Onda d'urto febbraio2007 · 2015-02-10 · Per me la felicità è la cosa più importante e se sono...

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Indice: Editoriale pag. 2 La gioia della vita pag. 2 Anno nuovo, vita nuova pag. 2 La gioia della vita…. pag. 3 Le iene al Porporato pag. 4-6 Grazie mamma! pag. 7 Dedicare la vita pag. 8 La guerra del telefonino pag. 8 La vita del sabato sera pag. 9 Qualità della vita pag. 9 7 in condotta pag. 10 Supplemento d’anima p. 11 Artisti e campioni pag. 12 Splash pag.13 Test divertentissimo pag.14 Guido Furci pag.15 Film Forum pag.16 I valori più importanti pag.17 Photo Forum pag.18 I miracoli esistono pag.19 Disagio igienico pag.20 Un rimedio per la vita pag.21 Dizionario ingl-piem. pag.21 ONDA DURTO Periodico degli studenti del Liceo ‘Porporato’ di Pinerolo - Anno IX, n.3, Febbraio 2007 www.liceoporporato.it/studenti/onda/onda_d'urto.htm ins. resp. antonio denanni

Transcript of Onda d'urto febbraio2007 · 2015-02-10 · Per me la felicità è la cosa più importante e se sono...

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Indice: Editoriale pag. 2 La gioia della vita pag. 2 Anno nuovo, vita nuova pag. 2

La gioia della vita…. pag. 3 Le iene al Porporato pag. 4-6 Grazie mamma! pag. 7 Dedicare la vita pag. 8 La guerra del telefonino pag. 8

La vita del sabato sera pag. 9 Qualità della vita pag. 9 7 in condotta pag. 10 Supplemento d’anima p. 11 Artisti e campioni pag. 12

Splash pag.13 Test divertentissimo pag.14 Guido Furci pag.15

Film Forum pag.16 I valori più importanti pag.17

Photo Forum pag.18 I miracoli esistono pag.19 Disagio igienico pag.20 Un rimedio per la vita pag.21 Dizionario ingl-piem. pag.21

ONDA D’URTOPeriodico degli studenti del Liceo ‘Porporato’ di Pinerolo - Anno IX, n.3, Febbraio 2007

www.liceoporporato.it/studenti/onda/onda_d'urto.htm ins. resp. antonio denanni

La gioia della vita La vita: da molti è considerata un gioco, altri la definiscono una sfida, altri an-cora le sono del tutto indifferenti. Ma cos’è in realtà la vita? È forse un’occasione che ci è data per compiere qualcosa di costruttivo su questo piane-ta? O è un momento di passaggio verso qualcosa di più complesso e infinito?

Non sappiamo esattamente se e cosa ci sarà dopo la morte; possiamo solo immaginarlo e ognuno di noi ha le proprie credenze che traman-da ormai da secoli a figli e nipoti: reincarnazione, vita eterna, paradiso, inferno, il nulla... Purtroppo ancora nessuno ha avuto la possibilità di tornare indietro per raccontarci cosa realmente ci sia! L’unica cosa che possiamo fare è vivere questa vita, ogni giorno di più, sempre più intensa-mente e sempre meglio, grazie alle esperienze che viviamo e agli errori che compiamo (che tendono a cambiarci talvolta in meglio, altre in peggio). La vita ha un valore immenso che non si può misurare in alcun modo e vale la pena viverla in ogni istante, apprezzando la semplicità e la bellezza di ciò che essa ci offre: basta un tramonto particolarmente intenso, un raggio di sole in una giornata nuvolosa, un sorriso o anche una parola gentile. Però ci sono anche giorni in cui ci sentia-mo veramente tristi e avviliti, incapaci di continuare a vivere e di affrontare il mondo e l’unica cosa che vor-remmo fare in quel momento è rintanarci sotto le coperte e non uscirne mai più! Ma dal “basso” dei miei quasi 17 anni, vi posso assicurare che ad ogni problema cor-risponde una soluzio-ne e quindi quando

credete che il mondo vi stia crollando addosso pensate a qualcosa di bello, allegro e rilassante, magari a un’esperienza già vissuta o a un sogno che vorreste realizzare. Basta veramente poco per essere felici ma molto meno per rattristarsi e deprimersi rischiando di compiere ge-sti affrettati (e sbagliati) di cui indubbiamente ci penti-remmo. Non fatevi schiacciare e sommergere dai co-siddetti problemi: continuate a vivere perché la vita è talmente bella e ricca di sorprese che vale la pena vi-verla! Vi lascio con un consiglio... Avete presente quando Peter Pan dice a Wendy, Mi-chele e Giovanni di “pensare pensieri felici” e magica-mente i tre bambini si sollevano da terra e iniziano a volare? Provate anche voi a fare così: non volerete nella notte sui tetti di Londra diretti verso l’Isola-che-non-c’è, ma sicuramente vi sentirete più sollevati e il mondo non vi sembrerà più un luogo oscuro e pieno di insidie. Credetemi, funziona davvero!

Gabriella 3BL

Anno nuovo, vita... nuova? Magari…! Salvo che a Capodanno abbiate incontrato e fatto innamorare un giovane e rampante milionario, possibilmente in carriera, l’arrivo del cambio di data non porta alcuna novità. Se siete fortunati vi rimane un gran mal di testa da post sbronza e in-quietanti vuoti di memoria sulla serata appena trascorsa. Detto questo, il compito che mi è stato affidato per questo numero del giornalino è quello di scrivere un articolo sulla vita, possibilmente comico, quanto meno un tantino ironico, per non tediare voi, i nostri amati lettori, con pagine e pagine di profondi ragionamenti e considerazioni psicologico- filo-sofiche. Niente di più complicato. La parola Vita ha troppi significati e possibili interpretazioni. Il rischio di cadere nel banale, nello scontato, nel facile mo-ralismo è troppo grande. Inoltre sarebbe ipocrita e egocentri-co partire da una qualsiasi storia personale per poi generaliz-zare. Non si può farlo su un percorso seguito da ognuno di noi in modo diverso. E a nessuno dovrebbe interessare così tanto da fare notizia l’esistenza comune di qualcun altro. Ma vedete? Sono già scivolata per il ripido pendio del “già detto, già sentito”. Se ora scrivessi “non limitatevi ad esistere ma vivete” raggiungerei il massimo dell’insulso. Perché no? Potrei farlo, aggiungendo di godervi ogni attimo come fosse l’ultimo; fa sempre effetto. Tanto per continuare con le banalità, mi viene da dire che ormai diamo la vita così per certa da non renderci conto della sua effettiva importanza. Che sia davvero così? A voi la ri-flessione. Non posso farvi mancare il commento classico di non pren-dersi gioco di questa nostra esistenza, ma di affrontarla con ironia. Che originale conclusione sarebbe! Sarà che ormai si parla della vita come del tempo: quando non si ha niente da dire, nulla su cui discutere. Quindi ora basta. Non parliamone, non scriviamone. Silen-zio, righe vuote. Vivi. Sara Perro 4BL

Editoriale Numero ricco questo di Onda d’urto, che apre in copertina e nelle prime pagine col tema della vita, che noi abbiamo toccato soprattutto in chiave esistenziale. Temi più profondi come l’origine della vita o il suo perché li abbiamo lasciati ad ambiti più seri e più impegnati di quello che vogliamo essere con il nostro giornale, anche se… qualcosa da dire ce l’abbiamo pure noi. È proprio in quest’ottica semiseria che le iene di Onda d’urto hanno “in-castrato” per un’intervista tre proff. tra i “più gettonati” del Porporato. Le altre rubriche completano il giornale. Due parole vogliamo dire sull’An-nuario, che ha avuto un altissimo gra-dimento, con wow e applausi al mo-mento della consegna. Una ragazza di 3 AL si è persino beccata una nota, perché non riusciva a staccarsi dalla “beatifica“ visione. A questo entusia-smo aggiungiamo di positivo che sia-mo riusciti, attraverso dei preventivi incrociati, a risparmiare circa 1000 euro, che andranno per le attività in-tegrative degli studenti, per l’acquisto di materiale di consumo e di attrezza-ture per queste attività. Con gli an-nuari venduti agli insegnanti siamo riusciti anche a racimolare gli euro (quasi) per una pizza della redazione. Pensiamo di essercela proprio merita-ta. Non vi pare?

La Redazione

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Freddie Mercury e Bob Marley: La gioia della vita nonostante la malattia

"Non voglio cambiare il mondo, lascio che le canzoni che scrivo esprimano le mie sensazioni e i miei sentimenti. Per me la felicità è la cosa più importante e se sono felice il mio lavoro lo dimostra. Alla fine tutti gli errori e tutte le scuse sono da im-putare solo a me. Mi piace pensare di essere stato solo me stesso e ora voglio sol-tanto avere la maggior quantità possibile di gioia e serenità, e immagazzinare quanta più vita riesco, per tutto il poco tempo che mi resta da vive-re." (Ultima intervista di Freddie Mercury, 1991). È sorprendente come alcune persone riescano a trasmettere allegria anche nei mo-menti più difficili: è un dono della natura, un dono prezioso che merita di essere sfruttato fino all’ultimo. Basti pensare a Freddie Mercury, che è stato uno dei più grandi cantanti rock di tutti i tempi: non era un semplice uomo, bensì un vero e proprio “animale da palcoscenico”, sembrava amare e trarre energia dall’amore del suo pubblico. Il fatto era che Freddie sapeva benissimo di essere ammalato di AIDS, ma non vo-leva pensarci e continuava a lavorare con grande frenesia Soltanto il 23 novembre del 1991 il cantante annunciò pubblicamente di essere affetto da AIDS e fece appe-na in tempo, perché il giorno dopo morì in seguito ad una polmonite resa letale dal virus dell'HIV. Nell'ultimo videoclip relativo al pezzo “The show must go on” il divo apparì infatti già segnato indelebil-mente dalla malattia, ed il testo appariva profetico: “Lo spettacolo deve continuare, sì lo spettacolo deve con-tinuare - dentro il cuore mi sta spezzando - forse il mio trucco si sta sciogliendo, ma il mio sorriso continuerà a rimanere - qualunque cosa succeda lascerò tutto alla sorte - fuori sta spuntando il giorno - ma dentro nell'o-scurità sto morendo dalla voglia di essere libero...''. Anche Bob Marley ha un ruolo importante nel discorso relativo all’associazione tra musica, voglia di vivere e libertà: oltre ad essere solo il più famoso musicista reggae di sempre, ha anche avuto il merito di rendere po-polare il genere fuori dalla Giamaica. Gran parte delle sue canzoni trattano delle lotte dei poveri e degli emarginati dal potere: Bob Marley entrò in contatto con i principi della religione Rasta, che acquistò un rilievo culturale sempre maggiore in Giamaica; questa fede fece crescere il suo orgoglio e le sue motivazioni e diventò un forte argomento per la sua musica. Con il crescente successo internazionale, crebbe anche l’importanza politica di Bob Marley in Giamaica: la sua ferma posizione Rastafariana trovò una forte risonanza nei giovani del ghetto e si scontrò con le istituzio-ni per i messaggi anti-conservatori presenti nella sua musica. Nel luglio 1977 gli fu diagnosticato un melanoma maligno a un alluce, ma egli rifiutò le cure anche a causa della religione Rasta, secondo cui il corpo umano deve rimanere "integro". Il cancro si diffuse e morì quattro anni dopo, a 36 anni. Giulia 2A/S

Da quando sono arrivata in questa scuola ho sempre sentito parlare di un “fantomatico annuario”. Si decide di raccogliere i soldi: “Portate 3 € per le foto dell’annuario” (che tra l’altro non sono neanche state fatte… ma questi sono dettagli…). Bene. I rappresentanti, molto diligenti, li rac-colgono, ma le settimane passano e nes-suno viene a reclamare i soldi raccolti. Allora i nostri bravi capi classe cercano di capirne qual-cosa di più chiedendo informazioni ai rappresentanti d’istituto, ma l’intero progetto è già andato in fumo! Così quest’anno, stufe della situazione, alcune ragazze del linguistico hanno deciso di prendere in mano la situa-zione (grandi donne!!) e di mobilitare la redazione di On-da d’urto. Insieme hanno cercato un insegnante disponi-bile a fare le foto “a gratis”. Dopo di che, passando classe per classe, hanno organizzato i giorni per fare le foto: due settimane per sistemare tutte le classi!

