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Numero 8, 10 maggio 2019 I migranti del Pellice Di Giulia Rivera, Martha Masset, Clarissa Bertea e Agathe Garcin 3 CL Nella nostra attualità si è sempre più abituati a parlare e dibattere riguardo le migrazioni di quei popoli che, minacciati da guerre e estrema povertà, fuggono dai loro paesi alla ricerca di una vita migliore. La ricerca di un luogo favorevole alle nostre infinite esigenze é direttamente proporzionale alla rovina dell'ambiente. L'inquinamento prodotto dall'uomo é la principale causa del riscaldamento globale, ma a noi cosa cambiano cinque gradi in più o in meno? Se lo chiedessimo ad esempio ai pesci, che sono fondamentali nell'ecosistema, ci direbbero che le scarse precipitazioni, lo scioglimento dei ghiacciai e le temperature più elevate hanno un importante impatto nelle loro acque. Nel fiume Pellice, in effetti, si può osservare la migrazione del ghiozzo, pesce che usualmente vive in acque dolci e calde, che attualmente tende ad estendersi in zone in cui l'acqua dovrebbe essere fredda e accogliente per lo scazzone, pesce tipicamente trovabile nelle acque dolci e fredde. Segue a pag. 2. Servizi scientifico- naturalistici a pag. 2 e 3 Di Federico Bernardini 2Bes Quanti anni hai? Ho 23 anni compiuti, mi sento vecchio. Per quanti anni hai frequentato il Porporato? Ho frequentato il Porporato per 4 anni, invece altri 4 li ho passati al Curie Quindi in tutto quante volte sei stato bocciato? La prima volta sono stato bocciato a settembre al Curie, la seconda volta sono stato espulso e di conseguenza bocciato con l’obbligo di cambiar scuola. Poi ho fatto la terza per la terza volta al Porporato, sono stato bocciato in quarta e in quinta non sono stato ammesso all’esame per mancata frequenza … Quindi … 4 volte. E in quattro anni sei stato rappresentante degli studenti per tre volte dico bene? Sì, ho fatto un mandato da rappresentante di consulta, che come ben sai dura due anni, e l’anno scorso sono stato rappresentante d’istituto. Molte delle tue azioni poi, sono diventate leggenda. Mi viene in mente quella che vede come protagonista te in mutande sul tetto del Curie. *ride* Già con questa tua affermazione puoi capire quanto siano romanzate queste storie. Questa è una delle cose da sfatare: ero in pantaloncini corti, era l’ultimo giorno di scuola, faceva caldo e non avevo nulla da perdere, avevo già la certezza di andare al Porporato. Molti potevano pensare che fosse una cosa per cui quasi vantarsi. Ma quando sono arrivato al Porporato, sperando di cambiare aria, la mia fama mi ha preceduto e già i primi giorni di scuola venivo identificato come “quello del tetto”. Col senno di poi è stata una ragazzata che conoscendomi rifarei, ma che ha portato a conseguenze non positive nonché ad un percorso scolastico fallimentare. È stata una cosa fatta senza pensare troppo, anche se avevo 18 anni … Dove sei scomparso quest’anni? Quest’anno ho avuto l’opportunità di giocare nell’Hockey Como in un contesto semi-professionale. *ride* Non sono diventato milionario ma avevo comunque un alloggio, le bollette pagate e uno stipendio che mi garantiva una certa indipendenza, un’esperienza che auguro a chiunque. Cosa fai ora? In teoria dovrei dare l’esame di maturità quest’anno, fra neanche un mese ho gli esami preliminari. Vista la mia poca diligenza non ho ancora iniziato a studiare. In bocca al lupo allora. Vorresti dire qualcosa agli studenti del Porporato? Non prendetemi come esempio. Dovete mettere lo studio davanti, non come ho fatto io. Quando hai 16-17 anni studiare non è un problema. Ma dopo non riesci più a star dietro allo studio. Non dico di pensare e vivere solo per la scuola, ma non ha senso fare i deficienti, anche se ora può sembrare figo. Fare il ribelle, è una cosa effimera che si perde nel tempo e i cog****i di oggi saranno i vagabondi di domani. Me compreso. Tra i banchi leoni, nella vita … Fabio Dal Vecchio Leggende da sfatare e l’esperienza nero su bianco di uno degli studenti più “ribelli”, anziani e autocritici nella storia del Porporato Erasmus plus: scambio con la Francia Di Laura Gerlero Due classi del Linguistico - 3B e 3C - hanno condiviso quest’anno l’esperienza dello scambio con i coetanei francesi del Lycée Honoré Romane d’Embrun nell’ambito del Progetto Erasmus Plus dal titolo “Un térritoire entre révolution(s) et évolution”, sotto il profilo storico, letterario, artistico, ambientale ed economico. Per una settimana in Francia e una in Italia le lezioni si sono svolte in modo diverso: incontri esperti e visite guidate sul territorio hanno dato spunto per il lavoro in classe in gruppi misti italo-francesi. Nelle pagine del giornale una ampia serie di esposizioni dei percorsi svolti, che sono poi stati condivisi l’ultimo giorno dagli 80 partecipanti e dai loro insegnanti, prima di salutarsi e darsi appuntamento per l’autunno. La 5D SU sale sul podio :-) Si è appena conclusa la II edizione del concorso di narrativa per studenti delle scuole superiori Che Storia!, competizione nazionale che ha visto quest’anno 121 classi contendersi i riconoscimenti. E la nostra 5 DSU è riuscita a entrare nella rosa dei vincitori. Così 5 di loro andranno a Roma, presso la Biblioteca Angelica, a ritirare il premio il 21 maggio. Gli organizzatori dichiarono che non è stato facile scegliere i migliori, per il vivissimo interesse che, a vari livelli, numerosi racconti hanno suscitato nella giuria. Ma alla fine tra i dodici meritevoli di premio o di menzione speciale sono rientrati anche i nostri compagni. Disponibili nel sito di Narrazioni di confine, alla pagina http://www.narrazionidiconfine.it/concors o/che-storia-2/. Periodico politico culturale e di attualità, diretto da Alessandro Albarello e curato dagli studenti del Liceo G. F. Porporato di Pinerolo. In redazione: ARMANINI GIULIA3AL, BERNARDINI FEDERICO 2BES , BORETTO BEATRICE 3AL , DENEGRI SHANTI 3CSU DEPETRIS IRENE3CSU, DIMATTEO FEDERICA 3AL, FAVACCIO GIANINA 4DSU, FRAGOLA ERICA 2ACL GINO ANNA3CSU, HRISCA DENISA ANDREEA 3CSU MASSOCCO VICTORIA 3BSU, MANZINI DAVID 3CSU PELLEGRINO CATERINA 1BCL, REI BEATRICE 3AL, SADDI GIULIANA FIORELLA 3CSU, SAMMARTINO GABRIELE 1ACL SEPEGNO ELISA 3AL SIANI VIOLA 1BCL, VIGNOLO ELISA 3AL VULTAGGIO ALICE 3CSU Grazie ai Fondi strutturali europei PON, la redazione di Onda d’Urto può contare quest’anno su una redazione potenziata dalla presenza di molti redattori fissi che seguono un percorso di formazione professionale per l’apprendimento di tecniche giornalistiche. Tale task force consente alla redazione di lavorare su un numero più alto di articoli, il che garantisce la possibilità a tutte le classi che abbiano prodotto testi di rilevanza informativa (su iniziative, attività, prospettive) di inviare i loro articoli a [email protected] con la certezza che saranno pubblicati nel più breve tempo possibile. Onda d’Urto

