SE = sviluppo eccezionale

D = detrazioni

Criteri di valutazione del trofeo di cinghialeCriteri di valutazione del trofeo di cinghiale

La valutazione del trofeo di cinghialeCostituito dai quattro canini: “difese o zanne”, quellidella mandibola, e “coti”, quelli della mascella, èvalutato esclusivamente nei maschi. Per estrarredifese e coti dagli alveoli è necessario bollire lamandibola e la mascella. Dopo la bollitura, silasciano raffreddare per circa 1-2 ore in sede e, diseguito, con l'aiuto di una pinza, si estraggono. Unavolta lavati ma mai decolorati con acqua ossigenatae ripuliti dei nervi delle radici, si lasciano asciugarelontani da fonti di calore, per evitare cretti o rotture.Per la misurazione del trofeo si utilizza il nastrometrico ed il calibro.

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Lunghezza media zanne

Va misurata in centimetri, con approssimazione almillimetro, lungo la grande curvatura esterna, dallaradice all’apice della punta. Le lunghezze delle duezanne si sommano e la loro media moltiplicata per il

Criteri di valutazione del trofeo di cinghialeCriteri di valutazione del trofeo di cinghiale

p pcoefficiente 1 corrisponde al numero dei punti dilunghezza.

Xcoefficiente 1

Larghezza media zanne

Va misurata in millimetri (con precisione al decimo dimillimetro) nel punto più largo. La media dellalarghezza delle due zanne moltiplicata per ilcoefficiente 3 dà il numero dei punti Per questa

Criteri di valutazione del trofeo di cinghialeCriteri di valutazione del trofeo di cinghiale

coefficiente 3, dà il numero dei punti. Per questamisurazione si usa il calibro.

Xcoefficiente 3

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Circonferenza coti

Il punteggio è dato dalla somma dellecirconferenze delle due coti, presa nel punto piùlargo, e moltiplicata per il coefficiente 1. Le coti simisurano in centimetri, con il metro a nastro, o

li di ll l ti

Criteri di valutazione del trofeo di cinghiale

meglio con cordicella non elastica.

Xcoefficiente 1

Aggiunte

Si possono aggiungere un massimo di 5 punti per la bellezza del trofeo. Per le zanne non si possono dare più di 3 punti valutando uniformità e intensità del colore, uniforme convessità interna ed esterna e armoniosità della curvatura, grandezza del piano di masticazione, conformazione delle punte. Per le coti non si possono dare più di 2 punti valutando curvatura e colore coi criteri utilizzati per le zanne.

Criteri di valutazione del trofeo di cinghiale

Coti Colore e curvatura da 0 a 2

Zanne Colore, curvatura, uniforme convessità e integrità da 0 a 3

Si possono detrarre sino a 10 punti per difetti nel piano di masticazione delle zanne, per l’asimmetria nella lunghezza, larghezza e forma delle zanne e/o delle coti, per incongruenza tra zanne e coti, ecc.. Le detrazioni devono

Detrazioni

sempre essere motivate nelle schede di valutazione e non sono previste per la rottura del trofeo.

Questa aggiunta viene considerata solo se il trofeo presenta lunghezza e spessore eccezionali e arriva ad un max. di 5 punti.

Sviluppo eccezionale

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Per rendere oggettiva l’attribuzione del punteggio di sviluppo eccezionale (che rischia di dipendere davalutazioni molto soggettive) è stata introdotta, da alcuni anni, una tavola di gradazione e valutazione. Taletavola, a forma di cerchio, ha un diametro di circa 22 centimetri e presenta un asse centrale (che in alto sidiparte ad Y) e due circonferenze; quella esterna per la valutazione delle zanne, e quella interna per lavalutazione delle coti. Zanne e coti andranno posizionate avendo cura che i rispettivi colletti siano perpendicolariall’asse centrale della tavola; il superamento delle linee di demarcazione determinerà l’attribuzione delpunteggio relativo.

Criteri di valutazione del trofeo di cinghiale

pu egg o e a o

A fianco un esempio sommario e nonin scala della tavola di valutazione. Inazzurro le linee di valutazione dellezanne ed in rosso quelle relative allecoti

0.5

0.5 0.5

1 1

0.5

coti.

Tratto da: Ponti F., 2001 – Il patrimonio cinghiale. CarloLorenzini Editore. pp. 242. (Modificato)