Superato questo enorme ostacolo (sì, perché sembra più facile a dirsi che a farsi) le ragazze sono pas-

sate alla fase 2: scrivere i nomi degli alunni sotto le singole foto. Questo è stato un altro lavoro che ha richiesto tantis-simo tempo, pazienza e grandissima disponibilità! Così anche quello di impaginazione, di lavorazione delle foto e di correzione. Sembrerà incredibile, ma

ci sono state anche delle perdite (cellulari vari…!)!!! Ora, dopo tutto questo lavoro dobbiamo solo aspettare la riunione dei rappresentanti che nel giro di una settima-na dovranno raccogliere i soliti 3 € di cui sentivamo par-lare negli anni addietro!! Quindi “be happy” : tra un mese anche noi avremo il NOSTRO ANNUARIO!!!

Sarah 3BL Questo è quanto avevo scritto ai primi di febbraio,

invece, sorpresa, per S. Valentino abbiamo avuto l’annuario.

Finalmente l’annuario tanto atteso

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Ci giudicano tutto l’anno, ci fanno soffrire, disperare... ma il più delle volte riescono anche a strapparci un sorriso e nel migliore dei casi anche una risata… Chi, se non i professori? Cercando nei corridoi abbiamo trovato tre insegnanti che più di altri - anche per la disponibilità a farsi intervistare - si sono accaparrati una buona reputazione tra gli studenti… Ora sta a voi giudicare!!! Sicuramente non tutti gli studenti riconosceranno questi tre prof come i loro preferiti, anche perché non li hanno come do-centi, quindi chi vuole può indicare alla redazione i suoi prof preferiti, in modo da creare un piccolo sondaggio!!!

Le iene al Porporato Intervistano tre insegnanti tra i più gettonati del Liceo

1- Che effetto fa sapere che gli studenti la considerano uno tra i professori più gettonati? Marchisio: Oh per carità!! Lo trovo piacevole, sarebbe spia-cevole il contrario… Costa: Non lo so, non mi fa né caldo, né freddo. Uno dei più gettonati, non vuol dire che gli studenti mi stimano m, che mi ricordano… Nevache: Beh non può che farmi piacere e tra l’altro mi sor-prende davvero piacevolmente perché penso invece di esse-re abbastanza odiata dal momento che arrivano le classi mi-nacciando….

2- Da quanti anni insegna? M: Penso siano 40. C: L’Alzheimer incomincia a dare segni evidenti, ma sono 26 anni che insegno. N: Dal ’75-’76… quindi più o meno 30 anni!!!! 3- Ha mai pensato al suicidio? M: No assolutamente! C: Ah ah ah! No, ho pensato all’omicidio! N: Proprio mai… mai… e meno che meno per motivi scolastici!!!!

4- Perché ha scelto di diventare insegnante? M: Beh perché ho frequentato l’Istituto Magi-strale qui, allora c’erano solo 8 classi ( 4 corso A e 4 corso B), Ho iniziato ad insegnare alle scuole elementari poi nel 1974 sono passato alle superiori. Ho avu-to come colleghi ancora alcuni dei miei professori. Posso dire che questa scuola la conosco abbastanza bene!!! C: L’alternativa era guardiano allo zoo, però il posto era già preso… N: Ma, la mia carriera è stata un po’ strana, perché io avrei dovuto fare il liceo classico ma sono andata a fare ragione-ria, ma quando mi sono accorta che avevo a che fare con i numeri….. comunque sono diventata insegnante perché mi disgustava come veniva fatta educazione fisica, perché nelle medie venivano fatti 3 anni di belle statuine e nelle superio-ri, come ancora spesso accade, purtroppo non abbiamo mai fatto niente, o quasi…..

5- La sua media scolastica alle superiori? M: Non era eccelsa, sono stato anche rimandato di matema-tica 2 anni di seguito. C: Era abbastanza buona, nel triennio avevo come media 7 ½, nel biennio…beh diciamo che vivevo di rendita delle medie, insomma in quei 2 anni non ho mai studiato! N: Media dell’8…. Sono uscita con 54!! 6- La sua materia preferita?

M: Letteratura italiana. C: Storia e chimica, di storia mi è rimasto qualcosa, di chi-mica invece… N: Quando facevo le superiori, italiano.

7- Un aneddoto sulla sua carriera scolastica? M: Aver assistito alla sfilata di un mio collega, non faccia-mo nomi, nei corridoi vestito da Beatrice, l’amata di Dan-te…ecco quella è stata davvero una scena agghiacciante!! Bisogna dire però che si trattava del martedì grasso e poiché il preside aveva proibito qualsiasi festeggiamento per carne-vale, questo collega per protesta ha organizzato con la sua classe questa simpatica messa in scena! C: Le metto in ordine alfabetico? La cosa più simpatica che ho fatto da studente è stato lanciare in classe un aereoplani-no, anche ben fatto, con un petardo acceso dentro…L’aereo si è polverizzato e l’insegnante mi ha chiesto di allontanar-mi dalla classe, io però prima le ho chiesto se potevo lancia-re l’ultimo! Dai era carnevale! La cosa più divertente che mi è capitata da insegnante invece è stato 3 anni fa, quando ad

un collegio docenti dell’Istituto Porro il preside ha portato come esempio di tolleranza una scritta ap-

parsa nelle vicinanze della scuola “Raim... (appunto il preside) pirla è ora di finirla!” e

ha detto “E Costa sa benissimo chi è stato!!!” N: Oh santo cielo! Come faccio a ricordarmi

un aneddoto così di brutto…? Un aneddoto piuttosto importante si è verificato quando facevo quinta e c’era uno sciopero, sono salita in classe e ho detto ai miei compa-gni:”Cosa fate qui? Eravate ipocriti l’anno

scorso e lo siete anche quest’anno!” Un al-tro aneddoto molto importante per la mia personalità che mi fece vincere la timidezza (voi ovviamente non potete imma-ginarlo, ma io ero timidissima!), è stato quando una volta ad un’assemblea sentivo dire tante stupidaggini, allora ho osato alzare la mano e quando mi hanno detto di parlare, subito mi è venuto male,ma poi ho detto delle cose sensate che tutti hanno approvato. Da quel momento non ho più smesso di parlare…Forse è un male per gli altri, ma per me è stata una grande liberazione!

8- Cosa avrebbe fatto se non fosse diventato professore? M: Avrei tentato di diventare giornalista professionista. C: Non lo so. N: Bella domanda! Allora io avrei voluto fare il liceo…. Scusate prima ho detto liceo classico… invece volevo fare il liceo artistico, quindi avrei voluto occuparmi di arte. 9- Come deve essere lo studente modello?

NOME: Enzo COGNOME: Marchisio MATERIA DI INSEGNAMENTO: Italiano e storia

NOME: Claudio COGNOME: Costa MATERIA DI INSEGNAMENTO: Educazione fisica

NOME: Daniela COGNOME: Nevache MATERIA DI INSEGNAMENTO: Educazione fisica

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M: Deve interessarsi e partecipare attivamente alla vita della scuola, insomma non deve essere uno di quei pesi morti che studiano 15 ore al giorno!! C: Uno studente o studentessa qualunque della 3^B/L!!! N: Sereno. Impegnato ma sereno… e intellettualmente an-che vivace.

10- Prova un gusto sadico ad interrogare o a mettere voti bassi? M: No! Premetto che voti bassi ne metto pochissimi. 4 di italiano vuol dire proprio toccare il fondo, preferisco met-tere dei 9 e 10, infatti nelle quinte ce ne sono. C. Siiii… N: Mi sento molto male quando devo dare dei voti bassi perché secondo me se uno prova a fare le cose poi deve anche avere delle soddisfazioni, sia personali sia come va-lutazione.

11- Lo studente più odioso in assoluto? M: Ce ne sono 4 o 5, non faccio nomi!! Più che odiosi so-no un po’ pesanti, quelli che intervengono sempre a spro-posito, quelli a cui non va bene niente e che hanno da ridi-re su tutto…alla fine però li sopporto!! C: Quello noioso, insomma un budino molle!!! N: In assoluto? Non riesco ad odiare nessuno dei miei al-lievi mi è impossibile… ne tratto male tantissimi, ma non riesco ad odiarne nessuno! Neanche quelli che tentano di sabotare la mia lezione!!!

12- Cosa cambierebbe di lei? M: Beh, il peso…vorrei a-vere un minor peso. C: Nulla!! Beh, forse toglie-rei la modestia! N: Cosa cambierei di me… mmm…. Vorrei essere più gentile, meno di corsa, ave-re più tempo e riuscire a pensare più a me stessa per-ché non ci riesco neanche quando sono a casa!!!

13- Tornerebbe ad essere uno studente delle superiori? M: Ah sì sì sì, sicuramente con i programmi di adesso! In-fatti quando andrò n pensione, mi iscriverò di nuovo all’università. C: Sì, soprattutto per poter lanciare di nuovo petardi!! N: Neanche per sogno, perché è una tale fatica fino ad a-desso che non tornerei indietro per rifarla un'altra volta; magari ne farei di meno, forse cercherei di fare un po’ me-no fatica.

14- Come passa il weekend? M: A casa, qualche puntata in giro, magari a qualche mo-stra, ma lo trascorro anche correggendo i compiti. C: Cercando di annoiarmi a casa, ma non ci riesco mai per-ché sono sempre in giro. Dipendesse da me starei chiuso in casa. N: Dormo fino a tardi e questo mi dispiace perché poi mi fa perdere tutta la giornata però tutte le domeniche ho asso-lutamente bisogno di fare una passeggiata in un bosco (che sia impegnativo, che sia leggero devo fare una passeggiata nel bosco, perché devo ricaricare le pile e l’unica maniera che conosco è quella di andare nella natura).

15- A quando la pensione? E’ un momento che sogna ad occhi aperti o più tardi arriva meglio è? M: Non la sogno ad occhi aperti, anche perché mi trovo bene in questa scuola, ho un discreto rapporto con tutti, pe-rò dopo 40 anni d’insegnamento… C: La pensione… arriverà quando sarà il momento, ma spero mi caccino prima! Insomma è un momento come un altro, non me ne può fregar di più… N: Eh penso che se ce la allontanano ancora un po’ credo ci vorranno... boh… una decina di anni immagino, non so come farò a reggere ancora dieci anni…. Mah un po’ per le questioni pratiche non posso pensare ancora di andarci e poi è ancora lontana da me questa idea; spero di resistere ancora fisicamente in modo da fare anco-ra delle lezioni decenti.

16- Il peggior insulto che le possono fare? M: Dirmi di essere parziale, penso di esserlo pochissimo. C: Che non faccio il mio lavoro, che non faccio nulla e ru-bo lo stipendio!!! N: ……. È difficile che mi offenda, anche se sono abba-stanza permalosa….. Il peggior insulto è quello di dirmi che sono aggressiva o che sono una despota perché faccio sempre di tutto per venire incontro a chiunque e certe volte mi rendo conto che gli altri non mi interpretano bene.

17- Il suo sogno proibito? M: Un viaggio in Argentina fino alla Terra del Fuoco, che

farò! C: Non so se si può scrivere sul gior-nalino…è troppo proibito!!! N: Dipingere.

18- L’ultimo libro che ha letto? M: “I barbari” di Alessandro Barbe-ro… ma gli ho fatto anche la recen-sione!! C: Quando ho imparato a leggere non mi sono perso un numero di Paperi-nik, ho la collana completa di Rat-man, proprio un bel fumetto! Tornan-

do ad essere seri, l’ultimo libro che ho letto è “Il totem del lupo” e non l’ho letto neanche tanto tempo fa, all’Epifania. N: In questo momento sto leggendo “Correzioni”.

19- Il suo film preferito? M:…proprio uno? Veramente è dài un po’ che non vado al cinema, ma ero un grande appassionato di cinema, andavo anche ai Festival, comunque ho deciso per il film “Roma città aperta”. C: Direi…non saprei…dai prendo l’ultimo in ordine alfa-betico “Sin city”. N: Terry Texas.

