Omeopatia nel trattamento delle fratture ossee · sua materia medica, soprattutto nei casi di...

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34 Medicina Integrata ottobre 2017 | CASO CLINICO | Omeopatia nel trattamento delle fratture ossee Beatrice Andreoli - Medico chirurgo - Nutrizione, Omeopatia Utilizzo di symphytum officinale nei processi riparativi

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34 Medicina Integrata • ottobre 2017

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Omeopatia nel trattamento delle fratture ossee

Beatrice Andreoli - Medico chirurgo - Nutrizione, Omeopatia

Utilizzo di symphytum officinale nei processi riparativi

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Il tessuto osseo è un tessuto connettivo in cui la sostanza fonda-mentale si presenta mineralizzata in una struttura inorganica formata per la maggior parte da fosfato di calcio. Si tratta di un tessuto in costante rimodellamento e si può presentare in forma lamellare o non-lamellare. Una frattura ossea può avere differen-ti cause: nel caso di frattura traumatica, l’osso assorbe l’energia

dell’impatto andando a esitare in un’interruzione della struttura ossea. Quando una frattura determina una soluzione di continuità nel tessuto osseo, si crea un nuovo tessuto, detto callo osseo. Il processo riparati-vo coinvolge le cellule dello strato profondo del periostio (fibroblasti, condroclasti, macrofagi e altre), normalmente quiescenti, che si riatti-vano formando uno strato di cellule osteogeniche. Il processo nel suo insieme inizia con la formazione di un ematoma, causato dalla rottura dei vasi periostali ed endostali. Il callo osseo inizia normalmente a for-marsi dopo circa tre settimane da una frattura e può, se il suo processo di calcificazione non si completa, esitare in una mancata guarigione: sintomi caratteristici di questa condizione, che richiamano quelli pro-pri di una frattura, sono forte dolore locale e limitazione funzionale.Secondo la metodologia clinica omeopatica, un rimedio ben prescrit-to può aiutare l’organismo ad attuare i processi riparativi necessari a risolvere (o migliorare) una determinata condizione patologica. Esso, secondo l’omeopatia classica, dovrebbe essere selezionato sulla base della totalità del paziente, analizzando in modo accurato tutta la sua sintomatologia e storia clinica, ivi compresi i sintomi mentali oltre che quelli fisici, considerando in particolare i sintomi più inconsueti, pe-culiari e caratteristici del singolo individuo. Con questo tipo di tratta-mento, un paziente può riportare un miglioramento complessivo su vari livelli e non solo riguardante una sintomatologia locale, con un beneficio per il suo benessere generale.Alcune volte però, soprattutto in condizioni di urgenza e nel capitolo dei traumatismi acuti, è possibile selezionare un rimedio sintomatico e non personalizzato, sulla base del tipo di patologia da somministrare al paziente per un breve periodo, da solo o in affiancamento alla terapia convenzionale a seconda del caso specifico. Nel caso di una frattura

ossea, un farmaco omeopatico dovrebbe essere selezionato allo scopo di sostenere i meccanismi fisiopatologici atti a ripristinare l’integrità della struttura ossea. Il rimedio con maggiori indicazioni a questo scopo nella sua materia medica, soprattutto nei casi di rallentata guarigione dopo una frattura ossea traumatica, risulta essere Symphytum officinale.

SYMPHYTUM: CENNI DI MATERIA MEDICASymphytum officinale è un rimedio omeopatico derivato dalla conso-lida maggiore o consolida selvatica, pianta della famiglia delle Borra-ginaceae che nella tradizione popolare veniva soprannominata “aggiu-sta ossa” oppure “erba curatrice”. In passato il suo uso erboristico era quello di consolidare fratture, cicatrizzare ferite, guarire contusioni e spaccature e arrestare emorragie e diarree. Era utilizzata inoltre per il trattamento di ulcere e altre lesioni erosive del tratto gastrointestinale. L’olio o l’unguento erano indicati per la cura di acne e foruncoli, nella psoriasi e nel trattamento delle cicatrici.La tintura omeopatica si prepara con la radice fresca. Il nome italia-no deriva dal verbo “consolidare”, poiché si tratta di una pianta che vanta la proprietà di rassodare i tessuti e in particolare il tessuto os-seo. Gran parte delle sue proprietà sono ascrivibili al suo contenuto in allantoina, che promuove l’attività dei fibroblasti nella produzione di tessuto connettivo, condroblasti, osteoblasti e cellule nervose, aiutando la rigenerazione di quasi tutti i tessuti e dell’osso in particolare. Kent lo descrive come «un eccellente rimedio per le ossa rotte dove l’osso rifiuta di saldarsi».Si tratta di un rimedio avente un’azione ripartiva su traumi chiusi cau-sati dall’impatto con masse di medie o grandi dimensioni, e si rivela meno indicato in caso di traumi aperti. È indicato per il trattamento di contusioni e traumatismi di ossa e periostio. La sua grande indicazione è per le fratture che non ossificano e nella “mancata unione di fratture” (per cui si può rivelare utile una diagnosi differenziale con Calcarea phosphorica). Altre caratteristiche sintomatologiche sono “moncone di amputazione irritabile dopo intervento”, “irritabilità ossea nel punto di frattura”, “periostite traumatica”. Symphytum è da taluni chiamato