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Numero 8, 10 maggio 2019

I migranti

del Pellice

Di Giulia Rivera, Martha

Masset, Clarissa Bertea e

Agathe Garcin 3 CL

Nella nostra attualità si è

sempre più abituati a parlare e

dibattere riguardo le

migrazioni di quei popoli che,

minacciati da guerre e estrema

povertà, fuggono dai loro paesi

alla ricerca di una vita

migliore. La ricerca di un

luogo favorevole alle nostre

infinite esigenze é

direttamente proporzionale

alla rovina dell'ambiente.

L'inquinamento prodotto

dall'uomo é la principale causa

del riscaldamento globale, ma

a noi cosa cambiano cinque

gradi in più o in meno?

Se lo chiedessimo ad esempio

ai pesci, che sono

fondamentali nell'ecosistema,

ci direbbero che le scarse

precipitazioni, lo scioglimento

dei ghiacciai e le temperature

più elevate hanno un

importante impatto nelle loro

acque.

Nel fiume Pellice, in effetti, si

può osservare la migrazione

del ghiozzo, pesce che

usualmente vive in acque dolci

e calde, che attualmente tende

ad estendersi in zone in cui

l'acqua dovrebbe essere fredda

e accogliente per lo scazzone,

pesce tipicamente trovabile

nelle acque dolci e fredde.

