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1 Mentre soffia il vento di pulizia su molti palazzi del Nord e del Sud Italia come immediata conseguenza della lotta alla Mafia, la gente si chiede se la corruzione è un fenomeno ri- guardante solo ed esclusiva- mente una ristretta area geo- grafica oppure coinvolge l'inte- ro nostro Paese. Una domanda che si pongono un po' tutti an- che in Sardegna, a cominciare dagli operatori culturali ed eco- nomici, per finire tra gli espo- nenti del mondo politico e dell'informazione. Una domanda alla quale prima o poi si dovrà dare una risposta anche per evitare che la Sarde- gna diventi una specie di zona franca in cui, secondo l'antico detto magico, "trucco c'è ma non si vede". Ossia le tangenti ci sono ma non si riesce ad in- castrare i responsabili. Una sentenza del genere, che assol- verebbe eventuali malfattori affetti dal virus delle tangenti e condannerebbe l'intera società civile, non può non accrescere la sfiducia della gente nei con- fronti delle istituzioni dello sta- to.Le tangenti, se ci sono, van- no denunciate ed i colpevoli perseguiti senza pietà. Ma per raggiungere tutto ciò occorre la collaborazione di tutti i cittadini che sanno e preferiscono tace- re. La Magistratura per poter agire ha bisogno di prove e di cittadi- ni disposti a fornirle. Nella no- stra terra, dobbiamo ricono- scerlo, è radicata la cultura di considerare la criminalità come un fatto di esclusivo interesse dell'autorità giudiziaria.Una mentalità che ha dato sinora non poche coperture alla socie- tà del malaffare ed ostacolato seriamente il corso della giusti- zia in molte, troppe circostan- ze. I delitti più efferati ed i vari reati contro l'amministrazione pubblica hanno sempre trovato una formidabile copertura nel complice silenzio dei cittadini. Un'omertà in molti casi dettata dalla paura ma, spesso e so- vente, il che è ancora più grave e deplorevole, motivata dalla convenienza e dal servilismo. La corruzione nei pubblici uffici è il reato che più colpisce e danneggia i cittadini tassabili, poiché umilia la professionalità dei singoli, strangola le imprese sane e svilisce il ruolo delle isti- tuzioni. Noi non siamo in grado di af- fermare che esista il sistema delle tangenti anche in Sarde- gna, ma possiamo accusare con certezza una parte dei co- siddetti pubblici amministratori di essere diventati veri e propri esperti nello spreco di immense risorse finanziarie. Dalla Regio- ne alla Provincia, sino ad arri- vare alla periferia rappresenta- ta da Comuni e Circoscrizioni. Per elencare questi abusi non basterebbero le colonne di que- sto giornale. Ci limitiamo a ci- tarne alcuni solo per avere una idea del metro usato da certi personaggi nella gestione della "res publica”. La Regione Sar- da, tanto per fare un esempio, dovrebbe spiegare il motivo per cui ha dato e continua a dare ai soliti noti, in gestione, l’assistenza ai disabili, dal mo- mento che esistono altri sistemi On line: www.ilcentronews.it IL CENTRO Periodico di politica e costume - Registrato al Tribunale di Cagliari col n° 3 del 18/01/2000 Direzione: via Giolitti 3 - Assemini - Stampa: La fotocopia, via Carmine 45 - Assemini Anno XI - N° 2 - DICEMBRE 2009 - Direttore responsabile : Antonio Mastinu Sprechi e tangenti, cause ed effetti dello stesso male?

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Mentre soffia il vento di pulizia su molti palazzi del Nord e del Sud Italia come immediata conseguenza della lotta alla Mafia, la gente si chiede se la corruzione è un fenomeno ri-guardante solo ed esclusiva-mente una ristretta area geo-grafica oppure coinvolge l'inte-ro nostro Paese. Una domanda che si pongono un po' tutti an-che in Sardegna, a cominciare dagli operatori culturali ed eco-nomici, per finire tra gli espo-nenti del mondo politico e dell'informazione.

Una domanda alla quale prima o poi si dovrà dare una risposta anche per evitare che la Sarde-gna diventi una specie di zona franca in cui, secondo l'antico detto magico, "trucco c'è ma non si vede". Ossia le tangenti ci sono ma non si riesce ad in-castrare i responsabili. Una sentenza del genere, che assol-verebbe eventuali malfattori affetti dal virus delle tangenti e condannerebbe l'intera società civile, non può non accrescere

la sfiducia della gente nei con-fronti delle istituzioni dello sta-to.Le tangenti, se ci sono, van-no denunciate ed i colpevoli perseguiti senza pietà. Ma per raggiungere tutto ciò occorre la collaborazione di tutti i cittadini che sanno e preferiscono tace-re.

La Magistratura per poter agire ha bisogno di prove e di cittadi-ni disposti a fornirle. Nella no-stra terra, dobbiamo ricono-scerlo, è radicata la cultura di considerare la criminalità come un fatto di esclusivo interesse dell'autorità giudiziaria.Una mentalità che ha dato sinora non poche coperture alla socie-tà del malaffare ed ostacolato seriamente il corso della giusti-zia in molte, troppe circostan-ze. I delitti più efferati ed i vari reati contro l'amministrazione pubblica hanno sempre trovato una formidabile copertura nel complice silenzio dei cittadini. Un'omertà in molti casi dettata dalla paura ma, spesso e so-vente, il che è ancora più grave

e deplorevole, motivata dalla convenienza e dal servilismo. La corruzione nei pubblici uffici è il reato che più colpisce e danneggia i cittadini tassabili, poiché umilia la professionalità dei singoli, strangola le imprese sane e svilisce il ruolo delle isti-tuzioni.