Il presente lavoro è un caso clinico riguardante l’utilizzo sintomatico del medicinale omeopatico symphytum officinale, nel trattamento di una frattura ossea, in un uomo di 37 anni che ha subito un trauma chiuso allo sterno a seguito di incidente stradale.Al paziente è stata diagnosticata una frattura lineare composta del manubrio sternale ed è stato sottoposto per circa un mese a trattamento farmacologico con fans, associato a riposo e astensione dal lavoro. Al termine di questo periodo ha eseguito una radiografia di controllo,

che ha rivelato un’assenza di guarigione della frattura. Inoltre, la sua sintomatologia dolorosa era in forte peggioramento. Ha quindi assunto symphytum per quattro settimane, assieme a un gemmoderivato a base di abete bianco, betulla e prugnolo selvatico e a vitamina D nel dosaggio di 1000 u.i al giorno. Dopo questo periodo ha eseguito nuovamente una radiografia, che ha mostrato una completa risoluzione del quadro con scomparsa della rima di frattura e totale saldamento della frattura stessa. Anche la sintomatologia algica risultava del tutto risolta

[email protected] 35 27/09/17 15:32

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l’“Arnica delle ossa” e può contribuire sia alla riparazione di fratture che non ossificano o in cui la formazione del callo osseo risulta ritar-data, sia al rafforzamento del sistema scheletrico e dello stato generale nei ragazzi in fase di crescita.È indicato genericamente anche per il trattamento di ulcere gastriche e duodenali, nel prurito anale, nei danni a tendini e membrane sinoviali e nei disturbi articolari. Altri usi meno conosciuti e studiati in cui è possibile pensare alla somministrazione del rimedio omeopatico sono: lombaggine e stanchezza del dorso dopo uno sforzo, dolori spinali dopo sforzi sportivi eccessivi, ascessi gangliari del collo, ascessi dello psoas, traumi contundenti a sclera e ossa dell’orbita, traumi o infiammazioni testicolari, disturbi all’uretra, amenorrea, malattie parodontali, dolore epigastrico, cefalea, dolore da arto fantasma.Certamente si tratta di un rimedio utilizzato quasi esclusivamente per la sua azione cicatrizzante e ripartiva dei tessuti, e di osso e periostio in particolare, tuttavia si dovrebbero studiare in modo più approfondito le sue potenzialità d’azione su organi digestivi e nutrizione, organi di senso e apparato urogenitale femminile e maschile. Ricordiamo che si tratta di un rimedio che non è mai stato adeguatamente sperimentato,

a eccezione di una “sperimentazione frammentaria” e non eseguita con le modalità corrette, attuata da Macfarlan nel 1866 a insaputa dei suoi pazienti e su soggetti che spesso erano già affetti da sintomi locali, ferite, fratture o altro.

CASO CLINICOHo visitato il signor AA, 37 anni, il giorno 27 aprile 2017. Il paziente ha richiesto una consulenza omeopatica poiché in trattamento per una frattura lineare composta del manubrio sternale traumatica causata da incidente stradale avvenuto in data 31 marzo 2017 (fig.1a e fig.1b). La frattura era stata causata da un trauma chiuso (impatto violento contro il volante dell’auto).Al momento della visita il signor AA si trovava in terapia farmacologica con Brufen 400 mg x 3 e Lansoprazolo 30 mg x 2 da 27 giorni. Non era in trattamento con altro tipo di terapie continuative per altre patologie e non riportava in anamnesi patologie croniche o metaboliche. Lamenta-va un “bruciore gastrico” ingravescente per cui manifestava la volontà autonoma di sospendere il trattamento con FANS e gastroprotettore.Il giorno precedente la visita, il paziente aveva effettuato una visita di controllo ed eseguito una seconda radiografia allo sterno (fig.2), la quale documentava una mancata saldatura della frattura sternale. Inoltre, il paziente si lamentava di un dolore locale in netto peggioramento. Si trovava a riposo completo, con astensione dal lavoro, dal giorno dell’in-cidente stradale. Provava un dolore sternale costante, esacerbato dal movimento e talvolta dai normali atti respiratori, per cui ho notato sul suo viso alcune smorfie per il dolore anche durante il nostro colloquio.Per quantificare il grado di dolore provato dal paziente, ho utilizzato una scala VAS, con la quale il dolore è stato da egli riferito come pari a 2-3 a riposo, con picchi fino a 6-7 nei momenti di peggioramento. Il paziente sottolineava un peggioramento progressivo e chiaro della sin-

