Open licensing e immagini nella società dell'informazione - Aliprandi (2013)

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    1. Introduzione. Ambito di analisi e premesse terminologiche

    Questo articolo (rilasciato a sua volta con licenza open1) dedicato al fe-nomeno dellopen licensing applicato allo specifico ambito delle immagi-

    ni, intese in un senso piuttosto ampio come tutte le opere di caratte-re grafico e bidimensionale tutelate dalla legge 633 del 1941 e dalle con-venzioni internazionali in materia di diritto dautore. Riprendendo lelen-cazione compiuta dallart. 2 della stessa legge, possiamo ricomprenderein questa categorie le opere dellarte del disegno, della incisione e dellearti figurative similari (compresa la scenografia), i disegni e le opere del-larchitettura, le opere fotografiche e quelle espresse con procedimento ana-logo a quello della fotografia, le semplici fotografie exartt. 87 e seguen-ti. Vi rientrano quindi anche tutte le espressioni della creativit grafica ti-piche dellera digitale, compresa la grafica 3D.

    Per open licensing, invece, intendiamo quel particolare modello di ge-stione dei diritti dautore grazie al quale possibile diffondere opere del-lingegno, applicandovi una licenza duso che da un lato autorizzi alcuneutilizzazioni e dallaltro richieda il contestuale rispetto di alcune condizio-ni. Tale pratica, nata in ambito informatico negli anni ottanta (e si parla inquel caso disoftware libero esoftware open source), giunta oggi a es-sere sfruttata in tutti i campi della produzione intellettuale: si sente infat-ti parlare sempre pi spesso di open contente open data.

    La presente analisi sar condotta prendendo le mosse dai principi edalle categorie concettuali tipici del diritto dautore italiano. Tuttavia, co-

    me risulter ormai ovvio a qualsiasi giurista attento alle problematiche giu-ridiche derivanti dalla rivoluzione digitale, ormai poco sensato trattarequesti temi in unottica unicamente nazionale. In un mondo in cui le ope-re dellingegno vengono diffuse principalmente attraverso Internet, i con-fini nazionali e giurisdizionali vengono messi pesantemente in discussionerichiedendo un totale ripensamento dei criteri danalisi dei vari fenomenigiuridicamente rilevanti.

    Ne consegue che, anche in materia di open licensing, uno degli aspet-ti pi delicati rappresentato proprio dal grado di efficacia che le licenzepubbliche denotano quando la diffusione dellopera e il suo utilizzo tra-

    valicano i confini nazionali e si pongono a cavallo tra sistemi giuridici dif-ferenti. Si pensi semplicemente alle differenze giuridiche (nel senso di dif-ferenti principi normativi ma anche di differente cultura e sensibilit giu-ridica) che si registrano tra ordinamenti di civil law/droit dauteure ordi-

    Open licensing e immagini nella societ dellinformazione

    Simone Aliprandi*

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    namenti di common law/copyright. E addentrandoci maggiormente nel cuo-re di questa analisi, vi altres la peculiarit della legislazione italiana del-la distinzione tra opere fotografiche tutelate da diritto dautore e sempli-ci fotografie tutelate da mero diritto connesso2.

    2. Aspetto soggettivo

    Come accennato poco fa, dal punto di vista soggettivo lopen licensing,indipendemente dalla qualificazione giuridica attribuita alle licenze, crea

    un rapporto giuridico tra il soggetto detentore dei diritti di privativa e ilsoggetto utilizzatore dellopera.

    Il primo colui che, sulla base dei diritti attribuitigli dalla legge, ha ilpotere di decidere in quali modalit distribuire la sua opera e quindi di de-cidere se applicarvi o meno una licenza di libera distribuzione; e per que-sto si tratta sempre di un soggetto determinato o quantomeno determi-nabile. Il secondo colui che acquisisce lopera e ne fruisce nei termini in-dicati dalla licenza; costui, che assume il ruolo di licenziatario, nel model-lo open licensing quasi sempre un soggetto non predeterminato. A se-conda delle libert concesse dalla licenza, il licenziatario pu essere un me-ro fruitore finale dellopera oppure pu avere un ruolo pi attivo, come ri-distributore, rielaboratore, rilicenziante.