Noi non siamo in grado di af-fermare che esista il sistema delle tangenti anche in Sarde-gna, ma possiamo accusare con certezza una parte dei co-siddetti pubblici amministratori di essere diventati veri e propri esperti nello spreco di immense risorse finanziarie. Dalla Regio-ne alla Provincia, sino ad arri-vare alla periferia rappresenta-ta da Comuni e Circoscrizioni.

Per elencare questi abusi non basterebbero le colonne di que-sto giornale. Ci limitiamo a ci-tarne alcuni solo per avere una idea del metro usato da certi personaggi nella gestione della "res publica”. La Regione Sar-da, tanto per fare un esempio, dovrebbe spiegare il motivo per cui ha dato e continua a dare ai soliti noti, in gestione, l’assistenza ai disabili, dal mo-mento che esistono altri sistemi

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IL CENTRO Periodico di politica e costume - Registrato al Tribunale di Cagliari col n° 3 del 18/01/2000

Direzione: via Giolitti 3 - Assemini - Stampa: La fotocopia, via Carmine 45 - Assemini

Anno XI - N° 2 - DICEMBRE 2009 - Direttore responsabile : Antonio Mastinu

Sprechi e tangenti, cause ed effetti dello stesso male?

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meno dispendiosi per fornire questo tipo di servizio. Alcuni segnali, come l’affidamento della pubblicità e il tentativo di speculare sui danni dell’alluvione a Capoterra, stroncati per ora dalla Magi-stratura, dimostrano che l’isola felice non è immune dalla cor-ruzione.

Certi assessori regionali e pro-vinciali dovrebbero spiegare meglio a chi paga le tasse per quali ragioni una volta in cari-ca, sentono l'esigenza di sosti-tuire nei propri uffici mobili, tappeti e arredi vari a suon di milioni.

Per non parlare poi degli ono-revoli, solo di nome, che in ag-giunta ai lucrosi stipendi e pre-bende, stando a un’inchiesta giudiziaria in corso, si intasca-vano persino i soldi destinati ai gruppi consiliari. Siamo a cono-scenza, e non solo noi, di qual-cuno, che addirittura non a-vrebbe corrisposto la giusta mercede a un responsabile del-la segreteria. Se non possiamo

accusare qualcuno di aver pre-so tangenti, non possiamo fare a meno di denunciare abbon-danti sprechi in operazioni poco chiare. Le cui conseguenze so-no sempre a carico di "Pantalone" dando ragione all'antico detto sardo secondo il quale "palas anzenas, corrias largas".

Noi siamo del parere che per sanare determinate situazioni non bisogna mai perdere di vi-sta il rapporto tra causa ed ef-fetto. Non si può curare la der-matite di origine epatica con una semplice pomata per uso esterno.

Così come, se esistono, non si combattono corruzione e mal-costume con inutili decaloghi e noiosi dibattiti consiliari. Poiché solo dando un taglio netto alle cause, nella fattispecie agli sprechi, si possono ridurre o, addirittura, eliminare gli effetti, cioè le tangenti.

Antonio Mastinu

PERIODICO DI POLITICA E COSTUME IL CENTRO N° 2 - DICEMBRE 2009

L’angolo del mistero

Realtà o fanta-scienza?

Il cronovisore

(3^ puntata) In una lettera scritta nel Novem-bre del 1990, quattro anni prima della sua morte, il religioso ribadi-sce le sue affermazioni, in una lettera inviata a Don Borello, sen-za equivoci di sorta: “ La macchi-na del tempo è una certezza sa-crosanta”. In questa lettera Padre Ernetti entra nel merito della que-stione dell’immagine di Cristo, per il quale era stato accusato di mi-stificazione, scrivendo: “ Il nostro Cristo fu captato nel 1953, mentre quello di Collevalenza venne rea-lizzato sei anni dopo; e quando Madre Speranza lo vide nella no-stra foto, fece salti di gioia, per-ché corrispondeva a quello della sua visione: questi sono fatti stori-ci ”. Anche di questo episodio parla Padre Brune nel Capitolo “ Un confratello non proprio fratello”. Ma sulla questione dell’immagine del Cristo, che tanta denigrazione aveva attirato verso Padre Ernetti, il Brune ha qualcosa da dire nel suo libro, precisamente nel Capi-tolo “ Padre Ernetti si spiega “. In questo Capitolo Padre Francois ricorda come un giorno, essendo di passaggio a Venezia, andò a trovare Padre Pellegrino e, senza mezzi termini, a costo di sembrare duro e scortese, gli chiese che cosa avesse da dire su questa dura campagna di stampa che gli attribuiva la diffusione di una falsa immagine del Cristo. Padre Ernetti spiega a Padre Brune che il Croce-fisso in questione è l’opera di uno scultore spagnolo e che era stato realizzato secondo le indicazioni di