20- Vediamo se in matematica se la cava: come si calcola la circonferenza? M: No, matematica no! Questa la so per fortuna: raggio x 3,14. C: La circonferenza? Possiamo dire 2πr? N: Rπ

21- Come si descrive in tre aggettivi? M: Mi riconosco in un aggettivo: tranquillo. C: Come??? Allora diciamo democratico, noioso e umori-sta. N: Impegnata, un po’ nevrotica e ancora con abbondante 5

energia.

22- Il suo hobby? M: Leggere e collezionare modellini delle auto. C: Devo scegliere…vada per il giardinaggio, ovviamente non ci capisco niente e non sono assolutamente capace, ma ogni tanto mi diverto a cambiare forma al prato!! N: Va beh, camminare ve lo già detto…. Il mio hobby a volte è anche la scuola, perché mi ha sempre preso molto.

23- Il suo peggior difetto? M: La credulità, Credo sempre a ciò che mi si dice in pri-ma battuta, anche se poi non è così. C: Appena un’accennata mancanza di diplomazia… N: Che non smetto di fumare!

24- Cosa ne pensa della riforma della maturità? M: Penso che sia molto positiva e sicuramente più seria, in quanto prepara tutte le scuole statali dell’Italia ad un meto-do di valutazione piuttosto uniforme. C: E’ una bella idea! Era ora che quei lazzaroni degli stu-denti iniziassero a preoccuparsi per qualcosa! N: Penso che sia giusto che vengano altri insegnanti a giu-dicare, perché è giusto che sia così….

25- La sua canzone preferita? M: Non ne ho una in particolare, direi quel-le di Paolo Conte in generale. C: “Somewhere over the rainbow” di Israel Kamakawiwoole. N: “The dark side of the moon” dei Pink Floyd.

26- Che animale vorrebbe essere? M: Un gatto , chi sta meglio di un gatto?? C: Un paguro! Non so perché, ma suonava bene, anzi forse lo so…dal famosissimo Paguro Bernardo… N: Vorrei essere un gabbiano, un puma e una foca perché il gabbiano vola libero nel cielo, il puma è elegante, veloce, ha questo fascino felino e la foca perché mi piace es-sere anche giocherellona!

27- Le è mai capitato di fare una battuta a cui nessuna ha riso? M: Sì sì, sono quelle troppo intelligenti, quelle che capi-scono tutti il giorno dopo…ho fatto anche delle mine tre-mende. C: Spesso! Più che altro mi è capitato 2000 volte di fare battute che non era il caso di fare! N: Sì penso di sì….

28- La nota più strana che ha dato? M: Premetto che le note con me sono rarissime giungono solo dopo momenti di esasperazione. In una nota descrive-vo il comportamento di un alunno utilizzando i più svariati verbi, una cosa del tipo “L’alunno X tergiversa, folleggia, entra, esce, fa i cosi suoi…” C: Ho dato note, ma assolutamente banali e io non ne ho mai prese! N: Io non do note, normalmente, e la risolvo quattr’occhi con i miei allievi….

29- La cosa più strana che uno studente ha fatto in una sua ora?

M: Uno studente di un’altra scuola era venuto per 2 volte nella classe in cui insegnavo, gli avevo chiesto se si era i-scritto da poco, invece poi ho scoperto che era lì perché c’era la sua ragazza nella classe!! Un’altra volta all’esame di maturità un ragazzo era riuscito a dire che Carducci ave-va 13 figli, leggendo la poesia “Pianto antico”, “sei nella terra fredda, sei nella terra negra” più il figlioletto Dante. A quell’affermazione ci siamo ritrovati tutti sotto la catte-dra, ovviamente il ragazzo è stato bocciato! C: Ma non mi hanno mai fatto strane cose nelle mie ore, ma le ho fatte io. Infatti una volta ho mandato un mio alun-no a farmi la spesa, avevo talmente fame che l’ho mandato in panetteria a comprarmi una focaccia! N: Di cose strane ne succedono tutti i giorni e sono talmen-te abituata che ormai non ne faccio più caso…. Prima del 2000, o comunque in quegli anni lì, avevo una classe con un non vedente ed era divertentissimo perché faceva i ser-vizi di pallavolo e li beccava sempre, faceva il quadro sve-dese sopra sotto da tutte le parti… e questo allievo mi vie-ne in mente quando i miei allievi normalmente vedenti, forse perché si rendono conto di quello che fanno, si la-mentano…..

30- Ci lasci una dedica per tutti gli studenti del Porporato. M: Avendo insegnato anche in alcune scuole di Torino, posso dire che la nostra popolazione scolastica è molto matura, sente il dovere dell’impegno e della costanza, Quindi compli-menti! C: Ragazzi fate finta di non conoscermi e se per caso vi sfiorasse l’idea, non prendete esem-pio da me!!! N: Frequentate una bella scuola, peccato che non sfruttate tutte le possibilità che ha, cercate sempre di uscire il più in fretta possibile dalle quattro mura che vi rinchiudono e lo capisco….

Bea, Sarah P, Giada 3bl

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La premiazione del “Grinzane Cavour” Sabato 20 gennaio alla premiazione del concorso letterario “Grinzane Cavour” c’eravamo anche noi, gli studenti della 2°B Classico, insieme ad alcuni insegnanti. La cerimonia si è svolta in una bellissima stanza affrescata del Palazzo Reale a Torino. L’atmosfera era nuova ed entusiasman-te per chi non aveva mai partecipato ad un evento del genere: un misto di importanza ed unicità dato dal continuo sciamare di giornalisti, operatori della TV e fotografi. C’erano anche politi-ci e letterati famosi, ciascuno con il suo discorso più o meno significativo. La parte più interessante è stata la premiazione vera e propria, in cui abbiamo potuto ascoltare brani dei testi vincitori e cono-scere Renata Pisu, che si è aggiudicata il Premio per la Tradu-zione e Nadine Gordimer, vincitrice del Premio per la Lettura. La prima è una traduttrice dal cinese dall’aria simpatica e un po’ impacciata nel discorso davanti alle telecamere. La seconda è una minuta scrittrice sudafricana già insignita del Premio Grinzane Cavour-Sezione Narrativa Straniera nel 1985 e del Premio Nobel per la Letteratura nel 1991. Con la consegna dei premi è terminata la cerimonia e noi ragaz-zi della 2°B siamo tornati a casa con il ricordo di un’esperienza particolare ed un piccolo omaggio offerto dagli organizzatori.

Alice Damiano 2° B Classico

Grazie Mamma! Alcuni ringraziamenti del blog graziemamma Affrontando il tema della vita come non pensare a lo-ro… a quelle che generano la vita: le mamme? Non vi è mai capitato di voler ringraziare vostra madre per qualcosa in particolare? Ecco qui una serie di testimonianze per le quali si è grati alla mamma, riportate nel blog http://graziemamma.blogspot.com. Capita a volte di incavolarsi con chi ci sta accanto, ma è una cosa normale; in fondo vo-gliamo bene alle persone che ci stanno vici-ne… sempre! Questi sono solo alcuni degli nnumerevoli ringraziamenti pubblicati nel si-to, ma ce ne sono tantissimi e anche di molto divertenti!!!

Grazie Mamma, Perché mi hai insegnato cos'è l'autostima, e come perderla: "Oddio, guar-da che gambe gonfie, stai diventando una balena! Certo alle superiori eri più magra, è vero che a scuola andavi da schifo, però almeno non dovevi guadagnarti da vivere con un lavoro part-time e mantenere anche quello sfigato di ragazzo che ti ritrovi che non è nemmeno capace di trovarsi un lavoro! E comunque se continui a vestirti così sembrerai sempre sciatta, ma dico io, non hai un minimo di rispetto per te stessa?"... Sì mamma, ce l'avevo fino a un minuto fa... (inviato da anonimo)

Grazie Mamma, Perché ti preoccupi per me che devo partire per il Giappone... Tanto da triturarmi i cosiddetti sempre con le stesse identiche domande da due mesi a questa parte (tipo: ma riuscirai a cucinarti? Ma in Giappone esistono i dolci? Ma in Giappone i supermercati esistono? Ma i giapponesi hanno il bagno in casa? Ma 350 magliette ti basteranno per 6 mesi?) (inviato da esiliogiapponese)

Grazie Mamma, Perché quando ti chiedo di comprarmi la ceretta al supermarket, ti dimen-tichi di prenderla e ti giustifichi con: "Ma guarda che le cerette in inverno non le portano"...(inviato da Piggia)

Grazie Mamma, Perché a 26 anni ho ancora il terrore che, in caso di incidente stradale, i paramedici prima di curarmi mi controllino le mutande e, se sono sporche, mi lascino morire dissanguato sul ciglio della strada, facendo ironici com-menti su come mi hai allevato... (inviato da crazy horse)

Grazie Mamma, Per avermi impartito generosissime perle di saggezza e conoscenza da parte tua dicendomi che nella vita non concluderò mai nulla, e che non sono capace di fare un caXXissimo, che sono tutto ciò che tu disprezzi e che la società di oggi di quelli come me ci si pulisce il cXXo. D'altronde queste cose fanno sempre piacere sentirsele dire da te, mamma, special-mente nei momenti che devo risalire la china. Pertanto ci hai sempre spe-rato... che io mollassi e che tutto quello che mi hai sempre detto si avve-rasse per poter dire un giorno: "Lo vedi che avevo ragione??" con faccia soddisfatta. In effetti tu ti preoccupi che le cose che dici trovino riscontro nel futuro per farmi vedere che io mi sbaglio e tu no. Ah, mi dispiace con-traddirti ma sono web designer in una rispettata società informatica della città e mi pagano 1300 euro al mese (bonus esclusi) per 6 ore del mio pre-ziosissimo lavoro e scrivo per il giornale dell'intera provincia nella sezio-ne politica. Mi dispiace davvero averti contraddetto, scusami... non lo farò più. (inviato da the_rebel84)

Valentina 3BL

Grazie… Quante volte vorremmo dire una parola semplice come “grazie”, sei lettere, meno di un secondo per pronunciarla, ma con il potere di far iniziare, finire o continuare una giornata con il sorriso e la gentilezza di cui tutti abbiamo bisogno. Pensando a questo proposito abbiamo iniziato questa nuova rubrica, quella dei RINGRAZIAMENTI!!! Una breve frase, una confidenza, qualsiasi ringraziamento avrete da esprimere a qualcuno (amici, compagni, famigliari, ma anche docenti, collaboratori scolastici, nessuno esclu-so…) potrete farceli avere e noi li pubbli-cheremo. Iniziamo già con alcuni segnalati da ami-ci:

Grazie Tesoro, grazie per le rose!!! Grazie per questi die-ci mesi fantastici al tuo fianco… Il regalo più bello sei tu… E non saprò mai trovare le giuste parole per esprimerti quanto ti amo!!! Sei la cosa più bella che mi sia capitata… ti amo… (Ilenia)

Grazie, al bidello del secondo piano che, appena finisce la carta in bagno, immancabilmen-te si “dimentica” di cambiare il rotolo e così noi ragazze siamo costrette a conti-nue peregrinazioni nel bagno dei ragaz-zi!!! …Quindi… grazie a tutti i ragazzi che non dicono niente se ci trovano nel loro bagno a rubare la carta… (Giulia)

Grazie, ai miei amici che il sabato sera si chiudo-no in casa a giocare a “Magic” o “D&D”…(Gabry)

Grazie, alla nostra amica Valentina che è riuscita a farci ridere in un momento traumatico della nostra vita (verifica di chimica) quando, essendo stata sgamata dalla prof a copiare, lei ha risposto: “Prof non sono neanche capace a copiare!!!” (Giada&Bea).