    In qualsiasi fattispecie di analisi sul rilascio di unopera con licenza, importante procedere a una corretta individuazione di questi due sog-getti, cos da poter ricostruire correttamente la filiera della gestione deidiritti.

    3. Qualificazione giuridica delle licenze di libera distribuzione

    Uno dei temi pi cari ai giuristi che si sono occupati di open licensing laqualificazione giuridica di questa particolare tipologia di negozio giuridi-co. Due sono le teorie: da un lato c chi preferisce considerarle alla stre-gua di veri e propri contratti sinallagmatici, che instaurano quindi un rap-porto a prestazioni corrispettive tra licenziante e licenziatario (ipotesi A);dallaltro c chi pi propenso a considerarle come atti unilaterali, cheesprimono semplicemente un permesso condizionato basato sulla privati-va di diritto dautore/copyright (ipotesi B).

    Nellipotesi A ci troveremmo quindi davanti a veri e propri contrattiin cui il licenziante si impegna a fare X e il licenziatario si impegna a fareY accettando idealmente le condizioni contrattualiper facta concludentia,

    cio con lutilizzo stesso dellopera (utilizzo che, in assenza di licenza, glisarebbe comunque precluso dalla privativa di copyright). Nellipotesi B, in-vece, nella licenza si realizzerebbe un permesso condizionato concesso pub-blicamente dal licenziante/titolare dei diritti a tutti gli ipotetici licenziata-ri/utenti dellopera: in sostanza potete fare X e Y, a condizione che fac-ciate Z; e se non fate Z, non potete fare n X n Y.

    Tale argomentazione, che ai non giuristi pu sembrare un lezioso eser-cizio intellettuale per studiosi del diritto, in realt di estrema centralit,dato che dalla corretta qualificazione giuridica si deduce tutta una serie diconseguenze dal punto di vista dellenforcementdei diritti derivanti da que-

    sti negozi giuridici.Di certo lipotesi A (licenze come contratti sinallagmatici) risulta piconfortevole e rassicurante per il giurista di civil law, che pu cos sen-tirsi legittimato ad applicare in tutto e per tutto la normativa sui contrat-ti. Ed forse questo il motivo per cui molti giuristi italiani si sono espres-

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    si in tal senso. Tuttavia, considerando anche il fatto non irrilevante che que-sto modello di negozio giuridico di importazione americana, lottica delgiurista di civil lawrischia di risultare troppo limitata e per certi versi fuor-viante. I pi attenti e avveduti sostengono infatti che la posizione pi cor-retta sia quella della flessibilit interpretativa, ovvero quella per cui si deb-ba valutare di volta in volta quale sia la qualificazione giuridica pi adat-ta per ciascuna situazione, senza quindi pretendere di stabilirla a priori sul-la base di semplici disquisizioni teoriche3.

    4. La funzione delle licenze di libera distribuzione nella prassi

    contrattuale

    Per meglio comprendere la ratio delle licenze duso di opere dellingegno importante innanzitutto tener presente che si tratta di strumenti di ge-stione dei diritti e non come spesso si sente dire di tutela dellopera odi acquisizione dei diritti. Il diritto dautore una tutela che lautore ac-quisisce con la stessa creazione dellopera, per effetto di una sorta di au-tomatismo; dunque la gestione dei diritti (per esempio attraverso lappli-cazione di licenze) attiene a una fase successiva, e ha come presuppostogiuridico la titolarit dei diritti.

    Le licenze di libera distribuzione si pongono come una soluzione aportata di tutti per la gestione autonoma (o come qualcuno ha efficace-mente detto, autogestione) dei propri diritti dautore e diritti connes-si. Chiunque pu infatti utilizzare questi strumenti per i propri prodotticreativi prelevandoli dai siti web dei vari enti promotori (o semplicemen-te linkandoli), i quali sono quasi sempre enti non-profito enti di ricer-ca indipendenti con la specifica mission di redigere, aggiornare e mette-re a disposizione del pubblico i testi delle licenze e gli strumenti a esseconnessi.