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una religiosa anche lei spagnola. Questa religiosa, Madre Speranza, aveva delle esperienze mistiche. Era una stigmatizzata e, come la maggior parte delle stigmatizzate, non solo riviveva i principali episo-di della Passione di Cristo ma ave-va, nel contempo, delle visioni. Esisteva, come sempre, lo stesso problema e cioè che queste visioni di differenti mistici non coincideva-no mai completamente fra loro. Questa mistica venne ad abitare in Italia, a Collevalenza, e Padre Er-netti l’aveva conosciuta personal-mente e seguita fino alla morte. E’, evidentemente, l’immagine del Crocifisso realizzato dopo le sue visioni che La Domenica del Cor-riere e altre riviste avevano pubbli-cato, ma quell’immagine non ave-va niente a che vedere con il Cro-novisore. Continua Padre Ernetti: “ Del resto con il Cronovisore abbiamo anche il movimento, che abbiamo filma-to. In ogni caso, continua il religio-so, è stupefacente la rassomiglian-za tra l’immagine che abbiamo filmato e la scultura di Cullot Vale-ra”. Padre Brune: “ Ma allora per-ché questo silenzio? Perché non avete risposto su questo argomen-to a tutti coloro che vi chiedevano spiegazioni?”. Padre Ernetti: “ Non sono libero. Ho già parlato troppo. Ho l’impedimento assoluto da par-te dei miei Superiori di dare nuove spiegazioni, di rispondere alle ac-cuse, di riaffermare che il Cronovi-sore è una realtà. Non posso ag-giungere altro, sennò la pressione dei giornalisti o dei servizi segreti potrebbe ritorcersi proprio contro i miei Superiori. Si è voluto smonta-re l’apparecchio e mantenere il segreto”. Questa risposta, giunta postuma, dovrebbe convincere che le accuse di mistificazione su Padre Ernetti sono false e permettere di valutare con maggiore attenzione la que-stione dell’esistenza della macchi-na audiovisiva temporale. Tornan-do a Don Borello, il prelato, in una intervista sopradetta, dichiara di essersi incontrato con Padre Er-netti e di avere da lui ricevuto l’informazione che la macchina era

stata smontata e portata in una sala del Viminale ( Ministero degli Interni italiano ). Questa afferma-zione contraddice quanto riferito a Padre Brune che, la stessa macchi-na, sarebbe stata conservata in Vaticano. In ogni caso rimane non credibile che una macchina simile sia stata consegnata al Vaticano dal Vimi-nale e rimane pure incredibile il contrario. Nel Marzo del 2000 esce negli USA un libro su Padre Ernetti scritto da Peter Krassa, dal titolo: Il Cronovisore di Padre Ernetti-la costruzione e la scomparsa della prima macchina del tempo del mondo. In questo libro è contenu-ta una testimonianza del Pro. Giu-seppe Marasca. Infatti egli dichiara di aver ricevuto da Padre Ernetti il testo del Thyeste. Quel testo la cui autenticità, nel libro di Krassa, è messa in dubbio dalla Prof. Katherine Owen Eldred diplomata in letteratura classica presso l’Università di Princeton. Padre Brune era stato, in prece-denza, contattato da John Cham-bers direttore di New Paradigme Books che stava preparando una edizione americana del libro, in tedesco, di Peter Krassa. A Padre Brune veniva chiesto di mettere a disposizione tutta la documentazione in suo possesso. Nell’occasione gli veniva inviata una copia dell’edizione americana, in preparazione, che risultava mol-to rimaneggiata rispetto all’edizione tedesca. Padre Brune si rende conto che l’edizione ame-ricana ha un allegato esplosivo. Un italiano che, venuto a cono-scenza della nuova edizione in inglese, aveva inviato una lettera nella quale si dichiarava come una sorta di figlio spirituale di Padre Ernetti. L’italiano voleva rimanere assolutamente anonimo e chiede-va formali garanzie a questo sco-po, prima di permettere la pubbli-cazione della sua lettera. Naturalmente il direttore della rivi-sta americana conduce una piccola inchiesta, al termine della quale, ritiene di avere buone ragioni per considerare il documento come autentico. Il documento viene ac-

compagnato da una perfetta tra-duzione inglese che è appunto quella utilizzata nel libro di Krassa. La lettera pubblicata nel libro di Padre Brune, nel Capitolo “ Il bu-giardo crolla alla fine “, vorrebbe contenere una vera bomba: la confessione di Padre Ernetti che racconta sul Cronovisore, il volto di Cristo, il Thyeste ( Opera teatra-le attribuita a Quinto Ennio di cui Padre Ernetti avrebbe recuperato con il suo Cronovisore la rappre-sentazione tenuta a Roma nel 169 a. c. ). Ecco sinteticamente il contenuto della lettera. Padre Ernetti avrebbe confessato al figlio di un suo ami-co che: la ricostruzione del Thye-ste era stata immaginata da lui e non proveniva dal Cronovisore; l’immagine di Cristo proveniente dalla macchina del tempo era una bugia; la macchina l’aveva costrui-ta da solo. Fermi non c’entrava niente. Anzi, ogni volta che l’incontrava lo prendeva in giro. Insomma tutta una montatura. Ma la macchina non era una fantasia: ecco cosa dice al giovane sul Cro-novisore. Padre Ernetti “ Lascia che ti dica a cosa assomiglia il mio Cronovisore. E’ una sfera con aperture all’altezza degli occhi in tutte le direzioni. E’ sospesa ad un cavo con un sistema che le da completa libertà di movimento. E’ fatta di materiale molto leggero, una lega di alluminio. E’ mossa dal solo po-tere di pensiero). Qui c’è qualcosa che non va. ( CONTINUA). Alessandro Salis

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I Protagonisti Per l’Europa Cristiana (Ppec) e l’Unione di Centro (Udc) parteciperanno con una lista unitaria alle e-lezioni per il Parlamento Eu-ropeo del 6 e 7 giugno pros-simo. L’annuncio è stato da-to il 25 febbraio alle 16,30 in una conferenza stampa pres-so la Sala Alcide De Gasperi della Camera dei deputati, nella sede dell’Udc.

In precedenza c’è stato un incontro di una delegazione di dodici membri dei Ppec capeggiata dal leader Magdi Cristiano Allam e la leadership dell’Udc, nella persona di Pier Ferdinando Casini, del segretario nazio-nale Lorenzo Cesa e del pre-sidente Rocco Buttiglione. L’intesa si fonda sul ricono-scimento dell’autonomia dei Ppec e sull’offerta di condi-zioni che favoriscono l’ingresso dei Ppec nel Parla-mento Europeo. A meno di tre mesi dalla nascita dei

Ppec si tratta di un risultato straordinario che, nella sal-vaguardia della identità Ppec e del suo progetto poli-tico, offre allo stesso l’opportunità di disporre de-gli strumenti operativi per avviare concretamente la riforma etica delle istituzioni che costituisce la sua stessa ragion d’essere.