A cura di Valentina 3b/L

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Un giorno Voltaire disse: “Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei

la vita perché tu possa continua-re a dirlo”. Frase bella quanto utopica,

perché assieme al messag-gio di tolleranza e rispet-to porta con sé una ri-chiesta di altruismo che meno di pochi, o forse neanche quelli,

posseggono. Tuttavia ci sono persone che ci sono andate molto vicino: infatti se nessuno è ancora morto per gli ideali di un altro c’è gente che la vita l’ha dedicata agli altri. Uomini normalissimi, fatti di carne, speranze e paure, ma che con le loro convinzioni sono riusciti a cambiare il proprio mondo, grande o piccolo che fosse. Nelson Mandela ne è un esempio: senza la sua lotta probabilmente il Sud Africa sarebbe ancora avvolto nell’apartheid, ma bisogna ricordare che per gettare le

basi di una convivenza pacifica e umana il caro Man-dela ha dovuto scontare quasi 30 anni di carcere. E quel che colpisce è che ha passato un terzo della sua vita rinchiuso in cella non per una ragione personale, ma perché li ha dedicati a milioni di persone e alla loro vita. Un altro esempio è madre Teresa di Calcutta, che ha impegnato la propria vita nella lotta alla fame e alla povertà, o una qualsiasi organizzazione di volontariato che lotti per sconfiggere mali forse minori ma non per questo meno importanti. Perché dunque queste persone sacrificano la vita per il bene di persone estranee? Forse affinché in questo mondo tanto egoista ci sia qualcuno che ricordi agli altri che l’egoismo non è l’unica via, che continuare a lottare goccia dopo goccia è possibile e per niente inutile. Per ribadire che (tanto per chiudere con un’altra frase non mia) “non era possibile, ma loro non lo sapevano e l’hanno fatto”.

Nadine III A\l

Vi siete mai chiesti da dove vengono i materiali che compongo le apparecchiature elettroniche, come com-puter o cellulari, o meglio di che materiale sono fatti i cellulari? Ebbene neanche io mi ero posta questa domanda. La cassiterite è la principale fonte di stagno, e un terzo delle riserve mondiali si trova nella Repubblica Demo-cratica del Congo ed è uno dei materiali che si trovano in un cellulare. In un singolo cellulare non c’è molto stagno, ma l’esplosiva crescita del settore ha fatto accumulare la richiesta di quei metalli fino a raggiungere innumere-voli tonnellate. Nel 2005 la vendita di cellulari in tutto il mondo ha superato 200 milioni di apparecchi a tri-mestre, il che significa che le fabbriche producono 25 telefonini al secondo per 24 ore al giorno. Negli Stati Uniti, i consumatori in media gettano via e sostituisco-no i loro cellulari ogni 18 mesi, in Europa il ciclo è ri-dotto a 15 mesi. Il Congo possiede il 10% delle riserve mondiali di ra-me e tra il 30 e il 40% di quelle di cobalto. Con la pro-spettiva di un governo centrale stabile, si prevede au-menterà l’importanza del paese come fonte di questi materiali. Le miniere congolesi si trovano nella provincia più meridionale del Paese, rimasta quasi non intaccata dal-la guerra che ha infuriato a nord. I minatori lavorano in condizioni pessime: strisciano attraverso gallerie incre-dibilmente roventi e affollate, illuminate da minuscole torce elettriche o da candele, e come attrezzi hanno

solo qualche pala e le loro mani. Il livello di sfruttamento continua a essere condizionato più dai prezzi della borsa dei metalli di Londra che dai tentativi della comunità internazionale di proteggere i mi-natori o di fermare il traffico illeci-to di risorse. Il desiderio degli occidentali di rendere meno dannosi per l’ambiente i prodotti dell’era dell’informazione in realtà incoraggia ancora di più lo sfruttamento. Ridurre la domanda di coltan, cassiterite e altri mate-riali, riutilizzando, riciclando o non comprando tante apparecchiature elettroniche non è sufficiente per ga-rantire un lavoro sicuro e un salario dignitoso ai mina-tori della Rdc o di qualsiasi altro Paese. Ma questa sete insaziabile di materiali distorce l’economia di alcuni dei luoghi più disperati del pianeta. Ridurre i nostri consumi significa limitare quella distorsione e dare al-la popolazione dei Paesi coinvolti la possibilità di una vita migliore indi-pendente dalle o-scillazioni della domanda mondiale di materie prime. Michela IVC Ginn.

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Dedicare la vita

Nelson Mandela

Borse di studio “Fondazione Poët” Sono state assegnate le borse di stu-dio della “Fondazione Poët” ad alcu-ni studenti del Liceo Porporato. I for-tunati sono: Barbero Marco 5AG, Quaglio Isidora 1AC, Marengo Giu-lia 4AL, Zanni Martina 4CS, Sapei Elena 4BL, Cavallone Laura 4CS, Scaringella Valentina ex allieva.

La guerra per il telefonino Tra il 64 e l'80 per cento del coltan, il materiale dei telefonini, arriva dal Congo

La vita agognata del sabato sera Durante la settimana si è costretti a sgobbare come muli, studiare come pazzi per sbarcare il lunario dello studente (un 6 tirato di latino) e a cercare di non morire sul banco, senza sapere il senso di tutto ciò… Ma ecco che finalmente l’agognato miraggio diventa realtà: il sabato sera!!!

Sesso, droga, alcool e Rock’n’Roll per dimenticare le sofferenze della settimana (naturalmente si scherza), per sfogare la repressa voglia di divertimento che attende come una bestia in gabbia in fondo all’animo di ogni studente di essere liberata… A tutti capita, mentre si è seduti in classe a “seguire” e “partecipare” alla “interessantissima” lezione su Manzoni e sui suoi “amatissimi” “Promessi Sposi” (che si sposassero una buona volta, invece di tirarla tanto per le lunghe!) di addormentarsi sul ban-co con il rivolino di bava che cola sulla scarpa del vicino, sognando l’appuntamento del sabato sera con gli amici/ fidanzato,a/ bottiglia di Vodka/ Strip House di Bagnolo/ discote-ca/ orgia sfrenata a casa di Paoletto! Anche se esiste una rara specie di studente, il Secchionis Sfigatus, che, non avendo nessu-no (ma proprio nessuno) con cui passare il tempo libero, preferisce dedicarsi agli eruditi studi di materie come filosofia e retorica e si esercita a mandare a memoria il dizionario di latino. Augurando un piacevole e devastante sabato sera a tutti, vi lasciamo con un prezioso consi-glio: la cipria è ottima per nascondere le occhiaie da dopo-sbornia la domenica appena sve-gli (h 15,30 del pomeriggio). Ele & Nadi 3A-L

La vita è qualcosa di speciale. Nel mondo ci sono tantissime credenze su come na-sca, diverse in ogni paese, molti non si pongono que-sta domanda e alcuni non riescono a darsi una rispo-sta. Ma quanti si fermano a rifletterci sopra, anche solo ogni tanto? E soprattutto, quanti si fermano a riflette-re sulla qualità della vita? Noi siamo fortunati, viviamo in una società che, al-meno in linea di principio, si occupa del prossimo, ma in molti altri Paesi, nel cosiddetto “Terzo Mon-do” che sembra così lontano, chi si occupa di chi ci vive? Siamo nel 2007, eppure ci sono ancora tante ingiusti-zie, guerre, stragi, torture, ci sono ancora tante perso-ne che soffrono, persone che si chiedono per quale ragione stiano respirando, perché non riescono a im-maginare nulla di peggiore di ciò che stanno viven-do, ma perché? Chi fa soffrire un’altra persona o le toglie la vita, per quale motivo lo fa? Può sembrare banale, ma se esistono tali e tante atro-cità è perché ci sono persone che non tengono in nes-suna considerazione la vita degli altri, o peggio, per-sone che provano piacere nel veder soffrire un loro simile. Tutto ciò sembra quasi assurdo, siamo nel 2007! Vi-viamo in una civiltà avanzata, che tende a vantarsi del proprio grado di cultura, tecnologia, scienza, mo-da, della propria qualità della vita. Più difficile di-venta però lodarsi per i valori dell’“Occidente”, la nostra società è pur sempre una società capitalista, basata sull’accumulo di profitti e che si fa forte dell’apparenza, una società che vuole esportare la democrazia e imporre la pace con la guerra, che pro-duce armi e non si cura del fatto che forse i bam-

bini saranno costretti ad usarle, che preferisce parlare di cos’ha fatto ieri il calciatore famoso piuttosto che fare un servizio decente sul perché si preferisce ince-nerire le derrate alimentari invendute mentre a pochi metri qualcuno muore di fame una società in cui si riflette pochissimo sulla vita e in cui la felicità si dà per scontata. Certo, non è tutto tragedia e orrore, sicuramente ci sono persone che, anche vivendo nella povertà più assoluta, riescono a essere felici, per il semplice fatto di vivere. Ma noi siamo felici? E su che cosa basiamo la nostra felicità? Su quali ideali o sogni? Forse sarebbe meglio pensare se vogliamo essere in-differenti o provare almeno a fare qualcosa per ren-dere migliore e più viva la nostra vita., In fondo a volte basta così poco, un semplice sorriso regala un attimo di felicità a chi ci sta accanto (e solo per que-sto, non è magnifico?)

Gio’ 3 A_L

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Riflettere sulla qualità della vita

"L'alunna C.C. si addormenta durante la lezione. Ad un mio urlo contro l'intera classe, la sua vicina di banco, A.G., si alza e mi dice :"Prof silenzio, che se no la sveglia", indican-do la compagna addormentata." “Assente dal 20/10/06 al 30/10/06 l’alunno N.C.; Motivazioni: Operato dal Dottor House" "L'alunno P******** ad un semplice richiamo della sottoscritta risponde bestemmiando, sbattendo il banco

contro il muro e a terra. Inoltre uscendo dall'aula minaccia di far sparire le macchine dei prof. Di conseguenza viene accompagnato dalla C:S in direzione."

"M.C. si presenta alla prima ora vestito da Pulcinella e offre frittelle ai compagni" "Assennato e Petrosini hanno scambiato i servizi igienici per una fumeria!" V*** mangia durante la lezione una pietanza cinese che l'amico T*** (classe 4°A) gli passa dalla fi- nestra."

"L'alunno R***** disturba la lezione fingendosi Marlon Brando nel

film "I Selvaggi" (ovvero assume atteggiamenti da bullo.)" "Il comportamento della classe in generale è incompa- tibile con qualsiasi forma di attività didattica matematica." Il livello di educazione, di comprensione, di impegno non è suscettibile di misura in qualsiasi scala umana. Forse ricor- rendo a un test di uso zoologico per lo studio delle forme viventi primarie, tipo protozoi o amebe, si potrebbe trovare uno strumento per valutare il comportamento collettivo e individuale di questo aggregato di esseri viventi. "T******* giustifica l'assenza del 30-01-07 per: Due loschi figuri dalle sembianze animalesche mi hanno parlato di un certo "Paese dei balocchi"... e io ci sono cascato!"

"L'alunno L.F. durante la lezione di letteratura latina esce dalla classe affermando che fuori lo attende una ragazza e pertanto deve cogliere l'attimo come insegna Orazio: "CARPE DIEM". Ritengo ciò un‘offesa alla letteratura. Chiedo provvedimenti."

"L'alunno Foschi entra in classe con l'estintore asserendo di dover calmare i miei bollenti spiriti" "Al mio ingresso in aula le ragazze si lasciano andare ad urli

striduli (e alquanto fastidiosi) e tutti prendono ad additarmi e a fotografarmi con telefoni e macchine fotografiche. B. e De S.

mi chiedono un autografo." "Alla mia precisazione che la scuola è il "tempio della cultura" S****** interviene chiedendo di allontanarsene." "Durante la mia lezione M****** sventola con aria di sfida un cappio artigianale"

7 in condotta “7 in condotta”, la rubrica che raccoglie le imprese scolastiche degli studenti e le note dei professori che le hanno descritte. Pubblichiamo solo le migliori!!! Naturalmente le note sono autentiche. Sono riprese dal blog http://www.notadisciplinare.it e anche da www.mrcnetwork.it/cms/forum/veditopic1550.html Ridere con moderazione!!!!

A cura di Giacomo 5B Ginn

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SUPPLEMENTO D’ANIMA Dibattito sulla spiritualità (by Irene)

La vita è un dono Nessuno viene al mon-do per sua scelta non è questione di buo-na volontà non per meriti si nasce e non per colpa

non è un peccato che poi si sconterà

Combatte ognuno come ne è capace chi cerca nel suo cuore non si sbaglia hai voglia a dire che si vuole pace noi stessi siamo il campo di battaglia La vita è un dono legato a un respiro dovrebbe ringraziare chi si sente vivo... Ogni emozione che ancora ci sorprende l'amore sempre diverso che la ragione non comprende Il bene che colpisce come il male persino quello che fa più soffrire E' un dono che si deve accettare condividere poi resti-tuire...