    Questo meccanismo, dal punto di vista della teoria giuridica, si fon-da su due principi essenziali: il primo quello della autonomia contrattualeche, per lordinamento italiano, trova espressione normativa nellart. 1322del Codice civile; il secondo quello della facolt di gestire autonomamentei diritti dautore garantita allautore e ai suoi aventi causa dallart. 180, com-ma 4, della legge 633/1941.

    per questo che molti studiosi del fenomeno hanno visto nella di-sintermediazione la principale funzione di tali strumenti. Questa forma diautogestione dei diritti applicata direttamente dallautore o da altro tito-

    lare permette idealmente un dialogo diretto tra licenziante e licenziatario,senza il tramite dei tradizionali canali di gestione dei diritti dautore e con-nessi.

    Su queste basi giuridiche, possiamo anche dire che le licenze openassolvono una funzione chiarificatrice dellostatus giuridico delle opere del-lingegno. Se Internet spesso si pone come una sorta di far westvirtualein cui davvero difficile (se non a volte impossibile) avere un quadro chia-ro della sussistenza o della titolarit di diritti dautore sulla miriade di con-tenuti immessi in rete ogni giorno, poter contare sulla presenza di operecostantemente collegate alle rispettive licenze di certo realizza un pano-

    rama pi chiaro.Possiamo attribuire a questi strumenti anche unaltra funzione di ca-rattere pi che altro sociologico. La diffusione di questa pratica nellulti-mo decennio ha portato infatti un progressivo aumento della consapevo-lezza generale in materia di diritto dautore da parte degli utenti di Inter-

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    net. Nellattuale panorama della comunicazione digitale globalizzata, in cuitutti siamo potenziali produttori e ridistributori di opere creative, la possi-bilit di gestire i propri diritti dautore con strumenti gratuiti, preconfezionati,facilmente comprensibili e conosciuti in tutto il mondo di certo spinge gliutenti a farsi pi attenti e consapevoli delle loro scelte in materia di ge-stione e sfruttamento dei diritti dautore.

    5. Principali licenze attualmente disponibili

    Mentre in alcuni campi della creativit si registrata la presenza di licen-ze specifiche (si pensi per esempio alle licenze per musica libera sperimentatein alcuni progetti alla fine degli anni novanta), nellambito delle immagininon ci sono casi degni di nota. E in generale bisogna dire che la tenden-za alla diffusione di modelli di licenza pensati specificamente per deter-minate categorie di opere venuta meno con lavvento e il successo del-le licenze Creative Commons, pensate proprio per operare in tutto lo spet-tro dazione del diritto dautore (con esclusione dei programmi per elabo-ratore).

    Le licenze Creative Commons, disponibili dal 2002 e arrivate oggi al-la soglia della versione 4.0, sono strutturate idealmente in due parti: unaprima parte in cui viene precisato quali utilizzazioni dellopera il licenzian-te intende concedere liberamente; e una seconda parte in cui vengono sta-bilite le condizioni a cui il licenziatario deve sottostare per potersi avvan-taggiare di tali libert. Queste licenze sono in totale sei e nascono dallacommistione di quattro clausole base4: attribuzione, non opere derivate,non commerciale, condividi allo stesso modo (anche note nella loro dizio-ne inglese: attribution, no derivative works, non commercial,share alike).

    Si tratta inoltre di licenze pensate anche (o forse soprattutto) per ladiffusione di opere via Internet; infatti il loro funzionamento fortemen-te radicato su un sistema di linking e di metatagging che rende i files e lepagine web contenenti opere con licenze CC facilmente riconoscibili e rin-tracciabili dai motori di ricerca.

    Le licenze Creative Commons sono indiscutibilmente quelle pi no-te, pi diffuse, quindi anche le pi testate e quelle su cui vi maggiorletteratura e informazione (basti pensare che tutta Wikipedia e gran par-te dei contenuti a essa connessi sono rilasciati con queste licenze); tutta-via non sono le uniche disponibili. Vi sono infatti altre licenze che svolgo-no funzioni simili: citiamo solo le pi note come la licenza GNU Free Do-

    cumentation License (GFDL)

    5

    promossa dalla Free Software Foundation perla documentazionesoftware, la Licence Art Libre o Free Art License (FAL)6

    di origine francese, le licenze per database del progetto Open Data Com-mons7, litaliana Copyzero X8 che permette una serie numerosissima di de-clinazioni e possibilit.