FIGURA 1A

FIGURA 1B

FIGURA 2

FIGURA 3

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tomatologia dolorosa durante le settimane di convalescenza.Ho prescritto al paziente Symphytum officinale 200 K monodose, 1 tubo dose la settimana per 4 settimane.In associazione alla terapia omeopatica, ho somministrato un gemmo-derivato a base di abete bianco, betulla e prugnolo selvatico, allo scopo di sostenere il metabolismo fosfo-calcico e il processo di ossificazione, come ricostituente con azione anabolizzante e come immunomodu-latore. L’abete bianco ha azione rimineralizzante e regolarizzante il metabolismo minerale; è indicato in caso di difficoltà di calcificazione ossea, ritardi della crescita, rachitismo, carie dentali e anemia, risul-tando un grande regolatore del metabolismo fosfo-calcico in tutte le età della vita. Favorisce l’elasticità dei tessuti e allo stesso tempo la loro struttura ed è un rimedio per la decalcificazione. La betulla ha azione remineralizzante e immunostimolante, è indicata in caso di disturbi articolari e nelle flogosi o nelle infezioni cronicizzate. Il prugnolo sel-vatico possiede azione diuretica, depurativa e disintossicante. Ha la capacità di combattere lo stress fisico e psicologico ed è indicato negli stati di convalescenza. Il prodotto è stato consigliato nel dosaggio di 10 gocce ogni 12 ore (mattina e sera).Ho inoltre consigliato una supplementazione con Vitamina D a dosag-gio basso/preventivo, pari a 1000 u.i. al giorno. Evidenze in letteratura riportano come una carenza di vitamina D si correli a un rallentamento del rimodellamento osseo e a una diminuzione della densità minerale ossea. Inoltre si rivela importante nell’upregolation di vie metaboliche anti-infiammatorie e nella downregulation di molecole che attivano processi pro-infiammatori. Ho dato indicazione di ripetere la radiografia dello sterno dopo 30 giorni dall’impostazione della terapia complementare e di rimanere a riposo, evitando qualsiasi sforzo fisico. Già dopo la prima assunzione di Sym-phytum il paziente ha riferito un’attenuazione del dolore allo sterno e durante le quattro settimane di terapia ha riferito un costante e chiaro miglioramento clinico e sintomatologico. Progressivamente il dolore a riposo è scomparso, e poco dopo anche quello legato al movimento. Sul-la base del beneficio riferito, non ho ritenuto indicato apportare alcuna modifica alla terapia prescritta.Il giorno 26 maggio 2017 il signor AA ha eseguito una terza radiografia di controllo (fig.3), la quale ha evidenziato la totale assenza della “linea di frattura anamnesticamente riferita a livello del manubrio sternale”.

Il giorno successivo all’esecuzione di questo esame alla visita di con-trollo ha riferito una totale assenza di dolore (quantificato come “0” sulla scala VAS).

CONCLUSIONINel caso clinico presentato si è osservata una completa guarigione del-la frattura sternale traumatica a seguito di assunzione di Symphytum officinale, in associazione a gemmoterapici adeguatamente selezionati e supplementazione di vitamina D. Non è possibile determinare con esattezza il ruolo di ognuno dei tre pro-dotti nel processo di guarigione, tuttavia è possibile pensare di attribuire maggiore importanza all’azione del rimedio omeopatico poiché assunto in dose settimanale e con una diluizione in grado, secondo la metodologia omeopatica, di determinare i suoi effetti in tempi molto brevi. Anche l’a-zione dei gemmoterapici è generalmente rapida, ma il dosaggio prescritto non è stato elevato. Il dosaggio di vitamina D è stato selezionato al fine di evitare una sua carenza, ma non esistono evidenze che dimostrino la sua capacità di riparazione di fratture ossee a questi dosaggi.Non è possibile comunque quantificare con esattezza il ruolo di ognuno dei tre prodotti assunti dal paziente e, dal momento che essi erano stati scelti per la loro indicazione nella riparazione delle fratture ossee, è pos-sibile che le diverse sostanze abbiano agito in modo sinergico, favorendo i processi di osteogenesi riparativa della frattura. Inoltre, è possibile che anche un ulteriore mese di riposo e astensione dagli sforzi fisici abbia contribuito alla “normale” guarigione del paziente. È auspicabile in futuro l’esecuzione di studi ben condotti e scientificamente validi in grado di produrre risultati attendibili riguardanti il possibile ruolo del rimedio omeopatico Symphytum officinale (in associazione o meno a gemmoderivati e in associazione o meno a terapia convenzionale) nel trattamento di fratture ossee. �

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