Tutto ciò che vale veramente che toglie il sonno e dà felicità si impara presto che non costa niente non si può vendere nè mai si comprerà

E se faremo un giorno l'inventario sapremo che per noi non c'è mai fine siamo l'immenso ma pure il suo contrario il vizio assurdo e l'i-deale più sublime La vita è un dono le-gata a un respiro dovrebbe ringraziare chi si sente vivo... Ogni emozione ogni cosa è grazia l'amore sempre diver-so che in tutto l'uni-verso spazia E dopo un viaggio che sembra senza sen-so arriva fino a noi l'amore che anche questa sera dopo una vita intera... è con me Credimi è con me…

Detti&Massime * A nessuno la vita è stata data in possesso, a tutti in u-sufrutto. Vitaque mancipio nulli datur, omnibus usu. Lucrèzio Caro, Tito (poeta latino, ca. 98-55 a.C.), La natura, III, 971.

* Bisogna fare la propria vita come si fa un'opera d'arte. Bisogna che la vita d'un uomo d'intelletto sia opera di lui. La superiorità vera è tutta qui. D'Annunzio, Gabriele (scrittore italiano, 1863-1938), Il piacere, I, 2.

* Certo, la vita non è per essere goduta ma per essere sopportata e sbrigata... Nella vecchiaia è già un conforto di aver dietro le spalle le fatiche della vita. Schopenhauer, Arthur (filosofo tedesco, 1788-1860), Aforismi sulla saggezza del vivere, V, A, Consigli e massime generali.

* È importante vivere bene, non vivere a lungo; e spesso vive bene chi non vive a lungo. Sèneca, Lucio Anneo (filosofo latino, 4 a.C.-65 d.C.), Lettere a Lucilio, 101, 15.

* Gli stolti desiderano essere longevi e non godono della longevità. Demòcrito (filosofo greco, 460-370 ca. a.C.), Frammen-ti, B 201 Diels.

* Gli uomini dicono che la vita è breve e io vedo che fanno di tutto per renderla tale.

Rousseau, Jean-Jacques (filosofo e scrittore francese, 1712-1778), Émile ou de l'é-ducation.

* La vita è l’arte di trarre conclusioni sufficienti da pre-messe insufficienti. Butler, Samuel (scrittore inglese, 1835-1902), Note-books, Lord, What Is Man?

* Nessuno si preoc-cupa di una vita virtuosa, ma pensa solo a quanto tempo potrà vivere. Tutti possono vivere be-ne, nessuno ha il potere di vivere a lungo. Sèneca, Lucio An-neo (filosofo latino, 4 a.C.-65 d.C.), Let-tere a Lucilio, 22,17

La vita La vita è... un'opportunità: coglila Bellezza: ammirala Beatitudine: assaporala Un sogno: fanne realtà Una sfida: affrontala Un dovere: compilo Un gioco: giocalo Preziosa: abbine cura Una ricchezza: trafficala Amore. godine Un mistero: scoprilo Una promessa: adempila Tristezza: superala Un inno: cantalo Una lotta: accettala Un'avventura: rischiala Felicità: meritala Vita: difendila Madre Teresa di Calcutta

Quando occorre avere coraggio Se senti che vuoi mollare non mollare. Se senti che non ce la fai prova di nuovo. Se non provi di nuovo, domandati sempre perché hai mollato tanto facilmente. Non lasciare che la vita ti soverchi. C’è un solo modo per andare avanti: tenere alta la testa. Non disperare se dinanzi a te si para un ostacolo. Arràmpicati su ogni montagna, passo dopo passo, e vivi la tua vita, giorno dopo giorno. Dai fiducia a ogni cosa che ti appare degna e non ti fermare prima d'essere certo che hai compiuto tutto il possibile per realiz-zare il tuo sogno. In te, in ciascuno di voi, ho fiducia, e so che riusciremo a ottenere tutto ciò che vorremo.

Trissie Nash Dal libro: “Gioventù”

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Documentario “L’odissea della vita” su Video.google.it, 23’ http://video.google.it/videoplay?docid=9009233370287446381

A cura di Alfred Mariani, 4CS

1- Da quanti anni pratichi questo sport? Ho iniziato nel 1996.. quindi 11 anni. 2- E’ una passione nata con un “colpo di fulmine” oppure ci è voluto un po’ perché maturasse in te? È un colpo di fulmine perché un giorno mio papà mi portò a vedere un allenamento di ragazzini. Mi è subito piaciuto, così siamo andati nella sede della società, dove mi hanno procurato una bici e da lì non sono più scesa. 3- Cos’è in questo sport che ti affascina, che ti colpisce? Mi piace che per raggiungere risultati devi metterci tutta te stessa e anche se ci metti un po’ i risultati poi arrivano, o almeno dovrebbe-ro. 4- Quanti giorni ti alleni alla settimana e per quante ore? Mi alleno 6 giorni alla settimana, dalle 2 alle 4 ore. 5- A quante competizioni internazionali hai partecipato? L’anno scorso ho partecipato a quasi tutte le gare internazionali pre-viste, soprattutto al giro a tappe della Toscana e il Giro d’Italia delle piste. 6- Con quale risultato? Ho ottenuto molti podi, ma ho mancato la vittoria, perché facendo parte della categoria juniores mi ritrovavo a correre con professioni-ste di 25 anni. 7- Cosa ti aspetti dal futuro riguardo a questo sport? Per scaramanzia non dico niente!!! 8- L’emozione più grande che questo sport ti ha regalato? Ce ne sono state tante… prima fra tutte quando mi sono trovata sul podio ai Campionati italiani, e poi quan-do si arriva in volata tutte insieme e si riesce a vincere è sempre un’emozione diversa tutte le volte. 9- La tua famiglia ti ha sempre appog-giata nelle tue scelte riguardanti que-sto sport? Sì, la mia famiglia mi ha sempre inco-raggiata, soprattutto mio padre, ma è tutta indispensabile perché è di grande supporto nei momenti difficili. 10- Siccome non è uno sport molto diffuso tra le ragazze, cosa diresti loro per incitarle a praticare questo sport? È vero, è poco diffuso e molto impegna-tivo e secondo me è una cosa che hai dentro, anche perché vedo che alcune ragazze dopo un po’ mollano… incitarle adesso sarebbe impossibile, ma bisogne-rebbe fare un po’ più di propaganda nel-le elementari, anche perché è una cosa che ti fa crescere non solo a livello spor-tivo ma anche a livello umano. 11- Cosa provi quando corri con la tua bici? Quando mi alleno non penso a niente, solo a pedalare e quando non ce la fac-cio più penso alle gare che dovrò fare, e che più stringo i denti più la gara andrà bene, e più che altro mi serve per stacca-re…. Anche perché è uno sport che ti permette di visitare posti e conoscere gente nuova, non restare chiuso in una palestra o in una piscina. E tornando dagli allenamenti sto bene, anche se a volte non c’è molta voglia di uscire lo faccio lo stesso perché so che porterà a qualcosa 12- E’ uno sport che richiede partico-lari qualità? Bisogna avere un fisico che riesce a sop-

portare tali sforzi, però il 70% dei risul-tati si ottiene con la testa, perché la de-terminazione e l’essere convinti è la co-sa più importante; sono più i momenti difficili che quelli in cui hai risultati ma non devi demoralizzarti. Saper stringere i denti aiuta a “battere” le professioniste. 13- Riesci ad organizzare le tue gior-nate tra allenamenti e studio? Le mie giornate sono: sveglia, scuola, panino, allenamento, studio, dormire…. È molto difficile, si fanno sacrifici poi-ché non esco quasi mai… c’è solo il ciclismo e lo studio e ci tengo molto ad andare bene a scuola e anche se non ho una media molto alta, me la cavo abba-stanza bene!! 14- Con il brutto tempo riesci ad alle-narti comunque? La stagione migliore va da marzo ad ottobre (stagione agonistica). Da ottobre a dicembre ci sono gli allenamenti in palestra e i rulli ( allenamenti in casa) ma se non piove o nevica cerco di uscire…. E da febbraio tutti i giorni senza problemi!!!! Sarah P & Giada

Artisti e campioni tra noi Eleonora Spaliviero, 4 B Linguistico, campionessa di ciclismo

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1- Com’è nata la tua passione? Ho sempre avuto una grande passio-ne per la musica in generale…non c’è un momento preci-so in cui posso dire che sia nata. La musica fa parte di

tutti noi e da sempre fa parte di me! 2- Da quanto tempo ti dedichi al canto e quanto studi alla settimana? Studio canto da 3 anni alla Scuola d’Arte e Spettacolo Musicanta di Pinerolo. Faccio un’ora di lezione alla settimana, ma giornal-mente canto 2 ore circa. 3- Come la vivi questa passione?Come un hobby, una libertà o una materia in cui dare il massimo? Inizialmente era un semplice hobby perché non pensavo potesse diventare qualcosa di più…il mio livello di autostima è decisamen-te basso! Ultimamente, anche se continua ad essere un passatempo, faccio in modo che diventi qualcosa di più, cercando di dare sempre il massimo. Riguardo alla libertà…beh cantare sarà sempre una libertà! 4- Cosa si prova a crearsi la propria musi-ca, a trasmettere con la sola voce emozioni e sentimenti? Domanda di riserva?! No, scherzo! Penso che sia spettacolare vedere come un sempli-ce suono o una singola nota possano alterare i nostri stati d’animo. E’ gratificante in un

certo senso sapere che la propria voce può emozionare qualcuno al punto da farlo pian-gere, o perché no, ridere! 5- Ci sapresti dare 3 consigli per cantare bene in particolare per tutti gli stonati del Porporato? Innanzitutto penso che nessuno nasca stona-to, quindi chiunque può imparare a cantare bene. Non me la sento di dare veri e propri consi-gli, posso dire però che passione, costanza,disciplina e voglia di mettersi in gioco siano 4 prerogative fondamentali. Chiunque voglia imparare a cantare deve capire però che non basta prendere in mano un microfono e can-tare. Occorrono studio, preparazione, deter-minazione e concentrazione. Tra l’altro tutti quelli che volessero cimentarsi in questa di-sciplina possono iscriversi al corso scolasti-co del mercoledì. 6- Hai già partecipato a gare, concorsi ,etc.? Sì, certo. Una delle mie prime esibizioni è stata proprio una gara di karaoke, nel marzo 2005. Avevo portato “Beautiful”, un brano della Aguilera, è stata la mia prima vittoria! E’ stato molto appagante perché cantavo da un anno soltanto e c’era gente molto più pre-parata di me in gara. Nell’ultima gara che ho fatto ho portato “Unfaithful”, una canzone di Rihanna, e ho vinto! Oltre a semplici gare di karaoke comunque ho partecipato a diversi concorsi e festival. Ora ho intenzione di i-scrivermi al concorso di Castrocaro Terme, mi raccomando quindi guardatemi su Rai 1!!

- segue a pag. 17 -

Federica Crea, 3B linguistico, cantante

splash

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1. Come sarà chiamato il sistema europeo di satelliti, ancora in via di realizzazione? a) Global Positioning System b) Newton

c) Galileo 2. Quale di questi non è un reparto dei carabinieri?? a) RIS b) NOCS c) NAS

3. Qual è il vero nome della cosiddetta “pillola della felicità”? a) RU 486 b)Tachipirina c) Prozac 4. Da chi è stato scritto il romanzo “Niente di vero tranne gli occhi”? a) Charles M. Schulz b) Giorgio Faletti

c) Lorenzo Flaherty

5. Qual è stata la città più colpita dall’uragano Katrina nel 2005? a) New Orleans

b) Miami c) Coral Spring

6. Chi era Helmut Newton? a) Un noto fisico b) Un politico c) Un fotografo 7. Ne “La seconda notte di nozze” chi interpreta Antonio Albanese?

a) Un muratore b) Uno sminatore c) Un banchiere 8. Chi è il sovrano del Nepal?

a) Bhumibol Adulyadej b) Keith Haring c) Pervez Musharraf

9. Come vengono chiamate nel linguaggio della moda le ciabatte infradito?

a) Clik-clak b) Clips c) Flip-flop

10. Quale crostaceo ha l’abitudine di nascondersi all’interno di una conchiglia vuota?

a) Il paguro b) Il lepade c) Il granchio

Romina Bouvier 5° A/L

Risposte: 1-c; 2-b; 3-c; 4-b; 5-a; 6-c; 7-b; 8-a; 9-c;10-a.