    6. Il rilascio in pubblico dominio

    Lopen licensing, come abbiamo potuto vedere, si pone come una via in-termedia tra un modello di pieno esercizio delle privative previste dal di-ritto dautore (tutti i diritti riservati) e un modello di totale mancanza di

    privative e quindi di pubblico dominio (nessun diritto riservato), realiz-zando cos un modello alcuni diritti riservati. Applicare una licenza di li-bera distribuzione alle proprie opere significa dunque farle circolare in unregime di semi-libert pi o meno accentuata, in attesa che essa cadain pubblico dominio.

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    Come sappiamo, il passaggio al pubblico dominio avviene solo quan-do sono trascorsi tutti i termini previsti dalla legge per lesercizio di tuttele privative esistenti e applicabili (diritti dautore, diritti connessi, dirittosui

    generis...). Per ci sono alcuni casi in cui i titolari dei diritti preferiscono ri-lasciare le loro opere in un regime di massima libert, senza imporre al-cuna condizione agli utilizzatori, realizzando una situazione che di fattosia di pubblico dominio nonostante non sia ancora giunto il termine pre-visto dalla legge per la caduta in pubblico dominio.

    Alcuni degli enti promotori del modello open licensing si sono quin-di preoccupati di mettere a disposizione degli utenti anche un waiver, ov-vero una dichiarazione pubblica di rinuncia allesercizio dei diritti di priva-tiva; in altre parole, una sorta di donazione al pubblico dominio. Utiliz-zando uno di questi strumenti, tra cui il pi noto e diffuso proposto da

    Creative Commons e si chiama CC0 (cio CC Zero)9

    , il titolare dei diritticoncretizza una situazione di pubblico dominio per cos dire artificia-le, consentendo alla sua opera di circolare ancor pi liberamente rispettoal caso in cui vi fosse applicata una licenza open.

    7. Modalit operative e best practices per il licenziamento

    di immagini

    Nonostante lassistenza di un legale specializzato sia sempre consigliabile(specie per progetti di un certo rilievo), utilizzare queste licenze moltosemplice, essendo esse strumenti ideati proprio per essere utilizzati diret-

    tamente dagli utenti.Come gi accennato, la maggior parte delle licenze in parola vivo-no online e il sistema di licenziamento si basa sul linking e il metatagging,ovvero sul realizzare un chiaro collegamento ipertestuale tra lopera e il te-sto della licenza e sullincorporare alcuni metadati nel file dellopera.

    Copyright, open licensing/copyleft

    e public domain: diverse

    gradazioni di libert.

    Immagine tratta dal libro

    Capire il copyright

    (http://www.aliprandi.org/capire-

    copyright).

    Screenshot parziale della pagina

    http://creativecommons.org/publicdomain/zero/1.0/deed.it

    con il testo del waiverCC0

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    Prendendo come esempio proprio le licenze Creative Commons, il de-tentore dei diritti su unimmagine o su un set di immagini che volesse ap-plicarvi una di queste licenze pu andare sul sito ufficiale di Creative Com-mons e seguire le indicazioni ivi contenute. In sostanza si trover a risponderea una serie di domande e a fornire alcune informazioni relative al tipo diopera che intende licenziare; il sistema gli suggerir cos la licenza che, trale sei disponibili, risponde maggiormente alle sue esigenze.

    Nel caso invece di una pubblicazione pi tradizionale, come per esem-pio un catalogo cartaceo o un dvd, ritenuto sufficiente aggiungere nel-lo spazio normalmente dedicato ai credits e alla nota sul copyright un av-viso in cui si comunica con chiarezza e in modo non equivoco che lope-ra rilasciata con quella specifica licenza, di cui si forniscono tutti gli estre-mi sufficienti a identificarla e lindirizzo web (url) per leggerne il testo in-tegrale. Se poi fosse possibile, si potrebbe anche allegare tale testo allopera,per esempio in unapposita pagina del catalogo, o nel retro delpackagingdel dvd, o in un file di testo inserito nel dvd.