La immninente scadenza del-le consultazioni europee, prevista a giugno, lo sbarra-mento al 4 per cento dell nuova legge elettorale scon-siglia ai partiti ancora non radicati nel territorio dal pre-sentarsi da soli. La notizia era già nell’aria giorni prima durante il seminario naziona-le di cultura sul tema “Dove sono oggi i liberi e forti?”, organizzato dalla fondazione liberal di Todi il 20 e 21 feb-braio. Al convegno ha parte-cipato Magdi Cristiano Allam con un suo applauditissimo intervento ,di cui pubblichia-mo una parte nella pagina seguente.

Fotografie

In alto: stretta di mano tra Casini e Magdi Cristiano

A sinistra: il Santo Padre battezza Magdi Cristiano

Ppec e UDC insieme alle europee L’annuncio è stato dato il 25 febbraio durante una conferenza stampa indetta per l’occasione dai vertici dei due partiti

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Il convegno dei liberal a Todi costituisce una tappa fonda-mentale per il futuro dei mode-rati cattolici e laici di tutta Italia con forti ripercussioni a livello europeo. Il seminario è stata l’occasione per un confronto serrato sulle future strategie di quell’area cattolica e moderata che non si riconosce nel bipar-titismo, che a inziare dalla sini-stra sta iniziando a sgretolarsi. Al fiuto politico di Casini tale situazione non è sfuggita e proprio a Todi ha lanciato la sua sfida aprendo al Centro a quegli “uomini liberi e forti” a cui si era rivolto con successo a suo tempo Don Luigi Sturzo. All’appello non poteva mancare il leader dei” Protagonisti per l’Europa Cristiana” con un di-scorso che ha scaldato la pla-tea, improntato sull’etica politi-ca, diventata ormai un serio problema a tutti i livelli. Ad a-scoltarlo molti uomini politici di tutta Italia. Pubblichiamo una parte del discorso di Magdi Cri-stiano Allam.

“Cari amici, sono venuto qui a Todi per tendere la mano a voi e a tutte le persone di buona volontà che, insieme ai Prota-gonisti Per l’Europa Cristiana, il partito nuovo che ho fondato il 30 novembre 2008, sono con-sapevoli che esiste una “emergenza etica”, che sia ur-

gente promuovere una “riforma etica della cultura politica e dell’insieme delle istituzioni che affermi il primato dei valori del-le regole, mettendo al centro la dignità della persona, perse-guendo il bene comune e l’interesse generale”.I Protago-nisti Per l’Europa Cristiana si assumono la storica missione di riscattarci sul piano personale e collettivo proclamando uno “stato di emergenza etica”, che consideri come priorità nazio-nale italiana e comunitaria eu-ropea la riscoperta, l’adesione e la difesa della nostra comune civiltà europea cristiana. La ci-viltà europea cristiana è il con-testo che rappresenta corretta-mente la verità storica delle radici giudaico-cristiane di un modello complessivo di civiltà che, recependo e assimilando ciò che di positivo e costruttivo è insito nel pensiero greco, ro-mano, laico e liberale, ha con-sentito all’Europa di emergere come Nazione civile e prospera, custode dello stato di diritto e della democrazia, nonché pro-motrice dello sviluppo economi-co nell’insieme del mondo. L’Europa cristiana è pertanto essenzialmente il contesto di chiarezza e di certezza dei bi-nomi indissolubili di Fede e Ra-gione, Libertà e Verità, Valori e Regole, che tutelano le persone

di buona volontà che oggi sen-tono forte dentro di sé la ne-cessità di acquisire una conce-zione etica della vita, per poter ridefinire qualitativamente l’insieme del proprio modello esistenziale e di progresso, in-dipendentemente dalla propria fede, cultura ed etnia, siano essi credenti o no, cristiani, ebrei, musulmani, buddisti, in-duisti, europei, orientali, ameri-cani o arabi. Proprio perché siamo animati da un autentico amore per il prossimo, chiun-que esso sia, oggi più che mai siamo consapevoli che per po-ter elargire amore dobbiamo innanzitutto amarci, riconcilian-doci con noi stessi e riscattan-do la nostra anima dal baratro della deriva etica”.

Nella foto:

Giorgio Masina, esponente dell’UDC di Siena, con Magdi Cristiano Allam

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L’intervento di Magdi Cristiano Un discorso da vero leader seguito con attenzione da una platea entusiasta che non ha lesinato consensi e applausi

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La XIV legislatura della Regione Sardegna ,espressa dal voto del 15 e 16 febbraio scorsi, con la formale nomina degli asses-sori, entra nella totalità delle sue funzioni operative. Restano ancora alcuni passaggi ed atti procedurali da ufficializzarsi di fronte al plenum del Consiglio Regionale entro il 23 marzo. Il primo atto istituzionale è la elezione del Presidente del Consiglio, che sarà all'ordine del giorno della prima seduta dello stesso Consiglio, fissata per il 19 marzo. Ma la Giunta Cappellacci dal 10 marzo può lavorare con pieni poteri e può adottare provvedimenti e de-creti.

Gli undici assessori, che forma-no la Giunta, hanno assunto la loro carica e si sono insediati nei rispettivi assessorati. Sono, tranne due, "assessori-tecnici", chiamati a far parte della Giun-ta per la loro competenza e per la loro conoscenza dei proble-mi del settore che amministra-no . Due assessori, espressione di FI e di An ,sono di lunga e comprovata militanza politica: Giorgio La Spisa cui è stato affi-dato il superassessorato dell'Industria e del Bilancio e Antonello Liori , che guiderà quello non meno impegnativo della Sanjtà .