Next Generation

La rivolta dei robot In America sta andando forte il libro «How to Survive a Robot Uprising» (come sopravvivere alla rivolta dei robot) di Daniel Wilson. L’autore è un giovane genialoide che sa tutto sugli umanoidi e, spinto da un interrogativo, si è chie-sto: che cosa succederà quando le creature sintetiche si fa-ranno prendere dalla mania di una rivoluzione globale e ten-teranno di prendere il potere? Metà pseudo-romanzo fanta-scientifico e metà saggio im-pegnato e futuribile, il libro aggiunge un nuovo terrore di inizio millennio e aggiorna il catalogo delle angosce colletti-ve: fine del petrolio, effetto serra, terrorismo islamico, guer-re civili nucleari e conflitti tra Stati per l'acqua e l'energia vengono un po' ridimensionate. Rischiamo -profetizza Wil-son - uno scenario ancora peggiore di quanto riversato per la prima volta sul grande pubblico dal mai dimenticato «Hai» di «Odissea nello Spazio» firmato da Stanley Kubrick: di-ventare schiavi e vittime dei. robot, ormai esasperati dai no-stri limiti intellettuali e dalle nostre contraddizioni morali. Secondo Wilson ci vorrebbe poco perché collassi il princi-pio applicato dal suo Robotics Institute, «il principio del comportamento ragionevole» ispirato alle leggi antiviolenza di Isaac Asimov. Le macchine (che sono già decine e decine di prototipi funzionanti nei laboratori di Usa, Europa e Giap-pone) potrebbero impazzire come accade periodicamente ai pc casalinghi, inondati di virus e worm. E allora addio a in-dustrie, a servizi e a Stati interi. E anche alla nostra incolu-mità. Ecco perché si rivelerebbero preziosi i sei consigli (1.Indossate un cappuccio. 2.Tenete pronto un paio di occhiali da sal-datore. 3.Non dimenticate di portare nello zainetto una sbarra di ferro. 4 Fornitevi di bussola. 5.Andate a piedi o in bici. 6.Meglio se vi infilate uno spolverino). Il cappuccio serve per sfuggire al riconoscimento facciale. Gli occhiali da saldatore per ingan-nare i sensori oculari. La sbarra per contrastare gli attacchi del mostro meccanico. La bussola per capire se l'interlocuto-re ha un'anima metallica. I piedi o la bici per scappare in luoghi accidentati. Lo spolverino per celare le proprie fattez-ze umane. E infine molto coraggio e dosi di humor: «Se foste dispe-rati, correte in cantina e restateci, bloccando la porta con una pila di copie del mio libro». Furbo questo Wilson!

Cosa fanno gli ex? Incontro con Guido Furci, ex rappresentante d’istituto

Diplomato al Classico nel 2002, sta compiendo un iter universitario originale (3x1) Raccontaci il tuo percorso universitario: cosa hai scel-to dopo il Porporato? Ho sempre avuto una grande passione per il cinema, per la sua capacità di descrivere il reale tramite immagini visive, dirette, più che a parole; dall’amore per il cinema, il tea-tro, la pittura, la diretta conseguenza è stata l’amore per la letteratura. E così dopo essermi diplomato mi sono iscritto alla facoltà di lettere a Siena. Ho preso la laurea triennale e ho cominciato una specializzazione in filologia moder-na. Nel frattempo, alla fine del quarto anno ho vinto un concorso per una specialistica in letteratura generale e comparata alla Sorbona di Parigi, corso che sto tuttora fre-quentando. Seguo anche una terza specializzazione in let-teratura e cinema, alla Normale di Pisa. Non male, studiare per tre lauree specialistiche con-temporaneamente! Cosa ti ha spinto a lasciare Torino per iscriverti a Siena? La mia decisione è stata determinata sostanzialmente dal fatto che a Siena gli insegnanti delle materie che più mi interessavano erano (e sono) considerati più stimolanti che a Torino. Credo sia molto importante cercare di anda-re a studiare là dove sia possibile coltivare le proprie pas-sioni nel migliore dei modi, senza scendere a compro-messi. Attualmente la relativa autonomia delle varie uni-versità porta ad una tendenza di specializzarsi in determi-nati campi, o addirittura in determinati argomenti. Da un lato questo è un bene, dall’altro però è rischioso, perchè spesso preclude un’attività di studio veramente stimolante per chi non ha la possibilità di spostarsi. A proposito di partenze, parlaci di questa tua perma-nenza a Parigi.. Al di là dell’importanza dell’esperienza da un punto di vista umano, di vita, direi che il metodo di insegnamento in Francia (almeno per quello che ho visto) ha sia dei pun-ti a sfavore, sia dei punti di forza. Il problema principale, secondo me, è di tipo metodologico: si risente di una con-cezione strutturalista della letteratura, secondo cui tutto

dev’essere incasellato in parametri asso-luti, rigidi, la creazione dei quali diventa lo scopo principale dello studioso. La forma rischia insomma di diventare più

importante dei contenuti, e non si tiene presente che in genere l’utilità di una categoria sta proprio nella possibilità di metterla in discussione. Vi sono però anche, come ho detto, degli elementi decisamente positivi:

in particolare la grande influenza che in Francia le scienze sociali e l’antropologia

hanno avuto sullo studio della storia e della storia della letteratura.

A distanza di alcuni anni, cosa pensi degli anni passati al Porporato? Sei

soddisfatto della preparazione rice-vuta al liceo, sia sul piano umano che in

vista dell’università? Gli anni del liceo sono stati molto importanti. Per me è stato il periodo della nascita di una coscienza civile e poli-tica, e l’esperienza come rappresentante d’Istituto e alla Consulta Provinciale mi ha permesso di rapportarmi an-che con realtà diverse dalla mia, come le scuole torinesi.

Sono stati anni di dialogo, in cui ho capito come volevo affrontare la mia vita. Dal punto di vista didattico sono altrettanto soddisfatto: il classico mi ha insegnato, grazie a inse-gnanti capaci, l’importanza del porsi delle domande, più che di ot-tenere rapidamente dei risultati, e mi ha trasmesso un metodo di studio poi rivelatosi molto utile all’università. Dal liceo ho insomma ottenuto gli strumenti per poter interpretare gli insegnamenti che rice-vevo, cosa praticamente indispensabile all’università (un problema delle facoltà umanistiche in Italia, infatti, è la frammentazione dei corsi in tanti micromoduli, corrispon-denti ad altrettanti esami, che spesso non lasciano la pos-sibilità di fermarsi a riflettere quanto si vorrebbe su ciò che si studia). E’ dunque importante capire che i corsi non sono tutto, e bisogna cercare di ampliare il più possibile i propri orizzonti anche al di là della lezione. Per esempio io cerco di non perdermi mai il Torino Film Festival, che secondo me è una manifestazione molto importante, an-che a costo di dare in ritardo qualche esame. Vuoi dire ancora qualcosa ai nostri lettori? Ci tengo solo a ricordare che, una volta cominciata l’università, è indispensabile non autoconvincersi a forza della validità della propria scelta. Qualora non si sia con-tenti è inutile costringersi a pensare il contrario, come fan-no troppe persone; è meglio cambiare tipo di studi e se-guire le proprie passioni vere. Conosco persone profonda-mente infelici solo perchè non hanno voluto e non voglio-no essere sincere con se stesse.

Michele Barbero, ex-allievo

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Frasi famose · "Ho visto cose che voi umani non potreste immaginare... Na-vi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tan-nhauser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, co-me lacrime nella pioggia. È tempo di morire..." Blade runner · “La signora Prestley ora non c'è. Vuole lasciarle un messag-gio?....va bene, Gabbana si scrive con una B?”. Il diavolo ve-ste Prada

· "Accusare un uomo di omicidio quaggiu' era come fare con-travvenzioni per eccesso di velocità alla 500 Miglia di India-napolis". Apocalypse Now

· "E d'un tratto capii che il pensare e' per gli stupidi, mentre i cervelluti si affidano all'ispirazione". Arancia meccanica

· "E cosi' domani ti sposi?". "Sì, ma niente di serio!". Tre uo-mini e una gamba

· "Siamo in missione per conto di Dio!". The Blues brothers

· "Morire è la cosa peggiore che mi sia mai capitata". Big Fish · "Lo so, al posto mio Fonzie l'avrebbe baciata subito, ma pur-troppo io non ero Fonzie, ero Richie Cunningham". Notte pri-ma degli esami · "Di tutte le creature di Dio, l'essere umano e' l'unico che uc-cide i suoi simili". Patch Adams Giulia 2A/S

I film in arrivo Nel mese di marzo usciranno due grandi film, uno di questi è “Borat - Studio Culturale sull’America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan”, che uscirà il 2. E’ un falso documentario sul gior-nalista Borat Sagdiyev Sagdiyev (alter-ego di Ali G, alias Sacha Baron Cohen, comico inglese), celebre giornalista del Kazakistan che si reca negli Stati Uniti dove conoscerà attraverso la televisione Pa-mela Anderson di cui se ne innamorerà e inizierà a trascurare il suo lavoro… L’altro grande film atteso da tutte le ragazze che amano Riccardo Scamarcio è “Ho voglia di te”, che ripercorrerà la storia dell’omonimo libro di Federico Moccia. Step rientra a Roma dopo essere stato per due anni negli Stati Uniti e cercherà di assumersi le responsabilità iniziando a lavorare nel mondo dello spettacolo. Qui incontrerà Ginevra e se ne innamorerà, non dimenticando però tutti i bei momenti trascorsi col suo primo amore Baby…dal 9 marzo tornerete a sognare!! Jodie 3A/L

Film Forum Riprende il ciclo su Woody Allen

Harry a pezzi “Non la posso portare davanti a un tribunale, e non come giudice, ma come cittadino americano, e neppure ebreo, le dico che la sua condotta è stata ed è inappropriata” più o meno queste la senten-za del pubblico alla commedia recitata da Allen non sullo scher-mo, ma nel secolo. Quella strana commedia che gli ha fatto rom-pere con Mia Farrow, sua seconda grande musa sullo schermo, sua terza grande donna nel secolo, e lo ha portato al matrimonio con la figlia di lei, Soon-Yi, di 35 anni più giovane: nel ’97. Scandalo ed ennesima crisi, anche se lui non la definirebbe così, personale del regista. E in parallelo una tremenda e ben più palese, all’occhio della platea, batosta: la crisi degli anni ’90, che lo porta a pellico-le geniali se prese singolarmente, ma alla lunga ripetitive e che costituiscono sicuramente, nell’opera di Woody l’innovatore, un tremendo senso di déjà vu. Vita e pellicole si intrecciano più che mai; e vien meno quell’ordine nascosto dietro il caotico e vulca-nico paravento di battute, cui ci si era abituati. Sintesi di questo periodo di invasioni barbariche è Harry a pezzi. Uscito nel ’97:

proprio l’anno dello scandali-stico matrimo-nio; proprio l’anno della dichiarazione di fine delle sedute psicoa-nalitiche. Harry è un film terapia, che alla lunga dimostrerà di non portare alla guarigione. Scrittore sessantenne di-strutto, senza una biografia in cui distin-guere tra vita e opere, tra analisti e diavoli, tra mogli e amanti, Harry deve trovare la strada, e la faccia, per tornare all’università che lo aveva cacciato per ricevervi un pre-mio. Troverà invece la strada per l’inferno, indistinguibile messa in scena delle psicosi più astruse e irresistibili, una fantasmagori-ca e pazza catabasi che lo riporterà a saper guardare e parlare del mondo. La rottura di ogni piano narrativo: opere di Harry, vita di Harry, opere di Woody, vita di Woody… troppo semplice dichiarare di perdersi nel buco nero in cui la comicità alleniana ci ha spinti, troppo tardi per dirlo: ci siamo appe-na caduti. Non ci resta che godercelo fino in fondo, questo buco nero, vorticoso e tur-bolento. Oppure limitarci, e non è difficile, a ridere.