    Un esempio di disclaimer appropriato potrebbe essere:Copyright Nome Autore 2012. Questopera rilasciata nei ter-

    mini della licenza [nome esatto della licenza], il cui testo disponibile al-lindirizzo web [URL completo della licenza].

    Una pratica altrettanto consigliabile quella di inserire nelle immagini

    stesse una breve dicitura che possa comunque rendere chiaro il richiamo al-la licenza, per esempio indicando unicamente Nome Autore - license:[URL completo della licenza]. Questo per far s che, qualora il file dellim-magine venisse estrapolato dal suo contenitore originario, lutente dispon-ga comunque delle informazioni essenziali sul regime dei diritti.

    Screenshot della pagina web

    http://creativecommons.org/choose

    / con la procedura guidata

    per la scelta della licenza Creative

    Commons.

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    8. Cercare immagini rilasciate con licenze open

    Se sin qui abbiamo guardato dallottica del detentore dei diritti/licenzian-te, spendiamo ora alcune parole per parlare dellottica del semplice frui-tore che alla ricerca di immagini riutilizzabili per un progetto di sua rea-lizzazione. in questa fase che si capisce lutilit e limportanza del siste-ma di linking e metatagging descritto poco sopra. Infatti, se i licenziantidelle opere hanno applicato correttamente le licenze, seguendo le lineeguida per lapplicazione dei relativi metadati ai file, non sar difficile per i

    motori di ricerca individuare e segnalare i file di opere diffuse in rete in unregime di open licensing.

    Il progetto Creative Commons ha escogitato un apposito motore diricerca che sfrutta le tecnologie di Google e Yahoo! e che di per s im-postato per essere sensibile alla presenza dei metadati delle licenzeCreative Commons. Se apriamo il sito http://search.creativecommons.org/,troviamo un normalissimo campo di ricerca con sotto un paio di opzio-ni da spuntare a seconda del tipo di contenuto che ci interessa. Questedue opzioni corrispondono agli attributi voglio risultati che possano es-sere usati per scopi commerciali e voglio risultati che possano esseremodificati, adattati o usati come base di partenza; e permettono gli ef-fettuare gi un primo grande filtro dei risultati sulla base delle condizioniduso.

    A ben vedere, tuttavia, questa operazione fattibile anche con unmotore di ricerca generico, impostando per la richiesta in modo corret-to. Ci viene incontro la ricerca avanzata di Google (strumento poten-tissimo ma sconosciuto ai pi)10, che tra le numerose opzioni per renderela ricerca pi precisa prevede anche il filtro diritti di utilizzo11.

    Non vi dunque alcun database specifico che si occupa di raccoglieree organizzare tutte le opere di questo tipo; sarebbe un lavoro abnorme,vista la quantit di materiale sotto licenza open immesso ogni giorno inrete. Questo sistema piuttosto permette che il database sia in un certo sen-

    so tutta la rete.Inoltre, come vedremo nel paragrafo seguente, ci sono alcuni siti webche si fanno collettori e contenitori di materiale rilasciato con licenze open,dunque unulteriore e ugualmente valida possibilit quella di utilizzare imotori di ricerca interni di questi siti.

    Screenshot della pagina web

    http://search.creativecommons.org/

    Screenshot della pagina ricerca

    avanzata di Google nella parte

    in cui prevede il filtro diritti

    di utilizzo.