Segue a pag. 2.

Servizi scientifico-

naturalistici a pag. 2 e 3

D i Fe d er ic o B er n a r d i n i 2 B es

Quanti anni hai?

Ho 23 anni compiuti, mi sento

vecchio.

Per quanti anni hai frequentato

il Porporato?

Ho frequentato il Porporato per 4

anni, invece altri 4 li ho passati al

Curie

Quindi in tutto quante volte sei

stato bocciato?

La prima volta sono stato

bocciato a settembre al Curie, la

seconda volta sono stato espulso e

di conseguenza bocciato con

l’obbligo di cambiar scuola. Poi

ho fatto la terza per la terza volta

al Porporato, sono stato bocciato

in quarta e in quinta non sono

stato ammesso all’esame per

mancata frequenza … Quindi …

4 volte.

E in quattro anni sei stato

rappresentante degli studenti

per tre volte dico bene?

Sì, ho fatto un mandato da

rappresentante di consulta, che

come ben sai dura due anni, e

l’anno scorso sono stato

rappresentante d’istituto.

Molte delle tue azioni poi, sono

diventate leggenda. Mi viene in

mente quella che vede come

protagonista te in mutande sul

tetto del Curie.

*ride* Già con questa tua

affermazione puoi capire quanto

siano romanzate queste storie.

Questa è una delle cose da

sfatare: ero in pantaloncini corti,

era l’ultimo giorno di scuola,

faceva caldo e non avevo nulla da

perdere, avevo già la certezza di

andare al Porporato. Molti

potevano pensare che fosse una

cosa per cui quasi vantarsi. Ma

quando sono arrivato al

Porporato, sperando di cambiare

aria, la mia fama mi ha preceduto

e già i primi giorni di scuola

venivo identificato come “quello

del tetto”. Col senno di poi è stata

una ragazzata che conoscendomi

rifarei, ma che ha portato a

conseguenze non positive nonché

ad un percorso scolastico

fallimentare. È stata una cosa

fatta senza pensare troppo, anche

se avevo 18 anni …

Dove sei scomparso quest’anni?

Quest’anno ho avuto

l’opportunità di giocare

nell’Hockey Como in un

contesto semi-professionale.

*ride* Non sono diventato

milionario ma avevo comunque

un alloggio, le bollette pagate e

uno stipendio che mi garantiva

una certa indipendenza,

un’esperienza che auguro a

chiunque.

Cosa fai ora?

In teoria dovrei dare l’esame di

maturità quest’anno, fra neanche

un mese ho gli esami preliminari.

Vista la mia poca diligenza non

ho ancora iniziato a studiare.

In bocca al lupo allora. Vorresti

dire qualcosa agli studenti del

Porporato?

Non prendetemi come esempio.

Dovete mettere lo studio davanti,

non come ho fatto io. Quando hai

16-17 anni studiare non è un

problema. Ma dopo non riesci più

a star dietro allo studio. Non dico

di pensare e vivere solo per la

scuola, ma non ha senso fare i

deficienti, anche se ora può

sembrare figo. Fare il ribelle, è

una cosa effimera che si perde nel

tempo e i cog****i di oggi

saranno i vagabondi di domani.

Me compreso.

Tra i banchi leoni, nella vita …

F a b i o D a l V e c c h i o

Leggende da sfatare e l’esperienza nero su bianco

di uno degli studenti più “ribelli”, anziani e autocritici nella storia del Porporato

Erasmus plus:

scambio con la

Francia

Di Laura Gerlero

Due classi del Linguistico - 3B e

3C - hanno condiviso quest’anno

l’esperienza dello scambio con i

coetanei francesi del Lycée

Honoré Romane d’Embrun

nell’ambito del Progetto Erasmus

Plus dal titolo “Un térritoire entre

révolution(s) et évolution”, sotto

il profilo storico, letterario,

artistico, ambientale ed

economico.

Per una settimana in Francia e

una in Italia le lezioni si sono

svolte in modo diverso: incontri

esperti e visite guidate sul

territorio hanno dato spunto per

il lavoro in classe in gruppi misti

italo-francesi. Nelle pagine del

giornale una

ampia serie di esposizioni dei

percorsi svolti, che sono poi stati

condivisi l’ultimo giorno dagli 80

partecipanti e dai loro insegnanti,

prima di salutarsi e darsi

appuntamento per l’autunno.