PierAndrea Martina

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Match point Capita, nel tennis, che un gran colpo batta sulla rete, ma non muoia: succede invece che la pallina si impenni e sia indecisa in che parte del campo cadere. Spesso questa indecisione risulta decisiva, soprattutto se si sta giocando un match point, il punto che vale la partita. Ma la volontà qui lascia spazio al caso, che i più ingenui osano an-cora chiamare destino e Woody Allen pre-ferisce definire sorte. Chris è un giovane maestro di tennis irlan-dese, un talento poco ambizioso e spentosi un po’ troppo presto per poter diventare un grande giocatore: impartendo lezioni ai ricchi soci di un club londinese compie

un’ascesa, forse un arrampicata, fino ai vertici della alta società, spo-sando prima la figlia di un importante magnate e affermandosi poi co-me manager di successo. Sarà l’incontro con un’aspirante e disoccupata attrice americana (una Scarlett Johansson per molti novella musa alle-niana, ma forse troppo sexy e troppo diva per il ruolo che fu di Diane Keaton e Mia Farrow) a turbare il rampante affarista: un tradimento dettato dalla passione, che provoca però conseguenze devastanti e forse irreversibili nell’equilibrio borghese del protagonista. Allen, dopo più di metà film affrontato con una tranquillità narrativa e una pulizia formale estreme, fa precipitare di colpo la storia, quando l’uomo d’affari diventa mostro. Comportamenti umani, responsabilità, colpe, istinti, delitti e castighi: tutto si relativizza di fronte al caso, alla Fortuna nel più classico significato di vox media, che sta a metà, come la pallina. Il tennis è uno sport cinico, per artisti sì, ma senza buonismo: si compie, e si accetta, tutto, anche un punto che rimbalza sulla rete pri-ma e sulla riga poi. Soprattutto se è il match point e vale l’intera partita. Forse quella della vita.

Maurizio Allasia

Harry a pezzi: 14 febbraio 2007 Match point: 21 marzo 2007

Le interviste volanti al Porporato

I valori più importanti Spesso le esperienze personali ci portano a considerare i valori della vita in modo differente gli uni dagli altri. Non esiste, quindi, una scala di valori universali che tutti condividono. In una sorta di intervista ad

alcuni ragazzi del Porporato abbiamo cercato di scoprire quali sono le priorità e gli ideali che vengono ritenuti più signifi-cativi… e non sono mancate le sorprese!

Quali sono, secondo te, i valori più importanti nella vita? - L’amore, perché la vita nasce dall’amore e l’amore da un senso alla

vita. [Monia IV B Spp] - L’amicizia, perché in alcuni momenti di difficoltà senza gli amici non

si può andare avanti. [Alessio I A Classico] - Ad una domanda del genere è difficile rispondere senza riflettere… I-stintivamente direi la famiglia, perché personalmente il suo appoggio di questa è essenziale nei periodi difficili. Per molte persone, però, la fami-

g l i a può essere anche un motivo di ansie ed agitazioni, quindi rispondo la sa-lute, perché, se c’è questa, molti problemi si riescono a superare anche se con fatica. [Michela III A Spp] - La felicità, perché se si è felici si può avere tutto. [Simona I B Spp] - Anche se non è un valore, per me è importante la presenza di una o più persone nella nostra vita perché e brutto essere soli. [Mattia III B Spp] - La fiducia, perché, senza di essa, non si può sperare in un mondo migliore. [Martina] - La famiglia, perché è l’unico nucleo di persone che mi vorrà sempre bene qualsiasi cosa succeda. [Francesco IV A Linguistico] -Anche secondo me la famiglia, perché senza di essa io non potrei esistere. [Giacomo V B Ginnasio] - Il dottor House! No, scherzo…l’autostima, che tra l’altro a me manca. [Anonima] - Per me sono tre. L’amore: il sentimento più vero e più nobile per cui valga la pena di vivere e di soffrire; la felicità: se si è felici si ha tutto ciò che si può desiderare; la speranza: non si può vivere di soli sogni ma sognare è il primo passo per realizzarli. [Anonima]

Lidia III B Spp

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Il Sabatoglobale (a Cumiana) Per una globalizzazione del bene

Ci è stata segnalata questa bella iniziativa che è rivol-ta ai ragazzi dai 14 anni in su. Si tratta del "SABATOGLOBALE", un campo di la-voro permanente presso la sede del Sermig di Cumiana (ospitata dai Salesiani del Bivio), che offre la possibili-tà, il sabato pomeriggio, di vivere un'esperienza di la-voro e di incontro con testimoni dei grandi temi della mondialità. Si preparano le spedizioni di aiuti umanitari (il carico di tir e containers, la riparazione di computers e macchi-ne da cucire, si sperimentano soluzioni tecnologiche mi-rate ai bisogni delle popolazioni più povere…). Sempre tenendo un occhio su come noi ragazzi possiamo vivere qui e nel quotidiano una scelta di mondialità, a partire dal nostro stile di vita e dalle nostre scelte personali. Per saperne di più contattare i proff. Strumia o Denanni o telefonare al 3488960152.

- segue da pag. 12 -

7- Hai già inciso qualche CD? Sì, ho realizzato 2 CD con brani editi, cioè brani di altri cantanti. Ora sto pensando ad un nuovo progetto, ma con canzoni inedite, cioè scritte da me. Per ora ho rag-giunto un un totale di 6 canzoni, di cui 5 in inglese. La prima l’ho scritta a 8 anni, accompagnandomi con la chitarra! 8- Hai già partecipato a degli spettacoli, come dei Musical ad esempio? Sì, circa un anno fa ho partecipato al musical Pinocchio, realizzato dalla scuola Musicanta… E’ stata un’esperienza molto bella ed interessante perché mi ha aiutato a combattere la mia timidezza e mi ha fatto “crescere” artisticamente. Diversamente ho partecipato allo spettacolo scolastico “Tutto il mondo è un palco-scenico” , realizzato lo scorso anno dalle seconde del linguistico… E’ stato divertente! 9- Cosa ti aspetti dal futuro in relazione a questa gran-de passione? In un certo senso mi aspetto tutto e niente…non bisogna farsi troppi castelli in aria e avere troppe aspettative, perché l’eventuale sconfitta fa male. E’ giusto avere dei sogni…E’ banale dire che mi piacerebbe diventare qual-cosa di più di una semplice e comune sedicenne con la passione per il canto, ma in questo settore non bastano solo le qualità, occorre tanta fortuna e qualche volta an-che scendere a dei compromessi… e un vero cantante non dovrebbe accettarlo, perchè non è solo un insulto alla musica, ma anche a se stessi.

PhotoForum La Giornata dell’abbraccio, 22 dic. 06

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“Cogli la rosa quand’è il momento…”

I MIRACOLI ESISTONO !!! Nicholas Sparks, I PASSI DELL’AMORE, Sperling Paperback

Quante volte avete sentito la frase “E’ un miracolo!”? Forse in televisione, o scherzosamente detto da qualche amico, o più frequentemente in ambito religioso. Ma se ci pensate meglio, i miracoli avvengono anche nella vita quotidiana, ma sono indicati con altri termini: fortuna, sorte, destino, fato, coincidenza, fatalità… magari una giovane è riuscita a fuggire da un uomo che voleva farle del male, la vostra peggiore nemica è diventata di punto in bianco la persona a voi più cara o ancora una persona scomparsa da tempo viene ritrovata… non credete che questi avvenimenti, nel loro piccolo, siano miracoli? Non sempre ci si

accorge di questa realtà, spesso si pensa ai miracoli come a qualcosa di lontano, irraggiungibile, a eventi soprannaturali e impossibili. Ma gli eventi della vita ci fanno capire che i miracoli esistono, ed è proprio la storia di un miracolo che sto per raccontarvi. Anni ’50 :nella piccola cittadina di Beaufort, in cui vive una comunità conformista, Landon è il tipico diciassettenne ribelle e indipendente, che infrange tutte le regole. Poco prima del ballo della scuola viene brutalmente “mollato” dalla sua ragazza e, controvoglia, invita Jamie, la figlia acqua e sapone del pastore, devota e innocente. Da quella sera cambia radicalmente la sua esistenza: il ragazzo impara ad aiutare gli altri, a conoscere le semplici gioie della vita, la bellezza dell’amore. In lui c’è un cambiamento radicale, neppure gli amici lo riconoscono più, ma il giovane si sente bene con se stesso e con gli altri; purtroppo, però, un giorno scopre una notizia sconvolgente: Jamie ha la leucemia e le rimangono pochi mesi di vita. Comunque Landon non l’abbandona, anzi, i due si trovano più uniti di prima e alla fine si sposano! Alcuni mesi più tardi Jamie muore, ma, nonostante il dolore, Landon è felice: è riuscito a realizzare il sogno più grande della fanciulla che amava, l’assistere ad un miracolo …qual è il miracolo? …eh sì, è proprio il giovane a cui ha cambiato la vita! Landon porterà per sempre Jamie nel suo cuore, ricordandola come quella ragazza che gli ha fatto capire che si ama con il cuore! Questa è una storia vera, ma naturalmente i nomi sono inventati per la tutela della privacy; il libro, il cui autore è Nicholas Sparks, è emozionante perché la realtà che descrive è la vita, ed è adatto a per-sone di qualunque età: ci insegna che nel mondo c'è sempre qualcuno per noi... l'amore è il centro del globo e questo li-bro lo dice chiaramente!!! Inoltre è stato girato anche un film, ambientato ai giorni nostri, che esprime molto bene ciò che Sparks ha voluto narrare; i due attori che interpretano Jamie e Landon sono Mandy Moore e Shane West, per la regia di Adam Shankman… non è difficile essere felici, basta aprire il proprio cuore a chi ci vuole bene!!!

Silvia Garis 2 A/l

“O Capitano, mio Capitano! Chi conosce questo verso? Nessuno… E’ una poesia di Walt Whitman che parla di A-bramo Lincoln. Ecco, in questa classe potete chiamarmi pro-fessor Keating o, se siete un po’ più audaci, O Capitano, mio Capitano!” Vermont, anni Cinquanta, Accademia Maschile Welton. Così si presenta ai suoi studenti il nuovo insegnante di Lettere, in piedi di fronte alla vetrina in cui sono esposte vecchie foto-grafie di ragazzi della scuola. “Cogli la rosa quand’è il mo-mento, ché il tempo, lo sai, vola e lo stesso fiore che sboccia oggi domani appassirà.” Impersonato da un eccezionale Ro-bin Williams, il prof. John Keating è un concentrato di cari-sma, rinnovamento e amore per la poesia che ben presto an-che i suoi studenti, impregnati dalle rigide tradizioni imposte del Preside Nolan (Norman Lloyd) riusciranno a scoprire con grande entusiasmo. “L’attimo fuggente” di Peter Weir, uscito nel 1989, è la storia di Neil Perry, Todd Anderson e Charlie Dalton che, con altri studenti, scoprono che l’innovativo prof. Keating, quando frequentava la Welton Academy, faceva parte della “Setta dei Poeti Estinti”, un gruppo di ragazzi che ogni venerdì notte, violando le regole di coprifuoco, sgattaiolava fuori dalla scuola per ritrovarsi in una grotta dove inventare e recitare poesie. Così il piccolo gruppo di amici decide di riformare la Setta dei Poeti Estinti, prendendo sempre più Keating come un fermo punto di riferimento. Ma, come dice lui stesso, ba-date bene a non pensare a queste riunioni come a una com-briccola di ragazzi che leggono poesie: i Poeti Estinti si dedi-cano a “succhiare il midollo della vita”. Così, tra una lezione “di passeggio”all’aria aperta in cui Kea-ting fa trovare ai ragazzi la propria “camminata”, il proprio passo, unico e diverso da quello degli altri, e una lezione in

cui fa salire gli studenti sulla cattedra per poter vedere il mondo da altre an-golazioni, il particolare professore si accattiva la simpatia e la fiducia di tutti i ragazzi. “Spingersi in altre direzioni, intraprendere nuove strade, Car-pe Diem, ragazzi! Rendete le vostre vite straordina-rie!”Seguendo le parole del prof. Keating, i ragazzi del grup-po della Setta dei Poeti Estinti decidono davvero di “cogliere l’attimo”, diventando sempre più insofferenti alle regole di conformismo della scuola. Neil Perry decide di seguire la sua passione per la recitazione nonostante la contrarietà del padre e, dopo aver sostenuto un provino, ottiene una parte in uno spettacolo teatrale della Welton; invece Charlie fa pubblicare sul giornale scolastico un articolo in cui propone di permette-re anche alle ragazze di frequentare l’Accademia. Sarà questa la goccia che farà traboccare il vaso, che scatenerà la furiosa rabbia del Preside Nolan verso i metodi alternativi di Keating e che cambierà per sempre le vite di tutti i protagonisti della storia. Un film fantastico che suscita sempre forti sensazioni, che insegna sempre qualcosa di nuovo. Un film grazie al quale ci rendiamo conto che a volte, incon-sciamente, guardiamo scorrere la vita dietro a un vetro, senza carpire ogni suo istante, senza capire che ogni occasione che passa non tornerà più. Eppure non è mai troppo tardi per cambiare, dentro di noi potremo sempre trovare, un giorno, una strana vocina che ci sussurra: “Carpe Diem! Rendi la tua vita straordinaria!” Per-ché, come dice Keating, “la poesia è il potente spettacolo del-la vita che continua, a cui tu puoi contribuire con un verso”.