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    9. Principali progetti di diffusione di immagini open

    Fino a qui abbiamo parlato genericamente della pubblicazione di conte-nuti su Internet senza entrare nel merito delle svariate modalit con cui ititolari dei diritti possono operare. Coloro che non sono dotati di un pro-prio sito web, hanno comunque la possibilit di appoggiarsi su piattafor-me appositamente pensate per raccogliere e pubblicare immagini. Alcunedi queste prevedono anche lopzione del licenziamento in modalit opencome servizio integrato al momento del caricamento dei singoli file o de-

    gli album.Uno dei primi ad essersi mosso in questa direzione stato Flickr, si-

    to arcinoto tra i fotografi gestito da Yahoo!. Esso consente ai suoi utentidi scegliere allatto del caricamento delle opere se essi vogliono mantenereun regime di copyright standard (il classico tutti i diritti riservati) o sepreferiscono optare per un regime pi elastico, applicando una delle seilicenze Creative Commons. Il risultato derivante dallaver concesso questaopzione come servizio integrato che attualmente esiste una sostanziosafetta dellarchivio di Flickr popolata di opere sotto licenze Creative Com-mons: basta recarsi su www.flickr.com/creativecommons per visualizzaretutte le opere di questo tipo, suddivise per ciascuna delle sei licenze CC.

    Similmente si mosso un altro famoso progetto per la pubblicazio-ne e condivisione di album di immagini: Picasa di Google, il quale nel 2008ha deciso12 di supportare anchesso le licenze Creative Commons in ma-niera integrata. Per chi avesse gi degli album caricati su Picasa (per esem-pio perch dotato di un dispositivo Android direttamente connesso con Pi-casa), Google spiega che, qualora sintenda cambiarne i termini duso eapplicarvi una delle sei licenze Creative Commons, possibile farlo attra-verso le impostazioni foto.

    Degno di nota anche il caso del progetto Open Clip Art Library, chemira a realizzare un grande archivio di clip artrilasciate in pubblico dominio(e nello specifico con CC0) e quindi riutilizzabili per i pi svariati scopi. 13

    Oltre a questi servizi specificamente dedicati alla pubblicazione di im-magini, ve ne sono altri dedicati pi genericamente alla pubblicazione dicontenuti digitali sul web in cui comunque possibile caricare anche im-magini di vario tipo e opere multimediali. Uno dei servizi pi storici e piutilizzati (anche solo per il suo stretto legame con Wikipedia) WikimediaCommons: immenso archivio di materiale creativo rilasciato con licenze open,

    che spazia dai testi ai files multimediali, ai filmati, alle immagini

    14

    .Infine non si pu tralasciare un aspetto fondamentale: quello del web

    Screenshot della pagina web

    http://support.google.com/picasa/

    bin/answer.py?hl=it&answer=94293.

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    sociale. Daltronde, come molti fanno notare, in un web sempre pi orien-tato verso servizisocial, i pi cospicui contenitori di immagini sono proprioi profili che ormai quasi tutti gli utenti della rete hanno sui principali socialnetwork: basti pensare ai milioni di immagini che vengono caricate su Fa-cebook ogni giorno15 e al grande successo avuto recentemente da Istagram.Ovviamente, ancora prima di compiere una riflessione sulla possibilit di ap-plicare licenze open su queste immagini, bisogna tener presente che in que-sti casi opportuno verificare di volta in volta i termini duso generali del

    social networksu cui stiamo caricando il materiale. A ogni modo, entram-bi isocial networkconsentono lintegrazione delle licenze Creative Com-mons con il proprio profilo, in modo che i contenuti (album fotografici, fil-mati, documenti epost) siano rilasciati in open licensing16.

    * Simone Aliprandi ha un dottorato di ricerca in Societ dellinformazione ed un avvocato che

    si occupa di consulenza, ricerca e formazione nel campo del diritto dautore e pi in generale

    del diritto dellICT. responsabile del Progetto Copyleft-Italia.it, membro del network Array

    e collabora con alcune cattedre universitarie; ha pubblicato monografie e libri di divulgazione,

    rilasciando tutte le sue opere principali con licenze di tipo copyleft.1 Questopera rilasciata nei termini della licenza Creative Commons Attribuzione Con-

    dividi allo stesso modo 3.0 Italia, il cui testo integrale disponibile online in lettura sul si-

    to http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/it/legalcode.2 Motivo per cui parleremo sempre genericamente di titolare dei diritti sullimmagine senza

    ulteriori precisazioni.3 Se qualcuno volesse approfondire laspetto della qualificazione giuridica delle licenze di libe-

    ra distribuzione, si segnala che gran parte della letteratura di questo settore si occupata prin-

    cipalmente delle licenze persoftware; possibile comunque fare riferimento a quei principi ge-

    nerali e adattarli al caso delle opere creative in senso pi classico. Principalmente si veda C. Pia-

    na, Licenze pubbliche di software e contratto, in I contratti, n. 7/2006, Ipsoa; disponibile on-

    line al sito http://www.piana.eu/repository/720_727.pdf; si veda anche S. Aliprandi, C. Piana,