La 5D SU sale sul

podio :-)

Si è appena conclusa la II edizione del

concorso di narrativa per studenti delle

scuole superiori Che Storia!, competizione

nazionale che ha visto quest’anno 121 classi contendersi i riconoscimenti. E la

nostra 5 DSU è riuscita a entrare nella rosa

dei vincitori. Così 5 di loro andranno a Roma, presso la Biblioteca Angelica, a

ritirare il premio il 21 maggio.

Gli organizzatori dichiarono che non è

stato facile scegliere i migliori, per il

vivissimo interesse che, a vari livelli,

numerosi racconti hanno suscitato nella

giuria. Ma alla fine tra i dodici meritevoli

di premio o di menzione speciale

sono rientrati anche i nostri compagni.

Disponibili nel sito di Narrazioni di

confine, alla pagina

http://www.narrazionidiconfine.it/concors

o/che-storia-2/.

Periodico politico culturale e di attualità, diretto da Alessandro Albarello e

curato dagli studenti del Liceo G. F. Porporato di Pinerolo. In redazione:

ARMANINI GIULIA3AL, BERNARDINI FEDERICO 2BES ,

BORETTO BEATRICE 3AL , DENEGRI SHANTI 3CSU DEPETRIS

IRENE3CSU, DIMATTEO FEDERICA 3AL, FAVACCIO GIANINA

4DSU, FRAGOLA ERICA 2ACL GINO ANNA3CSU, HRISCA

DENISA ANDREEA 3CSU MASSOCCO VICTORIA 3BSU, MANZINI

DAVID 3CSU PELLEGRINO CATERINA 1BCL, REI BEATRICE

3AL, SADDI GIULIANA FIORELLA 3CSU, SAMMARTINO

GABRIELE 1ACL SEPEGNO ELISA 3AL SIANI VIOLA 1BCL,

VIGNOLO ELISA 3AL VULTAGGIO ALICE 3CSU Grazie ai Fondi

strutturali europei PON, la redazione di Onda d’Urto può contare quest’anno

su una redazione potenziata dalla presenza di molti redattori fissi che

seguono un percorso di formazione professionale per l’apprendimento di

tecniche giornalistiche. Tale task force consente alla redazione di lavorare su

un numero più alto di articoli, il che garantisce la possibilità a tutte le classi

che abbiano prodotto testi di rilevanza informativa (su iniziative, attività,

prospettive) di inviare i loro articoli a [email protected] con la certezza che

saranno pubblicati nel più breve tempo possibile.

Onda

d’Urto

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I migranti

del Pellice

Di Giulia Rivera, Martha

Masset, Clarissa Bertea e

Agathe Garcin 3 CL

Continua da pagina 1.

La migrazione dello

scazzone e del ghiozzo non è

l'unica a causa del

riscaldamento globale, bensì

una delle tante, in effetti si

può notare anche la presenza

della trota che a volte è

costretta a risalire il fiume

controcorrente per trovare

acque più fredde. Questi

problemi comportano anche

il rischio di poter far

estinguere queste speci,

tanto che ci sono allevamenti

per la salvaguardia di questi

animali a Luserna. (Signori

Marco Baltieri e Paolo Lo

Conte)

Prima di costruire in

prossimità di un fiume e

prima di sprecare

inutilmente acqua

bisognerebbe riflettere sulle

conseguenze ambientali e

tenerne conto, perché un

giorno potremmo essere noi

a dover migrare.

Per evitare che questo

accada si può iniziare dalla

nostra attualità di tutti i

giorni utilizzando dei

prodotti che rispettano

l'ambiente, ad esempio

esistono dei saponi e bagno

schiuma con cui ci si può

fare il bagno: la cosa

positiva e che l'acqua

utilizzata per il bagno si può

riusare per bagnare le piante

perche sono fatti di agenti

naturali e non chimici.

Di Simoni Carmela

Clément Faure-Brac

Leone Francesco

Enzo Balducci

Mael Dazy

3 CL

Attraverso lo studio

accurato di eventi climatici,

è possibile ipotizzare alcuni

scenari futuri del clima sulla

terra. A tal proposito il

direttore dell'osservatorio

meteorologico Georges

Carrel ha affermato: " Les

saisons et les années se

reviennent et se succèdent,

mais elles ne se ressemblent

pas" tradotto con " Le

stagioni e gli anni vanno e

vengono e si succedono, ma

non si assomigliano".