Nadia IV C gin

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Lettere alla redazione

I rumeni e i bulgari non sono più extra comunitari

Il 1° gennaio 2007, dopo anni di attesa, sono entrati nell’Unione Europea anche la Romania e la Bulgaria. Alcuni dati su questi due Stati ci aiutano a capire chi sono i nuovi arrivati. La Bulgaria è stata fondata nel 681 d.C ed è uno de-gli stati più antichi del continente europeo. Le religioni più professate sono quella ortodossa e quella musulma-na. La popolazione è composta da 2 prevalenti gruppi etnici, i bulgari e i turchi. In Bulgaria è presente anche una minoranza etnica, i Rom che costituiscono il 3% della popolazione. Oltre che per il Mar Nero, ponte tra Europa e Asia, e per le splendide montagne che attirano turisti tutto l’anno, la Bulgaria è famosa anche per la Valle della Rose, che offre una moltitudine di questi fiori magnifici la cui essenza è molto usata per la preparazione di pro-fumi che vengono esportati in tutto il mondo. In Bulga-ria è anche presente una grande produzione di vini che fanno concorrenza a quelli provenienti dall’Europa dell’Ovest. La capitale, Sofia, è una metropoli con circa un milione di abitanti. Il suo centro storico conserva molte rovine romane, ricordo remoto dell’epoca in cui Sofia, con il nome di Serica, era capitale della Dacia Romana. La Romania è situata nell’Europa Sud-orientale e ap-partiene geograficamente alla penisola Balcanica. I Carpazi, imponente catena montuosa, formano un enorme arco passante per tutto il Paese. La Ro-mania è attravesata dal Danubio, fiume molto importante per l’Europa, che al suo delta ospita un parco naturale ricco di diverse specie di votatili. Anche nella popolazione rumena vi è una mino-ranza etnica, gli ungheresi. Contrariamente ai Paesi vicini, che parlano lingue di ceppo slavo, in Romania si parla una lingua neo-latina: il Ro-meno. La religione predominante è quella cri-stiana ortodossa. In Romania molte chiese han-no le facciate esterne dipinte con scene bibli-che in modo che i poveri anche se non riusciva-no ad entrare in chiesa, a causa della moltitudine di persone che vi andava, potevano seguire i passi della Bibbia dall’esterno. Era una sorta di “Bibbia” per i po-veri e tuttora viene considerata un’arte molto caratteri-stica.. Bucarest è la capitale della Romania ed è situata nella parte settentrionale della nazione. È una città piena di verde con parchi e giardini, edifici antichi e un museo all’aperto unico al mondo: il “Muzeul Satului” che e-spone costruzioni autentiche provenienti da ogni regio-ne del paese. I due stati appena presentati, pur facendo parte dell’Unione Europea, mantengono ancora le proprie monete, il Lev per la Bulgaria e il Leu per la Romania. La Turchia e la Croazia stanno ancora aspettando e si spera in nuovi sviluppi entro il 2010 per raggiungere un unico obbiettivo: l’ammissione all’UE

Shanel Talarico, I^C/L

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Disagio… igienico Da qualche settimana si verifica puntualmente un fatto un po’ fastidioso nei bagni delle ragazze, almeno per quan-to riguarda quelli del pia-no superiore. Al lunedì, al rientro dopo il weekend, i bagni sono riforniti di carta igie-nica e di quella per asciugarci l e mani, ma es- sendo un istituto di quasi sole donne, me-diamente tra il mercole- dì e il giovedì la carta finisce e non la si vede più fino al lunedì successivo. Una domanda sorge spontanea: noi dal giove-dì in poi cosa usiamo? C’è chi si arrangia portandosi pac-chi di fazzoletti da casa, mentre le più coraggiose si intru-folano nei bagni dei ragazzi, vincendo l’orgoglio femmi-nile e rischiando di imbattersi in qualche ragazzo dall’aria perplessa, per rubare un po’ di carta! Sarebbe opportuno capire perché non è possibile sostituire la carta appena finisce. Alcuni affermano che la colpa sia dei bi-delli, girano voci che il responsabile sia qualcuno più in alto, altri dicono addirittura che la carta viene messa solo una volta alla settimana perché viene sprecata e usata co-me arma per atti vandalici in bagno (intasamenti vari).

Premettendo che effettivamente qualche spre-co di carta si verifica, bisogna anche dire che la maggior parte delle persone è ma-tura e responsabile, capace di evitare gli

sprechi. Per evitare dunque di doverci portare il rotolo di carta igienica in cartella, che non

è una cosa molto elegante, possiamo giungere ad un compromesso più sensa-to?

Bea 3^B/L

Ci sono due grandi tragedie nella vita di un uomo: una è non ottenere ciò che si desi-dera, l’altra è ottenerlo. O-scar Wilde E’ molto divertente fare l’impossibile. Walt Disney Le cose che possiedi, prima o poi, finiscono col possederti. David Fincher Il coraggio non è la mancan-za di paura, ma la padronanza di essa. Anonimo E’ meglio essere sconfitti per

un principio che vincere per una bugia. Arthur Caldwell Il segreto del successo è la sincerità. Se riesci a fingerla, ce l’hai fatta. Arthur Bloch Molti uomini devono il suc-cesso alla loro prima moglie, e la loro seconda moglie al loro successo. Jim Backus Per tutta la vita ho desiderato essere qualcuno. Credo che avrei dovuto essere più speci-fica. Jane Wagner

Alice 2° B/ Cl

Diariolando Frasi tratte dall’agenda DIVENTONE 2006/07

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Lettere alla redazione

Barzellette divertentissime!!! · Un tale ha la spiacevole sorpresa di trovare la pro-pria auto, parcheggiata sotto casa, con una vistosa ammaccatura. Nel vedere un biglietto infilato sotto il tergicristallo si rincuora, poi lo legge. C'è scritto: "Gentile signore, purtroppo nell'uscire dal parcheg-gio, ho urtato la sua macchina danneggiandola. La gente che mi osserva pensa che ora io stia scrivendo le mie generalità, come sarebbe di rigore in questi casi. Ma non mi sogno nemmeno di farlo. Buona giornata!" · "Lasciate che i bambini vengano a me!", come dis-se anche Michael Jackson. · "Io sì che ho il pollice verde", come disse il mar-ziano. · Il giudice all'accusato: “Ecco la sentenza: lei può scegliere tra due settimane di carcere oppure cento euro!” L'imputato, allungando la mano, risponde, allegramente: “Grazie signor giudice! Io scelgo i cento euro!” · Polifemo cattura Ulisse e la sua ciurma. Nella ca-verna acchiappa il primo che gli capita: “Come ti chiami?” Giovanni! “Ti mangerò come primo…” Prende un altro: “Come ti chiami?” Luigi! “Luigi, ti mangerò come secondo... “ Poi un altro: Francesco! “Ti mangerò come contor-no... “ Così fino ad Ulisse al quale fa la stessa domanda: “E tu... come ti chiami?” Chiamami Peroni... sarò la tua birra!!! · Siamo nel Medioevo. Un drago si imbatte in un cavaliere completamente ricoperto dalla sua armatu-ra, lo osserva attentamente e poi commenta tra sé e sé: - Uffa... sempre carne in scatola!!! · Cesare al Rubicone: “Centurioni! Il DADO è trat-to! Avanti, miei BRODI!” Sai perché si è suicidato il libro di matemetica? - Perché aveva molti problemi... Giulia 2A/S

NUOVO DIZIONARIO INGLESE-PIEMONTESE COUNT-TOUCH!: esclamazione di meraviglia GROUP: nodo HE CORN: le corna JEW-AN-HOT: giovanotto LEAN-OUT: eccone lì un altro LOVE-TREES: lavatrice LOVER: labbra POOH-LAST: pollo POOH’S-THIN: postino SCOOP-US: schiaffo US-US-IN: assassino VAN-COOL-POST: va’ a quel paese WHO-SPEED-ALL: ospedale Nadia IV C gin

Il rimedio per affrontare i problemi della vita E’ bello credere di avere a disposizione più di una vita, e questa è la speranza e anche la certezza che inseguo quoti-dianamente. Ogni volta che apro gli occhi è come se nascessi quando li richiudo vado a morire con la speranza che il domani mi riveda con il sole in faccia, con nuove prospettive, magari più cresciuto, meno imprudente, meno invadente del giorno prima. Se tutti riuscissimo ad avere questo pensiero che ci permet-te di capire che si può morire anche se il cuore continua a battere. Infatti basta un brutto avvenimento (ad esempio la morte di una persona cara oppure la separazione dalla persona che ami) per portarti nella solitudine e a chiudersi in se stessi. Però sono proprio queste persone che sono state tra-volte da questi avvenimenti che hanno bisogno di qualcuno che li riporti alla vita e che gli faccia capire che si deve lottare per le persone che si ama e che si deve sempre anda-re avanti. Ho scritto questo articolo per aiutare a capire che si deve camminare a testa alta incontro alla vita e lottare sempre per le persone che si ama e vedrete che la vita sarà più serena.

Alfred Mariani 4C/S.

LA MATURITA’ E’ CAMBIATA!!! Come è cambiata? Forse non sai che…

Le commissioni d’esame saranno di nuovo miste: 6 do-centi di cui 3 esterni e il presidente della commissione è preside di un altro istituto. Si prevede anche uno scrutinio finale da passare prima di accedere all’esame di maturità. Chi non lo supera ripete l’anno senza neanche presentarsi davanti alla commissione d’esame. Dall’anno scolastico 2008-2009 si potrà accedere alla ma-turità avendo saldato tutti i debiti accumulati nel quinquen-nio. Si potranno accumulare crediti solo fino a 25 punti sui 10-0 finali. Per i più bravi vi è la possibilità di uscire con la lode. Cosa ne pensano i ragazzi…? La maggioranza degli stu-denti è informato o almeno è a conoscenza dei cambia-menti della commissione, ma molti altri, non ancora tocca-ti personalmente dal problema, non sanno niente su di es-sa, alcuni non sono stati informati, altri non s’interessano. Vantaggiosa o svantaggiosa…? Il 60% è preoccupato per la commissione esterna e crede sia uno svantaggio per il superamento del proprio esame, pensa però che sia più difficile, più selettivo e quindi più giusto. Il 20% crede che con questa riforma il titolo di studio a-quisirà più valore. Gli altri pensano che con la commissione mista si potrà abolire ogni tipo di favoreggiamento. I ragazzi che hanno passato l’esame di maturità fino al 20-00 credono che, come hanno passato loro l’esame con la commissione mista, sia oggi giusto che sia tornata.

Federica e Aurora 1°C/L