Ecco gli altri nove:il manager industriale Emilio Salvatore Si-meone all' Ambiente, il pubbli-citario ed esperto di latte capri-no Andrea Prato all ' Agricoltu-ra, il laureato in Scienze fore-stali Sebastiano Sannitu al Turi-smo, il libero professionista e consulente del Lavoro Angelo Mario Carta ai Lavori pubblici, l'ingegnere Maria Lucia Baire alla Cultura, la laureata in Eco-nomia Maria Valeria Sanna al Lavoro, il professore associato di Psichiatria Liliana Lorettu ai Trasporti, la laureata in Mate-matica ed imprenditrice Maria Paola, nota Ketty, Corona agli Affari Generali, il dirigente e funzionario regionale Gabriele Asunis all'Urbanistica.

Sarà una Giunta, ha detto il Governatore Cappellacci nella conferenza stampa di presenta-zione, che si caratterizzerà per la sua capacità di ascolto, per il dialogo e la concertazione con gli operatori, per la presenza nel territorio anche con sedute itineranti nei Comuni e presso le Amministrazioni per rendersi conto delle esigenze e dei pro-blemi delle diverse realtà loca-li.

Impegno prioritario della Giun-ta è l'approvazione di una fi-nanziaria che, nonostante le spese trasferite dal 2008 al

2009 con vincoli finanziari im-portanti, sia coerente con gli obiettivi e con i programmi della coalizione di governo e che dia immediate risposte al mondo del lavoro e alle fasce più deboli della società sarda. Una azione di governo concer-tata e mirata a dare soluzione alle emergenze che affiorano in diversi settori e in numerose aree della nostra isola.

Una azione di governo che si svilupperà attraverso tre fasi coordinate e di sintesi: una fa-se di ascolto con i territori e le parti sociali interessate, una fase di costruzione dello svilup-po ed una fase di riforme con-divise. Nell'immediato, l'emer-genza più impellente da affron-tare è dare risposte ai senza lavoro e alle povertà vecchie e nuove che colpiscono intere famiglie.

Vittorio Piras

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La Giunta Cappellacci al lavoro Parte all’insegna del rinnovamento e con uomini nuovi il neo governatore della Sardegna

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Ci sono modi e modi per tra-scorrere il tempo libero sia per i giovani che per gli an-ziani. Non guasta pertanto staccare dal tran tran gior-naliero e dallo stress cittadi-no per andare alla ricerca di se stessi, della propria storia e identità.

La Sardegna, isola antica fra le più antiche, offre numero-si angoli di paradiso e splen-didi monumenti che gli stessi sardi non conoscono e non si preoccupano di conoscere. Eppure si possono trascorre-re week end interessanti e coinvolgenti visitando gli an-tichi monumenti disseminati un po’ ovunque nella nostra isola. Si tratta di organizzare degli itinerari in grado di soddisfare l’esigenza di o-gnuno di noi che è quella di ampliare le nostre conoscen-ze e nello stesso tempo di respirare a pieni polmoni l’aria libera delle campagne. Itinirerari facilmente rag-giungibili anche da chi vive a Cagliari e dintorni.

Un’esperienza che abbiamo voluto percorrere partendo proprio dal capoluiogo della

Sardegna un fine settimana del mese di marzo di quest’anno. In soli tre giorni, relativi al 13, 14 e 15 del mese in questione, sceglien-do Macomer come campo base, abbiamo avuto modo di visitare diversi siti alla ri-cerca di chiese romaniche di cui in Sardegna ne esistono un cospicuo numero.

In questo contesto ci erava-mo posti l’obiettivo per il pri-mo giorno di raggiungere Ghilarza percorrendo la Sta-tale 131 e una piccola parte della 131 bis. Nel program-ma è stata prevista una so-sta a Macomer per poi pro-seguire per Semeste, Bonor-va e Rebeccu. I due giorni successivi sono stati dedicati a Bosa , Sindia, San Leonar-do, Santu Lussurgiu, Bonar-cado, Seneghe, Milis e San Vero Milis. Riportiamo i siti visitati nel fine settimana di cui abbiamo fatto cenno.

1° Tappa. Mattina del ve-nerdì.

GHILARZA. Centro: (Chiesa antica di Sant’Antioco; Par-r o c c h i a l e d e d i c a t a all’Immacolata); periferia :

Chiesa di San Giorgio (romanica), recintata e poco visibile anche dall’esterno), Chiesa di San Palmerio (romanica, vicina alla prece-dente e alla Torre Aragone-se, chiusa, visibile solo il

prospetto anteriore e parte del fianco sud, il resto è cir-condato da strutture anche private, nel complesso è pia-cevole per forme e cromati-smo derivanti dalla trachite rosa e bruna).

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Week end in terra sarda Si può trascorrere alla ricerca di antichi monumenti e splendidi paesaggi in un clima sano e tranquillo

La parrocchiale di Ghilarza

La chiesa di San Palmerio di Ghilarza

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ZURI. Chiesa di San Pietro (romanica, monumento dalla storia speciale, visitabile all’esterno al completo e fa-cilmente anche all’interno, veramente rilevante e ben tenuta nella sua trachite ro-sa).

NORBELLO. Centro: Chiesa Parrocchiale dei SS. Quirico e Giulitta (molto restaurata e ricostruita, conserva poco di romanico: una monofora e un tratto di muro in conci squadrati); Chiesa di Santa Maria (romanica, si trova proprio dietro la precedente nel declivio del colle, chiusa, visitabile al completo all’esterno, semplice, piccola e molto “ingenua” costruita in trachite scura e basalto).

2° Tappa. Pomeriggio del venerdì.

SEMESTENE. Sulla strada per Pozzomaggiore: Chiesa di San Nicola di Trullas (romanica, chiusa, visitabile al completo all’esterno coi ruderi del contiguo monaste-ro camaldolese, rilevante la finta loggia del prospetto an-teriore, edificata con conci calcarei e trachitici ).