Con questa frase egli

affermava che l'osservazione

dei fatti con metodo

scientifico avrebbe condotto

alla comprensione dei

fenomeni meteorologici e a

prevedere il tempo, infatti

proprio oggi possiamo dire

realizzato questo sogno.

(Tratto da "Perturbazioni

antropiche del ciclo

dell'acqua" di Luca Mercalli)

Il clima terrestre è un

continuo flusso di energia

(proveniente dal sole) e

materia (vapore acqueo,

CO2 e altri gas) tra

atmosfera e oceani. Esso è

un sistema instabile ma non

ciclico; per questo, durante

questi anni si parla di

riscaldamento globale

dovuto alle emissioni di

CO2; un problema causato

dall'inquinamento dell'uomo

che comporta delle

conseguenze sul clima.

Le regioni alpine ad

esempio, sono

particolarmente esposte alle

variazioni climatiche

naturali o indotte dall'uomo.

In Svizzera è stato intrapreso

un organico programma di

quantificazione dei

cambiamenti climatici: si

tratta del progetto

"PROCLIM" che ha portato

alla pubblicazione di vari

rapporti su rischi climatici,

disastri naturali ed economia

Svizzera.

I settori colpiti dal

riscaldamento globale sono:

-Settore bancario (notevoli

flussi di capitali nel settore

della prevenzione dei danni)

-Settore assicurativo (il

denaro contro le catastrofi

naturali non è illimitato)

-Settore agricolo (perdite

produttive)

-Settore energetico (il

riscaldamento domestico inciderà

sui consumi di combustibili)

-Salute (l'assottigliamento della

stratosfera potrebbe favorire la

nascita di malattie tumorali della

pelle)

-Turismo (mancanza di neve)

Guardando più da vicino, nel

Piemonte, proprio in questo

periodo, possiamo osservare la

mancanza di acqua a causa delle

scarse precipitazioni che hanno

comportato la siccità nel nostro

territorio.

I fiumi come il Po (noi abbiamo

sperimentato direttamente sul

Pellice) hanno una portata d'acqua

notevolmente carente e ciò

porta a problemi legati

all'agricoltura e al ciclo

dell'acqua.

Tutti noi dobbiamo essere

consapevoli che questi danni

toccano, come abbiamo

visto, diversi settori del

nostro paese. Proprio per

questo dovremmo cambiare

alcune abitudini, perché

avanzando in questo modo,

nel futuro potremmo

riscontrare altri problemi più

gravi.

Agiamo ora che siamo

ancora in tempo perché se

aspettiamo ancora sarà

troppo tardi!

I L C L I M A

c a m b i a m e n t i e c o n s e g u e n z e

DALBERA Marine,

METAILLER Lea,

GALFIONE Anita,

GRECO Gaia, VIZZINI

Veronica.

L’idroelettrico, com'è

noto, è la più antica e

importante fonte

rinnovabile nel nostro

Paese. È dalla fine del 1800

che questi impianti

rappresentano una parte

consistente nella

produzione energetica

elettrica italiana. Ancora

oggi grazie all’idroelettrico

una parte importante della

produzione elettrica

nazionale è rinnovabile. A

causa delle differenze

territoriali in Italia sono state

solo in parte applicate le

leggi per la protezione delle

risorse idriche. In queste

centrali si crea energia

meccanica che poi viene

trasformata in elettrica a

partire dall'energia

potenziale dell'acqua.

Ci sono vari tipi di centrali,

come quella a bacino, a

bacino con pompaggio e ad

acqua fluente. Quella che

abbiamo visitato, ovvero la

centrale di Abrard, è ad

acqua fluente.

Questi impianti possono

provocare degli effetti

negativi sull'ambiente se

non adeguatamente

studiati. Per esempio se

viene costruita una diga,

essa annulla il naturale

ciclo della portata del

fiume e ne riduce il flusso,

priva il fiume dei sedimenti

che fertilizzano i campi e

costituiscono le spiagge,

blocca il movimento e le

migrazioni stagionali delle

popolazioni di pesci e fa

diminuire la biodiversità

dell'area. Se invece il corso

d'acqua viene incanalato,

aumenta il rischio di

possibili inondazioni e

inoltre la produttività della

centrale dipenderà dalla

portata del fiume che è

stagionale e dipendente

dalle condizioni

meteorologiche.