    Il Free and Open Source software nellordinamento italiano: principali problematiche giuridi-che, in Informatica e diritto, n. 1/2012, Edizioni Scientifiche Italiane; disponibile online al si-

    to http://www.aliprandi.org/pub/aliprandi_piana_ied_FOSS.pdf.4 Al sito http://creativecommons.org/licenses/ disponibile unintroduzione generale alle sei li-

    cenze offerte da Creative Commons. Per un approfondimento sul loro funzionamento si con-

    siglia la lettura di S. Aliprandi, Creative Commons: manuale operativo, Roma, Stampa Alterna-

    tiva, 2008; disponibile online al sito http://www.aliprandi.org/manuale-cc.5 Il testo della GFDL disponibile al sito http://www.gnu.org/copyleft/fdl.html.6 Il testo (sia francese sia in varie traduzioni) della Free Art License disponibile online al sito

    http://artlibre.org/licence/lal.7 Il sito del progetto Open Data Commons http://opendatacommons.org/.8 Dallindirizzo http://www.costozero.org/wai/licenza.html si accede al percorso web per la com-

    posizione della licenza.9 La pagina web di introduzione a CC0.10 La ricerca avanzata di Google accessibile allindirizzo www.google.it/advanced_search, op-

    pure scorrendo la pagina web verso il basso (fino in fondo) dopo aver effettuato una qualsiasi

    ricerca sulla versione generica di Google.11 Se poi clicchiamo sulle parole diritti di utilizzo compare una spiegazione pi dettagliata di

    questo strumento e specificamente dedicata alla ricerca di immagini: Se stai cercando imma-

    gini riutilizzabili, utilizza la pagina Ricerca avanzata relativa alle immagini. Oltre alle immagini

    accompagnate da una licenza Creative Commons o di dominio pubblico, il filtro Diritti di uti-

    lizzo disponibile in questa pagina mostra anche le immagini accompagnate da una licenza GNU

    Free Documentation. Assicurati di selezionare lopzione per visualizzare solo le immagini disponibili

    per il riutilizzo. Quindi seleziona le caselle di controllo appropriate per indicare i risultati che de-

    sideri visualizzare: a) uso commerciale i tuoi risultati includeranno esclusivamente immagini

    accompagnate da una licenza che consente di riutilizzarle a scopo commerciale secondo le mo-

    dalit specificate nella licenza; b) modifica i tuoi risultati includeranno esclusivamente imma-

    gini accompagnate da una licenza che consente di modificarle secondo le modalit specifica-

    te nella licenza.

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    12 Si veda il comunicato diffuso dal team di Creative Commons nel settembre del 2008 al sito

    http://creativecommons.org/weblog/entry/9160.13 Cliccando sulla sezione participate si arriva alla pagina http://openclipart.org/participate in

    cui viene spiegato come caricare nuove clip art.14 Il sito del progetto http://commons.wikimedia.org/.15 Una stima del febbraio 2012 parla di 250 milioni di immagini caricate ogni giorno. Una cifra

    impressionante e costantemente in crescita. Fonte: http://www.sec.gov/Archives/edgar/data/

    1326801/000119312512034517/d287954ds1.htm.16 Per Facebook disponibile unapposita applicazione rilasciata nel maggio 2009 (a tal proposito

    si veda il sito: http://creativecommons.org/weblog/entry/14563); per Istagram invece possibi-le sfruttare lo strumento chiamato I Am CC, come spiegato in questo articolo: http:

    //techcrunch.com/2012/08/24/gives-your-instagram-pictures-a-creative-commons-license-with-i-am-cc/.