REBECCU. Frazione di Bo-norva. Nelle vicinanze del villaggio sorge la Chiesa di San Lorenzo ( romanica, bi-

cromatica per l’uso di conci calcarei e di trachite basalti-ca, visitabile al completo all’esterno perché chiusa, molto gradevole nella sua semplicità).

Visita a vuoto alla necropoli di Sant’Andrea Priu, perché possibile solo su prenotazio-ne e giro panoramico del pa-ese di Bonorva, tutto som-mato ordinato, vivo e piace-vole.

MACOMER. Centro (oltre il cimitero): Chiesa di Santa Maria (dell’impianto romani-co resta solo parte dell’abside edificata in tenero tufo verdastro e piuttosto sbriciolata, chiusa ,visitabile all’esterno su tutti i lati, par-rocchiale del vecchio centro prima della nuova fondazio-ne più in alto, la cui parroc-chiale è ancor oggi San Pan-taleo).

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La faccciata della chiesa di Zuri presso Ghilarza

San Nicola di Trullas

Chiesa di Santa Maria Chiesa di San Lorenzo

Facciata della chiesa di Santa Maria di Macomer

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3° Tappa. Mattina e po-meriggio del sabato.

SINDIA. Nella periferia campestre sulla strada per Bosa: Chiesa di Santa Maria di Corte o di Cabuabbas (visitabile all’esterno e male perché recintata, romanica molto frammentaria, restano solo alcune parti tra cui 2 splendide monofore, intorno resti evidenti del basamento della chiesa e dell’attiguo monastero cistercense, rile-vanti gli aspetti storici).

Nel centro del paese : Chie-sa di San Pietro (romanica, visitabile sia all’esterno che all’interno per la disponibilità della gente del luogo, dato che il monumento finisce con l’essere completamente chiuso fra abitazioni private, edificato in conci di trachite bruna); in periferia sorge la Chiesa di San Demetrio ( da-tata 1668, è una bella e pos-sente fabbrica per prospetto anteriore e contrafforti late-rali).

BOSA. In periferia, a lato del vecchio ponte la Chiesa di Sant’Antonio Abate (secc. XVII-XVIII), sulla stessa strada, ma in campagna lun-go il corso del fiume, la Chiesa di San Pietro extra muros ( romanica, molto ri-maneggiata, chiusa, visitabi-le bene solo all’esterno, edi-ficata con conci di trachite

rosa e rossa; in centro, subi-to dopo il ponte la Parroc-chiale di Santa Maria Imma-colata ( bella chiesa per in-terni ed esterni, molto ricca e molto ben seguita in tutti gli aspetti sia iconografici che storici, pare fosse di im-pianto romanico (?) e abbia sostituito la vecchia San Pie-tro extra muros della Bosa Vetus.

Centro Storico: visita ampia e piacevole dei rioni che s’addossano al colle del Ca-stello, dimore caratteristiche recuperate con vero buon gusto cromatico; Castello dei Malaspina o di Serraval-le ( visto dal basso fin dove

è possibile il transito dei vei-coli e osservazione dei vari paesaggi che vi si godono dai monti al mare; passeg-giate sul Lungo Temo e sui moli di Bosa Marina; manca-ta visita alla Chiesa di Nostra Signora de Regnos Altos (nel Castello) e a Santa Maria di Caravetta (non identificata).

4° Tappa. Mattinata della domenica.

MACOMER. Centro: Chiesa parrocchiale di San Pantaleo (sec.XVI_XVII?) dove abbia-mo partecipato alla messa domenicale.

SAN LEONARDO DI SIETE FUENTES. Chiesa di San Leonardo (conosce diversi momenti di costruzione, ro-

manica nell’impianto origina-rio con successivi adatta-menti gotici, visitabile su tre

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L’abside della chiesa di San Pietro extra muros

L’abside della chiesa di San Leonardo

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lati liberi, il quarto occupato forse dall’ospedale gestito dagli Ospitalieri di Gerusa-lemme, che avrebbero rima-neggiato la chiesa secondo i moduli del gotico; ammirata anche l’interno perché aper-ta); passeggiata corroboran-te nelle strutture del villag-gio.

SANTU LUSSURGIU. Breve sosta ricreativa e veloce per-corso nel paese, lindo e ordi-nato come molti della zona.

BONARCADO. Nel centro: Chiesetta di Nostra Signora di Bonarcatu ( romanica su strutture altomedioevali insi-

stenti su precedenti termali

romane, visitabile all’esterno e all’interno perché sempre accessibile, è un vero piccolo gioiello per forme e storia, notevole la policromia della facciata); Chiesa di Santa Maria di Bonarcatu ( romani-ca, parrocchiale, visitabile all’esterno su tre lati e all’interno per la disponibilità del parroco, studioso del ge-nere , e del paese, sul quar-to lato si innestano i ruderi delle strutture dell’antico monastero camaldolese, bel-la e imponente fabbrica co-struita in cantoni basaltici e conci trachitici rossastri).

SENEGHE. Chiesa di San Pietro di Milis Piccinnu: intro-vabile, nonostante le indica-zioni pur vaghe.

MILIS. Nel cimitero la Chie-sa di San Paolo ( romanica, visitabile all’esterno al completo, chiusa, di piacevolissi-ma fattura

per la ricerca cromatica e l’uso apposito di diversi ma-teriali: arenaria, trachite, ba-salto, tufo verdognolo).

SAN VERO MILIS. Chiesa Parrocchiale di Santa Sofia ( ascrivibile per forme e strutture ai secc. successivi, conserva di romanico solo un ambiente quadrangolare nel prospetto posteriore, bi-cromo per l’uso di arenaria e basalto e di difficile com-prensione).