A causa dei cambiamenti

climatici, la quantità d'acqua

sta diminuendo e diminuirà

ancora, pertanto è necessario

prendere dei provvedimenti

da attuare nella quotidianità.

Un esempio potrebbe essere

diminuire il consumo di

carne, dal momento che la

sua produzione richiede

grandi quantità d'acqua,

infatti per produrre un chilo

di carne rossa si impiegano

più di 15000 litri d'acqua.

Quindi si potrebbe valutare

un'alimentazione con minore

utilizzo di carne.

(informazioni tratte dal

report di Legambiente,

gennaio 2018,

“l'idroelettrico: impatti e

nuove sfide al tempo dei

cambiamenti climatici”.)

COME RICAVARE ENERGIA DALL'ACQUA?

IN FUTURO SARÀ NECESSARIO ESSERE VEGETARIANI?

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L’acqua, elemento

essenziale per la vita è in

pericolo a causa nostra.

Infatti l’inquinamento delle

attività dell’uomo ha un

impatto diretto sulla qualità

dell’aria e dell’acqua, a

causa di ciò la biodiversità è

messa in pericolo. I

macroinvertebrati, animali

invertebrati aventi le

dimensioni maggiori di 1

mm e sono indicatori

biologici dell’acqua come

efemerotteri e plecotteri

stanno scomparendo dai

fiumi.

La progressiva scomparsa di

numerose specie è una

dimostrazione del fatto che

la qualità si sta abbassando e

sta arrivando a un punto di

non ritorno.

Quest’inquinamento è

causato principalmente dalla

contaminazione delle acque,

che può essere di due tipi :

biologica (microrganismi

patogeni) o chimica

(composti chimici).

Queste sorgenti

inquinanti possono

essere : puntuali (la

restituzione contaminata

avviene in posti

controllabili), non

puntuali (le piogge acide,

dilavamento di pesticidi).

(fonte: la Risorsa acqua :

Contaminazione,

Problemi e Prospettive.

Conferenza a cura di

prof. Maurino.)

Queste contaminazioni

non puntuali inquinano

soprattutto le falde

acquifere, le quali sono

inquinate da pesticidi e

fertilizzanti. La falda può

restare inquinata per

molti decenni prima che

ritorni di nuovo

utilizzabile.

In conclusione si può

dire che ormai il danno è

fatto, non si può dunque

cercare di migliorare il

passato ma bisogna

puntare a migliorare il

futuro facendo scelte più

consapevoli e giuste nei

confronti della natura

Pietro Brancati, Giulia

Tamburriello, Christen

Borel

In occasione della settimana di

accoglienza dei corrispondenti

del Lycée Honoré Romane di

Embrun ( dal 27 marzo al 3

aprile) il nostro gruppo italo-

francese ha preso in esame la

storia e lo sviluppo delle attività

economiche nella Val Pellice e

ha cercato di effettuare una

valutazione sull’impatto socio-

economico di alcuni importanti

centri manifatturieri della zona

(feltrificio Crumière e polo

industriale Mazzonis).

Prima della visita in situ, il Prof.

Cocchi ha tenuto una lezione in

cui ha fornito le coordinate

geografiche, storiche, culturali

ed economiche della valle,

rendendoci maggiormente

Chiare, fresche e dolci acque?

consapevoli della posizione,

spesso non del tutto

irrilevante, che essa occupa

nella storia d’Italia e di

Francia. Dal punto di vista

geografico, è stato utile

osservare la differente

conformazione delle vallate

piemontesi rispetto a quelle

francesi.

Questa differenza si riflette

sul piano culturale: se sul

versante francese si può

parlare di una maggiore

omogeneità territoriale e

culturale, su quello italiano

si osserva una netta linea di

demarcazione tra montagna

e pianura, che dà origine a

mentalità e stili di vita assai

lontani tra di loro.

Uno degli elementi più

interessanti della Valle è

indubbiamente quello della

ricchezza linguistica, legata

soprattutto alla presenza

della comunità valdese:

l’italiano non è che una delle

quattro lingue parlate nella

zona, assieme a francese,

occitano e piemontese.

Inoltre, mediante un’analisi

toponomastica, abbiamo

trovato tracce della presenza

di diversi popoli nel corso

dei secoli (se non dei

millenni): a suffissi di

antichissima origine celto-

ligure, come -ogna, -asco

(Angrogna, Subiasco), si

alternano, ad esempio,

toponimi che testimoniano il

passaggio, nel IX e X secolo,

dei Saraceni (Salvagiot,

Morel, Sarsenà).