In conclusione possiamo ben dire che si possono trascor-rere giornate particolarman-te ricche, durante le quali si possono ampliare le nozioni e cognizioni su un vasto ter-ritorio provvisto di splendidi gioielli architettonici e non solo. Prima dell’escursione è sempre meglio informarsi sulle località da visitare. Noi abbiamo trovato utile e inte-ressante la consultazione del libro dal titolo “Architettura romanica in Sardegna dalla metà del mille al ‘300”, edito dal Banco di Sardegna.

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La facciata della chiesa di San Leonardo

La chiesetta di Nostra Signora di Bonarcatu

La parrocchiale romanica di Bonarcado

Parrocchiale di Santa Sofia di San Vero Milis

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NATALE Scoprilo negli occhi del bambino

sentilo nel respiro del camino

guardalo da quella feritoia,

splendente in quella mangiatoia

lì a ricordarci quello che c’è da fare

pronto a rammentarci che si può rico-minciare

a credere alla vita, quella vera

che non si preoccupa di abiti da sera

di lussi e frivolezze e stupide dolcezze

ma lascia spazio a dolci carezze,

di amore tante manifestazioni

scacciando le cattive tentazioni.

Vivilo con lo stupore, che dà solo l’amore

magari anche provando il disagio del sudore

di tanto lavoro unito al sacrificio

di non ricorrere a nessun artifizio,

giocalo e rincorrilo con un passo lieve

pensalo come involto nella neve

sfioralo come soffio quel visino

bacialo nella fronte quel bambino.

Sandro Pusceddu

Neve Strade innevate,

colline biancastre,

palle lanciate,

sorrisi restanti,

fiocchi sospesi,

in cieli grigi,

che cadono tenui e delicati.

Veronica Pusceddu

HAIKU

di Antonio Mastinu

Pioggia

Nel cielo nero intermittenti luci gente che fugge.

Primavera

Grigio svanisce tra le nubi splendono raggi di sole.

Nevicata

Danza di neve nella città basita grida di bimbi.

Mareggiata

Irate onde

cavalcano le rocce

indomabili.

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Poesie

Le voci dell’anima

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Ci sono modi e modi per orga-nizzarsi le ferie, per rilassarsi dal frastuono cittadino, per staccarsi dal solito tran tran. Il riposo nel mondo di oggi è d’obbligo non tanto per ripren-dersi dalle fatiche fisiche, ma per ricaricarsi dallo stress pro-vocato dalla vita moderna. Nell’era del computer e della tecnologia avanzata è diventato prioritario per l’uomo ritagliarsi spazi e tempi, anche se limitati, tutti per sé e ristabilire così un equilibrio interiore in grado di dargli un rinnovato slancio nell’affrontare la quotidianità e i problemi a essa connessi. Se

uno poi dovesse scegliere di trascorrere le vacanze a Roma, per poterne ammirare, in tutti i

suoi vari aspetti, l’immenso patri-monio artistico, archeologico e ambientale, è ne-cessario trovare una struttura ac-cogliente e rilas-sante in grado di offrire spazi di quiete e serenità nelle pause tra le varie incursioni ed escursioni nel cuore della città.

La Roma antica, infatti, non si tro-va in periferia, ma è stata inglobata

nel tessuto urbano sviluppatosi nel tempo, e per vedere i suoi prestigiosi monumenti non si può fare a meno, tranne alcune eccezioni, di sorbirsi il caos cit-tadino.

In questo caso, si sa, bisogna fare di necessità virtù e cercare un albergo adatto per l’occasione. La “Casa per Ferie Villa Monte Mario” gestita dalle Suore Carmelitane del Divin Cuore di Gesù ha tutte le carat-teristiche necessarie per tra-scorrere una serena e lieta va-canza turistica nella capitale. Essa si trova in una posizione strategica da cui si domina gran parte della città, comple-tamente immersa nel verde in quando circondata a 360 gradi da un vasto parco, grazie al

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Vacanze rilassanti a Roma A Monte Mario una struttura accogliente, gestita dalle suore Car-melitane, per rendere felice il soggiorno dei turisti, che vogliono in un clima sereno e tranquillo girare in lungo e in largo per la città

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quale gli ospiti possono godere di un’aria sana e confortevole, nonché di una quiete rilassan-te, tipica dei monasteri.

La residenza, proprio per que-sta felice ubicazione, si presen-ta come un luogo accogliente dove regna pace e tranquilità. E' l'ideale, quindi, per chi vuole trascorrere una vacanza turisti-ca e culturale a Roma e dintor-ni. La pulizia è ottima e la cor-tesia del personale è stupenda. L'albergo è particolarmente adatto per le persone tranquille alla ricerca di un luogo sicuro dove soggiornare durante le vacanze nella capitale.

All’interno non mancano mo-derne sale da pranzo e relativa cucina, punti di ritrovo come sale di riunione e di lettura, nonché una cappella in cui si celebra la Messa domenicale per le suore Carmelitane e an-che per gli ospiti. Esistono inol-tre ampi parcheggi custoditi per pullman e auto e, dulcis in fundo, a pochi passi, a fianco delle mura dell’istituto è opera-tiva e operante una fermata dei mezzi pubblici, la cosidetta

Camilluccia/Trionfale , da cui si può raggiungere in pochi mi-nuti il Vatica-no e i vari centri nevral-gici di Roma. Non c’è che l ’ imbarazzo della scelta, basta pren-dere l’autobus giusto. Tanto per fare un esempio col 913 si può raggiungere Piazza San Pietro a tempo di record e, continuando con lo stesso mez-zo, si arriva sino al cuore della città.