Alle premesse teoriche è

seguita la visita

all’ecomuseo e feltrificio

Crumière di Villar Pellice,

esempio di piccola industria

storica che ha saputo

coniugare tradizione e

innovazione: oltre allo

stabilimento moderno, nel

quale viene prodotto ancora

oggi feltro di qualità per

cartiere, esiste infatti uno

spazio museale dove il

visitatore non apprende

soltanto elementi di un

passato troppo spesso

trascurato, ma ha anche la

possibilità di ricreare con le

proprie mani questo tipo di

tessuto!

Dalla piccola azienda siamo

passati ad una grande

azienda storica della Valle (o

a quello che ne resta): il

cotonificio Mazzonis in

località Pralafera.

Grazie alla visione di uno

sceneggiato teatrale

intitolato “Pralafera, 1920”,

unitamente all’intervento di

Jean-Michel Sappé, uno

degli attori protagonisti,

abbiamo ripercorso l’epoca

del cosiddetto “biennio

rosso” (1919 – 1920), in cui

la Mazzonis, come molte altre

fabbriche del nostro Paese, fu

occupata da operai (e

soprattutto operaie) che

chiedevano maggiori diritti e

migliori condizioni di lavoro.

Ed è proprio sulla realtà del

mondo operaio tra gli ultimi

decenni del XIX secolo e i

primi del XX che si è

innestato l’ultimo percorso di

visita, il quale ci ha condotti

al Museo del Mutuo

Soccorso, situato nel luogo

dove, nel 1848, sorse la prima

società di mutuo soccorso in

Italia. Sala dopo sala, il museo

ci ha trasportati in un’epoca in

cui ancora non esisteva

alcuna tutela statale per il

lavoratore: non l’assistenza

sanitaria né quella

previdenziale, non l’assistenza

in caso di infortunio né

l’istruzione pubblica.

Negli ultimi due giorni di

scambio, anche grazie

all’aiuto della Prof.ssa

Gerlero, abbiamo potuto

riordinare il materiale raccolto

e riflettere sulle esperienze

vissute. Quindi,

coinvolgendo i corrispondenti

francesi, abbiamo esposto il

risultato dei nostri lavori in

lingua italiana, analogamente

a quanto era avvenuto qualche

tempo prima in Francia nella

lingua del Paese ospitante.

TRA PRESENTE E PASSATO

LA VAL PELLICE E LE ATTIVITÀ ECONOMICHE

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Progetto

ERASMUS - gruppo

ARTE - settimana

27.03.19 – 03.04.19

Durante la settimana in cui

avevamo ospiti i francesi, il

gruppo arte si è focalizzato

sulle grandi trasformazioni del

paesaggio, in seguito allo

sviluppo industriale a partire

dalla seconda metà

dell’Ottocento: nelle Valli del

Pinerolese, a Torino e a

Pinerolo.

Dall’osservazione di

planimetrie e di

documentazione fotografica è

emerso, come nelle valli del

pinerolese, siano sorte molte

manifatture tessili collocate

lungo i corsi d’acqua

richiamando manodopera da

aree esterne. Inoltre abbiamo

constatato quanto i fabbricati

produttivi e le residenze per i

dipendenti costruite nelle

vicinanze insieme alle proprietà

terriere degli imprenditori

fossero molto estese in

relazione alle dimensioni dei

centri abitati, modificando

moltissimo il paesaggio. Un

esempio emblematico, in

merito, è rappresentato dal

piccolo comune di San

Germano, il cui centro abitato

occupava una superficie

decisamente inferiore a quella

occupata dagli impianti

produttivi, dalle case operaie e

per gli impiegati e dal convitto.

Della città di Torino abbiamo

visto l’enorme sviluppo ed

espansione in seguito alla

nascita delle industrie e come

poi queste siano rimaste

inglobate tra le residenze.

Sulle planimetrie della città

abbiamo individuato delle

grandi aree un tempo occupate

da impianti produttivi e poi

abbandonate, in particolare Le

Grandi Officine Riparazioni.

Queste sorte nel 1895 per

riparare le locomotive dei treni

concludono l’attività nel 1992

lasciando una enorme

superficie senza destinazione,

fabbricati in muratura solida e

dalle belle forme sono

abbandonati, seguono varie

ipotesi, compresa la

demolizione, fortunatamente

evitata.