A un tiro di schioppo dalla struttura si può ammirare il parco di Monte Mario e la sua variegata vegetazione, sempre verde, in tutto l’anno. All’interno del parco si trova l’omonimo Osservatorio Astro-nomico che segna anche il pas-saggio del relativo meridiano di Monte Mario. Dal parco si può ammirare quasi tutta la città, dal Colosseo sino alla Cupola di

San Pietro e parte delle zone urbane di recente costruzione. L’efficienza della Casa per Ferie è frutto di un appassionato lavoro delle stesse suore Carmelitane,

che affiancate da dipendenti laici, hanno fatto di questa struttura un modello da imitare nel settore dell’accoglienza e della ricettività alberghiera. Per il successo della residenza ha avuto un ruolo di tutto rispetto la Madre Superiora Suor Beni-gna Dedola, originaria di Bolo-tana, un paese della provincia di Nuoro. E’ stata lei, grazie alle sue sorprendenti capacità manageriali, che ha saputo tra-sformare questo luogo di assi-tenza spirituale in una moderna struttura di accoglienza. Chiun-que voglia saperne di più può contattare telefonicamente al numero 06/3540641-2 e, vo-lendo, attingere ulteriori infor-mazioni attraverso il sito www.villamontemario.com.

Antonio Mastinu

Fotografie

Nella pagina precedente:

La Casa per Ferie e la Ma-dre Superiora Suor Benigna

In questa pagina:

Piazza San Pietro e la città vista da Monte Mario

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Continua mietere successi il pittore silanese Salvatore An-gelo Spissu,Boranzeleddu per i compaesani, che in questi ulti-mi anni ha acquisito numerosi attestati di benemerenza. Re-duce da diverse mostre l’artista sardo è riuscito a catalizzare attorno a sé ampi consensi da parte dei critici prestigiosi esi-stenti in campo nazionale. La sua opera è frutto di uno stra-ordinario “aforisma”, come di-retta conseguenza di una forza istintiva ma razionale, attraver-so la quale l’artista intende per-fezionare lo stile.

Le sue pennellate, ben dosate ed accompagnate da equilibrati colori, fanno intravedere un razionale equilibrio acquisito dall’ambiente naturale di cui

egli si fa interprete con notevo-le bravura e pregio artistico. Alla sua opera sono stati dedi-cati fiumi di parole. “La pit-tura di Salvato-re Angelo Spis-su – ha scritto il critico d’arte Gianfranco Ro-miti – rappre-senta la più sincera e ricca icastica della Sardegna, so-prattutto per-ché, nei pae-saggi e nelle figure esprime, attraverso un linguaggio pit-

torico raccolto nei termini di una calda spontaneità, non sol-tanto il segno scavato da una palpitante poesia, ma anche la essenziale purezza dell’unità dell’uomo con la natura e le quotidiane vicende della sua terra”.

Nei suoi dipinti si coglie la “sensazione” del gusto per il nuovo senza rinnegare il passa-to che si manifesta soprattutto nei paesaggi raffiguranti la ter-ra natia. Né d’altro canto tra-scura tutto ciò che lo circonda nel Friuli da dove traggono ispi-razione molte opere fra le quali

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Onori a un silanese in trasferta Il successo artistico dell’ex finanziere sardo Salvatore An-gelo Spissu che ha sbalordito il mondo della pittura raccontando la Sardegna con le sue immagini da favola

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le “Quattro stagioni friulane”, in cui si può scorgere lo spirito di adattamento dell’artista a nuo-ve situazioni ed ambienti.

La Sardegna predomina sem-pre nei suoi pensieri e quasi a controbilanciare l’attrazione che esercita in lui il Friuli, dove de-cise di sposarsi e di stabilire la sua residenza, ha realizzato le “Quattro stagioni sarde”, espri-mendo attraverso l’arte la mar-cata differenza dei toni naturali ed ambientali delle due regioni italiane. Il “boom” del successo prima accarezzato e mai rag-giunto per i suoi impegni di la-voro, è arrivato dopo essersi congedato dalla “Guardia di Finanza” che ha servito fedel-mente per anni. Dal 1977 van-no segnalate opere di grande rilievo come “Paesaggio sardo” e “Paesaggio friulano”, prose-guendo attraverso l’arte il con-fronto fra due culture diverse.

Nel solo 1981 gli sono stati conferiti ben 18 titoli fra i quali il “Premio internazionale Co-stantino”, il “Marzocco” di Fi-

renze, il premio internazionale “Artisti allo specchio” di Viareg-gio. I suoi quadri si trovano esposti in permanenza a Porde-none e a Silanus. Le opere dell’artista accademico e mae-stro d’arte, autenticate e cata-logate, sono depositate in copia fotografica presso “L’Archivio per l’Arte italiana del Novecen-to”. Recentemente Salvatore Angelo Spissu è stato nominato presidente della sezione provin-c i a l e d i P o r d e n o n e dell’Accademia Toscana “il Mac-chiavello” di Firenze. Ora l’artista silanese dopo una serie

infinita di successi e soddisfa-zioni affronta con coraggio e determinazione i mali che tutti prima o poi tutti dobbiamo af-frontare: la vecchiaia. Nella sua città di adozione,Pordenone, nonostante le precarie condi-zioni fisiche, continua imperter-rito la sua produzione artistica col solito slancio di sempre.

Con la sua caparbietà nuragica e i suoi meriti artistici il pittore sardo si è già assicurato un po-sto nella storia degli artisti con-temporanei. Segno evidente della bravura e della capacità dei sardi che hanno il coraggio di saltare il Tirreno facendo o-nore alla loro terra di origine.

Antonio Mastinu

Fotografie

Nella pagina precedente:

l’artista Spissu con la moglie Mar-gherita con in basso una sua ope-ra.

In questa pagina:

In alto la nota presentatrice televi-siva Maria Giovanna Elmi conse-gna un premio al pittore silanese.

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