Recentemente sono diventate

luogo di creazione di idee e

innovazione con mostre,

performance, conferenze,

esposizioni varie su temi

contemporanei. Nel nostro

percorso a Torino le abbiamo

viste dall’esterno, ma a scuola

grazie ad un video abbiamo

potuto vedere le planimetrie

interne, i grandi spazi con le

relative trasformazioni.

La visita all’isolato dove sorge

La Nuvola Lavazza invece

l’abbiamo vissuta direttamente,

abbiamo appreso intanto che La

Lavazza comincia la sua attività

negli anni del boom torinese e

la sua storia si sia intrecciata

con quella della città, per

culminare con il ritrovamento,

durante gli scavi dei lavori di

riqualificazione i resti di una

chiesa paleocristiana del IV-V

secolo d.C. e un’area

archeologica di circa 1600

metri quadrati che ha obbligato

a delle varianti del progetto

originario.

Sul lato sud della Nuvola

Lavazza l’ampia vetrata che si

affaccia sul marciapiede

somiglia al cristallino di un

grande occhio aperto verso il

passato della città.

Prima che nascesse il nuovo

centro direzionale della

Lavazza l’area era occupata da

diversi fabbricati annessi ad

una vecchia centrale elettrica

non più attiva, in parte sostituiti

dal fabbricato moderno dotato

di tecnologie avanzate con

pianta a forma di nuvola, da cui

il nome.

Con la visita al Museo della

Lavazza, ricavato nella ex-

centrale abbiamo approfondito

la storia del caffè e della

famiglia Lavazza. Il museo è

molto innovativo e la visita

molto piacevole data la fitta

presenza di apparecchi

interattivi molto coinvolgenti.

Transitando nel quartiere

Aurora abbiamo notato come il

fabbricato della Nuvola Lavazza si

distingua nettamente dal

paesaggio circostante e sembra

che contribuisca a dare un senso di

curato e valorizzare agli altri

fabbricati che sono testimonianze

di una Torino operaia in grande

trasformazione con sparse qua e là

presenze di ex fabbriche

abbandonate.

Invece i fabbricati delle O.G.R.

sono rimasti esternamente allo

stato originario e sono

perfettamente integrati nel

contesto.

Anche a Pinerolo sono presenti

dei fabbricati che un tempo

davano lavoro a molti addetti ed

ora sono costruzioni fatiscenti

come fantasmi inanimati, al

momento abbandonate a sé.

Della città ci è stata anche

presentata una carrellata di

fotografie e cartoline di ieri e di

oggi che ci ha permesso di notare i

cambiamenti nel tempo.

A corollario del percorso svolto

abbiamo fatto delle letture sulle

problematiche dell’espansione

edilizia della città: grandi

produzioni di rifiuti,

inquinamento, traffico caotico …e

alcune attività più creative che

hanno messo alla prova le nostre

capacità di inventiva e la nostra

fantasia:

- trovare delle ipotesi di

riuso e riqualificazione

possibili ad una

moltitudine di grandi siti

abbandonati

- produrre dei disegni-

simboli della

riqualificazione

Lavazza

- produrre delle

rappresentazioni di

città.

Ecco i quasi dei loghi della

RIQUALIFICAZIONE LA

NUVOLA LAVAZZA In seguito alla visita alla

Nuvola Lavazza, abbiamo

disegnato dei loghi sulle

trasformazioni indotte da

questo significativo intervento

sul quartiere che ha visto un

sito abbandonato diventare

un’area con edifici innovativi e

rispettosi dell’ambiente.

(in allegato a parte “logo 4

gruppi”)

E i RITRATTI DI CITTÀ Dopo aver visionato in classe

diverse rappresentazioni di città

da parte di artisti di epoche

diverse e con tecniche diverse,

abbiamo creato vari tipi delle

città immaginarie con tecnica

libera, sottolineando ora

maggiormente l’aspetto del

caos e dell’ inquinamento, ora

quello della sostenibilità, ora

quella del ricorso estremo alle

tecnologiche…

IL PAESAGGIO URBANO: PASSATO E PRESENTE Le grandi trasformazioni del paesaggio in seguito allo sviluppo industriale

Il reportage dell’esperienza prosegue sul prossimo numero. Tutti gli articoli ancora non pubblicati, saranno presenti in quella sede.